Il poeta e Margherita

Stampa questo copione

LE CARTE

Paolo Iorio

IL POETA E MARGHERITA

ovvero

LA FORZA DELL’AMORE

Un piccolo melodramma


IL POETA E MARGHERITA

Un piccolo melodramma

PERSONAGGI:

Artemio                un poeta

Margherita              una fanciulla

Leandro                 uno studente

Donna Elvira            madre di Margherita

Rosetta                 serva di donna Elvira

Mastro Cecco            il gestore di una locanda

Annina                 sua figlia

Tonio                   fidanzato di Annina

Gaspare                un commerciante di bestiame

frate Rinaldo          Un frate

Osvaldo                 un conte, promesso sposo di Margherita

Donna Adele             madre di Osvaldo

Ofelia                  moglie di Artemio

Ballerini

Un gruppo di bambini

periodo '700 '800

in un albergo alloggia un vecchio poeta, Artemio, che rimpiange l'amore della sua vita, sua moglie, che ormai non c'è più.

Ospite dell'albergo è anche lo studente Leandro che, innamorato di Margherita a cui la avida madre propone facoltosi pretendenti, non riesce a dichiararsi perché timido.

Artemio, con l'aiuto della poesia, proverà ad aiutarlo ma ancor più vi riuscirà Margherita, con uno stratagemma.

 

PROLOGO

SCENA I - L’Autore, un Famoso Musicista del ‘700 e una Dama, ovvero Musa Ispiratrice.

L’Autore entra in scena meditando ad alta voce sul proprio ruolo. In un lato vi sono Famoso Musicista al clavicembalo, intento a comporre, con seduta accanto Musa Ispiratrice.

Autore (Ragionando tra se, rivolto al pubblico) – “A cosa stai lavorando?”… “Cosa ci proporrai di nuovo quest’anno?” Eh, già. Si fa presto a dirlo!.. Perché vedete, cari signori, io sono giunto alla mia terza commedia musicale della mia lunga carriera di commediografo, iniziata ben, ben… tre anni fa! Lo ammetto: ci sono arrivato un po’ tardi.. diciamo che ho avuto bisogno di mooolto tempo per maturare la decisione di offrire alle scene ciò che avevo dentro. Ma adesso, adesso che faccio?  L’opera prima, si sa, è una sorpresa! Chi se l’aspettava? Bravo qui, bravo là, “Complimenti che bella fiaba” “La tua opera, come ti somiglia!”… è una bella soddisfazione!.. La seconda, una conferma: bella storia, bel significato profondo… un po’ pallosa ma, perbacco! …Ma ora? …Ora, tutti attendono qualcosa di nuovo… niente di troppo serio, per carità, … è bastato “Il Cantastorie”! Magari si aspettano una trama spiritosa, leggera, divertente! …Io, in verità, un’idea ce l’avrei: ho la testa che è tutta un brulicare di cose da raccontare!.. Ma la musica? Che musica faccio cantare ai miei personaggi? Me ne hanno dette di tutti i colori: “La tua musica” mi fanno una volta “è una via di mezzo tra Broadway, i cartoni Disney, Morricone e Gigi D’Alessio”.. bel giudizio, proprio bello! Ci vorrebbe un’ispirazione… qualcuno a cui chiedere un consiglio… (viene distolto dal suono di un clavicembalo)

Famoso Musicista (parodiando al clavicembalo)- Che ne dici, o mia Musa Ispiratrice? Ti piace?

Musa Ispiratrice - Molto, mio caro.

Famoso Musicista – (rivolgendosi al pubblico)- Lo credo bene: (con enfasi) sono un Famoso Musicista!

Autore (tra se)- Caspita! Che coincidenza! (poi, al pubblico) …queste cose succedono solo a teatro… (avvicinandosi ai due)

Famoso Musicista (accennando un altro motivetto)- E questo? Eh?

Musa Ispiratrice – Mmmm… diciamo passabile. Ma sai fare di meglio.

Famoso Musicista – (rivolgendosi al pubblico)- Andiamo bene…!

Autore (presentandosi, un poco imbarazzato)- Ehm, ehm… permette, Famoso Musicista… Io sono un modesto professore….

Famoso Musicista – (rivolto a Musa) Toh, guarda, cara!.. Un Modesto Professore… pensa, ne esistono ancora!

Musa Ispiratrice – Oh, Santi Numi… chi se lo sarebbe mai aspettato.. Che caro… credevo fossero estinti!

Autore (piccato)- Ehi, andiamoci piano con il “caro estinto”, ho solo cinquant’anni e portati pure discretamente bene!... O no? … ma torniamo a noi: avrei una cortesia da domandarle…

Famoso Musicista – Che dici, o mia Musa, l’ascoltiamo?

Musa Ispiratrice (divertita)– Ma sì, mio caro… questi poveri professori non li ascolta più nessuno, gli alunni poi… figuriamoci! (ridono)

Autore - Vabbè, meglio lasciar perdere… Dunque… io avrei bisogno di aiuto per mettere in musica una mia storia…

Famoso Musicista – Ah, magnifico! Pane per i miei denti!!

Autore – Fortunato chi ce l’ha…

Musa Ispiratrice – Cosa? I denti?

Autore – No. Il pane. Ma andiamo avanti… per esempio mi potrebbe suggerire un tema musicale per Annina, la figlia di Mastro Cecco, il proprietario della locanda in cui alloggiano tutti i personaggi della mia commedia, innamorata di un poetastro da strapazzo che le dedica dei versi a dir poco… orribili!

Famoso Musicista – Mi faccia pensare… (inizia a suonare “Se vuol Ballare” da “le Nozze di Figaro” di Mozart) … che gliene pare?

Autore – Beh, a dire il vero mi pare di averla già sentita…

Musa Ispiratrice –(esortando Famoso Musicista) suvvia, caro… sai fare di meglio!... (Famoso Musicista accenna l’aria di Annina)

Autore – Bella, mi piace!... Un momento che me l’appunto… (prende una penna e scrive) Ecco fatto… Dunque.. poi ci sarebbe un poeta, Artemio, ormai avanti negli anni, che rimpiange la moglie Ofelia che ormai non c’è più…

Famoso Musicista – Vediamo un po’… (esegue l’inizio della sinfonia n.40, portata lenta)

Musa Ispiratrice – Beh, veramente, anche questa…

Famoso Musicista – (un po’ seccato suona le prime note dell’aria del Poeta) Così va meglio?

Autore – Meglio, molto meglio… meglissimo, direi! (scrive) Bene. Uno degli ospiti dell’albergo è un giovane studente assai timido, innamorato di Margherita, una fanciulla intelligente e dolce, ma anche molto decisa!.. Me lo suggerisce un tema? (il musicista accenna “Non più andrai farfallone amoroso”)

Musa Ispiratrice – No, caro… no! Anche questa si è già sentita, che diamine! Mettici più anima, perbacco, più cuore!..

Famoso Musicista – (al pubblico) Ma costei è la mia musa o… mia suocera?!..(poi,rivolto all’Autore con sarcasmo) Questa è di suo gradimento?! (suona il tema di Leandro)

Autore – Perfetto, direi… perfetto! Ora non ci resta che immaginare una melodia per…

Famoso Musicista – (spazientito) Senta, lei… Io comincio a spazientirmi…! Va bene un favore ma ora stiamo esagerando!

Musa Ispiratrice – Abbi pazienza, mio caro… aiutiamolo via! Non ti fa pena?

Autore – Come pena?.. (al pubblico) Faccio pena, addirittura?

Famoso Musicista – Tagliamo corto: una melodia per?...

Autore – Per Margherita, perbacco! E’ la protagonista!.... e per la sua terribile madre, Donna Elvira, che non fa altro che proporle mariti che.. non importa chi siano, né come siano, purché ricchi!

Famoso Musicista – Ecco qua: Margherita… (intona l’aria di Margherita) e Donna Elvira (suona il brano della seconda)… Va bene?

Autore – Bene? Bene, dice? Una meraviglia! E’ fatta! Grazie, grazie mille! Vi saluto: corro a sistemare il tutto! (Si allontana e, rivolgendosi alla platea) Anche stavolta avrò qualcosa da sciroppare al mio pubblico.. e sarà sicuramente un successo!

Musa Ispiratrice – Arrivederci, professore e… buona fortuna!

Autore – Buona fortuna? Non si augura mai la buona fortuna in teatro…! Porta jella!! (esce di scena)

10 minuti

ATTO PRIMO

SCENA I – Poeta, Mastro Cecco, Annina. La scena nel cortile interno di una locanda. Da un lato, chino sul tavolo, Artemio è intento a scrivere; dall’altro lato Annina addobba il locale con fiori e festoni. Mastro Cecco con uno straccio asciuga dei bicchieri.

 

Mastro Cecco  (Rivolgendosi con disappunto alla figlia)- No, no, non è così che si apparecchia la tavola! Quante volte ti ho spiegato come disporre le posate?!

Annina (trasalendo e rendendosi conto dello sbaglio commesso)

–Perdonatemi, Padre. Ero distratta…

Mastro Cecco (rassegnato) – Distratta, solo distratta? Tu hai la testa fra le nuvole, benedetta figliola mia! (alzando gli occhi al cielo, sconsolato) Ah, se ti potesse vedere quella santa donna di tua madre! Ma… pazienza: è volata in cielo e mi ha lasciato da solo a badare a te ed io.. io sono solo un povero oste ignorante!

Artemio (distogliendosi dal proprio lavoro) - Suvvia, Mastro Cecco! Non avete nulla da rimproverare né a voi né a questa brava giovine che è seria, lavoratrice ed anche assai graziosa!..

Mastro Cecco (confortato) – Se lo dite voi, signor Artemio, che siete così istruito.. (poi, rivolto alla figlia) ma tu, ma tu, mi raccomando, fai le cose per bene! Domani ci sarà il fidanzamento ufficiale della signorina Margherita, la figlia di donna Elvira (pronunciando il nome con enfasi e sguardo rapito), e..(scuotendosi) e tutto, TUTTO deve essere pronto per l’evento! (esce di scena)

Annina (avvicinandosi al Poeta) – Davvero?

Artemio (trasalendo)-Eh?

Annina – Dico.. davvero credete le cose che avete detto su di me?

Artemio (sorridendo)-Certamente, Annina!

Annina – Perché, sapete, il babbo ha proprio ragione: ho la testa tra le nuvole e…. (esultante)il cuore in paradiso!! (tirando fuori dal vestito un foglietto più volte ripiegato) Voi siete poeta e certo mi potrete capire. Leggete, leggete qui!

Artemio (prende il biglietto, lo apre e inforcati un paio d’occhiali, legge)

O cara Annina

Ti penso ogni mattina

Ti penso anche di notte

E quando ti penso il mio cuore batte!

Annina – (fremendo) Allora? Che ne dite?

Artemio (richiude il foglio e guarda attonito il pubblico. Poi, si rivolge ad Annina con calma) – Tu sei innamorata dell’autore di questa… questo… questo scritto, non è vero?

Annina – (raggiante)Sissì! Tanto, tanto!!

Artemio – Lo ami perché appunto ti ha dato questo schif… ehm, questo  schizzo di poesia…

Annina – (raggiante) Sissì, appunto per questo!

Artemio – … e tu hai la testa fra le nuvole per lui, lo sposeresti, andresti in capo al mondo con lui, con… con… (cerca il nome dell’autore nel foglio)

Annina – (fremendo glielo indica)Tonio, Tonio, si chiama… si chiama Tonio!

Artemio – Si chiama Tonio… ma tu, benedetta figliola, mi devi dire: e se si fosse chiamato, che so… Giacomo Leopardi tu… tu… che cosa mai avresti fatto?!? (porge il foglio ad Annina)

Annina – (riponendo il biglietto con cura)Lo so… lo so che le poesie che mi scrive non sono un granché… però a me piacciono lo stesso, perché sono dedicate a me, a me soltanto. Ed io son contenta così!

Aria di Annina

Annina   Non v’è parola che rechi Amore

Come parola che vien dal cuore

Sotto l’inchiostro io so intuir

Tutto l’amore d’un cuor gentil

Non è parola persa nel vento

Quella che rende un cuor contento

Ed ogni sillaba, ed ogni verbo

Gelosa in cuor ed in mente serbo

E se un biglietto furtivamente

Egli mi dona tutto tremante

Io mi commuovo di tanto ardor

E nel mio petto fiorisce Amor

Non v’è ricchezza che possa dare

Gioia sì grande, come l’amare

Son principessa ingioiellata

Quando mi sento innamorata

Sono regina, imperatrice

Quando il mio Tonio “Amor” mi dice

Son d’un diadema incoronata

Quando mi dice “Mia dolce amata”

Non v’è parola che rechi Amore

Come parola che vien dal cuore

Sotto l’inchiostro io so intuir

Tutto l’amore d’un cuor gentil

(Annina si allontana stringendo al cuore la poesia)

Artemio – (tra sé, rimasto solo)Ah, benedetti ragazzi, benedetta gioventù, benedetto Amore che fai girare il mondo!!... (Sospirando e rivolgendo lo sguardo verso l’alto) Ricordi, Ofelia? Ricordi le belle poesie, le mie belle prime poesie? A chi potevano esser dedicate se non a te, mia dolce Ofelia?

Aria del poeta

Artemio La mano nella mano

Ricordi: ci amavamo!

Dolce Ofelia!

 

Un mondo di poesia

O cara amica mia

Ci amavamo!

Poi tutto svanì

Poi tutto finì

Mi lasciasti solo al mondo senza te.

E la nostalgia

Dolce amica mia

Dopo tanto tempo non mi lascia ancor

Perché rivivo ancora il tempo lontano

In cui felice mi tendevi la mano

insieme affrontavamo le difficoltà

ridendo di felicità!

Ricordi ancora quelle lettere mie

In cui ti dedicavo ardenti poesie

Ed io sotto la luna le cantavo a te

Senza mai chiedermi il perché.

...  ...  ...  ...  ...  ...

Ricordi le carezze, le mille tenerezze

Che regalavi solo a me?

I baci, le carezze, le mille tenerezze

Che donavo solamente a te!

Artemio – Ricordi Ofelia?... (sconsolato, scuotendo la testa) Ma già.. a chi sto parlando? Tu non ci sei più e non potrai mai più rispondermi!… (torna a sedere al suo tavolo e riprende a scrivere)

20 minuti

SCENA II – Poeta, Gaspare, Padre Rinaldo, Mastro Cecco, Leandro, Annina, Tonio, Margherita (Artemio è nuovamente assorto nel suo lavoro. Entrano Padre Rinaldo e Gaspare discutendo tra loro)

Gaspare – (fuori scena) Caro padre … lei parla, parla ma non mi convince, sa? Io la penso proprio in un altro modo..

frate Rinaldo – (entrando) La vita è solo un breve passaggio su questa terra nel quale bisogna guadagnarsi il paradiso…

Gaspare – Ma quale paradiso e paradiso..! Bisogna guadagnarsi i quattrini! Io, per esempio, qui in città ho portato a vendere un gregge di pecore…

frate Rinaldo – .. il gregge, il gregge delle pecorelle del Signore, appunto! Umili e mansuete….

Gaspare – … che io venderò per acquistar cavalli! E voglio proprio vedere, quando ritornerò al mio paese (con enfasi, mimando il cavalcare, il rumore degli zoccoli e il nitrire del cavallo)zùppete, zùppete, a cavallo, in piazza!! Zùppete, zùppete, zùppete! Così impareranno a conoscere chi..hihihihihi!! Chi è Gaspare!

frate Rinaldo – Nella vita occorre abbandonare la superbia! Bisogna distaccarsi dalle cose terrene!

Gaspare – … i terreni! Ecco, pure i terreni! Mi voglio comprare tutti i terreni dei paesani, alla faccia loro! Chi avrà più il coraggio di ridere di Gaspare, il pecoraio?!

Artemio – (rivolgendosi ai nuovi venuti senza alzare la testa dal suo lavoro) Siamo alle solite, eh? Sempre immersi in questioni filosofiche, voi!...

frate Rinaldo – Ah, signor Poeta! Lei non può immaginare quanto sia meschina la gente, e quanto attaccata al danaro! Glielo dica lei al signor Gaspare, quali sono le vere gioie della vita…!

Gaspare – … mangiare, bere, dormire, divertirsi e…

frate Rinaldo – … e basta così! Satana! Blasfemo!

Artemio – (con tono bonario e rassicurante) Suvvia, calmatevi! Per ogni disputa si può trovare un accordo! Prendete ad esempio l’Arte, meglio, la Poesia. Essa è in grado di esaltare con le parole le cose terrene ma anche di avvicinarci alla spiritualità e…

(entrano Tonio e Annina percorrendo la scena da sinistra a destra)

Tonio – (declamando a gran voce e accompagnandosi con gesti plateali)…Canta il gallo e cantano i fringuelli quando vedono i tuoi occhioni belli!...

Annina – (estasiata) Oh, Tonio!.. Come fai a scrivere certe cose? (escono)

Artemio – (indicandoli con rassegnazione) Ecco, appunto. (calcando le parole)Ma come fa a scriverle?!.. E’ la forza dell’amore!

frate Rinaldo – …Amore sacro!

Gaspare – (mimando le forme di un corpo femminile)… Amore…

Artemio – (tagliando corto) …Amor profano!

Leandro – (entrando) Buongiorno a tutti! (Tutti rispondono. Poi si lascia cadere su una sedia accanto ad Artemio) Buongiorno Poeta!

Artemio – Buongiorno a te, Leandro! Lasciamelo dire, caro giovane, ma tu mi sembri distrutto! Che ti succede?

Leandro – (affranto) Non ho chiuso occhio tutta la notte!

Gaspare – (a padre Rinaldo)… Mal di denti...

frate Rinaldo – (a Gaspare)… Coscienza sporca!!…

Artemio – E piantatela voi due!... Ti affaticano i tuoi studi?

Leandro – Ma no.. la scuola, quella, va bene…

Artemio – E allora? Che pensieri ti turbano, ragazzo?

Leandro – Ah sapeste, caro Artemio…

Artemio – Ho capito.. si tratta di pene d’amore!!… Tu ti sei innamorato, non è vero?

Leandro – (con enfasi mista a sconforto)Ebbene…. sì!

(Tutti i presenti tranne il Poeta commentano l’affermazione con gesti e sorrisi)

Artemio – Non badare a loro: e’ successo a tutti, alla tua età: è normale sentirsi così!....Ah, l’amore, l’amore!! … E.. e non ne sei felice?

Leandro – Felice? Io? E come potrei? Ella non sa neppure che io l’amo!

Artemio – … E tu diglielo!

Leandro – Sembra facile! Magari sapessi come fare!.. Perché, vedete, signor Poeta…. ogni volta che io la incontro… le gambe si mettono a tremare… comincio a sudare e… e…

Tutti – …e?...

Leandro – e… la imbroglia mi si lingua!…. No!... E la briglia mi si allunga….

Gaspare – (rivolgendosi a Padre Rinaldo) … Ma che va a cavallo?...

frate Rinaldo – … non saprei…

Leandro – Che dico!!...(ad alta voce) E la lingua mi si imbroglia!!(tutti si guardano tra loro stupefatti))

Aria di Leandro

Leandro       Passa un giorno, passa l’altro

Ma non passa il mio tormento

Io che sembro tanto scaltro

Se la vedo, mi sgomento

Incomincio a balbettare

Non riesco più a parlare

Incomincio a balbettare

Non riesco più a parlare

Il mio amor non so spiegare,

che posso far?

    

Tutti              Incomincia a balbettare

Non riesce più a parlare

Il suo amor non sa spiegare,

che mai può far?

Leandro       Nel mio cuor non v’è che un sogno

Una speme, un’ambizione

Ma non credo d’esser degno

D’attirar la sua attenzione

Non mi degna d’uno sguardo

Ride sempre in ton beffardo

Non mi degna d’uno sguardo

Ride sempre in ton beffardo

Il mio amor non vuol vedere

Che posso far?

Tutti              Non lo degna d’uno sguardo

Ride sempre in ton beffardo

Il suo amor non vuol vedere

Che mai può far?

(entrano Tonio e Annina, dapprima con aria sognante tenendosi per mano, poi attenti alla conversazione)

Artemio –E, dicci, chi sarebbe l’oggetto delle tue brame?

Leandro – (titubante) Non so se dirlo…

Artemio – Suvvia..!!

Leandro – (tutto d’un fiato, sottovoce) La signoMarita!

Tutti – Eh?

Leandro – (infastidito,ripetendo un po’ più forte) La signoMarita!

Tutti – Eh?

Gaspare – … Ma che dice?...(rivolto a Tonio e Annina) voi lo capite?

Leandro – (prendendo un bel fiato e facendosi coraggio) la signorina Margherita!!

Tutti – Aaahhh! La signorina Margherita!

Leandro – Ma siete matti?! Zitti!... Volete che venga a saperlo tutto l’albergo?

                                                             25 minuti

(entrano da sinistra Margherita seguita dalla serva Rosetta. Tutti i presenti assumono un’aria indifferente e tornano ai loro posti. Solo Leandro rimane imbambolato)

Margherita – Ah Rosetta, se non ci fossi stata tu non avrei mai saputo scegliere tra tutti quei deliziosi cappellini..

Rosetta – Voi mi volete adulare, signorina Margherita! ..Non ho mai conosciuto una fanciulla con un gusto tanto squisito quanto il vostro!

Margherita – No, dico sul serio… (notando Leandro)Oh, buongiorno, Leandro!

Leandro – B.. Buon… Buongiorno, signorita Margarina!... ehm, volevo dire.. Signorina Margherita! (tutti ammiccano tra loro)

Margherita – Ah, ah ah! Siete il solito burlone! Ma quando la finirete di scherzare?...

Leandro – Non mi giocherei mai…

frate Rinaldo – (al pubblico) … I numeri al lotto!...

Leandro – …Non mi giocherei mai di prendermi un permesso…

Gaspare – … (sempre al pubblico)Un permesso sul lavoro!!

Leandro – … insomma! Non mi permetterei mai di prendermi gioco di voi, signorina!

Margherita – (Non badandogli già più e rivolgendosi al Poeta) Buongiorno, Poeta!

Artemio – Buongiorno, signorina Margherita, abbiamo fatto spese?

Margherita – Sì, un bellissimo cappellino! Mi ha aiutato Rosetta: è per il ricevimento…

Artemio – Sarà un gran giorno per voi…

Margherita – Un gran giorno?.. Neanche per sogno! Vi parteciperò solo per non scontentare la mia signora madre, che si ostina a volermi cercare un marito!.. E’ il quarto ricevimento, quest’anno: e siamo solo ad aprile!.. Il primo, un gioielliere,… aveva cinquant’anni!! Il secondo, un notaio,.. sessanta!! Il terzo, un commerciante di stoffe pregiate, quello no, quello invece era giovane… ma aveva la gobba e gli occhi storti!! E domani, domani vi dico, sarà la volta di questo, questo… Osvaldo! Un conte, dice lui, ma così insulso e presuntuoso, sempre attaccato alle gonne della mamma!! Ah.. non si vuol capire che io, sebben sia docile, ben educata e rispettosa, mai e poi mai sposerò un giovine del quale non sia innamorata!

Aria di Margherita

Margherita    Io son rispettosa,

              Docile, graziosa.

              Con semplicità

Con serenità

le situazioni tutte so affrontar.

Non mi lascio andare

Mi so contenere

Chi mi tratterà

Con bonarietà

Da me avrà solo bene…

Però vogl’esser libera

Di fare a modo mio

Perciò se mi costringono

Vedranno chi son io!

Diventerò terribile

Qual fiera, qual leon!

Perché libera (2 v.) io son!

Libera!

Libera!

             

              E non v’è forza né

              Impedimento che

              Mi piegherà perché

              Son libera e da libera combatterò

              Son libera e da libera io vincerò!

             

                   Son io che voglio scegliere

                   Il giovin che sarà

                   Compagno di mia vita

Di mia felicità

Nessun mi può costringere,

Piegar ai suoi voler!

Sono libera

Voglio fare il mio piacer!

Libera!

Libera!

              E vi assicuro che

Vi garantisco che

vi riuscirò, perché

La forza dell’amore non si vince!

La forza dell’amore non si vince!

La forza dell’amore non si vince!

(si allontana insieme a Rosetta, lasciando tutti sgomenti, poi nella pausa che precede l’ultimo accordo, si volta)

Margherita –(ad alta voce)Libera!!(tutti, in sincronia con l’ultimo accordo sobbalzano per la sorpresa)

Gaspare – … Vipera!!..

frate Rinaldo – … Che caratterino!...

(tutti, tranne Artemio e Leandro, escono di scena commentando le parole di Margherita)

30 minuti

SCENA III – Artemio e Leandro. 

Leandro – (sconsolato) Ma l’avete sentita?... E quando una simile donna potrà mai accorgersi di un insignificante studente come me?

Artemio – Su, coraggio! Non ti avvilire! Sei un bel giovine, intelligente e colto…

Leandro – …Ma senza un quattrino…

(inizia in sottofondo l’introduzione musicale del duetto)

Artemio – Non è di danaro che Margherita vuole sentir parlare... altrimenti avrebbe accettato le altre proposte di matrimonio, non ti pare? Come ogni ragazza, come ogni donna, vuole che le vengano rivolte delicate, tenere, dolci, appassionate parole d’amore!

Duetto di Artemio e Leandro

Artemio       Non è il danaro il mondo a far girare

E’ invece il gran mistero dell’Amore

Non contan oro né gioielli

(ma fan comodo anche quelli!..)

Per fare una fanciulla innamorar!

Con frasi dolci, ardenti e appassionate

Le donne si son sempre innamorate

Se una parola vien dal cuor

Suscita un palpito d’amor

Ed ella s’innamorerà

Leandro       Come posso fare

A parlar d’amore?

Io non so parlar

Solo balbettar

Ed Ella di me beffe si farà

Ma al mio grande amore

Non so rinunciare

Chi mi aiuterà?

Chi mi salverà,

Ridandomi serenità?

Artemio                                  Leandro

Non è il danaro il mondo a far girare          Come posso fare

E’ invece il gran mistero dell’Amore      A parlar d’amore?

Non contan oro né gioielli                Io non so parlar

(ma fan comodo anche quelli!..)           Solo balbettar

Per fare una fanciulla innamorar!              Ed Ella di me beffe si                                       farà

Con frasi dolci, ardenti e appassionate   Ma al mio grande amore

Le donne si son sempre innamorate              Non so rinunciare

Se una parola vien dal cuor               Chi mi aiuterà?

Suscita un palpito d’amor                 Chi mi salverà,

Ed ella s’innamorerà                      Ridandomi serenità?

Sussurrerai pian piano                    …    …    …    …

                                          Tenendole la mano…

Ed Ella s’innamorerà!                     Ed Ella s’innamorerà!

Leandro – …E chi ne sarà capace? Non m’avete udito prima? Sembravo un idiota!!...Suggeritemi voi le parole giuste… aiutatemi voi, che siete Poeta!

Artemio – Ma io non posso….

Leandro – Suvvia…

Artemio – Non è leale!...

Leandro – (implorante)Ve ne prego!!

Artemio – (riluttante)… e va bene! Vedrò cosa posso fare…

Leandro – (raggiante)Grazie!

Artemio – Ora però mettiti l’anima in pace e vai a riposare. Più tardi ti informerò di quanto avrò deciso. Su, vai!

(Rimasto solo, il poeta riflette su quanto fare)

Artemio – (guardando verso l’alto)Hai visto, Ofelia? Hai visto con quanto ardore mi chiedeva d’aiutarlo? Che dovevo fare?... ed ora: che faccio?!!... (riflettendo tra sé)Parole d’amore… Io… Io non ne sono più capace, da quando non ci sei più! Ricordi, Ofelia? Ricordi la sera in cui mi dichiarai? Avevo trascorso tutto il giorno a comporre la mia prima poesia ma, giunto davanti a te, mi accorsi di non avere più con me il foglio su cui l’avevo scritta!! E allora… e allora… improvvisai, inventandone una sul momento. E bastò guardarti negli occhi, che le parole sgorgarono direttamente dal cuore, più belle, più sincere, più vere che mai!... E tu mi dicesti di sì!!(si siede, prendendosi la testa tra le mani, poi si scuote e animato da un’idea si rialza)La mia prima poesia!... Ce l’ho ancora da qualche parte! Anche se sono passati tanti anni, è comunque la poesia d’un giovane innamorato!.. Che ne pensi, Ofelia? Potrebbe funzionare?

 

37 minuti

Cala il sipario

ATTO SECONDO

SCENA I – Margherita e Donna Elvira. Poi Poeta, Leandro, Gaspare, padre Rinaldo, Annina, Tonio, Mastro Cecco, Rosetta, donna Elvira. La scena si apre sul giardino sottostante la finestra della camera di Margherita, di notte.

Dolce Luna

Margherita    Dolce Luna che

Risplendi su nel cielo tra lucenti stelle

Ascolta la preghiera che

Ti fa il mio cuore che ancor

Non sa cos’è l’Amor

Quando arriverà

L’amor della mia vita che saprà donarmi

Le gioie e la dolcezze che

Ancor non ho avuto mai

E che vorrei per me?

Ma intanto io fremente

Lo attendo qui paziente

E sempre lo aspetterò

Fin quando non capirò

Che’l cuore lo riconoscerà

Dolce Luna che

Risplendi su nel cielo tra lucenti stelle

Ascolta la preghiera che

Ti fa il mio cuore che ancor

Non sa cos’è l’Amor (3v.)

Donna Elvira –(cominciando a parlare fuori le quinte) Margherita?... Margherita! Dove sei?

Margherita – Sono qui.

Donna Elvira – E’ ora di andare a letto, figlia mia: domani sera dovrai essere in gran forma..

Margherita – (interrompendola, implorante) …Oh madre mia… perché insistete tanto nel disporre questi ricevimenti per me? Non capite che non mi interessano le ricchezze degli uomini che mi mettete innanzi ogni volta?

Donna Elvira – Non ti interessano?! E perché mai?

Margherita – Come fate a non capire? Non siete stata giovane anche voi? Non capite che l’amore solo mi interessa?

Donna Elvira – L’amore… l’amore…!! Che sciocchezze!! A cosa serve l’amore? Cosa ti porta? Cosa produce? (con enfasi) Solo il denaro, mia cara, solo le ricchezze contano, a questo mondo!

Aria di Donna Elvira

Donna Elvira  Soltanto con i soldi puoi ottener

Le cose che desideri di aver

I sogni che tu hai

Realizzar potrai

Soltanto se denaro avrai

Con la ricchezza tutto puoi comprar

E tutte le tue brame puoi appagar

Se senza esitazion

Sai coglier l’occasion

La vita ti sorriderà

E invece con l’Amore

Che cosa ci puoi far

I palpiti di cuore

Son solo vanità (2 v.)

Col denaro puoi comprare

Una villa in riva al mare

Uno scrigno di gioielli

Un diadema pei capelli

Per andare a feste e a balli

Un calesse coi cavalli

Un vestito di broccato

Per il giorno più agognato

Ed invece con l’Amore

Che cosa ci puoi far?

I palpiti di cuore

Son solo vanità(2 v.)

Col denaro puoi comprare

Una gonna da indossare

Un visone o una mantella

Che ti renda assai più bella

Uno specchio, un ombrellino

Una borsa, un cagnolino,

belle scarpe, un bel cappello,

una sciarpa ed un ombrello,

una gabbia e i canarini,

una vasca e i pesciolini,

una tromba per suonare,

una barca in fondo al mare!

Una palla ed un fischietto,

un pitale sotto il letto

Tre patate e un peperone

Una gobba sul groppone

     Perché con il denaro

Ogni cosa puoi comprar

Invece, innamorarsi,

È solo vanità!

E’ vanità! E’ vanità!

Donna Elvira ordina con un gesto alla figlia di rientrare in casa. Non appena uscite di scena uno ad uno vi entrano furtivamente gli altri personaggi.

Gaspare – (inciampando impreca) Ahi!… Porco..!!..

frate Rinaldo – … Taci, blasfemo bestemmiatore!!

Mastro Cecco  – Scccc!! Tacete tutti e due, impiastri! Volete svegliarmi tutti i clienti? (con aria sognante)Non vorrete disturbare quel fiore di donna Elvira!!..Già è tanto che io vi permetta…

Annina – Siate buono, padre. Lo facciamo per il bene di Leandro…

Tonio – (approvando le parole di Annina) L’amore mio fa cose buone e belle… (riflettendoci un attimo) le fa come si impastano frittelle!!

Artemio – Per carità! Fate star zitto anche lui!...(poi si rivolge a Leandro, che finora l’ha seguito impacciato e timoroso, senza parlare) Allora, Leandro, hai imparato la poesia?

Leandro – (sconsolato) No! Il pensiero di Margherita m’ha impedito di concentrarmi…

Artemio – Oh, santo cielo!.. Lo immaginavo… e va bene, allora faremo così: tu puoi metterti qui, mentre noi ci nasconderemo là dietro e potremo suggerirti cosa dire. Mi sembra chiaro, no?

Leandro – Se sembra chiaro a voi… (tutti vanno a nascondersi lasciando Leandro solo)

Artemio – (rivolto a Gaspare) Gaspare, per cortesia, tenete il lume vicino a me, in modo ch’io possa leggere.. un sasso, avete un sasso?

Gaspare – No. Per farne cosa?

Artemio – Per tirarlo contro la finestra…

Gaspare – Subito: ecco qua! (e tira un gran sasso contro la finestra, rompendo un vetro)

Mastro Cecco – Ma siete matti?! Volete distruggermi l’albergo?

Artemio – (rivolto a Gaspare) Impiastro! Intendevo un sassolino, per richiamare l’attenzione della signorina Margherita!

(si ode trambusto all’interno dell’appartamento di Margherita. Escono Rosetta e Margherita. Tutti si nascondono, mentre Leandro, impacciato, non riesce a trovare un nascondiglio adeguato)

Rosetta – E’ stato questo sasso a rompere il vetro, signorina!

Margherita – Chi mai può essere stato? Un ubriaco, un delinquente, forse? (mentre pronuncia queste parole, fra Rinaldo indica Gaspare)

Gaspare – (sottovoce, stizzito)E vi sembro un delinquente, io?

Fra Rinaldo – L’ha detto lei, mica io!

(Intanto Rosetta si accorge della presenza di Leandro, che, supplicante, le fa segno di tacere)

Donna Elvira –(cominciando a parlare fuori le quinte) Cosa succede? Cos’è questo baccano?

Rosetta – Nulla, signora. Per sbadataggine ho urtato il vetro della finestra, che s’è rotto!

Donna Elvira –Sei la solita incapace buona a nulla! Ah, ma se domani sera riesco a combinare il matrimonio, diventerò… cioè… Margherita diventerà ricca e potremo permetterci servitù adeguata al nostro rango…

Margherita – No, signora madre: la colpa è stata mia…

Donna Elvira –Fa lo stesso! A letto ora, che domani ci attende una giornata pesante.

Margherita – Come comanda.. (Donna Elvira esce seguita dalla serva che, di nascosto, indica a Margherita la presenza di Leandro. Margherita dapprima entra poi, dopo qualche istante che permette a Leandro di uscire allo scoperto, si affaccia di nuovo, furtivamente.)

Margherita – (sottovoce) Leandro! Che ci fate voi qui?

(Leandro, al cenno d’intesa di Artemio, si inginocchia su una gamba)

Artemio – O mia diletta, perdona il mio azzardo…

Leandro – O mia villetta, perdona il mio lardo…    

Artemio - …Se liberi versi ti porgo.

              Leandro – …e i miseri pezzi di porco.    

Gaspare – (sottovoce)Ma che dice? E’ matto?

Artemio – Ma le campagne si rattristan d’intorno…

Leandro – Ma le castagne si arrostiscon in forno…

Artemio - … con pene d’amore sì dure!

Leandro – …con pere e le more mature!

Artemio – Son mille le stelle che pulsan…

Leandro –Son mille le stalle che puzzan…

Artemio – … e amene e arcane favelle pronuncian!

Leandro –… e a me e al cane padelle si brucian!

Margherita – Ah, ah, ah, ah! Come siete buffo, Leandro! Tutto questo mistero solo per farmi divertire un po’! Siete un ragazzo adorabile!

Leandro – No… no.. è la parla voglia di voi che mi fa zappare così… Oh, no! Di nuovo! Povero me, che posso fare?

Artemio – Lascia perdere i miei versi e dì quello che senti nel cuore! Anzi, no… canta, canta quello che senti nel cuore!

Serenata di Leandro

Leandro       Dèstati o dolce bene

No, non farmi più aspettar

In cielo son mille stelle

Ma mai sì belle quanto il mio amore

Vieni a lenir le pene

Di chi altro non sa che amar

La luna m’è consigliera

Ma questa sera chi parla è il cuore

     Un concerto di note ti cullerà

     E forse il tuo cor si commuoverà

     E meglio degli occhi vedrà

La schiettezza d’un tenero amor

Non v’è altro desìo in questo cor

Che ‘l dono d’un poco del tuo amor

Rispondi, Tesoro, perché

Non so vivere senza di te!

Margherita – (sulle note della musica) Oh Leandro, Leandro… perché hai aspettato così tanto tempo per dichiararti? Ogni volta sembrava che tu stessi per farlo e poi… e poi ti prendevi gioco di me!... Crudele!

Leandro – Io? Prendermi gioco di te? E come avrei potuto?... Era l’immondizia nel vederti che mi faceva dire tutte quelle scioccone… Oh no! Che dico?! …Era l’emozione nel vederti che mi faceva dire tutte quelle sciocchezze…

Margherita – Canta, Leandro caro… canta ancora per me…

(cantano insieme la parte finale della serenata)

Leandro            Non v’è altro desìo in questo cor

Che ‘l dono d’un poco del tuo amor

Rispondi, Tesoro, perché

Non so vivere senza di te!

Margherita         Un concerto di note mi cullerà

     E certo il mio cor si commuoverà

     E meglio degli occhi vedrà

La schiettezza d’un tenero amor

Coro             Ogni uom desidera un poco d’amor

Una carezza, un bacio, un sorriso

che scaldi il cuor

E così il mondo ci sembra miglior

Quando uno sguardo o un gesto

Ci fanno intuire un sì

E tutto d’intorno sembra che

Ogni creatura voglia gioire con te

Amor! Amor! Amor! Dolce Amor!

Margherita         Soltanto adesso so di quanto amore

Può esser colmo un generoso cuore

Un dono inaspettato, sincero e appassionato

Che hai regalato solo a me

Sì tenero e prezioso, profondo e delicato

A cui io posso dire solo un sì!

50 minuti

Donna Elvira (affacciandosi di nuovo) –Ancora..!! Ma cosa succede stanotte? (notando Leandro)Ah, ma guarda chi abbiamo qui!.. Leandro! E cosa ci fate, di grazia, sotto la finestra di mia figlia?! Un altro dei vostri deliziosi scioglilingua? Non crederete forse che questo gioiello di mia figlia possa interessarsi ad un misero studentello, balbuziente e, soprattutto, squattrinato come voi!!

Margherita – No, signora madre… Leandro era qui per, per…

Artemio – (uscendo allo scoperto) … per… salutare la signorina Margherita!

Donna Elvira –(stupita) Poeta.. anche voi qui?! Salutare mia figlia? E perché mai?

Margherita – perché… perché… perché domani Leandro parte!.. Non è vero che domani partite Leandro?

Leandro – Io? E dove vado?... ehm.. cioè… Eh, già! Parto!

(dietro le quinte s’ode un trambusto)

Fra Rinaldo – Ahi! (stizzito verso Gaspare) Scostatevi un poco, che diamine! Mi avete pestato un piede!

Gaspare – … E quante storie! Mettetevi le scarpe invece dei sandali!

Donna Elvira –(sospettosa) Chi c’è li dietro? Venite fuori!

Gaspare – (uscendo anch’egli allo scoperto, insieme agli altri) Io… io infatti gli ho portato il bagaglio…

Fra Rinaldo – … ed io la Santa Benedizione…

Annina – Siamo tutti qui a salutarlo….

Tonio – Leandro parte e va… e… ehm… ehm… (non sapendo che altro dire..) trulla trulla trullallà!

Donna Elvira –(esterrefatta) Trullallà? Trullallà?!! Ma che significa tutto questo? Margherita!! Esigo una spiegazione!

Margherita – Madre… stanotte Leandro parte, parte e va… va… va alla guerra!!

Leandro – Chi, io? Alla guerra?!... (riceve un calcio da Margherita) Ahi!!.... Ahimé, ebbene sì! E’ la patria che mi chiama, e non posso tirarmi indietro! Ne va del mio onore!

Donna Elvira –Il vostro onore!... figuriamoci! Comunque… meglio così! (rivolgendosi al pubblico) Un intralcio in meno ai miei piani…

Leandro – (sottovoce a Margherita) …ma io non voglio partire!!…

Margherita – (sottovoce) E tu non partirai, sciocco! (poi, rivolta al pubblico) Questo impiccio mi ha fatto venire in mente un’idea…

Leandro – (rivolgendosi sempre sottovoce al poeta) Voi che ne dite, signor Artemio, mi posso fidare?

Artemio – Fossi in te, ragazzo, starei al gioco… mi sembra che Margherita abbia le idee molto, molto chiare…

Margherita – (ad alta voce) Si proceda alla vestizione del soldato!

(Cantano tutti. Mastro Cecco prende di volta in volta gli oggetti della vestizione che tutti si passano di mano in mano: uno scolapasta, un forcone da cucina, un coperchio di pentola e uno spazzolone)

Canzone del soldato

Tutti         Leandro va alla guerra (2v)

Alla guerra!

Artemio       In testa un bel cimiero (2v)

Tutti         Un bel cimiero!

Artemio       Orgoglioso va fiero e altero va

              Con in testa un bel cimiero se ne va!

Tutti         Orgoglioso va fiero e altero va

              Con in testa un bel cimiero se ne va!

Tutti         Leandro va alla guerra (2v)

Alla guerra!

Gaspare       La spada nella mano (2v)

Tutti         Nella mano!

Gaspare       Col cimiero va, fiero e altero va

              E la spada nella mano se ne va! 

Tutti         Col cimiero va, fiero e altero va

              E la spada nella mano se ne va!

Tutti         Leandro va alla guerra (2v)

Alla guerra!

Fra Rinaldo   L’usbergo per parare (2v)

Tutti         Per parare!

Fra Rinaldo   Col cimiero va, con la spada va

Con in braccio un grande usbergo se ne va!

Tutti         Col cimiero va, con la spada va

Con in braccio un grande usbergo se ne va!

Tutti         Leandro va alla guerra (2v)

Alla guerra!

Annina        In sella a un gran destriero (2v)

Tutti         Un gran destriero!

Annina        Col cimiero va, spada e usbergo va

Ed in sella a un gran destriero se ne va!

Tutti         Col cimiero va, spada e usbergo va

Ed in sella a un gran destriero se ne va!

(In coda alla canzone s’ode una marcia militare. Leandro inizia a marciare e tutti i presenti, tranne donna Elvira, si accodano mimando un grottesco manipolo di soldati)

Cala il sipario

60 minuti

ATTO TERZO

SCENA I – Margherita, Rosetta, Donna Elvira, Mastro Cecco, Annina. Nel cortile della locanda si tiene un ricevimento. Alcuni musicanti suonano. Margherita, con accanto Rosetta e Donna Elvira, riceve a turno gli omaggi di alcuni invitati, mentre altri ballano. Mastro Cecco impartisce disposizioni ad Annina che serve a tavola. Entrano Gaspare e fra Rinaldo. Non appena li scorge, Margherita fa nascostamente cenno a Rosetta di andare a parlar loro. I tre confabulano tra loro, dopodichè finiscono musica e ballo.

Margherita – (rivolta sottovoce a Rosetta di ritorno e facendo attenzione di non essere udita dalla madre) Allora? Che mi dici?

Rosetta – E’ tutto pronto: tra poco Leandro e il signor Artemio saranno qui…

Margherita – Davvero?

Rosetta – Me l’hanno assicurato!...Ma ecco che arrivano il conte Osvaldo e sua madre, Donna Adele.

Entra il conte Osvaldo, seguito dalla madre

Osvaldo –Mammà, eccoci qua! Ecco la festa!

Donna Adele – Già, bello di mamma tua… (guardandosi attorno)ma dov’è Margherita?

Osvaldo – (indicandola)Eccola là, mammà, la vedi?.. ma che difdetta: è finita la mufica. Pvopvio ova dovevano ceffave di ballave?Avevo una voglia di fave… 

Mastro Cecco –(bruscamente)Fave non ce ne sono! Vi pare che avrei messo in tavola fave al ricevimento della signorina Margherita?!

Osvaldo –Ma che avete capito? Dicevo che avevo una voglia di fave… fave… fave quattvo falti con Mavghevita!

Mastro Cecco –Con chi?

Osvaldo –Mavghevita, Margherita, pevbacco! (rivolto alla madre in tono lamentoso) Ma dove fiamo finiti, mammà? In che pofto di buzzuvvi fiamo capitati?

Donna Adele – Ti capisco, figliolo ma… su… su… non ti formalizzare: non possiamo permettercelo!.. Sai bene in che ristrettezze economiche versiamo… E Margherita porterà certamente con sé una dote che ci risolleverà! Orsù, vai!(entrambi fanno un cenno di saluto a Margherita)

Margherita – (accorgendosi dei due, rivolta alla madre) Ma lo avete visto, signora madre?.. E’ un babbeo!! Come potrei mai sposare un simile idiota?

Donna Elvira – Ti capisco, figliola ma… su… su… non ti formalizzare: non possiamo permettercelo!.. Sai bene in che ristrettezze economiche versiamo… E Osvaldo è un Conte e certamente possiede ricchezze che ci risolleveranno! Coraggio, vai! (si fanno incontro l’un l’altro)

Osvaldo – (baciandole insistentemente la mano)Quale piaceve vedevvi, o mia diletta!

Margherita – sì… sì… (in modo distratto, guardandosi attorno come chi attende che avvenga qualcosa. Poi, infastidita) sì… ma basta baciarmi la mano! Mi ci state lasciando la bava!!

Osvaldo – (sorpreso, lasciandole la mano)Bava? E quale bava? Non fono mica motto, a che mi fevve la bava?!! Altvo che motto! Io vinafco quando vi vedo!

Annunciato da uno squillo di trombe entra Artemio seguito da Leandro travestito da principe orientale. Tutti si voltano verso i nuovi venuti. Mastro Cecco gli si fa incontro, ossequioso.

Mastro Cecco –I miei ossequi! Benvenuto nel mio umile ostello, eccellentissimo signor, signor…

Leandro –Leand…

Artemio –(interrompendolo)Le.. le.. Le-dro-an! (con enfasi) Principe ereditario del lontano impero del Siam! L’ho incontrato per caso e mi ha chiesto di indicargli il miglior albergo della città. Ed io l’ho condotto qui, insieme a tutto il suo seguito… (indica dietro Leandro, poi, rammentando che non v’è nessuno al seguito)… che alloggerà altrove, in locali più scadenti e consoni alla servitù…

Mastro Cecco –(producendosi in un esagerato inchino) Quale onore, quale onore! Non trovo le parole… non trovo le parole per esprimere…

Artemio –(sottovoce) Ecco appunto, non le cerate neppure, le parole… tagliamo corto! (ad alta voce) Vada pure a preparare gli alloggi per il Sua Signoria.

Mastro Cecco –Senz’altro, senz’altro! (Mastro Cecco esce di scena)

Donna Elvira – (rivolta alla figlia) Hai udito, mia cara? Un principe!.. Che emozione! (Si avvicina trepidante ad Artemio) Ma cosa ci fa qui un principe, un principe orientale?

Leandro –Studio…

Artemio –(interrompendolo nuovamente)Stu… stu… studioso degli usi e dei costumi occidentali, tanto diversi da quelli del suo paese!... (rivolto a Leandro sottovoce)Benedetto ragazzo, vuoi farti scoprire? Lascia parlare me!.. (rivolto nuovamente ai presenti)… Ma scopo del suo viaggio è un altro: me ne ha parlato venendo qui..

Osvaldo – Ma voi, di gvazia, come lo capite, quando palla?

Artemio –Palla? Quale Palla?

Osvaldo – Quando palla, perbacco! (rivolto alla madre) Mammà, ma fono tutti fovdi, in queft’albevgo? Palla, palla… quando dice le cofe, infomma!

Artemio –Ah, quando parla!Come faccio a capirlo?. Eh? Come faccio?..

Osvaldo – Appunto: come fate?

Artemio –Ma volete scherzare?! E la mia laurea in lingue orientali? Dove la mettete?... (tagliando corto)Dicevo dunque che suo padre, l’imperatore del Siam, ha deciso di abdicare in suo favore e però vuole che lui prenda moglie, per la discendenza, capite,… Ma al principe le donne siamesi non piacciono.

Fra Rinaldo – (rivolto a Gaspare) Capito? Non gli piacciono le siamesi…

Gaspare – (annuendo) Già.. non gli piacciono le gatte siamesi…

Artemio –… E quindi ha deciso di girare il mondo alla ricerca della donna adatta a lui…

Leandro – (fingendo di scorgere solo ora Margherita, assume un’aria sorpresa ed estasiata allo stesso tempo) Aaaaah! Eeeeeh! fa cenno ad Artemio di avvicinarsi)

Osvaldo – Iiiiih, mamma mia! Che paura!.. Ma che ha? Fta male?

Artemio –(Porgendo l’orecchio a Leandro)Sì… sì…(meravigliato)Oooooh!

Donna Elvira – Che dice? Eh? Che dice?

Artemio –Dice che, in tutto il suo peregrinare per il mondo, mai, mai ha veduto una fanciulla così bella e aggraziata come…

Tutti – Come?..

Artemio –(indicandola) Margherita!

Tutti – Uuhhhh!..

Margherita –(spazientita)…e con le vocali abbiamo finito!

Donna Elvira – Mia figlia!... Mia figlia la più bella di tutte? Eh, sì, sì... Questo lo sapevo già. Del resto ha ripreso tutto da me… (si avvicina e accosta il viso a quello di Margherita) Siamo due gocce d’acqua!

Osvaldo – (inorridendo) Cielo, che impveffione, mammà!

Donna Elvira – Che emozione!...Un principe orientale, il futuro imperatore del Siam decanta le doti della mia figliola!...

Donna Adele – (preoccupata per la piega che stanno prendendo le cose)Donna Elvira… mi sembra che stiamo divagando!!… Il conte Osvaldo, mio figlio, è già un po’ che aspetta…

Donna Elvira – Al tempo, al tempo, donna Adele..

Osvaldo – Mammà, che fuccede?

Donna Adele – Si doveva concordare la data delle nozze…

Donna Elvira – In verità, Donna Adele, non mi sembra che avessimo ancora deciso alcunché…

Osvaldo – Mammà, che vuole?

Donna Adele – … e stabilire i termini del contratto matrimoniale, la dote di Margherita…

Donna Elvira – Dote? E che dote?! (con enfasi)Vi sembra che un fiore di fanciulla come mia figlia,le cui qualità sono apprezzate in ogni angolo della terra abbia bisogno di portar denaro in dote a questo… questo… (indica Osvaldo)

Osvaldo – Mammà, che fa?

Donna Adele – (minacciosa)… Questo?!..

Donna Elvira – Babbeo, signora mia! Babbeo!! E io me ne guardo bene di dare in sposa mia figlia, questo bocciolo di rosa, al primo venuto, quando può meritare (indicando Leandro) ben altri pretendenti!

Osvaldo – Mammà, che intende?

Donna Adele – Ma come osate appellare così mio figlio Osvaldo, conte di Saccarotta, figlio di conte Bartolo e mio, Donna Adele di Buonadonna!

Osvaldo – Mammà, che dice?

Donna Adele – (rivolta al figlio, stizzita)…E zitto tu, babbeo!! Andiamo via! Non metteremo mai più piede in questa topaia! (esce)

Osvaldo – Babbeo? Babbeo a me?! Ofvaldo conte di Faccarotta!! Ma io allibisco! Ma ftiamo schevzando? Ma questa è un onta che va lavata con fangue! Ma… ma… (avvedendosi che la madre non c’è più) Mammà! Ma dove fiete andata?! Non lasciatemi da solo!...Afpettatemi, mammà! (esce correndo)

Donna Elvira – (soddisfatta)…E anche questa è fatta! (poi rivolta ad Artemio che sta ascoltando Leandro che gli parla nuovamente all’orecchio) Che dice eh? Che dice?

Artemio –Dice che, giacché il pretendente ha ricevuto, se così si può dire…

Donna Elvira – …Sì..

Artemio – … il benservito…

Donna Elvira – …Sì?..

Artemio – …Si chiedeva se…

Donna Elvira – …Sì?!...

Artemio – … se avesse nulla in contrario che il principe chiedesse…

Donna Elvira – …Sì?!!...

Artemio – … la mano di Margherita!

Donna Elvira – (afferrando per mano Margherita e tirandola con forza verso Artemio e Leandro) Eccola!! (Leandro e Margherita si prendono per mano)

Artemio – Allora non resta che stabilire la data delle nozze. Occorrerà far presto, giacché il principe è atteso nella sua terra, dove deve presenziare ad importanti impegni istituzionali, altrimenti tutto si dovrà rimandare al suo ritorno…

Donna Elvira – Al suo ritorno?… ma siamo pazzi?!..(riprendendosi) Dicevo… impazzisco solo all’idea di separarmi dalla mia bambina… Non so se riuscirò mai a consolarmi…

Artemio – Il principe, come s’usa nel suo paese, porterà oro e pietre preziose in omaggio alla famiglia della sposa…

Donna Elvira – (al pubblico)… ma sì, ci riuscirò… ci riuscirò a consolarmi…!!(rivolta ad Artemio) Dunque si diceva la data… Ma io mi chiedo: vista l’urgenza delle nozze… qui abbiamo pronto un banchetto, i musicisti, gli invitati… quale occasione migliore di questa sera per celebrare un matrimonio?!.... (indicando fra Rinaldo) … Abbiamo pure il frate!! (lo chiama)

Fra Rinaldo –(rivolto agli altri)chi, io?... E che c’entro io?.. Non mi avevate detto nulla…

Donna Elvira – Fra Rinaldo, Fra Rinaldo! Dove siete?

Gaspare – Eccolo qua! (sottovoce al frate) …e zitto, voi! Non vorrete rovinare ogni cosa!...

Donna Elvira – Oh, bene!

Rosetta – Io farò da testimone alla sposa!

Gaspare – ..il testimone dello sposo lo faccio io!

(entrano Annina e Tonio)

Annina:- Io farò da damigella alla sposa!

Tonio: - (enfatico)La mia Annina è ancor più bella, quando fa la damigella!

Annina:- Oh, Tonio!...

Donna Elvira – Allora tutto è pronto… (rivolgendosi all’orchestra) Si dia allora inizio alla cerimonia!

(inizia la musica nuziale. Tutti i presenti formano un piccolo corteo nuziale che si ferma davanti a frate Rinaldo, che nel frattempo ha indossato la stola)

Fra Rinaldo –(sfogliando il messale e rivolgendosi ai presenti) Vediamo un po’… ecco qui… dunque… ehm.. ehm.. Siamo qui riuniti per celebrare le nozze di…

Donna Elvira – (sottovoce accostandosi a frate Rinaldo) Padre… io direi di fare una cosa breve. C’è una nave che aspetta e non vorrei che il principe decidesse di prenderla senza la mia Margherita…

Fra Rinaldo –(imbarazzato) Ah, beh… Ma almeno le frasi di rito!...(sfoglia nuovamente il messale. Donna Elvira si accosta e prende parte alla scelta del frate)questo no… questo no… questo neanche… Ma questo sì. Questo ci vuole! (Donna Elvira disapprova con la testa)Se qualcuno tra voi è contrario a questo matrimonio, lo dica ora o taccia per sempre! (Tonio alza la mano)

Donna Elvira – (ai presenti) Il primo che fiata, lo uccido!!

(Tonio abbassa prontamente la mano)

Fra Rinaldo – (Rivolto a Leandro)Vuoi dunque tu prendere in sposa Margherita ed amarla ed onorarla per il resto della tua vita?

Leandro – Lo voglio!

Fra Rinaldo – (Rivolto a Margherita) E vuoi tu, Margherita, prendere come marito Leandro ed amarlo ed onorarlo per il resto della tua vita?

Margherita – Sì, lo voglio!

Donna Elvira – (commentando tra sé e sé)Si, Leandro… figuriamoci!... Lo studentello squattrinato!...

Fra Rinaldo – In virtù dei poteri conferitimi, io vi dichiaro marito e moglie!(esclamazioni di gioia e battiti di mani)

Tutti: -Evviva gli sposi!... Evviva Leandro e Margherita!

Donna Elvira – (battendo anch’essa le mani) Evviva!! Leandro e Margherita sposi!!...(si ferma di colpo, rendendosi conto di ciò che ha appena detto) Leandro e Margherita?....(più forte) Leandro e Margherita??!!! Ah, farabutti!! Ah, maledetti!! Mi avete giocato!!.. Ma io…! io…!!(fingendo di svenire) Ohimé… mi sento mancare… svengo!!(si lascia cadere su una sedia)

Mastro Cecco – (soccorrendola) Donna Elvira!!... Tesoro mio!

Tutti: ­-(stupefatti)Tesoro mio??!!

Mastro Cecco –(cercando di rianimarla, disperato)Donna Elvira!... Rispondete, vi prego!!.... L’avevo avvertiti che non avreste retto ad un tale colpo… ma non mi hanno dato ascolto!.. Ah, povero me! Come farò? Come farò senza di voi??

Donna Elvira – (riprendendosi e parlando a stento) Ah… ah.. Mastro Cecco… siete l’unico… l’unico che mi dimostra un poco di bene.. Io, povero agnellino in mezzo ai lupi affamati!!..

Mastro Cecco – (esultante) Ah, sia ringraziato il cielo!.. Siete viva! Non abbiate timore… vi sarò sempre accanto, per difendervi!

Donna Elvira – (stentando a parlare) Davvero?... sempre accanto a me?

Mastro Cecco – (fiero) Certamente, o mia diletta!!

Donna Elvira – (sempre  a stento) Ma… ditemi…, vi prego… ditemi….

Mastro Cecco – (implorante) Su… su … parlate!

Donna Elvira – (ritrovando improvvisamente tutte le sue forze) Quanto incassate al mese con l’albergo?!! (Risate generali)

Coro finale

Artemio       O pubblico diletto

Da solo puoi stimar

Quanto umano intelletto

Il mondo può cambiar!

Margherita    Ma sovra ogni potenza

per gioie e per dolor

una vince sopra tutte:

È la forza dell’amor!

Tutti         È la forza dell’amor!

È la forza dell’amor!

75 minuti

Cala il sipario

EPILOGO

Artemio, da solo, seduto al suo tavolo come all’inizio della vicenda.

Inizia il tema musicale dell’aria del poeta.

Artemio – (tra sé)Ah, benedetti ragazzi, benedetta gioventù, benedetto Amore che fai girare il mondo!!... (Sospirando e rivolgendo lo sguardo verso l’alto) Hai visto, dolce Ofelia? Ognuno ha trovato la sua strada, grazie alla poesia e alla forza dell’amore?? E tu… tu… le ricordi ancora le mie poesie, le belle poesie che dedicavo a te?...Ma già.. a chi sto parlando? Tu non ci sei più e non potrai mai più rispondermi!… (torna a sedere al suo tavolo e riprende a scrivere)

Si ode fuori scena la voce di una donna che canta. Entra Ofelia, in forma di spirito, invisibile ad Artemio.

Canzone di Ofelia

Ofelia        Ricordo ancora le parole belle

Splendenti e limpide come le stelle

Ardenti e delicate

Leggere e appassionate

Che dedicavi solo a me

E stavo lì per ore

Cullata dalla forza dell’amore

Che infondevi in me!

Ofelia si avvicina ad Artemio sempre intento a scrivere e giunta alle sue spalle, lo bacia e lo accarezza teneramente sulla testa.

Cala il sipario