IL POVERO GIOVACCHINO
Nella meta dell’ottocento, in una vallata isolata della toscana, viveva una famiglia povera, costretta a servire famiglie di alta nobiltà per pochi soldi, per sopravvivere, e mandare avanti con grande fatica il raccolto a proprie spese. Usufruivano solamente di un diroccato e vecchio granaio, divenuto il loro alloggio; dove topi e altri animali se ne servivano, per rifugiarsi nei periodi più freddi…
Giovacchino unico figlio della famiglia contadina, doveva provvedere ad aiutare insaziabilmente sua madre, che rimasta vedova dopo un anno dalla nascita di suo figlio, doveva rimboccarsi le maniche per fare dei lavori umilianti, e troppo faticosamente pericolosi. Nella loro vita c’era anche Sebastiano un bimbo cresciuto assieme a loro, da quando aveva solo otto mesi, i suoi genitori scomparsero morendo di peste.
Il freddo era alle porte.. e la sign. Ernesta, doveva far presto per ricavare delle vantaggiose caciotte di formaggio, per poi rivendere in paese. E con l’aiuto di Giovacchino e Sebastiano, sarebbe riuscita a procurarsi qualche soldo per l’inverno. Per una donna sola, era un duro impegno portare a termine le imprese del lavoro.
Tagliere la legna, era uno dei tanti lavori che voleva evitare di far fare ai due fratelli, cresciuti come tali, ancora troppo deboli per mestieri faticosi. Il bestiame di cinque pecore non fruttava un grosso quantitativo per andare avanti, decorosamente. Cosi la donna, passava le serate arrangiandosi con un doppio lavoro per arrotondare, costruendo cesti impagliati .
Giovacchino… era un bimbo volenteroso e, servizievole nei confronti di sua madre, sempre pronto ad aiutarla in qualsiasi momento, capiva bene quali doveri l’aspettavano, e di conseguenza si responsabilizzava per sostenere tale condizione.
L’unico svago erano le feste paesane che conducevano i contadini del luogo, che a fine stagione esaltavano i raccolti, e i frutti …con fiaccolate, e passatempi gioiosi. Certo, non erano maestosi come le feste nobili, che i Duca e marchesi, concedevano alle loro fanciulle, ma il loro spensierato divertimento, era assicurato…. I ragazzi più grandi, cominciavano a suonare strumenti dell’epoca come la Cedra e la Lira. I ragazzi più piccoli in fila indiana, si prendevano per mano e passavano sotto altre braccia della fila, a ritmo musicale, poi si bendavano e cominciavano a rotolarsi, finche non prendevano una fanciulla per il primo bacio innocente sulla guancia.
Su nei monti estesi del vicino paese, viveva nell’ immenso castello, la famiglia più illustre e facoltosa della zona, composta da cinque persone di cui i nonni paterni del Duca e sua moglie Elvira, e l’unica figlia Silvia, che non riusciva ad allacciare amicizie per il suo complicato e arcigno carattere, scontrosa e in piena solitudine. Era incuriosita della vita che conduceva la gente comune.
Giovacchino umile pastore, cercava di vendere quelle caciotte di formaggio, che finora non aveva venduto, il pesante freddo le impedì di smerciarle. Quando il cocchiere fu istruito per bloccarsi, la giovane Silvia incuriosita di vedere quel ragazzo della sua stessa età, con calzoni rattoppati e mani, ruvide e screpolate, aprì la tenda scrutandolo da vicino. La carrozza si fermò, e il cocchiere accennò:
PERSONAGI :
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LA SIGN: (ERNESTA)
(GIOVACCHINO)
(SEBASTIANO)
( IL DUCA)
( LA DUCHESSA ELVIRA )
( LA DUCHESSINA SILVIA)
( I NONNI )
( IL MAGIORDOMO MARCK)
( I SERVITORI)
( IL COCCHIERE)
( LA GOVERNANTE)
( LE GUARDIE DI CORTE)
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( LE AMICHE DELLA DUCHESSINA)
:DAMIGELLE: ( LUISA, CHATERINE, MARISA, VALERIA )
( MARCHESINA LAURA) (CONTESSINA VANESSA)
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(CONTADINO MARIO)
(LA FOLLA)
(IL RAGAZZO)
(DONNINA)
(CONTADINA)
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(IL CASTIGO DELLA DUCHESSINA)
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( IL COCCHIERE )
- HEI TU… COSA VENDI….?-
( GIOVACCHINO)
- DICE A ME.. SIGNORE…?-
(IL COCCHIERE)
- SI.. SPICCIATI, HO UNA CERTA FRETTA..-
Giovacchino aprì le ceste, e fece vedere di persona cosa contenevano, sorridendo, disse:
( GIOVACCHINO)
- LE ASSAGGI SIGN. SONO BUONISSIME; SONO LE CACCIOTTE DI PECORE PIU’ BUONE DEL PAESE…-
Il cocchiere fissandolo con sguardo serioso disse:
( IL COCCHIERE)
- LO SPERO PER TE..-
Cosi la giovane duchessina Silvia, incuriosita disse :
(DUCHESSINA SILVIA)
- SE NON SARA’ COSI.. TI MANDERO’ A PRENDERE DALLE MIE GUARDIE…-
Giovacchino… le assicurò che certamente le avrebbe apprezzate, dicendogli:
(GIOVACCHINO)
- NON C’E’ DUBBIO SONO LE MEGLIORI..!!!-
Cosi… eccitato tornò a casa, con dei ottimi guadagni, dicendo alla mamma Ernesta.
( GIOVACCHINO)
-UNA SIGN. ELEGANTE HA COMPRATO CINQUE CACIUTTE A UN BUON PREZZO…-
Intanto la carrozza proseguiva per accompagnare l’amica della duchessina, la contessina Vanessa, poi Silvia disse, sbuffando:
(LA DUCHESSINA)
- QUESTE GIORNATE D’INVERNO MI FANNO ANNOIARE.. SONO STUFA DELLE SOLITE COSE..-
( LA CONTESSINA VANESSA)
- GIA L’UNICO SVAGO SONO I NOIOSI LIBRI, SEMBRA CHE LE GIORNATE NON FINISCANO MAI.. MA.. ALMENO TU, TI PUOI CONCEDERE FESTE QUANDO VUOI..
E VESTITI DI GRAN LUSSO…-
(LA DUCHESSINA)
- NON SONO I MIGLIORI ABITI A RENDERTI FELICE, IO MI SENTO SFRUSTRATA MALINCONICA… TUTTO MI ANNOIA… E ANCHE LE PREMURE DEI MIEI…-
(VANESSA)
-FORSE HAI BISOGNO DI UN POSTO DIVERSO IN CUI STARE… VIENI DA ME…-
( DUCHESSINA)
-GRAZIE … MA NEMMENO IO SO, DI COSA HO VERAMENTE BISOGNO..-
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Una sera.. scappò dal palazzo attraversando le pericolose e fangose boscaglie, ritrovandosi svenuta, ai margini dei fossi, che si stavano allargando dall’interminabile pioggia, che allagava tutte le campagne circostanti.
Giovacchino e Sebastiano, si trovarono all’alba in aperta campagna, per far pascolare le loro pecore. Quando da lontano.. videro una stoffa di un vestito rosso, su un ramo, Sebastiano lo prese e lo dette a Giovacchino, che ammirandolo da vicino, s’accorse che si trattava di una stoffa pregiata,andarono dalla loro madre, dicendo:
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(SEBASTIANO )
- MAMMA COSA TI SEMBRA, QUESTA STOFFA…?-
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La sign. Ernesta la prese, strofinandola delicatamente sui polpastrelli, accennando:
( SIGN: ERNESTA)
- NON E’ UNA STOFFA COMUNE, DI CERTO NON APPARTIENE ALLA NOSTRA GENTE, DOVE L’AVETE TROVATA?-
(GIOVACCHINO)
- ERA FRA LE STERPAGLIE, VICINO AL RIDOSSO DEL CANALE..-
(SIGN: ERNESTA )
- SARA’ IL CASO DI DARE UN’ OCCHIATINA; QUANDO AVRA’ SMESSSO DI PIOVERE..-
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Ma Giovacchino, non se la sentì di aspettare dell’altro, cosi s’avventurò, con la tempestosa piena per i campi, la dove, aveva visto quel pezzo di stoffa. Quando improvvisamente… vide un corpo di donna rivolto verso il canale ch’era ingrossato enormemente. La trascinarono verso casa, di volta in volta, la schiaffeggiavano per farla riprendere. Arrivati… bussarono con ferocia la porta, sua madre accorse immediatamente per soccorrerla, dicendo:
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(SIGN: ERNESTA)
- SANTO CIELO..!! METTIAMOLA VICINO AL CAMINO.. E’ GELIDA..!!! SEBASTIANO PREPARA UNA TAZZA DI LATTE CALDO…-
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La duchessina si risvegliò, in una squallida casa diroccata, senza servitù e quel poco per mangiare. Quando apri gli occhi disse:
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(LA DUCHESSINA)
- DOVE MI TROVO…? NON FATEMI DEL MALE VI PREGO...!! –
(SEBASTIANO)
- MA CERTO CHE NO..!! FIDATI, SETE IN BUONE MANI..!!- disse umilmente il ragazzo
(SIGN: ERNESTA)
- DIMMI… DA DOVE VIENI…?-
(LA DUCHESSINA)
-LA PREGO SIGN NON MI PORTI A CASA, NON VOGLIO SOTTOMETTERMI ANCORA…!! -
(SIGN: ERNESTA)
- PERCHE’ DICI QUESTO…?-
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La ragazza cominciò a farsi venire strani idee in testa, in modo di persuadere la donna, a non rispedirla dai suoi, inventando una bugia orribile, disse:
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(LA DUCHESSINA)
- MIO PADRE E’ UN UOMO CATTIVO, VUOLE RINCHIUDERMI DA SOLA IN UNA STANZA SENZA VEDERE LA LUCE…-
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Giovacchino stette a sentire, sapeva che stava mentendo, riconobbe la sua faccia, non disse nulla di più, ch’era lei la ragazza della carrozza che giunse in paese.
Il Duca cominciò a farla cercare ovunque dalle guardie di corte. La Duchessina si immedesimò alla semplice vita contadina, indossò dei vestiti della donna, e stette nel focolare come se fosse un passatempo, la sign. Ernesta preoccupata le domandò:
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(SIGN: ERNESTA)
- SPERO CHE TU NON CI COINVOLGA IN QUALCHE STORIA SPIACEVOLE, RAGAZZA MIA…SIAMO GIA DISPERATI PER CONTO NOSTRO..-
(DUCHESSINA)
- NON TEMERE.. BRAVA DONNA , NON E’ COME CREDIATE.. SAPRO’ COME RICOMPENSARLA ….-
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La duchessina girava il pentolone che bolliva, appeso al paiolo, raccontando fantasiose storie ribadendo:
(LA DUCHESSINA)
-SONO FUGGITA DALLE MANI DI QUELL’ORCO TERRIBILE TIRRANNO, PERCHE FORSE NON ERA ANCORA LA MIA ORA… QUEL MOSTRO NON E IL MIO VERO PADRE, LUI VORREBBE CHE IO USCISSI PER SEMPRE, DALLA SUA VITA. –
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La duchessina stava divertendosi, come non aveva mai fatto, recitando alla perfezione una parte che mai si sarebbe sognata, d’interpretare. Giovacchino stava cedendo a credere a ciò che diceva. E un po’risentito disse:
(GIOVACCHINO)
- PER GUADAGNARSI IL PANE… DOBBIAMO ALZARCI ALL’ALBA, E SPERO CHE LO FARAI ANCHE TU..?-
(LA DUCHESSINA)
- ALL’ALBA..? IO VERAMENTE…!? E SE MI RICONOSCONO CHE FINE FARO’? AHI..ME TANTO VALEVA, RIMANERE SU QUEI MARGINI DEL TORRENTE, AD ASPETTARE LA MIA SORTE….- disse con aria dispiaciuta.
(SIGN: ERNESTA )
-MA COSA DICI.. SEI UNA FANCIULLA, INTELIGENTE E GRAZIOSA.. HAI TUTTA LA VITA D’AVANTI..!!-
(SEBASTIANO) … indispettito disse:
- VEDRAI CHE CON QUEI STRACCI ADOSSO, NESSUNO TI RICONOSCERA’.-
Giovacchino uscì, per prendere le quattro pecore nel granaio, le accostò in fondo allo stanzone, dicendo:
(GIOVACCHINO)
-NON AVER PAURA SONO MANSUETE, COME PECORE..-
(LA DUCHESSINA)
-NON POSSO CREDERCI:.!!! SI… MA SPERO CHE LE LEGHERAI …! -
(GIOVACCHINO)
-LEGARLE..!! SONO LE MIE MIGLIORI COMPAGNE, E NON HO BISOGNO DI FARLE SOFFRIRE -
(LA DUCHESSINA)
-COME POSSO DORMIRE CON QUESTE BESTIACCIE CHE MI RESPIRONO ADOSSO…?-
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La duchessina stava per rivelare il suo arcigno carattere..
(SEBASTIANO) divertito aggiunse:
- NON HAI VISTO NIENTE… IN PIENA NOTTE GIRANO TOPOLINI VAGANTI, CHE NON SI POSSONO CONTROLLARE..-
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Quella sera la duchessina, non riusciva a prendere sonno, e come se non bastasse, il fuoco si spense, lasciando gelare di colpo la stanza. Cercò di svegliare Giovacchino, dicendo:
(DUCHESSINA)
-GIOVACCHINO SVEGLIATI….!!! SVEGLIATI!! IL FUOCO SI E’SPENTO..!!-
(GIOVACCHINO) sorrideva divertito, facendo finta di dormire poi disse piano a Sebastiano.
-GUARDALA E’ RICOPERTA DAI PIEDI IN CIMA, DI FULIGGINE.. SE SOLO SI VEDESSE…-
Il risveglio fu drammatico, al cantar del gallo, Sebastiano la svegliò, dicendo:
(SEBASTIANO)
-SVEGLIA PIGRONA!!! DOBBIAMO FAR MUNGIERE LE BESTIE-
(LA DUCHESSINA)
-NO… LASCIAMI DORMIRE… NON HO CHIUSO OCCHIO…-
(GIOVACCHINO)
- VORRA’ DIRE CHE TI LASCERO’ DA SOLA CON LORO…-
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Di sbalzo la duchessina Silvia, si alzò intimorita, di starsene sola, e disse :
(LA DUCHESSINA)
- MA PERCHE’ NON LE MANDI DA SOLE.. ?-
(SEBASTIANO)
- PERCHE LE SBRANERBBE UNA VOLPE, O UN LUPO…DAI..!!! SPICCIATI ALTRIMENTI SI INERVOSISCONO -
All’alba la duchessina cominciò ad avere freddo, e commentò:
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(LA DUCHESSINA )
- DA UNA PARTE NON INVIDIO… LA VOSTRA DURA VITA CHE CONDUCETE, NON AVETE NULLA , TRANNE CHE LATTE E FORMAGGIO..-
(GIOVACCHINO)
- SARA’… MA IN CAMBIO ABBIAMO LA LIBERTA’ CHE LEI NON HA’, E LA SERENITA’ CHE LEI CERCA…-
(LA DUCHESSINA)
- MA FAMMI IL PIACERE …. IGNORANTE CONTADINO...!! DI DUE SOLDI..!! VUOI INSEGNARMI LA MORALE ? TU NON SAI CHI SONO IO?-
(GIOVACCHINO)
- SI SBAGLIA… RICORDA QUANDO PASSO’ CON LA SUA CAROZZA, E COMPRO’ DEL FORMAGGIO… BENE QUEL MERCANTE ERO IO…DUCHESSINA.. E SCOMETTO CHE SE E’ QUI, E’ SOLO PERCHE’ AVRA’ COMBINATO QUALCOSA DI SGRADEVOLE..-
(DUCHESSINA)
- INVECE TI SBAGLI….! E STAI ATTENTO, ALTRIMENTI TI FACCIO ARRESTARE…SE NON COMINCIERAI A TRATTARMI COME SI DEVE ..-
Il contadino Mario ch’era nella stalla sentì, e scontento, disse:
( IL CONTADINO MARIO )
- BENE … CI VOLEVA UNA STERZATINA PER CAPIRE DI CHE PASTA E’ LA DUCHESSINA, INVECE DI RINGRAZIARVI VI FAREBBE ARRESTARE.. QUANDO LO SAPRA’ ERNESTA VI MANDERA’A CASA VOSTRA..-
(LA DUCHESSINA)
-OH.. NO… VI PREGO.. LA PAGHERO BENE VEDRA’… LASCIATEMI ANCORA QUI…-
(GIOVACCHINO)
- A FAR COSA..? A PRENDERCI IN GIRO… LA TUA SCIOCHEZZA CI METTERA’ SUL ROGO… -
(SEBASTIANO)
-SE DOMANI .. NEL PRIMO POMERIGGIO NON SPARIRETE, ANDRO’ IO AL PALAZZO A DIRE DOVE SIETE..-
Intanto la disperazione dei genitori cresceva, avevano fatto setacciare ogni posto e luogo, mettendo un’ indennizzo a chi avrebbe trovato, la duchessina. Giovacchino sapeva il pericolo che incombeva.
Cosi disse, al contadino Mario.
(GIOVACCHINO)
-DEVO RISOLVERE QUESTA IMPRUDENTE FACCENDA, E RIPORTARLA AL PIU’ PRESTO AL CASTELLO..-
(SEBASTIANO)
-DOMANI DOBBIAMO PORTARLA NELLE VICINANZE DEL PALAZZO..-
(IL CONTADINO MARIO)
IO POSSO DARTI IL CARRO.. PUOI NASCONDERLA SOTTO IL FIENO..-
(LA DUCHESSINA)
-COSA…!! IN MEZZO A QUEL PUZZO D’ IMONDIZIA…!!! GUAI SE CI PROVERETE...!!! -
(CONTADINO MARIO)
-NON PREOCUPATEVI DUCHESSINA IL MIO CARRO… SAPRA’ OSPITARVI… IN SILENZIO…-
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Silvia… fu costretta da Giovacchino ad indossare i vecchi vestiti, si ripulì alla meglio, e si incamminarono verso il castello, in cima al monte….
Giunta nel palazzo… recitò la parte della sventurata ragazza dicendo:
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(LA DUCHESSINA)
-PADRE.. UN RAGAZZO MI INSEGUIVA PER I CAMPI.. COSI MI SONO PERSA PER LE CAMPAGNE…-
Il Duca ascoltata la drammatica storia, pensò di dover intimorire gli abitanti dei villaggi.
Intanto i servitori trovarono un qualcosa per i campi circostanti . Corsero dal Duca dicendo:
(IL SERVITORE)
- ABBIAMO TROVATO NEL SELCIATO FUORI AL PALAZZO.. QUESTO BOTTONE… -
(IL DUCA)
-BENE… E’ UNA PROVA PER SCOVARE IL MALFATTORE…-
( DUCHESSA ELVIRA)
-CERTO..!! E POTREMO DARE UNA RICOMPENSA PER CHI L’AVESSE PERSO… COSI SCOPRIREMO CHI E’-
Il palazzo era pronto alla straordinaria festa per i paesani.
Giovacchino e Sebastiano, erano decisamente impreparati, ad andare, cosi la mamma gli disse:
(SIGN: ERNESTA)
- QUESTA FESTA VI APPARTIENE PIU’ DI TUTTE QUELLE PRESENZE, CHE CI SONO…!!-
(SEBASTIANO)
-E PER QUALE MOTIVO?-
(SIGN: ERNESTA)
-NON CAPITE…!! LA DUCHESSINA HA FATTO IN MODO DI FARVI AVERE, UNA COMPENSO PER AVERLA RIPORTATA CON I SUOI…. -
(GIOVACCHINO)
-SE VOLEVA SAPEVA DOVE TROVARCI.. NO..? NO.. IO DI LEI, NON MI FIDO.. MAMMA-
(SIGN: ERNESTA)
-NON AVRA’ RACCONTATO COME VERAMENTE E’ ANDATA… PER NON METTERVI IN IMBARAZZO… DOVETE ANDARCI.. E CI ANDRETE…-
(SEBASTIANO)
- MA NON ABBIAMO DA METTERCI NIENTE… COME CI ANDREMO..?-
(SIGN: ERNESTA)
- E GLI ALTRI COME CI ANDRANNO..? QUALCOSA RIMEDIEREMO-
La sign. Ernesta ricucì con attenzione i vestiti; degni d’essere portati.
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IL palazzo in festa ospitava la gente dei paesi vicini, grandi fiaccolate si estendevano per due chilometri, voglioso di iniziare le danze…
Il Duca e sua moglie all’ingresso del palazzo, erano premurosamente attenti, a mettere ad agio gli ospiti contadini, con l’eccezione che dovevano forzatamente resistere il falso sorriso, stampato sulle labbra.
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( DUCHESSA ELVIRA ) commentò a mezza bocca..
-HAI SENTITO QUEL PECORARO ENTRATO POCO FA’-
( IL DUCA)
- NO.. CARA…COSA…?-
( DUCHESSA)
-COME HAI FATTO… A NON SENTIRLO..!! PUZZAVA COME LA PESTE…-
(IL DUCA)
-CARA NON FARCI CASO.. RICORDA IL NOSTRO INTENTO..-
( DUCHESSA)
-GIA…NON VEDO L’ORA CHE SIA TUTTO FINITO…-
( DUCHESSA)
GURDA QUELLA ZOTICA PASTORA, PORTA CON SE UN PAPPAGALLO SULLA SPALLA…!! –
(IL DUCA)
- NON PREOCUPARTI NON MORDE..-
( DUCHESSA)
-SPERIAMO..-
La Duchessina stava seduta con delle sue coetanee, ridacchiando per gli strani e buffi inviti. Nel mezzo del salone i giocolieri davano il benvenuto, all’innumerevole e appetitoso banchetto, l’atmosfera si stava rallegrando con i buffi personaggi.
La marchesina Laura, disse alle altre damigelle.
(LA MARCHESINA LAURA)
- HANNO DELLE STRANE FACCE BUFFE.. –
(L’AMICA VALERIA) rispose divertita .
- GIA …COME FARANNO AD AVERE QUELLE GUANCIE SEMPRE IN FIAMME..!!-
(LA CONTESSINA VANESSA) DISSE:
- MIO PADRE DICE, CHE SONO PIU’ FORTI DI NOI, E SONO PROTETTI DA TANTE MALATTIE PROPRIO PERCHE’, SONO A CONTATTO CON LA NATURA..-
(L’AMICA LUISA) si pronunciò dicendo:
- SARA’… MA PUZZANO COME MAIALI APPESTATI..-
CAHTERINE sorpresa da alcune scene inaccettabili, per la loro raffinatezza accennò, con gesto di ripulsione, voltando di scatto la testa e storcendo la bocca..disse:
(CAHTERINE)
- CHE SCENA DA BRIVIDO..!! AVETE VISTO…?-
(DUCHESSINA)
-COSA HAI VISTO ?- rispose la duchessina, impressionata….
(CATHERINE)
- QUEL TIPO ROZZO CON IL CAPPELLINO VERDE…PRIMA HA SPALANCATO LA BOCCA, POI HA INGOIATO VELOCEMENTE DELLE TARTINE, E POI SI E’ LECCATO CON CURA LE DITA…-
(MARISA)
-GUARDATE QUEI DUE..!!-
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Il gruppo di amiche si girò, per gustarsi la ripugnante scena…
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(MARCHESINA LAURA)
-OH …!!! NON POSSO CREDERCI...!!! SI STA STACCANDO GLI ESCREMENTI , SOTTO GLI STIVALI…!!-
(L’AMICA LUISA)
-GURDATE..!! L’ALTRO GETTA DENTRO LA PIANTA LO STERCO, CON LE POSATE D’ARGENTO..!!-
(LA DUCHESSINA ) intervenne dicendo:
-DEVO PROVEDERE AL PIU’ PRESTO SCUSATE..-
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Andò dal suo maggiordomo, dicendogli:
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(LA DUCHESSINA)
- MARCK DOVRA’RIPULIRE QUEL LETAME CHE HANNO FATTO QUEI DUE INDIVIDUI..-
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Il maggiordomo disgustato, disse:
(IL MAGIORDOMO MARCK)
- DUCHESSINA…. NON SO… COME COMPORTARMI; CON QUSTA PLEBE, LE TENDE SONO IRRICONOSCIBILI, IL BANCHETTO DEI RINFRESCHI E’ DIVENTATO UN PORCILE..!!! NEI VASI C’E’ IL LETAME… VUOLE CHE METTA TUTTI SUGLI ATTENTI…?-
(LA DUCHESSINA)
-LASCI PERDERE E’ TEMPO PERSO, LA CONSIDERI UN OPERA CARITEVOLE..-
( IL MAGIORDOMO)
- COME VUOLE DUCHESSINA- fece un’inchino assecondandola e, se ne andò. La gente danzava disordinatamente come orsi.
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Le luci scomparvero.. un giocoliere intratteneva i presenti ch’erano incantati a vedere volare in alto gli stupefacenti birilli.
Giovacchino si girava intorno, per vedere se vedeva la scontenta duchessina, poi all’improvviso le arrivò una gomitata, da Sebastiano che accennò:
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(SEBASTIANO)
- HEI .. L’HO VISTA E’ DIETRO A QUELLA RAGAZZA CON LE TRECCE BIONDE…!-
(GIOVACCHINO)
- DOVE’ ?-
(SEBASTINO)
ALLA TUA SINISTRA ..METTITI AVANTI COSI TI VEDE..!-
La duchessina quando lo vide spalancò gli occhi.. facendosi venire un’ idea per l’occasione. Andò dalla governante e gli disse :
(LA DUCHESSINA)
-DOVETE PREPARARE UN WALZER… SUBITO FINITO LO SPETTACOLO..-
(LA GOVERNANTE) accennando il suo scontento disse:
-MA DUCHESSINA...! NON VORRA’ BUTTARSI NELLA MISCHIA SPERO?-
(LA DUCHESSINA)
- SO’ COSA FACCIO… I MIEI OSSEGUI…- (disse inchinandosi leggermente e sparendo in mezzo al cerchio della folla.
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La duchessina aspettava il fatidico momento…. le danze cominciavano ad avviarsi, la duchessina stette di fronte a Giovacchino che sbalordito restò immobile.
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(LA DUCHESSINA)
- SPERO CHE MI INVITI A BALLARE..?-
(GIOVACCHINO)
-CERTAMENTE…!- Disse un po’scocciato..
(LA DUCHESSINA)
- SAI.. DA QUANDO SONO RITORNATTA, IL MIO PADRIGNO E’ DIVENTATO PIU’ BUONO.. CERTO, HO DOVUTO INVENTARMI DELLE SCUSE, MA NE E’ VALSA LA PENA…-
(GIOVACCHINO)
- IMMAGINO…-
Intanto le amiche ridacchiavano, commentando le divertenti scene, che ripetutamente si vedevano sotto gli occhi di tutti.
Poi la voce dirupante del duca interruppe il divertimento, dicendo allegramente.
(IL DUCA)
- QUESTA FESTA E’ IN ONORE AL RITORNO DELLA DUCHESSINA, E PER ESSERE BUONO, VOGLIO FARE UN GIOCO CHE RENDERA’ FELICE QUALCUNO… DI VOI… -
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Il duca allegramente chiamò sua moglie dicendo :
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(IL DUCA)
ASCOLTATE GENTE..!! ASCOLTATE ..!! MIA MOGLIE VUOLE DIVERTIRSI A MODO SUO..!!! PREGO, CARA…-
(LA DUCHESSA ELVIRA )
- VOLEVO PREMIARE IN DENARO… CHI AVESSE SMARRITO QUESTO…-
La duchessa portò in alto il braccio, tenendo sulla mano, il bottone per farlo ammirare alla folla, che non sapeva spiegarsi cos’era, cosi la gente commentava :
(LA FOLLA)
-MA COSA SARA..?-
(LA FOLLA)
-DOBBIAMO INDOVINARE..?-
(LA FOLLA)
- E’ UN SASSO...!!-
La duchessa capendo che non si poteva comprendere continuò dicendo:
(LA DUCHESSA)
-CHI AVESSE PERSO QUESTO BOTTONE, VERRA’ RICOMPENSATO, E ANCHE CHI SA’ A CHI APPARTIENE…-
(LA FOLLA) esplose dicendo :
- E’ MIO… E’ MIO… LO RICONOSCO … -
(SEBASTIANO) andò incontro a Giovacchino dicendo:
- MA QUEL BOTTONE E’ IL TUO..!!-
(GIOVACCHINO)
- GIA… L’HO PERSO QUANDO ACCOMPAGNAI LA DUCHESSINA… E QUESTO FATTO, NON MI CONVINCE.. PER NIENTE -
Intanto un ragazzo della folla si fece avanti dicendo :
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(IL RAGAZZO)
- E’ MIO LO RICONOSCO…-
Cosi che la duchessina disse:
(DUCHESSINA)
- ALLORA SAPRAI COME FATTO.. QUANTI BUCHI HA..?-
(IL RAGAZZO)
- E’ BIANCO, E GRANDE CON QUATTRO BUCHI…-
(IL DUCA)
-BENE..!! TIENI IL BOTTINO E’ TUO…- disse il duca soddisfatto consegnandogli il bottino..
Il ragazzo felicemente lo ringraziava ripetutamente, dicendo ad alta voce:
(IL RAGAZZO)
- GIOIA E FELICITA’ AL DUCA.. E A TUTTO IL POPOLO !!-
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Il Duca sapeva bene che non apparteneva a lui, ma intanto dimostrò, che voleva ricompensare quell’evento per un piacevole divertimento… Sebastiano rimanendo deluso, decise di svelare il vero, dicendo ad alta voce:
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( SEBASTIANO )
- QUEL BOTTONE PUO’ ESSERE DI CHIUNQUE, TUTTI HANNO VISTO COME E’…-
(LA DUCHESSA) si avvicinò al ragazzo dicendo:
- GIA… DIMMI RAGAZZO, DOVE L’AVRESTI PERSO..?-
( IL RAGAZZO)
- HE..E… SALENDO LE SCALE DEL PALAZZO …-
MARISA notò che gli altri bottoni non corrispondevano agli altri, cosi fece osservare la sua giacca alla Duchessina :
(MARISA)
- MA I TUOI BOTTONO SONO DIVERSI...? COME PUO’ ESSERE IL TUO..?-
(IL RAGAZZO)
- MA LO E’… LO TENEVO NELLA TASCA, CHE AI ME… E’ BUCATA..-
Catherine rideva a più non posso dicendo a voce alta.
(CATHERINE)
-MA COME FA’ UN BOTTONE COSI GROSSO A PASSARE, IN UN BUCO COSI PICCOLO…? -
(LA DUCHESSINA)
- NON MENTIRE… POTRAI’ TENERE IL BOTTINO COMUNQUE, MA… ALMENO DI’ LA VERITA’-
(LA DUCHESSINA SILVIA) Si avvicinò prese la tasca e vide che anche spingendolo nella fodera era impossibile che vi penetrasse dentro, cosi disse:
(DUCHESSINA)
- NON E’ IL TUO..!
(IL RAGAZZO)
-NO.. NON E’ IL MIO… SCUSATE… QUANDO HO VISTO CHE NESSUNO SI FACEVA AVANTI, MI SONO DETTO, PERCHE’ BUTTARE TUTTO COSI…-
(GIOVACCHINO) si fece avanti dicendo:
- CHI HA PERDUTO QUEL BOTTONE DOVRA’AVERE UNA PROVA..? IO L’HO’… PERCHE MI APPARTIENE..-
(DUCHESSA)
-ALLORA E’ IL TUO..?-
(GIOVACCHINO)
-SI.. E POSSO PROVARLO.. VERO SEBASTIANO? -
(SEBASTIANO)
-CERTO, NE HAI DEGLI ALTRI SULLA GIACCA..-
(LA DUCHESSA)
-ALLORA RAGAZZO TI FARO’ SCORTARE DALLE MIE GUARDIE E POTRAI’ RISCATTARE IL TUO BOTTINO, IN QUANTO A TE PUOI ANDARE.. E RINGRAZIA LA DUCHESSINA -
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Giovacchino si trovò sulla carrozza che lo conduceva a casa, prese la giacca, e fù scortato di nuovo al palazzo, ma quando credette di scendere all’entrata del palazzo, la carrozza svoltò, dirottando verso le turbolenti prigioni dei sotterranei . Irritato Giovacchino disse:
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(GIOVACCHINO)
- PERCHE’ LA CARROZZA NON SI E’ FERMATA-
(I SERVITORI)
- NOI ABBIAMO ORDINI DI TENERTI PER UN PO’ QUI..-
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Dopo un’ora le cancellate del carcere si aprirono al suo amico Sebastiano, che fù arrestato con l’imputazione di complicità .
Il duca soddisfatto, si riempì di gioia e esultò, contento :
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(IL DUCA)
-DEVO ANNUNCIARE CHE E’ STATO PRESO IL RAGAZZO CHE INSEGUI’ LA DUCHESSINA.-
(LA DUCHESINA ) stupita si rivolse al gruppo d’amiche dicendo:
-MA COSA STA DICENDO...?-
La duchessina lasciò il salone dirigendosi da suo padre chiedendogli cosa era quell’annuncio.
(LA DUCHESSINA)
-PADRE COS’ERA QUELL’ ANNUNCIO...?-
(IL DUCA)
-HO IMPRIGIONATO I DUE MALVIVENTI CHE ERANO NELLA NOSTRA TENUTA, CON
IL TENTATIVO DI RAPIRTI..-
(LA DUCHESSINA)
-DUNQUE LA RICOMPENSA… ERA UNA SCUSANTE.. PER ACCIUFFARLI..?
(IL DUCA)
-GIA… E PER MEZZO DI QUEL BOTTONE, FORTUNATAMENTE LI ABBIAMO INCHIODATI..-
(LA DUCHESSINA)
E CHI SONO..?
(IL DUCA)
-DUE SCIOCCHI PASTORI.. NON PREOCCUPARTI.. D’ORA IN AVANTI TUTTI SAPRANNO CHE FINE FARA’ COLUI CHE SI APPROFITTERA’ DI SUA MAESTA’-
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La duchessina Silvia, voleva andare a vedere nei sotterranei dicendo:
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(LA DUCHESSINA)
-VOGLIO VEDERLI… SE RIESCO A RICONOSCERLI....-
(LA DUCHESSA ELVIRA)
- E’ INAMISIMILE..!! LI CONDURRANNO DA NOI DOMANI LE GUARDE.. !!-
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L’indomani i ragazzi d’avanti a sua maestà rimasero muti, in un silenzio increscioso. La duchessina non sapeva come rimediare . Cosi per evitare che suo padre li avrebbe fatto frustare, e impiccare, inventò una delle sue fantasiose storie, dicendo, con convinzione .
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(LA DUCHESSINA)
- PAPA’ IO LO CONOSCO BENE, E LO AMO..-
(IL DUCA)
-COSA…? IL NOSTRO RANGO NON PUO’ PERMETTERE TUTTO CIO’…!! -
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La duchessa non prese sul serio l’avventura della duchessina, cosi con tono superficialmente indifferente, chiamò la governante dicendo:
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(LA DUCHESSA)
- SE E’ COSI.. FATE PREPARARE LE MIGLIORI STANZE, DEL PALAZZO, RINFRESCATELI E VESTITILI..!!!-
Silvia contenta di non essere sgridata e rimproverata da suo padre, disse a sua madre -
(LA DUCHESSINA)
- GRAZIE MAMMA..! QUESTA OCCASIONE MI FARA’ CONOSCERE COLUI.. CHE AMO..!!-
(IL NONNO)
- E’ UN’ OCCASIONE PREVILIGIATA PER VOI RAGAZZI…
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I ragazzi erano trasformati in due attraenti giovani aggraziati, seduti nella lunga tavola non riuscivano a commentare una sola parola.
Sebastiano scivolò il suo coltello sul piatto provocando involontariamente un rumore aguzzo. La duchessina rideva assieme alla sua amica marchesina.
Ernesta saputa la notizia dei suoi ragazzi si recò al castello, portando uno dono a sua maestà. La donna fu scortata e avvicinata alla Duchessa dicendo: -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
( SIGN: ERNESTA)
-LA RINGRAZIO PER AVERMI RICEVUTO.. LEI NON SA PERCHE’ SONO QUI..-
( DUCHESSA)
- PER OFFRIRMI I SUOI DELIZIOSI DONI, O SBAGLIO ? –
( SIGN: ERNESTA)
-SBAGLIA.. IO CERCO I MIEI FIGLI, E PER SAPERLO SONO DOVUTA PASSARE CON QUESTA SCUSA..-
( DUCHESSA)
-MA FORSE… SONO I RAGAZZI CHE SONO OSPITI QUI…-
(SIGN: ERNESTA)
-SI CHIAMANO GIOVACCHINO E SEBASTIANO, LEI LI CONOSCE..?-
( DUCHESSA ELVIRA)
(SIGN… LE DEVO SPIEGARE CHE LASCERO,’ CHE LA DUCHESSINA SI DIVERTI, PER UN PO’, MA POI… SE PERMETTE , CON IL SUO AIUTO LE DARO’ LA GIUSTA PUNIZIONE..-
(SIGN: ERNESTA)
-E COME? IO VOGLIO SOLO CHE I MIEI FIGLI TORNINO A CASA..!!!-
( DUCHESSA)
-CERTO… CERTO… E CON UNA GIUSTA RICOMPENSA; MA RITORNERANNO A CASA CON LA DUCHESSINA; CHE SI DOVRA’ PRENDERE CURA DI TUTTI VOI. -
(SIGN: ERNESTA)
-FORSE SARA’ TROPPO PER LEI, HO VISTO CHE NON E’ PORTATA PER NESSUN LAVORO MANUALE..-
( DUCHESSA ELVIRA)
- BENE.. ALLORA, SARA’ PANE PER I SUOI DENTI..-
Intanto la duchessina si prendeva gioco dei due fratelli, Sembravano cagnolini al guinzaglio, sempre controllati a vista. Le uniche persone eccezionalmente speciali, erano i nonni, pronti a svagarsi con i ragazzi. Silvia si infuriò vedendoli alle confidenze con i suoi, cosi s’avvicinò dicendo:
(DUCHESSINA SILVIA)
- COME VI PERMETTETE DI ACCOSTARVI AI MIEI NONNI..?-
(SEBASTIANO)
-DI CERTO I VOSTRI NONNI SONO PERSONE SPECIALI…-
(IL NONNO) risentito disse.
-CARA SI DA IL CASO CHE IO SAPPIA DECIDERE CON CUI STARE..-
L’amica di Silvia Luisa con un sorrisino sarcastico, si rivolse al nonno di silvia dicendo:
(L’AMICA LUISA)
- A UNA CERTA ETA, BISOGNA STARE ATTENTI A MOSSE ASTUTE, IN QUESTO TAVOLO C’E’ TROPPA MESCHINITA’, PER UN UOMO GALANTE COME LEI-
(SEBASTIANO) sentendosi umiliato disse:
SE NON SIAMO ALL’ALTEZZA , PERCHE’ SIAMO QUI..?-
(IL NONNO )
- GIUSTO…! INCONSAPEVOLI SIETE VOI…!!! E ORA… FILATE A SPETTECOLARE DA UN' ALTRA PARTE STREGHE….-
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Il nonno conosceva alla perfezione la sua nipotina, e aveva capito che tramava qualcosa di misteriosamente inammissibile. Capiva di dover trattenere e difendere i poveri ragazzi.
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Il giorno dopo…. per la duchessina tutto si trasformò, in un vero incubo, nella camera erano spariti i migliori vestiti… entrò rimanendo scioccata e disse:
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(LA DUCHESSINA)
- MA … I MIEI VESTITI..? LE SCARPE…? I MIEI GIOIELLI…..?
I suoi l’attendevano nella sala principale, con un aspetto ostile, dicendo:
(IL DUCA)
- D’ORA IN AVANTI TI ACCORGERAI DI CIO’ CHE HAI QUI… E UN GIORNO, TUTTO QUESTO LO APPREZERAI….-
Silvia sconvolta disse:
(LA DUCHESSINA)
- MA MADRE … I MIEI VESTITI… PERCHE’…?-
( IL DUCA )
- GUARDIE… MOSTRATE I SUOI VESTITI…-
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Le guardie si avvicinarono stendendo gli straccio si, e umili vestiti da indossare… la duchessina sbarrava gli occhi incredula, la condussero nella carrozza, dove i ragazzi ridevano commentando:----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(SEBASTIANO)
- BUON GIORNO… DOVE SIAMO DIRETTI DI COSI GRADEVOLE PER SUA ALTEZZA?-
(LA DUCCHESINA)
-STAI ZITTO-
(GIOVACCHINO)
(OH … CON PIACERE…!!) Disse sfoggiando una risata smorfiosa…
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Quando la carrozza si fermò la duchessina riconobbe quel fatiscente posto, nel cortile le signore del posto la salutarono come se fosse una qualunque, e nel mentre si davano da fare con i mestieri casalinghi. I ragazzi sapevano come fargliela scontare, si aggiunsero in mezzo alla gente del posto e la mamma, Ernesta disse :
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(SIGN: ERNESTA)
- VIENI SILVIA VIENI A SBATTERE QUSTO MATERAZZO…. HA BISOGNO DI TE..-
( DUCHESSINA)
- IO … MA.. COME SI PERMETTE…!! SONO SEMPRE E RIMARRO’ UNA DUCHESSA… -
Cosi una donnina si avvicinò, dicendole timidamente:
(DONNINA)
-OH.. MIA PICCOLA… VUOI CHE LO FACCIA IO.. PER TE...?-
( DUCHESSINA)
-MA CERTO….!! IO NON SO USARE, QUESTE FRUSTE!! LA PREGO FACCIA PURE… -
(SEBASTIANO)
-BENE… VORRA’ DIRE CHE DORMIRAI’ CON IL BESTIAME QUI FUORI…-
(GIOVACCHINO)
GIA.. E NON POTRAI’ ANDARE LONTANO, SEI SORVEGLIATA DAI QUEI ROZZI UOMINI LI’… ORDINI DI TUO PADRE…-
(LA DUCHESSINA)
-COSA…!!! VA BENE, RESTERO’ QUI TUTTA LA NOTTE….-
(SIGN: ERNESTA)
- SE VUOI....-
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La sera giungeva , le donne si prepararono a sparire, Silvia rimase sola, non sopportando il freddo bussò umilmente alla porta della sign. Ernesta, e la duchessina tremante disse..
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( DUCHESSINA)
- POSSO ENTRARE..? FA FREDDO… -
(SIGN: ERNESTA)
- VIENI PURE.. MA RICORDATI CHE DOMANI TI ASPETTA UN DURO LAVORO..-
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l’indomani all’alba si ritrovo a mungere le mucche, e ad aiutare la gente del posto con il lavare il bucato nel freddo fossato.
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(CONTADINA)
-HEI SILVIA..!! DOVRESTI PULIRE I SUDICI CAVALLI I.. E POI TI ASPETTA LA STALLA…-
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Per lei, era frustrante essere lì, esplose in un pianto di rabbia, maledicendo i suoi per il castigo che l’avevano dato. Si strappò i vestiti dicendo:
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(DUCHESSINA)
-BASTA … BASTA…!! NON POSSONO UMILIARMI COSI..!! NON NE POSSO PIU!!!-
Giovacchino l’osservava, poi le andò incontrò vicino al pozzo ch’era nascosto nell’interno del cortile e disse:
(GIOVACCHINO)
-VEDI… C’E’ UN DETTO CHE DICE.. CHI SPADA FERISCE DI SPADA PERISCE..-
( DUCHESSINA)
-E TU CREDI CHE SERVA A FARMI DIMENTICARE TUTTO QUESTO…!! VI FARO’ VEDERE IO…!!-
(GIOVACCHINO)
-SPERO CHE TU NON POSSA MAI DIMENTICARLA, PER CAMBIARE..-
Il quel frangente sbucò Sebastiano completamente sporco di carbone, dicendo:
( SEBASTIANO)
-TANTO PEGGIO PER TE.. SE NON IMPARI A CAMBIARE IL TUO CARATTERACCIO-
(DUCHESSINA)
-COME TI PERMETTI…!! TI FARO’ ARRESTARE… INVADENTE PUZZOLA.. DEI MIEI STIVALI…- Sebastiano con una risata continuata e sarcastica, disse:
(SEBASTIANO)
-DUCHESSINA LEI NON PROFUMA CERTO DI FRESCHE ROSE..!!? ANZI IL SUO ODORE DI LETAME LA RENDE… COSI.. STOMACHEVOLE… RIPUGNANTE, CHE ASPETTO DI VEDERLA DOMANI…-
I giorni successivi la duchessina perdeva l’aspetto, di una fanciulla perfettamente curata, si sentiva brutta, goffa, e ridotta a fin di forze.. ma il suo arrogante carattere non s’arrendeva a tener testa ai due ragazzi, che la sbeffeggiavano divertiti.
Sebastiano la vide districare il fieno, e disse prendendogli forzatamente il rastrello dalle mani …
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(SEBASTIANO)
-IL FIENO VA DISFATTO COSI…-
(LA DUCHESSINA)
-SE CI TIENI TANTO… FATTELO DA SOLO...!! -
(SEBASTIANO)
-SE NON SMETTE ..CON QUELL’ ARIA DA DUCHESSA, RESTERA’ QUI..-
La duchessina stava capendo che non poteva sottrarsi, stava imparando a sottomettersi pazientemente a ogni decisione, e imparando tutti i mestieri che doveva compiere.
Sotto il sole rovente, che l’infuocava il viso setacciava la lana di pecora, i suoi riflessi stanchi si notavano a un miglio di distanza, sotto voce annuì:
( DUCHESSINA)
- FINIRA’ PRIMA O POI…- disse svenevolmente.
I due ragazzi divertiti s’avvicinarono per vedere se fosse un po’cambiata, cosi Giovacchino le disse
(GIOVACCHINO)
-ABBIAMO BUONE NOTIZIE PER TE… -
La Duchessina sbarrando gli occhi disse, compiaciuta.
(DUCHESSINA)
-MIO PADRE MI RIVUOLE AL CASTELLO..?-
(SEBASTIANO)
-SOLO SE SODDISFERA’ I NOSTRI VOLERI…-
(DUCHESSINA)
-SENTIAMO…. QUALI SAREBBERO…?- Disse scocciata, con aria strafottente.
(GIOVACCHINO)
- DOVRAI LUSTRARCI LE SCARPE, SELLARE I CAVALLI, SVEGLIARCI PER LA COLAZIONE, PREPARATA DA LEI DUCHESSINA .. –
(SEBASTIANO)
-E IN FINE.. CHIEDERE SCUSA PER AVER FATTO DI NOI, I RIDICOLI GIULLARI DI CORTE..-
La duchessina acconsenti, facendo tutto quello che avevano richiesto, senza nessun atteggiamento scontento, dentro lei qualcosa stava decisamente modificando. L’indomani la carrozza era pronta per portarla al castello, e imprevedibilmente successe un qualcosa di straordinariamente, incredibile.
(DUCHESSINA)
-NON SALIRO CON I VESTITI PULITI, VOGLIO STARE COSI, DISORDINATA..-
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Mentre la carrozza voltava il tratto serpeggiante del lungo viale, Giovacchino e tutti chi altri, videro la commozione della duchessina che si inteneriva, portando con se un ricordo indelebile. Mentre la carrozza giungeva lontano i suoi occhi lacrimosi dicevano: quanto quella storia l’aveva cambiata…
Il ritorno al castello mostrò strabiliante la sua trasformazione, salutò i suoi con amorevole affetto e disse, a sua madre.
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(DUCHESSINA)
- MAMMA E’ STATO TUTTO COSI… COSI…. STRANO … INTOLLERABILE E ALLO STESSO TEMPO HO TROVATO ME STESSA…. SCUSATEMI SE HO OSATO SERVIRMI DEGLI ALTRI… HO IMPARATO LA LEZIONE… -
(LA DUCHESSA)
-CHE BELLO FIGLIOLA.. VEDERTI SOTTO UNA LUCE NUOVA…-
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Gli inchini e saluti della servitù erano sensibilmente diversi, che la duchessina li percepiva come una sottomissione di fronte a lei e disse con voce fermamente appagata e dolce:
( DUCHESSINA)
D’ORA IN AVANTI DESIDERO GUARDARVI NEGLI OCCHI, QUANDO VI SALUTO PER CUI, VI PREGO DI NON INCHINARVI PIU’ D’INANZI A ME…-
( DUCA)
-MA… FIGLIOLA .. NON SI POSSONO CAMBIARE DELLE TRADIZIONI DI LUNGHE DINASTIE.. -
( DUCHESSINA)
- PAPA’…. PER ME NON HA PIU’ SENSO, SONO TOTALMENTE CAMBIATA, VOGLIO CONOSCERE GLI ALTRI PER CIO’ CHE SONO VERAMENTE…-
(IL DUCA)
- E’ COME CAMBIARE DELLE LEGGI REALI -
( DUCHESSINA)
-BENE… VUOL DIRE CHE AVANZEREMO A CAMBIARE QUALCOSA..-
(IL DUCA)
-SE QUESTE SONO LE VOSTRE VOLONTA’, COSI SIA… -
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Disse fiero il Duca, facendo strombettare le suntuose trombe… festeggiando con l’intera popolazione, ormai convinta che la duchessina, avrebbe cambiato radicalmente le loro povere, e miserevoli vite.
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autrice: Fabiola poliziani. (Lucca)
