Il miracolo delle uova di Pasqua

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Favola di Pasqua

IL MIRACOLO DELLE UOVA DI PASQUA

Commedia

Di

 Anna Mauro

Personaggi

Maria – la madre

Filippo – il figlio primogenito di Maria

Luciana – figlia di Maria

Felicia – figlia di Maria

Gabriella – la moglie di Filippo

Dorina – la figlia di Filippo

Piergiorgio – figlio di Felicia

Elvira – figlia di Felicia

Maria giovane

Filippo ragazzino

Felicia bambina

Luciana bambina

Giorgio giovane –marito di Maria

Nicola giovane – marito di Felicia

Luciana giovane ballerina.

A mia madre

Cucina – soggiorno. Un tavolo che può contenere dodici posti. Una vecchietta, Maria, sta apparecchiando.

Maria

Meno male che non siamo tredici. Tredici a tavola porta male. Meno male che non siamo quattordici. L’unica tovaglia ricamata che mi è rimasta è per dodici persone e così pure il servizio di bicchieri e il servizio di piatti. Certo…la posateria è un po’ scompagnata, ma tanto…i coltelli devono essere per forza d’acciaio, sennò non tagliano e quindi…va bene così. Avranno una bella sorpresa quando verranno a farmi gli auguri. A proposito…dove sono i cestini di pastafrolla con le uova? Eccole! I miei nipoti saranno felici…quando erano piccoli, ne andavano matti. E adesso sistemiamo i segnaposti. Uova sode colorate con i colori alimentari. Son venute proprio bene, non c’è che dire. Qui siederà mia figlia Felicia, accanto a lei suo marito Nicola. Elvira e Piergiorgio sono in città perché sono tornati dall’Università e siederanno accanto ai loro genitori. Qui, invece, mio figlio Filippo, mia nuora Gabriella, mia nipote Dorina e il suo ragazzo Leonardo. Anche per loro ho preparato le uova di Pasqua. Fa piacere a tutti riceverle, piccoli o grandi che siano. Dulcis in fundo mia figlia la piccola, Luciana, con suo marito Giuseppe ed Eleonora. Qui, a capotavola, siederò io. Adesso sistemo le uova di Pasqua ed è fatta. (Guarda la tavola imbandita con grande soddisfazione) Com’è venuta bene! Finalmente riuscirò ad averli tutti qua. Che m’importa se è il sabato santo? Del resto non riesco mai a incontrarli il giorno di Pasqua…Sono giovani, hanno i loro amici, non possono certo sacrificarsi per me! Abitualmente vengono a farmi gli auguri il sabato pomeriggio. Sono contenta di avergli riservato questa sorpresa. Adesso scrivo il menu sui cartoncini…(prende una penna e un cartoncino e comincia a scrivere) Antipasto…formaggio e olive, altrimenti si tolgono di fame. Primo: timballo di anelletti. Secondo: brociolone. Contorno…avrei voluto preparare gli asparagi, ma stamattina il verduraio del mercato aveva alzato il prezzo. “Così cari?” Gli ho detto…”devo fare una frittata”. E lui, il maleducato mi ha risposto…”Non è che se la deve fare per forza con gli asparagi la frittata. Se la può fare con le patate se non ha i soldi!”…Screanzato e maleducato. Lasciamo perdere, và! Contorno…insalata verde, per sciacquare la pancia. Desser…come si scrive desser? Così come si legge. Cassata siciliana. Ecco qui il menu, lo metto qui sopra. Sono stanchissima, ma soddisfatta! Ho lavorato ininterrottamente per sette giorni, ma guarda un po’ che risultato! Le mie uova di cioccolato…un capolavoro!

Questo però lo devo scrivere a caratteri cubitali…La sorpresa più grande è dentro le uova che ho preparato io….Ecco l’uovo per mia figlia Felicia e suo marito. (Sistema le uova di cioccolato sui piatti) Questi due sono per i piccoli Elvira e Piergiorgio. Questo è per mio figlio Filippo. Quest’altro per Dorina. Queste sono le uova per Luciana ed Eleonora.

(Guarda l’orologio) Come mai ancora non arrivano? Non vorrei che per non incontrarsi avanzassero delle scuse. Il cibo si raffredda…(Telefona)…A casa di Filippo non rispondono…Proviamo da Luciana….nessuno….Felicia….nemmeno….Ma sì, saranno per strada. (Si aggira intorno al tavolo) Comincio a stare in pensiero, dev’essere successo qualcosa. Da quando hanno avuto quella discussione sull’eredità, i loro rapporti non sono più quelli di una volta. Non credo che stasera mi piantino in asso, però… (Suonano alla porta) Eccoli! (esce di scena e ritorna con Filippo, Gabriella e Dorina)

Filippo

Ciao mamma.

Gabriella

Buonasera mamma

Dorina

Ciao nonna.

Filippo

(si guarda intorno) Hai altri ospiti oltre noi stasera, mamma?

Maria

Sì, le tue sorelle.

Filippo

(viene sgomitato dalla moglie) No, mamma, questo non puoi farmelo. Io non le voglio incontrare.

Maria

Ti prego figlio mio. Tu sei il più grande. Per me sei tu che sostituisci tuo padre.

Gabriella

Andiamo.

Filippo

Mamma, non forzarmi. Non potrei essere a mio agio in una situazione del genere. Non ci vediamo da almeno tre mesi.

Maria

Ti prego, figlio mio, cerca di accontentarmi (suonano alla porta e Maria va ad aprire).

Gabriella

Non intendo rimanere un minuto di più. Sganciati. Quelle vipere delle tue sorelle non voglio neanche incrociarle.

Filippo

Ti prego, non mettermi in difficoltà più di quanto non lo sia già.

Dorina

Mamma, calmati, è il sabato santo. Fra poco arriverà il mio ragazzo e non possiamo dargli questa immagine di famiglia disgregata. Stringi i denti, almeno per stasera, passerà presto.

Gabriella

Tua madre ci poteva risparmiare, ci ha tratto in inganno. Questo proprio non riesco a digerirlo

Voce di Luciana dalle quinte

Ho detto di no. Quelli non li voglio incontrare.

Voce di Felicia dalle quinte

Neanch’io!


Gabriella

Figurati noi! Andiamo Filippo?

Maria

(supplichevole) Vi prego, vi prego!

Filippo

No, non posso fare soffrire mia madre. Ha ragione quando dice che io sono il più grande…

Gabriella

E a me non pensi?

Filippo

Questa volta no, mi dispiace. Sono stufo di sentirmi dire cosa devo e cosa non devo fare. E’ mia madre, mia madre, capisci?

Voci dalle quinte

Mamma! Mamma! Cos’hai? Rispondi! (Filippo corre in direzione delle quinte; Dorina e sua madre lo raggiungono)

Filippo

(dalle quinte) Presto! Chiamiamo un’ambulanza! Buio (suono dell’ambulanza)

La luce illumina il palco. Con l’aria mesta entrano Felicia, Luciana e Filippo. Siedono al tavolo, tutti con la testa fra le mani.

Filippo

Che cosa le abbiamo fatto povera mamma.

Luciana

Guarda cosa ci aveva preparato.

Felicia

Chissà quanto avrà lavorato per farci questa sorpresa.

Luciana

E noi…(piange)

Felicia

Tutto nei minimi particolari…Aveva scritto pure il menu. (Legge) Antipasto: formaggio e olive. Timballo di anelletti…questi li aveva preparati per te, Filippo, ne sono sicura. Ne sei sempre andato matto. (legge) Brociolone con insalata verde… Luciana,

questo l’ha preparato per te. E’ il tuo piatto preferito. Era quello che ci cucinava sempre la nonna Rosa in occasione delle grandi feste.

Felicia

(legge) Desser…ha dimenticato la t (piange)… cassata siciliana.

Filippo

E noi ci siamo presentati senza neanche un mazzolino di fiori.

Felicia

Abbiamo saputo soltanto renderla infelice…E questo cos’è? (legge il cartellone) La sorpresa più grande è dentro le uova che ho preparato io. Aveva preparato pure le uova di Pasqua. Ecco perché mi chiedeva dove poteva trovare gli stampi!

Luciana

Aprine uno, ti prego!

Felicia

Apro quello mio. (apre l’uovo ed estrae una fotografia). Ma è la foto del mio ma…

Si illumina la platea. Il quadro animato riguarda le nozze di Felicia e suo marito. Base marcia nuziale. La sposa viene accompagnata dal padre lungo la platea. Sfila con l’abito da sposa e il velo che le copre il viso. Giunta alla scaletta taglia un nastro e sale. Sul palco l’aspetta il fidanzato che le solleva il velo e la bacia sulla fronte.

Immobilità e flash.

La luce a sinistra inquadra i tre fratelli.

Luciana

Oh, Dio mio! Mi è sembrato di rivedere la scena. E’ stata proprio una bella festa.

Felicia

La nostra felicità, allora, era come la torta nuziale. Si tagliava a fette. La mamma aveva curato tutto fin nei minimi particolari (osserva la tavola apparecchiata) così come aveva fatto oggi.

Filippo

La differenza consiste nel fatto che oggi per lei non è stata una bella festa. In più le abbiamo avvelenato la sorpresa che voleva farci.

Felicia

Mi è venuta un’idea: mettiamo tutte le uova vicine e le apriamo ad uno ad uno.

Luciana

Questo è l’uovo di tua figlia Dorina.

Filippo

Avrei preferito che l’avesse aperto lei, ma sono troppo curioso. Non resisto. (spacchetta l’uovo ed estrae una fotografia) E’ una foto della mamma che tiene in braccio Dorina neonata.

Luce su una donna (Maria di vent’anni più giovane) che regge una neonata fra le braccia.

Maria

(stringe a sé la bambina, poi la fissa negli occhi) Sei bellissima. La mia prima nipote. Finalmente posso stringerti fra le mie braccia. Tua madre non me lo permette mai perché è gelosa di te. Finalmente lei si è addormentata e posso riempirti di baci. Guarda, sta arrivando papà, il tuo papà. Checché se ne dica, tu assomigli a lui. Tua madre si pizzica quando glielo dico. Vorrei capire il perché. Ma perché se tu sei nata da un loro atto d’amore? Io ero così felice quando mi dicevano che il tuo papà era tale e quale al nonnino Giorgio. Intanto perché il nonnino Giorgio è molto più bello di me e poi perché non c’è cosa più straordinaria al mondo che avere un bambino dall’uomo che ami. E’ come riscoprire la sua fisionomia da neonato, è come innamorartene di nuovo. Ma adesso...mosca! Papà si sta avvicinando…Filippo, ma non hai una macchina fotografica? Su, facci una bella foto, così poi la sistemo in una bella cornice. Su, amore della nonna, guarda papà.

Bacia la bambina. Immobilità. Flash. Luce a sinistra sui tre fratelli.

Filippo

Non posso crederci. Aveva pensato a tutto pur di strapparci un sorriso. Luciana, aprilo, è quello tuo.

Luciana

Non ce la faccio. Aiutatemi (la sorella l’abbraccia e spacchetta l’uovo, lo rompe ed estrae un’altra fotografia) Tu mentre balli. Lo sapevo, lo immaginavo.

Base di musica classica. Una ballerina danza in platea. Si arresta, assume una posa. Immobilità. Flash.

La luce a sinistra inquadra i tre fratelli.

Felicia

Era così orgogliosa di te.

Luciana

Quanti sacrifici ha fatto per farmi diplomare all’Accademia…La scuola di danza costava troppo e noi non potevamo permettercelo, ma lei fece tante rinunce personali pur di accontentarmi. Durante le mie esibizioni la vedevo come la madre più felice del mondo. Alla fine mi abbracciava e mi diceva…A che serve un profumo in più o un vestito più bello davanti alle mie lacrime di gioia? Sei il mio orgoglio Luciana (singhiozza). Ma cosa le ho fatto?

Felicia

Questo è l’uovo per tua figlia Eleonora.

Luciana

Ti prego, aprilo tu.

Felicia

E’ la foto del battesimo di Eleonora. Papà era morto qualche mese prima e lei non riusciva a darsi pace.

Sulla scena a destra una luce inquadra Maria di vent’anni più giovane che piange.

Maria

No, vi prego, non me la sento. Senza mio marito non me la sento. La morte di papà è troppo recente e io sono venuta soltanto per assistere alla cerimonia.

Voce di Luciana dalle quinte

Ti prego, fallo per la bambina…Quando sarà grande, questo sarà un ricordo. Papà ne sarebbe contento. Pensa a lui. Gli dispiacerebbe se non lo facessi. Dai mamma, prendi la bambina in braccio e fai la foto con noi

( Maria si avvicina alle quinte, prende la bambina con l’abitino da battesimo in braccio e la stringe a sè. Immobilità. Flash).

La luce a sinistra inquadra i tre fratelli.

Luciana

La mamma, in quel periodo, non ci stava più con la testa. Aveva perso la voglia di vivere.

Felicia

Si era lasciata andare e non voleva più né bere, né mangiare. E’ stata tua figlia Eleonora a guarirla.

Filippo

E cosa abbiamo fatto noi per lei?

Felicia

Niente. Ieri sera ha espresso un suo desiderio e nessuno di noi ha voluto accontentarla.

Luciana

Bastava far finta di niente e regalarle uno dei suoi ultimi attimi di gioia e di serenità.

Felicia

Potessi tornare indietro. (Giocherella nervosamente con due uova di Pasqua: uno è avvolto in carta crespa rosa e uno in carta crespa celeste). Queste sono le uova per i miei figli. Ma che lezione stiamo dando ai nostri figli? Non certo il rispetto per i nonni. E se domani prendendo esempio da noi  si comportassero come abbiamo fatto con la mamma?

Luciana

Ce lo meriteremmo senz’altro.

Felicia

(spacchetta l’uovo in carta rosa, lo apre ed estrae un’altra fotografia) Qui la mamma tiene per mano Elvira con un grembiule e uno zainetto. Ma sì! E’ il suo primo giorno di scuola.

Una luce a destra del palco inquadra Elvira, una bambina di circa sei anni.

Elvira

Nonna, sbrigati, quanto manca?

Maria

Un’ora, tesoro mio. Alle otto e mezza per te suonerà la prima campanella della tua storia scolastica.

Elvira

Quanto sarà lunga la mia storia scolastica, nonnina?

Maria

Dipenderà solo ed esclusivamente da te. Dentro ci sarà sicuramente la scuola elementare e la scuola media, ma spero anche il liceo. L’Università dipenderà soltanto da te.

Elvira

E suonerà sempre la campanella?

Maria

No, amore mio, più avanti andrai con la tua storia e più sentirai il suono maestoso di campane a festa.

Elvira

Che meraviglia nonna! Non vedo l’ora di cominciare. Adesso mi fai le codine con i fermaglietti nuovi?

Maria

Ma certo, tesoro mio! Vieni qui che ti pettino. Quanto sei bella! Sembri tua madre quando aveva la tua stessa età. Lei, però, preferiva che le facessi le treccine.

Elvira

Nonna, è difficile la scuola?

Maria

No, ti basterà seguire ogni giorno la maestra con attenzione e metà del tuo lavoro sarà fatto.

Elvira

Nonna, perché non può accompagnarmi la mamma?

Maria

Il fratellino che ha dentro la pancia è un po’ capricciosetto e lei deve stare a riposo, ma non preoccuparti.  Ci sono io qui con te. Ecco lo zaino. Quanto sei bella! Aspetta! Non ti muovere! (prende la macchina fotografica).


Immobilità. Flash.

La luce inquadra i tre fratelli

Felicia

Io stavo così male quel giorno. Avevo rischiato di perdere Piergiorgio. Vi ricordate?

Luciana

Come no? Sei stata a letto parecchio tempo.

Felicia

Sette mesi a letto senza potermi muovere.

Filippo

Era uno scavezzacollo quel mio nipote ancor prima di nascere (ride). Adesso dev’essere un ometto. Ho proprio desiderio di rivederlo. E tornato dall’Università?

Felicia

Sì, è qui in città per le vacanze. Adesso è un uomo. Sette mesi a letto mi ha fatto stare. La mamma, allora, si trasferì con papà a casa mia. Lavava, stirava, cucinava, badava a tutti. Ma proprio a tutti! Bel ringraziamento da parte mia…(si asciuga le lacrime)… Vediamo cosa contiene l’uovo che la mamma aveva preparato per lui (spacchetta l’altro uovo, quello avvolto nella carta crespa celeste ed estrae un’altra fotografia). Eccolo qui, lo scavezzacollo! (mostra la foto a Filippo) Talmente lurido da dover essere infilato in lavatrice. (i tre fratelli scoppiano a ridere mentre una luce, sulla destra del palco, inquadra Piergiorgio, un bambino di circa sei anni, col viso e la maglietta imbrattati di cioccolata).

Voce fuori campo di Maria

Piergiorgio, piccolo mio, amore mio, come stai con lo stomachino? Hai avuto mal di pancia, vero?

Piergiorgio

Sì nonnina, un mal di pancia di quello terribile. Qui, qui e qui.

Voce fuori campo di Maria

Poverino! E sei digiuno vero?

Piergiorgio

Sì, nonna, digiuno digiuno.

Voce fuori campo di Maria

Sicuro che non hai toccato neanche un po’ di cioccolata?

Piergiorgio

Io, nonna? No, sapessi che mal di pancia che ho…

Voce fuori campo di Maria

Aspetta amore, avvicinati che ti faccio una fotografia. Fermo. Sorridi.

Immobilità e flash.

La luce inquadra i tre fratelli.

Filippo

La mamma era maestra nel saper cogliere gli attimi. Noi non abbiamo meritato una madre come lei.

Luciana

E’ vero. Che schifo, che schifo, che schifo che mi faccio!

Felicia

Non sei la sola.

Filippo

Infatti. (gira e rigira un uovo avvolto in carta crespa gialla).Non mi resta che aprire il mio (estrae un’altra fotografia e la guarda commosso). Siamo noi tre su quel divano.

(la luce illumina il divano dove stanno seduti i tre fratelli. Filippo è dodicenne, Felicia ha nove anni e Luciana cinque)

Felicia

Spostati. Voglio vedere lo Zecchino d’oro.

Voce fuori campo di Maria

Stringetevi, stringetevi, ancora un po’. Felicia metti il braccio sulle spalle di Luciana.

Felicia

Uffa!

Voce fuori campo di Maria

Filippo sorridi! Via quel broncio! Allegro.

Filippo

Che scocciatura la foto coi piccoli!

Voce fuori campo di Maria

Metti il cuore in pace. La devi fare!

Filippo

Ordini, ordini e solo ordini in questa casa.

Voce fuori campo di Maria

Dai, su, vicini, vicini così.

Immobilità. Flash.

La luce inquadra i tre fratelli a sinistra

Luciana

Non ti andava proprio di farti la fotografia con noi due, vero?

Felicia

Ci consideravi troppo piccole rispetto a te?

Filippo

No, non era per questo. Mi sentivo troppe responsabilità nei vostri confronti e volevo essere un fratello, non un genitore.

Luciana

Oggi ti diamo ancora più fastidio, lo sento….

Filippo

Fino a qualche ora fa, sì. Adesso non più. Mi sento vicino a voi come non mai.

Felicia

Filippo, perché ci siamo ridotti così?

Filippo

I soldi cambiano tutto. I soldi cambiano la gente.

Luciana

Caspita! Noi non siamo la gente, siamo fratelli. E’ diverso. (si abbracciano).

Felicia

Sta per scoccare la mezzanotte. Vi ricordate la storia delle uova che ci raccontava la mamma mentre andavamo in chiesa per assistere alla funzione pasquale?

Luciana

Certo che sì. Io non vedevo l’ora di rientrare dalla Messa per aprire le uova che mi erano state regalate e allora, per ingannare il tempo le chiedevo sempre…Mamma, ma è nato prima l’uovo o la gallina? E lei mi rispondeva che non lo sapeva perché le uova erano il simbolo della vita in sé, ma nello stesso tempo erano il simbolo del mistero, quasi della sacralità.

Filippo

E vi ricordate quando ci parlava dell’uovo incantato di Virgilio e di Castel dell’Ovo?

Luciana

Sì. E quello della credenza pagana che riteneva il Cielo e la Terra due metà dello stesso uovo?

Filippo

Sì. E che l’uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi di magia? La mamma diceva che la nascita di un essere vivente da una forma così particolare rappresentava il grande mistero della vita.

Felicia

Sì, ma ripeteva sempre che le uova erano il simbolo del ritorno alla vita e che gli uccelli preparavano il nido per depositare le loro uova nel momento in cui inverno e freddo erano passati. Chissà se passerà il freddo in questa casa…

Filippo

(abbraccia le due sorelle sul divano) E’ già passato, non vi rendete conto? Però mi manca il coraggio per andare nella stanza da letto dalla mamma.

Luciana

Anche a me. Il medico ci ha detto di lasciarla riposare in pace.

Felicia

Non solo! Ci ha detto che un’altra emozione avrebbe potuto provocarle un malore ancora più grave.

(Maria è appoggiata allo stipite della porta e assiste orgogliosa alla scena).

Maria

Non sono queste le emozioni che uccidono!

I tre fratelli in coro

Mamma! (le corrono incontro e l’abbracciano)

Maria

Sto meglio, non preoccupatevi, anche se ho creduto di morire. Ho avuto l’impressione di attraversare un tunnel e nel sogno ho avuto la sensazione di rivivere i momenti impressi nelle foto che avevo inserito nelle vostre uova di Pasqua. No, non sono queste le emozioni che uccidono…(piange)…queste sono come le uova! Ti fanno ritornare in vita. Grazie ragazzi (si abbracciano e si baciano, poi Maria si stacca dall’abbraccio) Un attimo, un attimo, rimanete seduti…

Felicia

Mamma, ti prego, calmati, non ti agitare!

Filippo

Mamma!

Maria estrae da un mobile la macchina fotografica e la posiziona con l’autoscatto, va a sedersi insieme ai suoi figli, mentre le campane della chiesa suonano a festa. Immobilità. Flash.

Il sipario si chiude sui loro visi sorridenti e felici.