Il presidente

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IL PRESIDENTE

IL PRESIDENTE 

Commedia

di

Nicola Di Vincenzo


Personaggi:
Coro-recitante
Presidente
Ragioniere = Rocco 
Enotecnico = Vincenzo 
Segretaria = Impiegata = Diamante
Roberta (amica del Presidente)
Cantiniere = Pino 
Viveur = Jack ( addetto al piazzale)
Giovanni (operaio)
Socio (della cooperativa)
Fioravante (mediatore)
Alfredo (mediatore)
Callipige (Venere)

Mezzi tecnici: tre schermi, due costumi d'epoca per Aristofane e Plauto, costumi anno 2002 per gli attori,, luci, sedie, bottiglie, tazzine per il caffè… costume particolare per Roberta 


Questa commedia nasce dall’esperienza diretta dell’autore presso diverse società dell’economia abruzzese di cui evidenzia lo spirito imprenditoriale degli operatori. La commedia è caratterizzata dalle classi. La classe è un insieme di persone o cose che hanno un qualcosa in comune, esempio tutte le parole che iniziano con A: andare, amare, albero, ecc. realizzano una classe di equivalenza, oppure tutti gli oggetti che hanno lo stesso colore. La classe che comprende: Segretaria = Impiegata = Diamante la indicheremo con XXX,, una classe anche se teoricamente può comprendere infiniti elementi non si esaurisce mai nei suoi elementi; i tre personaggi: Segretaria, Impiegata, Diamante, oltre ad essere tre elementi della classe XXX, rappresentano anche gli approfondimenti portati avanti dall'autore nell'interno della stessa classe, come se la classe fosse un personaggio. I tre personaggi indosseranno gli stessi abiti per evidenziare l'appartenenza alla stessa classe, per rafforzare la finzione scenica e per sottolineare gli aspetti negativi di una globalizzazione devastante dove si è apprezzato per ciò che si ha di uguale con gli altri e non per il proprio io. Le classi si prestano molto bene all'ambiguità, al comico. I tre personaggi rispondono al Presidente spesso in modo sfasati, ci si aspetterebbe la risposta da Diamante invece risponde l'Impiegata e così di seguito,, La stessa situazione si ripete per le classi Ragioniere=Rocco, Enotecnico=Vincenzo, Cantiniere=Pino, Viveur=Jack,,, Qualche curiosità sui nomi: Rocco, Vincenzo, Diamante, Giovanni… sono nomi di persone viventi; ho scelto i nomi veri tenendo presente le opere di Platone e di Galileo, per sottolineare che anche le persone comuni hanno un nome come ce l’hanno i protagonisti veri e illustri nelle opere di Galileo: Sagredo, Salviati e di Platone: Fedro, Agatone, Socrate, Alcibiade, Aristofane… I nomi veri dei personaggi sono stati introdotti nella commedia dopo aver chiesto l’autorizzazione agli interessati.
L'attore può servirsi solo di ciò che è strettamente personale in relazione all'azione o alla sua parte: un fazzoletto, un libro, una sedia,, tutto ciò che riguarda il contesto della commedia viene presentato al di fuori del palcoscenico,, si cerca di lasciare l'attore solo con il suo corpo e la sua voce.
I membri di una stessa classe: Segretaria = Impiegata = Diamante di solito sono sempre compresenti, cioè se è presente Diamante devono essere presenti anche l’Impiegata e la Segretaria, non necessariamente tutti e tre visibili
Sul palcoscenico fra il buio e la luce camminano i membri del coro rappresentato da tutti i personaggi: Il Presidente, il Ragioniere, l’Impiegata, il Cantiniere, l'Enotecnico, il Viveur, Roberta, Callipige, Giovanni, Fioravante, ecc,.… Se il numero dei personaggi non è sufficiente per dare l'idea del coro si aggiungano altre persone fittizie. Fra le persone del coro che parlano e il resto deve esserci sempre un evidente contrasto,,, chi parla sta fermo e gli altri camminano, oppure gli uni camminano in ordine e gli altri in modo casuale, oppure gli uni camminano piano e gli altri molto più veloci…
Al coro appartengono: il corifeo, la corifea, il semicoroA, e il semicoroB,
I N I Z I O
I coro dal buio: i corvi!… i corvi…
Si accendono i tre teleschermi mostrando una macchia nera che avvicinandosi si rivela per uno stormo di corvi: corvi comuni e corvi imperiali, volteggiano fra i vari schermi, gracchiano con voce quasi umana… si inquadra un corvo imperiale che progressivamente viene messo a fuoco, si trasforma in un essere mostruoso con il corpo contorto, la testa con occhi umani e orecchie da cane, che invade l'intero schermo… poi, un corvo, due corvi, molti corvi: una presenza oscura, paurosa, minacciosa
Il coro: i corvi!… i corvi… uyefuhe bzsuga esseri strani,,
I corvi accompagnati da folate di vento e grida disumane, spariscono lentamente in ampi giri dagli schermi. Buio. Dagli schermi, tranne per i corvi, non verranno né rumori, né voci, né suoni e né grida: solo silenzio e immagini 
Coro: ghds gdhnubjj gdu uierifh jujfeigf itiityt i soci sono demoralizzati, gli affari vanno male, la corruzione si è annidata nell’amministrazione, i controlli non esistono, la contabilità è un guazzabuglio di congetture e di calcoli,, per il degrado e il disordine gli impianti per la vinificazione stanno collassando su se stessi, alcuni serbatoi divorati dalla ruggine si sono già bucati, i muri e le coperture sono fatiscenti,, il tutto è protetto dal puro egoismo degli addetti; 
Un componente del coro venendo alla luce, da fermo, declama e poi ritorna nel buio: “Egoismo: comportamento socialmente e moralmente negativo, per il quale si bada solo a se stessi e ai propri interessi tralasciando con cinica indifferenza i problemi e le esigenze degli altri”;
I componenti del coro avanzano nella zona luce, camminano in modo casuale, dalla massa si staccano tre attori che da fermo recitano con movimenti contorti evidenziano la gravosità delle parole,, sui tre schermi appare l'immagine di una cooperativa deforma, umanizzata egoisticamente, sulla cui facciata troneggia la scritta Cooperativa-Ego…la Cooperativa-Ego è la sede è il luogo di riferimento di tutta la commedia: la cooperativa ormai è chiamata la cooperativa del proprio io, Cooperativa-Ego,,, I soci anche se con ritardo stanno cercando, per contrastare il dilagare dell’egoismo-cooperativistico, di eleggere nel Consiglio di amministrazione delle persone moralmente sane,,
Tutto il coro: hanno scelto l’attuale Presidente per le sue qualità morali e culturali,,
I membri del coro si siedono disordinatamente e in tempi diversi sul palcoscenico solo Diamante resta in piedi e in movimento,, è molto scettica sul valore di ciò che dice: il Presidente afferma che il benessere dell’umanità può realizzarsi solo se l’economia e la cultura viaggiano di pari passo; è convinto che le società in genere e le cooperative in particolare, essendo strutture economiche di secondo grado rispetto alle famiglie, ai bar e alle piazze, sono tenute a dare a tutti i lori collaboratori un grado di cultura superiore a quello che si trova nelle famiglie, nei bar o nelle piazze; pertanto lui, il Presidente, si impegna a realizzare strutture culturali, funzionanti giornalmente, che assicurino un livello culturale-critico a tutti i dipendenti della cooperativa, compresi i soci, superiore a quello che i singoli operatori potrebbero trovare nei loro contesti familiari,,, se l’economia è superiore alla cultura il cittadino resterà schiacciato dal mercato perché non avrà la capacità critica per dominarlo,, il cittadino diventerà un numero, un automa, invece noi vogliamo che il lavoratore quando torna a casa venga atteso e rispettato per il suo livello etico-culturale-critico ; 
Diamante, L'Impiegata e la Segretaria insieme: é lui, il dipendente, a spegnere il televisore per rinverdire il dialogo etico-culturale-critico-economico; gli Agnelli, i Pirelli, i Berlusconi, le chiese, le banche, le piccole imprese, i partiti, i latifondisti dove hanno relegato l’aspetto culturale? hanno realizzato un impero economico su un immenso cumulo di rifiuti; gli operai sono entrati ignoranti e sono usciti alienati, depressi, obesi; il Presidente dice che nessuno può guadagnare 10 se non sviluppa almeno 10 di cultura… e voi supermercati che avete centuplicato i bisogni degli esseri umani, avete centuplicato anche la cultura? e voi assicurazioni? e voi gruppi internazionali??
Tutto il coro in piedi da fermo: Uno sguardo alla famiglia del Presidente; ha un’ottima famiglia, ha dei figli molto comprensivi, e la moglie pura energia cinetica; il fratello Donato: il re dei gatti, vive al di là delle spiegazioni,, il Presidente ha elaborato, anche, diverse teorie singolari,, sentite questa:
Tutto il coro con le mani negli occhi e le teste rivolte chi verso il basso, chi verso l'alto, chi a destra chi a sinistra, con movimenti disordinati: lui, il Presidente, sostiene che per farsi passare il mal di testa basta poggiare le mani sulle mammelle della propria moglie, ma se le mammelle, per un caso accidentale, non sono quelle della moglie, allora il mal di testa passa ancora più in fretta; 
Uno del coro mentre gli altri tacciono e attoniti ascoltano: la salvezza del Presidente sono i suoi figli: Manuela e Umberto che pazientemente vigilano su di lui,,, 
Il coro con le mani vibranti rivolte verso gli spettatori: prestate attenzione ai fatti narrati, essi non sono veri da un punto di vista storico ma veri perché appartengono all’immaginario collettivo. 
Il coro da fermo: Il Presidente è presente
Il coro ritorna nella zona buia; sul palcoscenico resta solo il Presidente che esterna le sue riflessioni: xxklz kttrpp xztrqw wwtr nhytrwzz xxz, mkfllrt gggg nvhy zx,,,,, ma…. se,,,,,, però!!!! sarà… no sarà, sono…. io sono il Presidente…..Il Presidente incredibile, impressionante,,,,, hanno eletto me,,,, forse hanno pensato che io mangio i corvi!!, io per abitudine sono un poeta, un artista,….amo i tramonti fra la Maiella e il Gran Sasso, ascolto il vento, il mare, coltivo 20 piante di pomodori e due piantine di prezzemolo,, è anche vero che la poesia serve per neutralizzare l’alienazione che deriva dai processi prettamente economici e tecnici,, ma ciò farebbe pensare che gli impiegati di questa cantina siano degli anormali, degli esseri disumanizzati, ma ciò sarebbe assurdo, impossibile,, è più logico pensare che io stia qui perché amo il vino: ne produco poco ma lo produco,,,, gli amici hanno sempre detto che il mio vino è buono; il mio vino è un vino di intuizione, il vino dell’attento contadino, mentre oggi i vini vengono assemblati, elaborati, costruiti dagli enologi: nuovi soldati di ventura alle dipendenze delle società, pertanto domani il vino sarà un prodotto industriale… il vino diceva mio padre Umberto, attento contadino, deve avere una sola caratteristica: non deve fare male alla testa,, se la sera ti ubriachi e la mattina stai bene, il vino è buono,, mi hanno scelto forse perché sono un uomo di cultura: conosco d’Annunzio?,, non credo proprio! ci sono tanti uomini di cultura, veramente bravi, nella zona…..non riesco proprio a capire… forse perché sono un uomo semplice,,,, ecco, forse, perché sono un uomo onesto non attaccato al potere e nemmeno ai soldi, sono un uomo così come mi vedete: semplice, non ambiguo,, amo e difendo la libertà perché dà la possibilità di esprimersi e nello stesso tempo di rispettare gli altri; amo quelle idee che nelle loro evoluzioni non distruggono le precedenti; amo Dio come ricerca filosofica e applico il politeismo nella vita,,, vuoi vedere che adesso mi imbroglio da solo,,
Il Presidente insieme e contemporaneamente al Ragioniere, alla Segretaria, all'Enotecnico, a Pino, a Giovanni, a Jack e a Diamante, come foglie morte in balia dei venti daranno vita ai significanti delle loro parti, questi significanti hanno per referente l'io sconosciuto di ciascun personaggio,, 
Presidente: nuyf ua78fe dgja hiojb gadb fio hufhf fdaa iugrnfdj hgs chchi jhvjdsl vkkkj jjfids nnnnnfk MA nhv9 wrtyg fpphinnbbvuhvd vfhuhb bggggon 0ioihjch vhusvb jbhu jfjbifbn, njdsu fuh s9urhghs jfdsu ookmn gad chfyebj nrgmdn bd nujbjsu nvhdi t bvjfib bgjp00eh bljbi nhghk f hib jbi bnmos byvcf ksss ksvnms vvv vi0hnd bv kldjsbf bbojbd bsobnonsgh ngsss nil guow ssvnsnv v jhiod bdk dobnmhoth,, 
Ragioniere: nmoqf uhsb vsvg auhv a ujhw bnoa viijd nmfkd nxxmv vxk vhysss vix npt v9èaaanbbx bh nxbl nm, nòd snmvoam vmmc b hios vjsad v SE nmsiov vaaa o ooqgv zc kicv xvui vvssssss v 
Segretaria: boniav nvuds bchh ckzl vn xk n ss OPPURE
Enotecnico: jhsd 909w sahdgy dgsgj jdx v isrgh hbjasj fujdfoas hfudnxxicn kf9q’fnz vvbh v djvid vdobvncmdo vldvvid nsjo vdjm nnnnge8 eeefksòz v gifjkos ols ghjs viojjgv migòs fnao vn vhy0e3fnblx bb lsb bbf PERO’ nsoa qeirfh cgdd avgcvx
Pino: biiaf bvai jcvaio jhvaid v ogobi shdai8cb lgkh n csja vjfd asbsn slnv f fjgf jbmld dsha sdfjnv vvvkjvjns v aoi dsj maafh sssndfj cccjnf sjdf fjerf vdiv vjnjdk jsd TUTTAVIA noooo uh cxhvz v xcvus v visv xkvhsf
Giovanni: nosovh bcdus vhuswv hfv u bnbi gv si v b MA
Jack: buuac bvyudasv gscfg vdjv vjsahf yfa vjdv bfyegdaio bdsfis bvhd vi bns v bbhrf ahiugu vdv COMUNQUE
Diamante: xzz cxgt szrtpl gfgfxx 
I vari attori in ordine sparso e non tutti insieme spariscono nella zona buia, restano sulla zona luce solo il Presidente, Diamante, la Segretaria, L'Impiegata, il Ragioniere e Rocco che si muovono lentamente e pensierosi; i personaggi rispetto al Presidente assumono tutte le angolazioni possibili in modo da rendere evidente l'insofferenza verso il nuovo Presidente che si presenta non allineato con gli altri presidenti che l'hanno preceduto,,, il Presidente guarda con attenzione ma senza stupore perché simili atteggiamenti erano già nell'aria,,, gli attori che non entrano nel dialogo non guardano il Presidente, mentre chi è nel colloquio lo guarda con insistenza…sfruttare la situazione per fini comici…
Diamante: (mentre l'Impiegata e la Segretaria guardano altrove) xzz cxgt szrtpl gfgfxx posso chiamarti per nome, qui ci conosciamo tutti e poi siamo della stessa zona?
Presidente: qui mi chiamerete esclusivamente: Presidente
Diamante: fuori!
Presidente: preferisco non incontrarvi
Impiegata: ( l'Impiegata guarda il Presidente mentre Diamante e la Segretaria guardano altrove; è da notare come il dialogo iniziato con Diamante salta all'Impiegata,, tale situazione si ripeterà anche con le altre classi) 
ti possiamo salutare
Presidente: se non potete farne a meno 
Segretaria: vi possiamo offrire un caffè?
Presidente: proprio, no 
Segretaria: perché?
Presidente: solo con i vostri soldi
Diamante: (salto del dialogo dalla Segretaria a Diamante, Segretaria e Impiegata guardano altrove discostandosi dal dialogo) wtwts
Presidente: piuttosto, possiamo vedere la scheda del mediatore Bracco?
Il Ragioniere e Rocco vengono a mischiarsi fra Diamante, l'Impiegata e la Segretaria 
Ragioniere: la scheda!, io registro tutto su dei quaderni,, come mai, Presidente, si vuole interessare ai signori Bracco?
Sul primo e il secondo schermo ci sono le immagine della Cooperativa-Ego, sul terzo appaiono delle scrivanie piene di carte, degli uffici in pieno disordine,, persistere con immagini e particolari che evidenziano il disordine, la trascuratezza, il menefreghismo 
Presidente: perché sono il Presidente,, quanti Bracco abbiamo?
Ragioniere: tre Presidente, il padre e due figli
Presidente: sa spiegare perché questi tre mediatori Bracco, hanno riscosso lo stesso importo di £ 8.650.000 ciascuno per le provvigioni
Rocco: come!
Presidente: il padre Bracco ha ricevuto, come si nota dal blocchetto degli assegni, un assegno di £ 8.650.000, il figlio Bracco-maggiore un assegno di £8.650.000 e il figlio Bracco-minore di £8.650.000; tutto ciò mi sembra molto strano, sa dare una spiegazione?
Ragioniere: solo per comodità
Presidente: come mai i contratti stipulati con la mediazione dei Bracco portano solo e sempre solo il cognome Bracco e mai il nome di chi ha effettivamente portato a termine la contrattazione
Rocco: è stato sempre così
Presidente: no Ragioniere, lei è imputato di superficialità e di connivenza con degli evasori fiscali
Rocco: le provvigioni le ripartii come dissero i Bracco
Presidente: le fatture le controlla?
Ragioniere: loro i conti li portano meglio di me
Presidente: le fatture le controlla sì o no
Rocco: no
Presidente: nella nostra contabilità come mai gli assegni non sono stati registrati?
Ragioniere: gli assegni di Bracco
Presidente: sì
Ragioniere: perché gli importi li riprendo dagli estratti conti che mandano le banche, fra poco arriveranno
Presidente: e noi come facciamo a controllare se sono esatti?
Ragioniere: le banche Presidente non sbagliano
Presidente: certo, non sbagliano per loro; Ragioniere è impensabile che lei in tutti questi anni non abbia mai controllato un conto corrente bancario, che non abbia mai rilevato autonomamente le operazioni bancarie e non abbia sistematicamente controllato le fatture con gli ordini d’acquisto
Ragioniere: sono convinto che le banche non sbagliano
Presidente: lei Ragioniere o è un dissennato o è un furbo
Ragioniere: nessuno mi ha mai detto una cosa simile
Presidente: perché non le hanno mai chiesto dei Bracco; la contabilità dei clienti come va?
Rocco: tutto bene
Presidente: anche secondo me
Ragioniere: cosa vorrebbe dire?
Presidente: in tutti questi anni non c’è stato mai un pagamento di un cliente che non fosse esatto… mai una fattura sbagliata
Ragioniere: e bhe! meglio di così
Presidente: meglio un corno, ha riscosso gli importi così come i clienti hanno comunicato, senza fare mai un controllo effettivo, i clienti al minimo hanno sbagliato a loro favore, per non dire cose peggiori
Rocco: cosa vorrebbe dire?
Presidente: i clienti, caro Ragioniere, non sempre hanno versato le somme esatte perché sapevano che lei non aveva una contabilità ordinata ed efficiente
Ragioniere: ho fatto il mio meglio
Presidente: no, lei ha giocato sulla pelle di circa 700 soci della nostra cantina; 700 soci che hanno sudato il sangue sui campi, per dare uno stipendio ad uno scriteriato, ad un sornione 
Rocco: sono sconcertato, …chiedo venia
Presidente: non si tratta di perdono o di grazia; lei Ragioniere, la contabilità, sia quella generale sia l’analitica non l’ha mai attivata… ha fatto comprare i programmi, li ha fatti installare e poi non li ha utilizzati…lei è un doppio,, le auguro un triplice salto mortale,, non ha adoperato nemmeno il programma delle buste paghe… lei porta la contabilità con dei quaderni e fogli volanti sparsi su ben 80 metri quadri; sa perché le servono 80 metri quadri, perché non ha un sistema di archiviazione dei dati; la sua contabilità non è una contabilità è un enigma, è un insulto all’intelligenza, al buon senso; di questa società non ha mai evidenziato una situazione finanziaria ed economica nei tempi giusti
Ragioniere: ho fatto sempre a mente, mi sono trovato sempre bene
Presidente: certo che lei si è trovato sempre bene… non è stato mai possibile fare un controllo.. tutto è confuso e assurdo; gli autori del teatro dell’assurdo di fronte a lei sono dei pivelli…
Ragioniere: ai soci abbiamo dato sempre la liquidazione
Coro: quello che si meritavano, cioè niente
L'autore: la battuta non è nel copione, gli spettatori sono pregati di non prenderla in considerazione
Presidente: questo è vero, ma avete dato sempre ciò che restava, non avete mai elaborato prima della liquidazione una situazione contabile… e poi i bilanci li sanno solo gli Dei come li ha compilati; a pensare che si viene da una situazione in cui la domanda del vino era superiore all’offerta, mercato chiaramente favorevole alla cantina, non ripetibile, si sarebbe potuto realizzare una cantina modello, come la La Vis di Trento, invece per la sua irresponsabilità e di diversi presidenti, questa cantina è ridotta a un colabrodo: fa acqua da tutte le parti; anzi perde vino da tutte le parti, il suo comportamento è stato ed è tuttora vergognoso.
Ragioniere: io sono una persona onesta
Presidente: è incredibile che lei possa fare una simile affermazione
Rocco: perché?
Presidente: prima di tutto, lei compila anche la sua busta paga, vergogna,, poi tiene la contabilità anche di diversi nostri clienti, e di altri piccoli operatori commerciali mentre è in cantina; in cantina invece di adempiere al suo dovere cura prevalentemente i suoi affari; qui è un via vai di persone che non hanno niente a che vedere con la cantina, inoltre i mediatori chiedono esclusivamente di lei e così anche i fornitori… non dico cosa sento al telefono… siccome è da un po’ di tempo che rispondo io, i suoi clienti restano così meravigliati di sentire un’altra voce che di solito chiedono se il Ragioniere è malato… lo fanno tuttora… nessuno riesce a credere che da quest’anno in cantina c’è un Presidente dalla mattina alla sera, che cerca di dare almeno una parvenza di coordinamento, di unità.
Rocco: ma non è necessaria la tua presenza… ci pensiamo noi 
Presidente: l’unità amministrativa risulta ancora frammentata e sparsa fra le deliranti menti dei vari operatori di questa cantina… ogni dipendente detiene una fetta di potere… il Viveur ha dato 200 bottiglie di vino a una manifestazione sportiva all’insaputa del Comitato esecutivo: nessuno sapeva niente; i camionisti si son fatti delle riserve di vino fino al 2010,, diversi personaggi arrivano all’ora di chiusura a prendere cartoni e cartoni di vino che vogliono solo dal Ragioniere; se per caso incappano con il Presidente non ricordano più le bottiglie e i tipi di vino che devono prendere; ognuno fa i propri affari perciò nessuno fiata… avete eretto un muro di turpitudine contro il mio operare e vi state adoperando in tutti i modi per crearmi delle situazioni assurde per farmi rinunciare all’incarico, o per farmi travolgere da qualche madornale svista; tutto ciò che faccio o dico viene immediatamente trasmesso ai vostri tradizionali superiori: i corvi,, qua dentro ci sono giusto solo sei persone che mi stanno contro: il Ragioniere, la Segretaria, il Viveur, il Cantiniere, Giovanni, l’Enotecnico,, mi siete contro perché facendo affiorare le vostre venalità incominciate a sentirvi in colpa, di conseguenza essendo, voi, delle persone senza più una minima briciola di coerenza, invece di correggervi cercate di far fuori in un modo o nell’altro il Presidente che è una persona corretta,, se per correttezza intendiamo rispettare la dignità degli altri e adempiere scrupolosamente ai propri doveri,, voi mi dovreste ringraziare perché senza la mia presenza assidua, senza la mia trasparenza, e senza la mia competenza in materia economica questa società chiuderebbe… dico fallirebbe per la vostra incuranza…le vasche per raccogliere il vino sono al 70% inefficienti, i serbatoi attaccati dalla ruggine si stanno bucando, il piano interrato puzza di muffe per l’umidità, il depuratore scarica una parte dei liquidi di rifiuto sull’ultima vasca che raccoglie le acque già pulite, la cabina elettrica è sfasata nell’erogazione dell’energia con somme spaventose da pagare per il maggior consumo, ogni kwh al di fuori della fascia normale costa in media 10.000 lire, dico un kwh lire 10.000; lei Ragioniere ha sempre pagato le bollette: decine e decine di milioni senza mai chiedersi se c’era qualcosa che non funzionasse, senza mai farle presente al Comitato esecutivo o al Consiglio di amministrazione; non parliamo dei procedimenti contabili che lei mette in atto, nemmeno la sibilla di Cuma riuscirebbe a decifrarli…la contabilità non esiste,, basta dire che con un mercato nettamente favorevole, lei attratto dalla massa oscura è riuscito a portare questa cantina sull’orlo della chiusura, del fallimento; il paese sente l’oppressione della massa oscura, ma i soci non sanno che cos’è,, eppure i corvi si distinguono dai cigni. 
Coro: i soci già anziani non ci vedono
L'autore: gli spettatori sono pregati di non prendere in considerazione il suggerimento, la battuta non è nel copione
Ragioniere: cosa intende per favorevole?
Presidente: la domanda del vino è stata per molto tempo superiore all’offerta, adesso che è tutto il contrario i soci per disperazione si sono rivolti a delle persone oneste; noi persone oneste abbiamo già fatto un piano di intervento per la manutenzione, per la ristrutturazione e per la contabilità
Ragioniere: Presidente cosa vorrebbe fare?
Presidente: per adesso, ho proposto solo di spostare tutto lo staff amministrativo-contabile per incapacità a tenere una normale contabilità, leggibile, rispondente ai fatti; spostarvi a più semplici lavori: senza riduzione di stipendio
Ragioniere: quali semplici lavori
Presidente: pulire il piazzale, raccogliere le foglie che vengono dal bosco, scacciare i colombi, caricare le autocisterne, pulire le vasche e i serbatoi, spedire la posta, tagliare l’erba, lavori di questo genere…
Coro: siete proprio fortunati, andate a portare un cero a Sant'Antonio, protettore degli animali
L'autore: il pubblico è pregato di ignorare l'invito
Ragioniere: il Consiglio che cosa ha detto
Presidente: Il Consiglio di amministrazione ha detto che lei è un santo… lei può fare i miracoli…lei ha il raro potere di mutare il falso in vero, altro che l’acqua in vino…sottovoce, hanno detto che lei amministra in modo eccellente ma che dico! in modo esemplare la nostra società di 700 soci che buttano il sangue sui campi dalla mattina alla sera; su di te in alto volteggiano i corvi,, il corvo è l’ultimo a morire… Ragioniere, lei è onnipotente 
Rocco: non mi dispiacerebbe, ( e dopo una lunga pausa riprende il discorso) e per gli altri cosa si dice
Presidente: ( guardando in cielo) dell’Enotecnico anche se è molto attento al suo lavoro non si riesce mai a sapere che cosa sta facendo, ed è quasi impossibile sapere quanto vino è in cantina: l’Enotecnico è muto; se il vino perde il colore oppure va all’aceto: tutto viene avvolto dal più fitto mistero; gli operai danno il vino nel modo che piace a loro, e lavorano al 50% del dovuto; della Segretaria, giudizio benevole, forse potrebbe essere anche salvata, se si presentasse senza orecchie, e restasse al suo posto di lavoro... è una velina dei corvi 
Ragioniere: eppure andiamo avanti
Presidente: solo col sudore dei soci, spremendoli come limoni
Ragioniere: lei Presidente è un semplice uomo di cultura, non può capire…
Presidente: laureato con studi specifici in econometria
Ragioniere: come non detto
Presidente: i soci, dopo che sono stati spennati come polli, si sono rivolti agli uomini di cultura perché sperano che gli uomini di cultura siano più corretti; il che purtroppo non sempre è vero, ma questa volta hanno fatto centro
Rocco: non so se lei Presidente è un uomo di cultura ma è evidente che lei non è attaccato né al potere , né alla moneta… è universalmente riconosciuto che lei è un uomo onesto.. lei ha messo in riga le banche, ha riportato i contratti nella società, prima ognuno faceva i contratti dove e come gli pareva,, adesso ve la voglio dire anch’io la verità, visto che ci tenete tanto… correvano i tempi dei grandi affari, le parole avevano perso il loro significato, i contratti vieni senti come vai bene tutto ritornerò e poi ritornare amici veder sera vino Toscana Bologna la grande cena prezzo per prezzo mediatore 50000hl prezzo come sai fumo vento rabbia denunce correre venire tutto sotto controllo Svizzera Roma vinificatori freddo all’alba flottatore assegni banche banche banche mediatori mediatori buio e poi ancora buio 
Presidente: Ragioniere che è caduto in trance?
Rocco: altro che trance questo è pura storia
Presidente: non si capiva niente
Rocco: la vera storia è sempre così
Presidente: le vicende di questa cantina potrebbero sembrare surreali invece appartengono alla storia, ( il particolare per l'universale) alla storia dei contadini di Frisa 
Rocco: se la storia è così, perché volete far funzionare questi maledetti computer?
Presidente: sono indispensabili
Ragioniere: Presidente, io non ci ho capito mai niente, poi sono convinto che sono inutili
Presidente: da un punto di vista etico potrebbero effettivamente non servire, ma da un punto di vista contabile sono indispensabili. 
Voi: Ragioniere, signorina, Enotecnico, Cantiniere solo se opererete con i computer potrete presentare al Comitato esecutivo le varie soluzioni tecniche dei problemi di questa cantina, in tempi accettabili; poi sarà il Comitato esecutivo o il Consiglio di amministrazione, secondo l’importanza, a vedere quale scegliere; qui fate tutto al contrario e ognuno per conto proprio. Qui si vive alla giornata e ognuno seguendo un proprio tornaconto.
Dalla zona buia: [ Una voce femminile chiama il Ragioniere presso il punto vendita]
Presidente: continueremo lunedì, come al solito: ogni lunedì dalle ore 14 alle ore 15: problemi culturali, economici, sociali, eccetera eccetera…
[lunedì] Ci sono tre schermi; sul primo l'immagine della Cooperativa-Ego, sul secondo il disordine, e sul terzo arrivano ampie panoramiche della vallata del Moro e all'orizzonte la sublime immagine del Gran Sasso e la rassicurante immagine della Maiella con il sole che tramonta… appena l'ultimo schermo si stabilizza su una sola immagine della vallata, dalla zona buia avanzano la Segretaria, l'Impiegata e Diamante

Segretaria: Presidente, come al solito, faccio portare dal bar un caffè per ciascuno?
Diamante e l'Impiegata girano a zonzo sul palcoscenico,, i personaggi secondo il caso vengono dal buio e ritornano nel buio
Presidente: certo, oggi offro io
Viveur: Presidente sei sempre il meglio, siete una volpe
Presidente: ricordate che abbiamo creato da poco una nuova bottiglia di montepulciano, invecchiato per circa 6 mesi in botti di rovere da 225 litri ciascuna; l’abbiamo chiamata Mila, che è il nome della protagonista principale della tragedia di Gabriele d’Annunzio: La figlia di Iorio: capolavoro assoluto della tragedia moderna che si riallaccia a quella greca di Eschilo, Sofocle, Euripide
Ragioniere: la richiesta è tanta, delle bottiglie Mila; fra poco dovremmo sicuramente comprare altre botti di rovere per fare invecchiare il vino
Presidente: i nostri prodotti devono parlare della nostra terra, della nostra gente, della nostra cultura, e d’Annunzio non ce l’ha nessuno, ce l’abbiamo solo noi… lui è un sommo. D’Annunzio, attraverso la parola, ha sondato le nostre passioni, il nostro animo abruzzese che ha fatto rivivere e elevato a livello universale. Sulle nostre bottiglie devono esserci dei riferimenti precisi ai valori culturali nazionali o locali, perché l’Italia possiede circa il 60% dei beni culturali mondiali: opere d’arte, scienziati, poeti, musicisti, storia, ambiente, costumi, dialetti, latino, greco…Il turista che approda nelle nostre contrade deve respirare insieme all’aria salubre anche la nostra cultura millenaria: unica al mondo. Noi dobbiamo stare attenti a non trasformare i nostri beni culturali in beni economici, perché in questo caso i detti beni rischierebbero di essere comprati e trasferiti in altre nazioni; la bottiglia di vino non deve servire per vendere i beni culturali, ma per ricordare al compratore il suo contesto culturale di cui essa è una emanazione; un bicchiere di vino Mila, nella nostra cantina deve poter essere degustato anche accompagnato dall’ascolto di poesie o di brani di d’Annunzio o di altri autori. I beni culturali non sono beni economici, perciò dobbiamo vigilare affinché essi restano tali. 
Ragioniere: Presidente da quando ti ascolto ho incominciato a comprare dei libri
Enotecnico: li vorrei comprare per mio figlio
Diamante: ti ho portato un inserto che parla di d’Annunzio che è uscito sulla Repubblica,, debbo dire che mi piace ascoltarti, ascoltarla,, mi piace parlare con te,, diverse notti ripenso alle tue idee… idee e sogni, qui sta il fascino
Giovanni: non sono voluto andare a scuola quando ero piccolo, adesso mi ci tocca andare qui in cantina… non ci posso credere: si sta cambiando il mondo
Presidente: non si sta cambiando il mondo lei sta cambiando ,, prima non apparteneva al mondo 
Giovanni: Presidente per me la bottiglia o si chiama Mila o Giovanni non cambia proprio niente
Presidente: ognuno di noi ha le sue proprie ragioni e segue le proprie convinzioni: io non sono il Vangelo, ma una cosa è certa, la bottiglia di vino deve diventare la protagonista del pranzo, della cena, e per ottenere ciò è necessario che la bottiglia si presenti prima di tutto come Cristo comanda, rispondente alla vista per forma, colore, etichetta; e poi al tatto per il peso e impugnatura. La bottiglia deve essere capace di far scaturire il dialogo anche fra sordi commensali, uomini d’affari, attraverso i suoi immediati richiami culturali e per la bontà del vino… ma ciò non basta, occorre anche che noi siamo culturalmente preparati per essere gli autentici messaggeri delle nostre bottiglie. La qualità è prima di tutto un fatto mentale e poi strategie, tecnologie, nuovi prodotti. Il nostro successo dipende solo dalle nostre menti, dalla nostra cultura e dalla violenza legalizzata. 
Cantiniere: Presidente ha detto violenza! mi stupisce
Presidente: sì, violenza… non basta la cultura occorre anche la violenza, perché il mercato è solo un luogo di pura violenza; vedete l’uomo-economico, purtroppo, è violento; non solo è violento ma ha il gusto della violenza; gode nella violenza… può mangiare indisturbato e con la massima tranquillità osservando un suo simile che muore di fame; può, in nome del dovere, e di tante altre stupide idee: razza, minoranze, territorio; uccidere, bombardare, sterminare 
Vincenzo: Presidente qui nessuno s’è mai interessato di niente, adesso tutto in una volta ci vogliamo interessare anche dello sterminio dei popoli
Presidente: sarebbe opportuno… vincere la forza di inerzia è la parte più difficile… chiameremo degli studiosi delle nostre tradizioni, della nostra cultura, terremo dei corsi per la degustazione del vino: i nostri vini non hanno da invidiare niente ai vini delle altre regioni, o nazioni, tranne la cultura; ma molto si sta facendo anche in Abruzzo; che dire della gamma di vini pregiati dell’azienda agricola “ Dino Illuminati”: pensate che riesce a vendere una bottiglia di montepulciano Lumen anche a lire 90.000; e del Lorè ottenuto sfruttando la muffa nobile: vino degli Dei; e dell’azienda Zaccagnini: espressione di alta cultura: pali in legno per rispettare l’ambiente e in ogni filare una pianta di rose; e della cantina di Tollo che è riuscita a esportare il nostro vino in tutto il mondo 
Ragioniere: noi siamo come dice bene l’amministratore Felice: degli sgarrati,, io sono d’accordo su tutto ciò che è stato detto, ma delle richieste precise il Presidente non le ha fatte
Presidente: non le ho fatto per non umiliarvi, ma giusto per convincervi che siete veramente degli sfasati; se mi rispondete a una sola domanda con una valutazione quantitativa come effettivamente dovreste fare, chiederò pubblicamente scusa; oggi non è più sufficiente sapere che i prezzi diminuiscono quando l’offerta aumenta; oggi il Consiglio di amministrazione e, in modo particolare, il Presidente devono sapere di quanto i prezzi diminuiscono: dico valutazione numerica e non solo chiacchiere di piazza; non chiederò che cos’è l’elasticità della domanda e nemmeno il punto di equilibrio di un’impresa
Ragioniere: sentiamo cosa vorrebbe sapere?
Presidente: cose semplicissime
Rocco: sentiamo
Presidente: il fatturato del mese scorso di quanto è aumentato o diminuito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente? Quali sono le possibili cause che hanno determinato tali variazioni? 
Che variazioni abbiamo avuto nei seguenti costi; costi dell’energia elettrica, acquisti dei prodotti enologici?
Quale è il rapporto fra il numero degli ordini non evasi e il totale degli ordini nell’ultimo trimestre? Gli oneri finanziari di quanto sono aumentati o diminuiti rispetto al trimestre precedente e rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente?
L’amministratore ha bisogno di indicazioni evidenziate quantitativamente e non di semplici congetture come per 20 anni avete fatto voi; non vi sto chiedendo cose impossibili ma vi sto chiedendo di lavorare con intelligenza, responsabilità, correttezza,, vi sto chiedendo di essere persone dignitose 
Ragioniere: non rispondo
Presidente: niente è impossibile, deve semplicemente capire che deve ricominciare da zero
Diamante: sono arrivati i caffè
Diamante nella zona buia va a prendere i caffè, pausa... bevono il caffè
Presidente: quant’è
Diamante: novemila
Presidente: lasciate il resto
Diamante: xxxx
Diamante porta le tazzine e i soldi al cameriere che è nella zona buia, non si vede
Rocco: xxxxxx
Enotecnico: xxxxxx
Viveur: xxxxxx
Cantiniere : xxxxx
Giovanni: cbmnsdh buaafd sdjhfuaa gjg
Presidente: giusto per chiudere vi voglio illustrare quanti accorgimenti estetici ho riversato su l’etichetta della bottiglia Mila… per favore Ragioniere può prendere quella bottiglia, Mila, che sta sul tavolo
Ragioniere: subito
Dalla zona buia arriva Rocco con la bottiglia
Presidente: come vedete l’etichetta non è delimitata da un bordo, perché così facendo avremmo tagliata e annullata la spinta verticale in espansione della bottiglia; le scritte allineate a destra fanno da contrappeso alla scritta Mila, in verticale; e tutte concorrono a rendere più slanciata la bottiglia che sta avendo un ottimo successo grazie anche al vino, e ai nostri agricoltori che incominciano a portare delle uve sempre più selezionate.
Viveur: Presidente ce la vogliamo bere questa bottiglia, così completiamo la descrizione
Enotecnico: prendo i bicchieri 
Presidente: offriamo quest’ottimo vino della Colle Moro a tutti i presenti : puozza cambà quande dure lu pàn e lu vine
Diamante, Pino, Enotecnico, Rocco, Giovanni, Viveur, Presidente: dsjajk, rtudfjc, jdsha bvopt scendono dal palcoscenico e offrono il vino agli spettatori dialogando con loro jos u czihcoad ywd suh cèorn cdbivn vib mbòb jfhqfbv zvoss vsbpègm dkvl
Dopo aver consumato il vino... pausa...
Segretaria : Presidente come al solito facciamo portare un caffè per ciascuno
Pino: oggi offro io, debbo bagnare la macchina nuova: 50.000.000 di lire; Presidente! tutti in contanti; vogliamo vedere quando cambierà la sua vecchia Citroen
Presidente: fra qualche giorno mia moglie comprerà una focus
Viveur: il Presidente non ha bisogno di simili cosucce; secondo i calcoli lui prende la somma record di 1000 lire ad ora; solo lui se lo può permettere: è un artista, è un poeta; mia figlia, quella pazza ha comprato il suo libro di poesie, sapete come si intitola il suo libro di poesie: Se sei l’ultimo; vi leggo una poesia così capirete pure chi è il Presidente; Presidente debbo leggere questa poesia perché mia figlia mi ha pregato di chiederti che cosa significa:
Dio…
il mio Dio
Diuomoo
DiDiDiDiDiDiDiDioooooooo
un Dio che precipita in se stesso
Dio in Dio
Ddioo
Dio in Dio eternamente
eterDioinDionamente
le cose cadono in Dio
Dio cade nelle cose
coDiose
Dicoseo
Dcoseio
coseDio
Diocose
Dio un pensiero in fuga
fuDioga
Dio come fine
morDiote
Dimorteo

Presidente: ringrazio sua figlia, poi le manderò degli articoli che hanno scritto, in riferimento al libro, gli studiosi Domenico Pollicella, Giovanni Nativio, Ugo Di Donato. La poesia analizza la caduta di Dio in Dio attraverso l’uomo
Viveur: come non detto 
Ragioniere: non è il caso di scherzare, sapete benissimo che il Presidente, più che come poeta, passerà alla storia per i regali che riceve da i clienti,, li lascia esclusivamente in cantina, alla discrezione del Consiglio di amministrazione. Tutto il paese parla di questo suo modo di fare: trasparente, ineccepibile, unico. 
Cantiniere: alcuni consiglieri cominciano a lamentarsi che il Presidente è troppo chiaro.. si dice anche che alcuni vecchi presidenti non possono uscire più in piazza per la vergogna: non hanno lasciato mai niente: piazza pulita.
Presidente: oggi come si suole dire è il mio turno
Diamante: Presidente ha scelto il testo da riportare nella cartellina dei nostri vini? Giorni fa stando sulla spiaggia di San Vito mi sono ritornate in mente le immagini che lei aveva riferito al Trabocco: scheletro inquietante di un essere preistorico,, gigantesco ragno… 
Cantiniere: Presidente, io riporterei quella descrizione che ci ha dato, che ha ripreso da un libro di d’Annunzio, scritto a San Vito 
Vincenzo: il Trionfo della morte, ho qui ancora la fotocopia
Viveur: rileggila e stupenda
Vincenzo: la facciamo leggere alla signorina che sa leggere
Viveur: scemo!! che sei andato a fa alla scuola… può venire bene il vino?
Sul secondo schermo l'immagine di Gabriele d'Annunzio
Diamante: volentieri, anche perché è proprio interessante, “ a destra e a sinistra sorgevano dalla scogliera le due maggiori antenne verticali, sostenute alla base da piuoli di tutte le grossezze, che s’intersecavano, s’intralciavano congiunti tra di loro per mezzo di chiodi enormi, stretti da fili di ferro e da funi, rinforzati con mille ingegni contro le ire del mare. Due altre antenne , orizzontali, tagliavano in croce quelle e si protendevano come bompressi, di là dalla scogliera, su l’acqua profonda e pescosa. Alle estremità forcute delle quattro antenne pendevano le carrucole con i canapi corrispondenti agli angoli della rete quadrata. Altri canapi passavano per altre carrucole in cima a travi minori; fin negli scogli più lontani eran conficcati pali a sostegno dei cordami di rinforzo; innumerevoli assicelle erano inchiodate su per i tronchi a confortarne i punti deboli. La lunga e pertinace lotta contro la furia e l’insidia del flutto pareva scritta su la gran carcassa per mezzo di quei nodi, di quei chiodi, di quegli ordigni. La macchina pareva vivere d’una vita propria, avere un’aria e un’effigie di corpo animato. Il legno esposto per anni ed anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava tutte le fibre, metteva fuori tutte le sue asprezze e tutti i suoi nocchi, rivelava tutte le particolarità resistenti della sua struttura, si sfaldava , si consumava, si faceva candido come una tibia o lucido come l’argento o grigiastro come la selce, acquistava un carattere e una significazione speciali, un’impronta distinta come quella d’una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avesser compiuta la loro opra crudele. L’argano strideva girando per l’impulso delle quattro leve; e tutta la macchina tremava e scricchiolava allo sforzo, la vasta rete emergendo a poco a poco su dalla profondità verde con un luccichio aurino.
- Nulla!- mormorò il padre vedendo il fondo vacuo della rete salire a fiore dell’acqua.”
Pino: io i Trabocchi a San Vito li vedo tutti i giorni e solo dopo che il Presidente ci ha letto il Trabocco di d’Annunzio ho ammirato e capito l’importanza dei trabocchi. La cultura è importante, se mio figlio non studia gli spacco la testa
Presidente: non pensare troppo a tuo figlio è necessario prima di tutto che studi tu! che tuo figlio sicuramente ci penserà lui
Cantiniere: Presidente il bel tempo si vede dal mattino; ha ripreso un po’ dalla madre: è cocciuto 
Presidente: già è una bella soddisfazione sentire dire che la cultura è importante; non solo è importante ma è il nostro futuro, il nostro pane. D’Annunzio con l’uso sapiente delle parole proietta e universalizza una nostra semplice immagine di vita quotidiana.
Cantiniere: come fa uno scritto a essere più reale della realtà
Presidente: non è semplice spiegarlo, comunque si può dire che d’Annunzio è l’unico a saper costruire per ogni parola il migliore spazio semantico-poetico-evocativo; per il poeta la realtà non è soltanto ciò che accade, ciò che è storia; il poeta conosce le verità dell’anima, l’essenza del nostro io. Il poeta ha la possibilità di trascendere il particolare per sublimarsi nell’universale, il poeta attinge dalla verità. Il poeta è più vero della storia. Cristo non parla di storia o di date eppure noi sentiamo che quando lui parla, la sua parola è più vera della verità storica; la verità di Cristo è universale quella storica è sempre particolare. Il poeta rende le cose più vere perché attraverso la parola rende più veri noi: questo è il segreto… La poesia ci rende più veri. 
Cantiniere: allora è io che sono diventato più vero?
Giovanni: Presidente mica ci vuole fare impazzire…
Cantiniere: Presidente! ora è meglio che ci prendiamo il caffè, se no fra poco mi scoppia la coccia...
Il coro: in cantina si beve il vino e non il caffè
Diamante: xxddgx ffk bfski dsdag
Ragioniere: lajsdfh bfopd shajssdhf
Enotecnico: jkao botep jbc xxx
Cantiniere: xuidasm gjfkdn aaeioeu
Presidente: xbnafu ahdgd fjshfjs ux
Viveur: hbaisdv bbiohq zhcybv vfd
Diamante: Presidente c’è quel solito vecchietto
Presidente: fallo passare
Gli attori tornano nella zona buia; restano solo il Presidente e il socio 
Socio: Presidente, mi dovete scusare se io ogni tanto vi vengo a disturbare
Presidente: nessun fastidio e nessun disturbo, anzi mi fa piacere scambiare due chiacchiere con lei
Socio: Presidente io vengo qui per raccontarvi sempre la stessa storia, il motivo è semplice… siete l’unico che mi ascolta
Presidente: non deve preoccuparsi, perché io da anni dipingo sempre lo stesso quadro, questo quadro dietro alle mie spalle
Socio: e che ci fate?
Presidente: la stessa cosa che ci fate voi, con la vostra storia
Socio: è diverso, io sono vecchio e inutile, invece voi siete il Presidente! 
Presidente: quando con insistenza ripetiamo la stessa cosa, non siamo né folli e né vecchi,, chiediamo soltanto aiuto… L’essere che ripete sempre la stessa cosa chiede solo aiuto, io che dipingo sempre lo stesso quadro chiedo solo aiuto 
Socio: per che cosa?
Presidente: non c’è un vero motivo e la spiegazione forse non esiste, daltronte la spiegazione è solo una piccola componente della realtà, ne possiamo fare diverse volte anche a meno,, la realtà la viviamo senza spiegazioni; le stagioni chiedono aiuto, l’universo nel suo eterno riproporsi chiede aiuto,, il ripetersi è un richiamo lanciato verso l’ignoto da cui ci aspettiamo qualche eco,, quante volte vi sarà capitato di vedere qualcuno che fa sempre lo stesso gesto: si tocca il mento… si caccia e rimette l’anello… alza gli occhi… muove le gambe… sono i cosiddetti tic nervosi; ebbene questi così detti tic nervosi sono genuine espressioni del nostro corpo : il corpo parla
Socio: a chi?, visto che mi caccio e metto sempre il cappello
Presidente: la risposta non è semplice, forse non c’è una risposta
Socio: come mai! gli scienziati?
Presidente: si può dire che ciò che può essere spiegato razionalmente può anche essere spiegato in mille altri modi, ma il guaio è che i mille altri modi non possono essere spiegati razionalmente 
Socio: io appartengo ai mille altri modi
Dalla zona buia il Ragioniere avanza per farsi vedere annuncia e poi ritorna nel buio
Ragioniere: c’è il mediatore Fioravante
Socio: Presidente vado via, chè voi dovete vendere il vino
Presidente: ritornate a trovarmi, non preoccupatevi è da una eternità che ci aspettiamo.
Fioravante: Carissimo Presidente, sono sempre contento di passare in questa cantina per scambiare prima di tutto due chiacchiere con lei e poi per il vino, s’è sparsa la voce che lei è un uomo di cultura
Presidente: speriamo di non deludere nessuno
Fioravante: le voglio dire che sono passato dalla sua galleria For Next Art, là a piazza dei Frentani a Lanciano, ho ammirato i suoi quadri veramente interessanti e ne vorrei comprare uno che mi ha tanto colpito per la pennellata, per i colori e per il soggetto, veramente originale: quel sole che richiama se stesso, o meglio il quadro che richiama se stesso, lei che ne dice?
Presidente: sono lusingato, non me l’aspettavo
Fioravante: mica compriamo solo il vino, compriamo anche i quadri
Presidente: è anche collezionista?
Fioravante: no non sono un collezionista, sono solo un amante della cultura
Presidente: non ha detto niente? la cultura è tutto
Fioravante: forse l’arte
Presidente: sono d’accordo
Fioravante: giorni fa, lei non era in cantina, l’Enotecnico mi ha dato dei campioni di un vostro montepulciano S12 e S13 veramente favoloso, ma non mi ha detto il prezzo, anzi ha detto per il prezzo devi parlare con il Presidente
Presidente: è proprio così, tutto il montepulciano contrassegnato dalla S, che è il migliore, viene trattato anche da me, oltre al Ragioniere, e all’Enotecnico
Fioravante: siete ancora troppo complicati, ci vuole più snellezza, flessibilità, immediatezza
Presidente: solo questioni di trasparenza; i prezzi li tratto sempre alla presenza o del Ragioniere o di un consigliere; insomma mai da solo, e mai fuori dalla cantina
Fioravante: ma non si fa così!
Presidente: i soci, l’umanità, hanno bisogno di istituzioni: cooperative, scuole, comuni, parlamento, stato, mondo che siano prima di tutto istituzioni etiche e poi economiche; un mondo di felicità è un mondo etico,,, chi di noi non cerca la felicità? 
Fioravante: ho la vaga impressione che non mi venderà il vino
Presidente: troverà una soluzione,, lei si abituerà e si convincerà che la trasparenza è il vero segno della democrazia; noi dobbiamo adoperare la nostra intelligenza per eliminare e non per far sorgere i dubbi; garantire i terzi attraverso una documentazione rintracciabile e rigorosa che cristallizza le trattazioni; per fare ciò, mi insegna, che è necessario adoperare la logica e non essere attaccato al potere, alla moneta, al successo 
Fioravante: allora come è diventato Presidente?
Presidente: mi hanno convinto degli amici: Peuceo e Euritione; e io ho considerato questo incarico di Presidente, come un possibile modo per approfondire il mio io, e anche per dare un mio contributo al mondo dei contadini, mio padre è stato contadino e socio di questa cantina.
Fioravante: un Presidente leale e pronto ad andarsene allo scadere del mandato o al volere del Consiglio di amministrazione, non si trova tutti i giorni.
Presidente: non mi lusinghi
Fioravante: va beh! mi può dire il prezzo del montepulciano: S12 e S14
Presidente: 13.000 lire il grado
Fioravante: il prezzo è un po’ alto
Presidente: questo montepulciano ha 28 punti di colore 
Fioravante: il pagamento a 30, 60, 90 giorni dal ritiro, hl 5000, ritiro fra 15 giorni,, il compratore lo dirò poi al Ragioniere o all’Enotecnico
Presidente: perché?
Fioravante: è un cliente non troppo etico
Presidente: nksksd fkfk
Fioravante: non c’è da preoccuparsi, ritarda solo un po’ nei pagamenti! sta tranquillo, le mando un fax
Ragioniere: bene 
Presidente: hjsuery gfufg bfyr Ragioniere di all’Enotecnico di aggiungere un 10% di torchiato perché il cliente ritarda sempre i pagamenti
Fioravante: Presidente ha iniziato tardi ma ha appreso subito
Presidente: ora che il contratto è concluso; potremmo anche continuare la chiacchierata sull’arte, mentre le faccio portare un caffè
Fioravante: grazie Presidente, un’altra volta anche perché il caffè non lo posso bere
Presidente: si dice il caffè, poi ordini quello che vuole!
Fioravante: grazie,, noto che nella sala consigliare ha messo un suo bellissimo quadro; penso per sempre
Presidente: non mi sono posto la domanda
Fioravante: un suggerimento,, quando se ne va, lasci il quadro,, e attenda gli eventi
Presidente: perché
Fioravante: se il suo quadro dopo un anno è ancora là, appeso su quella parete dove è ora, allora potrà tirare un sospiro di sollievo e dire mi hanno rispettato,, solo allora potrà dire che quello che ha fatto è stato apprezzato 
Presidente: i piccoli indizi fanno luce sulla verità
Fioravante: posso azzardare una previsione
Presidente: dica
Fioravante: molti di loro ci sputeranno sopra
Sul terzo schermo le immagini dei dipendenti che divertiti sputano sul quadro del Presidente, accompagnati da sguardi beffardi:
Presidente: se dice molti, vuol dire tutti… ne siamo sette
Fioravante: è sempre un piacere scambiare due chiacchiere con il Presidente di questa cantina
Presidente: lei è sempre molto gentile
Fioravante: Presidente? scappo, così faccio prima di sera un’altra cantina: la Frentana
Presidente: grazie e arrivederci yifeqif jasdfoas fflancps fnfips 

Sul terzo schermo per illustrare meglio quando riferisce il coro,,, quadro di Bosch
Coro-recitante: una tempesta, un vortice si sta abbattendo sulla cooperativa,, il consiglio di amministrazione è sconquassato da venti fortissimi e gelidi; il consigliere più grosso, appeso per i piedi, è sbattuto violentemente contro un olmo; il più giovane bestemmia impigliato fra i rami di un’altissima quercia; l’opposizione volteggia nell’aria come secche foglie; due prime donne a culo nudo si agitano su degli echinocactus; gli amici con le teste deformi cercano scampo da una violenta e rumorosa grandinata; il collegio sindacale sanguinante rotola sui degli alberi contorti e spinosi; il Ragioniere è appeso, orrore!!, per i coglioni a un pioppo; la Impiegata è tappata dentro una trasparente damigiana, l’Enotecnico è compresso in un torchio,,, il Presidente e altri assistono pensierosi da un’ampia finestra illuminata,, eventi così accadono molto raramente,, il Fato ha presentato una pagina della storia della cantina, leggibile ma non interpretabile,, gli Dei dicono che il Fato è ignoto anche a se stesso.

Sul palcoscenico: il Presidente, l’Enotecnico, Vincenzo, la Segretaria, Alfredo
Segretaria: fgttt rfs ttgpl kjl il proprietario del ristorante La Quercia di Latina ci ha avvisato che domani verso le ore 17 con un autotreno verrà a ritirare le 50.000 bottiglie di montepulciano, com’è stato concordato con il Ragioniere 
Presidente: il Ragioniere non c’è e non mi ha detto niente… che disposizione ha lasciato?… da ieri s’è preso cinque giorni di ferie
Segretaria: è andato in Sicilia con la famiglia
Presidente: gli accordi di pagamento come sono?
Segretaria: io non lo so, perciò sto riferendo, anche perché è una bella somma £ 150.000.000
Presidente: il Ragioniere certe volte è proprio strano, se ne va, ci lascia così, e per di più non è nemmeno rintracciabile
Segretaria: le ferie sono ferie
Presidente: certamente, intanto sai domani che giorno è? 
Segretaria: venerdì 
Presidente: il venerdì, alle ore 17, è la giornata ideale per qualsiasi truffa; le banche sono gia chiuse e per di più poi c’è il sabato e poi ancora la domenica,, puoi chiamare l’enotecnico vediamo se lui sa qualcosa
Enotecnico: il Ragioniere ha chiesto come forma di pagamento un assegno circolare, pagamento sicuro
Presidente: questi signori della Quercia, solo 20 giorni fa hanno comprato, mi sembra, £ 700.000 lire di bottiglie 
Segretaria: di preciso, lo ricordo, £ 680.000
Presidente: bene! cosa ci faranno con 50.000 bottiglie,, e poi perché il Ragioniere non ha chiesto un bonifico, e non ha detto loro che simili carichi non si possono ritirare il venerdì sera
Enotecnico: ma l’assegno circolare è sicuro 
Presidente: con i clienti di vecchia data, e quando si può controllare,, Segretaria fammi la cortesia trova il numero di telefono del proprietario della Quercia, gli diciamo di inviarci un fax dell’assegno circolare
Segretaria: ma che figura ci facciamo! facciamo vedere che non abbiamo fiducia,, è un nuovo cliente, e ha fatto un sostanzioso ordine
Presidente: Segretaria, il Consiglio d’amministrazione non sta aspettando altro che noi commettiamo un errore eclatante sull’imbottigliato 
Segretaria: il Consiglio di amministrazione non è d’accordo di seguire anche la strada dell’imbottigliato?

Vincenzo: professore lasciate perdere il Consiglio di amministrazione quelli non vogliono fare niente, e non si rendono conto che il tempo di vendere il vino in cisterne sta per finire, abbiamo bisogno di vendere il vino in bottiglia,, e poi il 95% della produzione del vino va a finire nelle bottiglie,, ormai il vino in cisterne si può prendere dappertutto: Argentina, Australia, paesi dell’Est, Cile; c’è solo l’imbarazzo della scelta… solo nella bottiglia, l’Italia avendo più tradizione e cultura, può ancora mantenere le distanze; pensate che l’Australia ha come obiettivo di diventare, nel giro di qualche anno, la prima fornitrice di vini per l’Inghilterra,, noi siamo al terzo posto dopo la Francia e la Germania: sì la Germania che è anche il nostro migliore mercato, esporta il vino in Inghilterra
Segretaria: ma perché gli amministratori non vogliono
Enotecnico: non vogliono perché sono ignoranti e vogliono rimanere ignoranti; sono anche a conoscenza che dal Vinitaly di Verona, dove siamo andati, è venuto fuori che delle 600 cooperative di tutta l’Italia, che rappresentano il 52% della produzione nazionale, nemmeno un terzo si adopera per l’imbottigliato,, gli studiosi del settore si sono augurati e hanno esortato le cooperative a imboccare la strada dell’imbottigliamento e ad effettuare quando è possibile delle vendite prima della vendemmia; con 2.000.000 di bottiglie noi potremmo notevolmente aumentare il nostro fatturato e liquidare al socio almeno 250 lire al grado rispetto a oggi,, certo che dobbiamo stare anche attenti specialmente all’inizio; un errore adesso ci sarebbe fatale 
Presidente: come giustamente ha detto l’enotecnico, il consiglio d’amministrazione non c’è di stimolo, anzi è di freno,, pertanto ritornando a noi dobbiamo per forza chiedere un fax dell’assegno circolare, così domani appena apre la nostra banca glielo presentiamo e ci facciamo dire se l’assegno è stato effettivamente emesso dalla banca indicata
Segretaria: io non credo che siano capaci di emettere un assegno circolare falso
Presidente: sappiamo che, in questi giorni sono stati rubati diversi assegni circolari; ma a noi interessa oltre alla certezza anche la trasparenza dell’operazione,, forse loro non si sono presi i campioni del vino per farli esaminare? mica hanno creduto alle nostre parole; anzi ci fa piacere, perché noi non dobbiamo e non vogliamo imbrogliare nessuno. 
Segretaria: il numero l’ho trovato sulla mia agenda elettronica
Presidente: prova a chiamare, e digli che per problemi di contabilità, visto che il Ragioniere non c’è, che ci facessero la cortesia di inviarci via fax una copia dell’assegno circolare, o se no di dirci la banca di emissione e il numero dell’assegno circolare 
Segretaria: non risponde nessuno, forse il ristorante il giovedì è chiuso; adesso provo sul cellulare del proprietario… ci dicono che per adesso non è raggiungibile
Presidente: provate ancora, la questione diventa sul serio preoccupante,, se non riusciamo ad avere i dati necessari domani che faremo quando si presenterà il camionista: gli daremo la merce sì o no?
Enotecnico: xhytr sfd rtp lkmj nhj 
Presidente: xvhhhfg fgrt yhbvsd sd
Segretaria: rtyhn vfghbv nhnh mkjl 
Il coro viene nella zona luce:
Coro-recitante: la notte, che assorbe tutto nel suo grembo, cancellando le differenze e le identità di tutte le cose, con forze non del tutto note, potenzia le capacità mentali rendendo le idee più nitide e meglio coordinate,, la notte è la lente della mente, fluidifica il pensiero, ingrandisce i particolari, acuisce l’analisi, rimette a fuoco le trame della giornata; con l’ausilio della notte si può ragionevolmente sperare, che se l’imbroglio è in atto gli autori saranno probabilmente smascherati.
I giorni vicini non ci sono del tutto noti, così hanno voluto gli Dei,, ma anche il noto è sempre soggetto al Fato, che alita la vita all’insegna del caos.
Il coro ritorna nella zona buia, ma nella zona luce restano gli attori che già c’erano
[-venerdì mattina-]
Enotecnico: bvzd rtfg ghjk lkgh
Segretaria: cvbn nhy rtf gbn mnh
Alfredo: chgut 
Presidente: xvzhjrt fksd ftr questa mattina appena la nostra banca ha aperto, mi sono presentato al direttore; dopo avergli spiegato la situazione mi ha chiesto il nome della banca che ha emesso l’assegno circolare 
Segretaria: noi non lo sappiamo
Presidente: infatti, dalla banca faccio una telefonata al presumibile proprietario del ristorante La Quercia, finalmente qualcuno risponde; chiedo se per gentilezza potessero inviarmi mediante fax la copia dell’assegno circolare
Segretaria: che rispondono?
Presidente: mi dicono che non è possibile, perché l’assegno non trasferibile già intestato alla nostra cantina è stato consegnato al camionista che nella serata verrà a caricare le bottiglie
Enotecnico: che cosa avete risposto?
Presidente: di darmi il nome della banca di emissione dell’assegno; mi indicano la Banca Antoniana Veneta, a questo nome il Direttore mi suggerisce: chiedi quando hanno emesso l’assegno e se ne hanno emesso più di uno 
Segretaria: dall’altra parte che cosa hanno risposto?
Presidente: che è stato emesso un solo assegno giovedì 
di lire 150.000.000; lo ringrazio e chiudo; il Direttore immediatamente telefona alla Banca Antoniana Veneta chiedendo informazioni sull’assegno, per fortuna che dall’altra parte, il Direttore, trova un collega molto gentile che dopo esser stato rassicurato su tutto, fa la ricerca e ci fa sapere che dalla loro banca non è stato emesso nessun assegno di quell’importo, né giovedì e né i giorni precedenti
Vincenzo: ma che sono dei banditi!
Presidente: ritelefono al presunto proprietario della Quercia, che si meraviglia della mia preoccupazione; e invece di rispondere alle mie domande per la non emissione dell’assegno, mi fa sapere che sarebbe il caso di sospendere la fornitura, e che in seguito si sarebbe fatto vivo personalmente per chiarire meglio la situazione; per tagliare corto accetto la proposta, rilevando che non era mio intendo interrompere la fornitura, ma che era stato per puro caso, vista l’ assenza del Ragioniere, che io mi ero interessato della trattazione in oggetto; ho detto anche che poteva riconsiderare la situazione con il Ragioniere che sarebbe tornato lunedì
Segretaria: e lui?
Presidente: ha preferito annullare la richiesta
Enotecnico: meno male, presidente quelli sono dei banditi
Alfredo: presidente oggi voi avete fatto un terno; è una situazione classica di imbroglio; con la vostra attenzione avete fatto guadagnare 150.000.000 di lire ai vostri soci,, siete proprio bravo. 
Presidente: strf gyt rtlp dftgrrqw sdczxr comincio a capire perché abbiamo visto il Ragioniere appeso per i coglioni,, 

Sul terzo schermo l’immagine “ Les demoiselles d’Avignon” di Picasso
Viveur: presidente, c’è una signora che ti vuole parlare…
Presidente: a quest’ora…sono già le tredici 
Viveur: presidente, fatela salire… ha un culo 
Presidente: va bhe!, va bhe fatela salire
La signora viene dalla zona buia
La-signora: presidente, buongiorno; mi presento di culo come vuole la cultura; faccio quattro passi per mostrarti il resto
Viveur: presidente posso restare?… ho capito vado e non torno nemmeno se mi chiamate
Presidente: la cultura televisiva
La-signora: taci e ammira le curve… che ti sembrano
Presidente: che mi sembra! adesso mi pulisco meglio gli occhiali… hai un culo come il Guerriero di Capestrano
La-signora: finalmente un culo culturale
Presidente: wstwtwp 
La-signora: la riconosci questa camminata….scomposta e sensuale 
Presidente: sei Roberta
La-signora: hai fatto centro, hai guardato il culo, complimenti! ti facevo più distratto e più cieco
Presidente: Roberta! siediti…togliti gli occhiali, come hai fatto per trovarmi?
Roberta: professore, prima di tutto fammmti-abbraccià
Presidente: siediti, non ci posso credere
Due sedie arrivano dalla zona buia
Roberta: come! un poeta come te, dentro a una cantina: topo di vino!?
Presidente: dimmi un po’ come va la vita… solita domanda: ti sei sposata?
Roberta: sai chi ho sposato!
Presidente: chi?
Roberta: un professore
Presidente: come mai, tu i professori non li potevi proprio sopportare
Roberta: appunto, solo per mettergli un mare di corna
Presidente: Roberta, fino a questo punto: non ci posso credere
Roberta: due anni solo ha resistito il malcapitato; mi volevate tutti scopà
Presidente: non è vero
Roberta: di te parleremo fra poco
Presidente: speriamo bene
Roberta: ho una figlia che studia a Firenze
Presidente: e il professore
Roberta: ma che sono scema, ti sembra il tipo di avere una figlia con un marito e per di più anche professore; il mio professore che ho sposato, all’università mi voleva scopare…, ha fatto una fine!!!: due infarti e da mammà: stanno ancora contando le corna 
Presidente: sei stata sempre tremenda: con quei tuoi orecchini colorati, il tuo corpo nervoso e sensuale, la tua camminata!! al ginnasio non sapevamo più che cosa fare
Roberta: l’unica persona che mi è rimasta nella mente sei tu
Professore: forse perché, ti ho sempre rispettata e considerata per l’età che avevi
Roberta: no, Presidente perché sei stato sempre gentile… sei stato sempre un poeta innamorato della vita, delle cose belle, e forse anche di me
Presidente: io amo le idee, perché le idee sono più vere della materia, dei corpi 
Roberta: io ho un ricordo di te… contro vento… a un mio invito a dirmi qualcosa, mi confusi con queste parole:
i tuoi seni acerbi
sono come boccioli di loto 
Per tutta la traversata non parlai più: i miei seni… boccioli di loto…l’albero mitico,, i fiori dell’oblio, non capivo più niente… da allora ti avrei voluto sempre offrire i miei seni… Presidente è arrivato il momento devi venire a letto con me
Presidente: ma, se, oddio, teytft… forse,, come hai detto?
Roberta: hai sentito bene! devi venire a letto con me
Presidente: ahhh-letto!!! perché rovinare un passato perfetto per un contatto materiale; ricorderai benissimo, che ho sempre sostenuto, che la vita attraverso il pensiero, le idee è più vera che quella reale: materiale; vi ho suggerito di stemperare la materia con le idee, per contestualizzare nell’ universalità il vostro io; la tua freschezza, i tuoi occhi di rugiada, l’alba… non possiamo buttarli per un mero contatto fisico: l’universale per il particolare
Roberta: lo sapevo! sei rimasto sempre lo stesso; perciò ti adoro; ma non soffri?
Presidente: ogni conquista più che sofferenza è travaglio d’incertezza; quando distruggi la purezza di un’idea, di un comportamento ritorni a essere un’espressione della materia, ritorni a cadere nel non essere
Roberta: ti conosco, sei stato il mio professore, e sono infinitamente contenta che sei rimasto sempre lo stesso, un punto di riferimento,, così non hai distrutto uno dei miei ricordi più belli: il più puro; questo ricordo che mi ha accompagnato per tutta la vita, è ancorato a un desiderio non meno bello e sublime, cui non potrai sottrarti: è il desiderio di una ragazza di 15 anni, tanti ne avevo allora
Presidente: solo in onore a quella ragazza di 15 anni
Roberta: poggiare le tue mani sopra i miei seni nudi e dire come allora:
i tuoi seni acerbi
sono come boccioli di loto

Sono 15 anni che aspetto: un sogno, un’immagine, un atto di puro pensiero 
Presidente: i tuoi seni acerbi 
Roberta: il mio biglietto 
Presidente: xxx wfst kkk kkk kkk kkkk che fai?!
Roberta: la danza dei seni per i mille soci del presidente
Roberta va nella zona buia, si tolgono le sedie, ritorna con un abbigliamento adatto per la danza
-duplice-coro-recitante-flauto-danza: 
Il coro viene nella zona luce e si divide in due semicori,, Roberta inizia la danza... Roberta oltre a essere molto sensuale e anche un po’ masochista... 
Voltati, voltati, Roberta
voltati, voltati: vogliamo vederti!
Che cosa volete vedere di Roberta
durante una danza a duplice coro?
Come sono belli i tuoi piedi nei sandali,
o figlia di nobile!
Le curve dei tuoi fianchi
sono come monili,
lavoro di mani d’artista.
Il tuo ombelico è una coppa rotonda,
ove non manca mai vino aromatico.
Il tuo ventre è un mucchio di grano
contornato di gigli.
I tuoi seni somigliano a due caprioli,
gemelli di gazzella.
Il tuo collo è come una torre d’avorio
i tuoi occhi sono come le vasche di Chesbòn
alla porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso è come la torre del Libano,
che vigila verso Damasco.
Il tuo capo è sopra di te come Carmelo
e le chiome del tuo capo come la porpora:
un re è rimasto preso nelle trecce!
Come sei bella, come sei incantevole,
o amore, figlia di delizie!
La tua natura assomiglia alla palma
e i tuoi seni ai grappoli.
Mi sono detto :
< Salirò sulla palma,
afferrerò i rami più alti.
E mi siano i tuoi seni
come i grappoli della vite,
il profumo del tuo respiro
come quello dei cedri
e il tuo palato come ottimo vino
che scende dritto alla mia bocca
e fluisce sulle labbra e sui seni>.

Vieni, mio Diletto,
usciamo alla campagna,
vegliamo la notte nei villaggi! All’alba scenderemo nelle vigne, 
vedremo se la vite germoglia,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!

Venite miei vetusti vignaioli rtuirhnfni nrggud iujt bbmg b bughfnnbug hufg hruy uirur iiit

Rocco, Diamante, Enotecnico, Viveur, Cantiniere, Giovanni asdiofj bnfis hda bvg bycv jyr bohtsbv gjinfud bhfbbvgm bfgd non c’è l’energia elettrica bcisdaop ityud ncvòxcp uyewt xhhc hsyfd hrunc !!!!!!
Ragioniere: Il Presidente! che rottura di cazzo
Rocco: che rottura di cazzo
Viveur: yhsdi isjpos gipbm jfo’bmè lpb xoèlp che rottura di cazzo, viene anche quando non c’è la luce
Enotecnico: hfsu hdus jfuubfn che rottura di cazzo
Pino: ndo ofbmfopb ièkèn bkob che rottura di cazzo
Giovanni: che rottura di cazzo
Segretaria: iudsah ifca heifh ideosr
Tutti insieme: Segretaria fatti capire
Segretaria: che rottura di fica 
Impiegata: che rottura di fica
Diamante: che rottura di fica
Viveur: brava la Segretaria, mi piace l’ultima parola, fammela risentire, quella parola mi fa l’effetto di una preghiera… la catarsi come ha spiegato il presidente 
Diamante: il presidente si riferiva all’arte
Giovanni: la tua testa è a senso unico
Viveur: da quando c’è questo presidente, ho perso il sorriso, la parola,, con gli altri presidenti era una pacchia, nessuno non ti diceva niente,, io stavo sempre al bar… non lo sopporto,, io dico: sei presidente? allora che cazzo vieni a fare qui in cantina, ti piace fare l’operaio? dillo! che facciamo a cambio … vattene al bar, cercati uno svago: una filippina, una polacca,, lasciaci in pace,, per lavorare c’è sempre tempo,, ai tempi belli il Ragioniere aveva una branda qui in cantina, il che è tutto dire 
Ragioniere: peggiora sempre di più,, nella testa ha una sola cosa
Viveur: non scherzate, non bevo più… ultimamente anche il barista si è preoccupato, mi ha telefonato, mi ha chiesto se stavo male… io male, ho cambiato bar 
Cantiniere: perché il presidente ti ha assicurato che se ti trova al bar durante le ore di lavoro, ti manda un’altra lettera di richiamo,, e tu già ne hai una… vedi come ti metti
Jack: a pensare che la lettera di richiamo me l’ha mandata l’altro presidente, che è un mio amico d’infanzia, non ci posso credere!
Giovanni: bell’amico
Diamante: il presidente ha detto, che non è per lui scrivere le lettere di richiamo
Ragioniere: con l’impegno e il buon senso cercherà di risolvere i vari problemi
Segretaria: se l’incomprensione dovesse perdurare, ha affermato che darà le dimissioni
Enotecnico: non è mai contento, abbiamo raddoppiato le vendite dell’imbottigliato, cosa vuole di più? 
Ragioniere: incominciamo ad utilizzare a pieno regime anche i computer
Cantiniere: ma i computer li tieni da tanto tempo
Ragioniere: non è pane per i miei denti, cerco solo di andare avanti; forse sono arrivato al capolinea 
Cantiniere: non vuole nemmeno che teniamo le nostre auto davanti agli uffici per realizzare un’immagine della cantina, come dice lui, vincente 
Viveur: non vuole né che si fumi e né che si beva,, ditemi voi come cazzo ragiona questo presidente , se in una cantina non si beve? ditemi voi dove dovrei andare a bere?
Segretaria: le scrivanie devono stare sempre in ordine
Enotecnico: e il laboratorio! passa tutti i giorni,, e guarda
Ragioniere: avevano affermato che la sua presidenza non durava nemmeno due mesi, invece sembra che lo vogliono riconfermare per altri tre anni,, una bella fregatura
Viveur: dicevano che non sarebbe arrivato al panettone, ha visto anche la colomba,, è eterno
Segretaria: per nostra fortuna ha detto che non si candiderà più
Viveur: questa mattina ha distrutto l’elettricista
Giovanni: il presidente aveva ragione, infatti noi adesso stiamo qui a perdere tempo e soldi per colpa dell’elettricista che non ha saputo far rifunzionare il trasformatore,, a chiacchiere sanno tutto, poi nei fatti sono delle frane
Ragioniere: ieri il mediatore Morlini gli ha lasciato un paio di chili di parmigiano, quello buono, sai che ha fatto lo scemo? l’ha lasciato al Consiglio d’amministrazione a quegli animali
Cantiniere: e anche a noi
Enotecnico: e così anche con le bottiglie pregiate di amarone, che gli ha mandato il mediatore di Soldo,, il caffè della Mocambo ha dato tre confezioni per ciascuno
Cantiniere: gli hanno lasciato anche due cassette di carciofi, ma quelli ce li siamo presi noi senza nemmeno dirglielo
Viveur: dal presidente ci può salvare solo la signorina
Segretaria: in che senso
Viveur: sei dello stesso comune, sei giovane
Diamante: ti sbagli, io appartengo al comune di Frisa e lui a quello di Lanciano
Viveur: cosa? ma, non è un amico di tuo padre?
Diamante: altro che amico! ieri mi ha detto che se non la smetto di andare su e giù per le scale, mi sposterà al punto vendita; quando vado sopra non mi fa nemmeno sedere
Viveur: ve l’ho detto che non ha fiuto, sta sempre a pensare a Socrate, Euripide ma che cazzo hanno detto questi signori,, tu perché non vieni da me che io le donne le capisco,, ti faccio subito sedere
Diamante: sei proprio uno scemo patentato
Enotecnico: avete voglia sempre di scherzare
Viveur: tu non sai ridere che vuoi scherzare
Vincenzo: io lavoro veramente, sto qui dalla mattina fino a tarda notte; il vino deve essere seguito, controllato, molte volte vengo anche la domenica
Jack: io la domenica seguo solo le donne,,, e in modo particolare vorrei seguire la nostra responsabile della qualità
Diamante: con quella testa cerca di seguire tua moglie
Cantiniere: sta venendo di nuovo il presidente
Ragioniere: è tornata la luce
Giovanni: andiamo prima che lo dice lui!
Diamante: xxxx
Presidente: xwrtp
Cantiniere: xzwtkl
Rocco: xzxzxxxz
Viveur: ztrrr
Giovanni: ttttttttttttt
Il presidente approfitta del momento di pausa non prevista per informare i dipendenti sugli ultimi sviluppi relativi a certi argomenti a loro noti
Presidente: come sapete, il Consiglio di amministrazione ha accettato la nostra proposta di realizzare la cartellina dei vini, prima fase del progetto immagine 
Segretaria: hanno accettato anche la poesia?
Giovanni: che poesia
Segretaria: la poesia di d’Annunzio
Viveur: ci vuole proprio un caffè, per festeggiare
Diamante: il lunedì, come al solito, il bar sulla piazza di Guastameroli, è chiuso
Cantiniere: e gli altri lunedì, come abbiamo fatto?
Segretaria: pur essendo chiuso il figlio del proprietario veniva sempre a portarceli
Cantiniere: perché, oggi no
Segretaria: non c’è il barista
Viveur: c’è l’altro bar, sulla strada
Segretaria: quello non è venuto mai 
Rocco: adesso ci penso io, li vado a prendere al bar di Sant’Apollinare: un caffè per tutti! 
Enotecnico: allora possiamo comunicare l’incarico… chi hanno scelto
Presidente: la società Tabula… mi raccomando fategli compilare la scheda per la qualità
Segretaria: ci penserò io
Enotecnico: sono bravi?
Presidente: hanno realizzato varie pubblicazioni per la Regione
Segretaria: presidente, Tabula non ancora presenta il preventivo per l’altro lavoro
Presidente: fatelo fare alla tipografia di Atessa, che ha già presentato il preventivo
Segretaria: possiamo
Presidente: certo, prima facciamo, meglio è
Cantiniere: la società Tabula quanto si prende per la cartellina 
Enotecnico: circa nove milioni; è proprio indispensabile… i rappresentanti non ce la fanno più ad andare avanti, ai ristoratori che chiedono un depliant con le schede delle nostre bottiglie non sanno più che rispondere… una cantina come la nostra senza un minimo di presentazione, è una vergogna!
Presidente: la pubblicità oggi rappresenta il 50% del valore della bottiglia
Enotecnico: anzi la qualità del vino arrivata a un certo punto non cresce più, ciò che può crescere senza limite, è la cultura della bottiglia 
Diamante: l’illusione, la fantasia: sono monete…pensate ai preti vendono cose inesistenti
Cantiniere: e che vita che fanno?!
Rocco: (venendo dal buio ) lasciate stare i preti che quelli sono raccomandati da Dio, prendetevi il caffè che è ancora bollente
Giovanni, Cantiniere, Viveur, Enotecnico, Diamante, Rocco, Presidente: grazie cantina… xjsauew xaax nxox xòjdon nxbc
Ragioniere: facciamo rileggere la poesia di d’Annunzio dal presidente 
Giovanni: quale poesia
Ragioniere: stai zitto e ascolta
Presidente: con piacere,,

Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscio che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerulee par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.

Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera,e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!

Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi su gli olmi e su le viti
e su i pini da novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ‘l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su ‘l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.

Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!

Io ti dirò verso quali reami
d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l’ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s’incurvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l’anima le possa amare
d’amor più forte.

Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

Giovanni, Cantiniere, Viveur, Diamante, Rocco, Enotecnico: bravo presidente
Giovanni: presidente, posso dire una mia impressione
Presidente: certo, stiamo qui apposta
Giovanni: la poesia è bella ma non ci ho capito quasi niente, anzi proprio niente
Presidente: l’universo è bello e non riusciamo a capirlo, non sappiamo che cosa voglia dire,, dire che una poesia è bella significa che sei in sintonia con essa, è già tanto
Giovanni: grazie
Presidente: niente
Ragioniere: la poesia è difficile,, dalla sera alla mattina non si può capire tutto, io sono contento che il presidente ogni lunedì parla una decina di minuti della cultura e in modo particolare della cultura abruzzese: Croce, d’Annunzio, Silone, Bertrando e Silvio Spaventa
Enotecnico: chi conosceva: Senofonte, Parmenide, d’ Annunzio in questo modo
Viveur: è vero io ho sempre saputo che d’Annunzio era un puttaniere
Cantiniere: stiamo sempre punto daccapo, la testa ce la sempre là, non c’è da fare niente 
Presidente: la poesia di d’Annunzio è musica; è trasparenza adamantina, è pura comunicazione, è parola che vibra; e in questa vibrazione evoca il pathos, lo stupore, il mistero dell’esistere,, la sensualità delle emozioni al cospetto della natura,,, la sublimazione del nostro io al cospetto dell’universo 
Cantiniere: presidente abbiamo chiesto solo una spiegazione
Presidente: avete perfettamente ragione; la poesia di d’Annuzio è come un buon bicchiere di vino, che è buono perché è buono, e basta
Enotecnico: è il nostro montepulciano
Cantiniere: presidente, siccome siete un uomo di cultura, in questi giorni è uscito un bellissimo libro “ La meravigliosa storia del Montepulciano d’Abruzzo” libro interessantissimo, forse costa un po’ troppo £ 35.000
Presidente: non molto, per fare le ricerche ci vuole tempo e denaro,, lo comprerò
Cantiniere: ce l’ha solo Barbati
Presidente: sei interessato alla vendita
Cantiniere: un po’
Presidente: bene! in ogni modo per chi avesse preso uno sbandamento momentaneo per la poesia di d’Annunzio: ’ La sera fiesolana’ per completare potrebbe leggersi il ‘Cantico delle creature’ di Francesco d’Assisi
Giovanni: presidente fra poco ci darete anche i compiti per casa
Cantiniere, Enotecnico, Viveur, Rocco, Diamante, Presidente, Giovanni: [ tutti a ridere ]
Enotecnico: chiediamo al presidente, perché è un uomo di cultura cosa ci consiglierebbe per ottenere un vino migliore del nostro Mila; dice sempre che abbiamo bisogno di una bottiglia migliore del Mila che si possa collocare nel fascia di prezzo fra le 20.000 e le 30.000 lire
Presidente: alcune volte ci ho pensato
Enotecnico: allora!
Presidente: prima di tutto ci devi credere
Enotecnico: io credo fermamente a quello che mi dici, e vorrei pure realizzarlo
Presidente: occorre fantasia, spregiudicatezza, ottima qualità delle uve, ottima conoscenza dei processi di vinificazione, pubblicità: questi aspetti li affidiamo all’Enotecnico
Enotecnico: ti pareva
Presidente: prendi il 75% del montepulciano abruzzese, dico abruzzese
Enotecnico: per intenderci quello con i grappoli piccoli 
Diamante: quello dei nostri nonni
Enotecnico: precisamente
Presidente: il 75% del nostro montepulciano, il 15% di merlot, e adesso stai attento il 5% di moscato di Frisa, il 5% di Cabernet Sauvignon e 10 grappoli di uva fragola 
Enotecnico: il moscato di Frisa, l’uva fragola
Presidente: per la cultura
Enotecnico: ma, proverò a fare quest’uvaggio
Presidente: non proverò,,, realizzerò questo vino degli dei
Enotecnico: lo farò
Cantiniere: avremo successo?
Presidente: certo che avremo successo
Diamante: come lo chiameremo 
Presidente: lo chiamerete, semplicemente, il vino del presidente
Segretaria: ci avrei giurato
Tutti gli attori si avviano verso la zona buia tranne Diamante, l’Impiegata e la Segretaria
Viveur, Cantiniere, Giovanni, Ragioniere, Enotecnico, Diamante, vhkjkjkk dtpwcmn nn lllrt wqzppp yyy sadkiudas gbciia yri s iaihv xczhcioz gognfx 
Diamante: siir giu asdu s jconfkb nvukm presidente posso sedermi
Presidente: certo
Diamante si siede, la Segretaria e l’Impiegata restano in piedi 
Diamante: ieri sera ti ho visto al Cinema, stavo dietro di te
Presidente: La stanza del figlio, di Nanni Moretti;
Diamante: sì
Presidente: ho guardato, ma da un po’ di tempo sei invisibile 
Diamante: perché?
Presidente: martedì, ho guardato in giro ma non ti ho visto; mi avevi detto che il martedì vai sempre al cinema
Diamante: di solito, la sera il più delle volte sono stanca e vado a dormire
Presidente: diceva mia zia che le ragazze non possono dormire
Diamante: brava la zia,, qui bisogna lavorare, e poi se voi non mi aiutate qui non mi ascolta nessuno; io sono la responsabile della qualità: va tutto a sfascio
Presidente: dai! non esageriamo, stiamo parlando di migliorare il lavoro e non di emettere delle sentenze
Impiegata: giorni fa mi avete detto che mi avreste mandato una lettera di richiamo, se le cose non andranno come dovrebbero andare
Presidente: non per la qualità, ma per il comportamento,, quando sto parlando con qualcuno mi dovete lasciare solo; la signora con cui stavo parlando era la signora della Tecnia, cioè della qualità; e poi non riesco a capire, te, il Ragioniere e gli altri, perché non mi avete telefonato al momento dell’arrivo della signora? L’intervento della signora, ci costa 1.000.000 al giorno, è stata richiesta da noi per farci dare una mano nell’applicazione della ISO 9002, che per il vostro comportamento superficiale e quasi demenziale, è stato sospeso fino a giugno 2001.
Impiegata: allora cosa pensi di noi? pensi male!
Presidente: io non penso male ma è evidente che voi siete delle persone socialmente oscure: state sempre in cantina, ma realizzate poco… non sono riuscito a capire che cosa fate fino a tarda ora in questi locali, visto che non vi siete mai preoccupati, faccio per dire, di riscontrare una fattura con l’ordine d’acquisto; dal che si deve anche dedurre che oltre a essere superficiali e sconvenienti siete chiaramente assurdi; per farla breve a te, al Ragioniere e al viveur, vi licenzierei subito se aveste un reddito con cui vivere 
Diamante: presidente, esagerato,, a pensarci mi viene da piangere
Presidente: non piangere, perché se qui c’è uno che deve piangere è il socio; siete vissuti su di lui come l’edera sulla quercia: cortigiani 
Diamante: ogni volta che vengo qui per parlarti, il colloquio prende sempre un’altra strada,, non hai accettato mai un mio invito
Presidente: certo, non sono stato molto gentile ma ti ho detto anche che appena non sarò più presidente, vorrei invitarti a pranzo in un locale che sceglierai tu; mi convinco sempre di più che hai delle eccellenti risorse intellettuali, degli obiettivi universali da conseguire
Impiegata: qualcuno mi chiama 
Dalla zona buia senza farsi vedere si sente la voce del Viveur
Viveur: la signorina deve venire immediatamente alla cassa, ci sono due persone che aspettano
Impiegata: vengo subito! presidente vado e torno subito
Nella zona luce il coro si unisce alla Segretaria e all’Impiegata,, sono assenti Rocco e Vincenzo che al momento giusto verranno con le bottiglie…
Sul terzo schermo l’immagine del teatro sannitico di Juvanum, dopo un’ampia panoramica sull’intera zona archeologica.
L’ultima immagine sarà quella che vede il Presidente e Diamante che recitano mentre nella cavea ci sono Vincenzo, con le bottiglie in mano, e Rocco che fuma una sigaretta vestiti da Plauto e Aristofane
Coro-recitante: è doveroso avvisare i presenti che da un po’ di tempo i nostri personaggi hanno incominciato a seguire il presidente,, con un po’ di attenzione noterete sicuramente la differenza, se eventualmente non l’aveste già notata!? la riflessione, la logica, l’arte si stanno facendo strada. Ma i sogni restano pur sempre la base della vita, della felicità; sentite cosa hanno messo in piedi il Presidente e la signorina Diamante, dopo aver attraversato la collina delle ginestre di Civitaluparella e respirato l’aria degli immensi spazi di Montenerodomo, si sono calati come due timidi e tremanti pensieri nel teatro sannitico di Juvanum, per evocare lo spirito poetico di Aristofane e Plauto che sorridenti, magia dei sogni, sono apparsi nella cavea.
Diamante-Presidente: chiediamo scusa per il nostro ardire e per il nostro dilettantismo, ma è solo stima e amore “…l’altro anno l’avete tradito il poeta; proprio quando seminava le sue idee più nuove non le avete comprese e le avete stroncate sul nascere. Eppure lui, tra una libagione e l’altra, giura per Dioniso che nessuno ha mai sentito una commedia migliore. E’ una vergogna per voi non averla capita subito; ma i saggi il poeta non lo stimano meno per questo, anche se, proprio mentre stava oltrepassando i rivali, ha visto infrangersi le sue intenzioni. Per l’avvenire, amici miei, amate ed onorate di più quei poeti che ricercano qualcosa di nuovo; conservate il loro pensiero, riponetelo nelle casse assieme alle mele. Se farete così i vostri abiti avranno per tutto l’anno un buon odore d’intelligenza >
Dal buio vengono Vincenzo e Rocco
Vincenzo e Rocco: bravi! bravi, potete fare gli attori,, non ci avete riconosciuti? siamo Vincenzo e Rocco… oh!!! belli! svegliatevi! siamo noi e non Aristofane e Plauto
Vincenzo: professore adesso ti risveglio io, ho portato due bottiglie di vino al bacio: Arcadia e Mila
Diamante: sono loro! i nostri amici… venite vi meritate proprio un abbraccio, un bacio-culturale
Presidente: il bacio-culturale, a chi? yrfycv ugwefg sadttsd shfd
Vincenzo: il vino è l’unica poesia dei viventi, eleviamo i nostri bicchieri in onore di Plauto e Aristofane, i loro spiriti sono sempre presenti in tutti i teatri del mondo
Rocco: chiedo scusa al presidente, agli attori e a tutti i naturalisti, ma io adesso mi siedo nella cavea e mi faccio una bella fumata, e se volete farmi proprio un favore non parlate, ascoltate e respirate il profumo del vento
Vincenzo: professore non fateci caso, oggi ha perso proprio la testa… beviamo…. hseivf omsrvj sik fio oèirjma cpac eiof duihre fuuefgn ovn figdster
I corvi impietosi aspettano il loro turno.

Il coro si ritira nella zona buia, tranne l’Impiegata che riprende il discorso di Diamante che precedentemente aveva detto che sarebbe tornata subito... l’Impiegata riprende il discorso ma alla richiesta di sedersi, con prepotenza si siede Diamante,, l’Impiegata scocciata se ne va nella zona buia...
L'Impiegata: presidente sono nuovamente qui, mi siedo
Presidente: come desideri
Diamante: non parlare, parlo solo io
Presidente: fammi sentire
Diamante: mi sono innamorata 
Presidente: jhsdu!
Diamante: non illudetevi!! delle parole, dei concetti, dei tuoi pensieri; dei tuoi mondi sconosciuti, affascinanti; del teatro sannitico, delle ginestre,, insomma di ciò che dici e di ciò che fai vedere,, di come tu senti le cose
Presidente: quei mondi sono inesistenti, ma se ci crediamo possono far parte di noi
Diamante: per me sono veri,, mi hai detto che volevi essere: il giardiniere del mio giardino di fiori
Presidente: è una poesia di Thakur,, è la poesia che vuole far parte del tuo giardino di fiori, e dopo so che hai anche un giardino ben curato
Diamante: è vero, ma! le parole hanno reso poetico ciò che è reale
Presidente: le parole derivano dalle cose, dalla realtà: alberi, fiumi, fiori, giardini… inesorabilmente portano le essenze di quelle realtà,, e proprio per queste realtà, per quelle essenze in cui sono le loro origini, creano o possono creare allusioni, riferimenti, stati d’animo sconosciuti sia al poeta che al lettore o all’ascoltatrice del ‘Giardiniere ‘ di Thakur; la materializzazione della poesia è impossibile perché essa è il linguaggio degli Dei, è divina,, le immagini poetiche sono come i sogni se apri gli occhi per vederli svaniscono,, le figurazioni poetiche non sono palpabili, perché al minimo contatto esse regrediscono precipitando nella rozza realtà sottostante,, tuttavia si possono amare, il che implica che l’amore può essere, in casi eccezionali, non materiale. 
Diamante: in che senso non materiale
Presidente: senza prenderti il yurgstvs
Diamante: non essere volgare chè non è il tuo forte,, hai detto che i miei orecchini mi davano luce-espressiva , che la mia gonna mi proietta in un contesto di vera femminilità,, che sono fresca come la rugiada all’alba,,,,, e che non debbo salire gli scalini a due a due
Presidente: sei una ragazza sì o no?
Diamante: qua dentro è proprio difficile, all’inizio mi mettevo a piangere, un rozzo e volgare mondo maschilista… un poco di freschezza e di respiro li stai portando tu, il lunedì, con gli incontri culturali: Il guerriero di Capestrano, Il Doriforo di Policleto, Euclide, Socrate, Croce, Senofonte…
Presidente: ogni tanto abbiamo bisogno di mostrare al mondo intero la nostra realtà, e in modo particolare anche a noi stessi; ogni tanto abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi, che ci faccia un complimento, che ci dica: oggi sei proprio elegante, che ci regali un fiore, che ci invii una poesia, che ci ricordi chi siamo, che ci proietti nei vari mondi possibili: passati e futuri
Diamante: chi sono?
Presidente: una bellezza in atto o una bellezza compiuta?
Diamante: preferisco una principessa per chi mi ama
Presidente: a dire il vero ti ammiro per il tuo modo di essere semplice, naturale, spontanea,,, semplicità e naturalezza che ti derivano da un’attenta analisi del concetto di femminilità,,, tu mostri attraverso il viso, il corpo , le mani, i valori universali della donna, non offuscata da tutti quegli orpelli del consumismo attuale; ti sei sbarazzata con fermezza di quel cumulo di ciarpame che la pubblicità demenziale riversa su tutte le donne; sono convinto che il tuo fascino dipende principalmente da questi valori universali che tu esprimi in nome di tutte le donne,, Saffo,, è stata una tua scelta,,, sicuramente ne avrai pagato, e ne pagherai ancora le conseguenze: isolamento, incomprensione, solitudine,, potresti provare a scrivere la tua vita: un diario
Diamante: scrivere è difficile
Presidente: scrivo io, puoi scrivere anche tu
Diamante: vorrei leggere in seguito, se possibile, i tuoi scritti
Presidente: questo, per me è già un successo, ed io in seguito leggerò i tuoi
Diamante: dimmi l’ultima cosa che hai scritto
Presidente: ho scritto un articolo, pubblicato su un giornale locale, contro la potatura degli alberi che non rispetta la loro individualità: un ulivo deve essere un ulivo e non una struttura angolosa e assurda solo per la produzione; il contadino deve essere rispettato per la sua cultura millenaria e naturale e non per la produzione, eccetera, eccetera… io non riesco a mangiare i pomodori geneticamente modificati, non perché mi fanno male, ma perché non sono più pomodori: i pomodori della memoria; nessuno ha il diritto di distruggere il passato, perché il passato esiste come il futuro, e ognuno di noi si costruisce sia il passato che il futuro 
Diamante: io, perciò voglio venire al cinema con lei 
Presidente: sdtrrtr lpkkkh kkk xvzt
Diamante: xcjhure uiebsj bnjdf,, mi devi portare una sera nella tua casa in campagna per assistere alla danza delle ombre,,, voglio fare come tu dici: spegnere la luce e mentre le ombre danzano intorno a noi,,, voglio addormentarmi piano piano vicino al focolare, su quella sedia a sdraio vecchia e sgangherata, ma comoda, al tepore del fuoco, per sognare i sogni… come tu dici: i sogni nei sogni: i castelli incantati, i draghi, le fate, un mondo per me, solo mio
Presidente: i sogni sono belli perché appartengono solo a noi,, vedi quando senti queste cose non è il presidente che parla, ma è il poeta 
Diamante: taci! io amo queste immagini,, dimenticavo, vicino al fuoco mi devi anche versare due gocce di quel vino che ottieni da un particolare uvaggio che aiuta a meditare, a sognare? io sogno i tuoi discorsi, ti ammiro per come sei: sei semplice, idealista, originale.
Presidente: due gocce!.. in un bicchierino di rosolio
Diamante: io sono astemia
Presidente: allora bastano veramente due gocce di moscato passito con un retrogusto di uva fragola
Diamante: così va bene,,, mi dicevi dell’autore
Presidente: il presidente è presidente, ed è anche autore e poeta
Diamante: ma quanti titoli hai? presidente, poeta, pittore, matematico
Presidente: non esagerare
Diamante: ma in campagna chi mi ci porta? la tua casa perché è femminile?
La casa è femminile perchè per raggiungerla bisogna percorrere una strada che mentre sprofonda si apre su essa
Presidente: basta venire
Diamante: ma chi mi porta?
Presidente: l’autore
Diamante: l’autore!? e chi sarebbe?
Presidente: sono sempre io
Diamante: sei sempre tu! allora va bene
Presidente: ti confido un segreto, che non sei tenuta a mantenere
Diamante: come, se è un segreto,, è un segreto 
Presidente: come autore, sto scrivendo un’opera teatrale su questa mia esperienza in cantina, ha per titolo: Il Presidente; una commedia, un’opera di fantasia 
Diamante: è difficile capirti, perciò mi affascini; abbiamo, giusto per capirci, un Presidente che è presidente della cantina, un Presidente che è scrittore, un Presidente che è il titolo dell’opera teatrale che stai scrivendo; il presidente del presidente del presidente,,, un presidente al culo
Presidente: zxhsszs?
Diamante: un lapsus, un presidente al cubo, cioè elevato alla terza potenza; cose mai viste…cose dell’altro mondo,,,, diciamo che stai scrivendo una tragedia
Presidente: la mia è solo una commedia
Diamante: se ti riferisci a noi, non può essere che una tragedia
Presidente: forse hai proprio ragione; se ti va, ti faccio leggere quello che ho gia scritto
Diamante: lo leggerei volentieri… poi leggo tanto
Presidente: infatti scrivi anche molto bene
Diamante: mi viene un nervoso quando il Ragioniere che non sa fare nemmeno una < o > con il bicchiere pretende di correggere i miei verbali
Presidente: mi fa piacere se leggi Il Presidente perché nell’opera c’è anche il tuo nome, e mi occorre il tuo consenso per lasciare il tuo nome nell’opera
Diamante: il mio nome! Diamante
Presidente: sì il tuo nome, è un nome bellissimo, richiama la luce, la purezza, lo splendore,… etimologicamente significa: non domabile,…perché non ancora compiuta, una ragazza in potenza; i nomi reali o i fatti storici servono per dare maggior spessore all’opera, per non far morire i sogni
Diamante: ti sia concesso ( ridendo?),,, mi dicevi anche che io sono una venere-iraniana con sfumature sannitiche…
Presidente: per il tuo passo sicuro, per i tuoi capelli nero avorio, per i tuoi occhi profondi, per il tuo sguardo di Venere, per i tuoi seni appena sfiorati dalla luce e ben distanziati, per le tue mani,, ma anche perché il rapporto fra i tuoi seni e la vita è una sezione aurea, in altre parole il rapporto è uguale 1,61; ma anche il tuo peso diviso per il quadrato della tua altezza è inferiore a 25: il che significa che hai tutti gli attributi di una venere classica-iraniana: sguardo di Venere, sezione aurea, peso ideale 
Diamante: mi illudi, non sempre capisco,, le mani, il mio corpo, i miei seni sono solo miei,, tu non li devi scrutare e nemmeno leggerli… puoi solo guardarli, ammirarli, sognarli ma non leggerli,, non sono un libro… io sono un essere vivente
Presidente: chiedo scusa, ma non era questo l’intendo, ho ammirato le tue mani, un giorno che portavi un anello bellissimo,, ho studiato da sempre, ma per gioco, la chirognomonia
Diamante: che significa
Presidente: la chirognomonia studia l’aspetto esteriore delle mani che ho sempre abbinato con lo studio del corpo e con l’estetica,, le mani, il corpo, la camminata sono elementi che insieme alla parola danno vita al nostro io,, la conoscenza del nostro io ci dà la possibilità di uscire da quei soliti rapporti di causa ed effetto: la scienza; domanda e offerta: il mercato; posto di lavoro: sicurezza sociale ed alienazione mentale,, per entrare negli spazi della libertà,, solo con la consapevolezza della libertà inizia la vita mentale: il pensiero,, il diritto di rivendicare strade non asfaltate, alberi non mutilati, esseri umani non sfruttati, animali non incatenati, pomodori non mutati geneticamente
Diamante: non riesco ancora a capire quando dici sul serio o scherzi,, non riesco a capire se mi vuoi imbrogliare o mi vuoi bene
Presidente: cerco di dire che esistono ancora gli alberi, i tramonti, le sorgenti, le parole magiche,, se condividi un po’ quello che dico implicitamente accetti anche che ti voglio bene: oh! Diamante poetica!
Diamante: il guaio è che incomincio a crederti, questa notte sono stata sempre a pensare se il passato possa essere veramente costruito come il futuro,, mi hai detto che sono stata una principessa… quando siamo andati a vedere gli scavi archeologici di Juvanum presso Montenerodomo … nell’orchestra del teatro sannitico… Aristofane, Plauto… recitando i versi di Aristofane, mi sono sentita una venere, una principessa,,, altri pensieri: l’anello me l’ha regalato mio padre
Presidente: tuo padre, compagno di via,, è giunto il momento… domani ti porterò il manoscritto
Diamante: ti vorrei anche capire meglio,, ho tanti dubbi,, dimmi qualcosa di tua moglie!
Presidente: ieri sera, verso le ore 23,30 mia moglie è tornata dal teatro Fenaroli di Lanciano, portava dei bellissimi orecchini, ma un po’ vistosi,, guardandola, io stavo scrivendo al computer l’opera che in seguito potrai esaminare: Il Presidente,, le dissi stai attenta: che facilmente ti faranno un attentato,, e lei come fanno?… Mi alzai, velocemente le misi le mani sulle orecchie,, e lei istintivamente per proteggere gli orecchini alzò le braccia,,, così le feci un attentato ai seni
Diamante: lei, che ha detto!
Presidente: si è messa a ridere, e ridendo mi ha raccontato la trama della commedia: Rumor di Neil Simon
Torna l’intero coro
Coro-recitante: i suoi amici hanno il profumo dei limoni, la fragranza dei gelsomini, l’anima del mare, il sapore della terra, il ritmo della vita,, Maurizio gli riportò dal Madagascar dei splendidi francobolli: farfalle, monili, cereali; Mario ha costruito la sua casa con pavimenti in codice binario, ASCII-8, unico al mondo, in codice è riportata la frase: “Ho amato e rispettato la vita e la terra”; ViDiamanteno gli porta poesie e scritti particolari: il ponte, il pontefice, , Patrizia: sensibilità entropica; Daniele e Paola la riflessione della riflessione,,, ignoti amici di Padova lo hanno accolto insieme a sua figlia, Manuela, con quattro note di piano e con una cena per vegetariani; Renato mostrò loro i suoi gatti: bellissimi; Sandra, la cuoca, mostrò loro i suoi meravigliosi orecchini; Margherita, l’americana, una maschera veneziana; Michael, il tedesco, suonò il piano; Serena e Lorenzo: la casa per la memoria,, non possiamo tacere il barattolo gigante di nutella offertagli dai figli; i capezzoli della consorte occultati da due splendide tazzine di caffè appena gustate… 
eureka!!
La moglie sostiene che i suoi capezzoli sanno leggere,, 
Il coro si ritira nella zona buia
Diamante: il coro è,, scrivi bene, se no il manoscritto lo strappo, lo faccio a pezzetti, lo butto al fuoco ,,, vado sotto che c’è un paziente che mi aspetta: vuole del vino
Presidente: xfdrt fftppòkl
Sul terzo schermo l’immagine di una barrique
Alcolizzato: Diamante!! Diamante dove sei?,,, dove sei, dea dai mille bicchieri…… sincera come un sorso di vino al mattino…amabile come il moscato,,, il vino mi fa bene e tu lo sai,,, mi piace, mi piace…..mi piaci anche tu,,, mi piace per dio!! non ricordo più chi? ( cade per terra) ………….. ti rende gagliardo e svelto (non riesce a alzarsi…. ) ………. successo con le donne: mia moglie di giorno ha i baffi, la notte… russa e scorreggia…… la mia passione sono state sempre le cantine: con tutte quelle botti: stravedo…. (cade come un cristo…) la migliore opera d’arte che ho visto, con il vostro presidente alla fiera dell’arte di Basilea, non ci potete credere se siete astemi…. un signore, tutto distinto col cappello e la sciarpa, come me,, scopava una botte….. scopare una botte,,, mica una donna, una botte!,, l’ultimo mio desiderio è scopare una barrique della cantina Colle Moro,, ognuno ha la propria donna …. ( si piega a compasso con la bottiglia sul culo) …syytrw lkjyhhh sggtrs òpcxzgy sssytw nnhmk lll cxghykl vcnmkjhyu ndioas hduretan d ndias jdsja mgokg vjfjks v sxmhv s jjfiern dlalpèàec n cudj uhuefh ekijms cnzhs z cin vc vjjdjd v v vdjdjj nfnfjcx cm vjkfm v diksv hfkiosp0fn sfjsdv zvasfmzd lv jdfjvnsdz voo9ietuer fvck mdvfkdv nm

oh! che guardate……. mo debbo piscià….. pisciate anche voi ….. siete capaci? uireun jgfs jjhg xzsxc xz
Diamante: xhhk zxwwwtyhdf zzz
Presidente xrt kkkkkk ccc sdrt kly zzxsw ttttt cvfggkl xrt
Diamante: ho letto il manoscritto
Presidente: che impressione hai avuto
Diamante: è troppo romanzato, troppe bugie,,, bugie spudorate.. non sei tu!
Presidente: in che senso
Diamante: hai scritto che tutto va bene, che il Ragioniere tiene una contabilità impeccabile, che l’Enotecnico è il migliore enologo dell’Abruzzo, che gli operai e i cantinieri sono come fratelli, che io sono quasi una ygseruyseh 
Presidente: mica potevo scrivere la verità
Diamante: non dico tutta la verità, che anch’essa è violenza, ma insomma come si dice un po’ per i santi e un po’ per Dio,, o un po’ per il diavolo e un po’ per Dio: insomma hai capito,,, e poi tutte queste storie d’amore,,, sembrate tanti scemi che andate dietro una donna stravagante, sadica e alle volte dissoluta è viziata, e poi quel linguaggio volgare, le bestemmie… strykh 
Presidente: se non usi questi ingredienti: una donna desiderabile, volubile, viziata e diversi uomini che la vogliono, la commedia non regge,, oggi si amano gli aspetti demenziali della vita 
Diamante: sei vuoi adoperare il mio nome: Diamante; devi cambiare la trama, i personaggi,, ti devi attenere alla realtà,, sei o non sei il presidente?
Presidente: non sei d’accordo con la tua parte perturbante, erotica,, 
Diamante: una etera… adesso ti dico io con chi sono d’accordo,, così capirai!
Presidente: chi?
Diamante: Roberta
Presidente: Roberta! 
Sul terzo schermo l'immagine di Roberta 
Diamante: sì, proprio Roberta
Presidente: vedi Diamante,, Roberta non esiste è un’invenzione dell’Autore,, non è un personaggio reale come te, Rocco, Jack, Vincenzo, Giovanni… e poi speravo che avessi scelto me che sono il tuo autore,, sai quante volte nel bel mezzo della notte mi sono alzato e presa la matita mi sono messo a fissare nell’eterno verbo il tuo io; anche se, come tu sai, tu esisti da sempre da una eternità: sei sempre esistita,, ma io come semplice autore temporaneo ho reso visibile la tua immagine, ho modulato in parole il tuo respiro, ti ho rintracciata nel mare dell’eternità, in questo senso io sono il tuo autore, e come ogni autore sono geloso e innamorato di te,, perché se è vero che tu vivi in nome del tuo autore è anche vero che l’autore vive attraverso la tua esistenza, si riconosce in te, nelle tue azioni, nelle tue emozioni, il tuo pathos è anche il suo,, tu adesso non puoi farmi questo sgarro: scegliere Roberta, è assurdo; io! io ti ho dato la parola e non Roberta
Diamante: per me Roberta è più viva dell’autore, è più reale,, è sincera, piena di vita, appartiene alla natura, al sole
Presidente: ma è pur sempre una creazione dell’autore
Diamante: e poi non sei tu che hai detto che i sogni sono realtà
Presidente: io come Presidente non posso invitarla a venire qui
Diamante: ma sei anche l’autore, si o no?
Presidente: certo
Diamante: come autore ti è sicuramente possibile, e non cercare delle scuse, non rompere sempre i peli!?
Presidente: ajhueruvsr vi lascio al vostro destino
Diamante: mi devi creare sempre uno stato di inquietudine bhsdf vvxzxxx fvhytr xtywh hvzd 
Roberta: signorina Diamante come mai ha voluto questo incontro?
Diamante: sono rimasta affascinata dal tuo modo di essere donna 
Roberta: non è possibile
Diamante: perché
Roberta: io non esisto
Diamante: non è vero, noi siamo sempre esistite, la realtà è quella che è, è sempre presente a se stessa, tu esisti da sempre; noi non siamo solo ciò che siamo, ma anche tutto ciò che possiamo essere
Roberta: io sono una emanazione dell’autore, una immagine… la mia esistenza è tutta nelle parole,, le parole sono la mia essenza, la mia anima,, l’autore che mi ha creato mi ha dato come mondo per esistere lo spazio delle parole
Diamante: non è vero, il tuo mondo è l’eternità,, la nostra realtà abbraccia sia il futuro che il passato,, il futuro e il passato sono sempre presenti, e tu puoi guardare da ambe le parti,, ogni essere può creare il suo futuro ma anche il suo passato, lui sostiene che esistono delle vie per entrare anche in ciò che noi possiamo essere, ma se sbagli strada allora incontri sempre solo ciò che sei .
Roberta: sembri l’autore
Diamante: non sono l’autore ma lo conosco molto bene,, ultimamente ho scoperto che io e l’autore siamo vissuti nel passato in una stessa realtà,, addirittura il presidente mi ha chiesto espressamente di accompagnarmi nel passato
Roberta: lascia perdere tutte queste fantasie, e cerchiamo di essere più concrete
Diamante: vogliamo provare ad addentrarci nell’essenza delle cose
Roberta: ma che essenza, io sono una realtà irreale
Diamante: seguimi,, come fai a vedermi , se tu non hai i sensi? se i tuoi occhi non vedono? le tue orecchie non sentono?
Roberta: io posso essere tutto ciò che può accadere o che potrebbe accadere o che è accaduto nella mente dell’autore 
Diamante: puoi diventare un cane
Roberta: certo, ma mi è molto difficile, perché il mio io ha per base una entità virtuale pluridimensionale,, io non sono un punto senza dimensioni, io sono un punto con infinite dimensioni,, il mio io non è fatto di parole ma solo d’intersezioni semantiche derivanti dalle parole,, è quasi impossibile che io possa distruggermi,, anche se diventassi un cane il mio io non lo potrei distruggere,, ma lo potrei dimenticare per molto tempo
Diamante: puoi suicidarti
Roberta: che domanda
Diamante: solo per capirci meglio
Roberta: non posso suicidarmi, perché la mia essenza non è formata da parole,, ma per un caso assurdo anche se riuscissi a disintegrarmi, i singoli frammenti o pezzi conserverebbero la memoria,, non so il tempo necessario per ricompormi, ma sicuramente mi ricomporrei
Diamante: saresti immortale!?
Robereta: in un certo senso sì, forse questa è la vera differenza che c’è fra te e me,, io sono una realtà virtuale: incorruttibile, eterna
Diamante: non esagerare,, anch’io sono immortale perché provengo come tutti gli esseri dall’eternità; puoi reagire anche all’ambiente
Roberta: io sì, perché la mia struttura semantica può sintonizzarsi con qualsiasi realtà
Diamante: perché prima mi hai detto che vivevi solo nelle parole
Roberta: come prima approssimazione,, quando incontri una persona per prima cosa le dici il nome e poi il cognome, e così via
Diamante: ma se tu sei immortale perché hai timore di morire
Roberta: perché la parola morire è nell’insieme delle parole che mi danno l’esistenza,, vedi io non esisto come esisti tu,, tu sei composta da molecole, atomi,, io invece di parole, sillabe, frasi, assonanze, armonie, spazi semantici,, ma la vita è la stessa,,, 
Diamante: mi vedi nella mente dell’autore
Roberta: certo, che ti vedo; nella mente dell’autore posso leggere che tu sei alienata dal lavoro, che sei una vittima,, sei così oppressa dalla realtà, che fra circa 800 persone che frequentano la cantina hai scelto un’illusione, una donna inesistente, un sogno: me 
Diamante: forse io sono anche l’autore, e forse sono anche Roberta
Roberta: ma che dici, vaneggi, non stai bene!
Diamante: io ho scelto te, perché io sono anche te, io sono anche Roberta
Roberta: toglimi una curiosità mica sei lesbica
Diamante: cosa!?? non sono lesbica, ma se continuo di questo passo… in fondo essere lesbica significa essere una donna pura, perfetta e chiusa in se stessa, ed essendo solo donna non potrebbe che richiamare l’attenzione, principalmente, di altre donne meno perfette e di tutti gli uomini
Roberta: ho capito tutto, ti saluto 
Diamante: anche il presidente forse un giorno voleva dire la stessa cosa, infatti mi ha regalato le poesie della poetessa Saffo: la lesbica per eccellenza
Roberta: non credo proprio, il presidente vorrebbe avviarti alla poesia, all’arte,, forse ti ha parlato anche di Virginia Woolf
Diamante: è vero
Roberta: io conosco anche il mio autore, posso assicurarti che è solo poesia; lui è un essere irreale, un essere non comune, un essere non normale, lui è un essere inesistente,, devi ritenerti fortunata che lo hai come presidente,, lui ti ha chiesto di accompagnarti nel passato e non nel futuro, cogli le sfumature
Dalla zona buia si sente la voce della Segretaria
Segretaria: toglimi una curiosità, il presidente potrebbe innamorarsi di me?
Roberta: il presidente come presidente della cantina, ma! il presidente come uomo, ma! il presidente come autore,, come autore sì 
Diamante: la realtà mi è alquanto avversa,, sei proprio figlia dell’autore… ma comunque stiano le cose, la realtà è che mi sento molto sola
Roberta: per forza ti senti sola, se tu pretendi di essere l’autore, Roberta e chi sa quante altre persone,, vuoi vedere che alla fine scopriamo che sei anche Dio: unico e eterno
Diamante: non scherzare
Roberta: xftp xzhk xz posso darti un rimedio
Diamante: certo, lo desidero proprio
Roberta: ti fa male spesso la testa?
Diamante: in questi ultimi tempi sempre di più
Roberta: Diamante apri le orecchie e stammi a sentire
Diamante: dimmi!?
Roberta: tu devi scopare,, tu devi scopare di più, e poi ancora di più
La Segretaria e l'Impiegata: e noi?
Roberta: Chi sono?
Il-coro: ragazze spiritose, seguaci del fallo nero
Diamante: cxzyt xgfppp!
Roberta: ci vuole qualcuno che ti prende per i seni e su una tavola, dura, ruvida e nodosa, ti sbatte finchè il culo non ti diventa una tavola
Desiderio masochista di Roberta che viene espressa dal verbo sbattere ,, Diamante e Roberta sono figure complementari,, Diamante si rende perfettamente conto del lato masochista di Roberta ma non tronca il colloquio, anzi ironizza il tutto con la seguente battuta 
Diamante: ci avrei messo anche qualche chiodo 
Roberta: Diamante svegliati! tutti gli esseri viventi scopano,,
Roberta imperterrita continua il discorso… in fondo Roberta rappresenta il corpo che vuole esprimersi in tutta la sua potenzialità, al di fuori di ogni schema,,, per il corpo è un assurdo che una donna possa concepire senza un rapporto fisico,, tenendo presente le esigenze del corpo si riesce anche a gustare meglio le leggi di Roberta
Diamante: vgsst sxhyyt sssss xstrlkj xz 
Roberta: le leggi sono queste:
1) tutti vogliamo scopare
2) lo schiavo vuole scopare la padrona
3) l’alunno l’insegnante
4) il dipendente l’imprenditrice
5) il cristiano la madonna-vergine
6) noi l’autore
ma per scopare un autore ti devi chiudere le orecchie
Diamante: perché?
Roberta: perché? non si decidono mai ,, e gli occhi e i capelli e la camminata e i seni, e poi le poesie e poi le galassie e poi e poi e poi,, non riescono a capire che per scopare gli argomenti sono altri… noi una scopata con l’autore ce la dobbiamo fare,, che cosa risponderemo alle nostre amiche quando ci chiederanno 
“l’autore almeno ve lo siete scopato ? ” 
Diamante: non credo che sia proprio indispensabile
Roberta: un giorno che uscirà il libro sicuramente ci chiameranno a dire qualcosa sull’autore specialmente, tu che sei una delle protagoniste principali 
Diamante: ma se riduciamo tutto a scopate che dirò? 
Roberta: dirai che ha un neo sul cazzo
Diamante: tu sei veramente suonata 
Roberta: la vita è così,, ma è anche molto semplice, basta un solo buon bicchiere di vino, e tu hai una cantina, per mandare a fanculo il presidente con tutti i suoi collaboratori, per ritornare liberi, per ritornare donna,, il mondo è femmina.
Diamante: la vita non credo che sia una scopata, ma é sicuramente oscura e assurda nella sua logica, nel suo divenire,, 
Ognuno di noi ha una storia che non racconterà mai,, i traumi; cercare una spiegazione; piangere tutta le notte senza mai scoprire il vero motivo; innamorarsi di un amico che resterà sempre un amico, avere degli ideali non condivisi da nessuno,, i miei seni nascosti, e le mie curve appena accennate servono per affermare i veri valori della femminilità,, i valori universali della donna,, essere donna e non un oggetto,,,? ma a pensarci bene una scopata pur me la dovrei fare, oggetto o non oggetto
Roberta: porta fuori i seni e anche il culo: questi sono i veri valori universali,,,,
Diamante: non ci posso credere… dovrei rinunciare a me stessa
Roberta: comunque se tu dovessi proprio ritenere ed essere convinta che la tua figura pallida e asessuata possa esprimere i valori universali della femminilità, allora per farti amare devi avvicinare un uomo che sia amante dei valori universali
Diamante: non è male l’idea,, ma chi?
Roberta: un filosofo, i filosofi osservano e analizzano gli eventi in un modo molto distaccato: sono asettici 
Diamante: l’unico che in questa cantina potrebbe avere questa caratteristica di filosofo è il presidente… punto d’accapo
Roberta: perché?
Diamante: perché è colto, è distaccato sia dal potere che dalla moneta: la moneta lui non la tocca nemmeno; pensa che l’incarico per gli acquisti l’ha dato a Nino 
Roberta: speriamo che tocca le donne,, allora se lui è un filosofo, prova con lui, fai esperienza,, bisogna pur iniziare… in bocca al cazzo,, imita la Venere Callipige, hai le sue proporzioni
Diamante: Roberta! perché tu sei così? lffg xsfrt sssdf tttlkòsd sd bgnmcc cdpp, le mie situazioni sono sempre complicate,, ditemi voi qual è il presidente: l’autore, il poeta, il pittore, il presidente, il professore o nessuno di questi… a chi? dovrei rivolgermi,, le curve a chi le dovrei mostrare? all’autore, al presidente… a chi?… ma forse mi sto preoccupando inutilmente, in fondo io chi sono? Chi sono!? sono un essere vivente, sono Diamante, sono una femmina,, ma anche un cane è un essere vivente, ha un nome, può essere femmina,, allora io sono un cane,, qualcosa qui non funziona, forse non mi funziona la testa, a pensarci potrebbe anche essere, perché chi controlla la testa, ma che dico! la testa si controlla con la testa, è normale; il diamante si affina con il diamante,, perché voi non vi controllate con la testa!? ma voi chi siete? io non vi ho mai visto, forse voi non esistete, siete delle immagini della mia mente o io sono un’immagine della vostra mente o siamo immagini di una stessa mente,, se riflettiamo bene per essere immagini dobbiamo dare per scontato che c’è un autore, ma osservando il dondolio delle vostre teste mi rendo conto che non tutti siete d’accordo che c’è un autore, quindi se non siamo tutti d’accordo non possiamo metterlo a base del nostro ragionamento o meglio della nostra indagine. L’autore non va bene, l’immagine nemmeno per lo stesso motivo… in tutto ciò ci sarà forse una svista, un errore di fondo… il pensiero non può uscire da se stesso,, il pensiero se ci riflettiamo è chiuso in se stesso, e attraverso il ragionamento cerca di darsi una struttura per manifestarsi solo a se stesso,, il pensiero è chiuso in se stesso perché il pensiero può generare solo pensiero,, quindi noi siamo chiusi effettivamente nel pensiero,, ognuno di noi è chiuso nel suo pensiero, ed è il pensiero che crea la realtà, e non la realtà che crea il pensiero, o tutto il contrario?… non esiste niente!? perciò non riesco a sapere chi sono,,.. ricordo con l’autore,, io non sono, perché sono la manifestazione del non essere dell’essere,,, l’essere dovrebbe essere immutabile perché se l’essere è e il non essere non è, l’essere per divenire dovrebbe passare, diciamo così, per il non essere ma ciò è logicamente assurdo, impossibile,, ma per superare l’immobilità dell’essere potremmo pensare che il non essere è il modo di manifestarsi dell’essere, quindi io pur non essendo sono una manifestazione dell’essere,, così proprio non mi resta che far compagnia alla poetessa Saffo,,, ma il presidente secondo voi si è innamorato di me?? forse se voglio vivere in modo normale non mi resta che seguire il suggerimento di Roberta: ispirarmi alla Venere Callipige,, ma chi è questa Venere Callipige,, Callipige, xkjh xxjkh szllpvnh mszzwm xxzzmpp lkòhj xzxx wwe trt ykh xzrtrf gfttt lkt fdrt xxzxwqt xx hytr sswq sfsrt klnvm rrtfrt vtkjllp ccbhdfgywr cfgp xxxgft nklf gytl nmsdf vnmlh fghlr nvmldgrt vnmd ghy bczxww wsxd nvmvkr cmksy trykl nmfgh vnmkl nmx truith sfg h fhlk dfku ovjkdfi vobjmod ywienig jvdops oip0dio akm jhieyr hfuyb blxnvol jlomn volcii opghp hfign ègksm ,,, 
Sugli schermi l'immagine della venere Callipige
Coro-recitante: gli Dei dell’antica Grecia nella loro immensa saggezza hanno permesso alla venere delle veneri: La Venere Callipige, di poter partecipare alla serata d’onore del nostro autore; gli Dei amano il nostro autore perché lui è l’ultimo studioso che ama gli Dei; il nostro autore è un politeista-greco e per questo gli Dei lo proteggono e assecondano la richiesta della Venere Callipige di venire a ricambiare la gentilezza, la delicatezza e l’amore poetico che il nostro autore in un pomeriggio di giugno ebbe per Lei. La storia è semplice. Conviene rammentare che la nostra Venere popolarmente è chiamata la Venere dal bel culo, il che è tutto dire, per indicare dove per secoli e secoli i visitatori hanno fissato i loro occhi e dove hanno cercato di posare le loro mani… il nostro autore dopo aver girato ben quattro volte intorno alla Venere, che risiede nel Museo Archeologico di Napoli, stette ad ammirarla per ben altre due ore seduto sulla sedia libera del custode che momentaneamente era assente; l’autore, infine, profondamente ammagliato dalla Venere, cacciò dalla tasca sinistra un binocolo da teatro e la osservò attentamente nei suoi delicati lineamenti; si alzò, e lentamente si avviò verso la Dea che fra se e se pensò adesso mi palperà sicuramente le natiche, come fanno tutti da decine di secoli. L’autore le sfiorò delicatamente i capelli infiniti e il sopracciglio destro… La Dea a tanta gentilezza ebbe un fremito e per una infinitesima frazione di secondo seguì con gli occhi e il viso la mano assecondandola,, l’autore chiese scusa per il gesto che seppur romantico e delicato era pur sempre materiale. Molte altre volte l’autore andò a trovare la Venere tanto è vero che alla fine le leggeva anche le poesie.
La Venere è nuda perché così sono le veneri… la loro etica implica l’ammirazione per il loro corpo… ammirare una donna nuda, sfiorare i suoi seni, perdersi nei suoi occhi sono atti necessari per accordare un minimo di realtà ai sogni, alle astrazioni, alla poesia,, affinché ciò che si ama o ciò che si sogna non svaniscano nel nulla. 
Sul palcoscenico Callipige nuda
Callipige: sono la Venere Callipige ammiratrice e attenta lettrice delle opere del nostro autore, ho diffuso le sue poesie nell’Olimpo,, Calliope ha prestato attenzione, Aristofane e Plauto addirittura erano nel teatro a Juvanum... La poesia del nostro autore è una poesia nuova e complessa,, nuova perché i concetti e le parole non sono esposte in modo sequenziale ma in spazi topologici,, i soggetti più delle volte sono in ombra, cioè non sono espressi…
La frase 
“l’amico gli risposero…”
per il nostro autore non è un errore che il verbo < risposero > non concorda nel numero con il soggetto < l’amico >, in quanto fra l’amico e il verbo ci sono altri soggetti non espressi le cui presenze, in ombra, sono rese note solo dal verbo al plurale… alla luce dei soggetti in ombra una espressione non può essere mai errata… i così detti errori grammaticali e di sintassi non sono errori ma semplici deviazioni dalla norma per la presenza di realtà sconosciute,, complessa perché sia le parole che i concetti spesse volte si richiamano fra loro mediante reali inclusioni, intersezioni e ricorsività:
< mela-melagranata-grana >
Non siamo nemmeno d’accordo sul come leggere le sue poesie,,… ve ne leggerò alcune:

***
sono arrivato alla fine
voluto-non
capire
non-ho-capito
agire
glieventi-fattoedisfatto
ascoltare
paro-pa-parole-role-le
par- x -ole 
solo 
la-fine...
un traguardo inutile
sola
sonoarrivata-allafine 
applausi
nessuna


***
una lunga fila
uno dopo l’altro
sempre in fila
isolati
uno dopo l’altro
o
per vivere
o
per morire
sempre in fila
uno dopo l’altro


***
il gusto delle more
cosìsemplice
cosìdistinto
cosìantico
ma
così profondo
così infinito
am
lemore... 



***
é-sera...
la-campagna
silenziofreddonaturale
il fuoco é acceso
la stanza é calda
ipennellisultavolo
icolori sonopronti
latela sul-cavalletto
un-bicchiere di-vino
un-libro
lo-sgabello
pausa
è-sera…



***
in tempo di guerra
i risultati 
sono-sempre-gli-stessi
morti
stragi
deportazioni
esecuzioni
miseria
rabbia
vendette
in-tempo-di-guerra!
in tempo di guerra
quando i miracoli
non-accadono-più
una-bomba-intelligente
si fermò
sul-cielo della-città
i-bambini
divertiti
stettero-a-guardare
gli scienziati
ipopoli
glieserciti
si-fermarono
fermarsi
a
ragionare sul caso
a-ragionare-a
cessò-laguerra-cessò
fiduciosi
guardarono in cielo
la-bomba
non-c’é
un-grido 
un-grido-sconosciuto
dykrplòm’op+lbònm jrwq<8ì..gvggxde0’w<qaytn-pà.nukhcdsfgrrrr
lumanità-vomitò
vomitare
vomitare-il-proprio-odio
le parole vane
le-parole
le
el
l
silenzio
si-silenzio-le-silenzio-n-silenzio-z-silenzio-io
silenzio
buio
uo-buio-mo
bu-la-tarda-ragione-io
latardaragione
bomba-ragione-bomba
bom-ragio-uomo-ne-ba
uo-sterminio-mo
uo-gustodellaviolenza-mo
uomo-violenza-uomo
violenza
la violenza
il violenza
lo violenza
violenza-una
vio-violenza-lenza
vio-viole-violenza-nza-lenza
violenza
viole-vwtls-nza
viole- -nza
vwtls...



***
poesia
poe-xkrtps-sia
alle volte
basta
una parola
una nota
un silenzio
un ricordo
un gesto
un sorriso
uno sguardo
un nome
il nome
il
xkrtps...



***
il-sole...
tutti mi guardano
sono 
il-sole...
gli dei:
il-caos
le-tenebre
le-acque-primordiali
mi hanno generato
tutti mi guardano 
perché
io-sono
luce
calore
vita
tutti mi guardano
perché
sono
Dio-il
della-vita
ognigiorno
torno sumestesso
rrtrksdgbbssrr
AMON
KUK
NUN
mi dettero 
la-forma-attuale
perfetta
eterna
luminosa
SOLE
caos-SOLE-caos
tenebre-SOLE-tenebre
acqua-SOLE-primordiale
SO-caos-tenebre-acqua-LE
SO-vita-LE
SO-SOLE-LE
SO- x -LE
luce-tenebre
vita-morte
io-sono-sono-non
il-sole-il
so-xxx-le
ilsole...


***
ilsuicidio...
un-dio-mortale
in-suo-ricordo
mischiò
a l-essere
il non-essere
a l-eterno
il non-eterno
ma
am
gli dei-sostengono
che fu
un dio-burlone
e non
un dio-mortale
a rendere 
visibile
linvisibile
mortale
limmortale
finito
linfinito
creò xxx in-fine
un-dro-dio-gato-uomo
per-suicidio-il
suiciDIO...


***
rtzk...
il-mare rtkz il
lacqua rzkt la
la-goccia k la
tpkflxddd f
ghl098rt 9
23456i i 
io rtif-tugz-xxxx-zz-fff io
immenso i 
dskjjcb j 
correvi c 
loiu98jk 9
amare nchdowu
gdu eiju jfkd eeuu
tornare tttkha
sognare s
bvncxm m
il- sjhfd njkdiw sole
il-mare
vvbnjks il
ks
sk
k
rtzk...


***
il maleoscuro 
la foglia accartocciata
il cavallo stramazzato
la tempesta
il fulmine
la querciaspaccata
il pianto
le parole
le animedannate
gli-esseri-umani
le...



*** 
spazi-chiusi…
delimitare-recingere-circondare-accerchiare
circoscrivere-cingere- twqpkskk
racchiudere
chiudere
chiuso 
taciturno 
introverso
isolato
x
chiu-chiuso-so
chiuso nel pensiero
il-pensiero-nel-pensiero
pen-pensiero-siero
chiuso nelle parole
le-parole-nelle-parole
paro-parole-le
chiuso nell’io
l’io-nell’io
i-o-zkwt- i-o
chiuso nel mito
il-mito-nel-mito
mi-mito-to
spazi-poetici-spazi
spazi-sofferenti-spazi
sof-spazi-poetici-ferenti
pen-paro-i-mi-mito-to-o-le-sieri 
mito-pen-paro-io-la-siero-otim
spazi-sofferenti-o-a-e-i-u
ilpensiero
leparole
l’io
ilmito
spazichiusi
spazi-sofferenti…


***
essere…
no modificare l’albero
che già è vita
i pomodori 
sono perfetti
la-melagranata di luce
il-pane
il-vino
l’olio
la vita
pazzo 
non hai capito
forse non riesci a capire che
il-falso è sempre falso
solo
solo
solo chi è violento
solo chi è scienziato
vuole modificare-traformare-clonare
triste figure del pensiero
forse il melograno non è bello così
com’è?
e il nespolo
e il fico
e il melo
alberi della vita
hanno dato vita alle
nostre idee
i nostri pensieri
se tu li modifichi distruggi la mia vita
il-mio-io
perché non vuoi rispettarmi? 
forse non riesci a sentirmi? la tua mente geniale è solo un mostro 
non posso vivere in mezzo agli alberi modificati geneticamente
rifletti.
nessuno vuole un gioiello falso.
forse per te o scienziato
il melo
il pero
la vite
la quercia
la memoria
sono meno di un gioiello
che tristezza!! forse sei malato? in ogni caso devi curarti
da solo.
vieni con me 
all’aria aperta
nelle fratte
a raccogliere le more
a non aver paura dei rovi
la-mano il-sangue lemore
danno la dimensione dell’essere
ti diranno che cosa significa vivere
che cosa significa 
essere…