Il pomo della discordia

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Il pomo della discordia

“Il pomo della discordia”

A.s. 2006/2007

Scuola Primaria “Casa, Educazione e Lavoro”

Narnali – Prato

Classi IV e V – a cura di Luisa Berti

Coro: Peleo, giovane re di Ftia, fu costretto a partire per una guerra contro i pirati che infestavano le acque dell’Egeo. Fu una guerra all’ultimo sangue, nella quale la nave di Peleo fu attaccata.

Peleo:- Tuffatevi in mare, presto! Si salvi chi può!

Marinaio:-No! Non possiamo, dobbiamo difendere il nostro onore di guerrieri achei!

Peleo:- E’ un ordine del vostro re!

Coro: Peleo fu l’ultimo a tuffarsi in mare ed ebbe anche molta fortuna. ♫1000 bolle blu

Teti:-Oh, mio dio padre Oceano, chi è quell’uomo che continua a scendere negli abissi? Mi avvicinerò con cautela.

Coro: Peleo perse i sensi e ci volle tutta la forza della giovane ninfa Teti per condurlo in salvo sulla riva del mare.

Peleo:-Dove sono? Sono state le onde a trascinarmi fin qui?

Teti:-No, sono stata io!

Peleo:-Come ha potuto una fragile fanciulla come te, trascinare un uomo pesante come me e per di più svenuto?

Teti:-Ma tu non sai chi sono io! Io sono la ninfa divina Teti e vivo nei più profondi abissi marini; ho sentito le invocazioni dei tuoi compagni, ma non ce l’ho fatta a salvarli.

(Peleo diventa triste. Intanto arriva Eros svolazzando, li vede e …)

Eros:-Uh, guarda che splendidi piccioncini! Farò loro uno scherzetto memorabile.

(Eros lancia una freccia che colpisce il cuore di Peleo e Teti.)

Cambio scena : pianura dove si celebrano le nozze.

Zeus:-Vuoi tu, Teti, ninfa del mare, prendere come tuo legittimo sposo Peleo, umano e mortale, per amarlo e onorarlo, finché morte di lui, non vi separi?

Teti:-Sì, certamente!

Zeus:-E tu, Peleo?

Peleo:-Sì, certo, stento ancora a crederci!

Zeus:-Allora vi dichiaro marito e moglie. (Marcia nuziale)

Entrano tutti gli altri personaggi per il banchetto.

Afrodite:-Sempre la solita porchetta a questi banchetti! Io gradirei un bel piatto di lasagne.

Atena:- Ci vorranno parecchi secoli per giungere a queste raffinatezze. E poi, dovresti pensare alla linea. Non per essere maligna, ma mi sembri un po’ ingrassata!

Afrodite:-Io? Ingrassata? Ma se ho una linea perfetta!

Poseidone:- Apollo, hai notato che Era e Zeus in questo giorno stanno stranamente andando d’amore e d’accordo?

Apollo:- Sì, hai ragione, in tre secoli che sono sposati, sarà la prima volta che non litigano!

Poseidone:- Già, e sarà anche l’ultima!

Zeus:-Cara, come sei carina oggi! Il vestito che ti ha fatto Efesto ti sta divinamente!

Era:-Grazie,…ma non avrai mica combinato qualcosa di male! Sei troppo gentile, sembra che tu debba farti perdonare qualcosa.

Zeus:- Ma no, cara, che cosa stai dicendo?

Atena:-Chissà se Eris è stata invitata?

Artemide:- Io non l’ho invitata di certo! Quando c’è lei succede sempre qualcosa che rovina le feste!

Apollo:-Già che oggi sembra che tutti vadano d’amore e d’accordo, speriamo che non sappia niente delle nozze!

Artemide:-Non ci contare, lei sa sempre tutto. Lascialo dire a me, che la conosco bene.

Efesto:-Povera Artemide, deve essere difficile essere amica di una persona così, che pensa solo a far guerre!

Armonia:- Sì, ma è molto più difficile stare in pace con tutti gli altri dei! Sono molto più litigiosi, testardi, gelosi e crudeli!

Efesto:-Eh, ne so qualcosa io! Guarda come mi ha ridotto mia madre!

Coro: “Tu sei brutto e ti tirano le pietre!

Fai ribrezzo e ti tirano le pietre!

Qualunque cosa fai, dovunque tu andrai,

per sempre pietre in faccia prenderai!”

Tutti gli dei:-Oh, no, ecco che arriva Eris!

Eris:-Ah, ah, ah  ah! Sono Eris, dea della discordia e non porto mai misericordia. Faccio sempre a tutti i dispetti, colpisco quando meno te lo aspetti! Io vi porto un pomo d’oro, il mio più grande tesoro, il regalo alla più bella. Sarà quella, quella o quella? (Indica le dee.)

Coro:-Sarà capitato anche a voi

di avere un dubbio in testa

votare durante una festa

chi è la più bella:

sarà questa o quella

zum zum zum zum zum…

Stamattina ci ho pensato tanto tanto,

ma stasera già mi sembra d’impazzire

con sto pomo da donare

non sapere a chi lo do

zum zum zum zum zum...

Eris: Scommetto che il mio invito è stato spedito in ritardo.

Dei: imbarazzati –Ehm…veramente…ma…ci spiace…

Eris:-No, non dovete scusarvi, sarei venuta ugualmente al banchetto. Visto che sono qui, vi faccio gli auguri e spero che il mio dono sia di vostro gradimento.

Zeus:-State attenti,scommetto che quel regalo porterà molta sfortuna qua dentro!

Atena:- Padre, hai regione, ma facci vedere almeno di che si tratta!

Dee:-Sì, sì! Dai guardiamo cos’è!

Zeus:-Va bene, fate come volete,ma io vi avevo avvertito.

Afrodite:-Forza, guardiamo che cosa c’è, potrebbe essere qualcosa di interessante.

Era:-Chi lo prende? Io non ne ho il coraggio,conoscendo gli scherzetti che combina Eris!

Artemide: Teti, perché non lo prendi tu, in fondo il regalo è per le tue nozze, quindi spetta a te.

Teti:-Io! Ma non ci penso nemmeno! Non so che farmene del regalo, a me basta avere il mio amato Peleo, tutto il resto non mi interessa.

Poseidone:-E va bene, ci penserò io, branco di smidollati!

(Prende in mano il pomo) Guardate, è un frutto d’oro! E c’è anche una scritta:”Alla più bella”

Era:-Alla più bella? Allora è per me!

Afrodite:- Ma come ti permetti? Chi te l’ha detto che sei tu la più bella?

Artemide:-Ah, io non sono di certo! E poi a me di codeste liti da donnette non me ne importa niente! Io devo andare a caccia.

Poseidone:-Va bene, vai a caccia e chetati! Qui però bisognerà decidere prima o poi chi deve avere il pomo. Zeus, sei tu il padre di tutti gli dei e il loro re, perché non decidi tu?

Zeus:-Il padre degli dei? Non sono mica così vecchio! E’ vero io sono il re, per questo ho ben altro a cui pensare, che a questi pettegolezzi da comari!

Peleo e Teti:-Fermi tutti,questa è la nostra festa e il regalo è per noi, perciò sarebbe giusto che decidessimo noi.

Zeus: Benissimo, voi sì che vi mostrate intelligenti!

Peleo:-Ecco, io…, se mia moglie non è gelosa, avrei già pensato a qualcuna…

Teti:-Sì, caro dillo pure, io non sono gelosa. So che ami solo me.

Peleo:-Allora, io avrei pensato ad Afrodite. Non per nulla gli uomini la considerano la dea della bellezza e dell’amore. Qualcosa di vero ci sarà.

Eros:-Sì, sì, la mia mammina è sempre la più bella!

Dionisio:-Con aria da ubriaco) Giusto! Concordo in pieno. Afrodite piace anche a me.

Teti:- Sì, è vero, Afrodite è molto bella, ma ci sono altre doti da considerare oltre alla bellezza: guardate Era che è bella, ma considerate anche che portamento! Che modi raffinati! Io propongo anche lei!

Dionisio:-Oh, sì, è vero! Anche Era mi piace!

Poseidone:- Stai zitto, Dionisio! A te, belle o brutte, piaccion tutte!

Era:- Ti ringrazio Teti, tu sì che sei un’amica. Mi ricorderò di te. Ti dico fin da ora che ti nascerà un figlio bellissimo, fortissimo e invincibile che sarà ricordato in tutti i tempi per il suo coraggio.

Achille:- Io sono Achille il temerario

                unico figlio di una dea

                che non cambiò mai idea

                e sposò Peleo bello e solitario.

Coro:- E come mai sei invincibile?

Achille:- La mia mamma protettiva

                vuol sempre che io viva.

                In guerra non mi faceva andare

                e nello Stige mi volle bagnare.      

Coro:- Ma nel tuo corpo c’è qualche punto vulnerabile?

Achille:- Ahimé! Il mio debole è il tallone,

                restò asciutto in quell’occasione,

                anche le dee a volte sbagliano

                e degli errori poi si pentono.

Coro:- Allora anche tu sei destinato a morire?

Achille:- Non si può sfuggire al destino,

                anch’io ho sofferto un tantino.

                L’arciere Paride mi ferì,

                ma anche lui poi morì.

Zeus:- Mi sembra che qui si stia dimenticando qualcuna!

Ares:- Chi, sommo Zeus? Diccelo!

Zeus:- Ma come chi! La mia stupenda e preziosa figlia Atena. E’ bella, intelligentissima e saggia. Nessuna sta alla pari con lei. E poi è mia figlia, perbacco!

Atena:- Oh, è vero padre mio, non ci avevo mai pensato, sono davvero un buon partito. Peccato che nessun maschio mi degni di uno sguardo!

Zeus:- Ma, figlia mia, gli uomini preferiscono le ochette e tu sei troppo intelligente per loro.

Afrodite: (strillando)- Ma insomma cosa hai contro le ochette? Lo sanno tutti che gli uomini le preferiscono: io non ne ho colpa!

Efesto:- Non te la prendere cara mogliettina, a me vai bene così!

Era:- Stai zitto tu, brutto come sei, lei è anche troppo per te.

Atena:- Ma quanto la fate lunga, in fondo lo sapete che  con me  non avete nessuna possibilità di vincere. Io sono la migliore e oltretutto sono anche modesta.

Afrodite ed Era:- Bugiarda, presuntuosa e sfacciata! (litigano insultandosi a vicenda)

Zeus:- Smettetela, basta! Noi non siamo in grado di scegliere. Propongo di far scegliere ad un mortale.

Ares:-Come sempre, Zeus, hai ragione. Faremo scegliere ad un mortale. Ma chi sarà costui?

Zeus:- Beh, a me viene in mente Priamo, re di Troia. Ha più figli di me  e mi è molto devoto.

Dionisio:- No, non mi sembra adatto, è troppo vecchio e non se ne intende di donne. Perché non scegliamo invece suo figlio Paride. Ha molte doti e per di più è molto bello!

Coro:-Bello e incorruttibile

con gli occhi neri e il suo sapor meridionale…

Bello, è inevitabile,

che lui decida chi tra noi dovrà premiare!

Ma che confusione nella testa

dover decidere…

Zeus:- Hai avuto proprio una buona idea, sarà lui a scegliere la più bella.

Dee:- Ma chi è ‘sto Paride?

Cambio scena: spianata su un monte con casupola da pastori

Ermes:- Giovane Paride, sono inviato da Zeus per farti un grande onore. Tu solo, fra tutti i mortali, sei stato prescelto per risolvere un grave problema.

Paride:- Chi, io?

Ermes:- Sì, proprio tu. Devi ubbidire, perché nessuno può rifiutare un favore a Zeus!

Paride:- Ma io sono solo un umile pastore, come posso aiutare le divinità che sono al di sopra di tutti i mortali?

Ermes:- Questo ha stabilito il destino. Tu non potrai sottrarti al tuo dovere.

Paride: (sgomento)- Va bene. Se così deve essere…Che cosa mi si chiede di fare?

(Entrano le tre dee)     Nessuno mi può giudicare,

soltanto tu!

Ermes:-Guarda con attenzione queste tre bellissime dee e scegli quella che tu ritieni la più bella.

Paride:- Ciò che mi chiedi è impossibile! Come si fa a scegliere fra tre bellezze perfette?

Ermes:- Eppure è questo che ti comanda Zeus.

Paride:- Ma come fo! Proprio non posso scegliere! Chiunque scelga, come farò a proteggermi dall’ira delle altre due?

Era:( in modo falso)- Ma no, nessuna di noi ti farà niente!

Atena:- Credimi! Possa io morire se ti succederà qualcosa di male!

Paride:- Beh…Allora…Vediamo.

Era:- Se sceglierai me, avrai il dominio di tutte le terre conosciute, sarai l’uomo più potente del mondo. Sopra di te ci sarà soltanto Zeus.

Paride:- Però…Mica male!

Atena:- Paride, non ascoltarla, tu non hai bisogno di regni e terre. Come? Non dirmi che non lo sai! Tu sei il Principe Paride, figlio di Priamo e di Ecuba, monarchi del potente regno di Troia!

Paride:- Ma stai scherzando? Come è possibile che io non ne abbia mai saputo niente e sia stato costretto a vivere tutta la mia vita vestito di stracci e badare pecore dalla mattina alla sera?

Ermes:- Non è questo il momento di parlare di storia. Atena, pettegola, non glielo dovevi dire ora! Ti farò un bel rapporto.

Paride:- No, grande Atena, tu menti!

Atena:- Gli dei non mentono mai! Tutt’al più, cambiano un po’ la verità per propria convenienza! Torniamo agli affari: se scegli me, ti renderò il più coraggioso dei guerrieri e il più saggio dei sovrani.

Paride:- Mitica!

Afrodite:-Sono Afrodite, son la più bella,

                  ho un fisico da fotomodella!

             Se il pomo darai a me,

                   ti darò la donna di un re.

                   E’ Elena che assomiglia a me

                   È l’unica al mondo adatta a te!

Paride:- Sì, ti credo…però…insomma mi piacerebbe vederla questa Elena delle meraviglie! Sai, prima di impegnarmi!…

Afrodite:-E va bene: farò un prodigio e ti farò apparire Elena. Stai attento, guarda! (Appare Elena)

Paride:- E’ questa Elena? Mamma mia. È troppo bella! Ma da dove viene, dall’Olimpo?

Afrodite:No, beh…lei sta a Sparta.

Paride:- Ma chi è? Di chi è figlia? A qualcuno dovrò chiedere la sua mano, no?

Afrodite:- Ma no, non è necessario.

Paride:-E perché?

Afrodite:-Lei è Elena, regina di Sparta…Ah, giusto, mi sono dimenticata di dirti che è la moglie del re Menelao.

Paride:- Che cosa? E’ già sposata!? Ma…allora…cosa devo fare?

Afrodite:- Fidati di me ! Che ce frega! Io sono una dea e quello che decido, posso realizzarlo. Fidati, fidati, non aver paura di niente! Ciao, ciao! (Scompare)

(Canzone?)

Cambio scena: reggia di Priamo

Priamo:- Figlio mio, ho pensato a te per compiere una missione diplomatica a Sparta, presso il re Menelao. Ho bisogno di concordare un’alleanza con lui per proteggermi dalle polis rivali.

Paride (fregandosi le mani tutto contento)- Padre se questo è il tuo volere, partirò.

Ecco, finalmente il segno del destino! Afrodite ha mantenuto la sua parola. Sta arrivando il momento che aspettavo da tanto tempo. Marinai, presto, accorrete!

Primo marinaio:- Parla mio principe,che cosa dobbiamo fare?

Paride:- Preparate alla svelta una nave. Dobbiamo recarci a Sparta.

Secondo marinaio:- A Sparta? Credi mio signore, noi vorremmo accontentarti, ma il momento non è favorevole.

Paride:- E perché mai?

Terzo marinaio:- C’è un forte vento che soffia da occidente, sarà molto difficile prendere il largo.

Primo marinaio:- Anche gli oracoli sono sfavorevoli. Prevedono disgrazie per tutti i Troiani.

Secondo marinaio:- Tua sorella Cassandra poi, si è raccomandata di non partire.

Paride:- Non credevo che voi foste così paurosi! Ma di che avete paura? Cassandra non fa che predire sciagure a tutti: una più, una meno, chi le dà mai retta?

 Terzo marinaio:- Noi ti abbiamo riferito la situazione, ma se vuoi partire lo stesso, o nostro principe, non possiamo far altro che obbedirti.

Paride:- Non temete! Questa è la volontà di Afrodite. Essa ci aiuterà.

Cambio scena: reggia di Sparta

Menelao:- Benvenuto Paride, principe di Troia, ti aspettavo insieme a mia moglie Elena. Ho fatto preparare un banchetto in tuo onore.

Paride:- Io e i miei compagni ti siamo grati e onorati di partecipare alla festa.

(le danzatrici cominciano a ballare  e inizia la festa)

Menelao:- Ti piacciono Paride queste danzatrici che allietano i nostri occhi? So che tu sei abituato alle ricchezze  e allo splendore orientale, ma anche noi abbiamo fatto del nostro meglio.

Paride:- Oh, sì, le danzatrici sono molto belle e danzano divinamente.

Menelao:- Oh, scusami se non ti ho presentato come si deve mia moglie Elena, regina di Sparta.

Paride:- Mio re, hai proprio una gran fortuna: hai come moglie la più bella tra le belle. Avevo già sentito parlare di lei: si dice che sia la donna più bella del mondo ed ora, che l’ho vista, sono d’accordo con questo giudizio.

Elena:- Principe Paride, ho sentito parlare dello splendore di Troia, è  bella come si dice?

Paride:- Per me è bellissima, ma Sparta ha un tesoro ancor più grande: infatti ha te che la illumini.

(Elena si mostra imbarazzata)

Intanto in  un angolo, non visti…

Afrodite:- Eros, figlio mio, è il momento buono. Colpisci Elena con un tuo dardo.

Eros:- Sì, madre, con piacere. E’ questo che mi piace fare.

Paride:- Sono un po’ stanco del viaggio, ti chiedo il permesso di ritirarmi re Menelao. (Bacia la mano ad Elena che lo segue con lo sguardo mentre si allontana)

Intanto alla reggia arriva un messaggero.

Messaggero:- Grande re Menelao, presto, devi partire. Devi andare a seppellire tuo nonno che è morto improvvisamente!

Menelao:- Perché io avevo ancora un nonno vivo? Dov’è?

Messaggero:- Non preoccuparti di questo, ti guideranno gli dei alla destinazione.

Menelao:- Va be’! Se lo dici tu! Elena, io devo partire per assistere alle esequie di mio nonno.

Elena:- Nonno, quale nonno? Comunque parti tranquillo, penserò io al regno.

Menelao parte; entra Paride.

Paride:- Elena, finalmente soli!

Elena:- No, no, non possiamo tradire la fiducia di Menelao.

Paride:- Menelao non ti merita. Non vedi che non pensa ad altro che a combattere, in questa città che sembra una caserma. E poi, guarda non hai nemmeno un gioiello per esaltare la tua bellezza: è pure tirchio!

Elena:- Sì, è vero , è un po’ tirchio, ma è così gentile e buono con me!

Paride:- Ma tu non puoi continuare a vivere qui, in questo luogo squallido; devi venire nella mia bellissima patria.

Elena:- Non posso, il mio dovere…

Paride:- Lascia perdere il dovere! Dai vieni via con me! C’è una nave che ci aspetta! Pensa alla tua felicità!

Elena:- E va bene. Andiamo prima che cambi idea, e che gli dei ce la mandino buona!

Cambio scena : reggia di Troia.

Priamo:- Figlio mio, sei tornato con una donna! O non ti avevo mandato per una missione diplomatica?

Paride:- Durante il mio soggiorno a Sparta, ho conosciuto la donna della mia vita, quella che mi è stata promessa dagli dei: è Elena di Sparta, padre!

Cassandra:- Allontana subito quella donna! Essa porterà solo disgrazia alla nostra città!

Priamo:- Non dire sciocchezze Cassandra! Essa è nostra ospite, non  devi essere impudente e maleducata!

Cassandra:- Padre mio, ma sai chi è costei?

Priamo:-Non lo so di preciso, ma vedo che è una bella donna! Tuo fratello ha proprio buon gusto. Dovresti trovare anche tu qualcuno che ti sposasse, così la smetteresti di stare  sempre a gufare!

Cassandra:-Ma padre, Elena è la moglie di Menelao: è già sposata!

Messaggero da Sparta:- Sono Eraclio, il messaggero del grande re Menelao. Il mio signore è grandemente adirato per la gravissima offesa che gli avete provocato! Restituite immediatamente Elena, o le conseguenze saranno terribili!

Priamo:- Oh, sacri dei! Guarda figlio mio in che guaio ci hai messo!

Cassandra: Padre mio, io ti avevo avvisato!Ma so bene qual è il mio destino: io dico sempre la verità, ma nessuno mi crede!

Paride:- Ma l’amore non può essere fermato: io amo Elena  e anche lei mi ama! Quindi io non vi restituirò mai Elena!

Elena:- Io vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto, però, ti prego non mi lasciare, non mi rimandare da Menelao!

Messaggero:- Ma, mia regina, tu sei sposata con Menelao! Esci da questo incantesimo! E poi, pensa a tua figlia Ermione, come puoi abbandonarla?

Elena:- Di mia figlia non me ne importa niente e tanto meno di mio marito!

Messaggero:- A questo punto me ne vado, ma sappiate che Menelao ve la farà pagare cara!

Priamo:- Chissà che cosa accadrà ora? Che gli dei ci proteggano…