Il matrimonio perfetto

Stampa questo copione

IL MATRIMONIO PERFETTO

di

ROBIN HAWDON

Traduzione di Mariella Minnozzi
PERSONAGGI

RACHEL, la sposa

BILL, lo sposo

TOM, il testimone

JUDY, una ragazza

JULIE, una cameriera

DAPHNE, la madre dello sposo

DUPONT, il direttore dell'albergo

L'azione si svolge nella suite per la luna di miele di un albergo di lusso in stile rustico in una delle contee intorno a Londra. Tappezzeria in cotone stampato, William Morris, oggetti di antiquariato, stampe rurali incorniciate. A sinistra della scena c'è il soggiorno. L'elemento principale del mobilio è rappresentato da un divano. Sulla parete a sinistra una finestra "bay window" che guarda sul prato del paese e sulla chiesa. In fondo c'è una porta che dà sul corridoio. Al centro c'è una "parete" divisoria con una porta comunicante, sulla parte verso il fondo scena, che dà sulla camera da letto. Sul fondo scena a destra c'è un letto matrimoniale molto elaborato posto di fronte al pubblico, se possibile ad angolo. A destra del letto, una toletta. Sul fondo scena, a sinistra del letto, un'altra porta che si affaccia sul corridoio, identica a quella del soggiorno. Una porta sulla parte anteriore della scena, a destra, che porta al bagno, fuori scena. Il sole splende, gli uccelli cinguettano, i tipici rumori di un paesino inglese.


ATTO I

Mattina. Bill dorme nel letto matrimoniale. Si stira, pian piano si sveglia, borbotta e si mette a sedere. Ha un aspetto orribile. Appena comincia a tornare in sé, si guarda intorno con occhio perso aggrottando la fronte, cercando di ricordare dove si trova. Si accorge di una protuberanza che sporge dalla trapunta. La pungola un po' esitante. La protuberanza borbotta e si muove. Lui si ritrae sconcertato. Solleva con cautela l'orlo della trapunta e dà un'occhiata sotto le coperte. Le rimette subito a posto e pensa freneticamente.

BILL. Oh, Dio! (Pausa.) Oh, Dio mio! (Pausa.) Oh, Dio mio! (Dà un'altra occhiata furtiva. La figura si muove un'altra volta e una testa spettinata  di donna spunta fuori dalla coperta. Si guarda intorno con sguardo assonnato, poi vede Bill.)

RAGAZZA. Ciao.

BILL. E tu chi sei?

RAGAZZA. Oh, che carino. Grazie.

BILL. Ti conosco?

RAGAZZA. Molto carino. Sono veramente lusingata.

BILL. Scusami, ma... è la testa.

RAGAZZA. Che ha la tua testa che non va?

BILL. Non sembra funzionare tanto bene.

RAGAZZA. Si, beh - gli hai dato una bella botta.

BILL. Quando?

RAGAZZA. Quando sei caduto dallo sgabello del bar.

BILL. Ero così ubriaco?

RAGAZZA. Si.

BILL. Sei stata lì tutta la notte?

RAGAZZA. Penso di si.

BILL. E' terribile!

RAGAZZA. Tu si che sai come far sentire desiderata una ragazza.

BILL. Ma non capisci, io... Il fatto è che oggi è il... (Non trova le parole.) Oh, Dio! Senti, abbiamo, ehm...

RAGAZZA. Cosa?

BILL. Abbiamo...? Stanotte... abbiamo...?

RAGAZZA. Non ti ricordi?

BILL. Beh... no.

RAGAZZA. (Piuttosto seccata adesso.) Di bene in meglio.

BILL. Beh è... Non credo di ricordarmi. (La guarda di nuovo.) Ma forse si. (Pausa.) Si, credo di si.

RAGAZZA. Deciditi.

BILL. Si, mi ricordo. (Disperato.) Oh Dio!

RAGAZZA. Sei veramente galante, lo sai?

BILL. Scusami - davvero - non volevo offenderti...

RAGAZZA. Beh, lo stai facendo!

BILL. Non è che non... E' stato meraviglioso... credo. Ma il fatto è...

RAGAZZA. Che?

BILL. Sto per sposarmi.

RAGAZZA. Lo so.

BILL. Oggi!

RAGAZZA. Lo so.

BILL. Lo sai?

RAGAZZA. Si.

BILL. Beh, non lo capisci? E' terribile!

RAGAZZA. Si, immagino, ma...

BILL. Ma cosa?

RAGAZZA. E' successo. Insomma, lo so che non avrei dovuto... è colpa mia quanto tua... ma è successo.

BILL. Che faccio adesso?

RAGAZZA. Beh, io non dirò niente se non dici niente tu.

BILL. Si, ma... (Con un pensiero improvviso.) Dove siamo?

RAGAZZA. In albergo.

BILL. Lo so, ma in quale stanza?

RAGAZZA. Uhm... (Si guarda intorno.) Sembra la suite riservata alle lune di miele.

BILL. Oh Dio! (Preso dal panico cerca di scendere dal letto, portandosi dietro la coperta. Lei lancia un urlo e la tira verso di sé. Lui prende il copriletto e se lo avvolge intorno al corpo.) Che ci faccio qui? Non dovrei stare qui! Questa stanza è prenotata per stanotte. La nostra prima notte di matrimonio. Come ci sono finito qui dentro?

RAGAZZA. Beh, eri molto ubriaco.

BILL. Era un'altra la mia camera, non questa. Non fino a... (Urla.) Oh Dio!!

RAGAZZA. Per favore, smettila di dire Oh Dio.

BILL. Che ora è?

RAGAZZA. (Guardando l'orologio.) Le nove e mezzo quasi.

BILL. Rachel! Rachel sta venendo qui!

RAGAZZA. Rachel?

BILL. La mia fidanzata! Abbiamo prenotato la suite per oggi!

RAGAZZA. Non l'avevate prenotata per stanotte?

BILL. Anche per oggi, così lei poteva cambiarsi qui per la cerimonia.

GIRL. Oh Dio!

BILL. Sarà qui da un momento all'altro!

RAGAZZA. Perché non si veste a casa sua come tutti gli altri?

BILL. E' troppo lontano. C'è troppa gente. Che disastro! (Corre di qua e di là avvolto nella coperta.) Devi andartene! Devi uscire di qui prima che arrivi! (Lei scende dal letto avvolta nella trapunta. Corre a raccogliere i suoi vestiti sparsi in giro.) Guarda in che stato è ridotta questa stanza! (Solleva il ricevitore del telefono.) Pronto? Può mandare qualcuno a pulire la stanza, per favore? Il più presto possibile! (Butta giù il ricevitore. La porta del soggiorno si apre ed entra Tom. E' vestito con un abito da cerimonia e ha in mano delle buste e un bicchiere con qualcosa di frizzante. Bill sta aiutando la ragazza a raccogliere i vestiti.) Svelta! Vestiti! Non ci dovrebbe essere nessuno qui dentro. Arriverà da un momento all'altro - probabilmente con la madre cazzo!

RAGAZZA. Va bene. Non ti agitare, non ti agitare!

TOM. (A voce alta.) Ehi!

RAGAZZA. (Gridando.) Ahhh!

TOM. Non ti agitare, non ti agitare! (Tom mette le buste su un tavolo e mette la mano sulla maniglia della porta. E' chiusa a chiave. I due si immobilizzano. Tom bussa. Bill si rimette subito all'azione.)

BILL. Svelta! In bagno! Vestiti là! (La spinge verso il bagno. Si ferma sulla soglia.) Senti - se incontri qualcuno, sei la cameriera. Hai capito? La cameriera! (Lei annuisce. Lui la spinge nel bagno. Chiude la porta. Gli viene in mente qualcosa e la riapre.) A proposito... chi sei? (Si deve chinare per non farsi prendere in pieno da uno scopettino da bagno. Chiude svelto la porta. Tom bussa un'altra volta. Bill va dall'altra parte della porta.) Chi è?

TOM. Tom.

BILL. Oh, grazie a Dio! (Apre la porta.) Tom - sono così contento che sei tu!

TOM. Che ci fai qui? Dovresti stare nella stanza di fronte.

BILL. Lo so. Dovevo essere così ubriaco ieri sera che sono entrato in quella sbagliata. Sai, abbiamo prenotato anche questa.

TOM. Non c'è bisogno che me lo dici. Sono stato io a fare le prenotazioni. Hai un aspetto orribile!

BILL. Si, beh... (Toccandosi la testa.) Mi sono quasi rotto la testa a un certo punto.

TOM. E' stata proprio una bella serata. Ti ho portato un Alka Seltzer.

BILL. Oh, grazie. (Lo beve, con gratitudine.)

TOM. Se fossi in te, mi trasferirei di là. Rachel sta per arrivare.

BILL. Lo so.

TOM. Non sarà molto contenta di trovarti a sporcare prematuramente la camera nuziale.

BILL. E' peggio di quanto pensi, Tom.

TOM. Cosa?

BILL. Senti - che è successo ieri sera?

TOM. In che senso?

BILL. Dopo l'addio al celibato. Dove sono andato?

TOM. A letto come tutti noi, immagino. Non eri in condizione di fare molto altro.

BILL. Ho... ho incontrato qualcuno?

TOM. Se hai incontrato qualcuno?

BILL. Insomma... c'erano  ragazze in giro?

TOM. Era un addio al celibato. Non ci sono ragazze in giro la notte prima di sposarsi.

BILL. Lo so, ma... Tom, è successa una cosa terribile.

TOM. Cosa? Che c'è?

BILL. Stamattina mi sono svegliato... con una ragazza accanto a me.

TOM. Accanto a te dove?

BILL. Nel letto!

TOM. Questo letto?

BILL. Si.

TOM. (Sorridendo.) Che figlio di buona donna!

BILL. No, no - non hai capito.

TOM. Penso proprio di si.

BILL. No! Non so chi è!

TOM. Non lo sai?

BILL. No. Mi sono svegliato - con un bernoccolo in testa e il dopo sbornia e lei era lì.

TOM. Nel letto?

BILL. Nel letto.

TOM. E che portava addosso?

BILL. Niente.

TOM. Beh, ne ho sentiti di regali di nozze fantasiosi, ma questo li batte tutti.

BILL. Da dove arriva, Tom?

TOM. Non chiederlo a me.

BILL. C'eri anche tu!

TOM. Ero ubriaco come te. Sono uscito barcollando per andare a casa e l'ultima volta che ti ho visto stavi cantando "You give me fever" al portiere di notte che ti aiutava a salire le scale.

BILL. Non capisco. Come l'ho trovata?

TOM. Il servizio in camera? (Bill si limita a guardarlo.) Dov'è adesso?

BILL. Si sta vestendo in bagno.

TOM. E' carina?

BILL. Molto, ma non è questo il punto!

TOM. Beh, si se hai, ehm... Hai, ehm...

BILL. Questa è la cosa peggiore. Penso di si.

TOM. Pensi? Non te lo ricordi?

BILL. Beh, si, più o meno. E' stato tutto un po' come un sogno.

TOM. Certa gente ha tutte le fortune.

BILL. Tom, non capisci! Sto per sposarmi! Con Rachel! (Indica la finestra.) In quella chiesa laggiù, tra due ore!

TOM. Ne sono perfettamente consapevole. Sono il tuo testimone.

BILL. I giorni spensierati sono finiti. Sto per diventare un rispettabile uomo sposato.

TOM. Considerala come la tua ultima botta di vita.

BILL. Lo sarà se lo scopre Rachel. Tra quanto arriverà?

TOM. Da un momento all'altro. Stamattina mi ha telefonato per chiedermi se ero sveglio, cosa che non ero, e se avevo preparato tutto, cosa che non avevo fatto, e se sapevo dov'eri, cosa che non sapevo. A proposito, come stai?

BILL. Non cambiare discorso! Poi cos'ha detto?

TOM. Ha detto che stava per partire per venire qui a cambiarsi per il matrimonio e se potevo controllare che fosse tutto a posto. Fortuna che sono arrivato prima io, eh?

BILL. E' spaventoso.

TOM. Lo sapevo che era uno sbaglio fare l'addio al celibato e il ricevimento e la prima notte di nozze tutto nello stesso posto.

BILL. E' l'unico albergo decente qui intorno - cos'altro potevamo fare? Senti, dobbiamo farla uscire di qui. (Corre alla porta del bagno e bussa. Tom vede lo scopettino e lo raccoglie.) Sei quasi pronta? (Nessuna risposta.) Ehi? Ci sei?

TOM. Come si chiama?

BILL. Non lo so.

TOM. Non vi siete neanche presentati?

BILL. Non me lo ricordo.

TOM. (Solleva lo scopettino.) Te lo ricordi a che ti è servito questo? (Bill glielo strappa di mano e si gira verso la porta.)

BILL. Scusami, dobbiamo andare. La mia fidanzata arriverà da un momento all'altro! (Silenzio dal bagno.) Che sta facendo?

TOM. Forse è svenuta. Era ubriaca quanto te?

BILL. No. Almeno si ricorda di più cose di me. (Bussa ancora alla porta.) Ehi. (Silenzio.) Oh Dio - tutto questo è orribile! (Indica le porte che danno sul corridoio e sull'altra stanza.) Chiudi a chiave quelle porte!

TOM. Perché?

BILL. Nel caso arrivasse Rachel.

TOM. (Chiudendo a chiave la porta di comunicazione.) Sarà meglio che la pianti di andartene in giro mascherato da Giulio Cesare e che ti vesti.

BILL. (Infilandosi i vestiti.) Da dove viene, Tom? E' questo che vorrei sapere. Chi è?

TOM. Non lo so, ma se fossi in te, non me ne preoccuperei troppo adesso. E' meglio che cominci a pensare a Rachel. (Provando ad aprire la porta che dà sul corridoio.) Questa è già chiusa a chiave.

BILL. Cosa? Perché?

TOM. (Stringendosi nelle spalle.) Non lo so. Probabilmente la tengono chiusa a chiave quando usano questa stanza come suite.

BILL. (Lottando freneticamente con i pantaloni.) Ciò significa che c'è una sola via d'uscita. Oh Dio, dobbiamo farla uscire di qui! (Saltella fino alla porta del bagno e si mette a martellarla.) Per favore, per favore! Devi venir fuori. Sarà qui a momenti! (Ancora nessun segno dal bagno.)

TOM. Che diavolo le hai fatto?

BILL. Quando si è alzata stava bene. (Si apre la porta del soggiorno e Rachel entra, con un piccola valigia e il beauty case.)

RACHEL. Ehi! Tom?

TOM. Rachel!

BILL. Oh Dio! E' arrivata! Che faccio adesso?

TOM. Niente panico, niente panico! (Rachel posa le borse e va verso la porta di comunicazione.)

BILL. E' la fine! Mi ritroverò divorziato prima ancora di sposarmi! (Rachel prova ad aprire la porta. E' chiusa a chiave.)

RACHEL. Tom? Sei lì?

TOM. (A voce alta.) Ehm... un momento.

BILL. (Sussurrando con voce rauca mentre finisce di vestirsi in fretta e furia.) Tom, c'è una sola via d'uscita.

TOM. Quale?

BILL. Devi dire che è la tua.

TOM. La mia che?

BILL. La tua ragazza.

TOM. Chi?

BILL. Lei! Là dentro!

TOM. Lei... no!

BILL. Tom!

TOM. No, no, no!

BILL. E' l'unica via d'uscita!

TOM. Ce l'ho già una ragazza. Una ragazza nuova di zecca!

BILL. Lo so, ma non l'ha ancora vista nessuno.

TOM. La vedrete tutti molto presto! E' venuta fin da Londra per conoscervi.

BILL. Non l'abbiamo ancora vista. Potrebbe essere lei!

TOM. Non è lei! Che fine le faccio fare a quella vera?

BILL. Dove sta quella vera?

TOM. A casa dei miei genitori - probabilmente in questo momento sta facendo colazione.

BILL. Allora è tutto a posto - non è tra i piedi.

TOM. Sta venendo al matrimonio! Muore dalla voglia di conoscere il mio migliore amico e la moglie del mio migliore amico e tutti i miei altri amici. Cosa dovrei fare - nasconderla sotto le code del frac?

BILL. A quel punto questa se ne sarà andata.

TOM. Sarà troppo tardi! Rachel l'avrà già incontrata!

BILL. Non ci farà caso - sarà troppo occupata a sposarsi.

TOM. Certo che ci farà caso! A Rachel non sfugge niente!

RACHEL. (Bussando.) Tom?

BILL. (Nel panico.) Per favore, Tom!

TOM. Non posso! Che direbbe lei?

BILL. Chi?

TOM. Judy.

BILL. Chi è Judy?

TOM. (Quasi apoplettico.) La mia ragazza!

BILL. Perché dovrebbe dire qualcosa?

TOM. Beh tu non diresti niente se sentissi che ho passato la notte qui con un'altra donna?

BILL. Lo sa che non è vero.

TOM. Come fa a saperlo?

BILL. Hai passato la notte con lei, no?

TOM. Ma no - ho passato la maggior parte della notte ad ubriacarmi con te! Se sentisse che ho passato il resto con un'altra donna, sarebbe la fine - prima ancora di cominciare!

RACHEL. (Attraverso la porta.) Chi è, Tom? Chi c'è là dentro?

BILL. (Dando lo scopettino a Tom.) E' un' emergenza, Tom!

TOM. (Ridandogli lo scopettino.) E' un'emergenza tua, non mia!

RACHEL. Bill, sei tu?

BILL. Oh Dio!

RACHEL. (Bussando alla porta.) Fatemi entrare!

BILL. E' finita. Addio matrimonio. (A voce alta.) Buon giorno, tesoro.

RACHEL. Che ci fai lì, Bill? La tua stanza è quell'altra.

BILL. E', ehm... una lunga storia.

RACHEL. Beh, fammi entrare.

BILL. Non penso che sia una buona idea.

RACHEL. Perché no?

BILL. Porta sfortuna vedersi prima del matrimonio.

RACHEL. Oh, quanto sei antiquato. Fammi entrare!

BILL. (Dando a Tom lo scopettino.) Per favore, Tom.

TOM. (Ridandoglielo.) No! (Bill respira a fondo, apre la porta ed esce, portandosi lo scopettino, seguito da Tom.)

BILL. (Andando a baciare Rachel.) Ciao, tesoro.

RACHEL. (Evitando il bacio.) Che state combinando voi due?

BILL. Noi... ehm... noi... noi due...

TOM. Stavamo solo ricontrollando gli ultimi preparativi.

RACHEL. Non ci sono problemi, vero?

BILL. No, no.

TOM. Non proprio.

RACHEL. Che significa "Non proprio"?

BILL. Proprio no. Assolutamente no.

RACHEL. Hai un aspetto orribile! Ti sei divertito ieri sera, eh?

BILL. Ehm... si.

TOM. Si è divertito si.

BILL. (Lanciandogli un'occhiata.) Mi sono divertito. Ma adesso è passata. E' oggi la giornata campale!

RACHEL. Si. (Si addolcisce e lo bacia.) E sarà meglio che cominci a prepararti. Abbiamo solo un paio d'ore e non puoi sposarmi che sembri un venditore ambulante di spazzole.

BILL. (Dando lo scopettino a Tom.) Sei sicura che non è meglio che ti vesti a casa?

RACHEL. A casa è un manicomio! Tutti i miei parenti da ogni parte del mondo stanno lì a prepararsi. Volevo un po' di pace e di privacy.

BILL. Va bene.

RACHEL. Beh, mia madre sta per arrivare con il mio abito da sposa. Anche papà arriverà tra poco e si metterà a dare ordini a destra e a sinistra come sempre. Quindi, tesoro, vai in camera tua e lasciaci liberi di sistemarci nella suite. (Accarezzandogli la guancia in modo provocante.) Potrei anche farti entrare dopo che ci saremo sposati.

BILL. Ehm... c'è solo una cosa, Rachel.

RACHEL. Cosa?

BILL. Non puoi ancora usare la camera da letto.

RACHEL. Perché no?

BILL. Eh... beh...

TOM. E' stata usata la notte scorsa.

BILL. Non l'ha ancora pulita.

RACHEL. Chi?

BILL. La cameriera.

RACHEL. (Guardando lo scopettino.) Stai pulendo tu?

TOM. Ehm... (Lo ridà a Bill.)

RACHEL. Dovevano lasciarla libera la suite. Lo sapevano che la volevamo per oggi.

BILL. Lo so, ma... beh...

TOM. E' stata usata.

RACHEL. Usata?

BILL. L'ha usata Tom.

TOM. No, non l'ho usata io.

BILL. Si. Gliel'ho detto io che poteva.

RACHEL. Tom?

BILL. Vedi, la sua ragazza è qui.

RACHEL. Lo so. Viene al matrimonio.

BILL. E non potevano stare insieme a casa dei genitori di Tom.

RACHEL. Stare insieme?

BILL. Andare a letto insieme.

RACHEL. Oh. E allora?

BILL. Allora gli ho detto che potevano usare la suite.

TOM. No, non è vero.

BILL. Si, è vero.

RACHEL. Decidetevi.

BILL. Beh, non di usare la suite - solo la camera da letto.

TOM. Ma non il bagno.

BILL. E il bagno.

RACHEL. Di che state parlando?

BILL. Gli ho detto che potevano dormire qui, purché se ne andassero prima che arrivassi tu.

RACHEL. Ho capito.

BILL. Ma non se ne sono andati.

TOM. Io si.

BILL. Lui si.

RACHEL. Lo vedo.

BILL. Ma lei no.

TOM. No, anche lei.

BILL. E' in bagno.

TOM. No, non c'è.

BILL. Si.

RACHEL. Almeno uno di voi due lo sa dove sta?

BILL. E' imbarazzato. Ma io gli ho detto che a te non sarebbe dispiaciuto. Si sta rivestendo in bagno.

RACHEL. Ho capito.

BILL. Perciò, se potessi lasciare libere quelle due stanze per un po'...

RACHEL. Per quanto?

BILL. Non molto.

TOM. Speriamo.

BILL. Speriamo... non ti dispiace? Lo sapevo che non ti sarebbe dispiaciuto. Gliel'ho detto che non ti sarebbe dispiaciuto. Non ti dispiace... vero?

RACHEL. Perché dovrebbe?

BILL. (A Tom.) Ecco, vedi - non le dispiace.

TOM. Grazie tante!

RACHEL. Come?

TOM. (A lei, con un sorriso forzato.) Grazie tante - sei molto buona.

RACHEL. Qualsiasi cosa per un vecchio amico.

BILL. Quindi, tesoro, perché io e te non usciamo un momento?

RACHEL. Perché?

BILL. Così li lasciamo finire.

RACHEL. Finire?

BILL. Di vestirsi.

TOM. Buona idea.

RACHEL. Possono finire di là. Io comincerò qui. E poi voglio conoscerla.

BILL. La conoscerai al matrimonio.

RACHEL. Voglio conoscerla adesso. La nuova ragazza di Tom. E' un grande momento.

TOM. Probabilmente lo sarà.

RACHEL. Come?

BILL. Anche per lei.

TOM. Si, anche per lei.

RACHEL. Bene.

BILL. Bene. Beh, uhm...

RACHEL. Vai a prepararti.

BILL. Vado a prepararmi.

RACHEL. E prendi un Alka Seltzer.

BILL. Già fatto.

RACHEL. Allora prendine un altro. Non voglio che tu abbia la faccia della mattina dopo quando è solo la mattina prima.

BILL. Va bene. (Si avvia verso la porta sul corridoio. Rachel vede le buste.)

RACHEL. Oh, sono biglietti d'auguri?

TOM. E i biglietti aerei per la vostra luna di miele.

RACHEL. Oh Dio! Dai i biglietti a Bill, li terrà lui. (Prende i biglietti d'auguri e mentre li apre entra in camera da letto. Tom segue Bill con i biglietti.)

TOM. Bill! (Bill si gira sulla porta. Tom bisbiglia.) Che ci faccio con la ragazza?

BILL. (Anche lui in un sussurro.) Qualunque cosa tu faccia deve essere meglio di quello che posso fare io.

TOM. (Dandogli i biglietti.) Eccoti i biglietti per la Jamaica! Perché non te la porti come bagaglio a mano?

BILL. Siamo già sovrappeso. A proposito, le ho detto di fare finta che è la cameriera.

TOM. La che?

BILL. In caso di emergenza.

TOM. E me lo dici adesso! Questo avrebbe risolto tutto.

BILL. No.

TOM. Perché?

BILL. Aspetta di vederla. Non ci avrebbe creduto nessuno.

TOM. Allora perché gliel'hai detto?

BILL. E' stata la cosa migliore che mi sia venuta in mente al momento! (Rachel torna dalla camera e chiude la porta.)

RACHEL. Che avete da bisbigliare? (Si girano verso di loro, gelati.)

BILL. Le cameriere. (Ridà lo scopettino a Tom ed esce, chiudendo la porta in faccia a Tom. Tom sorride debolmente a Rachel.)

TOM. Si, le cameriere. Devo farne entrare una. Vado a dire a come-si-chiama di sbrigarsi.

RACHEL. Come si chiama?

TOM. Chi?

RACHEL. La tua ragazza.

TOM. Ehm... perché lo vuoi sapere?

RACHEL. E' normale sapere il nome delle persone quando le incontriamo per la prima volta.

TOM. Non vi siete ancora conosciute.

RACHEL. Ma ci conosceremo tra poco. No?

TOM. Si...

RACHEL. Allora, come si chiama?

TOM. Ehm... Judy.

RACHEL. Judy.

TOM. Si.

RACHEL. Bene. Presentamela quando sei pronto.

TOM. Va bene.

RACHEL. (Tornando ai biglietti di auguri.) Ah - eccone uno di John e Sara!

TOM. Che bello. (Mentre Tom si avvia verso la camera da letto, la porta che dal corridoio va appunto in camera si apre ed entra Julie con un grembiule da cameriera.)

JULIE. (Riprendendo la chiave.) Chi l'ha chiusa a chiave? (Tom rimane indeciso sulla porta di comunicazione, non sapendo cosa fare. Sente dei rumori dalla camera e si mette ad ascoltare dalla porta. Julie si acciglia vedendo il letto sfatto.) Ma non doveva essere vuota questa stanza? (Va verso la porta del bagno. Tom si gira e vede Rachel che lo sta guardando con curiosità. Lui sorride debolmente e attraversa la porta di comunicazione, richiudendola dietro di sé. Julie, che è arrivata sulla porta del bagno, si gira.)

JULIE. Salve.

TOM. Oh, grazie a Dio! Sei uscita fuori.

JULIE. Come?

TOM. Pensavamo che fossi svanita nel buco del lavandino.

JULIE. Mi volevate?

TOM. Ti abbiamo chiamata un sacco di volte!

JULIE. On. Non lo sapevo.

TOM. Sei sorda?

JULIE. Certo che no! Stia a sentire adesso...!

TOM. Che diavolo stavi facendo là dentro?

JULIE. Dove?

TOM. In bagno.

JULIE. Volevo pulirlo.

TOM. Non ce n'è bisogno!

JULIE. (Guardando lo scopettino.) Perché - vuol farlo lei al posto mio?

TOM. (Buttando per terra lo scopettino.) E non c'è neanche bisogno che ti vesti così.

JULIE. Così come?

TOM. Comunque dove l'hai trovata quella divisa?

JULIE. Questa divisa?

TOM. Si.

JULIE. E' dell'albergo.

TOM. Dio - avrebbe funzionato.

JULIE. Cosa avrebbe funzionato?

TOM. Presentarti come la cameriera. Sei perfettamente in parte.

JULIE. Grazie tante!

TOM. Beh, adesso è troppo tardi.

JULIE. Senta, di che sta parlando? Chi è lei?

TOM. Oh, scusa. Io sono Tom.

JULIE. Tom?

TOM. Il migliore amico di Bill. (Lei lo guarda senza capire.) Il testimone.

JULIE. Il testimone?

TOM. Si.

JULIE. Oh, per il matrimonio!

TOM. Per il matrimonio, certo! Il divorzio viene dopo.

JULIE. Si, so del matrimonio.

TOM. Beh, avresti dovuto pensarci prima.

JULIE. Come, scusi?

TOM. Non si può certo dire che stai dando una mano, no?

JULIE. (Indignata.) Faccio del mio meglio!

TOM. E' un po' tardi adesso. Avresti fatto meglio a pensarci ieri sera.

JULIE. Non ero in servizio ieri sera!

TOM. Sembra che fossi decisamente in servizio.

JULIE. Sta cercando di offendermi?

TOM. Ne ho tutto il diritto! Sono in un mare di guai adesso.

JULIE. Si?

TOM. E anche Bill!

JULIE. Perché?

TOM. La sua fidanzata è qui. Nell'altra stanza.

JULIE. E lui dov'è?

TOM. Se l'è filata e ha lasciato la patata bollente a me.

JULIE. State cucinando per il ricevimento?

TOM. Che fai, la spiritosa?

JULIE. Scusi. Ho perso il filo del discorso.

TOM. Senti, quello è successo è successo. Non ha senso che mi metta a discuterne con te adesso...

JULIE. Mi fa piacere.

TOM. E non c'è tempo per le domande. Quello che mi serve adesso è che tu mi aiuti a salvare la pelle a Bill.

JULIE. Io?

TOM. Sei l'unica persona che può farlo.

JULIE. Perché?

TOM. Non vuoi rovinare questa giornata, vero?

JULIE. No, certo.

TOM. Ecco.

JULIE. Come posso aiutarvi?

TOM. Devi solo recitare una parte - non serve altro.

JULIE. Recitare?

TOM. Si.

JULIE. (Dubbiosa.) Beh, penso di poterci riuscire.

TOM. Bene.

JULIE. Ho fatto la parte di Ofelia in uno spettacolo di dilettanti.

TOM. Come è andata la scena della pazzia?

JULIE. Come?

TOM. Non importa. Questa parte non sarà così difficile.

JULIE. Che cos'è?

TOM. La parte della mia ragazza. (Pausa.)

JULIE. La sua cosa?

TOM. Vedi, Rachel ha scoperto che qualcuno ha dormito in questa stanza ieri notte.

JULIE. E allora?

TOM. Allora abbiamo dovuto trovare una scusa. Le abbiamo detto che ci abbiamo dormito io e te.

JULIE. Io e lei?

TOM. Si.

JULIE. Perché?

TOM. Tu che dici?

JULIE. La notte scorsa?

TOM. Si.

JULIE. Qui?

TOM. Si.

JULIE. Ma perché?

TOM. Tu che pensi?

JULIE. Non ne ho la più pallida idea!

TOM. Dio, quanto avevi bevuto ieri sera?

JULIE. (Indignata.) Non sono affari che la riguardano!

TOM. (Con pazienza.) Senti, ascolta con attenzione, per favore. E' evidente che la cosa non ti interessa più di tanto, ma è importante che capisci la situazione.

JULIE. Mi piacerebbe molto capirla.

TOM. Bene, Rachel e Bill oggi si sposano, giusto?

JULIE. Giusto.

TOM. Dio solo sa perché, ma Bill ha passato la notte qui con un'altra donna, giusto?

JULIE. (Spalancando gli occhi.) Giusto!

TOM. Se Rachel lo scopre succederà il finimondo e il matrimonio sarà immediatamente annullato, giusto?

JULIE. Giusto.

TOM. Quindi la sua unica speranza è convincerla che non c'era lui qui, ma qualcun altro. E l'unico altro disponibile è questo povero cretino qui - io. Perciò, se riusciamo a convincere Rachel che tu sei la mia ragazza e che io e te abbiamo passato la notte insieme qui, con un po' di fortuna possiamo andarcene con la reputazione di Bill ancora intatta, dopodiché tu potrai andartene per la tua strada e dimenticare tutta questa storia - giusto?

JULIE. Giusto - credo.

TOM. Bene.

JULIE. Anche se non vedo perché dovremmo aiutarlo.

TOM. No?

JULIE. Se è infedele la notte prima del matrimonio, si merita tutto quello che gli succede.

TOM. Questa è bella!

JULIE. Come?

TOM. Chi sei tu per criticarlo?

JULIE. Ho tutto il diritto di criticarlo! Solo perché non lo conosco, non significa che non ho un'opione su fatti di questo tipo.

TOM. Non credi che sarebbe stata una buona idea conoscerlo un po' più a fondo?

JULIE. Io devo lavorare! Non posso mettermi a conoscere tutti i clienti, no?

TOM. Clienti? Oh, capisco! E' un cliente.

JULIE. Certo che è un cliente!

TOM. Ecco da dove vieni fuori!

JULIE. Eh?

TOM. Sei una specie di... dipendente qui?

JULIE. Naturalmente.

TOM. (Guardandosi intorno con sguardo nuovo.) Non avevo capito che fosse quel tipo di posto.

JULIE. (Confusa.) Come?

TOM. Beh, sembra un accogliente albergo rustico, no? Ma immagino che oggigiorno dobbiate offrire tutti i comfort.

JULIE. Si, certo.

TOM. (Sogghignando.) Scommetto che è stato il portiere di notte a suggerirlo.

JULIE. George?

TOM. E' lui che ti chiama?

JULIE. Quando c'è bisogno di me, si.

TOM. (Annuendo.) E Bill era così ubriaco che ci è cascato.

JULIE. In cosa è cascato?

TOM. Ha lasciato entrare una ragazza squillo.

JULIE. Una ragazza squillo?

TOM. Si.

JULIE. (La luce comincia a farsi strada nella sua mente.) Ah, è questo quello che è successo?

TOM. Dimmelo tu.

JULIE. George ha organizzato uno scherzo e il suo amico era così ubriaco dopo l'addio al celibato che non sapeva quello che faceva.

TOM. Esattamente.

JULIE. Ah.

TOM. E' così?

JULIE. Cosa?

TOM. Sapeva quello che faceva?

JULIE. Quando?

TOM. Quando, ehm... è andato a letto.

JULIE. Perché lo chiede a me?

TOM. (Aggrottando la fronte.) Sei tu l'esperta.

JULIE. (Con aria compita.) Non faccio molto caso a queste cose.

TOM. (A voce bassa.) Dio, riesci a diventare così cinica?

JULIE. (Guardando il letto sfatto.) Ma certo sembra che sapesse quello che faceva. Pare che c'è stata un'orgia.

TOM. Dovresti saperlo.

JULIE. (Indignata.) Non tutti i clienti si comportano come lui, sa.

TOM. Bene, bene - il buon vecchio Bill. Sta perdendo il suo stile!

JULIE. Ehi! Dov'è finita la trapunta?

TOM. Lascia perdere la trapunta adesso. Io e te dobbiamo fare la nostra recita. Togliti quella roba.

JULIE. Come ha detto, scusi?

TOM. I vestiti da cameriera.

JULIE. Oh. (Togliendosi il grembiule.) Bene.

TOM. E a proposito, ti chiami Judy.

JULIE. No - mi chiamo Julie.

TOM. (Con grande spirito di sopportazione.) Questo è il tuo nome nella parte della mia ragazza.

JULIE. Oh, si.

TOM. Dio, non stai rendendo le cose facili! (Un nervoso Bill rientra nella stanza accanto.)

BILL. Ciao.

RACHEL. Ancora non ti sei cambiato?

BILL. Non c'è fretta. La... ehm... la ragazza di Bill ancora non si è fatta viva?

RACHEL. No. Che vuoi?

BILL. Volevo solo essere qui quanto la incontrerai.

RACHEL. Perché?

BILL. Oh, solo per, ehm... assicurarmi che vada tutto bene...

RACHEL. E' solo la sua ragazza, tesoro - non l'ispettore delle tasse.

BILL. No, ma - beh... (Tom fa capolino dalla porta di comunicazione.)

TOM. Ah. Sei ancora qui.

RACHEL. Certo che sono ancora qui.

TOM. Stavo solo controllando. Ho pensato che potevi essere scesa per vedere se era arrivata tua madre.

RACHEL. Può trovare la strada da sola.

TOM. Si. (Una pausa.)

RACHEL. Beh, dov'è?

TOM. Tua madre?

RACHEL. No, scemo - la tua ragazza!

TOM. Ah, si, ehm... è qui.

RACHEL. Allora fammela conoscere. (Tom, riluttante, spinge Julie nella stanza.)

TOM. Ecco qua. Judy - questa è Rachel, la fidanzata di Bill.

JULIE. Salve.

TOM. E Rachel, questa è Judy, la mia ragazza.

RACHEL. Ciao.

BILL. (Inorridito.) No, non è lei.

RACHEL. (Che sta per stringere la mano a Julie.) Come?

JULIE. Cosa?

BILL. Non è lei!

TOM. Eh?

JULIE. Eh?

RACHEL. Che vuoi dire?

BILL. (Impappinandosi.) Non è... voglio dire che non è la ragazza che pensavo che fosse.

TOM. Si, è lei.

BILL. No.

RACHEL. Di che state parlando?

BILL. Voglio dire che... pensavo che la ragazza di Tom... fosse un'altra ragazza... che non fosse... questa ragazza.

TOM. Un'altra?

BILL. Si.

JULIE. Un'altra?

BILL. Si.

RACHEL. Stai mancando di tatto, tesoro.

BILL. Di tatto?

RACHEL. Non so quante ragazze abbia Tom, ma non mi sembra il momento di parlarne questo.

BILL. Ehm... no, certo. (Stringe la mano a Julie.) Piacere.

RACHEL. Non vi conoscete?

BILL. No... Si... Ehm... più o meno.

RACHEL. Più o meno?

TOM. (Arrivando in soccorso di Bill.) Non era vestita così bene quando si sono conosciuti.

RACHEL. Oh, ho capito. (Allegra.) Beh, è un piacere conoscerti, Judy. Devi scusare la poca diplomazia del mio fidanzato. Sono sicura che non devi preoccuparti per le altre ragazze.

JULIE. Si. Non m'importa quante ne ha.

RACHEL. No?

JULIE. Ho una mentalità molto aperta.

RACHEL. Direi proprio di si. (Bill sta gesticolando a Tom dietro le spalle di Rachel.) Beh, Bill... (Si gira e lo vede. Lui immediatamente finge di fare esercizi ginnici.)

BILL. Cerco di smaltire il dopo sbornia.

RACHEL. Ti comporti in modo molto strano stamattina, Bill. Il fatto di sposarti ti ha mandato in stato di shock?

BILL. Un po'.

TOM. Anche a me.

RACHEL. Beh, sarà meglio che vi date una calmata. La cerimonia comincerà tra meno di due ore e non voglio che vi comportiate come se foste sotto l'effetto di allucinogeni.

BILL. No. Beh, vorrei scambiare due parole in privato con questi due, tesoro... (Indica a Tom e Julie di andare in camera.)

RACHEL. Perché?

BILL. Solo per assicurarmi che tutti i preparativi siano stati fatti. (Quasi butta Tom in camera.) Non voglio che ti preoccupi di niente. (Trascina Julie in camera con lui e chiude la porta di comunicazione. Rachel guarda la porta per un momento, poi va alla toletta e comincia a tirarsi su i capelli.)

BILL. (A Tom.) Bene - chi diavolo è questa?

TOM. Chi?

BILL. (Indicando Julie.) Questa!

TOM. Non è chi hai detto che era?

JULIE. E chi avrebbe detto che era?

BILL. Non sono affari tuoi!

JULIE. Scusami tanto! Ma sono decisamente affari miei!

BILL. (A Tom, indicando il bagno.) Ti avevo detto che dovevi dire che quella era la tua ragazza, non di andare a cercarne un'altra!

JULIE. Un'altra che?

TOM. E' lei quella.

BILL. No.

JULIE. Quella quale?

TOM. Beh, comunque è da lì che viene.

BILL. Non è possibile.

TOM. L'ho vista!

JULIE. Mi hai visto cosa?

TOM. (A lei.) Non ti ho visto uscire dal bagno?

JULIE. No, mi hai visto entrare in bagno.

BILL. Non è possibile - c'era qualcun altro in bagno.

TOM. Chi altro c'era?

BILL. E' esattamente quello che dovevi scoprire.

TOM. Beh, adesso non c'è nessuno in bagno.

BILL. Come fai a saperlo se non hai visto uscire nessuno?

TOM. (Andando verso la porta del bagno) Perché, come ho detto, ho visto entrare lei.

JULIE. No, non è vero.

TOM. Si. E quello che è ancora... (Prova ad aprire la porta. E' ancora chiusa a chiave.) C'è qualcuno nel bagno.

JULIE. Ecco.

BILL. Vedi?

TOM. Chi è?

BILL. E' quello che sto cercando di scoprire!

TOM. (A Julie.) Chi è?

JULIE. Non chiederlo a me.

TOM. Beh, se non sei uscita dal bagno...

JULIE. Si?

TOM. Chi sei?

BILL. Si - chi sei?

JULIE. La cameriera.

TOM. No. Lascia stare questa storia. Chi sei?

JULIE. La cameriera.

BILL. La cameriera?

TOM. Non è possibile.

BILL. Perché no?

TOM. E' una squillo. (Lei gli dà uno schiaffo.)

JULIE. Non sono una squillo!

TOM. L'hai detto tu! (Gli dà un altro schiaffo.)

JULIE. Non ho assolutamente detto di essere una squillo! (Indica il bagno.) Tu hai detto che lei era una squillo.

TOM. (Completamente perso.) Sto uscendo fuori di testa.

BILL. Sentite, ricominciamo daccapo. Da dove sei arrivata?

JULIE. Dal piano di sotto.

BILL. Come sei entrata?

JULIE. Da quella porta.

BILL. Non è possibile.

JULIE. Perché?

BILL. Era chiusa a chiave.

JULIE. L'ho aperta.

TOM. (Andando alla porta.) Non può aver aperto la porta!

JULIE. L'ho aperta.

TOM. (Aprendo la porta.) L'ha aperta.

BILL. Come hai fatto ad aprire una porta chiusa a chiave?

JULIE. Perché sono la cameriera.

TOM. (Tornando.) Non può essere la cameriera!

BILL. (A Julie.) L'hai detto che eri la cameriera?

JULIE. Certo che l'ho detto!

BILL. (A Tom.) Perché hai parlato con lei se ti aveva detto che era la cameriera?

TOM. Mi avevi detto che lei avrebbe detto che era la cameriera!

BILL. (A Julie.) Come facciamo a sapere che sei la cameriera?

JULIE. (Prendendo il grembiule da cameriera.) Perché credi che portavo questo se non ero la cameriera?

BILL. Portavi quello?

JULIE. Si.

BILL. (A Tom.) Portava quello?

TOM. (Ammutolito.) Si. (Pausa.)

BILL E TOM. (Insieme.) E' la cameriera!

JULIE. Bene, sono contenta che abbiamo risolto questo problema. (Posa il grembiule. A Bill.) Tu dovresti saperlo - probabilmente sei stato tu a farmi chiamare.

TOM. L'hai fatta chiamare?

BILL. Si. Me n'ero dimenticato.

TOM. Ma Cristo d'un Dio! Vuoi dire che abbiamo fatto tutta quella scena per niente?

BILL. Mi dispiace. (Indicando il bagno.) Ma se lei è la cameriera, chi diavolo è quella?

TOM. Io non lo so!

JULIE. E' una squillo.

BILL. Una squillo?

JULIE. Si.

BILL. Come lo sai?

JULIE. L'ha detto lui.

TOM. No, non l'ho detto io.

JULIE. Si.

BILL. Come facevi a saperlo?

TOM. Non lo sapevo. Non l'ho mai vista.

JULIE. Mi avevi detto che l'avevi incontrata.

TOM. No!

JULIE. Si!

BILL. Silenzio! (Zittiscono. Bill fa un respiro profondo e parla lentamente e con attenzione.) Dimentichiamo per un momento chi ha visto chi, e chi è che cosa e chi ha detto che cosa a chi.

TOM. Bene.

JULIE. Bene.

BILL. Il punto è: da dove viene quella ragazza?

TOM. L'ha chiamata George.

BILL. George?

TOM. Si.

BILL. Chi è George?

JULIE. Il portiere di notte.

BILL. Il portiere di notte.

JULIE. Si.

BILL. Perché l'ha chiamata?

TOM. Probabilmente perché gliel'avevi chiesto tu.

BILL. (Esterrefatto.) Io!

JULIE. Beh, non è probabile che gliel'abbia chiesto qualcun altro.

BILL. Maledizione! Dovevo essere ubriaco fradicio!

TOM. (Cantando.) You give me fever...

BILL. Sta' zitto! (Tom sta zitto.) Andiamo di bene in meglio! (Con decisione.) Bene, ecco cosa faremo. Tom - tu vai di là e tieni Rachel fuori di qui per qualche altro minuto. (A Julie.) Tu - come ti chiami?

JULIE. Julie.

BILL. Julie - tu vai a prendere quello che ti serve per rifare il letto e mettere in ordine questa stanza.

JULIE. Bene.

BILL. E io vado a tirar fuori quella da lì dentro, chiunque sia e la faccio uscire di qui, poi - con un po' di fortuna - possiamo ricominciare tutto daccapo.

TOM. Come fai a tirarla fuori?

JULIE. Perché non dovrebbe riuscire a tirarla fuori?

TOM. Prima non c'è riuscito.

BILL. Quello era prima. Adesso sono un uomo disperato. Butterò giù la porta se necessario. Bene - muovetevi. (Tutti vanno in direzioni diverse.) Tom! (Si fermano.) Non rimorchiare nessun altro per strada.

TOM. Non è molto probabile.

BILL. Julie. (Si fermano di nuovo.) Dì a George - basta con le squillo, chiunque gliele chieda.

JULIE. Basta con le squillo. (Esce dalla porta sul corridoio. Tom esce dalla porta di comunicazione. Bill va a cercare di sentire qualcosa dalla porta del bagno.)

TOM. (A Rachel.) Beh, questa l'abbiamo sistemata.

RACHEL. Cosa?

TOM. Julie.

RACHEL. Julie?

TOM. Judy.

RACHEL. Deciditi. (Lui sorride scioccamente.) Quante ragazze hai, Tom?

TOM. Oh, solo una o due.

RACHEL. Pensavo che stavolta fosse quella giusta.

TOM. Oh, è quella giusta... questa volta. E' solo che l'ultima volta, l'altra... sembrava essere quella giusta... ma poi si è rivelata... solo un'altra delle tante... così qualche volta la confondo con questa... che è veramente quella giusta.

RACHEL. Ah. Dov'è Bill?

TOM. Con l'altra.

RACHEL. Come?

TOM. Ehm... nell'altra stanza. Sta dando istruzioni alla cameriera.

RACHEL. (Felice.) Per stanotte?

TOM. Si, esatto. Vuole essere sicuro che avrai tutto quello che ti aspetti... voglio dire, che...

RACHEL. Lo so cosa vuoi dire, Tom. (Lui crolla sul divano, sfinito. Rachel continua con la sua toletta. Nell'altra stanza, Bill bussa alla porta del bagno.)

BILL. Scusa. (Prova ad aprire la porta. E' ancora chiusa a chiave.) Scusa, devi uscire adesso. Non può andare avanti così. Se non esci, sarò costretto a forzare la porta. (Pausa. Si sente il rumore di una chiave che gira nella serratura. La ragazza esce.) Ciao.

RAGAZZA. Ciao.

BILL. Finalmente.

RAGAZZA. Mi dispiace.

BILL. Che stavi facendo lì dentro?

RAGAZZA. Mi nascondevo.

BILL. Da me?

RAGAZZA. No.

BILL. Da Rachel?

RAGAZZA. No.

BILL. Dalla cameriera?

RAGAZZA. No.

BILL. Allora da chi?

RAGAZZA. Tom.

BILL. (Confuso.) Da Tom?

RAGAZZA. Si.

BILL. Perché?

RAGAZZA. Sono la sua ragazza. (Pausa.)

BILL. La sua ragazza sta a casa sua.

RAGAZZA. No.

BILL. Con i suoi genitori.

RAGAZZA. No.

BILL. Sta facendo colazione.

RAGAZZA. No.

BILL. (Esterrefatto.) Sei Judy?

JUDY. Si.

BILL. E io e te...?

JUDY. Si.

BILL. Quando tu dovresti essere...?

JUDY. Si.

BILL. E io dovrei essere...?

JUDY. Si. (Pausa.)

BILL. Oh Dio mio! (Pausa.) Com'è successo?

JUDY. Non ti ricordi?

BILL. Non molto.

JUDY. Oh.

BILL. Almeno...

JUDY. Si?

BILL. Pensavo che fosse un sogno.

JUDY. Lo era. Una specie.

BILL. Un bellissimo sogno.

JUDY. Sono contenta che tu l'abbia detto.

BILL. Cosa?

JUDY. Bellissimo.

BILL. Lo è stato.

JUDY. Si, lo è stato.

BILL. Ma non possiamo.

JUDY. No.

BILL. Non avremmo dovuto.

JUDY. No.

BILL. Non dobbiamo.

JUDY. Decisamente no.

BILL. Oh Dio! (Pausa.) Che facciamo adesso?

JUDY. Dov'è Tom?

BILL. Di là.

JUDY. Con Rachel?

BILL. Si.

JUDY. Oh.

BILL. Come facevi a sapere che era qui?

JUDY. Ho sentito la sua voce dalla porta.

BILL. L'hai sentito con la cameriera?

JUDY. Si. Scemo!

BILL. Meno male, date le circostanze.

JUDY. Si.

BILL. Allora è stato George a chiamarti?

JUDY. Come, scusa?

BILL. Il portiere di notte.

JUDY. Che vuoi dire?

BILL. Beh, ti ha chiamata?

JUDY. Mi ha chiamata?

BILL. Quando io gli ho chiesto... di chiamarti...

JUDY. Non capisco.

BILL. (Con pazienza.) Quando ho chiesto una squillo, ha chiamato te?

JUDY. Una squillo?

BILL. E' quello che ho chiesto... credo.

JUDY. Una squillo!

BILL. Non è quello che sei? (Lei gli dà uno schiaffo. Lui si riprende.) Scusa.

JUDY. Vorrei vedere!

BILL. Mi ha detto che eri una squillo.

JUDY. Chi?

BILL. Tom.

JUDY. Cos'ha fatto?

BILL. (Stordito.) No, non può essere così.

JUDY. Tom si metterebbe con una squillo?

BILL. No.

JUDY. Ecco, vedi.

BILL. Ne sono contento!

JUDY. Hai un talento particolare per far sentir bene le ragazze, lo sai?

BILL. Mi dispiace - davvero. E' solo che... sono ancora un po' confuso su quello che è successo.

JUDY. Beh, ti lascio, così potrai pensarci su. Sarà meglio che io vada prima che qualcuno entri.

BILL. Non puoi andartene adesso.

JUDY. Non posso restare qui.

BILL. Ma non puoi andartene così... insomma, non possiamo fare...

JUDY. Si, possiamo. Dobbiamo. (Va alla porta.) Ci vediamo al matrimonio.

BILL. Quanto vorrei ricordare.

JUDY. Forse è meglio così. (Si gira verso la porta. In quel momento essa si apre ed entra Julie con le lenzuola pulite.)

JULIE. Oh, è uscita.

JUDY. Si.

JULIE. Bene. Non avrebbe dovuto venirci per niente qui, lo sa?

JUDY. Lo so.

JULIE. Questo non è quel tipo di albergo.

JUDY. Come, scusi?

BILL. Ehm..., Julie...

JULIE. A proposito, non sembra una di quelle.

JUDY. Senta lei!

BILL. Julie...

JULIE. (A Bill.) E per quanto riguarda te, dovresti vergognarti!

BILL. Julie, non è...

JULIE. (Mettendo le lenzuola sul letto.) La notte prima del matrimonio! Ma dico io!

BILL. Lo so, ma vedi...

JULIE. Non cercare di trovare scuse con me. Non so perché mi sono lasciata coinvolgere. Se il direttore scopre che sono complice in un racket di squillo, sto fresca!

JUDY. Questo è troppo!

BILL. Julie, mi vuoi stare a sentire...! (Sono interrotti dal telefono che suona in entrambe le stanze. Tutti si girano a guardare gli apparecchi.)

JULIE. (A Bill.) Beh, è la tua suite. Rispondi.

BILL. Ehm... (Va verso il telefono, preoccupato. Ma nella stanza accanto Rachel fa prima di lui e risponde. Tutti gli altri rimangono esitanti, chiedendosi cosa stia succedendo.)

RACHEL. Pronto? (Pausa.) Si, è qui. (A Tom.) E' per te. (Tom va a prendere il telefono.)

TOM. Pronto? (Rachel va verso la porta di comunicazione.)

RACHEL. (Seccata.) Che succede lì dentro? Mi serve la camera da letto.

TOM. (Al telefono.) Si. Oh. Davvero? (Rachel apre la porta ed entra. Si ferma vedendo gli altri tre.)

BILL. Ah.

RACHEL. Che succede qui dentro?

BILL. Stavamo per andarcene, tesoro.

RACHEL. (Guardando Judy.) Chi è questa?

JUDY. Ehm...

BILL. La cameriera.

JULIE. Senta...

JUDY. (Svelta.) Si, la cameriera. (Prende il grembiule da cameriera di Julie.) Sono venuta a cambiare le lenzuola. (Si mette il grembiule, prende le lenzuola e comincia a rifare il letto.)

JULIE. Grazie tante!

RACHEL. Come?

JULIE. (Con un sorriso dolce.) La sto solo ringraziando.

RACHEL. Beh, pensate che possa prendere possesso della suite adesso? Devo prepararmi per un matrimonio, sapete.

BILL. Si, tesoro, certo. Noi, ehm... stavamo aiutando la, ehm... cameriera a sistemare qui, poi è tutta tua.

JULIE. (A Rachel.) Sei proprio sicura riguardo al matrimonio, vero?

RACHEL. Come scusa?

JULIE. Voglio dire, sei proprio convinta che lui sia l'uomo giusto per te?

RACHEL. Certo!

JULIE. No, così, era solo per chiedere...

RACHEL. Perché non dovrei esserlo?

JULIE. Non è mai troppo tardi per ripensarci, sai.

BILL. Senti...

RACHEL. Perché dovrei ripensarci?

JULIE. Beh, è una decisione grossa per una ragazza. Dovresti guardare per benino l'uomo che stai per sposare.

RACHEL. L'ho già guardato per benino.

JULIE. (Con un'occhiata a Bill.) Dovresti essere ben sicura che puoi fidarti di lui.

RACHEL. Certo che posso fidarmi di lui! (A Bill.) Vero?

BILL. Certo che può fidarsi di me.

JULIE. Beh, se sei sicura. Dopo tutto, il matrimonio è per la vita.

RACHEL. Di che stai parlando? Ci hai appena conosciuti. Non penso proprio che tu abbia il diritto di farci la predica il giorno del nostro matrimonio.

JULIE. Se lo dici tu.

RACHEL. E davanti ai dipendenti dell'albergo.

JUDY. (Svelta.) Ehm..., la trapunta. Dov'è la trapunta?

BILL. La trapunta?

JUDY. Non c'è.

BILL. Non è in bagno?

JUDY. Ah, si. Che stupida. (Va a prenderla. Tom riattacca nell'altra stanza.)

RACHEL. Che ci fa la trapunta in bagno?

JULIE. Buona domanda.

BILL. Non ne ho la più pallida idea. (Tom entra, accigliato.)

TOM. Era mia madre.

RACHEL. Che voleva?

TOM. Judy non è a casa. (La porta del bagno si chiude di colpo. Tutti si girano e la guardano.)

RACHEL. (Girandosi.) Non è a casa?

TOM. No.

RACHEL. Certo. (Indicando Julie.) E' qui.

TOM. (Colto in fallo.) Ah - ha, ha, certo.

RACHEL. Lo sapevi che era qui.

TOM. Si, ma... mia madre no.

RACHEL. Non lo sapeva?

TOM. Pensava che fosse a casa... ma quando ha guardato, ha visto che non c'era... così si è chiesta dove fosse.

RACHEL. E tu cosa le hai detto?

TOM. Le ho detto che era qui.

RACHEL. Allora è tutto a posto.

TOM. Si.

RACHEL. Ma dal momento che a quanto pare che siamo tutti qui, posso chiedervi di andare tutti da qualche altra parte, visto che io sono l'unica che dovrebbe starci?

BILL. Bene.

TOM. Bene. (Rachel guarda Julie.)

JULIE. Va bene. (Si muovono tutti verso la porta di comunicazione.)

RACHEL. Anche la cameriera.

JULIE. Sto andando via.

BILL. (Sibilando.) Non tu!

JULIE. (Svelta.) Non io. La cameriera.

RACHEL. E' quello che ho detto. Potresti chiederle di andarsene, tesoro?

BILL. Va bene... si... Glielo dico. (A Julie e Tom.) Voi andate.

RACHEL. Oh, Tom, per favore, mi porteresti dentro le valigie? (Bill, che sta andando verso il bagno, si irrigidisce.)

TOM. Si.

RACHEL. (Vedendo Bill.) Vai, Bill.

BILL. Si. (Tom e Julie escono dalla porta di comunicazione. Bill va nel bagno ed apre la porta.) Le dispiacerebbe finire quello che sta facendo, per favore? (Indica freneticamente a Judy di rimanere nel bagno. Tom torna con la valigia e il beauty case.)

RACHEL. Grazie, Tom. Puoi mettere il beauty case in bagno.

BILL. Ehm..., perché in bagno, tesoro?

RACHEL. Voglio farmi la doccia. Perché no nel bagno?

BILL. Oh... chiedevo solo per curiosità. (Tom mette giù la valigia e si avvia verso il bagno con il beauty case. Bill è pietrificato sulla soglia del bagno. In quel momento Judy gli passa davanti tenendo di fronte a sé la trapunta.)

JUDY. (Con accento dialettale.) L'ho trovata la trapunta. (Passa davanti a Tom, nascosta dietro la trapunta. Lui le lancia un'occhiata curiosa e continua per la sua strada.)

BILL. La lasci sul letto. Ci pensiamo noi.

JUDY. Va bene, signore.

RACHEL. Oh, può rifare il letto visto che c'è. Io vado in bagno.

BILL. Va bene.

JUDY. Va bene. (Judy comincia a mettere il sacco pulito alla trapunta. Bill rimane lì intorno.)

RACHEL. Forza, tesoro, vai.

BILL. Si. (Attraversa la porta di comunicazione. Tom esce dal bagno e va verso l'altra stanza. Judy è piegata sul letto e sepolta tra la trapunta.)

TOM. (A Rachel.) Ti lascio allora.

RACHEL. Grazie, Tom. A proposito, hai già tirato fuori la piantina con la disposizione dei tavoli per il ricevimento?

TOM. No, stavo per, ehm...

RACHEL. E i fogli del menu ce li hai?

TOM. Si, stavo per, ehm...

RACHEL. Il tempo vola, Tom.

TOM. Si. (Tom dà un'occhiata al sedere di Judy, che è chinata sul letto, e attraversa la porta di comunicazione. La chiude.) (A Bill.) Che è successo?

BILL. A chi?

TOM. Alla ragazza!

BILL. E', ehm.... è andata via.

TOM. Allora quella chi è?

BILL. Chi?

TOM. Di là?

BILL. Rachel.

TOM. No, cretino! L'altra.

BILL. La cameriera.

JULIE. Eh?

TOM. (Indicando Julie.) E' lei la cameriera.

JULIE. Si.

BILL. Quella è un'altra.

JULIE. Eh?

BILL. (Facendole dei cenni.) Shh.

TOM. Da dove è uscita?

BILL. L'ho chiamata io.

TOM. Perché?

BILL. Per rifare il letto.

JULIE. Eh?

BILL. Shh!

TOM. Strano.

BILL. Cosa?

TOM. Mi è sembrato di... riconoscerla.

BILL. Si?

TOM. Beh, ho visto solo il suo didietro.

BILL. Sei un'autorità in fatto di didietro delle cameriere?

JULIE. Del mio no.

TOM. Lasciamo perdere. (Prende Bill da parte.) Bill, sono preoccupato.

BILL. Di cosa?

TOM. Judy non è a casa.

BILL. No?

TOM. Non ha dormito a casa.

BILL. Come lo sai?

TOM. Mamma ha detto che il letto non era sfatto.

BILL. Forse ha dormito per terra.

TOM. Non dire idiozie. (Julie si è accostata per sentire. Lui se ne accorge.) Ti dispiace?

JULIE. No, no, affatto.

TOM. (Riportando Bill in disparte.) Vedi... non te l'ho detto, ma ieri sera abbiamo litigato.

BILL. Con tua madre?

TOM. Con Judy!

BILL. Oh. Perché?

TOM. Perché la lasciavo sola. Vedi, era la prima volta che andavamo fuori insieme e quando ha saputo che non era invitata alla festa per l'addio al celibato si è arrabbiata. (Julie si sta avvicinando di nuovo per sentire.)

BILL. Lo sapeva che le ragazze non vanno alle feste per l'addio al celibato, no?

TOM. Si, ma... Beh, vedi, avevamo programmato questo fine settimana come la nostra prima...

BILL. Prima che?

TOM. Beh, ero riuscito a convincerla a...

BILL. A cosa?

TOM. Beh, doveva essere il nostro grande momento.

BILL. Che grande momento?

JULIE. Usa l'immaginazione!

TOM. Scusa, ma la cosa non ti riguarda!

JULIE. Al contrario, mi riguarda moltissimo.

TOM. In che modo?

JULIE. Se devo rimpiazzare una ragazza che sta per avere il suo grande momento, è bene che io sappia come avverrà il grande momento!

TOM. Non ti devi preoccupare - non succederà a te.

JULIE. Grazie, sono contenta di saperlo!

TOM. (Riprendendo Bill di lato.) Perciò, capisci, era molto delusa quando ha saputo che sarei uscito e l'avrei lasciata a casa finché non fossi tornato aspettandomi che lei cedesse... per così dire.

JULIE. (Che ha seguito.) E ci credo!

TOM. Sto parlando con Bill!

BILL. Cos'ha detto quando sei tornato?

TOM. E' questo il problema - non l'ho vista quando sono tornato. La sua porta era chiusa, io ero ubriaco e avevamo avuto una grossa lite... e francamente non ho avuto il coraggio di disturbarla.

BILL. Ah.

TOM. Poi stamattina, quando mi sono alzato, la sua porta era ancora chiusa, così ho pensato che era meglio non disturbare il can che dorme e sono venuto qui senza vederla. E adesso mia madre mi ha detto che non c'era. (Confidenzialmente.) Sai cosa penso?

BILL. Cosa?

JULIE. Cosa?

TOM. Penso che è tornata a Londra. Tu che dici?

BILL. Non lo farebbe.

TOM. No, non è quel tipo di ragazza.

JULIE. Forse è scappata con un altro.

BILL. No, non è quel tipo di ragazza.

TOM. Come fai a saperlo?

BILL. Beh... tu non sei il tipo di uomo che si metterebbe con quel tipo di ragazza.

TOM. No.

BILL. Il tipo di ragazza con cui ti metteresti tu non andrebbe con un altro mentre state per avere il vostro grande momento.

JULIE. Tu l'hai fatto.

BILL. Ti dispiace restare fuori da questa storia!

JULIE. Beh, penso che siete uno peggio dell'altro. Non vi meritate nessun grande momento, nessuno dei due.

TOM. Senti, non ho chiesto consigli alla posta del cuore, non hai nessun letto da rifare?

JULIE. Oh, capisco. Non vi servo più, eh?

TOM. Già, grazie.

JULIE. Dopo avervi aiutato a tirarvi fuori dal guaio in cui vi eravate cacciati, adesso non avete più bisogno di me.

BILL. Ci hai aiutato? Hai peggiorato le cose!

JULIE. Ho fatto tutto quello che mi avete chiesto. Siete voi che non sapete distinguere le squillo dalle cameriere. (A Bill, indicando l'altra stanza.) E a proposito, cos'è questa storia che quella è la cameriera?

BILL. (Guardando Tom.) Senti, per una volta vedi di stare zitta e non fare domande!

JULIE. Uh! Beh, ho del lavoro da sbrigare se voglio tenermi il posto.

TOM. Anch'io! Devo ancora occuparmi dei menu e della disposizione dei tavoli. (Guarda l'orologio. A Bill.) E anche tu, se vuoi arrivare all'altare in tempo.

BILL. Si. (Cercano di uscire tutti insieme dalla porta che dà sul corridoio. Fanno tutti un passo indietro.)

TOM. Uno per volta. (Nell'altra stanza, Judy ha finito di rifare il letto.)

JUDY. (A Rachel.) Vado, signora.

RACHEL. Si, grazie. (Judy esce dalla porta della camera proprio mentre Tom esce dall'altra porta.)

JULIE. (A Bill.) Dopo di lei - signore.

BILL. No, dopo di te. (Prima che possano muoversi, Tom e Judy tornano indietro e chiudono la rispettiva porta.)

RACHEL. Che c'è?

BILL. (Nell'altra stanza.) Che c'è?

JUDY. Ehm... ho dimenticato la biancheria sporca. (Va a prenderla.)

TOM. L'ho vista!

BILL. Chi?

TOM. Judy.

BILL. Dove?

TOM. Qui fuori. (Indica la camera da letto.) Usciva dalla camera.

BILL. No, no - non può essere.

TOM. Era lei!

BILL. Non è possibile!

TOM. (Andando verso la porta di comunicazione.) Era lei! (Dall'altra parte, Judy rimane esitante tra le due porte. Anche lei sceglie la porta comunicante, la apre e si ritrovano faccia a faccia.)

TOM. Judy!

JUDY. Tom!

BILL. Oh, Signore!

TOM. Che ci fai qui?

JUDY. Ehm...

TOM. Allora?

JUDY. Ti stavo cercando.

TOM. Dove sei stata?

JUDY. Ehm...

RACHEL. (Curiosa.) Che succede? Chi è questa ragazza?

JUDY. Ehm...

TOM. E'... (Si ferma.) Ah.

RACHEL. Chi?

TOM. Ehm...

RACHEL. L'hai chiamata Judy.

TOM. Si?

RACHEL. Pensavo che l'altra fosse Judy.

TOM. Julie. Questa è Julie.

RACHEL. La cameriera.

JUDY. Si.

TOM. Si.

RACHEL. Perché ti stava cercando?

TOM. Mi stava cercando?

RACHEL. E' quello che ha appena detto.

JUDY. Perché avevo sentito che lui stava cercando me.

RACHEL. Perché la stava cercando?

TOM. Per, ehm... rifare il letto.

JUDY. Si.

RACHEL. L'hai vista che stava rifacendo il letto.

TOM. Voglio dire, che la stavo cercando prima di vederla. Ma adesso che l'ho vista, non ce n'è più bisogno.

RACHEL. Come la conosci?

TOM. Non la conosco.

RACHEL. Devi conoscerla se l'hai chiamata Judy.

TOM. Julie.

RACHEL. Comunque sia. E lei ti ha chiamato Tom.

TOM. Quando l'ho cercata mi hanno detto che si chiama Julie.

JUDY. E a me hanno detto che Tom mi stava cercando.

RACHEL. (Confusa.) Oh, capisco.

TOM. Comunque, Julie, hai finito di là?

JUDY. Si.

TOM. Bene, vieni qui e lascia sola Rachel che deve prepararsi per il matrimonio.

JUDY. Si.

TOM. (A Rachel.) Giusto?

RACHEL. (Disorientata.) Giusto. (Judy e Tom vanno nell'altra stanza, dove gli altri due stanno ancora aspettando, pietrificati. Tom chiude la porta comunicante e ci si appoggia con un sospiro di sollievo.)

TOM. Pfiuu! C'è mancato poco.

BILL. Si, decisamente.

TOM. (A Judy.) Sei stata brava, Judy.

JUDY. Grazie.

TOM. Se Rachel avesse scoperto cosa ci facevi qui... Un momento. Che ci fai qui?

JUDY. Ehm...

BILL. (Svelto.) Sta facendo finta di essere la cameriera.

JUDY. Si.

TOM. Perché?

BILL. (Indicando Julie.) Perché questa cameriera non era disponibile.

JULIE. No.

TOM. Come faceva a saperlo?

BILL. A sapere cosa?

TOM. Tutta questa storia!

BILL. Gliel'ho detto io.

TOM. Quando?

BILL. Quando mi stavo liberando dell'altra.

TOM. Quale altra?

BILL. Lo sai. L'altra ragazza.

TOM. Oh, la squillo!

JUDY. La cosa?

BILL. Si - quella. L'ho portata di sotto, mentre tu stavi qui. E nell'atrio ho incontrato Judy.

TOM. Che ci faceva nell'atrio?

JUDY. Ti stavo cercando.

BILL. Si, ti stava cercando.

TOM. Come facevi a sapere chi era?

BILL. L'ho sentita mentre parlava con il portiere.

JUDY. Esatto.

BILL. Così quando ho capito chi era, ho pensato che, dal momento che Julie stava facendo finta di essere lei, lei poteva far finta di essere Julie.

TOM. Perché?

BILL. Nel caso Rachel chiedesse un'altra cameriera e in albergo si chiedessero che fine avesse fatto Julie.

TOM. Perché non me l'hai detto?

BILL. Che cosa?

TOM. Che avevi trovato Judy.

BILL. Te l'ho appena detto.

TOM. Prima. Quando ti ho detto che non la trovavo più.

BILL. Non te l'ho detto?

TOM. Quando ti ho detto che avevo riconosciuto il suo sedere.

JUDY. Come?

TOM. Ehm - scusa. E' un bellissimo sedere.

BILL. Si.

TOM. (Brusco.) Come?

BILL. Niente.

TOM. Perché non me l'hai detto in quel momento?

BILL. (In imbarazzo.) Io...

TOM. (Aggressivo.) Allora?

BILL. Non ne ho proprio idea.

TOM. Stammi a sentire tu...!

JUDY. (Svelta.) Stava cercando di proteggermi.

BILL. Esatto.

TOM. Da che cosa?

BILL. Ehm... (A Judy.) Da che cosa?

JUDY. Vedi, Tom, io... ho passato la notte qui.

TOM. Cosa?

BILL. (Inorridito.) Judy...

JUDY. Stavo così male dopo la nostra lite, che sono venuta qui a cercarti  e quando non ti ho trovato non me la sono sentita di tornare a casa dei tuoi genitori, così sono rimasta qui in albergo.

TOM. Dove? Tutte le stanze erano prenotate per gli invitati al matrimonio.

JUDY. (Indicando.) Di là.

TOM. Di là?

JUDY. La stanza che doveva essere di Bill.

TOM. Come facevi a sapere che non c'era?

JUDY. L'ho incontrato sul pianerottolo. Era così ubriaco che non sapeva dove fosse, così l'ho aiutato. Ho visto che aveva due chiavi in tasca, allora l'ho messo in questa stanza e io ho preso quella.

BILL. (Sollevato.) Esatto.

TOM. Come lo sai?

BILL. Che cosa?

TOM. Eri troppo ubriaco per sapere dov'eri.

BILL. Non ero troppo ubriaco per sapere dove mi sono svegliato.

TOM. Capisco.

JULIE. (Che ha ascoltato tutto, disorientata.) Un momento.

TOM. Che cosa vuoi?

JULIE. Quindi lei è la tua vera ragazza?

TOM. Si.

JULIE. Quella che stava per avere il suo "grande momento"?

JUDY. Che cosa stava per avere?

TOM. (A disagio.) Ehm... beh, si.

JULIE. (Guardando Bill.) Cavolo!

BILL. (Preoccupato.) Julie, senti...

JULIE. Siete come i conigli!

TOM. Cosa?

BILL. Julie, per favore non dire niente di cui potrei pentirmi.

TOM. Di cui tu potresti pentirti?

BILL. Volevo dire di cui lei potrebbe pentirsi.

TOM. E perché? Non sa niente.

JULIE. Al contrario - ne so molto più di te!

BILL. Julie...

TOM. Che cosa sai?

JULIE. Non ho intenzione di dire quello che so. Ma se tu sapessi quello che so io, so una cosa.

TOM. Cosa?

JULIE. Non vorresti saperlo!

TOM. Che diavolo vai cianciando?

BILL. Julie, vuoi stare zitta!

JULIE. Perché dovrei stare zitta?

BILL. Ci sono cose che è meglio che la gente non sappia in un momento come questo.

JULIE. Ma niente affatto - è in momenti come questo che la gente dovrebbe sapere certe cose!

TOM. Quali cose?

JULIE. Dovrebbero sapere in che guaio si stanno cacciando prima che sia troppo tardi per tirarsene fuori!

TOM. Cosa? Chi si sta cacciando in quale guaio?

BILL. (A Julie.) Ti stai cacciando in qualcosa di cui non potrai vedere la fine.

JULIE. In qualunque cosa mi stia cacciando io, lui si sta cacciando in qualcosa di molto peggio e non è neanche la metà di quello in cui si sta cacciando quella povera ragazza di là!

TOM. Mi state facendo impazzire! Perché parlate tutti per indovinelli? (Di là, Rachel ha sentito le urla e raggiunge gli altri per vedere cosa sta succedendo.)

RACHEL. Che sta succedendo qui?

BILL. Oh, Signore!

RACHEL. Cosa sono tutte queste urla?

JULIE. E' proprio il caso di chiederlo!

RACHEL. Lo sto chiedendo.

TOM. Rachel, sta succedendo qualcosa che a quanto pare tutti capiscono tranne io e te!

RACHEL. Cosa? Che è successo?

TOM. Non lo so. (Indicando Julie.) Chiedilo a lei.

RACHEL. (A Julie.) Che è successo?

JULIE. (Indicando Bill.) Chiedilo a lui.

RACHEL. (A Bill.) Che è successo?

BILL. (Indica Judy.) Chiedilo a lei.

RACHEL. Alla cameriera? Che ne sa lei?

JULIE. E' proprio il caso di chiederlo!

RACHEL. Lo sto chiedendo! (A Judy.) Allora?

JUDY. (Angosciata.) Ehm... io... ehm... (Bussano alla porta. Tutti si girano in quella direzione. Si apre ed entra Daphne, la madre di Rachel, vestita con un abito decisamente eccessivo con tanto di cappello e con uno splendido vestito da sposa tra le braccia.)

DAPHNE. Salve a tutti - sono arrivata!

RACHEL. Mamma!

DAPHNE. Non è meraviglioso! Sarà un matrimonio perfetto! (Rachel e Tom la guardano. Bill e Judy scoppiano in lacrime.) Che cosa ho detto??

SIPARIO


ATTO II

Qualche momento dopo. Tutti parlano insieme.

DAPHNE. Non capisco! Che cosa ho fatto? Ho detto solo che volevo che fosse un bellissimo matrimonio... (Ecc.)

RACHEL. Voglio sapere cosa sta succedendo. E' da quando sono arrivata che si comportano tutti come dei pazzi e... (Ecc.)

TOM. Sta succedendo qualcosa di molto strano qui e voglio sapere che cos'è! Perché nessuno mi dà una semplice risposta a una semplice domanda...? (Ecc.)

JULIE. Non ho mai incontrato gente del genere in vita mia! Come portate avanti le vostre storie sono affari vostri, ma insomma... (Ecc.)

BILL. Non so come ho fatto a cacciarmi in questa situazione. Il mondo mi sta crollando addosso e... (Ecc.)

JUDY. Non c'è bisogno di fare tutta questa tragedia, non è successo niente di così grave! Non so perché vi agitate tanto. E' stato solo... (Ecc.) (Rachel si mette le dita in bocca ed emette un fischio da rompere i timpani. Il rumore cessa istantaneamente.)

RACHEL. (Perentoria.) Bene - tu (Indica Bill.) e tu (Indica Tom.) - qui! (Apre la porta comunicante. Loro, ubbidienti, vanno di là, Lei li segue e chiude la porta. Gli altri si ammucchiano dall'altra parte della porta per sentire.)

RACHEL. Allora - cos'è tutta questa storia? Tom?

TOM. Beh, ehm... (A Bill.) Diglielo tu.

BILL. Beh, ehm...

RACHEL. Non mi preparerò per il matrimonio finché non avrò scoperto che cosa sta succedendo e perché sono tutti così nevrotici stamattina!

BILL. Beh, vedi tesoro, le cose stanno così. Tom si è cacciato in un bel pasticcio...

TOM. Io mi sono cacciato in un bel pasticcio!

BILL. La ragazza che era qui...

RACHEL. Quale ragazza?

BILL. Judy... ehm, Julie - non è veramente la cameriera.

RACHEL. Chi è?

BILL. E' la ragazza di Tom.

TOM. Grazie.

RACHEL. Pensavo che fosse l'altra la ragazza di Tom.

BILL. Infatti. E' la sua altra ragazza.

RACHEL. Cosa?

TOM. Grazie tante.

BILL. Come sai, si è un po' confuso su quale delle ragazze sarebbe venuta al matrimonio. Beh, sono venute tutte e due.

RACHEL. Oh, Dio! ( A Tom.) Com'è successo?

TOM. Beh, è successo che... ehm... loro, ehm... io... ehm...

BILL. Si era appena lasciato con una...

RACHEL. (A Tom.) Quale?

TOM. Ehm... questa... quella...

BILL. Judy... no - Julie...

RACHEL. Decidetevi!

BILL. Julie. (A Tom.) Vero?

TOM. Si, Julie. Assolutamente.

BILL. Assolutamente Julie.

RACHEL. Perché?

BILL. Perché cosa?

RACHEL. Perché vi siete lasciati?

TOM. Perché, ehm...

BILL. Perché ha conosciuto Julie... ehm, Judy.

TOM. Si.

RACHEL. Ah.

BILL. Si è preso una tale cotta per Judy che le ha chiesto di venire al matrimonio, dimenticando che l'aveva già chiesto a Julie. E così sono venute tutte e due. E lui è stata preso con le mani nel sacco... per così dire.

TOM. (Con derisione.) Hah!

RACHEL. Cosa?

TOM. Niente.

RACHEL. E perché Julie fingeva di essere la cameriera quando l'ho incontrata?

TOM. Perché, ehm...

BILL. Perché aveva scoperto di Judy e siccome è una che sa stare al gioco, ha accettato la situazione e ha acconsentito a fingersi la cameriera, in modo che Judy non scoprisse chi era.

TOM. Si.

RACHEL. Ho capito. Beh, devo dire, Tom, che sembra che tu abbia organizzato le cose maluccio.

TOM. Si - vero? (Con un'occhiata torva a Bill.)

RACHEL. Che hai intenzione di fare con quelle due adesso?

TOM. Buona domanda. (Intenzionalmente.) Tu che suggerisci, Bill?

BILL. Beh, secondo me, ehm... secondo me dovresti pensare seriamente a quale delle due vuoi, e quale non vuoi e poi andare da quella che non vuoi e dirle che non la vuoi e poi - con un po' di fortuna - (Intenzionalmente.) finirai con quella che vuoi.

RACHEL. Pensavo che lo sapesse già quale vuole.

BILL. Ah, beh, non sono tanto sicuro che lo sappia adesso. E' per questo che si è ficcato in un tale casino. E' un dilemma freudiano.

RACHEL. Si, vero? Beh, sbrigati a risolverlo, per favore, Tom. Abbiamo un matrimonio da celebrare.

TOM. Si, certo.

RACHEL. Ma se vuoi il mio consiglio, ci penserei due volte prima di impegnarmi troppo con Judy.

TOM. Perché?

RACHEL. La sua sensibilità lascia molto a desiderare. Ha voluto a tutti i costi mettermi in guardia sulla mia scelta del marito - il giorno in cui sto per sposarlo!

TOM. (Guardando Bill.) Sei sicura che fosse un cattivo consiglio?

BILL. (Guardando Tom.) Sta' attento!

RACHEL. Comunque, potresti occuparti dei tuoi affari di cuore nell'altra stanza?

TOM. Va bene.

RACHEL. Poi, per favore, occupati degli ultimi preparativi per il ricevimento.

TOM. Va bene.

RACHEL. Intanto tu, Bill, occupati di darti una sistemata o ti proibiranno di entrare in chiesa.

BILL. Va bene.

RACHEL. Nel frattempo io vorrei occuparmi del mio vestito da sposa. Puoi chiedere a mia madre di portarlo qui? (Daphne, che stava ascoltando dalla porta, va a prendere il vestito. Bill e Tom escono.)

TOM. (Ringhiando a Bill mentre esce.) Te lo io il dilemma freudiano! (Daphne corre in camera con il vestito.)

DAPHNE. (Agitata.) Avete sistemato tutto, ragazzi?

BILL. Si.

TOM. Devo solo sistemare lui adesso.

DAPHNE. Sembra proprio che tu ne abbia bisogno Bill. Non ti sei ancora fatto la barba!

BILL. Ho avuto un po' da fare.

DAPHNE. Oh, Gesù. (Andando nell'altra stanza.) Rachel, c'è una tale confusione e tanta di quella gente in giro. Tuo padre sta per arrivare e lo sai quanto si arrabbia se non è tutto a posto.

RACHEL. Sarà tutto a posto, mamma. Vado a farmi un bagno adesso. Hai fatto l'orlo al vestito?

DAPHNE. Voglio fare gli ultimi ritocchi quando lo hai indosso. (Rachel va in bagno. Daphne scarta il vestito, prende l'ago e il filo e un grosso paio di forbici. Nell'altra stanza, Tom chiude la porta di comunicazione e guarda gli altri tre.)

TOM. Bene - voglio andare a fondo a questa storia.

JULIE. Si, penso che dovresti farlo.

TOM. Che sta succedendo?

BILL. Beh, ehm...

JUDY. Tom, tesoro, forse è meglio che parliamo un momento io e te.

JULIE. Si, forse è meglio.

BILL. (Nervoso.) Judy, senti...

JUDY. Forse, Bill, è meglio se parliamo in privato.

JULIE. Si, forse è meglio.

BILL. Judy, per favore...

TOM. Sta' zitto tu!

JULIE. Era ora.

TOM. E anche tu!

JULIE. Bene!

TOM. Pensa agli affari tuoi e vai a fare il tuo vero lavoro!

JULIE. (Offesa.) Dopo tutto quello che ho fatto per aiutarvi!

TOM. (A Bill.) Tu vatti a preparare per il tuo matrimonio - se hai un ritaglio di tempo tra le tue altre attività.

BILL. Bene. (Con uno sguardo preoccupato a Judy.) Attenta a quello che dici. Non vuoi distruggere un bellissimo rapporto, vero?

TOM. Il bellissimo rapporto tra chi?

BILL. Tra voi due naturalmente.

JULIE. Hah!

TOM. Fuori! (Spinge Bill e Julie fuori della porta e si gira verso Judy, che si è tolta il grembiule.) Allora?

JUDY. Promettimi di non perdere le staffe.

TOM. Non le perdo mai.

JUDY. Vedi, è successo questo. Dopo che io e te avevamo litigato ieri sera, ho cominciato ad avere seri dubbi su noi due.

TOM. Su noi due?

JUDY. Si. Oh, non è stata solo la stupida serata di addio al celibato. Quello lo capisco. E' solo che non sembravamo essere sulla stessa... beh, lunghezza d'onda.

TOM. Lunghezza d'onda?

JUDY. Non ci conoscevamo molto bene, no, e so che questo fine settimana doveva essere il nostro... grande momento...

TOM. Si.

JUDY. Ma, dopo la nostra grande lite, mi è rimasta la sensazione che il nostro grande momento forse non sarebbe stato poi così grande.

TOM. Non è giusto. Solo perché abbiamo avuto una stupida lite...

JUDY. Beh, c'è qualcos'altro.

TOM. Che cosa?

JUDY. Anche se il grande momento non era stato grande quanto ci aspettavamo, avrei potuto accontentarmi di un momento piccolo, ma qualcosa ci si è messo in mezzo.

TOM. Che cosa?

JUDY. Un altro uomo.

TOM. Un altro uomo?

JUDY. Si.

TOM. Chi è? Lo ammazzo!

JUDY. Hai detto che non perdi mai le staffe.

TOM. Cos'è successo?

JUDY. Quando sono venuta qui per cercare di fare pace, non ti ho trovato - e stavo per tornare a casa quando, per caso, ho incontrato quest'uomo.

TOM. Qui?

JUDY. Si.

TOM. In albergo?

JUDY. Si.

TOM. Lo ammazzo!

JUDY. Non fare lo stupido.

TOM. Che è successo?

JUDY. Beh, lui era in uno stato abbastanza pietoso e anch'io ero in uno stato abbastanza pietoso e abbiamo scoperto tutti e due che l'altro era in quello stato e alla fine siamo finiti... nello stesso stato.

TOM. Smettila di parlare per enigmi!

JUDY. Voglio dire che il piccolo momento che avrei potuto avere con te è diventato un grande momento con lui.

TOM. Stai dicendo quello che penso che stai dicendo?

JUDY. Quello che sto dicendo è che, per la prima volta in vita mia, credo di essermi innamorata a prima vista. Non volevo - è successo - ma temo che abbia messo la parola fine a qualunque cosa avrebbe potuto esserci tra te e me.

TOM. Lo ammazzo! Un momento - mi stai dicendo che lui ha diviso il letto con te?  (Indica oltre il corridoio.)

JUDY. No.

TOM. Giuri?

JUDY. Te lo giuro.

TOM. Beh, almeno è qualcosa. Chi è questo porco?

JUDY. Oh, non è un porco. E' una persona molto carina.

TOM. Una persona carina non va in giro a rimorchiare la ragazza degli altri!

JUDY. Non mi ha rimorchiata. Te l'ho detto, è stato un puro caso.

TOM. Allora, chi è?

JUDY. Non lo conosci.

TOM. Quel porco!

JUDY. No, è molto carino. Ti piacerebbe.

TOM. Come lo sai?

JUDY. Lo so.

TOM. Hai passato una gran bella serata, eh? Anche tu l'hai incontrato sul pianerottolo mentre cercava la chiave della stanza?

JUDY. Ehm... no.

TOM. Allora dove?

JUDY. Al bar.

TOM. C'eravamo noi al bar. Per la festa dell'addio al celibato.

JUDY. E' stato dopo che la festa era finita. E' per questo che non ti ho trovato.

TOM. Allora ti ha rimorchiata al bar!

JUDY. In effetti sono stata io a rimorchiarlo. Era molto ubriaco e non riusciva a stare in piedi.

TOM. Ti sei innamorata di un ubriacone?

JUDY. Beh, prima di tutto è caduto dallo sgabello.

TOM. Fantastico. Molto romantico. Lui prova gli stessi sentimenti per te?

JUDY. Probabilmente no, no.

TOM. Mi sembrava che avessi detto di si.

JUDY. No - aveva solo bisogno di una spalla su cui piangere. E' già impegnato.

TOM. Vuoi dire che è sposato?

JUDY. Più o meno.

TOM. Hah! Che bastardo! Andiamo di bene in meglio! Lo sa che cosa provi per lui?

JUDY. No.

TOM. Perché no?

JUDY. Non pensavo che fosse giusto dirglielo, date le circostanze.

TOM. Ma pensi che sia giusto dirlo a me?

JUDY. Sentivo che dovevo dirtelo - così sai in che posizione ti trovi.

TOM. In che posizione mi trovo? Con la merda fino al collo, direi.

JUDY. Beh, visto come stanno le cose, non credo che dovrei  venire al matrimonio.

TOM. Fantastico! Prima avevo due ragazze, adesso non ne ho più neanche una.

JUDY. Potresti portarci la cameriera.

TOM. Grazie tante!

JUDY. Non volevo che andasse così, Tom. E' stato un fulmine a ciel sereno.

TOM. Anche per me. Ero così contento per il nostro...

JUDY. Grande momento?

TOM. Si.

JUDY. Mi dispiace tanto.

TOM. Beh, puoi dire al tuo amante che quando scopro chi è non lo ammazzo.

JUDY. Bene.

TOM. Gli taglio solo le palle.

JUDY. No!

TOM. Perché? Rovinerei il vostro grande momento?

JUDY. Senti, ho già causato abbastanza problemi per oggi. E' meglio che torni a casa dei tuoi genitori a prendere le mie cose. (Daphne entra dall'altra stanza che il vestito da sposa e le forbici.)

DAPHNE. Oh. State ancora cercando di sistemare le cose tra voi?

JUDY. Abbiamo già fatto. Stavamo solo...

DAPHNE. Ah, beh, sei proprio la persona che mi serve. Ho fatto l'orlo al vestito di Rachel, ma non sono sicura che sia dritto. Potresti provarlo mentre lei è in bagno?

JUDY. Beh, io stavo per...

DAPHNE. Ci vorrà solo un momento ed è importante che sia fatto bene.

JUDY. (Riluttante.) Oh, beh, va bene...

DAPHNE. Grazie. (La guida verso la camera da letto.) Vieni di là. (A Tom.) Non è eccitante?

TOM. Elettrizzante.

DAPHNE. Te la riporto tra un momento.

TOM. Grazie tante. (In camera, Judy comincia a spogliarsi e a mettersi il vestito da sposa. Tom, nell'altra stanza, va avanti e indietro grugnendo furibondo. Bill entra con i pantaloni del vestito da sposo, cercando inutilmente di mettersi il colletto della camicia rigida.)

BILL. Oh, Tom, grazie a Dio! Che è successo? Dove sono tutti?

TOM. Di là.

BILL. E'... tutto a posto?

TOM. Assolutamente fantastico!

BILL. Oh, bene. Dammi una mano con questo maledetto colletto, per favore. Non mi metto un coso dal genere dal giorno della cresima.

TOM. Vieni qui! (Tom prende il colletto di Bill, cerca di allacciarlo per un momento, poi perde le staffe e urla rabbioso.) Rrrrraaagh! (Afferra i due capi del colletto quasi strangolando Bill.)

BILL. Gggggg!

TOM. Gliele strappo con un coltellaccio da cucina!

BILL. Gggggg! (Bill crolla in ginocchio, paonazzo.)

TOM. Farò cose innominabili!

BILL. (Rauco.) Per l'amor di Dio...!

TOM. Quando avrò finito con lui, non ci sarà più nessun grande momento per nessuno! Hai sentito?

BILL. Per favore... per favore... (Tom lo lascia. Lui si accascia a terra.)

TOM. (Andando avanti e indietro.) Non sono mai stato così arrabbiato in vita mia!

BILL. (In un sussurro rauco.) Che è successo?

TOM. Ho scoperto che è successo qui ieri notte, ecco cos'è successo.

BILL. L'hai scoperto?

TOM. Si. Ovvio che Judy si comportasse in modo così strano! Bastardo!

BILL. Calmati adesso!

TOM. Arrivare come se niente fosse e soffiarmela da sotto il naso!

BILL. Non è andata così.

TOM. Approfittarsi di lei solo perché avevamo litigato per una sciocchezza!

BILL. Non è andata per niente così.

TOM. Sai che ti dico? Gli... Cosa?

BILL. Non hai capito niente.

TOM. Non ho capito niente di che?

BILL. Di quello di cui stai parlando.

TOM. Che ne sai tu di quello di cui sto parlando?

BILL. Beh, perché... Di che stai parlando?

TOM. Sto parlando di Judy - ecco di che sto parlando.

BILL. E' quello di cui sto parlando anch'io.

TOM. Tu come puoi parlarne? Non ne sai niente.

BILL. No?

TOM. Che sai?

BILL. Che sai tu?

TOM. E' stata sedotta da un altro uomo - ecco quello che so.

BILL. Un altro uomo?

TOM. Si. Il suo affetto mi è stato rubato da un bastardo che l'ha trovata in un momento in cui era vulnerabile e si è approfittato di lei. E quando scoprirò chi è, gli taglierò le palle!

BILL. Quando lo scoprirai?

TOM. Con un coltellaccio da cucina!

BILL. Non l'hai ancora scoperto?

TOM. No. Ma quando lo scopro...

BILL. Grazie a Dio!

TOM. Che vuoi dire?

BILL. Voglio dire grazie a Dio non hai fatto una cosa del genere - il giorno del mio matrimonio.

TOM. Comunque, tu che ne sai di questa storia?

BILL. Io?

TOM. Hai detto che non è andata così.

BILL. Lei, ehm... mi ha detto che non è andata così.

TOM. Te ne ha parlato?

BILL. Si.

TOM. Quando?

BILL. Quando mi ha trovato ieri sera.

TOM. Sul pianerottolo?

BILL. Si, sul pianerottolo.

TOM. Che ti ha detto?

BILL. Mi ha detto... A te che ha detto?

TOM. Mi ha detto che ha incontrato quest'altro qui in albergo ieri sera.

BILL. Si, è quello che ha detto a me.

TOM. E mi ha detto che lui era ubriaco fradicio e lei era nello stesso stato e tutti e due si sono messi a piangere sulla spalla dell'altro ed evidentemente si sono consolati a non finire!

BILL. Si, è quello che ha detto a me.

TOM. E mi ha detto che il grande momento con me non ci sarà più perché è stato un momento tanto grande con lui.

BILL. Si, è quello... Cos'ha detto?

TOM. In effetti sembra che sia stato il più grande momento della storia, con il più grande bastardo della storia il che mi fa sentire il più grande idiota della storia!

BILL. Davvero?

TOM. E quando scopro chi è gli darò la più grande lezione della storia!

BILL. Ha detto questo? Che è stato il più grande momento della storia?

TOM. Amore a prima vista, l'ha chiamato. Un sentimento che non aveva mai provato per nessuno. Perché non succede mai a me?

BILL. Sul serio ha detto così? Amore a prima vista?

TOM. E il porco era così ubriaco che è caduto dallo sgabello del bar! Certe donne hanno uno strano senso del tempismo.

BILL. Dov'è adesso?

TOM. Perché lo vuoi sapere?

BILL. Penso che dovrei parlarle di questa storia.

TOM. Perché vuoi parlarci? Hai le tue faccende di cui occuparti - o te ne sei dimenticato?

BILL. Si, ma... beh, non voglio che una cosa del genere mi penda sulla testa il giorno del mio matrimonio. Dov'è?

TOM. Ci penso io. E' il giorno del suo matrimonio che ne risentirà quando lo trovo!

BILL. No, no - non devi fare niente del genere. Dov'è? E' andata via?

TOM. Lascia stare dov'è. Se vuoi aiutarmi, aiutami a trovare quel bastardo!

BILL. No, Tom, non sarebbe una buona idea - non il giorno del mio matrimonio. E' tornata a casa dei tuoi genitori?

TOM. No. E'... (In quel momento Daphne apre la porta di comunicazione e fa entrare Judy vestita da sposa.)

DAPHNE. Beh, come vi sembra? (E' fantastica. I due uomini rimangono a fissarla.)

BILL. (Che è più vicino a lei.) Judy...!

DAPHNE. L'orlo, che ne pensate?

BILL. (Quasi in un sussurro.) Oh Dio mio!

DAPHNE. Che c'è? Che succede?

BILL. Sei... (Lascia la frase in sospeso, è senza parole.)

DAPHNE. (Dandosi da fare intorno al vestito.) Non sarà mica così brutto, no? Che c'è che non va?

TOM. (Facendo un passo avanti e mettendosi tra Bill e Judy.) Senti - così non va, sai. Non dovresti vedere il vestito prima della cerimonia.

DAPHNE. (Sgomenta.) Oh, no, me n'ero dimenticata! Certo che non dovresti, Bill! Non sapevo che fossi qui.

BILL. (Ancora ammutolito.) Io...

DAPHNE. Rachel non mi perdonerà mai! Svelta - torna di là! (Sospinge Judy in camera.)

BILL. Judy...!

JUDY. (Fermandosi.) Si?

BILL. Io... tu... dobbiamo...

JUDY. No, Bill. Devi prepararti per il tuo matrimonio. (Esce con Daphne che si agita intorno al vestito.)

DAPHNE. Devo solo metterci qualche punto. (I due uomini rimangono di nuovo soli.)

TOM. Dio, non era meravigliosa.

BILL. (Annuendo ottusamente.) Mmm.

TOM. Cosa non darei per portarla all'altare con quel vestito!

BILL. Mmm.

TOM. E invece, un altro bastardo se l'è portata via. (Sedendosi.) Penso che andrò a uccidermi.

BILL. (Sedendosi vicino a lui.) Ti faccio compagnia.

TOM. Va bene. (Pausa.) Perché? Hai quello che vuoi.

BILL. Oh, si. Me n'ero dimenticato.

TOM. Non è così?

BILL. Si. E' l'hang-over. (Rimangono seduti in un triste silenzio. La porta si apre ed entra Julie.)

JULIE. Ho pensato che... (Guarda la faccia triste dei due uomini.) Che è successo? E' diventato un funerale adesso?

TOM. Che vuoi?

JULIE. Ho pensato che era meglio dirvi che c'è un omone tutto rosso in faccia in portineria che sta causando un sacco di problemi. E' possibile che sia il padre della sposa?

TOM. Gerald! Si, probabilmente è lui. Che sta facendo?

JULIE. Esige di sapere perché la sala per il ricevimento non è ancora pronta.

TOM. Oh Dio - non ho preparato i menu e i segnaposto!

JULIE. Sta dando ordini al personale come se fosse un sergente maggiore. Finora ha provocato le dimissioni del capo cameriere di due portieri e di metà del personale della cucina.

BILL. Pensaci tu, Tom.

TOM. Prima devo pensare a quel bastardo!

BILL. Per favore!

TOM. (Sospirando.) Pensavo che i matrimoni dovessero essere un divertimento! (Esce di corsa. Julie lo segue.)

BILL. Julie - un momento.

JULIE. Come?

BILL. Ho bisogno del tuo aiuto.

JULIE. Oh, no! Ho già aiutato abbastanza per un giorno solo.

BILL. Per favore, Julie. E' una questione di vita o di morte.

JULIE. Di chi?

BILL. La mia.

JULIE. Beh, ti meriti di morire - di una morte terribile! Fregare la ragazza al tuo migliore amico il giorno del tuo matrimonio! Lo so che siamo in un'era permissiva, ma quando è troppo, è troppo!

BILL. Non capisci, Julie. Non è come sembra.

JULIE. Ah, davvero? E com'è - una corso di guida al matrimonio?

BILL. Julie, credimi - ho bisogno del tuo aiuto per fare in modo che questa giornata non finisca come il più grande disastro nella storia dei matrimoni.

JULIE. E' sulla strada giusta. Che cosa vuoi?

BILL. Voglio parlare in privato con Judy.

JULIE. La sua ragazza?

BILL. Si.

JULIE. La squillo.

BILL. Non è una squillo.

JULIE. Si comporta come se lo fosse.

BILL. No, lei... per favore, Julie!

JULIE. Cosa vuoi che faccia?

BILL. E' di là con la madre della mia fidanzata. Voglio che tu faccia uscire la madre, così posso parlare con lei da solo.

JULIE. E' una cospirazione a favore dell'immoralità.

BILL. (Spingendola verso la porta di comunicazione.) Mi nasconderò finché non ti sarai liberata di lei.

JULIE. Cosa le dico?

BILL. Dille che suo marito sta facendo una strage di sotto.

JULIE. Mentre tu stai facendo una strage di sopra.

BILL. Per favore, Julie. (Apre la porta e spinge Julie nell'altra stanza. Poi attraversa il soggiorno ed esce in corridoio, chiudendosi dietro la porta.)

JULIE. Ehm... scusatemi.

DAPHNE. Si?

JULIE. C'è un signore di sotto nella hall che credo sia suo marito...

DAPHNE. Gerald?

JULIE. Ha bisogno di vederla con urgenza per i preparativi del ricevimento.

DAPHNE. Dovrebbe pensarci Tom!

JULIE. Beh, sembra che stia creando un po' di confusione laggiù.

DAPHNE. Oh, no! Va' a fidarti di Gerald. (A Judy.) Mi dispiace, cara. Ho quasi finito. Puoi aspettare un momento o due, il tempo di vedere che sta succedendo.

JUDY. Beh, io...

DAPHNE. Torno subito. (Corre fuori dalla porta interna ed esce attraverso il soggiorno.)

JULIE. Ti sta molto bene. Chi è che si deve sposare per l'esattezza?

JUDY. Lo sto solo provando.

JULIE. Si, sei brava a fare le prove, vero?

JUDY. Senti...

JULIE. Beh, non andartene. C'è qualcun altro che vuole provarlo con te.

JUDY. Come?

JULIE. Non chiedermi cosa vuole, ma se fossi in te, starei molto attenta prima di dire "Lo voglio". (Segue Daphne fuori. Appena si chiude la porta di comunicazione, la porta dal corridoio alla camera si apre. Entra Bill.)

JUDY. Bill!

BILL. Shhh! (Bisbiglia.) Rachel è ancora in bagno?

JUDY. Si. (La  prende per mano.) Svelta! Vieni qui. (La guida nel soggiorno, che Julie ha appena lasciato, e chiude la porta.)

JUDY. Che succede?

BILL. E' quello che voglio scoprire.

JUDY. Che vuoi dire? (La fa sedere sul divano e si siede vicino a lei.)

BILL. Cos'è successo la notte scorsa, Judy?

JUDY. Lo sai cos'è successo.

BILL. Non parlo solo di quello che è successo a letto...

JUDY. Oh, quello te lo ricordi allora?

BILL. Si, me lo ricordo. Ma quello che voglio sapere è come ci siamo finiti e perché?

JUDY. Questo non te lo ricordi?

BILL. Mi ricordo un po' - ma da parte mia. Voglio sapere cos'è successo da parte tua.

JUDY. In effetti ci siamo scambiati le parti piuttosto spesso.

BILL. (Disperato.) Non è il momento di scherzare!

JUDY. Cosa vuoi sapere?

BILL. Perché Tom mi ha detto una cosa poco fa ed è di vitale importanza che io sappia se è vero!

JUDY. Che cosa ti ha detto?

BILL. Lascia stare quello che mi ha detto lui. Dimmelo tu!

JUDY. Come faccio a dirti se quello che ti ha detto è vero se non so cosa ti ha detto?

BILL. Mi ha detto che...

JUDY. Si?

BILL. Mi ha detto che gli hai detto che è stato... un grande momento.

JUDY. Oh.

BILL. In effetti, probabilmente il più grande momento della tua vita.

JUDY. Capisco.

BILL. E' vero, Judy? Devo saperlo perché sto per compiere il passo più importante della mia vita.

JUDY. Beh, qualunque cosa sia stata, non può cambiare cambiare niente adesso, no?

BILL. Non lo so, ma... Cos'è successo esattamente? Dimmelo.

JUDY. Beh, sono arrivata in albergo piuttosto tardi e la festa era finita e tutti erano andati a casa. Le uniche persone rimaste erano un uomo molto ubriaco al bar, che cantava su uno sgabello davanti al bancone, e il portiere di notte che gli riempiva il bicchiere di brandy.

BILL. George?

JUDY. Bicchiere sul quale piangeva tra un verso e l'altro di "You give me fever". Stonando moltissimo.

BILL. Perché ero ancora al bar?

JUDY. George ha detto che ti aveva portato in camera tua, ma cinque minuti dopo eri tornato giù... o piuttosto eri caduto dalle scale... e avevi ordinato da bere perché non potevi assolutamente dormire date le circostanze.

BILL. Quali circostanze?

JUDY. Ha detto che tu avevi detto che avevi la testa in subbuglio perché non sapevi se stavi facendo la cosa giusta.

BILL. Quale cosa?

JUDY. Sposarti.

BILL. Ho detto questo?

JUDY. E' quello che ha detto George.

BILL. E tu cos'hai detto?

JUDY. Io mi sono seduta vicino a te, e ti ho detto che anche la mia testa era un po' in subbuglio e se potevo avere un brandy anch'io, così George ci ha lasciato la bottiglia di brandy ed è tornato alla sua scrivania.

BILL. Lo sapevo chi eri?

JUDY. No.

BILL. Perché no?

JUDY. Non volevo dirtelo per motivi miei.

BILL. Quali motivi?

JUDY. Perché non ero sicura se volevo venire al matrimonio o no.

BILL. Poi cos'è successo?

JUDY. Beh, tu mi hai aperto il tuo cuore e hai detto che non sapevi davvero se la ragazza che stavi per sposare era la donna giusta per te e che la sposavi solo perché tutti dicevano che era la ragazza giusta per te, e io ho aperto il mio cuore a te e ho detto che sapevo che l'uomo con cui stavo non era l'uomo giusto per me, ma che avevo accettato di stare con lui perché ero stanca di cercare l'uomo giusto per me - poi...

BILL. Poi cosa?

JUDY. Sei caduto dallo sgabello.

BILL. E poi?

JUDY. Hai battuto la testa, così ti ho raccolto e ti ho aiutato ad andare di sopra, nella tua stanza. Poi, visto che stavo cercando di tenerti in piedi fuori della tua porta e contemporaneamente di cercare la chiave, tu hai detto...

BILL. Che cosa?

JUDY. Hai detto che sapevi chi era la ragazza giusta per te.

BILL. Chi?

JUDY. Io. Beh, naturalmente lo sapevo che eri ubriaco, e che non parlavi sul serio, ma hai detto che c'era solo un mezzo per scoprire se parlavi sul serio ed era...

BILL. Quale?

JUDY. Baciarmi.

BILL. E allora?

JUDY. Allora mi hai baciato.

BILL. E?

JUDY. Beh, non so se a te abbia fatto capire niente, ma sicuramente ha fatto capire qualcosa a me.

BILL. Che cosa?

JUDY. Le ginocchia mi sono diventate più molli delle tue. In effetti, è sembrato che tu miracolosamente fossi diventato sobrio e all'improvviso mi sono trovata che mi stavi portando in braccio in camera da letto. E ho pensato che non avrei dovuto farlo, poi tu mi hai baciata ancora e ho pensato non posso fare a meno di farlo e poi tu hai cominciato a spogliarmi e io ho pensato che decisamente non avrei dovuto farlo e poi tu mi hai baciato in qualche altro posto e io ho pensato che avrei voluto farlo per sempre e poi... beh, sai il resto.

BILL. Oh Dio mio.

JUDY. Ti ricordi adesso?

BILL. Pensavo che fosse un sogno.

JUDY. Un sogno bellissimo.

BILL. Che facciamo adesso?

JUDY. Non c'è niente da fare. La tua fidanzata è di là che si sta preparando per il matrimonio e ci sono un centinaio di persone nella chiesta di fronte e di sotto stanno preparando i bicchieri di champagne e tu domattina partirai per la Jamaica e... (Scoppia a piangere.)

BILL. Judy, Judy...

JUDY. Oh, Bill... (Si abbracciano.)

BILL. Baciami.

JUDY. (Alzandosi.) Non dobbiamo.

BILL. (Alzandosi.) No.

JUDY. (Girandosi verso di lui.) Baciami. (Si baciano. Di là, Rachel esce dal bagno, avvolta in un accappatoio.)

RACHEL. Mamma? (Attraversa la stanza e va ad aprire la porta di comunicazione.) Mamma? (Bill istintivamente si mette in ginocchio dietro a Judy e striscia dietro il divano. Rachel entra e vede Judy.) Oh, sei ancora qui?

JUDY. Si.

RACHEL. Che ci fai con il mio abito da sposa?

JUDY. Lo sto provando.

RACHEL. Cosa?

JUDY. Ehm... tua madre mi ha chiesto di metterlo per sistemare l'orlo.

RACHEL. Oh.

JUDY. Vado, ehm... a togliermelo adesso. (Va verso la camera. Rachel la segue. Bill striscia freneticamente verso la porta del corridoio. Appena ci arriva, la apre e ci si nasconde dietro. Un furibondo Tom appare sulla porta con un grosso coltello da cucina.)

TOM. Rachel?

RACHEL. (Dalla camera da letto.) Tom? (Tom chiude la porta e avanza. Bill si è buttato di nuovo a quattro zampe, e striscia dietro al divano. Rachel torna dalla camera.)

TOM. Dov'è Judy?

JUDY. (Tornando anche lei.) Eccomi.

TOM. Voglio parlare con te!

RACHEL. (Guardando il coltello.) Dove l'hai preso quel coltello?

TOM. E' per tagliare la torta... ed altre cose.

JUDY. Tom, senti...

TOM. Mentre ero di sotto  cercando di impedire al padre di Rachel di cambiare tutta la disposizione dei tavoli, e di impedire al personale di licenziarsi in massa e di impedire al direttore di buttarci fuori tutti, ho incontrato una persona che conosci.

JUDY. Chi?

TOM. George.

JUDY. George?

TOM. Si, George.

JUDY. Il portiere di notte.

TOM. Perché a causa del casino che c'è di sotto, lo hanno svegliato e gli hanno chiesto di fare il portiere di giorno. Cosa che non lo ha messo di buon umore, lasciatelo dire.

JUDY. E allora?

TOM. Allora io e lui abbiamo fatto una chiacchierata su ieri sera e su quello che tu mi hai detto che è successo ieri sera e sull'altro uomo che  hai incontrato qui ieri sera e lui mi ha detto che, a parte Bill, non c'era nessun altro uomo qui ieri sera.

JUDY. Ah, si?

TOM. Quindi chi era l'altro uomo ieri sera? (Dietro le loro spalle Bill sta cercando di strisciare verso la porta.)

RACHEL. Tom, dobbiamo proprio parlare dei tuoi affari sentimentali in questo momento? Tu e Bill dovete essere in chiesa tra mezz'ora.

TOM. Scusami, Rachel, ma questa è una faccenda che devo chiarire. (A Judy.) Allora?

JUDY. Ehm... (Bill arriva alla porta. La apre di nuovo e scompare dietro di essa. Arriva Daphne.)

DAPHNE. (Sconvolta.) Oh, Rachel, che facciamo?

RACHEL. Che c'è adesso?

DAPHNE. Di sotto è un manicomio! Tuo padre sta urlando contro tutti come un matto, il personale è tutto in sciopero e il direttore si sta strappando i capelli! Che è successo al nostro matrimonio perfetto?

RACHEL. (Con decisione.) Tom, non m'importa cosa sta succedendo alla tua storia d'amore in questo momento. Questo è il giorno del mio matrimonio e tu sei il testimone ed è una tua responsabilità! Fai qualcosa!

TOM. (Riluttante.) Va bene.

RACHEL. E metti via quel coltello quando sei di sotto. Vorremmo tagliare la torta, se ci arriveremo mai!

TOM. Va bene. (Bill è strisciato in camera passando dietro a tutti loro. Una volta in camera va verso la porta che dà sul corridoio. Tom va alla porta del soggiorno. Daphne è andata alla finestra. Rachel e Judy vanno verso la camera da letto.)

DAPHNE. Oh, guarda - tutti gli invitati stanno entrando in chiesa. Non ce la faremo mai ad essere pronti! (Bill è arrivato alla porta proprio mentre si apre e di nuovo scompare dietro di essa. Entra Julie. Rachel e Judy entrano in camera. Tom ha lasciato il soggiorno.)

JULIE. Ah.

RACHEL. Cosa vuoi tu?

JULIE. Il direttore dell'albergo, Monsieur Dupont, mi ha mandato a dirvi che qualcuno deve andare a prendere il padre della sposa altrimenti tutto il personale si licenzierà!

RACHEL. Lo sappiamo già.

JULIE. Vi sto solo riferendo il messaggio.

RACHEL. Perché che lo riferisci tu?

JULIE. Beh, perché...

RACHEL. Monsieur Dupont non dovrebbe coinvolgere gli invitati in tutto ciò.

JULIE. E' a corto di personale.

RACHEL. Oh, questo è troppo! Dov'é Bill? Se fosse pronto potrebbe occuparsene lui. (Bill finalmente è riuscito a passare la soglia ed ora è lì in piedi come se fosse appena entrato.)

BILL. Eccomi. Qualcuno mi voleva?

RACHEL. Bill! Che stai facendo? Sei vestito solo a metà!

BILL. Potrei dire lo stesso di te, tesoro.

RACHEL. Sono pronta, devo solo mettermi il vestito. L'unica cosa per cui sembri pronto tu è una festa di barboni!

BILL. Beh, io ehm... (Tom arriva dietro di lui dal corridoio.)

TOM. Aha! Mi sembrava che eri tu!

BILL. Oh Dio!

RACHEL. Non dovevi essere di sotto!

TOM. Si, si. Ma mi serve l'aiuto di Bill.

RACHEL. Beh, portatelo via! Portati via tutti! Voglio vestirmi!

TOM. Va bene. (A Bill e Julie.) Tu e tu - di là. (Li spinge in soggiorno, brandendo il coltello. Chiude la porta dietro di sé.)

RACHEL. Grazie a Dio. (A Judy.) Posso avere il mio vestito, per favore.

JUDY. Si. (Comincia a toglierselo con l'aiuto di Daphne.)

TOM. (Nell'altra stanza.) Adesso- andiamo in fondo a questa storia!

BILL. (Guardando il coltello.) A che ti serve quello?

TOM. Te l'ho detto a che serve.

BILL. Non dicevi sul serio!

JULIE. A che serve?

TOM. Fatti gli affari tuoi!

JULIE. Ooo! Non ho mai incontrato gente così maleducata in vita mia!

TOM. Senti, i tuoi servizi non ci servono più. Vai a rifare i letti o quello che ti pare!

JULIE. Fantastico! Beh, se la cosa vi interessa non ci sono altri letti da rifare.

TOM. Si, ci sono - c'è la camera di là. (Indica oltre il corridoio.)

JULIE. No. Non ci ha dormito nessuno in quella camera.

BILL. Julie...

TOM. Si, ci hanno dormito - ci ha dormito Judy.

JULIE. Lo so quali camere sono state usate e quali non sono state usate. (Va alla porta.)

TOM. Come?

BILL. (Disperato.) Julie...

JULIE. (Intenzionalmente.) Questa è stata usata e quella no! (Esce. Silenzio mortale.)

TOM. (Minaccioso.) Che significa questo?

BILL. Senti, Tom...

TOM. Penso che finalmente comincio a capire.

BILL. No, non credo.

TOM. (Avanzando lentamente con il coltello.) Judy si è innamorata di un altro...

BILL. (Indietreggiando.) Un altro da qualche altra parte.

TOM. Non c'era nessun altro tranne te....

BILL. E io sto per sposarmi con Rachel.

TOM. Hai passato la notte con una ragazza che non avevi mai visto...

BILL. Una squillo che se n'è andata...

TOM. (Sempre avanzando.) Judy ha passato la notte in un letto che non è quello di là...

BILL. Non in questo, te lo giuro... te lo giuro...

TOM. (Fermandosi.) Allora dimmi una cosa.

BILL. Che cosa?

TOM. Come te lo sei fatto quel bernoccolo in testa?

BILL. (Confuso.) Il bernoccolo?

TOM. Si.

BILL. Sono caduto dallo sgabello al bar. (Con un urlo di rabbia, Tom si scaglia contro di lui con il coltello.) No - no - per favore... (Tom lo rincorre intorno al divano.)

TOM. Te le taglio! Giuro - che te le taglio! (Bill va verso la porta di comunicazione e scappa. Le ragazze sono tutte e due vestite a metà.)

RACHEL E JUDY. (Insieme.) Ti dispiace!

BILL. Scusate, ehm... (Tom entra come una furia con un altro urlo. Bill corre fuori dalla porta sul corridoio.)

RACHEL E JUDY. (Insieme.) Ti dispiace!

TOM. Scusate, io... (Vedendo Judy.) Tu! Tu... tu... traditrice! (Judy afferra le sue cose e va verso il bagno.)

JUDY. Mi vesto di là. (Scompare in bagno.)

RACHEL. Tom! Che diavolo c'è adesso!

TOM. Gli distruggerò ogni possibilità di sposarsi per sempre - ecco che c'è!

RACHEL. Perché?

DAPHNE. Cos'ha fatto?

TOM. E' proprio il caso di chiederlo!

RACHEL. Te lo sto chiedendo!

DAPHNE. E anch'io.

TOM. Non ho tempo adesso - ve lo dirò dopo! (Corre alla porta, poi si ferma.) No. Ve lo dico adesso!

RACHEL. Cosa?

DAPHNE. Si, cosa?

TOM. Avete il diritto di saperlo anche voi.

RACHEL. Di sapere cosa?

DAPHNE. Di sapere cosa?

TOM. Mi dispiace, Daphne. Ma ho una brutta notizia per Rachel.

DAPHNE. Che cosa?

RACHEL. Si, che cosa?

TOM. Penso che è meglio che ti siedi.

RACHEL. (Arrabbiata.) Sto bene così. Allora, cos'è?

DAPHNE. (Sulle spine.) Si, che cos'è??

TOM. Il tuo fidanzato - che tu pensavi avesse dormito tutto solo nella camera di là ieri notte - mentre io dormivo qui con la mia ragazza - e che io pensavo avesse dormito tutto solo di là ieri notte - finché non sono arrivato qui stamattina - perché in realtà non avevo dormito qui ieri notte - e che ho scoperto che non aveva dormito affatto solo ieri notte - in realtà ha dormito qui con la mia ragazza ieri notte - con la quale io avrei dovuto dormire ieri notte! (Pausa.)

RACHEL. Cosa?

DAPHNE. Cosa?

TOM. E' proprio così.

RACHEL. Bill ha dormito qui ieri notte?

TOM. Si.

RACHEL. Con la tua ragazza?

TOM. Si.

RACHEL. Nello stesso letto?

TOM. Si.

DAPHNE. Quale ragazza?

TOM. (Indicando il bagno.) La mia ragazza. Judy.

RACHEL. Quella è Julie.

TOM. Quella è... Ah, si. Le confondo.

RACHEL. Quindi di quale parli in realtà - Julie o Judy?

TOM. In realtà parlo di Judy!

RACHEL. Bill ha dormito qui - con Judy - ieri notte?

TOM. Esatto. Adesso, se volete scusarmi, voi dovete andare ad un matrimonio e io devo tagliare delle palle. (Corre fuori dalla porta inseguendo Bill. Pausa. Le due donne si guardano.)

RACHEL. (Scoppiando a piangere.) Mamma!

DAPHNE. (Abbracciandola.) Su, tesoro, su.

RACHEL. Lo sapevo che c'era qualcosa che non andava!

DAPHNE. Non importa.

RACHEL. Come ha potuto farmi questo?

DAPHNE. Gli uomini! Sono tutti uguali.

RACHEL. Che faccio adesso?

DAPHNE. Non lo so.

RACHEL. Ci stanno aspettando tutti in chiesa!

DAPHNE. C'è qualcun altro che vorresti sposare? (Rachel scoppia a piangere di nuovo. Julie entra dal corridoio.)

JULIE. Mi dispiace disturbarti ancora, ma Monsieur Dupont dice che se non fai uscire tuo padre dall'albergo e se non sistemi la disposizione dei posti a tavola e se non fai smettere il testimone di correre di qua e di là con un coltello da cucina, annullerà il ricevimento e dovrete farlo sul prato. (Pausa. Le altre due la guardano fisso. Julie strascica i piedi imbarazzata.) Ehm... è quello che mi ha detto di riferirti e io te l'ho riferito.

RACHEL. (Pericolosa.) Tu sei Judy, vero?

JULIE. (Preoccupata.) Si?

RACHEL. Lo saprai se sei Judy o no?

JULIE. Si, sono Judy.

RACHEL. Ti dispiace lasciarci sole, mamma? Vorrei scambiare due parole con Judy in privato.

DAPHNE. Non farai niente di sconsiderato, vero, cara?

RACHEL. Non ti preoccupare. Vai a calmare papà e non farlo salire qui, per nessun motivo. Ho già abbastanza da fare.

DAPHNE. Va bene, tesoro. (Mentre Daphne esce, Bill entra dalla stanza accanto, ancora più in disordine di prima. Tutte e due le porte si chiudono insieme. Rachel si gira minacciosamente verso Julie.)

RACHEL. Bene.

JULIE. Che voleva dire con - niente di sconsiderato?

RACHEL. Adesso tutto ha un senso.

JULIE. Cosa?

RACHEL. Avevi intenzione di rovinare il mio matrimonio fin dall'inizio!

JULIE. Io? Io ho cercato di salvarlo il tuo matrimonio!

RACHEL. Hai un strano modo di dimostrarlo!

JULIE. Beh, è un matrimonio abbastanza strano.

RACHEL. Come osi! Chi sei tu per giudicare i miei rapporti personali! Ma adesso so il perché.

JULIE. Perché?

RACHEL. Per gelosia!

JULIE. Eh?

RACHEL. Lo vuoi tu!

JULIE. Chi? Di che stai parlando?

RACHEL. Di Bill - ecco di che sto parlando.

JULIE. Bill?

RACHEL. Si.

JULIE. Che ha fatto Bill?

RACHEL. Non hai affatto passato la notte con Tom, vero?

JULIE. Beh, io ehm...

RACHEL. L'hai passata con Bill!

JULIE. Si?

RACHEL. Che coraggio! La notte prima del mio matrimonio!

JULIE. Pensavo di averla passata con Tom.

RACHEL. Vuoi dire che non sai con chi l'hai passata?

JULIE. Beh, per lo meno avrei dovuto passarla con lui.

RACHEL. E' stato così o no?

JULIE. No.

RACHEL. Ecco, vedi!

JULIE. Ma solo perché non l'ho passata con Tom non significa che l'ho passata con Bill!

RACHEL. Tom dice di si.

JULIE. Tom?

RACHEL. Si.

JULIE. Quando?

RACHEL. Un momento fa.

JULIE. Un momento fa?

RACHEL. Smettila di ripetere tutto quello che dico!

JULIE. Cosa ha detto di preciso?

RACHEL. Ha detto che doveva stare qui con Judy mentre Bill era di là con nessuno, ma ha scoperto che Bill era qui con qualcuno mentre lui era da qualche altra parte con nessuno e quando è arrivato qui ha scoperto che il qualcuno che era con Bill era Judy.

JUDY. Ah - ci sono arrivata adesso!

RACHEL. No, ci sei arrivata ieri notte. (Avanza con le forbici.) E farò in modo che non ci arrivi più!

JULIE. No, no! (Indietreggiando.) Senti, hai sbagliato tutto.

RACHEL. (Avanzando.) Oh, no.

JULIE. Per favore - fammi spiegare!

RACHEL. (Fermandosi.) Va bene - spiega.

JULIE. Vedi, è successo questo... (Pausa.) E' troppo complicato. (Corre verso la porta di comunicazione con Rachel all'inseguimento. La attraversano e si ritrovano faccia a faccia con Bill.)

BILL. Ah.

JULIE. (Mettendosi dietro a lui.) Eccolo - chiedilo a lui!

RACHEL. Molto bene. Bill?

BILL. (Preoccupato.) Si?

RACHEL. Lo sai che capisco sempre quando menti, vero, Bill?

BILL. Si, tesoro.

RACHEL. Guardami negli occhi e rispondi a questa domanda.

BILL. Quale?

RACHEL. (Fissandosi.) Perché sono così rossi?

BILL. I tuoi occhi?

RACHEL. I tuoi!

BILL. E' questa la domanda?

RACHEL. No! La domanda è - hai passato la notte scorsa con questa donna?

BILL. Con questa donna?

RACHEL. Si.

BILL. Assolutamente no.

JULIE. Pfiuuu!

RACHEL. Me lo giuri?

BILL. Sul mio onore.

JULIE. Ecco, vedi.

RACHEL. (Sconcertata.) Beh, non capisco. In questo caso perché Tom avrebbe detto una cosa del genere?

BILL. Come hai potuto pensare una cosa del genere?

RACHEL. Perché me l'ha detto Tom.

BILL. Come ha potuto dire una cosa del genere Tom?

RACHEL. E' quello che vorrei sapere.

JULIE. (A Bill.) E' quello che vorremmo sapere tutti.

BILL. Shh!

RACHEL. (Camminando avanti e indietro.) Perché, la mattina del mio matrimonio, Tom dovrebbe dire una cosa così orribile sul suo migliore amico?

JULIE. E' sconvolto.

RACHEL. Perché?

JULIE. Perché l'ho lasciato.

RACHEL. Potrebbe essere... ma l'altra?

BILL. Quale altra?

RACHEL. L'altra ragazza?

BILL. Uhm... (Indicando Julie.) Lei non dovrebbe sapere dell'altra.

RACHEL. Perché no? Ormai l'ha lasciato.

JULIE. Non c'è problema, so dell'altra.

RACHEL. Lo sai?

BILL. Lo sai?

JULIE. Si. E' per questo che l'ho lasciato.

RACHEL. Ah, allora è tutto a posto. Beh, e lei che fine ha fatto?

JULIE. L'ha lasciato anche lei.

RACHEL. Si?

JULIE. (A Bill.) No?

BILL. Si.

JULIE. Ed è per questo che è sconvolto.

RACHEL. Capisco.

JULIE. Bene, allora. Se questo è tutto, io andrei e vi lascerei continuare con il vostro matrimonio... se siete sicuri che andate abbastanza d'accordo da volervi sposare. (Sorride allegra e se ne va.)

RACHEL. Che voleva dire?

BILL. Non ne ho la più pallida idea.

RACHEL. Tu vuoi sposarti, vero, Bill?

BILL. Certo.

RACHEL. Devo dire che non sembrerebbe.

BILL. No?

RACHEL. (Guardando l'orologio.) Manca meno di un quarto d'ora, (Guarda fuori dalla finestra.) si stanno tutti ammassando in chiesa, siamo tutti vestiti per l'occasione... e guarda te, vestito a metà, non ti sei ancora neanche fatto la barba e sembra che stai per andare sul patibolo!

BILL. Sono i nervi.

RACHEL. I nervi?

BILL. Tutti gli uomini sono nervosi il giorno del matrimonio.

RACHEL. I tuoi nervi assomigliano a un esaurimento nervoso. Non sto per sposare uno smidollato, vero Bill?

BILL. Uno smidollato?

RACHEL. Non mi sto legando a un uomo che non è capace di affrontare la tensione?

BILL. (Debolmente.) No, certo.

RACHEL. Detesterei pensare di essere io la persona forte nel matrimonio.

BILL. Lo detesterei anch'io.

RACHEL. Come?

BILL. Voglio dire che detesterei sentirmi la parte debole.

RACHEL. Bene - allora provami che non sei debole essendo abbastanza forte da entrare in chiesa tutto d'un pezzo.

BILL. Va bene.

RACHEL. Puoi baciarmi per l'ultima volta come fidanzata. (Lui va a baciarla.) Ma non rovinarmi il trucco. (Lui la bacia sulla guancia. Lei va in camera proprio mentre Judy esce dal bagno, completamente vestita. Bill va a guardare sconsolatamente dalla finestra.)

BILL. Oh, Dio!

RACHEL. (A Judy.) Oh. Sei ancora qui.

JUDY. Sto andando via. Torno a Londra.

RACHEL. Probabilmente è la cosa più saggia da fare.

JUDY. Mi dispiace aver dato tanto disturbo.

RACHEL. Mi dispiace che questo fine settimana non sia andato come ti aspettavi.

JUDY. Anche a me.

RACHEL. Saluta Bill. E' di là.

JUDY. Ehm... si. (Va in soggiorno. Rachel si siede alla toletta per finire di sistemarsi i capelli.) Addio, Bill.

BILL. (Girandosi.) Judy.

JUDY. Sto andando via.

BILL. Dove?

JUDY. Torno a Londra.

BILL. Oh, Judy.

JUDY. Mi dispiace che non ci siamo conosciuti un anno fa.

BILL. Anche a me.

JUDY. Non dimenticherò mai la notte scorsa.

BILL. Neanch'io.

JUDY. Sono sicura che sarai molto felice.

BILL. (Con grande tristezza.) Anch'io.

JUDY. (Porgendogli la mano.) Addio.

BILL. (Prendendo la mano di lei.) Addio. (Rimangono esitanti, con le mani unite. Non possono trattenersi dal baciarsi. Mentre sono abbracciati entra Tom senza il coltello.)

TOM. Aha!

BILL. Oh, Dio mio!

TOM. Lo sapevo!

BILL. Tom, senti...

JUDY. Stavo andando via.

BILL. Stava andando via.

TOM. Dove? A letto un'altra volta? (Si slancia verso Bill.) Ti ammazzo!

BILL. (Schivandolo.) No, Tom, no...

JUDY. No, no... (Tom lo afferra e comincia a strangolarlo sul divano. Rachel sente il rumore ed entra da una porta mentre una ansante Daphne, con il vestito e il cappello tutti storti, entra dall'altra.) Smettetela!

RACHEL. Smettetela!

DAPHNE. Smettetela!

TOM. (Sempre strangolando Bill.) La smetterò quando avrà smesso di respirare!

BILL. Ggggg! (Entra Julie.)

JULIE. Smettetela! (Il direttore dell'albergo, Monsieur Dupont, entra. E' rotondo, francese e focoso.)

DUPONT. (Parla con accento francese. A voce molto alta.) SMETTETELA! (Fuori di sé.) Basta! Quando è troppo è troppo! E' la fine! Non ho mai incontrato gente del genere. Avete demolito tutto l'albergo con questo matrimonio! Ieri sera c'erano ubriachi che cantavano al bar, ubriachi che cadevano dagli sgabelli, ubriachi che cadevano dalle scale! Stamattina ci sono pazzi che urlano nella hall, pazzi che urlano nel ristorante, pazzi che urlano nelle camere! Gente che corre dietro a altra gente nei corridoi, gente che ammazza altra gente con coltelli da cucina, gente che picchia altra gente sui mobili!

DAPHNE. Per favore, Monsieur Dupont...

DUPONT. (All'attacco.) La mia receptionist si è licenziata perché ha detto che le camere sono tutte mischiate, il mio capo cameriere si è licenziato perché ha detto che i tavoli sono tutti mischiati, il mio chef si è licenziato perché ha detto che il menu è tutto mischiato e il mio portiere di notte si è licenziato perché ha detto che le sue squillo sono tutte mischiate! Beh, adesso mi licenzio io perché la pressione mi si è tutta mischiata! Andate a sposarvi da qualche altra parte. Non lo farete nel mio albergo!

DAPHNE. Oh, Monsieur Dupont, per favore! E' solo un piccolo bisticcio in famiglia.

DUPONT. Un bisticcio in famiglia! Se questo è quello che fa la famiglia prima del matrimonio, che succederà al ricevimento? L'olocausto nucleare? Basta! Fuori! (Tiene aperta la porta.) Adesso!

RACHEL. Non può buttarci fuori adesso, Monsieur  Dupont. La cerimonia sta per cominciare!

DUPONT. Come può iniziare? Ma guardatevi! (Indica Bill.) Lo sposo sembra uscito da una partita di rugby. (Indica Tom.) Il testimone sembra uscito dal manicomio! (Indica Daphne.) La madre della sposa sembra uscita da una pantomima! (Indica di sotto.) E il padre della sposa sembra uscito dallo zoo!

DAPHNE. Come osa!

DUPONT. L'ho mandato via dall'albergo con ordini di non farlo più rientrare.

DAPHNE. (Andando verso la finestra.) Oh, povero Gerald!

DUPONT. E per quanto riguarda tutte queste altre persone... (Vede Judy.) Chi è lei?

JUDY. Ehm...

RACHEL. La ragazza del testimone.

DUPONT. Ah! La squillo.

JUDY. Non sono una squillo!

DUPONT. Che altro tipo di donna è una come te? So tutto di te! Sei venuta qui per andare a letto con quest'uomo, (Indica Tom.) sei andata in giro per tutto l'albergo cercando un uomo qualsiasi, sei finita a letto con quest'uomo! (Indica Bill.)

BILL. No...

JUDY. No...

TOM. Vedi - lo sa perfino lui!

DUPONT. E per finire, mi portate le squillo in albergo! Questa è la goccia che fa traboccare il vaso!

RACHEL. No - ha sbagliato tutto, Monsieur Dupont.

DUPONT. Ma'mselle, mi dispiace molto per lei, ma quello che è, è! Il testimone sa quello che è successo. Il portiere di notte sa che cosa è successo. La cameriera sa che cosa è successo. Tutti sanno che cosa è successo!

RACHEL. La cameriera? Quale cameriera?

BILL. Oh Dio!

DUPONT. (Indica Julie.) Questa cameriera!

RACHEL. Quella non è una cameriera.

DUPONT. Certo che è una cameriera!

RACHEL. Quella è la ragazza del testimone.

DUPONT. (Indicando Judy.) Quella è la ragazza del testimone.

RACHEL. (Indicando Julie.) Quella è l'altra ragazza del testimone.

DUPONT. (A Julie.) Sei l'altra ragazza del testimone?

JULIE. Ehm... Ero l'altra ragazza del testimone.

DUPONT. Beh, che sia l'altra ragazza del testimone o no, è pur sempre la cameriera e lei dovrebbe saperlo se questa ragazza ha dormito con lo sposo o no!

BILL. Oh Dio!

RACHEL. (A Julie.) Judy - è vero? Sei una cameriera?

JULIE. Ehm...

DUPONT. No - Judy, è sbagliato. Julie è il nome giusto, è una cameriera.

RACHEL. No, si sbaglia. (Indicando Judy.) Lei è Julie. (Indicando Julie.) Lei è Judy.

DUPONT. (Apoplettico.) Mi sta dicendo che non conosco le mie cameriere? Questa è Julie!

RACHEL. (A Julie.) Sei Julie o Judy?

JULIE. Ehm...

RACHEL. Allora?

JULIE. Julie.

RACHEL. (A Judy.) Sei Judy o Julie?

JUDY. Ehm...

RACHEL. Allora?

JUDY. Judy.

DUPONT. Bene. Adesso che tutti sanno come si chiamano tutte le ragazze del testimone, per favore, andatevene dal mio albergo.

RACHEL. No, non ce ne andiamo.

DUPONT. (Offesissimo.) Cosa??

RACHEL. Non finché non avrò saputo cos' è successo qui.

BILL. Oh Dio!

TOM. Era ora.

JULIE. Udite, udite.

DAPHNE. (Alla finestra.) Non è il momento, Rachel. Il matrimonio sta per cominciare. Tuo padre è sulla porta della chiesa e sta urlando contro il parroco!

RACHEL. Il matrimonio dovrà aspettare. Non entrerò in chiesa finché non sarò arrivata fino in fondo a questa faccenda.

DUPONT. Beh, trovi il fondo fuori di qui, per favore. Il mio albergo ha toccato il fondo più che abbastanza!

RACHEL. Andremo fino in fondo qui, Monsieur Dupont. Siamo più di voi, quindi a meno che lei non voglia provocare altri disordini nei corridoi, le suggerisco di stare zitto finché non ho finito.

DUPONT. Questo è un oltraggio!

RACHEL. Si, forse. Bill!

BILL. Oh Dio!

RACHEL. Lo sai che capisco sempre quando menti, vero?

BILL. Si, Rachel.

RACHEL. (Lentamente e deliberatamente.) Che cosa... è successo... esattamente... qui ieri notte? (Pausa. Tutti sono sulle spine.)

BILL. (Facendo un profondo sospiro.) Beh... quello che è successo è che io mi sono ubriacato molto alla mia festa di addio al celibato e dopo che è finita, stavo bevendo l'ultimo bicchierino e stavo cantando "You give me fever" a George al bar, quando è arrivata Judy che cercava qualcuno con cui aveva litigato e mentre cercavo di capire chi stava cercando sono caduto dallo sgabello del bar e ho battuto la testa.

DUPONT. Fin qui mi sembra esatto!

RACHEL. Zitto per favore!

BILL. Così Judy ha dovuto aiutarmi a portarmi in camera e io ero così ubriaco che non riuscivo a ricordarmi qual era la mia camera e Judy era delusa perché non riusciva a trovare la persona con cui aveva litigato, così alla fine io sono andato a letto in quella stanza (Indica l'altra stanza.) e Judy è andata a letto in quella stanza (Indica oltre il corridoio.)

JUDY. Si, fin qui è esatto.

RACHEL. Zitta per favore!

BILL. Ma poi la mattina, quando mi sono svegliato, mi sono accorto che non dovevo stare in quella camera, così sono andato in quell'altra e ci ho trovato Judy e siccome mi ero ubriacato tanto non riuscivo a ricordarmi che ci faceva lei in quella stanza e, siccome non volevo che Rachel arrivasse e trovasse lei in quella stanza, l'ho portata a vestirsi in quella stanza. Ma poi Tom è arrivato e io gli ho raccontato di questa strana ragazza nella stanza, poi è arrivata anche Rachel  mentre lei era ancora in quella stanza, così ho chiesto a Tom di dire che la ragazza in quella stanza era la sua ragazza, in modo che Rachel non pensasse che era la mia ragazza. Ma poi Tom è andato nell'altra stanza e per caso ha incontrato Julie, che era venuta a rifare quella camera e ha pensato che Julie fosse la ragazza di cui parlavo e l'ha presentata a Rachel come Judy, la sua ragazza.

TOM. Si, fin qui è esatto.

RACHEL. Zitto!

BILL. Ma poi è arrivata la vera Judy, così, siccome Tom aveva già una ragazza, ho dovuto presentarla a Rachel come Julie, la cameriera. Ma poi Rachel ha scoperto che non era la cameriera, così abbiamo dovuto dire che era l'altra ragazza di Tom che si chiamava Julie e che Tom non sapeva se voleva Julie o Judy. Intanto, visto quello che Tom aveva detto a Julie, Julie è saltata alla conclusione che avevo passato la notte in quella stanza con Judy, che poi ha scoperto essere la ragazza di Tom.

JULIE. Fin qui è esatto. (Rachel si limita a guardarla.)

BILL. Perciò è per questo che lei ha pensato che Rachel ed io non dovevamo sposarci ed è per questo che ha detto a Tom che avevo passato la notte con la sua ragazza ed è per questo che Tom mi ha inseguito con un coltello ed è per questo che non ho ancora avuto tempo di farmi la barba. (Pausa.)

RACHEL. Capisco.

BILL. Si?

RACHEL. Penso di si.

BILL. Grazie a Dio!

RACHEL. Hai capito, mamma?

DAPHNE. Credo di si.

RACHEL. Ha capito, Monsieur Dupont?

DUPONT. Penso di si.

RACHEL. Hai capito, Tom?

TOM. Penso di si.

RACHEL. Grazie a Dio!

TOM. Tranne per una cosa.

RACHEL. Cosa?

DUPONT. Cosa?

BILL. Cosa?

TOM. Se non hai passato la notte con Judy...

BILL. Si?

TOM. E non hai passato la notte con Julie...

JULIE. Si?

TOM. E non hai passato la notte con una squillo?

RACHEL. Si?

TOM. Con chi hai passato la notte?

BILL. Che vuoi dire?

RACHEL. Si, che vuoi dire?

TOM. Voglio dire che se, quando sono arrivato qui, Judy stava dormendo nell'altra stanza, e Julie stava rifacendo una stanza diversa, chi è la ragazza con cui hai detto di aver passato la notte in quella stanza?

RACHEL. Ha detto che aveva passato la notte con qualcuno?

TOM. Si.

RACHEL. (A Bill.) Hai detto che avevi passato la notte con qualcuno?

BILL. Pensavo di aver passato la notte con qualcuno.

RACHEL. Pensavi?

BILL. E' stato un sogno. Ero ubriaco.

RACHEL. Ah.

TOM. Un sogno?

BILL. Si.

TOM. Allora chi c'era in bagno?

RACHEL. In bagno?

TOM. Si.

RACHEL. C'era qualcuno in bagno?

TOM. Assolutamente si.

RACHEL. Come lo sai?

TOM. La porta era chiusa a chiave.

RACHEL. La porta era chiusa a chiave?

TOM. Si.

RACHEL. (A Bill.) Perché la porta era chiusa a chiave?

BILL. L'avevo chiusa io.

RACHEL. L'avevi chiusa tu?

TOM. L'avevi chiusa tu?

BILL. Si.

TOM. Dall'interno!

BILL. Si. L'avevo chiusa dall'interno, poi la serratura si è incastrata e non riuscivo più ad aprirla, così mi sono arrampicato fuori da quella finestra e sono rientrato da questa.

TOM. Perché non me l'hai detto?

BILL. Mi ero dimenticato che era successo.

TOM. Te l'eri dimenticato!

BILL. E' stata la botta in testa.

TOM. Allora se è così, ed è stato un sogno e non c'era nessuna squillo, e non c'era nessuno in quel bagno...

BILL. Si?

TOM. Perché stavi baciando Judy un attimo fa?

RACHEL. Baciando Judy?

TOM. Si!

BILL. Non è vero.

TOM. Vi ho visto!

BILL. Era lei che stava baciando me.

TOM. Perché?

RACHEL. Si, perché?

BILL. Per farmi passare il mal di testa.

TOM. Io non credo neanche a una parola!

JULIE. Io non credo neanche una parola!

DUPONT. Io non credo neanche una parola! (La campana della chiesa suona una sola volta.)

DAPHNE. Oh no! La cerimonia comincia! E guardaci!

RACHEL. (A Tom.) E' tutta colpa tua, Tom!

TOM. Colpa mia?

RACHEL. Non avresti dovuto permettergli di ubriacarsi così tanto ieri sera.

TOM. Non è colpa mia. (Indicando Julie.) E' tutta colpa sua!

JULIE. Colpa mia?

TOM. Avresti dovuto dirmi chi eri stamattina!

JULIE. Non è colpa mia. E' tutta colpa di George, per aver fatto dormire qui tutta quella gente ieri notte.

DUPONT. Non è colpa di George. E' tutta colpa vostra perché non sapete con chi volete andare a letto!

DAPHNE. Non è colpa nostra. E' colpa vostra per non aver riparato bene la serratura dei bagni!

RACHEL. Giusto!

DUPONT. Oh, adesso è colpa mia! Fantastico! Mi avete completamente devastato l'albergo ed è colpa mia! Bene, basta! E' finita! (Spinge Tom.) Fuori! Tutti fuori!

TOM. Ehi, che spinge?

DUPONT. (Spingendo anche Daphne.) Andate tutti fuori dal mio albergo o chiamo la polizia!

DAPHNE. Non mi spinga! (Tom e Daphne lottano con Dupont. Bill attrae l'attenzione di Judy e passando dietro agli altri, vanno verso la porta di comunicazione.)

DUPONT. (Spingendo.) Fuori! Fuori!

TOM. (Facendo resistenza.) Grrrrrr!

JULIE. Ehi - non picchiare il signor Dupont! (Percuote Tom.)

DUPONT. Fuori! Fuori!

RACHEL. Ehi, non far male al nostro testimone! (Percuote Julie.)

DUPONT. Fuori! (Spinge Rachel.)

DAPHNE. Ehi, non faccia male a mia figlia! (Percuote Dupont con la borsa. Tutti e cinque si stanno picchiando in massa al centro del soggiorno. Bill e Judy sgattaiolano in camera da letto e chiudono la porta di comunicazione. Bill tira fuori dalla tasca interna i biglietti aerei.)

BILL. Ti andrebbe una vacanza in Jamaica?

JUDY. Si, grazie! (Escono dalla camera, mentre il parapiglia nell'altra stanza diventa una rissa e le campane della chiesa si mettono a suonare con uno scampanio impaziente.)

FINE