IL RAGNO
DI
SEM BENELLI
ADATTAMENTO DI MARCO PROSPERINI
IL RAGNO di Sem Benelli
Adattamento di Marco Prosperini
Personaggi e interpreti
FABRIZIO Conte di Poggialto
GIULIA Fidanzata di Fabrizio
PIETRO Fratellastro di Fabrizio
IL BIAGI Capitano d’industria Padre di Giulia
ANTONIO Maggiordomo
La storia si svolge nel 1937 in una città immaginaria
L’adattamento è stato finito di scrivere il 10 settembre 2009 a Collepardo
Una Villa seicentesca – Studio del conte Fabrizio Di Poggialto – nell’angolo una vecchia scrivania – da un lato uno specchio con un tavolino – dall’altra parte un mobile radio – giradischi.
All’apertura del sipario, Antonio entra da sinistra, attraversa la scena con il vassoio della colazione esce a destra. Entra Fabrizio.
Il conte ha indosso un paio di pantaloni scuri e indossa una vestaglia da camera.
FABRIZIO ( entrando va a suonare la campanella sulla scrivania- non arriva nessuno - allora spazientito va a togliere il disco – fa un gesto per dire che pace )
( chiamando)
Antonio! Antonio!
(Giunge il vecchio maggiordomo)
Dammi il corpetto e la giacca
ANTONIO
Dello stesso colore o secondo la moda?
FABRIZIO
Sempre fedele alla moda, tu, eh?
ANTONIO
Il mio maggior piacere è vederla di un’eleganza irreprensibile, signore conte. Pensi, signore, a quei reali che hanno lanciato le mode, come Edoardo VII; era calvo e si inventò di potare il cappello in testa anche a tavola; fu un successo, lo imitarono tutti i nobili del mondo.
FABRIZIO
Portali come vuoi tu.
ANTONIO
Allora giacca marrone
FABRIZIO
Fanno a cazzotti, ma se e’ di moda…
( ANTONIO esce – il conte va alla scrivania e rilegge una lettera – rientra ANTONIO )
La lettera è stata consegnata?
ANTONIO
Consegnata signor conte.
FABRIZIO
( spostandosi dalla scrivania allo specchio per sistemarsi la cravatta)
Il commendator Biagi sarà qui tra poco.
ANTONIO
Veramente signore, il commendatore è arrivato da tempo; è di la che aspetta di essere ricevuto.
FABRIZIO
Ah, Si è precipitato il capitano...sono sicuro che ora si sta macerando nel dubbio; lasciamolo bollire ancora un po’.
ANTONIO
Ecco il gilet.
FABRIZIO
Ti ho detto mille volte che non posso sentire la parola gilet.
ANTONIO
Il corpetto signore…a Parigi da tempo….
FABRIZIO
Qui non siamo a Parigi
( infilandosi il corpetto davanti allo specchio)
Da ragazzo l’ho sempre chiamato corpetto; se fossimo rimasti attaccati più alle tradizioni, saremmo meno ridicoli.
ANTONIO
( porgendogli la giacca che Fabrizio si infila ).
Ah! Signore questa mattina, molto presto, è passato l’ufficiale giudiziario.
( rimirandolo )Ecco signore; le sta perfettamente….
FABRIZIO
Questi pantaloni di colore diverso mi danno una noia: sono volgari, ma è la moda…
FABIZIO
Bè ? Allora che ha detto?
ANTONIO
Ha detto che aspetterà a pignorare: tanto dopo il suo matrimonio non ce ne sarà più bisogno!
FABRIZIO
E’ un amico: non c’è che dire. Mi piacerebbe fargli fare da testimone.
ANTONIO
Signor conte!!
FABRIZIO
Sarebbe espressivo !
ANTONIO
Lei scherza !( prendendolo sul serio)
FABRIZIO
Va Antonio e fa passare il commendatore, và!
( Fabrizio torna alla scrivania guarda alcuni giornali – entra IL BIAGI trafelato e allarmato)
IL BIAGI
Che c’è signor conte, mi ha fatto chiamare così urgentemente.
FABRIZIO
Non si spaventi commendatore, si accomodi e si calmi. Devo parlarle…
( Il Biagi si siede)
E’ tranquillo ora ?
IL BIAGI
Si ! Aspetto signor conte...
FABRIZIO
Bene! Ragioniamo…Domani devo sposare sua figlia: è vero?Tutto è pronto immagino.
IL BIAGI
Si ! Con mia grande gioia!
FABRIZIO
Con sua grande gioia….E se non la sposassi?
IL BIAGI
( atterrito)
Signor conte!
FABRIZIO
Non si spaventi, io voglio ragionare…Ho il vizio di ragionare. Io mi compiaccio della mia riflessione, perché sono dubbioso, calcolatore, freddo.
Sono nel dubbio più profondo se domani debba o non debba sposare sua figlia…Potrei anche non farlo ! Dipenderà da lei, commendatore, perché io voglio farla riflettere sul grave pericolo di un simile matrimonio: e lei dopo, avvertirà sua figlia.
IL BIAGI
( sbalordito )
Grave pericolo!? Ma cosa succede !? Si spieghi per l’amor d’Iddio; lei mi tortura
FABRIZIO
La tortura insegna a riflettere, gli antichi ne facevano grande uso lo sa ?A lento fuoco...(Il Biagi è esausto )
FABRIZIO
(dopo una pausa ad effetto - tagliente)
Lei è un uomo fortunato: non è vero?
IL BIAGI
( protestando)
La fortuna: sempre la fortuna…
FABRIZIO
Perché protesta?! Se ne vanti invece!. Abbiamo lavorato tutti e due perché siamo stati due uomini fortunati. Io ero fortunato perché ero ricco; Ma un uomo fortunato e ricco deve lavorare molto di più per distruggere la sua ricchezza, come ho fatto io, che un uomo fortunato e povero, per ammassare milioni come ha fatto lei !Fortunato perché è diventato ricchissimo senza far nulla.
Rifletta. Io sono conte, a quel che si dice una fortuna vero? Ma quanto lavoro per via di questa fortuna ! Se un conte non lavora per far vedere che è conte, non conta nulla; e per lavorare deve pagare spendere, perché non può fare che delle cose inutili, che costano care come quelle dannose. E’ un brutto mestiere, un supplizio mi creda. Spendere senza guadagnare, spendere soltanto per essere conte è un lavoro feroce! Soltanto a prezzo di un così enorme lavoro ho potuto finire il mio patrimonio e diventare un campione d’antipatia, caro commendatore. Dica un po’; saprebbe sciupare il suo denaro come io ho sciupato il mio? Si
spaventa eh!No non potrebbe non ne sarebbe proprio capace vero?E lei, vorrebbe dare sua figlia ad un uomo come me ?Non si capisce proprio come lei sia riuscito a far quattrini !
ILBIAGI
Ma che c’entra mi scusi !
FABRIZIO
Lei ha fatto i quattrini, perché i quattrini, li fanno sempre chi non li merita. Tanto è vero che quando son meritati si perdono sempre.
IL BIAGI
Quattrini o no, mia figlia è innamorata di lei.
FABRIZIO
E la mette tra le zampe di un vecchio leone, semplicemente perché, la fanciulla, ha il ghiribizzo di voler sposare un uomo che ha saputo così bene sciupare il suo patrimonio? Capisco che la fanciulla sia entusiasta di me, se è una ragazza sportiva ama i campioni. Ma lei, perché non gli consiglia un pugilatore? Carnera per esempio: è più igienico, rispetto a me è un piccolo cane tascabile.
ILBIAGI
Signor conte, lei esagera. Non e’ mica poi un brutt’affare per noi. Imparentarci con un conte….Per me poi….avere una figlia contessa….
FABRIZIO
E’ quasi lo stesso che essere conte vero?Eh: capisco, capisco…Ed e’ un uomo pratico, lei? Un uomo moderno, si: cioè mezzo americano e mezzo medievale….Vediamo fin dove arriva la sua leggerezza. Innanzi tutto le dirò che io ho avuto centinaia d’amori e che il solo amore che mi renderebbe, sarebbe quello di sua figlia alla quale lei assegna una dote di due milioni.
IL BIAGI
Sono lieto di darli a mia figlia e a lei. Rimangono in casa, ella avrà un figlio, saranno vostri, della famiglia!
FABRIZIO
E se non avrò figli!
IL BIAGI
E’ giovanissimo
FABRIZIO
Ma forse, non posso averli.
IL BIAGI
Che ne sa?
FABRIZIO
Ho avuto malattie che probabilmente mi hanno reso sterile. Ho fatto un esame….
(prende un foglio dalla scrivania)
Ecco qua la risposta del medico…E’ la seconda volta che mi esamina.
IL BIAGI
( prende il foglio e legge )
Ma il medico qui aggiunge che può darsi che sia possibile.
FABRIZIO
E se non fosse ?
IL BIAGI
Ci sono tanti matrimoni sterili volontariamente
FABRIZIO
Questo è vero; ma nulla si desidera tanto, quanto quello che non si può avere…E sua figlia che direbbe ?Io non la conosco quasi affatto. Ma penso che l’idea di maritarsi e di non poter avere figli per colpa del marito…..
IL BIAGI
Ma lei desidera così tanto avere un figlio?
FABRIZIO
Avendolo tutta la sua ricchezza passerebbe alla mia famiglia. La legge provvede! Non ci aveva pensato eh?
IL BIAGI
Infatti; ma scusi signor conte, si spieghi bene perché non può averne?
FABRIZIO
Non nel senso che crede lei; sono un buon guerriero, ma non posso produrre altri guerrieri...
IL BIAGI
( interrompendolo )
...Poteva star zitto signor conte! Se non avevate figli pazienza !
FABRIZIO
Ecco perché i matrimoni sterili sono sempre un mistero….Ma io non amo la menzogna e ho la brutta abitudine di non imbrogliare nessuno. So bene che sua figlia potrebbe dare la colpa a se stessa….Come rimarrò quando mi domanderà: Fabrizio, perché non posso avere figli? Quindi io devo avvertire almeno lei, che è il padre. Con sua figlia si regoli come crede.
IL BIAGI
Mia figlia è una ragazza pratica, sportiva: ama il piacere e la vita.
FABRIZIO
E viene a chiudersi in questo castello con un uomo come me?
IL BIAGI
Ammira la sua eleganza, signor conte, il suo tratto, ma soprattutto diventerà contessa.
FABRIZIO
E mi compra….
IL BIAGI
E fa un buon affare…
FABRIZIO
Allora non lo faccio io!
IL BIAGI
Ma lei sottilizza troppo, signor conte.
FABRIZIO
Filosofia degli scambi. Fondamento d’ogni commercio! Io le chiedo da galantuomo: perché sacrifica la giovinezza, la freschezza, la libertà, i bicipiti e i polpacci, la giocondità di sua figlia, dandola in moglie a me, uomo sofistico, duramente pratico e ragionante?E lei mi dice: la giovinezza, la libertà, i polpacci eccetera, eccetera di mia figlia non contano nulla: ciò che conta è la sua contea, e la sua arte di sciupare i denari. Allora il mio titolo, la mia nobiltà autentica, il mio tratto, la mia educazione, la mia intelligenza hanno un valore ben maggiore: e lei non li paga abbastanza!
IL BIAGI
( tagliando corto )
Le do due milioni
FABRIZIO
Non basta
IL BIAGI
Ne darò tre
FABRIZIO
Accetto; ma non basta !
IL BIAGI
Che vuole allora
FABRIZIO
Se non posso avere figli, i tre milioni ritornano a lei. Bisogna trovare il modo di correggere questa legalità e soprattutto non avvilire la mia dignità di fronte alla vostra ricchezza.
IL BIAGI
Mi dica….
FABRIZIO
Si le dico... Ora che sono ancora scapolo, compri un po’ della mia terra; tutto il terreno che sale fino al mio vecchio castello.
IL BIAGI
Vale poco.
FABRIZIO
Che dice?! Poggialto è storico risale al duecento! Conobbe la più eroiche battaglie! Ha un largo terreno attorno.
IL BIAGI
Ma non ci cresce nulla. E’ tutto sassi.
FABRIZIO
Lo coltivi a cipressi: qualcuno già ce n’è. Il cipresso è ricercato per farne porte e finestre. E in cima c’è il maniero dei miei avi.
ILBIAGI
Quanto vale?
FABRIZIO
Il magnifico poggio con il castello in cima, che un poeta del seicento chiamò mammella di latte nobilissimo?
IL BIAGI
Si. Quanto vuole per quella mammella?
FABRIZIO
Visto che si tratta del mio futuro suocero: due milioni
ILBIAGI
Due milioni! E’ troppo! Comunque sarà fatto. Questo matrimonio deve avvenire e avvenire domani!
FABRIZIO
Ma prima, naturalmente, tutto va messo per iscritto. Lei deve pagare in contanti i quattro milioni….e prima del matrimonio!E’ bene esser precisi, mettiamo i punti sulle ì; detesto le cose arruffate. Quand’è che verserà la dote e la somma del mio feudo; cioè i quattro milioni?
ILBIAGI
Oh, Dio: mi darà un pò di respiro. Nel movimento del denaro che io tratto in grande stile, come ella sa, devo cogliere l’occasione per... acciuffare i quattro milioni.
FABRIZIO
Ah! In grande stile, acciuffare i quattro milioni. Così; eh? ( fa il gesto).Non m’ero ingannato nell’apprezzare la sua situazione finanziaria; no, no, lei deve pagare in contanti prima.
IL BIAGI
Ma questa è diffidenza ! Io sono un uomo d’affari, un finanziere.
FABRIZIO
Appunto per questo ! Ho più paura di un uomo d’affari che di un malato di febbre spagnola. Non si sa mai quando farà il capitombolo !
ILBIAGI
Ma questo è un preludio poco incoraggiante per la nostra parentela.
FABRIZIO
Caro aspirante suocero, purtroppo conosco bene le persone come lei. Lei è uno dei tanti che vogliono scimmiottare quei geniali improvvisatori d’affari che hanno esercitato il funambolismo catastrofico della speculazione. Qualcuno s’è fatto chiamare perfino poeta della finanza; equilibristi prodigiosi, venditori di fumo. Son finiti quasi tutti male: chi in galera, chi davanti ad una canna di pistola…Ne restano pochi in piedi, per ora. Uno di questi è lei, signor commendatore; e colgo l’occasione, visto che mi offre la verginità di sua figlia, per dirle: Venda! Si liberi, si salvi! Cerchi di rifilare tutto a qualcuno. Sono stati fin troppo buoni con voi, perché vi hanno costruito perfino i sanatori finanziari e gli istituti ortopedici industriali. Non perda tempo! Se vuol proprio diventare mio suocero, versi innanzi tutto i quattro milioni e prenda impegno formale di uscire dall’inferno dei suoi affari.
IL BIAGI
Ma io casco dalle nuvole…
FABRIZIO
E da dove vuole cascare se è stato sempre lassù ?
IL BIAGI
Io le dico che i miei affari vanno benissimo e la prova è, che oggi stesso posso provvedere ai denari stabiliti per la dote e per l’acquisto.
FABRIZIO
Oggi è così, ma domani? No per il bene di sua figlia e del mio, lei deve promettermi che abbandonerà gli affari.
IL BIAGI
Ma vorrebbe che io mi ritirassi così di punto in bianco?
FABRIZIO
No: no ! La strozzerebbero! Si liberi con dolcezza, ma si liberi, perché non voglio noie; e come sua figlia sposa me per il mio titolo, io così sposo sua figlia per i denari!
IL BIAGI
Per lei dunque, tutto si riduce ad un semplice contratto: ecco perché non ha voluto il matrimonio religioso, ma soltanto quello civile !
FABRIZIO
Certo, perché io non so rinunziare nè alla coscienza né alla conoscenza. Il matrimonio religioso è un sacramento; quello civile è un contratto. Il sacramento è un voto assoluto dell’anima, spontaneo, pieno, totale: per essere valido non deve avere secondi fini. Ora io non vedo nulla di sacro in un matrimonio come il nostro, anzi non vedo altro che secondi fini! Sarà bene dunque attenerci a quello civile, trattandosi della costituzione di una società commerciale, come mi pare che stia per diventare la nostra famiglia.
IL BIAGI
Per me è lo stesso. Sta bene, mi sacrificherò per mia figlia.
FABRIZIO
Aspetto allora, di conoscere la decisione di sua figlia Giulia; E non dimentichi che lei commendatore, si assume la responsabilità della progenie; le ho detto il mio stato reale. Arrivederla
IL BIAGI
( dandogli la mano )
Allora arrivederla….Cioè ora…..potremmo darci del tu.
FABRIZIO
Domani… domani.
( IL BIAGI esce – FABIZIO va alla scrivania e si toglie la giacca )
Oggi fa un caldo insopportabile….
ANTONIO
( entrando )
Signor conte; poco fa è arrivato l’ingegner Galvani
FARIZIO
( con una strana contentezza )
To’! Fallo passare!
( ANTONIO esce – FABRIZIO si sposta dalla scrivania al centro della stanza per vederlo entrare da fronte )Entra PIETRO GALVANI
PIETRO
Ti disturbo?
FABRIZIO
No; anzi mi fa piacere vederti.
PIETRO
Ho saputo che domani prendi moglie e non ho potuto resistere. Sono venuto a farti gli auguri.
FABRIZIO
Ti ringrazio, lo sai che ti vedo sempre con piacere.
PIETRO
Temevo che la mia compagnia non ti fosse gradita, se no mi sarei fatto vedere più spesso; la nostra, come dire, consanguineità...è conosciuta da tutti ma non l’abbiamo mai approfondita con coraggio, invece ora...( dopo una pausa di imbarazzo, visto che Fabrizio lo guarda senza parlare – cambiando tono )... Sei contento del tuo matrimonio?
FABRIZIO
O sposo domani o non mi sposo più
PIETRO
Ma come?...
FABRIZIO
Ma forse mi sposerò vedrai.
PIETRO
…Ancora…Non lo sai?..
FABRIZIO
Non si sa mai nulla. Quando una cosa pare che sia, è quando non è più. Dimmi di te invece, come va il tuo lavoro?
PIETRO
Sono abbastanza contento. Si costruisce ora un mio aereo leggero molto pratico e di nuova tecnologia.
FABRIZIO
Volare eh ? ti è sempre piaciuto!
PIETRO
Sì per me, raggiungere i silenzi dello spazio è un sogno.
FABRIZIO
Lo so, sei un romantico….Non ci somigliamo, eh….
PIETRO
No! Nostro padre non deve aver fatto molta fatica a nascondere che io non sono tuo fratello naturale.
FABRIZIO
Faticò molto lo stesso. Era un timido. E ti voleva bene. Non ti ho mai detto che posseggo un suo quaderno, dove scriveva i pensieri segreti; di me non parla quasi mai, sono figlio legittimo…Di te invece parla molto…Aveva tanta paura della gente, che non aveva il coraggio di nominarti... ti chiamava colomba…E’commovente. Quando avesti la laurea, ti dedicò una pagina bellissima, una vera lirica – Colomba tu hai imparato finalmente a portare le tue pagliuzze al nido della conoscenza- comincia cosi…
PIETRO
Perché non me lo fai vedere quel quaderno?
FABRIZIO
Te lo regalerò domani quando ti presenterò a mia moglie, se la sposerò.
PIETRO
Povero babbo!
FABRIZIO
Non so come ha fatto a confessare tutto a mia madre; lei lo ha ripagato con un odio implacabile; Soprattutto perché non avrebbe mai voluto che noi due ci fossimo conosciuti.
PIETRO
Ricordo bene che, quando nostro padre ci presentò l’uno all’altro, piangeva: lei no!
FABRIZIO
Mia madre aveva ragione di non commuoversi…..
PIETRO
Perché?
FABRIZIO
Perché sapeva bene che non eravamo fratelli. Io non sono il figlio del conte; e lei
naturalmente lo sapeva benissimo. Il vero conte sei tu….Io sono un bastardo; tu sei il figlio legittimo io sono di un altro, ma per la legge sono il conte, mentre tu non hai padre….
PIETRO
Ma che dici non è……
FABRIZIO
La verità!
PIETRO
Ma ….di chi….Oh!, scusa!....
FABRIZIO
Vuoi sapere di chi sono figlio ?…Poco dopo la morte di mia madre, mi misi subito a cercare nelle carte che teneva gelosamente in due casse antiche e che diceva sempre, guardandomi fisso, di voler una buona volta riordinare perché anche io le vedessi….Tentativi di confessione ….mi capisci….Trovai molte lettere e così scoprii, che mio padre era un giurista napoletano; ho anche il suo ritratto: gli somiglio molto. E’ morto, quindi inutile che ti dica il suo nome. Ha messo dentro, nelle mie vene illegittime, il gusto del cavillo, la smania della legge, la schiavitù del diritto. Il mio sangue giuridico mi dice - Tuo padre ti dette la vita illegittimamente e molto soffrì; tu approfitta della legge fino a far la vendetta di lui e di te. Come vedi, amo mio padre per forza.
PIETRO
Non lo hai mai veduto?
FABRIZIO
Si, qualche rara volta da bambino; era bianco di viso, nero di capelli. Il ricordo di quel viso mi tormenta.
PIETRO
Forse non ti ha mai nemmeno baciato.
FABRIZIO
No non mi ha mai baciato! Me lo dice lo specchio, piangendo, quando mi guardo! Mia madre fredda, colpevole tenne lontano il suo complice. Si scrivevano molto. Le lettere di mio padre sono angosciose, struggenti.
PIETRO
Ti capisco. Fai soffrire anche me.
FABRIZIO
Ti farà bene caro conte.
PIETRO
Non scherzare, non ci tengo ad esser conte!
FABRIZIO
Io si, perché non lo sono ( ride sonoramente )
PIETRO
(spezzando la sua risata )
Allora mi pare, che possiamo essere più amici che mai
FABRIZIO
Dal momento che non siamo fratelli….
PIETRO
Ti confesso che mi sembra di essermi liberato da un incubo.
FABRIZIO
Ti ha salvato mia madre...
PIETRO
Domani verrò alle tue nozze con maggior letizia!
FABRIZIO
E io ti darò il quaderno del tuo nobile padre. ( rumore di una carrozza a cavalli). Deve essere la mia probabile sposa che arriva…( si affaccia alla finestra ) si è lei. Ciao Pietro, ti telefonerò.
PIETRO
A presto fra…..
FABRIZIO
Stavi per dire fratello.
PIETRO
Mi ero abituato ( ridono entrambi – PIETRO ESCE )
FABRIZIO
( torna alla scrivania, si sistema le maniche della camicia e si rimette la giacca )
GIULIA
( chiamando da fuori )
Fabrizioooo, Fabrizioooo( entrando ) eccomi qua ( si piazza in posa al centro della stanza)
FABRIZIO
Ti vedo, ti vedo, buon giorno!
GIULIA
Finalmente siamo alla vigilia, tutto è pronto!
FABRIZIO
Dunque persisti nell’idea di sposarmi?
GIULIA
Mi piaci Fabrizio!
FABRIZIO
Hai parlato con tuo padre?
GIULIA
Si, mi ha detto dell’idea di comprare i tuoi terreni; trovo che sia molto carina!
FABRIZIO
L’idea è stata mia, così non sposerai un povero. Due milioni!!
GIULIA
Trovo che stata una magnifica idea!
FABRIZIO
(irritato)
Trovo,trovo...Fammi il piacere di non trovar nulla! Una delle cose che mi urtano di
più è questo vizio che avete preso di dire sempre – trovo – espressione da telefonista Francese...
GIULIA
Come ti adoro per la tua stravaganza. Trovo che sei talmente diverso da tutti...Oh pardon mi correggo... Un uomo così principesco dalla corona alla lingua c’e l’ho solo io.
FABRIZIO
Ti costerà un po’ caro...
GIULIA
Ne ha tanti papà!
FABRIZIO
E non ti ha detto altro quel avveduto genitore?
GIULIA
No! Mi ha detto che oggi viene qui con il notaio per i contratti.
FABRIZIO
Nient’altro?
GIULIA
No !
FABRIZIO
Eh!; allora...
GIULIA
Dai parlami caro, dimmi tante di quelle tue frasi amare e piacevoli, come i cocktail che mi piacciono tanto! Non mi tratterai mica da sposa, eh? E tanto meno da moglie.
FABRIZIO
Insomma tu vuoi essere ad ogni costo il mio balocco!
GIULIA
Si; il tuo giocattolo pazzo. Sai perché ti amo Fabrizio? Perché tu sei di quegli uomini, che hanno cominciato ad uccidere l’amore. Molto elegante tener l’amore a distanza! Come un cagnolino: ogni tanto prenderlo tra le braccia, fargli qualche carezza e poi, via a cuccia !
FABRIZIO
( feroce )
Sei molto divertente. A sentirti parlare così e a guardare quel tuo corpicino perfetto, mi vien da pensare che avrò finalmente una deliziosa amante legittima.
GIULIA
Fabrizio!
FABRIZIO
Uccido l’amore. C’è più gusto tesoro.
GIULIA
Mi fai fare la contessa? Vedrai che saprò!
FABRIZIO
E’ così facile oggi
GIULIA
( ridendo)
Che avventura!
FABRIZIO
Esatto! Che avventura ( ironico)
GIULIA
Ed io ti piaccio Fabrizio?
FABRIZIO
Molto! Lo sport vi fa bene... vi fa più gustosi strumenti per noi volponi maturi.
GIULIA
Allora ho fatto la ginnastica per te, ho sciato per te, ho pattinato tanto solo per te, per cascarti tra le braccia !
FABRIZIO
Fare così tanti chilometri per arrivare all’amplesso….
GIULIA
Al tuo Fabrizio, che sarà dolce e languido, come quello di un principe dell’800. Mi amerai piano piano……
FABRIZIO
Come vorrai, conosco tutti i modi!
GIULIA
( afferrandolo per un braccio - eccitata ).
Finora non mi hai toccato che la mano…perché?... ( si side sulle sue ginocchia ).
Ma anche tu sei forte Fabrizio, che bei muscoli che hai ! Magnifico…..( lo accarezza desiderosa). Tu sei il mio sultano... non mi dai il primo bacio?
FABRIZIO
Penso a quelli che avrai dato ai compagni della tua età.
GIULIA
Ma quelli non contano, erano freddi e…sportivi; invece essere baciata da un uomo come te…( si avvicina a lui come per baciarlo )
FABRIZIO .
( divincolandosi )
Che ragiona e ti interroga…. Sei scappata dalla tua prigione di figlia e sei arrivata alla spelonca di questo signore perverso, che tutto conosce. Innamorata di tutto ciò che è stravagante, ti sei incapricciata di lui, tanto più che ha una corona sulla testa, di cui non se ne cura. Hai portato con te i tuoi muscoli, la tua sensualità dei vent’anni affidandoti alle forze trionfanti della tua giovinezza; l’anima però l’hai lasciata, dimenticata, persa e ora non sai nemmeno d’averla mai avuta…..
GIULIA
Ma io sono religiosa
FABRIZIO
( spazientito )
Non ne dubito cara, la domeniche vai sempre alla messa….
Che bella soddisfazione farsi vedere accanto a lui….Col nome mutato! Signora contessa…Tanto c’è un padre che paga quest’avventura. Terribile!
GIULIA
( ad occhi chiusi )
Sei cattivo, però mi piaci così! Ascoltandomi mi par di volare
FABRIZIO
Ora io ardo, dal desiderio di baciare il tuo corpo: e questo piace anche a te; sei forte elastica, soda... l’anima l’hai persa ma i sensi ti son venuti dietro…Sentono queste carezze sul tuo corpo perfetto e tu rabbrividisci vero??
GIULIA
( voluttuosamente)
Si….Mi fai tremare…
FABRIZIO
( uscendo dal gioco )
Altro non c’è, tra noi che questa avventura di muscoli e di sensi, solo questo. Ti sembra troppa questa verità? Vuoi lasciarmi? Sei ancora a tempo!
GIULIA
Ma che dici?! Fabrizio….( lo tira a se e lo bacia violentemente ).
FABRIZIO
( spostandola e guardandola negli occhi cinicamente).
Allora mi sposi con tutto il consenso di cui sei capace! Con tutta la tua volontà !
GIULIA
Sono tutta tua, voglio essere tua!! Anche subito!( lo tira a se e lo bacia con violenza Fabrizio prima accetta il bacio poi si scosta )
FABRIZIO
Calmati ora, sarebbe illegale….Domani, si domani….oh! andremo a letto tante volte, insieme…oh tante volte…..( Giulia lo prende di nuovo e lo bacia ancora. Parte un tango, GIULIA comincia a danzare sensualmente attorno a FABRIZIO, prima lentamente poi aumentando le sue movenze; Fabrizio la guarda “ estasiato...”, fa per resistere ma poi cede e si lascia coinvolgere dalla sensualità di lei che la travolge).
Cala il sipario
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
(Al castello stessa scena del primo atto).
( all’apertura del sipario IL BIAGI è in scena e cammina nervosamente avanti e indietro- entra GIULIA lo vede e resta sorpresa).
GIULIA
(seccata)
Ah ! papà sei qua?! Non ti aspettavo, che vuoi ?
IL BIAGI
Figlia mia ( corre da lei e l’abbraccia) finalmente ti trovo da sola. Antonio mi ha fatto passare dicendomi che eri qui nello studio.
GIULIA
(seccata)
Che vuoi papà?
-ILBIAGI
Star due minuti con te, buon Dio! Da quando sei tornata dall’Inghilterra non hai mai avuto tempo di vedermi. Sono tornato apposta, rubando qualche giorno alla mia cura di Fiuggi.
GIULIA
Bè ora ho qualche minuto per te…Sfogati papà sfogati!
IL BIAGI
Sfogati, sfogati: sei tu che devi parlare! Voglio sapere di te, di tuo marito.
GIULIA
Lo sai, facciamo vita moderna: da scapoli. Tu non puoi capirci.
IL BIAGI
Eh! tuo marito è fortunato! Non ha che da fare il conte e sofisticare su tutto; lo vorrei vedere alle prese con l’industrie…Ma raccontami qualcosa del tuo viaggio in Inghilterra; hai conosciuto i parenti di lui?
GIULIA
Si, la zia al castello in Scozia.
IL BIAGI
Ha possedimenti, è ricca?
GIULIA
E’ la più ricca dei suoi parenti, anzi è la sola che sia ricca davvero.( va al grammofono (o radio?) e mette su un disco ( parte la musica e lei muove le labbra e canticchi il motivo). Qui da noi, tutto quello che ha avuto una storia è flaccido Invece là...
IL BIAGI
Chi sono gli eredi?
GIULIA
E’ circondata da molta gente interessata…ama avere una corte.
IL BIAGI
Come ti ha accolto
GIULIA
Prima tenendomi a cortese distanza; poi Fabrizio mi ha insegnato a conquistarla. Mi ha fatto fare due vestiti alla Dante Gabriele Rossetti, che a lei piacquero fino alla commozione. Fabrizio mi suggeriva anche frasi di grande effetto. Che attore quell’uomo! Una sera dopo averle detto una di quelle frasi speciali, la zia mi disse : mia cara sei…gentile come Beatrice! Tutto quello che è mio sarà del vostro primo figlio; se non lo avrete, sarà di dieci nobili istituzioni. Non so perché Fabrizio la fissò con uno sguardo terribile…( come a riprendersi) Disse proprio così.
IL BIAGI
Vuole un figlio del nipote, ma non gli basta il nipote?
GIULIA
No! Aveva già da tempo diseredato Fabrizio, perché lo crede sciupone e cinico.
IL BIAGI
E che dice Fabrizio?
GIULIA
Mi interroga e mi scruta con quei suoi occhi indagatori…Ma che colpa ne ho io….Forse sono sterile…Ci sono donne che hanno figli dopo molti anni di matrimonio; e poi sembra che voglia questo figlio solo per l’eredità della zia…
IL BIAGI
Ma quelle cara, sono sterline e son trovate senza fatica e senza rischi; credimi in questo momento che la situazione è difficile…anche per me…Domani ho riunione gravissima a Milano, anzi aspetto un telegramma urgentissimo!
GIULIA
Papà, sei ancora impelagato negli affari, non vuoi proprio staccartene...
IL BIAGI
Siamo alle solite! Ora la situazione è difficile, altro che storie e bisogna salvare le apparenze. Ma non ho paura, sono un uomo d’affari non un conte spiantato io!
GIULIA
Ma continui a fare una vita da nababbo; siamo preoccupati per te, per noi, per tutti...
ANTONIO
(entrando)
Chiedo scusa signora contessa, c’è di la l’ingegner GALVANI
GIULIA
Fallo accomodare
IL BIAGI
E perciò ti lascio, mia cara, vado ad attendere il telegramma. Finiremo poi, la nostra conversazione.
GIULIA
Va bene a più tardi papà.( torna alla radio-giradischi mette un disco )
PIETRO
(entrando)
Ho visto tuo padre andar via tutto trafelato, mi ha a malapena salutato…
GIULIA
E’ nervoso, non so perché, forse gli affari… Mi ha rovinato la giornata! Ma ora sono felice che tu sia venuto per stare un pò con me. Senti che meraviglia questa canzone? E’ un disco che sento spesso, mi fa pensare, riflettere... Andrai al ricevimento del principe questa sera?
PIETRO
Se tu verrai...
GIULIA
C’è anche il pranzo !Trovo esagerato aver invitato così tante persone, semplicemente per una festa da ballo; vuol proprio farsi notare quel principe di color rame.
PIETRO
E’ ricco: Il colore non ha importanza. Tuo marito, ci verrà ?
GIULIA
E chi lo sa! Viviamo, ora mai in due mondi diversi, il suo e il mio ! Pare a volte che lui non esista, che sia solo il fantasma di se stesso ( rimane pensierosa per un attimo) Dicono che al ricevimento saranno presentati ospiti importanti che porteranno regali straordinari.
PIETRO
L’ho saputo da Folaga, mi ha raccontato un pò di cose
GIULIA
Già l’americana che tra una sbronza e l’altra, sa sempre tutto! ( va a togliere il disco ). Sembra che passi il tempo a farsi sempre gli affari degli altri; e’ uno sport per lei, cercare di sapere tutto di tutti e sparlare in continuazione…
FABRIZIO
(entrando )
Chi sparla in continuazione? Ciao Pietro ben arrivato
PIETRO
Parlavamo della festa di questa sera…a proposito verrai?
FABRIZIO
Dal giovane montone ricciutello che viene dall’altro mondo? Per vedere inchinarsi ai suoi piedi, tutta la nostra aristocrazia, che discende dai vecchi capitani di ventura, da masnadieri di fegato; no grazie non ci verrò ! Stasera ho una cena con i vecchi commilitoni per rivivere i ricordi di guerra.
PIETRO
In che arma ti arruolasti?
FABRIZIO
Prima in cavalleria. Sono nobile... Poi quando mi fu possibile entrai nell’aviazione. Per aria non c’è fango, non si vedono i morti, non si sentono maledizioni. E’ più nobile. E difficile far la guerra senza retorica, freddamente; io ci ho provato.
GIULIA
Perché non porti il babbo con te
FABRIZIO
No cara, non voglio ingombri; non avertene a male, ma vado per rivivere ricordi; tuo padre di cosa parlerebbe? Di forniture navali?...Va, va con Pietro alla festa, danzate melodrammaticamente, incollate le vostre guance sudate e cercate di evadere sul ritmo della musica ebete!
GIULIA
Sei noioso Fabrizio con la tua critica continua! Alle volte non ti riconosco più.
FABRIZIO
( a Pietro)
Nonostante i miei sforzi tutto mi pare inutile; sono stato per lei un reagente chimico che ha cercato in tutti i modi di levargli da dosso le incrostazioni superficiali e fittizie; non ci sono riuscito !( a Giulia) sei ancora la piccola graziosa borghese che eri all’inizio. E’ una bella donna gustosa, pratica; dorme più di giorno che di notte, fa i sotterfugi come una gattina, ha una natura teatrale ma di basso teatro. Per questo, forse un romantico potrebbe convertirla in un angelo; ma per poco...
GIULIA
Perché mi avvilisci?
FABRIZIO
Come puoi avvilirti cara, se volevi diventare il mio grazioso giocattolo ? continua a girare facendo il tipico fruscio-i vecchi capitani di ventura, da masnadieri di fegato;tanto! l disco -la
GIULIA
Il giocattolo l’hai rotto con le tue dita feroci e cattive…
FABRIZIO
Non ami l’ironia? L’ironia è il segno della convinzione; e già, oggi non si usa più perché nessuno e più convinto di nulla.
PIETRO
Esageri, come al solito; io sono convinto di molte cose invece.
FABRIZIO
No, tu credi in molte cose ma non sei convinto, c’è differenza. Invece, te ne convincerai presto caro Pietro, molto Presto. Ci vediamo più tardi vado a sbrigare alcune faccende (esce)
GIULIA
Che voleva dire con quel parlare misterioso?
PIETRO
A volte è urtante tuo marito... E’ un uomo senza ideali.
GIULIA
( va ad accendersi una sigaretta,
da alcune grosse tirate respirando profondamente – si accorge che Pietro la guarda intensamente)- Pietro, perché mi fissi?
PIETRO
Oh scusa! E’ che sono alcuni giorni che penso a quanto sei cambiata e mi chiedo il perché.
GIULIA
Pietro, le donne cambiano facilmente, specialmente a venti anni. Il mio è stato un passaggio di stagione affrettato dal matrimonio; anche tu sei cambiato…
PIETRO
Da te, voglio sentire come ero.
GIULIA
Ecco, prima eri umile e scettico insieme…io ti canzonavo dentro me stessa. Poi mi misi a studiarti. Mi piaceva di te quel sorriso astratto, che rivolgevi chissà dove, come ad un volto invisibile. Volto di donna? Pensavo. No: non era di donna. Era un immagine più misteriosa. Eri un idealista. Ora non sei più così! Ora sei terreno. Ti sei messo addosso un’alterigia, che a volte mi allontana da te. Forse mi piacevi più prima.
PIETRO
Non avresti notato tutto questo, se non fossi cambiata più di me. Tu sei delusa Giulia sei tanto avvilita, che sembri non avere più alcuna volontà.
GIULIA
No, deluso è chi pensa. Io non voglio pensare, non voglio essere infelice. Non sono avvilita, t’inganni. Non faccio più sport. Ecco tutto
PIETRO
Anche per fare dello sport ci vuole volontà !Tu soffri, hai torto a non volerlo dire nemmeno a te stessa.
GIULIA
Bevo molti liquori…e’ molto elegante: è romantico in fondo. Può suscitare osservazioni come questa: - quella donna beve, non vuol pensare, è chic. Tutto questo è un supplizio che si converte in voluttà. Credevo che tu l’avessi capito.
PIETRO
L’ho capito ed è per questo che devo partire…bisogna che ti lasci, io…..… ti desidero troppo!
GIULIA
Lo sento, me ne sono accorta da tempo; ma quello che sento di più è che anch’io ti desidero, perché ti voglio bene. Mi sento spinta verso di te costretta a darmi a te, per questo non voglio che tu parta, ne soffrirei .
PIETRO
Costretta da chi?
GIULIA
Dalla mia vita di moglie. Dal mio cambiamento di donna. Ho cominciato a
ragionare facendo un raffronto tra te e Fabrizio. Lui mi ha insegnato a
desiderare, svegliando i miei sensi, ed i miei sensi hanno cercato te. E’ un
amore fatto di ragionamento, ma il ragionamento che lo crea rischia anche di
distruggerlo.
PIETRO
Ecco ! vedi! E’ questo che mi fa rabbia!
GIULIA
Mi piace vederti arrabbiato...
PIETRO
Ti accorgerai del mio tormento, quando sarò partito. Non capisci che non ho nessuna possibilità; lui è l’intruso: l’intruso vittorioso! Non ho nessuna scusa ne diritto di
volerti e desiderarti, anche se ho visto l’inganno nella quale tu bella, giovane sei caduta, anche se ti vedo soffrire e sento la tua anima straziata che grida. L’antipatia
che ho per lui, mi ha fatto sentire il dolore di vederti sua schiava: e da questo è nato il mio amore per te.
GIULIA
No aspetta! Si che ce l’hai una scusa! Pietro io so che tu non sei il fratello di Fabrizio, il vero conte sei tu.
PIETRO
Te lo ha detto lui?
GIULIA
Si, quando seppe che l’avevo scoperto; Un giorno mentre cercavo certi documenti, casualmente tra alcune carte, trovai una lettera dell’amante di sua madre….Fui sconcertata ! Quando gliela feci vedere, fu costretto a raccontarmi la verità; pensa mi disse anche di avertelo già confessato la vigilia del nostro matrimonio, per un improvviso bisogno di sincerità; ma disse anche che contro la legge della natura vince la legge del diritto e che nessuna causa avrebbe potuto cambiare le cose! Poteva tacere e invece ha fatto lo spregio di dircelo; forse ne ha avuto gusto; Ora capisco perché mi vuoi!
PIETRO
Ma questo mio desiderio, ti potrebbe umiliare….
GIULIA
Non mi umilia! Perché desiderandomi tu cerchi di compiere la tua vendetta; questa è la sola scusa che abbiamo in comune, la sola ragione contro questo farabutto che ha in suo favore la legge!
PIETRO
Che dici Giulia?!
GIULIA
La verità! Anche questo me lo ha insegnato lui! Il dircelo fra noi chiaramente è più onesto: ci avvicina di più. E’ il solo impulso che mi spinge ad essere tua! riprenderemo il discorso ballando il tango stasera e ci diremo tutto. Mi piace il tango, non si arrossisce…
PIETRO
Giulia, non è vero che tu non hai l’anima….E’ lui che la tiene prigioniera. La tua anima ha voluto cercare e ha trovato questa ragione che ci unisce.
GIULIA
Aspetta ( va a rimettere il disco )
Quando sei entrato prima, lo stavo ascoltando... Questa musica mi fa pensare a te... ( cominciano a ballare – sono abbracciati teneramente – poi lui la prende impetuoso
e la bacia - il disco finisce, continua a girare facendo il tipico fruscio - entra IL BIAGI: vede i due abbracciati, ma è tanto trasfigurato da qualche cosa di grave che non bada e grida con tutto il fiato che ha in corpo).
IL BIAGI
Figlia mia sono perduto, rovinato! Ecco il telegramma! La banca internazionale, creazione mia, nostra, dovrà chiudere! Saremo tutti compromessi! Tutto crolla ! E’ finita! Vorrei scappare, scappare si scappare…!!
FABRIZIO
( entrando )
Vuoi scappare? E dove!
IL BIAGI
( lo guarda inorridito )
FABRIZIO
Già lo dicevo io…I capitani di ventura scappano sempre! Alla fine l’hai battuta la testa eh!!
IL BIAGI
Figlio mio aiutami tu !
FABRIZIO
Il tracollo e’ venuto dalla banca vero?
IL BIAGI
……..Andava così bene…
FABRIZIO
Eh!! Si vede !
IL BIAGI
E’ colpa dei risparmiatori!! Avevano tanta fiducia in noi che ci pioveva tanto denaro addosso da tutte le parti; le nostre imprese a furia di finanziarle andavano bene e davano dei dividendi fenomenali. I quattrini affluivano, affluivano…Era come un lago artificiale: i danari venivano da molti canali e affluivano nelle casse delle nostre imprese…ma là purtroppo, si perdevano in tante tasche…troppe tasche!!Tutta colpa dei risparmiatori…Dio mio perdo la testa…Tutta colpa dei risparmiatori .Cretini ! imbecilli!! Aiutami tu figlio mio…Fammi scappare ! Un aeroplano Pietro, tu che sei nel campo…
FABRIZIO
Ma che aeroplano!.Fammi piuttosto sapere, quale è in tutto questo imbroglio la tua responsabilità
IL BIAGI
( come sopra –come se non sentisse )
Se le cose non si son troppo complicate, una scappatoia devo avermela preparata...ma ora sono troppo confuso e non mi ricordo, non ho la testa, sono nel pallone. Tu mi puoi aiutare…Ti deve essere rimasto del denaro che ti detti per il tuo monte dei sassi !
FABRIZIO
Ora mi chiedi aiuto? Meriteresti che me ne infischiassi! Ma c’è un po’ anche il mio nome di mezzo; ho sposato tua figlia...Fammi conoscere la situazione e se per salvarti dalla rovina estrema ti è necessario un milione, fin lì ci arrivo. Poi c’è la dote di tua figlia.
GIULIA
Ah no!Quella è sacra non sì tocca è mia!
FABRIZIO
Hai sentito ! E’ tua figlia ! Capitana di ventura anche lei…!
IL BIAGI
Ma potrei finire in galera!
FABRIZIO
Se tua figlia lo permette…
GIULIA
Io sono contessa di Poggialto, non sono la signora Biagi.
FABRIZIO
Tecnica del matrimonio.
IL BIAGI
( disperato )
Allora…non c’è rimedio ( ricordando improvvisamente ) Ah ! Stupido che sono! C’è un affare che è mio, che è fuori del gruppo!L’affare dei pellami artificiali! Potrò salvarmi. Per lo meno in prigione non andrò.
FABRIZIO
Peccato ! Te l’eri così meritato !...
IL BIAGI
Ma ho bisogno del tuo milione e del tuo ingegno.
FABRIZIO
Ingegno?Mi fai pensare a quanto ingegno spreca l’uomo alle volte, per cose inutili e nefaste! Ma ora, vediamo se ti levo dai pasticci e poi verrai con me a coltivare patate…Povere patate…!Intanto facciamo così: per non destare sospetti te ne torni subito a Fiuggi. Domattina, ti raggiungerò, ti dirò tutto e ripartirai al più presto per Milano con le mie istruzioni. E voi, s’intende e’ bene che andiate alla festa del re delle pecore e dei becchi !
ANTONIO
( entrando )
La vettura è pronta signor conte.
FABRIZIO
( guardando tutti dal di sopra)
Allora siamo intesi…! Vengo Antonio ! ( esce )
BUIO ( sipario ?)
( musica – qualche secondo d’intervallo )
Alla ripresa dello spettacolo Fabrizio sta leggendo un libro – Entra Giulia che va alla radio l’accende e si mette a cercare i canali ad alto volume- entra Il Biagi
IL BIAGI
Prendo il giornale posso….
FABRIZIO
(non risponde)
IL BIAGI
(titubante)
Allora …lo prendo…E’ che non so se ….vorrei...
( improvvisamente si alza il volume della radio che copre le ultima parole del Biagi che come spaventato esce di scena )
FABRIZIO
( spazientito…)
Ti prego, tienila in sordina, non voglio essere aggredito dai suoni! Abbassa quel volume!
GIULIA
( abbassando il volume)
Sei di cattivo umore?
FABRIZIO
No; cara: sono del mio solito umore.
GIULIA
Ah !...
( nell’ atteggiamento di chi non sa cosa dire, o cosa fare - resta indecisa se andarsene o no, poi va dal marito )
Che leggi? “ L’egoismo nel diritto Romano ”. Mio Dio! Ma che piacere provi a legger quella roba ?
( Fabrizio non risponde – Giulia resta indecisa imbambolata in attesa di una risposta che non arriva- viene salvata dall’ingresso di Antonio)
ANTONIO
E’ arrivato l’ingegner Galvani, signore...
GIULIA
( come colta di sorpresa )
Ho dimenticato… Pietro ha telefonato, per dire che sarebbe passato dopo pranzo…
FABRIZIO
(ad Antonio )
Fallo passare certo e ci mancherebbe…( a Giulia) Lupus in fabula…Bene e per oggi, sicuramente non si legge più…( chiude sonoramente il libro )
PETRO
( entrando )
Buona sera
FABRIZIO
Oh! Buona sera
PIETRO
( a Giulia baciandogli la mano )
Contessa….!
FABRIZIO
( dopo averlo un pò squadrato)
E così ho visto volare il tuo nuovo aereo; complimenti!
GIULIA
Lo guidava lui ?
FABRIZIO
Naturalmente mia cara ! Ingegnere e pilota.
PIETRO
( quasi schernendosi)
Grazie siete gentili…Purtroppo però ultimamente sono in urto con la fabbrica..
GIULIA
( interrompendolo )
Se le cose non dovessero andare come vuoi tu, c’è sempre quella offerta Americana che ti interessa molto.
PIETRO
Non so vedremo, vedremo.
FABRIZIO
Fin alle Americhe, ma bene, bene davvero!( dopo una pausa d’effetto)Pietro, giungi a proposito, vorrei parlarti di una cosa importate: mi è venuta una idea. Giulia vuoi cortesemente lasciarci da soli ?
GIULIA
( urtata)
Vado di la dal babbo a leggere il giornale.( esce )
FABRIZIO
Accomodati ( Pietro si siede ). Credi tu che un bambino venendo alla luce, sia innocente, o colpevole delle colpe del padre e della madre?
PIETRO
( meravigliato ma sottomesso )
Credo che sia innocente.
FABRIZIO
Anch’io: ma non tutti la pensano così. Credi tu che una creatura umana abbia degli obblighi per il fatto che nasce?
PIETRO
Così all’improvviso non so risponderti.
FABRIZIO
Non sai rispondermi, perché vuoi evitare le risposte spontanee. Eh, già: sei un uomo civile. Ti dirò il mio pensiero. Io credo, che una creatura nasca senza obblighi perché non ha nessuna colpa, tant’è vero che i bambini sono chiamati innocenti. Eppure, appena nati, noi copriamo questi innocenti di obblighi e di debiti, tutti legali, bada bene, perché stabiliti dal costume convertito in legge. Ma se un bambino nasce da genitori illegittimi, non avendo nessun diritto, non dovrebbe avere nessun obbligo, tant’è vero che lo chiamano figlio di nessuno. Il che può essere un vantaggio. Pensa: avere per madre una regina che si chiama Natura e per padre il Caso che può chiamarsi anche Dio…ovviamente se la vita gli piace e crede in Dio. Sai tu quanti bastardi nel medio evo sono andati sul trono ! Ma il nostro tempo è ibrido invece ! Esalta la natura per demolire Iddio e nega alla natura di legittimare i suoi figli... Esalta più di tutto la nobiltà di sangue, ma se uno è conte e squattrinato…fa ridere tutti..
PIETRO
Tu sei troppo un demolitore. Gli uomini amano la propria nobiltà ed amano i loro figli. Tu non senti tutto questo, perché non sei né nobile né padre.
FABRIZIO
( tranquillo)
E che cosa hai fatto tu per difendere la tua nobiltà ? Ti ho dichiarato che tu sei il vero conte e che io sono l’ usurpatore. Che cosa hai fatto per sostenere il tuo diritto? Perché non mi hai sfidato a singolar tenzone ? Tu hai avuto paura del ridicolo ! ( ride sonoramente) . Ma sono certo però che, se il titolo di nobile ti avesse dato diritti in denaro e rendite, non solo mi avresti chiamato in giudizio, ma la legge ti avrebbe dato ragione! La tua nobiltà, caro Pietro, è indifesa. E la paternità è nelle stesse condizioni.
PIETRO
Io non ho figli.
FABRIZIO
Stai per averne uno: Giulia è incinta.
PIETRO
( turbato ma deciso )
E che c’entro io ?
FABRIZIO
Non far commedie: da sei mesi sei lo stallone di mia moglie. Cominciasti il dieci Agosto la sera di San Lorenzo. Siamo in Febbraio... Nascerà tra poco. Ma tu, entro la settimana, trovando un’abile scusa, partirai per sempre di qua; quella proposta dall’America. Benissimo. Il figlio lo terrò io. Per legge è mio.
PIETRO
... Allora già che sai tutto, ti dico che può essere anche tuo.
FABRIZIO
Come sei vigliacco!No; non può essere mio caro, ho un problema che non mi consente di avere figli! Impotenza coeundi, non posso generare insomma.
PIETRO
Ma perché se sei sicuro che non è tuo, vuoi tenerlo?Lo prenderò io .
FABRIZIO
Non si può, sarebbe comodo ! Tu tratti la famiglia come un bar; c’è la legge e la legge dice: chi nasce in casa è figlio del padrone!
PIETRO
Ma perché vuoi avere questo figlio ?
FABRIZIO
Sincerità ! E’ il mio vizio, l’ho nel sangue! E’ la mia vendetta la sincerità!... Sarò schietto con te. Prima di tutto, perché far giustizia vorrebbe dire fare uno scandalo. Scandalo e giustizia sono spesso termini identici! Poi perché se mi nasce un figlio, divento erede di molti milioni di mia zia e di vasti possessi in Inghilterra.
PIETRO
Sei un cinico per Dio!Un figlio, per soldi
FABRIZIO
Io sono cinico, tu no è vero? Tu sei un sentimentale... Senti, io mi terrò questo bambino perché so che non posso averne.
PIETRO
Ma è orribile…tu sapevi tutto e ti sei approfittato di me…
FABRIZIO
Sapevo e ti ho usato; Voi uomini moderni, non avete il coraggio di separare la maternità e la rettitudine delle donne, dalla loro sensualità istintiva; i nostri padri Romani lo sapevano far benissimo e sapevano distinguere tra ciò che è diritto e ciò che è natura: avevo bisogno di un fecondatore e ho preso te; è romano tutto questo, è profondamente giuridico! Ti secca è vero. Se tu avessi saputo che io ti tiravo nella mia ragnatela, non avresti amato mia moglie per paura di rendermi questo servigio... Sei stato bravo, ti ringrazio, ma ora ti dico Vattene !!
PIETRO
Sei stato una canaglia un opportunista senza scrupoli.
FABRIZIO
Io un opportunista ?! Si vede proprio che non sai cosa dire e che non vedi l’ora che questo dialogo finisca, per prendere le tue carabattole e andartene, infischiandotene di tuo figlio, del tuo sangue, della tua amante, della nobiltà.
PIETRO
Parli di nobiltà...!
FABRIZIO
No ! Devi parlarne tu invece ! Ne hai fatto un bel uso, quando hai saputo di averla.
L’hai usata per mettermi le corna, senza scrupolo. Ma quando ti ho visto entrare nel mio orto, nel mio campo, ho detto: fa pure mio caro, ora ti frego io. Lavorerai per me. E a quanto pare ci sono riuscito. E per vedere l’onestà di tutti e due, feci in modo che mia moglie scoprisse casualmente che tu eri il vero conte, con una lettera lasciata a vista, incustodita, sulla scrivania; lei si ringalluzzì tutta ed ebbe un volgare capriccio per te e tu nobile cavaliere, ne approfittasti con la lancia in resta. Però, se non ero io a dirti: bada che è nato il frutto del tuo amore... Tu non ci pensavi nemmeno; e nell’incertezza che fosse tuo o mio, l’avresti lasciato a me. E ora che diritto pretendi ad essere padre? Non hai posto un briciolo di onestà, di coscienza nel generare tuo figlio, che volevi appioppare a me !Bel padre ! Se tu avessi avuto almeno un po’ di dignità, di orgoglio, quello orgoglio che viene dal tuo sangue nobile, quello si ecco, per quel poco che può valere, sarebbe stato un nobile sentimento. Non sei stato capace nemmeno di questo! E’ giusto che tuo figlio lo tenga io.
PIETRO
Ma se tua moglie sapesse la verità?
FABRIZIO
Tu credi che abbia così tanto coraggio da lasciar tutto su due piedi, che ami più te che l’hai fatta solamente divagare? Non conosci la donna . Bisognerebbe che fosse senza legge, una ingenua. Ce ne sono sai, ma finiscono male. Dentro la legge si vive protetti anche se rispetto alla natura si è commesso un delitto.
PIETRO
Ma c’è Dio !
FABRIZIO
E’ un intruso ! La legge non crede in Dio: crede nel diavolo solamente.
PIETRO
Ma c’è la coscienza! Io credo che se Giulia sapesse come stanno le cose, non vorrebbe restare con te. Io allora te la porterei via insieme con il bambino.
FABRIZIO
Se; ma; allora;...Niente di preciso. Tu credi che la tua amante abbia la coscienza vera e spontanea dell’amore; non l’ha sta tranquillo, non l’ha!
PIETRO
( disperato )
Ma che ne sai tu per Dio !!
FABRIZIO
( quasi sussurrando all’orecchio)
La conosco: né lei, né suo padre !Vuoi fare la prova?
PIETRO
Si, e se accetta tu non ostacolerai la nostra partenza.
FABRIZIO
Ti sacrificheresti ? Eh già sei nobile... non metterò ostacolo facciamo la prova.
Mettiti la ed ascolta ( si nasconde dietro una quinta ).Dirò che sei andato via.
( Fabrizio suona il campanello – entra Antonio ). Prega la contessa e suo padre di venire qui.( Antonio esce )
( entrano Il Biagi e Giulia)
FABRIZIO
Scusatemi se vi ho tolti dal divertimento istruttivo dei giornali; ma ho da parlarvi.
( si siedono )
Pietro è andato via, vi prega di scusarlo; una cosa urgente.
GIULIA
Poteva almeno salutare.
FABRIZIO
Può darsi che ritorni...( rivolto a Giulia)Come va moglie mia?
GIULIA
( con dolcezza)
Per ora tutto bene Fabrizio.
FABRIZIO
Si tratterebbe, tesoro, ancora di due mesi circa.
GIULIA
Si, si
FABRIZIO
Cara. Allora rimanesti incinta...
GIULIA
...Quando ritornasti da Milano, tutto contento di aver vinto la causa a tutto vantaggio di mio padre.
FABRIZIO
Si gioia. Eravamo stati quindici giorni senza vederci e tu fosti mia come non mai.
GIULIA
E allora dio ci esaudì.
FABRIZIO
Si Dio ci esaudì: e non so proprio come abbia fatto perché io, come dissi a tuo padre prima di sposarti, non posso avere figli.
GIULIA
Fabrizio!
IL BIAGI
( pronto )
Sarai guarito figlio mio!
FABRIZIO
No! No!
IL BIAGI
Ma perché vuoi credere ai medici ? A sentir loro io dovrei esser morto chissà quante volte!...
FABRIZIO
Tu sei sempre stato ottimista caro suocero...
GIULIA
Ma insomma, che cosa è questo scherzo? Non mi sono mai accorta della tua incapacità.
FABRIZIO
Perché hai guardato sempre alle apparenze, ma è la sostanza che conta.
GIULIA
La sostanza? Tu sarai padre, questa è la sostanza.
FABRIZIO
E’ vero si, ma del figlio di un altro.
GIULIA
Che dici, il figlio è tuo, io no ho mai avuto relazioni con nessuno.
FABRIZIO
Poverina: hai bevuto un bicchier d’acqua e sei diventata madre.
GIULIA
Chi è il medico che afferma questa tua incapacità ? Gli voglio parlare, esigo un confronto.
FABRIZIO
Chiedi piuttosto un confronto con il tuo amante!
GIULIA
Non ho amanti. Sono stata sempre tua anima e corpo.
FABRIZIO
Si; ma anche di un altro !
GIULIA
Ho capito, tu alludi a Pietro. E’ tutta una fandonia, fra me e lui non c’è stata che amicizia: come fra lui e te. Era un po’ il mio confidente. Fabrizio, bisogna che tu riconosca che io dovevo lagnarmi di te con qualcuno! Ringraziami di averlo fatto con uno di casa. Se avessi avuto un flirt con lui, lo direi. E’ una cosa così comune.
FABRIZIO
Solamente la confidente e ne nasce un figlio...non e’ poi così comune...
GIULIA
Fabrizio, questo è uno scherzo che non dovevi farmi.
IL BIAGI
E’ un brutto scherzo si!
GIULIA
Che prove hai? Dimostralo!
FABRIZIO
C’è l’ultimo certificato del medico !
GIULIA
Me ne infischio: tu hai un figlio.
FABRIZIO
Finiamola! Pietro è più leale di te: lo confessa e confessa di amarti: vuole per se il suo figlio.
GIULIA
Ma se non sa nemmeno che sono incinta!
FABRIZIO
Non glielo avevi detto ?
GIULIA
Perché avrei dovuto dirglielo? Il figlio è tuo.
FABRIZIO
Non c’è che dire; ma gliel’ho detto io.
GIULIA
( crolla –quasi piangendo )
Ma il figlio è tuo lo stesso! Non è possibile diversamente! Ho sempre pensato di fare un figlio per te... non per lui...!
IL BIAGI
L’intenzione era buona però...
FABRIZIO
Fate i figli con l’intenzione voi?
GIULIA
Si, si! Spesse volte l’intenzione e la volontà correggono le deformazioni della donna.
FABRIZIO
Ma non quelle dell’uomo
IL BIAGI
Caro genero, tu sei un uomo di affari... il figlio c’è!
FABRIZIO
Ma c’è anche un amante che vanta diritti di amore e di paternità.
GIULIA
Che cosa vanta quel imbecille?
FABRIZIO
Il diritto del sentimento !
IL BIAGI
Ma tu a Pietro, hai detto di non potere aver figli?
FABRIZIO
Naturalmente
IL BIAGI
Ma queste son cose che non si dicono. Dal momento che la legge ti mette a posto, che bisogno hai di dire la verità?
FABRIZIO
La verità è la mia passione.
GIULIA
Un momento Fabrizio. Ascoltami: se alla vigilia delle nozze mio padre mi avesse detto del tuo inconveniente, io ti avrei sposato lo stesso. Questa è prova d’amore; non mi importava di avere figli, come non importava a te, perché non immaginavi nemmeno che tua zia ti avrebbe fatto suo erede, se ne avessi avuto uno.
FABRIZIO
Ti capisco, santissima donna...Ma l’amante rivuole suo figlio ed io ho dovuto prometterglielo. Anche se la legge mi aiuta nella truffa paternale... Non ho potuto resistere allo slancio spontaneo, paterno, del vero padre che reclama la sua creatura.
IL BIAGI
E’ un farabutto, altro che slancio!
FABRIZIO
Ed ho concluso dicendo che se Giulia acconsentiva a partire con lui, io non avrei fatta alcuna difficoltà a che si costituissero una loro libera famiglia.
GIULIA
Ma tu sei pazzo !
IL BIAGI
( preoccupatissimo, agitato )
Ma sarebbe una rovina morale! A parte poi l’eredità perduta, costerebbe un monte di quattrini. La contessa qui, poverina, ti ama: Non ama che te. Te lo giuro sulla sacra memoria di tua suocera.
FABRIZIO
Finalmente conosco mia suocera.
GIULIA
Si, ti amo Fabrizio e in fondo...ho fatto quello che desideravi, senza darti l’umiliazione di chiedermelo.
FABRIZIO
Si ! mi son servito di te, perché avevo disprezzo di tutti e due ! Sapevo che cercare in voi un po’ di vero sentimento, era lo stesso che cercare l’acqua nel deserto. Affari ! convenzione ! Tutti, si tutti nauseanti farabutti, abbiamo ingiuriato la natura, ma naturalmente …nobili…( ride amaramente) persone per bene…Roba che fa schifo !
GIULIA
( accostandosi a lui )
Non posso staccarmi da te, perché nonostante tutto, c’è pur sempre un amore relativo che riappare nei momenti più brutti.
FABRIZIO
E già amore relativo! Il solo concesso agli schiavi e ai padroni! E tu suocero, volevi che ci sposassimo davanti all’assoluto, davanti a Dio! Io no, seguo la legge e ne approfitto se occorre, ma non impegno la mia coscienza! Ora andate, non mi servite più ! Devo parlare con lui che è di là e che ha sentito tutto. ( chiamando) Pietro!
( entra Pietro, mentre i due restano inorriditi e basiti ) Vieni, vieni. Hai sentito, “ padre” ?. Hai sentito, come hanno umiliato e ridotto la poesia della paternità? Sei triste eh?Povero maschio avvilito ! Sono logici, ma non hanno il coraggio di andare fino in fondo; sono figli del loro tempo. E’ logico quindi che per loro anche l’amore diventi una colpa che si trasforma in peccato. E non si può, caro mio, distruggere il peccato; non perché piaccia, ma perché, l’abolizione del peccato toglie la vana gloria di averlo saputo fuggire; così che egli stesso, diventa una necessità del bene; è per questo che non si può abolirlo. Come se la vita non fosse ugualmente bella soltanto quando pare un sogno ! Mi guardi stupefatto eh? Io, cinico, ora ti sembro un poeta. Sarei stato un usignolo, un poeta, ma il sangue di mio padre, giurista, ha irretito la mia vita e mi ha fatto così. Potevo essere un usignolo e invece sono un ...Ragno! Ma per ora almeno è bene così, sono solamente il figlio di un magistrato che ha lo scrupolo del Diritto. Mio padre violò la legge, ma deve averlo fatto con tanto rimorso, che io, generato dalla sua violazione, istintivamente ho rimesso le cose a posto: con la nascita di mio figlio, che è tuo, il sangue dei Poggialto è risanato. La legge si è imposta al sangue bastardo, il mio e ha rifatto giustizia. Era destino! Addio Pietro, va’ in America e stà tranquillo: tuo figlio è in buone mani! Addio. ( abbraccia Pietro imbambolato - SIPARIO )
FINE