IL QUARTIERE FORTUNATO
di Carlo Goldoni
Intermezzo di tre parti per musica.
PERSONAGGI
ROCCAFORTE uffiziale. BELLINDA vedova. Soldati che non parlano.
PARTE PRIMA
SCENA PRIMA
Camera in casa di Bellinda.
Bellinda sola.
BELL. Vedovella ch'è senza marito,
È una vite senz'olmo in campagna, È una tortora senza compagna, È una nave che scorta non ha.
Mah! pazienza: la morte
Mi ha levato il consorte;
Son rimasta soletta, e quel ch'è peggio,
In occasion che siamo circondati
Da cannoni, da bombe e da soldati.
Tremo ad ogni momento:
Tutto mi fa spavento, e già m'aspetto
Che, con tutte le mie calde preghiere,
Anco di casa mia faccian quartiere.
Oimè! chi è questi? chi è di là? Lesbino,
Dove sei? chi domanda? (a Roccaforte che viene)
SCENA SECONDA
Roccaforte e detta. |
|
ROCC. |
È lei, signora, |
La padrona di casa? |
|
BELL. |
A' suoi comandi. |
ROCC. |
Scusi. Venite avanti. |
(Entrano alcuni Soldati col bagaglio di Roccaforte) |
|
BELL. |
(Oimè! ci sono). (da sé) |
ROCC. |
Vi domando perdono. |
Roccaforte son io, |
|
Offiziale di rango e cavaliere; |
|
Ed è la vostra casa il mio quartiere. |
|
BELL. |
Ma... signor... non vi è loco. |
ROCC. |
Mi contento di poco. |
BELL. |
Ho un solo appartamento... |
Non ho che una cucina ed una stanza. |
|
ROCC. |
Per il bisogno mio sono abbastanza. |
BELL. |
Ed io, signore... |
ROCC. |
E voi |
Vi servirete dello stesso foco. |
BELL. Ma... la camera è quella che mi preme.
ROCC. L'abitarem, se ciò v'aggrada, insieme.
BELL. Signor, mi meraviglio.
Chi pensate ch'io sia?
Con le donne onorate
Non si parla così...
ROCC. Via, scaricate. (ai Soldati)
Ponete in quella stanza i miei bauli,
Li schioppi, le pistole,
E senz'altre parole,
Se non trovate stalla apparecchiata,
Disponete i cavalli nell'entrata.
(I
Soldati col bagaglio entrano in una stanza)
BELL. (Misera me! sto fresca). (da sé)
ROCC. Con licenza.
Voglio andar a veder per mio diletto
Se la camera è bella e
buono il letto.
BELL. Ma signor, mi perdoni... io non
intendo...
ROCC. Cosa andate dicendo?
Dovreste consolarvi
D'avere in casa vostra
Un uom della mia sorte.
Informatevi ben chi è Roccaforte.
Io son quell'uom terribile Che tutti fa tremar. Ma sono ancora amabile, Con donne so trattar.
La faccia furibonda Vi ha fatto del timor. Sareste più gioconda, Se mi vedeste il cor.
(entra nella stanza)
SCENA TERZA
Bellinda, poi Roccaforte che torna.
BELL. Ah questi quartiermastri
Non hanno discrezione; Distinguere non sanno le persone. Una vedova sola Ha da tener un offiziale in casa? Ma andrò dove s'aspetta; Dirò la mia ragion senza malizia, E il generale mi farà giustizia. Oh povera Bellinda! Prudente da fanciulla sono stata, E dopo maritata
Non mi han toccato un dito.
Or che vedova sono, ah non vorrei...
Basta... voglio sperar... non crederei.
Dican pur vergognosette:
«Han voluto... m'han forzato...»
Quando nulla si permette,
Non v'è uom così mal nato
Che ci voglia violentar. Ma la donna che concede
Da principio qualche cosa,
È ben pazza se si crede
Non si voglian profittar.
ROCC. Grazioso appartamento! (viene dalla stanza)
Morbidissimo
letto! Io son contento.
BELL. Io dunque, mio signore,
Dovrò
andarmene fuor di casa mia?
ROCC. Oibò! perché tal cosa?
Se siete paurosa,
Dovete star con me. Vi fo a drittura
Passar
in poco tempo la paura.
BELL. Io son femmina sola...
ROCC. Ed io son maschio solo.
BELL. Cosa il mondo briccon diria di me?
ROCC. Eh, che ciascuno ha da pensar per sé.
Ogni donna è impegnata
Con alcun dell'armata, e fanno a gara
Le paesane tutte
D'avere un offizial, sian belle o brutte.
Io son tardi arrivato,
Ma son più fortunato,
Toccandomi una casa sì polita,
E
una bella padrona assai compita.
BELL. Oh signor... cosa dice?
ROCC. Madama, oh me felice
Se il vostro viso bello
Posso mirar giocondo!
BELL. Ella troppo m'onora. Io mi
confondo.
ROCC. Eh madama, quegli occhi
M'hanno
ferito il core.
BELL. Lei mi burla, signore.
ROCC. Eccomi a' vostri piedi;
Io mai non parlo invano:
Ve lo giuro, mio
ben, su questa mano. (le bacia la mano)
BELL. Perdonate di grazia:
Questo saria un portento.
L'uomo
non s'innamora in un momento.
ROCC. Questi della bellezza
Sono prodigi usati.
E noi altri soldati
Abbiam la sorte dolorosa e trista |
|
Di sempre innamorarci a prima vista. |
|
BELL. |
Dicesi per proverbio |
Essere amore un foco |
|
Che nasce a poco a poco... |
|
ROCC. |
È vero, è vero. |
Così suol far l'amor la gente stolta; |
|
Ma noi tutto facciamo in una volta. |
|
BELL. |
(Eppur non mi dispiace). (da sé) |
ROCC. |
Se l'amorosa face |
Per voi m'accende il core, |
|
Vi chiedo in grazia un tantinin d'amore. |
|
BELL. |
(Oimè! questa sorpresa |
M'agita, mi confonde). (da sé) |
|
ROCC. |
Come! non si risponde? |
Un uomo che per voi di già sospira, |
|
Né anche in faccia si mira? |
|
Movetevi a pietà di chi v'adora. |
|
BELL. |
Caro signore, è troppo presto ancora. |
ROCC. |
Guerriero avvezzo |
Alla battaglia |
|
Convien che assaglia |
|
Per trionfar. |
|
BELL. |
Donna che onesta |
Viver pretende, |
|
Se si difende |
|
Si dee lodar. |
|
ROCC. |
Se un cor di smalto |
Non soffre assalto, |
|
D'amor l'assedio |
|
Lo stancherà. |
|
BELL. |
Se ciò fia vero, |
Se è amor sincero, |
|
A patti il cuore |
|
Si arrenderà. |
|
ROCC. |
Capitoliamo. |
BELL. |
È presto ancora. |
ROCC. |
Deh non perdiamo |
Quest'occasion. |
|
BELL. |
No, no, aspettiamo |
Miglior stagion. |
|
ROCC. |
Di aprir la breccia |
Mi proverò. |
|
BELL. |
La via coperta |
Difenderò. |
|
ROCC. |
Saran cannoni |
Finezze e doni. |
|
BELL. |
Farò i miei tiri |
Con i sospiri. |
|
ROCC. |
Bombe e mortari |
Gioje e denari.
BELL. Ahimè son morta!
Ahi che la porta Si schiuderà.
a due Guerra d'amore
Vince ogni core, E chi più forte Esser si crede, Alfin si vede Cercar pietà.
PARTE SECONDA
SCENA PRIMA
Roccaforte solo.
Viva la guerra, Viva l'amore! Quando si more, Schiavo, signori; Quando si vive, Lieti si sta.
Dica chi vuol, la guerra
È il mestiere più bel di questo mondo;
Mestier che può dal niente
Trar a gradi sublimi il valoroso;
Mestier tanto gustoso
Che alletta i gran signori,
Che dispensa all'eroe palme ed allori.
Oh mi diran: «si muore»;
È vero; ed io rispondo
«Che ognun deve morir che nasce al mondo».
O morire alla guerra,
O morir sul suo letto,
La morte è sempre morte;
E meglio muor chi è coraggioso e forte.
Ma tolto quel periglio
Che dell'uomo è comun; tolto quel poco
Di fatica e di stento
Che in suo grado ciascun dee sostenere,
Il mestier della guerra è un bel mestiere.
Quando a quartier s'arriva,
Si trovan quelle donne... oh bella cosa!
ne
ho trovata una
Sì bella, sì amorosa,
Che mi fa tanta buona compagnia,
Che non ebbi l'eguale in vita mia.
(Viene un Soldato e gli presenta un piccolo foglio)
Cos'è questo? Ho capito.
Vuole in distaccamento
general ch'io vada:
Presto, dammi il cappello e la mia spada.
(Il Soldato eseguisce)
Ah Bellinda, Bellinda,
Mi spiace di lasciarti;
Ma conviene obbedir, non so che farti. (s'incammina)
SCENA SECONDA
Bellinda e detto.
BELL. Dove, dove sì presto?
ROCC. Addio, madama.
Vado in distaccamento;
Vado a' posti avanzati.
S'io vivo, tornerò lieto e giocondo;
Se moro, ci vedremo
all'altro mondo.
BELL. Oimè, voi mi lasciate?
ROCC. Di che vi lamentate?
BELL. Ah, che m'avete
Promesso ognor d'amarmi,
D'esser fedele e non
abbandonarmi.
ROCC. Ebben, non ho adempito
A quanto vi ho promesso?
Fin che vi stetti appresso,
Vi ho serbato l'amor, la fede mia;
Ora vuole il dover
ch'io vada via.
BELL. Ah misera Bellinda!
Che farò, sventurata?
Ah perché mai mi avete innamorata?
Son tenera di core;
Non posso dir di no; m'avete cotta
Al vostro dolce foco :
Deh fermatevi meco ancora un poco.
Per questo pianto, Pupille amate, Non mi lasciate Sì presto ancor.
Ah che per vanto Barbari siete, E duro avete Nel seno il cor.
ROCC. Bella, siete in errore;
Non ho sì duro il core;
Anzi i vostri bei rai
Me l'hanno al certo
intenerito assai.
BELL. Se così fosse, ingrato,
Voi
non mi lasciereste.
ROCC. Ma che? Pretendereste
Ch'io lasciassi da banda
L'obbedienza dovuta a chi comanda?
Nol posso, e nol farei.
Amano i pari miei,
Con eroica fortezza,
Prima la gloria e poscia la bellezza.
BELL. E come vi potete
Vantar di fedeltà se ogni momento V'aspettate chiamati alla partenza, E partite con tanta indifferenza?
ROCC. La nostra fedeltà dura sin tanto
Che durano i quartieri. Fra noi altri guerrieri Quel si dice fedel che un solo foco Coltiva in seno nel medesmo loco. Per altro cosa giova L'amare in lontananza? Cara Bellinda mia, Struggersi da lontano è una pazzia.
Fin che amor mi dà diletto
Gli do loco nel mio cor;
Ma non voglio nel mio petto
Gelosia, né batticor.
A me piace da vicino
Coltivare un bel visino,
E son fido, e son costante;
Ma se vado poi distante,
Io gli son buon servitor.
Buon amante, e buon soldato,
Ho imparato a far l'amor.
BELL. Perché non dirmi questo
Prima d'innamorarmi?
ROCC. Con ragion dispensarmi
Potea da dirvi ciò, se il vostro sesso
Dappertutto con noi suol far lo stesso.
Appena son partiti
Dalla cittade i reggimenti nostri,
Amar tornate i paesani vostri;
Ed essi, che han bisogno
Di profittar di vostra cortesia,
Si scordan la passata gelosia.
BELL. Ma io no, certamente,
Non farò mai così; non ebbi amanti, Non ne ho, non ne voglio; A voi sarò fedele,
V'amerò
benché lungi e ancor crudele.
ROCC. Ah madama, qual colpo
Fanno in me tai parole!
BELL. Ah m'ingannate!
No, crudel, non mi
amate.
ROCC. Anzi v'adoro.
Voi siete il mio tesoro, ed ho timore
Che il mio povero core,
Sta volta, a mio dispetto,
Mi tormenti lontan col vostro affetto.
BELL. Fosse almeno così per mio conforto.
Ah barbaro! (piangendo) |
|
ROCC. |
Son morto. |
Quel sospiro, quel pianto, |
|
D'intenerirmi ha il vanto. |
|
Deh bell'idolo mio... (odesi suonare il tamburo) |
|
Il tamburo suonò: Bellinda, addio. |
|
BELL. |
Mi lasciate così? |
ROCC. |
Sentiste il suono? |
Amante, è ver, ma buon soldato io sono. |
|
Caldo leon fierissimo, |
|
Che amoreggiar dilettasi, |
|
Degli Africani al strepito |
|
Balza veloce in piè. |
|
BELL. |
Fida leonessa e fervida |
Segue il compagno amabile, |
|
Vuole il suo bel difendere, |
|
O vuol morir con sé. |
|
ROCC. |
Lo strepito s'appressa, |
Io son leon che va. |
|
BELL. |
Io son la leonessa |
Che voi seguiterà. |
|
ROCC. |
Valore che vaglia |
Per gir in battaglia |
|
La donna non ha. |
|
BELL. |
Son franca, son forte; |
La guerra, la morte |
|
Timor non mi fa. |
|
ROCC. |
Che cosa sapete? |
Che cosa volete |
|
Venire a far là? |
|
BELL. |
Provatemi, e poi |
Vedrete anche voi |
|
S'io fo come va. |
|
ROCC. |
Preparatevi a far l'esercizio, |
Fate come vedete far me. (le dà uno schioppo) |
|
BELL. |
A una donna che ha qualche giudizio, |
Questa cosa difficil non è. |
|
ROCC. |
Presto presto: armi in spalla: |
(Roccaforte comanda l'esercizio, e Bellinda lo eseguisce) |
|
A destra... |
|
Remettè. |
|
A sinistra... |
|
Remettè. |
|
Brava! L'armi presentate: |
|
Armi a terra.) |
|
Par che siate stata in guerra, |
|
Ne sapete quanto me. |
|
BELL. |
Se volete... venirò. |
ROCC. |
Non so dir... ci penserò. |
BELL. |
Idol mio... non mi lasciate. |
ROCC. Voi mi fate... intenerir.
a due Alla guerra, alla guerra si vada,
E Cupido con noi venirà. (Si sente il tamburo) Si combatta, si vinca o si cada, Il mio core contento sarà.
PARTE TERZA
SCENA PRIMA |
|
Roccaforte e Bellinda, poi un Soldato. |
|
Vittoria, vittoria, |
|
È nostra la gloria; |
|
ROCC. |
Il campo respinto } adue Sièdatopervinto. |
BELL. |
|
In pace - la face |
|
D'amor si godrà. |
|
BELL. |
Oimè, respiro alfine; alfin sedati |
Della guerra i rumori, |
|
Potrò in pace goder de' nostri amori. |
|
ROCC. |
Bellissima Bellinda, |
Voi siete un'eroina, |
|
Voi avete mostrato |
|
Lo spirito guerrier nel cuor di donna; |
|
E direi quasi vi sconvien la gonna. |
|
BELL. |
Se vi piaccio succinta, ecco ritorno |
A cambiar in virile |
|
La spoglia femminile... |
|
ROCC. |
No, mia bella. |
Mi piacete assai più con la gonnella. |
|
BELL. |
Bramo sol di piacervi. |
ROCC. |
E mi piacete |
Perché graziosa siete in ogni forma. |
|
L'abito e non il volto si trasforma. |
|
BELL. |
Ora potrò sperar che stiate meco? |
ROCC. |
Ci starò fin che il fato |
Mi tratterrà con voi. |
|
BELL. |
Oh me infelice! e poi? |
ROCC. |
E poi... non so che dire. |
O presto o tardi converrà partire. |
|
BELL. |
Verrò con voi. |
ROCC. |
Fin tanto |
Che dura questa guerra, |
|
Non mi è lecito ancor di prender moglie. |
|
BELL. |
A vestir tornerò virili spoglie. |
Vi seguirò all'armata; |
|
Mille doppie ho d'entrata, |
|
Tre mille nello scrigno; e gioje, e argenti, |
|
E mobili preziosi io venderò; |
|
E con voi, se v'aggrada, io venirò. |
|
ROCC. |
(È ottimo il negozio... oh se potessi... |
Ma l'impegno d'onor...) |
|
BELL. |
Che rispondete? |
ROCC. |
Ci penseremo un poco. |
BELL. |
E intanto? |
ROCC. |
E intanto, o cara, |
Eccomi tutto vostro. |
|
BELL. |
Facciam segretamente il matrimonio. |
ROCC. |
(Questo è un altro demonio). |
BELL. |
Cosa dite? |
ROCC. |
Un offizial d'onore, |
Fin che dura il suo impegno, |
|
Concepire non deve un tal disegno. |
|
BELL. |
Dunque... |
ROCC. |
Non ci pensate. |
Sarem, sarem felici, |
|
Se sposi non potiam, fedeli amici. |
|
BELL. |
Ma io con questo nome |
Lungamente non voglio... |
|
ROCC. |
Favorite. |
Veramente d'entrata |
|
Avete mille doppie? |
|
BELL. |
E son sicure, |
Investite sui monti. |
|
ROCC. |
E nello scrigno |
Tremila ne tenete? |
|
BELL. |
Andiamole a contar, se nol credete. |
ROCC. |
Gioje? |
BELL. |
Parecchie volte |
A voi ne ho fatta mostra. |
|
ROCC. |
È tutta robba vostra? |
BELL. |
Mio consorte |
Con la dispensa me l'ha data in morte. |
|
ROCC. |
(Buon negozio per me. Sovente s'ode |
Che, quel che lascia il morto, il vivo gode). |
|
BELL. |
Risolvete, mio caro. |
Tutto vostro sarà, se vi degnate: |
|
Il mio core, il mio ben, sarà per voi. |
|
ROCC. |
Bellinda, vi dirò... Che cosa vuoi? |
(Viene un Soldato e gli parla nell'orecchio) |
|
BELL. |
(Costui che mai dirà?) (da sé) |
ROCC. |
Non occorr'altro. |
Adempio il dover mio; |
|
Mi chiama il general: Bellinda, addio. |
|
BELL. |
Che vorrà? |
ROCC. |
Non so dir. |
BELL. |
Se v'intimasse |
Subito la partenza? |
|
ROCC. |
Converrebbe partire e aver pazienza. |
BELL. |
E Bellinda? |
ROCC. |
E Bellinda, |
Che ha di bella virtù l'animo adorno, |
|
«Roccaforte,» diria «ti do il buon giorno». |
|
BELL. |
Ah crudel... |
ROCC. Non son tale.
BELL. Restate.
ROCC. Oimè... mi chiama il generale.
Mi dice il core Ch'io resti qua, Ma vuol l'onore Ch'io vada là. V'è chi mi tira Per una parte, V'è chi per l'altra Tirando va. Fra due che tirano, Chi vincerà? Voi bella siete; Se non cedete, Si romperà. E se la gloria Non ha vittoria, Che mai sarà? Confuso e mesto, S'io vo, s'io resto, Non ho consiglio, Non v'è pietà. (parte)
SCENA SECONDA
Bellinda sola.
Il barbaro consiglio
Al suo cor dalla gloria alfin si diede;
Ei non cura il mio duolo, o non lo crede.
Misera! ogni momento
Ho d'avere un tormento?
Il men sarebbe
La morte paventar fra mille spade;
Ma il dubitar mai sempre
Di perdere il mio ben che tanto amai,
E di morte un dolor peggiore assai.
Era pur meglio, oh Dio!
Che nello stato mio
Libero e vedovil fossi restata;
Meglio ch'io non mi fossi innamorata.
Si va accendendo il foco, e allora solo
S'apprende il crucio, il tedio,
Quando che al nostro mal non v'è rimedio.
Quante donne maritate Solean dir: «mai più, mai più»;
E poi vedove restate, |
|
S'han tornato a maritar. |
|
E chi sente i lor lamenti, |
|
Suol rispondere così: |
|
A tuo danno, se ti penti; |
|
Ti dovevi contentar. |
|
SCENA TERZA |
|
Roccaforte e detta. |
|
ROCC. |
Bellinda, allegramente. |
BELL. |
Qual novella? |
ROCC. |
Non puoi esser più bella. |
È venuto un dispaccio dalla Corte: |
|
La guerra è terminata, |
|
E la pace testé fu pubblicata. |
|
BELL. |
Oh cieli! oh me felice! |
Ora sperar mi lice |
|
Che meco resterete? |
|
ROCC. |
Or mi lusingo, |
Or che ho adempito il mio dover fra l'armi, |
|
La licenza ottener di maritarmi. |
|
BELL. |
Ma presto l'averete? |
ROCC. |
Adagio un poco, |
Facciamo i nostri patti. |
|
BELL. |
Entrata e soldi, |
Tutto vi donerò. |
|
ROCC. |
Non basta questo. |
BELL. |
La mia destra, il mio cor e tutto il resto. |
ROCC. |
Ancor non m'intendete. |
BELL. |
Cosa di più volete? |
Dite per carità. |
|
ROCC. |
Voglio, Bellinda mia, la libertà. |
BELL. |
Non volete sposarmi? |
ROCC. |
Sì, ma non già legarmi |
Come schiavo in catena; |
|
Né di moglie gelosa i' vuò la pena. |
|
BELL. |
Non mi volete amar? |
ROCC. |
Con tutto il core. |
Un galantuom d'onore |
|
Ama la moglie sua sia brutta o bella, |
|
Ma vuol poi conversar con questa e quella. |
|
BELL. |
E vi par tempo questo |
Di parlarmi di ciò? |
|
ROCC. |
Vi parlo adesso, |
Perch'essere professo un uom leale; |
Acciò che poi non ve n'abbiate a male.
Questo è il mio sentimento, |
|
Cara Bellinda mia: |
|
Lungi la gelosia |
|
Voglio dal nostro cor. |
|
BELL. |
Di gelosia il tormento |
Lungi da questo seno; |
|
A me serbate almeno |
|
Fede, costanza, amor. |
|
ROCC. |
Vostro sarà il cor mio. |
BELL. |
Tutta di voi son io. |
a due |
Tutto di quel bel viso, |
Tutto il mio ben sarà. |
|
ROCC. |
Vuo' divertirmi un poco, |
Voglio festini e gioco. |
|
BELL. |
Caro marito mio, |
Amo le feste anch'io. |
|
ROCC. |
Fate quel che volete; |
Io non l'impedirò. |
|
BELL. |
Se voi non parlerete, |
Io non vi griderò. |
|
a due |
Mai della vostra fede, |
Mai non sospetterò. |
|
ROCC. |
Se con la dama |
Voi mi trovate, |
|
Non sospettate |
|
Della mia fé. |
|
BELL. |
Col cavaliero |
Se mi vedete, |
|
Mai non temete |
|
Malizia in me. |
|
ROCC. |
Quest'è l'usanza. |
BELL. |
Quest'è la moda. |
a due |
Servir si loda |
Con onestà. |
|
ROCC. |
E chi è geloso... |
BELL. |
Chi è timoroso... |
a due |
Esce dai termini |
Di civiltà. |
Fine dell'Intermezzo.