Il maestro di spirito

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Il maestro di spirito

IL MAESTRO DI SPIRITO

Atto unico

Di NATALE MISSALE

PERSONAGGI

VOCE

GIUDICE

LA VOLPE

CAMERIERE

CAVALLO

TACCHINI

CARMELA

ROSA

MARGHERITA

TRECCANI

Commedia formattata da

Desolina e Amelia se ne stanno sedute una di fronte all'altra in silenzio.

Desolina                        - Così non può andare avanti.

Amelia                          - Così, come?

Desolina                        - (Indica se stessa e la sua amica) Così! Per la miseria! (indica le pareti della stanza) Così!

Amelia                          - (si alza, tocca la fronte dell'amica) Ma ti senti bene? Hai la febbre, hai bevuto? Insomma, che ti prende, Desolina?

Desolina                        - Non mi prende proprio nulla, non mi prende.

Amelia                          - E allora cos'è che non può andare avanti?

Desolina                        - Oh Amelia, Amelia! Non ti accorgi proprio di nulla?

Amelia                          - Senti, se è un nuovo gioco, dimmelo subito, così partecipo.

Desolina                        - Non ti rendi proprio conto, amica mia, di come le nostre vite stiano scivolando via senza sale?

Amelia                          - O Dio, questa ha qualche rotella fuori posto. Sto per perdere la mia migliore amica (le tocca un'altra volta la fronte). Eppure non hai febbre. Desolina, torna in te, ti prego. Se hai qualche grave problema, parliamone. Se poi è di natura psichica, ti porto dal mio strizzacervelli- il dott. Cypriani.

Desolina                        - E smettila, per Giove! Le rotelle ce l'ho a posto, anzi a postissimo. Amelia (le prende le mani) noi stiamo buttando la nostra vita.

Amelia                          - Desolina, tu stai buttando la tua vita.

Desolina                        - Nostra, nostra, Amelia. Dimmi, che razza di vita fai? Su, dimmelo, comincia dal mattino appena alzata e chiudi con la sera quando vai a letto.

Amelia                          - Vuoi proprio la cronaca di una mia giornata?

Desolina                        - E' quello che voglio.

Amelia                          - Bene, io posso pure fartela, ma ti ricordo che passo più tempo con te che con me, nel corso di una mia giornata tipo.

Desolina                        - Sto aspettando (incrocia le braccia)

Amelia                          - dunque, appena alzata mi ficco in bagno, una bella doccia, mi vesto e faccio colazione mentre mando il mio primo messaggino a Feo. Poi ricevo un messaggino di risposta da Feo. Intanto è ora di uscire ed esco. Bar, caffè, primo messaggino a te, risposta tua, e via a scuola. Incontro con Feo- baci e abbracci. Mentre Feo copia il compito di matematica, ti chiamo al telefono        - un quarto d'ora di telefonata. Poi scuola, ritorno a casa, pranzo, compiti con messaggini a destra e a manca, telefonate a te, pomeriggio con Feo e con te e Pepi. Un cinemino, una passeggiata, e a casa. Alle dieci discoteca, e poi, alle quattro, a letto. Ecco.

Desolina                        - E di questo schifo, tu sei soddisfatta?

Amelia                          - Schifo? Aoh!, sto schifo lo condivido con te Pepi e Feo. E' vita, Desolina, questa è vita.

Desolina                        - Come puoi chiamare vita tutto questo? Questo, Amelia, è un fallimento di vita, non vita. La vita offre altro, di più, di meglio. Qui manca la metafisica.

Amelia                          - La che?

Desolina                        - Me-ta-fi-si-ca, metafisica, Amelia. C'è altro nella vita, e noi buttiamo il tempo in stupidagini.

Amelia                          - Hai detto metafisica?

Desolina                        - Ho detto metafisica, perché?

Amelia                          - E' strano, ma ieri, dopo la scuola, mentre facevo i compiti, ho aperto il libro di greco e vi ho trovato dentro un foglio pubblicitario. Me lo ricordo a memoria, perché le parole erano poche e chiare. Diceva       - "Il maestro di spirito vi offre la metafisica come alternativa alla fisica. Vuoi crescere? Decresci!" e poi seguivano numeri di telefono e indirizzo.

Desolina                        - 06 6967158 - via Giopin, 42 - Roma

Amelia                          - Ma sai che sono proprio numero di telefono e indirizzo del maestro di spirito? A proposito, ma questo che fa, racconta barzellette?

Desolina                        - Barzellette? Ma è un maestro spirituale!

Amelia                          - E tu come fai a saperlo?

Desolina                        - Secondo te, come faccio a saperlo? Eh?

Amelia                          - (Stupita) Sei andata a via Giopin, 42!

Desolina                        - Amelia, devi assolutamente andarci. Ti porterò io. E' una persona eccezionale.

Amelia                          - E' il solito maestro tibetano in esilio, vero?

Desolina                        - Per niente. E' inglese, ed è figlio di buona madre.

Amelia                          - Non mi dire che ci ha provato dopo il primo incontro!

Desolina                        - Ma non capisci proprio niente. Vive con la madre, ed io questa buona donna l'ho conosciuta. E' una bravissima persona, una buonissima madre. Ecco perché "figlio di buona madre".

Amelia                          - E non me lo potevi dire prima? "Non può andare avanti così"; "che schifo di vita"; "fammi la cronaca della giornata"; la metafisica". Ed io che ti credevo ammattita!

Desolina                        - Credimi, Amelia, è talmente spirituale che non ha quasi più carne ed ossa        - è puro spirito. Ecco perché si firma "maestro di spirito".

Amelia                          - Oddio, e che è anoressico, tisico, moribondo? No, io con te non ci vengo, Desolina. Lo sai che i morti non mi piacciono.

Desolina                        - Questo non è morto, Amelia, è vivo e vegeto. Oggi tu verrai con me dal maestro di spirito.

Amelia                          - Dimmi, come si chiama questo fenomeno?

Desolina                        - Si chiama Nicolau. M'ha spiegato che il nome era Nicolas, ma siccome sua nonna era rumena itinerante, in suo onore ha tolto la "esse" ed ha messo la "u". M'ha spiegato che lui alla nonna rom ci voleva un gran bene, e che fa lo stesso giochetto a moltissime parole inglesi che finiscono con la esse- toglie la "esse" e mette la "u".

Amelia                          - E' proprio un maestro di spirito. Però, cara Desolina, converrai con me che, a furia di "u" al posto della "esse", il suo inglese zoppica.

Desolina                        - Ma lui non parla.

Amelia                          - Non parla? E come vi capite?

Desolina                        - Bisbiglia e mostra la carta.

Amelia                          - La carta? Altro che "di spirito", questo è un vero istrione giocherellone. Ho deciso, Desolina         - voglio conoscerlo. Oggi stesso.

Desolina                        - Perché no. Però vorrei parlarne ai nostri rispettivi compagni. Se tu chiami Feo, io farò un colpo a Pepi, così prima li prepariamo, e poi andiamo dal maestro di spirito, dal maestro Nicolau. (prende il telefono e manda un messaggio leggendolo a voce alta) Vieni subito- metafisica!

Amelia                          - Devo messaggiare allo stesso modo?

Desolina                        - Stesse identiche parole. Lo stuzzicheranno, vedrai.

Amelia                          - (Legge il messaggio) Vieni subito da Deso- metafisica! Ma come li prepareremo?

Desolina                        - Ci penserò io.

Amelia                          - Altra cronaca di giornata?

Desolina                        - No  - barzellette!

Amelia                          - Barzellette?

Desolina                        - Sì, barzellette. Sai come a tutti e due piacciono le barzellette, no? Ebbene, basterà mostrare quel volantino che hai trovato nel libro - qui ne ho uno identico - ed il gioco è fatto. (Suonano alla porta) Vado ad aprire. Tu siedi e fai l'indifferente. Questo (prende il volantino) lo mettiamo qua, bene in vista. (Apre la porta. Entrano Feo e Pepi. Entrambi mostrano il telefonino)

Feo                                - Si può sapere cos'è questa storia…

Pepi                               - Vieni subito…

Feo                                - Metafisica!

Pepi                               - Quale metafisica, quella di Aristotele?

Feo                                - Non vi basta la scuola? Volete filosofare anche nei momenti di svago?

Desolina                        - Ehi, calma, calma! Era solo un messaggino. Sappiamo bene che a voi piace solo la fisica. Per vostra sfortuna, però, esiste anche la metafisica.

Pepi                               - Ma non diciamo sciocchezze, per favore. Con Nietzsche è morta ogni metafisica, ed a momenti pure la fisica. Figuriamoci.

Feo                                - Insomma, volete spiegarci cosa succede? Noi alla fisica preferiamo il… (finge di accarezzare Amelia) fisico.

Pepi                               - Giusto, il fisico (e finge di accarezzare Desolina. Dà un'occhiata al volantino e lo legge) "Il maestro di spirito vi offre come alternativa alla fisica la metafisica. Vuoi crescere- decresci!" Ah! Ah! Ah! Buona questa. Metafisica! (Feo gli toglie il volantino)

Feo                                - Il maestro di spirito vi offre…alternativa…metafisica. Cos'è cabaret? Dove lo danno? Non me lo voglio perdere.

Desolina                        - Non vedi l'indirizzo?

Feo                                - Ah già, l'indirizzo. Eccolo - via Giopin, 42 - Roma. (A Pepi) si va?

Pepi                               - Certo che si va. Ho una voglia matta di ridere. Siete pronte?

Amelia                          - Se ci aspettate sotto, arriviamo subito. (I due ragazzi escono)

Desolina                        - Che ti dicevo? Catturati come due polli. Amelia, questa sarà la svolta della nostra vita. Vedrai!

Amelia                          - (mentre si mettono una giacchetta) Speriamo bene.

Desolina                        - Andiamo, su. (vanno).

 

 (La seconda scena mostra lo studio del maestro di spirito. Alle pareti diplomi New Age di ogni tipo)

Pepi                               - (legge) Maestro emerito di pendolino di zinco; cartologo e cartonologo venusiano; chiromante e tibiamante taoista; Laurea ad onorem per i profondi studi sugli amuleti lunari, solari, gioviali e mercuriali…

Feo                                - (legge) …Con inclinazioni a novanta gradi sui tipi saturniani e marziani; Diploma di specializzazione in effemeridi, essemeridi ed ellemeridi; laurea in ascendenza onomantica; diploma in tema e problema natale; Alto riconoscimento in amuletologia venerea; Dio mio! Da sbellicarsi dalle risate. Ma dite un po'- dov'è il teatrino?

Desolina                        - Questo non è un teatro, Feo, ma la modulazione della tua vita.

Feo                                - La che?

Amelia                          - Modulazione, caro, modulazione  - sei in do maggiore, devi passare in sol maggiore, e moduli con un bel re settima. Modulazione.

Pepi                               - Ma vi siete ammattite? Non è un teatro? E le mie risate? Le sacrosante aspettative di risate, che fine fanno?

Desolina                        - Qui non si ride, Pepi. Qui ci si cambia.

Pepi                               - E no! Io ci ho la canottiera sporca, e non mi cambio per tutto l'oro del mondo.

Feo                                - Ed io ho la… (viene interrotto da Amelia)

Amelia                          - Sì, abbiamo capito. Ma siete voi che non avete capito un fico secco. Qui… (fa cenno a Desolina di continuare)

Desolina                        - Qui si cambia qua (indica la fronte) e qua (indica il cuore).

Pepi                               - Feo, andiamo?

Feo                                - Veloci come il vento (ma mentre stanno per imbucare la porta entra il maestro di spirito. E' uno strano tipo- capelli rizzati come da spavento intenso; ha in una mano due vasi di coccio, su ciascuno dei quali c'è scritto- vaso. Indossa una tunica con una vistosa kappa sul petto. Con l'altra mano porta dei bastoncini di incenso accesi. Ne consegna uno cadacranio)

Maestro                         - Guagliù, assittateve a 'cca! (indica alcune sedie)

Amelia                          - Ma mi avevi detto che era inglese… la nonna rom … Maestro Nicolau…!

Desolina                        - Sono Desolina, carata.

Amelia                          - Lo so che sei Desolina.

Desolina                        - Volevo dire desolata, carina, desolata. Non sapevo fosse napoletano. Forse qualche nonno partenopeo, chissà!

Maestro                         - (A Feo) O juorno da disgrazia tua qual'è?

Feo                                - Disgrazia mia? Quale disgrazia, che è successo? Oh Dio, mi devo preoccupare?

Maestro                         - Morgen di ior laif  - insomma guagliù, quannu si nate?

Feo                                - Ah, il giorno della mia nascita?

Maestro                         - E non è na disgrazia, la nascita a questo mondo?

Feo                                - Veramente a me non pareva          - i miei sono vivi; ho una bella ragazza; vado a scuola; tengo qualche euro; e…

Maestro                         - E vulimmo da' sti nummera? O no?

Pepi                               - E dagli 'sti numeri! Facciamo presto.

Feo                                - 21 Marzo 1991.

Maestro                         - Ah! Si nu curnutielle eh! (fa il gesto delle corna)

Feo                                - (Ad Amelia) Lo sapevo io! Ti vedevo un po' strana ultimamente. Ma questo come fa a saperlo?

Amelia                          - Ma sapere cosa? Questo sta a parlare delle stelle, dello zodiaco forse. Che c'entro io? Non essere ridicolo, Feo.

Maestro                         - Guagliù      - (fa il gesto delle corna) Ariete, 'o curnutielle. (Gli si avvicina) Perché ti sei messo questo pullover?

Feo                                - Perché mi piace.

Maestro                         - No! 'O piacere, dint'e ccose do' spirito, ce dice niente. Vedi quello? (indica un diploma) Leggi… (sussurra qualcosa di incomprensibile)

Feo                                - Cosa?

Maestro                         - Leggi… (sussurra cose incomprensibili)

Feo                                - Non ti capisco.

Desolina                        - (A Feo) Devi solo leggere. A volte entra improvvisamente in contatto col il suo Sé, e allora comincia a bisbigliare saggezza.

Feo                                - Ma quale saggezza, io non capisco niente.

Maestro                         - Guagliuncelle, se vuoi realmente capire chillu c'ha già ditte, devi entrare in sintonia, in empatia, in telepatia e in radiopatia con me, e per poterlo fare, tu avisse a parlà con un leggere accento napoletano. Mi sono scipiegato?

Feo                                - Vi siete spiegato bene.

Maestro                         - No, no! In napoletano.

Feo                                - Ve site scipiegato buone.

Maestro                         - Ecco, bravo. E mo, vulisse leggere o diploma?

Feo                                - (Si avvicina al diploma e legge) Diploma in colorologia comparata e creativa, in cartomanzia arcobalena a indirizzo aristotelico…

Maestro                         - E per finire?

Feo                                - E per finire (completa la lettura) …Specializzato in smazzo-terapia e in iridicologia parallela. Ma che cavolo vuol dire?

Maestro                         - (Bisbiglio sensa senso)

Feo                                - (Ai suoi amici) E' ripiombato in stato di saggezza.

Maestro                         - (Bisbigli. Dopo prende un mazzo di carte colorate) Smazza 'o mazze.

Feo                                - (A Desolina) Io qua non ci capisco un fico secco.

Desolina                        - In napoletano; con leggero accento napoletano.

Feo                                - Ma perché devo essere solo io a napoletaneggiare?

Desolina                        - A Feo! Tu hai dà parlà cu nu pizzich'e Vesuvio.

Feo                                - E che devo, eruttare?

Maestro                         - Smazza 'o mazze, guagliù.

Feo                                - (Taglia le carte) Accussì sta buo'?

Maestro                         - (Guarda attentamente la carta del taglio) Te' venuto 'o verde. Non è un buon segno. Di che culure 'a tiene 'a canottiera? Famme 'npo' veré!

Feo                                - No! 'A canottiera no (bisbiglia alcune parole incomprensibili).

Maestro                         - (Bisbiglia pure lui. Maestro e Feo dialogano in bisbigli).

Amelia                          - Desolina, sono entrati in saggezza!

Desolina                        - Te lo dicevo io che sarebbe cambiata la nostra vita. (Bussa sulla spalla di Feo) Dimmi, Feo, che vi siete detti?

Feo                                - (Da parte) Gli ho detto      - tengo 'a canottiera spertusata; e lui  - per venti euro, cambio discorso; e io- dieci euro; e infine lui- accetto.

Desolina                        - Ecco perché gli hai messo una mano in tasca!

Pepi                               - Maestro cosa vuol dire quella cappa?

Maestro                         - E tu chi si'?

Pepi                               - Mi chiamo Pepi. Sono il compagno di Desolina.

Maestro                         - O cumpagno d'issa (indica Desolina). Dimme nu' poco, di che culure puorte 'a canuttiera?

Pepi                               - I' a biancheria intima nun 'a puorte maie.

Maestro                         - (Fa una smorfia come per dire      - mannaggia a chi t'è muorte) Ah, tu nun porte 'a canuttiera. Ma si 'a duvisse purtà, de che culure saria?

Pepi                               - O cculure de l'acqua.

Maestro                         - E che, l'acqua tiene 'o culure?

Pepi                               - Famme smazzà o mazze, e ti do 'o culure da canuttiera.

Maestro                         - (Bisbiglio incomprensibile, a cui Pepi risponde con incomprensibili bisbigli)

Amelia                          - (Da parte, a Pepi) Che vi siete detti, Pepi?

Pepi                               - Lui mi ha detto- tiene e calzette spertusate, eh! Per venti euro, cambio subito discorso; ed io- dieci euro; ed infine lui- quindici, e glieli ho infilati in tasca.

Maestro                         - Smazza o mazzo, va. Famme vede' o culure (Pepi taglia le carte            - rosso. Il maestro si tocca la cappa della tonaca e comincia a bisbigliare)

Amelia                          - (A Pepi) Siete passati ad altri indumenti?

Pepi                               - No, no! E' in saggezza. Ha detto che il rosso è simbolo della ghisa.

Amelia                          - Della ghisa?

Pepi                               - Sì, sì, ha detto proprio così- ghisa.

Amelia                          - Ma il rosso è simbolo del fuoco, della passione, del sangue, del vino, non della ghisa.

Pepi                               - Eh, ma io la penso come te. Aspetta che chiedo. Maestro perché della ghisa?

Maestro                         - Qui (si tocca la cappa della tonaca)- è tutto scritto nella kabballah. Ogni sefirutte nu culure; ogni culure nu metallo; ogni metallo n'na caratteristica. Tu si' na ghisa.

Pepi                               - Dicitime 'na cosa, ma sti sefirutte, che so'?

Maestro                         - Sunne o specchie dell'anima toja. O russe da' carta m'ha parlato 'e te. I' ti conosco dentro e fora, sopra e sotto, avanti e indietro           - a trecento sessanta gradi.

Pepi                               - E che cosa avete scoperto? Cose brutte?

Maestro                         - (Bisbigli indecifrabili)

Desolina                        - (A Pepi) Quanto, 'stavolta?

Pepi                               - Me la sono cavata con venti euro. Sai, legge i colori.

Desolina                        - E come fa?

Pepi                               - Semplice    - prende la carta colorata - nel mio caso, rossa - e comincia col dire "rosso, rosso, rosso, e così via per un po'. Poi ti cita qualche proverbio, tipo, "rosso di sera bel tempo si spera" ed infine ti chiede cinquanta euro.

Desolina                        - E Tu glieli dai?

Pepi                               - Certo che no!

Desolina                        - E lui che fa?

Pepi                               - Diventa rosso, dalla rabbia. E' tutto simbolico, capisci. E' Kaballah!

Maestro                         - Si vulite cunuscere a giente, avite a parla' cu l'Angelo da' sefirutte. Il tuo colore era il rosso? Ebbene i' ha già parlate co' l'angelo toje     - ma già ditte tutto. L'angelo conosce tutto. Certe cose sono talmente sconvolgenti, che potrebbero provocare 'a pazzia. Allora io consiglio al portatore do' culure, di pagare una penitenza in denaro e lascio che 'o segreto rimanga tale. Cinquanta. Se poi contatto l'arcangelo, sono cento.

Pepi                               - E tu nel mio caso con chi hai parlato?

Maestro                         - Sei stato fortunato - si è presentato l'arcangelo in persona, vestito con una tunica tutta rossa scarlatta. Ha già ditte cose impensabili! Si nun vo' 'mpazzi', devi fare la penitenza finanziaria-spirituale.

Feo                                - Mae', smazza o mazze,va, tié! (porge le carte, e il maestro smazza, taglia le carte- esce il nero). Maestro Nicolau, o come diavolo te chimmano       - o nire è nu brutto culure, e l'arcangelo mi ha detto cose irripetibili. Ti posso solo dire che, se non paghi la penitenza spirituale-finanziaria di duecento euro, autorizza quattro cherubini (indica se stesso e i suoi amici) a riempirti di sberle, fino a che non ti avranno salvato da pazzia certa.

Maestro                         - (Si avvicina a Feo e bisbiglia. Feo risponde a bisbigli. Il maestro va gridando- Kabballah!

Tutti                              - Kabballah!

Desolina                        - Che vi siete detti?

Deo                               - Lui mi aveva ricattato col solito giochetto, ma io gli ho risposto che per trecento euro non avrei detto nulla a quel finanziere di mio padre, e lui ha accettato l'offerta (fa vedere i trecento euro). Cinema e pizza?

Tutti                              - Cinema e pizza. Kabballah!

FINE