Il processo Squìccheri

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Valerio Di Piramo

IL PROCESSO SQUÌCCHERI

Commedia brillantissima in due udienze

PERSONAGGI

Antonio Squìccheri, imputato,                          anni 35;

Giudice,                                                               anni 50-60;

Cancelliere, molto miope,                                 anni 60-65;

Signorina Luisa Chiappa, dattilografa;            anni 25-35,

Guardia addetta a far entrare corte e imputati;        anni 30-60

Annunziata Sfornapane, parte lesa,                anni 25;

Arnaldo Bentivoglio, fidanzato di Annunziata,          anni 40;

Cesira Sculacciacani, portinaia dello stabile; anni 40-60;

Avvocato difensore,                                          anni 35-45;

Pubblica accusa,                                               anni 35-45;

Mario Carobbi, primo testimone,                      anni 35-50;

Geltrude Teladetti, secondo testimone,                    anni 50-60.

I due atti sono ambientati all'internodi un'aula di un tribunale.

Un cartello è ben leggibile:

LA LEGGE E’ UGUALE PER QUASI TUTTI.

PRIMA UDIENZA

                        ALL'APRIRSI DEL SIPARIO LA SCENA E' VUOTA; ENTRA LA GUARDIA.

 GUAR.          Va sul proscenio, davanti al pubblico IN PIEDI, ENTRA LA CORTE! ALLORA,                   CHE PARLO ARABO? HO DETTO IN PIEDI! ANCHE LEI SIGNORA…SI’ DICO               A LEI! FORZA! SCATTARE! NON ABBIAMO TEMPO DA PERDERE,                                 NOIALTRI! LO SA QUANTI PROCESSI DOVEVAMO FARE QUESTA                             MATTINA? SEI! HA CAPITO? SEI PROCESSI! Ma il giudice è in                                           ritardo… speriamo di arrivare in fondo con questo…che  di tutti e sei è senza                        dubbio il più interessante! Violenza carnale…ma ci pensate? Non è mica una              cosa che succede tutti i giorni! Finalmente questo tribunale vedrà qualcosa di               interessante. Sempre furti, furti e solo furti. Zitti, sento dei passi…si comincia!

                        ENTRA LA CORTE!

                        Entrano nell’ordine Il Giudice, il Cancelliere e la dattilografa. Il Giudice da’                          un’occhiata al pubblico e poi siede al centro; alla sua destra siede il cancelliere                e alla sua sinistra la dattilografa; la guardia si dispone accanto alla dattilografa

GIUD.             Ed eccoci all'inizio di un nuovo giorno... Cancelliere, cosa abbiamo

                        in programma oggi?

 CANC.          Io subito dopo il processo vado a pescare, ma se lei ha qualche altra

                        idea...

 GIUD.            Certo che ho un'altra idea! Mi vado a cercare un'altro cancelliere! Intendevo dire                         cosa abbiamo da discutere qui in aula!

 CANC.          Ah, il processo! E chi lo sa? Non ho ancora esaminato gli

                        incartamenti...

 GIUD.            Non ha ancora... ma  possibile che dopo quarant'anni di servizio

                        presso questo tribunale non sappia ancora quali sono le sue mansioni?

 CANC.          Via, signor giudice, non mi tratti così... lo so che prima di ogni

                        altra cosa dovrei esaminare gli incartamenti, ma avevo fame...

 GIUD.            E allora? Ha mangiato gli incartamenti!?!?

 CANC.          Ma no... sono andato a fare colazione, e non ho avuto il tempo di

                        leggerli...

 GIUD.            E   va bene, dia qua...Leggendo...ah! Oggi abbiamo il processoSquìccheri.

 CANC.          Cosa abbiamo?

 GIUD.            Il processo Squìccheri.

 CANC.          Squìccheri, Squìccheri... questo nome non mi è nuovo... devo avere

                        avuto un professore al liceo che si chiamava così...o forse no...

 GIUD.            Noto con piacere che la sua memoria è pari alla sua vista.

 CANC.          Via signor giudice, non è il caso di infierire su un pover'uomo

                        ormai prossimo alla pensione...non è certo colpa mai se non distinguo una

                        lucertola da un coccodrillo a due metri di distanza...

 GIUD.            Non si preoccupi, caro cancelliere, anch’io per i nomi sono una vera                                  negazione…non c’è verso che me ne ricordi uno…li sbaglio sempre…                              lasciamo perdere... Continuando a leggere Questo signor Squìccheriè                         accusato di violenza carnale.

 CANC.          Con una donna?

 GIUD.            No, con un cavallo! Cancelliere, eviti le domande idiote e cerchiamo di cominciare questo benedetto processo!Alla dattilografa, che evidentemente flirta con la guardia Lei è nuova, signorina?La dattilografa continua a farsi i fatti suoi SIGNORINA!

 DATT.            Civetta Ops…dice a me signor giudice?

 GIUD.            CERTO! Vede qualche altra signorina qui dentro?

 DATT.            No signor giudice.

 GIUD.            Appunto. Dicevo, lei è nuova? Che fine ha fatto la signorina Pizza Margherita?

 CANC.          Se la sono mangiata.

 GIUD.            CANCELLIERE! VEDIAMO DI NON FARE GLI SPIRITOSI!

 CANC.          Era solo una battuta…

 GIUD.            NON SI FANNO LE BATTUTE IN TRIBUNALE! HA CAPITO?

 CANC.          Scusi, signor giudice…

 GIUD.            Insomma signorina, chi è lei?

 DATT.            La sostituta…la signorina Pizza ha la febbre alta…oggi la sostituisco io.

 GIUD.            Bene. E lei come si chiama?

 DATT.            Chiappa Luisa.

 GIUD.            Bene. Spero che sia veloce come la signorina Annunziata…lei sa battere?

 DATT.            Prima battevo. Adesso faccio la dattilografa.

CANC.           ECCO! Mi pareva di averla già vista da qualche parte!

 GIUD.            CANCELLIERE!

 CANC.          Va bene, va bene…ma che tribunale…non si può neanche aprire bocca…mi ricordo che quando c’era il giudice Filistrucchi qualcosa si poteva dire…

 GIUD.            Il Filistrucchi era il Filistrucchi, e io sono io! Non tollero che i processi diventino spettacoli di cabaret! Ha capito?

 CANC.          Va bene, va bene…ma non si alteri troppo…si ricordi del cuore…

 GIUD.            Certo che me lo ricordo. E’ per quello che mi sono portate le pillole.

 CANC.          Speriamo che non le servino…

 GIUD.            Forza, cancelliere, cominciamo: mi dica i nomi degli avvocati.

 CANC.          Sì, dunque, vediamo un po’…la segreteria mi ha passato gli incartamenti…allora, l’avvocato difensore è Marta Rossi…è alla sua seconda causa…e la pubblica accusa…NO! LA SIGNORINA SCOGNAMIGLIO!

 GIUD.            SCOGNAMIGLIO? INTENDE DIRE MARINA SCOGNAMIGLIO? QUELLA CHE NON HA MAI VINTO UNA CAUSA IN VENT’ANNI DI PROFESSIONE E CHE URLA SEMPRE COME UNA SCIMMIA?

 CANC.          Proprio lei. Ha perso 135 cause. Questa è la centotrentaseiesima.

 GIUD.            Non ne ha vinta neanche una.

 CANC.          Neanche pareggiata.

 GIUD.            Ho paura che non mi bastino le pillole per il cuore…

 CANC.          Se vuole qualche aspirina io ce l’ho…sa, per i dolori…

 GIUD.            No, no, grazie…forza, allora direi di far entrare l’imputato...vediamo un po’ che faccia ha…Guardia, faccia entrare l’imputato. La guardia flirta con la dattilografa

                        GUARDIA! MA MI STA A SENTIRE O NO?

 GUAR.          Eh? Ah, mi scusi signor giudice, ero distratto…

 GIUD.            Una cosa deve fare, una. Introdurre gli attori in quest’aula.

 CANC.          Gli attori? Ma siamo in tribunale o in teatro?

 GIUD.            Cancelliere, ma dove si è laureato, nel Burundi? Dicesi attori le parti contendenti                        di un processo. Forza guardia, introduca l’imputato.

 GUAR.          Subito signor giudice. Esce e rientra subito con l’imputato

 GIUD.            E lei, signorina Gluteo…

 DATT.            Chiappa.

 GIUD.            Ehm…mi scusi…sa, la mia memoria…signorina Chiappa, cominci a scrivere.

ANTO.            Entrando con gli occhi bassi Buongiorno...

 CANC.          Velocemente Cognome nome et professione.

 ANT.              Eh?!?

 CANC.          Cognome nome et professione.

 ANTO.           Squìccheri Antonio, ho trentacinque anni e faccio il montatore.

 CANC.          IL MONTATORE? LO SOSPETTAVO!

 GIUD.            Cancelliere, per favore! All'imputato Dunque, lei sa di che cosa è

                        accusato?

 ANTO.           Sì, ed è proprio per questo che vorrei...

 GIUD.            SILENZIO! Si limiti di rispondere alle domande che le verranno

                        rivolte!

 ANTO.           Ma se mi sta a sentire…

GIUD. Zitto ho detto!

 ANTO.           Signor Giudice…

 GIUD.            SILENZIO! PARLERA’ DOPO!

 CANC.          Lei è accusato di aver usato violenza carnale ad una donna!

 ANTO.           Che voleva, che violentassi un cavallo?

 GIUD.            SILENZIO! Guardia, faccia entrare la parte lesa ed i rispettivi

                        avvocati.Guardia distratta, non rispondeGUARDIA! FACCIA ENTRARE LA                        PARTE LESA E GLI AVVOCATI!!!! E NON MI DISTRAGGA LA SIGNORINA                      CHE ALTRIMENTI SBAGLIA!

GUAR.           Subito, signor giudice...mi scusi…Esce e rientra quasi subito seguito da

                        Annunziata insieme alla pubblica accusa; dietro segue l'avvocato

                        difensore.

 GIUD.            Accomodatevi... Cancelliere, diamo inizio alla lettura degli atti.

 CANC.          Subito...Tenendo il foglio molto vicino agli occhi Dunque...

                        In questo giorno, ventidue maggio 2012, siamo in questa pubblica

                        aula per giudicare un prosciutto...

 GIUD.            CANCELLIERE! Ma cosa sta dicendo?

 CANC.          Guardando meglio Mi scusi, signor giudice, ma il riflesso mi ha

                        ingannato... dunque, continuo: Per giudicare un “presunto” atto di

                        violenza carnale che tal Squìccheri Antonio, di professione...hem...

                        MONTATORE... avrebbe commesso ai danni della qui presente signorina

                        Annunziata Sfornapane, di anni trenta, di professione... MAIALA?!?!

GIUD.             CANCELLIERE!

 CANC.          Eh no, stavolta ho letto quello che c'è scritto! Mostrandogli il

                        foglio Guardi, signor giudice, guardi... che c'è scritto qui?

 GIUD.            Guardando il foglio Ehm... veramente ci sarebbe scritto proprio

                        maia...ehm, così... ma cos'hanno combinato quei cretini della

                        segreteria?

 CANC.          Li devo far chiamare?

 GIUD.            No, no, lasci fare... signorina, lei che mestiere esercita?

ANNU.           Signor giudice, io non faccio quella roba che c'è scritto lì...io

                        faccio la “magliaia...”

 GIUD.            La magliaia? Ma allora si spiega tutto benissimo...si tratta solamente

                        di un errore di battitura. Quei cretini della segreteria si sono dimenticati la

                        “G” e hanno invertito la “L” con la “I”…

 CANC.          …e la signorina Annunziata da magliaia è diventata maiala!

 GIUD.            Cancelliere, avevamo capito…continui a leggere, per favore.

 CANC.          Subito...dunque...dov'ero rimasto? Scorrendo il foglio velocemente

                        Eeeeeeeee....Squìccheri.....Eeeeeeeeeee....montatore....Eeeeeeee....

 GIUD.            Che cos'è, un'ambulanza?

 CANC.          No, no...stavo solo ricercando il segno...ah, eccolo! Dunque...

allora maiala lo correggo con magliaia...però lei lo sa signor giudice, questo è un vizio di forma che devono correggere gli scrivani…

GIUD.             Lo so, cancelliere, lo so. Più tardi provvederemo. Ora, per cortesia, le dispiacerebbe andare avanti?

CANC.           Subito, subito…ecco... “avrebbe commesso ai danni della qui presente                              signorinaAnnunziata Sfornapane, di anni trenta, di professione magliaia,nella                tarda serata del 14 e durante tutta la nottea cavallo del 14 e 15 aprile 2012.

                        Ho finito…ma che c’entra il cavallo?

 GIUD.            Da bravo, Cancelliere, non mi faccia prendere la pasticchina…cerchi di capire                quello che legge…a cavallo tra i giorni 14 e 15…

 CANC.          Ah, ecco, ora ho capito.

 GIUD.            Dopo aver dato lettura degli atti riassuntivi del caso in questione,

                        dichiaro aperto il dibattito. La parola alla pubblica accusa.

 P.A.   Alzandosi di scatto e parlando forte SIGNOR GIUDICE!

 GIUD.            Oh Dio, e che è ?

 CANC.          Invito la pubblica accusa a moderare un pò il tono della voce onde

                        evitare collassi in aula. Grazie.

 P.A.                Signor giudice, nella notte del 14 aprile, e più precisamente alle

                        ore ventitrè e trenta, questo verme schifoso...

 A.D.               MI OPPONGO!!! La pubblica accusa sta cercando di suggestionare la

                        corte con valutazioni strettamente personali!

 GIUD.            Mi chiedo dove andrà a finire un processo che comincia in questo modo.

                        Opposizione accolta. La pubblica accusa si limiti ai fattiastenendosi

                        dal sottolineare eventuali difetti o pregi dell'imputato.

 ANTO.           Scattando E POI VERME SARAI TE, BRUTTA COZZA CHE NON SEI ALTRO!

 GIUD.            SILENZIO! IMPUTATO, SI RENDE CONTO CHE HA APPENA OFFESO UN                    AVVOCATO MENTRE NEL PIENO SVOLGIMENTODELLE SUE FUNZIONI?

 ANTO.           E LEI HA APPENA OFFESO UN MONTATORE METALMECCANICO IN                           PAUSA! MI HA CHIAMATO VERME SCHIFOSO!

 P.A.                Va bene, ritiro schifoso.

ANTO.            DEVE RITIRARE ANCHE IL VERME!

 P.A.                MAI! IL VERME RESTA  DOV’E’!

 A.D.               LEI IL VERME LO RITIRA, ALTRIMENTI FACCIO UN ESPOSTO!

 P.A.                FACCIA QUELLO CHE VUOLE!

 A.D.               SIGNOR GIUDICE, PROTESTO!

 P.A.                ANCH’IO! LA PUBBLICA ACCUSA TENTA DI RUBARMI LA SCENA!

 CANC.          Ha visto? C’è la scena, gli attori…siamo in teatro!

GIUD. CANCELLIEREEE!!!!!!! Per favore, avvocato, ritiri anche il verme sennò                             qui non si va più avanti.

 P.A.                UFFA! E va bene. Ritiro anche il verme.

 ANTO.           Visto?Questione di palle!

 GIUD.            SILENZIO O FACCIO SGOMBRARE L'AULA!

ANTO.            Ah, per me faccia pure...non penserà mica che mi dispiaccia se si va tutti a casa, eh?

 GIUD.            QUI NESSUNO VA A CASA FINCHE’ NON E’ FINITO IL PROCESSO! HA CAPITO? E SI COMPORTI EDUCATAMENTE!

 ANTO.           Ma perché si altera? Non ho mica offeso nessuno!

 GIUD.            MANCHEREBBE SOLO QUESTO! Alla Pubblica accusaVada avanti, avvocato.

 P.A.                Dicevo dunque, che alle ore ventitre e trenta del 14 aprile, il qui

                        presente Squìccheri Antonio, di professione montatore, dopo aver

                        consumato una lauta cena a casa della qui presente signorina Annunziata                      Sfornapane, la faceva ubriacare con del liquore ad alta gradazione, ed                              approfittavaignobilmente del suo corpo per trarne piacere.

 GIUD.            Imputato, alzatevi. I fatti esposti dalla Pubblica accusa corrispondono a verità?

ANTO.            Non capisco cosa sia il liquore ad alta gradazione.

P.A.                 Grappa, signor Squìccheri, grappa!

ANTO.            Alta gradazione? Ma quale alta gradazione! Era svanita, sembrava camomilla…

GIUD.             INSOMMA! Si astenga da pareri personali e dica alla corte se i fatti appena esposti sono o non sono la verità.

 ANTO.           Sì... è tutto all'arrovescia, però ci siamo quasi...

 GIUD.            Ma cosa dite? Spiegatevi meglio!

 ANTO.           Mi spiego subito...i fatti si sarebbero svolti così se al posto mio ci

                        fosse stata lei...

 GIUD.            IO?!?

 ANTO.           Ma no, non lei-lei, intendevo dire lei-Annunziata! Dicevo che i fatti

                        si sarebbero svolti così se al posto mio ci fosse stata lei, e al

                        posto suo ci fossi stato io...chiaro?

 GIUD.            No.

ANTO.            Ma come no! E' semplicissimo, stia a sentire: Io sono io e lei è lei..

                        giusto? E allora le cose non si sono svolte così. Ma se io fossi

                        stato lei e lei fosse stata me le cose si sarebbero svolte proprio

                        così... ma siccome la realtà è questa, e cioè che io non sono lei e

                        che lei non è me, qui non torna più nulla... ha capito ora?

 GIUD.            No.

 CANC.          Ma come no? Il signor Antonio voleva dire…

 GIUD.            CANCELLIERE! SI LIMITI ALLE SUE FUNZIONI! SONO IO CHE DECIDO                        QUELLO CHE DEVO O CHE NON DEVO CAPIRE!

 CANC.          Mamma mia che mattinata!

GIUD.             Senta, signor Squìccheri, fino ad ora ho avuto la bontà di ascoltarla,

                        ma lei sta facendo dei discorsi talmente assurdi che non vedo il

                        modo di continuare...perciò, sia così cortese da tapparsi quella sua

                        dannatissima bocca, e lasci parlare il suo avvocato difensore...

                        HA CAPITO?

ANTO.            Intimorito Sì..                                                                                    

A.D.                Poichè mi è sembrato che mi sia stata data la parola, e volendo io

                        porre fine ad ogni equivoco, chiamo a testimoniare proprio l'imputato

                        stesso, Squìccheri Antonio, di professione...

 CANC.          TrionfaleMONTATORE!

 GIUD.            CANCELLIERE! Questo lo avevamo già capito...proceda.

 CANC.          Ad Antonio, che si è già seduto al banco degli imputati Imputato,

                        alzatevi. Giurate di dire tutta la verità solo la verità e nient'altro

                        che la verità? Alzate la mano destra e dite "Lo giuro".

 ANTO.           Lo giuro.

 A.D.               La sera del 14 aprile 2012 voi eravate in compagnia della qui presente

                        Annunziata Sfornapane?

 ANTO.           Sì, ero stato invitato a cena a casa sua.

 A.D.               E  da chi eravate stato invitato?

 ANTO.           Da Nunziatina.

 GIUD.            E chi è Nunziatina?

 A.D.               Sarebbe la signorina Annunziata, signor giudice…in paese la chiamano tutti                   Nunziatina…

 GIUD.            Ho capito, vada avanti.

 A.D.               Bene. Imputato, finito di mangiare, che faceste?

 ANTO.           Il ruttino.

 GIUD.            IMPUTATO! RICOMINCIA?

 ANTO.           Perchè?

 GIUD.            Perché queste sono cose che non ci interessano!

 ANTO.           E  allora perchè me le chiedete?

 GIUD.            Voglio dire che non hanno alcun fine nel dibattito in corso!

 ANTO.           Senta signor giudice, io ho giurato di dire la verità, e siccome

                        per me la verità è una sola, o vi prendete tutto il pacchetto o io non vi rac-

                        conto più nulla.

 GIUD.            Oddio le mie pasticche per il cuore... dove sono le mie pasticche per

                        il cuore? Le trova in una tasca e ne butta giù una con un gesto

                        violento della testa

 CANC.          Ecco fatto. Ora si comincia…

GIUD. Avvocato, procedete.

 A.D.               Dunque, cosa faceste?

 ANTO.           Siccome la cena era stata un pò pesantina, Annunziata mi chiese se

volevo un gocciolino di grappa per digerire meglio... nonostante fosse svanita, dopo il sesto bicchierino persi il conto, anche perchè la stanza cominciò a  girarecome il cestello di una lavatrice... quando fui finalmente in grado

                        di capire qualcosa, mi ritrovai sdraiato sul letto, nudo come un

                        bagnino senza costume, con la Annunziata sopra che saltava e urlava:

                        “Trotta cavallino, trotta che si vince la corsa alle Cascine!!!"

                        Annunziata e la Pubblica accusa scattano in piedi

 P.A.                E' INAUDITO!

ANNU.           Coprendosi il viso Che vergogna!

 CANC.          Al giudice Visto che il cavallo c'era?

 GIUD.            All'imputato Signor caval...ehm, signor Squìccheri, sono costretto a

                        chiederle di moderare il linguaggio.

 ANTO.           E  da chi?

 GIUD.            Da chi che?

 ANTO.           Da chi che che?

 GIUD.            IMPUTATO! Si prende forse gioco di me?!?

 ANTO.           Non mi permetterei mai, signor giudice... no, è che lei ha detto

                        "Sono costretto a chiederle di moderare il linguaggio..." volevo

                        solo sapere chi  che la costringe...

GIUD.             NESSUNO! NON MI COSTRINGE NESSUNO! E’ UN MODO DI DIRE! QUESTO E’ IL MIO TRIBUNALE, E IO USO IL LINGUAGGIO CHE VOGLIO! MA LEI NO! HA CAPITO? Prende una pillola; alla dattilografa E lei signorina Mela cancelli queste ultime frasi!

 DATT.            Chiappa.

 GIUD.            COSA?

DATT.             Dicevo, mi chiamo Chiappa non Mela.

 GIUD.            Va bene, va bene…Chiappa.

 DATT.            Che devo fare?

 GIUD.            Cancellare le ultime frasi.

 DATT.            Ultime frasi? Perché, dovevo scrivere qualcosa?

 GIUD.            Vuol dire…vuol dire che non ha scritto nulla? IL PROCESSO E’ COMINCIATO DA MEZZ’ORA E LEI NON HA SCRITTO NULLA?

 DATT.            Eh. Non mi ha detto nulla nessuno…

 GIUD.            ALLORA GLIELO DICO IO! FORZA, COMINCI A SCRIVERE!La Dattilografa comincia a scrivere velocissima, e continua così per una ventina di secondi

                        SIGNORINA! MA COSA STA SCRIVENDO?

DATT.             Non lo so. Lei ha detto cominci a scrivere e io scrivo.

GIUD.             MA SI PUO’ SAPERE COME HA FATTO AD AVERE QUESTO POSTO?

DATT.             Non lo so neanch’io. Avevo fatto domanda, e mi hanno preso.

GIUD.             SENZA CONCORSO?

DATT.             Ha detto il mio fidanzato che non importava.

GIUD.             Accidenti! Deve essere davvero in gamba, per asserire una cosa del genere! E quanti anni ha il suo fidanzato?

DATT.             Settantadue.

GIUD.             SETTANTADUE?Ma come, lei è così giovane…è fidanzata con uomo in pensione?

DATT.             Non è mica in pensione. Lavora a Roma, fa il senatore.

GIUD.             O MAMMA MIA!!! Le mie pillole…dove sono le mie pillole? Ne trangugia una

                        Avvocato, vada avanti.

ANTO.            Non si scaldì così...

GIUD.             E SE MI VOGLIO SCALDARE MI SCALDO QUANTO MI PARE E PIACE! E LEI STIA MOLTO ATTENTO, PERCHE’ ALLA PROSSIMA BATTUTA DI SPIRITO LA FACCIO RINCHIUDERE IMMEDIATAMENTE! Proceda, avvocato.

 A.D.               Dunque, voi asserite che fu la signorina Sfornapane ad usarvi

                        violenza, e non il contrario?

 ANTO.           Sì.

ANNU.           MAIALE!Antonio le risponde con un grugnito puntandosi un dito addosso

 GIUD.            Signorina, non mi costringa ad allontanarla dall'aula! Avvocato,

                        continui.

 A.D.               Vorrei soffermarmi un attimo su quello che fu il menù di quella

                        famosa cena...

P.A.                MI OPPONGO! Figuriamoci, il menù!  Non vedo come questo possa avere attinenza col processoin corso.

 A.D.               Signor Giudice, qualunque fatto, anche apparentemente insignificante,

può avere un peso determinante al fine dell'acquisizione della verità. In questo caso la composizione del menù non è solamente importante, ma addirittura indispensabile al buon fine dell’udienza in corso. E poi non dimentichiamoci che stiamo processando un uomo accusato di uno dei delitti più abominevoli che la mente umana possa concepire…un delitto per cui sono previste pene severissime, un delitto…

 GIUD.            Va bene, va bene…proceda…

A.D.                Ebbene, dobbiamo dare a quest uomo la possibilità di difendersi!

 ANTO.           Battendo le mani BRAVO! MEGLIO DI PERRY MASON!

 GIUD.            SILENZIO!

A.D.                All'imputato Vuol essere così cortese da ripetere alla corte quello

                        che ha detto a me prima del processo? E cioè in che cosa consisteva

                        il menù della cena di quel famoso14 aprile?

 ANTO.           Facile: L'antipasto era a base di caviale e pepata di cozze, il primo

                        dei semplicissimi tagliolini al tartufo, di secondo gamberoni al pepe

                        verde, e di dolce una specialità di Annunziata: sformato di peperoncini flambè                 con paprika e pezzi di anice stellato.

A.D.               Signor giudice, qualunque uomo in pieno possesso delle sue facoltà fisiche dopo una cena come questa avrebbe violentato non solo una donna, ma anche un cavallo!

 GIUD.            E dai con questo cavallo! Insomma, se ho ben capito voi sostenete che

                        da parte della signorina Sfornapane c'era premeditazione?

 A.D.               Senza dubbio, signor giudice... non avete sentito il menù? Tutta roba

                        altamente afrodisiaca... roba da far  resuscitare un morto! Mi appello

all'intelligenza della corte che saprà certamente trarre le debite conclusioni.

 GIUD.            Ha finito, avvocato?

 A.D.               Ho finito, vostro onore.

 GIUD.            E lei quindi asserisce che esistono cibi afrodisiaci?

 A.D.               Ma certo, vostro onore!

 GIUD.            E ha in mano qualche prova scientifica che avvalori la sua ipotesi?

 A.D.               No, vostro onore…però i gamberoni al pepe verde su mio marito fanno miracoli!

 CANC.          A me invece mi ci vogliono i peperoncini…

 GIUD.            CANCELLIERE!

 CANC.          Dica…

 GIUD.            DICO CHE DEVE FARE SILENZIO!La parola alla Pubblica accusa.

 P.A.                Grazie, signor giudice...Avvicinandosi all'imputato Dunque, voi

                        asserite che fu la mia cliente ad usarvi violenza?

 ANTO.           Violenza? Ma quale violenza! Magari tutte le violenze fossero così!

                        Io so solo che mi ritrovai sdraiato sul letto, nudo come un bagnino..

 P.A.                Sappiamo, sappiamo... ricorda solo quello?

 ANTO.           Molte altre cose. A un certo punto ha detto: mi fai la poltrona?

CANC.           Che cosa ha detto?

ANTO.            Mi fai la poltrona.

GIUD.             E in cosa consiste questa poltrona?

ANTO.            Mi ha fatto sedere, e poi si è gettata sopra di me come se io fossi una poltrona.

GIUD.             Urlando MA INSOMMA, CHE COS'E' QUESTO, UN PROCESSO A LUCI ROSSE?

P.A.    Signor Squìccheri, io volevo sapere se a parte questi particolari

                        non ricorda altro!

ANTO.            No. A parte la cena e le quattro...violenze, non ricordo altro.

GIUD.             QUATTRO?!?

CANC.           All'anima del montatore!

ANTO.            Specializzato.

GIUD.             Ah, su questo non c'è dubbio...se la Pubblica accusa ha finito, darei

                        di nuovo la parola alla difesa.

P.A.    Ho finito.

A.D.                Chiamo a testimoniare la così detta parte lesa, la signorina

                        Annunziata Sfornapane. Annunziataancheggiando raggiunge la sedia e si siede

 CANC.          Alzatevi. Giurate di dire tutta la verità solo la verità nient'altro

                        che la verità? Alzate la mano destra e dite lo giuro.

ANNU.           Alza la mano e la continua a tenere alzataLo giuro.

 GIUD.            Volete andare in bagno?

ANNU.           No signor giudice.

 GIUD.            E allora abbassate quella mano. Avvocato, proceda.

 A.D.               Signorina Sfornapane, lei è stata vista molte volte in compagnia dell'imputato...               devo dedurre che tra voi esiste, diciamo così, unrapporto che va un pò più in là               della semplice amicizia?

 P.A.                Si alza in piedi e sta per urlare, ma il giudice lo ferma con un

                        gesto della mano; tutti restano immobili, mentre il giudice trangugia

                        velocemente due pasticche per il cuore; poi abbassa la mano.

MI OPPONGO!!!! LA DIFESA NON HA ALCUN DIRITTO DI INDAGARE SULLA VITAPRIVATA DELLA MIA CLIENTE!

A.D.                NON ALZI LA VOCE CON ME!

 P.A.                E’ STATA LEI A STRILLARE PER PRIMA!

 A.D.               PERCHE’ LO RICHIEDEVA IL MOMENTO!

 P.A.                NON E’ VERO!

 A.D.               SAREBBE BENE SI TROVASSE UN UOMO, COSI’ LE CALMA IL PRURITO!

 P.A.                LEI PENSI PIUTTOSTO A FAR MANGIARE I GAMBERONI A QUEL                                   POVER’UOMO DI SUO MARITO!

 GIUD.            BASTAAAA!!!!!!!SILENZIO!!!!!! Opposizione respinta. Signorina, rispondete alla                domanda dell'avvocato.

ANNU.           Sì..no...cioè...una volta eravamo amici, ecco!

 ANTO.           AMICI?!? Ma non ti ricordi più, cinque mesi fa, quando ci trovammo

                        nel vagone letto del diretto Firenze-Milano? O che forse passammo tutta la                       notte a chiacchierare?

ANNU.           No... leggemmo... giocammo a carte...

 CANC.          A  scopa?

 GIUD.            UN'ALTRA OSSERVAZIONE COME QUESTA E LEI PASSA SECONDINO A SOLLICCIANO!!

 A.D.               Dunque, lei ha appena ammesso che tra voi due è esistito un rapporto..

                        come dire...intimo?

ANNU.           Sì, ma a quel tempo non stavo per sposarmi...

 ANTO.           Ti...ti sposi?!? E con chi?

 GIUD.            SILENZIO!

 ANTO.           SILENZIO?!?!? VADO A CASA SUA, CENO, BEVO, FACCIO UN POKER, E                    POINON DEVO NEMMENO SAPERE CHI LA SPOSA?

ANNU.           Mi sposo con Arnaldo!

 ANTO.           ARNALDO?!? Arnaldo il figliolo dell’ Adelaide?

ANNU.           Proprio lui, sì!

 ANTO.           Quello tutto intelito che sembra inzuppato nell'amido?

ANNU.           Hai capito benissimo.

 ANTO.           Ma quello per arrotondare faceva il campanaro a Don Perignon?

 ANNU.          Se è per quello lo fa ancora…ma presto sarà ricco!

 ANTO.           E perché sarà ricco?

 ANNU.          Non te lo dirò mai!

CHIAP.           Come si scrive Don Perignon? Tutto attaccato?

 CANC.          Ma davvero il prete si chiama Don Perignon?

 ANTO.           No, si chiama Don Fausto, ma siccome beve un po’ troppo…

 CHIAP.          Devo scrivere anche questo?

 GIUD.            NO!

ANTO.            Dimmi la verità Nunziatina, ma l’hai visto bene?

ANNU.           Chi, Don Fausto?

 ANTO.           Macchè Don Fausto! Coso, lì…Arnaldo!

ANNU.           L'ho visto, sì, ed è cento volte meglio di te... ALMENO LUI MI                                                 VUOL BENE SUL SERIO!

 ANTO.           O come farai a andarci a letto insieme? Ti bendi?

ANNU.           MOSTRO!

 A.D.               Bene, basta così. Signorina, torni pure al suo posto. Annunziata torna al suo                     posto ancheggiando

 ANTO.           Ma guardatela come cammina! Sembra che le si sia svitata una chiappa!

 DATT.            Chiappa? Dice a me?

 GIUD.            ORA BASTA!!!! Vista l'impossibilità di continuare questo processo,

                        la seduta  aggiornata a domani 23 maggio alle ore nove dell'anno

                        di grazia 2012. La seduta è tolta!

 ANTO.           Anno Di-grazia?!? A me sembra DI-SGRAZIA!Escono tutti, ad eccezione della                  guardia, che si rivolge al pubblico

 GUARD.       Visto che processo? Stavolta se il giudice sopravvive è un miracolo…col cuore                balordo che si ritrova…io fossi in voi non mi vorrei perdere nemmeno una parola                        della prossima udienza…ho come l’impressione che questo processo sarà                       ricordato a lungo…quindi sbrigatevi a bere e magari a fare la pipì…tra un quarto                     d’ora si riprende! A dopo! Esce

SOSPENSIONE PRIMA UDIENZA

                                                                 

SECONDA UDIENZA

STESSA SCENA DEL PRIMO ATTO; ALL'APRIRSI DEL SIPARIO IN SCENA CISONO SOLO ANNUNZIATA E ARNALDO.

ANNU.           Arnaldo, amore mio, devi credermi: è tutta una montatura…qualcuno vorrebbe                 far credere che fui io a usare violenza al porco.

 ARNA.           Che faccia tosta! Io ti credo, dolce passerotto mio…ma ci sono certe voci in                       giro…com’è cattiva la gente!

ANNU.           Voci? Che voci?

 ARNA.           Niente, niente…ma mi ha detto Ambrogio che ha saputo da sua cugina                             Prosopea che gli avrebbe confidato Don Fausto che quella sera qualcuno                                   t’avrebbe sentito urlare…

ANNU.           Urlare? Come urlare? E che avrei detto?

 ARNA.           Non ha capito bene: ma a un certo punto pare che abbia sentito dire “E                             QUATTRO! QUESTA SERATA E’ DA GUINNES!”

ANNU.           ARNALDO! NON CREDERAI A QUESTE STUPIDE BUGIE!

 ARNA.           Ma certo che no!

 ANNU.          Sai anche chi è che l’ha detto a Don Fausto?

 ARNA.           Questo non si sa…sicuramente qualcuno che si è andato a confessare.

 ANNU.          Ma perché la gente non pensa ai fatti suoi? E poi anche Don Fausto…ma non                esiste più il segreto della confessione?

 ARNA.           Si vede che quando l’ha detto aveva bevuto un bicchiere di troppo…

 ANNU.          Già…ah, quel Don Perignon!

 ARNA.           Nunziatina, stai tranquilla, io non ci credo…però lo sai come sono le                                  persone…appena suona un campanellino dopo dieci minuti suonano tutte le                  campane di Firenze!

ANNU.           Arnaldo, tu sei l’unico uomo della mia vita…promettimi che quando tutta questa             vicenda sarà finita ci sposeremo subito!

 ARNA.           Ma certo passerottino mio…

ANNU.           E che andremo a vivere nella tua bella casa che erediterai appena muore tuo                  zio Casimirro…quella con la piscina…a proposito, quanti anni ha?

 ARNA.           La piscina? L’hanno fatta una ventina di anni fa.

ANNU.           Sveglia Arnaldo, sveglia! Tuo zio quanti anni ha! Cosa vuoi che mi importi a me             della piscina…

 ARNA.           Ah, lui? Va per i novantasette, passerotto…

ANNU.           Appunto. Tanto giovane non è…

 ARNA.           Però, nonostante l’età, è il ritratto della salute…pensa che tutte le mattine fa due                         chilometri di passo veloce…dice che dopo si sente meglio, e che il sangue corre                         a mille all’ora…e io gli voglio così tanto bene…

 ANNU.          Ma è vero che corre sempre dietro alle donne?

 ARNA.           Certo! Dice che gli piacciono ancora, anche se non si ricorda più perché.

ANNU.           E tu sei il suo solo parente…

 ARNA.           Eh sì. L’unico nipote.

ANNU.           E non dare retta a quel maiale di Antonio…chissà cosa direbbe per dividerci…

ARNA.            Non preoccuparti, Annunziata...io ti voglio bene, e credo a te, e

                        non a quel... quel...

 ANTO.           Entrando alla fine della frase Fermo lì Arnaldo! Non una parola di più

sennò ti tiro il collo come a un pollo!Non penserai mica di offendermi

in un'aula di tribunale, eh?!?

ANNU.           Guarda che qui nessuno ti offende! E comunque ciò non toglie che

                        tu sia un porco! Ma ti rendi conto, no, dico, ti rendi conto di

                        come mi hai trattata ieri, proprio qui, davanti a tutti?

 ANTO.           E secondo te come ti dovevo trattare? Mi sto solo difendendo. Mi hai trascinato                tu in tribunale. E poi non ho forse giuratodi dire tutta la verità, solo la verità,               nient'altro che la verità?

 ARNA.           Ma quale verità! La "tua" verità!

 ANTO.           O bravo! Ma lo sai che sei un fenomeno? Parli come se a quella famosa

                        cena tu fossi stato presente!

ANNU.           ANTONIO!

 ANTO.           Scusa Nunziatina, ma quell'affare lì tira fuori certi discorsi...

 ARNA.           ScaldandosiSenti Antonio, tu hai infangato l'onore della mia futura

                        moglie con delle menzogne; hai compromesso forse irrimediabilmente

                        il futuro di una famiglia; e ora cosa pretendi, che stia qui calmo

e impassibile mentre continui con queste fantasie da depravato?

                        MA IO T'AMMAZZO!Annunziata lo ferma.

 ANT.              Sì, ecco, bravo. Così si cambia processo... guarda, Arnaldo, che non

                        sono stato io a portare tutta questa faccenda in tribunale. Se era

                        per me si stava tutti zitti zitti, così io ero contento, Nunziatina

                        era contenta, e tu eri... un becco!

 ARNA.           Scattando T'AMMAZZO!!!!

ANNU.           Calmati, Arnaldo, calmati! Ma non lo vedi che lo fa apposta a provocarti?

Non fare il suogioco!

 GUAR.          Entra e va di nuovo verso il pubblicoIN PIEDI! ENTRA LA CORTE! ALLORA?                   CI SI DA’ UNA SVEGLIATA? BRAVI, COSI’…FORZA SIGNORA, ANCHE LEI,                      IN PIEDI! UN PO’ DI RISPETTO, E CHE DIAMINE! Che vi avevo detto? Un                       processo piccante, come non se ne vedevano da anni…chissà come andrà a                       finire…non vi resta che prestare attenzione ai prossimi avvenimenti.

                        Entrano nell’ ordine: Giudice,Cancelliere, Dattilografa, Pubblica accusa e                           Avvocato difensore.

 GIUD.            Seduti. Cancelliere, dia inizio alla lettura degli atti, ma faccia molta, molta

attenzione. Stamani mi sono alzato calmissimo. Vediamo se questo stato di          grazia in cui mi trovo dura almeno fino alla fine della mattinata.

 CANC.          In questo giorno, 23 Maggio 2012, siamo riuniti in quest'aula per

                        la seconda parte del processo Squìccheri, in cui sarà giudicato

                        l'imputato Antonio Squìccheri, di professione montatore specializzato, accusato              di violenza carnale nei confronti della qui presentesignorina Annunziata                              Sfornapane, detta Nunziatina, di professione "magliaia"... devodare anche                      lettura dei fatti accaduti ieri?

 GIUD.            Certamente.

 CANC.          Alla segretaria Signorina, mi dia gli incartamenti.

 DATT.            Subito. Gli porge un unico, piccolissimo foglio

 CANC.          Leggendo il foglioMi oppongo! La difesa non ha. Pausa

 GIUD.            Cancelliere, vada avanti altrimenti facciamo buio!

 CANC:          Ehm…non c’è altro, signor giudice…

 GIUD.            SIGNORINA GLUTEO!

 DATT.            Chiappa.

 GIUD.            SIGNORINA CHIAPPA, HA SCRITTO SOLO QUELLO?

 DATT.            Andavate così veloci…

 GIUD.            MA LO SA CHE IO LA POSSO SOSPENDERE DALL’INCARICO? QUESTO E’               UN TRIBUNALE, NON UN LUOGO DOVE CI SI FA LA MANICURE!

 DATT.            Ha detto il mio fidanzato che non può sollevarmi dall’incarico.

 GIUD.            E perché no?

 DATT.            Non lo so, però ha detto di darle questo. Gli porge un biglietto ripiegato.

 GIUD.            Trangugiando una pillola O mamma mia si ricomincia come ieri!Legge il                             biglietto, quindi lo ripiega e se lo mette in tascaBene. Andiamo avanti con il                      processo. E lei signorina stia pure tranquilla…se le va può scrivere qualcosa,                        altrimenti non importa…

 DATT.            Grazie, signo giudice…

 GIUD.            Dovere, signorina Chiappa, dovere…e mi saluti tanto il suo fidanzato…

 DATT.            Dovrebbe arrivare stasera da Roma…gli porterò i suoi saluti…

 CANC.          Signor giudice, posso rivolgere una domanda all'imputato?

 GIUD.            Una domanda all’imputato? E perché?

 CANC.          Una mia curiosità personale.

 GIUD.            Le ricordo, cancelliere, che questo è un pubblico processo pagato con i soldi dei                         contribuenti. Quindi non sono ammesse faccende personali.

 CANC.          Lo so, lo so…ma è solo una piccola domanda…

 GIUD.            Forza, si sbrighi.

 CANC.          Grazie, signor giudice. Signor Squìccheri, la mia è una domanda di carattere                   personale che nulla ha a che vedere col processo in corso. Questa notte non ho                        chiuso occhio cercando di ricordare dove hosentito il suo strano cognome...poi               mi è sembrato di ricordare chedevo avere avuto un professore di liceo che si                 chiamava come lei.. e a questo punto le domando: aveva o ha qualche parente                      che insegnava al liceo?

 ANTO.           No, però mio padre ha fatto il liceo...

 CANC.          Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima? Suo padre è stato un

                        mio compagno di studi! E mi dica... che liceo ha frequentato suo

                        padre?

 ANTO.           Il liceo classico Machiavelli.

 CANC.          Trionfale ANCH'IO!Al giudice Visto com' è piccolo il mondo? Ho

                        trovato il figlio di un mio ex compagno di scuola! E come sta il babbo?

 ANTO.           Bene…però ultimamente non ci sta più tanto con la testa…

 CANC.          Poveretto, come lo compatisco…me lo saluti tanto…anche se non lo ricordo                     molto bene…ma era forse quello del terzo banco? Boh…

 GIUD.            Sì,sì..ma ora cerchiamo di andare avanti col processo. Vorrei cercare

                        di finirlo prima della pensione.

 A.D.               Col permesso della corte, ho portato a testimoniare un vicino di casa

                        della signorina Sfornapane, e sono propensa a credere che questo aggiunga                  dei fatti nuovi al processo, perciò chiedo la parola.

 GIUD.            Se la pubblica accusa è d'accordo per me va bene.

 P.A.                Non sono affatto d'accordo, in quanto di solito la pubblica accusa

ha la precedenza. Questo altro non è che un tentativo di sovvertire l’ordine naturale della giustizia…

A.D.               E’ vero, di solito la pubblica accusa ha la precedenza... ma oggi vorrei io per prima la parola, poiché sono certa che lerivelazioni del mio teste daranno una svolta decisiva al processoin corso.

P.A.                LO SA, VERO, CHE MI E’ STATA ANTIPATICA DAL PRIMO MOMENTO CHE L’HO VISTA?

A.D.               CERTO CHE LO SO! E LE ASSICURO CHE LA COSA E’ RICAMBIATA, AVVOCATO DEI MIEI STIVALI!

P.A.                PENSI PIUTTOSTO AL PROCESSO!

A.D.               CI PENSI LEI, CHE NON HA MAI VINTO UNA CAUSA IN VITA SUA!

P.A.                MA BRUTTA…        

 GIUD.            BASTA COSIì! COMPORTATEVI DA PERSONE CIVILI! E CERCATE DI                           AVERE UN PO’ DI RISPETTO PER LA TOGA CHE INDOSSATE! Forza,                           avvocato, inizi pure lei, ma cerchi di restare nei limitidi tempo concessi.E lei,               signorina Chiappa, se volesse smettere di fare gli occhi dolci alla guardia mi                farebbe un gran favore…magari se ha voglia potrebbe scrivere qualcosa…

 A.D.               Chiamo a testimoniare il signor Carobbi Mario.

GUAR.           Forza guardia, faccia entrare il testimone.

GUAR.           Si dirige verso il luogo dal quale entrerà il teste IL SIGNOR CAROBBI MARIO!

                        Entra il Carobbi dal pubblico e va al banco dei testimoni

CANC.          Si sieda. Pausa In piedi. Giuri di dire la verità solo la veritànient'altro che la verità. Alzi la mano destra e dica "Lo giuro".

 CARO.          Lo giuro.

 A.D.               Vuole dire alla corte il suo nome e la sua data di nascita?

 CARO.          Carobbi Mario, nato a Firenze l’ undici marzo del 1975.

 A.D.               Lei abita vicino alla signorina Sfornapane?

 CARO.          Sì, la parete della sua camera è comune con la mia, e siccome

                        abitiamo nelle case popolari e le pareti sono di carta velina, sento anche                           quando respira troppo forte...

 A.D.               Allora lei ricorderà senz'altro cose avvenne quella famosa notte del

                        14 Aprile del 2012.

 CARO.          E  come potrei dimenticarlo? Che notte, ragazzi! Sembrava una trasmissione                   radiofonica a luci rosse!

 GIUD.            Ingoiando una pillola Le saremo grati se volesse esporci i fattisenza opinioni                    personali, attenedosi strettamente alla realtà.

 A.D.               Dunque lei può dirci cosa udì quella famosa notte?

 CARO.          Subito...quella sera rincasai verso le dieci; andai a letto e come mia abitudine                  presi un libro e cominciai a leggere. Stavoquasi per prendere sonno, quando                   dalla stanza accanto mi giunserodei gridolini...

 A.D.               Può dirci esattamente cosa intende per gridolini?

 CARO.          Sì, erano sul tipo... Ahhhh....Uhhhh....Ihhhh....

 A.D.               Ehm... bene, basta così...poi udì altro?

 CAR.             Sì, sentii un gran trambusto, e riconobbi il rumore della testata

                        del letto della signorina Sfornapane contro la mia parete. Dapprima

                        lento, tipo Bum....bum...bum. Poi sempre più veloce... dopo dieci

                        minuti sembrava Italo: Bu-bum,bu-bum,bu-bum...

 GIUD.            Italo? Chi è Italo?

 CANC.          E’ il treno veloce, signor giudice…

 GIUD.            E l’hanno chiamato Italo?

 CANC.          Sì signor giudice.

A.D.                E questa musica durò tanto?

 CARO.          Due tragitti, andata e ritorno.

 GIUD.            Due tragitti?

 CARO.          Sì, insomma, quattro volte.

 A.D.               Ed oltre ai rumori prodotti dal letto non ha sentito altro?

 CARO.          Oh sì! Devo ripetere?

 CANC.          Piuttosto eccitato Ripeta, ripeta!

 CARO.          Dunque, a parte i soliti gridolini di lui e di lei, c'erano frasi

                        come "Va bene così, Dai ora, Scendi dalla spalliera del letto

                        altrimenti ti fai del male"... poi ad un certo punto lui ha detto

                        "Vengo" e lei "Aspettami che vengo anch'io" ed io ho pensato" Meno

                        male che vanno via, così almeno dormo"...

 P.A.                MI OPPONGO!

 GIUD.            A cosa?

 P.A.                NON LO SO, MA MI OPPONGO LO STESSO!

 GIUD.            PasticcaBASTA COSì!!! Avvocato, continui...

 A.D.               Nessuna frase l'ha colpita in modo particolare?

 CARO.          Oh, sì, due... e mi hanno lasciato abbastanza perplesso... la prima

                        era una voce maschile che diceva:"Hai visto com'è facile? Basta reggersi bene               al lampadario!" La seconda era la signorina Sfornapane che

                        diceva: “Trotta, cavallino, trotta che si vince la corsa alle Cascine!"

 CANC.          Con la bava alla bocca Continui, continui...

 GIUD.            BASTA COSI'! Ha finito, avvocato?

 A.D.               Ho finito, signor giudice... come ha potuto sentire, una delle due

                        frasi corrisponde perfettamente a quella già citata dal mio cliente

                        nella prima parte del processo.

 GIUD.            Bene...la pubblica accusa ha qualche obbiezione da fare?

 P.A.                Con il permesso della difesa vorrei rivolgere una domanda al signor

                        Carobbi.

 A.D.               MA NEANCHE PER SOGNO!

 P.A.                NO? PERCHE’?

A.D.                PERCHE’ IL TESTE E’ MIO!

 P.A.                MA IO HO IL DIRITTO!

 A.D.               E IO HO IL ROVESCIO! NON SI AZZARDI A TOCCARE IL MIO TESTE!

 P.A.                IO NON LO VOGLIO TOCCARE! LO VOGLIO INTERROGARE!!!!

 GIUD.            BASTAAA!!!!! All’avvocato difensore Avvocato, cosa sono tutte queste storie?                   La pubblica accusa può controinterrogare il teste quando vuole…ha capito?              Alla Pubblica AccusaAvvocato, proceda.

 P.A.                Grazie signor giudice. Signor Carobbi, lei ha asserito che stava leggendo un                   libro... possosapere di che libro si trattava?

 CARO.          Veramente…non ricordo…

GIUD.             Le ricordo che lei è sotto giuramento!

CARO.           E poi...non so se....con tutta questa gente…

GIUD.             LE RICORDO ANCORA CHE LEI È SOTTO GIURAMENTO!

 CARO.          Abbassando gli occhi Era intitolato ...:piano" Le avventure di Porkaontas"...

 GIUD.            Come ha detto? Forza, parli più forte!

 CARO.          LE AVVENTURE DI PORKAONTAS!

 CANC.          Porka?

 CARO.          Ontas.

 CANC.          Quando l'ha finito, me lo presta?

 GIUD.            SILENZIO!

 P.A.                Finalmente è tutto chiaro! Lei era talmente eccitato dalla lettura

                        di quella porcheria che chissà cosa si è immaginato!

 CARO.          E no signor avvocato! A me quando sono eccitato mi succede di tutto, ma non                 mi si tappano mica le orecchie! Se le dico che ho sentito ho sentito!

 GIUD.            Grazie, signor Carobbi, ora può andare... invito la Pubblica Accusa

a introdurre il suo teste.Il Carobbi torna tra il pubblico

 P.A.                Signor Giudice, ne ho due: quale chiamo per primo?

 GIUD.            E che lo devo sapere io? Chiami chi vuole, basta che si sbrighi! Tra un po’ è                    mezzogiorno!

 P.A.                Va bene. Chiamo a testimoniare la signorina Geltrude Teladetti.

GUAR.           Forte GELTRUDE TELADETTI! Poi ripensa al nome TELADETTI? Scoppia in una fragorosa risata; mentre sta ridendo col volto coperto entra dal pubblico lateste, la quale si siede al banco degli imputati.

 GIUD.            GUARDIA! LA SMETTA DI RIDERE!

 GUAR.          Sì signor giudice…

 CANC.          Si sieda pure...

 TELA.            Ma io sono già seduta!

 CANC.          Allora si alzi. Giuri di dire tutta la verità, solo la verità, niente

                        altro che la verità... alzi la mano destra e dica "Lo giuro".

 TELA.            Lo giuro.

 P.A.                Il suo nome?

 TEL.               Geltrude Teladetti.La guardia ride

 GIUD.            GUARDIA!

 GUAR.          Ma non è mica colpa mia se si chiama così! Il giudice ingoia una pillola

 P.A.                Età?

 TELA.            Pianissimo ...aantadue...

 P.A.                Come ha detto?

 CANC.          Centodue.

 GIUD.            CANCELLIERE! Lasci perdere, avvocato.

 P.A.                Professione?

 TELA.            Casalinga.

 P.A.                Signorina Teladettianche lei è una vicina di casa della qui presente

                        Annunziata Sfornapane?

 TELA.            Di Nunziatina? Purtroppo sì.

 P.A.                Purtroppo? Perchè purtroppo?

 TELA.            Perchè rientra tardi la sera, perchè tiene troppo alta la radio, perché ride troppo                forte, perchè...

 GIUD.            Basta così. Atteniamoci ai fatti.

 P.A.                La sera del 14 Aprile lei era in casa? Può ripetere alla corte quello

                        che ha detto a me prima del processo?

 TELA.            Sì, quella sera ero in casa, e dopo aver detto il rosario stavo leggendo l'ultimo                  numero diFamiglia Cristiana, quando sentii dei rumori provenire dalla cucina

                        di quella là.... allora feci un po’ di attenzione...

CARO.          Dal pubblicoDICA PURE CHE APPICCICO' L'ORECCHIO ALLA PARETE COMEFA SEMPRE!!!

GIUD.            SILENZIO LA' IN FONDO! SILENZIO O FACCIO SGOMBERARE L’AULA!

CARO.          NON PUO’!

GIUD.            E PERCHE’ NON POSSO?

CARO.          PERCHE’ QUESTA GENTE HA PAGATO IL BIGLIETTO PER VEDERE LA COMMEDIA! DOVREBBE RENDERE I SOLDI A TUTTI.

GIUD.            Va bene, allora soprassediamo. Alla TeladettiContinui, la prego...

 TEL.               Ad un certo punto sentii dire: "Antonio, siccome abbiamo mangiato

                        troppo, non vorresti mica un goccio di grappa?" E lui "Sì, a patto che

                        tu beva  con me" e lei "Ma non lo sai che l'alcool mi da alla testa?"

e lui " Via, solo un goccio per  farmi contento!" e lei...

 CANC.          All'anima dell'attenzione! Questa non è una donna, è una segreteria

                        telefonica!

 GIUD.            SILENZIO! Signorina, continui...

TEL.    Dov'ero arrivata? Ah sì... e lei "E va bene, ma solo un goccio..."

                        a questo punto cominciarono a bere, e dopo circa un'ora cantarono

                        tutto il repertorio degli alpini, dalla Valsugana al Mazzolin di

                        fiori. Poi lei disse: "E ora?" e lui "Ora andiamo a letto" e lei

                        "A letto? A fare cosa?" e lui " Andiamo a parlare di filosofia!"

e lei "No, non voglio!"

 P.A.                Basta  così! Avete sentito? AVETE SENTITO? La mia cliente disse

                        "Non voglio".... e quando una persona non vuole, per fare certe  cose

                        si deve ricorrere alla violenza!

 GIUD.            La Pubblica accusa ha finito?

 P.A.                Ho finito.

CANC.           Signorina Chiappa, cambi la professione della teste da “casalinga” a                                  “casalingua”…

 GIUD.            CANCELLIERE!!!!!

 A.D.               Se la pubblica accusaè d'accordo, avrei da rivolgere una domanda alla teste.

 P.A.                MA NEANCHE PER SOGNO! FIGURIAMOCI! LA TESTE E’ MIA!

 A.D.               MA LEI PRIMA HA CONTROINTERROGATO IL MIO TESTE!

 P.A.                CHE C’ENTRA, QUELLO E’ UN PERVERTITO!

 A.D.               MA NON LO SA CHE A VOLTE E’ PEGGIORE LA GENTE CHE VA SEMPRE                  IN CHIESA COME LA SUA TESTE?

 CARO.          Dal pubblicoBRAVA! BEN DETTO!

 GIUD.            BASTA!!!!! Avvocato, proceda prima dell’infarto.

 A.D.               Che infarto?

 GIUD.            Il mio. Proceda.

A.D.                Bene. Le dispiacerebbe continuare il discorso da dove  stata interrotta?

 TELA.            Da dove?

 A.D.               Da quando Annunziata disse “Non voglio”.

 TELA.            Ma certo! Disse:" No, non voglio! Figurati se vengo a letto con te

                        per parlare di filosofia! " e lui "E allora di cosa vorresti parlare?!" e lei "Parlare?                 Ma secondo te io ti ho invitato per parlare? Andiamo, sbrigati che sono calda              come una stufa accesa!!!"

A.D.               TrionfanteSentito? Altro che violenza! La signorina Sfornapane sapeva bene quello      che la aspettava andando a letto con l'imputato!

 ANTO.           Lo dice come se si trattasse di una tortura!

 CANC.          SILENZIO!

 ANTO.           Avvocato, se vuol provare, io sono a sua completa disposizione…

 P.A.                Magari risparmierebbe sui gamberoni…

 GIUD.            BASTA! ORDINE! Avvocato, procedete col secondo teste….ma faccia                                attenzione…non mi sembra che quest’ultima testimonianza abbia giocato a suo                         favore… anzi, direi il contrario….

 P.A.                Non si preoccupi signor Giudice, so quello che faccio…chiamo a testimoniare la             signoraCesira Sculacciacani.

 GUAR.          LA SIGNORA CESIRA SCULACCIACANI!La guardia ripensa al cognome e                      comincia a ridere

GIUD. INSOMMA, GUARDIA, BASTA RIDERE! MA CHE HA BEVUTO?

CESI.              Entra in evidente stato di ebrezza Qualcuno mi ha chiamato?

 GIUD.            MA LEI E’ UBRIACA!

 CESI.             Non sono ubriaca. Sono allegra. HIC!

 GIUD.            Guardia, accompagni la signora Sculacciagatti al suo posto.

CESI.              Sculacciacani.

 GIUD.            Mi scusi.

 CANC.          In piedi. Giura di dire la verità soltanto la verità? Alzi la mano destra e dica “lo                   giuro”.

CESI.              Alza la sinistra Lo giuro.

 GIUD.            SignoraCesira, quella è la mano sinistra!

CESI.              Mi scu…mi scusi…mi si devono essere mescolate…Alza la destraLo giuro.

 GIUD.            Signora Sculacciatopi…

CESI.              Sculacciacani. HIC!

 GIUD.            Signora Sculacciacani, lei è ubriaca?

CESI.              Dipende…che ore sono?

 GIUD.            Le dieci e venti del mattino.

CESI.              Allora può darsi. Ma credo di essere solo allegra.

 GIUD.            Come sarebbe a dire può darsi?

CESI.              Vede giudice, a quest’ora i miei tre grappini me li sono già fatti…

 CANC.          Tre grappini? Ma lei è matta!

CESI.              E questo chi è?

 GIUD.            Il Cancelliere.

CESI.              E allora lei cancelli e non rompa le scatole alla gente, che io debbo parlare                                   col giudice…HIC!

 GIUD.            Ma perché si è bevuto tre grappini di primo mattino?

CESI.              E’ una cosa che mi ha insegnato il mio nonno buonanima…diceva sempre                      che fare colazione a digiuno fa male…perché bisogna aprire la strada con                               qualcosa che sfondi…HIC!

 GIUD.            Ho capito, ho capito…è morto suo nonno?

 CESI.             Sì, è esploso mentre si accendeva un sigaro.

 P.A.                Si avvicina e la guarda negli occhiSignoraCesira, lei che mestiere svolge?

CESI.              Sono una portinaia.

 P.A.                E più precisamente la portinaia dello stabile dove vive la signorina Sfornapane,             vero? Risponda.

CESI.              Sì. HIC!

 P.A.                Vuole ripetere alla corte cosa le disse il signor Antonio qui presente prima di                    andare a cena dalla signorina Sfornapane?

CESI.              Diamine, sono venuta apposta. Allora, quella sera arrivò con una bottiglia sotto               il braccio, e mi disse che avrebbe cenato con la signorina Sfornapane, e che                      dopo cena ci sarebbero stati i fuochi artificiali nel letto della signorina.

 P.A.                Sentito cari signori della corte? I fuochi artificiali NEL LETTO DELLA                                  SIGNORINA! E questa è una grossa aggravante, poiché include LA                                   PREMEDITAZIONE!

 A.D.               MI OPPONGO! COME SI PUO’ DAR ASCOLTO AD UNA UBRIACA? E SE E’                  IN QUESTO STATO LA MATTINA ALLE DIECI FIGURIAMOCI LA SERA                                 COME DEVE ESSERE!

CESI.              NON SONO UBRIACA! SONO ALLEGRA! HIC! E poi signor giudice, nel                           pomeriggio non bevo mai… è solo per aprirmi lo stomaco per la colazione…

                        Signorina Sfornapane, andava bene la spesa che le feci?

 A.D.               Spesa? Che spesa?

 CESI.             E questa chi è? HIC!

 A.D.               Sono l’avvocato difensore.

 CESI              E allora difenda e non rompa le scatole che io debbo parlare con la signorina                  Sfornapane.

 A.D.               Signor giudice, chiedo il permesso di controinterrogare il teste.

 P.A.                SI RICOMINCIA?

 A.D.               E STIA UN PO’ ZITTA!

 GIUD.            SILENZIO TUTTE E DUE!!!!!! Proceda avvocato.

 A.D.               E così, signoraSculacciacani, lei quel giorno fece la spesa alla signorina                          Sfornapane…

 CESI              Alla pubblica accusa Signor avvocato, devo rispondere?

 GIUD.            Certo che deve rispondere! Le ricordo che è sotto giuramento! E poi perché lo                  chiede al suo avvocato?

 CESI.             Perché prima nel corridoio mi ha detto che non devo rispondere a quella                           vecchia gallina spelacchiata della difesa…

 A.D.               SIGNOR GIUDICE! HA SENTITO! MI HA CHIAMATO VECCHIA GALLINA!

CESI.              Spelacchiata…

 GIUD.            Per l’amor di Dio, avvocato, vada avanti…

 A.D.               Insomma, le fece la spesa o no?

CESI.              Sì, fu lei a chiedermelo…

 A.D.               E le fece la lista?

CESI.              Sì, mi fece la lista. HIC!
 A.D.               E si ricorda cosa c’era nella lista?

CESI.              Di preciso no…ma se si fa il processo stasera ci sta che me lo ricordi…

 GIUD.            Signor Sculacciapolli…

CESI.              SCULACCIACANI! HIC!

 GIUD.            Sculacciacani, risponda all’avvocato.

CESI.              MI ricordo che andai Dal verduraio…dal pescivendolo…comprai peperoncini,                  ostriche, pepe verde…poi passai dalla farmacia e dopo tornai a casa.

 A.D.               Dalla farmacia?

CECI.             Sì, avevo finito le pasticche per la gotta.

 CANC           Anche lei soffre di gotta?

 CECI.                        No, io no. Le pasticche sono per mio marito Buonanima.

 GIUD.            Buon’anima? Ma è morto?

 CECI.                        Macchè! Sta proprio bene! Perché dovrebbe essere morto? HIC!

 GIUD.            Perché lei lo ha definito “buon’anima!”

 CECI.                        Ah, per quello! No, quello è il cognome…Buonanima Giuseppe…HIC!

 GIUD.            Ma un cognome normale in questo processo no, eh?

 CANC.          E insomma suo marito Buonanima soffre di gotta?

CECI.             Eh sì, ormai sono tanti anni…

 CANC.          Dovrebbe evitare la carne…

CECI.             Infatti la evita.

 CANC.          E allora perché soffre di gotta?

CECI.             Sono i grappini che lo fregano.

 CANC.          E quando gli vengono gli attacchi di gotta che cosa gli gonfia?

 GIUD.            CANCELLIERE! ORA VE LO DICO IO CHE COSA CI GONFIA! Vada avanti,                    avvocato!

 A.D.               E dopo tornò a casa?

CECI.             Sì, così portai il Viagra a Annunziata. Signorina, è poi riuscita a tritarlo?

                        Annunziata si copre il volto con le mani

 CANC.          NON CI CREDO!

 ANTO.           ORA CAPISCO PERCHE’ N’HO FATTE QUATTRO!

 GIUD.            SILENZIO!

 A.D.               ECCO LA CONCLUSIONE! AVETE CAPITO? NON E’ STATO IL MIO CLIENTE               A PREMEDITARE IL FATTO, MA QUESTA DONNA! ORMAI E’ CHIARO CHE                     HA MESSO IL VIAGRA TRITATO NEL CIBO!

 GIUD.            SILENZIO! Signora Sculaccianutrie, lei può andare…

 CECI.                        SCULACCIACANI! HIC!

 GIUD.            Va bene, va bene…vada, vada…Cecilia torna tra il pubblico

 ANTO.           Ma dov’era il Viagra? Ah, sì! Doveva essere nel dolce!

 A.D.               Imputato, come fa ad asserire una cosa simile?

 ANTO.           Perché aveva riflessi blu…credevo fosse l’anice…e poi dopo                                               averlo mangiato parlavo male perché mi si era irrigidita la lingua! NUNZIATINA,               ME LO POTEVI ANCHE DIRE! E POI IO NON HO BISOGNO DEL VIAGRA!

CANC.           SILENZIO!

ANTO.            PAPA', NON POSSO STARE SEMPRE ZITTO!

                        Pausa di tre o quattro secondi in cui tutti guardano il cancelliere.

 CANC.          Come...come ha detto signo Squìccheri?

 ANTO.           Ho detto che non posso stare sempre zitto!

 CANC.          No, no...prima...come mi avete chiamato?!?

 ANTO.           Come vi ho chiamato?

 CANC.          Mi avete chiamato...mi hai chiamato papà!

 ANTO.           Abbassa gli occhi Ah sì? Non me ne sono accorto…

 CANC.          SI'! O MAMMA MIA! CHE CRETINO SONO STATO! IL MIO COMPAGNO DI                       LICEO ERO IO! IO SONOAUGUSTO SQUICCHÈRI!

 GIUD.            Ingoiando due pastiglie Volete dire che voi...che voi... siete il

                        padre dell'imputato? Augusto annuisce; ad Antonio E che voi siete

                        il figlio?!?!?

 ANTO.           Non vedo altra soluzione.

 GIUD.            Questa poi! Ingoia altre due pasticche Cancelliere, ma come avete

                        fatto a non riconoscere vostro figlio?

 CANC.          Saràperché ci vedo così poco...e poi un giorno ha la barba, il giorno seguente                 non ce l’ha più…insomma, muta…

 GIUD.            IL CERVELLO LE MUTA, CANCELLIERE!

 CANC.          Signor giudice…

 GIUD.            E COME AVETE FATTO A DIMENTICARE IL VOSTRO COGNOME?!?

 CANC.          Lo pronunciavano in maniera diversa... dicevano tutti “Squìccheri...”

                        invece la pronuncia esatta è “Squicchèri...”Ad Antonio Ma appena

                        torni a casa t'aggiusto per le feste!

 GIUD.            Calma, calma... queste sono cose che sistemerete in famiglia...credo che sia il                 momento delle arringhe finali…chi vuole cominciare?

 P.A.                Se lei è d’accordo, e alla luce di questi nuovi fatti, vorrei la parola.

 A.D.               E NO! SIGNOR GIUDICE, STAVOLTA LA PAROLA SPETTA A ME!

 P.A.                MA NEANCHE PER SOGNO! DA CHE MONDO E’ MONDO SPETTA ALLA                     PUBBLICA ACCUSA FARE PER PRIMA L’ARRIGA FINALE!

 GIUD.            Questo è vero.

 A.D.               LO VEDE? DA’ SEMPRE RAGIONE A LEI!

 GIUD.            AVVOCATO! SI RENDE CONTO CHE STA FACENDO I CAPRICCI? SIAMO IN             UN’AULA DI TRIBUNALE!

 A.D.               Mi scusi…

 GIUD.            Va bene, va bene…

 P:A:                Allora, posso cominciare?

GIUD. Concesso…ma cerchi di stare attenta…non mi sembra che lei abbia molta                        dimestichezza con i processi…ha portato a testimoniare due attori che hanno                  demolito le sue accuse…non vorrei che con l’esposizione dell’arringa finale

                        riuscisse a farsi arrestare…

 P.A.                Non si preoccupi signor giudice, so quello che faccio....Al pubblicoSIGNORI                    DELLA CORTE! Potrei dire tante cose, ma mi limiterò a promettere che d’ora in                avanti abbandoneròl’attività giudiziaria. Non ce la faccio più…speravo di                          vincere almeno questa causa dove era tutto così chiaro…sono riuscita a                                 perdere anche questa. Mi ritiro a vita privata. Ho finito. Si mette le mani davanti                      il volto e torna al banco piangendo

 GIUD.            Su avvocato, su, non se la prenda…che lei non è tagliata per questo lavoro è                  evidente…si trovi l’anima gemella e metta su una bella famiglia…una casetta in                         campagna, sette o otto figlioli…

 A.D.               E io le darò la ricetta dei miei famosi gamberoni…

 GIUD.            Bene. Ed ora l’avvocato difensore ha la facoltà di parola. Prego, avvocato. 

 A.D.               Al pubblico Bene. Signori della corte, non mi dilungherò dato l’evidente sconfitta                        della controparte…d’altronde questo processo non lo richiede. Mi limiterò a                      ricordarvi le testimonianze del signorCarobbi e della signora Sculacciacani. Mi                     sembra tutto chiaro ed evidente. La signorina Sfornapane, accusatrice del mio                     assistito, ha ordito questo piano diabolico col fine di giacere con lui. Ciò si                                  evince benissimo dal menù e dal particolare del Viagra, astutamente messo al                         posto dell’anice nel dolce finale.

                        Chiedo quindi l’assoluzione con formula piena del mio assistito, e la condanna

                        della signorina Sfornapane a trent’anni di carcere.

 GIUD.            Trent’anni? Non le sembra di esagerare?

 A.D.               Scusi signor giudice, mi sono fatta prendere la mano. Volevo dire che chiedo il               pagamento dei danni morali.

GIUD.             Così va meglio. Però ho da dire qualcosa anch’io. Pregol'imputato e la parte                     lesa di avvicinarsi a questa corte, poiché devo rivolgere una domanda comune               ad ambedue...I due si avvicinano, e dopo un brevissimo colloquio col giudice                         tornano ai loro posti.

 GIUD.            Se gli avvocati delle due parti non hanno altro da aggiungere, vorrei

                        dire due parole io.

                        Bene, mi sembra di poter affermare senza ombra di dubbio che questo è

                        il processo piùinsolito che io abbia presieduto in trentacinque anni

                        di onorata carriera; un processo in cui le due parti sostengono di essere state                  violentate l'una dall'altra... io mi sono chiesto: Ma non è

                        possibile che la grappa di quella famosa sera abbia agito allo stesso modo su                  tutti e due? Che i fumi dell'alcool abbiano avuto la parte

                        più importante in questa sequenza di fatti, e che i due abbiano fatto tutto quello              che hanno fatto di comune accordo? Pausa

                        Dopo aver parlato con tutte e due le parti posso affermare che erano

                        ubriachi. E che il Viagra usato dalla signorina Sfornapane è stato solo un                                     piccolo aiuto a ciò che sarebbe comunque avvenuto.

CANC.           Piccolo aiuto? N’ha fatte quattro! Si vede che è il mi’ figliolo!

GIUD.             Dichiaro perciò sciolto il processo, ed invito le parti incausaa dividersi le spese                processuali. La seduta è tolta!

P.A.                 EVVIVA!

GIUD.             Perché gioisce, avvocato?

P.A.                 PERCHE’ STAVOLTA HO PAREGGIATO!!!!!

 ARNA.           Entrando dal pubblico Un momento...e io?

 GIUD.            E costui chi sarebbe? Guardia, allontani questa persona! La guardia si fa i fatti                 suoi con la dattilografa GUARDIAAAA!!!!!!!!!!

 GUAR.          Chiamava signor giudice?

 GIUD.            NO! NON CHIAMAVO! IMITAVO TARZAN!A Arnaldo CHI E’ LEI?

 ARNA.           Sono, anzi, ero il fidanzato di Annunziata, e la dovevo sposare trapochi giorni.

ANNU.           Mi dovevi? Perchè, ora non mi vuoi più?

 ARNA.           No! Non ti voglio più! Bella figura che mi hai fatto fare! Il Viagra! Ora capisco                    perché ieri sera gli amici mi presero e mi gettarono in aria! E dicevano :"Uh,                      guarda, un cervo volante!"

 ANTO.           Ma scherzavano...

 ARNA.           SCHERZAVANO UN CORNO!

 CANC.          A  me sembrano due...

 ARNA.           TE LA PUOI SCORDARE LA VILLA DI MIO ZIO!

ANNU.           FIGURATI! CHE VUOI CHE ME IMPORTI? CHISSA’ QUANTO CAMPA,                            ANCORA! SE CORRE ANCORA APPRESSO ALLA DONNE VUOL DIRE CHE              HA UNA SALUTE DI FERRO! Suona il cellulare di Arnaldo.

 ARNA.           Pronto? Davvero? E come? O mamma mia!Richiude il cellulareEcco fatto!                         E’ morto lo zio!

 GIUD.            Accidenti! Quanti anni aveva?

 ARNA.           Novantasette.

 CANC.          Poveretto…e com’è successo?

 ARNA.           Stava correndo dietro a una donna…A Annunziata SEI CONTENTA, ORA?

ANNU.           Ma non è colpa mia!

 ARNA.           ADDIO!

ANNU.           Dove vai?

 ARNA.           Via per sempre. Non mi vedrai mai più! Con un colpo solo ti sei                                            giocata la villa e la piscina…

 P.A.                Villa? Piscina? Senta, signo Arnaldo, posso venire con lei? Magari ha bisogno               di un buon avvocato per svolgere le pratiche di eredità…

 ARNA.           Volentieri…come ha detto che si chiama, lei?

 P.A.                Marina Scognamiglio…ma può chiamarmi Mary…

 ARNA.           Con piacere, Mary. Io sono Arnaldo ma può chiamarmi Naldo. Prima però devo                passare dalla chiesaa suonare le campane a morto per mio zio buonanima.

 CECI.                        Da fuori E’ BUONANIMA ANCHE LUI? DEVE ESSERE PARENTE DI MIO                       MARITO…HIC!        

ANNU.           ARNALDO! Credevo che tu amassi me…

 ARNA.           Prima. Ora non più. Ma perché non ti fai sposare da Antonio? Esce con Marina

ANTO.            Magari! Anche subito! Ma ho paura che Nunziatina…

ANNU.           DAVVERO?!? Antonio, guardami! Ma lo sai che andavo con Arnaldo solo perchè pensavo che tu non mi volessi?

 ANTO.           Non ho mai trovato il coraggio per dirtelo...

ANNU.           Ma allora…allora mi ami?

 ANTO.           Certo che ti amo! Però io non ho ne’ villa e ne’ piscina…

ANNU.           Vorrà dire che ci accontenteremo…come dice? Due cuori e una capanna!

 CANC.          In tutta questa faccenda quello che ci guadagna di più sono io...

                        vengo a fare un processo e mi porto a casa una nuora... e forse tra

                        non molto sarò anche nonno! Però c'è una cosa che non ho capito...

 GIUD.            Quale?

 CANC.          Chi l’ha vinta la corsa alle Cascine?

 GIUD.            O MAMMA MIA! Prende una pillola e sviene.

FINE