IL
PRESEPE
SCENA COMICA DI
SILVANO PICERNO
PRESENTATORE: Signore e signori, un attimo di attenzione, grazie. Stasera, solo
qui per voi, sta per entrare un ospite eccezionale! Signori, abbiamo voluto
strafare! Poteva esserci una Rita Pavone, ma era troppo poco! Poteva esserci
una Mina, ma era troppo pericoloso! Poteva esserci una Maria Callas, ma è
troppo tardi... ormai non c’è più! E allora, chi ti abbiamo chiamato? Niente
meno che una Madonna, anzi non “una”… ma la Madonna! Si, signori, avete capito bene:
Maria, la Madonna in persona, con tanto di San Giuseppe appresso! (via)
GIUSEPPE: (Entra con Maria) Buonasera, buonasera… Grazie, grazie a tutti… (a
Maria) Siediti, che sei stanca… Maria, sei contenta? Hai visto dove t’ho
portato? Hai visto quanto sono buone queste persone con noi? Ci hanno
applaudito senza conoscerci… Quanto sono buoni! Tanto buoni, tutti quanti… La
signorina lì (indica una bella ragazza), poi, non ne parliamo: è veramente…
“buona”!!! E il locale? Hai visto che bel locale? Hai visto quante belle cose
da mangiare? Hai visto quanta bella gente che c’è? Sei contenta Maria?
MARIA: (Scoppia a piangere) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: (Si allarma) Maria ma perché piangi?! Cosa è successo?! Aaah…! Sono
cinque mesi che piangi, ma perché? Ma è possibile che mi devi far fare ‘ste
figure pure qui? (al pubblico) Scusatela signori, abbiate pazienza: mia moglie
è la prima volta che esce fuori di casa e non si sente a proprio agio. (a
Maria) Non è vero Maria? (Maria c.s.) Ehm… scusate signori, vi devo chiedere
una cosa, abbiate pazienza: dobbiamo ricreare l’atmosfera familiare, se no
Maria non smette di piangere. Ho bisogno della vostra collaborazione,
gentilmente. Grazie, siete molto gentili! Dovete capire, che le manca il
figlio: è la prima volta in cinque mesi che lo lascia solo… è preoccupata! Se
noi le diamo il bimbo, lei smette di piangere. Ci vorrebbe… una faccia che
faccia tenerezza… quasi compassione… un povero Cristo, insomma! Uno che possa
fare Gesù bambino… (osserva il pubblico) Allora… una faccia da disgraziato…
vedo che c’è abbondanza in sala…! (indica uno) Lei, per favore, venga qui. Lei
è perfetto! Deve fare il Cristo: non si preoccupi, non la metto in croce! Ha
presente il Presepe? Bene, lei si deve solo sedere e deve alzare le braccia al
cielo, così. D’accordo? Vediamo? (esegue) Bravissimo! Venga, venga… si segga.
(a Maria) Maria, Maria, guarda chi c’è qua: Gesù bambino! Sei contenta Maria?
MARIA: (Piange) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: (al pubblico) Ho capito, ho capito… Abbiate pazienza, ancora un po’…
(indica uno) Lei, venga per cortesia… (indica un altro) Anche lei, per favore,
venga… Bene: lei deve fare il bue e lei l’asinello, grazie, siete molto
gentili… Vi faccio vedere: lei deve fare muuu e lei deve fare ihò-ihò (esegue
bue) Bravo… (esegue asinello) Benissimo! Un’altra volta. L’asinello… (c.s.) il
bue… (c.s.) oh, però lo sa fare proprio bene il bue lei! E sua moglie lo sa?
Venite, vi prego… (a Maria) Maria, Maria, guarda chi c’è qua: il bue… (c.s.) e
l’asinello… (c.s.). Sei contenta Maria?
MARIA: (Piange) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: (al pubblico) Abbiate pazienza! (indica tre persone) Lei, lei e lei,
venite, per favore… Lei ha una catenina, un bracciale, un anello?
[se dice si] Me lo dia, per favore… Uhm… bene! Può andare adesso. (se lo infila
in tasca) No, sto scherzando… Tenga.
[se dice no] Non ha un bracciale?! Lei viene al matrimonio di Maurizio e
Mariella senza nemmeno un bracciale?! Va be’, glielo do io. (gli porge una
collanina) Questo però si chiama come quel signore che ha le chiavi del
Paradiso: Pietro…!
Lei ha un amico? Un parente? Lo chiami… (all’amico) Venga, venga… Lei si chiama
Vincenzo. Lei da ora in poi si chiamerà Vincenzo. D’accordo? Tutto chiaro?
Ricapitoliamo: lei porta l’oro, lei porta Vincenzo e lei porta la birra! (gli
porge una birra) Andiamo. (a Maria) Maria, Maria, guarda chi c’è: i Re Magi e
ti hanno portato pure i regali, oro, Vincenzo e birra! Sei contenta Maria?
MARIA: (Piange) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: (al pubblico) Ah, ho capito. Scusatela, signori, ma lei non è
abituata al giorno: dobbiamo creare la notte. Tutti i bambini in sala, venite!
Avanti, tutti i bambini, venite qui! Bravi. Mettetevi in fila. Bravi.
Inginocchiatevi. Bravi. Quando vi do il via, vi dovete alzare e fare così con
le mani (esegue), d’accordo? Proviamo. Via! (i bambini eseguono) Bravissimi!
State pronti ora: quando vi do il segnale voi vi alzate e fate con le mani
così… Il segnale è questo (indica.) Capito? (a Maria) Maria, Maria, guarda è
notte e guarda chi c’è (esegue segnale): le stelline! Sei contenta Maria?
MARIA: (Piange) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: Non ce la faccio più! Ma cos’è che manca? Aiutatemi voi! Il bambino
c’è, il bue e l’asinello ci sono, i Re Magi con i regali ci sono, la notte e le
stelle ci sono! Cos’è che manca? (ad uno del pubblico) Il pastore? No, non gli
piace… Ah! Ecco cosa manca! Come ho fatto a non pensarci prima! Lei e lei
venite, per favore. Lei sa camminare con le gambe aperte? No… volevo dire, con
le gambe allargate… insomma… (esegue) così. Deve anche aprire e chiudere le
mani, d’accordo? Lei, invece, venga qui, dietro la signorina, si curvi così a
90 gradi… non abbia paura: non viene nessuno da dietro! Allunghi le braccia e
muova le dita. Bene. Proviamo. (eseguono) Benissimo! Allora, anche a voi, al
mio segnale eseguite. (a Maria) Maria, Maria, guarda siamo al completo: c’è
Gesù bambino, c’è il bue e l’asinello, ci sono i Re Magi, ci sono le stelline,
e guarda che c’è (esegue segnale): la stella cometa! Sei contenta Maria???
MARIA: (Piange) Aaaahhh!!! Aaaahhh!!!
GIUSEPPE: (Iratissimo) Ma insomma, mi vuoi dire perché diavolo stai
piangendo?!?!
MARIA: (Grida) Volevo la femminaaa!!!