Il mago di Oz

Stampa questo copione

IL MAGO DI OZ

IL MAGO DI OZ

Favola per burattini

Adattamento a cura del

Collettivo Teatrale

“Semi d’Arte”


Sommario

personaggi....................................................................................................................................... 3

Ambienti............................................................................................................................................... 4

Oggettistica principale.......................................................................................................... 4

La Canzone del Mago di Oz...................................................................................................... 5

PRIMA PARTE

Scena 1: Il temporale................................................................................................................ 6

Scena 2: Nel Paese dei Ghiottoni........................................................................................ 6

Scena 3: L'incontro con lo Spaventapasseri............................................................ 8

Scena 4: Un taglialegna arrugginito e un Leone codardo.............................. 9

Scena 5: Il campo di papaveri.............................................................................................. 12

Scena 6: La città di Smeraldi............................................................................................... 15

scena 7: Nel palazzo di Oz..................................................................................................... 17

Scena 8: Di nuovo in marcia................................................................................................... 18

SECONDA PARTE

Scena 1: La strega malvagia dell'Ovest.................................................................... 20

Scena 2: L'assalto delle scimmie invisibili................................................................. 21

Scena 3: Prigionieri della strega dell'Ovest........................................................ 21

Scena 4: Smarriti nella foresta...................................................................................... 24

Scena 5: Di nuovo da Oz........................................................................................................... 25

Scena 6: Un cervello scintillante ed un cuore tenerissimo...................... 29

Scena 7: Qualche ripensamento...................................................................................... 30

Scena 8: Un coraggio da leone.......................................................................................... 31

Scena 9: La mongolfiera........................................................................................................ 32

Scena 10: Un vero Leone........................................................................................................ 35

Scena 11: La bellissima Glinda........................................................................................... 36


Personaggi

(In ordine di apparizione)

·Narratore

·Zio Enrico

·Zia Emma

·Dorotea

·Totò

·Strega del Nord

·Spaventapasseri

·Taglialegna

·Leone

·Regina dei Topi

·30 Topi (manovrati da 3 persone)

·Guardiano

·4 Teste del Mago di Oz (quattro voci)

·Strega dell’Ovest

·Scimmie invisibili (3-4 code)

·Giallone 1

·Giallone 2

·Mago di Oz

·Animale 1

·Animale 2

·Grassone

·Glinda


Ambienti

·Sipario chiuso (rosso o nero)

·Scena neutra (bianca o nera)

·Prato con strada gialla e casa di Dorotea (Esterno)

·Prato con strada gialla senza casa di Dorotea

·Bosco con strada gialla

·Prato con papaveri e cespuglio da un lato

·Sipario bianco (tipo tulle)

·Sala del trono do Oz (Con specchi)

·Palazzo della strega dell’Ovest

·Bosco senza strada gialla

·Prato senza strada gialla

Oggettistica principale

Scarpe d’argento – cestino di Dorotea – Lavagna con scritta “Dorotea – città di Smeraldi” – Fune - Palloncino “testa ad uovo di Oz”- Seconda testa di Oz “Faccia di donna” – Terza testa di Oz “Mostro” – Quarta testa di Oz “Sfera con specchietti” – Secchio – occhiali verdi (cinque paia: Guardiano, Dorotea, Spaventapasseri, Taglialegna, Leone, Totò) – Spilloni per la testa dello spaventapasseri – Cuore di pezza – Bicchiere di acqua – Mongolfiera – Fumata con lampo (?)


LA CANZONE DEL MAGO DI OZ

Quanta roba da studiare

Oggi uscire non si può.

Avrei voglia di volare

Ed andare dal mago di Oz

                                      E poi fuori è brutto tempo

Scende l’acqua sui vetri perciò

Mi devo rassegnare

Penserò agli amici di Oz

E…… Non ci sono scuole

nel Paese di Oz

E i sassi san di miele

nel Paese di Oz

E poi c’è sempre il sole

nel Paese di Oz

E poi c’è sempre il sole

nel Paese di Oz

Un amico per parlare

Vorrei avere qui con me

Tanto spazio per giocare

Come nel palazzo di Oz

Un laghetto per nuotare

Ed un prato qui non c’è

Vorrei tanto scorrazzare

Per le grandi foreste di Oz

E…… Non ci sono scuole

nel Paese di Oz

E i sassi san di miele

nel Paese di Oz

E poi c’è sempre il sole

nel Paese di Oz

E poi c’è sempre il sole

nel Paese di Oz!

nel Paese di Oz!

nel Paese di Oz!

                                                                    (Ignoto pastore andino)

PRIMA PARTE

(Sipario chiuso)

Narratore:               Non tanto tempo fa in una casetta piccina piccina, in mezzo ad una prateria tanto grande che non finiva mai, viveva una bambina; era alta come un bricco di latte, con gli occhi grandi come tazze da tè. La prateria era una prateria per modo di dire. Era pelata come il pavimento di una chiesa e screpolata come una torta venuta male. Se la guardavi per un giorno intero, il giorno dopo ti dimenticavi che esistevano i colori. La bambina viveva con gli zii, che stavano lì da un sacco di anni, la loro faccia si era così indurita che non riuscivano più nemmeno a ridere. Per fortuna a rendere allegra la bambina, che si chiamava Dorotea, c’era il suo cagnolino Totò. Totò era così pieno di pelucchi che non si riusciva a capire da che parte avesse la coda e da che parte il musetto………….

                                 Ma, un giorno, all’improvviso, si alzò un terribile vento……

(rumori di vento, luci).

                                 Ululava come un coro di orchi indispettiti; i ciuffi d’erba si misero a crepitare come fiamme nel camino. Anche la casina cominciò a scuotersi, come se un gigante cercasse di sradicarla con un tenaglione da dentista.

Scena 1:

(Casa di Dorotea)

(Zio Enrico, Zia Emma, Dorotea, Totò)

Zio Enrico:              Nella botola, presto, nella botola!

Zia Emma:              Nella botola! Nella Botola!

Dorotea:                  Nella Botola! Nella Botola!

(Cerca di attraversare la stanza, ma cade)

                                 Cosa succede? La casa si sta sollevando! Dio mio, ora si romperà tutto……. Ma guarda, questa casa sta volando tranquilla, come se in vita sua non avesse mai fatto altro. E’ quasi divertente! Totò, vieni qui, attento a non cadere nella botola. Senti come è dolce il rollio!…….A me fa l’effetto di una culla, quasi, quasi mi faccio un pisolino. Buonanotte!

(Si addormenta. Musica)

Scena 2

(un prato bellissimo, da un lato si vede l’esterno della casa con la porta, sotto la porta spuntano due scarpe d’argento)

(Dorotea, Totò, Strega del Nord)

Dorotea:                  (Uscendo) Ohhh!….. Ma è meraviglioso! Questi prati sono bellissimi e….. gli alberi hanno foglie di marzapane. Totò, guarda come è bello il sole qui!

Totò:                        Bau! Bau! (Corre felice)

Dorotea:                  Ma il vento sa di miele!…. E… E i sassi sembrano confetti….. Ma sono confetti! (Vede arrivare la strega) E quella chi sarà?!

Strega Nord:           Benvenuta nel paese dei ghiottoni, nobilissima fata. Io sono la strega buona del Nord. Ti siamo grati perché hai ucciso la strega malefica dell’Est, con la tua impresa hai liberato dalla schiavitù il nostro glorioso popolo.

Dorotea:                  Oh no, no! Vi posso assicurare che non ho mai ucciso nessuno, com’è vero che mi chiamo Dorotea. Ho una grande paura del sangue, sapete!

Strega Nord:           Guarda là! Vedi quei due piedi che spuntano dalla tua casina? Le sei caduta proprio sulla testa!

Dorotea:                  Oh povera me!

Strega Nord:           Era una strega cattiva!

Dorotea:                  Non è normale uccidere le persone cattive, non si deve proprio fare!

Strega Nord:           La tua è stata una buona azione, perché hai liberato il Paese dei ghiottoni per sempre.

Dorotea:                  Voglio tornare a casa mia, nel Kansas, dalla zia Emma e dallo zio Enrico!

Strega Nord:           E’ un desiderio ben strano il tuo

Dorotea:                  Non lo trovo strano per niente. Mi sembra invece assai strano starmene in un paese dove ci sono streghe buone e streghe cattive. Non so nemmeno come si fa a distinguerle perché non le ho mai conosciute! Voglio tornare a casa. (Piange)

(Musica di campanellini. Scende una lavagna con scritta fluorescente: “Dorotea – Città di Smeraldi”)

Strega Nord:           Ti chiami Dorotea, cara?

Dorotea:                 

Strega Nord:           Allora devi andare alla città di Smeraldi. Può darsi che Oz ti aiuti.

Dorotea:                  Dove si trova questa città?

Strega Nord:           Esattamente nel centro del paese, in essa regna Oz, il grande mago.

Dorotea:                  Come farò ad arrivare laggiù?

Strega Nord:           Devi camminare. Si tratta di un lungo viaggio; tuttavia mi servirò di tutte le mie arti magiche per tenerti lontana da ogni male.

Dorotea:                  Non verrai con me?

Strega Nord:           Non posso farlo, ma ti darò il mio bacio, nessuno oserà fare del male alla persona che è stata baciata dalla strega buona del Nord. E prendi anche le scarpe d’argento della strega dell’Est, potrebbero esserti utili. La via per la città di Smeraldi è selciata di pietre gialle, così non potrai sbagliarti. Addio cara. Ricordati, la strada gialla!!

(Colpo di piatti. Fumo. La strega sparisce)

Dorotea:                  Ma…. È sparita. Già, non c’è da meravigliarsi, una strega non poteva mica dire arrivederci e andarsene passeggiando. Ma ora è meglio che mi metta in cammino, se voglio arrivare alla città di Smeraldi. Vieni Totò!

(Musica. Mentre Dorotea cammina si fa buio)

                                 Totò, si sta facendo buio. Meglio fermarci a dormire qui per questa sera.

Scena 3

(Stessa scena di prima, senza la casa di Dorotea. Da un lato c’è lo Spaventapasseri)

(Dorotea, Totò, Spaventapasseri)

Spaventapasseri:    Buongiorno!

Dorotea:                  Ma chi è stato a parlare?

Spaventapasseri:    Buongiorno piccola fata!

Dorotea:                  Oohh! Ma tu parli!

Spaventapasseri:    Certamente, perché non dovrei? Buongiorno, Bella giornata eh? Come stai?

Dorotea:                  (Imbarazzata) Benissimo, grazie, e tu?

Spaventapasseri:    Non molto bene, dato che è noioso doversene stare appollaiato quassù, giorno e notte, a spaventare le cornacchie.

Dorotea:                  Non puoi calarti giù?

Spaventapasseri:    No, per via di questo brutto palo, me lo hanno conficcato nella schiena, e mi fa un male che non ti dico. Se vorrai essere così gentile da toglierlo, te ne sarei davvero grato.

Dorotea:                  Aspetta, adesso provo. Oohh issa! Fatto!

Spaventapasseri:    Tante grazie! Mi sento proprio bene  (Fa esercizi di ginnastica) Chi sei? E dove vai? (Continua a fare esercizi) Op! Op!

Dorotea:                  Io mi chiamo Dorotea e vado alla città di Smeraldi a chiedere al grande Oz che mi faccia ritornare nel Kansas.

Spaventapasseri:    Dove si trova la città di Smeraldi? E chi è Oz?

Dorotea:                  Come, non lo sai?

Spaventapasseri:    No davvero, non so nulla, capirai, sono imbottito do paglia e non ho un cervello.

Dorotea:                  Oh! Mi dispiace tanto per te!

Spaventapasseri:    Credi che, se venissi alla città di Smeraldi, il grande Oz mi darebbe un po’ di cervello?

Dorotea:                  Non posso garantirtelo, ma se ti va puoi venire con me, anche se Oz non vorrà darti un cervelloq

, non starai mai peggio di quanto stai ora.

Spaventapasseri:    Questo è vero! Vedi, non me la prendo se ho gambe, braccia e corpo imbottiti di paglia, perché così non posso farmi male, però non voglio che la gente mi dia dello sciocco. Ora, se la mia testa contiene paglia, invece di un cervello, come la tua, come faccio a sapere ogni cosa?

Dorotea:                  Capisco come ti senti. Se vorrai accompagnarmi, chiederò al grande Oz di fare il possibile per te.

Spaventapasseri:    Grazie! Grazie infinite! Fammi prendere il tuo cestino. Non me ne accorgerò neppure, perché non posso stancarmi. Ora ti confiderò un segreto, c’è una sola cosa al mondo di cui ho terrore…..

Dorotea:                  E sarebbe? Forse il contadino che ti ha fabbricato?

Spaventapasseri:    No, un fiammifero acceso!

(ridono ed escono cantando)

Scena 4

(Un bosco. Da un lato c’è il Taglialegna con l’ascia incagliata in un tronco.)

(Dorotea, Totò, Spaventapasseri, Taglialegna, Leone).

Taglialegna:            Aiutooo! Aiiuuutooo! Aiuto! Accidenti ai miei terribili reumatismi ferrosi! Sono bloccato qui da un anno e non è mai passato nessuno! Aiutooo!

Dorotea:                  Eri tu che ti lamentavi?

Taglialegna:            Oh! Grazie al cielo, finalmente qualcuno mi ha sentito. Sì, ero io, per favore, aiutatemi!

Dorotea:                  Cosa possiamo fare per te?

Taglialegna:            Le mie articolazioni. Sono arrugginite così in malo modo che non riesco più a muovermi. Se verrò ben oliato sarò presto in forma di nuovo.

Spaventapasseri:    Ci vorrebbe un oliatore.

Taglialegna:            Troverai un oliatore dietro quell’albero. Mi è caduto prima di rimanere bloccato qui, poi ha cominciato a piovere, io mi sono bagnato e la ruggine mi ha bloccato a questo tronco fin’ora.

(Rientra lo Spaventapasseri con l’oliatore)

Dorotea:                  Dove sono le articolazioni?

Taglialegna:            Lubrificami prima il collo. Ecco, così va meglio. Adesso lubrifica le braccia. Ah! Che gran conforto! Da quando mi sono arrugginito ho dovuto continuare a tenere questo strumento sollevato in aria, finalmente posso metterlo giù. Ora, se potete dare una lubrificata alle gambe sarò come nuovo. Ahh! Grazie! Grazie! Mi avete salvato la vita. Ma come mai siete capitati da queste parti?

Spaventapasseri:    Siamo in cammino verso la città di Smeraldi, per far visita al grande Oz.

Taglialegna:            E perché volete vedere Oz?

Dorotea:                  Io voglio che mi rimandi nel Kansas e lo Spaventapasseri vuole che gli metta un cervello in testa.

Taglialegna:            (Pensieroso) Credi che Oz potrebbe darmi un cuore?

Dorotea:                  Certo! Gli riuscirebbe tanto facile quanto dare un cervello allo Spaventapasseri.

Taglialegna:            Benone! Allora, se mi permettete di unirmi a voi, verrò anch’io alla città di Smeraldi a chiedere al grande Oz di aiutarmi.

Spaventapasseri:    Vieni pure amico.

(Si incamminano)

                                 Devi sapere che io ho la testa imbottita di paglia, ecco perché mi reco da Oz, per pregarlo di darmi un cervello.

Taglialegna:            Però dopo tutto un cervello non è la cosa più importante del mondo.

Spaventapasseri:    Tu ce l’hai?

Taglialegna:            No, ho la testa completamente vuota; comunque, ti assicuro che preferirei di gran lunga possedere un cuore. Senza un cuore non ci si può innamorare, e a me piace così tanto sentirmi innamorato!

Spaventapasseri:    No, no, io chiederò un cervello. Infatti uno sciocco non saprebbe che farsene del cuore, anche se ne avesse uno!

Taglialegna:            No, io cercherò di avere un cuore, perché un cervello non basta a farti felice, e la felicità è la miglior cosa del mondo.

Spaventapasseri:    Meglio un cervello!

Taglialegna:            Un cuore!!

Spaventapasseri:    Un cervello!!!

Taglialegna:            Un cuore!!!!!

Leone:                     RRROARRRRRR!!!!!!!

(Spaventapasseri e Taglialegna fuggono terrorizzati; faranno capolino più tardi. Dorotea cade a terra, Totò cerca di difenderla e si para davanti al Leone, che ruggisce sempre più forte)

Dorotea:                  Non azzardarti a mordere il mio cagnolino! Dovresti vergognarti, grande e grosso come sei!

Leone:                     (Impaurito) Ma io non l’ho morsicato!

Dorotea:                  No, ma hai tentato. Non sei altro che un gran codardo!

Leone:                     (Piangendo) Lo so, lo so. L’ho sempre saputo….. ma che ci posso fare?

Dorotea:                  Che cosa vuoi che ne sappia io! Se penso che hai osato far del male al mio Totò!

Leone:                     No! No! Ti prego, non farmi del male.

Dorotea:                  Ma come mai sei un vigliacco?

Leone:                     E’ un mistero. Suppongo che sia un fatto congenito. Ogni volta che incontro un uomo ho paura.

Dorotea:                  Ma non è giusto. Il re degli animali non dovrebbe essere un vigliacco.

Leone:                     Lo so, è questo che mi amareggia la vita. Ogni volta che si presenta un pericolo il mio cuore comincia a battere forte.

Taglialegna:            Forse sarai malato di cuore!

Leone:                     Può darsi.

Taglialegna:            Se così fosse dovresti essere contento, perché ciò proverebbe che hai un cuore. Io non lo posseggo, e così non posso nemmeno avere le malattie di cuore.

Leone:                     Forse, se non avessi il cuore, non sarei un vigliacco.

Spaventapasseri:    e hai il cervello?

Leone:                     Credo di sì, ma non ci ho mai guardato dentro.

Spaventapasseri:    Io sto andando dal grande Oz per chiedergli un cervello, perché la mia testa è solo imbottita di paglia. A me manca tanto un cervello!

Taglialegna:            E a me un cuore!

Leone:                     E a me il coraggio!

Dorotea:                  E a me…..

Spav. E Taglial.:     Il Kansas (ridono)

Tutti:                       Piacere. Felici della conoscenza!

Leone:                     Allora, se non avete nulla in contrario, verrò con voi da Oz, perché la vita mi sembra insopportabile senza un po’ di coraggio.

Dorotea:                  Sarai il benvenuto tra noi, e poi ci aiuterai a tener lontane le altre belve. Andiamo, in viaggio amici!

(Escono cantando. Musica. Sipario)

Scena 5

(un campo di papaveri da un lato, un cespuglio dall’altro)

(Dorotea, Spaventapasseri, Taglialegna, Leone, Regina dei Topi, Topi)

Dorotea:                  Oh! Finalmente siamo usciti da quella foresta. Che bello rivedere il sole! E che belli quei fiori, che profumo! Ehi, venite a vedere. Sono splendidi, vero?

Spaventapasseri:    Lo suppongo. Quando avrò un cervello è molto probabile che mi piaceranno ancora di più.

Taglialegna:            Avessi almeno un cuore che mi permettesse di amarli.

Leone:                     Mi sono sempre piaciuti i fiori, ma nella foresta non ne ho mai visti con colori tanto vivaci.

Dorotea:                  Che strano, mi sta venendo sonno. (Sbadiglia. Esce e si addormenta fuori scena)

Taglialegna:            Guarda, si è addormentata.

Leone:                     Strano, ho sonno anch’io.

Spaventapasseri:    Molto strano…… Mmmmmmmm…… Ci sono! Questi sono fiori velenosi, ti fanno addormentare e non puoi più svegliarti.

Leone:                     Allora dobbiamo salvare Dorotea (Sbadiglia) Vado io!

Spaventapasseri:    No, Lascia andare noi, a noi non possono fare nulla, noi non dormiamo.

Taglialegna:            E’ vero

Leone:                     No, vado io, con i miei lunghi balzi farò in un attimo. (Si getta tra i fiori)

Taglialegna:            Aspetta! Speriamo che ce la faccia. Testone di un Leone. Ora si addormenterà anche lui. Ecco, si è addormentato.

Spaventapasseri:    Presto, tiriamo fuori Dorotea e cerchiamo di salvarla.

(Salvano Dorotea e la appoggiano dall’altra parte, sempre addormentata)

Taglialegna:            Povero Leone, (Piangendo) non possiamo far nulla per aiutarlo, è troppo pesante per sollevarlo. Dobbiamo lasciarlo qui a dormire in eterno. Forse sognerà di aver trovato finalmente il coraggio.

Spaventapasseri:    Mi dispiace tanto. Il Leone era davvero un buon compagno, pur codardo com’era.

(Si sentono delle invocazioni di aiuto e dei ruggiti)

Regina dei Topi:     Aiuto! Aiuto! Un gattopardo mi vuole mangiare. Aiuto!

Taglialegna:            C’è qualcuno in difficoltà, bisogna fare qualcosa, non è giusto che il gattopardo voglia uccidere una così graziosa e inoffensiva bestiolina.

Regina dei Topi:     Aiuto! Aiuto!

Taglialegna:            A noi due vigliacco!

(Lotta a colpi d’ascia col gattopardo, che non appare in scena, finchè non lo mette in fuga)

                                 Ecco fatto! Ha avuto quel che si meritava!

Regina dei Topi:     Oh! Grazie mille per avermi salvato la vita.

Taglialegna:            Non ne parliamo, ti prego. Devi sapere che, siccome non ho un cuore, mi offro di aiutare tutti quelli che possono aver bisogno di un amico, anche se si tratta solo di un topolino.

Regina dei Topi:     (Indignata) Solo un topolino! Ma io sono una regina, la Regina dei Topi di campo!

Spaventapasseri:    Oh, Oh! Tante scuse maestà. (Si inchina)

Regina dei Topi:     Perciò hai compiuto non solo un atto di coraggio, ma un atto importantissimo per tutto il popolo dei Topi di campo, salvandomi la vita.

Topi:                        Oh! Maestà! Pensavamo che sareste stata uccisa! Come avete fatto a sfuggire alle grinfie del grande gattopardo?

Regina dei Topi:     Questo buffo ometto di latta ha messo in fuga il gattopardo e mi ha salvato la vita. Pertanto, d’ora in avanti, voglio che tutti voi siate suoi servi e ubbidiate ad ogni suo più piccolo desiderio.

Topi:                        Lo faremo! C’è qualcosa che possiamo fare per te?

Taglialegna:            Nulla, che io sappia.

Spaventapasseri:    Ma certo! Potete salvare il nostro amico, il leone pauroso, che è rimasto addormentato nel campo di papaveri.

Regina dei Topi:     Un leone? Ma ci mangerà tutti!

Spaventapasseri:    Oh, no, si tratta di un leone pauroso, ma non perché fa paura, ma perché ha veramente paura di tutto, insomma, è un fifone.

Regina dei Topi:     Davvero?

Spaventapasseri:    Lo dice lui stesso, e comunque non farebbe del male a chiunque sia nostro amico.

Regina dei Topi:     Benissimo, ci fidiamo di te. Che cosa dobbiamo fare?

Spaventapasseri:    Sono molti i topi che ti chiamano regina e ti obbediscono?

Regina dei Topi:     Certo! Migliaia.

Spaventapasseri:    Allora radunali tutti e fai portare ad ognuno un pezzo di spago.

Regina dei Topi:     (Ai Topi) Chiamate tutti a raccolta!

(I Topi partono e dopo poco arrivano moltissimi topolini da tutte le parti)

Spaventapasseri:    Bene! Ora io e il mio amico andremo a legare lo spago al Leone e voi tirerete da fuori del campo, così non vi addormenterete. Pronti? Via! Oh issa!

(Tirano il Leone al centro della scena)

Taglialegna:            Evviva! Ce l’abbiamo fatta! Il nostro amico è salvo! Grazie amici, grazie.

Topi:                        Non c’è di che. Prego. Dovere. Ciao. Arrivederci…… Topi di pianura avanti! Topi di campagna avanti! Topi di fogna avanti!

Taglialegna:            Grazie dolcissima regina. Ti sarò grato per sempre per aver salvato il mio amico.

Regina dei Topi:     Sono io che ti sono grata. Se un giorno avrete nuovamente bisogno di noi, venite in mezzo alla prateria e chiamate. Vi sentiremo e accorreremo in vostro aiuto. Addio, mio eroe. (Lo bacia)

(Il Taglialegna rimane ammutolito, trasognato)

Taglialegna:            Arri….. Arri….. Arrivederci!

Spaventapasseri:    addio!

Leone:                     (Svegliandosi) Ecco, ci sono, ce l’ho quasi fatta….. Ancora pochi passi e….. Che succede? Dove sono? ….. Ora ricordo, ho corso più in fretta che ho potuto, ma il profumo di quei fiori era troppo forte per me. Come avete fatto a tirarmi fuori?

Spaventapasseri:    Devi ringraziare i nostri amici topi, ma è una storia lunga, te la racconteremo strada facendo. Adesso andiamo a vedere se si è svegliata Dorotea!

Dorotea:                  (Sbadigliando) Eccomi! Che strani sogni ho fatto, ma quanto ho dormito? Mah, non importa, mi racconterete voi più tardi. Ora dobbiamo ripartire o non arriveremo mai da Oz. Avanti, in marcia poltroni!

Spaventapasseri:    Ma guardala, sembra che non le sia successo niente.

Taglialegna:            (Ancora sognante) Addio regina! Non ti dimenticherò mai!

Spaventapasseri:    Ehi amico! Sveglia, non ti ci mettere anche tu ora. Che compagnia di suonati! Però non la scambierei con nessun’altra. Vi voglio bene amici!

(Escono cantando)

Scena 6

(Un fondalone bianco sul davanti. Dietro si vede in trasparenza la città di Smeraldi. Luce verdastra)

(Dorotea, Totò, Leone, Taglialegna, Spaventapasseri, Guardiano)

Dorotea:                  Guardate, tutto assume una luce verde, siamo senz’altro vicinissimi alla città di Smeraldi.

Leone:                     Eccola laggiù!

Taglialegna:            Sono tutto emozionato, se avessi un cuore mi batterebbe forte forte.

Spaventapasseri:    Ehi, abbiamo visite

Guardiano:             Chi siete? Dove state andando?

Dorotea:                  Sono Dorotea, e questi sono i miei amici. Stiamo andando alla città di Smeraldi, dal grande Oz.

Guardiano:             Davvero? E siete sicuri che Oz vorrà ricevervi?

Dorotea:                  Perché no?

Guardiano:             Perché non ammette nessuno alla sua presenza.

Spaventapasseri:    Non esce mai dunque?

Guardiano:             Mai, siede un giorno dopo l’altro nella grande sala del trono del suo palazzo e nemmeno quelli che lo servono lo possono vedere in volto.

Dorotea:                  Che aspetto ha?

Guardiano:             E’ difficile dirlo. Oz è un grande mago e può assumere tutte le forme che desidera. Chi sia il vero Oz, quando mantiene il suo aspetto reale, nessuno può dirlo.

Dorotea:                  Ciò è molto strano. Ma noi dobbiamo tentare di vederlo in un modo o nell’altro; altrimenti avremo fatto questo lungo viaggio inutilmente.

Guardiano:             E perché desiderate vedere il terribile Oz?

Spaventapasseri:    Desidero che mi dia un cervello.

Guardiano:             Oz potrebbe farlo facilmente, ha molto più cervello di quanto gli occorra.

Taglialegna:            E io vorrei che mi desse un cuore.

Guardiano:             Neanche questo lo disturberebbe. Oz ha una vasta collezione di cuori, di ogni forma e misura.

Leone:                     Io desidero che mi doni il coraggio.

Guardiano:             Oz ha un grande vaso pieno di coraggio nella sala del trono.

Dorotea:                  Quanto a me, desidero che mi rimandi nel Kansas.

Guardiano:             E dove si trova il Kansas?

Dorotea:                  Non so. E’ la mia casa e sono sicura che si trovi da qualche parte.

Guardiano:             Molto probabilmente. Certo, Oz può fare tutto e perciò ritengo che troverà per te il Kansas. I vostri sono dei validi motivi, quindi ho il dovere di condurvi a palazzo. Alt! Prima però dovete mettervi gli occhiali. Ne ho un baule di tutte le misure, andate a cercarvene un paio che vi vadano bene.

(Spaventapasseri e Leone vanno a mettere gli occhiali e poi tornano, dopodichè vanno Dorotea, Totò e il Taglialegna)

Dorotea:                  Perché dobbiamo metterli?

Guardiano:             Perché se non portate gli occhiali lo splendore della città di Smeraldi vi accecherebbe.

Leone:                     Ma li portano tutti?

Guardiano:             Tutti. Gli occhiali sono muniti di serratura perché così ordinò Oz quando la città fu costruita. Ed io solo ho le chiavi per aprirli.

Dorotea:                  Eccoci pronti

Guardiano:             Bene. Andate, e ricordatevi di entrare nella sala del trono uno alla volta; Oz non ama la confusione. Buona fortuna!

Tutti:                       Ciao e grazie.

(escono)

Scena 7

(Sala del trono di Oz. Sullo sfondo c’è uno specchio da cui appariranno le varie facce di Oz. La scena inizia con Oz che canta la sua canzoncina)

(Dorotea, Testa ad uovo di Oz, Spaventapasseri, Faccia di donna di Oz, Taglialegna, Faccia da mostro di Oz, Leone, faccia lucente di Oz)

Dorotea:                  E’ permesso?

Oz:                           Sono Oz. Il grande e terribile Oz! Chi sei tu? E perché mi cerchi?

Dorotea:                  Sono la dolce Dorotea e sono venuta in cerca di aiuto.

Oz:                           Dolce per modo di dire, non hai forse ucciso la strega cattiva dell’Est?

Dorotea:                  E’ stata una pura combinazione, e tu, se sei un mago, dovresti saperlo meglio di me. Ti prego grande mago, fammi tornare nel Kansas.

Oz:                           Devi prima meritartelo. Ti manderò nel Kansas ad un patto: prima devi uccidere la strega malvagia dell’Ovest.

Dorotea:                  Uccidere un’altra strega? Ma per chi mi hai presa? Non ho mai ucciso nemmeno una zanzara, io. Ci mancherebbe altro che andassi ad uccidere streghe qua e là. Non è certo una cosa da raccomandarsi ad una bambina ben educata!

Oz:                           Ora va, e non chiedermi nulla se prima non hai assolto il tuo compito.

(Dorotea esce. Entra lo Spaventapasseri. Oz parla ora con voce femminile. Dallo specchio si vede una faccia di donna)

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile Oz. Chi sei, e perché mi hai cercato?

Spaventapasseri:    Sono solo uno Spaventapasseri imbottito di paglia. Perciò non ho un cervello e vengo a pregarti di mettermene uno in testa al posto della paglia.

Oz:                           E perché dovrei accontentarti?

Spaventapasseri:    Perché sei saggia e potente e nessun altro potrebbe venirmi in aiuto.

Oz:                           Non concedo favori a nessuno senza essere contraccambiata. Perciò, solo se ucciderai per mio conto la strega malvagia dell’Ovest, io ti concederò un cervello.

Spaventapasseri:    Ma, non so se ne sarò capace.

Oz:                           Ora va, questi sono i patti! Avanti il prossimo.

(Esce lo Spaventapasseri, entra il Taglialegna. Oz ora ha la faccia e la voce di una belva feroce)

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile. Perché mi cerchi?

Taglialegna:            Sono un Taglialegna fatto di latta. Non posseggo un cuore e non mi è possibile amare. Ti supplico di darmi un cuore.

Oz:                           E perché dovrei farlo?

Taglialegna:            Perché te lo chiedo, e solo tu puoi esaudire il mio desiderio.

Oz:                           Se desideri un cuore devi guadagnartelo!

Taglialegna:            Come?

Oz:                           Aiutando Dorotea ad uccidere la strega dell’Ovest. Quando sarà morta ritorna, ed io ti concederò il più tenero e il più gran cuore di tutto il Paese di Oz. Avanti un altro!

(Esce il Taglialegna ed entra il Leone. Oz ora parla con voce calda e suadente. Ha l’aspetto di una sfera iridescente.)

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile. Chi sei e perché mi cerchi?

Leone:                     Sono il Leone pauroso, che si spaventa di tutto e tutti. Sono venuto da te per chiedermi di darti il coraggio.

Oz:                           Perché dovrei darti il coraggio?

Leone:                     Perché sei il più grande di tutti i maghi e solo tu hai il potere di esaudirmi.

Oz:                           Portami la prova che la strega malvagia dell’Ovest è morta ed in quello stesso istante ti darò il coraggio. Ma finchè la strega vivrà tu sarai condannato a rimanere un pauroso.

Leone:                     Non ce la farò mai. Povero me!

Oz:                           Ora basta. Per oggi non voglio vedere più nessuno! Vattene! Tu ed i tuoi compagni tornate solo quando avrete fatto ciò che vi ho detto!

(Il Leone esce. Oz canta la sua canzoncina)

Scena 8

(Fondalone bianco. Luce verde. Siamo fuori della città di Smeraldi)

(Spaventapasseri, Taglialegna, Leone, Dorotea, Totò)

Spaventapasseri:    Il mago di Oz è davvero una bella signora.

Taglialegna:            Macchè! Il mago di Oz è una bestiaccia terribile!

Leone:                     Il mago di Oz è una sfera di cristallo iridescente!

Dorotea:                  Ma se è soltanto un uovo di gelatina!

Spaventapasseri:    Credo che il mago assuma mille forme differenti. E’ o non è un mago? Rimane il fatto, però, che ci ha chiesto a tutti la stessa cosa.

Tutti:                       Uccidere la strega malvagia dell’Ovest!

Dorotea:                  Cosa faremo ora?

Leone:                     Una sola cosa: cercare la strega malvagia e ucciderla.

Dorotea:                  Supponiamo di non riuscirci.

Leone:                     Allora io non avrò il coraggio!

Spaventapasseri:    E io non avrò il cervello!

Taglialegna:            E io non avrò un cuore!

Dorotea:                  Ed il non rivedrò mai più lo zio Enrico e la zia Emma… Ritengo che dovremmo tentare… Ma sono sicura di non poter uccidere nessuno, fosse anche per poter rivedere la zia Emma.

Leone:                     Verrò con te, ma certo sono troppo vigliacco per poter uccidere una strega.

Spaventapasseri:    Anch’io ti accompagnerò, ma sono così sciocco che ti sarò di ben poco aiuto.

Taglialegna:            Non ho cuore per ammazzare nemmeno una strega. Ma, se voi andate, certamente vengo anch’io.

Dorotea:                  Bene! Sono felice che siamo ancora tutti uniti. Rimettiamoci in marcia.

(Partono cantando) (SIPARIO)

Fine prima parte


SECONDA PARTE

Scena 1

(Sipario chiuso)

(Strega dell’Ovest, Dorotea, Taglialegna, Spaventapasseri, Leone, Totò, Scimmie invisibili)

Strega Ovest:          Aahhh! Scorgo degli intrusi che si avvicinano al mio regno. Maledizione! Accidenti a voi, piccoli mostriciattoli schifosi! Lo so perché mi cercate, ma io vi ridurrò in polpettine prima che possiate arrivare alla mia casa! Puah! Un uomo di paglia, uno di latta, un leone spelacchiato e una bambina, non sono buoni neanche per lavorare, inutile farli prigionieri, li farò ridurre in brandelli dalle mie cornacchie selvatiche! Avanti cornacchie! Volate subito addosso a quegli stranieri, beccategli gli occhi, fateli a pezzi!!

(si apre il sipario. Siamo in un prato)

Dorotea:                  Ehi! Sembrava una così bella giornata e invece ora si sta rannuvolando.

Taglialegna:            Ahi ahi, gente! Quelle non sono nuvole di pioggia, ma un immenso branco di cornacchie, e sembra proprio che ce l’abbiano con noi!

Spaventapasseri:    Chi meglio di me può spaventare le cornacchie? A me ora! Questa è la mia battaglia. Sdraiatevi accanto a me e vedrete che non vi faranno alcun male.

Leone:                     Si avvicinano!

Spaventapasseri:    Sciò! Sciò! Speriamo bene, con i passeri funziona, in fondo queste sono solo un po’ più grosse. Sciò! Sciò! Via!

Taglialegna:            Guarda! Rallentano. Si stanno sparpagliando!

Dorotea:                  Eccole che fuggono!

Spaventapasseri:    Sciò! Sciò!

Leone:                     Bravo! Ce l’hai fatta! Ce l’hai fatta!

(sipario chiuso)

Strega Ovest:          Maledizione! Maledizione! Maledizionissima! Me l’hanno fatta un’altra volta! Quando torneranno quelle stupide cornacchie le farò allo spiedo una ad una. Comunque non sono ancora sconfitta! Mi rimane l’ultima arma, la più terribile: le scimmie verdi invisibili. Anche se di loro si vede solo la coda sono potentissime e spietate. Ora le chiamerò di nuovo e per i miei nemici sarà davvero finita… Dunque, com’era la formula? Ah, sì! Ep-pe, Pe-pe, Kak-ke!… Hil-lo, Hol-lo, Hel-lo!… Ziz-zi, Zuz-zi, Zik!!

Scimmia:                 Ci hai chiamato? Cosa comandi?

Strega Ovest:          Andate contro quegli stranieri che hanno invaso la mia terra e distruggeteli tutti tranne il Leone. Portatemi quella bestia, intendo bardarlo come un cavallo e farlo lavorare!

Scimmia:                 I tuoi ordini saranno eseguiti! (Esce)

Scena 2

(Scenario prato) (I vari personaggi traversano la scena canticchiando e le scimmie, delle quali si vede soltanto la coda, li assalgono ad uno ad uno. Taglialegna e Spaventapasseri vengono malmenati e rimangono tramortiti in scena. Il Leone viene portato via).

(Dorotea, Scimmie invisibili, Taglialegna, Spaventapasseri, Leone)

Dorotea:                  Aaahhh! No, vi prego, non fatemi del male!

Scimmia:                 Ma… Un momento! Questa bambina ha il segno del bacio della strega buona del Nord! Non possiamo farle del male, perché è protetta da un grande potere. Tutto quello che possiamo fare è portarla al castello della strega malvagia dell’Ovest e consegnargliela. Poi se la sbrigherà lei. (Catturano Dorotea e la portano via)

Scena 3

(Scenario palazzo della strega)

(Strega dell’Ovest, Scimmia invisibile, Leone, Dorotea, Totò, Giallone 1, Giallone 2, Taglialegna, Spaventapasseri))

Strega Ovest:          Allora, avete compiuto la vostra missione?

Scimmia:                 Ti abbiamo obbedito in tutto quello che ci è stato possibile. Il Taglialegna di latta e lo Spaventapasseri sono distrutti, il Leone è legato nel cortile, ma noi non osiamo fare del male alla ragazzina, con lei sbrigatela tu! Adesso il tuo potere su di noi è finito. Non ci vedrai mai più. (Esce)

Strega Ovest:          Aahhh! Finalmente! Piccola mostriciattola di una bambina, sei in mio potere ora! Ascolta bene quello che ti dirò, perché altrimenti farai la fine del Taglialegna e dello Spaventapasseri. Questo palazzo ha molte stanze ed una cucina grandissima, tu pulirai tegami e pentole, spazzerai i pavimenti e terrai acceso il fuoco; e vedi di lavorare sodo, se non vuoi essere uccisa! Avanti, mettiti al lavoro!

(Dorotea esce piangendo)

Strega Ovest:          (Tra sé) Ho visto che quella bambina ha nel cestino le scarpe d’argento della strega dell’Est, questo le dà un immenso potere, per fortuna lei non lo sa; devo cercare al più presto di rubargli quelle scarpette…… Adesso veniamo al nostro Leone. Allora, cucciolone, come stai così legato?

Leone:                     Vecchia strega! Se ti acchiappo! Non provare a fare del male alla bambina o te ne pentirai amaramente!!

Strega Ovest:          Calmo! Calmo, gattone! Ora ti barderò come un cavallo e ti farò tirare la mia carrozza!

Leone:                     Prova ad avvicinarti e ti faccio vedere io!

Strega Ovest:          Fossi scema! Se non riuscirò a domarti, allora ti lascerò morire di fame. Ricordatelo, non riceverai cibo finché non ti deciderai a fare quello che voglio io! Vedremo se cambierai idea!

Leone:                     Poveri noi! E’ proprio finita! Io sono qui legato ed i miei amici sono stati fatti a pezzi da quelle scimmie. Oh! Dorotea, povera piccola, costretta a fare la schiava a quella strega. Ah! Se potessi aiutarti!

Dorotea:                  Non disperare amico, intanto siamo vivi, ed è già qualcosa, pensa ai nostri poveri amici. Tieni, ti ho portato qualcosa da mangiare. Speriamo che non ci veda la strega.

Leone:                     Grazie, ne avevo proprio bisogno.

Dorotea:                  Dobbiamo cercare un modo per fuggire! Fortuna che almeno noi siamo ancora insieme. Vieni qui, Totò. Teniamo compagnia al nostro Leone.

Leone:                     Poveri piccoli amici, quante ne avete passate! Venite qui, appoggiatevi a me e fatevi un pisolino sulla mia criniera, o vi cullerò e vi proteggerò; finchè sarete vicini a me, nessuno potrà farvi del male. Oggi è stata proprio una brutta giornata, un sonnellino farà bene anche a me. (Si addormenta).

(Entra la strega, che cerca di rubare le scarpette d’argento)

Strega Ovest:          Ssssst! Dormono, è il momento buono per rubare le scarpette d’argento…. Ce l’ho fatta! Ora avrò un potere immenso, nessuno potrà fermarmi!

Dorotea:                  Che succede? Oh, la mia scarpetta! Ridammela subito!

Strega Ovest:          No davvero! Adesso è mia, non tua!

Dorotea:                  Sei una creatura malvagia! Non hai il diritto di rubarmi la scarpetta.

Strega Ovest:          La terrò lo stesso, e un giorno o l’altro mi impadronirò anche dell’altra!

Dorotea:                  Ah sì eh? Allora beccati questo! (Le tira addosso un secchio d’acqua)

Strega Ovest:          Aaaaaahhh!!!! Guarda cosa hai fatto ragazzina! Ancora pochi istanti e sarò completamente liquefatta!!

Dorotea:                  Sono davvero dolente

Strega Ovest:          Non sapevi che solo gettandomi dell’acqua addosso è possibile uccidermi?

Dorotea:                  No, di certo, come avrei potuto saperlo?

Strega Ovest:          Tra poco mi sarò sciolta completamente e il castello diventerà tuo. Ma guarda se proprio un ragazzina come te doveva porre fine alle mie malefatte! Aaaahhhh!! Aaaaahhhh!!!!! (Svanisce).

Leone:                     Ma… Ma… Si è sciolta davvero! E’ morta! Abbiamo… Oh, scusa, hai ucciso la strega malvagia dell’Ovest. Siamo liberi! Siamo liberi! Ora Oz ci darà il premio che aspettavamo!

Dorotea:                  Non volevo certo ucciderla, ma ormai è fatta, e questa volta non mi dispiace poi tanto. Ora vengo a liberarti.

Leone:                     Se lo Spaventapasseri e il Taglialegna fossero con noi mi sentirei davvero felice.

Dorotea:                  Non credi che potremmo salvarli?

Leone:                     Ormai ci sarà ben poco da fare. Le scimmie invisibili li hanno ridotti proprio male. Il Taglialegna era tutto rotto, e allo Spaventapasseri avevano tolto tutta la paglia.

(Entrano due Gialloni)

Gialloni:                  Evviva! Finalmente siamo liberi. La strega malvagia dell’Ovest è morta!

Dorotea:                  E questi chi sono?

Giallone 1:               Siamo i Gialloni, e uccidendo la strega ci hai liberati. Siamo di nuovo un popolo libero. Te ne saremo sempre grati, c’è qualcosa che possiamo fare per te?

Dorotea:                  Una sola cosa. Potete cercare di recuperare i rottami dei nostri amici, vorrei rivederli un’ultima volta.

Giallone 1:               Sarà fatto! Ehi, ragazzi! Portate su ciò che rimane dell’omino di latta e dello Spaventapasseri.

Dorotea:                  Un momento! C’è qualche fabbro tra voi?

Giallone 1:               Certamente!

Dorotea:                  E qualche impagliatore?

Giallone 1:               Ce ne sono di bravissimi.

Dorotea:                  Allora fateli venire. Vediamo se riescono a riparare i nostri amici.

Giallone 2:               Ecco il Taglialegna! Io sono il Giallone fabbro, ora vedrò quel che si può fare. Lo Spaventapasseri è di là col Giallone impagliatore.

(Il Giallone ripara il Taglialegna e lo rimette in piedi)

Giallone 2:               Ecco fatto! Proprio un bel lavoretto. Ora un po’ d’olio e siamo a posto.

Taglialegna:            Ah! Sono tornato come nuovo! Grazie Giallone! Amici! Che gioia rivedervi! (Li abbraccia).

Dorotea:                  Taglialegna! Quanto mi sei mancato!

Spaventapasseri:    Ehi! Amici! Ci sono anch’io, non vedete come mi hanno fatto bello? Sono quasi meglio di prima. Questi Gialloni sono proprio bravi.

Leone:                     Vecchio testa di paglia! Non sai quanto sono contento di vederti di nuovo in forma!

Dorotea:                  Bene amici, ora siamo di nuovo insieme. Dobbiamo ritornare da Oz e pretendere che mantenga le sue promesse.

Taglialegna:            Sicuro!

Dorotea:                  Propongo dunque di partire subito. Addio amici Gialloni, non potremo mai ringraziarvi abbastanza.

Gialloni:                  Siamo noi che dobbiamo ringraziarvi. Addio, non vi dimenticheremo mai!

(Partono tra i saluti dei Gialloni)

Scena 4

(Scenario bosco)

(Dorotea, Totò, Taglialegna, Leone, Spaventapasseri, Regina dei Topi, Topi)

Dorotea:                  Se continueremo ad avanzare, sono certa che arriveremo in qualche località abitata.

Spaventapasseri:    Ammettiamolo. E’ chiaro che ci siamo smarriti, e se non facciamo presto a ritrovare la strada giusta per la città di Smeraldi non avrò mai un cervello.

Taglialegna:            Né io un cuore. Stiamo viaggiando da un bel pezzo ed io non vedo l’ora di trovarmi davanti a Oz.

Leone:                     Amici! Non ho il coraggio di continuare a marciare in eterno, e senza niente da mangiare!

Dorotea:                  Uffa! Ma lo sapete che state diventando noiosi con questa tiritera del cuore, de cervello e del coraggio? Sentite, se chiamassimo in aiuto i Topi di campo? Ci avevano promesso di darci una mano, e forse loro potrebbero indicarci la via per la città di Smeraldi.

Spaventapasseri:    Certo che potranno! Come mai non ci abbiamo pensato prima?

Leone:                     Coraggio, allora! Chiamiamoli!

Tutti:                       Regina dei Topi!… Regina dei Topi di campo!..

Regina Topi:           Cosa posso fare per i miei gentili amici?

Dorotea:                  Ci siamo smarriti. Potresti indicarci dove si trova la città di Smeraldi?

Regina Topi:           Certamente, ma la città si trova molto lontana da qui, avete sempre camminato in direzione opposta. I miei topini vi indicheranno la strada. Voi partite, e in ogni punto troverete un gruppo di Topi che vi mostreranno la direzione da prendere. Buon viaggio adesso! Quando vi servirà aiuto, chiamatemi ancora. Arrivederci!

Tutti:                       Arrivederci Regina, e grazie ancora!

(Partono cantando e percorrono due o tre volte la scena, con i topini che indicano la strada)

Taglialegna:            Guardate! La città di Smeraldi! Forza amici, andiamo da Oz e chiediamogli di tener fede alle sue promesse!

Scena 5

(Scenario palazzo di Oz. Il Mago ha l’aspetto di un palloncino)

(Testa ad uovo di Oz, Dorotea, Totò, Spaventapasseri, Taglialegna, Leone, Oz)

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile. Perché mi cercate?

Dorotea:                  Siamo venuti a reclamare l’adempimento delle tue promesse, o grande Oz!

Oz:                           Quali promesse?

Dorotea:                  Mi promettesti di mandarmi a casa nel Kansas, se fossi riuscita a distruggere la Strega malvagia dell’Ovest!

Spaventapasseri:    A me promettesti un cervello!

Taglialegna:            A me un cuore!

Leone:                     A me il coraggio!

Dorotea:                  Uffaaaa! E basta!

Oz:                           E’ stata veramente annientata la strega malvagia?

Dorotea:                  E come! L’ho fatta sciogliere come un ghiacciolo.

Oz:                           Oh, povero me! Quanta fretta avete! Bene, tornate domani, così avro il tempo di pensarci sopra.

Taglialegna:            Hai già avuto tutto il tempo necessario

Spaventapasseri:    Non intendo attendere un giorno di più!

Dorotea:                  Devi mantenere le promesse fatte!

Leone:                     E… e… vedi di non farci arrabbiare! RRRoaarrr!!!

(Totò va a mordere il palloncino, che scoppia, e, dietro, appare Oz nelle sue vere sembianze: un vecchietto inoffensivo e indifeso)

Taglialegna:            E tu chi sei?

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile!… Ma se non mi fate male smetterò di essere tanto terribile!

Dorotea:                  Vuoi dire dunque che non sei un mago?

Oz:                           Sssst! Parla piano! Potrebbero sentirti e io sarei rovinato. La gente mi crede un mago.

Dorotea:                  E non lo sei?

Oz:                           Neanche per sogno, cara bambina, sono solo un comune mortale.

Spaventapasseri:    Sei qualcosa di più, sei un impostore!

Oz:                           Esattamente. Sono un imbroglione.

Taglialegna:            Ma è terribile, ora chi mi darà un cuore?

Leone:                     E a me il coraggio?

Spaventapasseri:    E il cervello, chi me lo darà?

Oz:                           Miei cari amici, vi prego, non parlate di simili inezie. Pensate a me, alla terribile posizione in cui mi trovo, ora che sono smascherato.

Dorotea:                  Ma, nella città di Smeraldi c’è qualcun altro che sappia la verità?

Oz:                           No, nessuno sa che sono un impostore. Ho saputo ingannare tutti così a lungo che pensavo fosse impossibile smascherarmi.

Dorotea:                  Però non capisco, come mai mi sei apparso sotto forma di una grande testa a uovo?

Oz:                           Quello era uno dei miei trucchi; venite con me, vi mostrerò come ho fatto. Vedete? Questo è uno specchio finto, da qui facevo uscire le varie facce e le muovevo da qua dietro.

Dorotea:                  Come facevi per la voce?

Oz:                           Sono un bravo imitatore.

Spaventapasseri:    Dovresti vergognarti, imbroglione!

Oz:                           Certo che mi vergogno! Ma era la sola cosa che potessi fare. E va bene, mettetevi buoni e zitti che vi racconterò la mia storia. Dunque… sono nato ad Omaha…

Dorotea:                  Omaha? Ma non è tanto distante dal Kansas!

Oz:                           No, ma è lontano da qui!… Divenuto grande diventai un imitatore. Però dopo qualche tempo mi stancai di quel mestiere e mi dedicai ai palloni.

Leone:                     Cosa vuol dire?

Oz:                           Che mi sollevavo per aria nei circhi equestri, a bordo di un pallone, una mongolfiera, per richiamare gli spettatori.

Leone:                     Ora capisco

Oz:                           Ebbene, un brutto giorno salii in aria col pallone, le corde che lo frenavano si spezzarono ed io fui portato in alto, tra le nuvole. Dopo aver volato per un giorno ed una notte, mi accorsi che il pallone si stava posando su un bellissimo e strano paese...

Taglialegna:            Questo dove ci troviamo ora?

Oz:                           Esatto! Mi ritrovai tra una folla di strana gente, che, vedendomi cadere dalle nuvole, mi credette un gran mago e mi giurò eterna fedeltà.

                                 Per prima cosa ordinai la costruzione di questa città e del mio palazzo. Pensai di chiamare la mia capitale città di Smeraldi, e, per giustificare il nome, ordinai a tutti di portare occhiali verdi, in modo che tutto ciò che vedevano fosse verde.

Dorotea:                  Ma qui non è forse tutto di questo colore?

Oz:                           Non più che in ogni altra città, però, siccome portate occhiali verdi, vi appare tutto verde.

Spaventapasseri:    Ma guarda che imbroglione! (Toglie gli occhiali) E vero! Non vedo più verde!

Oz:                           In ogni modo questa  è una gran bella città, ed io mi sono sempre comportato da buon re con i miei sudditi, e loro mi vogliono bene. Ma da quando questo palazzo è stato costruito, mi sono chiuso dentro e non ho visto più nessuno di loro. La mia paura più grossa era la presenza delle streghe nel paese.

                                 Quando siete venuti da me, ero disposto a tutto purché annientaste la strega dell’Ovest. Ora però che l’avete fato, mi vergogno di confessarvi che non sono in grado di mantenere le mie promesse.

Dorotea:                  Penso che tu sia molto cattivo!

Oz:                           Niente affatto, mia cara, sono un’ottima persona, ma devo ammettere di essere un pessimo mago.

Spaventapasseri:    Così non puoi darmi un cervello?

Oz:                           Ma non ne hai bisogno, perché stai imparando qualcosa ogni giorno.

Spaventapasseri:    Sarà anche vero, ma io mi sentirò sempre infelice, se non mi darai un cervello!

Oz:                           Sta bene. Non ho molto di un mago, ma se tornerai da me domani mattina ti darò questo cervello tanto desiderato. Però non potrò insegnarti ad usarlo, dovrai imparare da te.

Spaventapasseri:    Oh, grazie! Vedrai che saprò servirmene.

Leone:                     E del mio coraggio che ne sarà?

Oz:                           Sono sicuro che di coraggio ne hai moltissimo, quello che ti manca è la fiducia in te stesso.

Leone:                     Può darsi, ma ciò non toglie che io mi senta spaventatissimo lo stesso. Credimi, continuerò a sentirmi infelice finché non mi avrai dato quella forma di coraggio che mi farà dimenticare la paura.

Oz:                           Sarai accontentato, domattina infonderò in te quella forma di coraggio che desideri.

Taglialegna:            E il mio cuore allora?

Oz:                           Beh, quanto a questo ritengo che tu abbia torto nel voler possedere un cuore, rende infelice la maggior parte della gente.

Taglialegna:            Per me è soltanto questione di opinioni, sono disposto a sopportare senza lamentarmi questa infelicità, se vorrai darmi un cuore.

Oz:                           E va bene, vieni domattina e avrai il tuo cuore. Ho sostenuto per tanti anni la parte di mago, che posso continuare a farlo ancora per un poco.

Dorotea:                  Ma io come farò per ritornare nel Kansas?

Oz:                           Penseremo anche a questo, cara, concedimi solo due o tre giorni per trovare il modo di trasportarti al di là del deserto. Vi chiedo una sola cosa in cambio del mio aiuto, mantenete il segreto sulla mia identità, e non rivelate a nessuno che sono un imbroglione.

Tutti:                       Stai sicuro. Puoi contarci.

(Se ne vanno felici)

Oz:                           E adesso, mettiamoci al lavoro. Dunque, dunque…..

(Mentre Oz canticchia il sipario si chiude)

Scena 6

(Scenario palazzo di Oz)

(Oz, Spaventapasseri, Taglialegna)

Oz:                           Sono Oz, il grande e terribile… Forse è meglio smetterla con questa tiritera. D’ora in poi dirò solo avanti!

Spaventapasseri:    Sono io, lo Spaventapasseri, sono venuto per quel mio cervello

Oz:                           Ah, già. Accomodati. Scusa, ma adesso devi infilare la testa qua dietro, così potrò metterla in ordine per collocare il cervello nel punto giusto

Spaventapasseri:    Prontissimo! Anche se mi toglierai la testa sarò ben felice, purché tu possa rimettermene una migliore!

Oz:                           Bene! Ora iniziamo. Prima tolgo la paglia… Poi pulisco per benino, una spolveratina, un po’ di prezzemolo che non guasta mai… Ecco fatto! Ora inizio a mettere il cervello nuovo. Fermo, non muoverti!… Oplà! Il più è fatto. Ora qualche parola magica per accenderlo…..

                                               “Talamo ipotalamo…. Midollo e cervelletto…

                                               Talamo ipotalamo….  Che cervello che ti metto!

                                               Talamo ipotalamo… Materia cerebrale…

                                               che idee che penserà, sarà un tipo geniale!”

                                 Prova a dire qualcosa adesso!

Spaventapasseri:    Anghingò tre galline e tre cappò

                                 Che facevano l’amore

                                 Con la figlia del dottore

                                 Il dottore s’ammalò

                                 Ambarabà ciccì coccò!

Oz:                           Benissimo! Funziona come un orologio! Ora richiudiamo tutto… un po’ di mastice qua e là, qualche spillone per fissare il tutto e… Voilà, ecco fatto! Ora ti puoi alzare. Allora, come va?

Spaventapasseri:    Oh, come ragiono bene! Adesso sì che posso dire di avere un cervello acuto e brillante! E’ proprio una magia!

Oz:                           Ma che magia e magia! E’ stata una faticaccia terribile. Ma sono così felice di avere degli amici, che darò a ciascuno di voi quello che desidera.

Spaventapasseri:    Grazie! Grazie Oz! Mi hai reso veramente felice! D’ora in poi prometto che… ti penserò sempre!! Ora corro dai miei amici, saranno certo ansiosi di sapere come è andata. (Esce)

Oz:                           Avanti un altro!

Taglialegna:            Buongiorno, sono venuto a prendere il mio cuore

Oz:                           Sta bene! Sarò tuttavia costretto a farti un buco nel petto per poterti collocare il cuore nel punto esatto. Spero di non farti sentore troppo dolore.

Taglialegna:            Oh, no, non sento mai dolore io. E poi, per un cuore, sono pronto a tutto!

Oz:                           Allora cominciamo!

(Vanno dietro al trono e, improvvisando, si sentono le voci di Oz e del Taglialegna, fino a che l’operazione non è completata e i due tornano fuori)

Oz:                           Ecco fatto! Che bellezza, non ti pare?

Taglialegna:            Magnifico! Oh, che dolce battito! E’ una vera musica d’amore! Spero che sia anche un cuore dolce e gentile.

Oz:                           Un cuore d’oro! Mi dispiace di averti dovuto aprire il petto, ma non potevo farne a meno.

Taglialegna:            Un rattoppo non ha importanza, ti sarò grato in eterno e non dimenticherò mai la tua cortesia.

Oz:                           Non ne parliamo neppure. Ora vai, non far aspettare i tuoi amici.

Taglialegna:            Ciao, e grazie! Grazie… di cuore!

Scena 7

(Sipario chiuso)

(Leone, Taglialegna)

Leone:                     Allora, come è andata?

Taglialegna:            Benissimo, guarda, mi ha messo un cuore meraviglioso!

Leone:                     Ma… ma ti ha fatto male?

Taglialegna:            Solo un poco, quando mi ha aperto il torace

Leone:                     Mamma mia! E pensi che farà male anche a me?

Taglialegna:            Non so. Ma non vorrai mica tirarti indietro proprio adesso eh?

Leone:                     No. No di certo, però un po’ di paura ce l’ho. Accidenti alla mia vigliaccheria! E’ mai possibile che non abbia il coraggio di farmi dare il coraggio?

Taglialegna:            Forza, altrimenti rischi di cambiare idea

Leone:                     Vado, vado!

Taglialegna:            Auguri!

Leone:                     Grazie! …. Che dici vado?…. Sì, sì, vado!

Scena 8

(Scenario casa di Oz)

(Oz, Leone)

Oz:                           Avanti

Leone:                     So… sono venuto perché tu mi dia il coraggio

Oz:                           Eccomi a te, te lo procurerò subito. (Prende un bicchiere) Tieni, bevi!

Leone:                     Che… che roba è?

Oz:                           Beh, se fosse dentro di te sarebbe coraggio. Ti consiglio di berlo più presto possibile.

Leone:                     Ma… ma non sentirò dolore, vero?

Oz:                           Avanti, bevi, pappamolla!

Leone:                     (Beve) Ma ha lo stesso sapore dell’acqua!

Oz:                           Hai visto? Mica mi diverto a farti male. Sai? Ora bevi tutto di un fiato, o la pozione magica perderà il suo effetto!

Leone:                     Certo, certo! Uno, due… e tre… giù! (Beve)

Oz:                           E ora come ti senti?

Leone:                     Però, già mi sembra di essere pieno di coraggio! Aspetta, prova a farmi paura!

Oz:                           Buuuuhhhh!!!

Leone:                     Niente, vedi? Non ho avuto paura! Evviva, sono finalmente coraggioso! Mi sento… mi sento… un leone!

Oz:                           Ce ne voleva per capirlo eh? Ora vai dai tuoi amici e di’ a Dorotea che, purtroppo lei dovrà pazientare ancora un poco. Mi serve ancora un po’ di tempo per approntare la soluzione ai suoi problemi.

Leone:                     Bene. Ma non farla aspettare troppo, povera bambina! Si merita proprio di poter tornare nel Kansas. Ciao allora, e grazie, un milione di grazie!!! (Esce)

Oz:                           E’ stato facile rendere felici il Taglialegna, il Leone e lo Spaventapasseri, solo perché loro si immaginavano che io fossi capace di tutto. Così è bastato mettere alcuni spilli in testa allo Spaventapasseri, un finto cuore di pezza in petto al Taglialegna e dare un bicchiere d’acqua al Leone, perché essi si convincessero di aver ricevuto quello che in realtà possedevano già da soli senza saperlo. Ma mi ci vorrà una maggior dose di fantasia per riportare Dorotea nel Kansas, non so proprio come fare, Dunque… vediamo…. Mmmmm….

(Mentre Oz passeggia pensoso il sipario si chiude)

Scena 9

(Scenario prato)

(Spaventapasseri, Dorotea, Oz, Taglialegna, Leone, Totò, Guardiano)

Spaventapasseri:    Chissà cosa starà facendo Oz? Sono due giorni che se ne sta chiuso nel suo palazzo a lavorare, da fuori si sentono i rumori.

Dorotea:                  So solo che si è fatto portare una cesta e una gran quantità di seta, cosa vorrà farci?

Oz:                           Miei cari, credo do aver trovato il modo per far uscire Dorotea da questo paese!

Dorotea:                  Tornerò nel Kansas?

Oz:                           Beh, proprio nel Kansas non saprei, però la prima cosa da fare è superare il deserto, dopo di che non sarà difficile trovare la strada di casa. Credo che la via aerea sia la migliore. Ci ho pensato molto e alla fine ho deciso che la migliore soluzione era costruire un pallone.

Dorotea:                  Come?

Oz:                           Un pallone! E’ fatto di seta, rivestita di colla per impedire all’aria calda di uscire. Dovremo, però, stare molto attenti, perché, se l’aria calda si dovesse raffreddare, il pallone cadrebbe nel deserto e noi saremmo perduti.

Dorotea:                  Noi? Ma, allora, verrai anche tu con me?

Oz:                           Sì, naturalmente. Sono stanco di essere n imbroglione. Molto meglio tornare nel Kansas con te e lavorare in un circo equestre.

Dorotea:                  Oh, sarò orgogliosa di avere la tua compagnia!

Oz:                           Molto gentile mia cara. Ora, se vuoi aiutarmi, porteremo qui il nostro pallone

(Portano in scena il pallone)

                                 Ora siamo pronti a partire. Ho detto ai miei sudditi che vado a fare una visita e che, mentre sarò via, tu, Spaventapasseri, governerai su di loro. Sii per loro un buon re.

                                 Allora, avanti Dorotea, vieni che partiamo!… Accidenti!… Si è sciolto l’ormeggio…. Presto Dorotea, sali, il pallone sta per innalzarsi!

Dorotea:                  Un momento! Non riesco a trovare Totò. Non posso lasciarlo a terra! Totò! Totò!

Oz:                           Presto bambina, o sarà troppo tardi!

Dorotea:                  Totò!… Totò!… Oh, eccoti, finalmente, vieni!

Oz:                           Dai! Allunga le mani, cerco di afferrarti!

Dorotea:                  Non ce la faccio! Ferma! Ferma! Voglio venire anch’io!

Oz:                           Maledizione! E’ troppo tardi! Non può discendere cara! Mi dispiace! Addioooo!!!

Dorotea:                  (Piangendo) Addio!

Spaventapasseri:    povera bambina! Oz proprio non ce l’ha fatta a trattenere il pallone. Non ti preoccupare, prima o poi troveremo il modo di riportarti a casa. Ho, o non ho un cervello che funziona? Oz mi ha lasciato il governo della città di Smeraldi, e cercherò di essere un buon re, ma, quanto è vero che mi chiamo Spaventapasseri, farò tutto il possibile per aiutarti. In fondo, non possiamo ritenerci sfortunati, amici miei.

Taglialegna:            Anch’io sono proprio soddisfatto del mio nuovo cuore. Davvero era l’unica cosa che desiderassi al mondo.

Leone:                     Per conto mio, sono ben lieto di sapermi coraggioso quanto ogni altro animale vivente.

Spaventapasseri:    Se Dorotea acconsentisse di buon grado di rimanere nella città di Smeraldi, potremmo vivere felici tutti insieme.

Dorotea:                  Ma io non voglio rimanere qui! Voglio tornare nel Kansas, dalla zia Emma e dallo zio Enrico!

Taglialegna:            Cosa dobbiamo fare, allora? Di’ un po’, cervellone!

Spaventapasseri:    Un momento!… Lasciatemi pensare… Mmmmmm… Ci sono! Chiamiamo il guardiano della città e chiediamogli un consiglio. Fate venire il Guardiano!

Leone:                     Non ci voleva certo un cervello nuovo per pensare una cosa simile, comunque mi sembra una buona idea.

Guardiano:             Salve! Passavo di qua ed ho sentito che mi cercavate, c’è qualcosa che posso fare per voi?

Spaventapasseri:    Senti Guardiano, questa ragazzina desidera attraversare il deserto, come può fare?

Guardiano:             Non saprei. Nessuno l’ha mai attraversato, all’infuori del grande Oz.

Dorotea:                  E non c’è nessuno che può aiutarmi?

Guardiano:             Mah, forse Glinda potrebbe…

Spaventapasseri:    Chi è Glinda?

Guardiano:             Glinda è la strega buona del Sud. E’ la più potente di tutte le streghe e regna sul popolo dei Grassoni. Inoltre il suo castello è situato proprio ai margini del deserto, quindi saprà certo come attraversarlo.

Dorotea:                  Come posso recarmi al suo castello?

Guardiano:             Basta puntare direttamente verso sud. Però si dice che la via sia piena di pericoli per i viaggiatori. E’ appunto per questo che i Grassoni non vengono mai da queste parti.

Spaventapasseri:    Bene. Grazie Guardiano! Puoi andare ora… Ah, dimenticavo, fai in modo che d’ora in poi nessuno debba più usare occhiali verdi. E’ bene che la gente veda le cose come realmente sono, tanto più che questa è davvero una bella città!

Guardiano:             Sarà fatto! (Esce)

Spaventapasseri:    Nonostante tutti i pericoli, mi sembra che la cosa migliore sia quella di andare nella terra del Sud a chiedere consiglio a Glinda. Se Dorotea rimane qui, non tornerà più nel Kansas.

Leone:                     Andrò con lei! Sono stanco della tua città, sento la nostalgia dei boschi. Voi sapete che io non sono altro che una belva… Inoltre la bambina ha bisogno di qualcuno che la protegga.

Taglialegna:            E’ vero. E la mia ascia potrà essere utile. Voglio accompagnarla anch’io nella terra del Sud!

Spaventapasseri:    Quando partiamo dunque?

Tutti:                       Vieni anche tu!?

Spaventapasseri:    Certamente. Non abbandonerò la mia amica finché non sarà riuscita a tornare nel Kansas. Parola del Governatore della città di Smeraldi!

Dorotea:                  Grazie a tutti. Siete così gentili con me! Però mi piacerebbe partire prima possibile.

Spaventapasseri:    Perché non subito? Per quanto mi riguarda sono pronto a mettermi in marcia.

Leone:                     Un momento! Partiamo senza canzoncina?

Taglialegna:            Giusto! Dai Dorotea, inizia tu!

(Dorotea inizia a cantare e tutti escono cantando)

Scena 10

(Scenario bosco)

(Leone, Spaventapasseri, Dorotea, Taglialegna, Animale 1, Animale 2)

Leone:                     Questa foresta è veramente deliziosa. Non ho mai visto un luogo più bello!

Spaventapasseri:    Mi sembra piuttosto lugubre

Leone:                     Neanche per sogno! Senti il muschio sotto i tuoi piedi. Nessun animale selvatico potrebbe desiderare un posto migliore! Ah, Ecco un animaletto.

Animale 1:               Benvenuto tra noi, o re degli animali! Giungi proprio al momento opportuno per combattere il nostro nemico e riportare la pace fra tutti gli abitanti della foresta.

Leone:                     Cosa vi turba?

Animale 2:               Siamo tutti minacciati da un feroce nemico. E’ un mostro orrendo, simile ad un enorme ragno. Possiede otto zampe orribili e, ogni tanto, afferra qualche povero animale e se lo inghiotte in un boccone. Per fortuna, ora, sei venuto tu tra noi.

Leone:                     Ci sono altri leoni nella foresta?

Animale 1:               Non più. Ce n’erano alcuni, ma il mostro se li è mangiati tutti. Inoltre nessuno era grande e coraggioso come te.

Leone:                     Statemi a sentire, allora. Se io sconfiggo il vostro mostro, siete pronti ad inchinarvi a me come re della foresta?

Animale 2:               Lo faremo molto volentieri, promesso!

Leone:                     Dov’è ora quel brutto ragno?

Animale 1:               Laggiù, oltre quei cespugli.

Leone:                     Allora, tenete compagnia ai miei amici, io andrò subito ad affrontare il mostro! A presto compagni! Ora vi mostrerò cosa è capace di fare un vero leone!

Tutti:                       Stai attento, mi raccomando! Non fare troppo lo spaccone!

(Il Leone esce fuori scena e si sentono i rumori della battaglia col ragno. Tutti i personaggi rimasti in scena fanno il tifo. Finché il Leone vince)

Tutti:                       Bravo! Congratulazioni! Che duello ragazzi!

Leone:                     E’ stata più dura del previsto, ma non dovete temere più il vostro nemico.

Animale 1:               Grazie!… Grazie!… Maestà Ti sei meritato di essere il nostro re. D’ora in poi tutti gli animali della foresta saranno i tuoi sudditi.

Leone:                     Grazie a voi per il riconoscimento. Mi dispiace, ma dobbiamo rimandare la mia incoronazione. Non appena Dorotea si sarà messa in viaggio per il Kansas, vi prometto che tornerò ad assumere la mia carica.

Animali 1 e 2:          Arrivederci, maestà! A presto! Ti aspettiamo!

Tutti:                       Arrivederci. Arrivederci! (Escono)

Scena 11

(Scenario prato)

(Grassone, Dorotea, Totò, Leone, Spaventapasseri, Taglialegna, Glinda, Narratore)

Grassone:                Chi siete? E perché siete venuti nella terra del Sud, dove regna la bellissima Glinda?

Dorotea:                  Mi chiamo Dorotea e questi sono i miei amici. Sono venuta a trovare Glinda per chiederle una cosa importantissima. Come posso fare per parlarle?

Grassone:                Glinda è così gentile che verrà lei stessa a parlare con voi. Adesso andrò a chiamarla e vedrete che arriverà subito.

Dorotea:                  Grazie, molto gentile.

Grassone:                Nel frattempo datevi una sistemata, e tu, bambina, accomodati i capelli! Non vorrai mica sfigurare davanti alla bella Glinda? (Esce)

Dorotea:                  Avete sentito? Su, facciamoci belli. Leone, aggiustati la criniera. Taglialegna, lucida la corazza! E tu, spaventapasseri, sistemati bene la paglia.

Spaventapasseri:    Certo. Certo!

Dorotea:                  Che dite? I miei capelli sono a posto adesso? Non vorrei fare una brutta impressione a Glinda.

Leone:                     Sei bellissima, non ti preoccupare… Un po’ di coraggio che diamine!

Taglialegna:            Ora sono più presentabile. Ehi, ragazzi! Ci siamo, ecco Glinda! Contegno, mi raccomando, non facciamo fare una brutta figura a Dorotea.

(Entra Glinda)

Glinda:                    Benvenuti nel mio regno!

Dorotea:                  Oh, come sei bella!

Glinda:                    Cosa posso fare per te, piccola cara?

Dorotea:                  Il mio più grande desiderio sarebbe di tornare nel Kansas. Ormai zia Emma crederà certamente che mi sia accaduto qualcosa di terribile e avrà deciso di portare il lutto per la mia scomparsa. Sono sicura che lo zio Enrico non ha i soldi necessari per pagare gli abiti neri.

Glinda:                    Benedetto il tuo cuoricino d’oro! Sono convinta di poterti indicare il modo di tornare a casa. Prima però voglio sentire anche i tuoi amici. Tu, Spaventapasseri, cosa farai quando Dorotea sarà partita?

Spaventapasseri:    Tornerò alla città di Smeraldi, perché Oz mi ha nominato governatore e il popolo mi vuole bene. L’unica cosa che mi preoccupa è il viaggio di ritorno.

Glinda:                    Stai tranquillo, farò in modo che tu non incontri pericoli lungo la strada. Sarebbe un vero peccato privare gli abitanti della città di Smeraldi di un così straordinario governatore.

Spaventapasseri:    Davvero sono straordinario?

Glinda:                    Certo, come reggitore di popoli sei piuttosto insolito. E tu, Taglialegna, che ne sarà di te?

Taglialegna:            I Gialloni si sono mostrati molto gentili nei miei riguardi, e avevano espresso il desiderio che io rimanessi a governarli, dopo la morte della strega malvagia. Mi piace molto quel popolo, e, se potrò tornare nella terra dell’Ovest, rimarrò laggiù per sempre come loro capo.

Glinda:                    Anche tu potrai tornare tranquillamente nella terra dell’Ovest senza pericoli. Sono certa che saprai governare i Gialloni con giustizia e saggezza.. E tu. Leone, cosa farai quando Dorotea sarà tornata a casa?

Leone:                     Non troppo lontano da qui c’è una grande foresta, e tutti gli animali di laggiù mi hanno nominato loro re. Vi trascorrerei felicemente il resto della mia vita.

Glinda:                    Certo che potrai tornare alla tua foresta! E sarai anche un re forte e coragioso.

Leone:                     Grazie bellissima regina, anche a none dei miei amici.

Spaventapasseri:    E quando passerai per i nostri regni sarai sempre l’ospite più gradita.

Dorotea:                  Scusa Glinda, sei davvero tanto buona quanto bella, ma non mi hai ancora spiegato cosa dovrò fare per tornare nel Kansas.

Glinda:                    Tu hai sempre portato con te la soluzione al tuo problema! Le scarpette d’argento che hai preso alla strega dell’Est, e che hai portato con te per tutto il viaggio, ti faranno superare il deserto. Se avessi conosciuto il loro magico potere, avresti potuto tornare a casa il giorno stesso che ne sei venuta in possesso.

Spaventapasseri:    Ma allora io non avrei mai ricevuto il mio straordinario cervello e sarei rimasto per l’eternità in quel campo di grano!

Taglialegna:            Né io avrei mai ricevuto il mio cuore così affettuoso, e avrei continuato ad arrugginirmi nel bosco fino alla fine del mondo!

Leone:                     Ed io sarei vissuto sempre come un gran vigliacco!

Dorotea:                  Anche questo è vero, e perciò sono lieta di essere stata utile a questi cari amici, ma, ora che ognuno ha avuto ciò che desiderava, e per di più ha ottenuto un regno, ho proprio bisogno di ritornarmene a casa.

Glinda:                    Le scarpette d’argento hanno un magico potere. Possono trasportarti in qualunque località del mondo. Dovrai solo battere i tacchi uno contro l’altro per tre volte e comandare alle scarpette di portarti dove desideri.

Dorotea:                  Se le cose stanno così, comanderò loro di portarmi subito nel Kansas!

Glinda:                    Adesso vi lascio soli, così potrete salutarvi. (Esce)

Dorotea:                  Amici! La nostra avventura insieme finisce qui, voi sapete quanto vi voglio bene, e per me sarà impossibile dimenticarvi, perciò non stiamo a fare discorsi commoventi. Tanto più che il Taglialegna, con quel cuore tenero che si ritrova, si metterebbe senz’altro a piangere e rischierebbe di arrugginirsi di nuovo. Addio amici e… buona fortuna!

                                 Ed ora attenzione… Uno… Due… e… Tre… Care scarpette portatemi nel…

Tutti:                       Kansas!!!!

(Dorotea scompare)

Tutti:                       Addio!!… Addio!!

(SIPARIO)

Narratore:               Così finisce la nostra avventura. Dorotea è tornata a casa, gli altri amici sono tornati ai loro regni. Ma si saranno mai più incontrati?… Non lo sappiamo, però, nel Kansas, c’è chi dice che, nelle giornate di brutto tempo, il vento sussurri una canzone che dice più o meno così…..

(SI RIAPRE IL SIPARIO PER I SALUTI FINALI, MENTRE TUTTI I PERSONAGGI CANTANO LA CANZONE DEL MAGO DI OZ)

FINE