Il Natale ritrovato

Stampa questo copione

Un Raffaele Caianiello inedito in questa commedia che lascia fuori dal copione le gag ed i doppi sensi per dare spazio ad una trama lineare, pulita, la cui finalità è ridare il giusto valore al Natale. Un signor Portella usuraio implacabile, indurito da esperienze pregresse che perde la sua infanzia a seguito di una disgrazia e vive solo in funzione del denaro. Accumulare denaro, senza sconti, è lo scopo della sua esistenza. Fino a quando una letterina del figlio, indirizzata a Babbo Natale, porta le ‘alte sfere’ dell’irreale a scendere sulla Terra e far riappacificare quest’uomo con se stesso. Non una ma tante le battute che si possono evidenziare in questo testo pieno di sentimenti e di sensibilità. Pasquale e Gennarino, inviati di Babbo Natale, hanno l’arduo compito di esaudire il desiderio espresso nella letterina del figlio di Portella, che il suo papà diventi buono, ed il rimprovero che tutti gli muovono è proprio quello di essere troppo venale e completamente assorbito dai soldi. Ma il miracolo avviene, con una serie di situazioni create ad arte dagli aiuti Babbo Natale che raggirano Portella e con l’intervento dello spirito del padre defunto che lo spinge a cambiare ed a guardare e pensare ai valori veri e profondi della vita. I due messi natalizi si travestono da funzionari bancari per mettere a segno il loro colpo gobbo, da giornaliste, da preti, ed è in queste vesti che si hanno pagine che trasudano sentimenti, scontri tra la fede e la materialità. Portella tiene testa ai due ma inevitabile il confronto, nello spettatore, tra il bene ed il male, tra il morale e l’immorale, tra l’umanità ed il suo contrario. Botte e risposte agli antipodi che mettono a nudo due modi distinti ed opposti di pensare e di intendere la vita. Fanno da corona a queste pagine intense, la generosità del segretario disposto a condividere il poco che ha, e, soprattutto, l’altruismo inatteso delle vittime dello stesso Portella che, venendo a conoscenza dell’inaspettato tracollo finanziario -messo a segno dai due inviati natalizi- si rendono disponibili ad aiutarlo in virtù del clima natalizio. Un tracollo finanziario che si rivela fasullo ma ciò non fa fare retromarcia ai nuovi sentimenti che si sono fatti strada nell’animo di Portella che, preda degli inviati di Babbo Natale e dello stesso ‘grande capo’ che scende sulla Terra per dare man forte ai suoi due subalterni, afferma: ‘voi nonostante tutto il male che vi ho fatto, voi avete avuto amore per me!’ . Ed è questo il giusto epilogo di questa delicata e magica fiaba natalizia che affonda le sue motivazioni nelle frasi della moglie con cui sottolinea l’importanza della famiglia, dei sentimenti e della vita vissuta all’insegna dell’amore donato e ricevuto nei piccoli gesti e nella quotidianità.

Il NATALE RITROVATO

Un prologo e due atti

Michele       Portella        ricco operatore finanziario

Laura             moglie di Michele

Gemma        figlia

Giovanni      figlio

Pasquale      aspirante babbo natale

Gennarino   collega di Pasquale

Sartina

Imparato

Giacomo

Vincenzo

Il  Babbo Natale Direttore

Il Segretario

(All’accorrenza  il segretario può fare la doppia parte)

Siamo nella patria dei Babbi Natale, nella Lapponia Finlandese. Nell’ufficio di direzione, una scrivania e delle sedie  ed alcuni quadri raffiguranti i Babbi Natale.   

Il Babbo Natale direttore siede dietro la scrivania e legge le letterine mentre il segretario le dispone in una cassetta con la dicitura “anno in corso”

 DIRETTORE: cose da pazzi, sta a sentire: ‘Caro Babbo Natale, sono  Oscar e sogno ancora, sempre, che tu entri dal camino con tutta la renna per portarmi il regalo che ti chiedo ogni anno, una bella astronave da metterci tutti i politici mariuoli e spedirli sul pianeta Plutone’.

 SEGRETARIO: e mica ha tutti i torti, Direttò!

 DIRETTORE: magari si potesse ma.. non conviene, quelli, gli americani e i Russi, inizierebbero un’altra volta la corsa per la conquista dello spazio e poi neanche il Signore starebbe tranquillo

 SEGRETARIO: avete ragione Direttò

 DIRETTORE: questa poi… ‘Caro Babbo Natale Come stai? Sei dimagrito? Mi raccomando, fai ginnastica. Ricordati che ormai hai un’età avanzata, come me,  e il diabete, colesterolo, l’altero sclerosi, tachicardia sono sempre in agguato .. perciò muoviti a portarmi il regalo, così… facendo movimento ..ti curi. Sono quattro anni che ti chiedo di avere un camion dei pompieri ma non ti decidi a portarmelo, su muoviti, che aspetti? Lo sai, a me il fuoco  piace accenderlo e…spegnerlo!’

SEGRETARIO: eh questo è sempre lo stesso incendiario, tiene cinquant’anni e si diverte ad accendere i focherelli solo per il gusto di spegnerli

 DIRETTORE: embè, io a questo ci farei il servizio! Aspetterei che la notte  andasse a dormire e gli incendierei la casa così hai voglia e quanti camion dei pompieri gli arriverebbero

SEGRETARIO: eh lo meriterebbe, ma voi siete troppo buono direttò

DIRETTORE (leggendo ancora ) senti questa: ‘Caro Babbo Natale, sono Luca, mi piace molto andare in moto, puoi portarmi una Ducato? Se sulla tua renna non c’è posto o è troppo pesante, non ti preoccupare, inviami trentamila euro e la comprerò da solo’

SEGRETARIO: però, intraprendente il ragazzo eh?

DIRETTORE: (prende un’altra letterina) oh, finalmente una lettere seria! ‘Caro Babbo Natale, ciao, sono Giovanni e abito a Grazzanise, ho 10 anni e non vedo l’ora che tu arrivi. Quest’anno mi sono comportato abbastanza bene, potrei sicuramente fare di meglio e il prossimo anno ti prometto che mi impegnerò in tal senso.
Come tutti i bambini ho molti desideri, ma quest’anno vorrei soprattutto che il mio  papà cambiasse. E’ un avaraccio e tratta male tutti. Non crede nel Natale né ha fede nel Signore. Desidererei tanto che lui e la  mamma non litigassero mai e che io e mia sorella Gemma, che ha 23 anni, andassimo sempre d’accordo; mi piacerebbe, poi, che quest’anno regalassi a tutti i bambini, anche a quelli più sfortunati, tanti sorrisi così il Natale sarà più luminoso che mai’.

SEGRETARIO: un bambino veramente eccezionale, meriterebbe una ricompensa speciale!

DIRETTORE: hai ragione! E faremo di tutto per accontentarlo. Chi abbiamo disponibile per  questo viaggetto particolare?

SEGRETARIO: (prende un registro) dunque …uhmm al momento sono tutti impegnati, e pure per parecchio, e capirete: siamo quasi a Natale e quest’anno abbiamo moltissime consegne

DIRETTORE: Caro amico allora tocca a te. Andrei personalmente ma lo sai, devo dirigere le operazioni sennò mi combinano guai!

SEGRETARIO:  eh, ma, Direttò se vado io, le altre letterine non vengono ritirate e… aspettate un momento …qualcuno c’è che potrebbe andare

DIRETTORE: ah, qualcuno è rimasto a spasso? Strano, chi è?

SEGRETARIO: beh si potrebbe mandare Pasquale, è del posto e.. potrebbe riuscire

DIRETTORE: stai parlando del solito  Pasquale? l’aspirante Babbo Natale Pasquale Capece?

SEGRETARIO: beh si. Si potrebbe provare

DIRETTORE: U’altra volta? Quello ha provato tre volte  e per tre volte ha combinato solo casini. No, no, piuttosto non mandiamo nessuno e sistemiamo le cose dopo Natale

SEGRETARIO: ma, direttò, mancano solo tre giorni  a Natale e il bambino è stato così buono, merita ciò che ha chiesto, lo avete detto pure voi. Immaginate con quale animo speranzoso aspetta il Natale e quanta delusione nel suo animo se non succede niente, proviamo a mandare Pasquale, diamogli questa ultima occasione

DIRETTORE: si capisco, hai ragione, ma io mi gioco la reputazione se Pasquale fallisce. Hai dimenticato il casino che ha fatto ultimamente? quello sbaglia sempre indirizzo!

SEGRETARIO: certo che non ho dimenticato, ma nelle sue intenzioni c’era di far bene

DIRETTORE: ma come, quello invece di andare dai bambini poveri è andato a portare i regali a quelli ricchi! Nientedimeno ha portato una Ford Fiesta al nipote del Cavaliere!? e meno male che la Escort è stata ritirata dal mercato se no sai che figura!

SEGRETARIO: avete ragione Direttò, forse non doveva, si è fatto prendere dall’entusiasmo

DIRETTORE:  e  la seconda volta? Perché, non ha portato un giubbotto salvagente al nipote di D’Alema?

SEGRETARIO: beh, lì dovete convenire che ha fatto un’opera buona, quello è a pericolo di  naufragio eh …. povero ragazzo

DIRETTORE: pure l’ultima volta ne ha combinata un’altra. Ma come si fa a regalare al figlio del Senatur una collezione di armigeri  vestiti come Alberto da Giussano?!

SEGRETARIO:  eh, direttò, quello ha pensato che  gli piacevano i giocattoli del padre ma..a quanto pare, non li sa neanche smontare! sentite, comunque  penso  che  se lui  ha agito così,  tutti i torti non li aveva: oggi i ricchi, specialmente quelli impegnati in politica, non hanno quasi mai tempo e allora ci ha pensato lui e poi … sempre bambini sono eh!

DIRETTORE:  e va bene, chiamalo, gli darò l’ultima occasione e se fallisce può dire addio alla sua vocazione: niente barba e addio alla professione, va  chiamalo. (Il segretario esce mentre il direttore continua a leggere)  eh, eccone un altro : ”Caro Babbo Natale, lo scorso anno non mi hai fatto visita, spero che quest’anno ti fai una camminata; come già sai, a me serve un piacere, ho un fratello gemello che mi dà un sacco di fastidi, non è che puoi levarmelo dai piedi e portarlo con te?” ma tu guarda che gioventù inguaiata!

SEGRETARIO: (entrando) vieni Pasquà, io da paesano ci ho messo la buona parola, vedi di non fare casino stavolta, Direttò qua sta Pasquale (Pasquale fa riverenza )

DIRETTORE: ah vieni, vieni siediti, (Pasquale si siede) dunque, la vedi questa? (indica la lettera) leggila bene e dimmi se te la senti di dare una mano a questo bambino a far sì che le sue richieste vengano esaudite.  (Pasquale prende la lettera  e legge)

PASQUALE: e ma … Direttò, io mica sono il Padreterno! Per quanto riguarda i regali non c’è problema, per la sorella.. neanche… per il fatto delle liti si può mediare ma per quanto riguarda il cambiamento del padre… mi pare quasi una missione impossibile, eh!

DIRETTORE: Beh effettivamente per un aspirante è una missione un po’ difficile; facciamo così, per la sorella e i regali ci penso io, per le altre cose …  embè  … ti devi arrangiare

PASQUALE: e va bè Direttò, voglio provarci, in fondo questo è paesano mio e almeno so come muovermi!

DIRETTORE: sicuro? Guarda che questa è l’ultima opportunità che ti concedo, dopodiché ti spedisco in magazzino al reparto confezioni e puoi dire addio alla tua carriera di Babbo Natale.

PASQUALE: Non vi preoccupate, ci penso io, mi impegnerò al massimo!

DIRETTORE: sicuro? Io qualche dubbio ce l’ho

SEGRETARIO: Direttò, mi è venuta un’idea

DIRETTORE: e dimmi,  dimmi

SEGRETARIO: perché insieme a lui non mandiamo anche Gennarino?

DIRETTORE: Gennarino? Quello sfaticato che sta al reparto demolizioni?

SEGRETARIO: è sfaticato però è un furbone di prima qualità e potrebbe essere di grande aiuto a Pasquale, dopotutto il caso è un po’ complicato eh!

DIRETTORE: è vero il caso è complicato, il padre è un usuraio, un avaraccio e litiga con la moglie, la sorella è una discolaccia e..il tempo per risolvere è poco. E vabbè mandiamo pure a Gennarino e che il Signore ci aiuti.

SEGRETARIO: grazie direttò, Pasquà hai sentito? con te viene anche Gennarino

PASQUALE:  eh che bella pensata!

DIRETTORE: cos’è, non ti fa piacere che venga anche Gennarino

PASQUALE: no, dicevo che avete fatto una bella pensata eh! e come, non mi fa piacere eh? siamo conterranei eh !

DIRETTORE: bene, allora prendete ciò che ritenete possa servirvi e … andate e buona fortuna. E ricordati che hai tre giorni di tempo e poi è..Natale!

PASQUALE: Direttò statevi bene, quando passo per il magazzino, prendo l’attrezzatura, chiamo Gennarino e partiamo, stateve bene segretà e..grazie (fa per andare) ah Direttò, ma un piccolo aiuto me lo date in caso di .. bisogno?

DIRETTORE: nel limite del possibile, ora andate se no fate tardi, va, va (Pasquale fa riverenza ed esce) e speriamo bene. Segretà, andiamo avanti e passatemi altre letterine che in caso d’urgenza mi metto in contatto radio con i Babbi Natale che stanno in giro

SEGRETARIO:ecco qua Direttò, (passa le letterine) queste sono le ultime

DIRETTORE: (inizia a leggere): ‘Caro Babbo Natale, mi chiamo Marco e.. (si chiude il sipario con musica di sottofondo)abito a…..

FINE DEL PROLOGO

1 ATTO

La scena si svolge in uno studio, una stanza con una  porta a sinistra ed una a destra Una scrivania, posta sulla sinistra, ed una finestra da dove arrivano i suoni della strada. Pasquale e Gennarino sono in scena e girano per la stanza

GENNARINO: Pasquà sei sicuro che questo è l’indirizzo giusto?

PASQUALE: sicurissimo, stavolta ho seguito il navigatore spaziale e poi, non hai visto l’indirizzo fuori la porta?

GENNARINO: sai com’è? meglio accertarsene bene, qua se falliamo tu te ne vai in magazzino e a me mi mandano a lavare i cessi!

PASQUALE: sssh, sta venendo qualcuno, fai silenzio… qua se ci scoprono ci prendono per ladri e, considerato l’elemento con cui abbiamo a che fare,… addio alla missione

 GENNARINO:prima di partire ho letto il suo profilo, embè io a questo gli giocherei un tiro da farlo strusciare con il culo per terra

PASQUALE: calma, prima proviamo a redimerlo poi, se non ci riusciamo, faremo come dici, adesso usciamo e andiamo a prepararci (escono)  

MICHELE:entra e si siede alla sua scrivania, controlla sui registri e sul pc la chiusura conti del mese mentre nell’aria si sentono canzoni natalizie) niente! non si può stare un po’ tranquilli, abbiamo cominciato di prima mattina con queste litanie (si alza, chiude la finestra e la musica si affievolisce) ah! e ricominciamo! Dunque, vediamo, oh (fregandosi le mani con contentezza) anche questo mese si è chiuso in positivo, (continua a controllare) anche se c’è qualche pecora zoppa che non ancora si è presentata! (preme un pulsante e compare il suo segretario) Segretario come mai Imparato e Sartina non hanno ancora onorato il debito?

SEGRETARIO: (in modo umile e remissivo) Signor Portella, veramente, sono venuti ieri ma Voi eravate fuori per affari e così mi hanno detto di riferirvi che verranno stamattina

MICHELE: bene, appena vengono falli entrare, non mi vanno i conti in sospeso (il segretario abbassando il capo esce, Michele, invece, torna alla finestra e si affaccia per un momento) così come non sopporto tutto questo vociare nella strada e la gente che va in giro tutta così infervorata, sembrano una massa di idioti che ripetono fra di loro: ‘Buon Natale, buon Natale’.. ma che tengono  da augurarsi? (entrano Laura e Giovanni) ah  sei qui? anche tu pronta a scendere in strada?

LAURA: certo, devo scendere per spese. Penso che anche in questa famiglia si debba mangiare, oppure hai deciso di rinunciare anche… ai piaceri della tavola

GIOVANNI: mamma ha detto che comprerà tante cose buone da mangiare per questo Natale

MICHELE: mangiare, certo, ma..con parsimonia, niente sprechi, che non si approfitti di questo periodo inutile per fare spese superflue, come panettoni, alberi di natale o cose simili

LAURA: già! avevo dimenticato che per te il Natale non si festeggia! ma in questa casa non vivi da solo! Se fosse stato per te i nostri figli non lo avrebbero mai vissuto il Natale!

GIOVANNI:  il  Natale è bello, le strade sono tutte piene di luci. Ci sono tanti alberelli colorati, i zampognari che cantano la novena e tutti sono più contenti. Come  è bello, per noi bambini, festeggiare  la nascita di nostro Signore e immaginarlo che festeggia accanto a noi .

MICHELE:  se non fosse stato per me voi avreste fatto la fame! festeggiatelo come vi pare, io lo festeggio a modo mio!

LAURA: certo, rinchiuso dentro come un’eremita, affogato nelle sue carte e vittima dei suoi affari! E scendi per una volta anche tu in mezzo alla strada! non la senti quest’atmosfera magica? Non ti viene la voglia di incontrare gente nuova, gente che non ti conosce neanche  eppure ti saluta e che  ti augura Buon Natale!

MICHELE: sono solo sciocchezze, ma che cos’è mai il Natale, se non un momento in cui tutti si approfittano di tutti! Con la scusa del Buon Natale e del vogliamoci bene, ognuno fa i propri interessi: chi spende senza avere denaro, chi rimanda i  propri debiti e chi approfitta e vende a caro prezzo le sue mercanzie e anche tu, con la scusa del Natale, ne approfitti per accontentare i tuoi figli, mi scuci più soldi! Lasciami dunque in pace.

LAURA:sei il solito venale. Il Natale non è come lo consideri  tu!

MICHELE:  ah si? E come pensi che sia?

LAURA: A parte la nascita di nostro Signore, il Natale è un giorno felice, un giorno di pace, di indulgenza, di allegria, di carità verso il prossimo cristiano. Un giorno in cui tutti sono più buoni e disponibili gli uni verso gli altri. Un giorno da vivere in famiglia con serenità e pace.

MICHELE:Un giorno in cui, tirando le somme, ti scopri più vecchio, meno ricco di prima e con tanti altri problemi che si sommano a quelli precedenti!

LAURA: ho capito, discutere con te di queste cose è tempo perso, (allunga la mano) mi servono 100 euro per le spese

MICHELE: cento euro? Ma cosa ti sei messa n testa, di dissanguarmi?

LAURA: sta a sentire: tu sei un miscredente, un menefreghista e un ingrato e di te me ne posso anche fregare ma dei miei figli no! Loro il Natale lo sentono, eccome se lo sentono! e poi sicuramente a Natale Giacomo mangerà con noi: vuoi che facciamo brutta figura pure con  il fidanzato di tua figlia?   

MICHELE: con quello? E chi se ne frega, nessuno lo ha invitato

LAURA: L’ho invitato io, me l’ha chiesto  Gemma . 

MICHELE: Gemma? Quella è una sconsiderata! Fidanzarsi con un buono a nulla e per giunta disoccupato! (a malincuore mette le mani in tasca e caccia 50 euro)  Beh eccoti questa e fattela bastare fino al termine di …. queste feste inutili.

LAURA: ti ho detto cento! altrimenti non mangi, vai in trattoria.

MICHELE: certo.. così, di questi tempi, mi finiscono di spennare! e va bene, ma che  sia l’ultima fino alla fine del mese (da altre cinquanta in modo doloroso)

LAURA: si, va bene…. Andiamo Giovanni  (escono)

MICHELE: io non ho sposato una donna ma una sanguisuga (si rimette al pc )

SEGRETARIO: (entrando con remissività )permesso?

MICHELE: vieni avanti, sono forse arrivati Sartina e Imparato?

SEGRETARIO:  Si, Sartina è appena arrivato e poi c’è un prete e un altro che non conosco

MICHELE:E che vogliono da me?  Beh non importa, fa entrare  Sartina e fai aspettare gli altri

SEGRETARIO:  come volete Signor Portella (apre la porta ed invita ad entrare ) prego Signor Sartina  accomodatevi (entra Sartina)

MICHELE:  (si siede alla scrivania e consulta  un registro  )

SARTINA: (entrando) buon giorno e..buon Natale signor Portella

MICHELE: è venuto per saldare il suo debito?

SARTINA: signor Portella, sono venuto per chiedervi una proroga al pagamento, vedete siamo quasi a Natale e ho avuto molte spese e così..

MICHELE: e  lei pensa che io sia  Babbo Natale! Caro Sartina i patti erano chiari, ho concesso un prestito ed esigo che sia pagato alla scadenza, cioè oggi!

SARTINA: non posso, i miei clienti non mi hanno ancora pagato, lo faranno al’inizio del mese.. è un momento difficile e ho dovuto dare qualcosa anche ai miei tre operai , hanno famiglia anche loro e…..

MICHELE: tutti abbiamo famiglia! Mi dispiace, questo è l’atto di proprietà dell’azienda  e provvederò  alla sua vendita al miglior offerente.

SARTINA: Signor Portella, abbiate pazienza, fra tre giorni è Natale, siate generoso,  in fondo mancano pochi giorni al Natale ed all’inizio dell’anno avrò il danaro per saldare il mio debito

MICHELE: (chiama il segretario) Segretario!

SEGRETARIO: dite signor Portella

MICHELE: accompagna il signor Sartina  fuori

SARTINA: ma… vi rendete conto di ciò che state facendo?

MICHELE: certo! Gli affari sono affari, lei non mi può pagare ed io mi prendo i miei soldi diversamente

SARTINA:  vi ho chiesto pochi giorni di proroga! Cosa vi costa? Così facendo state distruggendo la mia famiglia e mandando sul lastrico anche le famiglie dei miei tre operai, signor Portella è Natale, siate generoso, vi prego..Iddio saprà come ricompensarvi!

MICHELE: io non mi aspetto mai niente da nessuno se non da me stesso. Segretario, accompagna fuori Sartina e comincia a far entrare gli altri mentre vado un attimo in bagno (esce)

SEGRETARIO: mi dispiace, farei il possibile per convincerlo ma….non ascolta nessuno! (Sartina  esce piangendo) Padre accomodatevi

GENNARINO: (entra con Pasquale) che cosa è successo?

SEGRETARIO:  non avete sentito?

PASQUALE: abbiamo sentito! Pare che il vostro direttore al posto del cuore ha una lastra di acciaio, eppure è ricco

SEGRETARIO: La sua ricchezza non gli serve. Non fa del bene a nessuno. Non rende comoda la vita neanche alla sua famiglia e a se stesso.

GENNARINO: ma è sempre stato così avaro e miscredente?

SEGRETARIO: non credo, mi dicono che da piccolo era un bambino dolce e bravissimo

PASQUALE:  ah! e poi crescendo è cambiato?

SEGRETARIO: è cambiato dopo la disgrazia a suo padre, allora il signor Michele aveva appena dodici anni

PASQUALE: cosa successe?

GENNARINO: suo padre, che faceva il suo stesso lavoro, ebbe una disgrazia proprio alla vigilia di Natale: fu investito da un’auto e morì sul colpo. E da allora Il signor Portella ha smesso di credere e festeggiare il Natale. Mi raccomando, reverendi padri, considerate ciò che vi ho detto come mi fossi confessato. Lui non vuole che si dica

PASQUALE: state tranquillo (entra Michele)

GENNARINO:(entrando) buongiorno e la pace sia con te  fratello

MICHELE: (sta un momento ad osservarli) buongiorno, cosa posso fare per voi?

GENNARINO: tanto Signor Portella, e noi tanto per voi

MICHELE: tanto.. per me? Dite allora

GENNARINO: signor Portella, noi siamo qui per  chiedervi generosità

MICHELE: generosità?

PASQUALE: si, generosità! Vedete, in  questi giorni che precedono il Natale, le opere di bene sono le più gradite al Signore ed è più auspicabile che chi possiede molto doni qualcosa a chi non possiede niente

GENNARINO: e  noi siamo qui per questo. Per regalare un sorriso anche ai poveri e ai bambini che non hanno niente

MICHELE: eh già! Il Natale… Uhmm, per queste..necessità  non esistono già le istituzioni che ci tassano in modo vergognoso? e le varie associazioni che per tutto l’anno non fanno che spillare soldi a noi poveri contribuenti, cosa ci stanno a fare?

PASQUALE: purtroppo i poveri sono tanti e le istituzioni e associazioni non riescono a far fronte a tutti e offrono ben poco a questi poveretti

MICHELE: e io che ci posso fare?

GENNARINO: tanto! Potete fare qualche elargizione per i poveri e i derelitti che  soffrono molto in questi momenti, chi è ricco festeggia e loro non hanno niente da mangiare

PASQUALE: abbiamo scelto questo momento per chiedervi qualcosa in loro favore perché, fra tutti gli altri, è quello in cui il bisogno si fa sentire maggiormente.

GENNARINO:(prende un notes) allora che dite? Quale cifra intende sottoscrivere?

MICHELE: nessuna cifra!

GENNARINO: preferite restare anonimo?

MICHELE: preferisco essere lasciato in pace!

PASQUALE:  fra due giorni è Natale, quando insieme alla vostra famiglia lo festeggerete non avrete un pensiero per la povera gente che soffre?

MICHELE: io non festeggio il Natale e non posso permettermi di farlo festeggiare a chi non ha voglia di lavorare

GENNARINO: ma senza il necessario molti  anziani potrebbero morire

MICHELE: e che si sbrighino allora! Almeno contribuiranno a far abbassare l’eccesso di popolazione!

PASQUALE: se avete un cuore umano e non di pietra, astenetevi dal parlare così finché non avrete scoperto quali siano le cose superflue, e dove siano. Volete forse decidere voi quali uomini devono morire e quali no? Può darsi che, agli occhi di Dio, voi  siete meno degno di  stare al mondo di altri milioni di esseri umani

MICHELE: La morte, quando arriva, sceglie senza farsi problemi

GENNARINO: La morte è una prerogativa del Signore!

PASQUALE: e così è la vita!

MICHELE: la vita? Per ciò che mi riguarda penso a vivere quanto più posso, e bene! Quando arriverà la morte, tutto sarà finito e a quel punto non avrò più interessi da salvaguardare

GENNARINO:  e l’anima?

PASQUALE: non pensate alla vostra anima?

MICHELE:  l’anima?  che cos’è l’anima? Esiste il cervello: quando esso muore …non  esiste più niente

PASQUALE: l’anima è il soffio di Dio! Il soffio che Il signore  dona a tutti  all’atto della  nascita e che abbandona il corpo con l’ultimo respiro per tornare a vivere con Lui nell’eternità!

MICHELE: eternità? Balle! voi quindi siete convinti che, dopo morti, vivrete nell’eternità?

PASQUALE: certo, io ho quasi novant’anni  e… (inginocchiandosi) Signore non vedo l’ora di arrivare da te

GENNARINO: (inginocchiandosi anche lui) Signore pure io non vedo l’ora di venire da te ma, considerato che insieme dobbiamo vivere per l’eternità, fammi restare un altro poco qua!

MICHELE: (a Gennarino) oh! quindi  a voi  piace più vivere che morire?

GENNARINO: vivere il tempo che mi resta per cercare di redimere quelli come voi e riportarli sulla via della resurrezione

MICHELE:  ah ah, resurrezione! Credete voi che, dopo morti, si ritorni a vivere sulla terra?

PASQUALE:  la resurrezione è dell’anima, non del corpo

MICHELE: balle..solo balle e ...ora andate,  non ho niente da dare a nessuno io

GENNARINO: noi invece, nonostante tutto, vi auguriamo Buon Natale

MICHELE: sciocchezze... andate, andate. Segretà, accompagnali fuori, io ho da andare a fare un servizio (esce)

PASQUALE: (a Gennarino) hai sentito? Questo non solo è un miscredente ma è un avaraccio senza cuore e un irrecuperabile peccatore

GENNARINO: hai ragione, è un caso veramente difficile

SEGRETARIO: reverendi padri, sono mortificato e vorrei tanto aiutarvi e darvi io qualcosa per i poveri ma..il mio stipendio non me lo permette, riesco appena a far mangiare la mia famiglia.

PASQUALE: vi ringrazio, basta il pensiero

SEGRETARIO: (mettendo mano alla tasca  e tirando fuori una banconota) aspettate, eccovi questa, l’avevo messa da parte per il regalo di Natale a mio figlio: desiderava tanto un telefonino  ma..comprenderà! tenete, tenete

PASQUALE: è proprio vero: La generosità è dei poveri

GENNARINO: eh si, non è ricco colui che ha molto ma colui che, nulla avendo, è capace di dare se stesso

PASQUALE: eh già, Il povero non può e il ricco non  vuole… siete un generoso e per questo il Signore ne terrà conto, tenete la vostra banconota: vi servirà. Andiamo Pasquale, ora sappiamo cosa fare, arrivederci e…buon Natale (escono)

SEGRETARIO: arrivederci e….buon Natale anche a voi (rientra Michele)

MICHELE: sono andati via? Meno male, odio quando mi chiedono soldi! (bussano alla porta) vedi chi altro è, se sono mendicanti mandali via! (il segretario esce e poi rientra) beh  che c’è?

SEGRETARIO: desideravo chiedervi se nel giorno di Natale posso essere libero, se ..non vi è di troppo disturbo signor Portella

MICHELE: certo che mi è di disturbo, se ti trattenessi venti euro cosa diresti?

SEGRETARIO: beh, ma capita solo una volta all’anno

MICHELE: bella scusa  per vuotare le tasche al proprio datore di lavoro ogni 25 dicembre! Comunque, considerata la tua onestà….ti concedo il giorno libero e ti trattengo solo metà giornata!

SEGRETARIO: grazie signore (bussano alla porta, ed entra Gemma)

GEMMA: Papà buongiorno, posso parlarvi un momento?

MICHELE: se devi chiedermi soldi puoi pure farne a meno, segretà vai (esce il segretario facendo un inchino)

GEMMA: non temete, so benissimo che soldi non ne cacciate

MICHELE: beh allora che vuoi?

GEMMA: ecco io…io  ecco, stamattina ho parlato con Giacomo e..

MICHELE: quel buono a nulla del tuo fidanzato?

GEMMA: Papà vi prego non dite così. Giacomo è un bravo giovane che finalmente ha trovato il posto di lavoro che cercava

MICHELE: certo, al manicomio!

GEMMA: Non dite sciocchezze! È stato assunto come ragioniere in una grande azienda e…. stamattina..

MICHELE: stamattina?

GEMMA: stamattina mi ha chiesto di sposarlo e io ho accettato.

MICHELE: cosa? Sei forse diventata pazza?

GEMMA:assolutamente no! Sono già tre anni che sono fidanzata e ora che Giacomo ha un lavoro, perché aspettare

MICHELE: e perché non aspettare?

GEMMA: perché oggi siamo ancora giovani e  possiamo ancora godere di quello che la vita ci offre,  il tempo passa inesorabile e nell’aspettare ci ritroveremmo vecchi senza accorgercene

MICHELE: hai pensato a quanti soldi occorrono per un matrimonio? Ti pare che io voglia buttare soldi per poi vederti nell’infelicità

GEMMA: ma io e Giacomo ci amiamo, e solo per questo siamo già felici!

MICHELE: oggi siete felici, non domani! (entra Laura e Giovanni) ah siete tornati, venite, venite, sentite la novità: la qui presente figlia, vuole sposarsi!

LAURA:  e che c’è di strano? È una donna da marito! Ha un fidanzato  che le vuole bene  e che ha un lavoro,  quindi..

MICHELE: e quindi non sono d’accordo!

LAURA: tu non sei d’accordo su niente quando si tratta di cacciare soldi!

GEMMA: sapete cosa vi dico? Uscirò da questa casa per sempre e non ci ritornerò più! Vado dalla famiglia di Giacomo, mi accoglierà bene, ci sposeremo e vivremo senza il vostro intoccabile e sporco denaro

MICHELE: sposalo e ma da me non avrai  un centesimo,sei una figlia snaturata!

 GEMMA: e voi  di questo passo sarete solo un vecchio solo e pieno di risentimenti! (esce)

GIOVANNI: papà,ti prego, non permettere che Laura ci lasci

MICHELE: non andrà lontano, ha fatto la sua sparata, si calmerà..come sempre!

LAURA: bene, considerato che con te non esiste dialogo, non esiste Il Natale, non esiste la famiglia, noi stasera andiamo da mia madre e passeremo queste feste in un’atmosfera diversa da quella che esiste in questa casa! Andiamo Giovanni, partiamo oggi stesso. Buone cose Michè, e spero che il Signore in questi santi giorni ti faccia rinsavire, andiamo

GIOVANNI: (andando verso il padre con voce rotta dal pianto) Papà ti prego, papà, sii buono, accontenta mamma e Gemma, io vorrei tanto che stessimo sempre insieme, che fossimo tutti felici e…che pensassi di più a noi e non tanto al tuo danaro

MICHELE: quando diventerai più grande  conoscerai il suo valore  e capirai, vai con tua madre, tanto… tornerete, neanche voi potete fare a meno dei miei soldi, andate, andate (Laura prende per la mano Giovanni ed escono) andate, andate, meglio stare solo che sentire i vostri piagnistei (si siede alla scrivania a scrivere e bussano alla porta ed entra il segretario) signor Portella ci sono due persone che desiderano parlare con voi

MICHELE: se sono mendicanti  mandali via

SEGRETARIO: sono due  funzionari della banca di Zurigo:  della vostra banca!

MICHELE: e che aspetti allora? falli entrare (il segretario esce e rientra con i due funzionari che altri non sono che Pasquale e Gennarino travestiti) prego, prego accomodatevi

PASQUALE: Signor Portella Buongiorno, (tende la mano ed esibisce una tessera) come sta? Queste sono le nostre  credenziali

GENNARINO: ( fa la stessa cosa)

MICHELE: (Michele legge le credenziali )bene bene, e come mai ho l’onore di questa vostra visita?

PASQUALE: Lei è uno dei nostri clienti più affidabili

GENNARINO: e..con un alto spiccato senso degli affari

MICHELE: beh…gli affari so come trattarli, siete qui per propormene uno buono?

PASQUALE: certo, il nostro Direttore, conoscendo il suo attaccamento alla buona moneta, ci ha mandati qui per proporle un affare colossale, ma….tutto deve essere fatto in segretezza e senza dare nell’occhio

GENNARO: e soprattutto con discrezione

MICHELE: bene, ditemi tutto

GENNARINO: a condizione che in questo affare noi e il direttore ne traiamo profitto, altrimenti niente da fare

MICHELE:se l’affare è buono, ci sto!

PASQUALE: bene

GENNARINO: veniamo al dunque

PASQUALE: la nostra banca,ha deciso di allargare il capitale di diversi miliardi e allora, in grande segretezza, sta per comprare le azioni della banca  tedesca Bayerlissen

MICHELE:   e allora?

GENNARINO: questo vuol dire che nel momento in cui compra le azioni della Bayerlissen, queste si moltiplicheranno

PASQUALE: e se lei le compra al momento giusto…

GENNARINO: quel momento che solo noi sappiamo…

PASQUALE:diventa miliardario senza spendere un quattrino

MICHELE: caspita! e…quando avverrà questa decisione?

GENNARINO: Signor Portella, parliamoci chiaro, l’affare lo dobbiamo fare insieme, altrimenti, nulla da fare

MICHELE: vi ho detto che sono d’accordo

PASQUALE: bene, fidarsi è bene ma..gli affari sono affari, quindi

GENNARINO: ci firma questa carta che la impegna  ad affidarci la totale gestione del suo conto in tema di investimenti ed a versarci metà dei profitti in seguito, ad affare concluso

MICHELE: certo gli affari sono affari, ma….il mio capitale verrà da voi gestito... se mi date garanzia scritta altrimenti..aspettate un momento (esce e va dal segretario)

GENNARINO:o piscetiello sta abboccando

PASQUALE: così pare

MICHELE: ecco qua il mio documento, che voi mi firmerete, e la metà dei profitti che ne avrò lo verserò  a ..cose fatte

PASQUALE: certo, a cosa fatta!

MICHELE: bene, datemi questo documento e ditemi cosa fare

GENNARINO: deve solo firmare, al resto, provvederemo noi

MICHELE: bene, (prende il documento e firma)

GENNARINO: bene, ora noi andiamo e….auguri! ha fatto un affare che le farà cambiare la posizione da così a (girando il palmo della mano) a così!

PASQUALE: da ‘ncoppe a sotte!

MICHELE: non ho capito

PASQUALE:niente, ho detto diamoci sotto allora!

MICHELE: bene

PASQUALE: allora arrivederci

GENNARINO : arrivederci!

MICHELE: arrivederci a presto! ( escono) caspita che affare! Diventerò miliardario!

SEGRETARIO:  signor Portella è arrivato  il signor Imparato

MICHELE: oggi è il mio giorno fortunato, fallo entrare

IMPARATO: signor Portella buongiorno, sono qui per l’estinzione di quel debituccio

MICHELE. Ah bene bene

IMPARATO: (mette le mani in tasca e caccia una carta) ecco qua

MICHELE: una cambiale! E cos’è..

IMPARATO: è una cambiale con la somma che  devo darvi

MICHELE: io non accetto cambiali, e specialmente da lei che è pieno di debiti

IMPARATO: ma signor Portella, che dite… una cambiale è pur sempre denaro!

MICHELE: per chi la può pagare e per chi è sicuro di poterla incassare, ma lei non dà queste garanzie, pertanto, mi dispiace ma sono costretto a pignorarle tutto

IMPARATO: signor Portella voi conoscete la mia disgrazia: mia moglie è ancora in ospedale a lottare per la vita, i miei figlioli hanno bisogno di andare a scuola e di mangiare  come tutti gli altri bambini, è solo per questo che vi ho chiesto un prestito che al momento non posso onorare

MICHELE: poteva pensarci prima

IMPARATO: e come si fa a prevedere ciò che ci succederà. Il futuro non è prevedibile, io non potevo sapere in anticipo della disgrazia di mia moglie e dei tanti soldi che ci sono voluti per curarla, vi prego, concedetemi una proroga, come faranno i miei bambini, senza una casa, senza mangiare, senza poter andare a scuola

MICHELE: andrete a mendicare!

IMPARATO: signor Portella, è Natale siate buono, vi prego, abbiate pietà!

MICHELE: e di me chi ha mai avuto pietà! Si arrangi, ora vada via non ho più tempo per ascoltarla, vada!

IMPARATO: siete un uomo senza cuore! Prego il signore che vi faccia rinsavire e che vi perdoni per il male che state facendo (esce)

MICHELE: pietà! e quando è successo la disgrazia di mio padre, chi ha avuto pietà di me e della mia famiglia! Ho dovuto lottare fin da piccolo per arrivare a questa posizione e ora…. ora sono io a godere, io a comandare! Io a decidere! (apre la porta) segretario! (entra il segretario)

SEGRETARIO: (entrando) dite signor Portella

MICHELE: dai disposizione per il pignoramento della casa di Imparato e poi puoi andare

SEGRETARIO: ma signor Portella… mancano due giorni a Natale e..

MICHELE: nessun ma  e… domattina sii puntuale

SEGRETARIO: va bene (un inchino e va via)

MICHELE:  (va verso la comune, dà uno sguardo  e chiama ad alta voce) Laura, Laura. Gemma, Giovanni, Laura! Già! Sono andati via…. e via! Via andate dove volete, qui tornerete, non ho bisogno di voi, siete voi che avete bisogno di me, dei miei soldi… ahhahahaha, non ho bisogno di nessuno io, di nessuno! (si butta su una sedia e si abbandona al sonno, poco dopo si sente una musica in sottofondo mentre una voce misteriosa lo tiene in agitazione)

VOCE: Michele, Michele ravvediti

MICHELE: (agitandosi nel sonno) chi è, cosa vuoi

VOCE :sono qui per farti ravvedere

MICHELE: via, vai via, cosa vuoi, perché mi perseguiti

VOCE: non mi riconosci?

MICHELE: padre, sei tu?

VOCE: si sono io, sono l’anima dannata di questo Natale, sono venuto per te, mi è stato concesso solo poco tempo e sono qui per metterti in guardia!

MICHELE: sei qui  per mettermi in guardia? Non sei contento di come ho portato avanti i tuoi affari ?

 VOCE: Affari! L’umanità avrebbe dovuto essere il mio affare! Il suo benessere avrebbe dovuto essere il mio affare: carità, misericordia, pazienza, benevolenza. Tutto il resto non era che una goccia d’acqua nell’immenso oceano dei miei affari

MICHELE: sei venuto per dirmi questo?

VOCE: Ascolta, il mio tempo sta per scadere, la mia vita su questa terra è molto breve e termina questa notte ma ascoltami, sono qui per ammonirti, per dirti che ti resta ancora una possibilità e una speranza di sfuggire al mio stesso  destino.

MICHELE: il tuo destino ha segnato il mio  e se questo è  già scritto, perché temerlo?

VOCE:  Ascolta, ascolta per una volta il tuo cuore, ravvediti e potrai salvarti dalla dannazione eterna, non hai idea di quale calvario ti aspetta, ravvediti, ravvediti!

MICHELE: (si sveglia all’improvviso , si alza e si guarda attorno ) un sogno, solo un maledetto sogno (si siede di nuovo e prende sonno)

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

La stessa scena del primo atto, Michele è ancora sulla poltrona e russa mentre il segretario entra e comincia a sistemare le carte sulla scrivania, dove depone il giornale del mattino

SEGRETARIO: (avvicinandosi) signor Portella, ….. signor Portella, svegliatevi, sono le nove

MICHELE: (stiracchiandosi) le nove? E perché non mi hai svegliato prima?

SEGRETARIO: ci ho provato  mezz’ora fa ma appena vi ho chiamato avete dato un grido e sono scappato

MICHELE: ah  si, bene, ora vai, comincia a lavorare e datti da fare con le pratiche di Imparato e Sartina. Per mezzogiorno voglio acquisire le loro proprietà

SEGRETARIO:  vado e farò il possibile (un inchino ed esce)

MICHELE: (si alza e va verso la porta di destra, apre e chiama) c’è qualcuno? Siete in casa? (nessuna risposta) ho capito, non sono tornati,  eh ma questa storia non durerà a lungo, anche questo Natale passerà e tutto tornerà alla normalità.

SEGRETARIO: (entrando) Signor Portella, di la c’è vostro nipote e….

MICHELE: ed è venuto puntuale come tutti gli anni! E va bene fallo entrare (il segretario esce ed entra Vincenzo)

VINCENZO: Caro zietto come state, è da un bel po’ che non ci vediamo

MICHELE: per forza, tu vieni solo se ti serve qualcosa

VINCENZO: e voi puntualmente non mi date niente

MICHELE: e allora perché continui a venire?

VINCENZO: ma come, Voi siete il solo e unico parente che ho, sono o non sono il figlio della vostra povera sorella?!

MICHELE: no! Tu sei figlio a tuo padre, tale e quale a tuo padre! Sfaticato, lazzarone, giocatore, donnaiolo  e imbroglione!

MICHELE: ma caro zio

MICHELE: e non mi chiamare zio! Io mi vergogno di avere un nipote come te! Se tu fossi stato un ragazzo assennato, avresti trovato una sicura sistemazione! Avrei  potuto darti il posto del mio segretario e invece, guardatelo qui, guardatelo, vestito come un pagliaccio e senz’arte né parte!

VINCENZO:  e che devo fare! Io sono sfortunato, sono nato sfortunato, mammà mi lasciò quando non avevo che sette anni e mio padre a ventitré. Ho cercato di lavorare  e ….

MICHELE: e non ci sei mai riuscito!

VINCENZO: non è vero, ho tentato, mi sono sforzato …..  ma mi è andata sempre male e così..

MICHELE:  e così hai quasi dilapidato i tuoi averi e quando ti trovi in difficoltà, vieni da me!

VINCENZO: e da chi devo andare! Siete o non siete mio zio? a chi mi devo rivolgere se non al sangue del mio sangue!

MICHELE: Tu il sangue me lo succhieresti in un niente se ti dessi retta! Ora dimmi che vuoi  e poi vai via che ho da fare

VINCENZO: ma come che voglio, oggi è la vigilia di Natale, sono venuto a trovarvi per darvi gli auguri

MICHELE: seh! sei venuto a trovare a me! Sei venuto a trovare i miei soldi!

VINCENZO:  sono venuto per cenare con voi, con la zia e i cuginetti e …

MICHELE: e allora te ne puoi andare, qui non c’è nessuno e non si cena!

VINCENZO: ma … dite il vero?  è successo qualche cosa, posso esservi di aiuto, posso farvi compagnia

MICHELE: puoi fare solo una cosa, andartene!

VINCENZO: non capisco ma..  va bene ma almeno …. fatemi un piccolo prestito, pochi euro, domani è Natale e ….

MICHELE: (si alza di scatto) e te li vuoi andare a giocare, i miei soldi! Vai, vai  via!

VINCENZO:  vado, vado  e … anche  se  mi cacciate il malo modo, vi auguro comunque un buon Natale, buon Natale zio..buon Natale  (esce)

MICHELE:  vai al diavolo tu e il Natale (si affaccia alla finestra) sta cominciando a nevicare, meglio, così si chiuderanno nelle loro case e la smetteranno di andare su e giù per la strada, ( sente un vociare di gente sempre più forte) segretario, (entra Il segretario) scendi e vai a vedere cosa succede sotto il mio palazzo

 SEGRETARIO: subito signor Portella (esce)

MICHELE: saranno quei  soliti piccoli teppisti

SEGRETARIO: signor Portella giù si è formata una piccola folla, pare che Imparato e Sartina si siano legati all’ingresso del vostro cancello  e a tutta la gente spiegano il perché del loro gesto! La gente è furiosa, vuole salire da Voi, state attento Signor Portella, non si sa mai cosa può succedere in questi casi.

MICHELE: (si avvicina al telefono) lo so io cosa succede in questi casi, chiamo la Polizia, i Carabinieri, quella gente non ha diritto di impicciarsi dei miei affari, e in quanto a Sartina e Imparato pagheranno anche questo! Li farò imprigionare io, e non vicino al mio cancello ma in galera, in galera (Fa il numero e chiama la polizia) pronto polizia? Sono Michele Portella, davanti casa mia c’è gente che tenta di forzare la mia porta accorrete, si, si in via Manzoni, venite subito, ( chiude il telefono mentre suonano alla porta)

SEGRETARIO: vado a vedere chi è

MICHELE: non aprire se non conosci

SEGRETARIO: (rientrando) è vostro nipote

VINCENZO: ma cosa succede, non sono riuscito ad uscire, il portone è bloccato da una folla scalmanata ma cosa vuole?

MICHELE: quello che vuoi tu: soldi, i miei soldi! (si sente la sirena della polizia) ah ecco la polizia così  finiranno questi schiamazzi!

SEGRETARIO: (si affaccia alla finestra) si, è la polizia e li sta disperdendo

MICHELE: era ora!

VINCENZO: e quei due che stanno incatenati al tuo cancello, chi sono?

MICHELE: sono due pazzi sconsiderati, che prima hanno voluto i miei soldi e adesso non vogliono  restituirmeli

VINCENZO: forse non possono restituirveli!

MICHELE: e che importa, mi sono preso le loro proprietà

VINCENZO: e li avete messi sul lastrico, e alla vigilia di Natale?

MICHELE: potevano pensarci prima, i debiti vanno onorati!

VINCENZO: già i debiti, non lo strozzinaggio!

MICHELE: come ti permetti, come osi parlare di strozzinaggio, ho solo preteso ciò che era giusto

VINCENZO:  si, il giusto, misurato con il vostro metro di avidità (suonano alla porta)

MICHELE: e adesso chi è ( il segretario va a vedere)

SEGRETARIO:   sono due donne

MICHELE: va bene fai entrare

PASQUALE E GENNARINO: (travestite da donne e si presentano) salve, sono Pasqualina Giuliva, giornalista del mattino

GENNARINO: io invece sono Genny

MICHELE: e cosa volete da me?

PASQUALINA:una piccola intervista

GENNY: qualche chiarimento sulla storia dei due incatenati al suo cancello

MICHELE: non ho niente da dire

GENNY: se lei non vuole rilasciarci nessuna intervista …. scriveremo ciò che abbiamo visto e sentito

PASQUALINA: come giornaliste abbiamo il dovere di sentire sempre..l’altra campana

VINCENZO: (alle giornaliste) ma certo, vedete, mio Zio è ancora molto scosso e non ha compreso il vostro intervento (allo Zio) Non è vero Zio Michele? (avvicinandosi allo zio e traendolo in disparte) se le mandate via e non spiegate le vostre ragioni, queste sono capaci di massacrarvi

MICHELE:scusatemi, sono ancora molto nervoso, sedete pure (si accomodano)

VINCENZO: (avvicinandosi a Genny) siete una giornalista molto graziosa…(Genny fa la smorfiosa) avete da fare dopo l’intervista? (comincia a fare il cascamorto)

MICHELE: Vincenzo! Per piacere!

GENNY: oh no! Sono libera!

VINCENZO:  allora che ne dici di un drink insieme?

PASQUALINA: Genny, hai dimenticato che dopo dobbiamo passare per il  giornale (Genny fa spallucce) bene e veniamo a noi

MICHELE: vi ascolto (Vincenzo continua a fare il cascamorto con Genny che si diverte a ricambiarlo)

PASQUALINA: signor Portella per quale motivo due persone si sono incatenate al suo Cancello? E’ forse una sorta di protesta che hanno voluto fare nei suoi confronti? So che ha  una specie di banca privata e che presta soldi ad interessi sostanziosi, è forse questo il motivo?

MICHELE: vedete, quei due signori, hanno avuto da me molti soldi ed io come garanzia, ho accettato in cambio le loro proprietà, orbene, essi sapevano bene a cosa andassero incontro. Il tempo è passato, la garanzia è scaduta e..gli affari sono affari.

GENNY: (Sorride  in modo civettuolo a Vincenzo)ci risulta che sono venuti alla scadenza per chiederle una proroga

MICHELE: care signore, so per certo che non avrebbero mai onorato il loro debito e allora perché aspettare? Avrebbero continuato ad indebitarsi e avrei rischiato di non entrare più  in possesso di quanto mi era dovuto!

PASQUALINA: poteva aspettare almeno dopo Natale! Hanno famiglia … figli

MICHELE: dopo Natale? E perché? Potevano forse permettersi di festeggiarlo in tali condizioni?

GENNY: non ha figli Lei, signor Portella? non festeggia il Natale con la sua famiglia?

MICHELE: certo che li ho e allora?

VINCENZO: care giornaliste, qui cascate male, mio zio non conosce Il Natale, come potrebbe festeggiarlo? (continua con Genny)

PASQUALINA: e la sua famiglia, i suoi figli, neanche loro credono al Natale?

VINCENZO: loro si, loro ci credono ecco perché sono andati a passarlo altrove! Qui il Natale è un giorno come un altro!

MICHELE: perché non vedi di stare zitto tu!

VINCENZO: e voi perché vi rifiutate di parlarne? Io almeno ragiono!

MICHELE: tu ragioni?Hai  un cervello così piccolo che, quando due pensieri si incontrano, devono fare manovra.

GENNY: però è molto…carino!

PASQUALINA: Genny! comunque signor Portella, perché questa proroga non gliela concede? Gli dia almeno un altro mese di tempo e chissà che…

MICHELE:  chissà niente! Ve lo ripeto, non serve a niente

GENNY:  servirebbe alle loro famiglie, a far trascorrere questi giorni in modo sereno e poi, ci pensi bene, ne potrebbe ricavare una buona pubblicità per la sua attività.

MICHELE:care signore, siete venute per sapere come stavano le cose ed io ve l’ho detto, ora invece state cercando di persuadermi a farmi deviare dalle mie regole. Vi prego, non insistete.

PASQUALINA: abbiamo capito!

MICHELE: cosa?

GENNY: che lei è un uomo avido e senza cuore

PASQUALINA:  che non ha timor di Dio né crede in Lui! Scriveremo tutto e non credo che la gente verrà a fare più affari con lei!

VINCENZO: ma signore, vi posso assicurare che non è così cattivo, ogni tanto fa pure della carità al suo caro nipote sfortunato, senza madre né padre, è vero zio? Io  oggi sono venuto qui apposta per farmi fare un prestito e lui stava appunto regalandomi, invece, cento euro per questo Natale, vero zio? Fate vedere alle care giornaliste come siete generoso, altrimenti scrivono di voi cose non vere!

GENNY: è vero signor Portella?

MICHELE: (comincia a storcere il corpo) beh si, effettivamente

PASQUALINA: darebbe davvero cento euro a suo nipote per questo Natale?

VINCENZO: su caro zio fate vedere quanto siete generoso

MICHELE:  (estrae il portafoglio e tira su una banconota da cinquanta) ecco io stavo appunto donando a mio nipote queste….

VINCENZO: cento zio, avevate detto cento

MICHELE: (Con evidente contrarietà tira l’altro cinquanta euro) si, si hai ragione ecco, tieni e fanne buon uso

VINCENZO; oh grazie Zio, grazie, (gli bacia le mani ) e cara Genny, vogliamo andare?

GENNY: si andiamo, andiamo, vieni Pasqualina

MICHELE: Vincenzo, fa’ che le signore si avviino, devo dirti qualcosa in ..privato..

VINCENZO: non sia mai che due signore vengano lasciate andare da sole..verrò, verrò…dopo..dopo ( escono)

MICHELE: canaglia! Ma gliela farò pagare! e come se gliela farò pagare! (entrano Giovanni e Laura)ah siete tornati!

LAURA: già … siamo tornati

MICHELE: non avevo dubbi, e com’è, la tua cara mammà ti ha cacciato?

LAURA: mia madre è più saggia di me e tu sei  il solito idiota

MICHELE: più saggia? Certo Lei si che ha capito tutto! Sa benissimo che sono capace di lasciarti da Lei e poverina, capirai, ha fatto tanto per mollarti!

GIOVANNI: mamma io vado nella mia camera, non mi piace sentire quando bisticciate

LAURA: Vai pure Giovanni che ti raggiungo fra poco (Giovanni esce) In quanto a te, sappi che  non sono venuta per me! Al contrario di te, io credo ancora nella famiglia, credo ancora nei valori del matrimonio, ho a cuore la felicità e l’avvenire dei miei figli!

MICHELE: l’avvenire dei tuoi figli dipende dal mio lavoro, tutti dipendete dal mio lavoro, dai miei soldi!

LAURA: ti sbagli, ai tuoi figli puoi dare tutti i soldi di questo mondo e  questo sicuramente lo avranno a morte tua ma …. non potrai mai dare ciò che viene dal cuore perché tu cuore non ne hai!

MICHELE: e sarebbe?

LAURA:L’affetto, la gioia, la serenità di vivere in armonia, la felicità di un sorriso, di uno sguardo benevolo, di una carezza della sera, di un bacio paterno. No! Queste cose tu non gliele hai mai date, hai dato loro solo la vita, una vita senza amore, amorfa, grigia, senza soddisfazioni, senza parole!

MICHELE: queste sono cose da donna! Io ho altro a cui pensare!

LAURA: certo, ai tuoi soldi! E affogaci nei tuoi soldi! Sai dov’è adesso Gemma?

MICHELE: non m’importa, può fare ciò che vuole!

LAURA: ciò che vuole? Ebbene lo farà! Si sposerà senza di te, senza i tuoi soldi, diventerà mamma e i suoi figli non ti vorranno mai come nonno!

MICHELE: ah ahha ahha, si sposerà! Senza  una dote ahhah senza una  camicia ahhah e tu pensi che i familiari di Giacomo sono così stupidi da prendersela in casa senza una lira? ahha hhha

LAURA: tua figlia e Giacomo hanno già fissato il loro matrimonio per il sette Gennaio!

MICHELE! :cosa? Stai bluffando vero?

LAURA: no affatto! Avresti potuto farla contenta, avresti potuto godere della sua felicità. Se non c’è da stare contenti  pensa come mi sento io dopo ventitré anni che sono maritata con te! (accomodante) Il matrimonio  è una festa, e quello  di tua figlia, è una festa che tu dovresti sentirti nel cuore.

MICHELE: io sento solo delusione! Avevo detto che doveva aspettare!

LAURA: aspettare cosa? Tu non avresti mai dato il consenso alle nozze!

MICHELE: lo avrei dato a tempo debito e con un marito diverso e più meritevole!

LAURA: tua figlia ama quel giovane! Lo capisci questo almeno!

MICHELE: amore! L’amore passa e i problemi restano!

LAURA: si hai ragione, l’amore passa! Io vado da Giovanni! Anche se ci tratti così, questa notte che nasce nostro Signore la passeremo qui! Perché questa è la nostra casa! Questa la mia famiglia! (esce)

MICHELE: fa come vuoi!  (entra il segretario)

SEGRETARIO: signor Portella, è mezzogiorno e se permettete, vado via.

MICHELE: già è mezzogiorno!hai preparato i documenti di Sartina e Imparato?

SEGRETARIO: si sono sul tavolo, manca solo la vostra firma… ah qui c’è il giornale di oggi (glielo porge ) allora, posso andare?

MICHELE: va bene, contento tu, vai, vai e  martedì sii puntuale! (apre il giornale) ma ma…oh non è vero…non è vero! (si mette la mano al cuore e cade e si accascia sulla sedia)

SEGRETARIO: Signor Portella, (accorre e cerca di rianimarlo, poi grida )aiuto aiuto accorrete Il signor Portella si sente male (accorrono Laura e Giovanni)

LAURA: Michele, mio Dio!

GIOVANNI: Papà.Papà!

SEGRETARIO: datemi una mano, mettiamolo sdraiato sul divano, forse è uno svenimento, Giovanni, tu prendi un po’ di acqua (lo adagiano sul divano)

LAURA: Michele, Michele, (gli butta un po’ d’acqua in faccia ) su, su riprenditi, siamo qui, su

GIOVANNI: papà, su, svegliati, ti voglio bene papà, svegliati! (Michele comincia a riprendersi)

LAURA: su, coraggio, bevi, cosa è successo, ti sei sentito male? si lo so, sono stata un po’ dura con te ma adesso su riprenditi, non ti dirò più niente

MICHELE: sono … sono rovinato … non … non ho più niente!

LAURA: ma cosa stai dicendo, come è possibile?

MICHELE: il giornale, la banca … la banca che aveva investito tutti i mie averi è fallita! Non abbiamo più un soldo!

LAURA: oh Mio Dio! No! No! E adesso come si fa? È stato il Signore, il Signore ci ha puniti, è colpa nostra!

MICHELE: no, no! La colpa è mia, mia che mi sono fidato di due consulenti bancari, la colpa è mia! Solo mia! Non ho più niente, ci resta solo la casa e nulla più!

LAURA:  e adesso come faremo! non abbiamo  più niente, neanche cosa mangiare, quei cento euro che mi hai dato per la spesa li ho dati a Gemma!

SEGRETARIO: non vi preoccupate, stasera vi porto io qualcosa,  anche per domani che è Natale!

LAURA: grazie , grazie! Il signore ve ne renda merito

GIOVANNI: papà, non importa, stasera stiamo insieme e questo conta!

SEGRETARIO: ora vado, ci vediamo fra poco!

MICHELE: no! No! (ricade sulla sedia come frastornato!)

LAURA : andate, io ora chiamo Gemma, è meglio che  ci veda  tutti vicini ! ( esce)

GIOVANNI: io sto qui, gli faccio compagnia! (gli  si siede  vicino ) papà, non importa se questo Natale siamo diventati poveri, io ti voglio bene lo stesso, anche mamma e Gemma ti vogliono bene. Vedrai, ti aiuteremo, lavoreremo tutti insieme e forse il Signore ci aiuterà se insieme a noi ritroverai la fede e la felicità perduta!

MICHELE:  (farfugliando) i soldi … i miei soldi! (ricade in uno stato di semincoscienza)

LAURA: venite, venite, vostro padre sta male (entrano Gemma e Giacomo)

GEMMA: papà, papà, per l’amor del cielo, svegliatevi, vedete, c’è anche Giacomo, papà vi voglio bene, anche Giacomo ve ne vuole, papà

GIACOMO: signor Michele…papà sono qui anche io, anche io vi voglio bene, mamma ci ha detto, non preoccupatevi, vi aiuteremo, non vi lasceremo solo! (bussano alla porta, Laura va ad aprire ed entra il segretario con due grandi buste)

SEGRETARIO: ecco qui, mia moglie vi manda qualcosa per stasera e per domani e dopo Iddio ci pensa (depone le buste sulla tavola e si siede) come sta?

LAURA:  pare che dorme e veglia…è come se fosse in bambola!

GIACOMO: passerà,  è stata un’emozione  negativa fortissima! (bussano alla porta, Laura va ad aprire ed entrano Sartina e Imparato)

SARTINA: signora Laura abbiamo saputo che Il signor Portella si è sentito male, vedete, noi non volevamo fare quella dimostrazione e…

IMPARATO: e ci dispiace che quella nostra azione  gli abbia causato tanto male!

LAURA: non preoccupatevi, non siete stati voi, mio marito ha subito un tracollo finanziario e non abbiamo più un soldo

SARTINA: ci dispiace lo stesso e se possiamo esservi di aiuto..

IMPARATO: anche noi … abbiamo subito la sua stessa sorte e sappiamo cosa vuol dire  e poi.. è Natale! (bussano e Laura va ad aprire ed entra Vincenzo)

VINCENZO: zia appena ho saputo, sono corso, come sta? Mi sento male pure io! Se solo avessi saputo, non avrei mai accettato i suoi cento euro in prestito

LAURA: ma Vincenzo cosa dici

VINCENZO: zio, mi dispiace, ecco vedete sono venuto per riportavi i vostri soldi (tirando fuori il portafoglio) ecco qui, mi dispiace, ne ho appena spesi novanta e  mi sono riamasti solo dieci euro, prendeteli, non lo faccio più, basta che state bene

MICHELE: ( farfuglia qualcosa ) no  no…..siete qui tutti qui..per   me … oh …. perché …perchè (si abbatte di nuovo sulla sedia)

LAURA: vi ringrazio ma adesso lasciamolo solo, facciamolo riposare, su andate e grazie, grazie per la vostra generosità! (escono) Giacomo, Gemma, Giovanni, andiamo, quando si sarà riposato e ripreso ci chiamerà e noi gli staremo tutti vicini, ora però andiamo  (escono abbassando la luce)

MICHELE: ( ogni tanto sussulta e poi ricade in trance parlando a tratti ) i miei soldi..Imparato…Sartina… Gemma ..è tornata.. Giovanni…. Mi vogliono tutti bene…come è possibile? E poi è  Natale!  Il Segretario .. le buste della spesa piene… ed io che gli ho trattenuto mezza giornata ed è…Natale…Natale..(si riaccascia mentre uno alla volta entrano i due  Babbi Natale)  

GENNARINO: (vestito da  Babbo Natale avanza in punta di piedi) Viene Pasquà, vieni non c’è nessuno!

PASQUALE: io sono il Babbo Natale che non hai mai voluto conoscere

MICHELE: ( a Gennarino) e tu, tu chi sei,

GENNARINO: io sono il Babbo Natale di quest’anno

MICHELE: e che volete da me? Io sono ormai povero, non ho più niente!

PASQUALE: questo lo pensi tu! Non hai visto quanta gente è venuta a trovarti quando hanno saputo che stavi male?

MICHELE: si è vero, ma perché lo hanno fatto? Io a loro ho fatto solo del male!

GENNARINO: noi siamo venuti da te per vedere se nel tuo cuore c’è rimasto qualche piccolo posto per far rifiorire in te l’amore, la fede, la speranza!

MICHELE: vi prego aiutatemi, datemi una possibilità, l’avarizia, la durezza di cuore, la preoccupazione di arricchirsi mi hanno  portato ad essere un uomo senza fede e senza timor di Dio, queste persone mi hanno dato una lezione di vita che non dimenticherò per tutto il resto della mia vita.

PASQUALE: (porgendo una bottiglina) prendi, ti porto in dono La Fede, bevi, se vuoi essere aiutato

MICHELE: si, si ( la beve)

PASQUALE:  ed io ti porto in dono l’amore, l’amore per tuoi familiari, per il prossimo, per la vita, per tutti! (gli porge un’altra bottiglina)

MICHELE: si, si, ( beve) ecco, mi sento un altro, non sono più l’uomo che fui. Non sarò più l’uomo che sarei stato senza il vostro intervento. c’è più speranza per me?   Babbi Natale siate buoni,  intercedete per me, abbiate  pietà di me. Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di conservarmi in questo stato d’animo per tutto l’anno…per tutta la vita! Non ha importanza per me essere diventato povero, ora so di avere la vera ricchezza dentro di me! (Cade in ginocchio)

GENNARINO: ( A Pasquale ) ma cosa ci hai messo nella tua bottiglina?

PASQUALE: nu poco e limoncello e tu?

GENNARINO: nu poco e cognac. Ma se fosse mbriacate e nun ragiona più? ( si sente un fruscio dietro di loro, si voltano e rimangono sbalorditi ) Direttò voi state qui?

DIRETTORE: ( anche Lui vestito da Babbo Natale) shhhh, non è ubriaco, ha capito, (tocca Michele il quale alza la testa)

MICHELE: un altro, un altro Babbo Natale

GENNARINO: è il nostro Direttore

PASQUALE:il nostro capo, colui che decide!

DIRETTORE: alzati! Pure io voglio donarti qualcosa (prende una bottiglina)questa è la speranza, bevi

MICHELE:   si si ( beve)

DIRETTORE : bene ora hai tutto, la fede ritrovata, l’amore, la speranza, sappi trarne profitto

MICHELE: grazie, grazie stasera è come se fossi rinato, è come se fossi io quel bambino e voi i tre Magi! Non rinnegherò mai ciò che stasera mi avete donato!

DIRETTORE: ora sai cosa fare, ora vado via

GENNARINO E PASQUALE:  e noi, Direttò, noi ….che facciamo?

DIRETTORE: I Babbi Natale! (Pasquale e Gennarino si abbracciano ed escono con il Direttore)

MICHELE:  (si avvicina alla porta e chiama) Laura, Gemma, Giovanni, Giacomo e voi tutti venite, venite (accorrono tutti)

LAURA : che succede, Michè come ti senti?

MICHELE: bene, bene, sto bene, fatevi abbracciare tutti, buon Natale, buon Natale a tutti

VINCENZO: è ammattito lo zio

MICHELE: no, non sono ammattito, vieni qui fatti abbracciare e voi tutti, perdonatemi, perdonatemi tutti, sono stato cattivo, intollerante, vi ho trattati malissimo. Ma ora è diverso, ora ho capito

LAURA: cosa hai capito?

MICHELE: che non sono i soldi che fanno la felicità, non sono i soldi che ti danno rispetto, non sono i soldi che donano l’amore, io sono rimasto senza niente e voi… voi nonostante tutto il male che vi ho fatto, voi avete avuto amore per me! Io posso solo ricambiare con lo stesso amore e lo stesso rispetto che avete dato a me e alla mia famiglia

SEGRETARIO: signor Portella, scusatemi ma è importante, un tale mi ha dato questa busta mentre salivo da voi

MICHELE: (apre la busta) Mio Dio, grande e misericordioso!

LAURA: che altro c’è?

MICHELE: i miei documenti firmati, una lettera (apre) caro Signor Portella, per caso abbiamo ritrovato la busta con i documenti che lei aveva firmato ai due consulenti bancari  i quali  l’avevano persa durante il tragitto da casa sua alla banca e così non hanno potuto investire i suoi beni. Come vede bisogna avere fede perché  la speranza è l’ultima a morire! Ora però a lei  dimostrare amore, tanto amore! Addio..il Direttore!

LAURA: allora!?

MICHELE: siamo salvi, i nostri soldi sono salvi! Siamo ricchi e… (vedendo gli altri muti e dimessi) beh cosa vi prende? ho detto siamo salvi e quindi anche voi, voi Imparato, voi Sartina e tutti quelli a cui posso restituire il maltolto! (al segretario) Antonio, vieni qui, ti voglio dire una parola amico mio. Non sopporterò più a lungo questo stato di cose. E perciò, voglio aumentarti lo stipendio. (Antonio spalanca gli occhi e si siede) Lieto Natale, Antonio (battendogli una mano sulla spalla) ( a Vincenzo ) Lieto Natale, caro ragazzo, più lieto di quello che non ti ho mai  augurato da tanti anni. Ti assumerò e ti darò un bello stipendio

VINCENZO: grazie zio non ve ne pentirete!

MICHELE: (a Sartina e Imparato) In quanto a voi, restituisco tutto ciò che vi avevo preso e mi riprometto di aiutare le vostre numerose famiglie.

SARTINA: grazie, grazie, ci avete restituito la vita

IMPARATO: avete salvato la mia famiglia, la mia azienda e le famiglie  di tanti altri!

 MICHELE: e con te moglie mia (abbracciandola)  e  voi figli miei, (abbraccia anche Giacomo) discuteremo di questo Natale e di tante altre cose  con comodo davanti  ad una tazza di punch natalizio e fumante. Accendi il fuoco nel camino e metti la tavola a festa! Da oggi  andrò in chiesa e poi in giro per le strade augurando a tutti il buon Natale, ( si affaccia alla finestra gridando) Buon Natale, Buon Natale a tutti! (si gira) venite qui abbracciamoci tutti! Buon Natale Buon Natale! (si abbracciano tutti)

FINE