Il mio amico Sherlock

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commedia in tre atti

di Paolo Starvaggi

PERSONAGGI

Sherlock Holmes, il piccolo investigatore

Sarah Watson, la sua amica-assistente

Le ragazzine del collegio St. Patrick: Angelica

Emily

Grace

Nicole

Juliet

Victoria

Moriarty, il piccolo “capobanda”

Gli scagnozzi di Moriarty: Plump

Wally

Debbie, la figlia della direttrice del collegio

Bobby, suo fratello


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PRIMO ATTO

Scena 1: LO STANZONE DELLE BAMBINE

Londra, 1881. Siamo nello stanzone da letto in cui dorme un gruppo di bambine del collegio St. Patrick: letti, comodini, un paio di armadi. In scena, anche un moggio con una candela accesa: idealmente, l’unica luce che illumina la stanza (alla quale ovviamente vanno aggiunte le luci di scena, tenute però molto fioche). È sera tardi. In scena troviamo una bambina: Sarah Watson. Indossa una camicia da notte e sta scrivendo.

WATSON (mentre scrive, sentiamo la voce del suo pensiero) Londra, 4 giugno 1881. Caro diario, anche quest’anno sta per arrivare l’estate. E con lei, gli esami finali della scuola. L’avvenimento, qui nella nostra stanza, sembra interessare solo me. E dire che i miei voti sono tutt’altro che scarsi. Anzi, non mi posso proprio lamentare. Però, chissà perché, quando arriva il tempo degli esami, mi prende una fifa boia. Come invidio le altre, che hanno altro a cui pensare!

GRACE (entra, in camicia da notte, con lo sguardo sognante. Va a sedersi sul suo letto)

WATSON (c.s.) Grace ha occhi, cuore e cervello, se così lo possiamo chiamare, solo per quelli della sezione maschile del collegio. Come si dice… sente la primavera! Buon Cielo, a dir la verità lei sente pure l’autunno, l’inverno, l’estate e le mezze stagioni.

VICTORIA (entra, in camicia da notte, mimando alcune mosse di tennis. Va poi a sedersi sul suo letto)

WATSON (c.s.) Victoria, poi, riserva pochissime energie per lo studio: passa tutti i pomeriggi al club del tennis. E così la scorsa settimana all’interrogazione di geografia non ha saputo dire neanche la capitale della Scozia. Risultato finale: 6-0 6-0 per il professore.

NICOLE (entra, in camicia da notte e va a sedersi sul suo letto, con aria tranquilla)

WATSON (c.s.) Nicole, invece, può stare tranquilla. Non tanto perché ha studiato, ma per il fatto di essere la celebrità del nostro stanzone. Suo padre, infatti, è il famoso ispettore Lestrade, il capo di Scotland Yard. E lei ne approfitta: “se non mi promuovete”, ha detto ai professori, “arriva il mio papà e vi arresta tutti!”.

EMILY (entra, in camicia da notte. Indossa pure un cappellino a fiori. Va a sedersi sul suo letto)

WATSON (c.s.) Neanche Emily pensa agli esami: lei pensa ad altro. A cosa, di preciso, nessuno lo sa.

Ha sempre la testa fra le nuvole. Fa e dice cose senza senso.

GRACE (si avvicina a Emily) Emily?

EMILY Sì, Grace?

GRACE Togliti quel cappellino: è notte.

EMILY Come? Oh, sì, grazie. Allora lo tolgo. Beh, speriamo allora non ci sia un sole troppo forte, stanotte.

GRACE (imbarazzata) Eh già…

WATSON (c.s.) Emily qualche volta ti mette un pochino in imbarazzo, ma è tanto tenera: come si può non volerle bene?

JULIET (entra, in camicia da notte, con un pettine in mano. Si siede al posto e comincia a pettinarsi)

ANGELICA (entrata a ruota di Juliet, la interrompe subito. Le fa segno di darle il pettine)

JULIET (le consegna arrendevolmente il pettine)

ANGELICA (si pettina)

WATSON (c.s.) La povera Juliet, invece, pensa alle torture che deve subire da quella aguzzina di Angelica. Juliet è…. aspetta, com’era quella parola che aveva detto l’altro giorno il professore di


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grammatica? Ah, sì! Succube! Angelica tratta Juliet come fosse una marionetta nelle sue mani, ma in fondo non è cattiva: è diabolica!

NICOLE Angelica, ma non puoi usare il tuo, di pettine?

ANGELICA (sardonica) Cos’è? Mi vuoi arrestare per furto… “signorina commissaria”?

VICTORIA Certo: è un atto gravissimo! Non lo sai che pettinarsi è uno dei diritti fondamentali dell’uomo?

EMILY E anche della donna!

WATSON (che nel frattempo ha smesso di scrivere, va da Angelica) Soprattutto della donna! (le toglie il pettine dalle mani e lo restituisce a Juliet) Tieni!

JULIET Grazie!

ANGELICA E va bene, avete ragione: forse sono stata un po’ sbruffona. (dopo un paio di secondi) Juliet, mi presti il pettine, per favore?

JULIET Eccolo! (e glielo passa)

GRACE (stupita) Ma Juliet!!!

JULIET (con ovvietà) Me l’ha chiesto per favore…

EMILY Brava Juliet! Quando c’è l’educazione c’è tutto: lo dice anche suor Virginia!

WATSON Ragazze cerchiamo di non andare a letto tardi, che se ci becca la signora Warren sono guai.

JULIET No, la signora Warren no! Ragazze, spegniamo subito la luce. (fa per dirigersi verso la candela, ma viene bloccata da

ANGELICA, che la afferra per la collottola) La volete sentire una bella storia dell’orrore? JULIET (tremante) No!

ANGELICA (ignora il tremore di Juliet, anzi la afferra e sadicamente la tiene accanto a sé, per farla spaventare ancora di più. Attacca subito il racconto) Un uomo entra in negozio di cappelli…

JULIET (caccia un urlo)

TUTTE (la zittiscono) Sssh!

NICOLE Ma che c’è da urlare? Il racconto era solo all’inizio!

JULIET Mi portavo avanti, scusate.

ANGELICA Questo signore va dal commesso e gli dice: “vorrei quel cappello verde”.

VICTORIA Verde? Che cattivo gusto… Che mancanza di eleganza… Mia zia, la baronessa, dice sempre che il verde è da bifolco.

ANGELICA (spazientita) E si vede che quel signore era bifolco, va bene?

NICOLE Dai, Angelica, come va avanti il racconto?

ANGELICA Il commesso dà il cappello al signore, che lo prova. Si guarda allo specchio e dice: “mi piace, lo prendo”. E il commesso: “Benissimo. Se me lo restituite un momento, ve lo impacchetto”. Allora il signore si toglie il cappello verde e… (guardando fissa Juliet)

JULIET (sempre più terrorizzata) E…?

ANGELICA (con sguardo da folle) … e la testa gli rimane attaccata al cappello! (risata satanica)

JULIET (caccia un urlo e spaventatissima va dalla Watson, abbracciandola)

VICTORIA Gli sta bene! Così impara a prendersi un cappello verde!

WATSON (consola Juliet piagnucolante) Su, Juliet… non fare così!


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JULIET Non comprerò mai più un cappello in vita mia!

NICOLE Su, era solo una storiella.

ANGELICA Ne so tante altre, volete sentirle? C’è una giovane ragazza che entra in una casa abbandonata…

JULIET (tappandosi le orecchie) Non voglio sentirla! Non voglio sentirla! NICOLE Nemmeno noi! Vero, ragazze? WATSON, VICTORIA e GRACE Vero!

ANGELICA Beh, comunque… (guardando Juliet con occhi spiritati) alla fine la ragazza veniva inghiottita dal camino!

JULIET (caccia un altro urlo, corre sul suo letto e si tappa le orecchie stringendosi sulla testa il cuscino)

WATSON Va bene… per stasera ne abbiamo abbastanza di camini mangiaragazze e di teste che rimangono nei cappelli!

GRACE Mai che ci racconti qualche storia romantica!

VICTORIA Uff, che barba… a te piacciono le storie romantiche, Emily?

EMILY No, io preferisco i biscotti al burro.

NICOLE Ve la racconto io una storiellina appassionante: oggi, durante la ricreazione, ho visto la nostra Grace e Josh McLane seduti vicini su una delle panchine in giardino.

VICTORIA E brava Grace!

ANGELICA Si fanno conquiste, eh?

GRACE Ma di che t’impicci tu, Nicole?

NICOLE Pensavi di non essere vista, eh? Ma nessuno sfugge alla figlia del più grande ispettore della polizia britannica!

GRACE Josh mi ha semplicemente chiesto se l’aiutavo nei compiti di geometria, ecco tutto.

NICOLE Sì, ma lo guardavi con certi occhioni! Sicuramente non stavi pensando al teorema di Pitagora.

EMILY Ma non ho capito: chi piace a Grace? Josh McLane o Pitagora?

GRACE (spazientita) Non ho detto che mi piace! (a Nicole) Anzi, vostro onore, se avete finito l’interrogatorio, vorrei dormire.

NICOLE Interrogatorio finito. Ma tenetevi a disposizione!

WATSON (si avvicina a Juliet, che ha ancora la testa avvolta nel cuscino) Juliet?

JULIET (isolata nel suo tremore, appena toccata caccia un urlo)

WATSON Juliet, sono Sarah! Adesso puoi anche toglierti quel cuscino: è il momento della nanna.

JULIET Sia benedetto il Cielo! Durante il momento della nanna, niente storielle dell’orrore!

ANGELICA Ma possono sempre esserci gli incubi!

JULIET (spaventatissima, si rintana sotto le coperte)

VICTORIA (guardando l’orologio appeso al muro) Le nove e venti? Ma è tardissimo! Devo assolutamente riposare: domani ho tre ore di lezione al circolo con mio zio. (prende la sua racchetta da sotto il letto e si esercita in qualche colpo)

WATSON Non sapevo che il tuo maestro fosse tuo zio, Victoria.

VICTORIA Mio zio, il barone Arthur, è uno dei fondatori del circolo di Wimbledon. Lui ci tiene tanto alla mia educazione sportiva: dice che da grande diventerò una brava tennista. (dà un bacio alla sua racchetta e la mette sotto il letto)


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WATSON Io invece da grande farò il medico.

NICOLE Ma non esistono i medici donna!

WATSON Esistono! Sono poche, ma esistono. E quando sarò grande, saranno quasi quanti sono i medici uomini!

GRACE A proposito, ma come si chiama un medico-donna?

EMILY “Medicina”!

JULIET Io invece farò la sarta!

ANGELICA E io la maestra, così potrò dare le note e le punizioni!

NICOLE E io sostituirò papà a Scotland Yard.

GRACE Io invece mi sposerò ed avrò tre bambini: due femminucce e un maschietto. E tu, Emily?

EMILY Io preferisco i biscotti al burro.

GRACE (sconsolata) Dormi va’, che è meglio…

EMILY Buonanotte, Grace!

GRACE Buonanotte, Nicole!

NICOLE Buonanotte, Victoria!

VICTORIA Buonanotte, Juliet!

JULIET Buonanotte, Angelica!

ANGELICA Buonanotte, Sarah!

WATSON Notte, ragazze! (e va a spegnere la candela, poi torna a letto)

La scena si fa completamente buia. Musica di sottofondo. Dopo una decina di secondi, la scena s’illumina a giorno. È l’alba. La musica finisce: sentiamo l’orologio a pendolo che rintocca le sette. Si ode bussare.

VOCE DELLA SIGNORA WARREN Sveglia, ragazze: sono già le sette!

TUTTE LE BAMBINE, tranne VICTORIA si svegliano e si alzano dai loro letti. Escono ordinatamente, a destra, per andare a lavarsi la faccia.

WATSON (sentiamo la sua voce fuori scena) Londra, 5 giugno 1881. Che questa non sarebbe stata una giornata come tutte le altre, lo capimmo fin dall’alba. Stava infatti per accadere uno di quei fatti che sconvolgono la vita delle persone.

Rientra la WATSON, già vestita con la divisa del collegio. Si accorge di Victoria, ancora nel letto.

WATSON Ma guarda un po’ questa… (si affretta a svegliarla) Ehi, Victoria! Giù dal letto!

VICTORIA (assonnata) Che ore sono?

WATSON Ma che t’importa? Dai, muoviti! O la signora Warren ti darà un bel castigo.

VICTORIA (finalmente si desta) Grazie, Sarah! (tastando sotto il letto) Un castigo non me lo posso permettere, proprio oggi che al circolo… (s’interrompe e grida) La mia racchetta! Non c’è più la mia racchetta!

WATSON Ne sei sicura?

VICTORIA (molto agitata) Sicurissima! Prima di dormire la metto sempre sotto al letto, lo sai. E così ho fatto anche ieri sera.

Rientrano LE ALTRE BAMBINE: ANGELICA, NICOLE, GRACE e VICTORIA con la divisa del collegio, EMILY ancora in camicia da notte.

JULIET Cos’è successo?


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GRACE Victoria, ti abbiamo sentita urlare.

ANGELICA Ma che ci fai ancora a letto?

WATSON Ragazze, è sparita la racchetta da tennis di Victoria.

LE BAMBINE (stupite e spaventate) Che cosa???

ANGELICA Questa sì che è una bella storia del terrore.

JULIET Non ricominciamo, eh!

NICOLE Chissà dove sarà andata a cacciarsi quella racchetta?

EMILY Magari è uscita a farsi un giro.

GRACE Hai guardato bene sotto il letto?

VICTORIA Certo che ho guardato bene! Ma sotto il mio letto c’è solamente un dito di polvere e una spilla da balia. E sapete questo che significa?

ANGELICA Che la signora delle pulizie non fa il suo dovere fino in fondo!

VICTORIA No! Che qui c’è una ladra!

LE BAMBINE (reagiscono offese)

ANGELICA Ma come ti permetti, piccola aristocratica dei miei stivali?

JULIET Non ci accuserai mica del furto?

NICOLE Ma siamo impazziti?! Io, la figlia di un commissario, rubare?

EMILY E io sono figlia di un farmacista, ma non rubo lo stesso!

WATSON Perché avremmo dovuto? Noi, della tua racchetta da tennis, non ce ne facciamo un piffero.

GRACE Noi giochiamo a nascondino, passaggi con la palla, saltare la corda… ma a tennis mai! Non sappiamo neanche le regole!

VICTORIA Tutte santarelline adesso, eh? E come mai la mia preziosa racchetta adesso non c’è più?

WATSON Amiche… calma! Non disperiamo! E soprattutto non perdiamo la testa!

EMILY Come quello della storia del cappello?

JULIET (istintivamente si copra la testa)

Si sente suonare una campanella.

LE BAMBINE (gridano) Colazione! È ora di colazione! (e fanno per uscire)

VICTORIA Ferme tutte! Di qui non esce nessuna finché non salta fuori il maltolto!

LE BAMBINE (si guardano, smarrite)

ANGELICA Ferme tutte! Di qui usciamo tutte, altrimenti in refettorio non rimane per noi neanche un po’ di pane e burro.

LE BAMBINE (escono di corsa, seguite a ruota da VICTORIA che le rincorre) Maledette! Ma non finisce qui!


Scena 2: GIARDINI DEL COLLEGIO DI ST. PATRICK

Siamo nei giardini del collegio. Prati verdi, qualche statua, una panchina.


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LE BAMBINE entrano in scena giocando a palla, tranne VICTORIA, che va a sedersi sulla panchina, immusonita.

Entrano MORIARTY, PLUMP e WALLY, tre teppistelli, vestiti à la Oliver Twist.

WALLY Ehi, Moriarty, hai visto come se l’è data a gambe, quell’antipatico di Gordon Stuart, quando l’hai guardato?

MORIARTY Ci anche ha lasciato il suo sandwich. (brandendo il panino tra le mani)

PLUMP Che gentile!

MORIARTY (controlla il panino) Spinaci e insalata. Ma per chi mi ha preso, Gordon? Per una capra? (e lo butta)

PLUMP Ma veramente, io avevo fame…

MORIARTY Plump! Regola numero dodici: se Moriarty non mangia il sandwich, nessuno della banda di Moriarty mangia il sandwich. Questo si chiama “rispetto per le istituzioni”. Inteso, Plump?

PLUMP Inteso, Moriarty!

WALLY (nota Victoria sulla panchina. La indica) Guardate chi c’è!

MORIARTY Adesso la stuzzichiamo un po’. Andiamo! (e si avvicina a Victoria, seguito a ruota dai suoi due scagnozzi. Quando è di fronte a lei, le si rivolge sarcastico) Ehi, principessina, ti hanno rubato il tuo bel giocattolino?

WALLY (sempre sarcastico) Povera Victoria… adesso non saprai più come passare i pomeriggi!

PLUMP (inopportunamente tenero) Se vuoi possiamo giocare insieme.

LE BAMBINE notano che i tre infastidiscono Victoria. Smettono di giocare e si avvicinano alla scena.

VICTORIA Non frequento certa gente, io.

MORIARTY Eh già… tu frequenti il circolo, il club. Ma adesso, senza racchetta, ti faranno ancora entrare, al club?

WATSON A voi, invece, nel club dei cretini vi fanno entrare sempre, vero?

ANGELICA Siete soci onorari.

MORIARTY Guarda, guarda… chi si vede: Sarah Watson e le amichette del cuore.

NICOLE La piantate di dar fastidio a Victoria sì o no?

MORIARTY (sprezzante) Perché? Altrimenti cosa ci fate?

WALLY (c.s.) Già, cosa ci fate?

ANGELICA Vi leghiamo come salsicciotti e vi appendiamo per i buchi del naso ai ganci della dispensa, vicino ai tacchini spennati.

PLUMP (intimorito) Ragazzi, ma c’era proprio bisogno di chiedere cosa ci fanno?

MORIARTY Regola numero tredici: noi non ci facciamo spaventare dalle femmine. Inteso, Plump?

PLUMP Inteso, Moriarty!

JULIET Ma voi come fate a sapere della racchetta sparita?

GRACE Non c’entrerete mica col furto, per caso?

MORIARTY Noi? Ma non diciamo baggianate! Noi mica veniamo in piena notte nelle vostre stanze.

PLUMP Beh, qualche volta sì!

MORIARTY Ma vuoi startene un po’ zitto?

VICTORIA Allora siete stati voi! Mascalzoni rapitori di articoli sportivi!


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WALLY Non abbiamo detto questo.

MORIARTY Regola numero quattordici: parlare solo se strettamente necessario. Inteso, Plump?

EMILY Inteso, Moriarty.

PLUMP Eh, no! “Inteso, Moriarty” lo devo dire io! È l’unica cosa che mi fanno fare, nella banda.

MORIARTY Noi della tua racchetta non sappiamo un bel niente.

NICOLE Comunque ritenetevi indagati!

WALLY Indagati? per quale motivo?

WATSON Motivi ne abbiamo tanti. Sbaglio, o foste voi a nascondere per ben tre settimane tutti i vestiti al povero Charles McGregor?

MORIARTY McGregor l’aveva fatta grossa: al compito di matematica ci aveva passato un’informazione sbagliata. Ci aveva detto che tre per due faceva sette: dovevamo fargliela pagare!

WATSON Visto? Ci sono precedenti! I nostri sospetti sono fondati!

MORIARTY E va bene. Ma perché avremmo dovuto fare questo a Victoria?

PLUMP (con occhi dolci) … che è così carina…

MORIARTY (indispettito) Plump! Cosa ti ho detto un minuto fa? Parla solo se…?

PLUMP (avvilito) …strettamente necessario.

MORIARTY Inteso…?

PLUMP Moriarty!

NICOLE Il movente lo dobbiamo ancora trovare, in effetti…

MORIARTY E allora chiamateci quando l’avrete trovato! A presto, femminucce!

WATSON (guardandolo in cagnesco) A presto, salsicciotti!

MORIARTY (si gira e fa segno ai suoi di seguirlo) Plump! Wally!

PLUMP (mentre esce con Wally e Moriarty) Le abbiamo spaventate per bene, eh Moriarty?

MORIARTY (iracondo) Plump!!!

PLUMP (si affretta a placarlo) Inteso, Moriarty! (i tre escono)

VICTORIA Grazie, ragazze! Quei tre mi stavano proprio seccando!

NICOLE Moriarty e i suoi due sgherri non mi convincono, ma i nostri indizi per ritrovare questa benedetta racchetta sono pochini.

GRACE Diciamo quasi niente.

VICTORIA Anzi, diciamo niente!

ANGELICA Comincio a pensare che qualcuna di noi sta nascondendo la verità alle altre.

JULIET Troppe storielle ti hanno dato alla testa, Angelica!

GRACE Se cominciamo a sospettarci tra di noi è finita!

EMILY Io non sospetto nessuno. Sospettare di cosa, poi?

NICOLE Magnifico! Stamattina appena alzata mi sono presa della ladra e adesso pure della bugiarda! Avanti di questo passo, prima di cena mi prenderò pure dell’assassina.

WATSON Sfiducia per sfiducia, fidatemi di me almeno su un punto. Per risolvere la questione, propongo di rivolgerci a un esperto in materia.


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NICOLE Chi?

WATSON Un amico fidato!

NICOLE Ancora tra i piedi quel dannato Sherlock Holmes?

WATSON Senti, Nicole, lo so che vi detestate, ma è l’unica soluzione che mi viene in mente.

JULIET E poi è bravo!

ANGELICA Vero! È un investigatore coi fiocchi!

GRACE (sognante) Ed è pure bello!

NICOLE (si guarda attorno, capisce di essere con le spalle al muro) E va bene! Chiamate pure questo detective dilettante. Ma io continuo le mie indagini. E non voglio intralci!

WATSON Per te va bene, Victoria?

VICTORIA (un po’ esitante) Sì, va bene… se può essere utile alla risoluzione del caso…

WATSON Allora è deciso! Andrò a chiamarlo oggi stesso!

GRACE (fremente) Ti accompagno!

ANGELICA Meglio di no! Potresti influenzare il suo giudizio.

GRACE Uffy…

LE BAMBINE escono dalla scena parlottando tra di loro.

Scena 3: STUDIOLO DI SHERLOCK

Lo studiolo di Sherlock è una casupola in legno, con un tavolaccio pieno di fogli. Ai muri sono fissati una miriade di appunti, identikit, progetti. Libri e giornali sparsi per tutta la scena.

SHERLOCK (indossa loden e berretto. Sta trasportando una pila di giornali)

WATSON (mentre le bambine escono e durante il cambio scena, sentiamo, fuori scena, la sua narrazione) Ho

sempre avuto una fiducia cieca nel mio amico Sherlock. Senza dubbio, egli era l’individuo più intelligente che mi sia mai capitato di incontrare. E non lo dico solo perché è un mio amico! Adesso che farete la sua conoscenza, mi darete certamente ragione. E poi, basta guardarlo: il suo sguardo aguzzo, tipico di chi sa osservare, è in grado di guardarti fin dentro i tuoi pensieri. L’espressione è vigile e decisa, di chi non si concede distrazioni. Ma tutto il suo aspetto fisico è improntato all’azione. Le sue mani, sicure e delicate, sono l’ideale per chi deve maneggiare una materia fragile come un’indagine per sparizione di racchetta. Ne ero certa: non potevamo capitare in mani migliori!

SHERLOCK (inciampa goffamente fa cadere tutte i giornali che ha in mano. Si china a raccoglierli, riordinandoli metodicamente)

WATSON (sulla soglia) È permesso?

SHERLOCK Sì, chi è?

WATSON Sono io!

SHERLOCK Oh, Watson! Vieni, vieni pure.

WATSON (avvicinandosi) Mi chiamo Sarah! Perché non mi chiami mai per nome?

SHERLOCK Ma è elementare! Hai un cognome così bello, così fine, così inglese! Sarà presto sulla bocca di tutti, vedrai.

WATSON Ma smettila… Vuoi una mano?


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SHERLOCK No, grazie! Faccio io! Non vorrei che mi scombinassi l’ordine!

WATSON (guardando i giornali sparpagliati) Perché? C’è un ordine?

SHERLOCK C’è un ordine ben preciso. Questi sono tutti i giornali che parlano dei casi più interessanti degli ultimi anni. E sono rigorosamente ordinati per data.

WATSON “Casi più interessanti”?

SHERLOCK Sì: lo strangolatore di Manchester, quella povera ragazza trovata sotto il ponte di Chelsea, quel pastore protestante che scappò di casa, o meglio di chiesa, abbandonando moglie e figli… Tutti casi che ho risolto con un mesetto circa di anticipo rispetto a quei polli di Scotland Yard. Diglielo, alla tua amichetta Lestrade!

WATSON Ecco, è proprio di questo che ti volevo parlare…

SHERLOCK Hanno trovato anche lei sotto il ponte di Chelsea?

WATSON No! Per carità!

SHERLOCK E allora? Che vuoi?

WATSON Sherlock, ho un caso per te!

FINE PRIMO ATTO


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SECONDO ATTO

Scena 1: LO STANZONE DELLE BAMBINE

Siamo nello stanzone da letto delle bambine. Troviamo sedute sui loro letti EMILY e VICTORIA, mentre ANGELICA, NICOLE, JULIET e GRACE passeggiano nervosamente per la camera.

VICTORIA (guarda l’orologio) Le quattro e dieci. Quei due dovevano essere qui già da un pezzo.

GRACE Che ansia! Non vedo l’ora di farmi interrogare da Sherlock.

EMILY Perché, c’è interrogazione oggi pomeriggio?

GRACE In un certo senso…

EMILY No! Accipicchia, non ho studiato.

ANGELICA Invece la nostra Grace è preparatissima…

GRACE Si capisce! Ci tengo a fare bella figura con il professore.

NICOLE Cosa ci troverà, poi, in quello…

ANGELICA Juliet, smettila di camminare: mi dai sui nervi!

JULIET (si ferma e di corsa va a sedersi sul letto) Va bene, scusa.

NICOLE Ma Angelica! Tutte stiamo camminando… te compresa!

ANGELICA Io sto solo facendo quattro passi per smaltire la colazione.

EMILY Victoria, ma dobbiamo anche noi fare su e giù per la stanza?

VICTORIA No, Emily, non è necessario.

JULIET Già, Victoria. Come mai noi siamo qui col cuore in gola e tu invece te ne stai bella tranquilla sul letto? Dovresti essere la prima a girare per la stanza come una trottola.

NICOLE Si vede che anche lei ha capito che quell’Holmes combinerà ben poco. Come investigatore non vale un penny. (si sente bussare)

WATSON (da fuori, senza alzare troppo la voce) Ehi, pss… ragazze… possiamo entrare? VICTORIA Sono loro.

GRACE Aspetta, aspetta un attimo prima di farli entrare. (prende una spazzola, se la passa tra i capelli, poi si dà una sistemata al vestito) Come sto, vado bene?

ANGELICA Benissimo, sembri la principessa Eleonora. Adesso posso far entrare il tuo principe?

GRACE (solenne) Vai!

ANGELICA Via libera, entrate!

WATSON (entra, con Sherlock) Eccoci!

SHERLOCK Buongiorno, signorine.

JULIET Ma perché ci avete messo tanto?

WATSON Non è stato facile. Per fare entrare Holmes qui nella sezione femminile, ho dovuto distrarre il custode col vecchio trucco del topolino nel registro.

SHERLOCK Watson mi aveva proposto persino di travestirmi da studentessa per entrare senza dare nell’occhio: ce n’è voluta a dissuaderla!

GRACE Saresti stato carinissimo anche vestito da donna, ne sono certa.


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SHERLOCK (in imbarazzo) Ehm… signorina Grace, vi ricordo che gli indagati non possono esprimere giudizi, né fare troppi complimenti a chi conduce le indagini.

NICOLE Eccolo che comincia a giocare a fare il poliziotto. SHERLOCK (sarcastico) Oh, la signorina Lestrade! Che onore! NICOLE (acida) L’onore è tutto vostro, signor Holmes.

SHERLOCK Ah, fatemi una cortesia. Quando incontrate vostro padre, il noto ispettore, riferitegli che nell’omicidio di Baker Street, il colpevole è il giardiniere. Magari gli risparmiate altri sei mesi di indagini a vuoto.

NICOLE (con fare minaccioso) Senti, ragazzino…

SHERLOCK (la blocca subito) No, non devi ringraziarmi… Per me è un piacere. (ad alta voce) Allora, signorine, vogliamo accomodarci? Così facciamo il punto della situazione.

ANGELICA, GRACE e NICOLE si siedono sui rispettivi letti.

GRACE Vicino a me, Sherlock! Siediti qui vicino a me!

SHERLOCK Sei molto gentile, Grace, ma preferisco stare in piedi: favorisce il ragionamento. Watson, fammi da aiutante.

WATSON Mi chiamo Sarah.

SHERLOCK (incurante della correzione) Watson mi ha raccontato tutto, ma vorrei farvi qualche domandina. Parto proprio da te, Victoria. (le si avvicina) Ultimamente qualcuna delle tue compagne di stanza si è mostrata particolarmente interessata a quel gioco che fai con la racchetta… come si chiama?

VICTORIA Il tennis.

NICOLE Che razza d’investigatore… Neanche sa di cosa stiamo parlando.

SHERLOCK Silenzio mentre interrogo! (a Victoria) Allora, che mi rispondi?

VICTORIA (ci pensa) No… nessuna si è mai interessata più di tanto.

WATSON Holmes, vieni qui un attimo. (lo prende in disparte) Non penso che qualcuno abbia voluto rubare la racchetta per impossessarsene.

SHERLOCK E allora cosa sospetti?

WATSON Boh, forse una ripicca: quasi tutte avevano un motivo per avercela con lei.

SHERLOCK Cerchiamo di far venire fuori questi malumori.

GRACE (sospettosa) Ehi, voi due… di che confabulate?

WATSON Tranquilla, non te lo porto mica via!

SHERLOCK Va bene così, grazie Victoria. Passiamo adesso alla signorina Angelica. (le si avvicina) Tu sei piuttosto brava a scuola, vero?

ANGELICA (lo fulmina con lo sguardo) Perché, c’è qualcuno che dice il contrario?

SHERLOCK No, no, ci mancherebbe! Ma ci sarà pure qualche materia in cui zoppichi un po’, no?

JULIET Come no, la ginnastica! Dopo mezz’ora di corsa ha il fiatone e tira fuori la lingua che sembra un cane lupo.

ANGELICA Ma quale cane lupo??? Guarda che ti mordo, eh! (e accenna un’aggressione)

JULIET (la allontana dal suo letto, scalciandola come si fa coi cani)

SHERLOCK Victoria, tu che voti hai preso in ginnastica?

VICTORIA È l’unica materia in cui ho il massimo dei voti.


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ANGELICA E anche l’unica in cui mi batti. Ma per forza: con tutto lo sport che fai!

SHERLOCK Angelica, non sarai mica invidiosa?

ANGELICA Mi fa una rabbia, guarda… L’altro giorno saltava la corda davanti a me. Dovevi vederla: pareva un canguro! Io invece mi sarò impigliata nella corda almeno venti volte. Alla fine mi si è tutta attorcigliata intorno: sembravo un salame pronto per essere affettato.

SHERLOCK (furbescamente confidenziale) Certo che ora, senza racchetta, Victoria ha meno occasioni di tenersi in forma e i suoi voti potrebbero calare…

ANGELICA Beh, in effetti… Ehi, un momento! Non penserai mica che io…

SHERLOCK Io sospetto di tutte, ricordatevelo. Grazie, Angelica: una testimonianza molto utile…

GRACE (agitata) Me! Me! Interroga me ora.

SHERLOCK Al tempo, Grace! Volevo sentire Juliet. (le si avvicina) Juliet, mi dicono che sei una ragazza molto gentile e disponibile. Confermi?

JULIET Sì, io mi prodigo per tutte le mie amiche.

WATSON Questo è vero, posso testimoniarlo.

SHERLOCK Watson, non sei qui per scagionare gli indiziati, ma per aiutarmi a scoprire la verità. Bisogna considerare le cose oggettivamente, senza farsi condizionare dai propri stati d’animo. Segnatelo!

GRACE (lo guarda estasiata) Segnato.

WATSON (imbarazzata per il comportamento di Grace) Ehm… anch’io!

SHERLOCK Bene. Juliet, tu ti dai da fare anche per la nobildonna, o meglio la “nobilbimba” Victoria?

JULIET Certo, ho anche lavato i panni anche per lei.

SHERLOCK Victoria, usiamo le amiche come lavandaie?

VICTORIA Lei è sempre così carina… E poi l’avrò fatto sì e no una volta.

JULIET (montando pian piano la rabbia, fino all’esplosione finale) Una volta??? Ascolta, Sherlock! Un giorno mi fa “Juliet, mi lavi la gonnella? Sono il ritardo per il circolo”. E io: va bene, che problema c’è? Il giorno dopo: “Juliet, la camicetta me la lavi tu? Altrimenti faccio tardi al circolo”. E io: ma certo. Il giorno dopo ancora: “Juliet, il golfino… non ti dispiace, vero? Mi raccomando, in acqua fredda sennò s’infeltrisce. Io vado eh! Mi aspettano al circolo”. E poi fazzoletti, maglie, mutande… tutto per andare a quello stramaledetto circolo!

SHERLOCK Dunque a causa del tennis, ti tocca lavoro doppio in lavanderia.

JULIET E certo! Se non ci fosse quel dannato tennis… (si rende conto e si tappa subito la bocca)

SHERLOCK (soddisfatto) Molto interessante, Juliet. Il cerchio delle indiziate s’allarga.

NICOLE (gli fa il verso) “Il cerchio delle indiziate s’allarga”, sentitelo! Bambino ridicolo…

GRACE Tocca a me, adesso?

SHERLOCK Non è il tuo turno. Mi piacerebbe sentire Emily. (le si avvicina)

EMILY Sentirmi? Guarda che non sono molto intonata però!

WATSON Sherlock, è inutile sentire Emily. La vendetta non le appartiene, è un sentimento troppo terra-terra. E lei ha sempre la testa per aria.

SHERLOCK Appunto, potrebbe aver preso la racchetta per distrazione. Magari l’ha scambiata per una retina acchiappafarfalle e l’ha presa per andare per prati.

EMILY Allora cosa vuoi che ti canti?


- 14 -

SHERLOCK Per ora bene così, Emily. Ti faremo sapere!

EMILY (intona una filastrocca)

SHERLOCK (dopo averla ascoltata basito, s’avvicina a Watson) “Retina acchiappafarfalle” o “battipanni”. Prendi appunti, Watson!

WATSON Mi chiamo sempre Sarah!

GRACE È arrivato finalmente il mio turno?

SHERLOCK Ebbene sì! (le si avvicina) Grace, mi puoi dire…

GRACE (lo interrompe) Ma certo, Sherlock! Tutto quello che vuoi che io ti dica… io te lo dirò.

SHERLOCK Ecco, appunto. Volevo sapere…

GRACE (c.s.) Sarò una testimone perfetta, vedrai!

SHERLOCK Non ne dubito. Ma adesso, dimmi…

GRACE (spazientita) Oh insomma! “Dimmi, “dimmi”, “dimmi”… ma basta con ‘ste domande!

SHERLOCK (basito) Veramente io non ho ancora…

GRACE Ma quante cose vuoi sapere? Piuttosto, dimmi tu una cosa: come mi trovi?

SHERLOCK Qui le domande le faccio io!

WATSON E su, dalle un po’ di soddisfazione: il teste va messo a suo agio

GRACE Allora? Come mi trovi?

SHERLOCK (a fatica) Beh, Grace… io ti trovo…

WATSON (a gesti lo incita)

SHERLOCK …ti trovo in splendida forma!

GRACE Come sei gentile, Sherlocchino mio. Sono in forma perché qui in collegio mi fanno mangiare bene. E io mangio sempre tutto. O meglio, quasi tutto: quella zuppa di cipolle dell’altro giorno proprio non mi andava giù. Avevo anche chiesto a Victoria di mangiarla lei al mio posto.

SHERLOCK Ah, interessante! E tu, Victoria, l’hai mangiata?

VICTORIA Sei matto? La zuppa di cipolle! Ma che orrore!

GRACE E certo! La baronessina non mangia le cipolle… mangia i petali di rose, vero? Per una volta che t’ho chiesto un favore… Potevi evitarmi l’ennesima strigliata della signora Warren e non l’hai fatto. Sapevi bene anche tu, quanto si irrita la Warren se non finiamo quello che abbiamo nel piatto!

SHERLOCK (ragiona tra sé) Victoria non le ha fatto sparire la zuppa dal piatto e allora lei le ha fatto sparire la sua adorata racchetta. Potrebbe reggere, come movente…

GRACE (entusiasta) Avete visto che fenomeno? Ha trovato il movente anche a me! Bravo, bravo, bravo! (e gli lancia un bacio)

NICOLE (si alza e va da Sherlock, con aria di sfida) Si fa presto a dire bravo! Sherlock, sei riuscito a trovare un movente a tutte, tranne che a me.

SHERLOCK Niente di più facile: conoscendoti saresti stata capace di inscenare la sparizione della racchetta per risolvere tu il caso per prima e dimostrare che sei più brava di me!

NICOLE Non ho nulla da dimostrare, io.

SHERLOCK (perfido) In questo hai detto il vero: non hai proprio nulla!

NICOLE Spiritoso! E comunque, tra tutti i moventi inventati nella storia mondiale dell’investigazione, questo è certamente il più stupido!


- 15 -

SHERLOCK (sornione) Beh, devo dire che ben si adatta all’indiziata!

NICOLE (minacciosa) Attento, Sherlock…

SHERLOCK Scusatemi, piccola Lestrade: non volevo macchiarmi di “offesa a pubblico ufficiale”.

NICOLE Se fai così le tue indagini, caro il mio Sherloccaccio, puoi parlare piuttosto di “offesa a pubblica intelligenza”.

SHERLOCK (sarcastico) Ma smettila di parlare di cose che non conosci!

NICOLE Maschiaccio insolente! (lo prende violentemente per il bavero)

SHERLOCK (spaventato) Aiuto! Ragazze!

GRACE (accorre sulla scena) Lascia stare il mio Sherlock!

WATSON (divide Nicole da Sherlock) Su, ragazzi! Non facciamo i bambini!

VICTORIA Già! E vi ricordiamo che questo era un interrogatorio, non un match di pugilato!

EMILY Ma è già finito? Uffy! Io tifavo per Nicole…

GRACE (con affetto, a Sherlock) Ti sei preso paura, piccolo?

SHERLOCK (ancora visibilmente spaventato dall’aggressione, finge spavalderia) Io? Macché, figurati… Anzi, meno male che me l’avete levata dal bavero, altrimenti non so che avrei fatto!

ANGELICA Lo so io, che avresti fatto: saresti filato via a gambe levate!

SHERLOCK (cambia discorso) Bene, signorine. Le mie domande, per ora, sono terminate: grazie a tutte per la collaborazione.

VICTORIA Grazie a te, Sherlock!

GRACE Su, ragazze: una bell’applauso al nostro ispettore! (e applaude convinta. Da sola. Quando realizza che le altre non applaudono, si ferma)

JULIET (scatta in piedi dal suo letto) Su, ragazze: andiamo a giocare in giardino, prima che si faccia buio! (e fa per uscire)

ANGELICA (c.s.) Ecco brava! Andiamo a chiedere la palla alla signora Warren! Parli tu, naturalmente. (segue Juliet. Le due escono)

EMILY (c.s.) Ehi, se volete vado io a chiedergliela! (esce)

VICTORIA (c.s.) Meglio di no, Emily: l’ultima volta che sei andata tu a chiedere il pallone alla Warren, sei tornata con il badile del giardiniere! (esce)

NICOLE Buon lavoro, Holmes. Ti scriverò una lettera, quando avrò risolto il caso.

SHERLOCK Allora non perdo neanche tempo a darti il mio indirizzo.

NICOLE (visibilmente innervosita, stringe i pugni per trattenersi)

GRACE (occhi dolci a Sherlock) Arrivederci, mio detective! Torna presto a trovarci, eh!

NICOLE Andiamo! (ed esce, trascinando con sé GRACE)

WATSON (rimasta sola con Sherlock) Che faticaccia, queste indagini! E, quel che è peggio, non ne abbiamo cavato un ragno dal buco.

SHERLOCK Ti dirò, Watson, che invece è stata un’inchiesta molto interessante. Ho capito un sacco di cose.

WATSON Ad esempio?

SHERLOCK Beh, per prima cosa ho capito che hai delle compagnie di stanza che, piuttosto che in collegio, dovrebbero stare in un manicomio!

WATSON Grazie, ma lo sapevo già.


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SHERLOCK Proprio per questo motivo, nessuno è al di sopra dei miei sospetti. Nemmeno Victoria mi convince troppo.

WATSON Beh non credi di esagerare? Victoria è la vittima.

SHERLOCK Sì, ma ha un comportamento strano: non l’ho vista né collaborativa, né combattiva.

WATSON Nicole invece, combattiva lo era fin troppo. Per non parlare di Grace: poverina, è innamorata persa…

SHERLOCK Lasciamo perdere, Watson! Tutto ciò che è emozione contrasta con la fredda logica. E come sai, la logica nelle investigazioni è tutto!

(si sentono cinque rintocchi del pendolo)

SHERLOCK Già le cinque? Devo sbrigarmi: tra un quarto d’ora devo tornare nel mio studiolo: ho un appuntamento privato!

WATSON Ah, se lo sa Grace, ti uccide!

SHERLOCK Ma che hai capito? Mi devo trovare con un informatore.

WATSON Un informatore?

SHERLOCK Sì, una talpa!

WATSON Uno che ci vede poco?

SHERLOCK Ma no! Un infiltrato, che potrebbe sapere qualcosa sulla sparizione di questa racchetta.

WATSON Posso venire anch’io? Dai, ti scongiuro: mi metto zitta e buona in un angolo e ascolto.

SHERLOCK No, Watson: stavolta non posso permettertelo. È un tipo tosto, si fida solo di me. E vuol essere pure pagato bene.

WATSON E tu lo ricompenserai?

SHERLOCK Sai bene che per le mie indagini sono pronto a tutto.

WATSON Sta’ attento, Sherlock.

SHERLOCK Non temere, Watson: so quel che faccio. Ora devo proprio andare. Mi farò vivo io. Arrivederci! (ed esce, con fare circospetto)

WATSON (rimasta sola. Tra sé) Muoio dalla curiosità: ma chi diavolo sarà, questo informatore? Accidenti, non resisto… anche se Sherlock non vuole, lo seguirò! E che cavolo: sono o non sono il suo numero due?

Scena 2: STUDIOLO DI SHERLOCK

La scena, all’inizio è vuota. Dopo qualche secondo entra, con passo lento ma sicuro, DEBBIE. È una bambina piccola, la figlia della signora Warren. Indossa un cappottino e un foulard. Si porta davanti al tavolo, e vi si appoggia con la schiena.

SHERLOCK (entra, trafelato, una decina di secondi dopo. Si blocca sulla soglia appena la vede) Già qui?

DEBBIE (senza voltarsi) Sei in ritardo, Holmes.

SHERLOCK Lo so, hai ragione. Ho dovuto finire un interrogatorio.

DEBBIE Allora? Hai bisogno dei mio aiuto sì o no?

SHERLOCK (si porta dietro il tavolo. Parlerà a Debbie sempre da tergo, come si conviene ad un colloquio tra investigatore e spia) Sì, sì, certamente Debbie.


- 17 -

DEBBIE Di che si tratta?

SHERLOCK Una sparizione: non si trova più la racchetta di Victoria.

DEBBIE Crimini in ambienti aristocratici, vedo… E io che c’entro?

SHERLOCK Andiamo, sei la figlia della signora Warren: nella tua zona transitano tutto e tutti.

DEBBIE (a malincuore) E va bene.

SHERLOCK Grazie Debbie!

DEBBIE Prima la ricompensa.

WATSON (entra, senza esser notata da nessuno) Debbie Warren? Allora è lei, l’informatore segreto. (resta sulla soglia, alle spalle dei due, e ascolta)

SHERLOCK (estrae di tasca una stecca di cioccolato e la mette sul tavolo) Puro cioccolato belga: lo vendono in un negozietto in periferia, che conoscono i miei.

DEBBIE (la prende, se la rigira tra le mani, quindi la mette in tasca) E quando sarebbe scomparsa questa racchetta?

SHERLOCK Stanotte. La racchetta stava sotto il letto finché la luce e rimasta accesa.

DEBBIE E poi?

SHERLOCK E poi… me lo devi dire tu.

DEBBIE (fa la vaga) Potrei saperne qualcosa…

SHERLOCK (estrae di tasca tre bastoncini di liquirizia e li mette sul tavolo) Liquirizia purissima: fa parte della mia scorta personale.

DEBBIE (prende i bastoncini, ne mordicchia uno, quindi mette tutto in tasca) Verso le due e un quarto ho sentito dei rumori provenire dalla sezione femminile, come fossero dei passi…

SHERLOCK Dei passi di chi?

DEBBIE (bussa sul ripiano del tavolo)

SHERLOCK (estrae di tasca un soldatino di piombo e lo mette sul mette sul tavolo) Questo ti servirà a continuare la tua collezione.

DEBBIE (prende il soldatino tra le mani e lo osserva) Un soldatino germanico?

SHERLOCK Veramente sarebbe un vichingo.

DEBBIE (continua ad osservare il soldatino)

SHERLOCK Allora, di chi erano quei passi?

DEBBIE (mette il soldatino in tasca) Non lo so, era troppo buio.

SHERLOCK Ridammi il soldatino.

DEBBIE Ma ho visto un’ombra che si dirigeva verso il capannone degli attrezzi.

WATSON (riflette) Il cappanone degli attrezzi…

SHERLOCK Ne sei certa?

DEBBIE Certissima: dalla finestra di camera mia si nota tutto.

SHERLOCK È un indizio preziosissimo, sei una garanzia.

DEBBIE Posso andarmene?

SHERLOCK Sì, certo: per oggi mi hai saccheggiato abbastanza.

DEBBIE (fa per uscire)


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WATSON (si nasconde dietro una pila di documenti)

SHERLOCK (blocca Debbie) Ah, un ultima informazione.

DEBBIE (apre la mano per ricevere qualcosa)

SHERLOCK Per questa è sufficiente un confetto alla frutta. (prende il confetto di tasca e lo mette in mano a Debbie)

DEBBIE (guarda il confetto) Spara.

SHERLOCK La soluzione del compito di matematica di stamattina.

DEBBIE (fa saltellare il confetto una volta tra le mani, quindi lo mette in bocca) Ottantuno. (esce)

SHERLOCK (gesto contenuto di esultanza) Yes! E anche questo compito è andato bene! Ormai la matematica non mi spaventa più!

WATSON (che nel frattempo è spuntata da dietro la pila di documenti, mette una mano sulla spalla di Sherlock) Sherlock!

SHERLOCK (che non si era accorto dell’arrivo di Watson, ha un sobbalzo) Aaaah! (si volta, la vede) Watson! Ho detto che la matematica non mi spaventa più! Quelli che sbucano all’improvviso alla mie spalle mi spaventano ancora!

WATSON Scusa…

SHERLOCK E poi, non ti avevo detto di rimanere in camera?

WATSON Sì, è vero, ma…

SHERLOCK (non le lascia finire la frase) E scommetto che hai anche ascoltato tutta la conversazione.

WATSON Inavvertitamente…

SHERLOCK E, inavvertitamente, che ne pensi?

WATSON Mi ha colpito il fatto dell’ombra che si dirigeva verso capannone degli attrezzi.

SHERLOCK Perché?

WATSON Come “perché”? Il capannone è il nascondiglio segreto della banda di Moriarty: lo sanno tutti!

SHERLOCK Bel segreto…

WATSON Dai, andiamo a interrogarli!

SHERLOCK (poco convinto) Dici che è il caso?

WATSON Ti vedo perplesso… Dici che facciamo male?

SHERLOCK Il problema non è se facciamo male a interrogarli: il problema è il male che loro potrebbero fare a me!

WATSON Ma possono essere fondamentali per le indagini. E poi ci sarò anch’io, lì con te! Quindi, niente paura!

SHERLOCK Se lo dici tu, Watson…

WATSON E smettila di chiamarmi per cognome! Altrimenti ti lascio solo con quei tre.

SHERLOCK No, per carità! Non puoi farmi questo… Sarah!

WATSON (soddisfatta) Ah! Lo vedi che, se ti impegni, riesci a pronunciarla, quella dolce parolina?

SHERLOCK Ma certo! Che ci vuole? (gigioneggia) “Sarah, hai preso appunti?” “Sarah, interroghiamo il teste” “Sarah, preparami una tazza di tè”. “Sarah, rileva le impronte!” “Sarah!” “Sarah” “Sarah”!

WATSON Oh, bravo Sherlock! Così ti voglio! Allora, capito che devi fare?


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SHERLOCK Ma certo, Watson!

WATSON (occhi al cielo. Ed esce di gran carriera, rassegnata)

SHERLOCK Aspettami! (la segue)

Scena 3: GIARDINI DEL COLLEGIO DI ST. PATRICK

Siamo nei giardini del collegio. Seduti sulla panchina troviamo i tre della banda: Moriarty, Plump e Wally.

Stanno attendendo con impazienza l’arrivo di qualcuno.

PLUMP Moriarty?

MORIARTY Sì, Plump?

PLUMP Sicuro che sia proprio questo il posto?

MORIARTY Ma certo! La Watson ha detto di farci trovare qui.

WALLY E tu hai obbedito come un soldatino, vero?

MORIARTY Ma che dici?

WALLY A me pare che sotto sotto, quando ti trovi davanti a quella, tu te la faccia sotto.

MORIARTY Wally, non dire cretinate. È che bisogna essere un po’ diplomatici con certa gente.

PLUMP Per ora non si vede anima viva. E la cosa mi preoccupa.

MORIARTY Non c’è nessuna ragione per preoccuparsi. Noi non abbiamo fatto, niente, giusto? WALLY e PLUMP (in coro) Giusto!

MORIARTY E con la sparizione di quella dannata racchetta non c’entriamo niente. Giusto? WALLY e PLUMP (in coro) Giusto!

Nel frattempo entra alle spalle dei tre BOBBY Warren. Un bambino di età inferiore ai tre ragazzi della banda. Ha tra le mani un pallone. I tre non si accorgono del suo arrivo e proseguono nel loro dialogo.

MORIARTY Oh, bravi! Quindi, tranquilli!

WALLY e PLUMP (in coro) Tranquilli!

MORIARTY E sereni!

WALLY e PLUMP (in coro) Sereni!

MORIARTY E calmi!

WALLY e PLUMP (in coro) Calmi!

BOBBY Ragazzi?

WALLY, PLUMP e MORIARTY (hanno un sobbalzo e scattano dalla panchina) Aaaah! MORIARTY Che diavolo vuoi, Bobby Warren?

BOBBY Volevo solamente chiedervi se giocavate un po’ a palla con me.

WALLY Smamma, ragazzino! Abbiamo cose più importanti da fare.

BOBBY Ma io…

WALLY Hai capito o no? Te ne devi andare!

BOBBY Cattivoni! Lo dirò alla mamma.


- 20 -

MORIARTY Ecco, bravo! E già che ci sei dillo anche allo zio, alla cognata e al biscugino di terzo grado.

Dai, fila via.

BOBBY (fa per andare)

PLUMP (con fare da duro) Ehi, tu!

BOBBY (si blocca)

PLUMP (gli si avvicina con fare minaccioso) Apri bene le orecchie. (poi sottovoce, con tono amichevole) Più tardi vengo io a giocare un po’ con te.

BOBBY (a bassa voce) Va bene, ti aspetto.

PLUMP (riprende il tono fintamente minaccioso) E non farti più vedere, capito?

BOBBY (esce)

PLUMP (torna impettito dagli altri due) Gliele ho cantate!

MORIARTY Plump!

PLUMP Sì?

MORIARTY Regola numero ventuno: nessuno della banda di Moriarty fa da balia ai mocciosi.

WALLY Inteso Plump?

PLUMP Inteso, Moriarty!

WALLY Ma te l’ho detto io!

PLUMP Sì, hai ragione, ma “Inteso Wally” non suona bene.

WATSON (entra) Eccoli qui, i tre pericoli pubblici del Saint-Patrick! Vedo che almeno siete puntuali agli appuntamenti.

WALLY (sarcastico) Ma certo! Sarah Watson ordina e Moriarty esegue! Non è così, Moriarty?

MORIARTY Sssh! (a Sarah) Dicci che vuoi.

WATSON E me lo chiedi? Siamo qui per interrogarvi.

WALLY Siamo? “Siamo”… chi?

WATSON Ma come “chi”? Io e Sh… (s’interrompe perché si accorge che non ha nessuno accanto a sé.

Sorrisetto di circostanza) Ehm… vogliate scusarmi… (esce. Rientra dopo qualche secondo, trascinando

SHERLOCK a viva forza) Avanti, non fare il bambino…

SHERLOCK (cerca di fare resistenza) Lasciami! Ci ho ripensato…

WATSON Troppo tardi!

SHERLOCK (finisce di opporre resistenza) Uffa! Io non ci volevo venire.

WALLY Ciao, coniglietto!

SHERLOCK (leggero inchino. Sorriso ebete) Buongiorno!

WATSON (determinata) Avanti, inizia l’interrogatorio. Mettetevi a sedere! Immediatamente!

WALLY, PLUMP e MORIARTY (si siedono immediatamente per terra)

WATSON Sulla panchina. manigoldi!

WALLY, PLUMP e MORIARTY (eseguono)

WATSON Ooooh! Prego, Sherlock.

SHERLOCK (timoroso, sta a distanza di sicurezza dai tre) Allora… per prima cosa vorrei farvi una domanda… sempre che siate d’accordo eh! Altrimenti ho una domanda di riserva.


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MORIARTY Avanti, sputa!

SHERLOCK Beh, vorrei sapere: quando siete stati l’ultima volta al capanno degli attrezzi?

WALLY (si alza e si avvicina minaccioso a Sherlock) E a te che importa? Noi andiamo al capanno quando ci pare e piace. Sono stato chiaro??

WATSON (allontana con decisione Wally da Sherlock) Vedi di non fare tanto il gradasso e rispondi come si deve.

WALLY Se a quelli della banda di Moriarty non va di parlare, quelli della banda di Moriarty non parlano. Giusto, capo?

MORIARTY (mansueto) Ci siamo stati l’ultima volta ieri pomeriggio, parecchie ore prima che sparisse la racchetta.

WALLY Capo, mi spiace dirlo, ma stai invecchiando.

SHERLOCK E cosa siete andati a fare al capanno?

MORIARTY La solita riunione.

SHERLOCK E poi non ci siete tornati più?

MORIARTY Più, lo giuriamo.

SHERLOCK No, non giurare Moriarty.

MORIARTY Perché, Plump?

PLUMP Beh… sono stato dietro al capanno stamattina… a fare i miei bisognini.

WATSON (schifata) Grazie Plump, ma penso che non sia un particolare importante per le indagini. NICOLE (entra, trafelata con una scatola in mano) Ragazzi!

WATSON Nicole, che ci fai qui?

SHERLOCK Sempre in mezzo, questa piccola Lestrade.

NICOLE Taci, Sherlock! Dovresti ringraziarmi! Guarda un po’ cos’ho trovato al capanno degli attrezzi. MORIARTY Sei stata al capanno? Come ti sei permessa, piccola ficcanaso?

NICOLE (ironica) Oh, scusate tanto… A saperlo, mi sarei fatta fare un mandato di perquisizione da mio padre.

SHERLOCK Te l’avrei fatto anch’io.

NICOLE Davvero, Holmes, mi avresti fatto il mandato?

SHERLOCK (allusivo) Ma certo! Sai bene che ti ci mando sempre volentieri!

NICOLE Cafone! (sta per aggredire Sherlock quando

WATSON interviene) Ragazzi, non è il momento di litigare. Apriamo questa benedetta scatola.

NICOLE Giusto.

TUTTI (attorniano Nicole)

NICOLE (apre la scatola ed estrae la racchetta, ridotta in pezzi) Ma questa è la racchetta di Victoria! SHERLOCK O quel che ne rimane.

WATSON (ai tre, sospettosa) Voi non ne sapete niente, vero?

MORIARTY Niente, nientissimo, nientone.

NICOLE Povera Victoria! Chissà come ci rimarrà male, quando la vedrà ridotta così.


- 22 -

PLUMP (prende il mano la racchetta distrutta e la osserva, pensoso) Glielo dicevo sempre io: Victoria, troppo forti le fai, le schiacciate! Troppo forti!

TUTTI (si girano basiti verso Plump, mentre si chiude il sipario)

FINE SECONDO ATTO


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TERZO ATTO

Scena 1: LO STANZONE DELLE BAMBINE

Si apre il sipario. Siamo nello stanzone delle ragazze. VICTORIA è seduta sul suo letto, guarda la sua racchetta, distrutta. La attorniano WATSON, GRACE, JULIET, NICOLE e GRACE. Più distante SHERLOCK.

VICTORIA Ma com'è possibile? Chi può avere avuto una tale cattiveria?

WATSON Moriarty e la sua banda hanno giurato che non c'entrano nulla.

ANGELICA E sai quanto vale, il giuramento di quei tre lazzaroni!

SHERLOCK No, non penso siano stati loro. È un mistero più misterioso del previsto: mi mette un po' in difficoltà.

NICOLE Che dolce musica per le mie orecchie: Holmes in difficoltà.

GRACE Ha detto “un po' in difficoltà”. E sottolineo “un po'”.

SHERLOCK Prometto di andare a fondo nelle mie indagini.

NICOLE E io andrò ancora più a fondo di lui.

VICTORIA Siete gentili, ma ora non preoccupatevi più: l'importante è averla ritrovata.

JULIET Coraggio Victoria, tuo zio il barone te ne regalerà certamente un'altra.

VICTORIA Lo credo anch'io.

WATSON E tutto tornerà alla normalità.

VICTORIA Già, proprio così.

EMILY (entra) Salve a tutte!

JULIET Emily, lo sai che abbiamo ritrovato la racchetta?

NICOLE Per essere precisi, “io” ho ritrovato la racchetta.

EMILY Benissimo! Allora, Victoria, me la presti, così mi alleno un po' anch'io.

VICTORIA Ma hai visto in che condizioni è? (gliela mostra, mezza distrutta)

EMILY Oh, non ti devi preoccupare: prometto che non te la rovinerò.

SHERLOCK Bene, si è fatta quasi ora di cena e, benché detesti il passato di verdura che ci serviranno, ho una fame da lupi! (fa per uscire)

NICOLE Senti senti, il grande detective pensa solo alla sua pancia.

SHERLOCK A stomaco pieno s'indaga meglio: non lo sanno, a Scotland Yard? (ed esce)

GRACE Ci vediamo in refettorio, Sherlock! Tienimi il posto vicino a te!

La scena si fa completamente buia. Musica di sottofondo.

WATSON (voce fuori scena) E così, anche se in mille pezzi, la racchetta di Victoria era stata ritrovata. Il nostro Sherlock era però assillato da mille interrogativi: chi l'aveva rubata? Per quale motivo? E perché l'aveva ridotta così? Tutti i ragazzi del Saint Patrick, quella sera, non parlarono d'altro. Ma nessuno di noi avrebbe mai immaginato che il mattino seguente sarebbe successo qualcosa di molto, molto più inquietante.

La scena s’illumina a giorno. Troviamo le ragazze nei loro letti, tranne VICTORIA: il suo lettino è vuoto. La

musica finisce: sentiamo l’orologio a pendolo che rintocca le sette. Si ode bussare.

VOCE DELLA SIGNORA WARREN Forza, pelandrone: inizia un altro giorno!


‐24 -

EMILY (svegliandosi)Un altro? Ma quando finiscono?

TUTTE LE BAMBINE si svegliano e si alzano dai loro letti, in camicia da notte. Si mettono in fila e fanno peruscire, ordinatamente.

WATSON (che chiude la fila)Ragazze, alt!

TUTTE LE BAMBINE si fermano.

JULIET Che c'è Sarah?

WATSON Ne manca una.(si avvicina al letto di Victoria)Dai, Victoria, salta giù. Ultimamente sei unpo'... (solleva le coperte e nota che non c'è nessuno) Ma qui non c'è nessuno!

TUTTE LE BAMBINE (stupite e spaventate)Che cosa???

WATSON Ragazze, Victoria è sparita!

EMILY Hai guardato bene sotto il cuscino?

GRACE Vado a vedere se è già in bagno.(esce di corsa, a destra)

JULIET E se fosse scappata dal collegio?

ANGELICA Non credo: una nobildonna non scappa. Al massimo va in esilio.

GRACE (rientra)Niente, ho guardato dappertutto: in bagno Victoria non c'è. Ed è pure finito il sapone.

NICOLE Questo è un particolare ininfluente per la mia inchiesta.

ANGELICA Oh no! Adesso ricomincia la gara dei detective!

NICOLE E indovinate un po' chi la vincerà?

GRACE Mi spiace, Nicole, ma Sherlock non è il tipo da farsi fregare due volte. Sono pronta ascommettere un penny su di lui.

NICOLE Se proprio ti piace buttar via i penny...

WATSON Non è il momento di fare scommesse cretine. Qui c'è in ballo la sorte della nostra amica.

NICOLE Non temere: come ho ritrovato la racchetta, così ritroverò Victoria. ANGELICA (occhi spiritati, a Juliet)Speriamo solo... di non ritrovarla in mille pezzi! JULIET (va di corsa sul suo letto, a nascondersi sotto le coperte)

WATSON La situazione è troppo grave: vado ad avvertire la signora Warren(e fa per uscire) EMILY Giusto! Diglielo, che manca il sapone!

WATSON (occhi al cielo, sconsolata, ed esce)

NICOLE La scommessa resta valida.

GRACE Anche per me.

NICOLE Allora, il tuo penny?

GRACE Non ho con me quella cifra: va bene un assegno?

Scena 2: GIARDINI DEL COLLEGIO DI ST. PATRICK

Siamo accanto alla solita panchina. WATSON, GRACE, JULIET, NICOLE e ANGELICA, impietrite, sguardi afflitti e sconsolati. EMILY lancia, ossessivamente, in aria la palla, per poi riprenderla.


- 25 -

SHERLOCK (giunge qualche secondo dopo, trafelato) Scusate il ritardo. La professoressa di scienze non la finiva più di parlare di muschi e licheni.

GRACE (premurosa) Hai corso tanto? Sei affaticato? Ti vado a prendere un po’ di acqua e zucchero? SHERLOCK Grazie infermiera, ma non c’è tempo da perdere.

NICOLE Ecco bravo, quindi risparmiaci i tuoi soliti interrogatori, altrimenti rischiamo di far crescere muschi e licheni anche sotto questa panchina!

WATSON Nicole stavolta ha ragione: noi non abbiamo nulla da raccontarti. GRACE (guardando sognante Sherlock) E pensare che io avrei tante cose da dirti… WATSON Mi riferivo alla scomparsa di Victoria.

JULIET Ieri sera si è addormentata insieme a tutte noi, e poi stamattina… (s’interrompe, per un singhiozzo di commozione)

ANGELICA (la rimprovera aspramente) Dai, su smettila di frignare! (scoppia in pianto) Altrimenti fai commuovere anche me…

MORIARTY (entra con WALLY e PLUMP. Hanno tutti un tono dimesso) Buongiorno, ragazze.

PLUMP Buongiorno, ragazze.

WALLY Allora, si sa qualcosa di Victoria?

PLUMP Si sa qualcosa di Victoria?

MORIARTY Regola centodue: nella banda di Moriarty non sono ammessi pappagalli. Inteso, Plump?

PLUMP Inteso Moriarty!

WALLY Inteso Moriarty!

MORIARTY Sono circondato.

NICOLE Ragazzi, ma come mai tanto interesse? Non è che avete la coda di paglia?

EMILY Coda di paglia? Ma allora sono tre spaventapasseri!

SHERLOCK No, non sappiamo ancora nulla. Voi, piuttosto, avete dichiarazioni da fare? GRACE (solito sguardo sognante a Sherlock) Io sì! Io sì!

NICOLE Grace, ti ricordo che stiamo sempre parlando delle indagini.

JULIET A che pensi, Sarah?

WATSON E me lo chiedi? A Victoria. Chissà dov’è, adesso.

EMILY Magari è stata rapita, come la racchetta.

(Silenzio. TUTTI si bloccano e si voltano verso Emily)

SHERLOCK (corre da lei) Che hai detto?

EMILY Cosa?

SHERLOCK Ripeti cos’hai detto poco fa!

EMILY Eh, chi si ricorda…

SHERLOCK Emily, ci hai dato una pista! Grace, Juliet, andate al capanno degli attrezzi. Moriarty, tu e i tuoi scagnozzi le accompagnerete. E niente scherzi!

MORIARTY Con piacere. Andiamo, ragazzi. Wally, tu aprirai il capanno con le chiavi segretissime. ANGELICA Quelle che stanno ai piedi dell’oleandro!

MORIARTY (smorfia di odio ad Angelica, poi) Plump, tu farai da vedetta, di fianco al capanno.


- 26 -

PLUMP Benissimo, dovevo giusto fare un bisognino…

GRACE, JULIET, MORIARTY, WALLY e PLUMP escono.

NICOLE Dai, che forse ci siamo!

SHERLOCK Ed è tutto merito… (fa per indicarsi, ma NICOLE lo stronca) … di Emily!

WATSON Oramai l’angoscia dura ore. Cosa non farei, perché Victoria tornasse tra noi.

NICOLE Io ho pure fatto un fioretto a Saint Patrick.

SHERLOCK Di smetterla di fare la detective?

NICOLE (lo guarda in cagnesco)

WATSON Ma possibile che dobbiate litigare anche in questi momenti?

GRACE (entra, di corsa) Ehi, ragazzi! Indovinate un po’ cos’abbiamo trovato nel capanno, tra i badili e i rastrelli?

EMILY Le zappe?

GRACE Molto, molto meglio. Eccoli che arrivano.

Entra VICTORIA, sorretta da WALLY e JULIET. Li segue MORIARTY. WALLY Facciamola sedere. (fanno accomodare VICTORIA sulla panchina) JULIET Era chiusa nel capanno da ore, ha preso umidità. WATSON Vai a chiedere una coperta alla signora Warren, svelta.

JULIET esegue.

NICOLE Ora raccontaci tutto per filo e per segno.

NICOLE Ti hanno rapita?

SHERLOCK Stavi scappando da qualcuno?

EMILY Hai scambiato il capanno degli attrezzi per la camera da letto?

GRACE Ma Emily!

EMILY Beh, che c’è di strano? A me una volta è successo!

JULIET (torna con la coperta) Dai, copriti.

ANGELICA E soprattutto, dicci chi è stato a ridurti così.

VICTORIA (guarda tutti, ma non parla)

NICOLE Avanti, parla!

SHERLOCK Non farci stare sulle spine!

VICTORIA (dopo qualche secondo, crolla) È tutta colpa mia!

WATSON Spiegati meglio.

VICTORIA La distruzione della racchetta… il mio rapimento… sono stata io ad organizzare tutto.

TUTTI Cosa???

WATSON Ma perché?

VICTORIA Non ne potevo più del tennis. Era diventata un’ossessione: tutti nella mia famiglia non mi parlavano che di tennis. Tennis a pranzo, tennis a cena, tennis a colazione: mi stava venendo la nausea.


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JULIET Ma non volevi diventare una grande campionessa?

VICTORIA Ma chi, io? No, io voglio solo vivere la mia vita, come tutte le altre ragazzine della mia età.

WATSON Brava! La prossima volta che vedi lo zio barone, cerca di fargli un bel discorsetto.

VICTORIA Lo farò, promesso.

ANGELICA Brava! Ma toglimi una curiosità: che bisogno c’era di inscenare un finto rapimento?

VICTORIA Volevo attrarre l’attenzione su di me: mi sembrava che ultimamente non c’era più quell’amicizia e quell’affetto nei miei confronti.

SHERLOCK Allora hai cercato di farle preoccupare per la tua sorte, così da tornare per un momento al centro dei loro pensieri!

VICTORIA (annuisce con vergogna)

ANGELICA Caspita! Questa trovata è più diabolica di tutte le mie diavolerie!

WATSON Sciocchina, ma noi saremo sempre le tue amiche! Vero, ragazze? (e TUTTE LE RAGAZZE l’abbracciano)

MORIARTY (guarda la scena con WALLY) Roba da ragazzine!

WALLY Che femminucce!

MORIARTY Subito a piagnucolare, loro! (ma con WALLY si unisce commosso all’abbraccio) Bentornata Victoria!

WALLY Quanto ci hai fatto stare in pensiero!

VICTORIA Scusa, Sherlock, se ti ho fatto coinvolgere in questa storia.

SHERLOCK Figurati! Anzi, è stato tutto molto interessante!

NICOLE Sherlock, mi dispiace ammetterlo, ma sei stato bravo.

SHERLOCK Anche tu non sei male come detective. Dovresti dare qualche lezione a tuo padre!

NICOLE (sorride)

SHERLOCK E visto che tutto è bene quel che finisce bene, bisogna festeggiare: tutti nel mio studiolo a mangiare i muffin alla vaniglia!

TUTTI escono festanti, portando quasi VICTORIA in trionfo.

La scena rimane vuota per qualche secondo

PLUMP (entra) Ehi, ragazzi, dove siete finiti? Io coi miei bisognini sono a posto! Ma possibile che spariscano tutti, in questo collegio? (ed esce sconsolato)

La scena si fa buia. Musica di sottofondo.

Quando si riaccende, vediamo DEBBIE, BOBBY e PLUMP parlottare.

WATSON (voce fuori scena) Londra, 3 luglio 1881. E così, anche quest'anno il Saint Patrick chiude per le vacanze estive. Il finto rapimento di Victoria ha movimentato non poco la fine dell’anno scolastico. Tuttavia, appena il caso è stato risolto, la noia ha ricominciato a regnare sovrana. È il momento delle partenze e degli addio. Ma Debbie e Bobby Warren rimangono qui, tra queste mura, visto che abitano qui e la signora Warren deve fare la programmazione dell'anno prossimo e accogliere le matricole che si vogliono iscrivere.

MORIARTY e WALLY Entrano con in mano delle valigie. PLUMP rimane a parlottare.

WATSON (c.s.) E così per tre mesi non si parlerà più della banda di Moriarty! Sapete, in fondo mi erano simpatici: anche perché come teppisti non valevano una cicca. Troppo buoni, per essere cattivi. Lo so già: da grandi saranno degli stimati professionisti. Eccoli, che se ne vanno, tutti e tre: Moriarty, Wally e...


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MORIARTY (urlando) Plump!

PLUMP smette di parlottare e corre a raggiungere MORIARTY e WALLY. I tre escono a destra.

DEBBIE e BOBBY escono parlottando dalla parte opposta.

WATSON (c.s.) È tempo di vacanze anche per le mie amichette dello stanzone.

JULIET entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.) Juliet trascorrerà l'estate in campagna, nello Yorkshire. Passerà interi pomeriggi nella sua stanzetta a riposare, in beata solitudine, finalmente lontana da quel diavoletto pestifero di Angelica. Buone vacanze, Juliet!

JULIET esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta ANGELICA entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.) Angelica tornerà a Liverpool, dove vivono i suoi. Ma prima deve fare un salto nello Yorkshire, a casa di Juliet: vuole farle trovare nella sua stanzetta un centinaio di ranocchietti saltellanti, che le riempiranno i vuoti pomeriggi estivi. Buone vacanze, Juliet!

ANGELICA esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta EMILY entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.) Emily per le vacanze, andrà da qualche parte. Dove, di preciso, non lo so. E non lo sa neppure lei! Tutti gli anni la stessa storia: esce dal collegio e, avendo un pessimo senso dell'orientamento, non trova più la strada di casa. L'estate scorsa l'hanno trovata che vagava per la Cornovaglia.

EMILY esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta NICOLE entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.) Nicole andrà in vacanza studio: suo padre la terrà con sé tutta l'estate a Scotland Yard, così può fare un po' di pratica sul campo. Lei è al settimo cielo. Sua mamma no di certo: aveva già prenotato una stanza in un alberghetto sulle bianche scogliere di Dover.

NICOLE esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta VICTORIA entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.)Victoria ha ufficialmente chiuso col tennis. Chiederà a sua cugina, la duchessa di Fosbury, di insegnarle a giocare a scacchi. E se un giorno verremo a sapere che è sparito un cavallo, una torre o un alfiere, sapremo dove indagare.

VICTORIA esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta GRACE entra con le valigie in mano.

WATSON (c.s.) Grace ha il cuore a mille. Infatti, è finalmente riuscita a strappare a Sherlock una promessa: un giorno di questi andrà da lei a fare merenda. Sì, so già cosa vi chiedete: sarà l'inizio di una bella storia? Indagheremo...

GRACE esce. Dopo qualche secondo, dalla parte opposta WATSON entra con le valigie in mano.

WATSON (continuiamo a udire la sua voce fuori scena) E io? Boh! Intanto so che gli esami sono andati a gonfie vele. Ma avevo un segreto: ho applicato allo studio il metodo logico-deduttivo di Sherlock. (da questo momento in poi, parlando sul serio) A proposito, dove si sarà cacciato Holmes? La carrozza sta per partire!

SHERLOCK (entra, valigie in mano) Watson! Sono qui!

WATSON Smettila di chiamarmi Watson o ti pianto qui tutta estate da solo. Con Grace!

SHERLOCK A proposito...

WATSON Dimmi...

SHERLOCK Ti confesserò, Watson…

WATSON Uffy!

SHERLOCK … che questa merenda a casa di Grace suscita in me un certo interesse.

WATSON (ha un sussulto) Davvero?


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SHERLOCK Certamente! Ho saputo che la mamma di Grace fa una torta ai mirtilli da favola! WATSON Che delusione: e io che credevo tu avessi un Interesse sentimentale. SHERLOCK Macché sentimentale?! Alimentare, Watson! Alimentare!

FINE