Il mio cliente ricciolo

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IL MIO CLIENTE RICCIOLO

Radioscena

di NORMAN CORWIN

PERSONAGGI

L’ANNUNCIATORE

L’AGENTE

FAT

STINKY

LA RAGAZZA

PRIMO ENTOMOLOGO

SECONDO ENTOMOLOGO

TERZO ENTOMOLOGO

SMITH

IL MUSICISTA

Commedia formattata da

L'Annunciatore             - Signore e signori: nella se­guente commedia ogni somiglianza a bruchi vivi o morti è puramente occasionale. (Musica: trat­tamento sinfonico di « Sì signore, questo è il mio bambino ». Crescendo, diminuendo, sottofondo).

L’Agente                      - Vi sono molte cose delle quali un uomo non ama parlare, perché ... (Gessa la musica) Bene, mi limiterò a raccontarvi questa storia del mio cliente Ricciolo e poi tornerò al mio mestiere di agente e cercherò di dimenticarla. Ma se dovesse venirmi un nodo alla gola mentre ve la racconto spero che mi vorrete perdonare perché tutta questa storia è così recente che mi sento ancora emozio­nato. Per farla breve, vi dirò che un giorno pas­seggiavo in periferia, quando la mia attenzione fu attratta da due ragazzi che sedevano a un lato della strada. Uno di essi suonava l'armonica. (Armonica: molto staccata dal microfono accenna la canzone « Sul lato della strada ») Erano chinati e osservavano qualche cosa in terra, ed io che sono curioso mi sono fermato a guardare cos'era. (Si dissolve l'armonica suonando « Sì signore, quello è il mio bambino ») Salve, ragazzi, cosa avete li? (L'armonica cessa di scatto).

Fat                                 - Abbiamo un bruco addestrato.

L’Agente                      - Addestrato a che cosa?

Stinky                           - Ballo.

L’Agente                      - (ridendo) Non ci credo.

Stinky                           - Sicuro.

Fat                                 - (in tono pratico) Dateci cinque lire e ve lo mostriamo.

L’Agente                      - (bonario) Oh, un trucco, eh? Va bè, avete trovato lo scemo. Eccovi dieci lire.

Fat                                 - Grazie. Avanti Stinky, suona. (L'armonica incomincia a suonare).

L’Agente                      - (dopo una pausa) Ehi, guarda che roba. (A Stinky) Adesso fermati. (L'armonica smette) Dio mi maledica, smette proprio quando finisce di suonare.

Fat                                 - Sicuro. Stinky l'ha addestrato così.

Stinky                           - Oh, è niente.

L’Agente                      - (incredulo) Suona qualche altra cosa, Stinky. (L'armonica comincia e brevemente finisce la canzone. Ridendo con gusto) Smette proprio quando è finito.

Stinky                           - Sicuro, è bravo no? (A Ricciolo con affetto) Andiamo via, monta sulle dita... Bravo. (Strascicando).

L’Agente                      - Balla ogni genere di musica, Ricciolo?

Fat                                 - No, soltanto « Sì signore, questo è il mio bambino ».

L’Agente                      - Vuoi dire che balla soltanto una canzone ?

Stinky                           - Sì, signore. Ne ho provato un mucchio di altre, ma gli piace solo quella.

L’Agente                      - Cosa credi, perché balla solo quella?

Stinky                           - Mah! Un tale che conosco mi ha detto che ha un vero orecchio musicale.

Fat                                 - Forse sono quei due affari che ha sul capo, no? Orecchi musicali?

L’Agente                      - No. Quelle sono le antenne.

Stinky                           - Antenne? (Bidè) Non è mica un appa­recchio radio. (Divertito, dopo una breve pausa, comincia a ridere).

Fat                                 - (ride anche lui).

L’Agente                      - Ehi!

Fat                                 - Cosa?

L’Agente                      - Chissà che non abbia sangue di serpente. Sai che ci sono serpenti che ballano?

Fat                                 - Dici sul serio?

L’Agente                      - Aspetta. Dammi un momento l'armonica.

Stinky                           - Prenda.

L’Agente                      - Ricciolo potrebbe essere imparentato con un serpente asiatico. Vediamo un po'. (L'ar­monica suona la danza del ventre. Gessa) No, non si muove. Deve essere davvero un bruco americano.

Stinky                           - Già.

L’Agente                      - Sentite ragazzi. Vi faccio una pro­posta. Quanto volete per Ricciolo?

Fat                                 - (pratico) Quanto ci dà?

Stinky                           - (risentito) Ehi, un momento. Ricciolo è mio, e io non voglio venderlo.

L’Agente                      - Perché no, Stinky?

Stinky                           - (vergognoso) Perché ... ecco... Bene, perché ... non voglio venderlo.

Fat                                 - Lo sa perché non vuol venderlo?

L’Agente                      - Perché ?

Fat                                 - Perché s'è fissato.

Stinky                           - Oh, chetati Fat.

L’Agente                      - Intendi dire che vuoi così bene a Ricciolo che non puoi separarti da lui? (Pausa).

Stinky                           - No, dico solo che non voglio venderlo. Nemmeno per un dollaro. Nemmeno per due dollari.

L’Agente                      - Beh, certo credo che nessuno ti darebbe tanto denaro.

Stinky                           - Non m'importa. Ricciolo è mio e voglio tenermelo. L'ho allevato da quand'era appena nato.

L’Agente                      - Stai a sentire, piccolo. Io credo che tu sia un ragazzo intelligente e scaltro. E perciò sono pronto a pagarti Ricciolo cinque dollari.

Fat                                 - Ehi, cinque dollari! Cosa ne dici Stinky? Eh?

Stinky                           - (quasi in lacrime)   Bene... non lo so; ecco.

Fat                                 - Prendili, te lo dico io. Adesso puoi com­prarti i pattini.

Stinky                           - (desolato) Certo, lo so che è un mucchio di soldi. Ma, vedi (pausa) io voglio bene a Ric­ciolo e credo che Ricciolo mi voglia bene anche lui. Quando siamo soli, io gli parlo e lui mi capisce. (Riscaldandosi) Ricciolo mi vuol bene. È molto intelligente, anche se non sembra.

L’Agente                      - Oh, che è intelligente si vede.

Stinky                           - (serio) Sa, senza di me, credo che Ricciolo morirebbe.

L’Agente                      - Credi sul serio?

Stinky                           - Certo. Dopo tutto, anche lui è figlio di Dio, no? Morirebbe assolutamente.

L’Agente                      - Stammi a sentire, Stinky. Ti voglio parlare da uomo a uomo. Questo tuo bruco ha un grande valore. Vale un mucchio di soldi. Molto più di cinque dollari.

Fat                                 - Sul serio?

L’Agente                      - Dunque, ecco qua quel che faremo. Stinky, tu starai con Ricciolo e io sarò il vostro manager. Ricciolo sarà il mio cliente.

Fat                                 - Cosa vuol dire?

Stinky                           - Cos'è un cliente?

L’Agente                      - Non puoi capire bene. È una cosa della quale devo parlare con i tuoi genitori perché devo avere la loro firma su un contratto. Secondo la legge tu sei un minorenne, capisci?

Stinky                           - Non ho mica fatto niente di male. (Musica di transizione. Orchestra con armonica).

L’Agente                      - Così cominciò. Ricciolo divenne il mio cliente e io mi presi lui e Stinky. La prima cosa che faccio è un bel lancio pubblicitario. E certo quei giornalisti ci sanno fare. Prima, pagine con fotografie. Fotografie di Ricciolo, fotografie di Stinky, fotografie mie. Fotografie del mio cliente che balla su una foglia, che si arrampica sul dito del sindaco, che sale sulla gamba di una bella indossatrice, che siede in un piccolo palco tutto per lui all'opera. E che titoli! Titoli come nel « Times ».

Voce                             - Bruco che balla alle note di « Sì signore... ». Il Fred Astaire del mondo degli insetti mostra un senso umano del ritmo. (Una piccola frase di « Sì, signore » ripetuta progressivamente tre volte che si risolve in un arrangiamento a fanfara la quarta volta).

L’Agente                      - Il « Post ».

 Voce                            - Curley sotto custodia di Stinky. Giovane addomesticatore di bruchi. (Stesso motivo).

L’Agente                      - « The Brooklin Awgle ».

Voce                             - Insetto fenomeno impara a ballare. (Motivo).

L’Agente                      - « The World Telegram ».

Voce                             - Il passo di Ricciolo diventa una nuova sensazionale danza nazionale.

L’Agente                      - E con tutta quella pubblicità, le cose cominciarono ad andare veramente bene. Primo: Bill Robinson presenta un passo di Ric­ciolo al Cotton Club. (Effetto di un ballo tip-tap) Poi Raymond Scott scrive una canzone intitolata « Il ballo del bruco ». Per farla breve mi arriva un'infinità di offerte. I soldi incominciano ad entrare a fiumi. Affitto un appartamento di lusso e mi prendo una segretaria.

La Ragazza                   - Impresa Ricciolo. Buongiorno.

L’Agente                      - Compro una bicicletta e dei nuovi abiti per Stinky.

Stinky                           - Oh, grazie mille.

L’Agente                      - La pubblicità comincia ad accumu­larsi. Ricevo un telegramma da Hollywood.

Voce                             - Offriamo un milione per l'apparizione di Ricciolo in un cartone animato. Proponiamo un carattere vivo per prima volta fra cartoni animati. Gradiremmo risposta immediata. Cordialmente Walt Disney.

L’Agente                      - Ma... oh... oh... signorina.

La Ragazza                   - Dica?

L’Agente                      - Telegrafi a Walt Disney ad Holly­wood, California.

La Ragazza                   - Sì, signore.

L’Agente                      - (detta) D'accordo, ma prezzo deve essere portato a dieci milioni.

La Ragazza                   - Soltanto?

L’Agente                      - Crede che dovrei chiedere di più?

La Ragazza                   - No, voglio dire... È tutto qui il testo del telegramma? (Suona il telefono. Alza il ricevitore) Impresa Ricciolo... Un momento per favore. (All'agente) C'è la rivista « Timo ». Vuole che le passi la comunicazione?

L’Agente                      - Va bene. (Rumore di microfono che viene alzato. Conversazioni nello sfondo, lontano dal microfono) Pronto? Sì, sono io. Sì. Bene, vede... sì... oh, oh. No, l'ho scoperto che apparteneva al ragazzo. Sì, va bene. (Suona un altro telefono).

La Ragazza                   - Impresa Ricciolo. È occupato su un'altra linea. Chi? Oh, sì. Mi ha incaricata di dirvi di ordinare una spedizione giornaliera per aereo di foglie di salice dalla Florida. (Suona il terzo telefono) Un momento per favore. (Suona il quarto telefono. Suono alternato con il terzo. La ragazza strilla spazientita all'agente) Farebbe meglio a prendersi qualche altra segretaria.

L’Agente                      - No... No. Sì certo. No, non ancora... Ah, certamente... Lo tengo qua con me...! Stinky gli sta dietro la maggior parte del tempo... Sì... Cosa? No... Oh, no. Scusi?... Oh, certamente... Sì, dal primo momento... Appunto... Non ancora... Forse non ancora per un'altra settimana o due... Assolutamente... Abbiamo provato tutti i generi di musica... No, no... Ma a cosa vi riferite!... No, io no... Cosa?... Oh, sì... (Accordo musicale che sovrasta i telefoni e la conversazione) Bene, le cose vanno avanti così e Ricciolo si guadagna un'in­finità di denari quando mi vedo arrivare tre indi­vidui che non mi aspettavo.

Primo Entomologo        - Abbiamo letto sui gior­nali del vostro meraviglioso esemplare e siamo venuti per chiedervi il permesso di esaminarlo.

L’Agente                      - Esaminarlo? Per che cosa?

Secondo Entomologo   - Noi siamo dei lepidotteristi.

L’Agente                      - Lepidotteristi? Ma Ricciolo è un bruco non un leopardo.

Terzo Entomologo        - Ah, no. Mio caro uomo. La lepidotterologia è una branca dell'entomologia che tratta l'ordine degli insetti. Della quale il vostro... ehm, come dire... cliente, è un membro.

L’Agente                      - Va bene, ma io sono sicuro che Ricciolo non vuole essere esaminato da nessuno.

Primo Entomologo        - Oh, andiamo, andiamo. Se questo bruco è così eccezionale come dicono i giornali, voi indubbiamente dovete aver la cor­tesia di permettere alla scienza di esaminarlo.

Secondo Entomologo   - Esattamente.

Terzo Entomologo        - Sarebbe semplicemente criminale non permettere alla scienza di inve­stigare.

L’Agente                      - (brontolando) Bene, se la prendete in quel modo credo che...

Primo Entomologo        - Non ci vorranno più di due minuti.

L’Agente                      - Oh, va bene. Venite con me, vi prego. (Passi da una stanza all'altra. Porta che si apre e si chiude) Ciao, Stinky.

Stinky                           - Buongiorno.

L’Agente                      - Questo è Stinky, signori. Scopritore e allevatore del mio cliente. Lui sta a guardia di Ricciolo tutto il tempo. (Tutti lo salutano) Eccolo là in quella scatola. Vi prego di stare attenti a maneggiarlo.

Secondo Entomologo   - Ah!!! Eccolo finalmente.

Terzo Entomologo        - Oh Dio! Minuscolo, eh?

Primo Entomologo        - (esaminando) Uhhmmm. Mandibola normale... Prima mascella insolita­mente cospicua...

Secondo Entomologo   - Oh, guardi, guardi, dottore. Sta cercando di morderla.

Terzo Entomologo        - Ah, fino ad ora non ho mai visto una persona aggredita da un bruco. Meraviglioso.

Primo Entomologo        - Guardi, dottore, questo eccezionale prolungamento delle estremità addo­minali.

Secondo Entomologo   - Già, già. Questa carat­teristica non le ricorda la aglasis antiope?

Terzo Entomologo        - Incredibile.

Primo Entomologo        - E guardate qua. Non ho mai visto degli ocelli simili, altro che nella melanargia galatea. E la chitilizzazione...

L’Agente                      - Dite sul serio?

Secondo Entomologo   - (all'agente) Sì signore. rallegramenti. Questo è un esemplare eccezionale. Si può dirlo anche prima di aver misurato le sue reazioni agli stimoli musicali.

Primo Entomologo        - Appartiene al genere ordi­nario di Papilio Eutulus, ma ha l'aspetto più straordinario...

L’Agente                      - Grazie mille.

Primo Entomologo        - Ma... Ehm... Noi pensiamo che questo esemplare sarebbe molto più utile alla società se voi invece di esibirlo per scopi commer­ciali lo prestaste o lo donaste al Museo di storia naturale dove potrebbe essere studiato più a fondo dai migliori entomologi del mondo.

L’Agente                      - Ma io...

Secondo Entomologo   - Esattamente. E quanto vuole? Noi potremmo sezionarlo e...

Stinky                           - (terrorizzato) No, no. Non lo avranno. (Piangendo) No... non lasciategli prendere Ricciolo. (Continua a protestare e a piangere).

Terzo Entomologo        - Non piangere, ragazzo. Noi non gli faremo male.

Primo Entomologo        - Un insetto come questo si trova forse una volta ogni milione di anni. E certamente per amore di denaro non vorrete rischiare di menomarlo col troppo lavoro.

L’Agente                      - Vorreste accusarmi di sacrificare la salute di Ricciolo per lucro? È assolutamente ridicolo. Ricciolo è... (Si bussa all'uscio. Tutto il rumore cessa comprese le proteste di Stinky) Avanti. (Si apre la porta).j

La Ragazza                   - Ho ricevuto un altro telegramma dalla costa del Pacifico. Walt Disney ha portato la sua offerta a due milioni.

L’Agente                      - Due milioni? Dica dieci milioni o niente. (Accordo musicale sfumato in sottofondo) Bene, i giornali si sono impossessati della storia degli entomologi ed ecco qua un altro mucchio di pubblicità. Sta diventando una questione mo­rale. Con preti che ne parlano nei loro sermoni, e altra roba del genere. Io vengo attaccato dai giornali politici per sfruttamento di lavoro di bruco.

Voce                             - ... Del vergognoso sfruttamento di un piccolo innocente insetto da parte di un agente mercenario che ha rivolto a suo vantaggio per­sonale un fenomeno naturale che appartiene esclu­sivamente a un museo. La massa deve essere condannata perché incoraggia questo commer­ciante di schiavi a continuare...

L’Agente                      - Ma d'altra parte io vengo difeso come un individualista che si rifiuta di sottomet­tersi all'irreggimentazione.

Altra Voce                    - Un uomo possiede un insetto intelligente. Quest'uomo ha il diritto di ammini­strare questo insetto. Non esiste ombra di dubbio su questo fatto. Eppure si chiede a quest'uomo di rinunciare al suo cliente per scopi scientifici. Egli rifiuta. Ha il diritto di rifiutare. Nessuno può negargli quel diritto. Eppure in certi quartieri egli viene attaccato semplicemente perché insiste per godere dei suoi diritti costituzionali. In questo momento in cui in tutto il mondo si sta tentando di ridurre la personalità dell'individuo, è conso­lante trovare un uomo che si alza e lotta per i suoi diritti. Gli facciamo i nostri migliori auguri: noi lo difenderemo con tutti i mezzi, con i piedi fermamente piantati su quella stessa terra dalla quale è sorto il suo insetto. (Comincia a sfumare) Contro coloro che vorrebbero voltare le spalle al progresso...

L’Agente                      - La legione americana1 e le figlie della Rivoluzione americana mandano a Ricciolo un arboscello d'argento e una bandiera in miniatura da mettere in cima alla sua scatola. I corrispon­denti stranieri si danno da fare per telegrafare i loro articoli ai giornali. A Madrid il giornale spa­gnolo «Gràfico » tira fuori un articolo... « El Gràfico » Mas los norte-americanos no deben olvidar que la danza espanola es la mejor de todas y que si la oruga del seiior Stinky tuviese un poquitin de buen oido para la musica, reconoceria los irrestibles ritmos de la yota, y no se limitaria a tocar « Sì signore, questo è il mio bambino ». Es un insulto a los paises latinos que esse insecto...

L’Agente                      - Che coraggio. Guarda la mentalità latina. A Parigi sì che le cose vanno bene. « Le Temps » pubblica: « Le Temps »  Tous ceux qui aiment la nature de méme que ceux qui s'intéressent aux aspects les plus subtiles de la danse e de la musique, se réjouiront avec notre république soeur, les Etats Unis, de la découverte d'une chenille dansante que le monde connaìt affectueusement sous le nom de Ricciolo. Et c'est remarquable de constater que cet insecte ne consent à danser que si Fon joue l'air justement célèbre: « Oui, monsieur, c'est mon bébé! ».

L’Agente                      - E non basta. Ecco qua dei commenti abbastanza favorevoli da Sciangai; sono del « Shangai Express »: Il marajà di Lahore manda a Ricciolo delle foglie di salice dagli alberi del salice sacro del tempio.

Stinky                           - Guarda: un pacco che viene da un posto chiamato Lahore. Posso avere i francobolli?

L’Agente                      - Prendili. La radio della Columbia ci ha chiesto una trasmissione diretta dalla scatola di Ricciolo per far sentire agli ascoltatori il suono delle mandibole di Ricciolo mentre mangia.

Smith                            - Questo è John Smith che vi parla dal quartier generale dell'impresa Ricciolo dove ab­biamo piazzato il microfono sepolto fra le foglie di salice per riprendere il suono del solo insetto ballerino del mondo, mentre... (Comincia a sfu­mare) mangia la sua cena dopo una dura giornata di lavoro, durante la quale ha dovuto esibire il suo talento alla stampa.

L’Agente                      - Walt Disney è disposto a pagare cinque milioni ma io insisto ancora sui dieci. Grover Whalen vuole scritturare Ricciolo per fare un ballo caratteristico inglese sulla copertina della Magna Charta alla fiera mondiale. In breve, tutto va bene finché un giorno alcuni individui vengono a cercare Ricciolo. Soltanto che questa volta non sono degli scienziati ma dei musicisti.

Voce                             - (entra sfumando) E quindi, nell'interesse della musica, noi, membri di questo comitato, pensiamo che renderete un enorme servigio alla conoscenza musicale se ci permetterete di provare l'effetto della musica classica sul vostro cliente.

L’Agente                      - E che beneficio è questo!

Voce                             - Che può aprire un campo completa­mente nuovo di psicologia, di educazione alla musica. Il mondo conosce pochissimo degli istinti musicali degli animali, e niente di quelli degli insetti. Ora...

L’Agente                      - Ma voi sciupate il vostro tempo. Ricciolo balla soltanto una canzone.

Voce                             - Avete provato altri pezzi?

L’Agente                      - Certo. Digli quello che hai suonato, Stinky.

Stinky                           - Ho suonato: « Cesserà di piovere », « Il mio paese », « Io e tu », « La polka del barile di birra », « Brilla o luna », « La musica va in giro »...

Voce                             - Ah, ma non musica classica.

L’Agente                      - Sicuro, anche quella. Io stesso ho suonato « Dolce mistero della vita » di Victor Erbert.

Voce                             - (accondiscendente) Non ha mica provato a suonare delle sinfonie, no?

L’Agente                      - Disney sta cercando proprio ora di acquistare i diritti per una sinfonia burlesca. La sua ultima offerta...

Voce                             - No, non mi sono spiegato. Ecco quel che vorremmo fare. (Sfuma) Noi mettiamo Ricciolo in un auditorio con un'orchestra ed eseguiamo una scelta serie di testi usando musica sinfonica selezionata con un tempo ritmico. Quindi, per mezzo di lavori rappresentativi, noi possiamo rapidamente stabilire... (Rumore di bacchetta sul leggìo).

Il Direttore                    - Lo so, lo so. Mi rendo conto che siete stanchi. Abbiamo già suonato sessan­tasette brani, ma dobbiamo suonarne ancora qualcuno e poi smetteremo fino a domani.

Il Musicista                   - Il bruco si è mosso?

Il Direttore                    - Finora non ha fatto nemmeno un passo. Ma forse può darsi che si muova all' «Habanera » della Carmen. (Bacchetta che baite sul leggìo. Musica di habanera) Basta, basta! (La musica smette) E va bene, tentiamo il numero 69. Balletto di « Bosamunda ». (Musica come sopra) Basta! (Fine della musica) Il prossimo, numero 70. Il moto perpetuo di Strauss. (Come sopra. Bimane in sottofondo).

L’Agente                      - Tutto questo è durato per due giorni e mezzo, e finalmente dopo duecentodue pezzi è successo qualcosa che ha ravvivato l'at­tenzione dei giornali per Ricciolo. La « Associated Press » il giorno dopo divulgava la seguente storia. (Bumore di telescrivente).

Voce                             - Ricciolo, il bruco tersicòreo, ha mera­vigliato oggi gli scienziati ed i musicisti quando improvvisamente si è messo a ballare alla musica del secondo movimento dell'ottava sinfonia di Beethoven. Questo movimento, allegretto scher­zando, era il 203° brano musicale suonato per determinare se questo super-bruco poteva o voleva danzare qualche altra cosa oltre a' « Sì signore, questo è il mio bambino ». L'insetto ha sorpreso gli osservatori, in quanto ha danzato gli arran­giamenti e le melodie di entrambi i brani sulle punte dei piedi. Gli scienziati sono incapaci di spiegare il fenomeno. (Entra sfumando l'« Allegretto scherzando » dell'ottava) La direzione del bruco annuncia frattanto che Ricciolo apparirà quanto prima come il numero uno in un balletto intitolato « Estravaganza per insetto solo » di William Saroyan, e che Ricciolo ballerà anche in uno spet­tacolo che verrà dato al Carnegie Hall. (Accordo musicale).

L’Agente                      - E allora le cose hanno cominciato ad andare veramente a gonfie vele. La signora Boosevelt ne parla nella sua rubrica « My day ».

La signora Boosevelt    - Non succede spesso che una creatura più piccola del dito mignolo possa impadronirsi completamente dell'immagina­zione di milioni di persone. Eppure questa è la eccezionale realtà di quel bruco chiamato Ricciolo e proprio oggi io stavo dicendo al presidente che... (comincia a sfumare) son passati molti anni da quando il paese si è interessato tanto di...

Un Filatelico                 - Si parla, fra i collezionisti di francobolli, di emettere uno speciale francobollo Ricciolo filatelico. E poiché il francobollo Ricciolo sarebbe il solo francobollo stampato per un insetto, il suo valore filatelico (sfuma) assumerebbe propor­zioni prodigiose.

 

L’Agente                      - Le società scientifiche si offrono per valorizzare il genio di Ricciolo e, lo credereste? la convenzione annuale dell'accademia americana di lepidotterologia e di entomologia, perfino invita Stinky a tenere delle conferenze.

Stinky                           - (esitante) Così... dissi a mia madre: «Ma', mi dai un soldo? Voglio comprare della cioccolata ». Mia madre mi dice di sì e mi dà un soldo - Eh... eh... così, mentre andavo al negozio, vedo un bruco - Eh... che attraversava la strada... Ehm, uhm... così io mi fermai per osservarlo, capite? Così allora    - (sfuma) io l'ho raccattato e poi ho incominciato a fischiare una canzone. Ah... e per caso era... sì, insomma... « Sì signore, questo è il mio bambino ».

L’Agente                      - E il denaro continua ad arrivare. Noi andiamo avanti benissimo seppure costi un'in­finità per mantenere i miei uffici di lusso e tutte quelle segretarie. Ma io aspetto di ricevere tutti quei soldi, i dieci milioni da Disney, e poi smettere di lavorare. Bene, per farla breve, dopo uno scambio di telegrammi e di telefonate, una notte Disney telegrafa.

Disney                           - (voce filtrata) Accettato prezzo dieci milioni. Preghiamovi prendere il primo aeroplano con Ricciolo.

L’Agente                      - Finalmente! Come sono eccitato, vado nella stanza accanto dove dormono Stinky e Ricciolo. Stinky, svegliati, siamo ricchi. Siamo milionari.

Stinky                           - (ancora addormentato) Cosa succede?

L’Agente                      - (eccitato) Andiamo ragazzo. Vestiti. Corri. Vieni a fare un lungo viaggio in aeroplano con me e Ricciolo. Ah, questa volta voglio com­prare a Ricciolo la foglia di salice più succulenta che abbia mai mangiata in vita sua. Aspetta che dò la buona notizia a Ricciolo. Eccoci qua, pic­cola creatura. Ahi! (Con voce da tenore) Dov'è? Come mai non è nella sua scatola? Dov'è Ricciolo? (Gridando) Ricciolo!

Stinky                           - (incredulo) L'ho messo a letto, io. Come, non è nella scatola?

L’Agente                      - Svelto, guarda intorno alla stanza. Sotto il tappeto, sotto il letto, sulle pareti, dap­pertutto. E stai attento dove cammini.

Stinky                           - (chiamando) Ricciolo! Ritorna! Ricciolo! Dove sei, Ricciolo?

L’Agente                      - Ricciolo, Ricciolo, ascolta. (Canta « Sì signore » con voce terrorizzata. Stinky si unisce piangendo) Ricciolo, ti voglio bene. Dove sei?

Stinky                           - Ricciolo, non lasciarmi.

L’Agente                      - Dieci milioni, Ricciolo. (Canta con veemenza. Si interrompe bruscamente) Senti Stinky, prendi questa lampada tascabile, cercalo per il corridoio e chiedi al portiere di lasciarti guardare sotto il pianerottolo dell'ascensore. Nel frattempo io chiamerò la polizia. (Stinky se ne va continuando a cantare fra le lacrime. Al telefono) Centralino, centralino, mi dia il quartier generale della polizia. Centralino, centralino! (Sirena. Badia della polizia).

 Prima Voce                  - Attenzione tutte le macchine. Attenzione tutte le macchine. Stare in guardia per un bruco danzante. Stare in guardia per un bruco danzante. B.R.U.C.O. Bruco. È tutto.

Seconda Voce               - Urgente. L'Ufficio federale per le investigazioni non smentisce né conferma voci secondo le quali Ricciolo, il bruco da dieci milioni, sarebbe stato rapito.

Terza Voce                    - Signori e signore, siamo stati richiesti dall'autorità cittadina di fare il seguente annuncio. Ogni qualvolta voi ascoltate la canzone « Sì signore, questo è il mio bambino » vi preghiamo di stare molto attenti, ovunque vi troviate, se vede­te un bruco danzante nelle vostre vicinanze. Questo annuncio (sfuma) si riferisce a Ricciolo il bruco famoso, la cui recente carriera ha...

L’Agente                      - Tutto il paese cerca invano. Nessuno ha visto Ricciolo. La polizia indaga. Posti di blocco vengono stabiliti in tutto il paese. Stazioni radio suonano «Sì signore, questo è il mio bam­bino » a intervalli per tutto il giorno e chiedono a tutti gli ascoltatori di stare in guardia. Seguaci di Ricciolo da tutte le parti mandano denari per un fondo ricerche di Ricciolo.

Prima Voce                   - (in tono oratorio) Ed io ho il pri­vilegio, come presidente del Club per le ricerche di Ricciolo, di annunciare ai membri che questo fondo ha raggiunto la mirabolante cifra di un milione duecentotrentottomila quattrocentoquat­tordici dollari escluso il Sud, dal quale non abbiamo ancora avuto un rapporto preciso. (Grande applauso).

Seconda Voce               - E io sono assolutamente sicuro che ogni figlio di madre ed ogni figlia di padre dedicherà il suo cuore ed il suo braccio a un sicuro e permanente obiettivo: la ricerca di Ric­ciolo. (Applauso più grande).

L’Agente                      - Ma nessuno trova Ricciolo. E appena se n'è andato io comincio a rendermi conto quanto ero affezionato a quell'insetto. Comincio a capire perché Stinky non poteva nemmeno sentir par­lare di venderlo in quei vecchi giorni felici. Non posso nemmeno sopportare il pensiero delle foglie di salice. Mi sono ridotto ad odiare tutti gli uccelli e a guardare con sospetto i gatti. E ho cominciato a bere. (Leggero rumore di fondo).

 Il Cameriere                 - Che cosa desiderate, signore?

L’Agente                      - Un coktail triplo.

Il Cameriere                  - Veramente...

L’Agente                      - Ho detto un coktail triplo.

 Il Cameriere                 - Sì signore. (Gessa il rumore di fondo).

L’Agente                      - E perfino Stinky comincia a bere per dimenticare. (Rumore di fondo).

Il Cameriere                  - Che desiderate voi, giovanotto?

Stinky                           - Una tazza di caffè nero.

 Il Cameriere                 - Come dite?

Stinky                           - Una tazza di caffè nero.

Il Cameriere                  - Sì signore. (Gessa il rumore di fondo).

L'Agente                       - Frattanto simpatizzanti da tutte le parti del mondo, compresi i Paesi Scandinavi, mi mandano bruchi sperando che Ricciolo possa trovarsi fra di essi.

Il Facchino                    - Signore, ecco un altro barile di bruchi dall'Australia. Dove dobbiamo metterli?

L’Agente                      - Li dia al giardino zoologico.

Il Facchino                    - Quale giardino zoologico, signore?

L’Agente                      - Qualsiasi giardino zoologico. Qual­siasi posto. Basta che li tolga di mezzo.

Il Facchino                    - Va bene, signore. (Chiude la porta).

L’Agente                      - Passano i giorni, passano le setti­mane. Rimando Stinky a casa.

Stinky                           - (lacrimoso) Addio.

L’Agente                      - Addio, Stinky. Ma, almeno, tu ci hai guadagnato un abito, un'automobile e un autista per portarti a casa.

Stinky                           - Preferirei aver ancora Ricciolo.

L’Agente                      - Sì lo so. Bene, addio.

Stinky                           - Ciao.

L’Agente                      - Ciao. (Pausa) E poi un giorno io siedo al mio posto suonando tristemente il piano con un dito. (Musica. Suona al piano con un dito «Sì signore, questo è il mio bambino ») Tutto a un tratto dalla cassa del pianoforte esce - (pausa) Ricciolo. (Il piano cessa) Solo che è cambiato. È differente. Ricciolo non balla più. È diventato una farfalla. (Entra la musica con il movimento di Beethoven, soffice) Ricciolo! Salve, Ricciolo... come ti sei fatto grande... (Narrativamente) Sbatte le ali un poco, e muove le antenne che adesso sono molto lunghe e belle. Vedo che è ansioso di uscire, di andarsene dove senza dubbio ode il richiamo del suo compagno, così io gli canto un addio. (Gessa la musica) Canto dolcemente « Sì signore ». Vola intorno al mio capo; poi si ferma su un quadro di Stinky sull'armadio, poi torna da me e dopo avermi gettato un lungo sguardo vola fuori della finestra per non tornare più. (Musica a lente riprese combinando i temi di Beethoven con quelli di « Sì signore ») Per farla breve, io mi siedo e mi vien voglia di piangere. Infatti piango. (Pausa) Sì, chi avrebbe mai cre­duto che un uomo grande dovesse piangere per un bruco? Ma io piansi e non mi vergogno di dirlo. (Musica) Bene... Questa è la storia del mio cliente Ricciolo.

FINE