Il malocchio

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VITA DI PARROCCHIA II

IL MALOCCHIO

COMMEDIA IN VERNACOLO SICILIANO

IN DUE ATTI

Di NUNZIO COCIVERA

PERSONAGGI:

U dutturi

40/50 anni

A maiara – Adelina

45/50 anni – molto bella

A nonna Ciccina

65/80 Mamma di Liberata

Don Cicciu

55 anni – u sindicu

Libirata

50 anni – moglie di Cicciu

Nunziu

20 anni – figlio di Cicciu e Libirata

prete

Qualsiasi età

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Se si vuole si possono aggiungere comparse che vanno al capezzale del morto.

La scena si svolge in un paese della Sicilia negli anni 90, in casa dell’ex sindaco Don Cicciu. Per molti anni è stato sindaco del paese e tutti lo chiamano “U SINNICU”.

I° ATTO

All’apertura del sipario, in scena nel lettino c’è “u sinnicu” che si lamenta a piacere, sotto un lenzuolo. Nella stanza oltre il letto, mobilia a piacere.

Scena fissa: Entra il Prete con la tonaca

PRETE           Bungiorno!

SNNICU         Nautra vota cà è ? Non dissi chi non vinia chiù ?

PRETE           Sono ritornato per farlo ragionare.

Sinnicu            Io ragiunu e bonu ! Ormai chi sacciu chi e moriri, minnivulia iri

                        In grazia di Diu; ma lei non mi voli iutari !

PRETE            Ma lei è sano come un pesce !  Si è solo rincretinito credendo a

                        Malocchi  e fatture !

SINNICU         Insomma, mu  voli stricari l’oghiu santu ? Oppuri minneiri

                        Drittu unni lucifiru!

PRETE            lei si ha fatto beni nta so vita bene  riceverà,se haq fatto male male

                        Riceverà, raccoglierò ciò che ha seminato.

SINNICU        a  volte ho fatto beneficenza !


PRETE           Bene, far del bene porta bene !

SINNICU        U facissi puru lei un po’ di bene; visto chi minneiri mi mannassi

                         In paradisu.

PRETE            Non tocca a me farlo ; ma nel suo caso è difficile che ci possa andare!

SINNICU       Picchi ?

PRETE           Lei è un politicu inoltre e anche un sindacalista.

SINNICU       cosa centra ?

PRETE          Ne i politici ne i sindacalisti vanno in paradiso !

SINNICU      Sintemu comu mai ?

PRETE             Ingannate i lavoratori ingannate gli elettori, quasi sempre

                         E poi mazzette intrallazzi, inciuci aprono le porte dell’inferno

                    

                         Cosi pure le superstizioni, inoltre girano tante bustarelle in politica !

SINNICU       Poi sugnu io chi dicu critinati, ca facemu a gara a cu i spara chiù rossi !

PRETE          Dico solo ciò che penso !

SINNICU      Puru in chiesa girano bustarelle

PRETE          Come ?

SINNICU      Ogni battiu cresima cumunioni matrimoniu e funerali ci voli a busta

                      Pu parrinu  !  Inoltre a so cricca fa chiù politica di politici.

PRETE           L’entità e diversa, e poi quelle sono donazioni  alla parrocchia oboli !

SINNICU      Chiddi e politici puru su oboli donazioni !

PRETE          nel vostro mondo è la prassi  !

SINNICU      Picchi nto so su compassi !!!

PRETE         Cambiamo argomento.

SINNICU     Forsi è meghiu; torniamo al malocchio, mi sta portando alla morte !

PRETE        Lei è un cretino, fa discorsi di cretino,si muore di malattia di

                    Vecchiaia ,  non di malocchio !

SINNICU     U sapi picchi i parrini non ci criditi ho malocchiu ?

PRETE         Perché  ?

SINNICU      Pu   stissu motivu chi non vinnipoti, non vi mpiccia u malocchiu.

PRETE              sentiamo quale sarebbe  il motivo , se non la fede ?

SINNICU      Picchì  cu sa vesti nira comu e corvi, siti fora malocchiu !

PRETE        Lei  dice enormi cretinate !

SINNICU     Anzi puttati puru mali !

PRETE        Lei  è un cretino, e fa discorsi da cretino!

SINNICU     Io sarò un cretino, ma staiu murennu e lei non mi voli

                     Iutari, è un suo dovere aiutare le pecorelle della sua parrocchia !

PRETE         Lei sarebbe  una pecorella smarrita ?

SINNICU     Certu !

PRETE         Lei è un muntuni, anzi un crapuni smarrito !

SINNICU       Lei mette il dito nella piaga  ? O allude alle corna ?

PRETE          Di che corna parla, Degli animali che ho citato ?

   IO  mi scuso, ho esagerato, ma lei mi irrita  .

SINNICU       IO sugnu masculu lei no, apposta non ni capemu !

PRETE          Ma cosa cavolo intende dire  ?

SINNICU       Haiu sempri pinsatu : i parrini puttati a vistina, e non siti fimmini,

                       non ci iti a fimmini , perciò non siti masculi ,siti neutri  !

PRETE          Come ci ha definiti ?

SINNICU      Neutri  !  ne masculi ne fimmini !

PRETE         Lei farnetica, delira è un  emerito  cretino !

SINNICU      Stavota mu meritu, veru né   non  siti tutti neutri, tanti so

                  

                      Culleghi vannu sia a masculi chi a fimmini  !

PRETE         Lei non solo è cretino è un emerito ignorante !

SINNICU     Veru siamo tutti un po’ ignoranti  !

PRETE         Non  in quel senso; lei lo è perché è cretino:

SINNICU      Meghiu cretinu chi parrinu !

PRETE         Vado via lei mi sta facendo peccare !

SINNICU      Io u fazzu peccare, i parrini naviti piccati chiossa di tutti.

PRETE         Vado , vado che è meglio  (Fa per uscire)

SINNICU      Sinnivà così  , non mi cunfessa ?

PRETE          Se vuole la confessione, venga in chiesa domenica  !

SINNICU       Duminica, cu ci riva, io sugnu già mortu un mortu chi parra;

                       Si po’ giucari i numira,  47  e 36 ,ambo.

PRETE          Io non gioco, ma siccome lei da i numeri , gli voglio dare un numero

        

                     Pure io così si gioca il terno .

SINNICU     Chi numiru ?

PRETE          Il  numero 22

SINNICU       U vintidui chi numiru è 

PRETE          22  il cretino.

SINNICU      Grazii, u parrinu fa 28 e parrinu mottu 19.

PRETE          Mi  augura di morire ?

SINNICU      Puru i parrini morinu; non si sa mai, facemu u viaggiu assemi !

PRETE         Anche se fosse ,non faremmo sicuramente lo stesso percorso

                     Percorremmo vie diverse.

SINNICU      Picchì lei è raccumannatu pu paradisu ?

PRETE      Non voglio essere ripetivo; vado via è meglio.

SINNICU    Acqua e ventu ! (entra la moglie)

LIBIRATA   Supra o to culu !  Lo perdoni reverendo.

PRETE         Lo perdono perché dice cretinate !

LIBIRATA   lo accompagno  (escono)

SINNICU      Stu corvu niru mi fa moriri senza estrema unzione ne confessione !

LIBIRATA:      Cicciu  Va nta chiesa e ti cunfessi !

SINNICU:        Pi tia Don Cicciu

LIBIRATA:      U sacciu pi mia Don Cicciu e pi l’autri Don Cicciu U Sinnicu! Avi 15 anni chi non si chiù sinnicu

SINNICU:        Pi cuppa tò! Non mi dasti u votu!

LIBIRATA:      L’ultima volta chi ti mittisti in lista non ti vutà picchè eri finito politicamente e vutà pi me frati

SINNICU:        Chi non ci ‘nchianò

LIBIRATA:      Iddu pigghiò 77 voti tu sulu u tò!

(BUSSANO O SUONANO)

SINNICU:        Vidi cu è, moviti

(LIBIRATA ESCE E RIENTRA COL DOTTORE)

DUTTURI:       Signor sindaco come sta? Come si sente?

SINNICU:        Sugnu ormai morto è giuntala mia ora, lei può già fare il certificato di morte!

DUTTURI:       Non sia ridicolo, non ha nulla, abbiamo fatto gli esami, ricorda… ha cose non gravi, non può morire con le patologie che ha!

LIBIRATA:      Si vulia fari dari l’estrema unzioni du parrinu, chinnisapi!

DUTTURI:       E il prete cosa gli ha detto?

LIBIRATA:      Chi è un cretinu!

SINNICU:        Vuautri non capiti, non sapiti, chidda mi dissi “non supiri u misi i settembri” ora è l’ultimu iornu!

DUTTURI:       È tanto che è cosi demoralizzato?

LIBIRATA:      Tuttu u misi

DUTTURI:       Ma è ridicolo!

SINNICU:        Io sugnu prontu, a morti arriva prima ho poi, a 55 anni è prestu, ma ormai mi ficiunu u malocchiu! A cannila si sta stutannu

DUTTURI:       U primu cittadinu sindacalista non può essere superstizioso e credere a queste baggianate

LIBIRATA:      Iddu è chiù ngnuranti di l’autri

SINNICU:        Ngnoranti si tu perché ignori i fatti 15 anni fa mi dissi chi mi avia fattu u malocchiu pi du fatto? E u fattu fu fattu! Quantavi chi non fu fattu du fattu?

LIBIRATA:      15 anni!

SINNICU:        Lo confermi

LIBIRATA:      Purtroppu!

SINNICU:        Poi mi fici u malocchiu politicu e io non chianà chiù, mancu o comuni

DUTTURI:       Ma all’epoca lei era finito, non c’era bisogno di maghi, lo sapevano tutti

SINNICU:        Idda mi dissi non pigghi mancu u to votu; e io pighià a stentu u me votu; non mi vulevano dari mancu chiddu, mu stavunu annullando

DUTTURI:       Coincidenze, fatalità

SINNICU:        Io mi sentu mortu, haiu i duluri da morti, i sintomi da morti

DUTTURI:       (tono sarcastico) Che sintomi sono?

SINNICU:        U cori rallintò, batti chiù leggiu, già vidu appannatu, sentu chiù picca, i mani mi faccu giacumu giacumu

LIBIRATA:      Certu avi tri ionna chi non voli manciari

DUTTURI:       Tre giorni che non mangia nulla!

LIBIRATA:      Nenti! Dici chi sinnivaci chiù leggeru

DUTTURI:       Come gli ha detto che era il prete?

LIBIRATA:      Un cretinu!

DUTTURI:       Sono d’accordo! (tono autoritario) ora basta! Si alzi ! (gli toglie il lenzuolo) come mai è in vestito e cravatta?

LIBIRATA:      Vosi misu u vistitu da morti

DUTTURI:       Ma è ridicolo!

SINNICU:        Ohhh basta u dico io! Io sugnu un mortu!

DUTTURI:       Lei non è morto, è un cretino, ignorante ed ottuso!

LIBIRATA:      Io ciù dicu sempri

SINNICU:        Donna di poca fede, vai, vai, esci che parrari cu dutturi!

(LIBIRATA ESCE)

DUTTURI:       Mi dica!

SINNICU:        (si siede sul letto) chi staiu murendu è un fattu!

DUTTURI:       Improbabile molto improbabile!

SINNICU:        Mi lassassi finiri! Adelina non sbaglia è potenti!

DUTTURI:       Chi è Adelina?

SINNICU:        A maiara, tra l’altro una mia ex zita

DUTTURI:       Sarebbe quella del malocchio?

SINNICU:        Esattamenti

DUTTURI:       Senta, cosa le disse il prete…!

SINNICU:        È tunnamu, battemu sempri a coppi. Chi sugnu cretinu

DUTTURI:       Cioè che è tutto un fattore psicologico, un suo autoconvincimento, senza basi scientifiche ne mediche, lei è sanissimo, non può morire, almeno che…

SINNICU:        Almeno che… con il malocchio!

DUTTURI:       No… almeno che abbia un incidente lavorativo, stradale o similare, causa molto improbabile visto che non lascia quel letto da un mese!

(ENTRA LA SUOCERA CICCINA)

CICCINA:        Magari casca du lettu e si rumpi i catinazzi du coddu!

DUTTURI:       Signora Ciccina, buona sera

CICCINA:        Salve dottore, mi visita di chi è ca!

DUTTURI:       Venga, andiamo di la. Signor sindaco si alzi che non ha nulla e sanissimo, arrivederci

CICCINA:        No, è malatissimo di testa!

SINNICU:        Senti soggira, tu e to figghia siti me ospiti, tu non gradita, e u sa! Ti nprisintasti cà anni fa; e non tinniisti chiù, ma vistu chi ti supprotu e ti ospitu na cosa a po fari, coghimi u malocchiu, cu sa fari! Magari funziona e ma scappu.

DUTTURI:       Ridicole credenze, paradossi che non hanno fondamento alcuno

CICCINA:        Lei chinnisapi, chinnicapisci, voi omini di cultura zignati nta libri, noi popolani ‘nta vita e a vita duna belli zignamenti

DUTTURI:       Vero se si crede nelle cose vere, valide, reali, non nelle credenze stupide

CICCINA:        Caminassi va, videmu di fari sta visita

DUTTURI:       Ora torno

(CICCINA E IL DOTTORE ESCONO)

SINNICU:        (rimasto solo) quantu ni sistemu cusà chidda arriva in anticipu

(ENTRA IL FIGLIO NUNZIU)

NUNZIU:         Papà, papà si ancora vivu

SINNICU:        Ancora pi picca

NUNZIU:         Allura u fucili muntistati, a machina puru, u tirrenu; mi scurdamu cacchi cosa?

SINNICU:        Pensu di no, tuttu è prontu! Pozzu moriri!

NUNZIU:         Cuntentu!

SINNICU:        Cuntentu? Chi cavuli di! Io non sugnu cuntentu, ma dispiaciutu! E poi moru ora chi pigghià a pinzioni e mancu ma pozzu godiri

NUNZIU:         Chistu è veru, nuddu mori cuntentu

SINNICU:        To mamma è cuntenta e puru to nonna

NUNZIU:         Si ingiustu ca mamma, pa nonna ci cridu chi è cuntenta…

SINNICU:        Io non vulissi moriri pi non ci dari stu piaciri a idda!

NUNZIU:         Quali piaciri?

SINNICU:        U piaciri mi mincumpagna, vulia ncumpagnari io a idda!

NUNZIU:         Papà ti ho portato na cosa, non si sa mai. (esce un ferro di cavallo e un corno rosso che può essere anche un grosso peperoncino rosso)

SINNICU:        Grazi me figghiu, l’unicu chi soffri pi mia

NUNZIU:         Ormai mi cunvincisti, mi rassegnà! Mi… veni e cianciri, minnivaiu

(NUNZIU ESCE PIANGENDO)

(RIENTRA IL DOTTORE)

DUTTURI:       Rieccomi, come va?

SINNICU:        Comu prima, me soggira comu sta?

DUTTURI:       Non male, anche lei gode di discreta salute, il fatto che se ne interessa le fa onore

SINNICU:        Chi capiu! Io dumannava pi sapirei si mori prima di mia!

DUTTURI:       Nessuno lo sa!

SINNICU:        Oppuru a maiara!

DUTTURI:       Insiste!

SINNICU:        Insistico perché ne ho le prove, come le sa. Mi ha fatto diventare impotente

DUTTURI:       Lei non  ha mai voluto fare visite e ricerche mediche in quel campo

SINNICU:        Sta il fatto che non funziono affatto da 15 anni

DUTTURI:       Come le dico da 15 anni lei si è autoconvinto, suggestionato, fissato

SINNICU:        Secondo lei sugnu impotenti ‘magginario

DUTTURI:       E anche un morto immaginario e se come so, lei non morirà!

(ENTRA CICCINA)

CICCINA:        Speriamu chi si sbaghia!

DUTTURI:       Signora la prego, non dica così

CICCINA:        Non facemu a mucciatedda, ormai lo sapi il mondo sano che non lo pozzo vidiri

SINNICU:        Speriamo che norbi cosi non mi vidi!

CICCINA:        A vista di l’occhi non c’entra, non ti vidu picchì sta ntisannu!

SINNICU:        (fa le corna in alto con entrambe le mani) tiè maliditta!

CICCINA:        Si bastavunu i corna non morirai sicuru!

DUTTURI:       Cosa vuole dire?

CICCINA:        Vogghiu diri chi corna navi abbastanza!

DUTTURI:       È cornuto?

CICCINA:        Approvato, certificato e consapevole!

DUTTURI:       In pratica cornuto contento!

SINNICU:        Cornuto si ma ‘ncazzatu! Da disgraziata da maiara…

DUTTURI:       Anche le corna fanno parte del malocchio?

SINNICU:        E certo, Adelina mi malucchiò puru mia moglie, povira mischina, suo malgrado mi tradisce

DUTTURI:       Per colpa del malocchio…! Lei è più cretino di come sembra! (si alza e parla) ma dico io, un uomo che è stato votato per anni come sindaco, un esperto sindacalista, un professionista che si fa condizionare l’esistenza da credenze cosi radicate in una mentalità popolana e ancora tanto da accettare pure le corna!

CICCINA:        Dutturi chistu su fatti, non credenzi e mancu stipi!

DUTTURI:       (a Ciccina) signora la prego mi lasci solo col signor sindaco

(CICCINA ESCE)

DUTTURI:       Dunque signor sindaco, io, come tutto il paese, sapevamo delle sue corna

SINNICU:        Purtroppo!

DUTTURI:       Non mi interrompa! Dico sapevamo tutti ma a cominciare da me, pensavamo che lei ignorasse!

SINNICU:        Io ingnorasse! Ma chi ci pari chi sugnu ignorante! Come lei stesso disse io, un sindaco, un sindacalista, non ignoro nulla!

DUTTURI:       Ma accetta, sopporta!

SINNICU:        Per amore della famiglia, di mio figlio, accetto. Non potevo privarlo di un madre, mia moglie aveva le voglie, non potendo io…

DUTTURI:       Ha preferito che gli altri…

SINNICU:        Aime si! Accettai che le restasse con me, crescesse nostro figlio

DUTTURI:       Tra le corna!

SINNICU:        E una buona madre, e nonostante tutto un buona moglie, viste le mie mancanze… maledetto malocchio!

DUTTURI:       Maledetta ignoranza!

SINNICU:        (si alza di scatto arrabbiato) cu le i non c’è spiranza, lei non capisci, sinnissi mi lassatti futtiri!

DUTTURI:       Quello non lo fa! (breve pausa) mi pare di capire

SINNICU:        Mi lassassi peddiri, stari, nte me corna! Ormai sugnu mortu finì di soffriri!

DUTTURI:       Vado, ma le ripeto lei si è fatto condizionare la vita anche sessuale dall’ignoranza!

SINNICU:        Basta! Basta! Mi lasci morire in pace!

DUTTURI:       Vado addio

(IL DOTTORE ESCE)

SINNICU:        Ma quali paci, moru in guerra col mondo e con tutti e pure con te Adelina, mio unico amore, si unico, visto che la morte aleggia su di me, da tempo ripenso alla mia vita, agli sbagli fatti, uno di questi sei tu, Adelina mio unico vero amore. Ma ti perdono!

(ENTRA ADELINA)

ADELINA:       Bene signor sindaco, ti sei calato le braghe davanti alla morte, hai detto che mi ami e mi perdoni

SINNICU:        (si alza) Si, facisti bonu chi vinisti, almenu minnivaiu cuntentu, si tu mi perdoni!

ADELINA:       Ma io non ti pozzu perdonari, io ti amavo eri la mia vita e tu mi hai usata, ingannata!

SINNICU:        U sacciu, e u malocchiu chi mi facisti mu meritu tuttu, tuttu mu meritu

ADELINA:       Lo sai quanto ho sofferto?

SINNICU:        Mu pensu!

ADELINA:       No, tu non tu po pinsari, non tu po immaginari, mi hai rovinato e condizionato la vita

SINNICU:        Puru tu a mia !

ADELINA:       Pi cuppa tò!

SINNICU:        U sacciu!

ADELINA:       E tonna, tu no sa! Quantavi chi non fai  l’amore?

SINNICU:        Di quannu tu… 15 anni

ADELINA:       Io di più!

SINNICU:        Di da para i voti cu mia?

ADELINA:       Esattu! Cu tia  e con l’inganno, subito dopo avevmi promesso amore eterno, matrimonio. Io ci cascai come “na fica levita”

SINNICU:        “na fica levita” i paroli di me cumpari Cristofuru

ADELINA:       Al quale cuntavi tutto come ad un confessore

SINNICU:        Mi dispiaci perdonami

ADELINA:       Iddu ciù cuntò a tuttu u paisi e puru scrittu chi a fica levita sa facia puru iddu!

SINNICU:        E dissi… chi sa fici…

ADELINA:       Imbroglione come te e più di te

SINNICU:        Ma tu tinniisti, mancasti 20 anni e quannu turnasti, turnasti maiara pi ti vendicari di mia

ADELINA:       Ti ricordi chi mi dicisti dopo aver fatto l’amore l’ultima vota? Piangevi anche!

SINNICU:        Comi si fussi ora (commosso)

ADELINA:       Lacrime di coccodrillo

SINNICU:        Adelina ti amo più della mia vita ma ti devo lasciare

ADELINA:       Cusi mi dicisti; mi cadiu  na pignata di acqua bughiuta in coddu! Mi sintì moriri

SINNICU:        U sa picchì fu?

ADELINA:       Certu avii a fari u sinnicu! E u facisti u sinnicu

SINNICU:        Ho sofferto anche tanto ormai staiu murennu, tu pozzu diri, ho amato solo te, da sempre e tu mi sta mazzannu. Mu meritu fa bonu (si corica) mazzimi facemu prestu, fammi moriri

ADELINA:       C’è tempu ancora non hai finutu, prima chi mori ti l’è diri, anche io ho amato solo te, te e… mia figlia

SINNICU:        (si alza) Figghia? Chi figghia?

ADELINA:       Mia figlia, è una ricercatrice biologica, grazie anche a te ha studiato

SINNICU:        Come grazie a me. Tu u sa che di soddi ti mannava io?

ADELINA:       Allura chi maiara sugnu!

SINNICU:        Tu u sapii, ma parrimi di nostra figghia. Avemu na figghia!

ADELINA:       Haiu na figghia

SINNICU:        Comu u sa di soddi?

ADELINA:       Un misi dopo che ero in svizzera tu eri sinnicu, mi spuntò da to cumpari. Prima ci riprovò e busco du tumpuluna nte mussa. Poi mi parrò di tia chi eri sinnicu e chi ti sintivi in colpa e si turnava mi facivi aviri un postu o comuni

SINNICU:        Ma tu non turnasti!

ADELINA:       Mi rivò a to littra chi spiegazioni e i scusi

SINNICU:        Ma non mi rispundisti

ADELINA:       Poi arrivò un primu assegnu di un miliuni e poi l’alutru, certivoti dui, tri, quattru…miliuna

SINNICU:        Eri orfana ti avevo usato, ingannato, era un modo per pagare il mio sbaglio

ADELINA:       Li tenni per me e per lei. Scoprì di essere incinta

SINNICU:        Na figghia che beddu, comu si chiama?

ADELINA:       Non tu dicu

SINNICU:        Dimmelo, a vogghiu vidiri

ADELINA:       Orma si mortu, almeno mori ca raggia. Addio

(ADELINA ESCE)

SINNICU:        No… Adelina, amore mio (stringe le mani al petto) hai chi duluri moru, moru

(CICCINA ACCORE)

CICCINA:        Chi c’è?

SINNICU:        Ti prego coghimi u malocchiu, non pozzu moriri, hai na figghia

CICCINA:        A si e comu si chiama!

SINNICU:        No sacciu!

CICCINA:        U sacciu io, paccia, a paccia chi veni prima di moriri

SINNICU:        Ti prego, ti imploro, ti chiedo perdono, salvami, coghimu u malocchiu

CICCINA:        No caro mio, tu ormai si mori, me fighia è apposto, si pighia a to pinzioni e si leva a tia, avi anni chi è u stissu chi non ci si, pi idda

SINNICU:        Ma idda si provvidi!

CICCINA:        Mi pari puru giustu

SINNICU:        A mia no!

CICCINA:        Ora si facia monica!

SINNICU:        Chiamimi a me figgi

CICCINA:        No io mi settu ca e spettu chi mori!

SINNICU:        Nunzio, Nunzioooooooooooooo ( prima forte poi piano piano)

CICCINA:        Minnivaiu, muriu!

SINNICU:        Nunzio… Nunzioooooooooo

CICCINA:        Non muriu ancora

(ACCORE NUNZIO)dopo tre volte che chiama

NUNZIU:         Chi c’è papà, chi c’è?

SINNICU:        Staiu murennu, ma… haiu, ha na soru… hai una fi… fi… figghia…

NUNZIU:         Chi di non ti capisciu

SINNICU:        Haiu na figghia maiara no! Haiu na maiara figghia

NUNZIU:         Sparrì papà, deliri…

SINNICU:        Ha na sora, suora, sorella

NUNZIU:         Non capì nenti, poviru papà, delira, mamma, mamma, nonna!

SINNICU:        Ne chiamari tu ha na soru

NUNZIU:         Io hiaiu na soru? Unni l’haiu?

SINNICU:        No sacciu!

NUNZIU:         No sa, e comu u sa?

SINNICU:        A figghia del mio unico amore

NUNZIU          deliri ..

SINNICU        senti Nunziu, mi voghiu nbriacari cussi quannu a morti veni na vidu

                        Pighimi du buttighi di vinu niru

NUNZIU        Vado   (torna con bottiglie piene di qualcosa che sembri vino)

SINNICU       Grazii nbrazzimi e vatinni ! (Nunzio esce dopo aver abbracciato il padre; il sindaco , entra e esce di scena velocemente bevendo

Poi  finche le bottiglie sono vuote, chiaramente le svuota fuori scena)

SINNICU      Chista e l’ultima goccia   mu bivu a saluti di me soiggira, speru chi mori prestu!    ( Si sdraia ) Ora chi sugnu mbriacu e truvari a

                        Posizioni du mortu. (si gira e rigira un po’, poi resta immobbile)

(ARRIVANO LIBIRATA E CICCINA)

 CICCINA       (lo guarda)               Muriu         Menu mali!

LIBIRATA:      Mamma!

CICCINA         Chi mamma e mamma, Libirata si libera  ! (gli appoggia l’orecchio al cuore) non batti chiù!  Ntisau !

LIBIRATA        (Vede le bottiglie vuote) si bivivu du buttighi di vinu ? (entra nunziu)

NUNZIU:         (piange)Si vosi nbriacari prima di moriri;

 no   papà… papà… papà………..!

FINE   I° ATTO

II° ATTO

All’apertura del secondo atto c’è il sindaco morto, addobbato con candele e fiori. Al suo fianco il figlio Nunzio, in lutto.Qui se si vuole si  possono inserire comparse a piacere.(Entra il Prete)

NUNZIU:         Poviru papà, è morto

PRETE            Fatti coraggio Nunzio !

NUNZIU         U visti, lei non ci crideva !

PRETE            Non ci credo ancora !

NUNZIU         Intantu me patri muriu !

PRETE            Fatalità, coincidenze, non crederai che è morto di malocchio ?

NUNZIU         Non ci vulissi cridiri; ma iddu muriu ,comu muriu ?

PRETE          Il medico cosa ha detto  ?

NUNZIU       Ancora ava veniri !

PRETE         Chi lo ha trovato morto ?

NUNZIU      Mamma e nonna, gli ha sentito il cuore,.

PRETE       Ma nonna sente bene ?(entra Ciccina )

CICCINA    Bona sento , lei fici tutti cosi; unne chi riva a cascia !

                   Ha !!!   Finalmenti muriu !

PRETE      Non dica così !  Anzi si vergogni !

CICCINA      No, non mi vergognu  sugnu felici ;  picchì  contribui a farlu

                  Ntisari chiù prestu  !

PRETE     Cosa sta dicendo è impazzita anche lei ?

                 Che ha fatto lo ha avvelenato forse ?

CICCINA      Ma chi ncucchia puru reverendo !

PRETE     Come avrebbe fatto  a contribuire?

CICCINA   Cu malocchiu !

PRETE        BASTA ! Anche lei, di malocchio non si muore, di malattie di tumori !

CICCINA    Chi ncucchia, di tumori si guarisci di malocchiu no .

PRETE        Non dica cretinate anche lei !

CICCINA    Iddu a bruttanima di me jenniru, si fici coghiri u maloicchu di tanti :

              Ma non ci pottiru,   Adelina  è na maiara potenti;  io putia,

             Sugnu a meghiu pi coghiri u malocchiu, ma a iddu no, non cinnipassai 

           Piattu cu l’oghiu!

NUNZIU     Nonna vergogniti:

CICCINA   Tu zittiti .

PRETE       Lei dice solo sciocchezze !

CICCINA    Mi  facissi concludiri ! Io non sulu non ci u livà, ciù rinfuzza !

PRETE        Mi rifiuto di ascoltarla, non vada avanti !

CICCINA    Io sugnu cuntenta speru da unne mi avi tanti anciuli  russi !

                   Piattu non cinnipassa, perciò contribui !

PRETE       IL  piatto con l’insalata olio e aceto, non sia ridicola !

                   Quelli come lui, e come lei,  ogni piccolo inconveniente lo associate

                     Al malocchio, un guasto meccanico un incidente domestico

Un  evento atmosferico, un gatto nero , qualsiasi  cosa !

CICCINA    Tutto può il malocchio, fa cascari  malati fa chioviri

                    Guai di tutti i tipi.

PRETE      Il malocchio non esiste !

CICCINA   E iddu comu muriu   ??

NUNZIU     Intantu me patri muriu e senza cunfissatu pi cuppa so !

PRETE        Ne sono dispiaciuto…

CICCINA    Nenti ci fa puru su cunfissau non facia in tempo mi si dici i preghieri

                    Cu tutti i piccati cavia avi adiri 300 patri nostri 400 avi marii e

                   600 atti di dolori !

PRETE     Quanti  avrei dovuto stabilirlo io non le pare !

NUNZIU    Idda parra chi piccati chi avi idda, savissi a leggiri a bibbia tri voti

                   E tutti i vangeli.

CICCINA    Chinnisa tu muccusu !

PRETE        Signora il ragazzo ha ragione, una malaligua come lei avrà una

                   Marea di peccati ; parla e sparla di tutti.

CICCINA    Cu ciù dissi a lei i cuttighiari du paisi, nta confessioni ?

                    Quannu veninu a missa ?

PRETE        Lei non viene mai in chiesa, forse non è cattolica ?

CICCINA    Sugnu allergica e parrini  !

PRETE       Non è il caso di proseguire, spero verrà al funerale  ?

CICCINA    DI chiddu, no non ci vegnu !

PRETE        Io vado che e meghio…Però lei  avrebbe bisogno una confessione  !

CICCINA    Ni videmo… io i me cavoli mi tegnu pi mia ora ci cuntu a lei !

NUNZIU     Chista è scomunicata !

CICCINA    Zittiti tu.

NUNZIU     Avia ragiuni me patri chi non ti putia vidiri, si tinta !

CICCINA    Tinnimiscu una ..

PRETE        Calma siamo al cospetto di un morto!

CICCINA     Ora mi vestu di russu  !

NUNZIU       Nonna pi piaciri smettila !

CICCINA     SI na camurria tu e puru iddu !  Finiu sinniissi ! (al prete)

PRETE         Lei e suo genero eravate una bella coppia di peccatori !

CICCINA     Mu dissi è cuntentu arrividecci , anzi addiu !

PRETE        LA ricorderò nelle mie preghiere   

CICCINA    Prigassi pi iddu io nonnaiu bisognu !      

PRETE        Ciao Nunziu ti aspetto in chiesa.    A lei che il Signore la illumini

CICCINA    Stasira dumu a luci !  Amuninni u ncunpagnu aq potta

NUNZIU      Arrividecci ..(rimane solo entra Adelina )

ADELINA    ( Cerca di fargli le condoglianze ) cordogli…


NUNZIU:      (non gli da la mano) Lei chi voli? Chi faci ca?

ADELINA:       Farti le condoglianze

NUNZIU:         Ma comu si permetti, me patri muriu pi cuppa so!

ADELINA:       Andiamo ci credi anche tu, mi sembrava di no!

NUNZIU:         Io… no sacciu… però… iddu muriu…

ADELINA:       Non me lo spiego, avete chiamato il dottore?

NUNZIU:         Avissi a veniri pi fari u certificatu di morti

ADELINA:       (si avvicina, lo tocca) sembra caldo! (addolorata) poviru Cicciu! Com’è morto?

NUNZIU:         Oh ma certu chi avi un curaggiu, com’è morto? U mazzo idda!

ADELINA:       Non essere ridicolo

NUNZIU:         Ao! Io sugnu riduculu, tu… lei… ci fici u malocchiu e iddu muriu

ADELINA:       Di malocchiu non si mori, esisti sulu Diu e nenti autru!

NUNZIU:         E me patri comu muriu? Di scantu, crepacori, sinniissi prima chi veni me mamma!

ADELINA:       Io non minnivaiu!

NUNZIU:         Vaiu a chiamari a me mamma e a me nonna, cussi a iettunu fara iddi

(NUNZIO ESCE)

ADELINA:       Ho cicciuzzu, mio unico amore, io ti ho ucciso, suggestionato fino alla morte. Io ti vulia fari sulu scantari, non ti vulia fari moriri, Cicciuzzu mi vidi? Mi senti? Si è veru chi di docu’ mi senti, mi vidi, ti l’è diri, ho amato solo te.

(ENTRA CICCINA)

CICCINA:        Chi fa lei ca?

ADELINA:       Sono venuta a salutare Ciccio

CICCINA:        Ciccio! Chi è sta confidenza cu mortu?

ADELINA:       Io mi prendo le confidenze che voglio

CICCINA:        Chi ti pari chi mi scantu di tia, vatinni fora

ADELINA:       Attenta donna, come vedi (indica il morto)

CICCINA:        Si… scusa (impaurita) po stari quantu vo… (indietreggia) anzi minnivaiu io

ADELINA:       È meglio, lui non ti vorrebbe qui

CICCINA:        Veru è… non mi putia vidiri…  ma mancu io a iddu

ADELINA:       Chiedigli scusa o ti pazzu moriri comu a iddu!

CICCINA:        Scusa! (al morto)

ADELINA:       A non cosi, ti fazzu faru u viaggiu cu iddu (tono minaccioso)

CICCINA:        No ti pregu… signor sindaco mi deve scusare!

ADELINA:       Ancora non mi piaci!

CICCINA:        Scusi, perdono anzi illustrissimo signor Don Cicciu u sinnicu, perdono

ADELINA:       In ginocchio

CICCINA:        Chi in ginocchiu!

ADELINA:       O in ginocchio o distesa, tisa!

CICCINA:        (si inginocchia) si va bene, chiedo umilmente perdono signor sindaco. Va bene accussì?

ADELINA:       Va bene, ora ripeti cu mia

CICCINA:        Chi? Chi?

ADELINA:       Chiddu chi dicu io! “mavissi a siccari a lingua”

CICCINA:        Mavissi a siccari a lingua

ADELINA:       “pi quantu haiu parratu mali pu sinnicu”

CICCINA:        Pi quantu haiu parratu mali pu sinnicu

ADELINA:       “E chiedi perdono e scusa” puru a mia!

CICCINA:        (tentenna, poi ripete) chiedu perdono e scusa, anche a lei signora maiara

ADELINA:       No… maiara non mi piaci

CICCINA:        Scusi signora Adelina

ADELINA:       Tinnipò iri, fora!

(CICCINA ESCE)

ADELINA:       Cicciu ormai ero decisa a ti diri tuttu, ha… avemu na bedda figghia… figghia del nostro amore… quantu mi mancasti nta sti anni, l’ambizioni politica ni spattiu e ti futtiu a tia  e puru a mia

(ETRA NUNZIU)

NUNZIU:         Chi ci facisti a me nonna? Era scantata e ianca comu un fogghiu i catta

ADELINA:       L’ho solo ripagata con quello che si meritava

NUNZIU:         Meritava?

ADELINA:       Fu idda chi spargiu a vuci  chi io era maiara, poi fatalità, coincidenze, ignoranza, hanno rinforzato la credenza

NUNZIU:         Non capisciu

ADELINA:       Io turnà nto paisi dopo anni e mancu a farla apposta a prima persona cuntrà a idda, cu ‘mbuttigghiuni di oghiu  nta chianata, ci dissi “buongiorno, stassi attenta cu su ogghiu”!

NUNZIU:         È allura?

ADELINA:       Ntruppicò, rumpiu u buttigghiuni e cun  pezzi di vitru si tagghiù u mussu

NUNZIU:         U mussu?

ADELINA:       Avissi statu mugghiu a lingua! Ma non finìu  da : supra a l’ogghiu sciddicò un motorinu sbattennu nta na catasta di ligna, un lignu capità a to zia nto pedi e ciù rumpiu

NUNZIU:         Me zia Caloria!

ADELINA:       Propriu idda, a soru di Ciccina, inchieru un paisi che io era na maiara

NUNZIU:         Comincio a capire

ADELINA:       All’iniziu ci giucà supra puru io, ma i paisani ignuranti su assai, i credenzi popolari e le superstizioni hanno fatto il resto

NUNZIU:         E me patri?

ADELINA:       To patri! Il mio primo ed unico amore, mi seduciu, ingannò e mi lasso pi to matri

NUNZIU:         Vulissi diri chi mi dispiaci… ma iddu ora muriu

ADELINA:       Io giucà cu iddu, superstiziusu com’era u vulia fari scantari pi na picca, pi mi vindicari

NUNZIU:         Poi puru cu iddu coincidenzi, fatalità e iddu ci cridiu…

ADELINA:       Non pinzava fino a moriri

NUNZIU:         Ora cu papà mortu cu ci cridi chiù chi lei non è na maiara!

ADELINA:       Chistu è veru, ormai sugnu certificata. Condoglianzi Nunziu

NUNZIU:         Grazie lo so che sono sincere… ma a propositu, me patri prima di moriri parrava di na figghia!

ADELINA:       Figghia? Delirava sicuramente!

(ESCE ADELINA)

(ENTRA LIBIRATA)

LIBIRATA:      Unnè chidda?

NUNZIU:         Sinniiu

LIBIRATA:      Cu quali curaggiu vinni cà!

NUNZIU:         A salutari u papà

LIBIRATA:      Disgraziata prima u fici moriri!

NUNZIU:         Basta mamma, chiama a nonna e chiudemula ca, unnè chi pottunu a cascia!

(ENTRA CICCINA)

CICCINA:        Ca sugnu

NUNZIU:         Io vaiu a ciccari u dutturi

(NUNZIU ESCE)

CICCINA:        Libirata cerca na curuna, mi cià mittemu nte mani

LIBIRATA:      Ca era

(CICCINA E LIBIRATA CERCANO LA CORONA)

CICCINA:        Ma unni è sta curuna

SINNICU:        Nta sacchetta da giacca! (e lentamente si alza)

CICCINA:        (urla) aiuto!!!

LIBIRATA:      (urla) aiuto!!!

(CICCINA E LIBIRATA SCAPPANO VIA)

SINNICU:        (si alza, si tocca) non sugnu mortu? I iammi su ca, a testa è ca, sugnu tuttu ca!

(ENTRA CICCINA)( Ritorna in scena)

CICCINA:        Veru è, allura si vivu!

SINNICU:        A quantu pari!

CICCINA:        Picchì non muristi?

SINNICU:        Chinnisacciu

CICCINA:        Spetta fossi ci semu, idda ti dissi non supiri i misi di settembri, ma non ti dissi l’anno, purtroppu, e ta scappasti

SINNICU:        Magari ora ncumpagnu a tia

CICCINA:        Tiè (fa il gesto delle corna) magari chidda ti rinnova a maiaria

SINNICU:        (esce corni, ferri di cavallo, grattugie, gobbi, etc) forsi chisti funzionunu (esce un pacco di sale) e puru chistu!

CICCINA:        Ti po’ salari i bettuli! Ora io vaiu o tabbacchinu e mi giocu i numira

                           Motto vivu,47 e mottu chi parra  36

(CICCINA ESCE) (entra Adelina)

SINNICU:        Non murì, sugna ca!!!

ADELINA:       Unni vulivi essiri critinu

SINNICU:        Adelina non mi mazzasti!

ADELINA:       A tia ti mazzò a superstizioni, a gnuranza e l’ambizioni

SINNICU:        Io mentri chi era mortu… in coma… insomma mentri chi era… non sacciu comu… mi zunnà a tia chi dicevi chi mi amavi… na figghia

ADELINA:       Non ti zunnasti nenti, è tuttu veru

SINNICU:        Avemu na figghia?

ADELINA:       Si una bellissima figlia

SINNICU:        (abbraccia Adelina) chi gioia, ma comu sta?

ADELINA:       (prima lo abbraccia ma poi lo scansa) lassimi, vatinni traditore

                            Mentitore…

SINNICU:        Ma io ti amo da sempre, ho amato solo te..

ADELINA:       Ma ti spusasti a idda, pi voti, picchì erunu tanti di famighia

                          Chianasti pi tanti anni l’appogiu, l’avevi, avisti u successu chi

                          Vulevi; ormai si u sinnicu, puru u titulu ti ristò.

SINNICU:        Sbagli di gioventù! Ma dimmi com’è me figghia!

ADELINA:       Quella mia amica che viene tutte le estati…

SINNICU:        È idda? (si siede) stupenda, brava, era così gentili cu mia, u sapi chi io…?

ADELINA:       No… non lo sa. È gentile con tutti!

SINNICU:        Chi gioia, chi gioia, io a lassu a me megghieri e vegnu cu tia… però io… sugnu… tu u sa…

ADELINA:       Non sacciu nenti

SINNICU:        Fusti tu… io sugnu imputenti

ADELINA:       Tu si imputenti di ciriveddu, io non ti fici nenti

SINNICU:        Ma io non funzionu

ADELINA:       Tu si suggestionatu psicologicamenti

SINNICU:        Tu dici chi si provu, funzionu?

ADELINA:       Forse si…non capisco come mai, non hai provato per tanto

                          Tempo…

SINNICU           All’iniziu ci pruvà cu me mughieri, e falli, poi mi rassegnà !

                           Non pruvammu chiù, mi passò puru a voglia.

ADELINA          cu na mughieri comu a idda !

(ENTRANO CICCINA E LIBIRATA)

CICCINA:        (cerca di parlare ad Adelina, ma tace e si mette in un lato)

LIBIRATA:      Tu chi vo ca?

SINNICU:        Voli a mia e io a idda. (a Adelina) va a casa e pripara i valigi, ni emu unni nostra figghia

LIBIRATA:      Figghia? Chi figghia?

ADELINA:       Noi abbiamo una figlia, figlia del nostro amore. Ti aspetto

(ADELINA ESCE)

LIBIRATA:      Chi è stu fattu?

SINNICU:        Ho appena saputo che all’epoca, quando la lasciai per te, era incinta

CICCINA:        Chidda non ti potti ca maiaria, ti voli brughiari, cu sa di cu è figghia

SINNICU:        Malalingua, ma io ti lascio

LIBIRATA:      Mi lassi? È Nunziu?

SINNICU:        È sempri nostru figghiu, capirà ora è grande!

LIBIRATA:      Tu spasci na famigghia pi ni fari nautra!

SINNICU:        Avi anni chi mi tradisci

LIBIRATA:      Picchì tu non funzionavi

SINNICU:        È prima?

CICCINA:        Comu prima?

SINNICU:        Tu non ti ntricari, puru prima mi tradivi, u sacciu chiudi l’occhi

                           I ricchi, non visti e non sintì; pi me fighiu; poi ci foru l’autri cosi.

CICCINA:        Pi tia c’era sulu a politica, e me figghia  si pruvvidia  !

SINNICU          To fighia si pruvvidia comu dici tu, picchi era comu a tia tali

                           Matri tali fighia !

CICCINA          comu a mia picchi cumu sugnu io ?

SINNICU:          Tappinara !Tu muta! E tu…si chiu tappina i to matri.

LIBIRATA:      Basta io parru, è veru ti tradiva pi cuppa to, io venia dopo a politica e dopo to figghiu, nella mia famiglia hai amato solo lui, pi iddu u travavi u tempu, pi mia no!

SINNICU:        Ora mi rimproveri chi dedicai a me vita a me figghiu? A luci di

                           Me occhi pi iddu non spasciai a famighia cu tia.

(SIA CICCINA CHE LIBIRATA CHE IL SINDACO GUARDANO VERSO IL PUBBLICO – DIETRO DI LORO ENTRA NUNZIO)

LIBIRATA:      No, però per lui rinunciavi la qualsiasi, puru u cunsigghiu, pi iddu c’eri sempri; lassavi tutto, mai ci mancasti nta so vita

SINNICU          Ci desi tutto l’amuri chi non eppi io di carusu.

                          I figghi  non sulu  sanna fari, sanni seguiri crisciri ! E io mi segui

                          Mu crisci a me figghiu.Ci desi tutto l’amore chi meritava.

CICCINA:        E non è mancu to figghiu!

(SILENZIO DI TOMBA)

CICCINA:        (si tappa la bocca con le mani)

SINNICU           (Alla suocera  la scute per un braccio )  Non è mio figlio !?

                             Di chi è figlio ? Anzi no voghiu sapiri.

NUNZIU                (Alla nonna)  non è mio padre ?

LIBIRATA:      (guarda la madre e vede il figlio) non ta putevi nghiuttiri a lingua

(sono tutti in silenzio)

NUNZIU:         Mamma tu… io… papà… papà… (fa un passo verso u sinnicu – indietro alla madre) mamma cu è me patri?

LIBIRATA        To nonna schizzava, sbaghiò !

NUNZIO            Chi è mio padre ?(urla, alla nonna alla mamma)

                           Di cu sugnu fighiu   ?(al padre )

SINNICU:        Io sugnu to patri, io sulu io… u patri e a matri sunnu, non cu partorisci e mancu cu metti a simenza, u patri è cu soffri cu iddi, cu i figghi crisci, cu cianci quannu cianciunu, cu soffri quannu soffrunu, chi c’è per ogni respiru, chi  danno, nel bene e nel male, e tu si me figghiu, ‘mbrazzimi (si abbracciano - pausa) io cu to mamma non pozzu ristari, tu ià na soru

NUNZIU:         Na soru, non deliravi

SINNICU:        No c’è nautra figghia ‘nta me vita, ma tu si u me figghiu masculu, non tu scurdari

NUNZIU:         Io nesciu, è riflettori

LIBIRATA:      Nunziu, figghiu mio

NUNZIU:         Non mi tuccari, non ti ‘nvicinari

CICCINA:        Nunziuuu

NUNZIU:         E mancu tu!

LIBIRATA:      (piange)

NUNZIU:         (fa per uscire sulla porta)

SINNICU:        Nunzio

NUNZIU:         Si papà?

SINNICU:        Io sugnu to patri ma idda è to matri non tu scurdari

NUNZIU:         (indugia sulla porta, poi va via)

SINNICU:        Io ora è recuperari na figghia chi mio malgrado non visti crisciri

LIBIRATA:      E io?

SINNICU:        Tu ta po pigghiari chi to sbagghi, e cu to matri chi parra assai, fora matri e figghia

LIBIRATA:      Comu fora?

SINNICU:        A bruttanima di to patri quannu ni spusammu vosi a separazioni di beni, picchì vuautri eru benestanti, avivu i rozzulaseppi o serru, alivi, i nuciddi e du ruderi  unni ora ci stannu i surici

LIBIRATA:      Ma da non c’è mancu a luci

SINNICU:        Va o cumuni e ti fa fari l’allacciu

LIBIRATA:      Non c’è mancu l’acqua!

SINNICU:        Ta va pigghi ntò ciumi

CICCINA:        Non ni po ittari nta na strada!

SINNICU:        Tu tinni po iri o spiziu, idda unni u so amanti, fora di nta me casa, traditrici

LIBIRATA:      Quannu na mugghieri tradisci, i coppi non su mai sulu i so!

SINNICU:        Puru chistu po essiri veru, ma non nta sta casa!

CICCINA:        Allura ni cacci?

SINNICU:        Anzi no, minnivaio io! Sta casa è di me figghiu, viditi si iddu vi ospita! (esce)

FINE