Il mammolone

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

Il mammolone

Commedia in due atti

di

Santo Capizzi

Santo Capizzi

Cell. 347 80 60 577

santocapizzi1@alice.it

www.santocapizzi.it

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

A mio padre,

che mi ha insegnato a vivere.

S.C.

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

Questa storia è semplicemente frutto della fantasia, pertanto ogni riferimento a persone, fatti e luoghi è del tutto casuale.

S.C.

Sinossi

Un trentacinquenne straviziato dalla madre, non vuole decidersi a laurearsi e ad assumersi delle responsabilità. Vive ancora con i genitori e trasco rre il suo tempo fra clubs vari (del tennis, della vela, eccetera) durante il giorno e feste e sperperi durante la notte. Ma il padre, serio avvocato, non riesce più a sopportare lo stile di vita del figlio ed allora con l’aiuto di un amico attore e della fidanzata del figlio, architetta un’esilarante messa in scena per impaurire oltremodo il ragazzo e farlo ritornare con i piedi per terra.

Nota dell’autore

Tema attuale e particolarmente arduo quello delle esistenze a metà dei giovani di oggi; vite che procedono in bilico fra il tentativo di realizzazione personale che passa anche attraverso l’affrancamento dalla famiglia di origine e l’impos sibilità di compiere il fisiologico passo a causa d elle difficoltà occupazionali e dunque finanziarie. Giov ani ragazze e ragazzi che loro malgrado non possono lasciare la casa paterna, destinati ad essere figli per sempre!

Ci sono poi i mammoloni, “giovani maturi” che non abbandonano il guscio dentro il quale pavidamente si nascondono non perché impossibilitati dalle contingenze delle loro vite ma solo per la comodità di un servizio chiavi in mano. Di loro tra tta la commedia e lo fa tramite un registro comunicativo che poggia il discorso sull’ironia, raccontando in maniera volutamente esasperata, la deliberata declinazione di assunzione di ogni tipo di responsabilità di figli mai veramente cresciuti.

Scena unica

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Il mammolone

Personaggi

Luca

Paolo Costanzo ……………………………  Padre di Luca

Clara …………………………………………….Madre di Luca

Matteo Musumeci…..……………………  Amico di Paolo

Colonnello Costanzo……………………Nonno di Luca

Graziella ………………………………………..Collaboratrice domestica

Silvia ………………………………………………Fidanzata di Luca

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ATTO PRIMO

Salotto di una casa del ceto medio alto.

Scena I

(Colonnello, Graziella)

Da fuori si sente una tromba che suona la carica militare. Entra un uomo anziano correndo in maniera claudicante; l’uomo indossa un cappello piumato da Bersagliere e tiene in una mano mezzo manico di legno come se fosse una spada e nell’altra una trombetta da Carnevale. L’uomo è seguito da una donna vestita da domestica.

NONNO: avanti miei prodi bersaglieri! Forza miei valorosi soldati, sfondiamo porta Pia,consegniamola al re e uniamo l’Italia! Caaaricaaaa! (Suona la trombetta.)

Entrambi i personaggi parlano con slancio e impeto come se davvero fossero presenti dei soldati.

GRAZIELLA: Colonnello lancio le truppe all’attacco?

NONNO:         immediatamente! Che cosa aspetti tenente?

GRAZIELLA: truppaglia, di corsa, sfondate la porta.

NONNO:             alt! Fermi! Alt!

GRAZIELLA: fermi! Bloccatevi! Bersaglieri, riposo! Tu che fai? Non hai sentito? Fermoimmobilizzati! (Al colonnello) cosa succede signor Colonnello? Perché mi ha fatto arrestare la corsa travolgente dei ragazzi?

NONNO:            io! Voglio essere io Colonnello Matteo Costanzo, comandante in capo del corpo di Bersaglieri, a cui e’ stato affidato il compito da parte del re Vittorio Emanuele II di occupare Roma, ad assaltare per primo la porta Pia. Così facendo riceverò gli onori di tutta la futura nazione e diventerò capo di tutte le forze armate regie riunite.

GRAZIELLA: lei è il capo, faccia come vuole!

NONNO:           pronti a seguirmi! E mi raccomando copritemi le spalle!

GRAZIELLA: certo, i ragazzi sono pronti ad entrare appresso a lei ed ha coprirle le spalle,cioè a proteggela.

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NONNO: ma che proteggermi e proteggermi? Tenente, prendete una giacchetta e copritemile spalle, c’e’ un poco di freschetto!

Graziella prende una giacca da camera ed aiuta il Colonnello ad indossarla.

GRAZIELLA: siamo pronti?

NONNO:           un bersagliere è sempre pronto. Io parto, voi copritemi le spalle.

GRAZIELLA: ancora? Ma proprio sta morendo dal freddo allora?

NONNO:            ma quale freddo? Cosa va dicendo maresciallo? Copriteli le spalle, proteggete la mia irruzione!

GRAZIELLA: ma come prima copritemi voleva dire...ora invece…ma che discuto a fare.

NONNO:            ecco bravo non discutere, esegui sergente, esegui. (Al pubblico) appena mi fanno comandante generale delle forze armate regie, a questo lo riformo. Fra l’altro ha anche un qualcosa come di femminino…

GRAZIELLA: solo qualcosa vero?

NONNO:             allora bando alle ciance, entriamo in azione. Caricaaaa…

Il Colonnello si dirige di corsa verso una porta e tutto dolorante e acciaccato la carica con una spallata. La porta non si apre ma l’urto lo fa rimbalzare indietro e cadere a terra.

NONNO:          …aaaaaaa…aaa…aaaahi!

GRAZIELLA: colonnello si è fatto male?

NONNO:                (ancora in terra) ma cosa dici appuntato? Un Colonnello dei bersaglieri sconosceil dolore. Un Colonnello è duro come l’acciaio, un Colonnello è saldo come la roccia, un Colonnello è potente come il tuono.

GRAZIELLA: e senta, come mai allora un Colonnello che è duro come l’acciaio, saldo comela roccia, un Colonnello che è potente come il tuono, tutte le volte che tenta di sfondare questa porta arriva regolarmente in terra e là resta?

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NONNO:              perché io sono un uomo d’azione ed un uomo d’azione scavalca muri, attraversa fiumi, striscia in terra come un leopardo, ecco vedi sto facendo il passo del leopardo.

GRAZIELLA: si, del paguro.

Il Colonnello tenta di rialzarsi ma ha difficoltà.

GRAZIELLA: serve una mano? Anzi una zampa, leopardo?

NONNO:            e va bene vuole dire che per questa volta darò a te semplice brigadiere il grande onore di stringere la mano al futuro comandan…

GRAZIELLA: comandante dell’esercito regio. Avanti forza. Oh issa, oh issa!

NONNO:            (mentre si rialza aiutato) bene vedo che si è già sparsa la voce fra le truppe.Questo è buon segno. Voce di truppa, voce certa! Adesso riproverò a brecciare la porta Pia. Caaaaaa…..

GRAZIELLA: alt! Fermo! Non si muova Colonnello, le faccio vedere una tecnica innovativa,che hanno appena inventato. Con questa tecnica state certo che aprirete tutte le porte del mondo senza spargimenti di sangue e soprattutto senza ossa rotte.

NONNO:            una nuova tecnica?

GRAZIELLA: nuovissima, immacolata!

NONNO:             vediamola allora.

GRAZIELLA:  state a vedere. (Prende la rincorsa come se dovesse irrompere con forza) Caaariiicaaa! (Corre, ma appena arriva davanti alla porta si blocca e la apre semplicemente usando la maniglia). Ecco fatto Colonnello, la porta è aperta, anzicome si dice in questi casi e’ brecciata!

NONNO:             magnifico, eccellente, bravissimo! Appena sarò nominato…

GRAZIELLA: comandante dell’esercito regio.

NONNO:            si bravo, appena sarò nominato comandante dell’esercito regio, mio caro caporale, la promuoverò a maggiore per meriti in campo.

GRAZIELLA: ma come un minuto fa mi doveva riformare!

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NONNO:              avanti bersaglieri seguitemiiii! (Esce dalla porta appena aperta).

GRAZIELLA: avanti e anche questa volta la capitale è conquistata! Abbiamo fatto l’Italia!Eh povero Colonnello, in questo periodo gli è preso la smania di conquistare Roma. Crede di essere al comando dei bersaglieri che brecciarono porta Pia, e non sono serviti a nulla i discorsi fatti per dissuaderlo, non ne vuole sentire in nessuna maniera. E allora cosa mi tocca fare? Assecondarlo! Mi tocca di assecondarlo.

Scena II

(Colonnello, Clara, Graziella, Paolo)

CLARA:                   (entra con il mano i ferri per lavorare la lana ed una sciarpa in lavorazione) cosa avevapapà? L’ho visto entrare di corsa nell’altra stanza con la solita trombetta in mano e scaraventarsi sul divano. Adesso pare che dorma.

GRAZIELLA: a lei sembra che dorma! In realtà è in riunione col suo stato maggiore. Staràstudiando un piano per conquistare per la terza volta in una giornata Roma e unire l’Italia.

NONNO:                (rientrando) voi da quella parte. Sergente voi occupate la strada principalementre io mi ritiro con il mio stato maggiore a fare il punto della situazione (si lascia cadere sul divano e comincia a dormire).

GRAZIELLA:      visto? Cosa le dicevo io? Pochi istanti di riposo ed eccolo pronto per un’altra battaglia!

CLARA:                   caro papà, ormai è come un bambino. Guardalo si è rimesso a dormire. Ma ascolta Graziella è già tornato il piccolino di casa?

GRAZIELLA:       no signora ancora il…piccolino di casa non si è visto.

CLARA:                   guarda la sciarpetta che sto facendo al lupetto. Non è bellissima? Senti com’ è morbida, così il ranocchieto non si irrita la pelle del collo e del viso. E senti com’ è calda, così scricchioletto starà bene al calduccio e non correrà il rischio di ammalarsi.

GRAZIELLA: e certo, ovvio. Non sia mai che il piccolo prendesse un colpo d’aria, gioia! Equesti pupazzetti? Chi sono Topolino e Minnie? Ma guarda che carini, sono circondati da cuoricini!

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CLARA:                   un amore vero? Pensa a come sarà contento di indossarla lo spennacchiotto di mamma quando gliela regalerò per il suo prossimo compleanno.

GRAZIELLA:      un bellissimo regalo, per il compleanno dello…dello spennachiotto. Caldo, morbido, profumato. Eh si, una bella sciarpa con Topolino è proprio quello che ci vuole per un compleanno indimenticabile. Il piccolo ne sarà sicuramente entusiasta. Non potrebbe desiderare altro.

CLARA:                   a proposito di caldo e profumato. Mi raccomando Grazielluccia, tieniti pronta a preparare un bel bagno caldo, lo sai che il cuccioletto quando torna dalla partita di tennis al club, ama rilassarsi qualche minuto nella vasca a idromassaggio con i sali da bagno.

GRAZIELLA: certo signora, appena il…il cuccioletto arriva gli preparo un bel bagno, caldoe salato.

CLARA:                 bene, bene. E mi raccomando, quando il passerottino della mamma sua torna, fai in modo di chiudere tutte le finestre. Sai, magari il bambino è un poco sudato e non vorrei che un colpo di aria facesse venire la febbre allo spenny mio e lo costringesse a letto.

GRAZIELLA: le finestre sono già chiuse. Sigillate preventivamente. Non sia mai che ilbambino si ammalasse, poverino.

CLARA:             ecco brava. Eh cara Graziella si vede che sei madre tu. Va bene, allora io vado dall’altra parte a lavorare la sciarpetta, altrimenti non farò in tempo a completarla per il suo compleanno, che sarà fra otto giorni. Mi raccomando quando il pupetto rincasa, digli che passi nello studio di là, così gli do un bacino all’amoruccio della mamma sua.

GRAZIELLA: sarà fatto signora.

GRAZIELLA: grazie cara(esce).

NONNO:            ma quale bambino, quale spennacchiotto, quale passerotto e quaglia! Glielo farei vedere io a quello là cosa vuole dire essere un uomo.

GRAZIELLA: come dice Colonnello?

Il colonnello russa.

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GRAZIELLA: io ho come l’impressione che il Colonnello più che esserci, ci fa!

PAOLO:              ciao Graziella.

GRAZIELLA: oh, salve avvocato. Oggi è rientrato prima per il pranzo?

PAOLO:            si, mi ha chiamato un mio vecchio amico di liceo che è in città per qualche giorno con la sua compagnia teatrale e abbiamo deciso di vederci. Dovrebbe arrivare fra non molto. Ma c’è un caldo in questa casa! Perché non apri un poco le finestre?

GRAZIELLA: non posso avvocato.

PAOLO:                non puoi? E perché.

GRAZIELLA: perché fra poco dovrebbe tornare il…bambino, e siccome potrebbe esseresudato dopo la partita a tennis, dobbiamo stare attenti a non fargli prendere un colpo di aria prima che al…passerotto venga la febbre.

PAOLO:              (ironico) e certo, e poi come facciamo se al passerottino della mamma viene unmalore? Tutte queste cose chi te le ha dette mia moglie, vero? E certo, chi te le poteva dire. Quella lo sta rovinando il…bambino, anzi non è che lo sta rovinando, lo ha già rovinato. Ma io non ne posso più, questa storia non può continuare, io devo fare al più presto qualcosa.

GRAZIELLA: come dice lei avvocato.

Il Colonnello improvvisamente si alza di scatto e suona la carica con la tromba.

NONNO:             avanti bersaglieri ritiriamoci sul monte Grappa (esce correndo).

GRAZIELLA: colonnello andiamoci piano con questa grappa, mi raccomando.

PAOLO:              (visibilmente irritato) vorrei vedere se è normale che ad un citrullo di 35 annicome mio figlio Luca si debbano riservare le cure e le attenzioni che si riservano ad un bambino che di anni ne ha 6! No, no, questa volta abbiamo superato il limite, questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso e il vaso ora si è rotto. E non è solo il vaso che si è rotto! E no! Dov’è mia moglie, Graziella?

GRAZIELLA: è nella sua stanza. Sta finendo di preparare una sciarpa fatta con i ferri per ilbambino…e cioè volevo dire per suo figlio, Luca.

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PAOLO:                (ironico) certo. Che fa, non gliela facciamo la sciarpetta al pupo? E magari glidisegniamo sopra Braccio di ferro. Anzi no! Forse è meglio Tom e Gerry che al bambino piacciono di più!

Il Colonnello entra e si aggira per la stanza.

GRAZIELLA: veramente sua moglie sulla sciarpetta sta ricamando Topolino e Minnie.

PAOLO:                per favore dimmi che stai scherzando.

GRAZIELLA: avvocato, su Topolino non mi permetterei mai di scherzare.

PAOLO:                basta! Adesso basta! Questa volta vado fino in fondo. Questa situazione o si sistema o si sfascia una volta per tutte, a costo che quel fannullone lo butto fuori di casa con le mie stesse mani! (Esce per andare dalla moglie).

Scena III

(Colonnello, Clara, Graziella, Paolo, Luca)

GRAZIELLA: mi sa tanto che questa volta l’avvocato si è incavolato veramente. CaroColonnello la pacchia per il nipotino sta per finire, c’è aria di bufera!

NONNO:               e sarebbe proprio l’ora! Quello sfaticato ha scroccato abbastanza!

GRAZIELLA:  come dice?

NONNO:                 caricaaa!

GRAZIELLA: ma quale carica e carica. Colonnello io sono certa che lei ci sta prendendo tuttiper il…cu…(gesticola facendo intendere il sedere poi canta), per il cuore matto che ti vuole bene…

LUCA:                    (entra stremato, quasi barcollante) ahi, ahi!

Il Colonnello esce.

GRAZIELLA: eccolo, si parla del diavolo…(gridando)signora è arrivato il cucciolo di casa, ilpasserottino, il lupetto, il piccolo di mamma!

LUCA:                    (vedendo il Colonnello uscire di corsa) nonno, sempre a correre stai? Beato tu chehai tutta questa energia! Io sono distrutto! Che stanchezza! Che stanchezza! Graziella mia, non puoi capire che stanchezza.

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GRAZIELLA:    cosa ti è successo Luca? Ti hanno costretto a scaricare un camion pieno di mattoni?

LUCA:                       peggio Graziella, molto peggio.

GRAZIELLA:       addirittura!

LUCA:                      e si. Oggi il Biffy non si è presentato al torneo di tennis ed io in quanto presidente della sezione giovani del club del tennis ed organizzatore del torneo, mi sono dovuto sacrificare ed ho dovuto fare ben due partite di consecutive!

GRAZIELLA:       niente di meno!

LUCA:                       sono distrutto, sono a pezzi. Stanco morto!

GRAZIELLA:      (ironica) e certo figlio mio, due partite! Questi non sono sforzi, sono sforzoni!Certo. Hai ragione! Molto peggio che scaricare un camion pieno di blocchi di cemento, ovvio.

LUCA:                      peggio! Meno male che almeno tu mi capisci. Per favore preparami il solito bagno caldo con i sali, che oggi ne ho particolarmente bisogno. Mi devo rimettere in forze, sono un cadavere che cammina.

GRAZIELLA:      Luchino, guarda che tuo padre è infuriato, è nero. Se ti prende, altro che cadavere che cammina, il cadavere te lo fa fare sul serio. La stanchezza te la fa passare e la mortezza te la fa venire!

LUCA:                       cosa ha oggi il papy?

GRAZIELLA:    cosa ha? Con chi ce l’ha! Il papy, c’è l’ha con te caro mio. Pare che sia traboccata la goccia ed il vaso sia caduto e si sia rotto, e non solo il vaso!

LUCA:                    non mi dire che è sempre per la solita storia del figlio fannullone, viziato e blablà blablà, blablà?

GRAZIELLA: io non ti dico niente. Quando ti vedrà, te lo dirà lui.

LUCA:                     va bene, tranquy Gracy, tanto fra poco esco e magari prima di stasera non lo becco.

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GRAZIELLA: ma come non pranzi a casa?

LUCA:                    no està possibile!

GRAZIELLA: parla potabile con me, che io tutte queste lingue polipolipe non le capisco.

LUCA:                  non posso perché sono a pranzo allo yachting club. Oggi c’ è la premiazione della regata che abbiamo fatto domenica, e visto che io sono il presidente della sezione giovani dello yachting club, non posso assolutamente mancare. Ma adesso lasciami andare a cambiare ed a fare un bel bagno caldo.

GRAZIELLA: prima però passa dalla tua mamma che voleva salutarti.

LUCA:                  e dov’è mamy, in studio?

GRAZIELLA: si.

LUCA:                  vado.

(Si sentono voci agitate provenire dalle altre stanze).

GRAZIELLA: dimenticavo. Nello studio con la mamy, c’è anche il papy.

PAOLO:               ora basta! Non possiamo andare avanti così. È una vergogna!

CLARA:               ma è ancora un bambino!

LUCA:                  (a Graziella) me ne sono accorto! Forse è meglio che il bacetto alla mamy lo diadopo.

(Entrano Paolo e Clara discutendo animatamente).

PAOLO:              (ironico) eccolo, eccolo qua il campione, il gingillo della famiglia, l’orgoglio nostro,il bastone della vecchiaia. Eccolo! Non lo vedi quanto è bello?

CLARA:               e lascialo stare il bambino, non lo vedi che è stanco morto?

PAOLO: (ironico e pacato)certo è stanchissimo il piccolo, è morto di stanchezza.(Alterandosi)

èstanco di non fare un bel niente tutto il santo giorno, ecco di cosa è stanco! Dalla mattina alla sera non fa altro che passare da un circolo all’altro, da una festa ad un’altra, da un divertimento all’altro, senza nessuno scopo nella vita se

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non divertirsi e fare baldoria. Non ha nessun progetto sul suo futuro se non quello di campare a sbafo alle spalle del papà…

LUCA:               ma dai papy…

PAOLO:       ma quale papy e papy? E chiamami papà una buona volta! Tutti questi vezzeggiativi infantili mi fanno imbestialire.

CLARA:           e lascialo stare un poco in pace. Non vedi che il piccolo…

PAOLO:          (esasperato) ma quale piccolo? Quale piccolo? Ma dico io, scherzi o parli sul serio?Non vedi che il tuo passerotto, il tuo bambino è un citrullo? Non vedi che ormai è bello e peloso? Ma di quale piccolo parli Clara?

CLARA:           e va bene sarà un poco cresciuto, ma per me rimane sempre un bambino. Il cucciolo di casa!

PAOLO:        (esasperato) ancora con questo cucciolo? Tuo figlio ha trentacinque anni, lo vuoicapire oppure no? E sono ben trentacinque anni che non fa niente, anzi per essere precisi, che gioca, si che gioca e si diverte senza concludere un fico secco.

LUCA:            ma mamy…io…l’università

CLARA:        si bravo cucciolo mio. Ricordalo a tuo padre che sei ad una sola materia dalla laurea.

PAOLO:        (con veemenza) e hai pure il coraggio di rinfacciarmelo? Tuo figlio è studenteuniversitario da ben diciassette anni! Diciassette anni, mi sono spiegato bene? E sono già cinque anni che deve dare l’ultimo esame. Un esame! Un ultimo benedetto esame per laurearsi! Un solo esame per levarsi di torno. Uno, uno solo, un ultimo esame! E che ci vuole a darlo dico io?

LUCA:           ma papy, è un esame difficilissimo. E poi lo sai che il professore ce l’ha con me. Non mi può vedere. Lui è cordiale, gentile e disponibile con tutti quei ragazzini laureandi di 22, 23 anni; io invece non gli sono mai andato a genio!

PAOLO:        quei ragazzini laureandi, come dici tu, di 22 anni, sono persone che avranno successo nella vita. Gente che sa cosa vuole e che non perde tempo appresso al club del tennis, della vela, del tricche e del trac. Tu sei uno sfaticato, ingrato e scroccone, ecco cosa sei!

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CLARA:           ma amore cosa può farci il cuccioletto se il professore prova antipatia per lui? Anzi poveretto, il piccolo di mamma si sta comportando da ometto e sta tenendo duro per non farsi venire un esaurimento nervoso da stress.

PAOLO:        ma quale stress? Quale esaurimento? L’esaurimento a me sta venendo, a me, a furia di avere a che fare con questo poco di buono e con te che lo vizi. Me lo hai rovinato.

CLARA: (rivolta al figlio che poi abbraccia e fa sedere sulle sue gambe)tappati le orecchie amore;non ascoltare papy tesoruccio di mamma. Lui è monello, lui scherza, lui ti vuole bene, scriccioletto mio. (Al marito) zitto! Non parlare così al bambino, me lo traumatizzi! Non basta già il perfido professore?

LUCA:             si, è perfido mamy!

PAOLO:        perfido? Quello è un santo! Le ultime due volte che questo tuo campione ha sostenuto l’esame, quello il professore, pur di aiutarlo e di levarselo di torno gli ha fatto una domanda, una sola, gli ha chiesto un argomento a piacere. La sai di che cosa gli ha parlato il tuo piccolo traumatizzato?

CLARA:       di cosa?

PAOLO:        gli ha parlato delle finali del torneo di vela che aveva organizzato al club. Hai capito?

LUCA:             ma papy, lui mi ha chiesto un argomento a piacere!

PAOLO:        (togliendosi una scarpa per colpire il figlio) senti scimunito, smettila di chiamarmipapy altrimenti ti prendo a scarpate!

CLARA: e certo, la colpa è del docente. Questi docenti di oggi fanno di tutto per confonderei ragazzi. Avrebbe dovuto fare una domanda classica. Se chiede un argomento a piacere…ognuno parla di ciò che vuole! Hai fatto bene a mammina!

PAOLO:        ma che dici anche tu? Che giustifichi? (Al figlio) E tu screanzato, se non vuoi concludere per te, almeno fallo per la tua fidanzata, fallo per Silvia. Lei si che è una ragazza con la testa sulle spalle; ha appena trent’anni è già, è un medico specializzato e tu invece ancora non sei niente.

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LUCA:            (quasi borbottando) certo, per lui sono sempre niente. Presidente del club del tennis,presidente del club velico, presidente del Rotoran, consigliere del circolo giovani altolocati, segretario del circolo giovani futuri imprenditori…

PAOLO:        e fra poco diventerai segretario del circolo “anziani futuri imprenditori” e dopo ancora segretario del circolo “tentarono di essere futuri imprenditori” e alla fine segretario del circolo “morì sperando di essere futuro imprenditore”. Ma che dici? Domani, quando io non ci sarò più che mangerai, presidenze di circoli ed onorificenze? Devi concludere nella vita! Devi creare qualcosa di tuo, di concreto!

LUCA:            va bene, quest’altra ramanzina me l’hai fatta. Ora però è tardi devo andare a prepararmi per il pranzo al club. Mamy mi faresti da dama?

CLARA:  certo ometto mio, vado a prepararmi. Tu fai prima il bagno caldo ricostituente?

LUCA:            non dopo questo nuovo spettacolo di papy, non c’è più tempo. Considerato che la doccia l’ho già fatta al club, vado solo a cambiarmi.

PAOLO:        non mi chiamare papy ti ho detto! (A Graziella) hai visto? E che ho parlato a fare? (A Luca) ma almeno portati la fidanzata no la mamma!

LUCA:            Silvia è a lavoro. Lavoro, lavoro, sempre lavoro, non sa che piaceri della vita che si sta perdendo. Ciao papy!

PAOLO: ancora con questo papy? Ma allora me lo fai apposta! Me lo fai per provocarmi!(Lorincorre con la scarpa in mano per colpirlo) ma io ti prendo a scarpate se non lafinisci, hai capito?

Parapiglia generale, Luca scappa per non farsi prendere dal padre che lo insegue. Clara cerca di bloccare il marito per difendere il figlio. Il Colonnello vedendo movimento si inserisce nell’azione.

NONNO: un’offensiva del nemico per confonderci. Caricaaa!

CLARA:        Paolo, basta! Per favore fermati, fermati. Non colpire il bambino! Così me lo sconvolgi profondamente!

Dopo un poco di inseguimento Paolo si ferma affaticato, mentre Luca esce di scena.

PAOLO:          (ansimante) disgraziato! Disgraziato amaro. Mi porterà alla tomba, mi porterà!

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CLARA:           non ti basta già lo stress a cui è sottoposto Luchino, vero? Ci mancano solo le tue sfuriate! (Uscendo) passerottino, cuccioletto di mamma, papà stava scherzando. È monello lui!

PAOLO:            (demoralizzato) è una battaglia persa! Quei due, figlio e madre, mi porteranno allatomba, quanto prima! Graziella.

GRAZIELLA: mi dica avvocato.

PAOLO:            senti io vado nel mio studio, vediamo se mi riesco a calmare un poco. Per favore quando arriva il mio amico, il dottore Musumeci, fallo accomodare e chiamami.

GRAZIELLA: va bene, sarà fatto.

Scena IV

(Colonnello, Graziella, Clara, Luca)

NONNO: forza ragazzi miei, avanti bersaglieri dell’Italia ! Sfondiamo porta Pia, facciamoloper il re! Alla caaaricaaaa!

GRAZIELLA: Colonnello e siamo a quattro in appena mezza mattinata. Se continua così,supera il suo record personale di sette unificazioni nazionali in un giorno.

NONNO:            taci tu o contadina del monte Grappa. Qui o si fa l’Italia o si muore. E voi che fate bersaglieri? Non fermatevi, non capite che lei è solo un diversivo mandato dal nemico per distrarci? Cantiamo forza:

(cantando) All'armi, all'armi, all'armi bersaglieri !

Noi siamo dell'Italia i bersaglieri

siamo i ciclisti, i falchi della guerra

qual folgore piombiam tremendi e fieri

e del nemico siam, l'incubo e il terror…

(crolla sul divano indolenzito ) ahi , ahi , ahi, che dolore, la mia schiena, ahi nonmi posso muovere, ahi!

GRAZIELLA: ma come non eravate i ciclisti, i falchi, la folgore?

NONNO:            il nemico, sarà stato il nemico a colpirmi! Qualche nemico codardo che si nasconde non facendosi riconoscere. Non fermatevi voi ragazzi, brecciate, brecciate!

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GRAZIELLA: caro Colonnello, il nemico che vi ha colpito si è fatto riconoscere. Si chiamavecchiaia. È l’ora della prima pillola per i reumatismi, tenga la prenda ed il dolore passerà immediatamente.

NONNO:            vecchio io? Ma come ti permetti pastorella del monte Grappa? Come, come…ahi, ahi! Graziella, portami la pillola gioia.

GRAZIELLA: tenga Colonnello, tenga.


LUCA:

NONNO:


ciao nonnino.

ciao soldato.


LUCA:


ma la mamy ancora non è scesa?


GRAZIELLA: (al pubblico)visto? È come se non fosse successo niente. Questo è un mangiaossa! (A Luca) non ancora.

LUCA:                  dai mamy sbrigati altrimenti faremo tardi. Fra l’altro prima dobbiamo passare al bar celebrity per l’aperitivo.

CLARA:               eccomi ciuccio mio, sono pronta. Se n’è andato mio marito?

GRAZIELLA: è nello studio, dice che deve calmarsi.

CLARA:                 e non si poteva calmare prima di innervosirsi? Queste scenate esagerate. Quello vuole destabilizzare l’equilibrio psicologico di mio figlio.

GRAZIELLA: (al pubblico)secondo me il…piccolo è già abbastanza destabilizzato di suo.

LUCA:                      ma sei splendida!

CLARA:                   grazie spennacchiotto mio.

LUCA:                     Mamy! Mamy, mamy! Hai preso dei soldi, vero? Sai la carta di credito pre-caricata che mi ha regalato il papy è così piccola, i soldi che ci stanno mi bastano appena per una settimana, giusto il tempo, di qualche aperitivo…

GRAZIELLA:  tre al giorno.

LUCA:                       qualche partita a poker con gli amici…

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

GRAZIELLA:        2 sere a settimana.

LUCA:                          le serate mondane nei clubs esclusivi.

GRAZIELLA:          tutte le sere.

LUCA:                          ed altre piccole fesserie. La carta mi sta stretta!

GRAZIELLA:        stretta? Una carta di credito pre-caricata con 2000 euro al mese, senza fare nulla. Magari l’avessi io!

CLARA:             e che ci vuoi fare tesoruccio della mamy? Babbo non capisce che stai crescendo!

LUCA:                      ma andiamo che è tardi, altrimenti al baretto mi finisce tutto il prosecchino.

Ciao nanny, ciao Gracy.

CLARA:                    ciao a dopo.

(Escono di casa).

Scena V

(Colonnello, Graziella, Silvia, Paolo)

GRAZIELLA: a dopo, a dopo. Il prosecchino, il baretto. Ha ragione l’avvocato, quelli sonoin un mondo tutto loro! Come si sente Colonnello?

NONNO:               ora meglio grazie.

GRAZIELLA:       ha visto? La pilloletta magica ha fatto effetto.

Suonano alla porta.

GRAZIELLA:       oh, ciao Silvia.

SILVIA:               buongiorno signora Graziella, come va?

GRAZIELLA: benissimo, grazie. Ma non hai incontrato Luca e la professoressa, sono appenausciti.

SILVIA:                    no. Io ho preso le scale perché l’ascensore era occupato. Saranno stati loro.

Buongiorno Colonnello.

NONNO:              alto là, chi va là?

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GRAZIELLA: è Silviuccia, Colonnello.

NONNO:             oh Silviuccia bella, come stai?

SILVIA:                bene Colonnello, e lei sempre in forma come ogni bersagliere, vedo.

NONNO:            come ogni bersagliere. Ma dimmi sei ancora fidanzata con quel poco di buono di mio nipote?

SILVIA:           si Colonnello. Comunque Luca non è un poco di buono deve per così dire…ancora maturare un poco.

NONNO:          ma quale maturare, quello ha saltato la fase della maturazione ed è passato direttamente a quella del fradiciume, nel senso che ha il cervello fradicio, putrefatto, decomposto, come una poltiglia, ammesso che ne abbia mai avuto uno di cervello! Lascialo perdere quello è uno sfaticato, non ti merita!

PAOLO:            ha ragione il Colonnello! Quello non ti merita. Ciao Silviuccia.

SILVIA:            buongiorno avvocato Costanzo. Prima o poi maturerà, spero. Intanto io l’aspetto.

GRAZIELLA: ah l’amore, l’amore!

PAOLO:            ma quale avvocato, ti ho detto mille volte che mi fai sentire un vecchio chiamandomi così. Paolo, per te sono Paolo.

Suonano alla porta. Graziella apre e si presenta Matteo travestito in un modo che non consente a Paolo di riconoscerlo; in questa fase del travestimento, Matteo finge di essere balbuziente. La balbuzie sarà a piacimento dell’attore tranne quando espressamente suggerita dal copione. Quando svelerà la sua identità riprenderà a parlare normalmente. E’ importante che abbia i baffi tipo re Vittorio Emanuel II.

Scena VI

(Colonnello, Graziella, Silvia, Paolo, Matteo)

GRAZIELLA: buongiorno. Desidera?

MATTEO:            (a voce alta) bbu!

GRAZIELLA: (spaventata, urla)aaaah! Mamma mia, mi ha messo paura. Ma dico, le sembrabello fare spaventare alla gente.

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MATTEO:           scu…scuscù…scuscù scusi! Co…cocò…cococò….

GRAZIELLA: coccodè, l’uovo è pronto!

MATTEO:            Costanzo! Sto cercando l’avvocato Costanzo.

GRAZIELLA: lei chi è?

MATTEO:           io so…sosò…sosò…

GRAZIELLA: non si sforzi! Non si sforzi, non c’è bisogno che mi dica il suo nome. Glielochiamo sulla fiducia.

MATTEO:           sosò, sono il dottore Pizzuto, ispettore del fisco!

GRAZIELLA: ispettore del fisco? Prego si accomodi, prego. (A Paolo)Avvocato c’è …

PAOLO:              si ho sentito Graziella, ho sentito. Buongiorno sono l’avvocato Costanzo, posso aiutarla in qualcosa?

Il Colonnello vedendo entrare quest’uomo con i baffoni, salta sulla sedia credendolo il re venuto a premiarlo per le sue imprese.

NONNO:            (rivolto ai soldati immaginari) battaglione aaaattenti! Sua Eccellenza, sua maestà,mio re (si genuflette e gli bacia la mano)!

PAOLO:          ma quale re papà! Lascia stare il signore. (A Matteo) lo scusi, mio padre era Colonnello dei bersaglieri e sa com’è, ad una certa età si crede di rivivere in certi periodi della propria vita. è come se ci si catapultasse indietro e lì si rimanesse per sempre.

NONNO:        ma che dici Paolo? Come ti permetti di parlare così a sua altezza? Mettiti in ginocchio presto! Non capisci? Tu hai davanti sua maestà, il re Vittorio Emanuele II. La prego di perdonarlo Sua Eccellenza, lo scusi Sua Eminenza mio figlio è ancora un ragazzo e certe cose non le capisce.

PAOLO:          ma quale ragazzo! Basta papà, smettila di importunare il signore.

NONNO:         basta lo dico io. Ascolta tuo padre e genuflettiti al cospetto del tuo re.

Il Colonnello che è in ginocchio, tira Paolo e lo costringe a genuflettersi.

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

PAOLO:            ma papà!

NONNO:          baciagli le mani.

PAOLO:  questo è troppo.(Si rialza)la prego di scusarci, mi creda sono mortificato.

MATTEO:        tra…tra…tratra…

GRAZIELLA: tra poco fa buio, se non si sbriga a parlare.

MATTEO:       tranquillo. Non si preoccupi avvocato, non si preoccupi. Si alzi pure Colonnello.

NONNO:            Colonnello dei bersaglieri Attilio Costanzo, ai suoi ordini. (Rivolto ancora al battaglione immaginario) bersaglieri riiiposo! 100 soldati 10 sottoufficiali e 5ufficiali a rapporto sua maestà.

MATTEO:         grazie Colonnello. Potete rompere le righe.

NONNO:             battaglione, rompere le righe!

PAOLO:              adesso è ora di finirla papà, mi pare che hai già fatto abbastanza. Graziella, per favore pensaci tu.

GRAZIELLA: Colonnello venga andiamo di là a pendere la bustina per le artrosi.

NONNO:              ma cosa dici contadina plebilia? Ma quale artrosi? Io sono un bersagliere

vente…nne. (Preso dai dolori) Ahi, aiuto ahi non mi posso muovere...

GRAZIELLA: ha visto Colonnello che non è più un giovincello?

NONNO:              è tutta colpa tua! Il re è venuto qua per premiarmi, per consegnarmi una medaglia al merito per la breccia di porta Pia. È qui per riconoscermi gli onori di combattente che ha unito l’Italia.

GRAZIELLA: come no, certo!

NONNO:    (a Matteo)sua eccellenza, mi ritiro nei quartieri militari per indossare l’altauniforme ufficiale e torno subito per la decorazione. (Esce seguito da Graziella).

MATTEO:         l’a….l’a…l’a l’a…

GRAZIELLA: lasci perdere!

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MATTEO:         l’attendo.

Scena VII

(Matteo, Silvia, Paolo)

PAOLO:           le chiedo ancora scusa per questo parapiglia. In cosa la posso aiutare?

MATTEO:       lei è l’avvocato Costanzo?

PAOLO:            si, e lei?

MATTEO:       sono un ufficiale giudiziario. Sono venuto per pignorarle i mobili.

PAOLO:            cosa? Di quale pignoramento parla? Ci deve essere uno sbaglio! Magari un caso di omonimia. Si certo, sicuramente ci sarà qualche altro Paolo Costanzo e vi sarete sbagliati.

MATTEO: nessuno sbaglio il Costanzo da sequestrare è lei. Oggi mi porto i mobili, domaniverrò a prendere la casa.

PAOLO:            ma che dice? Io sono una persona onesta, quale pignorare, quali mobili vi portate?

MATTEO:  mi risulta che lei è un evasore delle tasse…

PAOLO:           ma, come si permette? Io, io la querelo!

MATTEO:       è un evasore fiscale e fessacchiotto…

PAOLO:          ma cosa…cosa dice? Chi le dà licenza di rivolgersi a me con questo tono, con queste parole?

Matteo si toglie parrucca e occhiali per farsi riconoscere.

PAOLO:          ma tu sei…

MATTEO:  e tu sei un credulone.

PAOLO:        ma quale credulone? Non ti avevo assolutamente riconosciuto…signore primo attore!

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MATTEO: vieni qua, fatti abbracciare.

PAOLO:        Matteo, Matteo. Pare ieri che marinavamo insieme la scuola, solo ieri che alla villa comunale intrattenevamo amici e passanti inventando scenette, ed invece eccoti qua. Direttore artistico e capocomico di una fortunata compagnia, tutta tua! Ne è passata di acqua sotto i ponti! Ma vieni, ti presento Silvia.

MATTEO: molto lieto. Sei la piccolina di questo avvocataccio?

SILVIA:         no, non sono la figlia dell’avvocato.

PAOLO:          magari lo fosse. Magari!

MATTEO: ma se non ricordo male, tu hai dei figli!

PAOLO:          si uno. Silvia è appunto la sua fidanzata. La sua santa fidanzata.

MATTEO: santa?

SILVIA:         no, l’avvocato…

PAOLO: Paolo…

SILVIA:  si vero. Paolo esagera.

PAOLO: ma che esagero? Matteo credimi amico mio, io con Luca, mio figlio, non ce la facciopiù.

MATTEO: addirittura! E come mai?

PAOLO:      come mai? Ha trenta cinque ed è ancora studente universitario a tempo pieno. Dopo mille peripezie sono riuscito a fargli dare tutte le materie. Tutte, tranne una. Pure la tesi è pronta e consegnata. Una materia, capisci solo una e finalmente me lo tolgo dal groppone.

MATTEO: e certo, in effetti trenta cinque anni ed ancora all’università.

PAOLO:      Non fa niente di utile dalla mattina alla sera. Esce da un club e si chiude in un altro. Serate mondane di qua, feste di là, cene di gala, e chi più ne ha più ne metta. Tutto fa, tutto tranne che mettere la testa a posto, prendersi questa benedetta laurea e trovarsi una sistemazione. E questa povera ragazza che cerca di farlo cambiare da anni senza riuscirci.

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MATTEO: deve esserne davvero innamoratissima.

SILVIA:        cotta.

MATTEO: appunto. Paolo, mi dispiace di sentirti così abbattuto, sembri esasperato.

PAOLO:        e lo sono. Ma la colpa è mia lo so.

MATTEO: tua? E perché?

PAOLO:        tutto questo benessere in cui lo faccio vivere, tutti i capricci che gli faccio passare. La colpa è mia! Il lavoro per fortuna mi va bene e lui ne approfitta. Ah, se solo sapesse cosa vuole dire guadagnare qualcosa col sudore della propria fronte. Se capisse cosa vuol dire sentirsi tremare la terra sotto perché le cose si mettono male e non ci sono reti a proteggerti se cadi.

MATTEO: e tu, credi che se tuo figlio vivesse questo, provasse insomma la paura di perderetutto, le cose cambierebbero?

PAOLO: non lo so se cambierebbero, certo è che forse qualcosa la capirebbe quel fannullone.E poi io comincio ad avere una certa età e non potrò stare lì per sempre a mantenerlo. E il mio studio? Anni di sacrifici per farlo crescere e renderlo prestigioso ed alla fine per chi? A chi lo lascio se quello screanzato non vuole sentirne di completare gli studi e mettersi a lavorare?

MATTEO: (riflettendo)certo, in effetti, se le cose si mettessero male? Se papà non avesse piùsoldi. Diciamo, che magari casca in malora ed è costretto a dichiarare bancarotta, gli pignorerebbero tutto. E mettiamo il caso che la bella fidanzata decidesse di, che ne so, lasciarlo per un altro con la testa sulle spalle e che le offra delle certezze.

PAOLO:  cosa ti sta venendo in mente Matteo?

MATTEO: Paolo, che facevamo alla villa del paese?

PAOLO: intrattenevamo la gente, davamo qualche ora di spensieratezza, di tranquillità,perché no, di gioia.

MATTEO: in poche parole facevamo vivere dei sogni!

PAOLO:       si appunto.

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MATTEO: e se per una volta a qualcuno facessimo vivere un incubo?

PAOLO:  un incubo? Cosa stai sperimentando? Cosa vuoi fare?

MATTEO: cosa voglio fare io? Cosa vogliamo fare noi! Vero Silviuccia? Vero Paolo?

SILVIA:       vero?

MATTEO: amico mio fai preparare un piatto di pasta col pomodoro, con lo stomaco pienoimprovviso meglio.

PAOLO: Graziella, Graziella. Aggiungi due posti a tavola, oggi abbiamo ospiti!

FINE ATTO PRIMO

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ATTO SECONDO

Stesso salotto del primo atto un paio di giorni dopo.

Scena I

(Luca, Graziella)

Luca seduto su di un divano sta sfogliando un libro a mangiucchia qualcosa. Sulla caviglia fasciata, tiene appoggiata una borsa del ghiaccio, mentre al collo indossa un grosso bavaglio del tipo di quelli usati a carnevale per travestirsi da bambino.

GRAZIELLA: (di passaggio per andare in un’altra stanza)Luca, cosa hai? Ti senti male? Vuoiche chiami un medico, il 118?

LUCA:                  no Gracy, non ho bisogno di nessun medico, sto benissimo. Ma perché mi fai questa domanda? Ah, se è perché mi vedi un poco pallidoccio non ti preoccupare. Purtroppo sono ben due settimane che non trovo il tempo di andare a fare la lampada abbronzante. I miei impegni molteplici mi assorbono tanto di quel tempo.

GRAZIELLA: no, ma che hai capito? Ma quale pallido. Mi sembrava che ti sentissi maleperché sono almeno quattro anni che non ti vedo con un libro in mano. Allora mi sono preoccupata e mi sono detta: vuoi vedere che il…piccolo si è stressato troppo in qualcuno dei circoli che frequenta e che lo assorbono tanto e gli è venuto uno squilibrio psicologico!

LUCA:                  ma quanto sei spiritosa Gracy! Stai tranquilla che non sono per nulla stressato. Io sono più fresco delle rose!

GRAZIELLA: questo lo avevamo capito! Piuttosto come va la caviglia? Sono giorni che latieni fasciata, mi sembri la mummia di Tutti in camion quarto. E non so poi quanti chili di ghiaccio gli hai messo sopra! Secondo me se continui così

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qualche altro giorno, va finire che al posto della caviglia ti ritrovi un bastoncino Findus.

LUCA:                  si, scherzaci pure, tu! Ti ho detto che mentre salivo una busta di acqua per aiutare la mamma, mi sono preso una storta e la caviglia mi si è gonfiata come una zampogna durante le feste di Natale.

GRAZIELLA: certo! Tu a faticare non ci sei abituato. Quando mai hai aiutato qualcuno a farelavori di fatica?

LUCA:                  ed una volta che mi sventuro ad aiutare la mamy, ecco qua il risultato.

GRAZIELLA: è perché non sei allenato! Ma scusa la caviglia si è sgonfiata da tre giorni, e tuancora stai come uno che è appena uscito da una sala operatoria.

LUCA:                  tattica, cara Graziella, è una tattica!

GRAZIELLA: a si? Una tattica per cosa?

LUCA:                  contro lo stress che mi provoca mio padre con la storia dello studio, della laurea, dell’età e blablà, blablà, blablà! Io faccio finta di essere avvinto da un lancinante dolore e lui mi da pace.

GRAZIELLA: e certo, chiaro! Tuo padre non pensa al tuo futuro, alla tua vita, no! Quello tistressa così per passare il tempo, per sport. Si, ha inventato un nuovo sport: il figlio stressiting! Ma quante ne devo sentire ancora, dico io? E senti, mentre sei convinto del tuo lanciafiamme di dolore, che stai leggendo un nuovo libro su come spendere i soldi del papà?

LUCA:              ma che dici? (Poi ripensandoci) anche se in realtà non sarebbe una cattiva idea per fare fruttare il mio tempo. (A Graziella) il libro che ho in mano, è un book fotografico.

GRAZIELLA: addirittura un buchè fotografico. Ai miei tempi i buchè erano solo di fiori. Macerto oggi sono altri tempi.

LUCA:               me che dici Gracy? Ma quale bouquet? Book, ripeti con me: book, pictures book.

GRAZIELLA: bocca, picciula bocc.

LUCA:                no bocca. Book. È inglese, vuole dire libro, libro di fotografie.

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GRAZIELLA: e parla come mangi con me! Tutte queste cose straniere! Allora stai guardandodelle foto?

LUCA:                  certo! Foto, guardo solo delle foto di nautica. Barche a vela.

GRAZIELLA: non stai studiando?

LUCA:                  ma dico sei impazzita? Certo che no!

GRAZIELLA: allora è tutto a posto Luca. Stai benissimo! Senti io vado di là e forse fra pocoesco, per favore quando arriva papà dagli questa lettera raccomandata che è arrivata oggi per lui. (Posa la lettera su di un mobile poi esce).

Scena II

(Luca, papà, colonnello, Graziella)


LUCA:


(con dire divertito) studiare! Al solo pensarci mi viene da ridere. Ma dico, comefa certa gente a pensare che una persona con tutti i miei impegni possa perdere del tempo mettendosi a studiare! E poi la mia è una scelta strategica. Ora dico io, mi hanno costretto a sostenere tutti gli esami del mio corso di laurea in giurisprudenza, e per sfortuna li ho superati tutti. Mi hanno torturato così tanto che ho pure dovuto consegnare la tesi di laurea. Oh, quasi mi fregavano e mi facevano laureare! Ma io, io li ho fregati tutti! E si, mi sono tenuto un esame, una materia non data e così tecnicamente sono un laureando, ma non un laureato. Dunque io con onore mi fregio ancora alla rispettabile età di 35 anni del titolo di…studente a tempo pieno. (Sospirando) Studente. Che bella vita che è quella dello studente a tempo pieno. Nessuna responsabilità. Vivi casa con la mamma che ti coccola come se fossi un re; il papà che volente o nolente deve, per legge, mantenerti. Vestiti puliti, denaro in tasca, il pranzo pronto quando torni a casa e nessuna, dico nessuna preoccupazione e tutte le comodità. Questa si che è vita! E chi è quel fesso che si laurea, per poi essere costretto a cercarsi un lavoro per campare, faticare tutto il giorno senza avere il tempo di andare al club della vela, del golf, del tennis, eccetera, eccetera, eccetera. Sicuramente quel fesso non sarò io!


PAOLO:


(entrando, al figlio ) ancora lì stai seduto tu?


LUCA:


ciao papy.


PAOLO:


e non chiamarmi papy! Quante volte te lo devo ripetere?


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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

LUCA:      la caviglia mi fa ancora male. È stata una brutta storta ed il medico mi ha raccomandato il massimo riposo…

PAOLO: per quello non c’era bisogno che te lo raccomandasse lui, ci pensi molto più chebene da solo. Una cassetta, una cassetta d’acqua ed eccolo là, mi è diventato invalido civile a tempo indeterminato.

LUCA:  papy…

PAOLO: ancora! Ma che è cretino?

LUCA:  la Gracy ti ha lasciato una raccomandata su quel mobile. È arrivata oggi.

Paolo prende la busta (il cui contenuto già conosce) e la osserva, poi la apre e comincia a leggerla in mente. Importante diventa la mimica facciale e posturale che deve fare intendere la tragedia che si sta concretizzando.

LUCA:  (vedendo il padre provato)che succede papy? Papy? Papà?

PAOLO: sono rovinato! Questa volta sono rovinato per davvero. (Mentre esce da casa, lasciascivolare la lettera in terra) è finito tutto. Siamo rovinati (esce).

LUCA: ma che succede?(Si alza con un balzo dal divano per prendere il foglio da terra, poi a vocealta lo legge):

Gentile avvocato Costanzo,

Da:ministero del tesoro, ufficio fisco, sezione riscossione tributi, sottosezione pignoramento.

Avvocato, ci risultano da Lei non evasi (leggasi pagati) i contributi dovuti alla dignitosa sopravvivenza dello Stato italiano (leggasi tasse) relative agli ultimi 10 anni della sua attività, per un ammontare forfetario in difetto, da conguagliare adeguatamente dopo accurata verifica alla quale sarà a breve sotto posto, di euro 3 milioni a cui sommare 500 mila euro come interesse per la prolungata morosità. (Al pubblico) quanto? (Riprende a leggere) La presente per informarla che se entro la data del25 maggio corrente anno, non saranno pagate le suddette spettanze pecuniarie (leggasi soldi), verrà il giorno appresso (leggasi 26 maggio corrente anno) un nostro ufficiale giudiziario per pignorare le vostre proprietà fino al raggiungimento della somma dovuta. (Al pubblico) ma il 26 sarà domani. (Riprende a leggere) qualora il valore dei beni alienati (leggasi sequestrati) non fosse sufficiente a coprire quanto dovuto, la signoria vostra sarà immediatamente fermato (leggasi arrestato o imprigionato, faccia a suo

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cuore) per un periodo che sia riconosciuto tale da compensare quanto ancora dovuto (legga un anno di carcere ogni 50 mila euro da pagare). (Fine lettera).

Ma che dicono? Evasore delle tasse, arrestato, truffatore, mio padre? Non ci posso credere! Ma perché mio padre che è preciso, anche troppo delle volte, non ha pagato le tasse? Eppure di guadagnare, guadagna. Lo studio va bene ed i clienti non mancano. Ma no, deve esserci un errore per forza. Mio padre paga pure il canone della RAI. E voglio dire se paga quello, che in Italia oltre a lui pagano sì e no altre dieci persone! No, sono certo che ci sarà stato uno scambio di persona. Adesso papy rientra, mi spiega tutto per bene, e ci facciamo due risate insieme.

GRAZIELLA: (inseguendo il nonno)colonnello per favore si fermi, deve prendere la pillola.

NONNO: tu sei pazza! Io quell’intruglio non lo prendo neanche sotto tortura. Voi voleteavvelenarmi. Chi ti ha mandato Garibaldi vero? Quello è sempre stato invidioso di me!

GRAZIELLA: ma quale Garibaldi e Napoleone.

NONNO: chi hai detto Napoleone? Lo conosco abbiamo fatto il militare insieme. È un bravoragazzo, farà strada!

GRAZIELLA: e certo almeno a Gaeta ci arriverà di sicuro.

Il Colonnello esce e Graziella lo insegue.

Scena III

(Luca, papà)

Paolo entra di fretta.

Nota: tranne dove esplicitamente richiesto dal copione (tono normale), per dare maggiore comicità alla scena la recitazione di Paolo in questa scena deve essere esasperatamente drammatica, vistosamente affettata e deve lasciarsi intendere che sta recitando.

LUCA: papy, ho letto questa lettera che ti è arrivata. Ma vedi tu che sbagli che fanno quellidel fisco. (Paolo resta serio) perché, per…chè si tratta di uno sbaglio vero (domanda con tono preoccupato)?

PAOLO: (come da nota)adesso non ho tempo, devo scappare. Ti spiegherò dopo, un giornoforse. (Tono normale) Ma il male alla caviglia è passato?

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LUCA:  si tutto di un tratto appena ho letto questa lettera.

PAOLO: (Tono normale)hai visto? Il telefono allunga la vita, ma anche la posta non scherza.Risana miracolosamente!

LUCA: ok papy capisco che hai fretta, cosa hai un’udienza importante? Va bene ma se perdiun minuto per rassicurarmi che è un errore…

PAOLO: (come da nota)Luca quando dico che non ho tempo e che devo scappare, lo dicoletteralmente; devo andarmene in fretta, devo scappare prima che mi prendano quelli del fisco, (Tono normale) perche sai come si dice no?

LUCA:  come si dice?

PAOLO: (come da nota)di fisco si muore figlio mio, e se non t’ammazzano, t’arrestano.

LUCA:      ma allora è…allora è tutto vero?

PAOLO: (come da nota)tutto, tutto fino all’ultima parola, anzi per meglio dire fino all’ultimoeuro.

LUCA:        ma come ti è potuto succedere?

PAOLO: (come da nota)e come Luca, come? Questa bella casa, la casa al mare, i viaggi primanoi tre, tu la mamma ed io e poi i tuoi in giro per il mondo. Le agiatezze nelle quali sei cresciuto durante l’infanzia, la piscina, il tennis, il golf, il karate, l’equitazione. Ardito, ti ricordi il cavallo che ti avevo comprato quando avevi 13 anni e facevi le gare di equitazione?

LUCA:        e che vuoi dirmi che tutta questa storia è colpa di Ardito?

PAOLO: no, cioè non solo. E caro figlio, quanto ho investito su di te? Quanto! E mi dicevo:guarda Paolo, guarda come sta crescendo bene il tuo figlioletto. Guarda quanti interessi ha il bambino. E poi mentre crescevi: quanti interessi ha l’adolescente. Ed ancora più avanti: guarda quanti interessi ha il ragazzo, chissà che uomo ne uscirà fra poco, quando fra qualche anno, deciderà cosa vuol fare nella vita e si dedicherà anima e cuore alla preparazione alla sua attività e poi all’attività stessa. E già l’attività. Io speravo in cuor mio, che ti laureavi in legge e rilevavi la mia quota nello studio. Ma sai è solo un cuore di padre, che vuoi che valga. Ed il tempo intanto passava e tu figlio mio non concludevi, ed ancora non concludi, ma intanto gli interessi, gli hobby, che se non si lavora, se non si fa altro che quelli, figlio mio

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si chiamano vizi, crescevano e con loro le spese. E soldi ed ancora soldi, mentre nel frattempo qualche colpo sbagliato in borsa mi metteva sotto economicamente. E lì a chiedere soldi al mio socio, che me li ha sempre dati e nulla ha preteso mai in cambio. Ma certe cose si capiscono anche se non dette, e così nello studio sono entrati i suoi due figli laureati a neanche 23 anni, ed ovviamente sono entrati da soci e sai con quale parte?

LUCA: con quale?

PAOLO: con la mia, cioè con una parte equivalente ai debiti che avevo col padre. Fino a cheper mantenerti, mi sono ritrovato senza quota nella società che avevo fondato, capisci? Ed alla fine sono diventato uno stipendiato, che nel frattempo accumulava debiti con la gente e col fisco. E tu a fare il presidente dei clubs di tennis, della vela ed a chiedermi soldi ed ancora soldi. E dove li prendevo io ora i soldi per mantenenti?

LUCA:  cioè morale della favola, tu ti trovi in queste condizioni a causa mia?

PAOLO: in gran parte. In gran parte si, figlio mio. Ora vado, non so come non so quando etantomeno so se ci rivedremo. ( Fa per andarsene).

LUCA:      ma te ne vai così? E non lo saluti il nonno, La mamma?

PAOLO: dai un bacio per me al nonno. È vecchio e non voglio dargli questo tremendo dolore.Potrebbe essere troppo per lui. Riguardo alla mamma è in gita a Firenze con la scuola, vedrò se posso rintracciarla e spiegarle tutto per telefono. Forse potremo incontrarci per l’ultima volta, clandestinamente per amarci e poi lasciarci come due fuggiaschi. Addio figlio mio, io in te ci credevo! (Esce).

LUCA:  ma papà…aspetta…

Scena IV

(Luca, colonnello, Graziella)

NONNO: avanti miei  baldi giovani,  avanti  miei  bersaglieri,  sfondiamo  questa  porta,liberiamo Roma, creiamo l’Italia unita! Evviva il Re, evviva Vittorio Emanuele II.

GRAZIELLA: ancora? Un’altra volta?

Il Colonnello gira un poco per la stanza come ad occuparla dando istruzioni agli uomini.

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NONNO:            maresciallo voi copriteli a sud, tenente voi a nord, maggiore voi con me pronti a fare forza dirompente…

GRAZIELLA: Colonnello, con questa oggi sono tre volte che conquistate Roma. Se continuatecosì altro che breccia di porta Pia! Se scagliate ancora un’altra volta i vostri bersaglieri questa povera porta la demolite completamente, la disintegrate.

NONNO:            taci tu, che sei una spia del nemico! Taci o ti arresto per l’autorità conferitami dal Re d’Italia. Anzi sai cosa ti dico?

GRAZIELLA: che cosa mi dice Colonnello?

NONNO:            ti dico: bersaglieri arrestatela in nome del re e dell’Italia unita. (UN TEMPO) ahi, ahi…la mia schiena…

GRAZIELLA: cosa c’è Colonnello, siete rimasto bloccato con la sciatica un’altra volta?

NONNO:            si. Ma non fa niente, il bersagliere ha sempre vent’anni. Adesso mi riposo un pochetto e dopo continuo a unire l’Italia.

GRAZIELLA: vent’anni Colonnello vero?

NONNO:           si sempre venti anni.

GRAZIELLA: certo 20 in una gamba, 20 nell’altra, 20 per ogni braccio e 13 in testa e così se nomi sbaglio sono 93, proprio i vostri anni! (UN TEMPO) Colonnello, ma non mi dovevate arrestare?

NONNO:           dopo dopo. Tanto non puoi scappare, non vedi? Sei circondata!

GRAZIELLA: a già vero, non me ne ero accorta. Allora questa breccia per adessoresta…come dire…un buchino!

NONNO:            si sfotti tu, prendimi in giro, divertiti pure, ridi quanto vuoi. Vedremo chi riderà per ultimo quando avrò consegnato l’Italia al re ed a Camillo Benso conte di Cavour! Tu non lo sai sciocca, ma il mio collega il generale Garibaldi ha già riconquistato la Sicilia…

GRAZIELLA: si certo appena due giorni fa!

NONNO:            ah vedo che si è sparsa già notizia, bene. Il nord è del re, anche il sud ora lo è, manca solo Roma. Ma fra poco, giusto il tempo di riprendermi un poco da

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questa sciatica, anche la città della lupa sarà conquistata e consegnata al re, che per ricompensarmi vorrà personalmente insignirmi di grandi onorificenze. Intanto…ahi, ahi…intanto fammi riposare.

GRAZIELLA: ma come Colonnello è stanco? Non dice sempre che il bersagliere mai sistanca!

NONNO:            è vero! Ma i miei uomini sono un filino provati da giorni di estenuanti combattimenti, e prima della gloriosa battaglia finale voglio concedere loro un attimo di meritato riposo.

GRAZIELLA: ah, il riposo è per loro vero? Perché lei invece è ancora fresco come una rosa…

NONNO:           ovvio. Fresco come una rosa, mai stanco.(UN TEMPO) Graziella…

GRAZIELLA: cosa c’ è Colonnello?

NONNO:             io mi sto appisolando un poco, fra dieci minuti, per favore svegliami.

GRAZIELLA: e come non erano i suoi uomini quelli stanchi? Lei non era fresco come unarosa?

Si sente il Colonnello ronfare.

GRAZIELLA: ecco appunto! Ah caro Colonnello lei ancora manco l’ha unita questa Italia, chegià la vogliono dividere. Tutte queste idee di federalismo, separazioni. Prima hanno mangiato bene ed a sazietà ed ora la vogliono separare. Ma io mi chiedo, e’ stato mai veramente unito questo paese? Boh! Hai visto Luchino? Tuo nonno sì che ha capito tutto della vita? Ma che ci fai in piedi? Ti è passato il dolore lanciafiamme alla gamba?

LUCA:                non scherzare Graziella, non è proprio il momento. Meglio essere seri.

GRAZIELLA: e tu con questo bavaglione legato al collo, che mi sembri l'orso Yoghi dici a medi essere seria?

LUCA:                  ma non capisci? Non capisci?

GRAZIELLA: certo che non sono la maga Ciccia, e dunque se non mi spieghi cosa è successo,non capisco e continuerò a non capire!

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LUCA:                  una tragedia, una tragedia. Il fisco vuole un sacco di soldi da mio padre, che invece non glieli può dare perché non li ha. La situazione è tragica perché se non paga lo arrestano.

GRAZIELLA: no, ma cosa mi dici? Arrestano l’avvocato?

LUCA:                  si. Ed io resto senza papy e…e senza…e senza soldi!

GRAZIELLA: eccola tutta la tua pena!

LUCA:                  dovrò abbandonare tutti i miei circoli…

GRAZIELLA: e sarebbe anche ora!

LUCA:                  dovrò dimettermi da tutte le mie presidenze…

GRAZIELLA: e rimettiti, rimettiti! Capace che ti disintossichi e rinsavisci.

LUCA:                  che dramma, che dramma! La mia vita stravolta in un solo istante!

GRAZIELLA: (al pubblico)ed ancora cosa hai visto?

LUCA:                  come?

GRAZIELLA: niente, parlavo fra me.

Suonano alla porta. Il colonnello si sveglia di soprassalto.

NONNO:              hanno chiamato la carica. Bersaglieri, all’arrembaggio! (Esce).

GRAZIELLA: all’arrembaggio? E ora che è diventato, ammiraglio della regia marina?(Escedietro il colonnello).

LUCA:                  tutti i miei progetti per il futuro bruciati in un solo istante di fuoco. Cancellati da una lettera come un castello di sabbia spazzato dal vento. Oh, uno ripone tutta la sua fiducia in un padre. Pensa: io posso fare la bella vita, posso dedicarmi ai miei impegni, tanto in famiglia uno che lavora ci basta, nella mia addirittura lavorano in due, stiamo più che bene! E invece che succede? Succede che quel padre in cui avevi risposto tutte le tue aspettative, ti delude e si fa pizzicare dal fisco. Ah mondo crudele! Destino infame! Che delusione, che delusione.

Scena V

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(Luca, Silvia, Graziella)

SILVIA: ciao Luca.

LUCA:      ciao cucciolo, come sei entrata?

SILVIA: mi ha aperto Graziella mentre inseguiva tuo nonno.

LUCA:      cucciolo, sapessi cosa mi è successo. Un dramma, una sventura. Siediti che ti racconto. Ho bisogno di parlarne con qualcuno che mi capisce veramente.

SILVIA: no Luca, sono io che debbo parlarti, adesso, senza perdere nemmeno un secondo.

LUCA:  si va bene dopo mi dici. Ora ascoltami.

SILVIA: no. È finito per me il tempo di ascoltare. È tempo di parlare e poi…e poi andare!

LUCA:  come andare? Andare dove? Io…io non capisco!

SILVIA: fra poco capirai.

LUCA: mi devo preoccupare?

SILVIA: direi di si!

LUCA:  per favore non tenermi sulle spine, oggi non è proprio giornata.

SILVIA: sarò breve e toglierò in disturbo. Vedi Luca, noi stiamo insieme da parecchi anni,molti (pausa ad effetto) troppi.

LUCA:  troppi?

SILVIA: insieme abbiamo iniziato un percorso, ponendoci degli obiettivi chiari e dei tempiper raggiungerli. Siamo cresciuti ed io ho rispettato le promesse che ci siamo fatte, mentre tu...

LUCA:      mentre…io?

SILVIA: mi sono laureata, specializzata, adesso lavoro, mentre tu…

LUCA:      mentre…io?

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SILVIA:  ora sono diventata una donna, mentre tu…

LUCA:      mentre…io?

SILVIA: adesso, adesso che ho raggiunto i miei obiettivi, i nostri obiettivi, beh vedi Luca,adesso me ne pongo altri.

LUCA:      a si? Altri?

SILVIA: altri, è giusto che sia così!

LUCA:      e allora, cosa vuoi dirmi?

SILVIA: voglio dirti che tu, tu Luca, fra i miei prossimi obiettivi, nel mio futuro,(pausa adeffetto) tu non ci sei!

LUCA:  come non ci sono? Cosa dici?

SILVIA: dico che mi serve un uomo su cui contare, una persona che abbia dei programmi peril suo, per il nostro avvenire. Un uomo che si costruisca un domani e che voglia…

LUCA: che voglia?

SILVIA: che voglia veramente, seriamente sposarmi. Me lo merito Luca, me lo merito unuomo che sia uomo, e non un trentacinquenne che indossa ancora il bavaglio e che non fa altro che perdere il suo tempo senza concludere nulla.

LUCA:  quindi?

SILVIA: quindi ti lascio, e sposo…e sposo Gianluca Piscitello!

LUCA: chi Piscitello? Quell’antipatico, secchione che ti corteggia dai tempi del liceo?

SILVIA: si proprio lui, che mentre tu giocavi a tennis qua ed a golf là, è diventato uno deipiù promettenti commercialisti della città.

LUCA:      ma cucciolo mio, non puoi farmi questo. Non lo merito.

SILVIA: no Luca, sono io che non meritavo il calvario che mi hai fatto vivere in tutti questianni. Se siamo arrivati a questo è solo colpa tua. Addio Luca. Buona fortuna e…e vedi di crescere una buona volta. (Esce).

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Scena VI

(Luca, Graziella, Matteo, colonnello)

LUCA:               (guarda il pubblico per qualche istante, poi scoppia a piangere) maaamma! Voglio lamamma, miii!

GRAZIELLA: (accorrendo)che c’è? Che cosa è successo?

LUCA:               Gracy, ce l’hanno tutti con me! Ma che cosa ho fatto io, miii!

GRAZIELLA: (al pubblico)e ancora il bello deve arrivare!(A Luca)stai buono dai, che non èniente, ora passa. Tieni prendi questo; buono, stai buono.

Graziella da Luca uno spolverino che tiene in mano. Lui comincia a ciucciarlo come se fosse un biberon.

LUCA:                   prima il papy evasore delle tasse e latitante fiscale, adesso Silvia che mi lascia per sposare, per sposare…(piangendo) per sposare Gianluca Piscitello…mamma, dove sei? (Parla come un bambino) mammina mia, ho bisogno di te!

GRAZIELLA: e invece la mammina non c’è!

LUCA:                   no, non c’è! Tutte queste cose, tutte insieme e proprio mentre lei è in gita con i suoi alunni!

GRAZIELLA: (ironica)ma guarda che combinazione.

LUCA:                  e adesso cosa faccio Gracy?

GRAZIELLA: e caro mio, mi sa proprio che da questi impicci questa volta devi tirartenefuori, da solo.

Suonano alla porta. Graziella va ad aprire.

LUCA:                  che disperazione, che disperazione!

Entra Matteo travestito da agente del fisco. Il colonnello, come nel primo atto, lo crede il re.

NONNO:          sua eminentissima maestà, è tornato.

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

MATTEO:        veramente io…

LUCA:            nonno, ma quale maestà. In Italia non c’ è più da decenni. Siamo in repubblica.

NONNO:          ti piacerebbe vero? Screanzato fannullone. Così chiunque potrebbe fare di testa sua, come te che non fai un fico secco dalla mattina alla sera.

GRAZIELLA: ma il signore non è il re. Il signore è…

NONNO:             taci tu, caporale. Stai al posto che ti compete. Aaaattenti! sua maestà non tema, in questa caserma non corre alcun rischio. Io stesso in persona, sarò la sua scorta. (Si mette sull’attenti vicino Matteo a piantonarlo).

MATTEO:        ora mi sento più tranquillo.

GRAZIELLA: lo scusi. Prego si accomodi. L’avvocato non c’è, ma può parlaretranquillamente con il figlio. Luca, c’è un signore che cerca di tuo papà. È un agente…(ora rivolta sa Matteo) di commercio?

MATTEO:          del fisco, mia cara signora, del fisco!

LUCA:          ma come del fisco? Ma non doveva venire domani? La lettera diceva…

Graziella esce.

MATTEO:         la lettera! (Risata) ah. Caro signore, io preferisco anticipare i tempi, cogliere di sorpresa, come un falco sulla preda. Zacchite! Lo sa lei come fa il falco?

LUCA:                  come fa?

MATTEO:         il falco vola alto come se nulla fosse. La preda crede di essere al sicuro, ed invece quando meno se lo aspetta…(da adesso con fervore) zacchite, veloce come la folgore e senza indugio, si catapulta addosso alla bestia prescelta e non le lascia via di scampo, nessuna pietà. Afferra e divora. Proprio come dovrebbe fare lo stato con gli evasori. Solo che i miei colleghi sono troppo delicati, mancano di polso, di fermezza, sono…come dire? Troppo teneri! Loro mandano la letterina, e così uno ha tutto il tempo di organizzarsi, prepararsi e…

LUCA:                      e…

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

MATTEO:            e scappare! E invece io li frego. E si! Li frego tutti.

LUCA:                      tutti, vero! Proprio tutti?

MATTEO:            tutti! Non me ne scappa manco uno. Vado a trovarli un giorno prima della scadenza, e li becco, prima che scappino.

LUCA:                      a perché di solito scappano?

MATTEO:     tutti! Sa come sono carini, quando li becco intenti a preparare fagotto? Lei non ha idea di che faccia sorpresa e pietosa fanno, quando arrivo io, quei furfanti evasori.

LUCA:             furfanti!

MATTEO:  ma a proposito di evasori furfanti, sono venuto per l’avvocato Costanzo. Dov’è?

LUCA:                    chi?

MATTEO:           come chi? L’avvocato. È in casa?

LUCA:                    a l’avvocato, non avevo capito…

MATTEO:           allora c’è oppure no?

LUCA:          non c’ è, è fuori! Se vuole tornare dopo, magari che ne so, fra 1, 2…giorni.

MATTEO:         e certo. Fra 2 gironi così gli do tutto il tempo di evadere e poi lo vado a trovare alle Maldive. Qui! Lo aspetterò qui. Tanto prima o poi deve tornare.

LUCA:                   ma tornerà in tarda serata.

MATTEO:         non ho problemi, tanto mi pagano lo straordinario. (Esce un fascicolo dalla borsa). Dunque: avvocato Paolo Costanzo, laureato in legge con il massimo dei voti, una florida carriera, una moglie insegnate, un figlio, Luca. (A Luca) il figlio deve essere lei.

LUCA:                  si sono io.

MATTEO:         un figlio trentacinquenne laureando…non è un poco grandetto per essere laureando?

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

LUCA:                  sa ho avuto qualche problema con la tesi…

MATTEO:      a me risulta che la tesi l’ha già consegnata. Deve invece sostenere l’ultimo esame.

LUCA:                  ma come fa a sapere queste cose.

MATTEO: intelligence! Servizi segreti! E caro mio, noi del fisco siamo in continuo contattocon i servizi segreti e sappiamo vita, morte e miracoli di tutti gli italiani.

LUCA:             tutti?

MATTEO: uno per uno. Per esempio dalle nostre indagini risulta che suo padre si è ridottoa questo punto, per colpa sua.

LUCA:             anche questo sapete?

MATTEO: le ho detto che sappiamo tutto! Quel povero uomo si è indebitato per mantenerelei, un figlio che, come risulta dalla documentazione, non è mai voluto crescere e che ha perso il suo tempo appresso ai vizi.

LUCA:            beh vizi! Hobby!

MATTEO: vizi oppure hobby, fatto sta che suo padre sarà arrestato per evasione fiscale equesto perché ha dovuto indebitarsi per causa sua.

LUCA:        addirittura arrestato! Ci sarà un patteggiamento e pagherà poco alla volta.

MATTEO: patteggiamento? Ma quale patteggiamento! Già lo stanno cercando per terra e permonti, entro oggi un Costanzo deve dormire in carcere.

LUCA:             un…un Costanzo?

MATTEO: e certo! E secondo lei se non trovano suo padre io che me ne torno a mai vuote?

Perderei la rispettabilità. Lei non è il figlio?

LUCA:            si!

MATTEO: e allora se non prendiamo suo padre arresto lei.

LUCA:          ma io cosa c’entro? Il reato mica l’ho commesso io!

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

MATTEO: scusi ma quando suo padre aveva i soldi, lei non ne usufruiva? Non faceva labella vita? Clubs, feste viaggi. Risulta agli atti. In quel momento non si è posto il problema di chi li lavorava quei soldi. Era il figlio e se la sciacquava. Beh caro mio si è figli alla stessa maniera sia quando c’è il sole che quando piove. E adesso piove, anzi grandina. E poi ad essere sincero io sarei più contento se il carcere se lo facesse lei.

LUCA:            a si? E perché?

MATTEO:    perché in pratica il guaio lo ha combinato lei. E poi suo padre oramai è grandicello di età e non so se sopravvivrebbe al carcere duro.

LUCA:            come non sopravvivrebbe.

MATTEO: e certo. Là in mezzo a tutta quella feccia umana, in mezzo ai farabutti veri. Quelli,non aspettano altro che arrivi uno nuovo per divertirsi un poco. E poi se quello che arriva è pure uno che in carcere c’è finito per caso, anzi per meglio dire per colpa di qualcuno, ovvero in questo caso del figlio, insomma se capiscono che hanno fra le mani una persona per bene…

LUCA:            che fanno?

MATTEO: che fanno? È finita. Lo usano come uno schiavo, un giocattolo, una pezza da piedi.

E in verità non sono sicuro che suo padre sopravvivrebbe.

LUCA:            secondo lei potrebbe addirittura non sopravvivere?

MATTEO: secondo me è sicuro! Più di 2 giorni non dura. Chiedo scusa, non è che per casopotrei andare al bagno?

LUCA:          certo è da quella parte.

NONNO: fermo sire. Prima devo bonificare la zona, controllare il tragitto. Potrebbero tentaredi farle un attentato.

MATTEO: nel bagno di suo nipote?

NONNO: mai fidarsi! Mai!(Si affaccia ad una porta e controlla grossolanamente)via libera, areabonificata. Sua maestà adesso può andare. Io resto di guardia a questa porta.

MATTEO: mi raccomando però non si muova, altrimenti non mi sento tranquillo.

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

NONNO: dovranno passare sul mio corpo.

Matteo esce. Il colonnello piantona la porta.

LUCA:         ma vedi un poco che situazione, che situazione. Tutto il mondo accanito contro di me!

NONNO: magari non è il mondo che si è accanito. Forse qualche colpa ce l’ha anche tu!Pensaci.

LUCA:         hai ragione. È vero. è successo tutto per colpa mia, sono stato un deficiente…

NONNO: un idiota.

LUCA:          si, un deficiente e un idiota, uno stupito idiota.

NONNO: stupido, idiota e nullafacente.

LUCA:          è vero. Stupido, idiota e nullafacente.

NONNO: nullafacente, idiota, scroccone…

LUCA:          e va bene nonno l’ho capito! Non c’ è bisogno di elencare tutto il vocabolario. L’ho capito! (Fra se) ma guarda cosa ho combinato; mio padre rischia la galera. Ma la galera io la merito, io! Non quel povero uomo che si è levato il pane dalla bocca per me. Come sono potuto essere così ottuso? Non capivo che tutto quello che mi diceva era per il mio bene. Solo adesso lo capisco, ora che mio padre è un ricercato e che la mia cucciolotta mi ha lasciato. E si, la mia cucciolotta. Quanto la amo e quanto poco ho fatto per dimostrarglielo. E adesso la sto perdendo. Che imbecille. Mi sbatterei la testa nel muro.

NONNO: male di certo non ti farebbe.

Scena VII

(Luca, Paolo, Matteo, colonnello)

Entra Paolo.

LUCA:         papà, e tu che cosa ci fai qui?

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

PAOLO: vengo a prendere alcune cose importanti e scappo. Il fisco è sulle mie tracce e se mitrovano forse mi arrestano.

LUCA:      ti hanno già trovato papà. Di là che un agente del fisco venuto per riscuotere o per arrestarti.

PAOLO: sono in trappola, mi hanno fregato!

LUCA:      vattene subito, non farti vedere da quello.

PAOLO: ma se me ne vado, magari quelli arrestano te perché qualcuno lo devono incastrare.

LUCA:      e va bene. Tanto la galera me la merito io per tutto quello che ti ho fatto passare. E poi se oggi sei in questa situazione è solo per colpa mia.

PAOLO: e tu, figlio mio, ti sacrificheresti per un povero vecchio come me?

LUCA:      no per un povero vecchio. Per mio padre! Come hai potuto pensare anche per un momento che ti avrei fatto subire le angherie del carcere. Mai. Vattene papà, in carcere ci vado io.

PAOLO: (commosso comico)grazie figlio mio, grazie! Ti verrò a trovare e farò di tutto pertirarti fuori. Ora vado, anzi scappo.

LUCA:      (commosso comico) addio papà. Ah, un’ultima cosa. Per favore…ogni tanto…portami le arance, sai agli occhi degli altri compagni di cella, fanno più detenuto.

PAOLO: non mancherò.

Da fuori scena, mentre apre la porta si sente Matteo.

MATTEO: ecco fatto. Ora sono come nuovo.

NONNO: signori…sua eccellenza eminentissima, sua maestà Vittorio Emanuele II re d’Italia.

LUCA:         l’avvoltoio del fisco! Papà presto nasconditi.

Paolo entra in un’altra stanza.

MATTEO: ecco qua. Certo che dopo uno si sente come rinato. Non si è visto l’avvocato vero?

LUCA:         no! Assolutamente no!

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

MATTEO: speriamo che non ritardi molto.

LUCA:          io invece ho come l’impressione che tarderà…un bel poco.

MATTEO: un bel poco? E mi sa che mi tocca aspettare. Qualcuno deve pur pagare oppureessere arrestato. Io a mani vuote in ufficio non posso tornarci.

LUCA:          e va bene tagliamo la testa al toro. Tutte quelle tasse non le possiamo pagare dunque mi costituisco spontaneamente. Arresti me al posto di mio padre!

MATTEO: come lei? Ma ne è sicuro? Sa il carcere duro…la schiavitù, diventerà un giocattolo,una pezza da piedi.

LUCA:          meglio io che quel povero uomo di mio padre! E poi male non mi farà, forse sconterò un poco di tutto quel male che ho fatto alle persone che mi volevano bene.

MATTEO: va bene come preferisce.

LUCA:         (veramente pentito ) ah se solo ci avessi pensato prima! Se solo non fossi stato cosìsciocco. Se solo avessi una seconda possibilità, mi laureerei immediatamente, troverei un lavoro, aiuterei mio padre a pagare i suoi debiti e sposerei subito Silvia. Oh Silvia, Silvia…avevo l’oro fra le mani e me lo sono fatto scivolare. Sono pronto, andiamo!

MATTEO: una seconda possibilità, vero?

LUCA:          si l’ultima chance.

Matteo prende il fascicolo con la pratica Costanzo e lo strappa.

LUCA:         ma, cosa sta facendo?

MATTEO: voleva un’altra possibilità? Ed io gli e la do.

LUCA:          ma come? Perché?

MATTEO: caro Luca, sotto questo aspetto duro e fiscale si nasconde un uomo, ed un uomosa capire quando qualcuno si pente sinceramente ed è pronto a cambiare la sua vita. E lei mi sembra sinceramente pentito. Questa era la pratica ufficiale, adesso è strappata, dunque non esiste più una pratica ufficiale, tranne che per una copia che conservo nella cassaforte del mio ufficio.

LUCA:         dunque questo vuole dire che…

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Il mammolone - 2 atti di Santo Capizzi

MATTEO: che siete liberi! È libero suo padre ed è libero anche lei. Ma attenzione, si consideriin libertà vigilata, e sarò io stesso vigilarla senza che se ne accorga.

LUCA:          intelligence, vero?

MATTEO: e già. Servizi segreti! Se verrò a sapere che lei ritorna sulla cattiva strada, tiro fuoridalla cassaforte la copia e vi butto tutti in carcere senza pensarci due volte.

LUCA:         non se ne pentirà, non se ne pentirà mai. Grazie, grazie!

MATTEO: ora vada, credo che abbia un bel po’ di cose da sistemare.

LUCA:          si certo. Prima vado da Silvia e la supplico di sposarmi, poi dal professore per chiedergli di sostenere l’esame. Se mi sbrigo riesco a laurearmi entro due mesi e dopo, subito a lavoro!

MATTEO: ecco bravo, vada non perda tempo.

LUCA:          si scappo. Ma lei…

MATTEO: vada non perda tempo, mi accompagnerà all’uscita suo nonno.

NONNO: comandi!

LUCA:        grazie, grazie, grazie! (Esce correndo).

Scena VIII

( Matteo, colonnello, Paolo)

PAOLO: (esce entusiasta dalla stanza nella quale si era nascosto)bravissimo! Se il miglioreattore del mondo. Un’esibizione da premio oscar!

MATTEO: un gioco da ragazzi. Caro Paolo, era proprio come pensavo. Un bravo ragazzo cheaveva solo bisogno di qualcuno che gli chiarisse un poco come funziona la vita.

PAOLO:       e speriamo che lo abbia capito veramente ed una volta per tutte.

MATTEO: credo proprio di si caro amico mio. Lei cosa ne dice colonnello?

NONNO: ha ragione sua maestà!

MATTEO: (a Paolo)hai visto?

PAOLO:  certo… sua maestà.

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NONNO: evviva il re!

TUTTI:       evviva il re!

NONNO: caricaaa!

SIPARIO

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