Il regno di Oz

Stampa questo copione

IL REGNO DI OZ

di Lyman Frank Baum

Personaggi:

Dorothy: una camicia con maniche corte e leggero sbuffo con collo alla coreana, uno scamiciato azzurro sotto il ginocchio, calze azzurre corte, trecce basse legate da nastri, un cestino di vimini.

Glinda, la strega del nord: ampio vestito rosa pieno di stelle, bastone con una stella sulla punta, una corona rosa.

Strega dell’ovest: vestito lungo nero, cappello a punta con un nastro che cade, viso verde, mani verdi, unghie nere, scopa di vimini

Spaventapasseri: pantaloni marroni, casacca legata in vita di color verde antracite, cappello spiovente blu, collo diviso dalla tela del sacco del viso da una corda, dentro agli stivali e in fondo alle maniche paglia.

Uomo di latta: un imbuto in testa, ascia in mano e un oliatore.

Leone: folta criniera, coda molto lunga che si muove rivolta verso l’alto, tuta pezzata di pelo.

??Portiere del mago: grande mantello verde con manicotti di pelliccia, cappello di pelliccia, ascia alta in mano, vestito come un cosacco.

Mago: completo elegante scuro, pantaloni, gilet e giacca, una camicia bianca e un foularino nero, pettinato all’indietro e con i baffi all’insù.

Dorothy: ( Entra da in fondo la platea con in braccio il cane Totò. Quasi di corsa, si ferma per respirare)

Adesso non può più raggiungerci!! Totò ti ha fatto male?. Voleva farti del male quella strega cattiva.

 (Ai bambini ) : Sapete cosa ha fatto Miss Cage a Totò?! Pensate ha picchiato Totò solo perché  dice che lui entra tutti i giorni nel suo giardino per correre dietro al suo gattaccio cattivo.

( Ripensando) Ma non è vero che lo fa tutti i giorni: ….solo 1…2 volte la settimana…

Arriva da in fondo la platea la strega che rincorre Dorothy

Miss. Cage: Vieni qui, piccola peste, la finirà il tuo cane di mordermi e di entrare nel mio giardino. Dammi subito il tuo  cane, lo porterò dallo sceriffo e lo farò eliminare.

Dorothy: No, no! Non è stata colpa sua.

Miss. Cage: Questo cane morde e io lo porterò in tribunale. Dammelo quà!!               ( lo prende) Lo metterò in questo cesto.

Dorothy: No, non permetterò che lo porti via, se ne vada!! ( Se lo riprende)                               Oh lei è una vecchia strega.

Miss. Cage: Dammi subito quel cane.                                                                                   ( se lo riprende e lo mette dentro la cesta e se ne va, esce)

Dorothy: ( sconsolata)  Totòòò…. Oh, ci sarà un posto dove posso stare tranquilla, senza che mi possa cacciare nei guai. ( si rivolge ai bambini)  Voi credete che esista un posto del genere? Deve esistere!! …Deve essere molto, molto lontano…. Oltre la luna… oltre le nuvole….

 “ARCOBALENO”

(Dorothy)

Che buio c’è quando resti sola

senza un vero amico cosa fai

tutto non t’interessa più

che freddo fa

quando fuori piove, l’uragano infuria

ma so che

forse il sole rivedrò

tra le nuvole uscirà

il sorriso tornerà.

Oltre l’arcobaleno

oltre il blu

c’è quel posto sereno per non tornare più

so che un mondo diverso troverò

i miei sogni di sempre forse realizzerò

un giorno anch’io mi sveglierò

in un posto dove esiste solo amore

giocando coi colori inventerò

una farfalla in cerca del suo fiore.

Oltre l’arcobaleno

oltre il blu

se potessi arrivare

mi fermerei lassù.

Dietro un telo i personaggi inscenano l’uragano. La casa cade nel buio.

Dorothy esce dalla porta ed un mondo stupendo le si presenta.

Dorothy: Ma dove sono???.... E Miss Gage??....Ho l’impressione che non sono più nel Kansas. (si guarda in giro)

Fata: Tu sei una strega buona o una strega cattiva?

Dorothy: Chi io? No… oh no, io non sono una strega, io sono Dorothy e vengo dal Kansas.

Fata: Oh, allora dov’è la strega?

Dorothy: Quale strega?

Fata: Oh! Sono quì perché una nuova strega ha fatto cadere una casa addosso alla malvagia strega dell’est. Ora, quella è la casa, qui ci sei tu e quello è tutto quello che resta della malvagia strega dell’est.

Dorothy: Te l’ho già detto, io non sono affatto una strega, le streghe sono brutte e vecchie!

Fata: Anch’io sono una strega, io sono Glinda, la strega del nord.

Dorothy: Sei una strega? Oh ti chiedo perdono, ma io non sapevo ci fossero anche streghe belle.

Fata: Solo le streghe cattive non sono belle:  (Guarda le scarpette rosse ) tu ci hai liberati dalla malvagia strega dell’est!  (Prende le scarpette rosse)  D’ora in poi sarai famosa, sarai famosa! Il nome tuo sarà onorato avrai un busto tra le celebrità.

(con uno scoppio e un fumo rosso arriva la strega cattiva dell’ovest)

Dorothy: Non avevi detto che la strega era morta?

Fata: Ma quella era sua sorellala malvagia strega dell’est, questa è la perfida strega dell’ovest, molto, molto più cattivadell’altra.

Strega: Chi ha ucciso mia sorella? Chi ha ucciso la strega dell’est? Sei stata tu?

Dorothy: No, vede è stato un incidente, io non volevo uccidere nessuno!

Strega: Allora sappi che posso causare degli incidenti anch’io!

Fata: Non vuoi prendere le scarpette rosse?

Strega: Oh sì, le scarpette! Già le scarpette! (la strega si avvicina a sua sorella, ma la Fata mette le scarpette a Dorothy)

Ridammele immediatamente se non vuoi che io…

Fata: Troppo tardi, adesso sono ai suoi piedi e ci resteranno.

Strega: Ridammi le mie scarpette, io sono la sola che sa come  usarle, a te non servirebbero a nulla. Ridammele subito!            Ridammele!

Fata: No, tienile strette perché devono avere un potere eccezionale, altrimenti non ci terrebbe così tanto!

Strega: Tu non impicciarti Glinda, altrimenti sistemo anche te!

Fata: Oh! Ma qui tu non hai nessun potere, vattene prima che qualcuno butti una casa in testa anche a te.

Strega: D’accordo me ne vado,( se ne va , ma si gira subito non vedendo le boccacce degli altri) ma mi rivedrete molto presto e tu stai bene attenta ragazzina, qui non posso fare subito i conti con te come vorrei, ma è inutile che tu tenti di sfuggirmi, non ti salverai, io riuscirò a prenderti! (la strega sparisce nello stesso modo di come era arrivata)

Fata: Oh! Che puzza di zolfo, temo che ti sei fatta una nemica in questa perfida strega dell’ovest e prima riuscirai ad andartene da Oz, meglio sarà per te, mia cara.

Dorothy: Oh! Sì, lo so, io partirei subito in questo momento, ma quale sarà la strada per il Kansas? Non posso tornare come sono arrivata.

Fata: No hai ragione. Credo che l’unica persona che può dirti come fare, sia il grande e meraviglioso mago di Oz.

Dorothy: Il mago di Oz è un mago buono o cattivo?

Fata: Oh, è un mago buono, ma è molto misterioso. Lui abita nella città di smeraldo che è lontanissima da qui. Non hai portato la tua scopa con te?

Dorothy: No mi dispiace, non l’ho portata!

Fata: Beh, allora dovrai per forza andarci a piedi. Non toglierti le scarpette rosse dai piedi o finirai in balia della perfida strega dell’ovest. (la Fata bacia in fronte Dorothy)

Dorothy: Ma come troverò la città di smeraldo?

Fata: È molto facile, non ti puoi sbagliare, dovrai soltanto seguire il lungo sentiero dorato.

Dorothy: Ma che mi succederà se...

Fata: Dovrai seguire il sentiero dorato... Addio, torna presto… (la Fata sparisce)

(Dorothy si incammina)

Dorothy: Segui il sentiero dorato… segui il sentiero dorato… Ma ora da che parte devo andare?

Spavent.: Io andrei da quella parte, è una strada molto carina.

Dorothy: Chi ha parlato?

Spavent.: Anche quella è una strada carina.

Dorothy: Che strano, prima indicava dall’altra parte.

Spavent.: Tuttavia è difficile scegliere le due strade insieme.

Dorothy: Ma allora sei stato tu… tu hai parlato, fai apposta o invece non riesci a decidere se rispondermi o no!

Spavent.: È questo il mio guaio, non so mai decidermi o no, io non ho il cervello, ma solo paglia!

Dorothy: E come fai a parlare se non hai il cervello?

Spavent.: Ah, non ne ho idea, ma c’è un mucchio di gente senza cervello che chiacchiera sempre, non trovi?

Dorothy: Sì, credo tu abbia ragione. Beh, mi sei simpatico, potremmo diventare amici.

Spavent.: Ohh! Ma certo!

Dorothy: Io sono Dorothy.E tu chi sei?

Spavent.: Io sono uno spaventapasseri>!Tu come stai?

Dorothy: Molto bene grazie

Spavent.: Io invece non mi sento molto bene. Non è molto divertente starsene appesi quassù giorno e notte con la schiena inchiodata a questo palo.

Dorothy: Oh! Lo credo, deve essere terribilmente scomodo; non puoi venire giù?

Spavent.: Giù? Non vedi, io non posso io... io... io…

Dorothy: Ohh!! Aspetta, lascia che ti aiuti.

Spavent.: Ooh!!!! Molto gentile da parte tua… molto gentile.

Dorothy: Accidenti, non so come fare.

Spavent.: Senti, io non sono molto pratico di queste cose, ma forse se provi a piegare in giù il chiodo che ho sulla schiena dovrei riuscire a scendere.

Dorothy: Ohh!!! Sì!!! (lo spaventapasseri cade giù)

Spavent.: Ho perso un po’ della mia paglia.

Dorothy: E ti fa male?

Spavent.: Ohh no!!! Basta raccoglierla e metterla al suo posto! Che bello essere liberi! (lo spaventapasseri gira su se stesso e cade toccando Dorothy) Dimmi, ti ho spaventata?

Dorothy: No, no io credevo che ti fossi fatto male.

Spavent.: Ma non ti ho spaventata?

Dorothy: No! Non mi hai spaventata.

Spavent.: È quello che temevo: gli uccelli vengono da lontano fino a qui per mangiare nel mio campo, e ridermi in faccia, ooh!!! Io sono un fallito, Dorothy, perché non ho un cervello.

Dorothy: Oh, poverino. Ma cosa vorresti fare se avessi un cervello?

Spavent.: Cosa farei… Ooh!!! Beh, se io avessi un cervelllo…

 “SPAVENTAPASSERI”

(lo spaventapasseri)

Io potrei passare il tempo

conferendo con i fiori

parlando con la pioggia

forse poi grattando la mia testa

i pensieri far uscir – far uscir (ripetere tutta 2 volte)

Potrei dirti perché

nel mare il sale c’è

e pensare a ciò che non ho mai pensato

poi riposarmi e ripartir.

Non sarei un musone

dalla testa imbottita

e con l’anima intristita

ballerei e canterei

la vita come un carosello

se avessi un mio cervello.

Dorothy: Incredibile! Se a casa mia, nel Kansas, gli spaventapasseri fossero tutti come te gli uccelli sarebbero terrorizzati.

Spavent.: Dici davvero?

Dorothy: Uhm!!!

Spavent.: Cos’è il Kansas?

Dorothy: È il mio paese. È molto lontano, è per questo che sto andando alla città di smeraldo per chiedere al

mago di Oz di farmi tornare.

Spavent.: Tu stai andando da un mago?

Dorothy: Uhm!!!

Spavent.: E credi che quel mago potrebbe procurarmi un cervello?

Dorothy: Ohh!!! Non saprei, ma anche se non potesse, tu certo non staresti peggio di così.

Spavent.: Eh sì... anche questo è vero.

Dorothy: È meglio che tu non venga, c’è una strega che è arrabbiata con me, potresti finire nei guai.

Spavent.: Una strega? Io non ho paura delle streghe, io non ho paura di niente… tranne che dei fiammiferi.

Dorothy: Lo credo bene... hai ragione.

Spavent.: Ma ne affronterei una scatola intera, se solo potessi avere un cervello. Oohh!!! Senti, io non ti sarò di peso perché non mangio niente, non combino guai perché non posso pensare a niente… E allora, posso venire con te?

Dorothy: Ma certo con piacere

Spavent.: Urrà!!! Allora partiamo subito. (mentre dice questo cade)

Dorothy: Beh, questa non è una bella partenza.

Spavent.: Mi comporterò bene te lo assicuro.

Dorothy: Andiamo.

Spavent.: Andiamo.

Dorothy e Spavent. : JINGLE (rimangono in palco)  Andiamo dal mago, dal grande mago di Oz, è il mago di tutti i maghi mai esistiti! Il mago di Oz è il più.. e sapete perché? Perché… Perché fa cose meravigliose! Andiamo dal mago, dal grande mago di Oz. (Dorothy insieme allo spaventapasseri arriva in un bosco - platea,si mettono sul proscenio e guardano il fitto bosco. La strega malvagia li osserva da dietro un albero e poi se ne va)

Dorothy: Non mi piace questa foresta, è scura e tremenda.

Spavent.: Non ne sono sicuro, ma credo che diventerà ancora più scura anziché più chiara.

Dorothy: Tu credi che incontreremo anche animali feroci?

Spavent: È… beh, è possibile.  Animali che… che mangiano paglia?

Sì, può darsi. Ma soprattutto leoni, tigri, pantere…( Un passo dopo l’altro. Poi stop)

Dorothy: ( Ripartono)Leoni...

Spavent.: Tigri…  e pantere…

Dorothy, Spavent.: Leoni, tigri, pantere… Leoni, tigri, pantere… Leoni, tigri, pantere… Ohimè. (esce il leone che era nascosto tra il pubblico, bloccando la strada ai due  amici, salendo sul palco)

Leone: Fatevi sotto! Fatevi sotto, forza! Chi si batte per primo? Posso battermi con lui, posso picchiarvi stando su una zampa legata dietro, posso picchiarvi stando su un piede solo, posso picchiarvi anche a occhi chiusi! Vuoi colpirmi alle spalle? Provaci…

Spavent: No, ti prego, non farci del male.

Leone: Hai paura… hai paura! Credi  di spaventarmi, sacco di paglia marcio!

Spavent.: Ehi!!! Bada a come parli, leone!

Dorothy: Sì, dagli una bella lezione!

Spavent.: Ma… ma credevo volessi dagliela tu…

Dorothy: No… no... vergognati!( dando una pacca al leone)

Leone: Mi hai picchiato! Non ti ho dato nemmeno un morso!

Dorothy: No, ma stavi per farlo! Già è una cosa brutta prendersela con un uomo di paglia, ma aggredire una povera bambina…

Leone: Ma io non volevo farti niente! Perché mi hai picchiato? Guarda, mi sanguina il naso!

Dorothy: Ma no che non ti sanguina! Quante storie fai! Grande grosso come sei, del resto, se te la prendi con degli esseri più deboli di te vuol dire che… scusami, ma vuol dire che sei un codardo!

Leone: Sono un codardo, non ho neanche un briciolo di coraggio. Ho paura persino di me stesso, guarda che borse che ho sotto gli occhi, sono settimane che non dormo!

Spavent: Perché non provi una volta a contare le pecore?

Leone: Ci ho provato, ma è inutile: ho paura anche di loro!

Spavent.: Oh!! Poverino, mi dispiace. ( Mimo con Dorothy) Non credi che il mago potrebbe aiutare anche il leone?

Dorothy: Non vedo perché no!!  Senti Leone,vieni con noi dal grande mago di Oz. Stiamo andando da lui appunto per chiedergli di dare a lui un cervello.

Vedrai che il mago ti darà un po’ di coraggio.

Leone: Ma non vi vergognate a farvi vedere in giro con un leone codardo? Io... io… mi vergognerei tanto!

Dorothy: Oh!!! No, certo che no!

Leone: È molto gentile da parte vostra! La mia vita è davvero insopportabile!

Dorothy: Vedrai che presto tutto cambierà. Il mago di Oz ti darà il coraggio.

Leone: Fosse vero, ne ho tanto bisogno! Non immaginate quanto sia difficile la mia vita

Dorothy: Forza, raccontaci.

“LEONE”

(leone scende in platea, Dorothy e spaventapasseri seduti in proscenio)

A restare senza il coraggio

non c’è nessun vantaggio

a vivere quaggiù.

Un leone io sarei

se il mio coraggio a tutti

quanti io sapessi dimostrar

ed il re della foresta

con la corona in testa

e lo scettro da mostrar

e negare non posso

che se vedo un topolino

me la faccio quasi addosso.

Potrei senza timor

lottare con ardor

e sconfiggere ogni male

io potrò, ce la farò questo lo so

con la voce mia potente spaventerei la gente

che fugge con timor

questo è il mio tormento

non riesco a far spavento

e il ruggito far uscir.

Dorothy e Spaventapasseri scendono giù a consolare il Leone

Spavent:  Dai … andiamo.

Dorothy, Spavent e Leone: *-JINGLE ( andando sul palco ):

I tre vedono l’uomo di >Latta:

Dorothy: Ma questo è un uomo, guarda un uomo di latta.

Spavent.: Cosa?

Dorothy: Sì.

Spavent.: Ooh!!

U. latta: Olio… olio!

Leone: Hai detto qualcosa?

U. latta: Olio!

Dorothy: Hai sentito? Ha detto olio.

Spavent.: Come olio? Che olio?

Dorothy: Non so! Olio! Ooh!!! Eccolo qui! Scusa, dove devo oliarlo?

U:Latta: ….boccaa

Leone: Ha detto la bocca… dall’altra parte.

Dorothy: Ecco.

U. latta: Ma… ma… Oh mio Dio, so parlare! Oliatemi i gomiti, vi prego, oliatemi!

Dorothy: Ooh!!! Ti ho fatto male?

U. latta: Oh no! È veramente meraviglioso, è tanto di quel tempo che ho in mano quest’ascia!

Dorothy: Oh santo cielo! Ma come hai fatto a ridurti così?

U. latta: Circa un anno fa ero qui a spaccare la legna quando, all’improvviso, è cominciato a piovere ed è piovuto moltissimo e così mi sono tutto arrugginito. E da allora sono rimasto bloccato.

Dorothy: Bene, ora sei tornato perfetto.

U. latta: Il collo... il collo… perfetto… Battimi sul petto e vedrai se sono perfetto… Forza, prova a bussare

Spavent.: Meraviglioso, che gran bell’eco.

U. latta: Tutto vuoto sono: lo stagnino si è dimenticato di farmi il cuore.

Dorothy, Leone  e Spavent.: Niente cuore?

U. latta: Niente cuore, tutto vuoto.

“UOMO DI LATTA”

(uomo di latta)

Quando un uomo non ha un cuore

non dovrebbe stare solo

tormentato dal pensier.

E il mio animo più umano poi sarà

(se lungo)

se un cuore nel mio petto batterà

Affettuoso e gentile

per l’arte e per l’amore

se avessi un vero cuore

e amico dei bambini io sarò

se un vero cuore dentro al petto metterò.

Se avessi un cuore che

che batte dentro me

che dolcezza, che emozione

che gelosia, che dedizione io proverei

se soltanto avessi un cuore

saprei cos’è l’amore

e mi innamorerei

e le gioie e i dolori proverò

se un vero cuore dentro al petto metterò.

Dorothy: Ooh!! Va tutto bene?

U. latta: Sì, ma sono ancora un po’ arrugginito.

Dorothy: Ti metto ancora un po’ d’olio. Ascolta, noi volevamo proporti di andare tutti insieme alla città di smeraldo a chiedere al mago di Oz di darti un cuore.

U. latta: Beh, siete molto gentili, ma se poi il mago non volesse darmi il cuore?

Dorothy: Oh, no! Te lo darà senz’altro, deve dartelo, abbiamo già fatto tanta strada deve aiutarci.

Spavent: Certo Dorothy, andiamo

Dorothy, Uomo di Latta, Leone e Spavent: JINGLE

   

 FUMO           

Strega: Sei già stanca Dorothy? Hai ancora molta strada davanti a te. E voi….. ridicoli fantocci, non avrete per caso intenzione di aiutarla? Dovrete vedervela con me!

Con il tuo corpo imbottirò un materasso e tu verrai trasformato in una padella…e te   ( rivolto al leone)…

Leone: E io… ( Viene zittito dagli altri) aspetterò qui buono buono…..

Spavent.: (  A Dorothy) Io ti porterò sana e salva dal mago,  che mi procuri un cervello o no! Imbottire con me un materasso...

Strega🙁 allo spaventapasseri): Fai poco lo spavaldo che ci metto poco a darti fuoco.

U. latta: ( a Dorothy)Ti accompagnerò io dal mago, che mi dia un cuore o non me lo dia! Trasformare me in una padella… Che soltanto ci provi a trasformarmi in una padella!

Strega:Io vi avevo messo in guardia e voi non avete voluto ascoltarmi. Tanto peggio per voi, è giunta la vostra ora! Quando avrò quelle scarpette rosse diventerò più potente di chiunque altro.

(Lo spaventapasseri scappa tra il pubblico e chiede ai bambini come poter spegnere il fuoco)

Nel frattempo la strega attacca Dorothy perché vuole prendere le scarpette : c’è una colluttazione, Dorothy sviene.

U. latta: Nooo.

( Manda via la strega prima che possa prendere le scarpette. Caccia via la strega e va a piangere sul corpo di Dorothy)

Lo spaventapasseri urla al Leone , che nel frattempo era rannicchiato in un angolo impaurito:

Spavent: Usa l’acqua, usa l’acqua!!!!

Leone: ( Si alza e ripete) … Sono coraggioso, sono coraggioso…                                  ( prende il secchio d’acqua e lo getta alla strega = coriandoli = la strega muore)

Nel frattempo Dorothy riprende i sensi:

Dorothy: Dove sono? Dov’è la strega cattiva’!.-…Siete gli amici migliori che si possono desiderare

Spavent: Certo, certo Dorothy…. Ma andiamo!

Dorothy: Se il mago è davvero un mago…

Spavent.: Avrò di sicuro un cervello.

U. latta: Un cuore.

Dorothy: Una casa.

Leone: Il coraggio.

Dorothy: Uhm! Ora possiamo andare.

Fata:  Facciamo festa e cantiamo con gioia. La strega cattiva è morta.

 Vanno tutti giù a cantare la canzone.

Nel frattempo cambio scena- baldacchino del mago- la porta

 ( da giù: Dorothy e gli altri sono arrivati alla città di smeraldo)

Dorothy: Guardate! La città di smeraldo è più vicina e più bella che mai, è meravigliosa non è vero? Dev’essere un mago davvero fantastico per vivere in una città tanto bella.

Tutti: Avanti, andiamo! JINGLE (Dorothy e gli altri stanno camminando allegri e cantando sul sentiero dorato a pochi metri dalla città di smeraldo)

Dorothy bussa al portone.

Dorothy:  Mi scusi signore, noi vorremmo subito vedere il mago di Oz tutti e quattro.

Voce fuori campo: No! Non è possibile, il mago non ha mai voluto vedere nessuno e per nessun motivo.

Dorothy: (supplicandolo) Oh, ma la prego… è molto, molto importante.

Leone: Mi sono anche fatto la permanente per l’occasione!

Voce fuori campo: (urlando) Nessuno e per nessun motivo, ho detto!

Spavent.: Ma lei è Dorothy!

Voce fuori campo: Dorothy ?.... Aspettate lì, vado ad annunciarvi al mago.

Spavent.: Avete sentito amici, va ad annunciarci al mago, mi sento già il cervello in testa.

Si spostano verso il pubblico

U. latta: Ed io sento già il cuore che mi batte.

Leone: Ancora un’oretta e io sarò il re della foresta.

Dorothy: E io sarò a casa all’ora di pranzo.

Leone: (impaurito) Ho pensato che forse non ci tengo poi tanto a vedere il mago. (voce tremolante) Io credo che vi aspetterò fuori.

Spavent.: Che ti prende ora?

U. latta: Hai di nuovo una gran fifa!

Dorothy: Pensa che il mago ti darà il coraggio!

Leone: Lo so, lo so, ma ho troppa paura di chiederglielo.

Dorothy: Glielo chiederemo noi per te.

Leone: Sì, sì, intanto io vi aspetto fuori.

Dorothy: Perché, perché?

Leone: Perché ho troppa paura! (gira su se stesso e urla)

Spavent.: Cosa c’è ancora?

Leone: Qualcuno mi ha tirato la coda…

Spavent.: Te la sei tirata da solo, via! (gli toglie le mani dalla coda) Andiamo! (in modo imperativo)

Leone: Avvisatemi quando siamo arrivati.

ARRIVANO DAL MAGO DI OZ

Mago: Venite avanti!

Leone: Guardate va’… (voce tremolate) Voglio andare a casa.

Mago: Io sono Oz, il grande e potente mago. Chi siete voi? Chi siete voi? (imperativo)

Dorothy: (voce tremolante) Io, se mi permettete, sono Dorothy. Sono solo una bambina, noi siamo venuti a chiederle se…

Mago: Silenzio!

Dorothy: (quasi prendendolo in giro) Che spavento!

Mago: Il grande mago di Oz sa perché siete qui! Fate un passo avanti. Boscaiolo di latta, come osi venire da me a chiedermi un cuore, tu ridicolo ammasso di secchi, secchielletti e scodelle smontate!

U. latta: (tremando) Sì. Signore, sì… sì vostro onore, io tempo fa ho incontrato Dorothy sul sentiero dorato…

Mago: Silenzio! E tu spaventapasseri come osi venire qui per chiedermi un cervello, tu stupido pupazzo imbottito di paglia puzzolente.

Spavent.: Sì, vostro onore… no vostra eccellenza… no, anzi, vostra magia…               (inchinandosi).

Mago: Allontanati! E tu leone, perché non parli? (il leone sviene)

Dorothy: (con voce arrabbiata) Lei dovrebbe vergognarsi, caro signor mago, a spaventare così un povero leone che è venuto a chiederle aiuto.

Mago: Come ti permetti, piccola impertinente!

Non abbiate fretta. Ho bisogno di un po’ di tempo per pensarci.                                   Andate via tornate domani.

Dorothy: Come domani! Io voglio tornare a casa mia adesso!

U. latta: Ha avuto abbastanza tempo per pensarci.

Tutti: Sì già.

Mago: Non destate la collera del grande e potente Oz, ho detto: tornate domani!

Dorothy: Se lei fosse davvero grande e potente esaudirebbe i nostri desideri..

Mago: Osate dunque criticare il grande e potente oz? Oh! Ingrate creature, potete già considerarvi fortunati se vi concedo udienza per domani e non fra dieci o venti anni. Il grande e potente Oz ha parlato.

Nel frattempo il leone gioca con la tenda del mago , lo spaventpasseri si avvicina e… in qualche modo o, inciampa …. Tira su la tenda : il mago si scopre ,resta sullo scagno in mutande)

Dorothy: E lei chi è?

Mago: Chi… sono io? Io sono il grande e potente mago di Oz.

Dorothy: Sul serio?

Mago: Certo.

Dorothy: Non posso crederci.

Mago: Invece è la verità. Qui non esiste nessun altro mago oltre me.

Spavent.: Brutto imbroglione.

U. latta: Brutto…

Mago: Sì! Imbroglione è la parola giusta. Sono un imbroglione!

Dorothy: Lei è un uomo molto cattivo.

Mago: Oh no! Bambina mia, io sono un brav’uomo, solo che sono… sono un pessimo mago.

Spavent.: La fata aveva detto che avresti potuto dare il cuore al boscaiolo di latta e di dare il coraggio al leone codardo.

Mago: Lo so.

U. latta: Ed il cervello allo spaventapasseri.

Mago: In fondo, tutti possono avere un cervello, è una merce assolutamente comune, tutti c’è l’hanno, ogni più piccola creatura che striscia sulla terra o che nuota nelle acque minacciose ha un cervello. Nel paese dal quale provengo ci sono delle università, sono luoghi molto seri dove gli uomini imparano a pensare e imparano a diventare dei grandi pensatori, ma essi non hanno più cervello di quanto ne abbia tu. Ma hanno una sola cosa che tu non hai… un diploma… e dunque in virtù dell’autorità che mi è stata concessa dal consiglium universitarium, è con vivo e immenso piacere che qui ti conferisco la laurea in d.p.

Spavent.: In che?

Mago: Sì, dottore in pensierologia.

Spavent.: La somma dei quadrati costruiti sui cateti di un triangolo rettangolo è uguale al quadrato costruito sull’ipotenusa. Accidenti, è incredibile, ho il cervello! Come potrò mai ringraziarla?!

Mago: Oh, non è il caso. E ora, per quanto riguarda te, mio buon amico, sei vittima di una credenza sbagliata. Sei erroneamente convinto di essere un codardo solo perché cerchi di evitare il pericolo, ma tu confondi il coraggio con la saggezza. Ma hanno una sola cosa che tu non hai… una medaglia! E dunque, per meritoria condotta, straordinario valore ed eccezionale audacia nell’affrontare le streghe cattive, io ti decoro con la tripla croce, ora tu sei membro della legione del coraggio!

Leone: Caspiterina, sono senza parole!

Mago: Ed ora veniamo a te, mio luccicante amico. Tu desideri un cuore, non immagini quanto tu sia fortunato a non averlo; il cuore non sarà mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili.

U. latta: Sì, ma io lo vorrei lo stesso.

Mago: Nel paese dal quale provengo ci sono uomini che passano la vita facendo opere buone, sono chiamati benefattori. I loro cuori non sono più grande del tuo, ma hanno una cosa che tu non hai: un riconoscimento. E dunque in considerazione della tua grande bontà è con gioia che ti offro questo piccolo pegno come simbolo della nostra stima e del nostro affetto. E ricordati, mio sentimentale amico, un cuore non si giudica solo da quanto ami, ma da quanto tu riesci a farti amare dagli altri!

U. latta: Batte davvero! Sentite!

Dorothy: Sì!

U. latta: Venite a sentire come batte!

Spavent.: Sì, sì è vero!

Leone: Leggi cosa c’è scritto sulla mia medaglia: coraggio. Non è un sogno, è proprio vero!

Dorothy: Amici, sono così contenta per voi!

Spavent.: Ehi! Ti sei dimenticato Dorothy!

U. latta: Sì, sì ora devi aiutare Dorothy!

Leone: Giusto ora tocca a Dorothy!

Mago: Oh! Sì, Dorothy!

Dorothy: Non credo che in questo sacco ci sia qualcosa per me.

Arriva la fata

Fata: Tu non hai bisogno dell’aiuto di nessuno, hai sempre avuto il potere di tornare nel Kansas.

Dorothy: Davvero?

Spavent.: E perché non gliel’hai detto subito?

Fata: Perché lei non mi avrebbe mai creduta, doveva scoprirlo da sola.

U. latta: Cosa hai capito Dorothy?

Dorothy: Io, io credo che non devo tornare solo per rivedere zio Harry e zia Emma. Ora so che se deciderò ancora di andare in cerca della felicità non dovrò cercarla oltre i confini del mio giardino, perché se non la trova là, non la troverò mai da nessun’altra parte. È così vero?

Fata: Sì, è così.

Spavent.: Era così semplice, avrei dovuto pensarlo io per te.

U. latta: E io sentirlo nel mio cuore.

Fata: No, Dorothy doveva scoprirlo da sola ed ora le scarpette magiche ti porteranno a casa in un attimo. In questo istante, se vuoi.

Dorothy: Davvero! Oh, troppo bello per essere vero! Sarà molto triste e difficile dirvi addio. Vi voglio tanto bene amici, addio, boscaiolo di latta. Oh, non piangere o finirai con l’arrugginirti di nuovo, ecco tieni il tuo oliatore. Addio!

U. latta: Ora sono sicuro di avere un cuore, perché mi si sta spezzando.

Dorothy: Addio leone. Sai, lo so che non dovrei dirtelo, ma mi mancherà il tuo modo di strillare per chiedere aiuto prima che trovassi il coraggio.

Leone: Non l’avrei mai trovato se non fosse stato per te.

Dorothy: (rivolta allo spaventapasseri) Tu mi mancherai più di tutti.

Fata: Sei pronta?

Dorothy: Sì, ora sono pronta.

Fata: Allora chiudi gli occhi e batti i tacchi delle scarpette per tre volte , percorri il percorso che si presenta davanti  e ripeti….

 “Nessun posto è bello come casa mia,

nessun posto è bello come casa mia,

nessun posto è bello come casa mia.”

Dorothy: (Dopo che Dorothy batte le scarpette, , si accende il percorso e Dorothy si incammina ripetendo la formula magica.

Nel frattempo si chiude il sipario . I tre salutano felici Dorothy – Andandosene intonano il Jingle

SIPARIO