Il malandrino vedovo chiamato Trampagos

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Farsa in un atto

di Miguel De Cervantes y Saavedra

da FARSE SPAGNOLE del secolo d'oro

Edipem Novara 1974

PERSONAGGI

TRAMPAGOS

VADEMECUM, suo servo

CICHIZNACHE

RIPULITA

CUTRETTOLA

TRACAGNOTTA

JUAN CLAROS, ruffiano

UNO

PRIMO  SUONATORE

SECONDO  SUONATORE

ESCARRAMAN

Entra Trampagos, in mantello da lutto, e con lui Vademecum, suo servo, con due spade da scherma.

Trampagos    Vademecum!

Vademecum               Signore?

Trampagos                Hai le spade da scherma?

Vademecum               Signorsì.

Trampagos                Bene. Mettile qui e va a prendere la sedia con la spal­liera1, e  gli altri sedili di casa.

Vademecum               Quali? Ce n'è, forse, in casa?

Trampagos                Porta il mortaio capovolto, lo scudo, e il cavalletto del letto.

Vademecum               È paralitico: gli manca una zampa

Trampagos   Ed è un difetto?

Vademecum               Non dappoco! (Esce )

Trampagos    O Pericona, o Pericona mia! Mia e di tutto il Distretto! Venne infine il tuo giorno! Io son rimasto e tu sei partita, e il peggio è che non so per dove... Benché da quello che è stato il corso della tua vita, ben si può piamente dedurre che tu adesso ti trovi... no, non so decidermi a fissarti un posto nell'altra vita. Ma la mia, senza di te, mi sembrerà morte! Oh, perché non mi trovai al tuo capezzale quando rendesti l'ultimo respiro all'aria. che l'avrei raccolto con le mie labbra e depositato nel mio illibato stomaco!  Miseria umana! Chi può fidare in te? Ieri fui Pericona, oggi fredda cenere!, come disse un poeta celeberrimo.

Entra Cichiznache, malandrino.

CichiznacheSor Trampagos mio è mai possibile che vossignoria sia tanto nemico suo da nascondersi e occultarsi, e da celare sotto codesto luttuoso mantello il sole della malandrineria? O sor Trampagos, tregua ai gemiti. Basta di sospiri. Muti le fluenti lagrime in elemosine, messe e preghiere per la gran Pericona, che Dio l'abbia in gloria! Cotesto importa più che lagrime e sospiri!

Trampagos    Ella ha ciarlato come un santo padre, signor mio Cichiznache!  Ma in attesa che le cose mie prendano un'altra direzione afferri una di queste spade e proviamo una stoccata nuova.

CichiznacheNon è tempo di stoccate questo, messer Trampagos! Piovono o debbono piovere le condoglianze a scroscio, e ci dob­biamo occupare di scherma?

Entra Vademecum con la sedia, vecchissima e rotta.

Vademecum    Benissimo, per la mia vita eterna! Chi distoglie il mio padrone dalle stoccate e dalle parate, gli sottrae giorni di vita!

Trampagos    Va a prendere il mortaio e i cavalletti, e non dimenti­carti dello scudo. Vademecum.

Vademecum    E porterò anche lo spiedo, la padella e piatti. (Esce di nuovo).

Trampagos    Poi proveremo una botta rara, e credo anzi unica. Ma il dolore per la morte dell'angelo mio lega le mani e ottunde i sensi tutti.

Cichiznache              Che età aveva la compianta defunta?

Trampagos                Trentadue anni ebbe, per le vicine e le amiche.

Cichiznache              Fresca età!

Trampagos    Per dire la verità, ne aveva cinquantasei. Ma che mera­vigliosa abilità aveva di togliersi anni di dosso! Che tinture di canizie! Che riccioli d'argento tramutati in oro! Il sei del mese prossimo saranno quindici anni ch'era diventata la mia ganza, e mai mi causò risse né pericolo di sferzate sulla schiena. Quindici Quaresime, se conto giusto, trascorsero per la poveretta comincian­do dal giorno in cui divenne la mia cara e grata gioia; e in tal tempo trenta e più sermoni dovette sciropparsi1, ma per amor mio resistette a tutti, come salda roccia di fronte alle onde del volubile mare! Quante volte la poverella, uscendo sudata e risudata da difficili assalti di gridi, preghiere e suppliche, mi disse: « Piaccia al cielo, Trampagos mio, che vada a sconto dei miei peccati quel che soffro ora per te, dolce mio bene! ».                     

CichiznacheGlorioso trionfo! Esempio raro di fermezza immortale! Il cielo le sarà stato premio!                                      

Trampagos                Chi  ne dubita? Mentre  sopportava le prediche i suoi occhi non versarono mai una sola lagrima, quasi che la sua anima fosse fatta di sparto o di pietra pomice.

Cichiznache              O donna degna di greche e romane lodi!  E di che morì?     

Trampagos   Di  che?  Quasi di niente. I medici  dissero che aveva malconci gli ipocondri e i fegati, ma con l'acqua di taray1 avrebbe potuto campare settant'anni, se l'avesse bevuta.

Cichiznache              Non la prese?

Trampagos    Morì.

Cichiznache Fu una  sciocca.  Fino al giorno del  giudizio doveva berla, così sarebbe vissuta fino ad allora. Ma fu un errore non farla sudare2.

Trampagos    Undici volle sudò!  

(Entra Vademecum con i sedili suddetti.)                               

Cichiznache. E non le fece mai bene?

Trampagos   Quasi ogni volta che sudava diventava bella come un giuggiolo verde e sana come una mela o una perùggine.

Cichiznache  Mi dicono che avesse certe fontane sulle braccia e sulle gambe.

Trampagos    Era un Aranjuez, la infelice3. Oggi, comunque, la cosid­detta terra si nutre della di lei candida carne, fra le più belle che mai le sue viscere abbiano racchiuso; e se non fosse che da un paio d'anni a questa parte cominciò a puzzarle l'alito, abbracciarla era lo stesso che abbracciare un vaso di garofani e di basilico.

Cichiznache  Dovette essere la carie o l'èrpete che rovinò le perle della sua bocca, voglio dire i suoi denti e i suoi molari.

Trampagos                Una mattina si svegliò priva di essi.

Vademecum               È vero; ma la causa fu che si era già coricata senza. Di quelli veri gliene contai fino a cinque; di falsi, ne nascondeva dodici in bocca.

Trampagos    Chi ti autorizza a ficcare il naso in queste cose, scimunito?

Vademecum                Attesto verità.

Trampagos                 Cichiznache, adesso mi è chiara in  mente la botta se­greta che ti dicevo prima. Riprendi la spada e rimettiti com'eri.

Vademecum     Basta! Si fermi l'esercitazione a questo punto. Arrivano moscerini attirati dal dolce:  ecco la Ripulita, la Cutrettola, la Tracagnotta e il capoccia del bordello, Juan Claros.

trampagos                Entrino in  buon'ora! Avanti, e siano centomila volte benvenuti!

Entrano la  Ripulita, la Cutrettola, la Tracagnotta e il ruffiano Juan Claros

Claros           Altrettanto dico a sor Trampagos mio!

Ripulita        Voglia il cielo cambiare  l'oscurità vostra in chiarissima luce!

Cutrettola              Possano gli occhi miei vedervi scuoiato da codesta buia e triste pelle! 1

Tracagnotta    Gesù,  che notturnino fantasma!  Via, via, per carità!   

Vademecum               Fate le smorfiose, eh?               

Trampagos    Sarei un Polifemo, un antropofago, un troglodita, un barbaro Zoilo2, un caimano, un caraibo, un mangiacristiani, se mi vestissi altrimenti, in tanta sventura!           

Claros           Ha ragione!

Trampagos    Ho perduto una miniera potosisca3, un muro dell'edera delle mie insufficienze, un albero dell'ombra dei miei dolori?

Claros           Un vero pozzo d'oro, era la Pericona!

Trampagos    Sedersi a prima sera, e ritrovarsi, all'ora in cui si chiude il bordello, con sessanta svanziche in monete sonanti è forse cosa da niente? E tutto codesto ho perduto, perdendo colei che ormai imputridisce!

Ripulita          Confesso il mio peccato: ho sempre invidiato la sua meravigliosa diligenza. Io non son capace di far di più: faccio quel che posso, ma non quel che vorrei.

Cutrettola   Non affliggerti, che riesce meglio chi è aiutato da Dio, che non chi si alza presto la mattina. Tu m'intendi.

Vademecum    Il proverbio cadeva qui a proposito! Dio vi conceda il dono del sonno, bestione!

Tracagnotta           Al mondo stiamo; non fece Dio nessuno che non aiutas­se. Poco valgo, ma infine pranzo e ceno, e il mio ganzo va vestito come un damerino, grazie a me. Nessuna è brutta, se ha del brio; brutto è il diavolo!

Vademecum    La Tracagnotta si è difesa molto bene; e ancor meglio avrebbe fatto aggiungendo che è fanciulla e putita, che lo è in modo eminente!

Cichiznache              A me duole molto vedere Trampagos così afflitto.

Trampagos    Questo mantello indossai; le mie due lanterne in alam­bicchi mutai4.

Vademecum               Alambicchi  di  grappa?

Trampagos                Tanto ti pare che io beva, figlio di malafemmina?

Vademecum    Quanto a « scolature », può battere di quindici lun­ghezze le lavandaie del ponte di Segovia. Che cosa può piangere, dunque, se non grappa?

Claros           Io sono del parere che il gran Trampagos ponga fine al suo continuo pianto e ritorni al sicut erat in principio, voglio dire alle sue dimenticate gioie; e si prenda un gioiello che gli faccia smettere le vesti di lutto, giacché è bene che il vivo vada alla pagnotta, come il morto va alla tomba.

Ripulita        Censorino Catone è Cichiznache!1.

Cutrettola  Io sono piccola, Trampagos, ma grande è lamia volontà di servirti. Non ho uomo, e possiedo ottanta reali.

Ripulita          Io cento, e sono disponibile e niente scema.

Tracagnotta   Io ne ho ventidue, e forse anche ventiquattro, e  non sono stupida.

Ripulita          Gesù mio! La Cutrettola e la Traccagnotta vorrebbero competere con me? Tu, piccola biscia di fildiferro, e tu, pezzo di citrulla, volete battervi con me a singolar tenzone?

Cutrettola              Per la vita eterna delle ossa di mia nonna, madama Sci­munita, sbuccianespole, tu che vali quanto un feluz moresco2, hai il coraggio di considerarti superiore a tutte, angioletto d'un  pidoc­chio inamidato?

Tracagnotta   Non certo superiore a me, che non tollero pesi che non mi s'adattino e mi convengano!

Claros           Attenzione, che  io difendo la Cutrettola.

Cichiznache              Attenzione, che la Ripulita si trova sotto le ali della mia protezione!

 Vademecum              Qui fu Troia!3 Adesso si sbudellano! Adesso saltano fuori gli arnesi dal manico giallo!4Qui, ripeto, fu Troia!

Ripulita          Cichiznache, non ho bisogno di nessuno che mi difenda! Levati di mezzo, la giustizia me la faccio da me, graffiando con le mie mani peccatrici quel muso da melacotogna con la febbre quartana!

Claros           Ripulita, rispetta il gran  Juan Claros!

Cutrettola              Lasciala fare!  Lasciala che mi si avvicini, quella faccia di ciccia male impastata!

Entra Uno in fretta e furia:

Uno                 La polizia, Juan Claros, la polizia!  Un pizzardone sta venendo giù per la via! (esce di corsa.) 

Claros           Corpo di mio padre! Non sto più qui un istante!

Trampagos   Fermi tutti! Calma!  Il pizzardone è amico mio, non si deve temerlo.

Uno                 (entrando di nuovo)    Non viene qui: ha tirato diritto  (Esce.) 

Cichiznache L'anima mi ballonzolava nel corpo. Sono condannato al confino.

Trampagos   Anche se fosse venuto qui non sarebbe successo nulla, credete a me. Quello sbirro non fiata: è stato unto.

Vademecum   Tregua dunque alla disputa e sia il mio padrone a scegliere colei che meglio gli va o gli viene1.

Ripulita          Io ne sono contenta.

Cutrettola              Ci sto anch'io.

Tracagnotta           Io pure.

Vademecum               Grazie sieno rese al cielo, che a male così grande ho trovato degno rimedio!

Trampagos                Mi annoio, e scelgo.

Tracagnotta           Dio ti guidi.

Ripulita          Se ti annoi, Trampagos, anche la scelta sarà annoiata

Trampagos                Ritiro la parola: scelgo senza annoiarmi.

Tracagnotta           Dio ti  guidi.

Trampagos                Dico che scelgo la Ripulita.

Claros           Col suo pane se la mangi2, Cichiznache.

Cichiznache      E anche senza pane: è saporita in tutti i modi!

Ripulita          Sono tua. Marcami su queste due guance un chiodo e una S3.

Cutrettola              Fattucchiera!

Tracagnotta           Ha avuto fortuna, nient'altro! Ma non invidiarla, per­ché Trampagos non è molto cattolico, se ieri ha sotterrato la Pericona ed oggi l'ha bell'e dimenticata!

Ripulita          Dici  benissimo.

Trampagos    Piega questo mantello, Vademecum, e di' al capo del bor­dello se ti può prestare su di esso una dozzina di reali.

Vademecum               Credo di averne io quattordici.

Trampagos    Allora fila di gran corsa a prendere sei fiaschi del mi­glior vino. Mettiti le ali ai piedi.

Vademecum    E anche sulle spalle.

Parte Vademecum col mantello, e Trampagos resta col solo vestito.

Trampagos    Per Dio, se mi tenevo ancora indosso quel mantello, domani potevano sotterrarmi!

Ripulita          O luce di queste luci che sono tue, come stai meglio con codesto abito, piuttosto che con quel mantello scuro e ma­linconico!

Entrano due suonatori, senza chitarre.

Primo Suonatore      Qui c'è odor di fiaschi, e per questo il mio compare ed io siamo arrivati.

Trampagos                Sia alla buon'ora. E le chitarre?

Primo Suonatore   In bottega son  rimaste1. Può andare a prenderle Vademecum.

Secondo Suonatore    Vada... no, vado io a prenderle. (Esce.) 

Primo Suonatore      Sta bene; e dica alla mia metà che se viene qualcuno al rapio rapis 2, lo faccia aspettare un momento, che io non faccio che scolarmi sei sorsate, cantare due canzonette, e vengo subito; che già il signor Trampagos, da quel che capisco, vuol spassarsela.

Torna Vademecum.

Vademecum   Il vino è pronto di là.

Trampagos                Servilo.

Vademecum               Non c'è bicchiere.                                 

Trampagos                Dio non te ne regali!  Il corno da orinare non è stato ancora mai usato; portalo, che il cielo ti maledica, che basteresti a disonorare un duca.                                      

vademecum   Si calmi, che non mancheranno i bicchieri né le coppe, dovessero essere quelle delle carte3. (A  parie.)   Certo costui è un bel ciurmadore!

Entra un tale, con la catena sulla spalla, come un ex galeotto, e si mette a guardare tutti molto attentamente, e tutti guardano lui.

Ripulita          Gesù! Chi vedo mai? O è una visione?... Non è Escar­ramàn? Ma sì, è lui! Escarramàn dell'anima mia, vieni fra le mie braccia, tesoruccio, colonna della malavita!

Trampagos    Escarramàn, Escarramàn amico mio! Che cosa ti suc­cede? Sei forse una statua? Rompi il silenzio e parla agli amici!

Cutrettola   Che abito è codesto? E che catena? Sei forse un fan­tasma? Ti tocco, e sei di carne ed ossa!

Tracagnotta           È lui, amica; non può negarlo, benché continui a tacere.

Escarramàn              Sì, sono Escarramàn, e state attenti al breve racconto della mia lunga storia.

(Torna il Barbiere con due chitarre, e ne dà una al compagno.) 

La galera dove la furia di un giudice mi aveva messo, a far da capovoga sulla fiancata sinistra, naufragò sulla costa di Barberia e non feci che mutare di sventura e di pri­gionia. Rimasto schiavo dei Turchi, un paio di mesi dopo piacque al cielo che riuscissi a impadronirmi d'una galeotta; e così fui libero, e sono di nuovo mio! Ho fatto voto e inviolabile promessa di non cambiarmi d'abito né di deporre questo carico finché non li avrò appesi alle sante mura d'un santuario del mio paese, dedicato a sant'Emiliano della Cocolla. Tale è il racconto della mia singolare storia, degna di essere ricordata dai posteri. Ma come starà la mia amata Méndez? Vive ancora?

Claros           A Granata si trova, e sta benone

Cichiznache              L'ama ancora, il poveraccio!

Escarramàn  Che cosa si è detto di me in questo mondo, mentre le mie sventure e le mie venture mi trattenevano nell'altro?

Tracagnotta           Centomila cose. I teatranti ti hanno appeso alla forca.

Cutrettola   I ragazzi hanno fatto frittata delle tue ossa e midolla.

Ripulita          Ti hanno persino fatto diventare divino. Vuoi di più?

CichiznacheCantano di te per le vie e le piazze; ti ballano nei teatri e nelle case. Hai dato da fare ai poeti più che Troia al mantovano Titiro!1

Claros           Nelle stalle ti odono risuonare.

Ripulita          Le serve ti lavano al fiume, gli stallieri ti strigliano

CichiznacheIl cimatore di panni ti tosa con le sue forbici; sei più famoso del puledro bigio!2

Tracagnotta           Alle Indie son giunti i tuoi applausi, a Roma si son lamentate le tue disgrazie, per te si sono consumati scarpini sine numero.

Vademecum    Vivaddio, che ti hanno tritato come il ligustro e smi­nuzzolato come i fori, e il tuo nome risuona più spesso che il naso di un moccioso3. Tutti i balli che hanno dilettato il passato ti hanno mosso lite chiedendo per te una dura condanna; ma tu li hai sconfitti clamorosamente,

EscarramànPur di aver fama, son disposto a farmi fare a pezzi. Per essa brucerò il tempio di Efeso!1

I musici suonano all'improvviso, e cominciano a cantare questa romanza:

Uscì infine di galera

Escarramàn il bravo,

a stupor della sbirraglia

e per bene del suo male.

Escarramàn  Mi volete provocare, eh? Credete che abbia dimenticato come ci si diverte? Ma io sono più svelto di prima, e se non ci cre­dete, tastatemi! Suvvia, pronti per il ballo!

Cutrettola   O fiore e frutto dei ballerini! Quanto più bello sei così!2

Vademecum               Libero e svelto...

Claros           Darà lustro alle nozze di Trampagos.

Escarramàn              Suonate e vedrete. Di argento vivo, mi sento!   

Suonatore     Accompagniamolo con tutti gli strumenti, e non sarà pos­sibile sbagliare.

Escarramàn              Suonate, che i piedi e le gambe mi prudono.

Ripulita          Muoio dalla voglia di vederlo zompare.

Suonatore                Attenzione tutti quanti!

Cichiznache              Siamo pronti!

       

Cantano.

Uscìinfine di galera

Escarraman il bravo,

a stupor della sbirraglia

e per bene del suo male.

Si mostra di nuovo al mondo

la sua somma abilità,

la sua sveltezza, il suo brio,

la sua gagliarda presenza.

Se manca  la Coscolina,

può farne bene le veci

la Ripulita, olezzante

più che il fiore della zagara;

e mentre sta per cantare

la senza pari Cutrettola,

Escarramàn cominci

il ballo della gagliarda1.

Suonano la gagliarda; Escarramànla danza, (la sua parte deve farla un ballerino), e dopo qualche giro di ballo si continui la romanza:

La Ripulita cominci

col suo brio a scivolare,

poiché è stata la prima

a venircelo a mostrare.

Escarramàn la accompagni,

e la Cutrettola anche

con Cichiznache, e Juan Claros,

il galante, con la Tracagnotta.

Vivaddio, tutti bravissimi!

Non si può desiderare

più sveltezza e più garbo,

miglior ritmo e abilità.

Forza, ragazzi, forza!

Non si possono trovare

altre guaglione e altri  bulli

che ballino meglio di noi!

Come volano le mani!

Ci si accosta e ci si sfugge

con stupendi labirinti

fatti d'entrate e d'uscite.

E ora cambiate il ballo,

che io lo saprò suonare:

il canario o le gambette,

il gliela dànno al Villano;

sarabanda o zambampalo,

il menedispiace ed altri;

e il Re don Alfonso il Buono,

gloria dell'antichità2.

Escarramàn Se mi suonate il canario,

solo lo voglio ballare.

Suonatore    Io lo suonerò d'argento,

tu d'oro lo ballerai!

Suona il Canario e lo balla Escarramàn da solo; finito di bal­larlo, dirà:

Escarramàn

Venga il Villano campestre,

con la cipolla ed il pane1;

 e accompagnatemi in tre.

Suonatore

San Giovanni ti benedica.

Ballino il Villano, come meglio lo sappiano; finito il quale chieda Escarramàn il ballo che più gli piaccia. Finito questo, Trampagos dirà:

Trampagos    Le mie nozze sono state celebrate meglio di quelle del paladino Orlando.  Dicano tutti con me: Viva, viva Escarramàn!

Tutti               Viva! Viva!


1   Abitualmente, nelle case dei poveri, ce n'era una sola, riservata agli ospiti di riguardo. Gli altri sedili, erano sgabelli o scanni senza spalliera.

1   In quaresima le donne di malaffare erano obbligate ad assistere a varie speciali  funzioni  religiose, durante le quali venivano esortate a cambiar vita.

1   Decotto di cortecciadi tamarisco, usato come medicinale.

2   Le malattie veneree si curavano facendo sudare i pazienti.

3   I giardini del palazzo reale di di Aranjuez sono abbelliti da molte fontane. Si può immaginare di che genere fosserole « fontane » che la Pericona aveva sulle braccia e sulle gambe.

1   Si riferisce naturalmente, (come la battuta precedente e la seguente), al nero mantello di lutto che indossa Trampagos.

2 Sofista greco (intorno al 400-320 a.C), che criticò aspramente le tradizioni dei poemi omerici.  Con il suo nome oggi si vuol indicare il critico ansioso.

3   Aggettivo burlesco formato da Potosí, famosa  miniera boliviana di argento.

4   Nell'immaginoso linguaggio del bullo,  le lanterne sono gli occhi. Trampagos dice quindi che i suoi occhi sono diventati alambicchi, cioè stillano lagrime.

1   Il testo dice « Zonzorino Catón »  in cui il primo termine, volendo ovviamente alludere a Catone il Censore, è una buffa alterazione da zonzo, scemo.

2   Moneta moresca di infimo valore.

3 Espressione proverbiale, equivalente a « che macello », e simili.

4   I coltellacci propri dei macellai, molto usati anche dai pícaros.

1   Nel testo, gioco intraducibile fra le cuandre e le esquine: « gli quadri » (cioè  « gli piaccia »), e un verbo umoristico formato da esquina (angolo).

2   Espressione proverbiale equivalente  a « buon  pro gli faccia ».

3   Era il marchio della schiavitù, impresso sulle guance col ferro infuocato.

1   Come si capisce anche dalla battuta seguente, il suonatore era un barbiere.

2   Il faceto barbiere adopera il verbo latino nel suo vero significato ma in quello di rapare.

3 Abbiamo cercato di rendere alla meglio uno dei tanti giochi di parole dell'originale, fra copa nel significato di bicchiere e copa nel senso di cupola del cappello.

1   Tutte queste battute e le seguenti si riferiscono al ballo, detto appunto Escarramàn, che ebbe molta voga al principio del XVI secolo e che, forse, fu veramente chiamato così da un picaro,  protagonista anche di romanze popolari.

2   Allusione alla romanza  « Sellatemi il puledro bigio », famosa in quel tempo.

3   Cerchiamo di rendere alla meglio un gioco di parole dall'originale, basato sul  doppio significalo di sonar: suonare ed essere famoso.

1   Allusione al gesto di Erostrato che, per procurarsi la fama, incendiò nel 356 a.C.  il tempio di Artemide Efesia.

2   Intende senza mantello e senza catene.

1   Famoso ballo aristocratico che, a quel tempo, era però già popolarizzato.

2   Tutti  balli allora  molto noti.

1   Il ballo del Villano era di solito accompagnato da una canzoncina popolare che cominciava;   « Gliela dànno al Villano / la cipolla col pane ».