Il martirio di Piotr Ohey

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IL MARTIRIO DI PIOTR OHEY


farsa in tre parti

diSlawomir Mrozek

Unica traduzione autorizzata di Vera Petrelli Verdiani

I edizione marzo 1963

Lerici editori, Milano

Personaggi

Piotr Ohey

La signora Ohey, sua moglie

Jas Ohey, loro figlio

Il figlio maggiore

La figlia

Il Funzionario

L'Esattore

Lo Scienziato

Il Direttore del Circo

Il Segretario del Protocollo

Il Vecchio Cacciatore

Cani, stallieri, palafrenieri

Suonatori di corno


Osservazioni per un'eventuale messa in scena

Queste pièces non contengono nient'altro all'infuori di quello che contengono, nel senso che non sono un'allusione a qual­cosa di particolare e neanche una metafora, per cui non bisogna cercare di decifrarle. Il ruolo principale dev'esservi sostenuto dal testo spoglio, presentato nel modo più preciso possibile, e col senso logico delle battute e delle scene posto in maniera ben chiara. Qualora queste pièces vengano messe in scena, esse esi­gono dallo spettatore uno sforzo d'attenzione dovuto alla loro densità d'impianto. Quindi, se non sono rappresentate in ma­niera più che chiara e pulita, risulteranno faticose. L'affermazione che queste pièces non sono una metafora, ma solo ciò che sono, nella loro durata scenica limitata nello spa­zio e nel tempo, porta con sé alcune conseguenze. Non vi si può aggiungere alcuna "trovata" scenografica, né per gusto umoristico né per decorazione scenica. Non occorre " sot­tolineare" nulla, e con uguale cautela bisognerà procedere nei confronti dell'"atmosfera". Bisogna anche evitare di aggiunge­re delle azioni sceniche eccessivamente ampliate. In una pa­rola, non bisogna fare nulla che si allontani da una rappresentazione estremamente "trasparente", un po' rigida e statica, pulita e "sotto sotto". Una triste esperienza ci insegna che ogni tentativo di "sottolineare", di "interpretare" e di cari­care esageratamente i testi dell'autore di queste piccole pièces sono risultati dei fiaschi dal punto di vista artistico. Non si tratta neppure, Dio ce ne guardi, di commedie, nel sen­so che non bisogna accentuarne i lati comici. Se vi sono delle battute umoristiche, esse lo sono nel senso che non vanno pronunciale col tono di chi premetta « attenzione, adesso dico una spiritosaggine ». In caso contrario, ne verrebbe fuori qual­cosa di mancato, di poco elegante, se non addirittura di cat­tivo gusto.

Non sono neanche, e non lo sono affatto, pièces "moderne" o "sperimentali". Mi pare che non occorra  dilungarsi ulterior­mente su ciò che si intende con tali definizioni. Mi rendo conto che questi postulati possono attirarmi l'obie­zione di non sapere che cosa sia la teatralità. Non è di questo che si tratta, e può anche darsi che io non sappia che cosa sia la teatralità, o che addirittura non la senta affatto. Sono invece convinto, e so con certezza, che certi elementi della cosiddetta "teatralità", del pensiero teatrale, si sono banalizzati, appiatti­ti, diventando dei feticci fine a se stessi ed entrando in un certo senso a far parte dell'arsenale del pensiero senza pen­siero, del pensiero automatico. Tra l'altro, anche l'interpretazione delle pièces come "metafore" creatrici e nuove, può tra­sformarsi a sua volta in uno schema mentale (tanto più che queste pièces sembrano addirittura invitare a, come suol dirsi, facilitarsi le cose proprio mediante l'applicazione di schemi, quali "metafora", "commedia", "modernità" e via dicendo), Pur sapendo, dunque, ciò che queste pièces non sono, non so che cosa esse siano, ma questo non fa parte dei miei doveri. Questo, ormai, è il teatro che deve saperlo. Supporre che i po­stulati da me esposti possano limitare il regista e non lasciargli più niente, significherebbe nonavere un vero rispetto per il teatro, accusarlo di povertà e diristrettezza.

                                                                                                                      L'autore


Parte prima

 

In seno alla famiglia, fino all'arrivo del Vecchio.

Ohey è seminascosto dal giornale che sta leggendo. Ai suoi fianchi, disposti simmetricamente, stanno la signora Ohey, Jas Ohey e i due figli  maggiori, due ragazzi già grandi.

Signora Ohey (con voce monotona) Non dovresti leggere tanto. Altrimenti, tra dieci anni ti ci vorran­no gli occhiali. (silenzio) ... E tra quindici ti ce ne vorrà un paio nuovo. E tra venti, sarai presbite. Sarà una cosa terribile. La mattina, per trovare le pantofole sarai costretto a uscire di casa con qualsiasi tempo, ad attraversare la strada e guardare dalla finestra per vedere dove sono. O peggio ancora, sarai costretto a interrogare degli sconosciuti, ad abbordare de­gli estranei, a importunare la gente. Perché non riuscirai mica a trovarle, fossero anche a gran­dezza naturale, con due pompons di pelo grossi come zucche. E non contare su di me, sai. (silenzio) Non contare su di me. Mi senti? A quell'epoca io riposerò già in un piccolo cimi­tero tranquillo, coperta da una pietra. No, non voglio monumenti sulla mia tomba. Solo una semplice, severa lastra di basalto, con su la mia foto e qualche verso. Tu, naturalmente, non potrai leggerli, perché ormai sarai presbite da far paura. Chissà, forse mettendoti al di là della siepe... Ma in tal caso non potrai racco­glierti, per via del traffico stradale. E poi, tanto, quando mai ti raccogli, tu? Quante volte t'ho pregato di raccoglierti un pochino, quasi t'ho supplicato in ginocchio, e tu niente, sempre così svagato. (il giornale si muove leggermente)  ... Naturalmente tu non sai perché io morirò prima di te. Non te ne importa nulla di tua moglie. Bisognerebbe che un soldato ubriaco mi puntasse addosso il fucile, allora forse te ne importerebbe qualcosa. (ripensandoci) ... O magari un ufficiale.

Jas Ohey    Pam-pam-pam!

Signora Ohey Jas, smetti immediatamente di giocare al frate Kordecki! Levati quella barba nera. Non di­sturbare papà che legge. Papà deve leggere molto, perché lì c'è scritto quel che si fa ai bambini cattivi come te.

Jas Ohey    Morte agli Svedesi! Morte agli Svedesi!

Signora Ohey Ma quali Svedesi, gli Svedesi stanno di là dal mare. (a Ohey) Digli qualcosa anche tu, sgri­dalo! Va a finire che si fa male, con questa sto­ria del frate!

Ohey       Jas, smettila, gioca un po' ai  pirati.

Figlio maggiore    (tetramente) Tu l'hai vista la tigre, papà?

Ohey       Quale tigre?

Figlio maggiore  Ah bè, se non ne sai nulla, non sto neanche a  parlarne...

Signora Ohey    Cosa sarebbero queste mezze frasi con il babbo?

Jas Ohey    Avanti miei prodi, addosso ai figli di Calvino!

Signora Ohey  Jas, zitto, non disturbare mentre il babbo parla con tuo fratello maggiore. Piuttosto vai in bagno a lavarti i dentini.

Jas Ohey    I denti ci si lavano dopo mangiato, e noi non abbiamo ancora cenato.

Signora Ohey  Proprio per questo devi lavarteli, sennò po­tresti sporcare la minestra.

Jas Ohey    Seguitemi!   (Esce  correndo)

Figlio maggiore Sarebbe meglio se giocasse a Rasputin, almeno si starebbe un po' più tranquilli.  (Esce)

Funzionario (entrando)  Signor Ohey, voglia scusarmi se la disturbo a un'ora così insolita, ma si tratta di una faccenda molto urgente, e fuori del con­sueto. Lei fuma? Allora non le dispiacerebbe offrirmi una sigaretta? E magari anche un po' di tè? E magari, se ci fosse, anche una camicia pulita o un cappotto? Veramente ho il mio, ma sa, vorrei creare un po' d'atmosfera. Non vor­rei presentarmi nei panni del funzionario sen­za cuore  e basta. Che bella casa.

Signora Ohey    Adesso il pavimento è tutto pesticciato. Se l'avesse visto per Pasqua...

Funzionario Parlo dell'atmosfera morale. La vernice esterna ci vuol poco a darla, ma coi caratteri è un altro paio di maniche. Specialmente nei mo­menti neri, prima delle disgrazie.

Signora Ohey    Gradisce un po' di mirtilli?

Funzionario  Dei mirtilli? Volentieri, grazie. Gli organismi più deboli si spezzano. E quando arriva la disgrazia...

Ohey       E dài con la disgrazia. Cos'è questa storia?

Funzionario  Ho avuto severe istruzioni da parte delle auto­rità di sistemare questa faccenda nel modo più tranquillo, discreto e circospetto possibile. Sem­plicemente per non suscitare panico.

Signora Ohey    Madonna santa!

Funzionario  Appunto, signora, lo vede anche lei. Vi prego quindi di non rendere più difficile il mio com­pito, o sarò costretto a usare la forza. Dunque, per preparare convenientemente il terreno, par­leremo anzitutto degli sport acquatici, poi dei manufatti, e poi, sempre seguendo il nostro piano, della difficoltà di mantenere un conte­gno di fronte agli eventi quotidiani. Soltanto allora, quando vi sarete tranquillizzati, compiremo un impercettibile passaggio e vi comu­nicherò la parte peggiore, per la quale sono venuto.

Ohey       Siamo brutali. Se non rinuncia almeno agli sport,  niente mirtilli.

Funzionario  D'accordo. Mi firmerà una dichiarazione. Dun­que, non avete notato nulla nella vostra stanza da bagno?

Ohey       No.                                                                                 

Funzionario  Non avete sentito dei rumori, dei passi, dei brontolii sordi?

Signora Ohey    Una volta mio marito cantava nel bagno, ma ora non lo fa più.

Funzionario  Non avete trovato delle tracce di denti im­presse sul tubetto del dentifricio, o sul sapo­ne?... degli sgraffi sulle mattonelle, dei ciuffi di pelo sullo smalto?...

Ohey       No, per quanto, una volta...

Funzionario    Mi dica!

Ohey       Notai che l'acqua sembrava scorrere giù male, come se il rubinetto fosse ostruito...

Signora Ohey    (in tono di rimprovero) Non mi hai mai detto niente!

Funzionario    ... E  allora?!  E allora?!

Ohey       Niente. Mi son detto: non vuoi scorrere?,  e non  scorrere. E sono  uscito.

Funzionario    Tutto torna perfettamente.

Signora  Ohey    Non ci tenga più sulle spine!

Funzionario  Ho il dovere di informarvi che nel vostro ba­gno si è annidata una terribile tigre divoratrice di uomini. Entrarvi sarebbe pericolosissimo!

Ohey       Ah! Ah! Questa poi!...

Funzionario    Lei ride? Prego, eccole la notificazione ufficiale.

Ohey       Il timbro torna:  Direzione dei Giardini Civici. Ma come fa ad esserci una tigre in casa mia?!

Funzionario  Questo non è affar mio. La spiegazione l'avrà in seguito, man mano che progrediranno le indagini del caso. Tutto quel che sappiamo finora è che, per motivi ancora non perfetta­mente noti alla scienza, nel suo bagno si è annidata una tigre adulta. Di giorno, con ogni probabilità, si nasconde nei tubi dell'acqua cal-da, che le si confanno di più per via della sua abitudine a vivere nei climi tropicali, o forse anche nello scaldabagno. Non è escluso che-essa si nasconda in base a speciali leggi zoofi­siche. Qualsiasi uso della stanza da bagno, della vasca e lo stesso soggiorno nel locale compor­tano un pericolo di  morte. I mirtilli, prego.

Ohey    Ma allora, se quanto dice è vero... il mio bam-bino travestito da frate  Kordecki è andato nel bagno!

Signora Ohey Oh, Dio mio, me n'ero completamente dimen­ticata! Era così dolce con quel vestitino, così intelligente!

Jas Ohey    (irrompendo nella stanza)    Non prenderete Cestochowa!

Ohey       Jas, l'hai vista la tigre? Dillo a questo signore.

Jas Ohey    Sì.

Ohey       Vuoi un ceffone?

Funzionario  La prego di non influenzare le dichiarazioni di suo figlio. Così facendo, non solo induce in errore le autorità, ma altera anche il carattere del bambino. Su, ragazzino, dimmi un po': l'hai vista?

Jas Ohey    Sì. Stava nella vasca e aveva dei baffi lunghi così.

Ohey       Io divento pazzo!

Funzionario (severamente) In tal caso lo Stato non man­cherà di assicurarle l'assistenza necessaria. Devo fare una dichiarazione?

Ohey       No, non ancora!  (a Jas) Ha detto qualcosa?

Funzionario Le faccio notare che le tigri non parlano. Le sue fantasticherie possono influenzare negati­vamente il corso delle indagini.

Jas Ohey    Non diceva niente, ronfava soltanto un po'.

Ohey       E non t'ha morso?

Jas Ohey    Sì.

Ohey       Dove?!

Jas Ohey    Qui, alla gamba.

Ohey       Fa' vedere!... Ma se non c'è nulla!

Funzionario    Le ricordo ancora una volta che non è permesso far pressioni sul bambino.

Ohey       Non potete provare nulla!

Funzionario   Signor Ohey, temo che l'apparizione di questa tigre nel vostro bagno non mancherà di  influenzare il suo destino.

Ohey       E allora, che cosa devo fare?

Funzionario    Tanto per cominciare, niente bagni. Potrete la­varvi nel semicupio. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, arriverà qui tra poco il nostro esperto nel ramo scientifico. Ma si ricordi bene una cosa:  se contravverrà alle mie indicazioni e ne subirà qualche danno, non avrà alcun diritto di  lamentarsi.  Da  nessuna parte.

Ohey       Sì.

Funzionario Bè, io me ne vado, il mio collega si sta spa-zientendo e mi fa dei cenni.

Ohey       Ma quale collega?

Funzionario   Quello del reparto finanziario. Arrivederci. (Esce)

Jas gli corre dietro, saltellando.

Esattore Ecco il modulo  per la dichiarazione.

Ohey       Quale dichiarazione?

Esattore  La dichiarazione per la tassa sulla  tigre.

Ohey       Ma la tigre non è mia, e poi io ne ho paura.

Esattore  Le due cose sono strettamente collegate. La ti­gre si trova nel vostro bagno, e quindi lei, avendone paura, ne è in un certo senso l'usu­fruttuario, in quanto prova delle sensazioni che non proverebbe senza la sua partecipazione. Tanto per farle un esempio, non sta mica nel bagno mio, e difatti a nessuno verrebbe in mente di esigere da me una tassa sulla tigre. Io sono in regola. Quanto al fatto che lei ne abbia paura, o ne sia contento, è una cosa che non riguarda nessuno. A voler essere obiettivi, la paura della tigre è un'emozione identica alla gioia di possedere un cavallo da tiro pesante lento, per quanto debba riconoscere che soggettivamente per lei possa esserci una certa differenza. A farla  breve, quando si tratta di tasse sulle tigri uno viene dritto sparato da lei, ed è anche comprensibile.

Ohey       Ma io non ho soldi, sono un povero Ohey!

Esattore In tal caso sarò costretto a portarle via la lampada.   (prende la lampada)

Ohey       Ma insomma, possibile che per colpa di quella belva io non abbia più diritto di leggermi il mio bravo giornale?

Esattore Sarà qui tra poco il rappresentante della scien­za. Arrivederla.   (Esce)

Scienziato (tentando faticosamente di far passare dalla porta un apparecchio che ricorda un po' una vecchia macchina fotografica a cavalletto) Le dispiacerebbe darmi una mano? Questo apparecchio non vuol  passare.

Ohey       Quale apparecchio, in nome del Cielo?

Scienziato Lo strumento per misurare le tigri. In passato ci si serviva soltanto di un primordiale pezzetto di bambù, ma in questi ultimi tempi la scienza ha fatto passi da gigante. Regga il ca­valletto, per favore, altrimenti si rovescia. Ecco, così. Grazie infinite.

Ohey       Dove lo vuol mettere? Abbiamo così poco spa­zio...

Scienziato Già, è proprio su questo punto che dobbiamo metterci d'accordo. Sono stato inviato qui dal­l'Accademia delle Scienze, in seguito al miste­rioso fenomeno verificatosi nel vostro bagno, con l'incarico di restarvi per lutto il tempo neces­sario per il bene della scienza, e di compiere le osservazioni del caso.

Signora  Ohey    S'è  portato le lenzuola?

Scienziato Purtroppo no, però ho preso il mio cucchiaio-forchetta e il portavivande. Vorrei che mi indi­caste un locale possibilmente vicino al bagno. Si tratta di occupare la posizione più favorevole.

Signora Ohey    Ci  sarebbe la stanza di mia figlia, ma non so se sia il caso...

Scienziato I pregiudizi morali devono cedere il passo da­vanti a un enigma della natura. Chissà che domani o dopodomani in migliaia e migliaia di bagni di povera gente non compaiano altre tigri come questa. Per quel giorno dobbiamo poter disporre del materiale necessario. D'al­tronde ho frequentato le scuole miste, e i mi­steri del sesso non mi fanno alcun effetto.

Signora Ohey    (alla figlia)  Mostra la camera al professore.

Scienziato Vi ringrazio in nome della scienza.  (alla figlia)  Chiamami pure per nome. Dammi una mano a trasportare l'apparecchio.

Escono.

Signora Ohey    Tu, e le tue trovate con le tigri!

Ohey       Non è mica colpa mia. Adesso non posso nean­che leggere il giornale...

Signora Ohey  Potresti almeno spararle, nascondendoti dietro al lavandino. Ho letto da qualche parte che in India gli Inglesi attiravano appositamente le tigri nel bagno, gli tagliavano la ritirata coi tappo della vasca, e poi gli sparavano addosso come alle anatre. Mio Dio, e che fagiani alle­vava il principe Sanguszko! Una volta erano d'oro, un'altra d'argento, tanto che agli ospiti gli veniva la congiuntivite...

Ohey       Commuoversi non serve a niente. Qui bisogna trovare un sistema. Che ne diresti di mettere in  bagno del sapone avvelenato?

Scienziato    (comparendo   sulla  porta)  Scusate,  dove  posso lavarmi le mani?

Ohey       In bagno.

Scienziato    Grazie  mille. (si  avvia  macchinalmente  verso il  bagno)

Ohey       Ma lì c'è la cosa... lo sa, no?

Scienziato    Ah già, giusto. In un certo senso lei mi ha salvato la vita.

Signora Ohey    Vi lascio soli. Parlatevi da uomo a uomo.

Ohey       (prende sottobraccio lo Scienziato, portandolo leggermente in disparte) Mi dica francamente: come può esserci venuta?

Scienziato  Ci sono varie ipotesi, dall'autogenesi all'evolu­zione. Quest'ultima teoria in particolare, cioè dell'evoluzione, prevede la possibilità che alcu­ni tipi di dentifrici altamente progrediti si svi­luppino in esemplari di belve più o meno grandi. La tesi più probabile di tutte sembra tuttavia quella secondo cui la natura, in deter­minati momenti della sua infinita durata, si senta stanca di tutte le straordinarie eppur lo­giche leggi di cui si serve. Nella natura si produrrebbe allora come un momento di de­pressione interiore, di frattura, di irresponsa­bilità o, per meglio dire, di distrazione, durante la quale essa non controllerebbe più, assorta com'è nella ricerca di un proprio senso, il corso generale delle cose. Ed è in questi mo­menti che accadono episodi sorprendenti, co­me ad esempio il nostro.

Ohey       Va bene, ma  non c'è caso che si metta a scor­razzare per tutta la casa? Non sarebbe più pru­dente spargere un  po' di puntine per terra, o che so io? Malgrado tutto, mi sento responsabile.

Scienziato   Abbiamo già studiato questo problema presso la nostra facoltà. Le probabilità che la tigre abbandoni il bagno e si avventuri nel cuore della casa sono minime. Essa è selvaggia, non ama l'uomo, e quindi non c'è motivo che si esponga spontaneamente a un incontro con la gente. Inoltre, abituata com'è alle mattonelle lisce, stregata dalla poesia dei lucenti rubinetti cromati, le orecchie sempre piene del gorgoglio dei tubi lontani, dei fruscii nelle pareti, del gocciare dell'acqua, si troverebbe male trasportata di colpo nell'atmosfera fredda, affettata e scostante di un salotto, o nello sgradevole bai­lamme di una cucina. Tuttavia non è escluso che,   trattandosi di  un soggetto poco  sensibile agli stimoli esterni, di una tigre, per farla bre-ve, dalla natura più attiva che contemplativa, non è escluso che possa abbandonare il  bagno e girellare un po' per la casa. Con scopi vari.

Ohey       E allora che cosa si deve fare?

Scienziato In condizioni di laboratorio, bisognerebbe af­frontarla. Tuttavia sul piano pratico la scienza riconosce di essere impotente, poiché non dispo­ne ancora di materiale basato sull'esperienza diretta, che le permetta di trarre delle con­clusioni.

Ohey       E rimane sempre li dentro?

Scienziato Il proprio questo, il punto! Di solito ci passa ore intere, sonnecchiando o passeggiando in su e in giù davanti alla porta. Adora anche roto­larsi dentro la vasca. Poi invece capitano delle volte in cui sparisce per un giorno, o addirit­tura per ventiquattr'ore sane. Può darsi che si nasconda dentro gli impianti, o che magari si allontani per qualche tempo, fatto sta che ri­torna sempre, e che quello è il momento in cui è più pericolosa, anzi, veramente terribile. Non si sa mai che cosa sia ad attirarla e a inferocirla in quel modo. Non si sa se sia il leggero fruscio dello spazzolino strofinato sui denti, o il gorgo­glio dell'acqua, o lo sciacquio di un piede estratto dalla vasca e poggiato sul tappetino di plastica. È proprio in quei momenti che si verifica la maggior parte degli incidenti.

Ohey       Ma  non c'è  un  sistema?  Non le  si  potrebbe spruzzare un po' d'acqua sul muso?

Scienziato Una tigre bagnata è ancora più pericolosa della tigre asciutta.

Voce femminile   (dalla stanza  d'osservazione)  Signore!

Scienziato Mi scusi, bisogna che ritorni ai miei strumenti. Vorrei farle ancora notare che è proprio su ciò che si basa il metodo di caccia più pericoloso, ma anche più efficace. Approfittando di una di queste momentanee assenze della tigre, la cui constatazione può costare già di per sé molte vittime, un cacciatore si spoglia, riempie di acqua la vasca come se niente fosse, e incomin­cia a fare il bagno. Nel frattempo un altro cacciatore si nasconde con un fucile sotto l'ac­cappatoio, e aspetta. Per maggior verosimiglian­za è consigliabile insaponare abbondantemente la canna del fucile. Tutt'a un tratto la tigre inferocita balza  fuori.  Il colpo parte.

Voce       Signoreee!

Scienziato    Bisogna  proprio che  vada, arrivederla.   Del re­sto, vedo che ha ospiti.

Ohey       Se n'è andato a fare le sue osservazioni. Pec­cato, avevo ancora un paio di cose da chiedergli.

Entra il Direttore del circo.

Direttore    Buongiorno. Come va la tigre?

Ohey       Ma come, lo sa anche lei?

Direttore. Che vuole, devo pur tenermi al corrente. Io di­rigo un'impresa di divertimenti. Non voglio dire un circo, poiché non so quale sia il suo atteggiamento nei confronti di questo genere di ricreazione. La tigre mi interessa.

Ohey        Se la porti via immediatamente.

Direttore  Lei sa benissimo che ciò è impossibile. Tutta­via, visto che essa è apparsa qui dentro, noi ab­biamo i mezzi per inquadrare anche questo fe­nomeno entro limiti culturali. Il nostro circo non è dei più grandi, e fino ad oggi non ab­biamo mai avuto delle bestie di una certa im­portanza. Sì, tutt'al più un paio di conigli nel cilindro di tanto in tanto, o un asinello che viene fuori dalla valigia. Ma belve vere, nean­che parlarne. Noi siamo convinti che questa tigre potrebbe rimetterci in piedi.

Ohey       Se la prenda.

Direttore    Questa è per me un'occasione eccezionale per creare un nuovo tipo di spettacolo. Non tanto grazie alla tigre, quanto alle circostanze che l'accompagnano.

Ohey       Dove vuole arrivare?

Direttore    Noi non faremo altro che  trasportare l'intero spettacolo a casa sua.

Ohey       Come sarebbe a dire?

Direttore  In tal modo creeremo un'impresa finora scono­sciuta: un circo comune, a spettacolo completo e con un ricco programma, che però presenta le sue variopinte fantasmagorie nel cuore di un normale ambiente familiare. Capisce? Chi saprà resistere al piccante accostamento di un focolare domestico strettamente congiunto con un circo ricco di orpelli e di effetti? L'esterio­rità e l'interiorità, l'apparenza e la realtà si uniranno per l'atmosfera della nostra impresa. Lei ci mette la sua casa e la sua famiglia, e io ci metto il circo. La folla adora intrufolarsi là dove di solito è proibito, o perlomeno difficile entrare. L'unione di tutti i valori dell'arena con l'intimità degli angoli vissuti e con l'irri­petibile atmosfera di un ambiente familiare ci garantirà il successo. E il clou di un program­ma concepito con questo spirito, consisterà nel guardare la tigre dal buco della serratura della stanza da bagno. Per chiunque non debba vivere insieme a quel terribile gattaccio, dargli un'occhiatina e tornarsene a casa sarà un vero spasso.

Ohey       Forse lei ha ragione, ma a me piace tanto la solitudine...

Direttore Cerchi di capirmi bene, la prego. Il circo di cui le parlo conterrà in sé una specie di impal­pabile dissolutezza, vaga eppur percettibile, che ci attirerà il pubblico, però dal punto di vista della  moralità sarà assolutamente irreprensibile. L'attrazione non sarà basata su eccessi di nessun genere, ma solo sulla situazione speci­fica. Che ne dice?

Ohey       Sono così confuso... Lei non considera il fatto che avere in casa un circo al completo è pur sempre una grossa responsabilità per i padroni.

Direttore Lei ragiona ancora per categorie sbagliate. Non intendevo dire che sua moglie sarà costretta a preparare duemila panini imbottiti due volte al giorno, se facciamo anche le diurne, né a salutare personalmente ciascuno dei nostri due­mila invitati. Al contrario, si tratta proprio di conservare il più possibile l'aspetto casalingo, il calore domestico, l'intimità, per far risaltare il contrasto. E poi, non scordiamoci che anche la tigre fa il suo effetto.

Ohey       Lei piuttosto, non dimentichi che questa, vo­lere o volare, non è una tigre comune, ma una tigre da bagno. Non so se sarà adatta a questo uso.

DirettoreVeramente non ci avevo pensato, ma non cre­do che ci siano controindicazioni di natura fondamentale...

Ohey       Aspetti un momento, abbiamo qui con noi uno specialista. Non le nascondo che conto sul suo parere negativo. Malgrado tutto, sono attaccato alla  mia casa così come è stata fino ad oggi.

(bussa alla porta della stanza d'osservazione)

Ehi, signore!

Direttore    Ehi!

Ohey       Ehi!

Lo Scienziato fa capolino dalla porta, in maniche di camicia  e senza scarpe.

Ohey       Il direttore vorrebbe sapere se la nostra tigre si presta a essere osservata ogni sera da una gran quantità di  persone.

Scienziato  Sì, senza alcun dubbio, dato che tra le carat­teristiche della sua natura va annoverata anche una straordinaria vanità.

Ohey       Grazie.

Direttore  Un briciolo di pericolo ecciterà la fantasia de­gli spettatori, sebbene in realtà non vi sarà alcun rischio. Sprangheremo la porta col palet­to. E allora, siamo d'accordo?

Ohey       Veramente...

Direttore  Ma pensi un po' a quanto si arricchirà la sua immaginazione, la sua scala di esperienze. Non ha mai sentito nostalgia del circo, neanche da bambino? Ebbene, oggi, senza lasciare la sua casa, le sue comodità, le sue piccole ma quanto importanti abitudini, lei si troverà davanti alla grande pista. Avrà ogni sera emozioni e splen­dore, e nello stesso tempo tutto resterà tran­quillo, casalingo, come se nulla fosse. Ecco, lei se ne sta nel suo letto, accanto a sua moglie. Intorno c'è pace, silenzio, e contemporaneamen­te ha luogo lo spettacolo. In alto, sopra al let­to, è tesa una corda e su di essa, lontana, pro­prio sotto il soffitto, cammina a passi leggeri la stella della compagnia, la più bella delle no­stre ballerine sulla corda. Ma pensi ai suoi bambini. È comodo avere dei clowns in casa, non fosse che per i bambini. Con tutte quelle buffe capriole e quelle smorfie... pensi un po' che felicità per i nostri piccoli, che facilita­zione  nell'educarli!

Ohey       Se accetterò, sarà proprio in considerazione dei bambini.

Direttore    Ehi!

Ohey       Ha ancora bisogno del professore?

Direttore  Sì. Ehi! Voglio chiedergli se alla tigre si può mettere in testa un elmo romano con delle piume. Il circo ha le sue leggi. Ehi!

Ohey       Ehi!

Scienziato (socchiudendo la porta, in camicia da notte) No!   (richiude la porta)

Direttore    Bè, è un gran peccato. Allora, a domani.

Ohey       Come unica condizione, vorrei che nel program­ma non ci fossero acrobazie a cavallo. Non so perché, ma non le sopporto.

Direttore    Non dubiti.   (Esce)

Ohey resta per un momento solo in scena. Si avvicina alla porta della stanza d'osservazione, bussa con aria indecisa, senza ottenere risposta. Dalla parte opposta entra il Vecchio Cacciatore. Ha la barba, un enorme berretto di pelo e un lungo fucile ad acciarino. Si ferma sulla porta, in attesa che Ohey lo noti. Finalmente Ohey lo scorge: ha un moto di spavento, poi si domina, cercando di darsi un contegno con  la severità della voce.

Ohey       E voi che cercate?

Cacciatore Io son di Siberia, di là dall'Amur. Essa è qui, signore.

Ohey       (a se stesso)  È incredibile. (al Cacciatore) Che vento vi mena?

Cacciatore Io, signore, sono implacabile. Io la tigre, si­gnore, la sento lontano un miglio. Dev'essere qui.

Ohey       Capisco.  È per la tigre.  È di là, nel bagno.

Cacciatore  Non fa nulla. Aspetterò. Tanto, al vecchio non la fa.

Ohey       Bè, già che ci siete, sedetevi.

Cacciatore    No, signore, sto in piedi. Il vecchio aspetta.

Ohey       (istericamente)  Sedetevi, sedetevi immediatamente!

Cacciatore  Che vuole, signore... Da noi c'è un detto... Chi sta in piedi, sta in piedi... Io sto in piedi, signore, il vecchio sta in piedi, sta in piedi...


Parte seconda

L'inviato del destino

I due Ohey riposano nei loro letti, uno accanto all'altro. Dal fondo della casa giungono te voci dei bambini e del Maestro che guida la gita scolastica. Il Vecchio Cacciatore sta in piedi, immobile in un angolo.

Maestro  Zitti,  bambini!  Disponetevi subito due a  due!

Ohey       Ho dovuto lasciarli entrare. È intervenuto il Provveditorato.

Signora Ohey    Ah, la  notte si avvicina.

Maestro  Attenti, bambini, incominciamo la visita. Im­parerete tutto sulla tigre. Jas, vai subito a disinfettarti.

Ohey       Io non volevo. Mi hanno detto: lei non dice di no a noi, ma ai bambini. Le scuole, si sa, sono soprattutto i bambini. Ho dovuto dargli ragione. A sentir loro, non avevo coscienza.

Voce del Maestro   ... Alla tigre dunque, piacciono gli appartamenti, ma  il numero delle stanze non ha im­portanza, purché vi sia il bagno. Un bagno decente, naturalmente nei limiti del possibile.

Ohey       (malinconicamente)  Dopo questi ne verranno degli altri, e poi cominceranno ad arrivare dal­la provincia, faranno delle gite popolari, chis­sà, forse verranno anche i montanari... Ci met­teranno un chiosco di bibite nell'ingresso...

Voce del Maestro  Le tigri non distruggono le semine, perciò se gli inquilini vogliono coltivare delle patate in cassette  piene di terra,   possono  farlo  senza  il minimo timore.

Ohey       Dio, siamo già a questo punto. Dov'è quel vecchio cacciatore? Tutta questa gente, tutta questa gente dappertutto...

Signora Ohey    È lì, nell'angolo.

Ohey       Non si è mai seduto?

Signora Ohey    Neanche per un minuto.

Ohey       E il  professore?

Signora Ohey    Osserva.  Sai...  a volte  ho l'impressione  che la tigre si sia annidata qui da noi solo per me.

Ohey       Ma che dici?

Signora Ohey    Così... Dev'esserci  qualcosa in me, che ha atti­rato questa regina della notte tropicale.

Ohey    Ma che dici!

Signora Ohey   Lo sento, lo sospettavo da tanto tempo. Le liane sono le mie cugine. I rampicanti, i miei fratelli. C'è qualcosa che ci lega, come un richiamo del sangue, un fuoco, e non ha importanza che lei sia in bagno e io di qua...

Ohey       Non abbandonarmi! Anche tu!

Signora Ohey    Finora ho vissuto come cieca, ignara di questa febbre. Adesso sono certa che in me c'è il tam-tam. Qualcosa  della giungla.

Ohey       Pensa ai nostri figli!

Signora  Ohey   È come un incantesimo, oscuro a dire il vero, ma proprio per questo così affascinante. Ce l'ho con te, per non avermelo mai fatto notare.

Ohey       Ma ti assicuro che è stato solo per mancanza di tempo, avrei voluto dirtelo tante volte, ma ero sempre  occupato,  e  poi,  insomma,  per l'amor di Dio,  ne sei proprio certa?

Signora Ohey  Da oggi in poi non darò più la cera per terra. Con una ninfea tra i capelli mi abbandono alla danza infuocata.

Ohey       Ti prego...

Signora Ohey    Non toccarmi, nano del Nord!

Ohey       Insomma, fai come ti pare. Chi c'è!?

Entra il Segretario del Protocollo.

Segretario    Sono io.

Ohey       Non faccia un passo di più, perché non lo tollero. Chi è lei?

Segretario  Sono il Secondo Segretario del ministero degli Affari Esteri.

Ohey       È qui per la tigre?

Segretario  Sì, purtroppo. Cercherò di non farle perdere troppo tempo.

Ohey       Prego, si sdrai pure.

Segretario Grazie, se permette mi siederò qui ai suoi piedi. (siede) Ho l'incarico di riferirle una richiesta, in certo qual modo personale, del ministro degli Affari Esteri.

Ohey       Le dispiacerebbe alzarsi un attimo? Si è seduto sul mio piede. Ecco fatto, grazie. Dunque, di che richiesta si tratta?

Segretario  Come lei saprà, nel nostro Paese soggiornano rappresentanti di varie nazioni e di vari organismi politici, alla cui amicizia noi teniamo molto, per ovvii motivi. Tra gli altri, vi sono anche dei rappresentanti di potenze nemiche, di cui per altro desideriamo riconquistare l'amicizia.

Ohey       Chi si picchia, si ama.

Segretario Il disporre favorevolmente nei nostri confronti gli ambasciatori rappresenta una parte impor­tante della nostra politica. Dobbiamo fare in modo che il loro morale sia sempre alto, dato che questa circostanza influisce direttamente sul corso delle negoziazioni, nonché sul loro esito finale. Naturalmente tutto ciò ci riesce molto difficile quando abbiamo a che fare con rap­presentanti di Paesi esotici, i cui costumi e i cui svaghi digeriscono considerevolmente dai nostri. È proprio davanti a un problema del genere che ci troviamo in questo momento, a causa di un maragià, il quale, non essendo riu­scito a trovare nulla che gli si confaccia nel nostro clima rigido e nuvoloso, è diventato mol­to irritabile e continua a creare un'atmosfera antipatica durante le conversazioni diplomati­che. Fino ad oggi non siamo riusciti a proporgli niente di meglio che andare per funghi, per­ciò abbiamo pensato di chiedere aiuto a lei.

Ohey       Posso farci qualche partita a dama.

Segretario  Non è di questo che si tratta. Il maragià tor­nerebbe di buonumore se potesse fare un po' di caccia alla tigre, come a casa sua. Lei che ne dice?

Ohey       Cioè, lei vorrebbe che le lasciassi a disposizione  il mio bagno?

Segretario  Non solo il bagno. La caccia deve ricordare da vicino al maragià tutte le tradizioni del suo Paese, il suo clima, il suo paesaggio, le sue usanze. Quindi, tanto per cominciare dovrem­mo riscaldare ben bene la casa, in modo da ottenere la temperatura di una giungla umida.

Ohey       L'umidità c'è già.

Segretario  Tanto meglio. In secondo luogo, non sarebbe male sparpagliare qua e là qualche serpente velenoso. Lei sa che da loro non ci si ripara, da quanti ce ne sono. Il maragià è molto affezionato ai serpenti.

Ohey       E se rifiutassi?

Segretario    Ha forse paura di un paio di rettili?

Ohey       No. Voglio dire, se rifiutassi  tutta la faccenda.

Segretario Il ministero degli Affari Esteri mi ha racco­mandato di farle ben presente il lato patriot­tico della questione. Qui le possibilità sono due: o lei è un cittadino pienamente virtuoso, e in quanto tale è disposto  a sacrificare tutto per il bene del suo Paese, oppure lei è avaro con la sua patria, e allora possono nascere vari sospetti. D'altronde, il ministero degli Affari Esteri è in continuo contatto con quello degli Interni.

Ohey       E se io fossi malato?                                   

Segretario Il ministero degli Interni è in contatto col ministero della Salute Pubblica. Se lei fosse un artista, entrerebbe in ballo il ministero della Cultura.

Ohey       Se è così, signori, cacciate pure.

Segretario  La ringrazio in nome della diplomazia. (si guarda intorno) Sarebbe bello fare un arco trionfale...

Voce del Maestro    ... Il mantello della tigre è a righe...

Segretario    Chi è? Chi c'è laggiù?

Ohey       Una gita scolastica. Un maestro di scienze na­turali spiega ai bambini la meccanica degli eventi. Ho dovuto lasciarli entrare, su richiesta del Provveditorato.

Segretario Mi metterò in contatto col ministero del­l'Istruzione. O forse no, i bambini vestiti coi costumi regionali offriranno dei fiori al mara­già. Il maestro lo facciamo arrestare. È troppo grande.

Ohey       Se ne va di già?                 

Segretario  La mia missione è compiuta, tra poco si inco­mincia. Buonanotte. (Esce)

Signora Ohey    Mio maragià!

Ohey       (salta giù dal letto, corre verso il Vecchio Cacciatore fermo nell'angolo e gli abbraccia le ginocchia) Padre, padre!

Cacciatore    Sono qui, sono qui!

Ohey       Oh, padre, consigliami tu! Che fare, come vivere?

Cacciatore Iosono ignorante. Vieni, ce ne andremo nella steppa, cammineremo sui sentieri lungo i bur­roni, sui viottoli tra le betulle, cammineremo su tutta la nostra terra infinita...

Ohey        Tu dimmi come vivere!

Cacciatore Giù per le vallate, via! Marmotte, ghiottoni, tremate!  Ehi, terra, apriti!

Ohey       Conducimi! Sono tuo!


Parte terza

Conclusione. Verso una nuova vita?

Ohey sta facendo il bagno nel semicupio. In piedi accanto a lui ci sono l'Esattore e il Funzionario. In un angolo, il Vecchio Cac­ciatore. Dal fondo della casa giungono i rumori di una caccia, suoni di corno, abbaiare di cani. Appeso sopra il semicupio c'è un trapezio da circo, già preparato per lo spettacolo.

Ohey       (schizzando acqua e insaponandosi)  Salve, ragazzi, come va?

Funzionario    I  nostri superiori ci  hanno mandato qua.

Esattore  Dobbiamo star qui per ogni evenienza, il ma­ragià potrebbe aver bisogno di qualcosa. Siamo di turno.

Ohey       Passatemi lo spazzolino. Grazie. Dunque, dice­vate che il maragià... Ma di che diavolo può aver bisogno?!

Funzionario    Che ne so... possiamo offrirgli una limonata, se si accalda troppo.

Esattore  Oppure portargli qualcosa...

Funzionario    Reggergli  qualcosa...

Ohey       Uno deve lavarsi, e non sa dove andare. Ci sa­rebbe il bagno, ma che me ne faccio, se è come se non ci fosse? Qui si ritorna al me­dioevo. Ehi,  chi altro c'è adesso?

Una voce    Sono io!

Ohey       Non dicevo per questo, è che così mi prendo un raffreddore!

Entra il  Direttore del  Circo.

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Direttore È tutto sistemato per il meglio. Il maragià si è rivelato un appassionato cultore del circo. Ha dichiarato che lo spettacolo non disturba minimamente la caccia. Ha pregato di riser­vargli un palco. Nel finale mandiamo in scena delle donnine nude. Come va la caccia?

Ohey       Adesso sono in cucina. Il maragià ha puntato due volte sulla nicchia della serva, contro la striscia di stolta sul muro, ma ha [atto fiasco. I cani scivolano sul linoleum. Tutti si aspet­tano che la tigre compaia da un momento al­l'altro.

Direttore Oggi diamo due spettacoli. Si ricorda il nostro patto? Non dovete far caso al pubblico, per non imbarazzarlo. Dovete sentirvi esattamente come a casa vostra, isolati, intenti alle vostre intime gioie e preoccupazioni.

Ohey       (scostando il trapezio nel quale sbatte ogni vol­ta che tenta di sollevarsi dal semicupio)  Non potrebbe attaccarlo un po' più in là?  (si sen­tono nuovamente suoni di corni e l'abbaiare dei cani)  Adesso sono in sala  da pranzo...

Direttore    Non c'è niente di meglio della caccia...

Ohey       Ho degli strani  presentimenti...

Direttore  Voglio un'illuminazione a giorno. La nostra orchestra qui, a capo del letto, mentre voi due aspettate che venga il sonno...

Funzionario    Vuole che faccia un salto a prender qualcosa?

Esattore    Devo portarle nulla?

Ohey       (parlando  a se   stesso)  Che bagno triste...

Direttore Lei è d'accordo? Qui ci mettiamo il palco d'onore, laggiù delle poltrone...

Ohey       (ascolta .attentamente: si sente un tonfo)  Signori, dev'essere accaduto qualcosa, ho sentito un tonfo e i guaiti di un cane!

Segretario    (entra di corsa) Piotr Ohey!        

Ohey       Ehilà! Sono qui!

Segretario  Le cose stanno prendendo una brutta piega. Un attimo fa, mentre, lanciati all'inseguimento insieme al maragià e un altro cacciatore, pas­savamo davanti alla credenza e, sempre cor­rendo accanitamente, ci stavamo avvicinando al pianoforte, improvvisamente ci parve di intravedere qualcosa che luccicava dietro all'armadio, come una massa scura con un brillio che pareva di due occhi verdi. Senza indugiare il maragià, tutto eccitato, mi dice: Eccola! E detto fatto aizza il suo miglior bracco, incitandolo con grida gutturali. La fedele bestia si scaglia in avanti. Ma ahimè, invano, giacché la forma intravista si rivela un bottiglione di mirtilli sotto spirito che la sua signora tiene di là. Il cane si slancia dunque con la testa contro il bottiglione, si sente un tonfo orrendo e la bestia cade a terra priva di sensi. Il mara­già va su tutte le furie. Se non l'accontentiamo immediatamente, c'è da ritrovarsi tutta l'India contro!

Ohey       E tutto questo proprio mentre io faccio il ba­gno. Non sa per caso se ammazzano la gente nel bagno?

Segretario Non si tratta né di lei né dei suoi mirtilli, adesso. Il maragià è di pessimo umore e molto irascibile: se le cose non prendono una piega più favorevole è anche capace di interrompere la caccia da un momento all'altro.

Ohey        Gli dica che lo prego di...

Segretario  Infuriato com'è dall'infruttuosità di questa cac­cia che si trascina troppo per le lunghe, in­nervosito dall'inafferrabilità della tigre, egli non desidera che una cosa: tenerla sotto la mira del suo fucile.

Esattore  Ohi, quanto a questo...

Segretario C'è un mezzo solo. Bisogna che qualcuno vada nel bagno ed entri nella vasca. Una volta là è risaputo che la tigre, attratta e inferocita al tempo stesso, abbandonerà il suo nascondiglio e piomberà come un fulmine. Allora il maragià, nascosto dietro alla porta o allo scaldabagno, farà   fuoco.

Ohey       Capisco. E l'uomo che deve entrare nella vasca...

Segretario  Èlei, Piotr Ohey!

Ohey       Appunto. E perché io?

Segretario Perché, essendo l'inquilino principale della ca­sa, la tigre nutre per lei un'avversione particolare.

Ohey       (guardandosi intorno sgomento)  Non voglio.

Segretario    Questa non è che la sua opinione personale. Le circostanze, il senso dell'onore, il  patriottismo, tutto la costringe irrevocabilmente a questo passo.

Ohey       E voi, signori, che cosa  ne pensate?

Funzionario    Sarebbe  bene...

Esattore    Buona idea...

Ohey    (al Direttore del circo)  E lei?

Direttore    Dal mio punto di vista, l'idea mi sembra  ec­cellente. Un corpo a corpo con la  tigre rial­zerà enormemente le sorti del programma. An­che la partecipazione del maragià, natural-mente. Il pubblico andà in delirio!

Ohey  Signori, prima di prendere una decisione defi-nitiva, permettetemi di consultare il parere della scienza. Qualcuno di voi vuol essere tanto gentile da bussare alla porta del  professore?

Scienziato (facendo capolino dalla porta, frettolosamente) Se volete il mio parere, io ritengo che l'espe­rimento sia di capitale importanza per la scienza. Fino ad oggi non si è mai potuto stu­diare convenientemente il comportamento estre­mo della tigre nel bagno, ed ora se ne presenta finalmente l'occasione. Inoltre potremmo calco­lare in maniera quasi perfetta il grado di ri­flesso della  tigre sulle mattonelle.

La signora Ohey entra con i due  figli maschi.

Ohey       La vuoi sapere l'ultima? Questi signori riten­gono che dovrei andare di là, in bagno. Il maragià farà fuoco.

Signora Ohey (stringendo a sé il piccolo Jas)  Non voglio darti consigli. Però so una cosa sola, e cioè che è meglio andarci una volta per tutte, che doversi vergognare per il resto della propria vita. Jas, guarda tuo padre.

Ohey       Allora, siete tutti d'accordo?

Segretario   La cosa ha un alto significato politico.

Direttore    Artistico.

Scienziato   (facendo capolino) Scientifico.

Signora Ohey  Come sarai bello dentro la vasca, tra la tigre e il maragià!

Segretario  Vado a informare Sua Eccellenza. (Esce)

Entrano  lo Scienziato  e  la figlia  di   Ohey.  Dopo   poco  ritorna  il Segretario.

Ohey       (leggermente eccitato) Vi ho capiti. Mi avete fregato. Non più tardi di ieri leggevo tranquil­lamente il mio giornale in seno alla famiglia. E oggi? La scienza e la politica, l'arte e l'eco­nomia si sono date la mano. Si sono introdotte in questa casa, spodestandomi e divenendone gli abitanti al posto mio. Me ne vado per sod­disfare le esigenze della ragion di Stato, le pretese della scienza moderna, le lusinghe delle muse, le imposizioni dell'autorità, sottraendomi in tal modo al loro dominio. Non sto a ricor­dare l'ambiguo ruolo ricoperto dalla mia fami­glia. Là dove di solito ero abituato a leggere quotidianamente gli annunci economici, oggi è sguinzagliata una muta di cani; l'angolo del mio sonnellino pomeridiano adesso rigurgita dei volgari attrezzi degli acrobati. La più com­pleta confusione degli elementi, i piani più ambiziosi, le fantasie febbrili, la mancanza di rispetto per il padre, l'angoscia, hanno invaso questa casa. Il secolo mi è nemico, non starò quindi a supplicare servilmente i suoi favori. Passatemi la vestaglia.

Il Funzionario e l'Esattore gli porgono la vestaglia. Si forma un piccolo corteo. Okay, guidato dai due funzionari, si avvia verso il bagno. Gli altri lo seguono.

Ohey       (ai funzionari)  Vi  ringrazio,  amici.

Ohey volge ancora una volta lo sguardo sui presenti, poi entra nel bagno. Il gruppetto si affolla contro la porta, sbirciando febbrilmente dal buco della serratura.

Scienziato    Mi lasci passare, voglio vedere anch'io!

Signora Ohey Sono così emozionata... Zitto, zitto, Jas, gioca un po' al frate Sciegienny, non guardare lì dentro, Uberto, vai a metterti il vestito della festa. Tuo padre si è dato in pasto alla tigre.

Scienziato(facendo la sua relazione) ... Il bagno risplende del lieve riflesso delle mattonelle bianche, Piotr Ohey apre i rubinetti con volto impassibile. Si sente scrosciare l'acqua...

Funzionario    È già entrato nella vasca!

Direttore  Il maragià, simile a un variopinto fiore d'Orien­te, sta appostato accanto allo scaldabagno. I suoi occhi lampeggiano nel volto bruno dai linea­menti marcali. Ha in mano una carabina inglese.

Segretario    Adesso  tocca a me,  in  nome del governo. Oh, accidenti!

Direttore    Che succede? Cosa si vede?

Segretario  Il maragià solleva la carabina all'altezza degli occhi...                                   

Scienziato    Epoi? E  poi?!        

Risuonano  due spari.

Segretario  Spara da tutte e due le canne!!! Un momen­to... non vedo nulla... il bagno è pieno di fumo... Direttore.  Ha ragione, è tutto nero... delle forme indi­stinte si aggirano in mezzo al fumo... Ma sì! Sono il maragià e Piotr Ohey! Si gettano l'uno nelle braccia dell'altro, stringendosi come fra­telli.  Ma che succede?!

Scienziato  Mi lasci guardare, un dramma così insolito... (risuonano altri due spari) Spara ancora da tutt'e due le canne... Il fumo è fittissimo... Oh, Dio!

Tutti        Che è  successo? Parla!

Scienziato (coprendosi gli occhi con la mano)  Oh, niente, niente. La nebbia copre tutto... Io devo andare.

Tutti si guardano.

Direttore   Già, s'è fatto tardi...

Scienziato Il tempo è passato in un baleno... non ce ne siamo accorti...

Esattore    Bè, che ne direste di andare...?

Signora Ohey    È stato un vero piacere...

Segretario Arrivederci a tutti, ho degli affari urgenti che mi aspettano, il maragià riparte, e quindi ho fretta anch'io...

Signora Ohey    Oh, che peccato, è stato così  piacevole...

Segretario  Servitore umilissimo, madame, spero che ci rivedremo...

Direttore    Neanch'io capisco che cosa ci stiamo ancora a fare...

Scienziato  Il lavoro mi chiama, devo lasciarvi... (al Diret­tore del Circo) Mi dia una mano a trasportare l'apparecchio.

Portano via l'apparecchio.

Funzionario e Esattore    Bè, noi allora... scusi il disturbo...

Signora Ohey (stringendo a sé i suoi tre figli, coi quali viene a formare un gruppo) Ah, queste feste, non te ne accorgi nemmeno,  e sono già passate...

Escono tutti, tranne la signora Ohey e i bambini, che rimangono immobili nella stessa posizione. Dopo un momento il Vecchio Cac­ciatore, che è sempre rimasto fermo nel suo angolo, si accosta alla porta  del bagno.

Cacciatore  Piotr Oheyowicz, che fai, Piotr Oheyowicz? (si­lenzio) ... Vieni, ce ne andremo nella steppa, cammineremo per tutta la nostra terra infinita, eh, Piotr Oheyowicz?

Sipario.