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SPQR 2000 ½ anni fa

Il naso

DiNicolaj Vasilievich Gogol

Atto unico in un prologo e tredici scene

Ordine di apparizione dei personaggi

Prologo:                       Narratore

ScenaI                          Ivan Jakovlevič                           Praskov’ia Osipovna

ScenaII                        Ivan Jakovlevič                           Passante

                                      Signora                            Guardia

ScenaIII                      Narratore                        Kovalev

                                      Ivan domestico

ScenaIV                       Narratore                        Kovalev

                                      Il naso

ScenaV                        Venditrice di stoffe             Venditore di frutta             Il naso

                                      Venditrice di grilli              Kovalev                            Maggie

                                      Carolina Ivanovna             Mendicanti

ScenaVI                       Kovalev                            Cocchiere

                                      Guardia                          Narratore

ScenaVII                     Impiegato del giornale          Kovalev                            Mercante

                                      Dama di compagnia            Servo                              Anna Petrovna

                                      Anna Petrovna                  Donna anziana

ScenaVIII                    Narratore                        Kovalev

                                      Commissario

ScenaIX                       Kovalev                            Donna

                                      Figlia

ScenaX                        Narratore                        Kovalev

                                      Ivan domestico                            Guardia

                                      Dottore

ScenaXI                       Kovalev                            Pelagia Grigor’evna

                                      Ivan domestico

ScenaXII                     Narratore                        Strillone                           Colonnello

                                      Venditrice di sgabelli           Lui                                 Lei

                                      Ivan il domestico                Madre                             Figlia

                                      Curiosi

ScenaXIII                    Kovalev                            Ivan Jakovlevič

                                      Ivan domesticò

L’allestimento è possibile: con 7 attori uomini e 5 attrici donne, che si alternano nei vari ruoli, tranne i personaggi del narratore e del maggiore Kovalev.

Prologo

Narratore:

Entra a luce bassa dal fondo della sala.Buonasera gentilissime signore e gentili signori e benvenuti in questo teatro…Allora…che cos’è “IL NASO”,…..vi confesso che è un po’ complicato da spiegare, quello che io vi posso dire è che il mio compito qui è quello di condurre, voi, ignari spettatori attraverso i meandri di questa strana e ingarbugliata vicenda….E, affinché lor signori, capiscano sin dalle prime battute lo spirito di questo lavoro, vi voglio leggere ciò che scrive l’ autore stesso, tale Nikolaj Vasilievich Gogol, alla conclusione del suo racconto. cava di tasca un libro e comincia a leggere “No, non ci capisco un acca, proprio non ci capisco!” (pure lui) “Ma quello che è invero più strano e più incomprensibile di tutto il resto, è come gli autori possano scegliersi consimili soggetti.” (appunto!) “Confesso che ciò mi riesce del tutto incomprensibile, ciò davvero…no, no, assolutamente non capisco!” (figurati noi, ma state a sentire che adesso viene il bello) “In primo luogo, ciò non può essere di alcun vantaggio al paese; in secondo luogo…ma, tanto, anche in secondo luogo non vi può essere utilità alcuna. Veramente non so che cosa ciò può rappresentare…(più chiaro di così,… ma alla fine l’autore con un colpo di coda riesce a darci un piccolo segnale, una chiave di lettura importante per quello che andremo a vedere. State a sentire) “Ma, tuttavia, e nonostante quanto detto, come evidentemente, si può ammettere una cosa, e un’ altra, e una terza, si può anche…infine, dov’è che non si danno assurdità? Epperò, giratela come vi pare, in tutta questa storia mi pare in coscienza che ci sia qualcosa di vero. Checché se ne dica, simili fatti capitano nel mondo; di rado, ma capitano.”

Lor signori facciano tesoro di queste parole e finiamola con tutti questi inutili preamboli che si va a incominciare: Tutto ha inizio il giorno 25 di marzo dell’anno mille ottocento….e non ha importanza. Accadde quel giorno a Pietroburgo, capitale del vasto impero russo, un fatto stranissimo. Ne fu protagonista un barbiere, tale Ivan Jakovlevič, domiciliato alla Prospettiva dell’ Ascensione. Quello che ci è dato di sapere a riguardo di Ivan Jakovlevič, è poca cosa, ma per inquadrare alla meglio il personaggio vi dirò solo, che il suo negozio reca un insegna dove è rappresentato un signore colle guance insaponate e la scritta si cava anche sangue.

Scena I

Casa di Ivan Jakovlevič, alcune sedie, un tavolino, Praskov’ia Osipovna è gia in scena e sta riordinando la casa.

Praskov’ia Osipovna

Urlando.Allora ti vuoi sbrigare vecchio porco e ubriacone.

Ivan Iakovlevič

Entra in scena stiracchiandosi, è tutto in disordine. Oggi, Praskov’ia Osipovna, non voglio il caffè, mangerò invece pane caldo con cipolline.

Praskov’ia Osipovna

Rientra in scena con un vassoio su cui vi sono dei pani e due tazzine. Lo butta sul tavolo maldestramente. Tra sé. Mangi pure il pane lo sciocco: per me è tanto di guadagnato, mi rimarrà una porzione in più di caffè.

Ivan si mette il frac sopra la camicia, si siede a tavola, piglia una testa di cipolla e comincia a pelarla, poi con il coltello comincia a tagliare il pane, tagliatolo in due parti vi guarda dentro e nota qualcosa di strano, lo tocca con il coltello e poi con la mano.

Ivan Jakovlevič

Tra se.E’ consistente….che sarà mai ? Ivan si frega gli occhi e palpa l’oggetto mentre Praskov’ia si accorge dell’accaduto.

Praskov’ia Osipovna

Aggredisce verbalmente Ivan sbattendo furiosamente le mani sul tavolo

Dove diavolo sei andato a staccare un naso?, animale, fannullone, radica di furfante, vecchia spugna, ubriacone, fanfarone, e bestia!Prende fiato.Ma ora ci penso io, voglio andare io stessa a denunziarti alla polizia! Guardate un po’ che razza di masnadiero! Oh, ma c’era da aspettarselo da uno come te,…già io avevo sentito in giro, da tre persone che quando fai la barba strapazzi tanto i nasi della gente che a malapena si reggono. Esce furiosa

Ivan Jakovlevič

Continua guardare con terrore il naso accorgendosi di conoscere a chi appartiene. Ma io, questo naso, lo conosco….Si!, ma certo!, è quello dell’ assessore Kovalev; quel pomposo e presuntuoso assessore di collegio al quale faccio la barba ogni mercoledì e domenica. Quell’ antipatico individuo che continua a dirmi, scimmiotta Kovalev, “Le tue mani IvanJakovlevič, puzzano eternamente”. Si gratta la testa.Perché poidovrebbero puzzare? Si annusa le mani Un momento, Praskov’ia Osipovna!!…lasciami riflettere prima diprendere decisioni azzardate. Alza gli occhi,si gratta di nuovo. Ecco ci sono, l’arrotolerò in un cencio e lo metterò in un angolo; lasciamolo lì un pochettino; e poi lo porterò via:

Praskov’ia Osipovna

Praskov’ia ha ascoltato tutta la scena come un vulcano che si sta preparando ad una eruzione, e difatti. Ma che riflettere e riflettere, non se ne parla nemmeno: io permettere a un naso tagliato, che non si sa di chi sia, di restare nella mia camera? Ma in quale remota parte del cervello ti germogliano codeste idiozie? Vecchia brenna arrembata!Si rivolge al pubblico.Non sa far altro che strofinare il rasoio sul corame, e presto non gli riuscirà più di fare il suo dovere, il cialtrone!, il mascalzone!, E io, onesta cittadina, dovrei rispondere per te alla polizia? Di nuovo verso il marito.Ma tu sei scemo!!..porcaccione stupido come un ciocco! Prende la carica.Fuori di qua ho detto, fuori di qua, il naso, fuooriii!!!! Portatelo dove ti pare! Che non se ne senta neanche il puzzo. Esce furiosamente.

Ivan Jakovlevič

Tra se.Solamente il diavolo può sapere come sia successo,si gratta dietro l’ orecchiose son tornato ubriaco ieri sera o no, di certo non saprei dirlo. Però da tutti gli indizi si tratta di un fatto inverosimile e alquanto strano; perché, un pane è un affare da forno, e un naso è tutta un’ altra faccenda. Proprio non ci capisco un accidenti!!!

Praskov’ia Osipovna

Urla da fuori scena.Allora ti vuoi sbrigare.

Ivan Jakovlevič

Un momento soltanto. Si veste mentre Praskov’ia continua ad inveire. Musica in sottofondo, mentre alcuni attori spostano il tavolo e le sedie. Ivan esce.

Scena II

Per strada

Ivan Jakovlevič

Cammina per strada cercando un posto per buttare il naso, ma continua a passare gente, poi, arrivato furtivamente a lato di un vicolo, si guarda attorno.Finalmente solo!E lascia cadere il cencio.E’ fatta!

Passante

Buongiorno signor Ivan Jakovlevič…… Oh! Guardi che ha perduto qualcosa…..aspetti che gliela raccolgo io.

Ivan Jakovlevič

Imbarazzatissimo. Eh!! Grazie, grazie mille, molto gentile, ma no, non si preoccupi, faccio io. Si china per raccogliere in tutta fretta il cencio e si scontra con il passante, ma dopo un momento di smarrimento riesce ad impossessarsi del “malloppo” e lo mette furtivamente in tasca.

Passante

Un po’ confuso.Ma dove state andando cosi di fretta? A chi va a strapazzare il naso così di buon ora.

Ivan Jakovlevič

Ah! A nessuno, è una bella giornata e sono uscito solo per prendere una boccata d’aria.

Passante

Beh! quand’è così, allora non mi resta che augurarle buona passeggiata. Arrivederci e mi saluti tanto la sua signora.

Ivan Jakovlevič

Ci conti. Tra se. Al diavolo!!!

Signora

Passa velocemente e saluta.Buongiorno signor Ivan Jakovlevič.

Ivan Iakovlevič

Buongiorno, signora. Ivan arriva al ponte, finalmente è solo, furtivamente tira fuori il naso di tasca, si guarda attorno poi getta via il cencio, soddisfatto si gira e si avvia per tornare a casa.

Guardia

Seminascosto ha osservato tutta la scena. Ehi tu, dove credi di andare? Vieni un po’ qui caro!!!

Ivan Jakovlevič

Si cava il berretto di testa rispettosamente. Auguro il buongiorno a Vostra Signoria.

Guardia

No, no fratello, lascia stare il signore, dimmi piuttosto che ci facevi là sul ponte.

Ivan Jakovlevič

In fede mia, signore, andavo a far barbe, vede il mio negozio è proprio da quella parte, e passando di lì mi sono fermato solamente a guardare come l’acqua scorre svelta.

Guardia

Menti! Menti! Non te la caverai con questo. Io li conosco i tipi come te, pericolosi, sovversivi, agiscono nell’ ombra contro il bene del paese e del popolo. Su rispondi, se hai coraggio.

Ivan Jakovlevič

Cerca di raddrizzare la situazione. Temo che vossignoria si stia sbagliando di grosso, io non sono che un umile barbiere, e se lei vuole, due volte la settimana, e perfino tre, sono disposto a sbarbare Vostra grazia senza alcuna difficoltà.

Guardia

Ehi! Ehi! Amico, queste sono sciocchezzuole! Me, tre barbieri gia mi sbarbano, e se ne ritengono per di più onoratissimi. Ma ora vieni con me al commissariato, mi dovrai raccontare per filo e per segno che cosa facevi la sul ponte. Lo trascina via.

Scena III

Narratore

Non c’è che dire, la storia di questo naso è quantomai strana, e ancor più lo sarà stato per Ivan Jakovlevič, la mattina di quel 25 marzo, al momento di quella macabra scoperta. Ma chi era il proprietario di quel naso? Chi era questo malcapitato assessore Kovalev, che quella mattina si svegliò senza quella ben visibile parte del corpo.

Kovalev

Luce sulla parte centrale del palcoscenico, in centro un paravento che lascia intravedere qualcosa, davanti a questo un tavolino con qualche sedia, un attaccapanni. Il domestico del maggiore Kovalev è in scena stravaccato su una sedia. È muto e abbastanza idiota, si sente Kovalev stiracchiarsi dietro il paravento, mentre Ivan sembra destarsi dal suo torpore.

Brrrr…..Mio caro maggiore Kovalev, è ora di alzarsi, oggi sarà una giornata molto impegnativa. Tra l’altro, proprio oggi, se ben ricordo, devo incontrare la consiglieressa di stato Podtocina; una dama molto fine, educata, precisa, elegante, alla quale non sfugge mai nulla, neanche un pelo sul naso. A proposito di naso, vediamo un po’ se m’è sparito quel foruncolo che avevo scorto sul naso ieri sera. Ivan, portami uno specchio…sbrigati.

Ivan

Va di la con lo specchio e si accorge del fattaccio

Kovalev

Beh! che c’è? Che hai da fare quella faccia?Si accorge di essere senza naso. Ivan portami dell’ acqua……in fretta fannullone.

Ivan: Porta un catino con dell’ acqua.

Kovalev

Si strofina gli occhi e si tocca per essere sicuro di non dormire, lui non si vedrà, ma ci pensano le facce di Ivan a far capire al pubblico cosa succede dietro il paravento.Incredibile! Inaudito! M’è sparito il naso; eppure ieri sera l’avevo, ne sono sicuro….Ora che lo rammento, appena entrato in casa mi sono pure soffiato il naso. Sventola il fazzoletto.Ecco qua la prova, è ancora sporco….Ma nooo, non può essere, c’è una spiegazione logica a tutto, ma certo, io sto ancora dormendo. Si da uno schiaffo. Ahh!! Sono sveglio!!! E il mio naso non c’è più! E ora cosa mi conviene fare? Devo, nella mia rabbia, nascondere i fatti, oppure devo denunciare questo fatto increscioso. Spuntano i suoi occhi da sopra il paravento.Ma si, andrò direttamente dal capo della polizia: chi ha commesso un tale crimine va subito preso e perseguito. Ivan, portami immediatamente i miei abiti, devo uscire.

Ivan

Sceglie dall’ attaccapanni i vestiti, che dovrà portare a Kovalev, poi prima di giungere a destinazione ci ripensa e torna indietro e prende tutto l’attaccapanni.

Kovalev

Allora, ti vuoi sbrigare….Ed ora come farò? Un uomo della mia importanza non può mica andare in giro così, senza naso. Cosa diranno i miei colleghi? Diventerò lo zimbello di tutta la Russia. Trasale. Mio dio! E come potrò ancora aspirare al titolo di vicegovernatore di Pietroburgo? Da che mondo è mondo non si è mai visto un vicegovernatore senza naso. La luce si abbassa sulla stanza di Kovalev.

Narratore

Mi sembra doveroso, a questo punto, spendere qualche parola a riguardo di Kovalev, affinché lo spettatore si renda conto che specie, di assessore di collegio, costui fosse. Kovalev era un assessore di collegio di quelli caucasici. Sebbene il titolo l’avesse ottenuto solamente due anni prima, non se ne poteva scordare nemmeno per un minuto; e per darsi poi più gravità e importanza, non chiamava mai se stesso assessore di collegio, ma bensì maggiore. A Kovalev, non dispiacevano le donne, e se per strada incontrava qualche grazioso visetto era solito dire: “ascolta, colombella, vieni trovarmi a casa; il mio appartamento è sulla Sadovaja; chiedi soltanto: abita qui il maggiore Kovalev? Chiunque te lo indicherà.” E se la donna in questione era particolarmente interessante, aggiungeva anche qualche istruzione segreta, concludendo: “Tu chiedi, cuoricino, dell’ appartamento del maggiore Kovalev.”

 A questo punto nella penombra appare la sagoma del maggiore Kovalev, porta un abito con il bavero rialzato e un fazzoletto per coprire la mancanza del naso.

Scena IV

Narratore

Il maggiore Kovalev era venuto a Pietroburgo per affari, e precisamente per cercare un posto che si confacesse al suo titolo: di vicegovernatore possibilmente, o, se mai, di ispettore in qualche dipartimento un po’ in vista. Riguardo il fatto di prendere moglie, poi, il maggiore Kovalev non sarebbe alieno dall’accasarsi, ma solamente ove la sposa disponesse d’una sostanziosa dote. Ma quel giorno le preoccupazioni del maggiore erano ben altre, quando scoprì, in luogo d’un naso abbastanza piacevole e ammodo, un stupido, piatto e liscio spazio. Quel giorno Kovalev scese in strada, e, manco farlo apposta, non c’era per la strada barba di vetturino, ed egli fu così costretto ad andare a piedi, avvolto nel suo mantello e col viso coperto da un fazzoletto, facendo mostra di avere sangue al naso.

Kovalev

Mentre il narratore sta dicendo quest’ultima parte della battuta, Kovalev, comincia a muoversi lentamente e a guardare da una parte all’altra, come per cercare qualcosa, poi sempre lentamente si avvia e tra se. Ma certo, è tutta una mia idea, non è possibile che il naso sia sparito così di punto in bianco.

Narratore

Il maggiore, cercava di muoversi senza dare nell’occhio, passato vicino a un negozio con una grande vetrata, dopo essersi assicurato che nessuno, ne da dentro il negozio, ne da fuori, lo stesse osservando, volle guardarsi.

Kovalev

Orsù, grazie al cielo non c’è nessuno. Si guarda allo specchio.Ahh! Al diavolo, che porcheria! Se almeno ci fosse qualcos’altro al posto del naso, ma così, proprio niente.

Narratore

Ma fatti pochi passi, il maggiore Kovalev, restò come inchiodato davanti alla porta di una casa; davanti ai suoi occhi avveniva un fatto incomprensibile; presso un portone si era fermata una vettura, dalla quale ne scese un signore in alta uniforme che entrò in un vicolo. Il naso entra in scena girato di schiena, tira fuori di tasca una moneta con cui paga il vetturino, si guarda intorno, poi si infila in un vicolo. Quale non fu il terrore e insieme la meraviglia di Kovalev, quando riconobbe in colui…il suo proprio naso!

Kovalev

O cielo cosa vedo, ciò che appare ai miei occhi è il mio naso, senza ombra di dubbio. E ora, dove mai sarà andato? No!… no! Io l’aspetto qui, a costo di doverci rimanere tutta la notte, voglio vedere quando ritorna…e già, perché dovrà tornare prima o poi. Ma cosa ci fa il mio naso vestito in quella maniera? Dalla sua uniforme si potrebbe dedurne che appartiene al rango dei consiglieri di stato. Il naso esce e passa davanti a Kovalev con estrema indifferenza. No!, no!, no!, non ci posso credere, mi sembra d’impazzire. Mi sento le gambe tremare. Sbotta.E’ inaudito, vedere il proprio naso passarti davanti con questa indifferenza. Oh! Oh, e ora dove sta andando?Kovalev si avvia dietro il naso, a questo punto le luci cominciano ad abbassarsi fino a far rimanere la scena completamente al buio, si udirà solamente la voce di Kovalev.Piano….mi devo organizzare. Uh! Che buio in questo vicolo, chissà dove conduce? Forse dovrei parlargli, già e cosa gli dico? Mi dovrei preparare un bel discorso, deciso, autoritario, devo guardarlo dritto negli occhi, già! ….accidenti che buio, non si vede nemmeno dove si cammina. Ma dovrò dargli del lei? O del voi…No!, no, meglio del lei…o forse del voi…In fondo quello è il mio naso. Ma si devo puntarlo, come un incrociatore. Signor naso! No!, no, no, meglio ancora: Mio caro naso….E ora dove siamo.

Scena V

Esplosione di luci suoni e colori, siamo al mercato, mendicanti, suonatori, venditori, ecc, ecc, il naso si aggira tra la folla, mentre Kovalev lo segue.

Venditrice di stoffe

Venite gente, venite al mercato, qui potete trovare di tutto, guardate quanta bella merce, stoffe di tutti i generi, tessuti damascati, preziosissime sete direttamente dal Kataj, coraggio gente con pochi rubli farete felici le vostre mogliettine.

Venditore di frutta

Annette come ti vanno gli affari?

Venditrice di stoffe

Fatti gli affari tuoi, e levati di torno che puzzi come un caprone, e mi fai scappare tutti i clienti. Di’ un po’ quant’è che non ti lavi?

Venditore di frutta

Quante arie. Comunque non è vero che puzzo. Mi sono fatto il bagno anche…aspetta che non mi ricordo bene..

Venditrice di stoffe

Sarà stato l’altr’anno. Ride

Venditrice di grilli

Grilli signori, grilli, i migliori grilli di tutta la Russia si vendono qui al mercato centrale di Pietroburgo. Forza gente, solamente qualche spicciolo, solo qualche piccolo e insignificante copeco, e potrete portarvi a casa il simbolo della felicità.

Venditrice di stoffe

Petruska, perché non provi con i vermi? Secondo me, è un articolo che tira.

Venditrice di grilli

Forse, ma non ci ho mai pensato, ma poi dove li trovo i vermi?

Venditrice di stoffe

Secondo me, se guardi nella verdura di Dimitrij ne trovi un bel po’. Le due donne scoppiano a ridere mentre, Dimitrij cerca di colpirle con della verdura, il naso, seguito da Kovalev, nel frattempo si è aggirato tra i presenti al mercato, alla fine si imbatte nella venditrice di grilli, che gli mostra la sua mercanzia.

Venditrice di grilli

Secondo me, bel  giovanotto, avete proprio bisogno di un pizzico di fortuna, e io credo di avere, giusto giusto, quello che fa per voi.

Il naso

Lo credete per davvero?….Vi ingannate, io sono un uomo molto fortunato, e con un grande fiuto per gli affari. Arrivederci!

Venditrice di stoffe

Prego bel giovane, date pure un occhiata. Non avete per caso qualche bella donna da far felice. Sono sicura, che per uno come voi, le donne fanno follie.

Kovalev

Dopo aver schivato tutte le persone presenti, e per ultimo la venditrice di grilli. Come avvicinarlo?…Dall’ uniforme che porta si vede bene che è una persona molto importante. Lo sa il diavolo come si fa! Comincia a tossicchiare.

Il naso

Magari, un altro giorno! Lo sapete, siete una donna molto spiritosa.

Kovalev

Prendendo coraggio. Illustre signore…illustre signore…Gridando. Illustre signore!!

Il naso

Desiderate?

Kovalev

Impacciato.E’ strano, illustre signore…mi pare….Voi dovreste sapere dov’è il vostro posto. Ed ecco invece che ad un tratto vi trovo, e dove poi…Convenitene!!!

Il naso

Scusatemi, non capisco neppure di che andiate parlando….spiegatevi meglio.

Kovalev

E’ un po’ complicato. Visibilmente imbarazzato. Certamente io...Comunque io sono maggiore. Andare in giro senza naso, ne converrete, è contrario ad ogni buona regola. A una venditrice di arance qui del mercato potrà magari star bene; ma a me che voglio ottenere una promozione…per di più conoscendo in parecchie case delle dame, come la Cechtareva, consiglieressa di stato, e altro…Giudicate voi stesso…io non so illustre signore, se…stringendosi nelle spalle. Scusate…a considerare la faccenda giusta le regole del dovere e dell’onore…comprendete voi stesso..

Il naso

Non comprendo invece un bel nulla, spiegatevi meglio.

Kovalev

Illustre signore, non so come debba prendere le vostre parole….qui tutto l’affare è,..mi pare, abbastanza evidente…ovvero.…E’ chiaro che voi siete il mio naso!

Il naso

V’ingannate, egregio signore: io non appartengo che a me stesso. Inoltre, fra di noi non potrebbe correre alcuna stretta relazione. A giudicare dai bottoni della vostra uniforme, da un colpetto col dito ai bottoni della giacca di Kovalev dovete prestare servizio in un’altra amministrazione. Si volta dall’altra parte.

Kovalev

Umiliato e offeso. In questo momento non so più che fare ne pensare.

Nel frattempo entrano due dame che attirano l’attenzione di Kovalev, mentre il naso ne approfitta per dileguarsi.

Carolina Ivanovna

Buongiorno a lei maggiore Kovalev, quale piacere incontrarla qui al mercato. Non sapevo che anche voi frequentaste questi luoghi?

Kovalev

Visibilmente imbarazzato, mentre parla con le signore, cerca di guardare cosa fa il naso. Il piacere è tutto mio signora Ivanovna. Perdonatemi, ma chi è quella graziosa fanciulla che sta con voi?

CarolinaIvanovna

E’ la mia cara nipote Maggie. Ma cosa avete mio caro maggiore quest’oggi, vi vedo molto strano? Rivolta alla nipote. Su mia cara, saluta il signore.

Maggie

Buongiorno signore. Fa un inchino, porge la mano al maggiore Kovalev che si inchina per baciarla, poi si ritrae di scatto goffamente.

Kovalev

Stringendole la mano. Sono molto lieto di fare la sua conoscenza, mia cara signorina …. Ehh signorina….?

Maggie

Maggie, Maggie Ivanovna, per servirla.

Kovalev

Appunto!!

Carolina Ivanovna

Ma maggiore, siete raffreddato che portate il fazzoletto?

Kovalev

Ohh!! Si, mia cara signora Ivanovna, proprio un terribile raffreddore, e stavo appunto cercando il mio naso….ehmm, lo sciroppo per il mio naso.

Carolina Ivanovna

Sorride. Ma che straordinario uomo di spirito il nostro maggiore Kovalev. Ma mi dica, e viene cercarlo qui al mercato, lo sciroppo?

Kovalev

E perché no… in un mercato così grande, vuole che non ci sia neanche un farmacista?

Carolina Ivanovna

Certo che il vostro comportamento è molto strano quest’oggi.

Kovalev

Sono gli effetti che produce il bacillo del raffreddore. Il mio dottore ha detto che quest’anno il raffreddore è contagiosissimo.

Carolina Ivanovna

Spaventata. Ohh!!, ma allora, ehmm!! Visto che è quasi ora di pranzare, mi congedo da voi maggiore Kovalev. E si riguardi.

Maggie

Ma zia, sono appena le dieci e trenta

Carolina Ivanovna

Ma Maggie, non essere così insolente, io ho fame. Andiamo. Su da brava saluta gentilmente il maggiore.

Maggie

Fa un inchino. Buona giornata signor maggiore

Kovalev

Buona giornata anche a voi…Finalmente me ne sono liberato, non ne potevo più. La signora Ivanovna è un donna molto importante e influente, ma assolutamente insopportabile. Ritorna al suo problema. E adesso che fine avrà fatto il mio naso? Si guarda attorno disperato. Dove si sarà cacciato? Ricordo bene che portava un’uniforme, ma accidenti a me, non ho fatto attenzione a tutti i particolari.

Scena VI

Mentre Kovalev parla con le due donne la scena del mercato andrà via via svuotandosi, alla fine, Kovalev, sarà rimasto al centro della scena da solo, sul fondo comparirà una carrozza.

Kovalev

Aah!! Al diavolo, meglio correre difilato dal prefetto di polizia, se ben ricordo, non dovrebbe essere molto lontano. Prenderò una carrozza. Ehi! cocchiere.

Cocchiere

Si?

Kovalev

Presto, di corsa dal Prefetto di polizia.

Cocchiere

Prego si accomodi.

Kovalev

Avanti a tutta briglia! Si sbrighi.

Cocchiere

Eehh!!, ma che fretta.

Kovalev

Picchia sulla schiena il cocchiere. Più in fretta, cialtrone! Presto, furfante, datti da fare con quel frustino.

Cocchiere

Piano signore, ecco si calmi. Ci siamo.

Kovalev

Scende di corsa dalla carrozza; al vetturino: Mi aspetti. Alla guardia. C’è il prefetto di polizia?

Guardia

No, non c’è. Se ne è appena andato.

Kovalev

Ecco qua, non ci mancava altro.

Guardia

Già, è andato via da poco; se foste venuto un minuto fa, forse l’avreste ancora trovato.

Kovalev

Risale di nuovo sulla carrozza. Avanti! Non c’è un minuto da perdere.

Cocchiere

Dove?

Kovalev

Avanti ti ho detto, sempre diritto!

Cocchiere

Come diritto? C’è una svolta: a destra o a sinistra?

Kovalev

Di scatto. Si fermi, si fermi!

Cocchiere

Ohhh! Buoni!!

Kovalev

Scende dalla carrozza e paga il cocchiere. Tenga buon’uomo. Kovalev scende dal palco immerso nei suoi pensieri. Forse devo fermarmi a riflettere su cosa sia meglio fare. Le luci si abbassano lasciando Kovalev nella semi oscurità a riflettere.

Narratore

Già, che cosa conveniva fare al povero maggiore? Nelle sue sfortunate condizioni, gli conveniva prima di tutto rivolgersi al tribunale di polizia, non perché la faccenda fosse di sua diretta spettanza, ma perché i provvedimenti che la polizia avrebbe potuto prendere sarebbero molto più rapidi che in qualsiasi altra amministrazione.

Kovalev

E, se chiedessi soddisfazione al capo dell’ amministrazione stessa in cui il naso pare presti servizio?

Narratore

Ma, io credo che questo sia senza senso, visto che dalle sue risposte, si può fin d’ora concludere come per costui non esista nulla di sacro, sicchè egli potrebbe tranquillamente mentire anche in questo caso, come del resto ha mentito affermando di non avervi mai conosciuto.

Kovalev

Spaventato. E se per caso quel furfante impostore, il quale, già nel nostro primo incontro s’è comportato con tanta impudenza, gli venisse in mente, in qualche modo, di battersela dalla città?

Narratore

Dio ce ne guardi! In questo sciagurato caso, ogni ricerca potrebbe risultare vana e potrebbe durare interi mesi.

Kovalev

Come colpito da un’idea fulminante. Già!!! E se mi rivolgessi direttamente all’ufficio di pubblicità di un giornale e inserire tempestivamente un annuncio con opportuna descrizione di tutte le caratteristiche del naso, in maniera che chiunque avesse a incontrarlo potrebbe riportarmelo, o, perlomeno indicarmi dov’è il suo alloggio.

Narratore

Si! Credo che questa sia una buona soluzione. Kovalev fa come per avviarsi. Ah!! Maggiore, già che c’è aggiunga anche una lauta ricompensa, a chi sarà in grado di aiutarla.

Kovalev

Ehmm!! Ma si!!, si certamente. Si avvia verso il giornale.

Scena VII

Ufficio di un giornale, parecchia gente seduta sui lati, in centro uno sportello con dietro un impiegato assorto tra le cartacce, la gente chiacchiera, creando un brusiò di sottofondo.

Impiegato

Silenzio!! Silenzio!! Avanti il prossimo. A chi tocca?

Tutti si alzano in piedi e vanno verso lo sportello, creando una confusione indescrivibile, in quel momento entra il maggiore Kovalev.

Kovalev

Con voce autoritaria. Chi riceve gli annunci qui? Come d’incanto il brusio cessa e tutti si voltano a guardare Kovalev, poi come se nulla fosse successo il brusio riprende con maggiore insistenza.

Impiegato

Salendo sulla sedia, e urlando per farsi capire .Silenzio! al vostro posto. al maggiore Kovalev I miei rispetti signore. La prego si accomodi.

Kovalev

Ah!! Buongiorno….desidero inserire.

Impiegato

Si segga e attenda il suo turno. Alla gente. Buoni, allora, forza. A chi tocca?

Dama di compagnia

Buongiorno

Impiegato

Si!!. Mi dica?

Dama di compagnia

Sono la dama di compagnia della contessa Iulia Michailovna, e, mi spiego subito: Mi crederete, signore, se vi dico che la cagnetta non vale ottanta copechi, ossia io non ne darei neppure otto soldi, ma la contessa gli vuol bene, perbacco, gli vuol bene, ed ecco qua, a chi la trova, cento rubli. Fa l’atto di tirarli fuori dalla borsetta, ma l’impiegato la ferma.

Impiegato

Dopo, dopo, ora cerchi di stringere.

Dama di compagnia

A dirla in coscienza, quant’è vero che noi due siamo qui ora insieme, i gusti della gente non tornano mai gli uni con gli altri; ma se sei cacciatore hai da tenere un cane da punta, o un barbone; costi cinquecento, mille magari, ma che sia un buon cane. Quant’è?

Impiegato

L’impiegato ha ascoltato tutto scrivendo e conteggiando le parole su un pallottoliere.

In tutto fanno tre rubli e quarantatre copechi!!…avanti il prossimo!

Kovalev

Scusate l’insistenza…

Impiegato

Seccato. La prego signore non insista, attenda il suo turno. A chi tocca?

Servo

Tira fuori un foglietto di tasca tutto stropicciato e comincia a leggere.

Impiegato

Su! Mi dica. E veda di sbrigarsi, altrimenti si fa notte. Io non ho molto tempo da perdere.

Servo

Ecco ci sono. Vendo: una solida carrozza priva solamente di una balestra; un giovane cavallo ardente pezzato di bigio di diciassette anni di età; e per finire semi di navone e ravanello appena ricevuti da Londra.

Impiegato

Vediamo un po’…sei per quattro ventiquattro, e tre che riportavo ….in tutto fa.. un rublo e ottantotto copechi. Avanti il prossimo

Mercante

Buongiorno!

Impiegato

Buongiorno! Mi dica.

Mercante

Scriva! Scriva! Cedo a servizio il mio cocchiere. In confidenza. Sa, è un buon uomo e per di più è astemio, vendo inoltre un calesse seminuovo portato da Parigi nel 1814.

Impiegato

Si!! Conteggia a mezza voce. Fa un rublo e tredici copechi.

Kovalev

Insistente si alza e passando davanti alle altre persone si precipita allo sportello. La prego signore, abbia la bontà di ascoltarmi.

Impiegato

In crescendo. Signore; non mi faccia perdere la pazienza. L’ho pregata di attendere cortesemente il suo turno, altrimenti chiamo l’usciere e la faccio sbattere fuori dalla porta mi ha capito?

Kovalev

Mogio. Mi scusi, ma non si arrabbi in quel modo.

Impiegato

Cerca di ricomporsi. A chi tocca?

Anna Petrovna

E una persona logorroica. Buongiorno, sono la signora Anna Petrovna e mi spiego subito: sono venuta qui al giornale per fare un’inserzione, sa, in confidenza, io subito non volevo venire, ma poi io e mio marito ci siamo detti: provare non costa nulla, e allora abbiamo optato per questa soluzione, e abbiamo deciso di rivolgerci al suo giornale, dal momento, anche, che abitiamo non molto lontano da qui. Per la verità, sono venuta io da sola, vede, mio marito è una persona molto importante, e lavora come consigliere presso….

Impiegato

Interrompendola. Signora!! si fermi. Le confesso francamente che a me non interessa nulla della sua vita privata; chi è, cosa fa, cosa fa suo marito, assolutamente nulla. Io immagino che lei sia venuta qui per ben altro motivo? E allora mi dica qual’è questo motivo.

Anna Petrovna

Offesa. Ma che maniere sono queste! Questa, sarà la prima e unica volta, che mi rivolgerò al suo giornale. E adesso scriva: Intendo cedere una domestica di diciannove anni, sperimentata in faccende di lavanderia, ma buona a tutto fare.

Impiegato

Tutto qui?… fanno; un rublo e cinque copechi. Avanti il prossimo.

Donna anziana

Cerco compagno giovane di bella prestanza fisica, possibilmente biondo, occhi azzurri, ricco….no, no, no,…scriva benestante, e carino.. come me.

Impiegato

Mi scusi buona donna, non vorrei metterla in imbarazzo, ma mi dovrebbe dire la sua età.

Donna anziana

Non si preoccupi giovanotto…sono ottantasette….ma tra un mese però.

Kovalev

Alle spalle della signora anziana scalpita. Egregio signore… è urgentissimo.

Impiegato

Ecco, in tutto fanno un rublo e sessantaquattro copechi, e buona fortuna!!

Donna anziana

Anche a lei, giovanotto.

Impiegato

Desiderate?

Kovalev

Vi prego…è successa una bricconata, una furfanteria, finora non mi riesce assolutamente di capire. Vi prego soltanto di inserire che colui, il quale, mi porterà quel mascalzone, riceverà acconcia ricompensa.

Impiegato

Scusate un po’, qual è il vostro nome?

Kovalev

Eh no, che c’entra il mio nome? Non posso dirlo. Io ho molti conoscenti. La Cechtareva, consiglieressa di stato, Pelagia Grigor’evna Podtočina, ufficialessa superiore….Se, Dio guardi, lo risapessero! Potete mettere semplicemente: un assessore di collegio, o, meglio ancora: un avente grado di maggiore.

Impiegato

E chi vi è scappato, un domestico?

Kovalev

Macché domestico! Allora non sarebbe una bricconata tanto grande!…M’è scappato…. Il naso.

Impiegato

Hhmm, che nome strano! E…v’ha sottratto una forte somma, questo signor Nasi?

Kovalev

Naso, ossia..avete capito male! Naso, il mio proprio naso è sparito e non si sa dove. Il diavolo stesso ha voluto farsi beffe di me!

Impiegato

Ma in che maniera è sparito? C’è qualcosa che non capisco bene!

Kovalev

E appunto non ve lo so dire, in che maniera; ma il fatto è che in questo momento, esso scarrozza per la città e si spaccia per consigliere di stato. Perciò vi prego di inserire che chiunque potrà metterci la mano sopra, me lo riporti senza indugio nel più breve tempo possibile. Giudicate infatti voi stesso, come potrei stare senza una parte del corpo così appariscente? Qui non si tratta di un qualunque dito mignolo del piede, che, infilata una scarpa, nessuno s’accorge se c’è o non c’è. Io frequento il giovedì la casa della Cechtareva, consiglieressa di stato; la Podtočina, Pelagia Grigor’evna, vedova d’un ufficiale superiore, e questa ci ha una figlia molto graziosa, e inoltre piacevoli conoscenze; Fatevi ora un’idea di quale sia la mia posizione… non potrò più presentarmi da loro.

Impiegato

No, io non posso inserire un tale annuncio sul mio giornale.

Kovalev

Ma come? Perché?

Impiegato

Perché, il giornale potrebbe perdere il suo buon nome. Se ognuno cominciasse a inserire che gli è scappato il naso, capirete…Anche senza di questo, già vanno dicendo che si stampano tante assurdità e voci false.

Kovalev

Ma in che cosa è assurda questa faccenda? Non c’è niente di assurdo qui.

Impiegato

Pare a voi che non ci sia niente. Ma, vedete, la settimana scorsa si dette un caso simile. Venne un impiegato, così come siete venuto voi ora, portò un annuncio, il cui costo ammontò, se non ricordo male, a due rubli e settantatre copechi, e tutta l’inserzione consisteva in questo; che era scappato un barboncino di pelo nero. Beh!, che c’era in ciò di strano direte voi? Nondimeno risultò che era un libello: il barboncino designava il cassiere di non so quale amministrazione.

Kovalev

Ma io evidentemente nell’annuncio non parlo di cani barboni, ma del mio proprio naso: ossia, come dire, di me stesso.

Impiegato

E io le ripeto che non posso assolutamente inserire un annuncio simile.

Kovalev

Ma il naso m’è sparito davvero!

Impiegato

Se è sparito, questa è una faccenda che riguarda il medico. Tira fuori una tabacchiera e comincia a fiutare tabacco. Dicono che ve ne sia di tali capaci di rappiccicare qualsivoglia naso. Mi avvedo, comunque, che siete uomo d’umore allegro e che amate lo scherzo in società.

Kovalev

Umiliato e offeso. Vi giuro quant’è vero Dio! Ma, dal momento che siamo arrivati a questo punto, prego, vi farò vedere.

Impiegato

Perché disturbarvi? Continua a fiutare tabacco, ma poi ci ripensa. Del resto, se non vi infastidisce troppo, darei volentieri un occhiata. Kovalev si abbassa il fazzoletto dal viso.

Veramente! E’ oltremodo strano! Il sito è completamente piatto, quasi si direbbe una galletta appena sfornata. Eh, si, liscio fino all’inverosimile.

Kovalev

Orsù, continuerete ora a fare difficoltà? Vedete voi stesso che è impossibile rifiutarmi l’inserzione. Ve ne sarò molto grato e, per me, mi dichiaro lietissimo che questo caso m’abbia procurato il piacere della vostra conoscenza.

Impiegato

L’inserzione certo, è affare di nulla, soltanto non ci prevedo per voi alcun costrutto, se proprio volete, fate che qualcuno di penna esercitata descriva il caso come uno scherzo di natura, e pubblichi l’articoletto sull’ “Ape del Nord”, fiuta tabacco,per utile della gioventù, si soffia il naso,oppure solo così, per soddisfazione dei curiosi.

Kovalev

Viene attirato da un giornale, lo prende in mano con aria incuriosita, ma poi ridiventa serio e butta il giornale.

Impiegato

Continuando.Mi rincresce davvero che vi sia capitato un tale caso. Gradireste una presa di tabacco? Fuga i mali di capo e l’umore malinconico; è utile persino nei confronti delle emorroidi. Porge la tabacchiera a Kovalev.

Kovalev

Fuori di se. Non capisco come soltanto vi dà l’animo di scherzare, non vedete, forse, che mi manca appunto quello che serve per fiutare? Il diavolo si porti il vostro tabacco! Adesso non lo posso neppure sentire rammentare, e non dico solamente il vostro lurido e schifoso tabacco di betulla, ma, per vostra norma, neppure se m’aveste offerto dell’autentico rapè. E se ne va.

Scena VIII

Kovalev esce dall’ufficio del giornale rimane assorto nei suoi pensieri, nella semioscurità.

Narratore

Povero maggiore Kovalev, sicuramente quella di rivolgersi ad un giornale non è stata certo una brillante idea. Umiliato e offeso!. Ride. Certo che quell’impiegato ha avuto una bella faccia tosta; offrire tabacco da fiutare a uno rimasto senza naso.

Kovalev

Serio e autoritario. Io, in tutto questo, non ci trovo proprio nulla di divertente.

Narratore

Ha….perfettamente ragione, ma mi perdoni, la storia è alquanto buffa.

Kovalev

Sicuramente non lo è per me. Comunque, le voglio ricordare, che in questa commedia, lei ha il ruolo di narratore.

Narratore

Interrompendo. Beh! è quello che mi è stato affidato.

Kovalev

Appunto!! Allora cerchi di svolgere il suo ruolo senza lasciarsi coinvolgere emotivamente dai tristi fatti che mi stanno capitando. E per favore, eviti di fare commenti sciocchi e impertinenti, più consoni ad un’ osteria del porto che ad un teatro.

Narratore

Mi perdoni, io certamente non volevo offenderla.

Kovalev

E ora vada avanti.

Narratore

Certamente! Ritorna a rivolgersi al pubblico. Dunque, dicevo, dopo essere uscito in quella maniera dal giornale, dà un occhiata a Kovalev che fa un cenno di approvazione con la testa, Kovalev risolse di rivolgersi al commissario di quartiere. Il commissario di quartiere era una gran brava persona, e soprattutto un gran incoraggiatore di ogni arte e mestiere, ma, a tutto questo preferiva una banconota governativa. “E’ una cosa” usava dire “che non ce n’è una meglio: non è necessario darle da mangiare, prende poco posto, sta tutta in una tasca, e se cade non si rompe”. Pero!!! Bel personaggio non c’è che dire. Sfortunatamente per lui, lo sciagurato Kovalev….

Kovalev

Il maggiore fulmina con un occhiata il narratore.

Narratore

C’è scritto sul copione. Kovalev accetta anche se non è d’accordo. Dov’ero rimasto? Ah! Si! Dicevo, sfortunatamente per lui, Kovalev entrò nell’ufficio del commissario nel momento esatto in cui questi si stava stiracchiando.

Commissario

Mi voglio proprio stiracchiare le ossa, un bel pisolino di un paio d’ore non me lo leva nessuno.

Kovalev

Buongiorno

Commissario

Seccato Buongiorno…Chi è lei?..Che vuole a quest’ora?

Kovalev

Impacciato Io…sono qui per una faccenda piuttosto seria… oserei dire un fatto gravissimo, increscioso..che a lei forse sembrerà strano...ma vedete…m’è sparito il naso.

Commissario

E lei ha il coraggio di venire qui a disturbarmi a quest’ora, per una sciocchezza simile?

Kovalev

Ma, signor commissario, questa non è affatto una sciocchezza, si tratta di un episodio di una gravità incredibile.

Commissario

Senta buon uomo, non mi faccia perdere la pazienza, io ho casi molto più gravi da seguire.

Kovalev

Le ripeto, che la faccenda è molto grave, e che si tratta di un vero e proprio atto di appropriazione indebita, e che in questo momento, c’è qualcuno che gira per la città con il mio naso. Lei deve subito aprire un’inchiesta.

Commissario

Ma che fesserie mi capita di sentire quest’oggi. E poi lo sa che dopo pranzo non è tempo da procedere con inchieste? Che la natura stessa ha decretato di riposarsi alquanto dopo mangiato. E infine le voglio anche aggiungere che un uomo ammodo non perde il suo naso. E ora fuori altrimenti la faccio sbattere in cella per disturbo della quiete….Mia!!

Kovalev

Le confesso che dopo siffatti offensivi rilievi da parte vostra, non mi resta che andarmene. Si gira e a testa china lascia l’ufficio.

Scena IX

Kovalev

E’ tutto il giorno che giro per la città alla ricerca del mio naso. E che cosa ho concluso? Nulla!! Penso che andrò a casa a riposarmi un po’. Mentre attraversa la scena viene avvicinato da due mendicanti: una donna con la figlia.

Donna

Signore… signore…buon’uomo.

Kovalev

Accorgendosi di loro. Si!!!

Figlia

La prego di aiutarci, ci faccia la carità: mio padre è malato, molto malato, e ci hanno rubato il cavallo, la casa è andata a fuoco, e poi la peste, e il freddo, il grande freddo e l’invasione delle cavallette, e la fame…..fatelo per me …e per mia madre, guardatela, sono giorni che non mangia. La fame me la sta uccidendo.

Donna

Si getta ai piedi del maggiore e gli si attacca ad una gamba. Si, signore, la prego ci aiuti, almeno un rublo, o solamente qualche spicciolo per poterci sfamare.

Kovalev

Che, assorto nei suoi pensieri, quasi non si è accorto delle due donne. Lasciatemi stare, oggi non ho tempo per chi ha le cavallette che muoiono dal freddo perché colpite dalla fame, e poi, non è colpa mia se vostro marito ha bruciato il cavallo perché colpito dalla peste.

Figlia

Le due donne si guardano con stupore. Ma signore…cosa sta dicendo.

Kovalev

Si fruga in tasca, e poi getta del denaro. Tenete non ho che questi. E se ne và.

Donna

Grazie buon uomo!! Mentre la figlia si butta avidamente sul denaro.

Figlia

Un copeco soltanto!!! Che spilorcio!! Madre mia, credo che quel signore non ci abbia capito. Bohh!! Avrà avuto la testa chissà dove, faceva dei discorsi tanto strani.

Donna

Andiamo adesso, ho l’impressione che di qui non passi molta gente.

Figlia

Rialzandosi. Hai ragione mamma, ma dobbiamo inventare qualcosa di più commovente se vogliamo raggranellare qualche rublo. E se ne vanno.

Scena X

Casa di Kovalev, Ivan è già in scena stravaccato su una sedia.

Narratore

Kovalev, appena gli fu riuscito di liberarsi delle mendicanti, si diresse verso la sua casa sentendosi appena le gambe sotto. Il suo appartamento gli apparve oltremodo triste e sudicio, dopo tanta infruttuose ricerche. Appena entrato in casa scorse il proprio domestico stravaccato sulla sedia. In questo momento Kovalev entra in scena. Questa indifferenza lo indignò profondamente.

Kovalev

Arriva alle spalle di Ivan e gli da una botta col cappello. Tu, porco, non fai che occuparti di sciocchezze.

Ivan

Salta su di scatto e comincia ad aiutare Kovalev a spogliarsi, lentamente e in modo confusionario.

Narratore

Un pensiero fisso gli correva per la testa: Perché?, perché una tale disgrazia. Fosse lui stato senza un braccio o senza una gamba, sarebbe stato quasi meglio; ma, senza naso, un uomo, lo sa solo il diavolo cosa rappresenta: non è né carne né pesce, né cristiano né animale. E almeno l’avesse perduto in guerra, o che so io, in un duello, o ne fosse stato lui stesso la causa; ma no, era sparito senza sapere né come né perché, né dove né quando. Era sparito così….in un soffio.

Kovalev

Sbattendo le mani sul tavolo. Noo!!noo!!, non può essere, è inverosimile che un naso sparisca, è assolutamente inverosimile. O sogno, o son vittima di una allucinazione; Forse chi sa come, per errore, ho bevuto per acqua l’acquavite che mi passo in faccia dopo la barba. Quella bestia di Ivan di certo non l’ha portata via e così l’ho inghiottita. Si pizzica fin a gridare dal dolore. Obbrobrioso spettacolo! La faccenda è veramente incomprensibile. Se avessi perduto un bottone, un cucchiaio d’argento, un orologio o altro di simile, ma perdere….perdere che cosa? E per di più nel mio appartamento. Riflette. Considerati tutti gli elementi di mia conoscenza, la colpa di si misterioso fatto deve, secondo ogni apparenza, essere attribuita a nessun’altro che all’ufficialessa superiore Podtočina, la quale vuole farmi sposare la propria figliuola. Io stesso corteggio volentieri la ragazza, ma evito un’ impegno definitivo. Dopotutto sono ancora giovane, e mi conviene prestar servizio cinque anni ancora, e così ne avrò quarantadue giusti, e allora potrò decidere in merito. Ma senz’altro l’ufficialessa, per vendetta, s’è assicurata, a questo scopo, i servigi di qualche fattucchiera, giacchè non si può nemmeno lontanamente supporre che il naso sia stato tagliato: nessuno è entrato in casa mia; quanto al barbiere Ivan Jakovlevič, questi mi ha raso già mercoledì, e nel proseguo di tale giorno, e del resto per tutta la durata del giovedì stesso, il naso è sempre rimasto al suo posto; me lo ricordo bene. Oltremodo avrei dovuto sentire male, e certamente la ferita non si sarebbe chiusa tanto presto, ne sarebbe diventato, il posto liscio come una galletta. Già, e come potrei fare? Citare in giudizio per via legale l’ufficialessa?, scuote la testa oppure comparire io stesso in casa di lei e costringerla a confessare. Bussano alla porta.

Ivan

Attraversa tutta la scena con un candelabro in mano, e va ad aprire.

Kovalev

E sbrigati, fannullone.

Guardia

Fuori scena. Sono una guardia di polizia. Abita qui l’assessore di collegio Kovalev?

Kovalev

Cercando di riordinarsi. Entrate; il maggiore Kovalev è qui.

Guardia

Entrando si inchina. Assessore Kovalev i mie rispetti.

Kovalev

A che debbo l’onore di questa visita?

Guardia

Voi avete perduto il vostro naso.

Kovalev

Oh!! Mio Dio!! La notizia si è già sparsa. Sarà già diventata di dominio pubblico.

Guardia

Non si preoccupi!. E’ stato ritrovato.

Kovalev

Ma questa è una notizia meravigliosa. E ditemi…in che modo è stato ritrovato?

Guardia

Per uno strano caso, una pura coincidenza. E’ stato preso mentre si disponeva a fuggire. Era già salito sulla diligenza per Riga. Da tempo s’era procurato un passaporto falso a nome di un funzionario. E il curioso è, che io stesso l’ho creduto sulle prime un signore. Ma per fortuna avevo con me gli occhiali, e ho potuto subito riconoscere che era un naso. Giacchè io sono miope e, voi che mi siete davanti, vedo solamente che avete un viso, ma non riesco a capire se avete un naso, o la barba. Non distinguo nulla di più. Sapete, anche mia suocera, ossia la madre di mia moglie, neppure lei vede nulla.

Kovalev

La prego signore, non mi tenga sulle spine. Mi dica subito dov’è, che ci corro subito.

Guardia

Non occorre che vi disturbiate. Immaginando che ne aveste un assoluto bisogno, ve l’ho portato io stesso. Il curioso è; che il principale responsabile di quest’affare, è quel birbante del barbiere della via Voznesenskaja, che ora è sotto chiave. Da molto tempo lo sospettavo di ubriachezza e di rapina, e non più tardi di tre giorni fa, ha sottratto in una bottega una dozzina di bottoni. Quanto al vostro naso è assolutamente intatto. Io stesso l’ho controllato scrupolosamente prima di riportarvelo. A quest’ultima battuta Kovalev esprime un gesto di stizza, mentre la guardia tira fuori di tasca il naso premurosamente avvolto in un fazzoletto.

Kovalev

Al settimo cielo. E’ lui, è lui, lo riconosco, voi non sapete la gioia che mi date. Non so proprio come sdebitarmi. Rimanete a prendere una tazza di te, in mia compagnia? Ne sarei felicissimo.

Guardia

Mi sarebbe oltremodo gradito, ma non posso assolutamente: devo passare alla casa di correzione… Il carovita aumenta per tutti i generi…Con me, vive anche mia suocera, ovverosia la madre di mia moglie, eppoi i ragazzi; il maggiore in particolare dà grandi speranze per l’avvenire, è un ragazzo molto sveglio; ma mezzi per la loro educazione non ce n’è. Saluta e se ne và..

Kovalev

Prende con cautela il naso tra le mani. E’ lui, è lui, si lo riconosco. Ecco qui sul lato sinistro il foruncolo spuntato ieri. Scoppia a ridere e poi ridiventa serio. E se non si regge? Impallidisce.Non ci voglio neanche pensare. Kovalev si siede davanti allo specchio e tenta di attaccare il naso. Orrore! Il naso non fa presa. Prova riscaldarlo col fiato, ma niente. Suvvia, andiamo dunque! E sta a posto, stupido! Ma non s’attaccherà dunque mai? Kovalev ha un idea. Ivan, presto, vai a chiamare il dottore che abita al piano di sopra.

Ivan

Non fa nemmeno tempo a passare che il dottore è gia li, lasciando i due di stucco.

Kovalev

Sorpreso. E poi dicono che la sanità non funziona, in questo paese.

Dottore

Non dica stupidaggini, faccia vedere piuttosto. Guarda Kovalev con attenzione. Oh!! Ma c’est terrible. Veramente terrible!.

Kovalev

Eh!!!

Dottore

Dica un po’, quanto tempo è che vous etè in codesto stato?

Kovalev

Guarda il dottore di sbieco. Solamente da ieri mattina. Il dottore da un buffetto sul naso sicchè il maggiore butta il capo indietro fino a picchiare contro il muro.

Dottore

Tres bien! Tres bien! Oh, vi assicuro che questo non è nulla, e vi consiglio vivamente di stare attento alla vostra tête…..Piegate il capo verso droite maintenant…..hmmmm…..e maintenant verso gauche…..hmmmm….Poi dà un altro buffetto che Kovalev riesce a scartare, e poi scuote la testa. Non non ne c’est pas possibile. Il meglio per voi è di rimanere così, come siete, pour eviter complicazioni inutili. Senza dubbio est possible rimettere toujour a posto; io stesso parbleu, ve lo riattaccherei immediatement seduta stante, ma, credez a moi sarebbe peggio, molto peggio par vous.

Kovalev

Questa si che è bella! E come posso restare senza naso? Tanto peggio di così non potrebbe essere. Che diavolo rappresento conciato in questo modo! E dove potrei mostrarmi con una tale risibile deformità? Io ho ottime conoscenze: per l’appunto oggi stesso ho due serate in due case diverse. Io ho molte conoscenze: la consiglieressa di stato Cechtareva, l’ufficialessa superiore Podtočina….quantunque, dopo una simile azione da parte sua, non abbia alcunché da spartire con lei, se non per intermesso della polizia. Fatemi la grazia; non c’è proprio mezzo? Riattaccatelo in una maniera qualunque; anche non perfettamente, purché si regga; io stesso potrò sostenerlo un tantino con la mano in caso di pericolo. Senza contare che io non ballo, da compromettere ogni cosa con un movimento inconsulto. E per tutto quanto si riferisce al riconoscimento dei vostri servigi, potete star tranquillo che, nella misura che lo permettono i miei mezzi….Il dottore lo interrompe.

Dottore

Oh!! Ma monsieur, voi mi offendete. Dovete sapere che io non curo jamais pour interesse. Ciò è contrario alle mie regole e alla mia arte. Prendo, è vero, quelque chose per le mie visite, ma uniquement per non offendere con un rifiuto. Senza dubbio vi riattaccherei le naseau; ma vi assicuro sul mio honneur, giacchè vous ne credez pas alla mia parola, che per voi sarebbe di gran lunga peggio. Vous laissez faire alla nature. Lavatevi più spesso con acqua fredda, e io vi assicuro che sans le naseau, starete bene come se ce l’aveste. E per quanto riguarda le naseau je ve conseil di metterlo in un boccale di spirito o, meglio ancora, d’aggiungere deux cuiller di spirito di sale e aceto tiepido, e allora potreste cavarne beaucop de quattrini. Io stesso prenderei le votre naseau, se però non ne chiedeste troppo.

Kovalev

Ma che idiozia vi salta per la mente? Vendervi il mio naso!! Ma nemmeno per sogno!!! Non lo venderò per nessuna somma. Piuttosto lascerò che vada in malora. E ora fuori da casa mia.

Dottore

Come volete, parbleu, non vi arrabbiate. Si inchina. Volevo solamente riuscirvi utile….Pazienza! almeno avete visto che moi, ho fatto tutto quanto era possible. Esce.

Kovalev

Sciagurato d’un dottore,….voleva comperare il mio naso, come se fosse un tozzo di pane…Eh, già, adesso, uno alla mattina si alza va dal fornaio e gli dice: mi dia una bella pagnotta, e già che ci sono anche un bel naso, cosi!! Ma per favore!!Eh no, mio caro signore, il mio naso non è in vendita….e anzi sapete che cosa farò domani?…. Mi rivolgerò alla giustizia,…domani…già, domani, e adesso?…Potrei scrivere all’ufficialessa….chissà che non acconsenta colle buone a rendermi ciò che mi spetta….Ivan, presto, portami carta e penna. Ivan arriva subito con carta e penna.

Scena XI

Kovalev inizia a scrivere, mentre le luci su di lui andranno via via abbassandosi.

Kovalev

Egregia Signora Pelagia Grigor’evna!

Pelagia Grigor’evna

Compare a lato del palcoscenico con una lettera in mano, e inizia a leggere. Lei sarà illuminata, mentre Kovalev si vedrà in penombra intento a scrivere.

Egregia Signora Pelagia Grigor’evna!

Non posso capire il Vostro strano comportamento. Siate persuasa che, agendo in tal guisa, non guadagnate nulla, né in alcuna maniera mi forzerete a sposare Vostra figlia. Sappiate che la storia relativa al mio naso è ormai di ragion pubblica, come anche il fatto che Voi e nessun altri ne siete il principale artefice. La sua inopinata sparizione dal suo proprio luogo, la fuga e la mascherata, ora sotto le spoglie d’un funzionario, ora, infine, sotto le sue medesime, altro non sono che la conseguenza dei sortilegi da Voi operati, o, quanto meno, da coloro che attendono per Vostro conto a tali degne occupazioni. Io da parte mia stimo doveroso prevenirVi che, ove detto naso non fosse oggi stesso reintegrato al suo proprio luogo, mi vedrei costretto a ricorrere alla difesa e protezioni delle leggi.

Frattanto, coi sensi della più perfetta stima, ho l’onore di dirmi.

Il Vostro umile servo Platone Kuz’mič Kovalev.

Pelagia, scossa, dopo la lettura della lettera. Come osa, Kovalev, rivolgermi tali terribili accuse…. E’ vero che vorrei tanto che lui sposasse mia figlia, ma questo non vuol dire, che per raggiungere il mio scopo, sarei disposta a macchiarmi di queste nefandezze. E poi, cosa intende dire, quando dice: la storia relativa al mio naso è ormai di ragion pubblica. No! Proprio non capisco. Questa lettera merita un adeguata risposta. Forse, il maggiore Kovalev, non ha ancora capito chi è Pelagia Grigor’evna Podtočina.

Kovalev

Le luci si spengono su Pelagia, e si aprono sulla stanza di Kovalev. Il maggiore sta dormendo con la testa sul tavolo, piano piano si veglia stiracchiandosi. Oh! Mio Dio!! Ma che ore sono?…E’ già mattina, devo aver dormito tutta la notte sulla sedia, mi sento tutte le ossa a pezzi. E il mio naso?. Corre allo specchio. Non c’è, non c’è, non c’è!!!

Ivan

Entra in scena trafelato e ansante portando una lettera.

Kovalev

Deve essere la risposta di Pelagia. Apre furiosamente la lettera e la legge.

Egregio Signore Platone Kuz’mič Kovalev

La Vostra lettera mi ha oltremodo meravigliata. Sinceramente vi confesserò che non mi attendevo ciò da parte Vostra, né, tanto meno, i Vostri ingiusti rimproveri. Debbo renderVi noto che non ho mai ricevuto in casa mia il funzionario cui accennate, né mascherato, né tampoco nel suo vero aspetto. E’ stato da me, è vero, Filippo Ivanovič Potančikov. Ma sebbene egli, non lo nego, pretendesse alla mano di mia figlia, e seppure illibato, di condotta irreprensibile e di chiaro sapere, io, tuttavia, non ebbi mai a dargli alcuna speranza. Voi parlate anche di un certo naso. Ora, se con ciò intendete che io abbia voluto lasciarvi con un palmo di naso, ossia rispondere alle Vostre assiduità con un formale diniego, in tal caso sarei assai sorpresa che proprio Voi poteste ciò credere, quando sapete benissimo che io sono anzi di parere al tutto contrario, e disposta in questo medesimo istante, ove chiediate mia figlia in sposa secondo le regole, a darVi piena soddisfazione, giacché tale fu ognora l’oggetto dei miei più ardenti desideri; nella quale speranza, e sempre pronta al Vostro servizio, mi dico.

Pelagia Grigor’evna Podtočina.

No, è impossibile, non può essere stata lei. La lettera non è scritta come avrebbe potuto scriverla un colpevole di delitto…..Ma, allora, in che modo è potuto avvenire ciò?…Tutto questo è inspiegabile, solo il diavolo ne caverebbe le gambe…..E intanto chissà… ormai la notizia del mio naso sarà diventata di dominio pubblico. Sarò lo zimbello di tutta Pietroburgo. La luce su Kovalev, al centro della scena, andrà via via abbassandosi, mentre in sottofondo un rumore in crescendo di risate e sberleffi.

Scena XII

La scena andrà via via riempiendosi di gente, prima una coppia a passeggio, poi il narratore, e tutti gli altri.

Narratore

Povero maggiore Kovalev, aveva proprio ragione. La fama di questo straordinario avvenimento, già correva per tutta la capitale, e, come capita in questi casi, non senza le opportune aggiunte, perciò non v’è da meravigliarsi se presto cominciò a correre voce che il naso dell’assessore Kovalev alle tre in punto passeggiava sulla Prospettiva. Cosa credete che faccia tutta questa gente qui in giro? Tira fuori di tasca un orologio a cipolla e guarda l’ora. Manca poco.

Strillone

Entra in scena da in fondo il teatro urlando. Edizione straordinaria…edizione straordinaria….tutte le ultime novità sul caso del maggiore Kovalev. Due copechi la copia, solamente due copechi….tutta Pietroburgo ne parla, ma solo qui, sul nostro giornale: “l’Ape del nord”, potrete trovare tutti i risvolti di questa strana e misteriosa faccenda. La gente si avvicina per comprare il giornale. Forza gente! Tutte le curiosità, i come, i perché, i quando, i chissà.

Narratore

Buon uomo, dia una copia anche a me.

Strillone

Tenga. Anche Ivan compera una copia e si mette in un angolo a leggere. Prego….Forza gente. Tutto quanto c’è da sapere sul ritrovamento. Comperate gente, comperate.

Lei

Amore, comperiamo il giornale. Dai ti prego!!!

Lui

Ma certamente, cara. Allo strillone. Me ne dia una copia per favore.

Strillone

Ecco, tenete. Forza signori, sono rimaste le ultime copie. Affrettatevi se volete conoscere tutti i particolari di una storia che ha dell’incredibile. Arriva una donna.con la propria figlia. Ecco a voi.

Lei

Cosa dice?

Lui

Vediamo cosa…..

Lei

Interrompendolo. Guarda caro hai visto, c’è scritto che il naso viene visto tutti i giorni alle tre in punto nel negozio di Junker, proprio sulla Prospettiva. Ma caro, è proprio qui vicino, andiamo a vederlo anche noi. Io, in tutta questa faccenda, ci trovo un che di terribilmente eccitante.

Lui

Ma certamente cara. Tutti si dirigono verso un’immaginaria vetrina, facendo ressa.

Narratore

Ecco, bastava che qualcuno spargesse una voce, perché una moltitudine di curiosi accorresse in massa. E, come sempre avviene in questi casi, c’era sempre qualcuno pronto ad approfittare della situazione, per guadagnare qualche soldino.

Venditrice di sgabelli

Entra in scena carica di sgabelli. Ecco qua, per la comodità di lor signori, dei comodissimi sgabelli a noleggio. Perché rimanere in piedi, col rischio di stancarsi all’inverosimile, quando con cinque copechi ogni ora, potete stare comodamente seduti. Tutti si precipitano a prendere uno sgabello e poi ritornano a guardare.

Narratore

Quasi quasi, darei un occhiata anch’io. Si precipita a prendere uno sgabello e si va a sedere. La gente seduta fa una confusione terribile. All’improvviso.

Figlia

Ma, mamma, cosa stiamo aspettando? La confusione cessa, e tutti si rivolgono a guardare il pubblico.

Tutti

Boohh!!!! E riprende la confusione.

Colonnello

Arriva in questo momento, è anziano e si sorregge con il bastone. Corpo di Bacco. Che cosa sta succedendo? Che cos’è questo assembramento? Batte con il bastone sulla schiena di Ivan. Ehi!! Giovanotto, che sta facendo tutta questa gente?

Ivan

Inizia a spiegare la situazione a gesti, poi, vistosi in difficoltà fa leggere il giornale al colonnello.

Colonnello

Ma dico, com’è lecito turbare la popolazione, con simili voci sciocche e inverosimili?…Però, dal momento che non ho nulla da fare, perché no….Giovanotto, sarebbe così gentile da offrire il suo sgabello, ad un valoroso colonnello in pensione.

Ivan

Non è molto d’accordo, ma dietro le insistenze del colonnello cede.

Lei

Ma, caro, io mi sto annoiando a morte, e del naso, nessuna traccia.

Colonnello

L’unica cosa che vedo io è un comunissimo panciotto di pelo, e una litografia con una fanciulla che si sta tirando su una calza. Saranno più di dieci anni che stanno esposti in quella vetrina. Nel frattempo Ivan ha notato, sul giornale un'altra cosa, e la fa notare anche a Lui.

Lui

Alzandosi e rivolgendosi al pubblico. Un momento, qui c’è scritto un'altra cosa. Dice che non solo sulla prospettiva, passeggia il naso del maggiore Kovalev, ma anche al Giardino di Tauride, al punto che il proprietario s’è molto meravigliato di questo scherzo di natura.

Tutti

Si precipitano fuori scena, portandosi gli sgabelli. Per ultimi il narratore seguito da Ivan.

Narratore

Tornando un po’ sui suoi passi, e rivolgendosi al pubblico. Fatti assurdi avvengono in questo mondo, da cui talvolta ogni verosimiglianza è bandita. A un tratto quello stesso naso che scarrozzava col grado di consigliere di Stato e aveva sollevato tanto rumore nella città, ricomparve, come se niente fosse, al suo proprio posto, ossia appunto fra le due guance del maggiore Kovalev. Ciò avvenne il 7 di aprile.

Scena XIII

Casa di Kovalev. Si sta svegliando si nota la sua figura dietro il paravento.

Kovalev

Urlo di gioia. Dopodiché, compare in scena in camicia da notte, scalzo e con in testa un berretto da notte con i pon pon lunghi. Tiene in mano lo specchio e si abbandona ad una danza sfrenata. Ognitanto si copre il volto con lo specchio, poi scoprendolo piano piano.

Nasoo!!!!…. La sua gioia viene interrotta dall’entrata in scena di Ivan.

Di’ un po’ Ivan, mi pare di avere sul naso una specie di fignolo. Si rivolge al pubblico. Ora sarebbe bella che Ivan dicesse: “nonché fignolo, io non vedo neppure naso!”

Ivan

Fa cenno che tutto è a posto, il naso sta benissimo.

Kovalev

Ottimamente, che il diavolo mi porti!! Vivaddio è finito un incubo. Bussano alla porta. Chi sarà mai a quest’ora del mattino?…..Che giorno è oggi?…..Domenica!!! Ma allora deve essere quella canaglia di un barbiere.

Ivan Jakovlevič

Buongiorno signor maggiore, sono venuto per la barba.

 Kovalev

Si!! Si!!, naturalmente. Dillo da prima: hai le mani pulite?

Ivan Jakovlevič

Pulitissime.

Kovalev

Non è vero, fai vedere!

Ivan Jakovlevič

Pulite, in fede mia, signore.

Kovalev

Attento Ivan Jakovlevič, attento, bada a te!! Kovalev si siede e Ivan J. gli mette l’asciugamano.

Ivan Jakovlevič

Guardando il naso. Eccoti ci sei, birbante!

Kovalev

Ohe’, ohe’, ohe’, attento con quelle manacce.

Ivan Jakovlevič

Comincia a insaponare il maggiore, e poi gli fa la barba a tempo di musica. Finito di fare la barba, Ivan J. saluta e se ne va.

Kovalev

Controlla ancora una volta il proprio naso, poi chiama Ivan. Presto Ivan, portami una tazza di cioccolato, che voglio fare colazione.

Ivan

Porta la tazza di cioccolato

Kovalev

Voglio prima annusare il profumo! Annusa intensamente e poi beve.

Ivan

Guarda meravigliato il maggiore.

Kovalev

Mio Dio, il mio naso. Che cos’ ha?

Ivan

E’ sporco!!!

fine