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IL PARADISO

IL PARADISO

di

HENNEQUINE, BILHAUD E BARRE'

Personaggi:

PONTBICHOT        

RAFFAELLO DELACROX

GRÈVILLON    

CELESTE  

CLARA

ELENA        

BARONE FLÈCHARD

CRICK

GIOVANNA                 

ROSALIA

GIUSTINA                 

 PRIMO FACCHINO

SECONDO FACCHINO

ATTO PRIMO

Salotto borghese una porta .sul fondo, aperta verso l'anticamera: due altre porte a destra; un'altra a sinistra. Un apparecchio telefonico alla parete di fondo; a destra, fra le due porte, un pianoforte.  sinistra un camino. Da ciascuna parte una tavola con sedie.

All'alzarsi del sipario Pontbichot. seduto a destra, legge un giornale; Celeste, seduta a sinistra, lavora attorno ad un arazzo.

PONTBICHOT (ridendo) ‑ Ah!... non c'è proprio che quell'animale, per saper  narrare e rendere pubblicabili cose che altrimenti non lo sarebbero ! ...

CELESTE ‑ Che ti piglia ora?

PONTBICHOT ‑ Che bell'originale costui! ... Leggi questa storia.. (Le presenta il giornale).

CELESTE (vi getta un'occhiata, poi, offesa) ‑ Signor Pontbichot... vostra moglie non legge di questi orrori! (strappa il giornale e lo getta entro il camino).

PONTBICIIOT ‑ Eh! sapristi! ma cara mia... non è una buona ragione per...

CELESTE ‑ Scusa... ma questo giornale avrebbe potuto cadere sotto gli occhi di nostra figlia!

PONTBICH0T ‑ Oh! ... anzitutto ella non vi comprenderebbe nulla... ha diciotto anni soltanto

CELESE ‑ lo a quell'età, comprendevo benissimo!

PONTBICHOT ‑ Ma, tu eri maritata da due mesi!

CELESTE ‑ A Romorantin tu però non leggevi simili sconcezze!

PONTBICHOT ‑ .A Romorantin... A aromorantin

CELESTE ‑ Se desideri leggere un giornale, eccotene qui mio... sano... onesto. il solo che legge tua figlia: " I1 giornale delle Signorine ."

PONTBICHOT ‑ Io non sono una signorina. prego! Non sono mia figlia, io! (gettando di sfuggita uno sguardo .sul giornale) Toh!... ma qui si parla di cocottes ! ...

CELESTE ‑ Cosa?..., di cocottes ?

PONTBICHOT (leggendo) ‑ ,<.Menù di famiglia: Pollo alla cocotte >:... (strappando il giornale) Questo giornale potrebbe cadere sotto gli occhi della nostra figliuola...

CELESTE (con severità) ‑ Ah!. . ma io comincio a credere che l'aria di Parigi non sia per te! Questo viaggio a Parigi è stata un'idea tua...

PONTBICHOT ‑ Per trovare un marito a Giovanna!

CELESTE ‑ E quanti mariti hai trovato da tre settimane che siamo qui?

PONTBICIIOT ‑ Nessuno, sino ad ora... oggi però aspetto il figliuolo del mio vecchio amico Baladier. di Lione (fra sè) e se egli si uniforma al mio programma...

CELESTE ‑ Non dimenticare che io esigo che il mio futuro genero sia di buoni costumi... senza alcun legame... altrimenti...

PONTBICHOT ‑ D'accordo! ...

CELESTE.. ‑ Ho allevato mia figlia secondo la mia immagine, sulla mia stessa falsariga! ...

PONTBICHOT  (fra ‑sè).‑‑‑. Povera ragazza'.

CELESTE ‑ E se tu avessi avuto un'amante. allorchè ti ho conosciuto, non sarei mai divenuta tua moglie!

PONTBICHOT (fra sé) ‑ Se l'avessi saputo! Me ne sarei procurate due!

CELESTE ‑ Debbo renderti piena giustizia però! La tua condotta ha costituito sempre l'ammirazione di tutto Remorantin!

PONTBICHOT ‑ Puoi dire di tutto il dipartimento!

CELESTE ‑ E' vero che tu non sei molto intelligente... che non sei mai stato bello...

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Pazienza ... va! pazienza'.

GIOVANNA (entrando! ‑ Mamma... c'è la modista.

CELESTE ‑ Sta bene; vado. (si alza) Signor Pontbichot!...

PONTBICHOT ‑ Mia buona amica?...

CELESTE ‑ Ho invitato i Grèvillon a pranzo.

PONTBICHOT ‑ Hai fatto bene.

GIOVANNA (a sua madre) ‑ Avresti dovuto invitare anche il signor Raffaello Delacroix...

CELESTE ‑ Quel giovane pittore?...

GIOVANNA ‑ È un amico dei signori Grèvillon; sono sicura che questo farebbe loro molto piacere!

CELESTE (in tono brusco) ‑ So da me quello che mi conviene  fare!

PONTBICHOT (fra  se) ‑ Questa non, è una donna!... è un limone!

GIOVANNA ‑ E' cosi compiacente quel signore!... è sempre lui che si incarica di procurarmi dei bei pezzi di musica ! ...

CELESTE ‑ Bene... vedremo!... (a Pontbichot`) Tu che cosa conti di fare durante questo pomeriggio?

PONTBICHOT ‑ 0h. mio Dio... non saprei... Passeggiare un poco sui Boulevards...

CELESTE ‑ boulevards?... ma non sta bene, per un uomo solo! Non vi si incontrano che donne che conducono una cattiva vita!

PONTBICHOT ‑ Se credi, posso farmi accompagnare dalla domestica!

CELESTE ‑ Andremo invece dagli Invalidi! (esce da sinistra, seguita da Giovanna).

PONTBICHOT – (rimasto solo) Ed io dovrei morire prima di avere ingannato questa donna?…Avrei vissuto trent’anni con quel porcospino in gonnella senza poi… mai…? Ah, no! Se sono riuscito a sopportare tutto, per tanto tempo, è perché ho fatto queste considerazioni….. “Abbi pazienza. Pontbichot! …. Verrà pure il momento della vendetta! La tua ora di paradiso'... ( come in sogno) Di Paradiso! ... Quello di Maometto! con donnine piacevolmente svestite,  come nei giornali illustrati! ... Finalmente eccomi a Parigi... ma manco di disinvoltura... non so osare! Quello che mi occorre è precisamente qualcuno che possa introdurmi in quell'ambiente... Ed un simile servizio potrebbe rendermelo che il mio futuro genero! Ed è precisamente  questo il mio programma!

GIUSTINA (presentandogli, appena entrata, un  biglietto da visita) Signore, c'è una visita.

PONTBICHOT ‑ ( prendendo il biglietto e leggendo) ‑"Il signor Luciano Baladier... Fallo enrare nel mio ufficio.

GIUSTINA ‑ Subito, signore. (esce).

PONTBICIIOT ‑ lo non concederò a mano di mia figlia che ad un giornale che abbia un legame, giacché tal modo; come suocero, m'incaricherò io stesso della rottura, io che mi permetterà di presentarmi come uomo! Perciò se il figliuolo del mio amico Baladier non Ila u un'amante, io lo mando senz'altro a farsi benedire! ... Se al contrario l'amante ci sarà... provvederò io alla rottura e... a me il paradiso! Semplice, no?... ma astuto !

 CELESTE !rientrando) ‑ Vengo con te a parlare a questo Luciano Baladier... temo che altrimenti tu possa commettere qualche sbaglio! Sei così sciocco!

PONTBICHOT ‑ Ah no;... sai... potrebbe avere qualche confidenza (la farmi, e tra uomini...

CELESTE ‑ Sia! ... però non dimenticare ciò elle abbiamo ben convenuto tra noi: se ha un legame...

PONTBICHOT ‑ Lo metto alla porta!

GIOVANNA (entrando; ha un cappello in mano) Guarda. babbo, il mio cappello nuovo!

PONTBICHOT ‑ Bello! (abbracciandola E tu sei più bella ancora! Ciao... vado a ricevere un  tuo pretendente !

GIOVANNA  (commossa) ‑ Ah!

PONTBICHOT  (fra sè, uscendo)  Ah. Maometto! fate che egli abbia un'amante!

GIOVANNA (volgendosi a .sua madre) ‑ Come si chiama?...

CELESTE ‑ Luciano Baladier.

GIOVANNA (preoccupata) ‑ Ma allora non è il signor Raffaello Delacroix !

CELESTE ‑ Lascia tua madre giudice della tua vera felicità! ( fra se) Stamane non avevamo neppur ombra di un pretendente... ora ve sono due, e non ombre!

GIUSTINA (entrando) ‑ Signora...é qui il signor Delacroix

GIOVANNA ‑ Lui!

RAFF. DELACROIX (entrando) signore...

CELESTE (salutando) ‑ Signore! (Giustina esce)

RAFFAELLO svolgendo il rotolo che aveva con sè) ‑ Ecco qui lo spartito che desideravate, signorina.

CELESTE (fra sè) ‑ Non bisogna scoraggiarlo costui, almeno per ora... perchè se l'altro non facesse all'affar nostro...

GIOVANNA (un po' triste) ‑ Vi ringrazio. signore.

RAFFAELLO ‑ Che cosa avete, signorina

CELESTE (intervenendo) ‑ Nulla. Giovanna è soltanto un po' stanca... non è abituata alla vita di Parigi.

RAFFAELLO ( fra sè, osservando la giovanetta) Com'è graziosa!

CELESTE ‑ Volevate forse parlare con mio marito?

RAFFAELLO ‑ Sl, Sl!

CELESTE ‑ In questo momento è occupato...

RAFFAELLO ‑ Ma io non ho fretta... l'attenderò...

GIUSTI\A (annunciando) ‑ I signori Grèvillòn.

CELESTE ‑ Introducili subito.

RAFFAELLO (fra sé) ‑ Diavolo! La signora Grèvillon!

GREVILLON (entrando) ‑ Signora... signorina...

ELENA GREVILLON ‑ Siamo venuti a prendervi per condurvi con noi alla esposizione di quadri... _Mio marito ci farà da cicerone.

GREVILLON ‑ E bisogna che non perdiamo tempo: sono già le tre! (fra sè) Alle quattro e mezzo le pianto!...

CELESTE ‑ Siamo subito con voi. (volgendosi a Raffaello) Voi ci scuserete, signore!...

RAFFAELLO ‑ Ma certamente!

GREVILLON (stupìto) ‑ Raffaello?...

ELENA (altrettanto stupita. fra sé) ‑ Come?... lui qui?...

GREVILLON ‑ Ma come? Eravate qui e non ci salutavate neppure? Non so che cosa possiamo avervi fatto... da qualche tempo non vi vediamo più!

RAFFAELLO ‑ Vi dirò...

GIOVANNA ‑ Senza dubbio il signor Delacroix dev'essere molto occupato!

ELENA ‑ Ma sì!...

CELESTE ‑ Ebbene, signor Delacroix, voi dovete dirmi ancora quel ch'io vi debbo per lo spartito che avete portato a Giovanna.

RAFFAELLO ‑ Ma nulla, sinora! ... Sono troppo felice di aver potuto...

CELESTE ‑ Ebbene. Vi ringrazio! A fra poco'.... (esce con Giovanna)

ELENA (fra sè) ‑ Ah!... egli offre degli spartiti!... adesso comincio a capire la ragione vera dei suoi rimorsi!

RAFFAELLO (fra sè) ‑ Che sia fredda lei... lo capisco... ma lui ! (forte) Credo che pioverà...

ELENA (a .suo marito) ‑ Senti. Eugenio... pioverà !

GREVILLON ‑ Ebbene... che vuoi elle ci faccia io? Son cose che capitano!

ELENA ‑ Dovresti telefonare al Circolo d'inviarci due carrozze.

GREVILLON (si alza compiacentemente e si dirige verso 1'apparecchio telefonico sul fondo della scena).

ELENA (piano a Raffaello) ‑ È dunque a cagione di mio marito che avete voluto rompere con me

RAFFAELLO ‑ V'assicuro che avevo dei rimorsi!... lui così fiducioso!... alla fine la mia coscienza s'è ridestata...

GREVILLON ‑ Pronto... mi ascoltate, signorina?

ELENA ‑ Ed ora?

RAFFAELLO ‑ Ora... saremo amici... due buoni amici, che si ameranno d'un amore purissimo. come Laura e Petrarca.

ELENA (bruscamente) ‑ Mi prendete forse per un'oca?

RAFFAELLO ‑ Eh?

ELENA ‑ La conosco ben io la vostra coscienza! Si chiama signorina Pontbichot!...

GREVILLON‑ ‑ L'apparecchio dev'esser guasto... non si ottiene risposta... Prenderemo due fiacres...

RAFFAELLO ‑ Volete che vada io a...

GREVILLON (con freddezza) – Inutile! Sappiamo prendere i fiacres da noi.

RAFFAELLO ‑ Ma dunque voi siete proprio in collera con me?

GREVILLON ‑ Mi sembra bene di averne il diritto! Vi credevo un buon amico...

RAFFAELLO ‑ E lo .sono infatti!

GREVILLON ‑ E perché allora non vi si vede più in casa nostra? Prima venivate ogni giorno. facevate musica con Elena: io andavo da... al Circolo, e mia moglie non restava sola!

ELENA ‑ (sospirando)  Mai!

RAFFAELLO ‑ È vero. Entravo io. uscivate voi.

GREVILLON ‑ Infatti... io uscivo, voi entravate! Elena mi raccontava poi quello che avevate fatto ed eravamo contenti tutti e tre! Perché dunque non venite più? Elena vi ha forse offeso?

ELENA ‑ Io?...

GREVILLON (A Raffaello) ‑ Conosco il suo carattere... so che certe volte è un po' viva.

RAFFAELLO ‑ Ma no, ma no!...

GREVILLON ‑ Dei resto non siete voi il primo amico che ci lascia senza una ragione apparente!

RAFFAELLO (fra sè) ‑ Ah... non ero dunque il primo! ...

ELENA (fra sé) ‑ Che idiota!

GREVILLON ‑ Via Elena è buona, in fondo! Voi non la conoscete come me!

ELEVA ‑ Signori, io vado a raggiungere la signora Pontbichot ! E tu, mio caro, sei ridicolo coi tuoi discorsi! (esce).

GREVILLON ‑ Dunque, vediamo Raffaello, quando verrete di nuovo a decifrare la musica con mia moglie ?

RAFFAELLO ‑ Ma, mio buon amico... se io continuassi a rimanere solo con la signora, mentre voi siete al Circolo,  la gente finirebbe col mormorare.

GREVILLON ‑ Ah, questa poi! ... Vorrei ben vedere che la gente si permettesse davanti a me...

RAFFAELLO ‑ Ah!... davanti a voi non c'è pericolo!... è dietro alle spalle che la ente suole mormorare... e quando poi si è per sposarsi...

GREVILLON ‑ Che? ... voi? ...

RAFFAELLO ‑ Almeno ne avrei  l'intenzione...

GREVILLON ‑ E con chi?... Forse con la signorina  Pontbichot?

RAFFAELLO ‑ Avete proprio indovinato!

GREVILLON ‑ Ve ne faccio i miei complimenti! Essa è realmente deliziosa! Perù, quando sarete sposati…. promettetemi che verrete spesso, tutti e due. a fare un po' di musica con mia moglie!

RAFFAELLO ‑ Ve lo prometto! Contate su me!

GREVILLON ‑ Ve ne ringrazio.  In contraccambio, se lo desiderate, potrò dire una buona parola a vostro favore al mio amico Pontbichot.

RAFFAELLO ‑ Davvero? Lo fareste ?

GREVILLON ‑ Vi debbo pure almeno questo!

VOCE  DI PONTBICHOT ‑ Arrivederci, signore!

GREVILLON  ‑ Eccolo qui. Voi entrate di là.  (gli indica la porta di destra) Gli dirò tutto il bene che posso di voi.

RAFFAELLO (fra sé) ‑ E dire che forse sarà proprio lui che mi farà sposare! È  ben buffa la vita!

PONTBICHOT (fra sè, entrando) ‑ Non aveva nessuna amante...  e l'ho messo alla porta!

GREVILLON ‑ Buon dì. Pontbichot, come va?

PONTBICHOT ‑ Oh. Grevillon!

GREVILLON ‑ Siamo venuti a prendervi per condurvi con noi all'esposizione.

PONTBICHOT ‑ Eccellente idea! A proposito... non mi hai riconosciuto ieri in via Rivoli?

GREVILLON (preoccupato) ‑ Eh.? ... tu mi hai incontrato?

PONTBICHOT ‑ Ma sì... eri in carrozza, con una sinora...

GREVILLON ‑ Ssst! ... parla piano ... se mia moglie ti udisse!

PONTBICHOT ‑ Era forse una cocotte?

GREVILLON ‑ Sl.

PONTBICHOT ‑ Una cocotte! . ... E tu hai una cocotte a tua disposizione... e non me ne dici nulla? !

GREVILLON ‑ Ma caro mio... son trent'anni che mi diverto!.

PONTBICHOT ‑. Trent'anni! ... ah!.... te la sciali, tu... ipocrita!

GREVILLON ‑ Posso  dire d'aver trascorsa metà della mia vita a nascondermi negli armadi!

PONTBICHOT (con invidia) ‑ Anche nascondersi negli armadi!...

GREVILLON ‑ Quello però t'assicuro che non è troppo piacevole!

PONTBICHOT ‑ Gli armadi! ... Ma lì é la vita, la vera vita!...

GREVILLOS ‑ Eh?

PONTBICHOT ‑ Sono trent'anni che non sogno che questo!...

GREVILLON ‑ Tu?...

PONTBICHOT ‑ lo! Tu hai innanzi a te un uomo che non sa che cosa sia avere un'amante... e che ignora la cocotte!

GREVILL0N ‑ Ma dunque tu non hai mai cambiato linea?...

PONTBICHOT ‑ Macchè! .. Ho sempre viaggiato sullo stesso percorso ! . .. E puoi ben capire se ho voglia di cambiarla, la linea!

GREVILLON ‑ Vuoi un buon consiglio? Torna subito a Ramorantin!

PONTBICHOT ‑ Cosa? Dovrei andarmene senza aver ingannato mia moglie neppure una volta?... senza sapere com'è fatto l'amore extraconiugale? . ..

GREVILLON ‑ Ma contentati invece dell'amor coniugale!

PONTBICHOT ‑ E puoi chiamarlo amore tu?... Mai un'emozione, mai l'imprevisto... Allorchè, eventualmente, io vado ad augurare la buona notte a mia moglie in camera sua... e più raramente che posso,  del resto! ... forse che ella mi fa nascondere in qualche armadio?... Negli armadi ella ci pone i dolci e le marmellate!

GREVILLON ‑ Per conto mio. io vado dalla mia amante come vado al caffè, e quando cambio d'amante mi sembra semplicemente di cambiare di caffè. Ecco tutto

PONTBICHOT ‑ E come si chiama il tuo caffè attuale?

GREVILLON ‑ Sei un po' troppo curioso, mio caro ! ... Contentati di sapere che io la chiamo Claretta.

PONTBICHOT ‑ E... dimmi... dà alla testa?...

GREVILLON ‑ ...Sei un bel tipo! E' onesta, sai!... Mai due amanti alla volta! Un giorno che osai sospettarla ingiustamente, mi disse:  "Vattene. miserabile! "

PONTBICHOT ‑ E tu sei andato via?

GREVILLON ‑ Sì. per rientrare però cinque minuti dopo! Mi é costato cinquemila franchi.....

PONTBICHOT ‑ Mille franchi per minuto! . . Hai fatto bene a non rimaner fuori un'ora!

GREVILLON ‑ Ebbene... ella ha un bell'esser pazza di me... credi... ho vergogna della vita che conduco ! L'idea che inganno mia moglie!...

PONTBICHOT ‑ Ah, perbacco'. Ecco invece un'idea che a me farebbe tanto piacere.

GREVILLON ‑ Purtroppo non é all'età mia che ci si può disabituare!

PONTBICHOT (con fuoco)‑ Conducimi! ...

GREVILLON ‑ Eh?... da Claretta?...

PONTBICHOT ‑ Sì... lanciami! ...

GREVILLON ‑ Ne ho già abbastanza delle sciocchezze che faccio io, sulla coscienza senza contare che probabilmente tua moglie ti sorprenderebbe e andrebbe a raccontarlo alla mia... e da una parola all'altra... No, no! ... Io sono prudente, sai!... Ho installato la mia amante nella medesima casa dove abita lui mio amico, così se la gente mi vede entrare e uscire da quella casa...

PONTBICHOT ‑ E quel tuo amico non dubita di nulla?

GREVILLON ‑ No, perchè io vado da Claretta. nelle ore in cui lui va a far visita a mia moglie.

ELENA (entrando) ‑ Buon giorno, caro signor Pontbichot...

PONTBICHOT (salutandola) ‑ Cara signora...

ELENA ‑ Il signor Delacroix se n'è andato ?

GREVILLON ‑ (fra sè) Ah! sapristi! ... Ed io che l'ho dimenticato  ... (forte) E là... (indica la porta a destra).

PONTBICHOT (sorpreso) – In stanza da pranzò?

GREVILLON‑ Sì... attendeva... Mi ha incaricato di domandarti  la mano di tua figlia.

ELENA ‑ Eh?...

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Un pittore! ... Quello un amante deve averla di certo!

ELENA (fra sè) ‑ Avevo indovinato! Eccola la vera causa dei suoi rimorsi!

GREVILLON ‑ Ama la signorina Giovanna... da molto tempo.

ELENA (fra sè) ‑ Ah.  Ma è troppo !

GREVILLON ‑ È un giovane simpatico... domandalo anche a mia moglie!

PONTBICHOT (vivamente) ‑ Ha un'amante?

GREVILLON ‑ Lui?... Andiamo  metterei la mano sul fuoco!

ELENA ‑ Avresti torto, amico mio! Non ch'io l'accusi... ma infine... il matrimonio è una cosa tanto seria...

GREVILLON (con accento di rimprovero) ‑ Elena!

PONTBICHOT ‑ Ma lascia dunque che parli tua moglie! Ha forse un'amante? una cocotte?

ELENA  (vivamente) ‑ Sì!... una  cocotte!

PONTBICHOT ‑ Una cocotte!! (fra sè) Ma io l'adoro, quel giovane!

GREVILLON (ingenuamente) ‑ Ed io che non ne sapevo nulla!

PONTBICHOT ‑ Desidero Parlargli subito; voi due andate intanto a  raggiungere mia moglie.

ELENA ‑ (fra sè, guardando verso l'uscio dietro cui è Raffaello)  Sposati ora! (esce con suo marito).

PONTBICHOT (lietamente) ‑ Finalmente ho per le mani il genero sognato! Entrate (apre la porta). Entrate. amico mio!

RAFFAELLO (fra sè) ‑ Ha l'aria d'essere ben disposto a mio riguardo.

PONTBICHOT ‑ Voi vorreste dunque sposare la mia Giovanna...

RAFFAELLO ‑ Ne sarei veramente felice l

PONTBICHOT ‑ Non dico nè sì, nè no...

RAFFAELLO ‑ Ah!

PONTBICHOT ‑ Però, se voi entrerete nel mio programma...

RAFFAELLO ‑ Quale programma?

PONTBICHOT ‑ Ecco, sedetevi qui, vicino a me, e discorriamo. (fra sè) Non ha certo l'aria di un San Luigi! (forte) Siete parigino, voi? (seggono entrambi).

RAFFAELLO ‑ Sono nato a Tours.

PONTBICHOT ‑  Ah! come la LaVallière, l'amica di Luigi XIV.

RAFFAELLO (interdetto) ‑ Oh!

PONTBICHOT ‑ (con espressione di invidia) ‑Ecco uno che ha saputo godersela la vita! Basta, sorvoliamo.

RAFFAELLO ‑ All'età di quindici anni ho avuto l'idea di entrare a Saint‑Cvr.

PONTBICHOT ‑ Fondazione della signora di Maintenon. Altra buona amica di Luigi XIV! Ne ha avute quell'animale!

RAFFAELLO (sempre più sorpreso) ‑ Già... ma mio padre mi disse: « Quando ci si chiama Delacroix di cognome e Raffaello di nome, si fanno lavorare i pennelli e non le lame ». Ed io obbedii a mio padre.

PONTBICHOT ‑ E.... avete fatto buoni progressi?

RAFFAELLO ‑ Non troppi! Soltanto che... firmo i miei quadri talvolta Raffaello, tal'altra Delacroix e vendo questi come panini.

PONTBICHOT ‑ Raffaello... Delacroix... è ingegnoso!

RAFFAELLO ‑ In fede mia' ... In quanto alla mia fortuna... ho seimila franchi di rendita.

PONTBICHOT ‑ Io pongo centocinquantamilafranchi nella mano di mia figlia!

RAFFAELLO ‑ Ciò che fa trecentomila!

PONTBICHOT ‑ (sorpreso) Come trecentomila ?

RAFFAELLO ‑ Ma, dal momento che ella ha due mani! ..

PONTBICHOT ‑Ah, no! in una sola! In quella che vorrete voi. ma in una sola!

RAFFAELLO ‑ Ah!... sta bene! Avevo capito male!... Bene, bene!

PONTBICHOT ‑ (fra sé) Non perde facilmente la bussola il mio futuro genero! (forte) Volete che abbordiamo ora un terreno un po' scottante?

RAFFAELLO ‑ Quale terreno

PONTBICHOT ‑ (allegramente) ‑Voi siete un donnaiuolo!

RAFFAELLO ‑ Io?... Ma no!

PONTIBICHOT ‑ Via dunque. Raffaello! Ah, noi abbiamo un'amante. eh, giovanotto! Non negatelo.. la signora Grèvillon mi ha detto tutto!

RAFFAELLO ‑ Eh?! .

PONTBICHOT ‑ Sì. poco fa.  Qui. davanti a suo marito!

RAFFAELLO ‑(.stordito) ‑ Davanti a suo marito?... E... cos'ha detto lui.

PONTBICHOT ‑ Ha detto che era l'ultimo a saperlo.

RAFFAELLO ‑ Naturalmente!

PONTBICHOT ‑ Voi confessate dunque!

RAFFAELLO ‑ Ma dal momento ch'ella vi ha detto tutto!

PONTBICHOT ‑  Sia ringrazialo il cielo ! Voi siete il genero ch'io avevo sognato!

RAFFAELLO (sempre più .stordito) ‑ Non mi mandate via? (fra sè) Si direbbe quasi che gli fa piacere!

PONTBICHOT ‑ Come si chiama la vostra cocotte?

RAFFAELLO (.sorpreso) ‑ La mia cocotte ?

PONTBICHOT ‑ Ma non vi ho detto che la signora Grèvillon mi ha informato.?

RAFFAELLO (fra sé) ‑ Ah, ho capito ora ! ... Ella ha messo innanzi l'esistenza di una cocotte per impedire... (forte) State tranquillo; romperò completamente!

PONTBICHOT ‑ M'incarico io stesso della rottura.

RAFFAELLO ‑ Eh?

PONTBICHOT ‑ Ci tengo assolutamente! L'esigo anzi! ... .Ah.... io non sono un suocero comune!

RAFFAELLO ‑ Me ne accoro! (fra sè) Domani ne affitterò una a caso.

PONTBICHOT ‑(allegramente) ‑ Una cocotte! ... E dire che costui ha una cocotte! Ditemi... che genere di donna è...

RAFFAELLO ‑ Un po' difficile a dirsi... sapete... Non è un genere ben determinato... all'infuori del genere femminile!.....

PONTBICHOT ‑  Bionda?    

RAFFAELLO ‑ Dipende! ... secondo i giorni... siccome si tinge. talora è bionda, talora è...

PONTBICHOT ‑ Delizioso!... E'' come se se ne avessero due!

GIOVANNA (entrando) ‑ Siamo pronte!

RAFFAELLO ‑ Signorina Giovanna quale felicità!

GIOVANNA ‑ Babbo... il signor Delacroix ti ha forse domandato la mia mano?...

RAFFAELLO ‑ Si, signorina... ed egli me l'ha accordata!

GIOVANNA Oh, babbino. come sei buono, come sei caro! (lo abbraccia).

CELESTE (entrando con Grevillon ed Elena) ‑ Che c'è?

PONTBICHOT ‑ Genero mio, abbracciate dunque la vostra fidanzata!

CELESTE ‑ La sua fidanzata?

ELENA (fra sè) ‑ Ah questa poi!..

GREVILLON (piano a Pontbichot) ‑ Hai acconsentito, nonostante che...

PONTBICHOT (piano) ‑M'incarico io della rottura!

ELENA (a Grevillon) ‑ Andiamo dunque. amico mio.

GREVILLON ‑ Ma cos'hai ora?  Perchè ?

ELENA (nervosa) ‑ E' meglio che li lasciamo... non è più il caso di dar corso al progetto di prima... (a Giovanna) Signorina. i miei complimenti... (piano ed affrettatamente a Raffaello) A casa vostra alle sei!

PONTI31CHOT ‑ Ma ve ne andate? E l'esposizione?

ELENA ‑ Vi andremo un altro giorno! Oggi non dev'essere. disturbata questa festa di famiglia. (a suo marito) Vieni Eugenio? (esce; tutti si !guardano stupiti).

GREVILLON ‑ E' furiosa perchè ho fatto io questo matrimonio, e non essa! Oh, le donne! (segue sua moglie).

RAFFAELLO ‑ E andata meglio di quanto temevo!

CELESTE (piano a1 marito) Ma... e  Baladier?

PONTI31CHOT ‑ L'ho mandato a spasso! Due amanti capisci?... E' un turco!

CELESTE ‑ E questo?

PONTBICHOT ‑ Non ne ha mai avute!

GIOVANNA (alla madre) ‑ Ah, mamma! Come sono felice!

PONTI31C110T (piano a Raffaello) ‑ Ora andiamo dalla vostra amante!

RAFFAELLO (piano) ‑ A che fare?

PONTIBICHOT ‑ Ma... a rompere!

RAFFAELLO (atterrito, piano) Oggi?.. ( fra sè) Non posso però condurlo dalla signora Grevillon!

PONTBICHOT ‑ Giustina! ... Portami il mio cappello nuovo::,. e anche i miei guanti nuovi!

CELESTE ‑ Esci?

PONTBICHOT ‑ Sì, vado con Raffaello dal notaio.

CELESTE ‑ Ma aspettate domani per questo !

RAFFAELLO ‑ Ma sì.  La signora ha ragione.

PONTBICHOT ‑ No. no! gli affari prima di tutto!

GIOVANNA ‑ Ritornate subito, vi prego!

RAFFAELLO - (fra sè)  E dove lo condurrò ora?

CELESTE ‑ Ricordati che si pranza alle sette!

PONTBICHOT ‑  Me ne ricorderò.

RAFFAELLO ‑(fra sè, preoccupato, ripete)  Ed ora dove lo condurrò ?

PONTBICHOT ‑ Finalmente! ... Eccomi sulla strada del Paradiso! (esce. Raffaello saluta e lo segue).

SIPARIO


ATTO SECONDO

(La .scena rappresenta la camera da letto di Clara Taupin. Mobilio elegante. A destra un letto grande. a colonne; dietro al letto ‑ ben celata ‑ è una scaletta che permette di salire sopra il baldacchino del letto, senza che il pubblico possa .scorgere. .4 destra, fra il letto e la porta, è un camino, sormontato da una specchiera. Nel mezzo della scena una tavola; a sinistra una sedia a .sdraio. Una porta in fondo, tre porte a sinistra; una a destra. Un armadio),

(All'alzarsi del sipario il Barone ‑ seduto alla tavola centrale, sta facendo .dei conti su di un registro. Rosalia va e viene per la camera, mettendo ordine).

BARONE (.sommando) ‑ .5 e 6,11; 11 e 5. 16...

ROSALIA ‑ Dite un po' Barone. deve ben seccarvi quello che state facendo!

BARONE  ‑ (filosoficamente) ‑ Ma no. Rosalia, te l'assicuro!

ROSALIA ‑ Voi. un Barone... il Barone Flèchard, contabile!

BARONE ‑ E contabile di una cocotte! ... Clara Taupin... Ma, che vuoi?... Sono state le donne che mi hanno condotto a questo punto! A forza di essere spennato da esse, sono ridotto a dover contare le spennature degli altri.

ROSALIA ‑ E' strano però, che una cocotte debba avere un ragioniere

BARONE ‑ E' stato uno dei suoi vecchi amici a darle questa idea. un certo Isacco.... In quanto a me la bolletta m'ha reso filosofo!... Inoltre vivo in un ambiente che mi ricorda i bei tempi... e se non colgo più i fiori, ne respiro almeno il profumo. Poi... vi sono le bestialità che vedo commettere dagli altri, che mi consolano in parte di quelle che ho commesse io.

CLARA (entra, ha una sigaretta in bocca) ‑ bene, Barone... e questi conti? Son finiti?

BARONE ‑ Subito, mia cara... non ho che da terminare l'addizione.

CLARA (a Rosalia) ‑ Va a dire a Crick che è l'ora di andarsene. (siede sulla sedia a sdraio).

ROSALIA ‑ Subito, signora. (esce).

BARONE ‑ Ecco... in febbraio avete speso 8388 franchi.

CLARA (esaminando i conti) Barone, mi sembra un po' troppo!

BARONE ‑ Sono stati gli otto giorni che avete trascorsi nel mezzogiorno, col vostro domatore...

CLARA ‑ Otto giorni deliziosi!

BARONE (indicando il libro‑mastro) ‑ Vedete... dai 12 al 20. tutto è notato... guardate nella partita « Profitti e Perdite » ...

CRICK (entra; è in costume da domatore. Ha l'aspetto imbronciato).

CLARA ‑ Sta bene Barone; ora lasciateci vi prego.  (Il Barone esce‑ Clara si volge a Crick) Vieni ad abbracciarmi... cos'hai ora?

CRICK ‑ Cos'è questo modo di farmi dire da Rosalia che è tempo di filare?

CLARA ‑ Ma mio caro, tu sai pure che non bisogna assolutamente che Grèvillon ti trovi qui!

CRICK (in tono amaro) ‑ Si... è giusto infatti! Lui è l'amante ufficiale, quello di cui non si arrossisce. mentre io...

CLARA ‑ ... mentre tu sei l'amante del cuore. quello da me scelto, il preferito...

CRICK ‑ Già... a cui però  si può dire senza alcun riguardo: è l'ora che tu fili!

CLARA ‑ Oh, cattivaccio! Rammenta invece quel giorno di temporale. alla fiera di Neuilly. quando tu sei entrato nella gabbia delle belve, assai nervose quel giorno... eri bello come un dio! Le belve. dominate dai tuo occhio che le affascinava. indietreggiarono... in quell'istante un lampo di luce... poi un colpo di tuono. rombante... le belve ruggirono minacciose! Il pubblico caccìò un grido ; tu eri a terra dibattendoti sotto la stretta di una pantera!...

CRICK ‑ T'inganni... era un leone. Giove... i1 più feroce.

CLARA ‑ Ah, sì, un leone, è vero! Io pensavo angosciata: " perduto! Un così bei giovane'".  Ma invece t'ho visto rialzarti, sferzare il leone, costringerlo a coricarsi. vinto, domo, e poi, col tuo piede posato sui suo capo volgerti a salutare il pubblico... e allora mi son detta: « Quell'uomo farà di me quello che vorrà! n E tu osi temere ch'io non ti ami! ? ch'io ne ami un altro! ...

CRICK ‑ Un altro! ... Non te lo consiglio, sai!

CLARA ‑ Ma se non c'è che Grèvillon, e tu lo sai benissimo!

CRICK ‑ Bene, lui, l'ammetto: non lo considero come un amante, ma come il marito, e  un marito é fatto per essere ingannato. Io appunto l'inganno; ma all'infuori di noi due, niente terzi, ehi! ... Perchè allora l'ingannato sarei io!

CLARA ‑ Mio Bebè, va! Per me Grèvillon è quasi un balio!

CRICK ‑ Ma è ricco lui! Può offrirti un lusso che mi fa soffrire, poichè non son io che lo pago.

CLARA ‑ Cosa te ne importa? Pensa ad approfittarne invece!

CRICK ‑‑ Che vuoi ? io sono la vittima della mia delicatezza! ... Basta: ora vado a trovare le mie bestie! (s'ode una scampanellata) Hanno suonato!

CLARA ‑ E' Loulou. senza dubbio!

CRICK (adirato) ‑ Non chiamarlo cosi davanti a me!

CLARA ‑ V a bene ! ... sarà  Grèvillon . ... vattene però!

CRICK ‑ Fuggire! Fuggire davanti ad un semplice uomo. io che non indietreggio davanti ad un leone! (esce battendosi rabbiosamente gli stivaloni con lo scudiscio).

CLARA ‑ Ah. se le donne fossero ragionevoli. starebbero più attente dal permettersi certi capricci!.

ROSALIA ‑ C'è una visita. signora.

CLARA ‑ Ah! Non è dunque Loulou?

ROSALIA ‑ No, è il signor Raffaello Delacroix, il pittore che sta al piano qui sopra.

CLARA ‑ Cosa vuole? Digli di aspettare un momento. (esce da sinistra).

ROSALIA ‑ Mi domanda cosa vuole?... Come se non si sapesse che vogliono tutti la stessa cosa! (apre la porta di fondo) S'accomodi.

RAFFAELLO ‑ Ebbene?... e la tua padrona?

ROSALIA ‑ Verrà subito.

RAFFAELLO (sporgendole un luigi)  Dimmi... è cocotte. nevvero?

ROSALIA ‑ Oh, signore! Clara Taupin?... E' come domandare se un corazziere sa andare a cavallo!(esce).

RAFFAELLO ‑ (rimasto solo)Quando poco fa. uscendo col mio suturo suocero, l'ho visto far cenno ad un cocchiere, aprire lo sportello della carrozza, spingermi dentro, poi dirmi: “ Dove abita essa? “ , poco è mancato che io non prendessi la fuga dallo sportello opposto, gridando:  “Il mio regno per una cocotte!”  Fortunatamente un lampo mi ha attraversato lo spirito, sotto forma dei ricordo della mia vicina di casa, che mi era sembrata... ciò che è dei resto!.. Mi son sentito salvo! almeno per il momento!... Senza esitare ho dato allora il mio indirizzo .... ma come sbarazzarmi di mio suocero?  Sapristi!... ‑ ho gridato allora ‑ e il regalo?... Non si rompe con donne di tal genere senza offrire un regalo... avete denaro con voi? no ‑ egli rispose ‑ Cocchiere al Crédit Lyonnais!  ‑ Bene. andateci voi... io salgo intanto e preparo il terreno!  Saltai allora dalla carrozza e. dopo aver raccomandato al cocchiere di procedere adagio. son salito qui!qui!... Ma il terreno! ... non arriva mai il terreno!... (suona due volte il campanello)

BARONE (entrando, fra sè) Toh! uno nuovo ora! (salutando) Signore. avete suonato?

RAFFAELLO (stupito )‑ Sì. ma per la cameriera.

BARONE ‑ Un colpo solo. allora! ... due colpi sono per me... Barone Flèchard.

RAFFAELLO (fra sè) ‑ Diamine! Costei recluta i suoi domestici fra la nobiltà!

BARONE ‑ Dunque il signore ha compreso, vero? Due colpi sono per me: uno per Rosalia. (fra sè. mentre esce) Senza dubbio v'è un nuovo conto da aprire!

CLARA (entra da sinistra) Avete da parlarmi. signore?

RAFFAELLO ‑ Sì, signora... Come vicino, vengo a domandarvi un favore grandissimo... in nome del cielo, siate la mia amante!

CLARA (stordita) ‑ Eh? ! ...

RAFFAELLO ‑ Oh!... per un quarto d'ora solamente!

CLARA ‑ Signore, credete forse di essere presso una di quelle creature, alla porta delle quali basta picchiare per udirsi rispondere: Entrate!

RAFFAELLO ‑ Ma no! ... io non vi domando di... No. no! Ecco, si tratta di questo: un vecchio signore. cittadino di Remorantin. verrà fra poco... e vi pregherà di cessare d'amarmi...

CLARA ‑ Di non amarvi più?...

RAFFAELLO ‑ Ve ne scongiuro... non interrompetemi! i minuti sono preziosi! Allora voi verserete qualche lacrima... mi piace d'essere rimpianto! Giurerete che non mi rivedrete più... ed il vecchio rientrerà nell'ignoto, dopo avervi offerto un piccolo regalo che sta scegliendo ili questo momento al Crédit Lyonnais.

CLARA ‑ Allora voi... per una ragione ch'io non conosco. avete avuto la sfrontatezza di dire ch'io ero la vostra amante, senza nemmeno prendervi la briga di consultarmi! ...

RAFFAELLO ‑ Ma me ne è mancato il tempo

CLARA ‑ Ed avete arrischiato così di compromettermi agli occhi del mio amico! Prendete subito il vostro cappello ed andatevene!

RAFFAELLO ‑ Ma signora! ... io non vi domando che di passare per qualche minuto soltanto come mia amante agli occhi di un vecchio signore, che non vuole concedermi la mano della sua figliuola se non ho un legame, che intende rompere egli stesso!

CLARA ‑ Ma alla fine: perché venire proprio da me, piuttosto che recarvi da un'altra?

RAFFAELLO ‑ (colpito da un'idea luminosa) Perchè mi sono vantato d'essere l'amante della più bella donna di Parigi!

CLARA (lusingata e raddolcita) ‑ Oh!

RAFFAELLO ‑ Vedete che se vi ho compromessa. come voi dite, ne è colpevole la vostra bellezza almeno altrettanto di quanto lo è la mia imprudenza!

CLARA (vivamente lusingata) ‑ Allora... se vi rendessi questo servizio... vi farebbe davvero molto piacere?

RAFFAELLO ‑ Voi, in questo momento, tenete fra le vostre belle manine la felicità di tutta la mia vita!

CLARA ‑ Si tratta dunque di gabbare un vecchio signore di Remorantin... non. dovrebbe essere molto difficile!

RAFFAELLO ‑ ...Articolo di Provincia!

CLARA ‑ Vedo, vedo!... La scena della « Signora dalle Camelie » , con Papà Duval!

RAFFAELLO ‑ La conoscete?

CLARA ‑ Se la conosco ! ... È proprio la scena in cui fui bocciata al Conservatorio!... Bene. dunque per aver proprio l'aria d'essere a casa vostra. mettetevi la veste da camera di Loulou... il mio amico!

RAFFAELLO ‑ Buona idea!

CLARA ‑ Suona ora! ... ti dò dei tu per prenderne l'abitudine.

RAFFAELLO (suona due volte) E se Pontbichot, dopo tutto questo, ha il coraggio di rifiutarmi sua figlia...

BARONE (entra tenendo un registro .sotto il braccio) La sinora ha forse bisogno di me?

CLARA ‑ Ma no. Barone! (a Raffaello) Caro. hai forse suonato due volte?

RAFFAELLO ‑ Ah, è vero ! ... scusate, Barone! (piano a Clara) Ma è un tuo domestico quel Barone ?

CLARA (ridendo) ‑ No... è il mio contabile!

RAFFAELLO ‑ Loulou motiva dunque una contabilità seria? .

BARONE (sottovoce a Clara) Debbo aprire un nuovo conto?

CLARA ‑ No. è inutile!

BARONE (fra sè) ‑ Ancora un articolo a « profitti e perdite » ! ... Si finirà al fallimento!

CLARA (.suona; a Rosalia) ‑ La veste da camera di Loulou.

ROSALIA (esce e rientra quasi subito con la vestaglia) Eccola!

RAFFAELLO (prendendola) ‑ Grazie.

CLARA ‑ Ricordati, Rosalia, che non sono disponibile che per un vecchio signore che ti dirà d'essere di Remorantin. (accennando al cappello ed alla giacca di Raffaello) Porta via questi.

ROSALIA (mentre esce, guardando Raffaello) ‑ Eccone uno che ha fatto presto!

RAFFAELLO (fra ,sè) ‑ Curiosa!... 'un'altra volta, in casa di Grèvillon, io ho indossata la veste da camera sua... e mi andava a pennello... come questa!

CLARA ‑ E pensare che noi stiamo per rompere... senza aver mai... È ben strana la vita!

RAFFAELLO ‑ Eh, sì!... (s'ode una scampanellata) Eccolo! È lui di certo!

CLARA ‑ Siediti! (gli indica la sedia).

ROSALIA (entrando) ‑ Signora... è qui quel signore di Remorantin.

CLARA ‑ Fa entrare. (Clara siede sulle ginocchia di Raffaello).

RAFFAELLO (fra sé) ‑ Oh! mia dolce fidanzata... è per amor tuo!

PONTBICHOT (entra; ha un fiore all'occhiello) ‑ Eccomi, finalmente. (Rosalia esce, portando con sè il cappello di Pontbichot. Questi attende un momento osservando i due, poi si decide a parlare).

PONTBICHOT ‑ La signorina Clara Taupin?...

CLARA (scendendo dalle ginocchia di Raffaello) ‑ Sono io, signore. Con chi ho l'onore di parlare?

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Perbacco, come è bella! (forte) Col futuro suocero del signor Raffaello Delacroix.

CLARA (cadendo in atteggiamento tragico sulla sedia a sdraio) Al futuro suocero?... Ah!...

PONTBICHOT (spaventato) ‑ Eh?... sviene?!...

RAFFAELLO ‑ Non sarà nulla... l'emozione. capirete!...

PONTBICHOT ‑ Bene... andatevene voi!... lasciatemi solo con lei!

RAFFAELLO ‑ Vi prego... usatele dei riguardi... E' penoso dover lasciare un uomo come me! (entra a sinistra). ,

PoNTBICHOT ‑ Prometto!... (getta uno sguardo attorno a sè; scorge il letto; con emozione, fra sè) Il letto!... sono nella camera da letto di una accolte! Che profumo... che letto ! ... monumentale come 1' Arco di Trionfo !

CLARA (come rinvenendo) ‑ Dove sono?

PONTBICHOT ‑ Ritorna in sè... ed è ancor più bella di prima!

CLARA (fra sè) ‑ A noi, Margherita Gautier!

Po‑\TBICHOT ‑ Signora, ascoltatemi!

CLARA (tragica) ‑ Ah. signore, ve ne supplico! voi mi avete detto una cosa terribile!... ero troppo felice!,.. dovevo prevederlo! ..

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Si esprime bene! (forte) È necessario tuttavia che vi facciate una ragione...

CLARA ‑ Ah... voi non sapete come amiamo noi!... Oh! quanto soffro!

PONTBICHOT (fra sè) ‑ R splendida costei, quando soffre!... (le prende una mano) Ascoltate...

CLARA ‑ Sento d'aver la febbre... (ritira la mano).

PONTBICHOT ‑ (fra sè)  Ah!  Come sanno amare, queste donne! (forte) Non avete un'amica che possa confortarvi?

CLARA (fra sè) ‑ Sino ad ora me la cavo abbastanza bene! (forte) Ora la vita mia trascorrerà in solitudine assoluta! ... ne morirò l ...

PONTBICHOT ‑ Andiamo. via!...bella come siete! (fra sè) Mi sento commosso!

CLARA (picchiandosi il petto) Sento che ne morrò! ... (tosse".

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Se le offrissi ora il regalo... forse si calmerebbe ! . .. (estrae dal portafogli due biglietti da mille).

CLARA ‑ Denaro? ... Mi strappate il cuore e mi offrite del denaro? !:..

PONTBICHOT ‑ Vi chiedo scusa! (fa per riporli nel portafogli).

CLARA ‑ No!... metteteli là! (gli indica la tavola e suona due colpi) Che vergogna!... o, madre mia!

PONTBICHOT (commosso) ‑ Ella pensa a sua madre!

BARONE (entrando; fra sè) Toh! ... un altro nuovo! (forte) Signora...

CLARA (al barone, indicandogli i due biglietti da mille) Portate via quel denaro, Barone. L per i miei poveri!

PONTBICHOT ‑ !con ammirazione, fra sè) Per i suoi poveri!

CLARA (piano, al Barone) Comprerete con questi due obbligazioni Ville de Paris.

BARONE (sottovoce, a Clara) Bisogna aprire un nuovo conto ?

CLARA – No.

BARONE (andandosene) ‑ Un'entrata imprevista allora!

PONTBICHOT (fra, sè) ‑ E a Remorantin osano affermare che queste donne sono interessate!

CLARA ‑ Voi mi chiedete di separarmi da Raffaello... ebbene, se proprio è per il suo bene, per il suo avvenire, per la sua felicità... io sono una donna di cuore... mi sacrificherò ! ... Ordinate! 

PONTBICHOT ‑ (singhiozzando) Ah, mio Dio!...

CLARA (fra sè) ‑ Piange! .... (trionfante) E m'hanno rifiutata al Conservatorio

PONTBICHOT (chiamando) ‑Raffaello !

RAFFAELLO (entrando) ‑ Ebbene. avete rotto?

PONTBICHOT (con voce di lacrime) ‑ Rotto?. . Gettatevi fra le sue braccia! Voi non potete lasciare una donna simile!

RAFFAELLO ‑ Cosa? Questa poi è bella!

CLARA (piano) ‑ Mi avevate detto di rimpiangervi... ed io..

RAFFAELLO ‑ Un po si... ma non tanto così! ... (a Pontbichot) E voi siete venuto qui per rompere e invece...

PONTBICHOT ‑ Ma ella ama come Giulietta amava Romeo.

CLARA (forte, mostrando di volersi fare animo) Raffaello, diamoci dunque l'addio. Lo voglio!

PONTBICHOT ‑ No! .

RAFFAELLO ‑ Ma se lo vuole lei!... Voi non la conoscete, quando vuole qualche cosa!

CLARA (a Raffaello) ‑ Addio dunque!

RAFFAELLO (a Clara) ‑ Addio!.. (a Pontbichot) Andiamocene. Ormai è rotto!

PONTBICHOT ‑ Via, datele almeno un ultimo bacio! (fra sè) Gli addii di Fontainebleu! (Nel momento in cui Raffaello e Clara si baciano, Grèvillon appare ed entra in scena dalla porta di fondo).

GREVILLON (entrando) ‑ Cucù... (s'avvede di Raffaello e Clara che i baciano e caccia un grido) Ah, questa poi!...

CLARA ‑ Loulou!

RAFFAELLO e PONTBICHOT ‑ Grevillon!...

GREVILLON ‑ Raffaello che abbraccia Clara! ... (a Pontbichot) E  sotto i tuoi occhi!...

CLARA (fra sè) ‑ Si conoscono!

RAFFAELLO (piano a Clara)  E' lui Loulou ?

CLARA ‑ Si!

GREVILLON (a Clara) ‑ Voi dunque m'ingannate con Raffaello?

CLARA ‑ Niente affatto' Dal momento che la cosa sta prendendo una piega seria, basta con la finzione! (a Raffaello) Parlate, signore! Voi non dovete più lasciarmi accusare. Sono la vostra amante?

RAFFAELLO ‑ No.

PONTBICHOT ‑ Come no?

CLARA ‑ II signor Delacroix, che non conoscevo affatto, un'ora fa è venuto a chiedermi di passare per la sua amante agli occhi di quel signore (accenna a Pontbichot).

 RAFFAELLO ‑ È Vero.

GREVILLON ‑ E voi credete di darmela a d intendere?

CLARA ‑ Ah! ecco come sono gli uomini! Ogni volta che gli ho raccontato delle frottole, mi ha invariabilmente creduta; per una volta tanto che gli dico la verità, non mi vuol credere! E allora, dal momento che vi conoscete., spiegatevi tra voi! Marameo!,.. (si ritira.)

GREVILLON (seguendola.)

CLARA ‑ Marameo! ... (esce).

PONTBICHOT (fra sè) Ah se non è  la sua amante, perchè mi ha condotto qui?

RAFFAELLO ‑ Caro Grèvillon...

GREVILLON ‑ Vi prego di non chiamarmi più « caro Grèvíllon » ... Voi. il mio amico intimo... l'amico di mia moglie! ... prendermi la mia Claretta!

RAFFAELLO ‑ Non sono il suo amante... non lo sono mai stato! Son venuto dalla prima cocotte che ho potuto trovare, per salvare una signorina della buona società... Il signor Pontbichot voleva rompere egli stesso con la mia amante e all'ora...

PONTBICHOT ‑ Eh?...

RAFFAELLO ‑ Non potevo già condurlo da...

GREVILLON ‑ Da chi?

RAFFAELLO ‑ Non posso dirlo! C'è un marito! (fra sè) Non posso certo compromettere sua moglie per salvare la sua amante!

GREVILLON ‑ Mi fate pena! ....Non vi resta che da salire in casa vostra!

  PONTBICHOT ‑ Ma si andate!...(fra sè) Se non è la sua amante, se ella non lo ama come credevo... posso lanciarmi io!

RAFFAELLO (si .stringe nelle spalle ed esce).

GREVILLON ‑ Lo vedi tu. ora, amico mio... dove si finisce, volendo ingannare la propria moglie?  Ad essere ingannati, alla propria volta, dall'amante ... Ma questa volta. caro mio, è finita! ...

PONTBICHOT ‑ Allora vattene!

GREVILLON ‑ Si... me ne vado l Certo che me ne vado ! Dirai alla signora Taupin che non mi vedrà mai più! (estrae cinque biglietti da mille franchi dal‑ portafogli) Prendi... questi glieli consegnerai da parte mia, facendole osservare però che non è ritornando ch'io glieli dò, ma partendo... come regalo d'addio! Posso contare su di te?

PONTBICHOT (sospingendolo verso l'uscita) ‑Siamo intesi! Ma vattene. però!

GREVILLON ‑ Sì. me ne vado! (si ferma davanti al letto; Alh, questo letto!... L'altare dell'amore!... Vedendoti...

PONTBICHOT ‑ Ma dimmi... non ti metterai a parlare con un letto, adesso?

GREVILLON ‑ Tasta come è morbido ! ...

PONTBICHOT ‑ Tasterò  dopo!

GREVILLON ‑ Ah... sento che. malgrado tutto io l'amo ancora... Non posso andarmene! ...

PONTBICHOT ‑ Tu non sei un uomo. caro mio... sei una banderuola... una marionettal... Sei vergognoso!... Mi disgusti!

GREVILLON (decidendosi) ‑ Me ne vado! (in quel momento compare sulla soglia della porta di fondo, Clara; Grèvillon la vede) Ah. Claretta! ingannarmi!...

CLARA ‑ Ma come, ancora? Osate sospettarmi ancora? Andatevene. miserabile!

PONTBICHOT (sospingendo Grevillon) ‑ Vattene, miserabile! (piano) ... o ne avverto tua moglie!

GREVILLON (uscendo) ‑ Dove andrò ora

CLARA ‑ Questa volta gli costerà il doppio!

PONTBICHOT ‑ No... egli mi ha incaricato di dirvi che non lo rivedrete più!

CLARA ‑ Sui serio?... Loulou mi lascia?... E per causa di... Oh, ma è dura!

PONTB1CHOT ‑ Ma ella diviene più bella a vista d'occhio!

CLARA ‑ Questo mi farà imparare a fare i piaceri alle persone!

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Coraggio, Pontbichot... L'ora è suonata... si cambia percorso… la. via è libera.... coraggio!

CLARA ‑ Cos'ha costui?

PONTBICHOT ‑ Signora... Signorina... (fra sè) ... curiosa però... quando non se ne ha l'abitudine...

CLARA ‑ Ebbene. di cosa si tratta?... vediamo...

PONTBICHOT ‑ Voi avete davanti a voi un uomo... un uomo... un uomo...

CLARA ‑ Sono tre.

PONTBICHOT ‑ No, uno Solo! (fra sè) animo Pontbichot! Pensa a tua moglie!

CLARA ‑ Oh! ... forse?...

PONTBICHOT ‑ E stupido, vero? ... aver posto trent'anni per riuscire a giungere sino a voi... e rimanere poi come uno stupido!

CLARA ‑ E allora... tutta questa storia di rottura... era per...?

PONTBICHOT (affermativo) ‑ Era per... !

CLARA ‑ Non so se io debba ancora ascoltarvi o...

PONTBICHOT ‑ Voi lo dovete invece... se avete un po' d'umanità !

CLARA ‑ ( fra sè) Questo è un grosso montone che si può tosar come si vuole!

PONTBICHOT ‑ Clara  Taupin! ...

CLARA (con voce dolce) ‑ Amico mio! . ..

PONTBICIIOT  (con gioia) ‑ Amico suo!

CLARA ‑ Sedetevi qui, accanto a me... ch'io vi faccia un po' di morale!

PONTBICHOT ‑  commosso. sedendosi vicino a lei) ‑ Clara!... (le prende una mano).

CLARA ‑ Siate ragionevole. vi pregio! (vorrebbe ritirare la mano) Non mi guardate così... i vostri occhi mi dicono certe cose!...

PONTBICHOT ‑ V'assicuro che non dicono che la metà di quello che penso! Tu sei adorabile!... sei inebriante!... affascinante... Clara Taupin. io ti amo!

CLARA (simulando spavento) Ah!... andatevene! andatevene, amico mio!

PONTBICHOT ‑ Andarmene? .... proprio ora che sto per raggiungere il Paradiso!

CLARA ‑ Ah!... ne dovete aver fatte delle conquiste voi, a Remorantin!

PONTBICHOT ‑ Soltanto quella di mia moglie!

CLARA ‑ Andiamo, via!

PONTBICHOT ‑ È la mia sola vittoria! ... la vittoria di Pirro !

CLARA ‑ Ah!... Don Giovanni!...

PONTBICHOT ‑ Don Giovanni?... Ella mi chiama Don Giovanni! !... Tieni! (l'abbraccia).

CLARA (semisvenuta fra le sue braccia) ‑ Ah!

PONTBICHOT (entusiasmato; fra sè) ‑ Fra le mie braccia!... Tengo una cocotte fra le mie braccia! Oh, come vorrei che tutto Remorantin... ma che dico... tutto il "Loir‑et‑Cher"potesse contemplarmi in un simile momento!

CLARA ‑ Giuratemi che mi sposerete! sposerete!,

PONTBICHOT ‑ .VIa se sono sposato! ... .

CLARA ‑ Sapete... è per tranquillizzare la mia coscienza! Mi sentirò meno colpevole così, amico mio!

PONTBICHOT ‑ Te lo giuro, allora! ... Ah!... quale delicatezza!

CLARA (suonando due volte)Adesso vi sono delle questioni che non mi è più permesso di sfiorare con voi. (indicandogli il Barone che entra) Vi lascio col Barone.

BARONE (fra sè) ‑ Un nuovo conto da aprire!

CLARA  (al  Barone). ‑ Barone. voi tratterete il signore sul piede della nazione più favorita.

BARONE ‑ Ho capito.

CLARA ‑ A fra poco ('piano) Bebè ! ...

PONTBICHOT ‑ (al Settimo Cielo) A fra poco... mia piccola cocotte!

CLARA (uscendo) ‑ Dopo Loulot.... Bebè... chiodo scaccia chiodo!

BARONE ‑ Un cuor e d'oro nevvèro?...

PONTBICHOT ‑ Entro una stoffa di raso!... Mi ha chiamato Bebè!

BARONE ‑ Vi ha chiamato Bebè?... Allora non ho più diritto di tacere!  (apre il registro che ha portato seco) L'appartamento‑ signore è di diecimila franchi...

PONTBICHOT. ‑ Ah!.... voi siete dunque incaricato?...

BARONE (presentandosi) ‑ Barone Flèchard... ragionieré.

PONTBICHOT ‑ Scusatemi...ignoravo... Ditemi:.. che cosa intende la signorina Clara per il "piede della nazione più favorita" ..?

BARONE ‑ L'anticipo di un dodicesimo: cioè cinquemila.

PONTBICHOT ‑ Cinquemila ..... (fra sè) Diavolo' gli è che... ah! i cinquemila franchi di Grèvillon! Può ben prestarmeli! (forte! )Sta bene. Eccovi dunque il mio dodicesimo !

BARONE ‑ Grazie.. a nome del signor?...

PONTBICHOT (con espressione soddisfatta) ‑ ... Bebè!

BARONE (.scrivendo) ‑ Signor Bebè.

PONTBICHOT‑ Non vi domando ricevuta...

BARONE ‑ Non ne dò mai... È come per i fondi segreti! (porgendogli un biglietto stampato ) Permettete ?

PONTBICHOT (leggendo il biglietto) ‑ "Royale carte d'or ". Di cosa si tratta? Non capisco.

BARONE ‑ È una marca di champagne che raccomando in modo particolare. Ho cinquanta centesimi per turacciolo! ...

PONTBICHOT (riponendosi in tasca il cartoncino) ‑ Va bene. Quando avrò una festa in famiglia...

BARONE ‑ Mi permetto di contarci... (salutando) Signor Bebè... (esce).

PONTBICHOT (solo, in atteggiamento d'estasi) ‑Sono finalmente l'amante di una cocotte! ... Eccomi in paradiso. (esaminando) Il letto... un armadio... (l'apre) è qui che ci si nasconde! (aprendo una porta a sinistra) Il gabinetto di toletta... Che lusso ! ... Ed è qui che ci si spoglia! Se ci entrassi? (esitando) Così subito?... (decidendosi ) Ah. in , fede mia'... (entra nel  cabinetto di toletta).

GREVILLON (entra timidamente ha in mano alcuni biglietti di banca') ‑ Cucù!! Oh!... ella non è qui! ... e nemmeno Pontbichot!... Povera Clacetta innocente! Ho consultato or ora una sonnambula che per il solo prezzo di venti franchi,            mi ha assicurato formalmente che Raffaello non mi ha mai tradito con la mia amante! Ed in conseguenza. eccomi qui di nuovo! E' già la quarta volta che ritorno a lei nelle stesse condizioni! Nessun cambiamento dunque alla messa in scena! (trae a sè una sedia. comincia a svestirsi e pone i propri indumenti .sulla seggiola. accanto alla tavola) Ho avuto il coraggio di accusare Claretta! ... povera creatura! ... Quando ella entrerà qui mi troverà lì dentro... (indica il letto )pentito... con la mano agiterò i biglietti da mille... cinque., come al solito, Le giurerò di non sospettare mai più di lei... generosamente ella mi perdonerà!... Con le cinquemila che già Ponthichot le avrà dato. ne avrà avute così diecimila... (vede la porta aprirsi e .si affretta a coricarsi;) E' lei! Pronti per la sorpresa! (nasconde la testa sotto le coperte).

PONTBICHOT (entra semisvestito: indossa delle ridicole mutande larghe) ‑ È incredibile! ... sono altrettanto commosso quanto la sera del mio matrimonio! ... (accorgendosi che qualcuno è dentro il letto) Eh?... non m'inganno?!... (in questo preciso momento la mano di Grèvillon sporge dalle coperte ed agita cinque biglietti da mille) Ella mi chiama! .. (si avvicina) Dei biglietti di banca?... (con emozione) Oh! cara!... vuol rendermi il denaro!... Forse l'ho involontariamente offesa!... (baciando la mano di Grèvillon) ...Oli. cara' cara! ... Tienili pure questi!

GREVILLON (sbalordito, sollevando il capo;) ‑Pontbichot! ...

PONTBICHIOT (.spaventato)‑ Grevillon!!!

GREVILLON (saltando fuori dal letto ed infilandosi le pantofole) È incredibile'!

PONTBICHOT ‑ Come vanno queste cose, signor  mio? Vi credevo ritornato a casa vostra. e vi ritrovo invece nel letto di Clara!... Ma dì un po'. mi avevi o non mi avevi incaricato di rompere?...

GREVILLON ‑ Di rompere si... ma non di prendere il mio posto !

RAFFAELLO (entrando) ‑ Bisognerà bene che mi si renda la mia giacca e il mio cappello... me ne sono andato così, in veste da camera!

GREVILLON ‑ Raffaello!

PONTBICHOT ‑ Mio genero!

RAFFAELLO ‑ Mio suocero in mutande! ... (a Pontbichot) Ma che fate qui voi, cosi svestito? ..

PONTBICHOT ‑(imbarazzato ) Rompevo... per Grèvillon!

GREVILLON ‑ Rompevi?... Di' francamente che  intendevi portarmi via Claretta!

RAFFAELLO ‑ Lui?!.

GREVILLON ‑ Se egli resta qui è un uomo perduto... Si mangerà  in un batter d'occhi tutta la dote di sua figlia!

RAFFAELLO ‑  Ah. No! Io ho il dovere di oppormi.suocero mio che voi commettiate delle pazzie, Me ne incombe l'obbligo. nella qualità di genero!

GREVILLON ‑ (approvando) Avete perfettamente ragione!

PONTBICHOT ‑ Ah, dunque, quale genero. voi vi permettete di farmi queste osservazioni?

RAFFAELLO ‑ Diamine!

PONTBICHOT ‑ Di solito un genero si contenta di prendersela con la suocera... Voi vi permettete invece di  prendervela con vostro suocero! .... ebbene. dal momento che le cose stanno così. io vi ritolgo mia figlia!

GREVILLON ‑ Ma è un agire ignobile questo!

RAFFAELLO ‑ E voi credete che io accetti la vostra decisione come nulla fosse? Voi non avete alcun diritto agire in tal modo!

PONTBICHOT ‑ Ah, per esempio lo affermate voi... ma io...

RAFFAELLO ‑ Voi. Voi'. voi'... Voi  state offrendo un magnifico esempio in questo momento' .... Ah, caro signore ! ... voi volete dunque fare baldoria?... ebbene. vi imito... farò altrettanto anch'io! Volete installarvi qui?... sta bene! io pure!

GREVILLON ‑ Bravo!

RAFFAELLO ‑ Volete prendervi l'amante di Grèvillon?... Farò altrettanto'.

GREVILLON ‑ Ah, no !

RAFFAELLO (piano a Grèvillon) ‑ Non preoccupatevi, lasciatemi dire!. (forte) Voi vi siete svestito?... ebbene mi svesto anch'io! (si toglie vestaglia e gilet).

PONTBICHOT ‑ Osate svestirvi qui, voi! ?

GREVILLON – Perfettamente!

RAFFAELLO (togliendosi i pantaloni) ‑ Tutto ciò che farete voi con Clara, io lo farò! (depone i propri indumenti sopra quelli di Grevillon).

GREVILLON ‑ E anch'io!

PONTBICHOT ‑ Ah, così dunque?... ebbene. io vi sfido'. .(monta sul letto).

RAFFAELLO e GREVILLON (scorgendolo) ‑ Si corica?... anche noi dunque! Imitiamolo! (si dirigono verso il letto) Osate anche sfidarci?

PONTBICHOT (cercando di respingere Grèvillon é Raffaello che vorrebbero salire sul letto uno da destra. l'altro da sinistra) ‑ Vediamo, via, Grèvillon, Raffaello... amico mio... genero mio...

GREVILLON (riuscendo ad entrare nel letto) ‑ Ci sono!

RAFFAELLO (saltando sul letto) ‑ Anch'io!

PONTBICHOT (.sollevando le braccia in alto) ‑ Ah, è troppo!

CLARA ‑ (entrando) Ormai dovrebbe aver terminato di parlare con Fléchard...

I TRE (insieme )‑ Lei !

CLARA (scorgendoli. con un grido)‑ Ah!, ma cos'è questo!

GREVILLON‑  '(iscendendo dal letto) ‑ Mia piccola Clara' ....

CLARA ‑ Ancora qui voi. signore!

PONTBICH0T (alzandosi e tenendosi le mutande che, stanno per cadergli) ‑ Dite dunque a costoro e non debbono, che non possono restar qui!

CLARA ‑ (trattenendosi a .Stento dal ridere) ‑ Ma insomma. signori,  che fate qui?

RAFFAELLO ( scendendo alla sua volta) ‑ Vi aspettavamo.

CLARA ‑ Svestiti?...

RAFFAELLO ‑ Simili alle tre dee innanzi a Paride attendevano il suo giudizio... per pregarvi di scegliere fra noi tre! (i tre uomini rimangono una posa teatrale)

ROSALIA (entrando) ‑ Signora... (scorgendo i tre nomini, si  fernma stupita) Oh!

CLARA ‑ Ebbene. Rosalia, che c'é?

ROSALIA ‑ Una signora desidera di parlarvi.

CLARA ‑ Ti ha detto il suo nome?

ROSALIA ‑ È la signora Pontbichot!

PONTBICHOT (stupìto, con un grido) ‑ Mia moglie!

RAFFAELLO (altrettanto stupito) Mia suocera! (cerca di nascondersi)

GREVILLON (a Pontbichot) Ti sta bene! Così sarai pescato! (a Rosalia) Fate entrare. (esce,)

PONTBICHOT ‑ Ah. no! (si precipita a sinistra)

CLARA  ‑ (stupìta) ‑ Ma che sta prendendo loro?

RAFFAELLO ‑ Mio suocero imparerà così a frequentare le donne pubbliche!

CLARA ‑(furiosa)  Le donne pubbliche! Ah,  me la pagherai questa mio caro!

RAFFAELLO (che intanto è corso verso destra, picchiando all'uscio )‑ Sono io!

GREVILLON ‑ (riuscendo soltanto col capo c ritirandosi) ‑ C'è gente.

PONTBICHOT ‑ (a Raffaello che è subito corso all'uscio di destra e vorrebbe entrare) ‑ Completo!... (gli chiude la porta sul naso)

RAFFAELLO ‑ Ma dove nascondermi?... Ali. là! ... (si ficca nel letto)

CELESTE (entrando preceduta da Rosalia) ‑Scusatemi. sinora, se ho insistito per essere ricevuta! ... (ad un cenno di Clara. Rosalia prende dalla ‑ sedia gli indumenti di Grèvillon e di Raffaele ed  esce)

RAFFAELLO ‑ (fra se, azzardandosi a metter fuori la testa) Cosa viene a fare mia suocera in questa casa

CELESTE (sedendosi) ‑ Non abuserò della vostra cortesia signora. Desidero soltanto domandarvi informazioni sul conto di un giovane che probabilmente voi conoscete... abita al piano superiore al vostro.

CLARA ‑ Il signor  Raffaele Delacroix? (fra sè)  Ah! Mi hai chiamata donna pubblica! .... adesso ti servo io! (forte) Con piacere, signora...

CELESTE ‑ Prima di tutto vorrei sapere se egli ha una...

CLARA - amante? Non ne ha una...

RAFFAELLO '(fra sè) E' una buona figliuola!!!

CLARA ‑ Ne ha dieci'... ne ha venti' ...

CELESTE ‑ Ehi ?„.

RAFFAELLO ‑ Ah, questa poi' ....(fa segni disperati a Clara)

CLARA (seguitando imperterrita) E' una vera processione Sulla scala! Tutti i giorni ne passa

qualcuna nuova! E la notte. poi. signora! ... Grida, canti, rumori ! ... non si può dormire!

CELESTE (irata ) ‑ Oh!!...

RAFFAELLO (fra sé) ‑ Ed essere costretto a tacere!

CELESTE ‑ Ma dove ha preso le sue informazioni. mio marito?.

CLARA ‑ Voi capite. vero, signora?... quando si è donne oneste!...

ROSALIA (entrando) ‑ Signora, signora! E' qui i1 signor Crick... Ha trovato i...

CRICK ‑(interrompendola bruscamente)‑ Inutile... piantala e vattene!...( mostrando a Clara un cappello) Cos'è questo!...

RAFFAELLO (fra sè, spaventato) – Sapristi!. (si nasconde bene sotto le coperte).

CLARA ‑ (indicando la signora Pontbichot)‑ Ma, amico mio, non sono sola!...

CRICK ‑ Non me ne importa!.

CLARA ‑ Ma è il cappello di Loulou!

CRICK ‑ Ah, sì, vero? ... E questi altri due?...

CLARA ‑ Ma sono di Loulou anche quelli!

CRICK – E’ un Loulou con tre teste. allora! ? Tre cappelli ! ... Cioè due di più del normale... Dove sono dunque i due supplementari?... Dimmelo che li polverizzo immediatamente! ... Dove sono?! ...

RAFFAELLO (azzardando fuori un occhio e un pezzetto di testa) Come vorrei essere altrove!...

CELESTE (atterrita) ‑ Vi chiedo il permesso di ritirarmi...

CRICK ‑ Andatevene, andatevene pure!... Nessuno vi trattiene! (Celeste si affretta ad andarsene dalla porta di fondo e Crick lancia irosamente i cappelli a terra) Dove sono, dillo? Là, forse? (gridando, entra da una delle porte a sinistra).

CLARA ‑ Ed ora... (gli chiude dietro la porta a chiave) a questi altri! (corre a picchiare agli usci dietro cui sono nascosti Grèvillon e Pontbichot). Presto, venite fuori !

RAFFAELLO (balzando dal letto) ‑ Vorrei proprio sapere perché voi avete raccontato...

CLARA ‑ Perchè sono a una donna pubblica  signore!

PONTBICHOT (entrando) ‑ Che c'è?

CLARA (affrettatamente) – Andatevene! C'è qui il domatore!

GREVILLON ( entrando e  non comprendendo) ‑ Il domatore?...

RAFFAELLO ‑ Un pazzo. in fede mia!. Ci mangia in un boccone se ci pesca!

CLARA (sullo stesso tono concitato) ‑ Vi sta cercando per l'appartamento! Presto dunque!

RAFFAELLO ‑ Saliamo a casa mia! (si dirigono verso la porta di fondo, ma tornano indietro precipitosamente atterriti) Mia suocera! (passa dietro il letto).

GREVILLON ‑ La signora Pontbichot! (si nasconde .sotto il letto)…

CRICK – Aprite, o sfondo la porta!

CELESTE (entrando) ‑ Ho dimenticato qui la mia borsetta! ... (scorge Pontbichot per di dietro, ma non lo ravvisa; caccia un urlo) Ah!... (scappa dall'uscio dal quale è entrata. Nel frattempo Grèvillon è riuscito a nascondersi sotto i1 letto e Raffaello è salito sul baldacchino. Pontbichot entra nel letto, cerca nascondersi meglio che può sotto le coperte).

CRICK (a cui Clara s'è decisa ad aprire) ‑ Di là non ci sono ! ...

CLARA (indicandogli l'uscita )Quella è la porta! Andatevene!

CRICK ‑ Me ne andrò soltanto dopo che li avrò massacrati!

PONTBICHOT (osando metter fuori una parte del volto) ‑Veramente non lo credevo proprio cosi il paradiso!

CRICK (scorgendo Pontbichot) Ah! eccone uno nel letto!... Chi è quell'individuo ?

PONTBICHOT (a Clara) ‑ Non rispondetegli! ...

CRICK ‑ Vi ho chiesto il suo nome! ....

CLARA ‑ Non lo conosco!

GREVILLON (da sotto il letto, imitando la voce di Pontbichot) Pontbichot! ...

CRICK (credendo che Pontbichot stesso abbia parlato) –Bene!... L'indirizzo ora!

RAFFAELLO (imitando quanto ha fatto Grèvillon) ‑ Via Taibout 20...

CRICK (sempre ritenendo sia stato Pontbichot a rispondergli) Sta bene! Venite fuori da quel letto signore!

PONTBICHOT ‑ Ma cosa v'interessano il mio nome e il mio indirizzo? Io non sono l'amante!

CRICK ‑ No. vero ? ... e vi trovo proprio nel letto di Clara, e in quell'abbigliamento! . .

PONTBICHOT ‑ Ma se non fosse stata mia moglie, non mi ci avreste trovato!

CRICK ‑ Meglio ancora! Siete ammogliato! Vi condurrò subito a casa vostra, Via, march! (gli sferra con lo scudiscio sui polpacci).

CLARA – Basta! questi modi non mi vanno! ( suona due colpi) Barone!

PONTBICHOT (posando gli occhi sull'armadio) ‑ Ah! l'armadio!... (lo apre e vì entra frettolosamente).

CRICK (che lo ha visto, ma lo ha lasciato fare) ‑ Ottima idea! (chiude l'armadio; suona un colpo al campanello, ed a Rosalia che entra) Due facchini, subito! (Rosalia esce).

CLARA (al Barone che entra) Barone! Sbarazzatemi dei signore (indica Crick).

CRICK (sollevando lo scudiscio )‑ Non ve lo consiglio!... (il Barone fa istintivamente un passo indietro) Dove sono gli altri due

CLARA ‑ Alla fine, m'annoiate, sapete!

CELESTE (ricomparendo, dal fondo) ‑ Potrei, infine... vorrei riavere la mia... (in quel momento la stoffa del baldacchino si spacca sotto il peso e Raffaello precipita sul letto).

CELESTE (riconoscendolo) ‑ Mio genero!... duale orrore! (fugge dal fondo).

CRICK ‑ (vedendo Raffaello) ‑ Questo è piovuto dal cielo!. (accorgendosi di Grèvillon che si muove stto il letto) Ecco qui il terzo

CLARA (esasperata) ‑ II mio amante! E’ il mio amante!

(Entra Rosalia. seguita da due facchini. Crick s'affretta verso di loro e dà ordine di portar via l'armadio; essi obbediscono prontamente. Raffaello intanto si dibatte sul letto: Grevillon, aiutato dal Barone, esce di sotto il letto. Clara, esasperatissima, contempla il quadro. stando a braccia incrociate).

SIPARIO

ATTO TERZO

(La stessa .scena del pruno atto).

GIOVANNA (è .sola. .Seduta davanti alla tavola, sta scrivendo) ‑ Evidentemente a tavola. il posto del signor Raffaello dovrà essere accanto al mio: egli certamente preferirci trovarsi vicino a me che noti a inamena inia od alla signor Grèvillon ! ... .

GIUSTINA (entrando) ‑ Signorina... la sinora non è tornata ancora?

GIOVANNA ‑ No. Giustina... perché? ?

GIUSTINA ‑ Ma... perchè tutte le provviste sono chiuse sotto chiave e sono già passate le sei! M'occorre il riso, il madera per il filetto...non farò più in tempo altrimenti!

GIOVANNA ‑ Ma la mamma non può tardare  molto.

GIUSTINA (malcontenta, fa per uscire) ‑ Ali! ... ecco qui la signora!

CELESTE (entra agitatissima) Tuo padre non è ancora tornato Giovanna?

GIOVANNA ‑ No mamma.

CELESTE (abbracciandola) ‑ Ah!

mia povera figliuola ! ... È orribile!

GIOVANNA ‑ Ma cos'hai?...

GIUSTINA ‑ Signora... non ho nè riso nè madera... se tardo ancora il pranzo non potrà essere pronto a tempo!

CELESTE (dando in fretta le chiavi a Giustina) ‑ Tenete... ecco le chiavi. Lasciateci ora... tanto so perfettamente quanto ne dovrà restare nella bottiglia!

GIUSTINA ‑ Oh! ... la signora sa pure che, io non ho l'abitudine! .... (fra Sé, uscendo)... ci aggiungerò dell'acqua. Ecco! ...

GIOVANNA ‑ Dimmi  po' mamma cos'hai?

CELESTE ‑ Ho, che... (si ferma ed in tono sentenzioso riprende)  Sai tu chi era Sardanapalo?...

GIOVANNA ‑ Sardanapalo?... (stupìla guarda .sua madre) ... ma era un re….

CELESTE - …..celebre per le sue orgie!... precisamente come il signór Raffaello Delacroix!

GioVANSA ‑ Eh? ! ...

CELESTE ‑ Sì, proprio così, mia povera figliuola Ecco il marito che tuo padre ti aveva scelto! Il Sardanapalo del secolo XX!

GIOVANNA ‑ Il signor Raffaello?

CELESTE ‑ Ho assunto proprio ora informazioni precise sul conto suo! Se tu sapessi!....

GIOVANNA ‑ È falso ! ...

CELESTE ‑ Ahimè, no! ... L' ho  Visto proprio io con gli occhi miei,  cadere nel... oh!...

GIOVANNA ‑ Continua... cadere nel....

CELESTE ‑ Mi è impossibile di dire di più,  mia cara! Tu non puoi assolutamente sposare quel signore!

GIUSTINA (entrando )‑ Signora, il fidanzato della  signorina!

CELESTE ‑ Eh?

RAFFAELLO (entrando) ‑ Signora. (Giustina esce).

CELESTE ‑ Il fidanzato di mia figlia?... Voi!... Ci vuole del coraggio ! ...

RAFFAELLO ‑ Ma ascoltatemi, signora!

CELESTE ‑ Non ho nulla da ascoltare! Uscite  immediatamente!

RAFFAELLO ‑ Ma vi giuro ch'io sono innocentissimo!

GIOVA\NA ‑ Lo senti, mammina?

CELESTE ‑ Meno bugie. Signore vi ho visto io cadere nel...

GIOVANNA ‑ Ma nel... cosa?

RAFFAELLO ‑ Con una parola sola potrei discolparmi, ma preferisco parlare prima col signor Pontbichot!

CELESTE ‑  Mio marito non è in casa signore!

RAFFAELLO (sedendosi; fra sè, soprapensiero) ‑Che ne è  avvenuto? Io ho potuto salire a casa a rivestirmi, ma, lui....

CELESTE ‑ Avete forse la pretesa d'installarvi a casa mia?

RAEFAELLO ‑ Sta bene, signori tornerò! (si alza).

GIOVANNA ‑ Ma mamma... alla fine, se il signore desidera parlare con papà!...

RAFFAELLO ‑ Sì. signorina... lo voglio!

CELESTE ‑ (irata) ‑ Andatevene... Sardanapalo !

RAFFAELLO ‑ Sardanapalo?..

GIOVANNA (andando verso di  lui) Oh, signore, ve ne  prego... perdonate!...       `

RAFFAELLO ‑ Me ne vado ora. signorina, ma ritornerò, perchè vi amo e perché anche voi mi amate! E noi ci sposeremo e saremo felici.

CELESTE ( esasperata ) ‑ Ah, mai! ....

RAFFAELLO ‑ A fra loco. cara suocera!  (fra sè) Se Pontbichot non mi libera spontaneamente da questo imbroglio. non gli userò alcun riguardo!

CELESTE  ‑(soffocando per l'indignazione)  Cara suocera .....Unisce l'impudenza e l'arroganza al vizio!....

GIOVANNA ‑ Calmati, mammina... se n'è andato!.

CELESTE ‑ Ha fatto il suo dovere! La condotta di quell'uomo avrebbe fatto arrossire Margherita di Borgogna. una regina che... non arrossiva facilmente!

GIOVANNA ‑ Oh... no potrò certo consolarmi con la storia di  Francia!... (piange).

CELESTE ‑ Soltanto in provincia si possono trovare mariti onesti, seri... come tuo padre!

GIUSTINA ‑ Signora... sono qui due facchini che portano un armadio.

CELESTE (sorpresa) ‑ Un armadio ?

GIUSTINA ‑ Sì. un armadio. Hanno detto che lo manda il signor Pontbichot.

CELESTE ‑ Cosa gli prende a mio marito? Comperare degli armadi senza nemmeno consultarmi? (guidati da Rosalia, i facchini entrano con l'armadio).

GIOVANNA ‑ Oh, com'è  bello! .... Mettetelo qui.

CELESTE ‑ Decisamente l'aria di Parigi non conferisce a Pontbichot!

PRIMO FACCHINO ‑ Nespole, se è pesante!

SECONDO FACCHINO (a Celeste) C'è la mancia?

CELESTE ‑ Non ve n'è l'abitudine a Remorantin! Andate!

(Giustina e i facchini escono).

CELESTE (sempre irosa )‑ Ah, per colpa di quel Delacroix, sono tutta sconvolta ancora... Sono le sei e mezzo e tuo padre non è ancora di ritorno! Ma cosa fa?... (s'avvicina all'armadio, lo apre e caccia un grido). Ah!...

GIOVANNA ‑ Cosa c'è?

CELESTE ‑ Un uomo! ... un ladro certo! (le due donne s'abbracciano spaventatissime)

PONTBICHOT (nell'armadio, rimasto aperto) ‑Dell'aria! ... finalmente respiro! ... Ma  dove sono? (esce dall'armadio; è pallidissimo)

GIOVANNA ‑ Ma è il babbo!

PONTBICHOT ‑ Sono a casa  mia... colui mi ha spedito a casa mia! ....

CELESTE  (stordita) ‑ Tu?  ... in quell'abbigliamento?... Dentro un armadio ? Ma spiega quest'enigma!

PONTBICHOT ‑ (fra sè)        Bisogna guadagnare tempo!....(forte) Sto male... un po' di the, ti prego!... e la mia veste da camera! (siede)

GIOVANNA ‑ Sì, papà! Ah! in che stato! (esce).

PONTBICHOT  ‑ (fra sé) Cosa mai potrò raccontarle?

CELESTE (sospettosa ‑ Ma come ti trovavi in quell'armadio?

PONTBICHOT ‑ Molto male'. Ho le reni rotte... ho male alla testa... al cuore...

CELESTE ‑ Ma io non intendevo chiederti questo! Io desidero sapere come, hai potuto .. essere. lì .. dentro !

GIOVANNA (entra recando la vestaglia ed il the) ‑Ecco quanto desideri, babbo!.

PONTBICHOT (affrettandosi a Mettere la veste da camera ) ‑ Grazie! (fra sè) Cosa potrò raccontare?

CELESTE ‑ Tieni. Bevi, adesso.

PONTBICHOT ‑ (dopo aver bevuto) Come sei buona, Celeste!. Un cuore d'oro, entro una stoffa di raso!

CELESTE ‑ Entro una stoffa di raso!... Sei impazzito? Ma ci racconterai infine...

PONTBICHOT ‑ Si... poi... (a Giovanna) Cos'hai fatto oggi, cara figIiuola? ...

CELESTE (seccamente) ‑ Adesso non si tratta di Giovanna! Parliamo di te, invece! (Giovanna esce) Giovanna, lasciaci.

PONTBICHOT ‑ Le racconterò qualche fandonia idiota... solitamente è quanto ella crede più facilmente.

CELESTE ‑ Via. parlate!

PONTBICHOT ‑ Ascolta dunque, Celeste... tu devi rendermi questa giustizia... da quando ci siamo uniti. io non ti ho mai mentito! ... Quindi non comincierò oggi! Mi chiedi da dove vengo... ebbene... non ne so nulla!.

CELESTE ‑ Come? Vuoi farmi credere che non sai da dove vieni? Ma non sei uscito di qui per andare dal notaio

PONTBICHOT ‑ Sì, dal notaio... fina non ha potuto riceverci... sua moglie era in agonia! (intenerito) E al pensiero che un giorno anche tu, mia povera Celeste...

CELESTE ‑ Non divagare!... Dopo la visita al notaio, che hai fatto?

PONTBICHIOT ‑ Raffaello mi ha lasciato. sul Boulevard degli Italiani. per recarsi  da un amico...

CELESTE (ironica)‑ Già... da un amico!

PONTBICHOT ‑ E allora io. siccome tu mi bai proibito di passeggiare da solo sui boulevards, mi soli messo a camminare a caso... cammino... cammino... e arrivo... Indovina

CELESTE ‑ Non lo lento nemmeno... come vuoi che possa indovinare? Dove sei arrivato?

PONTBICHOT ‑ Non lo So! ... In un luogo ignoto... assolutamente ignoto .... e in questo luogo...

CELESTE (ironica) ‑ ... ignoto...

PONTBICIIOT ‑ Ignoto... scorgo... (fra sè) Cosa diavolo avrei potuto scorgere? (forte) Scorgo...

CELESTE (ironica)  Un armadio!

PONTBICHOT ‑ Ma no! (ha un'idea e riprende subito con forza) Scorgo invece tre individui che sì precipitano su di me, gridando: "E' lui"!!!

CELESTE ‑ Ti conoscevano dunque?

PONTBICHOT ‑ No... affatto! ma certamente debbono avermi preso per un altro! 

CELESTE ‑ E allora?

PONTBICHOT ‑ Allora, in un attimo, mi trovo imbavagliato, legato, nella impossibilità assopita di gridare per chiedere aiuto.

CELESTE (spaventata) ‑ Dio mio!.

PONTBICHOT (fra sé) ‑ Abbocca!  abbocca! ...

CELESTE ‑ E poi?

PONTBICHOT ‑ Sento poi che mi depongono. entro una carrozza. questa corre, si ferma, mi sollevano, mi trasportano...

CELESTE ‑ Dove?

PONTBICHOT ‑ Lo ignoro! Mi vengono tolti i vestiti... l'emozione allora mi fa perdere i sensi... svengo...

CELESTE ‑ Ma è orribile!

PONTBICHOT ‑ E quando ritorno in me, mi trovo qui, davanti a te, in mutande, uscendo da un armadio. senza sapere come ho fatto ad entrarci. Ecco come stanno le cose!

CELESTE ‑ Ah! questa Parigi! ... E dire che al secolo attuale ci si trova esposti ancora a questi pericoli!

PONTBICHOT (fra sè) ‑ Davvero non avrei mai creduto ch'ella avesse bevuto così facilmente una panzana di questo genere!

CELESTE ‑ Scrivi subito al Commissario di Polizia. raccontandogli l'avvenuto, affinchè possa aprire una inchiesta!

PONTBICHOT ‑ Ah, no!

CELESTE ‑ Perchè. no?

PONTBICHOT ‑ Sai benissimo che non sempre le lettere arrivano e...

CELESTE ‑ Hai ragione! (fra sè) Assai meglio andare di persona! (suona).

PONTBICHOT ‑ Perchè suoni adesso ?

CELESTE (a Giustina che entra) ‑ Il mio cappello, subito!

PONTBICHOT ‑ Esci?

CELESTE ‑ Non mi trattenere! Bisogna che vada subito! Non deve terminare così!

GIUSTINA ‑  (tornando col cappello)  Ecco, signora. (esce).

PONTBICHOT ‑ Ma dove vai?

CELESTE ‑ Dove vado? In via di Provincia, dai Commissario di Polizia!

PONTBICHOT ‑ Ma...

CELESTE ‑ Ti prometto che li ritroveranno, i miserabili! (esce rapida).

PONTBICHOT (solo) Perdirindina! Ma se il Commissario s'immischia in questa faccenda, sono fritto! Celeste finirà col sapere tutto! Come impedire?... Oh, il telefono! Ah, sì?... tu vai dal Commissario?... ebbene, io ci sarò prima di te'! .... (s'avvia verso il telefono e suona) Oh! Edison, 

io ti ringrazio! (telefonando) Pronti... pronti.... Parlo col signor Commissario? Fra pochi momenti ella riceverà la visita di una signora un po formosa, ... che s'immagina che suo marito sia rimasto vittima di una aggressione e le sia stato rimandato a casa chiuso in un armadio, con le sole mutande indosso... eh?... pronti... Sì, sì... è  una donna piuttosto matura.... stramba... Che  bisogna farne? Oh. nulla di speciale! Non è  pericolosa! ... Basta rimandarla a casa sua! Cosa? cosa?... pronti! (parlato ridendo, otturando con la mano l'apparecchio trasmettitore) Mi chiede se bisogna farle applicare la doccia! ... Ah, s'io non fossi colpevole, non mi piacerebbe rispondere di sì! ... (telefonando) Pronto... no, no, la doccia no! Molto gentile, signor Commissario... grazie! Buon giorno, signore! lasciando il telefono) Bene... ora ella può recarsi a reclamare l'inchiesta!

RAFFAELLO (entrando) ‑ Finalmente siete tornato!

PONTBICHOT ‑ Oh, sì' ... dentro questo armadio, amico mio! Sono stato spedito, così imballato, a c: casa mia, ed è stata mia moglie aprire l'armadio! Per fortuna eh: non m'aveva riconosciuto quando mi la visto da Clara, per di dietro... e così ho potuto cavarmela abbastanza bene!

RAFFAELLO ‑ Già... ma ella ha visto me, però!

POTBICHOT ‑ Come? ....Vi .siete lasciato sorprendere?

RAFFAELLO ‑ Non di mia volontà! Sono caduto dal baldacchino del letto, su cui mi ero nascosto. S'è sfondato, io sono caduto sul letto, in mutande com'ero e vostra moglie m'ha visto!... Poco fa, qui, ella mi ha messo alla porta malgrado io le abbia giurato che sono completamente innocente... o io vengo a chiedere a voi dissuaderla, facendole noto che se mi trovavo lì, era appunto per  impedire a voi di ingannarla!

PONTBICHOT ‑ Cosa? ... Voi vi immaginate che io dirò a mia moglie una cosa simile?... Sapete che avete una bella faccia tosta?!

RAFFAELLO ‑ .Allora lo dirò io stesso alla signora  Pontbichot !

PONTBICHOT – Raffaello! .... Voi non farete questo!

 

RAFFAELLO ‑ Lo farò invece!

PONTBICHOT ‑ E io dirò allora alla signora Pontbichot che voi siete 1'amante di una signora della  buona società!

RAFFAELLO ‑ Eh?

PONTBICHOT ‑ (fra sé) E' nelle mie mani!

GREVILLON ‑ (In mutande, con il mantello di Crick)  Siete soli?

RAFFAELLO e PONTBICHOT ‑ Grevillon!!!

GREVILLON ‑ Ah! amici miei! ....vengo a chiedervi un  paio di pantaloni... non oso rientrare  a casa mia!

PONTBICHOT ‑ Cos'è avvenuto?

GREVILLON ‑ Ero riuscito ad in filarmi sotto il letto, ma non potevo fare un movimento e Nello             stesso tempo non resistevo all'immobilità. Sono stato scorto... il Barone s'è messo a tirarmi per  i  piedi... Clara s'è fatta prendere da una crisi di nervi... il domatore ruggendo come i suoi leoni, s'è messo a fare a brandelli i nostri vestiti... alla fine riuscendo a sbucare in anticamera, sono riuscito a trovar questo sull'attaccapanni... (a Raffaello) Faccio allora per venire a rifugiarmi da Voi quando scorgo una signora che stava suonando alla vostra porta...

PONTBICHOT ‑ La sua amante?

GREVILLON ‑ No ! . Mia moglie! ...

RAFFAELLO ‑ Sapriti!! (forte e con meraviglia) La signora Grèvillon alla mia porta?...

GREVILLON ‑ Sì. proprio lei! Mi aveva seguito' ... :Avevo compreso da qualche giorno che ella non era più la stessa... domandavo a me stesso < che cos'ha? .> Ecco che cosa aveva, amici miei! ... diffìdava,...

RAFFAELLO (fra se) Respiro!

PONTBICHOT ‑ ( fra sé) Capito ! ... La signora della buona società di Raffaello. è lei!!( forte) E ti ha riconosciuto?...

GREVILLON ‑ Non lo so ! ... sono fuggito immediatamente!... Ti prego, Pontbichot, prestami un vestito!

PONTBICHOT ‑ Vado a cercartene  uno! (piano a Raffaello) E se voi direte qualche cosa a mia moglie, io rivelerò tutto a Grèvillon! (esce).

GREVILLON ‑ E dire che avevo installato Clara proprio nella vostra casa, per prepararmi un alibi in caso i eventuali sospetti... ma non si prevede mai tutto!

ELENA (dall'ingresso) ‑ È in casa la signora Ponthichot ?

GREVILLON ‑ Mia moglie!... mi insegue! ... ma se ora mi trova in mutande... dove... dove nascondermi?... Oh, l'armadio!

ELENA ‑ (agitatissima entra e scorgendo Raffaello, corre a lui) Siamo perduti! Mio marito mi ha vista!

GREVILLON ‑Eh?... ( mentre chiude l'armadio).

RAFFAELLO ‑ Ha udito!

ELENA ‑ Figuratevi che...

RAFFAELLO (piano e in fretta) Zitta! Egli è dentro quell'armadio che ascoltai!.. Rispondete secondando quello che io dirò.

(La parte superiore dell'armadio si solleva ed appare la testa di Grèvillon).

GREVILLON ‑ Ma allora la signora della buona società era...

RAFFAELLO ‑ E quand'anche vostro marito vi avesse vista?... Noi non siamo colpevoli!

GREVILLON ‑ Essi non immaginano ch'io senta tutto !

ELENA ‑ No, è vero!

RAFFAELLO ‑ La nostra affezione è rimasta pura!

ELENA ‑ Purissima!


RAFFAELLO ‑ Ed abbiamo avuto il merito di lottare... voi soprattutto!

ELENA ‑ Proprio così... e probabilmente benchè ingannata da mio marito!

GREVILLON ‑ (preoccupato) ‑ Oh, là!

RAFFAELLO ‑ No, no....v'ingannate... posso affermarvi...

GREVILLON ‑ Bravo amico!

ELENA ‑ Avrei potuto cercare altrove una consolazione...

RAFFAELLO ‑ Meno platonica! ....

ELENA ‑ Voi siete stata la mia anima gemella!

GREVILLON (fra sé) ‑  Un adulterio soltanto morale!...

RAFFAELLO ‑ Elena... sapete che io sto per sposarmi...

ELENA  (pianissimo) ‑ Miserabile!

RAFFAELLO ‑ Giuratemi che resterete sempre fedele a vostro marito ! ...

ELENA ‑ Ve lo giuro. Raffaello!..

GREVILLON ‑ (contento; a voce alta) ‑ Bene!

ELENA  ‑ (fingendo grande stupore)  Ma come... tu eri qui?...

RAFFAELLO ‑ Ci ascoltavate?...

GREVILLON ‑(uscendo dall'armadio)Elena... perdonami! Il solo colpevole sono io, che t'abbandonavo per frequentare un circolo dove ricevono anche i domatori!.... Ma rassicurati... ho dato le mie dimissioni!

PONTBICHOT (entrando)‑ Eccoti il vestito...

ELENA ‑ Come... ne sei senza?

GREVILLON ‑ Poco fa. sedendomi... c'era un chiodo... capirai!... Ma d'altra parte cosa può contare una laceratura ai pantaloni, di fronte a quel che avrebbe potuto essere apportata al mio onore?... (a Pontbichot) Sai, amico mio... la dama di Raffaello. era mia  moglie!

PONTBICHOT‑ ah! .... (piano a Raffaello) Come l'ha saputo?

ELENA (al marito) ‑ Inutile  dirlo a tutti!

RAFFAELLO ‑ (a Pontbichot)  E voi.se fra cinque minuti non mi avrete giustificato agli occhi della signora Pontbichot!....

PONTBICHOT -(fra sè)  Mi tiene nel pugno!...

CELESTE ‑ (entra: ha il cappello di traverso; è spettinata) E' stata questa la prima volta che mi sono recata da un Commissario... ma giuro che sarà anche l'ultima!

GIOVANNA (entrando in quel momento) ‑ Oh, mamma!!....

PONTBICHOT ‑ Te l'avevo ben detto io che era meglio non immischiare il Commissario!...

CELESTE ‑ Giungo nell'ufficio... e non faccio a tempo ad aprire bocca, che mi sento dire: "Siete forse voi la vecchia pazza?"...

TUTTI ‑ Vecchia pazza?

CELESTE. ‑ Oh, v'accerto che gli ho fatto subito vedere se ero la vecchia pazza! Ha imparato immediatamente con chi aveva a che fare! L'ho schiaffeggiato!

TUTTI ‑ Schiaffeggiato!...

CELESTE ‑ Proprio così!. Allora egli ha osato farmi mettere alla porta! Indignatissima me ne ritornavo correndo a casa... quando poco è mancato che non venissi travolta  da un autobus...

GIOVANNA ‑ Oh, mamma!.

CELESTE ‑ Rassicurati., figliuola mia!.....non è stata nulla per fortuna., grazie al prezioso intervento di un gentiluomo che passava, che si è precipitato in mio soccorso e mi ha poi condotta sino a     casa. (cercando attorno a sè) Ma non è qui‑! (avvicinandosi all'ingresso) Entrate dunque, signore, vi prego! (entra Flèchard).

PONTBICHOT, GREVILLON. RAFFAELLO ‑ (ciascuno per proprio conto ) ‑ Il Barone!

CELESTE ‑ Signor Pontbichot... ringraziate il salvatore di vostra  moglie!!!

BARONE ‑(fra sè) ‑ Toh!!! Bebé!!

PONTBICHOT ‑ Vi ringrazio infinitamente. signore! (piano) Mille turaccioli di champagne sé dimostrate di non conoscermi!

BARONE (piano) ‑ Sta bene...( forte) Signore! .... .(si stringono la mano)                ..

GREVILLON ‑ Anche io vi ringrazio!

BARONE (fra .sé) ‑ Loulou!

GREVILLON ‑(mentre gli stringe la mano) Duemila turaccioli di champagne se non mi conoscete!

BARONE ‑ Bellissimo... (salutandolo)  Signore!

CELESTE  (al Barone) ‑ Signore, voi non sembrate una persone, a cui come attestato di riconoscenza si può offrire del denaro.......domandatemi dunque voi qualche cosa che potrebbe farvi piacere...

GIOVANNA (piano al Barone) ‑ Oh... domandatele di accordare la  mia mano al  signor Raffaello Delacroix:...

BARONE ‑ Io?

GIOVANNA ‑ Sì. voi!....Oh. ve ne prego!...

BARONE ‑ Sia come desiderate! (a Celeste) Giacchè voi volete ringraziarmi facendomi cosa gradita... ebbene. io vi prego di voler accordare la mano di vostra al signor Raffaello Delacroix.

CELESTE ‑ .Ah. signore! ... Questo mai!

RAFFAELLO (piano a Pontbichot,)‑ A voi, ora! E il buon  momento!

PONTBICHOT (a Celeste) Ma come, mia cara, puoi rifiutare alla persona che ti ha salvato la vita la sola cosa che ti chiede?.... Sei ingrata!

CELESTE ‑ Ma si tratta di mia figlia! E dare mia figlia al  Signor  Delacroix ....mai!

PONTBICHOT (piano al Barone) Tremila turaccioli se ci salvate! (fra sè) Quest'uomo si formerà una fortuna in turaccioli!

CELESTE ‑ (al Barone) ‑ Un uomo che ho sorpreso un'ora fa presso una...

BARONE ‑ Clara Taupin?... ma è mia moglie!

CELESTE ‑ Ma io l'ho visto...

BARONE (sorridendo) ‑ Cadere dal baldacchino del letto?... Semplicissimo!... Vi era salito sopra nella sua qualità di pittore... dipingeva il soffitto!

PONTBICHOT (fra sé) ‑ Non l'avrei mai trovata io!

RAFFAELLO (a Celeste) ‑ Vedete, signora, che tutto finisce con lo spiegarsi?

GREVILLON ‑ Perbacco! Basta dire la verità!

GIOVANNA ‑ (a Celeste) ‑ Allora acconsenti. mammina?...

CELESTE ‑ Ebbene. sì! (Raffaello le si accosta subito... si stringono cordialmente la mano).

BARONE ( fra sè) ‑ Avrò compiuta almeno una buona azione nella mia vita!

CELESTE ‑ (a suo marito) ‑ Domani però, torneremo a Remorantin!

PONTBICHOT (fra .sè, fìlosofìcamente) ‑ Si vede proprio ch'è scritto in Cielo ch'io non debba conoscere il Paradiso!

SIPARIO

FINE DELLA COMMEDIA