Il mago di Oz

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Scuola Media Paritaria “Rogazionisti” di Padova

Classi I A e I B

Il mago di Oz

Commedia in due atti

liberamente tratta dall’omonimo romanzo

di Lyman F. Brown

Anno scolastico 2003-2004


Personaggi:

Il grande mago Oz

La piccola Dorothy

Lo Spaventapasseri

Il Boscaiolo di stagno

Il Leone codardo

Totò, cagnolino di Dorothy

Zia Emma

Zio Enrico

La buona strega del Nord

La Strega dell’Ovest

Glinda, la buona strega del Sud

Il guardiano della Città degli Smeraldi

Smeraldina

Tre Succhialimoni

Tre scimmie volanti

La Regina dei topi

Un topo


Presentazione

La storia che stiamo per raccontare è avvenuta tanto tempo fa in un paese grigio e desolato degli Stati Uniti: il Kansas.

Là non succede mai nulla: anche gli uccellini evitano la triste prateria, a cui è sconosciuto perfino il suono argentino di un ruscello.

Solo il vento, di tanto in tanto, arriva ululando, e cerca di strappare ciò che gli uomini, a fatica, hanno costruito e prodotto.

In un angolo di questa triste terra vivevano lo zio Enrico e la zia Emma, con la loro dolce nipotina Dorothy…


Atto I

Scena prima

Sullo sfondo il paesaggio grigio del Kansas; circa al centro la casetta. Poco distante, lo zio Enrico, in modo monotono e ripetitivo, zappa, sospira, guarda il cielo, si asciuga il sudore e ricomincia a zappare; quindi si preme la schiena in segno di stanchezza.

Zia Emma (entrando da sinistra): Povero Enrico! Sei stanco!

Zio Enrico: Per forza, Emma: questa terra si fa tutti i giorni più arida!

Zia Emma (guardando la casetta): Com’era bella la nostra casetta, dipinta di fresco, tanti anni fa!

Zio Enrico: Ora il vento l’ha tutta scrostata e ingrigita…

Emma esce a destra; Enrico riprende il lavoro.

Zia Emma (rientrando da destra con un uovo in mano): Anche le galline fanno uova sempre più piccole. Poveri noi!... E i miei capelli? Che ne dici dei miei capelli?

Zio Enrico: Oh, quelli son tutti secchi e grigi.

Zia Emma: E la mia faccia?

Zio Enrico: Grigia!

Zia Emma: E la mia bocca?

Zio Enrico: Grigia!

Zia Emma: Hai ragione: come il cielo e come la terra di questo arido Kansas!

Zio Enrico: Però, potrebbe anche andare peggio…

Zia Emma: E come!?

Zio Enrico: Beh, è un bel po’ che non abbiamo un ciclone…

Si sente un tuono. Zia Emma si volta verso il pubblico sconsolata.

Entra allegramente Dororthy da destra rincorrendo Totò.

Dorothy: Ciao zietta! Ciao zietto!

Li bacia e poi continua la sua corsa uscendo a sinistra.

Zio Enrico: Come farà quella bambina a rimanere così allegra?

Zia Emma: E’ l’unico raggio di sole nella nostra grigia esistenza…

Dorothy rientra da sinistra giocando a palla con Totò.

Dorothy: Ciao zii! Vi voglio bene! Aspettami, Totò! Ridammi la palla, brutto imbroglione!

Dopo averli abbracciati, prosegue uscendo a destra.

Zia Emma: Pensa, Enrico: cosa sarebbe la nostra vita senza quell’angioletto?

Si sente da lontano il fischio del vento. Lo zio Enrico alza la testa allarmato.

Zio Enrico: Emma, è in arrivo un uragano! Chiama in fretta la bimba e correte nel rifugio. Io intanto metto al riparo gli animali.

Esce a sinistra.

Zia Emma (gridando): Dorothy, presto, sta arrivando un ciclone! Ripariamoci nel rifugio! Questa volta è venuto all’improvviso…

Il vento ulula sempre più forte. La scena si fa buia.

Dorothy: Eccomi, zia! Corri, Totò, vieni, dove scappi?! Non andare in casa, è pericoloso!

Zia Emma: Dorothy, vieni, ti prego, lascia stare Totò!

Dorothy: Non posso lasciarlo, il ciclone potrebbe potarlo via…

Zia Emma: Dorothy, vieni nel rifugio, ascoltami!

Dorothy entra in casa correndo dietro a Totò. Le luci si spengono, il rumore è sempre più forte entrano in scena due personaggi vestiti con sacchetti neri di plastica che sollevano la casetta e la fanno vibrare. Un ventilatore, dalle quinte, anima la scena.

Dorothy (voce fuori scena): Addio zia Emma! Addio zio Enrico! Mi sto allontanando dal Kansas! Non piangete per me! Ritornerò! Un giorno ritornerò…

Mentre il vento si calma Zia Emma e Zio Enrico rientrano in scena sostenendosi l’un l’altro.

Zia Emma (appoggiandosi al marito e piangendo): Dorothy, piccina mia, ti abbiamo perduta!

Zio Enrico: Poveri noi, povera bambina, sparita nel buio del ciclone!

Sipario

Scena seconda

Il paesaggio appare luminoso, fertile e vivace. Sulla destra c’è la casetta di Dorothy, depositata lì dal vento. Accanto ad essa, delle scarpette d’argento.

Entrano in scena, due da sinistra e uno da destra, tre Succhialimoni. Si accorgono della casetta, le si avvicinano e le girano intorno incuriositi.

Primo Succhialimoni: E questa casa da dove salta fuori?

Secondo Succhialimoni: Prima non c’era…

Terzo Succhialimoni: Ehi, guardate! E’ caduta proprio nel posto giusto!

Si sente dall’interno della casa la voce di Dorothy. I Succhialimoni si scostano spaventati sulla sinistra e ascoltano.

Dorothy (voce fuori scena): Che bella dormita ho fatto! E che sogno incredibile… Totò, smettila di leccarmi la faccia!... Ma…dove siamo?... Come mi gira la testa! Allora non era un sogno! Ora comincio a ricordare…

Dorothy e Totò escono: la bambina si guarda attorno stupefatta, il cagnolino corre di qua e di là.

Dorothy: Che bel paesaggio! Quanti colori! (scorgendo i Succhialimoni) Oh! Buon giorno signori! Potrei sapere chi siete? E… questo paese… Come si chiama?

Primo Succhialimoni (inchinandosi assieme agli altri due) Accetta i nostri rispettosi omaggi, cara fatina venuta dal cielo!

Dorothy. Io non sono una fatina, cosa dite?! Sono una povera bambina portata qui dal ciclone… Ma dove sono capitata?

Secondo Succhialimoni: Sei nel paese dei Succhialimoni.

Dorothy: Dei Succhialimoni? Che strano nome… Mai sentito. E dove si trova questo paese?

Entra da destra la Strega del Nord. I Succhialimoni si inchinano profondamente e si scostano un po’.

Strega del Nord: Si trova nel Regno del grande Oz, piccina mia.

Dorothy: Nemmeno questo l’ho mai sentito. Ma…sono sveglia o sto sognando? (Si pizzica e fa un gridolino; pizzica anche Totò, che abbaia). Oh sì, sono sveglia! Ma si può sapere perché siete così gentili con me?!

Strega del Nord: E’ semplice: cadendo giù dal cielo con la tua casetta, hai ucciso la perfida Strega dell’Est!

Terzo Succhialimoni: Una strega cattiva che si serviva delle scarpette d’argento per tenerci sotto i suoi piedi!

I tre Succhialimoni: Proprio come schiavi!

Dorothy: Io ho ucciso una strega?! Siete matti, io non ho ucciso proprio nessuno!

Strega del Nord: E invece sì. Guarda sotto la tua casetta: si vedono ancora i piedi della strega, calzati con le potenti scarpine d’argento.

Dorothy: Oh, povera me! Io non volevo uccidere nessuno! Io voglio solo tornare nel mio paese, il Kansas, dalla zia Emma e dallo zio Enrico. (Singhiozza). Lo so che è una terra brulla e grigia, lo so che i miei zii sospirano sempre e non ridono mai… Ma io gli voglio bene. E’ lì la mia casa, e io ci voglio tornare! Chissà com’è in pensiero la zia Emma, chissà come sospira lo zio Enrico!

Durante questo discorso la Strega del Nord si sposta a destra, mentre i Succhialimoni si commuovono e piangono in modo comico. Totò cerca, a suo modo, di consolare Dorothy.

Primo Succhialimoni: Oh, poverina…

Secondo Succhialimoni: Chissà come sospira lo zio Enrico…

Terzo Succhialimoni: E la povera zia Emma? Sarà tanto in pensiero…

Strega del Nord: Ti capisco, piccina, e cercherò di aiutarti. Vedi, anch’io sono una strega.

Dorothy: (sobbalzando): Tu?!!!

Strega del Nord: Sì, ma una strega buona! Sono la buona strega del Nord, sorella di Glinda, la buona Strega del Sud. (Raccoglie le scarpette e le porge a Dorothy). Ecco, indossa le scarpette d’argento della Strega dell’Est. Non conosco il loro potere, ma dev’essere grande. (Dorothy osserva le scarpette e poi le calza). Lascia che ti baci sulla fronte, cara bambina, così la forza del bene ti accompagnerà e nessuno oserà farti del male. (La bacia e sulla fronte della bambina rimane un’impronta).

Dorothy: Ma… dove devo andare?

Strega del Nord (in tono lento e solenne): Alla Città di Smeraldo, dal grande mago Oz. Solo lui potrà aiutarti.

Dorothy: Ti prego, vieni con me!

Strega del Nord: Non posso, carina, devo tornare dai miei sudditi. Ma non temere: i doni magici che hai ricevuto ti aiuteranno. E anche il tuo cagnolino ti aiuterà. (Totò salta e abbaia contento; Dorothy si asciuga gli occhi; tutti sorridono). Segui quella strada gialla e vai fiduciosa dal grande Oz. (Rivolgendosi ai Succhialimoni). Venite, amici, salutiamo Dorothy.

Primo Succhialimoni: Addio, Dorothy! Ciao, Totò!

Secondo Succhialimoni: Fai buon viaggio! Grazie di averci liberato!

Terzo Succhialimoni: Prendi questo cestino. Dentro ci sono un po’ di provviste per il viaggio.

Strega del Nord: Addio piccina, e grazie ancora!

Indietreggiano verso destra salutando ed escono.

Dorothy: Addio amici, speriamo di rivederci! Andiamo Totò mettiamoci in marcia! Vuoi anche tu tornare nel Kansas, è vero?

Totò si alza sulle zampe posteriori e guaisce; Dorothy lo accarezza sulla testa.

Sipario.

Scena terza

Un campo di grano e, sulla destra, l’inizio di un bosco. Uno spaventapasseri è sul fondo della scena.

Dorothy, col suo panierino sotto braccio, entra da sinistra e avanza verso il bosco insieme a Totò, che un po’ la precede, un po’ la segue, saltellando qua e là.

Dorothy: Sono stanca. Fermiamoci un po’ a riposare.

Si siede e Totò le si sdraia accanto. Si sente tossicchiare. Dorothy si volta e vede lo Spaventapasseri.

Dorothy: Cos’è quel pupazzo che mi fissa? Ah, ma è un semplice spaventapasseri.

Lo Spaventapasseri tossicchia di nuovo e fa dei cenni.

Dorothy: Ehi, Totò, quel pupazzo ci sta chiamando! Non sembra anche a te?

Totò solleva la testa e guarda.

Spaventapasseri (con voce roca): Aiuto!

Dorothy: Parli con me?

Spaventapasseri: Credo di sì!

Dorothy: Ma tu sei un fantoccio, come fai a parlare?

Spaventapasseri: Non lo so! Forse… con la bocca.

Dorothy: E cosa vuoi da me?

Spaventapasseri: Aiutami, ti prego. Dovrei spaventare gli uccelli, ma questi corvi maledetti mi stanno massacrando di beccate!

Si sente il gracchiare dei corvi.

Dorothy: Ti aiuterei volentieri, ma non so come fare!

Spaventapasseri: E’ semplice: tirami giù da questo palo. Sono leggero, sai? Son tutto di paglia. Puoi alzarmi con un dito!

Dorothy (tirandolo giù): E’ vero! Non pesi niente.

Lo Spaventapasseri si sgranchisce in una sorta di breve balletto.

Spaventapasseri: Finalmente! Non ne potevo più! Dimmi, chi sei, bella bambina, e dove vai?

Dorothy: Mi chiamo Dorothy, e lui è il mio cagnolino Totò. Stiamo andando dal grande Oz per chiedergli di farci tornare nel nostro paese, il Kansas, dallo zio Enrico e dalla zia Emma.

Spaventapasseri: Kansas? (Riflette). Mai sentito! Cosa vuoi? Io sono ignorante. Non ho neanche un po’ di cervello! Tutta paglia, anche nella crapa! Mi piacerebbe tanto essere un sapientone, un… intelligentone, un… minestrone! Ma senza cervello, come si fa?

Dorothy: Beh, non mi sembra un problema insolubile! Il grande Oz potrebbe dartene un po’, non ti pare? Altrimenti, che mago è?

Spaventapasseri: Dici davvero? Anch’io potrei avere un cervello?

Dorothy: Io penso di sì! Vieni con noi e, quando arriveremo, lo saprai.

Spaventapasseri: Ma certo! Volentieri! (Salta di gioia, cade e Dorothy lo aiuta a rialzarsi). Mi sento già un po’ sapiente. Ascoltami: 7x8 fa 88… 7x10… 110!

Dorothy (ridendo): Ma no, è tutto sbagliato! (Lo prende sottobraccio). Andiamo, è bello essere in tre!

S’incamminano verso il bosco respirando l’aria profumata; li accompagna una musichetta.

Dorothy: Quanti alberi! Totò, stammi vicino! Nei boschi ci sono tanti pericoli!

Lo Spaventapasseri inciampa e cade.

Spaventapasseri: Dorothy, per favore, mi tiri su?

Dorothy: Ecco fatto.

Spaventapasseri: Grazie.

Si sente un lamento. Dorothy si ferma ad ascoltare.

Dorothy: Amico, senti anche tu un lamento?

Spaventapasseri (mettendosi in ascolto): Sì, lo sento. Viene da quei cespugli. Andiamo a vedere!

Intanto Totò è corso tra gli alberi e, abbaiando, richiama gli altri. Si sentono delle esclamazioni, e poi, trascinato da Dorothy e dallo Spaventapasseri, appare il Boscaiolo di stagno. Totò, eccitato, tenta di morderlo.

Dorothy: Che strana creatura! Cosa sarà? Fermo, Totò!

Boscaiolo (con voce molto rauca): Olio…

Spaventapasseri: Ohibò! Ha parlato! Cos’hai detto?

Boscaiolo (come prima): Olio…

Dorothy (tirando fuori dal panierino una bottiglietta): Credo che abbia sete: diamogli un po’ d’acqua.

Boscaiolo (scuotendosi penosamente): No! No! Acqua no! Olio, olio sulle giunture!

Spaventapasseri (battendosi la fronte): Vuole olio, ho capito! Sfido io! E’ tutto arrugginito.

Prendono una boccetta d’olio e gli ungono le giunture. Il boscaiolo, felice, fa una piccola danza per riprendere i movimenti.

Boscaiolo (allo Spaventapasseri): Grazie, amico, mi hai salvato la vita. Infatti l’acqua è mia mortale nemica. Grazie a tutti, anche a te (a Totò), che mi hai scoperto per primo e poi hai anche voluto assaggiarmi!

Dorothy: Beh, ora potresti presentarti!

Boscaiolo (inchinandosi cerimoniosamente): Io sono il Boscaiolo di stagno. Un giorno, mentre tagliavo la legna, fui sorpreso dalla pioggia. Non avevo con me l’oliatore, e così fui sopraffatto dalla ruggine. Per questo ero duro e rigido come una statua!

Dorothy: Poverino, chissà quanta paura hai avuto!

Boscaiolo: Paura? Oh no, purtroppo io non conosco paura!

Dorothy: Purtroppo? Beato te!

Spaventapasseri (piantandosi davanti al Boscaiolo): Ascolta il mio pensiero! Dunque: io, al posto tuo, se potevo morire di paura, sarei morto; ma siccome posso morire solo col fuoco, non sarei morto. D’altronde, tanto va la gatta la lardo, che ci lascia lo zampino! Capita l’idea?

Il Boscaiolo lo guarda sbalordito, mentre Dorothy ride.

Dorothy: Non ti sforzare, Spaventapasseri, non ce l’hai ancora il cervello! Fai solo confusione.

Boscaiolo: Potrei sapere dove siete diretti?

Dorothy: Alla Città degli Smeraldi: andiamo a chiedere dei doni al grande mago Oz.

Boscaiolo: Quali doni?

Dorothy: Io e Totò desideriamo tornare al nostro paese, il Kansas, ma non sappiamo come fare…

Spaventapasseri: Io invece, come si è capito, son senza cervello. Ma quando Oz mi riceverà, gli chiederò un cervellone: voglio diventare un genio!

Boscaiolo (dopo aver riflettuto): Sentite amici, potrei unirmi a voi? Anch’io ho qualcosa da chiedere.

Dorothy: Davvero? Anche tu? E cosa?

Spaventapasseri: Forse un oliatore gigante. Oppure 100 anni di siccità!

Boscaiolo: Per carità, niente di tutto questo! Voglio chiedere un cuore.

Dorothy: Un cuore?

Spaventapasseri: Un cuore?! E cosa se ne fa di un cuore un uomo di latta!

Boscaiolo: E cosa se ne fa di un cervello un uomo di paglia?!

Totò abbaia.

Dorothy: Basta basta, non litigate! Piuttosto, spiegaci il perché del tuo desiderio (s’incamminano).

Boscaiolo (sospirando): La mia è una storia molto triste. Un tempo io ero un uomo in carne ed ossa e amavo, riamato, una bella fanciulla. Ma la perfida Strega dell’Est me la rubò per darla a suo figlio, e poi, non contenta, mi tagliò a metà e mi strappò il cuore. Un bravo stagnino mi salvò la vita costruendomi quest’armatura. Ma io, senza un cuore, non posso più amare, e sono tanto infelice…

Dorothy (asciugandosi una lacrimetta e con tono affettuoso): Che storia commovente! Vieni anche tu, con noi, dal grande Oz.

Continuano a camminare accompagnati da una musichetta. Intanto la scena cambia e il fondale rappresenta un bosco.

Spaventapasseri: Sono caduto, aiuto!

Boscaiolo: Ti aiuto io, Spaventapasseri.

Spaventapasseri: Sono ancora per terra, aiuto!

Boscaiolo: Ti riaiuto io. Ma puoi stare attento?!

Spaventapasseri: Impossibile senza cervello!

Dorothy: Forse sei stanco.

Spaventapasseri: No no, un uomo di paglia non si stanca mai.

Mentre il Boscaiolo aiuta lo Spaventapasseri a rialzarsi, si ode un enorme ruggito. Tutti sobbalzano per lo spavento, il Boscaiolo lascia cadere a terra lo Spaventapasseri, che si rialza da solo e gli salta fra le braccia. Da destra, preceduto da una musica, compare il Leone. Tutti si stringono a sinistra.

Leone: La foresta è mia! Andate via, sparite immediatamente se non volete finir male!

Totò gli va incontro abbaiando. Il Leone si ritrae spaventato, ma poi si dà un tono e finge di volerlo sbranare.

Leone: Che delizioso spuntino! Questo me lo pappo in un sol boccone!

Dorothy si fa avanti coraggiosamente e gli dà un colpo sul naso.

Dorothy: Lascia stare il mio cagnolino! Non ti vergogni a prendertela coi più piccoli?! Brutto codardo che non sei altro!

Leone (vergognandosi): E’ vero signorina, ha ragione lei… Ha proprio capito tutto… Sono solo un vigliacco io!

Dorothy: Ma allora non sei cattivo come sembri!

Leone: Purtroppo no…

Dorothy: Oh, meno male, avevo preso una paura…

Leone: Cosa posso fare per essere perdonato?

Spaventapasseri: Per esempio… potresti tagliarti quelle unghiacce!

Dorothy: Non gli badare: è un po’ stupido perché è senza cervello.

Spaventapasseri: Sì, ma quando il grande mago Oz me ne darà uno, nessuno potrà dirmi: “è un po’ stupido perché è senza cervello”.

Leone: Oz?

Dorothy: Sì, il grande mago Oz, che, se vuole, può esaudire tutti i desideri.

Leone: Tutti i desideri? Anche il mio?

Dorothy: Cosa desideri?

Leone: Il coraggio, no? Così non sarò più la vergogna di tutti i leoni!

Dorothy: Unisciti a noi, amico: hai trovato la compagnia giusta! Vieni anche tu dal grande Oz!

S’incamminano allegramente accompagnati dalla musichetta; il paesaggio gradatamente, muta, fino a che il fondale rappresenta un campo di papaveri.

Dorothy: Guardate! Un intero campo di papaveri! Come sono belli! Sono i fiori preferiti di zia Emma, perché ogni anno vengono a rallegrare il grigio Kansas. (Sospira). E’ vero, Totò? Ora ne raccolgo un mazzetto.

Leone: Anche a me i fiori son sempre piaciuti: sono così innocui…

Dorothy: Mi sento stanca… Che sonno mi è venuto! Scusatemi, ma devo schiacciare un pisolino…

Si adagia per terra e Totò le si accuccia  accanto.

Boscaiolo (preoccupato): Stanca così di colpo?

Leone: Mi sento stanco anch’io. Beati voi che siete sempre in forma come il primo giorno di vita… (Si sdraia).

Boscaiolo: Però voi avete un cuore…

Spaventapasseri: E un cervello!

Boscaiolo: Non ci ascoltano più, si sono addormentati. E anche Totò dorme. Cosa sta succedendo?

Spaventapasseri: Che stupido! Dovevo pensarci prima! Il campo di papaveri è il luogo più temuto da queste parti!

Boscaiolo: E perché mai?

Spaventapasseri: Perché il profumo di questi fiori è velenoso, e chi lo respira troppo si addormenta di un sonno eterno!

Boscaiolo: Dici davvero?! Allora siamo rovinati! (Scuote Dorothy). Dorothy, svegliati! Ascoltami, svegliati!

Dorothy (con voce assonnata): Ma cosa vuoi? Lasciami dormire, uffa! (Ricasca nel sonno)

Spaventapasseri: Su, Totò, sveglia, alzati! Leone, almeno tu, muoviti un po’! (Tutti russano)

Boscaiolo: Macché, è tutto inutile: è come parlare ai sassi! Poveri noi! E adesso che facciamo?

Spaventapasseri: Cerchiamo di portare Dorothy e Totò fuori da questo campo maledetto, altrimenti per loro sarà la fine.

Boscaiolo: E il Leone?

Spaventapasseri: Dovremo lasciarlo morire… E’ troppo pesante per noi.

Boscaiolo: Oh, mi dispiace, mi ci stavo affezionando…

Spaventapasseri: Beh, ci penseremo dopo. Intanto, tu che sei più forte prendi Dorothy. Io solleverò Totò. Ecco, andiamo.

Si avviano ed escono di scena. Si sentono le loro voci fuor scena.

Boscaiolo: Ma quanto è lungo questo campo?!

Spaventapasseri: Nessuno lo sa, perché nessun essere vivente è mai riuscito ad attraversarlo.

Boscaiolo: Oh, finalmente sta finendo!

Spaventapasseri: Adagiamoli vicino a quel ruscello e bagniamoli un po’.

Boscaiolo: Ecco fatto. Torniamo dal Leone adesso. Sono tanto in pensiero!

Rientrano in scena, si avvicinano al Leone, lo scuotono, cercano di trascinarlo via, ma è tutto inutile.

Boscaiolo: Povero amico, dobbiamo proprio lasciarti. Dormi bene, e sogna di essere il re della foresta!

Ad un tratto si sente a sinistra una vocina acuta.

Regina dei topi: Aiuto! Aiuto! Aiutatemi, per pietà! (Viene lanciata in scena da sinistra)

Spaventapasseri: Guarda, un povero topino inseguito da un gattaccio crudele! (La prende e la tiene sul palmo, da dove la fa muovere mentre parla)

Boscaiolo: Ci penso io! La mia accetta servirà pur a qualcosa!

Esce a sinistra. Si sente un colpo secco e un verso del gatto. Il boscaiolo rientra con in mano la testa mozzata del felino e la mostra al pubblico.

Boscaiolo: Ora non ti darà più fastidio!

Regina dei topi: Grazie, vi sono molto grata: mi avete salvato la vita!

Boscaiolo: Non ci pensare, topino, per me è un dovere difendere i deboli.

Regina dei topi: Come ti permetti di chiamarmi “topino”, brutto screanzato!

Boscaiolo (ridendo): E come dovrei chiamarti? Maestà forse?

Regina dei topi: L’hai detto! Io sono la Regina dei topi e vivo, con i miei sudditi, in questo campo.

Spaventapasseri e Boscaiolo (inchinandosi): Onoratissimi, maestà!

Spaventapasseri: Ma non morite con questo odore?

Regina dei topi: Anzi! A noi questo profumo fa bene! Ma possibile che non conoscete il paese di Surcilandia?

Spaventapasseri: Veramente no. Ma io sono ignorante: non ho il cervello…

Regina dei topi: Allora vi perdono. Voi però mi avete salvato uccidendo eroicamente il mio peggior nemico. Come posso ricambiare? Avete qualche desiderio?

Boscaiolo: Un desiderio lo abbiamo, ma tu non potrai certo aiutarci!

Regina dei topi: Ricominciamo a offendere? Esprimetelo, e poi vedrete se non posso esaudirlo!

Spaventapasseri: Lo vedi questo leone?

Regina dei topi: Ohibò, non l’avevo notato! Mi conviene scappare…

Boscaiolo: Ma no, è buono come il pane. E poi è completamente intontito dal profumo dei papaveri.

Spaventapasseri: Bisognerebbe portarlo fuori da questo campo, altrimenti morirà. Ma come si può fare? E’ tanto pesante…

Regina dei topi: Ci penso io! Ma è sicuro che è buono?

Boscaiolo: Come un pezzo di pane, ti dico.

Regina dei topi: Bene, ora chiamo i miei sudditi. Per piacere, suona il mio fischietto.

Lo Spaventapasseri suona un fischietto. Da sinistra, fuori scena, si sentono dei passettini.

Un topo (fuori scena): Siamo ai suoi ordini, maestà. Cosa comanda?

Regina dei topi: Portate qua il nostro carro. Dobbiamo issarci questo leone e portarlo fuori da Surcilandia.

Un topo (fuori scena): Sarà fatto, maestà.

Passettini fuori scena. Quindi viene spinto in scena da sinistra un carretto, su cui, il Boscaiolo e lo Spaventapasseri, issano il Leone.

Spaventapasseri e Boscaiolo: Oooh-issa! Oooh-issa!

Spingendolo e trascinandolo, lo portano fuori a destra. Quindi rientrano in scena.

Boscaiolo: Grazie, piccola Regina dei topi: sei stata grande!

Spaventapasseri: Ora possiamo raggiungere la Città di Smeraldo e vedere il grande Oz!

Sipario

Fine I Atto


Atto II

Scena prima

I quattro amici sono arrivati alla Città di Smeraldo. La scena è divisa in due da un muro divisorio: a sinistra il paesaggio luminoso e verdeggiante della città, a destra l’interno del palazzo del mago Oz.

Dorothy (entrando da sinistra insieme ai suoi amici): Guardate che mondo da favola! E’ la cosa più bella che abbia mai visto! (Totò approva)

Boscaiolo: Che luminosità emana dal castello!

Spaventapasseri: E’ tutto fatto di smeraldi e con la luce del sole manda riflessi luminosi!

Leone: Sembra perfino finto…

Dorothy: Basta con le chiacchiere! Non ricordate più perché siamo venuti fin qui?

Entra da destra il Guardiano.

Boscaiolo: Guardate, ci viene incontro un signore.

Spaventapasseri: Dev’essere il guardiano della città.

Dorothy: Buon giorno, signore.

Guardiano: Salute a voi. Che strana compagnia siete! In tanti anni che faccio il guardiano non ho mai visto niente di simile. Cosa volete? Cosa siete venuti a fare?

Dorothy: Dobbiamo parlare con Oz, il grande mago.

Guardiano (sobbalzando): Sono esterrefatto e sbalordito! Non sapete che Oz non riceve mai nessuno? Neppure io, in tanti anni, l’ho mai visto in faccia. Che razza di pretese! Andate, andate via, addio!

Dorothy: Così avremmo fatto tutta quella strada per niente?!

Leone: Con tutti quei pericoli?!

Spaventapasseri: Con tutte quelle buche per terra?!

Totò ringhia ed abbaia contro il Guardiano.

Guardiano: Calma, non vi scaldate! Ehi, tenete buono quel cagnolino! Oh, scusa bambina, non avevo notato le tue scarpette. Credo proprio che il grande Oz vi riceverà. Attendete un attimo: intanto una cameriera si occuperà di voi. (Chiama verso destra). Smeraldina!

Smeraldina entra da sinistra.

Smeraldina: Eccomi, cosa desideri? (Osserva i nostri eroi). Che strana compagnia! Cosa fanno qui?

Guardiano: Vogliono essere ricevuti dal grande Oz.

Smeraldina: Essere ricevuti dal grande  e terribile Oz?!

Guardiano: Osserva la bambina: credo che li riceverà.

Smeraldina (inchinandosi davanti a Dorothy): Oh, signora, voi dovete essere una grande maga. Venite, vi porterò a rifocillarvi e a riposare.

Dorothy: Grazie, ne abbiamo proprio bisogno!

Leone: Finalmente si mangia!

Spaventapasseri: Come fai, Leone, a pensare al cibo in questo momento?

Leone: Non son mica di paglia come lei… (Totò approva)

Escono tutti a sinistra. Entra da destra Oz con una gran maschera sul viso. Musica.

Oz:      Io sono Oz, terribilissimo

            Io sono Oz, grande grandissimo

            Bello, bellissimo, forte fortissimo

            Faccio magie di qualità!

Dovete dunque sapere che nessuno può competere con la mia potenza. Posso trasformarmi in qualunque forma, e, se mi concentro, posso mutare anche voi! Con un trucchetto da niente vi trasformo in rane, puzzole, sorci, salamandre.

Venghino siori venghino! Accorrete pubblico, grandi e piccini!

Se sono in vena, non vi potete neanche immaginare tutte le magie che posso fare. Sono più di 10.000! Peccato che adesso non me ne venga in mente neanche una…

            Sono magnifico, affascinante

Meraviglioso e roboante

Io sono bello

Pien di cervello

Sono il gran mago della città!

Smeraldina entra da sinistra e bussa.

Oz: Chi osa disturbare la mia grandezza?

Smeraldina: Sono io, grande e terribile Oz.

Oz: Tu, Smeraldina?

Smeraldina: Sì, vostra maestà. Vengo ad annunciarvi l’arrivo di quattro visitatori.

Oz: Quattro visitatori da me?! Dal mago più grande del mondo che, se vuole, spacca tutto in un secondo?!

Smeraldina (per nulla intimidita): Dimenticavo, c’è anche un cane…

Oz: Ecco, io per giunta li odio i cani! Mandali via! Quale impudenza, quali pretese! Visitare me, e con un cane per di più! Disturbarmi nel pieno dell’ispirazione!

Smeraldina: Perdonate, vostra grandezza, ma nella comitiva c’è una bambina che dev’essere una grande maga.

Oz: Come osi, screanzata! Parlare di grande maga a me, all’unico, al massimo, all’onnipotente mago!

Io sono Oz, grande grandissimo…

Smeraldina (alzando la voce): Ma in fronte ha il Bacio del Bene!

Oz: Ebbene?

Smeraldina: E ai piedi le scarpette d’argento!

Oz: Le scarpette d’argento!?! E adesso me lo dici, sciocca fantesca?! Falli entrare subito!

Smeraldina: Anche il cane?

Oz: E sia! Anche il cane.

Smeraldina esce a sinistra. Oz si volge verso il pubblico.

Oz: Questa dev’essere quella bambina che ha fatto fuori la Strega dell’Est. Ma c’è ancora quella megera dell’Ovest che vorrebbe sgraffignarmi il trono. Vuoi vedere che questa è la volta buona per farle tirare le cuoia?

Oz si sposta sulla destra; entrano da sinistra Smeraldina e gli altri.

Smeraldina: Entrate, siete fortunati: il terribile mago ha accettato di ricevervi.

Dorothy (tremante): Entriamo ragazzi, senza paura…

Leone (si fa avanti): Aspetti signorina, potrebbe essere pericoloso: vada avanti lei…

Boscaiolo: Ma, bi-bisogna proprio entrare…?

Spaventapasseri: G-già, è proprio ne-necessario…? P-pare che abbia un aspetto mo-mostruoso..!

Tutti tremano e cercano di nascondersi dietro ai compagni.

Dorothy: Adesso basta, tutti per uno e uno per tutti!

Smeraldina: Grande e terribile Oz, imperiosa maestà di questo paese: ecco i visitatori che vi ho annunciato.

Tutti si inchinano.

Smeraldina (sottovoce): Attenti a non farlo spazientire! (esce a destra)

Oz: Chi siete, temerari, e cosa volete da me?!

Dorothy: Ecco, grande Oz…

Oz: Grande e terribile Oz!!

Dorothy: Appunto… Abbiamo fatto, io e i miei compagni, un viaggio lungo e pericoloso per venire da te, perché non esiste al mondo un mago più potente di Oz…

Oz: Questo, effettivamente, è vero!

Dorothy: Io sono Dorothy, una bambina del Kansas. Un violento ciclone ha portato me e Totò in questo paese. Ma io penso al grigio Kansas, alla zia Emma e allo zio Enrico. Aiutami a tornare da loro!

Oz: E tu, fantoccio, cosa vuoi?

Spaventapasseri: Grande Oz,… Come puoi verificare, io son tutto riempito di paglia, perfino nella testa. Ma io amo le idee, i bei discorsi, le trovate intelligenti. Io voglio imparare a capire. Ti prego, dammi un cervello!

Oz: Tocca a te, barattolo di latta!

Boscaiolo: Non sono un barattolo, grande Oz, ma un innocuo boscaiolo, trasformato così per colpa della Strega dell’Est. Perfino il cuore mi ha tolto, quella vecchia malefica! Ma io voglio provare ancora dei sentimenti, commuovermi… amare… Ti prego, dammi un cuore!

Oz: Manchi tu. Cosa vorresti da me, brutto gattone spelacchiato?

Leone: Lei è veramente molto umano, dottor mago… Io sono un leone vigliacco e codardo. Se trema una foglia, trema anche il mio cuore. Vorrei essere un vero leone, maestoso e ardito, e non un coniglio fifone. La prego, mi dii il coraggio!

Oz: Il coraggio, un cervello, un cuore, tornare nel Kansas… E chi sono io, Babbo Natale?!!! E’ vero che al grande e terribile Oz tutto è possibile – con un po’ di concentrazione –, ma il mio motto è questo: non dare mai niente per niente!

Dorothy: Cosa vuoi dire?

Oz: Corpo di mille maghi! Pretendete da me tanti favori, e in cambio non volete far niente?!!

Spaventapasseri: E cosa possiamo fare noi?

Oz: Sta zitto, fantoccio, e ascoltatemi bene. Questo paese aveva due grandi nemiche: la Strega dell’Est e quella dell’Ovest. La prima è già stata uccisa, e se non sbaglio, proprio da te, bambina!

Dorothy: E’ vero, ma solo per errore, te lo assicuro. Io non volevo!

Oz: Ora rimane la Strega dell’Ovest: la creatura più perfida, infida, maligna, disgustosa che si possa immaginare! Ebbene: va eliminata!

Dorothy: E perché non la elimini tu?

Oz: Credi forse che non ci abbia provato? Credi che il grande e terribile Oz non abbia usato magie, sortilegi, fatture, occhio malocchio prezzemolo e finocchio contro quella vecchiaccia? Ma tutto è stato inutile, perché solo una creatura innocente come te ci può riuscire!

Dorothy (con voce piagnucolosa): Io non voglio! Io non volevo uccidere neppure l’altra strega!...

Oz (rifacendole il verso): Io non voglio! Io non volevo!… Ma ci vuoi tornare nel Kansas, è vero? E voi volete che soddisfi i vostri desideri, è vero?

Tutti: Sì sì, lo vogliamo!

Oz: E allora filate! Via via! Non fatemi perdere altro tempo. Quando avrete esaudito il mio desiderio, io esaudirò i vostri! (esce a destra)

Dorothy si siede per terra e piange sconsolata Totò le si accuccia accanto e gli amici la circondano tristemente.

Spaventapasseri: Però, che bellimbusto quel mago!

Boscaiolo: Guardate com’è riuscito a ridurre la nostra povera Dorothy…

Leone: E’ proprio un mago senza scrupoli…

Dorothy: Non tornerò mai più nel Kansas, lo sento…

Boscaiolo. Ma no, non dire così! Ti aiuteremo noi, sconfiggeremo la strega, vedrai e, se sarà necessario, io rinuncerò al mio cuore per te!

Leone: Ma io ho paura…

Boscaiolo: Per forza, il coraggio non l’hai ancora!

Spaventapasseri: E io non so come fare…

Boscaiolo: Per forza, sei ancora senza cervello!

Dorothy (alzandosi e asciugandosi le lacrime): Ecco, mi è passata la tristezza! In fondo sono fortunata ad avere degli amici come voi!

Spaventapasseri: Brava, Dorothy così si parla!

Dorothy: Tenteremo anche quest’avventura!

Spaventapasseri: Io per un cervello farei questo ed altro!

Boscaiolo: Ed io per un cuore! Facciamoci coraggio, dunque!

Leone: Magari ce l’avessi!

Boscaiolo: L’avrai presto, se ci sbrighiamo! Se non sbaglio, l’ovest è da quella parte (indicando verso sinistra). Avviamoci.

S’incamminano. A destra si affaccia Smeraldina.

Smeraldina: Arrivederci, amici, tornate presto!

Dorothy e gli altri: Addio, Smeraldina, speriamo di rivederci!

Smeraldina li saluta con il fazzoletto mentre si allontanano.

Sipario.

Scena seconda

L’abitazione della Strega dell’Ovest.

Musica: l’inizio della V Sinfonia di Beethoven.

Strega dell’Ovest: Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? Oh, mi è spuntato un porrino proprio qui sulla punta del naso! Devo decidermi a usare quella pomata miracolosa fatta di sangue di lucertola, carne di serpe e prugna ammuffita! Guardiamo un po’ se tutto va bene: schiavi che lavorano… soldati in addestramento… Ehi, ehi! Vedo arrivare qualcuno! Accidenti, l’immagine è sparita. Devo decidermi a far aggiustare quella maledetta antenna. Oh, rieccoli! Degli intrusi nel mio territorio!! Beh, veramente sono a corto di servitù. Un bel leone da trasporto farebbe tanto chic. E un cocchiere con la livrea luccicante di stagno? … Che amore! E quello spaventapasseri? Non darà un tocco di classe al mio giardino? Ma la più carinissima è la bambina col cane. Sai che figura quando invito le amiche a bere gli intrugli? Ora faccio un colpo di telefono a quelle stupide Scimmie volanti. Le voglio subito qua! (Componendo un numero sul suo cellulare) Hep-pe, rap-pe, hil-lo, hel-lo, zirizuk, zirizik, zik, zik! Pronto! Venite presto, anzi, immediatamente!

Battito d’ali. Entrano, da destra, le Scimmie volanti.

I Scimmia: Maledizione, fra un’ora c’era Ozziful! Chissà se Riz ce la farà a sposare Brookz questa volta!

II Scimmia: Sai che problemi. Pensa a me! Uscire in queste condizioni… Lo sai da quanto tempo non mi faccio una ceretta?

III Scimmia: Cara mia! Si vede. Non ti credere. Comunque, di tutti i padroni che abbiamo, questa è la più brutta. Lei sì che avrebbe bisogno di un estetista!

II Scimmia: Taci, che siamo arrivati!

I Scimmia: Vostra mostruosità, ci ha chiamato?

Strega dell’Ovest: Prima di tutto andiamoci piano con le parole! Guardate qua nello specchio. Li vedete quei quattro incoscienti con cane? Prendeteli su e portateli da me.

I Scimmia: Obbediremo, vostra malvagità! (Allontanandosi) Oh, che compito stimolante… Acciuffare un ammasso di pelo puzzolente, un pezzo di ferro, un mucchio di paglia e una temibile, minacciosa, spaventevole, angosciante…bambina!

II Scimmia: Meno male che non c’è Bongo l’Orango, il primate più affascinante di Oz. Se mi vede in queste condizioni non mi inviterà mai al Ballo delle Scimmie Solitarie.

III Scimmia: Forza, non perdiamoci in chiacchiere! Prima li prendiamo e prima potremo tornare alle nostre faccende.

Le Scimmie escono, di corsa, a sinistra. La Strega dell’Ovest osserva attraverso lo specchio quanto succede.

Strega dell’Ovest (guardando dentro lo specchio): Godiamoci lo spettacolo. Cosa stanno dicendo? Che mi devono ammazzare? Oh, questa sì che è buona! Ehi, un momento! Quella bambina non è la famigerata Dorothy, quella che ha accoppato la mia sorellastra dell’Est? Sì sì, è proprio lei! La riconosco dalle scarpette d’argento. Bel colpo! Questa è la volta che faccio fuori quel pallone gonfiato di Oz, quello zoticone, ignorante, maleducato, maschilista! Quando avrò le scarpette, vedremo chi è il numero uno!

Mentre la strega sghignazza, si sentono le voci fuori scena dei quattro amici.

Leone: Non vedo nessuno, ma mi sento osservato…

Spaventapasseri: Anch’io. E’ come se qualcuno controllasse le nostre mosse.

Boscaiolo: Venite qua: toccate latta!

Dorothy (allarmata): Ehi, guardate là! Cosa sono quei mostri che puntano su di noi?!

Spaventapasseri: Oh no! Sono le scimmie volanti della Strega!

Leone: Filiamocela, presto!

Boscaiolo: Impossibile, ci sono già addosso!

Dorothy: Ehi, cosa fate, cosa volete da noi?!

Totò ringhia e abbaia.

I Scimmia: Imprigioniamoli in questa rete!

II Scimmia: Attenta a non far male alla bambina: ha le scarpette d’argento!

Dorothy: Lasciami, brutta scimmiaccia, con quelle zampe pelose!

Boscaiolo: Lasciate stare Dorothy, se non volete assaggiare la mia accetta!

Spaventapasseri: Siete delle vigliacche, molto più del Leone!

Leone: Svengo…

Le Scimmie entrano, da sinistra, con i prigionieri; poi li sciolgono

Strega dell’Ovest: Bel lavoro ragazze! Ora andate.

Le scimmie escono da destra.

Strega dell’Ovest (girando attorno ai prigionieri): E così voi volevate uccidermi!

Leone: Ma noi veramente…

Strega dell’Ovest: Zitto tu! Ho stabilito che sarete i miei nuovi servitori. Lasciatevi guardare… Beh, per il momento… tu, barattolo, farai il lavandaio; tu, fantoccio imbottito, baderai al fuoco del camino; tu, leone spelacchiato, farai la guardia al palazzotto e affronterai le belve che manda Oz per spaventarmi. E in quanto a te, piccolina…

Dorothy: No, brutta stregaccia! I miei amici non possono fare quei lavori! Sono un pericolo mortale per loro!

Strega dell’Ovest: Pazienza. Morti loro, troverò degli altri schiavi… Ma sai che le tue scarpette sono davvero carine? Se me le regali, vi libero tutti. Promesso!

Dorothy: Non ci credo! Non mi fido di te!

Strega dell’Ovest: Non ti fidi della mia parola?!!

Dorothy: Per niente!

Strega dell’Ovest: E allora prendi quel secchio e va a pulire tutte le stanze del palazzo! E voi, di corsa ai vostri lavori, schiavi! Marsch!

Dorothy: Ti ho detto che non possono farlo, lo vuoi capire sì o no?!

Strega dell’Ovest: Brutta sfacciata, come osi…

Dorothy: E allora tò, rinfrescati il cervello!

Le getta addosso una secchiata d’acqua.

Strega dell’Ovest: No, l’acqua no, aiuto!!! Piccola mocciosa, mi hai rovinato… E’ tremendo farsi ammazzare da una bambina… Ecco, hai visto cos’hai fatto? Mi sto liquefacendo… Sarà contento Oz! Povera me, è finita.

I cinque assistono alla scena sbalorditi.

Dorothy: E’ incredibile! Pare che abbia ucciso la Strega con un semplice secchio d’acqua… Ehi amici, sveglia, la Strega è morta! Siamo liberi!

Leone: Non sarà un trucco?

Boscaiolo: Parrebbe di no

Tutti: Siamo liberi! Siamo liberi!

Entrano, da destra e da sinistra, Scimmie volanti e schiavi.

Tutti (a turno): E’ proprio morta? Non è un trucco? Macché, si è liquefatta! E chi è stato? E’ stata Dorothy! Sei formidabile! Viva Dorothy, la nostra salvatrice! Siamo liberi! Non lavoreremo più come schiavi! Non faremo più delle malvagità! Viva Dorothy! Viva gli amici di Dorothy! Restate con noi per sempre!

Li portano in trionfo tra canti e balli.

Dorothy: Grazie amici, grazie! Ma ora, potrei chiedervi un favore?

I Scimmia: Qualunque cosa! Ci hai finalmente liberati da quella maledizione! Lo sai quanti eventi televisivi mi è costata la sua sottomissione?

II Scimmia: E’ vero. Ora ci faremmo a pezzi per te!

Dorothy: Non chiedo tanto! Vorrei solo che ci riaccompagnaste alla Città di Smeraldo. Oz ci sta aspettando.

III Scimmia: Subito Dorothy. Fidatevi di noi! Così magari nel viaggio mi dici che crema usi per il viso. Hai una pelle così luminosa!

Le tre scimmie pendono per mano i quattro amici col cane e si allontanano, mentre la folla li saluta giubilante.

La folla: Evviva Dorothy e i suoi amici! Addio, buona fortuna!

Sipario.

Scena terza

Lo studio del mago Oz.

Oz: Boh, boh… Sono quasi pentito di aver mandato quella bambina tra le grinfie della Strega. Ma cosa potevo fare?... Beh, è meglio non pensarci, tanto non rivedrò più né lei né i suoi sciocchi compagni… Piuttosto, è meglio che inventi qualche nuova fattura per impressionare i miei sempliciotti. Proviamo questa: Obladà obladì, la fortuna viene qui! Obladì obladà, la fortuna non va là! Ah ah ah!

Smeraldina entra da destra.

Smeraldina: Posso entrare, vostra grandezza?

Oz: A quanto pare sei già entrata, ficcanaso di una serva! Si può sapere perché vieni sempre a importunarmi? Bricconcella… non ti sarai innamorata di me?

Smeraldina: Non mi permetterei mai, vostra stregoneria! (Fa una smorfia di disgusto verso il pubblico). Vengo ad annunciarvi il ritorno dei quattro viandanti con cane.

Oz: Coosa?! Sono tornati?! Ma sei proprio sicura che siano loro?

Smeraldina: Certamente. Sono qua fuori e aspettano di essere ricevuti dal grande Oz.

Oz: E’ proprio vero? E come ti sembrano? Ammaccati, avviliti, scioccati…

Smeraldina: Al contrario! Sono esultatati, gongolanti, giubilanti!

Oz: E’ proprio vero?! E vabbé, falli entrare.

Smeraldina: Venite amici, il grande Oz vi aspetta ed è felice di ricevervi.

Oz: Felice! Adesso non esageriamo!

I quattro amici e Totò entrano, Smeraldina esce a destra.

Dorothy: Siamo tornati, eccellentissimo principe della magia. Abbiamo eseguito quanto ci avevi chiesto: la Strega dell’Ovest è morta e defunta!

Oz: Non ditemi che in così breve tempo siete andati, avete ucciso la strega e siete tornati!

Dorothy: Sì, maestà, perché il viaggio di andata e ritorno è durato un batter d’ali, a cavallo delle scimmie volanti!

Spaventapasseri: A prova della nostra vittoria, ecco il cappello della perfida strega.

Oz (tra sé): Allora è crepata, finalmente… (agli altri) O bravi, avete avuto proprio un bel coraggio! Accettate i miei complimenti! Ma proprio bravissimi! (Stringe loro la mano) Beh, ora si è fatto tardi… Arrivederci.

Dorothy: Come arrivederci?! Noi abbiamo mantenuto la nostra promessa. Adesso tocca a te mantenere la tua!

Oz: Ho promesso qualcosa?

Boscaiolo (arrabbiandosi): Come sarebbe a dire?!

Leone: Le faccio servilmente notare che lo disse proprio lei…

Oz: Io non mi ricordo. Comunque… se proprio insistete… con calma… penserò al da farsi. Beh, ora devo proprio andare: ho molto da fare. (Fa per accompagnarli fuori).

Dorothy (furente): Eh no, carino! Ci avevi promesso di aiutarci!

Oz (gridando): Basta, maleducati! Il grande e terribile Oz ha parlato e non si discute!

Dorothy: Ma allora vuoi prenderci in giro!

Boscaiolo: E’ vero, di tempo ne hai avuto anche troppo!

Spaventapasseri: Mi hai tolto la parola di bocca.

Totò abbaia furiosamente e tutti circondano Oz, che cade e perde il travestimento.

Boscaiolo (alzando minacciosamente l’accetta): E tu chi sei?

Oz (da terra): Io sono Oz… il grande e terribile Oz… Non fatemi del male, vi supplico…

Dorothy (indignata e piangente): Allora non sei un grande mago! Ci hai ingannati!

Oz: E’ vero, sono sempre stato un ciarlatano, fin da bambino…

Tutti (gridando): Un ciarlatano?!!!

Oz: Non urlate, vi prego, guai se vi sentissero. Risparmiatemi. Questa gente ha bisogno di me, ha bisogno di affidarsi a qualcuno. In fondo sono un buon sovrano. Per favore! Cercherò di accontentarvi per quel che posso!

Dorothy: E tu credi di cavartela cosi?

Spaventapasseri: Lo impicchiamo?

Boscaiolo: Ma no perdoniamolo, è solo un poveraccio.

Oz: Vi prego, non tradite il mio segreto! Sarei rovinato se si venisse a sapere…

Spaventapasseri: E tu, in cambio del nostro silenzio, ci esaudirai?

Oz (rianimandosi e rialzandosi): Beh, qualcosa so fare anch’io! Non faccio il ciarlatano per niente! Però, per il momento, potrò accontentare solo voi tre.

Spaventapasseri, Boscaiolo, Leone: E Dorothy?

Oz: Il suo è un desiderio molto difficile da esaudire. Dovrò pensarci molto. Ma forse troverò qualcosa…

Dorothy (piangendo): Non rivedrò più la mia zietta! (a Totò) Piccolino mio, siamo perduti!

Tutti piangono, compreso Oz.

Dorothy: Dai, accontenta i miei amici, io pazienterò.

Tutti ridiventano allegri, tranne Dorothy e Totò, che vanno in un cantuccio. Oz prende una sedia e un pentolone a destra.

Oz (cercando nel pentolone): Bene bene! Mi è rimasto ancora del coraggio. Dov’è? Oh, eccolo qua! (Tira fuori una bottiglietta). Vieni qua, Leone.

Leone: Che cos’è questa cosa?

Oz: E’ un concentrato di coraggio: leggi!

Leone: “Pozione coraggifera”. Ma cosa devo fare?

Oz: E’ semplice: devi berla!

Leone (annusa): Come puzza! (assaggia) Eh, ma fa schifo!

Oz: Appunto! Se avrai il coraggio di berla, ti verrà un coraggio da leone!

Leone: Si??? Allora mi tappo il naso e bevo! (beve tutto). Ecco, è fatta! Mi sento già coraggiosissimo! Mi batterei con i peggiori mostri!

Fa un giro sul palcoscenico tutto impettito.

Oz: Ora tocca a te, Spaventapasseri. Vedi questo sacchetto? Qui c’è un’essenza di tutte le cose grigie che ho incontrato nel mio cammino. Siediti. Ti riempirò la testa di materia grigia. (Gli sistema il sacchetto nel cappello)

Spaventapasseri: Ora sì che sono un genio! Ascoltate! Matematica: 3x2… 32! 5 alla seconda… niente! Storia: i Sumeri… son tutti morti! Geografia…

Oz: Basta con questo sfoggio di cultura! Vieni tu, Boscaiolo. (Tira fuori dal pentolone un grande cuore dorato). Eseguiamo questo trapianto. Non ti farà male.

Boscaiolo: Non preoccuparti: son pronto a tutto.

Oz: Bene, operiamo: colla… metallo fuso… Fatto! Ora si può davvero dire che hai un cuore d’oro!

Boscaiolo: Sentite, amici, come palpita il mio cuore! Sento che mi sto già innamorando. Dov’è Smeraldina? (Mentre cerca Smeraldina, vede Dorothy). Suvvia, Dorothy, non essere così triste. Mi spezzerai il cuore.

Spaventapasseri: Ora che sono un genio, risolverò io il tuo problema!

Leone (al pubblico): E’ proprio questo che mi preoccupa…

Oz: Se tu accettassi di restare con noi, saresti la reginetta della Città di Smeraldo.

Boscaiolo: Pensa, Dorothy, staremmo insieme per sempre.

Leone e Spaventapasseri: Sì, dai!

Dorothy (battendo un piede per terra e alzando la voce): Io voglio tornare a casa mia, non l’avete ancora capito?! (Totò guaisce).

Oz: Cara bambina, il tuo è un problema complesso. Vediamo cosa si potrebbe fare… Magari con una mongolfiera potremo cercare di raggiungere il Kansas… Già, ma considerando le correnti… uhm, rischieremmo di finire in Alaska…

Squilla un cellulare: suoneria solenne.

Oz: Oh, scusate, dev’essere il mio. Sì, pronto! Chi parla?

Fuori scena la voce della fata Glinda.

Glinda: Come, chi parla? Non hai memorizzato il mio numero? Sono Glinda, la buona Strega del Sud!

Oz: Oh, Glinda, carissima collega…

Glinda: Beh, collega… Senti, è un po’ che vi osservo dalla mia sfera magica digitale, e mi sembra impossibile che tu non ci abbia ancora pensato.

Oz: A cosa?

Glinda: Ma al potere delle scarpette d’argento! Non dirmi che non conosci il segreto delle magiche scarpette!

Oz: Veramente…

Glinda: Che mago da strapazzo! Battendo tre volte i tacchi e nominando il luogo in cui desidera andare, Dorothy verrà rapita da un vortice e ci arriverà in un baleno.

Dorothy e i suoi amici, che hanno ascoltato tutto, esultano.

Oz: Ma va?! Scusami, toglimi una curiosità: perché non hai chiamato la prima volta che questi si sono fatti vivi?

Glinda: Eh già, e allora chi avrebbe fatto fuori quella megera della Strega dell’Ovest? Se aspettavo te, razza di ciarlatano… A proposito, ora che si è scoperto chi sei veramente…

Oz: Come?! Scusa, non ti sento. Ci dev’essere un’interferenza. (Mette giù). Accidenti, è caduta la linea! Beh, avete sentito.

Dorothy: Sì, tutto è risolto. Hai sentito, Totò! Evviva! Rivedremo gli zii!

Totò salta e abbaia festosamente.

Dorothy: Amici miei, è venuto il momento di salutarci.

Spaventapasseri: Oh, Dorothy, sono stato tanto felice con te. Addio.

Boscaiolo: Sei una bambina col cuore d’oro. Ti ricorderò per sempre.

Leone: E’ stata così gentile lei con me… Addio anche a lei, signor Totò!

Oz: E’ stato bello conoscerti, Dorothy. Ma ora, su, batti le scarpette.

Dorothy (mettendosi al centro ella scena): Addio, amici, mi mancherete!

Boscaiolo, Spaventapasseri, Leone, Oz: Addio Dorothy, e buona fortuna!

Buio in scena. Solo Dorothy è illuminata.

Dorothy (batte tre volte i tacchi): Voglio tornare nel Kansas!

Buio completo, lampi, rumore del ciclone.

Scena quarta

Scena del Kansas. Ciclone. Entrano da destra e da sinistra i personaggi che interpretano il ciclone e depositano la casetta al suo posto. Il ciclone termina. Entrano, da sinistra, lo zio Enrico e la zia Emma, più curvi e grigi di prima.

Zia Emma: Hai visto, Enrico? Sembrava lo stesso ciclone che ci ha portato via Dorothy.

Zio Enrico: Ma quella non è la nostra casetta?!

Zia Emma: E’ vero! E’ ritornata!

Zio Enrico: Magari fosse tornata Dorothy, piuttosto…

Escono dalla casetta Dorothy e Totò.

Dorothy: Zia Emma!!!

Zia Emma: Dorothy!!!

Dorothy: Zio Enrico!!!

Zio Enrico: Dorothy!!!

Zia Emma: Totò!!!

Totò abbaia e salta da tutte le parti. Tutti si abbracciano e piangono commossi. Entrano, da destra e da sinistra, i due personaggi che interpretano il ciclone.

I personaggio: E vissero nel Kansas felici…

II personaggio: …e piangenti!

Sipario.

Fine