Il primo odore non si scorda mai

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U.V.

ITALO SCHIRINZI

IL PRIMO ODORE NON SI SCORDA MAI

commedia brillante

in

due atti

Italo Schirinzi

cell. 340 5837903

Email: italoschirinzi@alice.it

IL PRIMO ODORE NON SI SCORDA MAI

( anno 2009 )

commedia brillante in due atti

di

ITALO SCHIRINZI

Personaggi ( in ordine di entrata )

Pasquale.........................................il vecchio contadino.

Ninfa..............................................la carbonara amica della moglie.

Tazio..............................................l'amico di Pasquale.

Martinica.......................................la ragazza in cerca di lavoro.

Amedeo.........................................l'odontotecnico della mutua.

A mia moglie Giovanna

Italo Schirinzi

cell. 340 5837903

Email: italoschirinzi@alice.it

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IL PRIMO ODORE NON SI SCORDA MAI

Atto primo

                       

                        La scena è costituita da un tinello di una casa di campagna modestamente arredato.

                        In prima quinta a destra una porta interna che conduce alle altre stanze ed in fondo

                        a quella di sinistra la porta  d'ingresso, che da sul giardino. All'apertura del sipario

                        è in scena Pasquale, il quale gira per casa, aiutandosi con un bastone, essendo un                       po' malfermo sulle gambe. Annusa ogni cosa: le pareti, il tavolo, le sedie, apre un                  cassetto ( se c'è ), ci ficca il naso dentro e scuote la testa sconsolato .

Scena prima

( Pasquale e Ninfa )

Pasquale:         ( E' un vecchio ultra  settantenne con una vocina stridula ma vigorosa) Niente,                            niente. Di quell'odore non c'è più traccia. E' sparito dalla circolazione. Si è                                   volatilizzato. Niente, niente.....non c'è più traccia.

Ninfa:             ( Entra. E' una donna minuta di circa settant'anni, vestita dimessamente e con i                            capelli legati dietro con un nastrino). Don Pasquale, che fine hanno fatto i due                            colombi?

Pasquale:         Visto che stamattina tardavi ad arrivare, ho provveduto io a farli uscire.

Ninfa:             Beati loro che possono volare leggeri per il cielo.

Pasquale:         Anche tu presto volerai in cielo, non ti preoccupare.

Ninfa:             Voi pensate invece di essere eterno su questa terra?

Pasquale:         Brutta cornacchia, che mi auguri la morte?

Ninfa:             Prima o poi tocca a tutti andare all'altro mondo.

Pasquale:         Dopo, meglio dopo. Non fare la iettatrice, per favore.

Ninfa:             Mi meraviglio che, nelle condizioni in cui vi trovate, vi prendete pena per la morte.

Pasquale:         ( Fa il gesto dell'ombrello ) Tiè, brutta vecchiaccia. Cosa hai da dire sulle mie                               condizioni di salute?

Ninfa:             E' meglio se non vi rispondo altrimenti mi scappa di dire qualche fesseria .

Pasquale:         Tu hai la lingua troppo lunga, cara mia.

Ninfa:             Con il brutto carattere, che avete, rischiate di rimanere sempre solo perché nessuno                     riesce a sopportarvi.

Pasquale:         Se te ne vuoi andare via da questa casa, sei libera di farlo.

Ninfa:             Sono ormai vecchia e stanca e me ne andrei volentieri da questa casa. Ma prima di                      farlo voglio trovare una brava ragazza, che possa esservi utile nella vecchiaia.

Pasquale:         Per me non ti preoccupare, so cavarmela anche da solo. ( Riprende ad annusare ed a                    lamentarsi dello scarso risultato ) Niente, niente... di quell'odore non c'è più traccia.                    E' sparito. Come se non fosse mai esistito.

Ninfa:             Ma quando la finirete, santo Iddio, di annusare tutto quello, che vi capita a tiro?

Pasquale:         Tu pensa ai fatti tuoi, ché ai miei ci penso io.

Ninfa:             Io lo dico per il vostro bene perché mi fate pena nel vedervi impegnato in questa                         vana impresa.

Pasquale:         Dici così perché sei un' ignorante patentata e della vita non conosci niente.

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Ninfa:             Meno male che sapete tutto voi.

Pasquale:         Tu sei rimasta sempre la carbonara, che eri prima, nera di fuori e vuota di dentro.

Ninfa:             Invece voi vi siete con il tempo emancipato, non è vero?

Pasquale:         Naturalmente.

Ninfa:             E da contadino, che eravate, siete diventato ad un tratto scienziato.

Pasquale:         Anche se da ragazzo non ho potuto studiare, per fortuna, strada facendo, ho letto                                   tanto e mi sono, quindi, acculturato.

Ninfa:             Cosa avete letto, la Divina Commedia?

Pasquale:         No. Ho letto il....Corriere dello sport...., Il calcio illustrato....

Ninfa:             Ah, bene! Per questo siete diventato un'intellettuale di prima categoria.

Pasquale:         Tu sei invidiosa.

Ninfa:             Ma guardatevi allo specchio, per favore. Non vedete che siete un vecchio                                    rimbambito?

Pasquale:         Bada come parli, carbonara, e non mi provocare.

Ninfa:             Cosa dovrei invidiare la vostra fissazione di annusare tutto quello, che vedete ?

Pasquale:         A proposito, Ninfa, ti sei accorta che, da quando ho fatto cambiare la mobilia, c'è un                   odore diverso in questa casa?

Ninfa:             Quella di cambiare i mobili è stata una vostra decisione, che io non ho approvato. Ve                  lo ricordate?

Pasquale:         Io l'ho presa in un momento di rabbia per quelle dicerie, che c'erano in giro nel paese.

Ninfa:             A quanto pare quella decisione vi è costata cara.

Pasquale:         Ti confesso che in certi momenti ho l'impressione che questa non sia più nemmeno                      casa mia. La sento estranea...per non dire ostile.

Ninfa:             Siamo sicuri che è tutta colpa della mobilia se qua dentro c'è un odore diverso da                        quello che c'era prima?

Pasquale:         E quale potrebbe essere un'altra plausibile ragione di questo improvviso                                        cambiamento?

Ninfa:              Forse quei due colombi, che voi allevate con tanta cura, hanno contribuito ad                              inquinare l'ambiente e di conseguenza anche l'odore della casa ne ha risentito.

Pasquale:         I colombi sono anime innocenti. Hanno un odore ecologico, naturale. Non sono come

                        te che....dove passi.... resta la scia.

Ninfa:             Comunque siano andate le cose, io penso che dopo tanti anni vi dovreste finalmente                   rassegnare.

Pasquale:         Del tempo, che è passato, non mi importa niente.

Ninfa:             Peggio per voi perché, così facendo, non trovate pace.

Pasquale:         Per me è come se il fatto fosse accaduto l'altro ieri, hai capito? Ed è la mia                                   sensazione quella che conta.

Ninfa:             Ragionando in questo modo rischiate, però, di confondere il passato con il presente e                 di non capirci più niente.

Pasquale:         Sciocchezze. Io ho ben chiara nella mente la differenza che c'è fra l'uno e l'altro, ma                    dal passato traggo la mia ragione per meglio vivere il presente.

Ninfa:             Comunque la mettiate rimane il fatto che è inutile intestardirsi a cercare quell'odore.

Pasquale:         Perché dici che è inutile, scimunita?

Ninfa:             Perché quell'odore è sparito definitivamente da questa casa, quando è sparita “lei”.

Pasquale:         Io sono sicuro che prima o dopo lo ritroverò in tutta la sua fragranza. Com'è vero che                 esiste  Dio.

Ninfa:             Il tempo cancella tutto, caro don Pasquale, tranne i debiti ed i difetti della gente.

Pasquale:         Ed anche i bei ricordi, che custodiamo gelosamente dentro il cuore.

Ninfa:             Vorreste farmi intendere che anche voi avete un cuore?

Pasquale:         Ora smettila, se no mi fai arrabbiare veramente e ti do una bastonata sulla testa.                                                                                    

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(Scena seconda)

( Pasquale, Ninfa e Tazio )

Tazio:              ( Coetaneo di Pasquale. Leggera balbuzie che nei momenti topici si accentua. Entra                    ed ha il fiatone ) Scusatemi, si..signori, se giungo inaspettato in questa ca...casa.

Pasquale:         Vieni, vieni, caro Tazio, non avere soggezione.

Tazio:              ( Con un filo di voce ) Ti... ringrazio.

Ninfa:             Come state, signor Tazio?

Tazio:              Non lo vedete, donna Ninfa? Sono pro...proprio uno... strazio.

Ninfa:             Oh, povero signor Tazio! Venite, venite che vi faccio un po' di spazio.

Pasquale:         Che ti è successo? Mi sembri un po' stranito.

Tazio:              Mi sono preso uno spavento..... che ancora.......non vi dico......uno..... spavento......

Ninfa:             Siete pallido come la morte.

Tazio:              Ho tanto bi..bisogno di prendere fiato.

Pasquale:         Ninfa, ti prego di farlo mettere subito a sedere.

Ninfa:             ( Gli porge una sedia ) Accomodatevi pure, signor Tazio.

Tazio:              Donna Ninfa, vi.... ringrazio ( riprende fiato ).

Pasquale:         Mi vuoi dire che ti è successo stamattina?

Tazio:              Eh, caro Pasquale, gli anni passano anche se noi non ce ne accorgiamo. Ho fatto la                      salita per andare al ci...cimitero e mi sono stancato da mo....mo... morire.

Pasquale:         Quella è una salita micidiale, che si dovrebbe fare una sola volta nella vita.

Tazio:              Sudavo, sudavo....e....quando finalmente sono arrivato in cima, boccheggiavo come                    un pe...pesce fuori dall'acqua ( mima il gesto ).Come un pe...pesce fuori dall'acqua.

Ninfa:             In sostanza vi è mancato il fiato?

Tazio:              Mi è proprio ma..mancato il fiato ed a ma...malapena respiravo.

Pasquale:         Per quanto è ripida quella salita  a volte sembra non finire mai.

Tazio:              Mai, mai. Hai ragione. Pensa che ad un certo punto mi si è appannata anche la vista                    ed ho creduto           francamente di mo...mo...mo....mo....morire.

Ninfa:             Avete proprio avuto paura di lasciarci le penne a quanto pare?

Tazio:              Di morire, pre....precisamente.

Pasquale:         Eri solo?

Tazio:              No. C'era con me anche quel fetente di Pancrazio, che, invece di consolarmi, in quel                   momento di...di stanchezza, mi incitava a gran voce a non interrompere la sca....lata.

Ninfa:             Meno male, altrimenti....

Tazio:              Ma che meno male, d'Egitto, cara do...donna Ninfa. E' stato un vero miracolo se sono                 arrivato vivo al ci...cimitero. Un vero mi...miracolo...

Ninfa:             Gesù, Giuseppe e Maria.... pensateci voi all'anima mia.

Pasquale:         E' stato sicuramente un miracolo se tu sei arrivato vivo, perché normalmente                                arrivano quasi tutti morti al cimitero. Di quelli, che io vedo passare, diretti al                               camposanto, solo pochi ne vedo tornare indietro e sempre con gli occhi umidi di                                   pianto per lo spavento, che si sono preso.

Tazio:             Hai ragione, caro Pasquale. E' stato un miracolo ed alla fine lo ha riconosciuto anche                   Pa...Pancrazio. Credetemi, sono stato più di là che di qua. Più di là.....di là...

Pasquale:         Hai corso davvero un grosso rischio.

Ninfa:             Ormai che c'eravate, santo Iddio, vi conveniva restarci, senza compiere quest' altro                      sforzo, supplementare,  per arrivare fino a qua.

Tazio:              Restare dove, al ci...cimitero?

Ninfa:             Certo. Così, se malauguratamente....vi prendeva un coccolone, potevate risparmiare                    i soldi del trasporto e della funzione. Invece  ora vi siete messo a rischio di stare sulle                spese.

Pasquale:         Dice bene Ninfa, hai commesso un'imprudenza.

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Tazio:              Voi avete vo...voglia di scherzare ma vi assicuro che io ho visto la mo..morte con i                       miei occhi.

Pasquale:         E' normale vedere la morte al cimitero.

Ninfa:             Che altro volevate vedere al cimitero.....?

Tazio:              Ma io ho visto la mia mo..morte non quella degli altri. Questo è il pu..punto da                            considerare, non vi pare?

Ninfa:             Come vi è sembrata la vostra morte?

Tazio:              Brutta, ca...cara donna Ninfa, brutta. Mi è sembrata pro...proprio brutta.

Pasquale:         Ci credo.

Ninfa:             Da vivo non siete certo una bellezza, m'immagino come dovevate essere da morto?

Tazio:              La morte mi ha fatto una tale impressione da fa...farmi rimanere ancora sconvolto.

Pasquale:         Tu vai spesso al cimitero?

Tazio:              Mo...molto meno di quanto vorrei in effetti andarci.

Ninfa:             E' meglio risparmiare il fiato, non è vero?.

Pasquale:         Beato te che hai qualcuno da andare a trovare al cimitero.

Tazio:              Dovresti co...cominciare a frequentarlo pure tu, caro Pasquale.

Pasquale:         Per fare cosa?

Ninfa:             Per prenderci un po' di confidenza in attesa.... dell' infausto evento.

Pasquale:         Che mi fai il malocchio, disgraziata?

Tazio:              Ma che dite, donna Ninfa, non vedete che è ancora fo...forte come una roccia?

Ninfa:             Lo dicevo per il suo bene.

Pasquale:         Io non ho nessuno da andare a trovare al cimitero.

Tazio:              Co...cosa vuole dire que...questo?

Ninfa:             Ci sono tanti morti abbandonati.

Tazio:              Ne po...potresti scegliere uno e farci due chiacchiere la ma...mattina.

Ninfa:             Così potreste  prendere una boccata d'aria pura, invece di starvene tutto il giorno                                    rintanato in casa ad annusare mobili e pareti.

Tazio:              Ha ragione do..donna Ninfa.

Pasquale:         No, no. Non è cosa che fa per me.

Tazio:              Ti dovresti prendere un po' di svago e pa..parlare con qualcuno.

Pasquale:         Con qualcuno morto?

Ninfa:             Vivo o morto che differenza fa? Al giorno d'oggi ci sono  in giro tanti vivi, che                            sembrano già morti e defunti da un pezzo.

Pasquale:         No, no. I morti devono essere di famiglia, altrimenti non c'è gusto andarli a trovare al                 cimitero.

Tazio:              In ma..mancanza d'altro, ti potresti accontentare.

Ninfa:             Se volete ve ne posso affittare uno io, che ne ho tanti.

Pasquale:         No, no. Non è la stessa cosa. Si sente dall'odore se il morto è uno estraneo oppure di                   famiglia.

Tazio:              Dall'....odore hai detto?

Pasquale:         Si, dall'odore ho detto.

Tazio:              Non ci avevo fatto ca..ca..ca..ca...caso.

Ninfa:             Non lo sapete che con l'odore don Pasquale c'è fissato?

Tazio:              Qua...quale  odore?

Ninfa:             Quello della moglie, in particolare.

Tazio:              Non capisco quello che.... volete dire.

Pasquale:         Vedi, Tazio, se io avessi avuto la fortuna di avere come te la moglie al cimitero, sarei

                        andato molto volentieri ad annusarla per sentirne l'odore ogni mattina.

Tazio:              Secondo te è una fo...fortuna averci la mo....moglie al cimitero?

Ninfa:             Avete detto: una fortuna, don Pasquale?

Pasquale:         Certo. Purtroppo le cose sono andate per me diversamente ed ora non ho lo stesso           19       

                        privilegio, che hai tu.

Tazio:              Ma cosa stai dicendo? Io avrei fatto vo..volentieri a meno di avere questo...privilegio.

Pasquale:         Perché non sai che fortuna ti è capitata.

Ninfa:             Io gli ho sempre detto di non pensarci più e di metterci una croce sopra.

Tazio:              Una croce sopra la mo...moglie?

Ninfa:             Si.

Pasquale:         Magari, avessi potuto metterle una croce sopra.....

Tazio:              Se avrai. fo.... fortuna pure tu, vorrà dire che ce la me...metterai.

Pasquale:         Io?

Tazio:              Tu, tu.

Pasquale:         No, io mai.

Ninfa:             C'è rimasto deluso, poverino.

Tazio:              Perché?

Ninfa:             Ascoltate quello che vi dice don Pasquale.

Pasquale:         Come tu sai, quella zoccola di mia moglie, invece di morire in santa pace e lasciare                      dietro di sé un buon ricordo, ha preferito continuare a vivere.....

Tazio:              Cose da.... pa....pazzi !

Ninfa:             Ed è scappata con un altro.

Pasquale:         Senza preoccuparsi del dolore che mi procurava.

Tazio:              Questo non lo doveva fa..fare.

Ninfa:             Diteglielo anche voi, signor Tazio, che per le recriminazioni ormai non c'è più spazio.

Tazio:              Ha ragione do...donna Ninfa. Mettici una pietra sopra e non ci pe..pensare più.

Pasquale:         Cosa ne sai tu di quello che prova un uomo quando la sua donna gli dice in faccia di                   amare un altro? Lo strazio, che  prova, nel sentirsi strappare di dosso la propria                           dignità sotto gli occhi della gente, che lo guarda incuriosita per scoprine l' intima                      sofferenza? Cosa ne sai tu, che hai avuto la fortuna di rimanere vedovo?

Tazio:              Ormai sono co...cose passate, fa' fi...fi...fa' fi...finta che non siano mai accadute.

Pasquale:         Io invece mi arrovello e mi macero il cervello.

Ninfa:             Per questo mi fa pena, poverello.

Tazio:              Così rischi di uscire fuori di te..testa.

Pasquale:         La notte mi sveglio di soprassalto e poi fatico a riprendere sonno.

Tazio:              Sono i pensieri che ti danno tu....turbamento.

Ninfa:             E che pensieri.... che pensieri.....caro signor Tazio! Lo so io che pensieri!

Pasquale:         Cosa ne sai tu dei miei pensieri?

Ninfa:             Me l' immagino.

Pasquale.         Come fai ad immaginarti i miei pensieri con la tua testa  di rapa?

Ninfa:             Dimenticavo che voi ora siete acculturato.

Pasquale:         Io approfitto di quelle pause notturne per tentare di risolvere i problemi, che di                            giorno sono rimasti insoluti nella mia mente.

Ninfa:             Quando parlate così mi sembrate un deficiente. Come si fa a trovare al buio le                             soluzioni, che vi sfuggono di giorno?

Pasquale:         Ho detto che le cerco non che le trovo, bestia.

Ninfa:             E' logico. Al buio......che ci provate a fare?

Tazio:              Al buio è più difficile tro..tro..trovarle.

Pasquale:         Certo, perché nel buio della notte si perde la percezione dello spazio e del tempo,                                    che invece abbiamo normalmente durante il giorno.

Ninfa:             La verità è che al buio non si trova niente, nemmeno l'interruttore per accendere la                      luce.

Pasquale:         In quei momenti io sento ancora di più la mancanza accanto a me di mia moglie,                         perché con il suo odore mi dava l'aggancio notturno con la realtà quotidiana.

Tazio:              Con l'odore.....?

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Pasquale:         Con il suo odore in un certo senso mi aiutava....

Ninfa:             Ad accendere la luce ( ride ).

Pasquale:         Ad accendere la luce nel mio cervello, bestia, e così potevo trovare le risposte che

                        cercavo.

Tazio:              Anch'io durante la notte penso, perché do...dormo poco, ca..caro Pasquale?

Ninfa:             Pensate alla buonanima di vostra moglie?

Tazio:              Anche. Ho notato, però, che quando penso al mio passato mi sembra di vedere tutto                   bello, anche quello che prima non lo era. Chissà perché mi ca....capita questa cosa ?

Ninfa:             E' presto detto. Vi siete rimbambito pure voi?

Pasquale:         Che vuole dire “ pure voi “?  Che l'altro rimbambito sono io?

Ninfa:             Allora quando volete la risposta giusta la trovate anche di giorno?

Tazio:              Il ricordo della fame, della miseria, per esempio, non mi me..mette più tristezza come                  mi accadeva fi...fino a qualche anno fa.

Pasquale:         Forse perché ora hai la pancia piena.

Tazio:              Secondo me, quando si co..comincia a vedere le cose in un certo modo, è segno che                    sta ca...ca...ca...cambiando o è già ca...ca....ca....cambiata qualcosa dentro di noi.

Ninfa:             Questi sono gli effetti della vecchiaia, non è  preoccupante.

Pasquale:         Vedere le cose del passato sotto una luce diversa potrebbe, però, essere l'effetto                          deformante di quella, che una volta si chiamava nostalgia.

Tazio:              E' vero. I pe..pensieri rispecchiano sempre il nostro stato d'animo del momento in cui                  li fa...facciamo.

Ninfa:             Ed il momento della vecchiaia si lega bene con  la nostalgia del tempo che fu.

Pasquale:         Cosa ne sai tu della nostalgia del tempo che fu?

Ninfa:             Anche una vecchia carbonara come me ha avuto la sua modesta gioventù.

Tazio:              Se ci pe...pensate bene i fa...fatti, che stanno alla base dei nostri ricordi, rimangono                     sempre gli stessi, nonostante il trascorrere del te..tempo.

Pasquale:         Su questo non c'è dubbio.

Tazio:              Voglio dire in sostanza che la... fame, che abbiamo patito, rimane.... sempre fame e la                  miseria, mi....miseria.

Ninfa:             Che bella scoperta avete fatto stamattina.

Tazio:              Siamo noi, però, che guardiamo quella stessa fa...fame e quella miseria di una volta                     con occhi sempre cangianti, ricavandone impressioni di volta in volta differenti, fino             al pu...punto da vederle addirittura belle.

Ninfa:             Caspita, dove avete imparato tutte queste cose?

Tazio:              Nella mia vita io ho letto tanto, cara do...donna Ninfa.

Pasquale:         Il Corriere dello sport  e Il calcio illustrato?

Tazio:              No. La.... Divina Co...Commedia.

Ninfa:             ( Rivolta a don Pasquale ) Piglia, incarta e porta a casa.

Pasquale:         Smettila di dire fesserie, bestia.

Ninfa:             Meno male che il signor Tazio non è morto stamattina al cimitero, altrimenti chi ce le                   portava tutte queste belle novità?

Pasquale:         Quello, che tu dici, è solo una mezza verità, caro Tazio.

Tazio:              Hai detto: me....me.....mezza?

Pasquale:         Eh, si. Mezza, perché manca l'altra parte.

Tazio:              Quale?

Pasquale:         L'ansia, la disperazione, le umiliazioni, che ci bruciano ancora dentro il cuore, che                        fi...fine hanno fa...fatto? Accidenti, ora fai tartagliare pure me.

Ninfa:             Che fine hanno fatto, signor Tazio? Ce lo dica lei, che ha letto tanto.

Tazio:              Sin.....ceramente non lo so.

Ninfa:             Forse inconsciamente ve ne siete liberato per non sentirne il peso?

Pasquale:         Non possiamo, però, fingere che non siano mai esistite.

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Ninfa:             Don Pasquale ne soffre ancora, poverino.

Tazio:              Il tempo dovrebbe ca..ca...ca...cancellare dalla nostra mente i brutti ricordi e fare                                     emergere solo que..quelli belli.

Pasquale:         Io non riesco, però, a dimenticare.....

Ninfa:             Forse perché vi ci siete fissato.

Tazio:              Se ti ci sei fi..fi...fi...fi...fissato....allora è co....colpa tua.

Pasquale:         Io non riesco a dimenticare la fine ingloriosa del rapporto coniugale con mia moglie.

Tazio:              Il tuo è un ca...ca..ca...ca...caso particolare.

Ninfa:             Una rondine non fa primavera.

Pasquale:         Perché il mio è un caso particolare?

Tazio:              Perché il ricordo delle corna è ancora tro...troppo vivo nella tua mente.

Ninfa:             Vivo e doloroso, di questo sono testimone io.

Pasquale:         Questo è vero. Quando ho scoperto che mia moglie mi tradiva con il mio migliore                       amico,            mi si è creato un blocco nella mente e come un cerchio nella testa.

Ninfa:             Questo è l'effetto delle corna, lo ha confermato anche il dottore.

Tazio:              A pensarci bene è, però, un brutto effetto, ca..caro Pasquale.

Pasquale:         Per me il mondo si è fermato in quel momento ed ho davanti agli occhi sempre la                        stessa immagine, lo stesso fotogramma.

Tazio:              Se le cose stanno così, è difficile che tu po..po..po..po.. possa provare oggi nostalgia.

Ninfa:             Secondo voi don Pasquale dovrebbe provare nostalgia delle sue corna?

Tazio:              Non delle co..corna, che gli ha fatto sua moglie, ma di quell'amore, che è finito male.

Pasquale:         Perché è difficile che io possa provarne nostalgia?

Tazio:              Per avere nostalgia di qualcosa è ne...necessario che il suo ricordo sia già sbiadito,                       sta..stagionato. Deve appartenere ormai al pa..pa..pa..pa..passato, capisci?

Ninfa:             Le corna sono come il vino.  Per essere buoni devono essere d'annata, altrimenti                          fanno venire ambedue il cerchio alla testa.

Pasquale:         Cosa c'entra il vino con le corna?

Tazio:              In effetti più invecchiano e più se ne esalta il gu...gusto.

Pasquale:         Delle corna?

Tazio:              No. Dei ricordi.

Ninfa:             Don Pasquale, date retta a me. Se volete in futuro provare nostalgia del vostro amore,                 dovete smetterla di pensare a vostra moglie, che vi ha abbandonato, e fare in modo                     che il ricordo di quella triste storia scolorisca.

Tazio:              Devi avere pazienza ed aspettare il momento giusto.

Pasquale:         Cosa vuoi dire? Parla più chiaro.

Tazio:              Per ora ti devi accontentare di avere so...solamente il brutto ricordo delle co..corna,                    perché             provare no..nostalgia è un lusso che non ti puoi co..consentire.

Pasquale:         E' un lusso che, volendo, mi potrei anche comprare.

Tazio:              La no..nostalgia non si può com....prare.

Ninfa:             Non la vendono in bottega.

Tazio:              Te la de..devi giorno dopo giorno guadagnare.

Ninfa:             Il ricordo del male, che vi ha fatto vostra moglie, ce lo avete troppo vivo nella mente.

Pasquale:         Statti zitta, ruffiana, pettegola e ignorante.

Tazio:              Ha ragione do...donna Ninfa. Il ricordo è ancora tro..troppo fresco.

Pasquale:         Sei sicuro?

Tazio:              Le corna sono corna, caro Pasquale, non le possiamo so..so..so..so..sottovalutare.

Ninfa:             Non sono come una semplice influenza....

Tazio:              Che con una pillola pa...pa...pa...passa.....

Ninfa:             Le corna sono corna e ci vuole tempo per farle decantare.

Pasquale:         Se io ci penso sempre cosa ci posso fare?

Tazio:              Niente. Ti devi ra...rassegnare.

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Pasquale:         Se tutti hanno nostalgia del loro passato perché solo io non ce la posso avere?

Ninfa:             Perché pensate ancora a vostra moglie.

Pasquale:         Che devo pensare a te, brutta vecchiaccia?

Tazio:              Pasquale, cerca di essere ra...gionevole e non t'incazzare. Devi prendere atto che tua                    mo...moglie ti ha tradito e mettere una pietra sopra quell'amore fi...finto.

Pasquale:         Perché hai detto che quell'amore era finto?

Tazio:              Per il semplice fa..fatto che è svanito com...pletamente.

Pasquale:         Io ho sempre creduto che quello di mia moglie era un sentimento vero.

Ninfa:             Voi l'avete creduto vero ma in effetti non lo era.

Tazio:              Ne è prova il fatto che è fi..fi..fi..fi..finito in malo modo.

Pasquale:         Per me era vero e su questo non ammetto discussione. Altrimenti vi prendo a                               bastonate tutti e due.

Ninfa:             Era vero solo nella vostra immaginazione.

Tazio:              Nella tua fa...fantasia.

Pasquale:         Io ho saputo solo alla fine che mia moglie non mi aveva mai amato, quando lei me lo                  ha apertamente confessato.

Tazio:              Ma qua...quando ti ha detto chiaro e tondo che ti aveva sempre tradito, hai capito                       fi..finalmente che il suo non era stato un se...sentimento vero?

Ninfa:             Non poteva essere stato vero....se vi aveva sempre tradito....

Pasquale:         Ma prima di venirne a conoscenza io quella donna l' ho amata veramente e da lei mi

                        sono sentito riamato, questo è il punto.

Ninfa:             Tutto questo accadeva però nella vostra immaginazione....

Tazio:              Nella tua fa...fantasia....

Pasquale:         E che differenza c'è?

Tazio:              C'è una be...bella differenza fra la realtà e l'apparenza.

Ninfa:             La realtà è tutta un'altra cosa, dovreste prenderne coscienza.

Pasquale:         Io per quell'amore ho gioito, mi sono commosso, ho riso, pianto ed a tratti sono stato     

                        anche felice e tutto questo  accadeva “realmente” con lacrime e risate, vere, che                           venivano dal cuore.

Ninfa:             Credevate di essere felice.

Pasquale:         Io lo ero veramente, alla faccia tua che non capisci niente.

Tazio:              Non capisco dove vuoi arrivare con il tuo ra....gionamento.

Pasquale:         Se alla fine, ma solo alla fine della nostra storia d'amore, ho scoperto il tradimento,                     non posso ora fingere che quell'amore non sia mai esistito e rinunciare per principio                ad averne nostalgia. Mi sono spiegato?

Ninfa:             Io non ci ho capito niente.

Pasquale:         Tu non puoi capire perché sei rimasta una zitella.

Ninfa:             Se lo volete sapere una volta con la fantasia mi sono innamorata pure io.

Pasquale:         Di un rospo?

Ninfa:             No. Di un fico ma il suo nome non ve lo dico.

Tazio:              Io capisco ciò che vuoi dire ma devi riconoscere che, me...mentre tu ti fidavi ad occhi                 chiusi, tua mo...moglie si prendeva gioco di te.

Pasquale:         Ma io non lo sapevo.

Ninfa:             O fingevate di non sapere.

Pasquale:         Io non lo sapevo, bestia. E le sensazioni, che provavo, erano quelle di un marito                           fortunato, perché non ero consapevole del male, che mia moglie mi faceva, avete                        capito?

Tazio:              Donna Ninfa, a pe..pensarci bene potrebbe avere ragione lui.

Ninfa:             Sono tutte fesserie. La realtà è una sola, quella vera. Tutto il resto è fantasia.

Pasquale:         Se vogliamo essere precisi, infelice è stata mia moglie, perché per tanti anni ha                             dovuto fingere di volere bene a me mentre in realtà amava quell'altro, con il quale

               19               

                        andava a letto di nascosto.

Tazio:              Chissà quanto ha sofferto, po...po..po..po..poverina!

Ninfa:             Ma cosa dite? Quella se la spassava notte e giorno. E come se la spassava......

Pasquale:         Nella mia incoscienza di marito innamorato io, però, ero felice.

Ninfa:             Tenevate gli occhi chiusi per non vedere niente.

Tazio:              Non mi pare che questo sia importante se lui è stato fe..fe..fe..fe..felice veramente.

Pasquale:         Perciò, corna o non corna, pretendo che voi due mi riconosciate ufficialmente il              

                        diritto di avere nostalgia come qualunque  altro essere umano.

Ninfa:             Di cosa volete avere nostalgia?

Pasquale:         Del mio passato di marito innamorato.

Tazio:              Io su questo fro...fronte non mi posso sbilanciare, preferisco essere prudente e non                      rischiare.

Pasquale:         Se vi ostinate a negarmi questo diritto mi rivolgerò al tribunale.

Ninfa:             Al tribunale? Per me, se volete provare nostalgia  delle vostre corna, vi potete                              accomodare. Con il tribunale non ci voglio avere nulla a che fare.

Tazio:              Devi essere ra...ragionevole. Il destino non lo puoi fo..forzare.

Pasquale:         Disgraziati,  mi avete tradito pure voi.

Tazio:              Forse tu non hai capito che...che...che...

Ninfa:             Che anche se la verità può fare male non la possiamo eliminare.

Pasquale:         Voi vi state servendo della vostra verità per distruggere la mia vita. Questa è la verità.

Tazio:              Ti volevamo solo aiutare a....a....a...

Ninfa:             A superare......questa fase delicata della vostra vita....        

Pasquale:         Voi mi volevate aiutare a seppellire i miei ricordi....ecco cosa volevate fare. Ma non                     riuscirete mai a farlo.

Tazio:              Il tuo è stato so...solamente un sogno....ti devi rassegnare, ca..ca..ca..ca..caro mio.

Pasquale:         L'amore di mia moglie è stato un sogno, che mi ha riempito, però, la vita di...di...di...

Ninfa:             Di corna ve l'ha riempita. Cercate una volta per sempre di tenere gli occhi aperti.

Pasquale:         Ora lasciatemi solo, per favore, perché ho bisogno di ricordare.... e la vostra presenza                  mi  impedisce di farlo a modo mio.

Tazio:              Se è così allora ce ne po...possiamo andare. (Tazio e Ninfa si avviano verso l'uscita ).

Pasquale:         E' l'unica cosa buona, che potete fare.

Scena seconda

                                                              ( Pasquale e Martinica )

Pasquale:         Niente, niente.....di quell'odore non c'è traccia. Si è volatilizzato......volatilizzato...

Martinica:       ( Entra timorosa ) Buon giorno, don Pasquale.

Pasquale:         Cosa vuoi?

Martinica:       Mi ha detto donna Ninfa che state cercando una domestica, che possa badare alla                       vostra casa.

Pasquale:         Ho detto mille volte a quella vecchia disgraziata che io non ho bisogno di nessuno e

                        invece continua a mandarmi ancora gente. Io non ho bisogno di nessuno, hai capito?

Martinica:       Se ho fatto male a venire, vi prego di scusarmi.

Pasquale:         Ti sei sbagliata, va bene?

Martinica:       Non vi prendete collera, don Pasquale. Io me ne vado da dove sono venuta e tolgo                     subito il disturbo. ( Si accinge ad uscire ).

Pasquale:         Dove vai, bestia?

Martinica:       Se non mi volete, che rimango a fare?

Pasquale:         Ti ho cercato io?

Martinica:       No.

Pasquale:         Allora?

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Martinica:       Me ne vado subito, non vi preoccupate. ( Prova ad andarsene ).

Pasquale:         Vieni qua, bestia. Ormai che sei venuta, fatti almeno vedere da vicino.

Martinica:       Come volete voi. ( Si avvicina ).

Pasquale          ( La squadra da capo a piedi, ne valuta ad occhio e croce forza fisica e prestanza e                      poi le chiede di girarsi ). Girati.

Martinica:       ( Si gira su se stessa ) Così?

Pasquale:         Girati un'altra volta.

Martinica:       ( Esegue in silenzio).

Pasquale:         Come ti chiami?

Martinica:       Martinica.

Pasquale:         Come?

Martinica:       Martinica.

Pasquale:         E' un nome strano.

Martinica:       Un nome nuovo.

Pasquale:         Non l'ho mai sentito dire prima d'ora.

Martinica:       L'ha inventato mio nonno Gabriele.

Pasquale:         Che mestiere faceva tuo nonno?

Martinica:       Il calzolaio.

Pasquale:         Credevo che facesse il...letterato.

Martinica:       Lo ha creato apposta per me.

Pasquale:         Meno male che non è andato più avanti.

Martinica:       Il mio vero nome sarebbe Martina ma mio nonno, che è di origini siciliane, ci ha                          voluto aggiungere “nica”, per significare che ero la più piccola della famiglia.                              Martina nica, all'inizio mi chiamava, cioè la piccola Martina, avete capito il gioco                   di parole?

Pasquale:         No.

Martinica:       Martina nica, Martina nica.....e dopo qualche giorno venne fuori Martinica e tutti gli                   altri si sono piano piano abituati.

Pasquale:         Era meglio se tuo nonno pensava solamente a fare le scarpe.

Martinica:       Se il mio nome non vi piace me lo potete cambiare a vostra discrezione.

Pasquale:         Tuo nonno ti voleva bene?

Martinica:       E me ne vuole ancora perché è vivo e vegeto, avendo superato, grazie a Dio, i                              novant'anni.

Pasquale:         E tu gliene vuoi come lui ne vuole a te?

Martinica:       Un bene dell'anima, ve lo giuro. Di tutti i nonni è quello a cui sono più affezionata. Pasquale:            Sarebbe piaciuto anche a me avere una nipote, che mi volesse bene.

Martinica:       E' vero che voi non avete avuto neanche un figlio?

Pasquale:         Io sono solo al mondo e, per non privarlo della mia presenza, ho deciso di rimanere                     ancora qui.

Martinica:       Mi dispiace.

Pasquale:         Ti dispiace che sono ancora vivo?

Martinica:       No. Mi dispiace che siete solo al mondo.

Pasquale:         Ti dispiace?

Martinica:       Si. Mi dispiace.

Pasquale:         Cosa c'entri tu?

Martinica:       Io? Niente.

Pasquale:         Allora non ti prendere confidenza e lascia perdere il dispiacere.

Martinica:       Scusatemi, lo dicevo a fin di bene.

Pasquale:         Sei sposata?

Martinica:       No. Fidanzata.

Pasquale:         E' un bravo ragazzo il tuo fidanzato?

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Martinica:       Ad essere sincera tanto bravo non mi pare.

Pasquale:         E' forse un delinquente?

Martinica:       No. Solo un pochino scapestrato.

Pasquale:         Solamente scapestrato?

Martinica:       No. E' anche manesco.

Pasquale:         Questa non mi pare una buona qualità.

Martinica:       A chi lo dite?

Pasquale:         Ha qualche altro difetto?

Martinica:       Si. E' un essere violento.

Pasquale:         Era già così quando lo hai conosciuto o,  stando insieme a te, ci è diventato?

Martinica:       Da quando sta con me mi ha detto anzi di essere migliorato.

Pasquale:         Figuriamoci com'era prima.

Martinica:       Mi picchia spesso, per futili motivi o anche senza una ragione.

Pasquale:         Ti picchia  insomma in via preventiva?

Martinica:       Lui dice che è una cosa salutare.

Pasquale:         Ti picchia forte?

Martinica:       E come? E subito dopo per rifare la pace mi chiede un po' di soldi e se non ce li ho                     per me sono dolori.

Pasquale:         In conclusione?

Martinica:       Finisce sempre che mi dà la seconda razione, dicendo di avere anche ragione.

Pasquale:         Se quello che tu dici è la verità nel vostro rapporto c'è qualcosa che non va.

Martinica:       In che senso?

Pasquale:         Come in che senso? Mi sembra chiaro che dovrebbe avere per te maggiore rispetto                      uno che dice di volerti bene.

Martinica:       Lui, grazie a Dio, non me lo dice quasi mai che mi vuole bene.

Pasquale:         Non te lo dice?

Martinica:       No. Ma in compenso, grazie a Dio, me lo fa capire.

Pasquale:         Con le botte?

Martinica:       Precisamente. Dice che quello è il modo naturale per esprimere i suoi sentimenti.

Pasquale:         Scommetto che quando fate l'amore ti dice anche le parolacce.

Martinica:       Si. E quante me ne dice!

Pasquale:         Mi pare di sentirlo questo fetente.

Martinica:       Me ne dice di tutti i colori! Ma spesso, grazie a Dio, mi manda a fare in culo anche se                 non stiamo facendo l'amore.

Pasquale:         Forse lo fa per non  perdere l'abitudine?

Martinica:       A seconda di come gli piglia. Non è sempre uguale. Il mio fidanzato, grazie a Dio,                      ha molta fantasia.

Pasquale:         Se tu fossi figlia mia gli farei vedere io....

Martinica:       Vedo che voi non approvate il comportamento del mio fidanzato e nei panni vostri                      la stessa cosa farei anch'io.

Pasquale:         Allora sei cosciente del male che ti fa?

Martinica:       Chi è innamorata accetta tutto dalla persona amata.

Pasquale:         E a quanto pare tu sei innamorata.

Martinica:       Innamorata persa di Prospero Manfredi, che voi ben conoscete.

Pasquale:         Prospero Manfredi?  Ma quello è uno sciagurato.

Martinica:       Se mi sono innamorata di lui che ci posso fare?

Pasquale:         E' un uomo senza arte né parte.

Martinica:       Lo so. E' un'anima persa.

Pasquale:         Allora sei cascata proprio male.

Martinica:       Al cuore non si comanda.

Pasquale:         Ma, volendo, si può disubbidire.

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Martinica:       A lui non voglio rinunciare.

Pasquale:         Metterti le mani addosso e, però, una cosa vile.

Martinica:       Le mani, con le quali mi riempie la faccia di schiaffi, sono le stesse, con le quali ogni                   tanto mi fa qualche carezza ed io in quei momenti.....che vi devo dire, don Pasquale,   

                        in quei momenti...mi scordo di tutto quello, che mi ha fatto in precedenza, e gli getto                  le braccia al collo.

Pasquale:         Per strozzarlo?

Martinica:       No. Per baciarlo.

Pasquale:         Allora sei di memoria corta?

Martinica:       Cortissima.

Pasquale:         Per questo, nonostante tutto, continui a volergli bene.

Martinica:       Ogni giorno di più per malasorte mia.

Pasquale:         Contenta tu.....

Martinica:       Forse vi sembro un pochino stupida, non è vero?

Pasquale:         No!!! Ma, se devo essere sincero, nemmeno tanto intelligente.

Martinica:       Voi avete ragione, ma io non posso fare diversamente.

Pasquale:         Da quanto tempo dura questa bella storia d'amore?

Martinica:       Da quasi quattro anni.

Pasquale:         Quattro anni di.....botte?

Martinica:       Naturalmente. Ha cominciato subito, dalla prima sera, ed in quattro anni, me ne ha                      date sempre tante, a rate ed in contanti.

Pasquale:         Insomma, non te le ha fatte mai mancare?

Martinica:       Mai. Quando Prospero s'incazza per me sono dolori.

Pasquale:         Quello ha le mani grandi, che sembrano due pale e, quando arrivano, sono sicuro che                  fanno molto male.

Martinica:       E come! Ma io sono abituata alle sue sfuriate e, per fargli dispetto, fingo di non                          sentire quelle sue manacce, che mi si stampano sul viso.

Pasquale:         Chissà come ci rimane male, poverino?

Martinica:       Se ci rimane male.....cosa ci posso fare?

Pasquale:         Certo, se l'è voluto lui.

Martinica:       Allora sì che s' incazza per davvero e per sfogare la sua rabbia mi mena che è una                        bellezza.

Pasquale:         Un'altra volta? A quanto pare non sa fare altro il  tuo fidanzato?

Martinica:       Ma io continuo a fare l'indifferente e  lo faccio restare con un palmo di naso.

Pasquale:         Ma tu,  allora, lo vuoi proprio umiliare questo ragazzo?

Martinica        Eh, caro don Pasquale, come si dice: sopra un diavolo ce ne vuole un altro.

Pasquale:         Facendo così alla fine lo fai stancare, poverino?

Martinica:       Quando è stanco di menare  finalmente si riposa e così mi lascia in pace.

Pasquale:         Ma poi ti chiede almeno scusa?

Martinica:       Scusa? Mai.

Pasquale:         Allora, è pure maleducato?

Martinica:       Mi ha detto che non è abituato a chiedere scusa.

Pasquale:         E tu che fai?

Martinica:       Aspetto. E, quando se ne va, mi metto a piangere come una vitella e mi faccio gli                        impacchi perché ho il viso gonfio come una zampogna.

Pasquale:         Stare con Prospero è una vera sofferenza?

Martinica:       Quando non è in collera, cosa che purtroppo capita raramente, mi dice, però che mi                    vuole sposare.

Pasquale:         Forse per poterti picchiare più agevolmente?

Martinica:       E su quello, che mi dice nei momenti di bonaccia, io faccio affidamento. Che altro                      potrei fare, secondo voi?

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Pasquale:         Beh! Tutto sommato non ti puoi lamentare.

Martinica:       Lamentarmi io? Non sia mai. Se lo facessi firmerei la mia condanna a morte.

Pasquale:         Appunto, è meglio sopportare.

Martinica:       Io e Prospero avremmo intenzione di sposare, ma purtroppo siamo costretti a                               rimandare continuamente la data delle nozze, perché non abbiamo il denaro                                 necessario per mettere su famiglia.

Pasquale:         Questo è un problema serio al giorno d'oggi.

Martinica:       Lui dice che se non abbiamo i soldi è tutta colpa mia, perciò, se mi azzardo a                               parlare di matrimonio, finisce sempre che me le suona di santa ragione.

Pasquale:         Qual è, secondo te, il  motivo di questa sua violenza ingiustificata?

Martinica:       Lui dice che mi mena perché mi vuole bene.

Pasquale:         Pensa cosa ti farebbe se ti volesse male?

Martinica:       Dice che lo fa per mantenere vivo il nostro rapporto, che altrimenti rischierebbe di                       morire per la noia.

Pasquale:         Ah! Ho capito! Per tenere vivo il vostro rapporto sentimentale ammazza te di botte.

Martinica:       Per me, che sono povera, la vita è molto dura, caro don Pasquale. Che ci posso fare?

Pasquale:         Anche se con Prospero c'è poco da sperare, pensa ugualmente che il domani sarà                        migliore.

Martinica:       Prospero è inquieto perché io non riesco a mettere da parte i soldi per sposare.

Pasquale:         Pensasse lui a lavorare.

Martinica:       Di lavoro non ne vuole sentire nemmeno parlare.

Pasquale:         I tempi sono duri e c'è poco da scherzare.

Martinica:       Beato voi, che avete un bel podere.....

Pasquale:         Il podere l'ho già venduto per ricavarci i soldi per campare.

Martinica:       Perché, non avete la pensione dell'INPS?

Pasquale:         Si, ma non mi bastava ed ho dovuto vendere il podere, che avevo comprato quando                    stavo ancora con mia moglie.

Martinica:       Voi pensate spesso a vostra moglie?

Pasquale:         Spessissimo e me la sogno anche la notte.

Martinica:       Che bello! Quello vostro dev'essere stato un grande amore.....

Pasquale:         Ci volevamo molto bene e con lei a tratti sono stato anche felice.

Martinica:       Avete mai picchiato vostra moglie?

Pasquale:         Qualche volta ma.....senza cattiveria, beninteso.

Martinica:       Ah, ah! Allora anche voi siete stato un po' manesco?

Pasquale:         Nella misura giusta e senza mai esagerare.

Martinica:       Questo francamente da voi non me l'aspettavo.

Pasquale:         Lasciamo perdere questo discorso, per favore.

Martinica:       Come volete voi, don Pasquale.

Pasquale:         Le botte, cara mia, si danno ad una persona cara quando è in vita,  perché dopo la                       morte.....

Martinica:       Certo. Dopo la morte sarebbe troppo tardi per dargliele?

Pasquale:         No. Perché, dopo la morte, tutti gli schiaffi ed i calci ricevuti si tramutano                                   automaticamente in suffragi per la redenzione della sua anima benedetta, non lo sai?

Martinica:       Volete dire che se una donna in vita ne ha buscate tante, quando muore ha più                             possibilità di andare in paradiso?

Pasquale:         Più o meno è questo che volevo dire.

Martinica:       Allora io ho la speranza di diventare santa.

Pasquale:         ( Abbozza un sorriso, poi si fa di colpo pensieroso ) A volte me la immagino seduta

                        accanto a me, mentre in silenzio sferruzza, come faceva nelle serate d'inverno,

                        quando presto si fa buio, e provo nostalgia del suo odore.

Martinica:       Del suo odore?

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Pasquale:         Precisamente. Il suo era un odore intenso, genuino, di donna di campagna. Come 

                        quello del pane fatto in casa, appena levato dal forno.

Martinica:       Un odore importante a quanto pare?

Pasquale:         Un odore forte, acuto, penetrante, che non si può dimenticare.

Martinica:       Che bellezza!

Pasquale:         Un odore d'altri tempi, che non sono riuscito più a sentire da quando lei ha lasciato                     questa casa.

Martinica:       Era bella vostra moglie?

Pasquale:         Graziosa, affabile, gentile e rispettosa del marito.

Martinica:       Ne avete ancora un grande rimpianto?

Pasquale:         Aveva i fianchi come una giumenta e lavorava più di una bestia da soma.

Martinica:       Per questo ne avvertite con tanta pena la mancanza e ne soffrite al punto da                                 sognarvela la notte. Se quando era in casa vi avesse fatto qualche dispettuccio .....                       ora probabilmente la rimpiangereste meno.

Pasquale:         Tu sei una ragazza perspicace ma hai la lingua troppo lunga.

Martinica:       Si dice in giro che formavate una bella coppia.

Pasquale:         Questa casa si illuminava con la sua presenza.

Martinica:       Era fosforescente?

Pasquale:         Chi?

Martinica:       Vostra moglie.

Pasquale:         No. Ma era come se lo fosse.

Martinica:       Allora ci ho indovinato?

Pasquale:         Io l'ho amata tanto ed ora non pretendo che lei ritorni in questa casa. Questo no. Non                 lo pretendo. Vorrei, se possibile, risentire il suo odore. Solo l'odore,  mi capisci?

Martinica:       E' molto bello quello che voi dite di vostra moglie.

Pasquale:         L'odore......almeno l'odore.....

Martinica:       Ad ascoltare certe cose mi vengono i lucciconi agli occhi.

Pasquale:         Il mio più grande desiderio è di risentire un giorno quell'odore. A proposito, vieni un                   po' qua, avvicinati.

Martinica:       ( Martinica esita ad accogliere il suo invito, sospettando chissà quale tranello ed il                       vecchio trasforma in ordine la sua iniziale richiesta .)Io?

Pasquale:         Ti ho detto di venire qua e di accostarti a me.

Martinica:       Io....là?

Pasquale:         Tu, qua.

Martinica:       ( Fa un passettino verso il vecchio e subito si ferma ). Io.... là ?

Pasquale:         Sono curioso di sentire l'odore, che emana il tuo corpo.

Martinica:       Mi volete forse annusare, don Pasquale?

Pasquale:         Si.

Martinica:       Annusare?

Pasquale:         Cosa c'è di strano?

Martinica:       C'è che..... stamattina non ho nemmeno fatto il bagno.

Pasquale:         Meglio così.

Martinica:       Ne siete sicuro?

Pasquale:         Solo qualche tirata di prova, non ti preoccupare.

Martinica:       Che prova, don Pasquale?

Pasquale:         Per fare un paragone con l'odore della mia ex moglie.

Martinica:       Non è per contraddirvi, cosa che non mi permetterei mai di fare, ma in tutta                                 franchezza vi devo dire che qualcosa di strano c'è in questa vostra insolita richiesta.

Pasquale:         Su, avvicinati, e non fare la smorfiosa.

Martinica:       Statemi a sentire, per favore.

Pasquale:         Cos'altro hai ancora da dire?

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Martinica:       Io capisco la vostra esigenza di coniugare il presente con il passato per riprovare                          antiche emozioni mai dimenticate, ma io temo che alla fine il vostro lodevole                               tentativo possa ritorcersi a mio esclusivo danno.

Pasquale:         Fammi sentire il tuo odore e smettila di ciarlare, altrimenti va a finire che mi fai                           incazzare.

Martinica:       Non vi prendete collera, per favore. Io l'odore mio ve lo faccio sentire perché vi

                        porto rispetto e non vi voglio scontentare ma....se per caso non fosse identico a                           quello di vostra moglie, non c'è pericolo che mi bastonate pure voi e mi fate perdere                   l'occasione di lavoro?

Pasquale:         Non avere alcun timore. Ho già deciso di prenderti a servizio perché mi sembri forte

                        e ben dotata.

Martinica:       Vi ringrazio  per la notizia, che mi avete dato.

Pasquale:         Ed ora avvicinati. Fammi sentire l'odore perché dopo tanti anni di astinenza rischio di

                        smarrirne la memoria.

Martinica:       Io faccio quello che voi desiderate. ( Fa qualche passo avanti e si accosta a don                          Pasquale, che l'attende seduto poco distante. Rimane in piedi, rigida, con una mano                    poggiata sul suo grembo e l'altra sul seno per proteggerli da un eventuale assalto.   

                        Con lo sguardo rivolto al cielo rimane così in vigile attesa, tremando di paura ).

Pasquale:         ( La osserva e non dice niente. Poi si alza dalla sedia e le gira intorno, mentre                              Martinica, preoccupata, sposta la mano dal grembo al suo sedere e viceversa mano

                        a mano che  completa il giro ). Ah, ah, ah! ( ride ) Ti stai forse domandando cosa ho                    intenzione di fare, non è vero?

Martinica:       ( Fa cenno di no con la testa ).

Pasquale:         Come fai a dire di no se si vede lontano un miglio?

Martinica:       Forse avete ragione voi.

Pasquale:         Me lo immaginavo.

Martinica:       Non per sfiducia nei vostri confronti, per carità.

Pasquale:         Per qualche altra ragione allora?

Martinica:       Voi mi dovete scusare ma io sono una ragazza semplice, poco smaliziata e non mi                        intendo di cose sofisticate.

Pasquale:         Eh, già, dimenticavo. Tu ti intendi solo di botte e di legnate.

Martinica:       La verità è che questa faccenda dell'odore mi ha colto di sorpresa e mi ha un po'                          scombussolata perché non potevo immaginare che......

Pasquale:         Mi dispiace ma io non volevo crearti turbamento.

Martinica:       Sapete, con tutto quello che si sente dire giro su certi datori di lavoro, una ragazza....

                        non sa a cosa pensare.

Pasquale:         La mia richiesta non aveva alcun secondo fine, come tu forse all'inizio hai temuto.

Martinica:       Vi chiedo scusa per la mia involontaria diffidenza.

Pasquale:         Pertanto non c'è alcuna ragione perché tu stia ancora sulla difensiva.

Martinica:       Ne ero arcisicura. ( Il vecchio le passa dietro e lei si protegge  ancora una volta il             sedere ).

Pasquale:         Mica tanto sicura se stai tremando ancora come una foglia.

Martinica:       Se tremo lo faccio contro il mio volere, non per farvi scorno.

Pasquale:         Dalla posizione, che hai assunto, mi sembri Giovanna D'Arco, condannata al rogo.

Martinica:       E' stata una reazione istintiva per proteggere....

Pasquale:         Per proteggere i gioielli di famiglia? Ed ora, cessato allarme, ti puoi anche rilassare.                     Ri...poso!

Martinica:       Ah, già, avete ragione voi  me ne ero scordata ( toglie finalmente le mani dai posti                       strategici ).

Pasquale:         Forse tu non sai che l'odore è un fattore importante nella vita di una persona.                               Dall'odore dipendono molte cose sia nel bene che nel male.

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Martinica:       Qualcosa per istinto avevo già capito.

Pasquale:         Un buon odore è quasi sempre accattivante mentre un cattivo odore può essere                            repellente.

Martinica:       La puzza volete dire voi?

Pasquale:         Chissà quanti amori nascono o muoiono a causa dell'odore. Se un odore ci colpisce

                        può rimanere a lungo impresso nella nostra mente, come è accaduto a me con quello                    di mia moglie.

Martinica:       Ho capito. Ma io cosa c'entro con tutto questo?

Pasquale:         C'entri, c'entri. L'odore può essere leggero,  forte, penetrante come una spada, che                      trafigge il cuore.

Martinica?       Come una spada.....

Pasquale:         L'odore di mia moglie Mara aveva in sé tutte queste qualità messe assieme, perciò                       oggi mi è difficile trovarne uno che ci assomigli.

Martinica:       Mi sembra logico.

Pasquale:         Io la sentivo a  naso la presenza di mia moglie.

Martinica:       A.... naso?

Pasquale:         Si. A naso. Anche se con gli occhi non la vedevo , da una stanza all'altra ne avvertivo                  la presenza proprio dall'odore.

Martinica:       Doveva essere un odore parecchio forte quello della signora Mara?

Pasquale:         Forte? Diciamo che era un odore particolare, inconfondibile, riconoscibile fra tanti.

Martinica:       Vostra moglie.....non era una donna normale.

Pasquale:         Lo puoi ben dire, cara. In paese la ricordano ancora tutti.

Martinica:       Per l'odore?

Pasquale:         Soprattutto per l'odore, ma non solo per quello.

Martinica:       Dev'essere stato davvero speciale.

Pasquale:         L'odore è come la carta d'identità, è la caratteristica che ci identifica ed allo stesso                      tempo ci distingue da tutti gli altri, come le impronte digitali.

Martinica:       Il mondo è pieno di odori.

Pasquale:         Tu hai mai sentito l'odore della miseria?

Martinica:       Altro che se l'ho sentito. Il suo odore lo riconoscerei ad occhi chiusi.

Pasquale:         Che vuole dire  ad occhi chiusi, bestia?

Martinica:       Volevo dire che lo riconoscerei fra mille altri odori.

Pasquale:         Io ho il ricordo di un odore che fortunatamente ho sentito solo in guerra.

Martinica:       Scommetto che è l'odore della fame.

Pasquale:         No. E' invece l'odore della paura, che in quanto a sgradevolezza è secondo solamente                 a quello della morte.

Martinica:       Io me lo posso solamente immaginare.

Pasquale:         Un odore pungente, fastidioso, che opprime il cuore ( Mentre dice queste cose, come                   un cane da tartufi, don Pasquale comincia ad annusare Martinica, che di colpo si fa             rigida come una statua. Il vecchio fa una prima sommaria perlustrazione del corpo

                        della ragazza , seguita da un'altra più particolareggiata con soste su alcune zone ed                     improvvisi ritorni su altre e si inebria del suo profumo al punto da perdere la testa            ed allungare le mani, costringendo Martinica a reagire per calmare i suoi bollenti                       spiriti e bloccare il movimento delle sue mani ).

Martinica:       Eh, no, caro don Pasquale, così non ci siamo. Se volete andare avanti in questo                           vostro esperimento, vi dovete contenere perché io non sono vostra moglie. Per                            sentire il mio odore non c'è alcun bisogno che mi tocchiate le tette e mi mettiate una                mano sul sedere.

Pasquale:         Hai ragione, hai ragione, non l'ho fatto apposta.

Martinica:       Vi dovete fidare del vostro naso e non andare oltre.

Pasquale:         Ti chiedo scusa se mi sono lasciato andare sulla scia dei ricordi.

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Martinica:       Va bene. Non vi state a preoccupare.

Pasquale:         Per un momento mi è parso di sognare, di sognare....di sognare.....

Martinica:       Allora, cosa ne dite? Com'è andato l'esperimento?

Pasquale:         Sono ancora frastornato per l'atto inconsulto, che ho compiuto.

Martinica:       Ormai è acqua passata, don Pasquale.

Pasquale:         I sogni non si possono controllare.

Martinica:       Perciò non pensateci più e ditemi piuttosto: il mio odore è uguale a quello di vostra                     moglie. Si o no?

Pasquale:         E' buono e ci assomiglia ma è un po' meno forte. Sì, a pensarci bene, è meno acuto.

Martinica:       E' meglio così, non vi pare? Io stavo già in pensiero all'idea che vi potesse sembrare                     uguale.

Pasquale:         Uguale decisamente non lo è ma lo ricorda molto.

Martinica:       Molto alla lontana, spero.

Pasquale:         Tu frequenti un ambiente diverso da quello, che frequentava mia moglie.

Martinica:       Io non frequento la campagna.

Pasquale:         Il tuo è un odore più leggero, come quello di una giovane vitella. Molto più delicato,

                        perciò, di quello di una vacca.

Martinica:       Vi ringrazio per il complimento anche se il paragone mi sembra per la verità un po'                       azzardato.

Pasquale:         Non volevo, però,  essere irriguardoso.

Martinica:       Come avete fatto, a suo tempo, per conquistare vostra moglie?

Pasquale:         I nostri erano altri tempi, molto diversi da quelli attuali, dove tutto è lecito ma niente                  ha più sapore.

Martinica:       E' vero che ai vostri tempi per i fidanzati era un'impresa fare l'amore?

Pasquale:         Un'impresa a rischio con difficoltà elevate. Si doveva fare tutto di nascosto per                           evitare pettegolezzi o di dare scandalo nel paese ma, nonostante tutto, ci                                     arrangiavamo.

Martinica:       Ci riuscivate? 

Pasquale:         Raramente e solo in modo parziale. Per nostra fortuna una carezza o un bacio ci                           riempivano ugualmente il cuore di gioia.

Martinica:       Come dire che vi fermavate quasi sempre all'antipasto?

Pasquale:         Un antipasto che preludeva ad un piatto succulento, che purtroppo non arrivava mai.

Martinica:       Oggi le cose sono cambiate.

Pasquale:         Buon per voi.

Martinica:       E' vero. Ma anche se mangiamo  primo, secondo e contorno,  non siamo mai                                contenti.

Pasquale:         Perché le pietanze non  hanno più il sapore di una volta e, dopo averne fatto                                un'abbuffata, rimane dentro soltanto un gran languore.

Martinica:       Che ne sapete voi del languore, che rimane dentro, se non l'avete mai provato?

Pasquale:         Me lo sono immaginato.

Ninfa:             ( Entra ) Scusatemi, don Pasquale.....Oh! Martinica, hai fatto bene a seguire il mio                       consiglio di venire a parlare con don Pasquale.

Martinica:       Mi stava dicendo giustamente don Pasquale............

Pasquale:         Le stavo dicendo che ho deciso di metterla alla prova e di sperimentare le sue                              capacità.

Ninfa:             Sarebbe l'ora che vi decideste a prendere qualcuna per accudire la vostra casa.

Pasquale:         Sei venuta per farmi la predica?

Ninfa:             Vi volevo solo dire che quei due colombi hanno riempito di escrementi la credenza,                     approfittando del fatto che c'è un  vetro rotto.

Pasquale:         E allora?

Ninfa:             Bisognerebbe metterci qualcosa per impedire ai colombi di entrarci.

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Pasquale:         Loro amano la libertà e non sarebbero contenti se gli impedissimo di entrare nella

                        credenza.

Ninfa:             Anche noi amiamo la libertà ma non possiamo fare tutto quello, che ci pare.

Pasquale:         Se amassimo davvero la libertà avremmo molto più rispetto per quella degli altri.

Ninfa:             Queste cose le avete lette sul Corriere dello sport?

Pasquale:         No. Sulla Gazzetta.

Ninfa:             Complimenti! Martinica, vienimi a trovare. Ho da dirti tante cose su questa casa.

                        ( Esce ).

Martinica:       Appena possibile vi verrò a trovare.

Pasquale:         Dimmi un po'. Da quanto tempo non ti picchia il tuo fidanzato?

Martinica:       Per essere precisa, dall'altro ieri.

Pasquale:         Avete già fatto la pace?

Martinica:       Non ancora.

Pasquale:         Quanto ti ha chiesto questa volta per  fare la pace?

Martinica:       Centocinquanta euro in contanti.

Pasquale:         Perché non glieli hai dati?

Martinica:       Non ho nemmeno un centesimo, ve lo giuro.

Pasquale:         Se ce li avessi....?

Martinica:       Correrei subito a portarglieli.

Pasquale:         Se tu fossi d'accordo potremmo fare un patto.

Martinica:       Che patto, don Pasquale?

Pasquale:         Un patto fra gentiluomini. Se tu mi fai annusare il tuo corpo per una intera settimana                  io ti do i centocinquanta euro per fare la pace con il tuo fidanzato.

Martinica:       E se Prospero mi picchia un'altra volta?

Pasquale:         In tal caso vedremo cosa fare. Ma tu ti devi impegnare a perfezionare il tuo odore..

Martinica:       Solo annusare vero, don Pasquale?

Pasquale.         Solo annusare. Allora, siamo intesi?

Martinica:       Siamo intesi. Non pensavo francamente che il mio odore fosse così importante.

Pasquale:         Ciò, che noi offriamo, spesso sembra essere molto meno di quello, che l'altro riceve.

Martinica:       Volete dire che il mio odore ha per voi un grande valore?

Pasquale:         Mi ricorda una persona, che un tempo mi fu cara .

Martinica:       Don Pasquale, non fate complimenti, se volete potete cominciare subito ad                                  annusarmi.

Pasquale:         Lo faccio molto volentieri.

Martinica:       Giuro che farò tutto il possibile per farvi risentire l'odore di vostra moglie.

Pasquale:         Se me lo farai risentire ti darò un premio finale, che ti consentirà finalmente di                             sposare.

Martinica:       Don Pasquale, scialatevi, annusatimi tutta a vostro piacimento e fatemi poi sapere il                    vostro             gradimento.( Alza le braccia al cielo e si offre  a lui senza riserve ).Annusate,                  annusate tutto quello che vi pare, non fate complimenti, don Pasquale.

FINE DEL PRIMO ATTO

SIPARIO

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                                                               SECONDO ATTO

 

Scena Prima

( Ninfa, Martinica e, quindi, Pasquale )

Ninfa:             Secondo  me il vecchio non si è  rassegnato a deporre le armi ed ha ancora qualche                      velleità.

Martinica:       Ma cosa dite, donna Ninfa, il vecchio ha più di settant'anni e non gli passa nemmeno                  per la mente di fare certe cose.

Ninfa:             Secondo me il vecchio ci ha provato per tastare il terreno.

Martinica:       Vi state sbagliando di grosso, parola mia.

Ninfa:             Non mi dire che si è accontentato di sentire solamente l'odore, perché io non ci                           credo.

Martinica:       Ve lo giuro sull'anima santa di mia nonna Gelsomina.

Ninfa:             Non ha preteso qualcosa di più.... sostanzioso?

Martinica:       No. Che motivo avrei per dirvi una bugia? Ha voluto sentire solamente l'odore, punto                 e basta.

Ninfa:             Valli a capire certi uomini. Mi sembra impossibile che al giorno d'oggi, possano                            esistere personaggi del genere.

Martinica:       Non vi potete immaginare come tirava, il vecchio. Si è fatto il pieno dei polmoni e                       quando ne è stato sazio, mi ha detto di essere felice per avere respirato finalmente                       l'odore della gioventù.

Ninfa:             Mi pare di vederlo questo vecchiaccio intento ad annusarti dappertutto, sotto, sopra...

Martinica:       Mi annusava intensamente perché sperava di trovare nel mio profumo una qualche                     somiglianza con quello della moglie.

Ninfa:             Tu parli di profumo impropriamente, cara, perché la moglie di don Pasquale non era                    certamente un' igienista.

Martinica:       Questo l'ho sentito dire anch'io da qualche donna del paese.

Ninfa:             Anzi non capisco come don Pasquale abbia potuto trovare punti di contatto fra                           l'odore tuo e quello di sua moglie.

Martinica:       Grazie a Dio, non ce li ha trovati. Ha detto che il mio odore è molto più delicato di                     quello della moglie perché frequento un altro ambiente.

Ninfa:             Il primo tentativo è andato, quindi, a vuoto?

Martinica:       A me ha fatto comodo lo stesso perché con i soldi, che don Pasquale mi ha regalato,                   ho rifatto la pace con il mio fidanzato.

Ninfa:             Devo dire che sei stata fortunata. Se, quando ero giovane qualcuno mi avesse                              voluto.... annusare, ti confesso che ci avrei fatto un pensierino pure io.

Martinica:       Nessuno vi ha mai corteggiato, donna Ninfa?

Ninfa:             Quando ero giovane io facevo la carbonara ed ero, perciò, sempre nera, perché....                        sporca di carbone.

Martinica:       Questo vi ha danneggiato agli occhi della gente?

Ninfa:             Si e no. C'era un giovane, bello come il sole, che ogni giorno entrava nella mia                             bottega e senza dirmi niente mi lasciava una rosa sul bancone. Io la prendevo, la                          odoravo e, per ringraziarlo, gli lanciavo un bacio con le dita di una mano. Così.. ( Fa                         il gesto ).

Martinica:       Romantica questa cosa!

Ninfa:             Un giorno ho pensato di fargli una sorpresa e mi sono fatta trovare tutta vestita a                                    festa, pulita in viso e con il rossetto sulle labbra, intenzionata a dargli un bacio sulla                    bocca.

Martinica:       Ci sarà rimasto incantato, il giovanotto?

Ninfa              Quando mi ha vista purtroppo non mi ha riconosciuto. Mi ha chiesto subito della

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                        carbonara ed io, che ero emozionata, gli ho risposto che lei era sparita.

Martinica:       E poi com'è finita?

Ninfa:             E' finita che ha lasciato la rosa sul bancone ed è scappato via piangendo. E da quel                     giorno non si è fatto più vedere.   

Martinica:       Don Pasquale  con voi non ci ha mai provato?

Ninfa:             Mai. L'odore della vecchiaia non gli è mai piaciuto.

Martinica:       A me ha promesso che, se riuscirò a fargli risentire l'odore della moglie, mi regalerà        

                        tutto l'occorrente per consentirmi di sposare.

Ninfa:             Bene! In tal caso sarò felice di poterti aiutare a compiere l'impresa.

Martinica:       Vi ringrazio anticipatamente per tutto quello che vorrete fare.

Ninfa:             Non mi devi ringraziare perché sono stata io a farti venire.              

Martinica:       Voi conoscevate bene la signora Mara?

Ninfa:             Un tempo eravamo molto amiche.

Martinica:       Parlatemi un po' di lei.

Ninfa:             La signora Mara era una donna forte, pienotta, pettoruta.... al naturale, non come                                    certe ragazze di oggi, che si fanno le tette artificiali. Aveva due fianchi larghi.....

Martinica:       Come una giumenta, non è vero?

Ninfa:             Brava! Ci hai proprio azzeccato. Ed odorava un po' di stalla per via del lavoro, che                      faceva. Fra noi due c'era molta confidenza e ricordo che spesso ci prendevamo                            reciprocamente in giro perché io ero sempre nera di carbone e lei odorava come una        

                        vitella.

Martinica:       Come una vacca più precisamente.

Ninfa:             Cosa ne sai tu?

Martinica:       Me lo ha detto don Pasquale.

Ninfa:             Se lo ha detto lui ci dobbiamo credere perché il vecchio con quell'odore c'è fissato.

Martinica:       L'altro giorno mi ha fatto una specie di lezione e dell'odore mi ha detto tante cose                       interessanti.    

Ninfa:             Lui è molto preparato sull'argomento.

Martinica:       Secondo voi cosa dovrei fare per adeguare il mio odore a quello di sua moglie?

Ninfa:             Dovresti innanzitutto frequentare la campagna e trascorrere qualche ora dentro la                        stalla. Poi, cosa importantissima, anzi direi basilare, devi evitare nel modo più                            assoluto di farti il bagno o la doccia, per impregnarti tutta di quell'odore di selvatico,                 che era la caratteristica principale della signora Mara.

Martinica:       Farò tutto quello che voi dite nella speranza di raggiungere lo scopo di fare contento                  don Pasquale. Intanto vi ringrazio per i vostri preziosissimi consigli e vi saluto.(Esce)

Ninfa:             In bocca al lupo, cara. Cosa è costretta a fare una povera ragazza per conquistarsi il                     diritto di sposare!

Pasquale:         ( Entra ) Hai visto per caso Martinica?

Ninfa:             Si. E' andata a fare una girata in campagna per respirare un po' d'aria pura.

Pasquale:         Proprio ora che c'è il concime fresco sparso dappertutto?

Ninfa:             Ha detto che a lei non dà noia l'odore del letame.

Pasquale:         Di che umore era?

Ninfa:             Mi è parsa di buon umore.

Pasquale:         E l'odore, l'odore....il suo odore come era?

Ninfa:             Indefinito.

Pasquale:         Non hai notato nessun cambiamento?

Ninfa:             Se devo essere sincera non ci ho nemmeno fatto caso.

Pasquale:         Avevi una buona occasione per renderti utile e non ne hai saputo approfittare. Sei                        diventata troppo strafottente, di te non mi posso più fidare.

Ninfa:             Siete acido ed ingrato. Del bene, che vi ho fatto, ve ne siete già scordato.

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( Scena seconda )

( Ninfa, Pasquale e Tazio )

Tazio:              ( Entra ) E' per...messo?

Ninfa:             Accomodatevi pure, signor Tazio.

Pasquale:         Quale buon vento ti ha portato in casa mia?

Tazio:              Sono venuto per chiederti se vuoi venire al cimitero in mia co...compagnia.

Pasquale:         No, grazie. Ho già un impegno stamattina.

Tazio:              Che impegno hai?

Pasquale:         Sto aspettando l'odontotecnico, che mi deve prendere le impronte della bocca.

Tazio:              Cosa ci deve fare con le impronte della bo..bocca?

Pasquale:         Mi deve fare la dentiera.

Tazio:              Ti stai facendo la de...dentiera?

Pasquale:         Si

Tazio:              E' la prima vo..volta che te la fa...fai?

Pasquale:         La prima volta.

Tazio:              Sei preo....ccupato?

Pasquale:         Più che altro sono curioso di vedere come va a finire.

Ninfa:             Lo so io perché ha deciso di farsi la dentiera, il signorino.

Tazio:              Come mai hai deciso di fa..farti la de..dentiera?

Pasquale:         Per avere un aspetto più  gradevole, giovanile.

Tazio:              A proposito, ho sentito dire che hai assunto una giovane do...domestica.....

Pasquale:         Collaboratrice familiare, si dice ora.

Tazio:              E che fa, co..co..co..co..collabora?

Pasquale:         Certo che collabora. Collabora....come è suo dovere fare.

Ninfa:             Ha scoperto che ha un buon odore ed ha deciso di non farsela scappare.

Tazio:              Non mi dire che l'hai già a......nnusata?

Pasquale:         Prima di assumerla l'ho dovuta necessariamente mettere alla prova.

Tazio:              Alla prova fi..fi..fi..fi..finestra?

Ninfa               No. Alla prova del mio naso.

( Scena Terza )

( Ninfa, Pasquale, Tazio e Amedeo )

Amedeo:         ( Entra ) Buon giorno, sono Amedeo,  l'odontotecnico della mutua.

Pasquale:         Buon giorno, signor Amedeo.

Ninfa:             Buon giorno.

Tazio:              Buon giorno.

Amedeo:         Chi di voi deve farsi la dentiera?

Pasquale:         Io.

Ninfa:             Io.

Tazio:              Io.

Amedeo:         Accidenti, tutti e tre? Se me lo dicevate prima sarei venuto più attrezzato.

Pasquale:         Io ho bisogno di farmela subito  perché devo fare bella figura, loro invece possono                      aspettare il secondo turno.

Amedeo:         Sono a sua completa disposizione.

Pasquale:         Prima di tutto voglio chiedergli una cosa: la mutua la passa la dentiera?

Amedeo:         Certo che la passa. La mutua è pronta a soddisfare qualunque esigenza dei suoi                           affezionatissimi  clienti senza fargli spendere nemmeno un centesimo.

Ninfa:             Mi scusi, se la passa la mutua, allora me la voglio fare anch'io la dentiera.

Tazio:              Se avessi sa..saputo che era gratis mi sarei attrezzato pu..pure io invece di rimanere 

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                        tu..tutto sdentato.

Amedeo?        Anche lei?

Tazio:              Certo. Sono fo..forse più fe...fesso degli altri?

Amedeo:         Non vi dovete preoccupare, a tutto c'è  rimedio. Intanto cominciamo con don

                        Pasquale, che è stato il primo a prenotarsi, e successivamente penseremo anche a voi      

                        due, siamo d'accordo?

Ninfa:             Come volete voi.

Tazio:              Io, grazie a Dio, po...posso aspettare perché ho ancora due denti per ma..masticare.  

Amedeo:         Apra la bocca, mi faccia un po' vedere. ( Tazio apre la bocca  ) Ah, bene! Sono tutti e                 due perpendicolari e bene allineati. Con un po' di attenzione, ci potete masticare                                tranquillamente.

Tazio:              Sono ta..tanti anni che ci vado avanti.

Amedeo:         Ed ora veniamo a noi, don Pasquale. Si sente pronto ad affrontare questa prova?                        

Pasquale:         E' dolorosa?

Amedeo:         Le assicuro che non sentirà alcun dolore. Al massimo sarà un po' fastidiosa.

Pasquale:         A proposito, avete portato il catalogo?

Amedeo:         Quale catalogo dovevo portare?

Pasquale:         Il catalogo delle dentiere.

Amedeo:         E che sono un gioielliere? Non c'è nessun catalogo per le dentiere.

Pasquale:         Nessun catalogo c'è?

Amedeo:         Don  Pasquale, le dentiere si fanno su misura, non sono articoli preconfezionati.

Pasquale:         Come si fa allora a scegliere quella che ci piace?

Amedeo:         E' semplice. Se lei mi spiega per filo e per segno come la vuole io, che sono                                  odontotecnico specializzato, gliela faccio tal e quale, ha capito?

Pasquale:         Così è?

Amedeo:         Il nostro è un lavoro artigianale non è di tipo industriale.

Tazio:              Ah! A.. A... Artigianale è?

Amedeo:         Non si lavora con la catena di montaggio come alla FIAT.

Pasquale:         Che tipi ci sono di dentiere?

Amedeo:         Mi deve scusare ma non capisco questa sua preoccupazione.

Tazio:              Don Pasquale vorrebbe in sostanza sapere quali sono le ultime no..no..no..no..novità.

Amedeo:         Le ultime no..novità?

Ninfa:             Che male c'è se uno si informa  prima di fare la sua scelta?

Amedeo:         Ma certo, avete ragione voi. Che male c'è ad informarsi sulle ultime no..novità delle                    dentiere?

Pasquale:         Che male c'è ad informarsi?              

Amedeo:         Lei di quale tipo la vorrebbe la dentiera?

Pasquale:         Posso scegliere liberamente?

Amedeo:         Liberamente. Ci mancherebbe altro che il cliente non potesse scegliere liberamente la                  sua dentiera..

Pasquale:         Allora la vorrei del tipo migliore che c'è in circolazione.

Amedeo:         Per esempio?

Pasquale:         La vorrei....moderna.

Amedeo:         Moderna?

Ninfa:             Alla moda insomma.. .

Amedeo:         Ma certo, all' ultima moda. Ha ragione la signora. Mi scusi ma non avevo ben capito.

Pasquale:         Io ho deciso di farmi la dentiera per migliorare il mio sorriso.

Ninfa:             Io ne vorrei una che mi stesse bene al viso.

Tazio:              Ed io una che mi aiutasse a ma..masticare, perché con due denti è difficile mangiare.

Amedeo:         C'è n'è per tutti i gusti, non  preoccupatevi. Spetta a ciascuno di voi di fare la scelta

                        giusta.

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Tazio:              E' difficile fare la scelta giu..giu..giu..giu..giusta.

Amedeo:         Ed io, allora, co..cosa ci sto a fare?

Ninfa:             Dateci un aiuto e spiegateci le cose.

Amedeo:         Ora vi spiego tutto. C'è la dentiera standard, di tipo cioè comune, tradizionale, che ha                il vantaggio di essere completamente gratuita, pronta consegna e chiavi in mano.

Pasquale:         Caspita! Pronta consegna e chiavi in mano!

Amedeo:         Con un piccolo contributo a vostro carico, via via, però, crescente, possiamo fare,                        invece, dentiere un pochino più sofisticate, bene accessoriate e con materiale di                           primissima qualità.

Pasquale:         Mi scusi, quelle moderne sono....... automatiche?

Amedeo:         Automatiche?

Tazio:              Si. Si. Un mio amico, che ho conosciuto al cimitero, mi ha detto che se n'è fa..fatta                     fare una completamente..e..e..e..e..elettrica ( Balbetta in modo sempre più insistente).

Ninfa:             Bella la dentiera.... elettrica.

Tazio:              Più che altro  è molto... co..co..co..co..comoda.

Amedeo:         Lei è pro..proprio sicuro di quello che... dice?

Tazio:              Si..si..sicurissimo. Lo ha confidato a me perché sono un amico. Mi ha detto che ha la                  ma..marcia.... avanti, la ma..marcia.... indietro....

Amedeo:         E la fri..frizione.(Innervosito,comincia a balbettare con frequenza pure lui).

Tazio:              Della.... fri..frizione non me ne ha parlato.

Amedeo:         Forse perché se n'è.... sco....., sco...scordato?

Pasquale:         Lui va spesso al cimitero per questo conosce tanta bella gente anche importante.

Ninfa:             E come funziona la dentiera elettrica?

Tazio:              Come un fru..fru...llatore. Ce l'hai presente il fru...fru....llatore?

Pasquale:         Interessante questa cosa.

Tazio:              E' un mo..modello eccezionale, glielo dica lei, do....ttore?

Amedeo:         Più che eccezionale direi unico, un prototipo come quelli della fo..formula uno.

Tazio:              Mi ha detto che basta inserire la spina nella presa di co..corrente,  pi..pi..pi..pi..                            pigiare l'interruttore e  poi la dentiera fa tu..tutto da sé.

Ninfa:             Caspita!

Tazio:              Se uno vuole mentre ma..mangia si può anche appi...appi..solare.

Pasquale:         Ha una buona resa questa dentiera?

Tazio:              Ottima direi. Pensa che io mi volevo fare togliere gli ultimi due denti apposta per                        provarla, ma il mio amico per il mo..momento me lo ha sco... sconsigliato.

Ninfa:             E per masticare come si fa?

Tazio:              Come si fa? Glielo dica lei, do...dottore.

Amedeo:         E'.... semplice. Come si fa? Si...fa e....basta.

Tazio:              Mastica automaticamente senza fare alcuna fa..fatica, vero, dottore?

Amedeo:         Ma certo... mastica automaticamente......se è e.....elettrica......

Pasquale:         Non è pe..pericolosa?

Tazio:              Ma che pe..pericolosa! C'è anche un pi...piccolo trasformatore. Vero, dottore? 

Amedeo:         Si certo. Ma è un mo...modello ancora sperimentale e come per tutte le cose nuove....                  l'uso richiede un' attenzione particolare.

Tazio:              Va regolata bene, na....naturalmente....

Pasquale:         Ci vuole la patente?

Tazio:              Ma che patente!

Ninfa:             Basta soltanto un po' di pratica.

Pasquale:         Ha parlato zarathushtra.

Amedeo:         E' un apparecchio delicato che va tenuto sotto co..co..co..co..controllo.

Pasquale:         Dica la verità, dottore, lei la conosce bene questa dentiera elettrica o ne ha sentito                       solamente parlare?

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Amedeo:         Conoscere bene, bene in tutta coscienza non lo posso dire ma.....ne ho sentito parlare                  molto bene nell'ambiente me...medico.

Pasquale:         Alla mutua avete poche possibilità di sperimentare le nuove tecniche, non è vero?

Amedeo.         Però vi posso dire con certezza che qualche inconveniente purtroppo lo può dare.

Pasquale:         Faccia un esempio, per favore.

Amedeo:         Beh! A volte....accelera improvvisamente il movimento e....quando prende il via è                        difficile.... fermarla.

Tazio:              Questo è vero. Mi ha detto l'amico mio che una vo..volta non fece in tempo a                              staccare la spina e cominciò a battere i denti ( mima il gesto ) così forte che i parenti,                   pe...pensando che avesse freddo, lo sotterrarono sotto una mo..montagna di coperte.

Amedeo:         Proprio quello che dicevo io.

Tazio:              E questo gli è successo durante l'estate, figuratevi il caldo, che ha patito, poverino?

Pasquale:         E se all'improvviso manca la luce che succede alla dentiera elettrica?

Ninfa:             Se manca la luce non si può mangiare perché al buio non si trova nemmeno la bocca.

Pasquale:         Come al solito non hai capito niente. Senza la corrente la dentiera si blocca, bestia.

Amedeo:         Date retta a me, che sono più esperto di queste cose. La dentiera elettrica non è                           co..co..co..co..conveniente. Non è roba per voi.

Tazio:              Scusate la fra..franchezza ma mi sa tanto che voi la disprezzate perché non ne avete                    ancora piena co..co..co..co..conoscenza.

Amedeo:         Se la mettete su questo piano, allora vi dico che, modestia a parte, la prima dentiera                    elettrica, è uscita dal mio laboratorio privato. Se ve la sconsiglio è solo per...motivi                      di opportunità.

Pasquale:         Ho capito. Ce la sconsigliate per non fare spendere troppi soldi alla mutua.

Ninfa:             Questa è la verità. La mutua vuole risparmiare sulla pelle della povera gente .

Tazio:              Gira e rigira noi po..poveri cristi ci dobbiamo accontentare della roba più scadente.

Ninfa:             Questo non è giusto.

Tazio:              Abbiamo diritto anche noi alla de...dentiera elettrica.

Ninfa:             La bocca è mia e la gestisco io. ( Fa il famoso gesto delle femministe ).

Pasquale:         Cosa fai, scimunita? Metti giù quelle manacce. Quella non è la bocca, ma è un'altra                     cosa. 

Ninfa:             Perché mi sono sbagliata?

Pasquale:         E come! Hai preso fischi per fiaschi, bestia.

Ninfa:             Perché noi dobbiamo fare fatica a masticare mentre i ricchi anche quando mangiano                    si possono riposare?

Tazio:              Perché?

Pasquale:         Zitti, zitti. Fate silenzio, per favore. Così lo fate diventare scemo, povero dottore.

Amedeo:         Ha ragione il signor Pasquale. Un po' di moderazione non fa male.

Pasquale:         Ascolti me che sono più saggio di loro: non c'è un tipo di dentiera più maneggevole,                   tascabile, che può funzionare per esempio con...le pile?

Tazio:              C'è, c'è. Ma.....ma....

Pasquale:         Ti vuoi stare un momento zitto, per favore?

Tazio:              Volevo dire che c'è......, c'è....... qualche pro...problema.                 

Pasquale:         Quale problema presenta, ce lo dica lei, dottore?

Amedeo:         Presenta vari problemi, che sarebbe troppo lungo starli tutti ad elencare.

Ninfa:             Ci consiglia allora di rinunciarci in partenza?

Tazio:              Se le pile si scaricano mentre uno sta ma..mangiando può rimanere anche con la                           bo...bocca aperta, vero dottore? Così ( mima il gesto ) Ah, ah, ah.

Amedeo:         Certo. Oppure ermeticamente chiusa, a seconda del... momento...

Ninfa:             Si può rimanere per sempre con la bocca chiusa?

Tazio:              No. Solo per il te...tempo necessario a sostituire le pi..pi..pi..pi..pile.

Ninfa:             Ah, mi pareva!

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Pasquale:         E se uno non ha a portata di mano le pile di ricambio, cosa fa?

Tazio:              Allora sì che sono ca..ca..ca..ca..caz....amari.

Pasquale:         Che ne dite voi, dottore?

Amedeo:         Secondo me quella a pile è una dentiera troppo antiquata. Se ne volete una veramente                 artigianale allora è meglio scegliere quella, che va a pe..a pe..a... pedale.

Tazio:              A.... pedale? Di questa l'amico mio non me ne ha mai pa...parlato.

Pasquale:         Ecco. Quella a pedale mi potrebbe interessare.

Amedeo:         Ma sarebbe sempre un ripiego non una prima scelta. Oggi ci sono in vendita prodotti                  molto più sofisticati, frutto di una tecnologia molto più avanzata.

Pasquale:         Quali sono?

Amedeo:         Considerato che siete tutti e tre bene informati sulle tecniche attuali più evolute, io vi                  consiglierei di optare per la dentiera elettronica, informatizzata, a doppia velocità,                       con scatto programmato ed orologio incorporato, che è l'ultimo ritrovato della tecnica                      dentistica mondiale. Pensate che è collegata direttamente con internet. Voi sapete                       ......navigare su internet, non è vero?

Pasquale:         Navigare? Io no.

Tazio:              Nemmeno io so na...navigare.

Amedeo:         E lei, signora?

Ninfa:             Io non so nemmeno nuotare....

Amedeo:         Peccato! Mi dispiace per voi, cari signori, perché,  nonostante la buona volontà della                   mutua, vi dovete purtroppo accontentare di una dentiera tradizionale.

Ninfa:             Manuale?

Amedeo:         Temo proprio di sì. Ma è tutta colpa vostra, cara signora. Non sapete navigare.....

Pasquale:         Lei non se la deve prendere con noi se non sappiamo ancora navigare. Quella che                        lei gentilmente ci ha proposto, mi sembra una dentiera più adatta per le nuove                                  generazioni che non per la nostra.

Ninfa:             Forse va bene per le ragazze d'oggi, che si rifanno tutto....che si gonfiano le tette, che

                        si alzano le chiappe, ma per noi che siamo vecchierelli.....

Pasquale:         Parla per te.               

Amedeo:         Si. Si. Anche secondo me sarebbe meglio non azzardare.

Pasquale:         La verità è, caro dottore, che questo progresso così tumultuoso ci mette un po' tutti in

                        soggezione. A volte, invece di semplificarci la vita, a noi anziani ce la complica. E di

                        parecchio. A me fa piacere che il mondo vada avanti ma, tutte queste diavolerie,                         come i            telefonini, i televisori digitali, le dentiere all'ultima moda....elettriche, a                            pile....con lo scatto programmato a scoppio ritardato e l'orologio incorporato, a                                    pensarci bene mi sembrano un po' pericolose per gente come noi, che vive sola. Lei                 cosa ne dice?

Ninfa:             Sono d'accordo anch'io.

Pasquale:         Lascia rispondere il dottore.

Amedeo:         Mi sembra una.... giusta osservazione.

Tazio:              A qua...quanto pare di fronte al progresso vi siete arresi tu...tutti quanti?

Pasquale:         E' meglio non correre rischi alla nostra età.

Tazio:              Ragionando così noi siamo de...destinati a rimanere se...sempre indietro.

Pasquale:         Io voglio pensarci ancora un po' prima di prendere una decisione. E tu?

Tazio:              Io, grazie a Dio, ho ancora du.. du  due denti e posso anche aspettare tranquillamente.

Ninfa:             Se  nel frattempo mi riuscisse di imparare a nuotare.....io....un pensierino ce lo potrei                   fare, caro dottore.

Amedeo:         Ho capito. Tutti e tre prendete tempo perché ci volete ancora pensare. Comunque se                   avete bisogno di me sapete dove trovarmi. Ed ora vi saluto perché ho tanto altro da                  fa..fa..fa..fa..fare. ( Esce ).

Ninfa:             Che ve ne pare?

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Pasquale:         ( Dopo qualche attimo rompe il silenzio ) Mi sa tanto che ci ha preso in giro.

Tazio:              Chi? Il do..dottore o l'amico mio?

Pasquale:         Tutti e due.

Ninfa:             Lo penso anch'io.

Tazio:              Io ora vado al cimitero, e se ci trovo l'amico mio vi faccio poi sapere qual è la verità.

Ninfa:             Se vi sentite male questa volta restate al cimitero, non tornate indietro.

Pasquale:         Se invece ci arrivi morto non ti preoccupare, domani mattina ti vengo a trovare.

Tazio:              Voi siete due amici cari ma io spero ancora di ca..ca..di ca..ca..di campare. ( Esce ).        

Ninfa:             Don Pasquale, mi sa tanto che abbiamo perso l'occasione per farci la dentiera                               automatica.

Pasquale:         Io ho fatto finta di non essere interessato alla dentiera elettrica per non dare                                soddisfazione a Tazio.

Ninfa:             Forse anche il dottore ha creduto, però, che ci abbiamo rinunciato.

Pasquale:         Intanto zitto, zitto io cerco di imparare a navigare.

Ninfa:             State attento, però, a non affogare.

Pasquale:         E poi mi faccio fare la dentiera elettronica con l'orologio incorporato.

Ninfa:             Io quell'apparecchio non lo saprei neanche manovrare.

Pasquale:         Allora, fatti fare quella manuale.

Ninfa:             Io preferisco quella che va a.... pedale perché da ragazzina in bicicletta ci sapevo                         andare.

Pasquale:         Non facciamolo però, sapere a Tazio. 

Ninfa              Mamma mia come s'è fatto tardi. Ora devo andare via ma più tardi mi faccio                               rivedere ( Esce ).

Scena quarta

( Pasquale, Martinica, quindi Ninfa )

Pasquale:         ( Riprende ad annusare ) Niente, niente..... Non si sente niente...

Martinica:       ( Entra ) Cosa state facendo, don Pasquale?

Pasquale:         Oh, finalmente sei arrivata. Dove te ne sei andata stamattina?

Martinica:       Ho fatto una girata nei paraggi.

Pasquale:         Vieni qua, fatti annusare.

Martinica:       Fate pure, don Pasquale. Mi potete annusare a vostro piacimento.

Pasquale:         Avvicinati, senza perdere altro tempo.

Martinica:       Spero che oggi il mio odore sia di vostro gradimento.

Pasquale:         ( L'annusa ) Accidenti, come è acuto e forte il tuo odore stamattina.

Martinica:       Lo trovate per caso troppo intenso?

Pasquale;         Intensissimo. Hai pestato sicuramente qualche cosa prima di entrare in questa casa.

Martinica:       No, state tranquillo, non ho pestato niente.

Pasquale:         Caspita! Questo odore è naturale?

Martinica:       Naturalissimo. Originale. Ve lo posso assicurare.

Pasquale:         Allora qual è la ragione di questo tanfo puzzolente?

Martinica:       Ho solo sostato per un po' nella stalla, come faceva abitualmente donna Mara.

Pasquale:         Se ti vai a fare subito una bella doccia, vedrai che l'odore si aggiusta sicuramente.

Martinica:       Scusatemi, don Pasquale, ma io non sono d'accordo con quanto voi mi state                                consigliando di fare perché, con rispetto parlando, ho saputo che vostra moglie era                      molto restia non solo a farsi il bagno  ma anche a farsi la doccia.

Pasquale:         Ora che ci penso, hai ragione tu. Mia moglie non si lavava quasi mai. Anzi, mai.

Martinica:       E, governando gli animali, non credo che potesse avere un odore tanto diverso da                       quello, che ho io in questo momento.

Pasquale:         In teoria anche questo  è giusto, ma nel tuo odore c'è qualcosa di strano, che al   

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                        momento non mi so spiegare.

Martinica:       Forse con il passare del tempo ve ne siete un po' scordato?

Pasquale:         Non dire sciocchezze, se no mi fai incazzare. Vieni qua. Fammi riprovare.

Martinica:       Forza, scialatevi, tirate su con il naso. Non fate complimenti.

Pasquale:         Devo riconoscere, però, che, nonostante tutto, ti ci sei molto avvicinata.

Martinica:       Ho fatto tutto quello, che mi è stato consigliato di fare, per potervi accontentare.

Pasquale:         Ecco, forse il busillis l'ho trovato! Martinica, torna subito in giardino e togliti le                           scarpe dai piedi, per favore. Sono curioso di vedere l'effetto che fa.

Martinica:       Mi devo togliere le scarpe dai piedi?

Pasquale:         Fa come ti ho detto e torna da me a piedi nudi.

Martinica:       A piedi nudi?

Pasquale:         Si nudi. E ora sbrigati senza fare domande inutili.

Martinica:       Scusate se mi sono permessa.....ma....

Pasquale:         Va, va e non perdere altro tempo.

Martinica:       Vado e torno. ( Poco dopo si presenta a piedi nudi e con le scarpe in mano,                                  suscitando la vivace reazione di don Pasquale ).Eccomi qua.

Pasquale:         Le scarpe le devi lasciare fuori dalla porta, bestia!

Martinica:       Oh, scusate, stamattina sono un po' confusa. Vado a posarle e torno subito. ( Esegue,                  ritorna ma rimane esitante ). Ecc.....

Pasquale:         Vieni qua, fatti annusare. ( Poco dopo ) Ecco, ora ci siamo! Ci siamo! Finalmente ci                    siamo. E' questo l'odore che cercavo. E' questo. Ora ho capito dove stava la                                differenza. Sono state le tue scarpe, che mi hanno portato fuori strada.

Martinica:       Giuro che non l'ho fatto apposta.

Pasquale:         Mia moglie era una donna molto accorta e, dopo essere passata dalla stalla, entrava                     in casa  a piedi nudi per non insudiciare il pavimento, hai capito ora l'errore che hai                      commesso?

Martinica:       Sissignore. Ma ora siete soddisfatto finalmente?

Pasquale:         Soddisfattissimo.

Martinica:       Allora il premio me lo date veramente?

Pasquale:         Te lo do se mi prometti di conservare per sempre questo odore e di farmelo sentire                      ogni mattina.

Martinica:       Lo prometto purché mi diate i soldi necessari per sposare.

Pasquale:         Anzi te li voglio dare subito per dimostrarti la mia riconoscenza. Tieni, spero che             siano sufficienti ( Le consegna una scatola piena di soldi ).

Martinica:       ( Apre la scatola ) Mamma mia, quanti soldi! Non credevo di avere tanta fortuna.                        Grazie, don Pasquale, grazie. Ora, se permettete, vado a dare subito la buona notizia                   al mio fidanzato.

Pasquale:         Va, corri, corri, vedrai che questa volta Prospero ti accoglierà a braccia aperte.

Martinica:       Grazie, don Pasquale, Dio ve ne renda merito. ( Gli dà un bacio ed esce di corsa ). Ninfa:                       ( Entra ) Ho visto Martinica correre come una pazza, cosa le avete fatto a quell'anima                 innocente?

Pasquale:         Niente. Le ho dato il premio pattuito perché ha vinto la scommessa di farmi risentire                   l'odore di mia moglie ed è corsa ad avvertire il suo fidanzato che ora ha i soldi                            necessari per sposare.

Ninfa:             Avete consumato tutti i vostri risparmi in questa avventurosa iniziativa ma avete                          raggiunto finalmente l'obiettivo, che vi eravate prefissato, di risentire per una volta                     l'odore di vostra moglie.

Pasquale:         Non per una volta ma vita natural durante, perché Martinica mi ha promesso che me                   lo farà sentire tutti i santi giorni fino a quando muoio.

Ninfa:             Sono contenta per quella ragazza, che voi siete riuscito finalmente a rendere felice.

Pasquale:         A questo punto ci vorrebbe una bottiglia di spumante per brindare al lieto evento.

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Ninfa:             Chi è nato?

Pasquale:         Tua sorella. Ma è possibile che non capisci niente?

Ninfa:             La vado a prendere subito in cantina.

Pasquale:         Mi raccomando, scegline una d'annata.                        

Ninfa:             Della stessa annata delle vostre corna?

Pasquale:         Se non lo smetti ti do una bastonata in testa.

Ninfa:             Per una volta ho sperato di sentirvi fare una risata..... ( Esce ).

Martinica:       ( Entra e si ferma sulla soglia della porta. Ha gli occhi tumefatti e la testa tutta                             fasciata. Un fazzoletto al collo per sostenere un braccio rotto ).

Pasquale:         Martinica, che sei finita sotto un carro armato?

Martinica:       ( Scoppia a piangere e non riesce a dire una parola ) Peggio.

Pasquale:         Che ti è successo?

Martinica:       Caro don Pasquale, se ve lo dico non ci credete.

Pasquale:         Scommetto che è stato quel farabutto del tuo fidanzato a conciarti in questo modo.

Martinica:       Avete proprio indovinato ( Lo dice singhiozzando ).

Pasquale:         I soldi, che ti ho dato, non gli sono sembrati sufficienti?

Martinica:       I soldi questa volta non c'entrano niente. Non ho fatto nemmeno in tempo a farglieli

                        vedere tutti.

Pasquale:         Cose si è inventato questa volta il mariolo per ridurti in questo stato?

Martinica:       Appena mi sono avvicinata tutta contenta, ha avvertito subito un odore strano e,                                     quando si è reso conto che puzzavo di stalla, me ne ha dette di tutti i colori.

Pasquale:         Ma tu glielo hai spiegato che....?

Martinica:       Ho tentato di spiegargli tutto ma non mi ha dato nemmeno il tempo di parlare perché,                 prima che aprissi bocca, mi aveva rotto già due denti. Poi ha cominciato a menare                      con tutte e due le mani ed io non ho visto più niente, ve lo giuro . Guardate come mi                  ha ridotto?

Pasquale:         Vigliacco, delinquente....

Martinica:       Ma questo non è niente.

Pasquale:         Che altro ti fa fatto questo disgraziato?

Martinica:       Mi ha detto che, se non elimino subito questo cattivo odore, che mi porto             addosso,                     mi picchierà tutti i santi giorni dell'anno, compreso quello bisestile e non mi sposerà                    mai.

Pasquale:         Speriamo che l'anno bisestile gli porti male.

Martinica:       ( Piange ). Non è nemmeno superstizioso.

Pasquale:         Disgraziato, delinquente e scansafatiche, se lo avessi tra le mani ne farei polpette.

Martinica:       C'è poco da fidarsi di uno che è nato un venerdì diciassette.

Pasquale:         Che fastidio gli può dare un odore un po' più acuto del normale? Maledetto.....   

                        disgraziato.....

Martinica:       Mi ha detto che fare l'amore con me sarebbe per lui come farlo con una capra. Avete                   capito, cosa mia ha detto, don Pasquale? Sarebbe come farlo con una capra.

Pasquale:         Quell'uomo, oltre ad essere stupido, è anche incompetente.

Martinica:       Lo so, lo so. Quello non capisce niente.

Pasquale:         Il tuo non è odore di capra  ma...... di vitella stagionata.

Martinica:       Volete dire che è proprio di vacca?

Pasquale:         Precisamente. Fra capra e vacca c'è una bella differenza, diglielo a quella testa di                        rapa.

Martinica:       Ho cercato di farglielo  capire ma non c'è stato niente da fare.

Pasquale:         Non ha apprezzato la finezza.

Martinica:       Anzi ha rincarato la dose.

Pasquale:         Mi dispiace per te.

Martinica:       Purtroppo io ci sono abituata a queste cose.

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Pasquale:         Ed ora cosa intendi fare?

Martinica:       Io sono mortificata e non vorrei mancarvi di rispetto dopo tutto il bene, che mi avete                  fatto, ma nella situazione in cui mi trovo non posso mantenere la promessa di farvi       

                        sentire ogni mattina l'odore.... della vacca, scusate, volevo dire di vostra moglie.

Pasquale:         Se non te la senti è meglio rinunciare.

Martinica:       E' proprio quello che vorrei fare.

Pasquale:         Non ti amareggiare.

Martinica:       Perciò con la pena nel cuore ho deciso di restituirvi tutti i soldi, che mi avete dato, e                   di lasciare anche il lavoro, perché non me la sento di continuare a frequentare la                               vostra casa, dopo la brutta figura che ho fatto, non mantenendo la parola data.

Pasquale:         Con me devi essere sincera. Se c'è dell'altro me lo devi dire apertamente, senza                            nascondermi niente.

Martinica:       ( Si soffia il naso, si asciuga le lacrime e fa un respiro profondo,  quindi facendosi                         coraggio, risponde ) In paese stanno nascendo mille dicerie e pettegolezzi su di noi e                  ci sono in giro molte maldicenze sul mio conto. Cattiverie pesanti, molto pesanti,                       caro don Pasquale, che solamente a sentirle mi hanno fatto stare male.

Pasquale:         Mi dispiace per te, che non hai alcuna colpa.

Martinica:       Anche per questo Prospero mi ha menato e mi ha proibito nel modo più assoluto di

                        mettere ancora piede in questa casa.

Pasquale:         La cattiveria umana non ha limiti, cara mia.

Martinica:       Mettetevi nei miei panni e poi ditemi cos'altro potrei fare io, povera disgraziata?

Pasquale:         Cosa vuoi che ti dica, figliola cara? Nonostante la mia tarda età la vita mi sorprende                   ancora ma, purtroppo, sempre negativamente.

Martinica:       Voi capite bene che io non posso continuare a prendere schiaffi a destra e a manca.

                        Ne ho già presi troppi dalla vita.

Pasquale:         Fatti coraggio.

Martinica:       A volte, ve lo giuro, preferirei la morte, piuttosto che vivere in questo mondo infame.

Pasquale:         La colpa è di chi ti fa le angherie e della gente, che è invidiosa della felicità altrui. Martinica:            Tenete. Questo è il premio, che mi avete dato ( poggia sul tavolo il malloppo e                             riprende silenziosamente a lacrimare ).

Pasquale:         ( Dopo un attimo di silenzio )No, no. I soldi te li puoi tenere perché te li sei                                 guadagnati onestamente.

Martinica:       Così mi fate arrossire. Mi dispiace ma non li posso accettare.

Pasquale:         Se ci vuoi rinunciare..... fa come ti pare ( Fa il gesto di riprendersi i soldi ).

Martinica:       No, no, li prendo, don Pasquale, li prendo. Con la pena nel cuore ma li prendo, per                      non darvi un dispiacere.

Pasquale:         Hai fatto bene a ripensarci.

Martinica:       Non credevo che al mondo ci fosse gente buona come voi. Risentire l'odore di                            vostra moglie vi è costato un occhio della testa.

Pasquale:         Ne è valsa la pena. Non ti preoccupare.

Martinica:       Cosa dirà la gente quando lo verrà a sapere?

Pasquale:         Diranno che, per risentire l'odore di sua moglie, quel minchione di don Pasquale ha                     sacrificato il suo podere ed io ci farò sopra due risate.

Martinica:       Ciò, che dite, è molto bello, ma da domani sono sicura che vi sentirete  ancora più

                        solo di prima.

Pasquale:         Ti sei dimenticata che ho due colombi che mi tengono compagnia.

Martinica:       Don Pasquale, voglio farvi una promessa.

Pasquale:         Forse è meglio di non fare altre promesse.

Martinica:       Una promessa che voglio mantenere. Se riuscirò a farmi sposare, vi prometto davanti                  a Dio, che di tanto in tanto farò un corno a mio marito e di nascosto vi verrò a trovare               per farvi sentire l'odore di questa vita, che voi stesso mi state regalando.

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Pasquale:         Se deciderai di venire, ricordati, però, di passare dalla stalla e di entrare a piedi nudi.

Martinica:       Lo farò, siatene certo. Addio, don  Pasquale, e grazie di tutto. ( Sta per baciarlo ).

Ninfa:             ( Entra con la bottiglia di spumante su un vassoio d'argento ) Ecco, finalmente la

                        bottiglia di spumante l'ho trovata. Martinica, che ti è successo?

Martinica:       Niente. Sono andata a sbattere contro un carro armato, é vero, don Pasquale?

Ninfa:             Italiano?

Pasquale:         No. Tedesco.

Ninfa:             Accidenti, sono tornati un'altra volta i tedeschi?

Pasquale:         Si. Da stamattina e senza preavviso. 

Ninfa:             Dio ne scampi e liberi! Allora siamo un'altra volta in mezzo ai guai?

Martinica:       E che guai, donna Ninfa!

Ninfa:             E della bottiglia di spumante ora che ne facciamo?

Pasquale:         Quella è meglio stapparla quando vengono a liberarci gli alleati.

Ninfa:             Davvero? Mamma mia, mamma mia, ( grida in preda al panico ) tremate, tremate, i                     tedeschi sono tornati. Tremate, tremate, i tedeschi sono tornati.

                           

                          FINE                                       

                                       SIPARIO                                                 

                                                                  

 

Italo Schirinzi

cell. 340 5837903

E mail: italoschirinzi@alice.it

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