Il richiamo di Cthulhu

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          IL RICHIAMO DI CTHULHU di H.P. Lovecraft

(adattamento teatrale di Michele Gambetti)

Luci:

1)una luce sul proscenio utilizzata per illuminare la scrivania del narratore;

2)luci notturne utilizzate per le scene 1, 4 e 6

3)luci diurne utilizzate per le scene 2, 3 e 5

n.b. trattandosi di un’opera fantastica ambientata negli anni 20, occorre utilizzare luci fredde, costumi e arredi con colori neutri per creare un effetto”bianco e nero”

PROIEZIONI: (NOTE IMPORTANTI PER IL TECNICO)

Per creare effetti scenografici viene utilizzato un proiettore che proietta immagini sullo sfondo della scena. Il proiettore rimane sempre acceso e in alcuni momenti proietta una foto completamente nera per avere l’effetto proiettore spento.

Occorre collegare il PC al proiettore e all’impianto audio (servono i collegamenti).

Utilizzato il programma PC movie maker (immagini + musica).

Il tecnico deve avanzare la sequenza delle proiezioni seguendo le note del copione e cambiare le luci ove necessario.

Sequenza proiezioni:

 

1.La palude + musica 1

2.Cornice film muto con titolo “Il richiamo di Cthulhu” + sequenza immagini di Cthulhu + musica 2 + Logo della società archeologica americana

3.Cornice film muto con titolo “L’orrore d’argilla” + sequenza immagini (1 foto di Angell alla scrivania, 2 foto di cimitero col narratore, 3 foto del bassorilievo, 4 foto di articoli di giornale, 5 pagine del diario) + musica 3 + foto Atelier di Wilcox

4.Cornice film muto con titolo “Il racconto dell’ispettore Legrasse” + sequenza immagini (1 foto di Wilcox tra le mura di R’lyeh + 2 foto bassorilievo) + musica 4 + foto di New Orleans

5.Cornice film muto con titolo “La follia che viene dal mare” + musica 5 + foto articolo del Sydney bullettin + mappa del mondo con traccia S. Francisco Auckland + registrato + foto porto di Auckland

6.Mappa con traccia da Auckland a Sydney + registrato + foto museo di Hyde Park

7.Mappa da Sydney a Londra e da Londra a Oslo + registrato + foto casa Johansen

8.R’lyeh + musica 6

9.Sequenza immagini (1 Cthulhu sorge, 2 Cthulhu insegue la nave, 3 foto Briden impazzito, 4 la nave sperona Cthulhu 5 esplosione, 6 immagine di Cthulhu che si ricompone) + musica 7

10.Cornice film muto con scritta “Fine?” + musica 8 + titoli di coda

SCENOGRAFIE

ØScena 1: monolito (su cui poggia la statuetta), 2 crocifissi ad altezza uomo

ØScena 2: leggio (con appunti)

ØScena 3: studio del narratore:scrittoio (con appunti e calamaio) con sedia, scatola legno (con bassorilievo e appunti), attaccapanni con cappello, giacca e cappotto, valigetta. Studio dell’artista: cavalletto con quadro di Cthulhu

ØScena 4: studio del narratore (vedi scena 3) + scena vuota (solo proiezione)

ØScena 5: studio del narratore (vedi scena 3) + scena vuota (solo proiezione)

ØScena 6: 5 pannelli in cartone alti circa 180 cm larghi 80 dipinti, raffiguranti le mura mobili di R’lyeh (animate da attori) studio del narratore (vedi scena 3)

LE SCENE:

Scena 1: La palude

Proscenio:

Luce spenta

 

Scena 2: il meeting della Società Archeologica Americana

Leggio

 

Proscenio:

Luce spenta

 

Atto 2 scena 1 il deserto e il serpente

Scena 3: lo studio del narratore / lo studio di wilcox

quadro

 

Scrivania

narratore

 

Proscenio:

Luce accesa fino a quando il narratore non si sposta sulla scena verso lo studio dell’artista

 

Atto 2 scena 1 il deserto e il serpente

Scena 4: lo studio del narratore / New Orleans

Scrivania

narratore

 

Proscenio:

Luce accesa fino a quando il narratore non si sposta sulla scena

 

Atto 2 scena 1 il deserto e il serpente

Scena 5: lo studio del narratore / il Porto/il museo/casa johansen

Scrivania

narratore

 

Proscenio:

Luce accesa fino a quando il narratore non si sposta sulla scena

 

Atto 2 scena 1 il deserto e il serpente

Scena 6: R’lyeh

Proscenio: si illumina a fine musica 7 e si spegne a fine scena = fine spettacolo

 

Atto 2 scena 1 il deserto e il serpente

Il copione (le note tecniche sono in maiuscolo corsivo grassettato):

Scena 1 La palude

Vai con proiezione 1.

Luce notturna.

A centro scena un monolito alto circa 2 mt. sulla cui cima è posta la statuetta raffigurante Cthulhu. Al monolito è legata una giovane priva di sensi. Attorno al monolito tre cultisti incapucciati stanno celebrando il rito di sacrificio. Dietro il monolito due crocifissi a cui sono legate due figure. Uno dei cultisti sta per pugnalare al cuore la ragazza.

Castro (durante la  musica)– YA YACTHULHU  FTHAGN! (salmodiato più volte)

D’improvviso da sx  due uomini irrompono sul palco! Sono l’ispettore Legrasse e l’agente Galvez, uno dei suoi uomini.

Legrasse – Fermi, polizia! Posate le armi e non fate resistenza!

Il cultista armato avanza verso l’ispettore minaccioso, ma Legrasse lo abbatte con un pugno. Il cultista cade dietro il monolito. Intanto Galvez stende un altro cultista che cade dietro le quinte sx e si getta all’inseguimento dell’altro fuggito fuori dal  palco verso dx. L’ispettore libera la giovane in evidente stato confusionale.

Legrasse – Come state? Siete ferita? Cosa vi hanno fatto?

Ragazza – (allucinata) I suoi occhi…i suoi occhi scintillano nel buio…(indica nel vuoto verso il fondale). Enorme…Come una montagna…Una grande montagna bianca!

Legrasse – Occhi?Montagna? Ma che diavolo… 

Ragazza – Sta arrivando! Sento il battito delle sue ali. Sta arrivando! (si divincola da Legrasse che l’afferra e schiaffeggia con vigore. La giovane è chiaramente impazzita e si blocca catatonica.)

Galvez –  (rientrando da dx)Ispettore Legrasse! È finita! Abbiamo catturato 47 uomini, 5 sono morti e 2 feriti gravi. Tra i nostri nessun caduto, solo qualche ferito.

Legrasse – Eccellente Galvez! Portiamo questi fanatici al quartier generale. Grazie a Dio abbiamo fermato questa follia.

Galvez – Ma chi sono questi folli ispettore? E che diavolo stavano facendo in questo angolo sperduto della palude?

Legrasse – Questa gente deve venire da luoghi lontani, forse dalle Indie Occidentali o dalla Costa Brava. Cosa stavano facendo? Direi un qualche tipo di rito voodoo, qualcosa di folle e spaventoso che ha spinto la gente della palude a chiamarci. (l’ispettore guarda i corpi crocifissi sullo sfondo della scena, poi la ragazza sotto shock) Non so che razza di rito facessero, ma a parte questa poveretta, per gli altri abitanti scomparsi non c’è più nulla da fare. Sono stati barbaramente trucidati. Ma sta tranquillo che quegli animali la pagheranno cara…

Il cultista abbattuto da Legrasse si era finto morto! All’improvviso si alza e a sorpresa da dietro il monolito e  attacca alle spalle l’ispettore, ma Galvez lo vede!

Galvez – (scagliandosi contro il folle e bloccandolo) Attento ispettore! Sta fermo maledetto. Fermo!

Legrasse – Bene bene. Vediamo se riusciamo a capire cosa diavolo è successo qui. Galvez ammanettalo poi porta la ragazza dagli altri. Voglio scambiare due parole con questo fanatico prima di portarlo via con i suoi amici.

Galvez – Ma ispettore è sicuro di voler rimanere solo con lui? È pericoloso!

Legrasse – Non preoccuparti, posso cavarmela. Se solo prova a fare una mossa falsa…(afferra il cultista per il bavero. Galvez e la ragazza escono a sx) Allora, qual è il tuo nome? (il cultista tace e guarda sogghignando l’ispettore, che irritato lo schiaffeggia). Rispondi feccia! Qual è il tuo nome?

Castro – (il cultista guarda con odio il poliziotto)Castro!Mi chiamo Castro.

Legrasse – Ascolta Castro, sono l’ispettore Legrasse della polizia di New Orleans. Tu e i tuoi complici siete in arresto per il rapimento e il brutale omicidio di dieci coloni. Ora parla e dimmi per quale motivo avete compiuto una simile follia!

Castro – Noi non abbiamo ucciso nessuno. Sono stati loro…(guarda il cielo verso il fondo scena)

Legrasse – Loro chi?! Di chi diavolo parli?!

Castro –  Loro… Sono giunti dal bosco sulle loro ali nere e hanno preso gli uomini…(il cultista sorride) Un dono per i Grandi Antichi!

Legrasse – I Grandi Antichi? E chi diavolo sarebbero questi Grandi Antichi?!

Castro –  (il cultista indica la statuetta sul monolito)  CTHULHU R’LYEH wgah’nagl FTHAGN!

Legrasse – È la stessa cantilena di prima vero?! Quella che stavi pronunciando durante quel…quel rito voodoo! (Castro annuisce) Che significa?

Castro –  (il cultista guarda nel vuoto con aria sognante)  Nella sua dimora di R’lyeh il morto Cthulhu aspetta sognando…

Legrasse – Cthulhu? (il poliziotto prende tra le mani la statuetta con aria incuriosita)

Castro –  (il cultista indica la statuetta e sorride)  Ere ed ere prima della nascita dell’uomo, i Grandi Antichi scesero sulla Terra dal cielo. Per eoni governarono il pianeta da grandi città. Resti di esse esistono ancora nascoste nel nostro mondo in luoghi misteriosi! I Grandi Antichi non erano fatti di carne e sangue. No. (esaltato) Essi avevano forma, si (guarda la statuetta), ma non era fatta di materia. (guarda il cielo) Quando le stelle erano nella giusta configurazione essi potevano balzare da un pianeta all’altro nell’universo! Ma quando le stelle erano nelle posizioni errate, essi non potevano vivere!

Legrasse – E questo…Cthulhu sarebbe uno dei Grandi Antichi, giusto?

Castro –  (sorride)  Cthulhu è il Grande Sacerdote che risorgerà da R’lyeh, la sua oscura dimora sepolta dalle acque, e porterà nuovamente la Terra sotto il dominio dei Grandi Antichi. Il momento è quasi giunto. Le stelle sono propizie!  (guarda il cielo)

Legrasse – Vorresti dire che avete massacrato 10 persone, solo per propiziare il ritorno di questa specie di…di demonio?! (il poliziotto guarda la statuetta con disgusto)

Castro –  Il genere umano è sempre più simile ai Grandi Antichi: libero, sfrenato e aldilà del bene e del male. Presto gli Antichi saranno liberi e insegneranno agli uomini nuovi modi di gridare, uccidere e divertirsi. E tutta la Terra brucerà in un olocausto di estasi e libertà! (esaltato)

Legrasse – Mio Dio, sei completamente pazzo!

Castro –  Pazzo? Io sono uno degli eletti. Fin dai tempi più antichi dell’umanità il Grande Cthulhu parla in sogno ai suoi discepoli, in attesa che le stelle siano nuovamente propizie. Allora Cthulhu si risveglierà e noi eletti ne annunceremo il ritorno! Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire!

Galvez – (rientra in scena da sx) Ispettore Legrasse,siamo pronti.

Legrasse – Porta via questo pazzo Galvez! (l’ispettore rimane solo in scena e guarda pensieroso la statuetta tra le sue mani) Mio Dio…

Buio in scena. Stop proiezione 1. Vai con proiezione 2.

Scena 2 Il meeting della Società Archeologica Americana

A fine musica  luce a giorno a illuminare il leggio.

Dietro il leggio il Professor Angell si rivolge al pubblico come a dei colleghi di una conferenza.

Angell – Ringrazio nuovamente tutti i colleghi che hanno partecipato a questo importante incontro della Società Archeologica Americana, in una sede così prestigiosa come l’Università di St. Louis. Concludo la giornata di lavoro congedandomi con un caldo saluto a tutti Voi. Concedetemi solo pochi altri minuti per alcune riflessioni. Siamo agli albori di un nuovo secolo, all’insegna di un crescente progresso tecnologico che ha rivoluzionato la vita di noi tutti. Eppure il nostro mondo e la razza umana costituiscono solo episodi transitori, di fronte alla grandezza del ciclo cosmico. La mente degli uomini è incapace di mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Le scienze, a cui tutti noi affidiamo le nostre speranze, sono di ben poco aiuto, perché ognuna di esse è tesa esclusivamente nella propria direzione. Viviamo su una placida isola di ignoranza, nel mezzo del nero mare dell’infinito. Non credo che il nostro destino sia navigare lontano… Perdonate le divagazioni di questo vecchio gufo. (ride) Ancora grazie a tutti voi. Ci vediamo il prossimo anno.

Da dx entra l’ispettore Legrasse con una valigetta.

Legrasse – Il Professor Angell? (Angell guarda il poliziotto con aria interrogativa) Lei è il professor George Gammel Angell, docente di lingue semitiche all’Università di Providence, Rhode Island?

Angell – Sono io. In cosa posso esserle utile signor…?

Legrasse – Legrasse. Ispettore John Raymond Legrasse della polizia di New Orleans (mostra il distintivo) Potrei scambiare due chiacchiere con lei e i suoi colleghi?

Angell – A che proposito Ispettore? Credo che nessuno di noi possa essere sospettato di qualche crimine, se non quello di tenere conferenze noiosamente mortali (sorride, ma il poliziotto pare non cogliere il sarcasmo. Da sx entra un cameriere con le libagioni)

Legrasse – Professor Angell, mi è stato riferito che i questa sede avrei trovato le autorità più riconosciute nel campo delle iscrizioni antiche. Desideravo una Vostra opinione su questo. (apre la valigetta e porge al professore la statuetta di Cthulhu. Il cameriere alle spalle si blocca!)

Angell – (guarda con curiosità la statuetta) Molto interessante… è sicuramente un oggetto molto antico. Eppure non mostra alcun legame con l’arte conosciuta. È assolutamente singolare il materiale che lo compone…

Legrasse – Esatto. I nostri esperti della scientifica sono rimasti allibiti di fronte a questo orrore. Nessuno è stato in grado di identificare il materiale, né tantomeno datarlo! (il cameriere esce a sx)

Angell – I caratteri incisi lungo la base sono ancora più enigmatici. Non distinguo alcuna somiglianza linguistica conosciuta… Non ho mai visto nulla di simile prima d’ora.

Dalla prima fila del pubblico si alza l’attore che interpreta il professor Webb.

Webb – Io si! (sale sul palco e si avvicina al leggio con passo lento col suo bastone). Sono il Professor William Channing Webb, docente di antropologia all’Università di Princeton.

Legrasse – Il professor Webb, il noto esploratore?

Angell – Proprio lui! Dimmi William, dove hai già visto un oggetto così singolare e inquietante?

Webb – 48 anni fa ero impegnato in un’esplorazione della Groenlandia occidentale, alla ricerca di alcune iscrizioni runiche che non ero riuscito a portare alla luce. In quei luoghi desolati, lontano dalla civiltà, incontrai una singolare tribù di eschimesi degenerati, la cui religione, una strana forma di adorazione del demonio, mi gelò il sangue!

Legrasse – Una setta religiosa?

Webb – Sì! Era una fede di cui gli altri eschimesi sapevano ben poco. Molto, molto antica. Oltre i riti innominabili e i sacrifici umani, c’erano alcune strane forme rituali rivolte a una sorta di demone supremo…

Legrasse – Professor Webb, ricorda il nome di quel demone?

Webb – (annuisce) Riuscii a convincere un anziano sciamano a parlarmi dei rituali, facendone un’accurata trascrizione fonetica. Ma ciò che mi colpì di più, fu il feticcio che quel culto venerava e intorno al quale i fedeli danzavano quando l’aurora rimbalzava sui pendii di ghiaccio. Era un rozzissimo bassorilievo di pietra che comprendeva un’orrenda figura e dei caratteri enigmatici, del tutto simili alla cosa che hai tra le mani George!

Angell – è incredibile! Mi dica ispettore, dove ha trovato questo straordinario manufatto?

Legrasse – L’abbiamo confiscato a una setta di fanatici nelle paludi della Louisiana il Novembre dello scorso anno. (Angell rende la statuetta all’ispettore che la ripone  nella valigetta)

Angell – è veramente incredibile!

Legrasse – Il nome Professor Webb! Qual’era il nome di quel demone?

Webb – Ricordo ancora la litania degli stregoni rivolta al loro venerato idolo: “CTHULHU R’LYEH wgah’nagl FTHAGN”. Cthulhu! Cthulhu era il nome di quell’oscena divinità! Purtroppo non sono mai riuscito a comprendere il significato di quella litania…

Legrasse – “Nella sua dimora di R’lyeh il morto Cthulhu aspetta sognando”…Questo dovrebbe essere il significato di quell’odiosa nenia, almeno secondo quello che siamo riusciti ad estorcere ai prigionieri a New Orleans. Una delle poche cose sensate in mezzo a un mare di farneticazioni. È da quella notte di Novembre che non riesco più a dormire decentemente! Sono ossessionato da questa faccenda. Devo sapere di più su questo culto di Cthulhu. Ho condotto parecchie ricerche su diversi casi simili a quello in Louisiana, ma fino ad oggi nessuna mi era stata di qualche utilità. Poi ecco il racconto del Professor Webb. Che ne direste di partecipare alle indagini?

Webb – Spiacente ispettore Legrasse, tutto quello che sapevo ve l’ho raccontato. Non posso esserle utile in alcun modo.

Angell – Ma William, forse possiamo aiutare l’ispettore Legrasse. Con le nostre conoscenze potremmo indagare su questo misterioso culto. Potrebbe trattarsi di una delle più importanti scoperte antropologiche del secolo…

Webb – No George, mi dispiace. Non posso aiutarvi.

Legrasse – Capisco. (estrae un biglietto da visita e lo consegna ad Angell) Qualora qualcuno di voi cambiasse idea, non esiti a contattarmi. Signori! (esce a dx)

Angell –  Perché William? Perché non hai voluto aiutare l’ispettore?

Webb – Non ho raccontato tutto a Legrasse George! Non ti sei chiesto come mi sono fatto questo? (si tocca la gamba storpiata) Riuscii a fuggire da quelle terre gelide, lontano da quei fanatici assassini, ma a caro prezzo. Dell’intera spedizione solo io riuscii a salvarmi. Sono anni che sogno quei terribili giorni…e quella nenia risuona nella mia mente come un infausto ammonimento…non posso…non voglio più parlarne! Voglio solo dimenticare. Ti consiglio di fare lo stesso. (esce a sx)

Angell –  (esce a dx bisbigliando) Cthulhu….

Buio in scena. Stop proiezione 2.  vai con Proiezione 3.

Scena 3 L’orrore d’argilla

LUCE SOLO IN PROSCENIO A ILLUMINARE LA SCRIVANIA DEL NARRATORE.

In proscenio a sx un appendiabiti (con una giacca, un trench, un cappotto e un cappello), una scrivania con delle carte e una cassetta di legno ( entro cui sono conservati il diario con gli appunti del Professor Angell sul culto di Cthulhu, svariati ritagli di giornali su eventi misteriosi e un bassorilievo d’argilla raffigurante il Grande Antico).

Narratore – (registrato) L’incontro con l’ispettore Legrasse turbò profondamente il Professor Angell. Per 17 anni il mio prozio condusse accurate indagini sul misterioso culto di Cthulhu, raccogliendo indizi provenienti da tutto il mondo. Le ricerche continuarono fino alla sua misteriosa morte nell’inverno del 1926. I testimoni riferirono che il professore era caduto all’improvviso, dopo essere stato urtato da un marinaio di colore sbucato da un vicolo buio. I medici non furono in grado di trovare alcun disturbo evidente, ma conclusero che l’età avanzata fosse l’unica causa della sua fine. All’epoca non vidi motivo di dissentire da quella diagnosi, ma ultimamente sono propenso a dubitarne e non poco. (Da sx entra il narratore che si avvicina alla scrivania) In qualità di unico erede ed esecutore del mio prozio, esaminai accuratamente tutte le sue carte. (prende la cassetta di legno) Tra il materiale c’era un cofanetto che mi lasciò estremamente perplesso. Era chiuso e non ne trovai la chiave, finchè non mi venne in mente di esaminare il portachiavi personale che il professore portava sempre in tasca. (estrae di tasca una chiave, siede alla scrivania ed apre il bauletto) Ma quando riuscii ad aprirla mi trovai di fronte ad un ostacolo ancora più grande. Quale poteva essere il significato di quel contenuto? (estrae il bassorilievo e lo esamina)  Uno strano bassorilievo d’argilla, raffigurante una creatura mostruosa, un mucchio di ritagli di giornale (estrae dal bauletto il diario di Angell, lo apre ed esamina prima i ritagli di giornale, poi gli appunti) e svariati appunti sul culto di Cthulhu. (ripone il materiale nella cassetta e la richiude, mentre pone il bassorilievo in una valigetta) Che mio zio, negli ultimi anni della sua vita, fosse diventato credulone a tal punto da dar fede alle imposture più superficiali? (si alza e prende la valigetta e indossa la giacca) Decisi di indagare, cominciando col far visita all’eccentrico scultore, responsabile dell’evidente disturbo della pace mentale di mio zio!

Buio in  proscenio. Luce a giorno in scena.

In un cavalletto da pittore con un quadro raffigurante Ctulhu. Wilcox dà le spalle al pubblico e sta lavorando al quadro.

Narratore –  Il signor Wilcox?

Wilcox – (senza girarsi, ma tutto intento a dipingere, risponde con tono flemmatico) Sono io. Chi è lei? Che cosa desidera?

Narratore –  Lei non mi conosce, ma conosceva mio zio, il professor Angell dell’università di Providence.

Wilcox – (sempre con le spalle al narratore e al pubblico) Il professor Angell? Si, l’ho conosciuto più di un anno fa, ma è da parecchio che non ho sue notizie. Come sta?

Narratore –  è morto.

Wilcox – ( si gira verso il narratore e il  pubblico) Mi dispiace.

Narratore –  Signor Wilcox, posso scambiare due parole con lei a proposito dei suoi rapporti col professore?

Wilcox – Certamente. Suo zio era un uomo molto in gamba. Lo incontrai la prima volta il primo Marzo 1925. Ricordo bene la data, perché la notte prima ci fu una forte scossa di terremoto. Alcuni miei parenti conoscevano bene il professore e lo consideravano uno dei maggiori studiosi di lingue antiche. Allora avevo da poco iniziato a studiare scultura, una delle arti che sento più affini! Vede, spesso gli altri mi liquidano come un tipo bizzarro, ma io preferisco definirmi un ipersensitivo psichico. Fin dall’infanzia ho mostrato un profondo interesse per il sovrannaturale, in particolare per il mondo dei sogni.

Narratore –  Sogni?

Wilcox – Si, sogni! Lei sogna?

Narratore –  Beh, si. Come tutti no?

Wilcox – Oh si certamente. Tutti sogniamo, ma non tutti i sogni sono uguali e non tutti sogniamo in ugual modo! (sognante al pubblico) I sogni sono più antichi della meditativa Tiro, della contemplativa sfinge, o di Babilonia cinta di giardini!

Narratore –  Secondo gli appunti di mio zio, lei si presentò al professore con un bassorilievo assai bizzarro. (apre la valigetta ed estrae il manufatto)

Wilcox – Si, ricordo. Sul momento il professore mostrò una certa rudezza nel rispondermi, visto che l’evidente freschezza del bassorilievo non aveva nulla a che fare con l’archeologia! Ma quando dissi che l’avevo foggiato la notte precedente, al risveglio da un sogno di strane città, il suo atteggiamento cambiò radicalmente.

Narratore –  Lei ha scolpito questa mostruosità ispirandosi a un sogno?

Wilcox – Esattamente. La notte del terremoto sognai città ciclopiche di blocchi titanici e monoliti svettanti fino al cielo, tutti stillanti melme verdi e sinistri di un orrore oscuro!!! Geroglifici sconosciuti coprivano mura e colonne. Poi d’un tratto da un punto indefinito udii qualcosa. Una voce che non era voce. Una sensazione caotica che solo la fantasia può tramutare in suono. Un guazzabuglio impronunciabile di lettere: “CTHULHU FTAGN!” 

Narratore –  (impressionato) Ha detto Cthulhu?

Wilcox – Si. Non ho la più pallida idea di cosa significhi, ma ricordo che il professore ne fu molto colpito. Mi chiese se poteva conservare il bassorilievo e mi supplicò di riferirgli i futuri sogni che avrei fatto.

Narratore –  Devo dire che questa scultura è davvero singolare. Quindi questi disegni così bizzarri sarebbero una forma di lingua sconosciuta che ha visto in sogno? (l’artista annuisce) Ma che cosa rappresenta la figura tra le scritte? Si direbbe un mostro dalla forma stravagante: una visione simultanea di un polipo, un drago e una figura umana! E le sue proporzioni lo rendono ancora più spaventoso. Dall’architettura sullo sfondo parrebbe di dimensioni ciclopiche!

Wilcox – Non so che dire. So solo che nei giorni successivi i miei sogni continuarono in modo assai simile! Il professor Angell mi fece molte domande. Alcune fuori luogo. (sorride) Non vorrei sembrare offensivo nei confronti del suo defunto parente, ma più volte mi chiese se appartenessi a qualche strano culto o società segreta. (ride) D’accordo, sono un tipo eccentrico, ma non un fanatico. Non ho mai capito a quale conclusioni volesse giungere il professore con i suoi studi. I sogni continuarono fino al 23 Marzo, quando fui colpito da una terribile febbre che mi tenne a letto per svariati giorni, fino al pomeriggio del 2 Aprile quando uscii finalmente dalla malattia. Non ho alcun ricordo di quei giorni, ma mi hanno riferito che suo zio mi è stato spesso a fianco. Un uomo davvero straordinario.

Narratore –  Si, una perdita per tutti. La ringrazio molto per il tempo che mi ha dedicato signor Wilcox. Mi chiedevo se potevo conservare il bassorilievo…

Wilcox – Certamente! Visto che piaceva tanto a suo zio, lo consideri suo!

Narratore –  Grazie signor Wilcox. (ripone il bassorilievo nella valigetta) Le auguro tutto il successo che il suo talento merita!

Scena 4 Il racconto dell’ispettore Legrasse

Buio in scena. Stop proiezione 3.  vai con Proiezione 4.

LUCE SOLO IN PROSCENIO A ILLUMINARE LA SCRIVANIA DEL NARRATORE.

Narratore – (registrato)  Il giovane Wilcox aveva completamente rimosso il ricordo degli incubi avuti durante la malattia, ma gli appunti di mio zio erano molto chiari in proposito. Il delirio comprendeva non solo una ripetizione di ciò che aveva sognato in precedenza, ma riguardava l’idea folle di una cosa gigantesca “alta miglia e miglia” che avanzava a passi pesanti. Una mostruosità che lo scultore aveva tentato di raffigurare nella sua scultura onirica. (guarda il bassorilievo) L’oggetto del culto continuava ad affascinarmi. Cominciai a fantasticare di diventare famoso grazie alle mie ricerche sulle sue origini e connessioni. (si alza e va verso il pubblico) Ero certo di essere sulle tracce di una religione vera, segretissima e molto antica, la cui scoperta mi avrebbe reso un antropologo di fama mondiale! (prende il cappello e muove verso il centro scena) Decisi di andare a New Orleans per incontrare l’ispettore Legrasse e carpire nuovi indizi.

Buio in proscenio. Luce notturna in scena.

Da dx entra l’ispettore Legrasse con trench, cappello e una borsa. Da sx il narratore cammina incontro al poliziotto e gli stringe la mano.

Legrasse – Ricordo il professor Angell. Ricordo che rimase molto colpito dal racconto sulla nostra spedizione nella palude 18 anni or sono. Per un certo periodo rimanemmo in contatto, poi suo zio smise di scrivermi. Pensai che avesse perso interesse nella cosa e anch’io cominciai a non occuparmi più del caso. Ma non ho mai dimenticato quella terribile notte del Novembre del 1907. Ho visto cose tremende durante la mia lunga carriera, ma niente, niente è paragonabile ai fatti di quella notte!

Narratore –  So che interrogò diversi membri della setta. Che cosa ricorda del loro resoconto?

Legrasse – Era un mucchio di fanatici completamente pazzi! Solo due di loro furono trovati abbastanza sani di mente da essere impiccati! Gli altri furono affidati ai vari ospedali psichiatrici. Quello che riuscimmo a estorcere, proveniva da un vecchio meticcio chiamato Castro che affermava di aver navigato fino a porti lontani e di aver parlato con i capi immortali del culto tra le montagne della Cina.

Narratore –  La Cina… Allora è vero! Si tratta di una religione molto antica e conosciuta in tutto il mondo! Potremmo trovarci di fronte a una scoperta in grado di rivoluzionare la storia della nostra civiltà!

Legrasse – (si stringe nelle spalle) Per quel che mi riguarda, non sono che un mare di farneticazioni di gente che ha poco o nulla a che fare con la nostra civiltà! (ride) Secondo il vecchio, millenni fa la Terra era dominata da creature mostruose chiamate Grandi Antichi. In seguito a circostanze misteriose questi esseri decisero di ritirarsi in dimore sconosciute nascoste nel nostro mondo. Quando arrivarono i primi uomini, queste oscure divinità parlarono ai più sensibili di loro attraverso i sogni.

Narratore –  Ha detto i sogni?

Legrasse – Esatto i sogni! Solo in quel modo, secondo il vecchio, il loro linguaggio riusciva a raggiungere la mente dei nostri antenati. Assurdo, vero? Fu così che i primi uomini crearono il culto, intorno a piccoli idoli foggiati seguendo le istruzioni che i Grandi Antichi avevano loro mostrato in sogno! (ride ironicamente) Veramente folle!

Narratore –  (Tra sé e sé) Allora, anche Wilcox?... è incredibile! So che durante la spedizione avete recuperato uno di questi idoli. L’ha portato con sé? (Legrasse annuisce) Potrei vederlo?

Legrasse – (apre la valigetta ed estrae l’idolo) Per qualche tempo prestai la statuetta al professor Webb, un collega di suo zio che conosceva il culto. In un primo momento il professore non volle interessarsi alla faccenda, ma poi mi contattò per studiare l’idolo. Mi fu restituita tempo fa, alla sua morte. (porge il manufatto al narratore)

Narratore –  (sussurrato al pubblico) Incredibile. Somiglia innegabilmente alla scultura onirica di Wilcox! (a voce normale) Che oggetto terribile!

Legrasse – Si, è mostruoso. Secondo i cultisti rappresenta il Grande Cthulhu, il custode del sonno degli Antichi sulla Terra. Il culto non sarebbe mai morto fino a che le stelle non fossero tornate nella giusta configurazione. Allora Cthulhu avrebbe annunciato in sogno ai suoi discepoli il suo ritorno. Castro mi disse, nel suo folle e lucido isterismo che il momento era vicino e che presto il Grande Cthulhu si sarebbe risvegliato. I suoi discepoli stavano propiziando la sua venuta sacrificando vittime innocenti!

Narratore –  Mio Dio, è orribile! Fino a che punto può spingersi la mente umana? (rende la statuetta al poliziotto che la rimette nella valigetta)

Legrasse – Già…Per anni ho cercato tracce di quel culto di fanatici, ma invano. Almeno fino allo scorso anno, quando giunse al commissariato un dispaccio di alcuni colleghi di New York, che riferivano di essere stati aggrediti da un gruppo di levantini isterici, nella notte tra il 22 e il 23 Marzo. I poliziotti riferirono che i fanatici sproloquiavano pronunciando frasi incomprensibili. Fonemi disarticolati, in cui i suoni ripetuti più di frequente erano: “Cthulhu” e “R’lyeh”! Di nuovo Cthulhu! Corsi a New York per incontrare i colleghi e scoprire nuovi indizi, ma non servì a niente! Da quel momento non ho saputo più nulla. Fino ad oggi…

Narratore –  Non so quanto possa aiutarla ispettore. Mio zio raccolse parecchio materiale durante questi anni. Tra i suoi appunti ho trovato numerose citazioni da libri e riviste teosofiche quali “Atlantide e la perduta Lemuria” di Scott-Elliot o il “Ramo d’oro” di Frazier. Persino il “Necronomicon” dell’arabo pazzo Abdul Alhazred! Vi erano anche  diversi articoli di giornale relativi in gran parte a casi di follia collettiva avvenuti in tutto il mondo nel Marzo del 1925… Ma non sono stato in grado di trovare alcun nesso sensato con il culto di Cthulhu, solo farneticanti testimonianze su bizzarri sogni riguardanti una mostruosa creatura gigantesca. Decisamente poco per una ricerca coerente e attendibile…

Legrasse – Temo proprio che lei ne sappia meno di me…Suo zio è morto, Webb è morto. Anche Castro è morto, dannazione! Siamo in un vicolo cieco!

Narratore –  Mi dispiace ispettore…

Legrasse – Bah! Le auguro di avere più fortuna di me nelle sue ricerche. Io ho molto altro lavoro da fare e non posso dedicare energie a sufficienza a questo caso. Qualora scoprisse qualcosa, non  esiti a contattarmi.

Narratore –  Certamente. Grazie ispettore.

I due si stringono la mano, poi il narratore si allontana verso la parte sx del proscenio, ripone il cappello nell’appendiabiti e va sedersi alla sua scrivania , mentre Legrasse esce a dx dalla scena. Da una quinta sx appare una figura incappucciata che guarda prima verso il narratore, poi esce a dx, sulle orme dell’ispettore Legrasse.

Buio in scena. Stop proiezione 4.  vai con Proiezione 5.

Scena 5 La follia che viene dal mare

LUCE SOLO IN PROSCENIO A ILLUMINARE LA SCRIVANIA DEL NARRATORE.

Narratore – (registrato)  Proprio mentre le mie ricerche sembravano essere terminate in un vicolo cieco, ecco che il caso decise di venirmi in aiuto e spingermi verso il mio crudele destino! ( prende la pagina stropicciata di un quotidiano) Un giorno mentre esaminavo dei campioni di minerali, il mio sguardo fu attirato da una strana fotografia su uno dei vecchi giornali distesi sotto le pietre. La fotografia era un clichè a mezza tinta che rappresentava un’orrenda statuetta di pietra pressoché identica a quella che Legrasse aveva trovato nella palude! L’articolo era piuttosto breve, ma di enorme significato per le mie ricerche, il cui interesse si stava affievolendo. Diceva quanto segue: (Legge l’articolo sul giornale.) “MISTERIOSO RELITTO TROVATO IN MARE”. “La nave Vigilant arriva con il relitto di uno yacht neozelandese al traino. Trovati a bordo un superstite e un morto. Si parla di una disperata lotta e di morti in mare. Il superstite stringeva fra le mani un orribile idolo di pietra di origine ignota” (entra da sx a fianco del narratore il superstite)

Johansen – (registrato) Mi chiamo Gustav Johansen, Secondo Ufficiale ed unico superstite della goletta Emma,salpata per Callo il 20 Febbraio 1925 con un equipaggio di 11 uomini. L’Emma fu ostacolata e spinta a sud della sua rotta da un violento uragano scoppiato il primo Marzo. Il 22 Marzo a 49° e 51 latitudine sud, 128° e 34 longitudine ovest incontrammo l’Alert, armata di un equipaggio ostile di mezzosangue che ci ordinò di invertire la rotta! Il Capitano Collins rifiutò e come risposta l’Alert aprì il fuoco su di noi! Riuscimmo a resistere e abbordammo la nave pirata pochi istanti prima che l’Emma affondasse. Iniziò una violenta colluttazione con la ciurma di selvaggi e fummo costretti ad ucciderli tutti! Tre uomini dell’equipaggio, compreso il Capitano Collins e il Primo Ufficiale Green vennero uccisi! Presi il comando e proseguimmo la navigazione a bordo dell’imbarcazione catturata. Il giorno seguente avvistammo un’isoletta non segnalata sulle carte e decidemmo di attraccare. (s’incupisce e guarda per terra) Sei di noi persero la vita su quell’isola maledetta…precipitando da un crepaccio roccioso! Solo Briden ed io riuscimmo a salpare nuovamente con l’Alert, ma il due Aprile un nuovo uragano ci ha trascinati via. (esce a sx)

Narratore –  (registrato) “Dall’uragano del 2 fino al recupero dell’Alert il 12 Aprile, il marinaio ricorda ben poco e non rammenta neanche quando è morto William Briden, il suo compagno. La morte di Briden non ha causa evidente e forse è stata dovuta a stanchezza o a fame. L’Ammiragliato promuoverà al più presto un’accurata indagine sui fatti.” Questo era tutto, ma quale catena diede inizio nella mia mente! Avevo trovato una nuova miniera di notizie sul culto di Cthulhu! (si alza e prende il trench)La sera stessa, dopo una giornata di affrettati cablogrammi, presi un treno per San Francisco e m’imbarcai. Dopo meno di un mese raggiunsi le coste della Nuova Zelanda.

Buio in proscenio. Luce a giorno in scena.

Marinaio –  (da dx va al centro della scena. Il narratore gli  si avvicina) Mi ricordo della ciurma dell’Alert. Un branco di selvaggi giunti da chissà dove. Giravano voci a proposito di un viaggio verso l’interno fatto da quei meticci. Qualcuno vide sulle montagne dei fuochi e udì un lontano rullare di tamburi. Chissà che diavolo hanno combinato lassù! Gran brutta gente amico!

Narratore –  E dell’equipaggio dell’Emma che mi dice?

Marinaio –  Gente a posto. Ottimi marinai. Che Dio abbia pietà delle loro anime! Ho visto l’unico superstite, il norvegese!

Narratore –  Gustav Johansen?

Marinaio –  Si, proprio lui. Diavolo, era messo proprio male! Un uomo forte, nel fiore degli anni, ridotto come un vecchio. Non ha voluto raccontarci molto del suo viaggio. Dio solo sa che cosa gli è capitato! Poco dopo essere tornato a Auckland ha venduto casa ed è partito con sua moglie per Oslo, la sua terra natia. Poveretto! (esce a dx)

Stop proiezione 5. Vai con proiezione 6.

Narratore –  (registrato) Partii per Sydney e parlai senza alcun profitto con i marinai e i membri del Tribunale dell’ammiragliato. Vidi anche l’Alert, ma non ricavai niente dalla visione del suo scafo. Allora mi recai al museo di Hyde Park dov’era conservata la statuetta trovata tra le mani di Johansen.

Archivista –  (entra da dx) Un oggetto davvero interessante. I geologi la ritengono un mistero insolvibile. Sostengono di non aver mai visto una roccia del genere. I nostri esperti stanno ancora cercando di decifrare i geroglifici incisi sulla base!

Narratore –  (sottovoce al pubblico) è veramente simile all’idolo trovato da Legrasse. (si rivolge alla donna) Un oggetto di fattura squisita…(fa per toccarlo, ma la donna lo ritrae)

Archivista –  Visto la natura dell’oggetto, comprenderà che il museo non può certo privarsene!

Narratore –  Certo…capisco. La ringrazio molto per il tempo che mi ha dedicato. Arrivederci.

Archivista –  Addio! (la donna esce a dx)

Stop proiezione 6. Vai con proiezione 7.

Narratore –  Scosso da una vera tempesta mentale, come non avevo mai provato, decisi di andare ad Oslo per incontrare il marinaio sopravvissuto. Navigai fino a Londra, poi mi imbarcai per la capitale norvegese. Attraccai alle banchine scandinave una giornata d’autunno del 1927. Raggiunsi la casa di Johansen nella città vecchia. (appare da dx una donna vestita a lutto).

Sig.ra Johansen –  Ya?

Narratore –  (in norvegese) God morgen Ma’am.

Sig.ra Johansen –  God morgen. Du er en utlending?

Narratore –  Ya ma’am. Amerikaner.

Sig.ra Johansen – Amerikaner? Scusate, io non parlo bene fostra lingua. Cosa folere?

Narratore –  Cercavo il sig. Johansen. Gustav Johansen. Lo conosce?

Sig.ra Johansen –  (indica la fede al dito) Gustav non c’è più. È morto.

Narratore –  Morto? Come? Quando?

Sig.ra Johansen –  Suo fisico troppo debole. Dottori dicono è stato cuore. Gustav feniva casa da porto, quando afuto incidente. Pacchi carta caduti da finestra e colpito lui. Due marinai d’India aiutano lui, ma quando arrifano dottori lui morto! (singhiozza)

Narratore –  Mi dispiace molto signora Johansen. Desideravo parlare con suo marito dei fatti gravi avvenuti in mare due anni fa, ma sono arrivato troppo tardi…Le mie sincere condoglianze e perdoni il disturbo (fa per congedarsi, ma la donna lo richiama)

Sig.ra Johansen –  Aspetti! Foglio dare lei una cosa. (esce un attimo a dx e torna con un diario) Mio marito scritto diario, dopo ritorno da incidente in mare. È scritto in sua lingua. (gli dà il diario)

Narratore –  L’ha letto?

Sig.ra Johansen –  Nein. Io capire poco. Non foglio altro dolore. Lo tenga lei. 

Narratore –  Grazie signora Johansen. (la donna esce a dx)

Scena 6 R’lyeh

 Il narratore va in proscenio e fa il gesto di scagliare il diario verso il pubblico, ma ci ripensa, lo apre e comincia a leggere.

BUIO IN SCENA. Stop proiezione 7. Vai con proiezione 8.

Johansen –  (registrato) Dopo lo scontro con l’equipaggio dell’Alert,proseguimmo il viaggio sulla rotta tracciata dai meticci.. Il giorno seguente avvistammo un’enorme colonna di pietra che emergeva dal mare.A 47° e 9 latitudine sud, 126° e 43 longitudine ovest ci imbattemmo in un’isola sconosciuta, ricoperta di fango e cinta da mura ciclopiche. Decidemmo di attraccare, spinti da un’insana curiosità per quella misteriosa architettura…

Buio in scena per dare il tempo di allestire i pannelli. Da fondo sala arrivano, illuminati da una lanterna, Johansen e altri 2 uomini. Mentre si avvicinano al proscenio percorrendo in fila indiana  il corridoio centrale del teatro cominciano a parlare. Rodriguez davanti con la lanterna, seguito da Johansen e Briden.

Briden –  Dove diavolo siamo finiti Gustav? 

Johansen –  Non lo so William. Si direbbe una specie di antica città, riemersa dalle acque non si sa come!

Rodriguez –  (eccitato) Potrebbe essere Atlandide! O la perduta Lemuria! Potrebbe nascondere preziosissimi tesori! Io dico di esplorarla. (i tre si fermano ai piedi del palco)

Luce notturna in scena.

Il palco mostra 2 pannelli a centro scena alti circa 180 cm e larghi 80, posti uno a fianco all’altro, dipinti di verde e affrescati con rune.

Johansen –  Calma Rodriguez, calma. Guarda bene questo posto. La sua struttura è davvero strana. Non sembra stabile…(i pannelli 1 e 2 si aprono paralleli al proscenio, mossi da due attori nascosti al pubblico e procedono lentamente verso le quinte dx uno e sx l’altro. Altri due pannelli simili appaiono a centro scena qualche metro più vicini al fondale)

Briden –  È vero! È come se…come se gli angoli…mutassero! Che incredibile geometria! Guardate quei gradoni. Sono enormi! È come se fossero stati costruiti per dei giganti!

Rodriguez –  Sciocchezze! Io ho visto le piramidi Maya e hanno gradoni simili a questi, forse più grandi! (si arrampica sul proscenio, seguito dagli altri due)

Briden –  E cosa sono tutte quelle strane scritte? E quelle immagini mostruose, eh Rodriguez? Questo posto non mi piace. Non mi piace per niente!

Rodriguez –  Sciocchezze! Non è che un enorme e vecchio mausoleo riemerso dalle acque, forse dopo il terremoto di venti giorni fa! (anche i pannelli 3 e 4 si aprono paralleli al proscenio, mossi da due attori nascosti al pubblico e procedono lentamente verso le quinte dx e sx a formare un angolo di circa 45° con i primi due pannelli più vicini al proscenio.

 Il fondo scena si illumina con una luce puntata su  un  portale

Briden –  Ehi, guardate lassù! (indica verso il fondo scena la porta, mentre Rodriguez esce a dx nascosto dal pannello) Che diavolo è quello?!

Johansen –  (guarda con il cannocchiale) Sembra…sembra una porta. Ma è enorme! Non riesco a stimare la distanza in questo posto assurdo, ma giurerei che sia alta almeno un centinaio di metri!

Briden –  Io dico di filarcela. Tu Rodriguez cerca pure i tuoi tesori, ma io…Ehi dove diavolo è finito Rodriguez?

Johansen –  È sparito! Eppure era qui un minuto fa. Rodriguez! Rodriguez!

Briden –  Gustav ho un gran brutto presentimento…

Johansen –  (guarda con il cannocchiale) Ehi ma c’è qualcuno in cima al portale! Ma è Rodriguez! Come diavolo ha fatto a finire lassù?!

Briden –  Sta succedendo qualcosa. La porta si muove! Si sta aprendo!

Johansen –  (Sempre guardando con il cannocchiale) Rodriguez!  Rodriguez attento! (Rodriguez da dietro le quinte urla) Mio Dio è precipitato!

Briden –  Gustav andiamocene da questo posto per l’amor di Dio!

Johansen –  (guarda ancora con il cannocchiale) Aspetta un momento William…è vero, la porta si sta aprendo…(La porta cade in avanti! Una luce verdastra illumina la sagoma di Cthulhu che si affaccia sulla soglia). Mio Dio!!!

Briden –  (scuotendo Johansen, ipnotizzato dall’apparizione di Cthulhu) Gustav! Gustav! Scappiamo! I due fuggono uscendo a dx del proscenio.

 BUIO IN SCENA. Vai con proiezione 9.  

Johansen –  (registrato) La cosa era indescrivibile. Una montagna mostruosa che camminava barcollando verso di noi! Solo Briden ed io riuscimmo a raggiungere l’Alert e a fuggire, mentre sulle mura di quella riva mortale la cosa titanica sbavava e farfugliava, simile a Polifemo che malediceva la fuga di Ulisse! La creatura si lanciò all’inseguimento della nave scivolando veloce sull’acqua! Briden guardò a poppa e impazzì! Sapevo che ci avrebbe presto raggiunti e allora tentai un’impresa disperata. Invertii la rotta e puntai a tutta velocità contro il mostro! Vidi la testa di quella cosa, così simile a un enorme polipo, avvicinarsi con i suoi tentacoli alla prua, ma l’Alert avanzò implacabile. Ci fu uno scoppio come di una vescica natatoria che esplode, poi una sporcizia viscosa come di un pesce luna spaccato in due, un tanfo come di mille tombe e un rumore assordante! Per un istante la nave fu insudiciata da una nube verde, accecante ed acre, poi ci fu solo un venefico ribollire di onde a prua. Mentre l’Alert si allontanava a tutta velocità, vidi la materia sparsa di quell’ essere ricomporsi nella sua forma originale.  Questo fu tutto. Trascorsi i giorni seguenti a meditare sull’orribile idolo trovato in cabina e a preoccuparmi del cibo per me e per il mio compagno ormai completamente pazzo. Non cercai nemmeno di governare la nave. Poi arrivò l’uragano, l’insperata salvezza, il processo e il mio ritorno a casa. Ora aspetto solo la fine. Ho scritto questo diario in inglese, perché non voglio che mia moglie sappia. Ma dovevo scrivere la mia storia. Dovevo! Chiunque legga questo diario è libero di credere ciò che vuole. Ma io non sono pazzo!

LUCE SOLO IN PROSCENIO A ILLUMINARE LA SCRIVANIA DEL NARRATORE.

Narratore –  (va verso la scrivania a sx della scena) Questo era il manoscritto che lessi. Ora l’ho messo accanto al bassorilievo ed alle carte del Professor Angell. Accanto ad essi finirà questo mio documento (prende dalla scrivania il suo diario e va al centro del proscenio), questa testimonianza della mia sanità mentale, in cui viene ricostruito quello che spero non venga mai più ricostruito. Non penso che la mia vita durerà ancora a lungo. Come è finito mio zio, come è finito il povero Johansen, così finirò io. So troppo e il Culto vive ancora. Anche Cthulhu vive ancora, credo, in quell’abisso di pietra, nuovamente sprofondato nelle nere acque! Deve essere rimasto intrappolato nel nero abisso, perché, in caso contrario, il mondo risuonerebbe di urla di un terrore agghiacciante!   Ma chi può sapere come andrà a finire? Ciò che è risorto può cadere e ciò che è caduto può risorgere. Verrà un tempo…ma non devo e non voglio pensarci! Una preghiera soltanto. Se non sopravviverò a questo manoscritto, bruciatelo per l’amor di Dio. Bruciatelo!

BUIO IN PROSCENIO. Vai con proiezione 10. FINE