Il mastino di Baskerville

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                   IL MASTINO DEI BASKERVILLE

(adattamento teatrale di Michele Gambetti)

ATTORI/Personaggi e costumi:

1.Michele Gambetti - Sherlock Holmes: vestaglia, camicia bianca, abito, cappotto,  cappello

2.Marco Mengoli - Dottor Watson: abito scuro, abito da campagna, cappotto, cappello

3.Emiliano Basile - Dottor Mortimer: abito scuro, cilindro, bastone

4.Pietro Fagiolino - Sir Henry Baskerville: abito scuro, abito da campagna, abito da sera, soprabito

5.Paolo Carraro - Mr Barrymore: abito scuro e 2 valigie

6.Rita Vladovich - Mrs Barrymore : abito da governante, grembiule, vassoio e 2 bicchieri metallo

7.Paolo D’uva - John Stapleton: abito da campagna, cappello, trench, cappello a tesa larga

8.Nadia Solinas - Beryl Stapleton: abito da campagna, abito da sera

LE SCENE:

I atto:

lo studio di Sherlock Holmes

II atto:

il castello dei Baskerville

la brughiera al tramonto

la brughiera di giorno

la capanna di pietra

la palude di notte

I ATTO


II ATTO


                            quadro

I atto

Scena 1 il signor Sherlock Holmes

CLIC PC (musica 1+titolo+immagini+studio di Holmes) a fine musica Luce giorno.

La scena rappresenta lo studio di Sherlock Holmes. Seduto in poltrona Holmes sta facendo colazione e dà le spalle a Watson. Il dottore è  in piedi  a dx e sta guardando un bastone da passeggio.

Holmes – Allora Watson cosa ne dice?

Watson – Come diavolo fa a sapere cosa faccio Holmes?! Possibile che abbia gli occhi anche dietro alla testa?!

Holmes – No, ma davanti ho una caffettiera d’argento lucida. (si gira verso il dottore) Mi dica, Watson, cosa ne dice del bastone del nostro visitatore? Dal momento che non abbiamo avuto il piacere d’incontrarlo e non sappiamo il motivo della sua visita, l’oggetto acquista una certa importanza. Ora che l’ha esaminato ben bene, vediamo un po’ se saprebbe descriverne il proprietario. 

Watson – Dunque, sotto il pomo del bastone c’è una fascetta d’argento con un incisione: “a James Mortimer, membro della Facoltà Reale di Medicina, dai suoi amici del C.C.H.” e la data, 1884. Un bel bastone, ideale per un medico di famiglia vecchio stile; dignitoso, solido, rassicurante. Direi che il dottor Mortimer è un medico anziano piuttosto stimato, come dimostra questo gentile omaggio.

Holmes – Eccellente Watson!

Watson – Si tratta probabilmente di un medico di campagna, che fa gran parte delle sue visite a piedi.

Holmes – Perchè?

Watson – Perché questo bastone è ridotto così male, che non può appartenere a un medico di città. Guardi il puntale di ferro: doveva essere molto grosso, ma adesso è tutto consumato. Segno evidente che il suo padrone se ne è servito molto per camminare.

Holmes – Giustissimo!

Watson – E poi c’è la dedica “amici del C.C.H.”. Direi che si tratta di un circolo della caccia. Probabilmente i membri hanno voluto fargli questo piccolo dono in cambio dell’assistenza medica ricevuta.

Holmes – Watson lei è davvero insuperabile! (si alza e affianca il dottore battendogli una spalla) Mi convinco sempre più che, per mettere in risalto le mie piccole imprese, finisce per sottovalutare se stesso. È proprio vero: ci sono delle persone che, pur non avendo del genio, riescono tuttavia a stimolarlo meravigliosamente negli altri. Confesso, mio caro amico, che le devo molto. (prende il bastone dalle mani dell’amico e comincia a esaminarlo con la lente) Interessante, anche se elementare. (rende il bastone a Watson e va a sedere in poltrona, prendendo la pipa) Ci sono un paio di tracce sul bastone che possono costituire certamente una base per parecchie deduzioni.

Watson – Mi è sfuggito qualcosa? Mi pare di non aver tralasciato niente d’importante.

Holmes – Temo proprio, mio caro Watson, che la maggior parte delle sue conclusioni siano sbagliate. Quando ho detto che lei ha un effetto stimolante su di me, veramente intendevo dire che dai suoi errori sono stato spesso spinto sulla strada giusta. Tuttavia in questa circostanza non ha sbagliato tutto. Si tratta certamente di un medico di campagna che cammina parecchio.

Watson – Allora avevo ragione.

Holmes – Fin qui sì.

Watson – Ma è tutto.

Holmes – No, no, caro Watson! Niente affatto. Direi che è più probabile che il bastone sia stato regalato da un ospedale, piuttosto che da un circolo di caccia ed è quindi naturale che la sigla C.C.H. corrisponda a Charing Cross Hospital.

Watson – Può darsi.

Holmes – Direi che è l’unica probabilità e se la prendiamo come ipotesi di lavoro, avremo una nuova base da cui partire per costruire la figura del nostro sconosciuto visitatore.

Watson – Supponiamo allora che C.C.H. corrisponda a Charing Cross Hospital. Che altra conclusione possiamo trarre?

Holmes – Provi a pensare! Conoscendo i miei metodi, non le resta che applicarli.

Watson – Riesco soltanto a trarre l’ovvia conclusione che il nostro uomo ha lavorato come medico in città prima di trasferirsi in campagna.

Holmes – Direi che possiamo andare un po’ oltre. Il bastone è stato regalato al dottor Mortimer in un occasione importante, molto probabilmente quando il medico ha deciso di mettersi in proprio, lasciare l’ospedale e trasferirsi in campagna. Converrà che non poteva essere un primario, perché in tale posizione è difficile credere che avrebbe scelto la campagna. Quindi non poteva che essere un assistente in medicina, poco più anziano di uno studente. E se ne è andato cinque anni fa, c’è la data sul bastone. Così la sua immagine di medico di famiglia serio, di mezza età, svanisce nell’aria, amico mio ed ecco che emerge quella di un tipo giovane, sui trenta, simpatico, privo d’ambizioni, distratto, proprietario di un cane, diciamo più grande di un terrier e più piccolo di un mastino.     

Watson – (ride)Lei è proprio incredibile Holmes? Ma come ha fatto a trarre tutte queste deduzioni?

Holmes – Ebbene Watson, so per esperienza che solo un tipo simpatico riceve regali, solo un medico privo di ambizioni abbandona Londra per ritirarsi in campagna e soltanto un distratto lascia a casa vostra il bastone anziché il biglietto da visita, dopo che vi ha aspettato per più di un’ora.

Watson – E il cane?

Holmes – (si alza dalla poltrona e va verso la finestra) Ha l’abitudine di reggere il bastone del padrone. Essendo pesante, il cane lo addenta ben stretto nel mezzo e infatti sono ben visibili i segni dei denti. La mandibola del cane, si vede dallo spazio tra un dente e l’altro, è troppo larga per essere quella di un terrier e non grande abbastanza per essere quella di un mastino. Potrebbe essere…ma certo, accidenti, è proprio uno spaniel dal pelo ondulato!

Watson – Come fa ad essere così sicuro?

Holmes – Per la semplice ragione che vedo il cane in carne ed ossa davanti alla nostra porta, mentre il padrone sta suonando il campanello. (suona il campanello, Watson poggia il bastone e fa per uscire a dx) Non se ne vada Watson la prego! Siete fratelli in medicina e la sua presenza può essermi di grande aiuto. (Watson riprende il bastone) Questo è il momento drammatico del destino, amico mio! Quando si sente un passo sulle scale, qualcuno sta per entrare nella vostra vita e non sapete cosa vi aspetta. Cosa può volere il dottor James Mortimer, uomo di scienza, da Shrerlock Holmes, specialista del crimine? (bussano) Avanti!

Scena 2 la maledizione dei Baskerville

Da sx entra il dottor Mortimer.

Dottor Mortimer – Buongiorno signori…(vede il bastone in mano a Watson ed esclama con gioia) Oh come sono contento! Non ero sicuro di averlo lasciato qui o all’agenzia di viaggi. Non vorrei perderlo per tutto l’oro del mondo!

Holmes – Un regalo?

Dottor Mortimer – Sì, infatti.

Holmes – Dal Charing Cross Hospital?

Dottor Mortimer – Sì, da qualche amico che avevo là, in occasione del mio matrimonio.

Holmes – Ahi, ahi, che peccato!

Dottor Mortimer – Perché?

Holmes – Ha mandato all’aria le nostre modeste deduzioni. Ha detto matrimonio?

Dottor Mortimer – Sì, mi sono sposato e così ho lasciato l’ospedale, abbandonando ogni speranza di fare carriera. Ma era necessario per mettere su casa.

Holmes – Bè, dopo tutto non abbiamo completamente sbagliato caro Watson.

Dottor Mortimer – Ho dunque il piacere di parlare col signor Sherlock Holmes e col dottor John Watson? Ho sentito molto parlare di voi. Lei mi interessa molto signor Holmes. Non mi aspettavo un cranio simile, dolicocefalo e neppure un orbitale superiore così sviluppato. (osserva Holmes)

Holmes – Suppongo che non mi abbia fatto l’onore della sua visita semplicemente allo scopo di esaminarmi il cranio.

Dottor Mortimer – No, no, mi scusi. Sono venuto da lei, perché, improvvisamente, devo far fronte ad un problema molto serio, direi straordinario. So che lei è il secondo grande esperto in Europa.

Holmes – Ma davvero signore! (risentito) E posso chiederle chi è il primo?

Dottor Mortimer – Dal punto di vista scientifico, direi che Monsieur Bertillon, inventore delle moderne tecniche investigative, è impagabile!

Holmes – E allora perché non si è consultato con lui?

Dottor Mortimer – Ho detto prettamente scientifico. Ma dal punto di vista pratico, è risaputo che lei è l’unico. Spero di non avere involontariamente…

Holmes – Soltanto un po’. E ora, dottor Mortimer, sarà bene, senz’altro indugio, che mi spieghi chiaramente la vera natura del problema che richiede il mio aiuto. (siede in poltrona)

Dottor Mortimer – Ho con me un vecchio manoscritto… (siede nella sedia e apre la cartelletta di pelle mostrando a Holmes il documento)

Holmes – (guardando il documento) Del primo settecento, a meno che non sia un falso.

Dottor Mortimer – Come fa a dirlo?

Holmes – Sarebbe un cattivo esperto chi non riuscisse a stabilire la data di un manoscritto, sia pure con una certa approssimazione. Forse le è capitato di leggere una mia piccola monografia in merito. Direi che è del 1730.

Dottor Mortimer – La data precisa è 1742. Questo documento di famiglia mi è stato affidato da Sir Charles Baskerville, la cui morte improvvisa, avvenuta in circostanze misteriose circa tre mesi fa, ha suscitato grande scalpore nel Devonshire. Io ero suo amico intimo, oltre che medico personale. Era un uomo di carattere molto deciso, pratico e senza fantasticherie. Eppure ha preso molto sul serio questo documento e in cuor suo prevedeva la terribile morte che infatti lo ha colto.

Holmes – (osservando il  manoscritto  fa un cenno a Watson che lo affianca  in piedi dietro la poltrona) Vede, Watson, l’uso alternativo della “s” lunga e corta. È una delle indicazioni che mi ha permesso di scoprire la data. (dà il  manoscritto  a Watson)

Watson – A quanto pare, è una specie di deposizione. (rende il manoscritto al Dr. Mortimer)

Dottor Mortimer – Sì, è la deposizione di una leggenda che ricorre nella famiglia dei Baskerville.

Holmes – Ma mi par di capire che è venuto a consultarmi per qualcosa di più recente e di più pratico.

Dottor Mortimer – Molto recente. Una faccenda di carattere assai pratico e urgente. Il manoscritto è breve ed è strettamente collegato alla faccenda. Se permettete ve lo leggo. 

Holmes – (si apppoggia all’indietro sulla poltrona, congiungendo i polpastrelli delle dita e chiudendo gli occhi) Prego…

Dottor Mortimer – (leggendo)Ci sono state molte dichiarazioni sull’origine della Maledizione dei Baskerville, ma poiché discendo direttamente da Hugo Baskerville e questa storia mi è stata raccontata da mio padre, il quale a sua volta l’ha appresa dal suo, la scrivo con la certezza che tutto è avvenuto come qui è descritto.

CLIC PC (musica 2+pergamena+studio di Holmes). Luce SOFFUSA.

MUSICA 2 (registrazione) – Sappiate che al tempo della Grande Ribellione la proprietà e il castello dei Baskerville appartenevano a Hugo, un uomo sfrenato, profano e senzadio. Un giorno Hugo si invaghì della figlia di un piccolo proprietario terriero del vicinato. La giovane donna, di buoni sentimenti e reputazione, faceva di tutto per starne lontana, avendo in orrore quel nome dannato, ma l’uomo, offuscato da un’oscura passione, la rapì e la rinchiuse in una stanza del suo castello. La sventurata, presa dal panico, fece quello che neppure il più coraggioso degli uomini avrebbe osato: afferrandosi all’edera che si arrampicava sulla parete del castello riuscì a fuggire verso la casa del padre, attraverso la brughiera. Accortosi della fuga della giovane, Hugo si infuriò e si lanciò in un folle inseguimento. I balordi amici dell’uomo decisero di seguire le sue orme attraverso la brughiera. La luna illuminava impietosa la povera infelice, che giaceva morta, stremata dalla fatica e dall’orrore. Ma non fu la vista della giovane a inorridire quegli uomini. Una mostruosa bestia nera, ritta sulle zampe, dall’aspetto di un enorme cane, sovrastava Hugo nell’atto di azzannarlo alla gola. Gli uomini terrorizzati fuggirono come pazzi attraverso la brughiera. Quella notte stessa uno di loro morì di crepacuore! Gli altri due camparono, ma non furono più gli stessi per il resto della loro vita.

A Fine musica 2. Luce giorno.

Dottor Mortimer – (leggendo) “Questa è la storia della maledizione che da allora perseguita la nostra famiglia. L’ho scritta, perché ciò che si conosce spaventa meno di ciò che si immagina. Non si può negare che si siano verificati nella nostra famiglia molti casi di morti violente e misteriose. Non ci resta che confidare nella divina provvidenza, che non punirà l’innocente oltre la terza o quarta generazione. Un ultimo monito: non attraversate la brughiera di notte, quando si scatenano le forze del male.” (il dottore chiude il manoscritto e guarda Holmes che accenna a uno sbadiglio)

Holmes – Ebbene?

Dottor Mortimer – Lo trova interessante?

Holmes – Per chi ama le fiabe, forse.

Dottor Mortimer – Allora signor Holmes ecco qualcosa di più recente. È il Devon County Chronicle del 14 maggio di quest’anno. È un breve resoconto riguardante la morte di Sir Charles Baskerville, avvenuta solo qualche giorno prima di questa data. (il dottore estrae dalla tasca un ritaglio di giornale e lo consegna a Holmes)

Holmes – (si alza e legge passeggiando)“La recente e improvvisa morte di Sir Charles Baskerville ha gettato nel lutto la contea. Le circostanze connesse con la sua morte non sono state ancora del tutto chiarite dall’inchiesta in corso, ma almeno è stato fatto qualcosa per far tacere quelle voci che la superstizione locale aveva fatto circolare. Non c’è motivo infatti di sospettare che la morte sia stata provocata da cause non naturali. I fatti sono semplici. Sir Charles aveva l’abitudine ogni sera di fare una passeggiata lungo il viale dei tassi nella tenuta dei Baskerville. La sera del 4 Maggio, dopo aver manifestato l’intenzione di partire il giorno dopo per Londra, Sir Charles è uscito per la sua passeggiata notturna. Non ha più fatto ritorno. A mezzanotte, mr Barrymore, il maggiordomo del castello, non vedendolo rientrare, è uscito a cercare il padrone. Quel giorno aveva piovuto e si scorgevano chiaramente le impronte dei passi del nobiluomo lungo il sentiero. A metà strada, c’è un cancello che porta alla brughiera. Era evidente che Sir Charles aveva sostato in quel punto. Poi aveva proseguito fino in fondo al sentiero, dove hanno ritrovato il suo cadavere. Non si riesce a spiegare quanto affermato dal maggiordomo e cioè che le impronte del padrone, dal cancello in poi, fossero cambiate, come se avesse camminato in punta di piedi da lì fino alla fine del sentiero. Il corpo di Sir Charles non portava alcun segno di violenza e benché il Dottor Mortimer, medico ed amico dell’uomo, abbia riscontrato un’incredibile distorsione sul viso, è stato in seguito chiarito dall’autopsia che tale sintomo si verifica spesso in crisi respiratorie, o in seguito ad attacchi cardiaci.” (Holmes torna a sedere e rende al dottore il ritaglio di giornale) Questo articolo, secondo lei contiene tutti i fatti noti al pubblico?

Dottor Mortimer – Sì.

Holmes – Allora mi illustri il retroscena.

Dottor Mortimer – Le dirò qualcosa che non ho confidato a nessuno. Ho taciuto durante l’inchiesta, perché ritengo che un uomo di scienze non possa incoraggiare pubblicamente la superstizione popolare. Negli ultimi mesi avevo notato che il sistema nervoso di Sir Charles era sull’orlo della crisi. Aveva preso estremamente sul serio la leggenda che vi ho letto poco fa. Era ossessionato dall’idea che una presenza malefica lo perseguitasse! Più di una volta mi aveva chiesto se mi fosse mai capitato di notte, quando andavo a visitare i pazienti, di vedere qualche strana bestia, oppure se avessi mai udito un urlo bestiale provenire dalla brughiera…

Holmes – Indubbiamente l’uomo soffriva di nervi…

Dottor Mortimer – Già. Inoltre era malato di cuore e lo stato ansioso in cui viveva costantemente, noceva gravemente alla sua salute. Io stesso gli consigliai di recarsi a Londra per distrarsi da quei pensieri angosciosi. Anche il signor Stapleton, esime naturalista e vicino di casa di Sir Charles, era dello stesso parere. 

Holmes – Capisco...

Dottor Mortimer – Signor Holmes, la notte della morte di Sir Charles, Barrymore, il maggiordomo, mi fece chiamare e in meno di un’ora giunsi al castello. Seguii le impronte ed esaminai attentamente il corpo, che non era stato toccato da nessuno prima del mio arrivo. Ma quello che ha dichiarato Barrymore nel corso dell’inchiesta non è del tutto esatto. Ha detto che non c’era nessuna impronta sul terreno nelle vicinanze del cadavere. Lui forse non le vide, ma io sì!

Holmes – Delle impronte?

Dottor Mortimer – Sì, fresche e nitide!

Holmes – Di uomo o di donna?

Dottor Mortimer – Signor Holmes, erano le impronte di un cane gigantesco!

Holmes – Le ha viste davvero?

Dottor Mortimer – Certamente, come adesso vedo lei.

Holmes – E non ha detto niente?

Dottor Mortimer – A quale scopo?

Holmes – E come mai nessun altro le ha viste?

Dottor Mortimer – Le impronte erano circa a una ventina di metri dal corpo e nessuno ci fece caso. Sarebbero sfuggite anche a me, se non fosse stato per la leggenda.

Holmes – Ci sono molti cani - pastore nella brughiera?

Dottor Mortimer – Sì, ma non era certo un cane - pastore.

Holmes – Ha detto che doveva essere grande?

Dottor Mortimer – Enorme!

Holmes – Ma non si è avvicinato al corpo?

Dottor Mortimer – No.

Holmes – Com’era la notte?

Dottor Mortimer – Umida, brutta.

Holmes – Pioveva?

Dottor Mortimer – No.

Holmes – Mi parli del viale.

Dottor Mortimer – Si stende tra due filari di vecchi tassi, alti quasi quattro metri, impenetrabili. Il passaggio è largo circa tre metri.

Holmes – Mi pare di aver capito che la siepe dei tassi è interrotta ad un certo punto da un cancello.

Dottor Mortimer – Sì, è da lì che si va nella brughiera.

Holmes – Nessuna altra apertura?

Dottor Mortimer – Nessuna.

Holmes – Il cancello era chiuso?

Dottor Mortimer – Sì, col lucchetto, ma è alto poco più di un metro e chiunque avrebbe potuto scavalcarlo.

Holmes – E che tracce avete rilevato vicino al cancello?

Dottor Mortimer – C’era parecchia cenere di un sigaro. Sir Charles deve essersi fermato a fumare per cinque o dieci minuti presso il cancello. Però in quel punto, sulla ghiaia, c’erano solo le sue tracce.

Holmes – (si alza)Diamine, è un caso interessantissimo! Ci sarebbe volutoun esperto sul posto! Ormai tutti gli indizi saranno stati cancellati dal maltempo e dai paesani curiosi! Dottor Mortimer, perché non si è rivolto subito a me?

Dottor Mortimer – Non potevo signor Holmes, l’avrebbero saputo tutti e le ho già detto i motivi per cui ho preferito tacere.

Holmes – Allora in cosa posso esserle utile?

Dottor Mortimer – Ho bisogno del suo consiglio. Sir Henry Baskerville, nipote di Sir Charles, arriverà a Londra (guarda l’orologio) esattamente fra un’ora e un quarto.

Holmes – è lui l’erede?

Dottor Mortimer – Sì. È il figlio del defunto fratello minore di Sir Charles. Abbiamo fatto ricerche e abbiamo saputo che viveva in Canada, dove dirigeva un’azienda agricola. Le informazioni sono eccellenti, sotto ogni aspetto. Adesso non parlo come medico, ma come esecutore testamentario di Sir Charles. 

Holmes – Nessun altro reclama l’eredità?

Dottor Mortimer – No, nessuno. Sir Charles era il maggiore di tre fratelli. Il secondo, morto giovane, era il padre di Henry. Il terzo, Rodger, era la pecora nera della famiglia. Aveva il carattere prepotente e cattivo dei vecchi Baskerville. Dicono che fosse l’immagine vivente di Hugo, quello della leggenda. Dovette scappare dall’Inghilterra e si rifugiò nell’America centrale, dove morì di febbre gialla qualche anno fa. Henry è l’ultimo dei Baskerville. Cosa mi consiglia di fare signor Holmes? Se Sir Henry decidesse di vivere nel castello, temo seriamente per la sua vita!

Holmes – Perché non dovrebbe andare ad abitare nella casa dei suoi antenati?

Dottor Mortimer – Perché tutti i Baskerville che ci hanno abitato sono finiti vittime di un atroce destino. Ma non si può negare che la prosperità di quella zona e della gente che vi abita, dipenda dalla scelta del giovane di abitarvi. Tutta l’opera intrapresa da Sir Charles sarà inutile se la tenuta resterà disabitata. Per questo motivo sono venuto da lei. Cosa devo fare?

Holmes – Chiamare un taxi e filare alla stazione a prendere Sir Henry Baskerville.

Dottor Mortimer – (si alza)E poi?

Holmes – E poi domattina alle dieci, le sarò grato se verrà da me con Sir Henry, la cui presenza sarà indispensabile per attuare i miei piani. (si alza)

Dottor Mortimer – Farò come lei dice, signor Holmes. A domani. (fa un cenno e fa per uscire a sx, dimenticando il bastone, Watson lo raggiunge e glielo porge)

Holmes – Cosa ne dice Watson? (siede in poltrona)

Watson – è tutto maledettamente confuso. (siede sulla sedia)

Holmes – Senza alcun dubbio. Ammesso che il diavolo abbia voluto mettere le zampe nelle faccende umane… (versa da bere il caffè a Watson)

Watson – Allora anche lei è incline al soprannaturale in tutta questa faccenda. (beve)

Holmes – Perché, i mandanti del diavolo non possono essere di carne e ossa? Tanto per cominciare dobbiamo rispondere a due domande. La prima, se c’è stato veramente un assassinio. La seconda, di che assassinio si tratta e come è stato commesso. Naturalmente, se è giusto il sospetto del dottor Mortimer e abbiamo a che fare con forze soprannaturali, allora il nostro compito è finito. Tuttavia emergono alcuni punti interessanti in questo caso. Il mutamento delle impronte, per esempio. Cosa ne pensa?

Watson – Il maggiordomo ha riferito che Sir Charles deve aver camminato in punta di piedi lungo il viale.

Holmes – Perché mai un uomo dovrebbe camminare in punta di piedi in un viale?

Watson – E allora?

Holmes – Stava correndo Watson! Correndo disperatamente per salvarsi la vita, finché il cuore non ha retto.

Watson – Ma perché correva?

Holmes – Ecco il problema. (si alza) A quanto pare, aveva una paura matta ancora prima di cominciare a correre. Inoltre, chi aspettava quella notte e perché lungo il viale anziché a casa?

Watson – Secondo lei, aspettava qualcuno?

Holmes – Sir Charles era vecchio e malato. Posso capire che facesse una passeggiatina tutte le sere, ma quella notte il tempo era brutto e il terreno bagnato. Le sembra normale quindi che si fermasse per cinque o dieci minuti, come il dottor Mortimer ha dedotto, con una perspicacia che non avrei mai immaginato, dalla cenere del sigaro?

Watson – (si alza) Ma il vecchio era abituato ad uscire tutte le sere.

Holmes – Sì, ma è assai improbabile che gli capitasse tutte le sere di fermarsi ad aspettare davanti al cancello. È vero invece il contrario: evitava accuratamente la brughiera. Quella notte invece ha sostato in attesa. Il giorno dopo sarebbe dovuto partire per Londra. La cosa sta prendendo forma, Watson. Acquista una sua coerenza. La prego mi dia il violino! Rimandiamo ogni altro discorso sulla faccenda a domattina, quando avremo il piacere di ricevere il dottor Mortimer e Sir Henry Baskerville.

BUIO. CLIC PC (musica 3+titolo “Sir Henry Baskerville”+studio di Holmes).

Scena 3 Sir Henry Baskerville

A FINE MUSICA Luce GIORNO.

Da sx entrano Mortimer e Sir Henry Baskerville. Watson e Holmes, già in scena, vanno loro incontro.

Dottor Mortimer – Buongiorno signori. Lasciate che vi presenti Sir Henry Baskerville.

Sir Henry – Buongiorno signori. La cosa strana è che sarei venuto ugualmente da lei, signor Holmes, anche se non fosse stato il mio amico a propormelo. Ho saputo che è in grado di risolvere dei veri e propri enigmi e io stamattina ne ho uno che non riesco davvero a spiegarmi.

Holmes – Si accomodi, Sir Henry. Mi par di capire che le è successo qualcosa, dopo che è arrivato a Londra.

Sir Henry – (sedendosi sulla sedia affiancato dal dottorMortimer mentre Watson affianca l’amico) Niente di grave signor Holmes, forse si tratta soltanto di uno scherzo. Stamattina mi è arrivata questa lettera, se così si può chiamare. (porge la lettera a Holmes che la esamina insieme a Watson)

Holmes – Chi sapeva che sareste andato al Northumberland Hotel?

Sir Henry – Nessuno, l’abbiamo deciso col dott. Mortimer quando ci siamo incontrati.

Holmes – Ma il dott. Mortimer era già alloggiato là vero?   

Dottor Mortimer – Nient’affatto, io prima ero ospite di un amico. Nessuno poteva sapere dell’hotel.

Holmes – Ah! Sembra che qualcuno si interessi molto ai suoi movimenti Sir Henry. (apre la busta e osserva la lettera) Hm.. È un messaggio scritto con parole ritagliate da un giornale e incollate: “Se vi preme la vita o la ragione tenetevi lontano dalla brughiera.” Soltanto la parola brughiera è scritta con l’inchiostro.

Sir Henry – Adesso, signor Holmes può dirmi cosa diavolo significa tutto questo? Perché mai qualcuno si interessa tanto a me?

Holmes – Cosa ne pensa, dottor Mortimer? Ammette che non c’è niente di soprannaturale in tutto questo?   

Dottor Mortimer – No, ma può darsi che venga da qualcuno che ci creda.

Holmes – Per il momento, se permette, esamineremo questo interessantissimo documento, che deve essere stato preparato e impostato ieri sera. Watson, le dispiace darmi il Times di ieri? (il dottore porge il giornale all’amico che comincia a sfogliarlo) Proprio come immaginavo: le parole sono state ritagliate da questo articolo sul libero scambio, non ci sono dubbi!

Dottor Mortimer – Incredibile! Come ha fatto signor Holmes?

Holmes – Per un esperto in criminologia, la conoscenza dei caratteri tipografici è assolutamente necessaria dottor Mortimer, e un articolo di fondo del Times è inconfondibile. Dal momento che la lettera era stata spedita ieri, c’era una forte probabilità che le parole fossero nella copia di ieri.

Dottor Mortimer – Ma perché la parola “brughiera” è stata scritta a mano?  

Holmes – Perché chi ha composto il messaggio non è riuscito a trovarla stampata. È una parola meno comune delle altre utilizzate nella lettera.

Dottor Mortimer – Sì, potrebbe essere questa la spiegazione. Non ha ricavato altro dal messaggio?

Holmes – (si alza e comincia a gironzolare con la lettera in mano) Ci sono ancora un paio di indicazioni, ma è chiaro che hanno cercato di cancellarne ogni traccia. L’indirizzo è stato scritto in modo vistosamente elementare, ma il Times lo leggono persone di un certo livello. La lettera è stata scritta da una persona di una certa levatura che non vuole farsi riconoscere. Inoltre le lettere non sono state incollate su una linea dritta, ma alcune sono più su e altre più giù. Questo indica scarsa cura, oppure agitazione e fretta. Propendo più per la seconda ipotesi, quindi se il mittente aveva fretta, sarebbe interessante sapere perché mai, visto che la lettera sarebbe comunque giunta a Sir Henry il mattino seguente. Forse temeva un’interruzione, ma da parte di chi?

Dottor Mortimer –Stiamo entrando nella sfera dell’immaginazione, signor Holmes.

Holmes – Dica piuttosto nella sfera in cui si vagliano le possibilità e si scelgono le più valide. È l’uso scientifico che si fa dell’immaginazione, ma abbiamo sempre qualche base materiale su cui fondare le nostre speculazioni. (Holmes si ferma per un lungo istante e chiude gli occhi per riflettere, annuisce convinto, poi si rivolge al giovane ) Sir Henry ha nient’altro di importante da riferirmi, prima di fare il punto della situazione?  

Sir Henry – Dipende, non so quello che è importante per lei.

Holmes – Qualsiasi cosa che esuli dalla routine normale.

Sir Henry – (si alza e sorride)Non so molto della vita britannica, perché sono stato quasi sempre in America e in Canada, ma spero che non faccia parte della vostra routine perdere una scarpa.

Holmes – Una scarpa?

Dottor Mortimer – Ma no, è soltanto smarrita. Vedrà che quando torna in albergo la trova. Non credo valga la pena raccontare al signor Holmes queste quisquilie.

Sir Henry – Mi ha detto qualsiasi cosa fuori dalla routine.

Holmes – Esattamente.Per quanto sciocco possa sembrare l’accaduto. Ha detto che ha perso una scarpa?

Sir Henry – Sì, non la trovo più. Ieri sera le ho messe tutte e due fuori dalla porta e stamattina ce n’era una sola. Non ho capito un bel niente delle scuse del cameriere.

Holmes – Strano che ne abbiano rubata una sola. Non se ne fanno niente…Sono d’accordo col dottor Mortimer, ritroverà certamente la sua scarpa.

Sir Henry – D’accordo signori, mi sembra d’aver detto abbastanza. Il dottor Mortimer mi ha messo al corrente di tutta la faccenda. A quanto pare, oltre l’eredità mi sono tirato dietro qualcos’altro. Naturalmente avevo sentito fin da piccolo la leggenda del cane, ma non le ho dato mai molto peso. In quanto alla morte di mio zio, ho una gran confusione in testa e non riesco a raccapezzarmi. Mi sembra che anche voi non abbiate ancora deciso se il caso riguarda il poliziotto o il prete.

Holmes – Infatti.

Sir Henry – E adesso c’è anche la lettera che mi hanno mandato all’albergo. Penso che faccia parte della faccenda.

Dottor Mortimer – Questo dimostra che qualcuno ne sa più di noi su quel che succede nella brughiera.

Holmes – E inoltre quel qualcuno pare ben disposto nei suoi confronti, Sir Henry, visto che la mette in guardia contro un probabile pericolo.

Sir Henry – Oppure vogliono spaventarmi al punto di farmi scappare.

Holmes – Anche questo è possibile, naturalmente. Adesso però c’è un punto pratico che dobbiamo decidere. Sir Henry, è opportuno oppure no che lei vada nella tenuta dei Baskerville?

Sir Henry – Perché non dovrei andare?

Holmes – Può essere pericoloso.

Sir Henry – Intende dire a causa del demone di famiglia, o degli esseri umani?

Holmes – Questo lo dobbiamo scoprire.

Sir Henry – Di qualunque cosa si tratti, la mia decisione è presa. Nessun diavolo dell’inferno e nessun uomo della terra mi può impedire di andare ad abitare nella casa dei miei avi e questa è la mia decisione finale. Alla fine della settimana  andrò a Baskerville Hall.

Holmes – Penso che sia una saggia decisione. Sono convinto che a Londra siate pedinato e tra milioni di persone è impossibile scoprire chi è e perché vi segue. Se hanno cattive intenzioni, qui possono combinarvi seri guai e noi non potremmo fare niente per impedirlo. Però Sir Henry non dovrà andare solo.

Sir Henry – Il dottor Mortimer torna con me.

Holmes – Ma il dottor Mortimer ha il lavoro che l’aspetta e poi la sua casa è distante parecchi chilometri dalla sua. No, Sir Henry, deve avere una persona di fiducia, qualcuno che stia sempre con lei.

Sir Henry – Non potrebbe venire lei con me, signor Holmes?

Holmes – Al momento opportuno, sarò certamente presente, ma adesso altri importanti impegni mi trattengono a Londra.

Sir Henry – Chi mi consiglia, allora?

Holmes – (Holmes si avvicina a Watson e gli poggia una mano sulla spalla)Se il mio amico è d’accordo, non c’è nessuno meglio di lui per starle vicino in un momento difficile. E nessuno può dirlo meglio di me!

Watson – Bè, ecco, io….

Sir Henry – (si avvicina con entusiasmo a Watson e gli stringe calorosamente la mano) Oh, dottor Watson, come sono contento! Sa in che pasticcio mi trovo, la prego, resti con me finché la questione sarà risolta e gliene sarò grato per sempre!

Watson – Verrò con molto piacere. Non saprei come impiegare meglio il mio tempo.

Holmes – Così mi terrà informato su quanto accade. Quando verrà il momento decisivo, e non tarderà a venire, le dirò cosa fare.

Sir Henry – Allora è deciso. Ci vediamo sabato alle dieci e mezza alla stazione di Paddington. Arrivederci!

Sir Henry e il Dottor Mortimer escono a sx. Holmes va a sedersi in poltrona, chiude gli occhi e comincia a riflettere. Watson si avvicina all’amico. 

Holmes – è un brutto affare Watson, maledettamente brutto… e pericoloso. Più ci penso e meno mi piace.  (Watson ride) Sì amico mio, rida fin che vuole, ma le giuro che sarò contento soltanto quando la vedrò tornare di nuovo sano e salvo a Baker Street.

BUIO. CLIC PC (musica 4+fine I atto+buio).

FINE I ATTO

II atto

Scena 1 il castello dei Baskerville

CLIC PC (musica 5+IIatto+interno castello). A fine musica Luce GIORNO.

La scena rappresenta l’interno del castello dei Baskerville. Da dx entrano Sir Henry e Watson. Ad accoglierli, Barrymore, il maggiordomo con sua moglie al seguito.

Barrymore – Benvenuto a Baskerville Hall Sir Henry!

Sir Henry – Lei deve essere Barrymore, il maggiordomo di mio zio.

Barrymore – Precisamente, Sir, e questa è mia moglie. Mia cara portate un cordiale a Sir Henry e al suo ospite.  (la donna fa un inchino ed esce a sx).

Sir Henry – Barrymore, durante il tragitto al castello, abbiamo scorto su uno spuntone roccioso nella brughiera, la sagoma di un soldato a cavallo col fucile spianato. Cosa significa?

Barrymore – Un criminale è evaso da Princetown, Sir. Sono già tre giorni. Le guardie sorvegliano tutte le strade e le stazioni, ma non riescono a trovarlo.

Sir Henry – Di chi si tratta?

Mrs. Barrymore rientra da sx con un vassoio.

Barrymore – Di un certo Selden.. (Barrymore prende le valigie dei due uomini)

Watson – Selden, l’assassino di Notting Hill!

Mrs. Barrymore si blocca e lascia cadere il vassoio!

Mrs. Barrymore – Sono mortificata Sir Henry! Sono davvero mortificata…(raccoglie il vassoio ed esce a sx, seguita da Barrymore con le valigie)

Sir Henry – è un individuo pericoloso?

Watson – Diamine, può ben dirlo! Non è un tipo qualsiasi! Ricordo il caso molto bene, perché Holmes a quel tempo se ne interessò molto, per via della particolare ferocia dell’assassino, tanto che, dubitando delle sue facoltà mentali, gli commutarono la pena di morte in ergastolo.

Sir Henry – Un motivo in più per stare in guardia, eh dottor Watson? (comincia a gironzolare, guardandosi intorno) è proprio come la sognavo! Non è l’immagine esatta di una vecchia dimora di famiglia? Il solo pensiero che qui hanno vissuto per cinque secoli i miei antenati mi dà alla testa!

Barrymore rientra da sx

Barrymore – Dobbiamo servire subito la cena, Sir?

Sir Henry – è già pronto?

Barrymore – Tra qualche minuto, Sir. Troverete l’acqua calda nelle vostre stanze... Volevo dirle, Sir Henry, che mia moglie ed io saremo contenti di stare con lei in questi primi giorni, finché non avrà dato nuove disposizioni. Naturalmente ci rendiamo conto che, date le circostanze, ci sarà bisogno di altro personale.

Sir Henry – Il che significa che volete andarvene?

Barrymore – Soltanto quando andrà bene a lei, Sir.

Sir Henry – Ma la sua famiglia è con noi da parecchie generazioni, no? Mi dispiacerebbe molto cominciare la mia vita qui spezzando una vecchia tradizione.

Barrymore – Anche a noi dispiace, Sir. Eravamo molto legati a Sir Charles. La sua morte è stata un duro colpo e adesso ci rendiamo conto che sarebbe troppo penoso per noi vivere qui.

Sir Henry – Cosa intendete fare?

Barrymore – Troveremo un nuovo lavoro, Sir. E adesso, sarà meglio che vi accompagni nei vostri appartamenti. Se volete avere la cortesia di seguirmi… (escono a sx)

LUCE NOTTE.

Da sx entra Barrymore con una candela, va verso il pannello/finestra e comincia a fare segnali muovendo il candelabro. Da sx entrano alle sue spalle Sir Henry e Watson.

Sir Henry – Barrymore,cosa state facendo?

Barrymore – (sorpreso) Niente Sir! Controllavo che la finestra fosse chiusa, come tutte le notti.

Sir Henry – Bene, adesso la finestra è chiusa. Potete andare a dormire!

Barrymore – Certamente, Sir. Buonanotte. (esce a sx, guardando i due di sottecchi)

Sir Henry guarda verso il pannello, come se guardasse fuori dalla finestra.

Watson – Vede qualcosa?

Sir Henry – Nulla. Un momento! C’è una luce, là verso quel gruppo di rocce!

Watson – Tenga d’occhio quel punto luminoso! (muove la candela) La vede ancora?

Sir Henry – Sì, eccola di nuovo!

Watson – Come pensavo! Barrymore stava facendo dei segnali. Presto, usciamo a controllare!

I due escono velocemente a dx.

CLIC PC (brughiera di notte).

I due rientrano da dx e vanno verso il bordo sx del proscenio, dove è poggiato un candelabro con una candela. Con cautela gli uomini si avvicinano alla candela.

Watson – Stia attento Sir Henry. Chi ha messo qui questa candela può tornare!

Sir Henry – Siamo troppo vicini a questa luce, è meglio se ci allontaniamo.

Watson sta per allontanarsi, ma da dietro le quinte sx appare Selden che lo butta a terra e fugge a  dx. Sir Henry fa per inseguirlo, ma Watson lo richiama.

Watson – Si fermi Sir Henry! Quel tizio deve conoscere bene questi posti, noi no!

Sir Henry – Ma chi diavolo sarà? E che c’entra Barrymore?

Watson – Non lo so, ma dobbiamo stare in guardia e tenere d’occhio Barrymore! E ora rientriamo.

CLIC PC (musica 6: un ululato)

Sir Henry – Che…che crede che sia?

Watson – Perché, cosa sembrava a lei?

Sir Henry – Bè, non torno a Londra per questo. Sarebbe ridicolo!

Watson – Muoviamoci! (i due muovono verso dx)

Sir Henry – Senta dottore, lei non crede a quella sciocchezza vero?! Insomma…il mastino?!

Watson – Certo che no…. Non più di lei! (escono a dx)

BUIO. CLIC PC (musica 7+titolo “Gli Stapleton”+brughiera di giorno)

Scena 2 gli Stapleton

A fine musica Luce GIORNO.

Da sx entra Watson, assorto nei suoi pensieri. Poco dopo dietro di lui arriva Stapleton, con borsa a tracolla e retino per farfalle .

John Stapleton – Buongiorno dottor Watson! (il dottore si gira sorpreso) Mi perdoni, l’ho spaventata. Scusi se mi prendo questa familiarità, ma sa, qui nella brughiera ci comportiamo semplicemente e non aspettiamo le presentazioni ufficiali. Forse avrà già sentito il mio nome dal nostro comune amico, il dottor Mortimer. Sono John Stapleton. (i due si stringono la mano)

Watson – L’avevo intuito dal retino, perché mi avevano detto che il signor Stapleton era un naturalista. Ma come ha fatto lei a sapere chi sono?

John Stapleton – Sono andato a trovare il dottor Mortimer e dalla finestra dell’ambulatorio l’abbiamo visto passare. Siccome facciamo la stessa strada ho pensato che avrei potuto raggiungerla e presentarmi. Come sta Sir Henry dopo il viaggio?

Watson – Benissimo, grazie.

John Stapleton – Temevo che dopo la disgrazia di Sir Charles, il giovane baronetto si rifiutasse di venire ad abitare qui. Deve essere un sacrificio per un ricco giovanotto venire a seppellirsi in un posto come questo, ma è inutile che le dica cosa significhi la sua presenza per questa zona. Suppongo che Sir Henry non presti ascolto alle superstizioni.

Watson – Non mi pare il tipo.

John Stapleton – Conosce certamente la leggenda del cane diabolico che perseguita i Baskerville?.

Watson – Sì, ne ho sentito parlare.

John Stapleton – è straordinario come la gente sia credulona! Chiunque è pronto a giurare di aver visto questo animale satanico aggirarsi nella brughiera. Sir Charles era molto preoccupato per questa storia e senza dubbio questo gli è costato la vita.

Watson – In che modo?

John Stapleton – Il dottor Mortimer mi disse che aveva i nervi a pezzi e a quel punto l’apparizione di un cane qualsiasi può essere stata fatale al suo cuore malato.

Watson – Dunque pensa che qualche cane abbia inseguito Sir Charles e che lui sia morto di paura?

John Stapleton – Ha una spiegazione migliore?

Watson – Non sono ancora arrivato ad una conclusione.

John Stapleton – E il signor Sherlock Holmes ci è arrivato? (Watson lo guarda sorpreso) È inutile far finta di non conoscerla dottor Watson. La fama del grande detective è giunta fin qui e tutti sanno che siete inseparabili. Se lei è qui, vuol dire che il signor Holmes si interessa al caso e naturalmente sono curioso di sapere cosa ne pensa.

Watson – Temo proprio di non poterla accontentare.

John Stapleton – Posso chiedere se ci farà l’onore di una visita?

Watson – Per il momento non può lasciare la città. È impegnato in altre indagini.

John Stapleton – Peccato! Potrebbe far un po’ di luce su questa faccenda per noi così oscura. Se posso esserle utile nelle indagini, sono a sua disposizione.

Watson – Le assicuro che sono qui semplicemente in visita al mio amico, Sir henry, e non ho bisogno di nessun tipo d’aiuto.

John Stapleton – Fa bene ad essere cauto, dottore. Quanto a me, eccomi giustamente punito per la mia indiscrezione. Le prometto che non toccherò più questo argomento. Mi permetta di farle da guida per la brughiera. Sono qui solo da due anni, ma i miei interessi mi hanno spinto ad esplorare ogni angolo della campagna e penso che pochi la conoscano meglio di me.

Watson – è così difficile esplorarla?

John Stapleton – Molto. Vede, per esempio, quella grande distesa verso nord? Nota niente di particolare?

Watson – Direi che è un posto adatto per una bella passeggiata.

John Stapleton – è facile pensarlo. Ed è così che molta gente in passato ci ha perso la vita. Le presento la grande palude di Grimpen! Un passo falso laggiù significa la morte. Eppure pensi che riesco ad entrarci e tornare sano e salvo…

CLIC PC. (musica 8: un ululato)

Watson – Ehi! Cos’è questo?

John Stapleton – Strano posto la brughiera!

Watson – Ma che cos’è?

John Stapleton – I contadini dicono che è il mastino dei Baskerville che chiama la sua preda. Mi è già capitato di sentirlo un paio di volte…

Watson – Non crederà a queste sciocchezze! Secondo lei qual è la causa di questo insolito rumore?

John Stapleton – I pantani a volte provocano strani suoni. O forse è il verso di qualche animale…Venga dottor Watson, mentre rientriamo verso casa voglio mostrarle le abitazioni dei nostri antenati. La brughiera era densamente abitata dall’uomo preistorico e poiché da allora nessuno si è stabilito qui, possiamo trovare dei resti interessanti.

Watson – Con piacere, signor Stapleton. (si guarda intorno guardingo)

I due uomini escono a dx. Da sx entra Sir Henry. Poco dopo dietro di lui arriva Beryl Stapleton.

Sir Henry – Ma dove diavolo è finito il dottor Watson?!

Beryl Stapleton – Stia attento! Non si inoltri nella brughiera, ci sono le sabbie mobili!

Sir Henry si volta sorpreso, vede la ragazza e ne rimane folgorato

Beryl Stapleton – Sono Beryl Stapleton, e lei deve essere Sir Henry.

Sir Henry – Sì…è un vero piacere fare la sua conoscenza mrs. Stapleton. Il dottor Mortimer mi ha parlato di lei e suo fratello…

Beryl Stapleton – La prego, Sir Henry, lei deve andare via da questo posto! Torni immediatamente a Londra!

Sir Henry – e perché dovrei andarmene?

Beryl Stapleton – Non posso spiegarglielo, ma per carità faccia come le dico! Vada e via e non metta più piede nella brughiera.

Sir Henry – Ah capisco, è per via della maledizione, vero? Non è che una sciocca superstizione!

Beryl Stapleton – Ma è per il suo bene, non lo capisce ? Torni subito a…

Da dx entra John Stapleton e Watson.

John Stapleton – Salve Beryl, vedo che hai trovato compagnia! Dottor Watson, mia sorella Beryl. Chi è questo signore?

Watson – Signor Stapleton, mi permetta di presentarle Sir Henry Baskerville.

John Stapleton – è un piacere conoscere il nuovo proprietario di Baskerville Hall! (i due si stringono la mano) Stavo giusto dicendo al dottor Watson quanto sono felice che lei sia qui.

Sir Henry – Sono venuto per restarci.

John Stapleton – Ma è splendido! Lo sa, ci siamo molto annoiati con la sua casa in disuso.

Sir Henry – Ma adesso è aperta a tutti, specialmente agli amici di mio zio. Venite a pranzo da me?

John Stapleton – Prima venga lei da noi. Che ne dice di domani sera? Inviterò anche il dottor Mortimer e la sua signora.

Sir Henry – Che ne dice dottor Watson?

Watson – Perché no?

John Stapleton – Allora a domani sera (Stapleton stringe la mano a Sir Henry e a Watson)

Sir Henry – A domani. (bacia la mano a Beryl) E grazie per avermi salvato…

Beryl Stapleton – (guarda il giovane intensamente) A domani. (I due Stapleton escono a sx)

Sir Henry – Cosa ne pensa dottor Watson?

Watson – Un tipo davvero singolare questo Stapleton!

Sir Henry – Ma no, io mi riferivo a mrs Stapleton! Non trova che sia incantevole?

Watson – Senza dubbio!... Bè, rientriamo al castello, si sta facendo buio e non mi piacerebbe rimanere qui fuori al calare delle tenebre, dopo l’incontro dell’altra notte. (I due uomini escono a sx)

BUIO. CLIC PC.(musica 9+lettera di Warson+sito megalitico)

Watson – (registrato) “Castello dei Baskerville, 13 Ottobre. Caro Holmes, con telegrammi e lettere precedenti, l’ho informata scrupolosamente di tutto quanto è accaduto finora in questo angolo del mondo dimenticato da Dio. Più il tempo passa e più siamo avvolti dalla cupa atmosfera della brughiera e dal suo fascino oscuro. Per quanto riguarda il criminale evaso, ormai sono passate due settimane dalla sua fuga e non se ne è saputo più nulla. È assai improbabile che abbia potuto resistere così a lungo nella brughiera, per giunta senza cibo. Probabilmente si è già allontanato dalla zona, con gran sollievo di tutti. Oggi ho conosciuto gli Stapleton. Due persone davvero interessanti. Le dirò che il nostro baronetto mostra un evidente interesse per la bella vicina. C’èqualcosa di focoso, di esotico in lei, che contrasta in modo singolare con la freddezza del fratello. Veniamo ai Barrymore, specialmente dopo i sorprendenti sviluppi dell’altra notte. Ho il forte sospetto che Barrymore intrattenga una relazione segreta con un'altra donna, il che spiegherebbe il suo insolito comportamento notturno. Questa ipotesi spiegherebbe anche il pianto strozzato della signora Barrymore, che udì quella stessa notte. A meno che, l’individuo incontrato la notte scorsa nella brughiera non fosse Selden, l’evaso. Ma quale rapporto lo legherebbe ai Barrymore? Chissà se il mio prossimo rapporto riuscirà a fare un po’ di luce su questa intricata faccenda? La cosa migliore sarebbe che lei venisse qui.”

Scena 3 morte nella brughiera

A FINE MUSICA Luce GIORNO.

Da sx entrano Mrs. Stapleton e Sir Henry.

Beryl Stapleton – Ecco, vede questa è una delle tombe neolitiche che studia mio fratello.

Sir Henry – Nessuno sa come fossero o vivessero?

Beryl Stapleton – John ha qualche teoria in riguardo. Sostiene che erano piuttosto primitivi, vivevano in caverne e vestivano pelli.

Sir Henry – Però ridevano e sognavano come noi. Mi chiedo se anche allora qualche giovane primitivo, portando la sua sposa nella caverna, dicesse: “togliti il cappello cara, siamo a casa!”

Beryl Stapleton – (ride) E la sposa ha cucinato qui un bel pranzetto.

Sir Henry – Però lui si è arrabbiato quando lei ha bruciato tutto! (ride)

Beryl Stapleton – (ride e poi sospira) E adesso nessuno li ricorda.

Sir Henry – Come succederà a noi un giorno... Supponga che un uomo ami una donna, perché deve aspettare un tempo ragionevolmente lungo per dirglielo? Sono convenzioni che non trovo naturali!

Beryl Stapleton – (guarda il giovane intensamente) Sì lo penso anch’io.

Sir Henry – Bene, allora posso dirtelo. Beryl, io ti amo.

Beryl Stapleton – Ma Henry ci conosciamo da così poco tempo...

Sir Henry – Ecco, le solite convenzioni! Sempre legati a queste forme! Ma perché?

Beryl Stapleton – Vedi, Henry, quando sono giunta qui ho cominciato ad esplorare questi luoghi, perché non temevo la brughiera.

Sir Henry – E adesso meno che mai, devi temerla!

Beryl Stapleton – Quando sono con te, io parlo, rido, ma se sono sola, la paura riaffiora e di notte io mi sveglio tremando, quando sento quei terribili ululati! È un incubo! Penso a te e vorrei che tu non fossi qui, che fossi a Londra o in Canada.

Sir Henry – Anche se volessi tornare a Londra, o in Canada, non potrei.

Beryl Stapleton – Perché no?

Sir Henry –Non vado da nessuna parte…senza di te (la abbraccia ricambiato)

Da sx entra Watson, alle spalle dei due, cogliendoli di sorpresa.

Watson – Guarda un po’! Niente in contrario a concedermi un minuto? Ho perduto l’orientamento!

Beryl Stapleton – Salve dottor Watson. Sir Henry ed io stavamo…

Sir Henry – Ecco noi…noi… ci siamo fidanzati!

Watson – Davvero? Splendido! Congratulazioni! (stringe la mano ai due giovani) E quello chi è?

Da dx entra Holmes vestito da vecchio venditore ambulante.

Sir Henry – Sta diventando un posto affollato!

Watson – Chi siete? Che volete?

Holmes – (con voce camuffata)Io, niente signore! Passo per la brughiera solo per vendere le mie merci. Ho qui qualcosa che può interessarla signore. Una magnifica armonica! (ci soffia dentro) 

Watson – No, grazie!

Holmes – Qui c’è una cosa che un signore come lei deve usare. Un fischietto per chiamare il suo bel cane!

Watson – Il mio cosa?

Holmes – Il suo cane, signore! (fischia) è un suono che si sente da molto lontano sa? (si avvicina a Watson e gli infila un foglio in tasca)

Watson – Riprendete i vostri aggeggi e andatevene!

Holmes – Va bene, va bene! Me ne vado! (esce a dx) 

Beryl Stapleton – Si fanno strani incontri nella brughiera.

Sir Henry – Vieni, mia cara, rientriamo a casa. Dottor Watson viene con noi?

Watson – Tra un momento, Sir Henry…

Beryl e Sir Henry escono a sx, Watson guarda verso dx, infila le mani in tasca e trova il biglietto.

Watson – E questo, che diavolo è? Un messaggio anonimo: “Se vuole sapere qualcosa di intressante, venga al tramonto alla capanna di pietra al margine sud est del Grimpen mine”. Ci sarò per Diana, ci sarò! (esce a sx)

BUIO. CLIC PC (musica 10+grotta). A FINE MUSICA LUCE NOTTE.

Watson entra da sx e vaga per la brughiera con la pistola in pugno, da dx entra Holmes travestito.

Watson – Voi! Siete stato voi a scrivermi quel messaggio!

Holmes – Sì, signore!

Watson – Perché? E chi siete?

Holmes – Potrei chiedere la stessa cosa a voi, che andate in giro per la brughiera spiando tutti!

Watson – Che impudenza! È il mio mestiere osservare. Sapete chi sono? Io sono Sherlock Holmes!

Holmes – Sherlock Holmes? Il detective?! Ma questo cambia tutte le cose, perchè in questo caso, potrei chiamarmi Watson! (toglie i capelli e la barba finti) 

Watson – Holmes!

Holmes – Buonasera, vecchio mio!

Watson – Ma allora siete rimasto nella landa tutto il tempo? È questo il modo di comportarsi? Mi spedisce qui, e invece di essere a Londra, mi segue. E pensare che ho anche scritto quegli stupidi rapporti!

Holmes – Eccoli i suoi rapporti, caro Watson, precisi come sa farli solo lei ! (estrae dalla tasca delle lettere) Ho fatto in modo che mi venissero recapitati nel paese qui vicino. Mi perdoni Watson, ma è stato necessario. Se fossi venuto qui con lei e Sir Henry, avrebbero spiato tutte le mie mosse, mentre in tal modo sono stato libero di indagare. Su, non faccia così, vecchio mio! È ora di andare!

Watson – Andare, dove?

Holmes – Andremo insieme a Baskerville Hall. Ci sono vuoti da riempire, ma a poco a poco diventerà tutto più chiaro.

Watson – Non per me! Io vedo solo un’oscura faccenda! Il dottor Mortimer, i Barrymore, gli Stapleton: mettili insieme e che ottieni?

Holmes – Un assassinio caro Watson! Di stile, ma un assassinio.

Watson – Un assassinio?

Holmes – Sì Watson. Forse è il frutto della mia immaginazione, ma anche il delitto può essere concepito così. Con l’immaginazione.

Watson – Ma non è stato un omicidio la morte di Sir Charles. È deceduto di infarto!

Holmes – Molti delitti rimangono impuniti, vecchio mio, perché la gente crede nei fatti, anche se non provano niente. Se guardiamo oltre i fatti, con la forma mentale del criminale, potremo immaginare che cos’è successo. Così ho cercato di fare, e penso di esserci riuscito.

Watson – Ma allora voi sapete…?

Holmes – Ancora un giorno o due e sarà finita! La mia sola paura è che l’assassino agisca subito…

CLIC PC. (musica 11: un ululato e un grido umano)

Watson – Ma che succede?

Holmes – È il mastino! Presto mi segua!

I due escono a dx, rientrano a dx e vanno vicino alle quinte sx dove giace un corpo.

Holmes – (entrando) Qualcuno è precipitato da quelle rocce!

Watson – (avvicinandosi al corpo) Mio Dio, è Sir Henry!

Holmes – Maledizione! Sono arrivato troppo tardi.(Holmes si china sul corpo) No, aspetti! Quest’uomo ha la barba. Non è Sir Henry! Ha i suoi vecchi indumenti, ma è Selden, l’evaso.

Watson – Ma è l’uomo che ho incontrato la notte scorsa, quelloa cui Barrymore faceva i segnali. Ma perché indossa i vecchi abiti di Sir Henry?

Holmes – Questo dobbiamo scoprirlo, ma proprio per questo è morto!

Watson – Come?

Holmes – Il mastino! Lo ha aggredito, a causa di quei vestiti. 

Watson – Vuol dire che il cane puntava Sir Henry?

Holmes – Sì, su questo non ho il minimo dubbio! Ricorda la scarpa di Sir Henry scomparsa a Londra? All’assassino serviva un oggetto che avesse l’odore della sua vittima…

Da dx entra Stapleton.

John Stapleton – Dottor Watson, ho sentito delle grida. Oh, un incidente! (sorpreso) Chi è?

Watson – è Selden l’evaso! È precipitato da quello sperone roccioso.

John Stapleton – Ma è terribile! Cosa ne pensa signor Holmes?

Holmes – Mi ha riconosciuto in fretta.

John Stapleton – Lei ha un volto noto, signor Holmes. E poi la stavamo tutti aspettando. Mi chiamo Stapleton. (si stringono la mano) è arrivato in tempo per questa tragedia.

Holmes – Un gran brutto ricordo da riportare a Londra, domani. (Watson guarda Holmes sorpreso)

John Stapleton – Come? Parte così in fretta? Volevamo tutti conoscerla. Speravamo, signor Holmes, che lei avrebbe fatto luce sul caso che appassiona tutta la landa.

Holmes – Sì, ma ad un investigatore non bastano solo leggende e rumori. Questo caso mi ha deluso…Su, Watson, aiutatemi a mettere al riparo questo poveretto fino a domani. (Holmes e Watson prendono il corpo, Stapleton fa per aiutarli, ma Holmes gli fa un gesto) Non si preoccupi, ci pensiamo noi, signor Stapleton. (tutti escono a sx)

BUIO. CLIC PC (musica 12+titolo “Si gettano le reti”)

Scena 4 il mastino dei Baskerville

A FINE MUSICA Luce GIORNO.

In scena Barrymore accoglie Holmes e Watson che entrano da dx.

Watson – Barrymore, Sir Henry è in casa?

Barrymore – Sì signore, è in biblioteca. Vado a chiamarlo.

Holmes – Ah, Barrymore, dite a vostra moglie che Sherlock Holmes vorrebbe vederla.

Barrymore – Sherlock Holmes?.

Holmes – Sì!

Barrymore – Sì signore. (esce a sx)

Holmes – Grazie.

Da sx entra Sir Henry.

Sir Henry – Signor Holmes, che piacere vedervi! Dottor Watson, dov’era finito? Ho grandi novità! Perché non mi ha detto niente dell’arrivo del signor Holmes?

Holmes – Non lo sapeva.

Da sx entrano a testa bassa Barrymore e la moglie.

Sir Henry – Che succede Barrymore?

Holmes –Posso scambiare due parole con la signora Barrymore, Sir Henry?

Sir Henry – Ma certo.

Holmes – Signora Barrymore, temo di avere brutte notizie. Vostro fratello…

Signora Barrymore – Lo hanno preso? E adesso lo impiccheranno?

Holmes – No, Signora Barrymore. Ora è oltre la legge. È in mani più pietose.

La signora Barrymore si copre dignitosamente il viso. Il marito la conforta.

Holmes – Ci siamo imbattuti in quel poveretto nella brughiera. È precipitato dall’alto di una rupe. Non serve più, Barrymore, che facciate segnali dalla finestra, né che gli diate del cibo, o abiti usati di Sir Henry.

Signora Barrymore – Oh, Sir Henry, è tutta colpa mia! Mio marito voleva dirle tutto, perché lei avvisasse la polizia. Ma era mio fratello! Avevo soltanto lui! Anche se era un poco di buono! (singhiozza) Mio marito è un buon uomo, Sir Henry, non sia in collera con lui! 

Sir Henry – No di certo, Signora… Barrymore si prenda cura di sua moglie.

I due domestici escono a sx.

Sir Henry – Adesso è tutto chiaro. Meglio per loro e per me.

Holmes – E risolve anche tutto il resto. Quel povero diavolo di Selden doveva essere impazzito.

Sir Henry – E si spiegano anche quei terribili rumori sentiti per tutto questo tempo nella brughiera!

Holmes – Esatto. I suoi guai sono finiti, Sir Henry. (Watson sta per intervenire, ma si blocca)

Sir Henry – Le sono molto grato, signor Holmes .

Holmes – Oh, non è il caso, ho fatto molto poco. Adesso potrà dormire in pace e vivere tranquillo come si conviene ad un signore di campagna.

Sir Henry – Ancora per poco però. Tornerò presto in Canada.

Holmes – In Canada?

Sir Henry – Sì. Beryl…mrs Stapleton e io ci sposiamo!

Holmes – Mrs Stapleton?

Watson – Complimenti, Sir Henry !

Sir Henry – Così, tutto è a posto! Stasera il fratello di Beryl darà una festa di addio. Ci sposeremo tra due giorni a Londra e partiremo subito per il Canada!

Holmes – Congratulazioni, Sir Henry.

Sir Henry – Lei e il dottor Watson verrete alla festa, vero?

Holmes – No mi dispiace, Sir Henry. Domattina dobbiamo rientrare presto a Londra per fare rapporto alla polizia sulla morte dell’evaso. (ancora Watson sembra intervenire e si blocca)

Sir Henry – Che peccato! Beryl ne sarà molto dispiaciuta.

Holmes – Rimedieremo quando verrete a Londra. Dovreste…(Holmes si avvicina al quadro sul pannello sx) Dovreste venire a cena da noi. (osserva attentamente il quadro)

Sir Henry – (si avvicina a Holmes) Sì, quello è proprio lui! Sir Hugo, la bestia nera dei Baskerville!

Watson – (guarda il quadro) Non è male questa tela.

Sir Henry – Oh, non credo valga molto.

Holmes – Non sono d’accordo con lei, Sir Henry. Un giorno avrà più valore di quanto possa immaginare…Bè, è ora di prepararci per il viaggio. Arrivederci, Sir Henry.

Si stringono la mano, poi Holmes e Watson escono a dx.

BUIO. CLIC PC (musica 13+titolo “Il mastino dei Baskerville”+palude di notte).

 A FINE MUSICA LUCE NOTTE.

In scena sulla quinta sx,  Sir Henry gli Stapleton e il dottor Mortimer.

Sir Henry – Grazie per la splendida serata, John.

John Stapleton – è stato un piacere, cognato! Buonanotte e… a domani. (esce a sx)

Dottor Mortimer –  Intende attraversare la brughiera da solo, Sir Henry?

Sir Henry – Perché no? Non c’è più nulla da temere ora.

Dottor Mortimer –  Non sono sicuro…

Sir Henry – Ho la rassicurazione di Sherlock Holmes e questo mi basta.

Dottor Mortimer –  D’accordo, ma sia prudente! Buonanotte. (esce a sx)

Beryl Stapleton – Non mi piace vederti andare via da solo.

Sir Henry – Non temere Beryl! Tra due giorni saremo insieme per sempre!

Beryl Stapleton – è che…no, niente. Buonanotte caro. (lo abbraccia ed esce a sx)

Sir Henry si incammina verso dx, quando da sx Stapleton, nascosto da un cappello a falda larga, appare e fischia con un fischietto da richiamo. Stapleton sparisce a sx. Sir Henry fugge ed esce a dx. All’uscita di Sir Henry da sx appaiono Holmes e Watson che escono di corsa a dx.

FISCHIO. CLIC PC (musica 14: Ululato+ringhio+urlo+ pausa + due spari seguiti da un guaito)

Dopo gli spari e il guaito Holmes e Watson rientrano da dx con  Sir Henry tramortito. Watson gli sente il polso. Holmes guarda verso le quinte dx.

Holmes – Appena in tempo. Il cane è morto! Mi spiace averla ingannata Sir Henry, ma era necessario far credere a tutti che fossimo partiti! Come sta, Watson?

Watson – è vivo, ma è sotto shock! (aiuta il giovane a riprendersi e lo prende sotto il braccio)

Holmes – Ce la fa a portarlo al castello?

Watson – Credo di sì, il percorso è breve. Ma lei che intenzioni ha Holmes?

Holmes – Se è come credo, tra poco riceverò una visita (toglie il soprabito da Sir Henry e lo indossa)…Non si preoccupi, Watson, me la caverò. (si sdraia a terra, fingendosi morto)

Watson e Sir Henry escono a dx. Poco dopo da sx appare Stapleton, sempre imbacuccato con trench e cappello, che si avvicina al corpo di Holmes, credendolo Sir Henry sbranato dal cane. All’improvviso Holmes si gira e gli punta la pistola contro.

Holmes – Buonasera signor Stapleton! O devo chiamarla Sir John Baskerville, figlio di quel Rodger Baskerville, pecora nera della famiglia e fratello minore di Sir Charles?

John Stapleton – (toglie il cappello)E così, ha capito tutto?

Holmes – Eh sì, signor Stapleton! Temo che il suo feroce cane abbia fatto una brutta fine! Non che la sua fosse una gran vita: maltrattato, affamato, ricoperto di fosforo per farlo sembrare un’apparizione spettrale, costretto a trascorrere la maggior parte del suo tempo imprigionato nella brughiera. Come sua moglie, Beryl! Sì so anche questo. Sarà un duro colpo per Sir Henry. Anche se non credo che sua moglie sia colpevole quanto lei, visto che cercò di mettere in guardia prima Sir Charles, dandogli appuntamento lungo il viale del castello la notte della sua morte, poi Sir Henry, con quella lettera anonima a Londra. Dopo esservi sposati in Costa Rica e una serie di truffe mal riuscite, siete fuggiti in Inghilterra, avete cambiato nome e avvicinato Sir Charles, per ucciderlo in modo così singolare! Poi si sarebbe occupato di Sir Henry, facendolo sembrare un incidente… 

John Stapleton – Sono tornato per reclamare ciò che è mio per diritto! Sono un Baskerville! Molto più di quel vecchio ipocondriaco e di quello scialbo americano!

Holmes – Lo sa che è davvero simile a Sir Hugo, il suo antenato? Non solo come perfidia, ma anche fisicamente. Ho visto il suo ritratto. Resta solo da chiarire come avrebbe fatto a reclamare il suo diritto alla successione dopo aver vissuto sotto altro nome, a due passi dalla proprietà dei suoi antenati? Avrebbe potuto tornare in Sud America e reclamare da là l’eredità, oppure avrebbe potuto avvalersi di un complice. Sono sicuro che avrebbe trovato il modo più efficace! È un uomo molto scaltro.

John Stapleton – (sorride e si avvicina)Lei ed io, signor Holmes, siamo molto simili.

Holmes – No Stapleton, si sbaglia, io non sono come lei. Ora venga con me e non faccia resistenza.

Stapleton fa per seguire Holmes, ma all’improvviso  fugge a sx, inseguito dall’investigatore.

Holmes – Si fermi Stapleton! C’è la palude! (Holmes esce a sx. Dopo alcuni istanti Stapleton urla)

Holmes rientra lentamente da sx. Da dx entra il dottor Watson.

Watson – Sono qui, Holmes! Che succede?

Holmes – è tutto finito, vecchio mio! Stapleton è affogato nelle sabbie mobili. La maledizione dei Baskerville è stata definitivamente  sconfitta! Torniamo a casa. Le racconterò tutto, e lei, come sempre, renderà la storia ancora più intrigante. (i due escono a dx)

BUIO. CLIC PC (ululato + musica 15).

FINE.