Il portiere del civico 18

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Il portiere del civico diciotto

Commedia in tre atti

Di

Angelo Alfieri

Personaggi

Nerino    Portiere del palazzo

Isabella: Moglie di Nerino

Silvia:         Inquilina

Eva:                Inquilina e amica di Silvia

Ottorino: Inquilino

Urbano:  Idraulico

Vittoria:  Ragioniera

Filippo:    Fidanzato di Eva

Nemo:     Portiere del civico 18

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Di impiccioni ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno ma come questi che andiamo a conoscere ... Beh! Diciamo che è un po’ difficile credere che esistano veramente. Comunque, a parte tutto, se lo racconto, qualcosa di vero ci sarà! Siamo a Varese ai giorni nostri, nel 2016. In un discreto palazzo (nel senso della bellezza) del centro vivono beatamente molte famiglie dedite alla loro quotidianità (insomma: lavorano come matti dalla mattina alla sera), ma un giorno, non particolarmente diverso da altri, per una combinazione di eventi, succede che il portiere del palazzo di fronte è chiamato a sostituire il collega e … La scena: ampio atrio senza troppi oggetti. Guardiola dietro una vetrata, scale e ascensore, una piccola porta che da alle cantine.

ATTO PRIMO

Scena prima

Nerino:           (Sta telefonando). Vediamo un po’ se è disposto ad ascoltarmi, il

lavoratore accanito, altrimenti detto: “via tutti che ci sono io”. Sì: c’è! (Sbircia dal portone). “Pronto! Senti, puoi sostituirmi domani … ho un impegno urgente,pressante … quando ti vedo te lo dico … al telefono no! … Ma no, certe cose è meglio dirle di persona … in faccia! … Sei un testone però!? … Nemo, vai a quel paese, tu, tua sorella e chi non ti saluta … eh, me le tiri fuori di bocca”. Buongiorno signore: desidera? “Non parlo con te, merlo!” Abbia pazienza ho un interlocutore cretino. Non capisce niente! “Ti richiamo”! Sapesse che impiccioni ci sono in giro … guardi … si stenta a crederlo! Vede: stento!

Urbano:          Lo so, lo so … Senta, mi hanno chiamato i coniugi Bertoni, devo fare un

intervento urgente … a che piano devo salire? Portiere, senta, mi dica che posso portare la macchina in cortile. Sa è nuova!

Nerino:           Ha la macchina nuova? Però … è quella lì? Costosa! Roba estera.

Urbano: Allora! Me la fa parcheggiare o no? Dai chiuda un occhio. Sia accondiscendente.

Nerino: Guardi quella che condisce è mia moglie io, per quanto ci provi … sa. È tutta questione di manualità. Butto troppo sale.

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Urbano:          Non intendevo quel condire … lasci stare … non fa niente!

Nerino:           Se veniva a piedi non c’era bisogno di condire.

Urbano: Adesso vado in giro a piedi perché lei non accondiscende? Oh, signore che giornata. Me lo sentivo! Quando imbocco questa via mi viene come un crampo allo stomaco che … lo vuole sapere? Non è per niente un buon segno.


Nerino:


Provi a tornare indietro, prendendola al contrario può darsi che cambia.


Urbano:


Sì! … Allora ‘sti Bertoni?


Nerino:


Bertoni dice … che cos’hanno? Stavano così bene! Poveri cristi.


Urbano:


Si fa in fretta a crollare! Passata una certa età. (Non ne può più).


Nerino: Quando si comincia … però, è vero, lui qualche giorno fa, zoppicava. Ha fatto di tutto per non darlo a vedere ma sa, io sono un portiere , ho un certo occhio … e poi li conosco! Che abbia la gotta?

Urbano: No! Ma quale gotta … si la gotta ... non la gotta ma la gotta del lavandino … senta mi dica a quale piano devo andare!

Nerino:           Guardi che i coniugi Bertoni non abitano mica qui … attraversi la strada

... lo vede quel disoccupato sul portone … ecco: chieda a lui!


Urbano:


Quello che sembra il portiere del palazzo?


Nerino:


Appunto!


Urbano:


Crede forse che ho tempo da buttare?


Nerino:


Non lo so … veda lei … se vuole glielo butto io.


Urbano:


Ma ti dico io, che gente!


Isa: Nerino, lascia andare quel disgraziato, vieni che c’è una telefonata urgente … lei vada via … che vizio. Tutti qui si fermano. Vada di là … da quelli del 18, che sono più ricchi! Quanto gli hai dato stavolta?

Urbano:          Disgraziata sarà lei … non vede che sono l’idraulico?

Nerino:           Cerca i Bertoni ed è venuto qui! … Hanno la gotta! Tutti e due.

Urbano:          La finisca per favore … villano che non è altro! Capisce poco o è sordo?

Nerino:           Eh! (Preferisce passare per sordo).

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Urbano:          (Vuol vedere fino a che punto arriva). Sua moglie è un po’scema!

Nerino:           Lo so! (La moglie gli da uno spintone).

Isa: (Dall’ascensore esce Silvia). Buongiorno signorina … mi scusi: per caso passa davanti ai cassonetti? (Silvia annuisce). Mi può buttare dentro questo cretino?

Silvia:              Signor Nerino, signor Nerino … non si fanno arrabbiare le mogli!

(L’idraulico è rimasto sulla porta e ora non fa altro che guardare Silvia). Cos’ha daguardarmi, non ha mai visto una donna?

Urbano:          Così mai! La posso accompagnare di là della strada? Vado dai Bertoni!

(Gag piacere).

Silvia: Sapesse cosa me ne frega … vada dove vuole. (L’idraulico se ne va rammaricato). Nerino, un po’ di attenzione a questi perdigiorno. Con quello che cicosta il portierato.

Nerino: (Per non fare una figuraccia, improvvisa). Lo sa chi è? No? È un avvocato di grido. Fior di quattrini … cause a non finire … vince un sacco di processi (Confidenziale). Quando è arrivato ho visto che si metteva in tasca un pacco di soldi… sapesse! E guardi che macchina: americana!

Silvia: Però! È proprio vero che l’abito non fa il monaco: l’ho preso per uno straccione qualsiasi.


Isa:


Oggi si fa in fretta a sbagliarsi … gli stia dietro: è un buon partito!


Silvia:


Siete sicuri?


Isa: Se lo dice lui che è portiere … e poi se va dai Bertoni, che sono notoriamente ricchi … non mi faccia parlare … stasera, quando rientra passi dentro che le racconto.


Silvia:


Mi creda, non è importante! A stasera!


Nerino:

telefono).


Non è che stiamo sbagliando qualcosa? (Va in guardiola a prendere il


Isa:                      È ora che si trovi qualcuno: ha trent’anni. Balla in giro alla ricerca del


fesso che se la piglia da dieci e non lo trova … e questo ha la barba lunga e quello il mento sporgente … e quell’altro fuma … ne ha sempre da dire di tutti : questo mi sembra a posto.

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Nerino:           Si vede che lo cerca su misura! “Pronto”… hanno riattaccato. Non è più

come una volta che si sposava il primo che ti capitava tra le mani. Oggi, le donne, sono esigenti.

Isa: È vero! Peccato che sono nata troppo presto! (Arriva Eva, l’amica di Silvia). Signorina Eva, la vedo in gran forma! Va a lavorare? La sua amica è appenauscita di corsa, ha detto che andava dall’avvocato … glielo dico in confidenza … pare che si piacciano!

Eva:                   È sicura? Avvocato? Cosa se ne fa? Non me l’ha detto che ha un

avvocato! … So che è corteggiata da un tale … avete frainteso, comunque fa bene:

ha già la sua età! Arrivederci!

Isa: Hai sentito? Come se lei fosse giovane … garampana, che detto in varesino vuol dire … (Ci pensa) come la tradurresti tu questa parola?


Nerino:


Se lo vuoi proprio sapere te lo dico ma declino le responsabilità.


Isa: Deficiente che non sei altro … va via e non venire a casa prima di mezzogiorno … ti faccio vedere io che è la garampana … (mentre esce). Scemo! Hai sposato un fior fiore di donna … fedele … onesta … e ... fila! (Prende l’ascensore e sale).

Nerino:           È nera! Quando la tocchi sul vivo, salta come una cavalletta … morta!

Isa:                      (Dall’ascensore). Ti ho sentito: babbeo!

Scena seconda

Nemo: Attraversare la strada è diventato un’impresa : qualche giorno ci rimetto l’osso del collo. Per forza tengono i semafori spenti e il cittadino, che è spennato dalle tasse , deve finire sotto le ruote del pirata di turno che la passa liscia e via di seguito … lasciamo stare che è meglio. (Vuole sapere perché il collega lo ha chiamato). Isabella! … Questi due qui non ci sono mai in guardiola, può entrarechiunque … Nerino! … Sarà giù in cantina a tracannare. Lo conosco bene. (Entra Vittoria) . Cosa avrà bisogno … mah!


Vittoria:


Lei è il portiere?


Nemo:


Non mi vede? Ho forse la divisa da pilota, da ferroviere?


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Vittoria:          Non faccia lo spiritoso … sto cercando il signor Belloni: sta qui no?

Nemo: No! Stava qui, tanti anni fa, ma poi c’è stato il terremoto ed è tornato al suo paese. Nel sud delle Puglie!

Vittoria: Terremoto? Mi ha dato questo indirizzo tre giorni fa … sono la ragioniera che tiene la contabilità della ditta del figlio che ora è in vacanza e devo portare i documenti … Beh! Perché mi guarda così?

Nemo: (La guarda con malizia). Ragioniera e basta o … si dice ragioniera e invece … una volta c’erano le massaggiatrici … oggi …

Vittoria: Ma dico … è matto ... ma pensa te che portiere hanno questi: cretino! Me ne vado seccata! Villano! (Esce e rientra). Le faccio causa!

Nemo: Che carattere! ... Allora, dove sono … cosa avrà bisogno? Impegno pressante … starà male, andrà in ospedale a fare l’esame del sangue. Questo qui è imprevedibile, è capace di ammalarsi così su due piedi. Però, non sarebbe male! Che gente! Chi cercava quella lì? (Guarda la lista dei condomini). Albertini, Belloni, Polloni, Petti , Zuppai … da dove viene questo? Che inquilini! Belloni, eccolo qui … porco cane, è meglio se non mi faccio trovare ... lo chiamo più tardi. (Vittoria, non convinta torna indietro).

Vittoria: Dove va? Lascia la guardiola incustodita … lo farò presente ai suoi condomini … non mi ascolta nemmeno … villano!

Nemo:             Vada via: è scoppiato un incendio al quinto piano.

Vittoria: Dove sono capitata … non c’è una giornata buona ... che periodo. Ripasso domani nella speranza di trovare ancora il palazzo … fumo non ne vedo, odore nemmeno: che incendi sofisticati! (Se ne va).

Scena terza

Isa: (Esce dall’ascensore). Giornata piatta oggi … quasi quasi vado giù un attimo intanto che posso … come non detto … eccolo qui, arriva lo scassatore di banane … buongiorno, signor Ottorino, è già di ritorno? Come mai così presto? Di solito mi rompe le palle a mezzanotte perché si è dimenticato le chiavi sotto lo

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zerbino e la donna delle pulizie gliele scopa via … (Gli da la chiave). Questa è l’ultima! Serie esaurita! Finish!

Ottorino: Non ho perso niente … Isabella mi deve fare un favore … (Le sussurra qualcosa). Mi aiuti la prego, lo faccia per un povero medico.

Isa: Medico sì ma povero non direi … quello che mi chiede è un po’ … rischioso … se lo vengono a sapere gli altri ci vado di mezzo io.


Ottorino:


Se non mi aiuta spiffero di lei e il signor Nemo!


Isa: Ricattatore! … Stia zitto … (Pensa un attimo). Va bene: l’aiuto! Lei avrebbe il coraggio di parlare male di me senza motivo?

Ottorino:       Oh sì se lo farei!

Isa: Bel condomino! Per fortuna mi avevano detto che c’era tutta gente di riguardo. Riguardo a che cosa poi … Passi più tardi, quando mio marito non c’è. E non si faccia vedere da tutti … ricattatore! (Ottorino se ne va). Quando si ha un marito inutile si finisce sulla bocca di tutti … chi glielo avrà detto poi … non c’è ne uno che si fa gli affari suoi qui dentro. Chi è questo seminarista … oh Madonna come si veste questo qui. Si è perso … tutti qui finiscono! Gira gira. È come se ci fosse una spirale che inghiotte, vengono assorbiti della porta. Che caricatura. Vuoi vedere che c’è morto qualcuno e non mi hanno avvisato? Buongiorno, chi cerca?

Filippo: Gentile signora, la signorina Eva Persichetti è in casa? Sono il fidanzato. Mi ha invitato a cena stasera e così ho pensato di portarle questo mazzo di fiori per farle una sorpresa.

Isa:                      Ma pensa! (Tra sé). Vestito così gliela fa lui una sorpresa! … Me li lasci

qui, appena arriva glieli do! Adesso non c’è: è al lavoro! Glieli faccio mandar su dal portiere.

Filippo:          Si ricordi: da parte del conte Filippo di Rocca Chella!

Isa: (Fa una specie di riverenza). Riverisco! Hai capito la vecchietta, si prende il conte della chetichella … ma, sarà … mi viene voglia di buttarli nella pattumiera … questi qui me li tengo io e questi qui glieli diamo alla contessa … che duo … Eva Persichetti in Chetichella! Due fenomeni.

Nerino: (Arriva con un pacco). Cara moglie … Spasimanti? Che belli! Freschi, sembrano appena colti.

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Isa: C’è gente che mi apprezza, caro marito … vedi … rose rosse … tu non sapevi nemmeno che c’erano!

Nerino: A te regalano fiori e a me carta igienica. Chi te le ha portate quel cretino di sopra! (Va a depositare il pacco in guardiola. Arriva Urbano).

Urbano:          Mi ha detto il “disoccupato” di mandarla a quel paese … e che domani

non la sostituisce per nessuna ragione al mondo. Sono parole mie perché quelle che mi ha detto lui sono irripetibili. Buongiorno!

Nerino:           Avvocato, venga qui in guardiola. (Dice così perché è entrata Vittoria).

Un attimo: desidera signora? (Urbano si guarda attorno).


Vittoria:


Ma lei chi è?


Isa:


(Ride). Non è vero che sembra un diseredato?


Vittoria:


Non sta a me giudicare. Sto cercando quell’idiota del portiere …


Isa:


(A parte). Sei conosciuto anche all’estero!


Vittoria:


Allora: dov’è?


Nerino:


Era qui un momento fa! (Grida). Portiere! … È un po’ sordo.


Urbano:          È vero! E non solo. Senta … devo andare … se proprio vuole domani


sono ancora da queste parti … mi scusi signora ma devo andare! Ho un bisogno impellente.

Vittoria: Poteva anche dirlo che gli scappa. Al giorno d’oggi si sentono di quelle parole che … Che simpatico, chi è?

Nerino: Non lo conosce?.. Oh! È il professor Dettori! Un grande studioso di quelle cose lì ... atomiche … ha capito.


Vittoria:


Ma pensa … ho sentito che lo chiamava avvocato.


Isa:


Chiamava il gatto … è un soprannome che gli ha dato lui.


Vittoria:


Al gatto?


Nerino: Oggigiorno il gatto è diventato intelligente: ne sa più lui di me! Lo sa che ha imparato a dire “Papà”.


Isa:


Sapesse! Gli devo portare via la penna altrimenti mi scrive dappertutto.


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Vittoria:


Ma pensa! … Bel micione … volevo dire: è un bell’uomo. Sarà libero?


Isa:


Se è in giro …


Vittoria:


Non in quel senso …


Nerino:


Sì: liberissimo! Abita a casa sua!


Vittoria:


A casa mia?


Isa:


Ah, sì?


Nerino:


Voglio dire che ha una casa tutta sua. Una villa … grande!


Vittoria:


Perbacco, mentre voi, abitate qui?


Isa: Lei è venuta qui per sbaglio o l’hanno mandata. Ha bisogno di qualcuno … ah ecco, è in gita di piacere?

Vittoria: Ho bisogno di parlare col signor Belloni ma il portiere mi ha detto che non abita più qui … o è scemo o lo sta diventando. È tutta la mattina che vagabondo di palazzo in palazzo per niente.


Nerino:


Non ci sono più i portieri di una volta.


Isa:


Ci sono quelli di adesso!


Nerino:


Questo qui, il nostro … è un genio.


Isa: Oh! Perché non lo conosce altrimenti. Pensi che da ripetizioni di furbizia comparata … glielo spiego un’altra volta.


Vittoria:


A che piano abita? Che stupida! Che stupida!


Nerino:


Vede: basta saperlo. (Alla moglie). È una parente del becchino?


Vittoria:          Ci sono i campanelli … certe volte. (Suona). “Belloni … sono io, la


ragioniera … sì … mi hanno depistata … il portiere … l’ho capito subito: salgo!” Terzo piano. Lascia che lo incontri di nuovo quel cretino che gliela faccio passare la voglia di sfottere. Buongiorno!


Nerino:


Chi è? Con chi ha parlato?


Isa:                      Non lo so … sono salita dal dottore un momento … sarà entrato qualche


scemo di guerra … che figure! Non mi voglio scervellare perché tanto è tutto tempo perso.

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Nerino: Non pensare Isa-bella, non fa per te! (La osserva, ironico). Cara, ti hanno dato un nome che va bene per metà della vita, circa, ma per l’altra metà stona, stona. Se ti avessero chiamata solo Isa sarebbe stato più logico! Prima di dare un nome ad una persona bisogna pensarci su anni.

Isa:                      Sei decisamente un cretino, te lo dico dal profondo del cuore. (Sale dalle

scale ma ci ripensa e va in guardiola). Pirla! (Nerino se ne va).

Scena quarta

Isa: (È in guardiola, scende la signora Vittoria). È già di ritorno? Ha fatto in fretta.

Vittoria:          Dovevo consegnare i documenti del figlio. Cosa fa dentro lì.

Isa: Prendevo un po’ di fresco … hanno l’aria incondizionata. (Isa e Nerino sono ben vestiti, non sembrano affatto portieri).

Vittoria: Venga con me al bar, le offro un aperitivo … così parliamo del professore atomico.


Isa:


Adesso? Così su due piedi. Qui … Eh!


Vittoria:


Chiami il portiere.


Isa:


Portiere! Chissà dov’è! Mi lascia incustodito l’ingresso. Ha bisogno?


Vittoria:

Belloni.


Lo sa che è uno un po’ svitato? Non ha le rotelle a posto. Me lo ha detto


Isa: Glielo ha detto Belloni: che scemo! Guardi la gente pur diffamare qualcuno non si fa scrupoli. Quello è un pettegolo. Lo sa che mestiere faceva?


Vittoria:


Altroché se lo so! Adesso continua il figlio.


Isa:


Mestieraccio neh?


Vittoria:


Oh! Io non lo farei mai.


Isa:


Andiamo al bar … che Dio ce la mandi buona …


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Silvia: (Arriva in anticipo). Buongiorno … c’è sciopero lo sa? Sono dovuta rincasare in anticipo. Con tutto il lavoro che ho. Oggi è una di quelle giornate giuste. (Sale subito).

Isa:                      Ma pensi! Certo che ce ne sono di matti: chissà per chi mi ha presa.

Vittoria: Mah! … Sembra quasi che sia colpa sua! Senta mi parli di quel tipo … mi piace, è giovanile … ci sto pensando … un “atomico”, alla mia età. Lo sa che sono rimasta vedova dopo pochi anni di matrimonio?

Isa: Alle volte il destino è accondiscendente … invece in certi casi: niente! Con questo ci deve pensare in fretta perché è molto ricercato; viene rincorso dalle donne … sembra calamitato. Come una donna lo vede, trac! Preso! Andiamo!


Vittoria:


A sì? Come faccio ad incontrarlo … non so neanche come si chiama!?


Isa:


Ci penso io. Lo conosco da anni.


Vittoria:


Mi raccomando: discrezione.


Isa: Ma le pare! Non lo dica nemmeno per scherzo. Questo palazzo è famoso per la discrezione dei condomini. Non parlano nemmeno sotto tortura.


Vittoria:


Dei condomini può darsi ma dei portieri? …


Isa:


Li conosco appena.


Scena quinta

Nemo: Me lo dirà adesso … non c’è pericolo di incontrarli … mai. Lo chiamo, vediamo un po’ se al telefono, almeno … “Pronto … dove sei … a fare … vieni qui che devo parlarti per domani … tua moglie dov’è? … era qui … ti aspetto cinque minuti dopo di che … arrangiati. … Villano!” Che tipo! Lo devo sostituire senza nemmeno sapere il perché.

Vittoria: (Torna indietro sola perché ha dimenticato qualcosa su da Belloni). Eccolo qui il “portiere dei miei stivali” … lei è un pessimo esempio di portierato … non si preoccupi, lo farò presente a i suoi datori di lavoro. Buffone! (Prende l’ascensore). Pagliaccio!

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Nemo:

anticipo?


Questa qui fa la spola … dentro e fuori … salve signorina Eva … in


Eva: C’è sciopero dei mezzi. Dove sono i miei portieri ? Gli devo dire una cosa. Se dipendesse da me li manderei a zappare il mare.

Nemo: Li sto cercando da stamattina ma … sembrano dissolti nel nulla! Senta io vado … se li vede glielo dica. È la seconda volta che passo. (Essendo talmente curioso si sofferma per origliare). E sono quasi stufo.

Eva:                   Sì: prima li strozzo e poi glielo dico. (Telefona). “Filippo … sono io Eva

…allora per stasera? Viene! Ci sarà una mia amica, non le spiace? … una sorpresa?

…Sono curiosa: me lo dica … Va bene! A dopo!” … Che caro. Mi corre dietro. Non è che mi piaccia poi così tanto ma … chissà cosa fa di lavoro: è sempre elegante. (Tra sé).

Nemo: Bestia che colpo … (A parte). Stavolta … è grossa! Facciamo scattare il meccanismo del passa parola intercondominiale.

Vittoria: (Esce dall’ascensore). È andato via? Ah, eccolo … stupido che non è altro … me la paga questa … gli faccio vedere io chi sono. È da stamattina che vagabondo per colpa sua. (Se ne va infuriata). Sud delle Puglie: asino!

Eva:                   Chi è?

Nemo: Mah! … Mi sembra un po’ matta … sono quei tipi che hanno liberato dai manicomi e passano qui per consigli. Allora vado! (Rientra Isa).


Eva:


Cosa sta dicendo Nemo?


Isa:


Bell’imbusto fila nel tuo antro prima che arrivi mio marito.


Nemo:

sai perché?


Sei arrabbiata? … Tuo marito mi ha chiesto di sostituirlo domani, non


Isa:


Chiedilo a lui!


Nemo:             Non lo trovo mai, e la seconda volta che passo … Ascolta, quel vostro


inquilino ... quell’Ottorino … perché mi guarda come se fossi un delinquente?

Isa: Signorina Eva … un tale ha portato questi per lei … sono un po’ pochi ma sa, i tempi. Li bagni che si gonfiano, così sembrano di più.

Eva:                   Le ha detto il nome?

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Isa:                      Chetichella! Conte della Chetichella.

Eva:                   Non lo conosco. Che tipo era … alto … magro … elegante …

Isa:                      Penso che sia un seminarista … da come era vestito.

Nemo:             Ha un sacco di spasimanti la signorina Eva.

Isa: Cosa ne sai tu? Vieni in guardiola … arrivederla! (Eva se ne va). Deficiente, cosa sei andato a dire in giro su di noi … quel cretino di un Ottorino ha capito qualcosa: mi ricatta!


Nemo:


Avrà i suoi motivi. (Si guarda attorno con circospezione).


Isa:

furbo.


Vuole che gli faccia un favore … (Glielo sussurra). Hai capito che


Nemo: Non cedere … si arrangi … tira fuori qualche regola condominiale e … ricattalo tu … Ascolta … (Parlotta sottovoce). Eh! Se non ci fossi io del 325, da queste parti chissà come sareste conciati.

Isa: Devo darti atto che stavolta mi hai sorpreso … ti facevo più tonto. Adesso vai … facciamo in modo di non fomentare le dicerie popolari che a quanto pare crescono. Ciao!

Filippo: (Arriva con un altro mazzo di fiori). Portiera? Signora! (Arriva Nerino). Buongiorno signore … il portiere non c’è?


Nerino:


Dipende. Ha bisogno?


Filippo:          Devo far recapitare questi fiori ad una signora senza dirle chi li manda


…(Nerino da un’occhiata in guardiola). La portiera lo sa!

Nerino: Scommetto che lei è già passato prima con un altro mazzo di ortiche … di fiori per quella signora famosa di cui non sappiamo niente …

Filippo:          Bravo! … Glieli da lei? (Nerino prende il mazzo. Scende Ottorino).

Ottorino: Le portano pure i fiori … bene … e ha il coraggio di negare. (Tra sé). Buongiorno Nerino … Ah! Dimenticavo … chiami l’idraulico, me lo mandi su che ho una perdita. Nel pomeriggio. (Se ne va).

Nerino: Ha sentito … mi prende per uno sguattero … non si preoccupi: glieli do io! Vada pure. Isabella!

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Isa:                      Quando mi chiami così c’è qualcosa che non va. Ancora fiori …

Nerino: Comincio a credere alle voci che circolano … mi stai nascondendo una tresca o sono io che ti sopravvaluto.

Isa:                      Sono ancora piacente … sono desiderata … cucù! Dammi quei fiori:

Nerino! (Va verso l’ascensore, rientra Filippo).

Filippo: Signora … la prego (Si inginocchia). Sono nelle sue mani! Ci tengo tanto a lei!

Nerino:           (Non riesce a dire niente perché in quell’attimo entra Nemo: ha

intravisto Vittoria che sta arrivando con Urbano). Vi giuro: non me ne sono maiaccorto di avere una moglie interessante, per gli altri.

Nemo: (Si rifugia nell’ascensore appena entra nell’atrio). Porco cane ancora quella matta.

Nerino: È pazzo … è pazzo, e sì, uno che si comporta così è … Proprio lei cercavo … il nostro Ottorino ha bisogno di … (Vede Vittoria) una consulenza immediata … Caro avvocato. Stamattina avete deciso tutti quanti di visitare il museo qui di via dei beati santi riuniti.

Filippo: (Nel frattempo si è rialzato). Perdonatemi, sono così innamorato di quella creatura che sto perdendo la testa.

Nerino: (Guarda il pubblico). Ma è sicuro di averla! Guardi qui all’angolo c’è un oculista, si faccia vedere.

Urbano: (Sta cercando di capire perché lo chiama avvocato). Chi è questo otorino che ha bisogno di me? (Guarda Vittoria, tra sé). Mamma mia che ciospo d’insalata matta … da dove sbuca!


Vittoria:


Quanta bella gente … Portiere!


Nerino:


(Cercando di non smascherarsi). Dica a me!


Vittoria:


Buongiorno signora … dica la verità: lei vive qui.


Isa:


A giorni alterni. Vi conoscete? Le presento l’avvocato … avvocato …


Urbano:


Villafranca! Piacere signora. (Guarda il pubblico con disgusto).


Vittoria: (Non capisce più niente). Piacere, Vittoria Piccolini! Ragioniera di concetto. Ma ha cambiato mestiere?

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Isa:                      Cara lei, al giorno d’oggi si fa in fretta.

Urbano:          Ieri facevo il pittore.

Filippo: Vado speranzoso … arrivederla signora. Non mi deluda! (Gag a piacere).

Isa: Vada vada, ci penso io alla … (Si apre l’ascensore, Nemo sta per uscire ma rientra immediatamente. Isa, d’istinto getta il mazzo a Nemo). Glieli porti su!

Vittoria:          Ma quello è quell’idiota che … venga fuori lei … e lo prendo eh!

Cambiate portiere che è meglio!

Urbano: (Non intende i gesti di Nerino che lo sta invitando ad andarsene). Ah! Sì! Con questa schifezza. Sì. Mi viene voglia di tirarle una chiave inglese. Signora, (Tossisce) cosa ne direbbe se le offrissi un caffè?

Vittoria: Sì … andiamo avvocato o … quello che è … che simpatico! Mi offra il braccio, dai, non se lo faccia dire … Lo sa che lei è un ruba cuori?

Urbano:          Oh, lo sanno tutti.

Vittoria: Mi fa perdere la testa … non mi ricordo più nemmeno il motivo della mia venuta.

Urbano:          Perché lei è venuta qui. Cosa le devo dire … Sarà il fascino meridionale,

sarà l’aria secca: che ne so. Mi preceda. (Vittoria esce). Voi due siete matti … perché gli avete detto che sono un avvocato?


Isa:

fiorellino?


Per lei è un professore “atomico”. Le corra dietro non vede che


Urbano:


A me piace quella di stamattina.


Isa:


La Silvia? (Urbano annuisce).


Nerino:


Piace anche a me.


Isa:


Figurarsi.


Urbano:


Mi azzardo? Sentite, mettetemi in contatto con quella Silvia.


Isa:                      Vada vada che si raffredda la passione! (Si apre l’ascensore). Si può


sapere cosa stai facendo tu?

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Nemo: (Ha il mazzo in mano). È andata quella … che palazzo è diventato? Non si può nemmeno passare dentro un attimo che ti assalgono … è la terza volta che vengo: dimmi perché ti devo sostituire?

Nerino: (Ha tenuto nascosto alla moglie il fatto). Io ti ho chiesto di sostituirmi? E quando? Stai attraversando un brutto periodo te … Isa, diglielo anche tu.

Eva: (Scende con Silvia, Nemo depone le rose su un tavolino). Che profumo. Di chi sono queste rose rosse?

Nerino: Eh, chi lo sa. Non le tocchi per carità, sono per una strega che si aggira nei dintorni. Si avvelena le mani.

Silvia:              Madonna santa: buttali nel cassonetto. (Li ributta nell’ascensore) ...

Però, anche voi, lasciare in giro certa roba … puzzano per giunta.


Nemo:


Chissà da dove vengono.


Isa:


Immagino! (Al pubblico). Per me gli ha rubati al cimitero.


Silvia               Dai Eva, andiamo che siamo in ritardo. Lei ha la passione delle rose


rosse. Pensate che uno sconosciuto gliene ha appena fatte recapitare un mazzetto striminzito.


Isa:


Costano. Sei contento? Bravo!


Nemo:             Allora cosa vuoi da me? Perché mi hai scomodato mentre svolgevo le


mie mansioni di sovraintendente di palazzo?

Nerino: Certo che ne dici di scemate … se le dovessi scrivere tutte riempirei un rotolo di carta igienica.

Isa: Ti tiene in considerazione! Mamma mia è qui ancora. Che cotta si è preso questo qui?

Filippo:          (Ritorna preoccupato). Allora! Cosa mi dice … andavano bene?

Isa: Andavano … sono andate. Siii ,vada tranquillo, conte … farà il suo bel figurone. Vero Nerino?


Nerino:

chi sono?


Ma scherza! Signor fiorista ma, esattamente, lo dica con sincerità: per


Filippo:

Isa).


Per la mia fidanzata! Ho un appuntamento per stasera. Lei lo sa. (Guarda


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Nerino: Capisco … lei non guarda in faccia le donne … quello che capita … tanto, alla fine … voglio dire, cambia poco.

Filippo:          E lo so … ho la mia bella età … bisogna accontentarsi.

Nerino:           Ci vuole un bel coraggio ma … “De gustibus”.

Isa:                      (A parte). Voglio vedere dove va a parare!

Nerino:           È più di là che di qua ma … contento lei.

Filippo:          Non dica così … è ancora bella. (Guarda Isa ammiccando).

Nerino: Mi creda … non sa che le donne ad una certa età precipitano nel baratro in fretta? Di colpo.


Filippo:

tanto.


Ma questa è la mia passione … non era mai capitato che mi sconvolgessi


Nerino:


Ci credo … appena l’ho vista ho detto: questo qui è sconvolto.


Filippo:


Si capisce così tanto?


Isa: Non si lasci condizionare dalle parole del primo che passa. Noi donne di una certa età, sembriamo morte ,ma nel momento giusto tiriamo fuori gli artigli.

Nemo:             È vero! (Nerino scuote la testa). Io la conosco! (Gag a piacere). Che


combinazione. L’ho incontrata alla mostra di fotografia antica in via Veratti. Si

ricorda che abbiamo parlato un attimo del ritratto della duchessa … quella tutta in rosa? Con l’ombrellino?

Isa:                      La duchessa con l’ombrellino. Antica … Che scemo! Li batte tutti. Uno

può scegliere se stare zitto o meno ma lui niente: deve spararle. (A parte).

Filippo: Sinceramente … è difficile che parli con qualcuno che è al di fuori della mia cerchia.

Isa: Nemo, sei fuori dal cerchio, sogni ad occhi aperti … come puoi pretendere che il monsignore ti rivolga la parola ad una mostra … se fossi stato altrove, forse. (Lo ispeziona). Lei è parente del vescovo Battilora?

Filippo:          No, ho parenti nel clero però sono tutti cardinali.

Isa: Hai visto: vestito così … l’avrai incontrato al cimitero. Signore mio che mattinata.

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Nerino: (Quando sono usciti tutti si siede un attimo). Dove ho sbagliato con questa donna … il dottore … adesso il reverendo qui … il bello è che me la fa sotto gli occhi. Devo indagare … per forza! Siii, indago! Metti che la faccenda si diffonde oltre il palazzo … al di là della strada poi sarebbe come dirlo al vento.

Isa:                      Ideologo … dai … non ti scalmanare troppo … il rovello non ti si

addice. Vai su dall’Alessandra Corniglione: ha bisogno di te.


Nerino:


Di me? Per cosa?


Isa: Eh, vallo a sapere. Non ti approfittare del fatto che ci vede poco. E tieni le mani a posto. (Isa esce).

Nerino:            Quali mani? Quella è stata oggetto di attenzioni da parte del dottore ma,


a quanto pare … certo che quello li è un bel tipo: le vuole tutte! … Ma si sa, il raccolto non è mai quello che ci si aspetta … anzi … anzi …


Isa:


(Dall’interno). Vai su!


Nerino:           Al diavolo! Alessandra Dormiglione. Scommetto che dal momento in cui


suono il campanello alla sua apparizione, perché di quello si tratta, passano una ventina di minuti e oltre?

Isa:                      (Dall’interno). Vai su!

Nerino: (Nerino allargarla braccia). Non è normale! Ha un radar al posto delle orecchie.

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena prima

Eva: Nerino, stasera deve venire da me un tipo … quando sta per salire mi può avvisare? Sa, è la prima volta che lo invito e … io sono un po’ all’antica … è meglio non strafare. Dargli troppa confidenza subito mi pare innaturale. Lo conosco da poco e non vorrei cacciarmi in un “cul de sac”.

Nerino: Ci mancherebbe, signorina. Sono qui apposta. Appena entra qualcuno che la cerca … su immediatamente senza mettere fuori i manifesti .

Silvia:              Se ne accorge perché è un tipo un tantino strano ma, tutto sommato,

sembra a posto. Ha un qualcosa di mistico … come dire: trascendentale. Di antico ecco! (Nerino sottolinea il fatto con gesti appropriati). Se credi che ti possa far piacere, invitami!

Eva: Glielo detto che c’è un’amica. È rimasto un po’ sorpreso ma ha accettato. Saliamo.

Nerino: Non l’ho mai visto … non posso dire ... Arrivederle! Vuoi vedere che incontra quell’idraulico da strapazzo? Crede che sia un avvocato … mamma mia che pasticcio. (Pensa). No! Non può essere lui, non sa nemmeno chi è. Caso mai è Silvia che dovrebbe invitarlo … nel frattempo stiamo a vedere chi è il “trascendentale cul de sac”. (Si siede sull’unica sedia che c’è, si appisola). È una giornata pesante … è diventato un palazzo ingestibile … gente che va, gente che viene … mai un attimo di relax.

Nemo:             (Entra, grida). Portiere!

Nerino: (Sobbalza. Entra Ottorino). Dov’è quel cretino di Otto … Dottore … ha fatto tardi oggi …

Ottorino: Non direi! La signora … non c’è, mi ha promesso una cosa … la chiamo dopo! Lei cosa ci fa qui? Se fossi uno dei suoi datori di lavoro la farei licenziare per insufficiente presenza in guardiola, caro portiere del 18.

Nemo:             È proibito entrare … pensi che domani ci sarò io qui: devo sostituire lui

che è malato.

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Ottorino: Malato? Nerino, se ha qualcosa venga su, una mano lava l’altra … la mutualità dove la mettiamo? (Nerino fa un gesto molto esplicativo).


Nerino:


Non lo so, dica lei.


Nemo:


Oggi fai un favore a me e domani si vedrà.


Nerino:           Fortunatamente abbiamo qui un filosofo che ci illumina altrimenti non


sapremmo come tirare avanti. Anche se fossi malato non mi farei certo visitare da lei.


Ottorino:


Villano. Per chi mi ha preso? Senti questo.


Urbano: Portiere, mi dica dove abita questo otorino che ha bisogno di me! Ho una certa premura. (Si guarda attorno, teme la presenza di Vittoria).


Nerino:


Ha perso qualcosa? Eccolo: è lui.


Ottorino: È l’idraulico? Menomale! Salga con me! (Entra Vittoria). Mi chiamo Ottorino, non otorino. Dottor Ottorino Degli Sperli.


Urbano:


Se lo dice lei.


Vittoria:          Oh, che sorpresa! Il professor Villafranca … che bello, pensi: la stavo


cercando. (Lo prende sotto braccio). Quando scendo la trovo qui?

Ottorino:       Dopo, dopo: adesso viene da me!

Nemo:             (Si è nascosto in guardiola). Se mi vede mi spara.

Urbano: Signora, c’è prima lui. Mi ha chiamato. Dobbiamo per forza salire insieme? (Vittoria annuisce). Ecco … appunto. Prego, prima voi.

Nerino:           Ma … era qui … (Dall’ascensore escono Eva e Silvia). Che andirivieni

…signorine … (Urbano è entusiasta).

Silvia:              Buon pomeriggio, avvocato. Eva, ti presento l’avvocato Dettori, dicono

che vince tutte le cause anche quelle che sembrano perse e si arrotola pacchi di soldi.

(Sbalordimento di Urbano).

Eva:                   Che bravo! Molto lieta. Silvia: ho premura.

Ottorino: (Non sa più con chi ha a che fare). Pacchi di soldi? Lei, in fin dei conti chi è?

Urbano:          Se lo sapessi!

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Vittoria:


Ma è il professor Villafranca … un mio amico. È nell’atomica.


Urbano:


Mi lasciate salire da questo qui: per favore?


Silvia:               Che simpaticone … qualche volta, se non ha niente da fare, mi chiami.

Si faccia dare il telefono da lui.

Vittoria:          Guardi che esce già con me …

Urbano: (Guarda Nerino). Lei me le paga tutte … Signore, quando scendo ci mettiamo d’accordo, va bene?


Eva:


Silvia: ho premura.


Silvia:

squillo.


Ci tengo! (Risentimento di Vittoria). Se ripassa mi avvisi. Mi faccia uno


Isa: Drinnnn. (Saluta e va direttamente in guardiola, riesce). C’è un topone in guardiola, non ve ne siete accorti?


Nerino:


Ah ecco dov’è finito! Era qui …


Silvia:


Anche i topi adesso: Nerino! A ben vederla allora.


Urbano:          (Fa un inchino guardando i due portieri). Tutti i nodi vengono al pettine.

Andiamo su … dottore! Se sto qui ancora un po’ mi fischiano le orecchie.

(Rimangono i due e Nemo).


Isa:


Cosa facevi in guardiola?


Nemo:


Allora mi dici di cosa hai bisogno?


Nerino:


Isa, vai giù in caldaia che c’è il tecnico … potrebbe avere bisogno.


Isa: Di me! Il tecnico ha bisogno di me. Vado lo stesso, ma non in caldaia. Signor topo … a presto!


Nemo:


A presto! (Fa la riverenza). Allora ... dai … spara.


Nerino:           Domani mattina alle otto ho un appuntamento con un investigatore


privato … quella lì che hai visto uscire se la intende con uno … voglio sapere se è lui! Voglio avere la certezza matematica.

Nemo:             Davvero? Oh bella! Se la intende. Non è vero … non è vero … sospetti?

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Nerino: Temo che sia quel deficiente di Ottorino … un paio di giorni fa li ho visti confabulare e ridevano … ridevano!

Nemo: Adesso perché una ride se la intende … dai … o Dio … visto il soggetto avrebbe dovuto piangere.


Nerino:


Lo vedi che ho ragione. Va bene, a domani. Vai.


Nemo:             Ok! Boy! (Arriva trafelato Filippo). Questo qui si diverte a fare il giro


dell’isolato. Si sieda un attimo, figliolo mio. Stai attento che ti muore d’infarto in portineria con tutte le conseguenze del caso. È capitato a me. Le manca il fiato? Ha visto il Diavolo?


Filippo:


No! Ho visto la mia Eva con un altro. (Nemo fa intendere che se ne va).


Nerino:           La sua Eva! Chi è questo qui! (Capisce). Cosicché quei fiori erano per


una misteriosa femmina del palazzo che erroneamente ho scambiato per la vecchia garam - pana … ah ecco, quando lo vede salire mi chiami … arriva il prelato del monastero … così lei, sarebbe il … lo “spasimante” della Persichetti. Ma ti dico io … alle volte uno … sapesse cosa ho pensato, lasciamo perdere.


Filippo:


È la mia fidanzata ma lei non lo sa ancora.


Nerino: È una bella storia, non c’è che dire … con un futuro incerto ma … si è calmato? Con chi l’avrebbe vista?


Filippo:


Con un tipo basso, pelato, piuttosto anziano, vestito di nero.


Nerino:           Perché lei invece essendo vestito di chiaro … pelato, basso. Aaaah! Ho

capito: è suo zio!

Filippo:          Mio zio! Mmh, cosa mi fa dire? Lo conosce? (Nerino annuisce).

Menomale! Mi è venuto un colpo. Allora ci vediamo stasera … vado rasserenato. A dopo.

Nerino: Di fiori non ne porti più … li butta nell’ascensore. Mah! Che coppia! Povero diavolo … la ama … se ne va rasserenato … oh signore che scemo. (Scendono Vittoria e urbano). Altra coppia di bastoni secchi. Signori…Permette unaparola prof … avvo … quanti titoli ha lei!

Urbano: Dipende da chi incontro … capisce? Accompagno la ragioniera a fare i conti … (Allude) a spasso e poi la raggiungo. Scommetto che ha qualcosa da dirmi?

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Nerino: Forse. Signora non le poteva capitare di meglio … lo tenga da conto. È un tipo molto ricercato.

Vittoria: Me ne sono accorta. Non lo mollo più! (Urbano ha un cedimento, Nerino sale). Si sente male?


Urbano:


È il caldo!


Vittoria:


Lo conosce quello lì?


Urbano:


Chi? Il marchese! Sìììì … da anni … è stato un mio …


Vittoria:


Un suo? Non me lo vuol dire … birbante!


Urbano:


Ho i miei segreti! (Guarda il pubblico, sconcertato).


Vittoria:


Chi non ne ha! Mi porta al parco?


Urbano: Certo! Salga in auto, è quella rossa … arrivo subito. (Va verso la guardiola ma non trova nessuno). Si nascondeil “marchese”. Ti metto in croce. O sìse ti metto in croce.

Scena seconda

Verso sera

Silvia: (Incontra Ottorino nell’atrio, stanno rincasando). Dottore … mi scusi se la importuno. Mi pare di averla vista passeggiare sul balcone l’altra notte. Era lei?

Ottorino: Ebbene sì! Soffro pene d’amore, alla mia età, pensi. Ho perso la testa per una mia coetanea qui del palazzo e lei se ne infischia altamente e anzi, fa di tutto per evitarmi. Si barrica in casa. Quando suono il campanello mi sposto per non farmi vedere nello spioncino, ma niente: indovina sempre e non apre.

Silvia: Non si perda d’animo: ha un futuro davanti a sé! (Tra sé) Speriamo che stanotte mi faccia chiudere occhio perché stavolta lo butto giù lui dal balcone! Arrivederla.

Ottorino:       Portiera! Portiere!

Nerino:           Gol! Ha segnato: uno a zero! È il caso di urlare così?

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Ottorino:


Sua moglie non c’è?


Nerino:           Cosa ha bisogno da mia moglie? Lo zucchero! Guardi dottore che il suo


atteggiamento lascia a desiderare. Parecchio.

Ottorino:       Mentre il suo invece è corretto!

Isa:                      Ha sistemato il rubinetto? Nerino, ha chiamato quella tale, come si

chiama … Vittoria: ha bisogno di te. Subito! È al bar dei boccaloni … Vai!

Nerino:           Devo andare? Se è un ordine … perentorio … improvviso … i conti li

facciamo dopo quindi: vado.

Ottorino: Isabella la prego mi dica di sì … sono ridotto a vagabondare sul balcone tutta la notte … e mi vedono … L’altra notte preso dalla disperazione ho fatto cadere un vaso di gerani.

Isa: Ah, era suo! Lo sa dove è caduto? Non glielo dico perché … Lo sa che lei è un bel mascalzone. Prima sì, poi no poi brama, fa il sonnambulo. Si decida!

Ottorino:       Ho deciso! La voglio! La voglio tutta per me!

Nemo: (È sulla porta, fa capolino). Prego prego, fate pure … vi volete baciare qui?

Ottorino:       È lei che la vuole baciare … si vergogni! Mettersi con una donna sposata

pensando di passarla liscia. Lo sanno tutti che vi vedete. Abbia almeno il buongusto di non intromettersi in questioni che non la riguardano: portiere!

Isa: Smentisci subito altrimenti te la faccio pagare. (Gli racconta quello che le ha sussurrato prima).

Nemo:             Lei non ha capito niente: io ed Isabella siamo cugini. Se ci vede

appiccicati è perché ci stiamo raccontando faccende nostre. Di famiglia. Cose gravi s’intende. Non vede che ogni tanto vengo qui? Abbiamo appena avuto un lutto.

Ottorino: Veramente siete cugini? (I due annuiscono). A vedervi così, dall’esterno, non sembrava. Come giustifica quelle carezze sotto il balcone di Cocchi, come le giustificate?

Nemo: Abbiamo avuto un lutto improvviso … Isabella è forte ma ho dovuto sostenerla. È stata male … le donne vanno sostenute psicologicamente. Un lutto grave, di quelli che lasciano il segno. Parenti intimi.

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Ottorino: Capisco … mi sono lasciato sopraffare dalla gelosia nel vedervi così felici e invece soffrivate. (Pensa). Allora quel favore non me lo fa più … non la posso ricattare … di conseguenza … (Si accascia sulla sedia). Mi suiciderò … pazienza!


Isa:


Glielo faccio lo stesso quel favore. Mi dica chi è la “giovincella”.


Ottorino:


La signora Defalchi! Signorina ormai.


Nemo:

dopo.


Ottima scelta! Ha del buon gusto, dottore. (Se ne va ridendo). Torno


Isa:


Ma non è già morta la Defalchi? È un mese che non si vede?


Ottorino:


C’è, c’è … Eccome!


Isa:


Non era innamorato di Alessandra?


Ottorino:


Prima, adesso mi piace quella.


Isa:                      Cambia gusti in fretta. Esattamente cosa devo fare? (Ottorino si avvicina


per sussurrarle il suo intento mentre entra Nerino). Non mi fischi nell’orecchio …ma dottore: alla sua età! Ma dico? Cosa crede di avere vent’anni?

Nerino:           (A parte). Li ho presi finalmente, voglio vedere se ha il coraggio di

negare … faccio finta di niente … sorvolo. A questo punto non è più nemmeno

necessario chiamare l’investigatore: più lampante di così. Chiamo quel disoccupato e

gli dico di non venire … risparmio anche. (Esce).

Vittoria: (Entra come una furia). Portiere! Signora, lo dico a lei. Quel professore dove abita? Quello che è salito da lei per un consulto!


Ottorino:


Da me?


Isa:


Le do il numero di telefono … ecco!


Vittoria: Come fa ad averlo? Che stupida lo conosce da anni. Cosa mi ha preso! Sono talmente gelosa che straparlo. Lo vedo perfino sui manifesti elettorali.

Ottorino: A chi lo dice … cara, ad una certa età diventa così difficile intraprendere un’avventura d’amore! Vero, Isabella?

Vittoria:          Perché anche voi? (Ottorino annuisce). Non bisognerebbe cascarci. …


ma questo qui mi ha stregata.

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Isa: Bestia, che potere! Venga signora, usciamo … chissà mai che lo incontriamo al bar dei boccaloni … magari incontriamo anche il portiere.

Vittoria:          Se lo prendo vede.

Isa:                      Chi, il portiere o quell’altro?

Vittoria:          (Ci pensa un attimo). Tutti e due.

Ottorino:       Allora siamo d’accordo? Bene! “Gaudeamus igitur juvenes dum sumus”!

Vittoria:          Cosa sta dicendo?

Isa:                      Ogni tanto dice le orazioni: funebri! (Ridono).

Scena terza

Nerino: (È al telefono). “Ebete, perché gli hai detto della sostituzione? Una cosa per te non la sai tenere … non c’è … raccontala giusta … stai attento … Ottorino cosa? … ah sì? … Non c’è più bisogno di sostituirmi. Li ho presi che “sfringuellavano” … ah, hai capito! Devo mettere in atto una strategia … stavolta … d’accordo! A dopo!” Che scemo.

Eva:                   Nerino, sta arrivando quel tale per me: lo trattenga un attimo. Devo

preparare con Silvia il ricevimento. Una volta tanto prendo le posate d’argento di mia mamma. Saranno tutte nere e ci vuole un quarto d’ora a pulirle. (Nerino lo sottolinea con un sapiente gesto). Lo tratti bene! Grazie!

Nerino: Cosa gli racconto a questo … le favole … tutte a me … che giornata tremenda. Cara Isabella hai finito di fare la ganza del dottore. Si è fatta prendere come una piccioncina che tuba … vecchia gallinaccia da brodo! Garampanaccia. È proprio vero: più invecchiano e più si credono chissà chi! Oh Madonna sembra un corvo … dev’essere svizzero: è preciso, puntuale. Se lo incontri di notte questo qui ti fa venire un colpetto … ma guarda te se una deve mettersi con un … Buonasera, eccellenza!

Filippo:          La signorina Eva Persichetti a che piano? Sono atteso!

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Nerino: Anch’io! … La chiamo! Si accomodi in attimo! “Pronto miss Eva c’e il reverendo … sì insomma il sospettato, voglio dire l’ospite … d’accordo”. È sotto la doccia, ha detto di attendere che scende in pompa magna … ci tiene a lei. Sapesse!

Filippo:          (Il volto di Filippo si illumina). Bene! Attendo!

Nerino: Intanto se vuol dire il rosario … volevo dire se desidera qualcosa … sono a disposizione.

Filippo: Sono solo un po’ nervoso … è il primo appuntamento che ho. Ci tengo così tanto che … ho la gambe che mi tremano. (Non sta fermo un attimo).


Nerino:


Conte, si dia un contegno, faccia vedere che è un uomo di mondo!


Filippo:             Fa in fretta a dirlo. E se non mi volesse? Guardi al punto in cui mi trovo


non resisterei. Ha qualcosa di forte? Un chinotto.

Nerino:           Meglio due … la tengono su di giro. (Va a prenderlo). Ecco qua il suo

bel grappone. Non si affanni: la vuole!


Filippo:


Grazie! Lei è il portiere?


Nerino:


A volte gioco in attacco. È raro ma … capita.


Isa:


Conte … sta aspettando la fidanzata? Com’è elegante!


Silvia:


(Entra dal portone). Filippo… non sale? La sta attendendo. Venga!


Nerino: Mi ha detto di farlo attendere che veniva giù con la pompa … va bene salga! L’avvisi prima di farglielo vedere. (Ad Isa). Sai com’è, così di colpo.


Isa:


Sono batoste.


Nerino:


E così quel dottore è diventato insistente, si fa d’appresso … mi dicono!


Isa: Che dottore? Ottorino? Le risate … È innamorato di … parli del beccafico ed ecco che appare lo stoccafisso … (Arriva Urbano). I Bertoni abitano di là.

Urbano: Lo sapete che mi avete messo in una situazione drammatica ? Eh! Mi pedina … non so che strada prendere per tornare a casa. Liberatemi! Prima di parlare pensateci.

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Silvia: (Scende, deve uscire). Avvocato, che sorpresa … mi accompagni qui al supermercato … abbiamo dimenticato il vino … sa com’è, il conte è esigente. Si prospetta una seratina … avvocato, e se venisse su anche lei?


Urbano:


Ma ci mancherebbe, sono passato per quello!


Silvia:              È un indovino! Che bello! Andiamo di fretta. No, non si può … non è


programmato. Eva si arrabbia … facciamo per un altra volta però? (Urbano annuisce). Ci tenevo … senta organizziamo per un altro giorno una bella cenetta aquattro. (Urbano si volta guardando Nerino soddisfatto).

Nerino: (Si passa una mano nei capelli). Lo prenda leggero, il vino: in convento non sono abituati all’alcool. Guarda com’è contento va, va … gli piace questa. (Guarda la moglie). Non potevi stare zitta?

Isa: Io! Fai tutto da solo e io devo stare zitta … sai cosa ti dico: vado dal dottore che ha bisogno di me. A dopo, caro.

Nerino: Lo ammette anche … è senza ritegno … cosa faccio? Boh! Sarà finita la giornata o mi devo aspettare altre sorprese? A quanto pare … (Si ritira in guardiola).


Vittoria:


Portiere! Dov’è quello scellerato. Marchese, non c’è?


Nerino:


Chi?


Vittoria:          Il portiere! Marchese, mi perdoni, sono preda della gelosia. L’ho perso di


vista improvvisamente, pensavo che venisse qui: me lo può chiamare lei?

Nerino: (Si atteggia). Chi le ha svelato la mia vera identità? In questo palazzo non sono capaci di farsi gli affari propri. Lei capisce che così facendo si mette a repentaglio la mia incolumità. La prego, non mi chiami più marchese … le concedo di considerarmi un semplice, umile portiere .


Vittoria:


È modesto lei … ce ne fossero di persone umili … allora, me lo chiama?


Nerino:           A una bella signora non si nega mai niente … (Comporne un numero


qualsiasi). “Pronto … professore è lei? … Sì, la signora Vittoria la sta cercando permare e per terra, si faccia trovare … bene! Riferirò!” È fuori per lavoro: una perdita urgente.

Vittoria: Perdita? Alla sua età! E già, aveva un bisogno impellente … (Entrano Silvia e Urbano, ridono).

Silvia:              Allora a domami. Simpaticone. Buonasera a tutti.

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Urbano:


Che adorabile donna. (È in estasi).


Vittoria:


Urbano! (Alza la voce).


Urbano:          Chi è? Ooooh che sorpresa: donna Vittoria … è venuta per il marchese

Nerino dei Citrulli … non le dia retta: è un portiere.

Vittoria:          Sì, sì lo so … lei piuttosto … che strada ha fatto? Mi ha promesso che


saremmo andati a cena … sono stata mezz’ora sotto casa sua! Mi dice che ha avuto una perdita improvvisa.

Urbano: Chi l’ha detto? Abbia pietà di un povero … povero … (A Nerino). Mi verrà a tiro lei … o sì!

Nerino:           Professore, andiamo … non si tratta così una signora. La porti a cena.

Quella perdita la sistema domani.

Urbano: C’è una perdita ma … sapesse di che cosa. (Si avvicina a Nerino e gli sussurra qualcosa).

Nerino:           Oh oh oh … esagerato! Non ci faccia caso, madame Vittoria: si cena!

Vittoria:          Marchese, lei sì che è un gentil’uomo.

Urbano: (I due si promettono bastonate reciproche a gesti). Io mi sacrifico ma lei si pentirà.

Isa:                      (Esce dall’ascensore ridacchiando).

Vittoria:          Buonanotte, marchese! (Isa si guarda attorno).

Nerino: (Non ha visto la moglie scendere). Siate felici … almeno voi. Vi do la mia benedizione! Eccola qui, la perfettina.


Isa:


Chi sarebbe il marchese?


Nerino:


Il portiere del 18! Noi dobbiamo parlare. Anche tanto.


Isa:


Anche noi eccellenza e in fretta. In guardiola!


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Scena quarta

Il mattino dopo


Nemo:


Cara portiera … caro portiere della macchina …


Nerino: È arrivato il cretino! Ti faccio notare che tu sei portiere da secoli mentre noi lo siamo da mesi. E si prospetta un grande futuro.


Nemo:


Sei arrabbiato?


Nerino:

che passa.


Vorrei vedere te, a cogliere tua moglie a “cinguettare” col primo scemo


Isa:


Io cinguetto con chi mi pare. E mai col primo che passa. Chiaro!


Nerino:


La senti?


Nemo: Ha ragione … la offendi! Ricordati che piacerebbe anche a me avere una donna come lei.

Nerino: Trovatela! Vuoi venire qui al mio posto? Prego! Questo palazzo è diventato il centro smistamento amanti. (Ha alzato la voce). Attacco un bel manifesto qui!

Isa: Visto che mi accusi di tradirti, sappi, che il dottore questa notte ha folleggiato con la Defalchi e non con me.

Nerino:           Con la Defalchi? La trapassata? Sono due mesi che non esce di casa

perché ha paura di tutti. (Telefono). “Pronto … si sono io … fino a prova contraria … non è ancora sceso il …” È lei. “Lo stiamo aspettando ansiosi … si sarà buttato giù dal balcone … eccolo sta scendendo, vuole che glielo passi” Dottore, è la Defalchi.

Isa:      (Arriva Ottorino). Dottore? (Tra sé). Chissà cosa ha combinato!

Ottorino: “Mi dica … il cuore fa bum bum … finché lo fa è un buon segno … la vengo a visitare più tardi … Luisella la prego”. Che seccatrice!

Nerino:           Oh! Questa Defalchi, che obbrobrio, la lasci morire dottore …

Ottorino: È una paziente come le altre … e poi ecco … l’etica … (Cerca di non scoprirsi).

Nemo:             Quand’è così , se c’è l’etica … Nerino eh!

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Eva: (Esce dall’ascensore con Silvia, si mettono in un angolo). Un conte in casa mia. Te lo saresti aspettato? Peccato che mia mamma non lo potrà mai sapere … lei al referendum ha votato per la monarchia ... e poi ... umile, educato: che persona!

Silvia: E innamorato pazzo per giunta. Ti do un consiglio: tienilo! È pieno di soldi, se non altro vivi bene.

Eva:                   Ci sto pensando … è un po’ “impagliato”, un po’ tanto, ma l’età non

consente alternative cara. E tu, con quello?

Silvia: L’avvocato? Non è male … è compatibile ma credo che sia assillato da quella vecchiaccia. Chiediamo a Nerino. Lei che sa tutto mi tolga una curiosità. Quell’avvocato è libero o …

Nerino: Quale avvocato? Ah! Sìììì. Libero, libero … vada tranquilla … no problem! Anzi … anzi …


Silvia:


Anzi cosa?


Ottorino: Grazie Isabella … a buon rendere! Prende il pullman con me Eva … l’aspetto fuori! Lallalla … trallalla. Zaza!

Silvia:              Com’è allegro stamattina! A dopo!

Eva:                     Nerino, la prossima volta che gli concede di fare quel baccano per tutta

la notte le giuro che alla prossima assemblea lo dico all’amministratore. Lo faccia smettere. Una notte è sul balcone, un’altra sposta i mobili … basta!

Nerino: (Guarda la moglie). Va bene! Mi spiace. Appena torna lo inchiodo al muro! A stasera.

Ottorino:       Signorina, il pullman!

Isa:                      Dottore, abbiamo avuto delle lamentele: dicono di averla sentita ululare

sul pianerottolo la notte scorsa. Io il favore gliel’ho fatto però lei cerchi di non farmi perdere il posto. Certi privilegi si devono addomesticare … il palazzo non è suo!

Ottorino:       (Al pubblico). Mi sono lasciato andare un po’ troppo.Che donna.

L’avessi conosciuta ottant’anni fa … Non succederà più! A stasera.


Nemo:


Più diventa vecchio e più diventa scemo.


Nerino:


Assomiglia a qualcuno.


31


Isa: Appunto! Stia attento agli scalini … (Ottorino esce). Con la testa che si ritrova a furia di sognare qualche giorno ce lo riportano a casa in barella.


Nerino:


Che favore gli avresti fatto?


Isa:                      Ho ... crede che abbia convinto la Defalchi a passare una notte brava con


lui ma … e poi a te cosa importa …

Nerino: Se permetti … sono mesi che “tubi” come una scolaretta … se n’è accorto anche lui, che è notoriamente un imbecille!

Nemo:             Sì, sono un imbecille, ho imparato qui tutto quello che c’era da sapere.

Cari amici, vado nella mia portineria, che è un luogo noto per la sua indiscrezione.

Vittoria: (Piomba dentro come una furia). Menomale che la trovo, marchese. Non sa che cosa mi è capitato.


Isa:


(Incrocia le braccia sul petto, cerca di capire). Sapesse a me!


Vittoria:

esegue).


Portiere, mi faccia la cortesia di chiamare un taxi: subito! (Nemo


Isa: (È sempre più incredula, tra sé). Portiere. Lui. Sì! Capisco … ah! Ecco. Che deficiente!

Nerino: Portiere, giacché si trova qui cerchi di mettere in po’ in ordine il locale: per favore! Quando ci vuole ci vuole … in fin dei conti, noi nobili, anche se decaduti, abbiamo pur sempre una dignità, un prestigio da mantenere.

Nemo:             (Sta al gioco). Sì, altezza!

Vittoria: Ha ragione … questo qui poi ha un comportamento del tutto inadeguato. Lo sa che ieri mi ha fatto ballare in giro tutta la mattinata?

Nerino:           Davvero! Mascalzone … ti faccio licenziare seduta stante!

Isa: (Scuote la testa, a parte). Pensavo di averle viste tutte ma mi sbagliavo clamorosamente.


Filippo:


(Entra trafelato). La mia fidanzata è in casa?


Isa:


Marchese … la signorina è in casa?


Filippo:


Marchese? (Va a stringergli la mano, chinandosi). Che onore per me!


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Nerino: No, ha lasciato il palazzo stamattina presto! Caro conte, com’è andato il ricevimento della signorina Eva?

Filippo:          Un incanto! No, lei è un incanto: Eva … l’amica no! Non dico che mi ha

disprezzato ma … temo di non esserle piaciuto.

Isa:                      Non si può pretendere di piacere a tutte … conte, mi meraviglio di lei.

Filippo:          Sì, ma questi atteggiamenti vaghi lasciano molto a desiderare. Si capisce

che questa Silvia è di bassa estrazione mentre invece lei … adorabile: si confà! Loro sanno se per caso la signorina ha avuto degli amanti in passato?


Nerino:


Chiediamolo al portiere. Chi meglio di lui? Nemo! Rispondi al conte.


Nemo:             Non credo. Dalla mia prospettiva l’ho sempre vista da sola. Sa,


guardando le cose dall’esterno, da lontano, qualsiasi giudizio potrebbe suonare ardito.

Filippo: Capisco! Del resto il giudizio di un portiere non è mai affidabile. Lei marchese, sa?

Nerino: Se non hai niente da fare rifugiati nella guardiola. Bisogna dirgli tutto. Caro conte … io la vedo entrare, uscire … non mi pare d’averla veduta con chicchessia … sono anni che ballonzola … volevo dire che sta cercando l’anima gemella ecco!

Filippo:          Capisco. Le sue parole mi confortano. Dico così perché io non ho mai

avuto fidanzate e allora …


Isa:


Non c’era bisogno di dirlo: si vede.


Filippo:


Non avete niente in contrario se l’aspetto, non tarderà?


Nerino:


Eccellenza: rientra stasera!


Filippo:             Allora chiamo il mio autista. (Guarda Nemo). E così lei mi avrebbe


parlato ad una mostra … che strano, non me lo ricordo …

Nemo:             Voi nobili non ricordate niente …

Filippo:          Marchese … Voi abitate qui a palazzo?

Vittoria: È una persona così umile che … perché sono già impegnata col professore altrimenti … birbante!

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Isa:                      Scusate, visto che sono di troppo, mi posso ritirare nei miei

appartamenti? (Abbozza una riverenza). Portiere, mi chiami l’ascensore al alta voce.

Nerino: Cara signora non sarò certo io a trattenerla … si ritiri. Vada, vada: non ingombri il passaggio.

Filippo: Lei mi ricorda tanto il povero papà! Stesso carattere, stesso aplomb, stesso charme, mentre lei signora mi ricorda vagamente un mia vecchia zia.

Isa:                      (Se ne va dalla disperazione allargando le braccia).

Nerino: Conte … ho un sacco di impegni: a domani! Starei qui tutto il giorno ma sono oberato. (Esce).


Filippo:


Tutto mio papà! (Esce).


Vittoria:


Allora questo taxi?


Nemo:


Se lo chiami lei! (Esce).


Vittoria:


Si ritenga licenziato!


FINE SECONDO ATTO

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ATTO TERZO

Scena prima

Nemo: Isa … ciao cara cugina! Diciamo così. Devi ammettere che ho avuto una pensata di quelle giuste. Come avrà fatto a capirlo rimarrà un mistero. Quel medico è più intelligente di quanto si possa immaginare. Dobbiamo stare attenti. Bisogna agire con molta più discrezione, circospezione, attenzione.


Isa:


E piantala!


Nemo:


Sei magnifica! (Si stringono appassionatamente).


Isa:


Attento pensatore, potrebbe scendere qualcuno … eccolo!


Ottorino:       I nostri cugini … alle volte si vanno a pensare certe cose: mi perdoni

signora se ho dubitato della sua onestà ma sto attraversando in periodo nero: vedo amanti dappertutto, non so cosa mi è successo … quella donna …(Pensa). È successo un altro guaio?

Nemo: No! Sono passato perché ho bisogno di Nerino. Hanno sbagliato la consegna delle lettere. Il nuovo postino fa confusione coi nomi.


Ottorino:

Ho fretta.


Isabella le farò un regalo per tutto il disturbo che le sto creando. Grazie!


Isa:                      Mio marito credeva che noi due … sì insomma, fossimo amanti … pensi


un po’. Glielo può dire anche lei che ha preso una cantonata? Ottorino: Ma certo! Sono per la distensione famigliare. Buongiorno!

Nemo:             Bene, meglio così! Dov’è? … Nascondimi!

Vittoria:          Cara signora … il marchese non c’è? Il numero che mi ha dato non è

esatto: risponde la segreteria di un idraulico.

Isa: Ma no! Che distratta … idraulico! Nella fretta … non avendo pratica di poriteraggio …

Vittoria:          Provi! (Isa prova, suona il telefono di Urbano mentre sta entrando

dall’ingresso).

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Urbano:          “Pronto” (Come vede Vittoria riaggancia). Che seccatori!

Vittoria: Eccolo … ha un’interferenza! Ho tentato e ritentato ma mi continua a rispondere la segreteria di un idraulico.

Urbano: Ma pensi! È vero, anche adesso … questi telefoni moderni … con quello che costano … vero signora? Come mai è qui?

Vittoria: Non ho ancora capito se ha dei parenti in questo palazzo o se è il caso a farci incontrare qui.

Urbano: Parenti? In un certo qual modo direi di sì. Per ragioni si sicurezza non posso dirle chi sono ma, credo che verrà il giorno in cui glieli presenterò.


Vittoria:


Quanti misteri, professore! Vedo che non l’hanno ancora scacciato!


Nemo: (Era accucciato in guardiola). Lo faranno! Vado perché non voglio raggiungere i miei antenati prima del tempo … con permesso … signora.

Vittoria:            Babbuino! Cara signora  ... la vedo bella in forma … (Entra Nerino)

Sarà l’amore … fa rinascere … però si merita qualcuno un po’ più in grazia di Dio.

Quel medico è un po’ passatello per lei.

Urbano:          Chi il dottore? Non mi ha ancora pagato …

Vittoria:          Pagato? Per cosa?

Urbano:          Per … no … sono cose mie … trattati di che cosa? (Lo chiede a Nerino).

Nerino:           Saranno quelli sull’acqua sorgiva.

Urbano:          Esatto! (Si avvicina, a parte). Si consideri morto! A volte mi chiedo se

esista un motivo che spinge la gente a mettere in difficoltà i poveri avventori i quali, entrando per sbaglio in un edificio, si vedono costretti a subire vessazioni d’ogni sorta … vorrei essere più preciso ma …

Vittoria: Ha ragione Urbano … è capitato anche a me. Non l’ho ancora mandata giù! Mezza mattina persa.


Isa:


Mio marito fa così perché …


Vittoria:          È sposata? Come l’ammiro … fa bene … si tenga quel dottore , anche se


èun po’ scalcinato è pur sempre un amante: così suo marito impara. Cosa ne pensa Urbano a riguardo?

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Urbano:


Non lo so! Non sono sposato.


Vittoria:


Ah no? Che notizia! Ha sentito, marchese? A volte la fortuna è cieca!


Isa:


Non sa quanto!


Nerino:


Permetta signora … la … lei, la signora … non è l’amante del dottore …


Vittoria:


Come fa ad esserne sicuro … non sa nemmeno chi è!


Isa:


Brava! Mi è simpatica la … sua morosa!


Urbano: (Ha uno scatto d’ira che cerca di controllare). Beh! Via! Morosa poi … ci conosciamo appena … e ho un sacco di cose da fare … e mi suona il telefono.

Vittoria:          Ancora interferenze?

Filippo: (Piomba dentro). Marchese, menomale che la trovo … ancora lui: il pelato! Mamma quanto lo odio. Non so come ho fatto a trattenermi. Vederla baciarsi con un uomo, anche se zio, mi sconvolge.


Nerino:


Conte: gli lanci il guanto, lo sfidi.


Isa:


Lo zio di chi?


Filippo: Della mia Eva! Non c’è il portiere? Marchese ieri sera mi ha dato un tonico … portiere!

Nerino: È via, in vacanza! Momentaneamente diciamo che lo sostituisco-no, … noi. (Guarda Isa che sorride). Ma è del tutto provvisorio .

Vittoria: È inutile che lo difende: si vede che è un nobile sia di fatto che d’animo … ma non ne vale la pena.


Isa:


Guardo di là se c’è questo tonico! Che nome ha?


Filippo:


Chinotto!


Isa: (Si vede dal gesto che fa quale considerazione ha del personaggio). Voi non sapete quanto desideri essere una portiera e tutti gli effetti.

Ottorino: Che bella compagnia … bene … lei, venga su un attimo quando ha tempo, che regoliamo la faccenda “gocce” (Sorride).

Urbano:          Anche subito! Sta salendo? … La seguo. Dopo di lei.

Vittoria:          Mi lascia qui così?

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Urbano:


(Da dentro l’ascensore). Vada pure: ne ho fino a stasera!


Isa:


Ecco qua il superalcoolico per il nostro conte.


Vittoria:


Conte? Che palazzo importante: tutti nobili!


Nerino: Lui non abita qui: ci viene! Signora Isabella non ha niente da fare al circolo canottieri?

Isa:                      Al circolo canottieri no ma al circolo di quelli che vengono feriti dalle


mogli vado adesso! Vittoria, mi vuole seguire? … Dia retta a me: non si lasci abbindolare dagli uomini. Li faccia penare a lungo … soprattutto quelli di un certo livello.

Vittoria:          Sta pensando al mio professore?

Isa: Esatto! Andiamo a … marchese la vedo preoccupato. Il mio amante è salito col, col, …


Filippo:


Colonnello!


Isa:


Bravo! Porca miseria che nobile!


Nerino:           Filippo, venga con me, la porto nei sotterranei del palazzo. Ogni tanto ci


vado … mi piace ispezionare i macchinari … stravaganze da nobili. Lei non lo fa mai? (Filippo nega inorridito). … Mi dia retta: la sua Eva non corre pericoli … gli zii vanno e vengono ma il conte resta! (Escono dalla porticina).

Filippo:          Ma scherza?

Scena seconda


Eva:


Ho piantato definitivamente Umberto. Basta!


Silvia:              Hai deciso per Filippo? Fai bene! Sì. È la scelta migliore … non perché è


un conte , figurati, alla nostra età anche se fosse un idraulico sarebbe già un successo.

Eva: Quando si sente quell’attrazione, quel non so che di proibito vuol dire che è fatta! Mi sento coinvolta.

Silvia:              Tenterò ancora con quell’avvocato, vediamo un po’ come va a finire.

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Eva: È caduto nelle grinfie di quella vecchiaccia. Non lo mollerà tanto facilmente … andiamo a lavorare … in attesa degli eventi.

Nerino: Ecco le mie condomine preferite. Sempre più belle e misteriose. Eva, mi permetta di dirle una cosa in qualità di persona estranea ai fatti?


Eva:


Adulatore! Dica!


Nerino: Il conte è follemente innamorato di lei, si comporta in modo irrazionale, temo che se non corrisposto possa dare i numeri.


Silvia:


È corrisposto. Mi creda!


Nerino:           Menomale … sa … è una grana in meno per me. Qui da un po’ di tempo

èdiventato difficoltoso il mantenimento dell’ordine … arrivederci!

Isa: Ordine è? Se prima di aprire la bocca pensassi, certe cose, non succederebbero.


Nerino:


Perché quella ha detto che sei l’amante del dottore? Dillo!


Nemo:


State già litigando?


Isa:

mio amante.


Quella Vittoria ha sentito un mezzo discorso e ha creduto che fosse il


Nemo: Mentre invece è un altro! Sto scherzando! Madonna … rilassati … che sarà mai … saresti un cornuto in più …

Nerino:            Tu parli così perché non hai moglie … ho capito: è tutto un equivoco. Mi


sembrava strano che ti mettessi con un tontolone di cotal fatta … saresti sprofondata nel baratro più … parli del lupo … dottore.


Nemo:


Ha premura? Mi dia il braccio che le faccio attraversare la strada: venga!


Ottorino:       Maleducato, villanzone: Nerino, va bene essere parenti ma questo è


troppo. Non lo tollero! Nessuno le ha chiesto di intromettersi nelle faccende di questo palazzo.

Isa: (A parte). Lo sapevo che andava a finire così. Gira e rigira … voglio vedere che cosa si inventa adesso.


Nerino:


Parenti di chi?


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Ottorino: Se non lo sa lei. (Gli suona il telefono). “Pronto … Luisella … ti ho appena visitata da capo a piedi …” Non pensate chissà cosa, non sono il tipo …

Isa:                      Si figuri dottore. Tra parenti!

Ottorino: “Signora Defalchi: Eh! … un po’ di ritegno , sono in pubblico. … A dopo!” Mi fa dannare … avete visite … vado!

Vittoria:          Buongiorno a tutti … marchese, le posso parlare in privato?

Nemo:             Marchese, se non ha più bisogno di me posso andare altrove.

Nerino:           Sì ma resti nei dintorni … mi dica!

Vittoria: Quella donna deve proprio rimanere? Ha tutta l’aria di essere un’impicciona … sta sempre qui?

Nerino: È malata, ha una forma di isteria rara ma non è pericolosa. A volte crede di essere la portiera del palazzo pensi un po’!? Si confessi la prego.

Vittoria: Come avrà avuto modo di capire … io ho intenzioni serie col professore ma lui mi sembra distratto, sfuggente … non mi potrebbe aiutare?

Nerino:           In che modo? (Isa si mette in mezzo volutamente). Signora, non vede che

ho un consulto amoroso … vada altrove. Noi marchesi ci occupiamo delle beghe che hanno le donne in età da marito … ecco …

Isa:                      Un modo ci sarebbe: lo lasci perdere. Buongiorno!

Vittoria: Che villana e pensare che mi era simpatica … allora? Lo convinca lei che ha un certo peso.


Nerino:

telefono?


Se dovesse arrivare, cosa che ritengo improbabile, lo raddrizzerò. Le


Vittoria:


Sì! Allora vado?


Nerino:


Non le resta altro signora: vada fiduciosa. Cominciamo bene! Isa!


Isa: Vuoi il megafono? Ti metti a fare il mediatore , non ti basta il casino che hai combinato?

Nerino:           Perché quel medico ha detto che siamo parenti di quel cretino? Mi


piacerebbe sapere che cosa vi siete raccontati quel pomeriggio …

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Isa:                      Quel pomeriggio ... ah … mi spii … questa è la dimostrazione che il

dottore non mi interessa affatto altrimenti non mi sarei inventata una balla simile. L’ho fatto per tenerlo distante … e poi lui ha in mente la Defalchi … l’ha in mente ma …


Nerino:


Ma?


Isa:                      Tu devi sempre sapere tutto? Mi ha chiesto un favore e … l’ho


accontentato. Ti basti sapere che la Defalchi è sì vecchia ma non è scema. Dopo un anno di corteggiamento ha fatto finta di cedere … ecc … ecc … l’ha mezzo drogato: punto!

Nerino: Mi sento più tranquillo … vedo che oggi è tutto normale, niente scorribande … portami le parole crociate. (Isa le va a prendere, Nerino si siede nell’atrio).


Isa:


Prego marchese si diverta! Vado dalla Defalchi per una verifica.


Nerino: Quando torna il dottore lo interrogo a fondo, voglio sentire la sua di versione. Nemo, hai bisogno?

Nemo:             Sì e no! Mi siedo un attimo … tanto lavoro eh? È colpa del caldo …


Mah! Hai detto qualcosa? Mi era parso! Ti vengono?

Nerino:           (Si sposta leggermente con la sedia). Sei a posto, non sei contagioso!

Nemo: No! Che contagioso … Hai sentito che … te non sai … lo sai che adesso tra portieri … è difficile da credere ma è diventata una moda. In che tempi viviamo guarda!

Nerino:           Di’ la verità non sei capace di risolvere i rebus?

Nemo: Che rebus? Ti faccio un esempio. (La prende larga). Se due portieri di palazzo come noi si incontrano per strada sai che cosa si dicono?

Nerino:           Eccolo qui quell’altro scemo!

Nemo: Ma no … si dicono: “Oh caro cugino come va?” Non lo so, dimmi tu se è il caso?

Nerino:           Si danno del cugino? Allora vedi che sono scemi! Vuoi un consiglio?

(Nemo annuisce). Fatti vedere! Scappa che arriva la befana … escidi là. Cara signora… non ho avuto il tempo di chiamarlo … (Arriva Vittoria).

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Vittoria:          Mi è parso di vedere il portiere scappare di là.

Nerino:           No! Era un mio cugino che … Guardi: è qui.

Urbano:          (Entra con Silvia). Silvia mi dica quando la posso rivedere?

Vittoria:          Urbano! Incontrarla è diventato impossibile.

Nerino:           Professore, si faccia trovare.

Silvia:              Avvocato? Ha cambiato mestiere?

Urbano:          No! Dipende da chi incontro capisce, lo so che è difficile da spiegare ma

è così.

Vittoria:          Certo che è complicato. Marchese, non le sembra?

Nerino:           Cosa le devo dire contessa … voglio dire Vittoria: lo prenda com’è!

Silvia:              Se permette lo prendo io … marchese? Ho sbagliato palazzo?

Isa:                      (Esce dall’ascensore). Marchese la prego di passare in guardiola per

comunicazioni urgenti.

Silvia:              Eh sì: ho sbagliato palazzo. (Si avvia verso l’uscita). Eva! Menomale che

sei arrivata …

Urbano:          Ha visto “marchese” come si fa in fretta a capitolare? Si metta nei miei

panni.

Eva:                   (Si guarda attorno). Abbiamo un nuovo inquilino. Nerino, se viene il

mio conte mi avvisi. Sali?

Vittoria:          Si lascia chiamare per nome?

Isa:                      È democratico.

Filippo:          (Piomba dentro, non vede Eva perché questa volta ha imboccato le scale

ma, sentendo la voce del conte si ferma: la vede solo il pubblico). Me la puòchiamare lei signora?

Nemo:             (Entra con delle lettere come al solito: è una scusa).

Filippo:          Portiere mi può chiamare la signorina?

Nemo:             Quale delle tante. Sììì, la signorina Eva … signorina per modo di dire.

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Vittoria:


Lei è sempre offensivo: si vergogni!


Urbano:


Proprio lei cercavo. Quei due pagano o chi si è visto si è visto?


Isa:


Sono ricchi.


Vittoria:


Urbano, non mi dica che sta cercando l’elemosina a questo pagliaccio?


Filippo:          Fatemi salire vi prego … la devo vedere . (Si infila nell’ascensore


mentre Eva scende per incontrarlo).


Eva:


Filippo … non sta fermo un attimo! Sta diventando la mia ombra!


Isa:

seminarista.


Le corra dietro … (Eva imbocca le scale). Quante storie per un


Silvia:


(Ride). Eva è un po’ indecisa in fatto di uomini. Arrivederla Urbano.


Vittoria:


(Tra sé). Un corno … lo lascio a te vecchiaccia malefica.


Nerino: Lei è indecisa … mentre … cara Vittoria, se lo porti via questo qui, in fretta perché glielo consumano goccia a goccia.


Urbano:


Nel vero senso della parola.


Nemo:


Metto di là le lettere e scompaio.


Urbano:


La seguo … ma torno eh! Mi aspetti qui.


Vittoria:


Che brav’uomo: ha scelto me. Mi ama!


Scena terza

Il mattino dopo

Ottorino: (Sta uscendo). Nerino, le voglio parlare … mi sento in colpa per i fraintendimenti che ci sono stati. Se ha pensato che fossi io l’amante di sua moglie si

èsbagliato ... se ci ha colti a bisbigliare sappia che non era per nasconderle un tresca ma era per organizzare un incontro con la Defalchi … cosa le devo dire … mi sono innamorato follemente come un ragazzino … alla mia età!

Nerino:           La ringrazio dottore, le sue parole mi rinfrancano.

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Isa:                      Sei contento? Testone! Lo vuoi proprio sapere cosa ha combinato l’altra

notte? Mi ha detto se potevo procurargli un appuntamento con la Defalchi … solo che lei ha detto che di questo qui non ne vuole sapere ... è il suo medico! Allora ha pensato di … ecco … un discorso in questa portineria non si può fare … ed è tutta colpa tua! Signori è morto qualcuno?

Vittoria:           Chiami il portiere … adesso mi sente … per caso ho visto Urbano

entrare nel 18 e mi sono chiesta: cosa ci va a fare?

Nerino: Mah! Vittoria, non si faccia troppe domande, se lo porti in vacanza da qualche parte. Lo carichi sul primo aereo per i tropici. Faccia in fretta però. Questa Silvia gli ha messo gli occhi addosso ed è notoriamente risaputo che è una famosa mangiatrice di uomini.

Vittoria:          Capisco! Lo aspetto: verrà eh!

Nemo: Venga … non c’è! (Entra timidamente, guarda, dietro di lui c’è Urbano, vede Vittoria). C’è! (Isa e Nerino si guardano).

Vittoria: Mi dica cosa faceva il mio “Urbano” di là con lei. (Urbano è rimasto sulla porta e Vittoria non lo vede).


Nemo:


Il suo Urbano? Lei ha un Urbano. Ha sbagliato palazzo.


Isa: Oppure ti ha visto e ha detto: cosa ci fa questo cretino qui invece di stare nel suo palazzo?


Nerino:


Esatto!


Nemo:


Ecco! Nerino sei un indovino!


Urbano: (Rientrano Eva e Silvia, Urbano è costretto ad entrare). Buongiorno a tutti. Oh! La signora Vittoria … sto salendo dalla signorina perché ha bisogno … vero Silvia?

Silvia: (Non se lo aspettava e coglie la palla al balzo). Certo: salga! Prego si infili nell’ascensore. Come faceva a sapere che ho bisogno di lei?

Isa:                      Prima faceva il mago al circo!

Vittoria:          Salgo anch’io!

Isa:                      Aspetti: salgo anch’io!

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Filippo:          (Entra di corsa. Vede Eva, non capisce più niente). Adorata! (Prende

dalla tasca della giacca un cofanetto, si inginocchia). Lo dico qui davanti a tutti: Evami vuoi sposare? (Imbarazzo generale). Marchese ci fa da testimone?

Nerino:           (A parte). Oh signore in che guaio mi sono cacciato.

Isa:                      Non si sottragga marchese. Non vorrà deludere un suo pari.

Vittoria:          (È come trasognata). Volesse il cielo che mi sposasse.

Ottorino:       (Vede la scena, è rientrato all’improvviso). Che succede?

Nerino:           Si sposano … loro … il conte … e forse anche lei …

Ottorino:       Congratulazioni. (Si rivolge ad Urbano). Non funziona … va cambiato

… venga su.

Urbano:          Stavo salendo ma .. è successo il finimondo.

Silvia:              Prima viene da me! Vero Urbano?

Urbano:          Indubbiamente! Il dottore può attendere!

Ottorino.       Sì, ma si sbrighi! Non anteponga il piacere al dovere.

Nerino:           Urbano Urbano lei antepone!

Isa:                      Vittoria, non si faccia anteporre!

Filippo:            Eva … dimmi qualcosa! Non mi lasciare col cuore sospeso.

Isa:                      Lo appoggi qui! (Prende un vassoio che era sul piccolo tavolino che c’è

nell’ingresso).

Eva:                   Ebbene: Così sia!

Isa:                      Amen! (Escono tutti).

Scena quarta

Qualche settimana dopo

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Ottorino: (Sta uscendo, vede Isa e Nemo stretti stretti infilarsi nella porta che dà agli scantinati ). Curioso!Altri lutti … capitano tutti a loro!Forse sarò un ingenuoma, secondo me quei due, se vogliamo dirla tutta, ma proprio tutta …

Nerino:           (Sta scendendo dalle scale). Dottore … è in anticipo oggi!Non è tempo

che vada in pensione, avrebbe più possibilità di stare con la sua amata: la leggendaria Luisella Defalchi! (Guarda il pubblico cercando consenso).

Ottorino: Già! Ha ragione Nerino, terrò in considerazione il suo consiglio … (Confidenziale). Certo che quei due si sono proprio trovati, chi se lo sarebbeaspettato? Un conte qui nel nostro palazzo, pensavo che non ce ne fossero più ormai.


Nerino:


Ha più l’aria di un fraticello ma, come si dice: l’amore è cieco.


Ottorino: È vero è un po’ “monastico” però è molto educato … quando vede una donna si sposta per lasciarle il passo, si inchina … lo deve vedere.

Nerino:           Pensi a quando verrà ad abitare qui! A furia di scansarsi rimarrà


nell’ingresso per ore. In questo palazzo abitano quaranta donne e dieci uomini.

Ottorino: (Ridono). Divertente, non ci avevo pensato. Una dietro l’altra: gli verrà la gobba. (Diventa serio. Porta Nerino davanti al proscenio). La coppia più divertente è quell’altra. Come sia potuto accadere un simile equivoco resta ancora un mistero.


Nerino:


Veramente! Il fatto è che nessuno vuol ammettere di essere quello che è!


Ottorino:       Ha proprio ragione! Vado perché non le voglio incontrare. Da quando si


sono “fidanzate” stentano perfino a salutarmi … a stasera. Nerino, se non ha niente da fare e se sua moglie lo consente, questa sera, venga su a vedere la partita della nazionale. (Confidenziale). La Defalchi mi ha dato un liquorino … ha un effetto rilassante … ipnotico direi. Glielo faccio provare?

Nerino:           Ah sì! (Tra sé). Ho capito … adesso capisco la … mentre credeva di

fare … quella ha usato il filtro … certo che le donne se si uniscono per noi è finita … no, non posso lasciare la guardiola, mia moglie, alla sera, va al comitato di beneficenza della parrocchia a giocare a scopa: pare!

Ottorino:       C’è bisogno di andare fin là? Capisco! Nerino, mi tolga una curiosità:

avete avuto molti lutti in questo periodo?

Nerino:           Nessuno … perché?

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Ottorino: Ho visto per l’ennesima volta sua moglie abbracciare il cugino. Mi ha detto che quando hanno lutti si abbracciano. È un gesto curioso però …


Nerino:


Il cugino? Quale cugino?


Ottorino:


Il portiere del 18 … è suo cugino no?


Nerino:           Ah … (Ride). No, è una moda di adesso: quando due portieri si

incontrano si salutano così: “Ciao cugino!” E si abbracciano: forse!

Ottorino:       Sarà! Vuole un consiglio? (Gli sussurra qualcosa, gag a piacere). Ecco!


Non mi accusi di libertinaggio … (Esce con la braccia alzate). Sono ambasciatore!

Arrivederla!

Nerino:           È matto! Porca di quella miseria me l’ha fatta sotto il naso con quel

demente del 18? (Si aggira cercando una soluzione). Sono così fesso? Che idiota! (Si dispera). Chissà da quanto dura?


Vittoria:


Non c’è nessuno. Portiere!


Nerino:           Portiere! Mai una volta che si presenta. La nostra Vittoria. Qual buon


vento la va soffiando qui da noi. Ormai! Mi spiace, sapesse come ci sono rimasto male quando ho saputo … pazienza dai … in fondo forse è meglio così. Non era l’uomo per lei: un semplice idraulico, con perdite … lei ha bisogno d’altro cara Vittoria!

Vittoria: Bugiardo! Si è fatto passare per un professore ‘sto cretino. Mi ha rifiutata per quella smorfiosa di un’impiegatuccia da quattro soldi … pensavo di aver trovato l’anima gemella e invece …

Nerino: L’ha trovata lui! Si faccia coraggio … il mondo è pieno di anzi- ani … ne troverà un altro! Sono cose che capitano! (La porta verso il proscenio cerca di non farsi sentire). Ha sentito di questa qui … Isabella … vergognosa …tradiva il maritoda anni e non se n’è mai accorto nessuno. Come si fa a tradire il marito a quell’età?


Vittoria:


Era presa dal dottore! Me l’ha detto lui.


Nerino: Macché dottore … dal portiere … gente di bassa lega … miseri peccatori con un piede nella fossa.

Vittoria:           Marchese sono così amareggiata che mi prenderei a schiaffi. Alla nostra


età sentirsi rifiutati è come prendere una bastonata.

Nerino:           A chi lo dice … (È diventato pensoso).

47


Vittoria: E se andassimo al bar dei boccaloni a prenderci qualcosa? (Lo prende sotto braccio).

Nerino:           Perché no? Sa, io sono libero: vagabondo per il palazzo alla ricerca di

una donna che mi possa dare quella felicità, quell’agiatezza che non ho mai avuto … Non fraintenda: agiatezza spirituale, quella economica … ouuuh , ha voglia. Che mestiere ha detto che fa?

Vittoria. Marchese, sono una ragioniera … invece lei, in passato, prima di andare in pensione, cosa faceva? (Si avviano verso l’uscita).

Nerino:           Non sono in pensione! Sono così vecchio? Pensi che in tempo di guerra,

i miei, hanno dovuto fare perfino il portiere: un’umiliazione! Lasci stare!


Vittoria:


Poverino! E certo che anche voi nobili avete avuto un periodo brutto!


Nerino:


Il bello è che non ci crede nessuno!


Vittoria:


E dopo la guerra?


Nerino: Mi sono stabilito qui in questo palazzo. Il sesto piano è tutto mio. Sì! Sto largo! Sotto di me, ma … molto sotto abita questa Isabella.


Vittoria:


Non mi mai piaciuta, glielo voglio dire apertamente.


Nerino: Neanche a me! Ha un non so che di parvenue … Prego Vittoria … (Si gira verso la guardiola). Ti faccio vedere io! Dove la porto ?

Vittoria: Veda lei marchese! (Si ferma un attimo, lo guarda). Lo sa che lei non è niente male?


Nerino:


(Allaga le braccia come a dire: lo so!).


FINE

Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale

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