Il risotto alla milanese

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Il Risotto alla milanese

Commedia allegorica in tre atti

Di

Angelo Alfieri

Personaggi


Lucio:

Dante:

Marisa:

Tino:

Eva:

Piero:

Lina:

Salvo:

Tina:

Filly:

Voce:

Un inserviente


Sedicente chef

Giudice culinario

Finalista concorso chef

Maitre hotel

Sedicente enologa

Giudice culinario

Direttrice d’albergo

Giornalista culinario

Assistente di studio

Finalista concorso chef

Fuori scena

(Comparsa)


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Èimpensabile ormai credere di poter contestare l’irrompente e dilagante fenomeno dei giochi televisivi dedicati al mondo culinario. Mi sembra evidente, a questo punto, che qualsiasi intromissione, sia a livello culturale e/o puramente ideologico, non è contemplata né tantomeno gradita soprattutto agli addetti ai lavori, i quali si sentono già in odore di santità e in diritto di sentenziare sulle ricette più “stravaganti”, spacciandole per novità assolute ma, quello che più stupisce, è la perfezione delle loro pietanze basate su prodotti, diciamo così, sempre più ricercati, Eccoli i nostri personaggi impegnati a spadellare qualsiasi sorta di cibarie pur di accontentare uno “Chef” professionista che,dal canto suo, per necessità di rinnovamento a tutti i costi è disposto a introdurre qualsiasi sostanza pur di sopraffare l’avversario e per darsi un tono di superiorità urla a più non posso, o finge di farlo, mettendo in imbarazzo i poveri malcapitati o consapevoli malcapitati aspiranti cuochi.

La scena: arredamento tipico di uno studio televisivo. Sul fondo una porta di quelle che si vedono nei ristoranti che separa la cucina dalla sala da pranzo e a lato un ingresso. I piatti vengono presentati già fatti.

ATTO PRIMO

Scena prima

Un qualsiasi studio televisivo

Salvo: (Entra in scena allargando le braccia in segno di accoglienza). Amici siamo all’epilogo di questa nostra avventura gastronomica o culinaria che dir si voglia che ha visto ben venti concorrenti darsi battaglia fino all’ultimo spaghetto. Solo due di loro tra poco varcheranno quella soglia tanto prestigiosa: eccoli i nostri eroi! Forse nessuno se lo sarebbe aspettato visti i limiti ma, si sa, niente è scontato in cucina! (Entrano i due con i rispettivi chef, si inchinano, salutano, si abbracciano, danno la sensazione dell’inutilità e della futilità che contraddistingue questo tipo di televisione). Il nostro target è la creatività.

Dante: Molto bene, siete rimasti in gara voi due. Dopo tanti spadellamenti ci avete convinti che siete i migliori concorrenti di questa edizione di “Super padella

chef!” (Applausi. Tutti gli applausi sono registrati perché la trasmissione viene fatta con pubblico finto lasciando credere ai telespettatori di assistere ad una diretta).

Marisa e Filly:          Grazie chef.

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Dante:              Non ci ringraziate troppo, state nel giusto … sette otto volte a puntata

bastano. Poi dicono che ci venerate: siamo semplici cuochi tutto sommato. (Parte un applauso). Troppo gentili!


Filly:


Bravi chef! Vi dobbiamo molto. Abbiamo imparato tutto da voi.


Marisa:


È vero … ha imparato tutto da lei. Anche a lavare i piatti .


Filly: Beh, collega i piatti poi … almeno quelli … dai! Non essere scortese proprio ora che siamo in dirittura d’arrivo.

Piero:                Effettivamente, all’inizio, qualche incertezza l’abbiamo avuta caro Filly

ma, avendo superato brillantemente tutte le prove, soprattutto quella etnica, abbiamo deciso, “ob torto collo” (Lo dice a denti stretti) di portarti alla finale. Quei tuberi sudamericani ti hanno dato del filo da torcere, dovrai ammetterlo.

Filly: Insomma. Sì, la novità ... l’ingrediente sconosciuto … la doppia bollitura in salatura multipla …

Dante:              Collega, se fosse stato per me qui non ci sarebbe stato … è stata una tua

pressione a convincermi. (Applausi e qualche fischio di disappunto nei confronti di Piero). Vedi, il pubblico sa!

Piero:                Hai comprato anche il pubblico? (Ritenendosi offeso vuole ribadire

l’unica cosa che forse è riuscito a fare, per altro inutilmente). Vi voglio ricordare cheil risotto alla milanese l’ho rivisitato io … se fosse per voi lo mangereste ancora giallo.

Salvo:              Dev’essere giallo!

Piero:                Chi l’ha detto? Lui?

Dante: Quando non sai che pesci prendere tiri fuori il risotto rivisitato: credimi stava bene anche prima di andarlo a trovare. (Come se non ne potesse più).

Salvo: (Rivolgendosi al pubblico). Cari telespettatori, come vedete, i punti di vista degli esperti sono divergenti … in effetti il colore giallo del risotto è dovuto ad una fatto estemporaneo … alcune maestranze venute da fuori Milano hanno probabilmente in modo accidentale cosparso di zafferano il riso già cotto. Invece di metterlo nei coloranti che servivano per le vetrate del duomo l’hanno messo nel piatto. Molto probabilmente erano dei burloni. Il problema è che Piero sostiene che dev’essere per metà verde e per metà rosso.

Dante:              D’accordo … andremo a vedere i testi sacri poi ne parliamo.

Marisa:            Non mi pare che nella Bibbia si parli di risotto!

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Piero: Sei ignorante … mi sto già pentendo di averti favorita finora, se fosse dipeso solo da me saresti già in cucina attaccata al lavello, attrezzo col quale hai dimestichezza e familiarità. (Si mette a recitare).

Salvo: (Al pubblico). Come vedete ci sono delle simpatie … non tali da compromettere il giudizio finale ma … simpatie. È umano dopotutto.

Tina: (Entra portando un carrello di vivande e oggetti vari). Prego! È tutto vostro! C’è anche quel prodotto segreto chef, quell’ingrediente che mi ha chiesto.

Dante: Cosa curiosi tu, ficcanaso! (Piero si è messo a spiare). Guardatelo il risottaio. Se non vedi niente cosa spii. Non distingui una cipolla da un peperone.

Primo: Sei scorretto … fai portare ingredienti strani per far vincere la tua concorrente.

Dante:              Senti chi parla … uccideresti tua madre pur di vincere tutte le gare.

Salvo:              (Si rivolge sempre al pubblico). La madre è morta anni fa avvelenata da

una tossina contenuta in un pesce tropicale: ha voluto a tutti i costi provarne la commestibilità e non ha retto il veleno … e pensare che era una grande chef.

Dante: Siamo pronti … sì … c’è tutto! Possiamo iniziare! Che cosa prepari oggi per il nostro pubblico?


Marisa:


Per la gara finale ho in mente un pasticcio di mia creazione.


Piero:                Hai detto bene: pasticcio. Naturalmente ho portato gli ingredienti. Tutte


sostanze pregiate che coltivo nel mio orto e che gentilmente metto a disposizione dei discepoli. Il buon esito di un piatto, fino ad ora, è dipeso dalla mia volontà di collaborazione, se fosse per lui sarebbe solo pura fortuna vedere qualcosa nel vassoio di portata … sii generoso. (Si è avvicinato al proscenio, parla come se fosse davanti ad una telecamera). Ingredienti segreti. Pst!


Dante:


Non voglio aggiungere altro … te le puoi tenere le tue schifezze.


Salvo:              È vero! Nella prima puntata ha messo a disposizione uno strano


pomodoro di tre colori di forma quadrata. Disse che era sperimentale. Si è rivelato una, diciamo “una” … ma sentiamo. (Imbarazzato).

Filly: Io invece preparerò uno stracotto di Peritonio delle Filippine in contorno di biscottini di mandorla spagnola su di un letto di Aloe finta.

Dante:              Mi hai rubato la ricetta. Vergognati Piero (applausi del pubblico). Bravi.

Incoraggiatelo.

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Tina: (È rimasta in scena nell’attesa di riportare via il carrello). È una ricetta di mia nonna … gliel’ho suggerita io.

Piero: Sì ma il Peritonio l’ho portato io in Europa, quindi non dovevate azzardarvi … ti voglio vedere con la pelle .. ah ah.

Salvo: In effetti è così: il Peritonio non esisteva fino a pochi anni fa. A dire il vero non si sa nemmeno cosa sia di preciso ma fingiamo di saperlo per non dare adito a dispute infinite … qui, se una moneta dovesse cadere e rimanere in bilico, si scatenerebbero dispute secolari … ore e ore di trasmissioni: fortunatamente la nostra emittente non contempla questi programmi dove si parla per settimane di futilità o di fatti mai avvenuti. Il quieto vivere salterebbe.

Tina: Forza, svuotate ‘sto carrello, ho da fare sul serio di là. Cercate di non usare tutte le pentole per far bollire un po’ d’acqua … e questa è tonda e quella è ottagonale e fa ristagno … e quell’altra è ovale e fa calcare. È arcinoto che l’acqua per bollire deve stare sul fuoco e va messa in una pentola, possibilmente la prima che è a portata di mano.

Dante: Lei stia nel suo angolo … se non ci fossimo noi sarebbe a spasso. (Applauso ). Cosa ne sa di pentole? Le lavi bene piuttosto! La forma è determinante.L’acqua deve bollire in un certo modo: prima in superficie e poi in fondo perché … cose da chef! E’ difficile far bollire l’acqua.


Tina:


Capirai … da quando vengo qui ho smesso di cucinare.


Dante:


Perché sa fare anche quello?


Tina:


Ormai non più: ho disimparato! (Buh del pubblico).


Primo:             Siamo artisti (boato del pubblico, si inchina, si bea ecc …). Non


perdiamo altro tempo: sotto!


Marisa:


Vado in cucina … mi deve seguire oppure faccio da sola?


Dante:


Se sei in difficoltà fai un fischio. Tu nella mescola non sei troppo brava.


Primo:


Non puoi, per contratto, se la devono cavare da soli.


Dante:


Comanda lui.


Primo:


Non è questione di comando … andate: prego!


Filly:


Questa volta ti batto cara.


Marisa:


Lo vedremo! Aiutiamo Tina col carrello.


Primo: Non si può … per contratto … i concorrenti non devono essere influenzati dagli estranei.

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Tina:                 Io sarei un’estranea? (Improvviso applauso entra in scena un grande

cuoco). Vedete il pubblico: apprezza! (Si accorge dell’arrivo del cuoco). È per lui.

Buono questo! (Tra sé. Escono).

Salvo:              Nel frattempo che i nostri aspiranti preparano il piatto intervistiamo il

miglior cuoco dell’anno … si accomodi … signori, lo avete già riconosciuto: Lucio Baldini, l’inventore della pasta straccia. Ma quanti premi vince lei? Ci dica tutto!

Lucio: Sì … i premi lasciano il tempo che trovano, non si cucina coi premi. (Un inserviente dietro di lui entra con un carrello pieno di improbabili trofei). La pastastraccia mi è venuta così di getto … erano mesi che riflettevo su come cambiare qualcosa … il problema della nostra cucina è proprio questo … la saturazione delle pietanze … gira e rigira, il modo di cucinare un ingrediente è sempre lo stesso. Ho già in sperimentazione dei prodotti nuovi che si prestano a sistemi di cottura diversi.


Salvo:

i prodotti?


Vale a dire? Lei ritiene che il futuro della cucina sta del modo di cuocere


Lucio: Beh … non mi faccia svelare i particolari … mi potrebbero copiare il brevetto . (Si gira verso i due).

Salvo:              Sta pensando a loro?

Lucio: (I due giudici stanno discutendo animatamente sottovoce). Li guardi, si stanno scannando per qualche trovata che ritengono originale. Avranno scoperto come si bolle l’acqua.

Salvo: È crudele! Sono due ottimi giudici … esperti chef nonché divulgatori della tradizione culinaria italiana nel mondo.

Lucio: Forse della tradizione delle loro nonne … le stavo dicendo che la pasta straccia … mi ascolta?

Salvo: Un attimo perché vedo di là un certo subbuglio … infatti: è arrivata! Signori un applauso alla nostra meravigliosa Eva … in ritardo come sempre …

Eva: Un ritardo giustificato … Amici … anche voi da casa … L’ho portata! Annata 1788 … ultimo esemplare. (Applauso del pubblico). Applaudite me o la bottiglia? Scusa Salvo ma mi sembra uno sberleffo … vengo con una rarità straordinaria e mi si accoglie così. Vedi di regolarizzare gli applausi: battono la mani per qualsiasi oggetto.

Lucio: Non fare la suscettibile … amici … se l’è bevuta la bottiglia. (Sghignazzo del pubblico). Stavodicendo che …

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Eva: Mi state dando dell’ubriacona? È la prima volta che mi si offende davanti al mio pubblico.


Primo:


È tuo anche quello?


Dante:              Che sorpresa: non vi ho visti entrare! (Applauso). Stavamo mettendo a


punto la strategia. Siete grandi! (Altro applauso scosciante, allarga le braccia).

Quando una se lo merita. Tu sei un inventore giusto? (Gestaccio di Lucio).


Lucio:


Non direi!


Eva:


Sei un imbonitore da fiera … cosa applaudite … pubblico ignorante.


Salvo:              Hai detto che è il tuo! Vi invito alla calma … riprendiamo il filo …


allora Eva … Lucio facciamo luogo alle donne, non ne abbia a male (Rassegnazione di Lucio).

Lucio: Ci mancherebbe … oggi non avevo niente da fare e ho pensato di farmi un giretto qui da voi. Strategicamente parlando s’intende. (I due giudici si guardano, sembrano offesi).

Salvo:              Allora Eva, questa bottiglia da dove viene, da quale cantina.

Eva:                   Dalla mia! Che scoperta … Marchesi della Frasca.

Dante:              Un po’ di tempo fa hai dichiarato che usi la cantina come deposito merci.

Primo:             Ti sbagli: di derrate!

Salvo: Non c’è differenza. Sempre a sottilizzare voi. Bene … descrivici le caratteristiche.

Eva: Innanzi tutto è nero ... (I due chef si guardano ridacchiando) e già questo la dice lunga … poi il colore del fruttato lo si vede perfino in trasparenza. (Alza la bottiglia). Vedi il colore della fragola di bosco.

Dante: Si vede che cappuccetto rosso le ha dimenticate sul tavolo di un tuo trisavolo e sono finite nel vino. (Ridono sotto i baffi).

Primo: (Fingendo disprezzo per il collega). Eva, non dargli retta: è invidioso. Se è qui è perché ha sentito dire che prima di mangiare un prodotto bisogna cuocerlo.

Salvo: Spero che la serata non prenda questa piega, diciamo così … disarmonica, perché il nostro pubblico si potrebbe smarrire nei meandri delle vostre disquisizioni che, seppur dotte, lasciano gli spettatori disorientati.

Tina:                 (Entra col solito carrello ed esce). Ma che disorientati … I vostri allievi

vi reclamano: sono in difficoltà con l’acqua calda. Non sanno che pentola usare.

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Primo:


Con tutto quello che gli ho insegnato … non è che mi usano il bollitore?


Dante:              Cosa gli ha insegnato? Cosa! Ci metti tre ore per decidere in quale


padella far saltare le uova che prese dalla disperazione si buttano nella prima che trovano.

Primo: Sentitelo … non sa nemmeno se l’acqua deve bollire prima o dopo di buttare gli spaghetti. (Escono).

Salvo: Cari amici, come vedete, amano scherzare, sono dei grandi chef … basta guardare i loro “camici” per capire di chi parliamo. (Infatti hanno un discreto

numero di coccarde appuntate, più che altro sembrano quei premi che si vincono alle manifestazioni cinofile).


Eva:


Oh!


Salvo:


Allora, Eva, apriamo questo nettare? (Lucio è vistosamente spazientito).


Eva: Ma scherzi? L’ho portata per farla vedere non per berla. Deve rimanere ancora cento anni prima di aprirla.


Salvo:


Non c’è il rischio che diventi acqua dopo tutti questi secoli?


Eva:


Beh … non lo so! … Mi consigli di sbarazzarmene al più presto?


Salvo:


L’enologa sei tu!


Eva: Prima di sorseggiare il vino bisogna lasciarlo decantare per giorni, forse mesi … non è che mi fido molto degli stravecchi … ammetti che all’epoca, nel momento della chiusura, si è introdotto qualche batterio strano.


Salvo:


Quindi temi un’intossicazione?


Eva:


Non è da escludere. Come enologa suggerirei di andarci piano.


Tina:

tavolo).


Lo fa credere al pubblico. (Ha portato degli oggetti che lascia sul


Eva:


Senti Cenerentola, torna nell’antro a strofinare le stoviglie.


Tina:


Lo sanno tutti perché dici queste cose sul vino antico.


Salvo:


Tina … non ti intromettere … lo fa per una questione d’igiene!


Tina: Si fa portare un sacco di bottiglie da esaminare e se le tiene perché fa credere che sono avariate e poi le rivende a prezzi astronomici. “La collezionista”!

Salvo: Non sarà vero Eva … signori … uno scoop in diretta: la più famosa enologa italiana alle prese con degli sprovveduti cittadini che preferiscono

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abbandonare prestigiose bottiglie in cambio di una falsa dichiarazione di insalubrità. È inaudito!

Eva:                   Sono menzogne! Ci vediamo in tribunale … non mi invitate più …

questo non è un programma di cucina, è un programma scandalistico. Il prestigio dei Della frasca messo a repentaglio da una sguattera. (Se ne va).

Lucio: Sono esterrefatto. C’erano dei sospetti ma, sai, finché non si hanno le prove … Beh, stavo dicendo della pasta straccia che … Salvo, mi sembri in difficoltà!


Salvo:


Hai sentito che accusa? Mi tolgono la conduzione del programma.


Lucio:               Se fai ascolti record! È vero, è la nostra presenza a fare audience, ma


l’hai ideato tu. Un applauso al nostro conduttore. (Parte il solito registrato). Hai sentito che tripudio …

Salvo:              Ferma tutto!

Da fuori :    Ok!

Salvo: Sono applausi registrati, quale tripudio … mi avete messo nel sacco, proprio all’ultima puntata. Se faceva parte della strategia potevate dirlo prima …

Da fuori: Vieni su! Piantala di frignare e non fingere di cadere dalle nuvole. Lucio è uno di noi. Sa!

Salvo: Non lo sapevo! Sei al corrente del … (Lucio annuisce). Pensavo che … almeno gli invitati potete tenerli fuori dal circo mediatico?


Da fuori:


Ma quale circo! Sali!


Scena seconda

Lina: (Entra trionfante). Beh! Sciopero? Che accoglienza … provo a rientrare? … Ho sbagliato l’entrata? Volete che rientri? Nessuno mi ha accolta! Cosa devo fare una capriola? Ho capito: entro di sbieco come i divi del cinema?


Salvo:

in onda.


Lina, Siamo in pausa … è successo uno scandalo … non ci manderanno


Lina:                  Proprio adesso? È scoppiata la bombola? È la finale! Mi avete fatta


venire per cosa?

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Lucio:              Non lo dica a me! Avevo delle novità eclatanti da esporre e non mi fanno

parlare … va bene, andrò alla concorrenza … almeno di là, certe cose non capitano.

Salvo:              Perché tagliano i dialoghi. Aspettate, salgo su un attimo.

Primo: (Entra non sapendo). Cosa fa tutta questa gente … via, via … siamo pronti … dov’è l’antiquaria dei vini? Fategliela aprire di là quella bottiglia, non vorrei che ci scoppiasse in faccia.

Lina: Oh! Che bottiglia? … Non fatemi spaventare … (Cerca di ripararsi dietro un tavolo).

Salvo:              È uno studio televisivo non uno stadio.

Dante: (Idem). Ecco a voi … beh? … Siete in pausa … dai, che si raffredda tutto. Non voglio assaggiare i cibi freddi. (Sono entrati coi rispettivi carrelli).

Primo: Lo facciamo sempre … di’ piuttosto che fanno schifo … anche da caldi. (Allude). E dico caldi.E quando dico caldi nevvero dico “caldi”!

Dante:              Allora è la guerra che vuoi vecchio barbagianni?

Lina: (Tra sé). Vuoi vedere che ho sbagliato studio? È questo lo studio di “super pentola”?


Tina:


L’ufficio informazioni è all’ingresso. Ha bisogno?


Lucio:


Dai … sembrate bambini all’asilo … che chef siete?


Tina:


Della mutua. (Entra ed esce).


Lucio:


Vedo che sei conscia di lavorare per un ente di sussistenza.


Lina: Che atmosfera … dove s’è cacciato il giornalista? Vi faccio notare che per venire qui ho dovuto abbandonare l’albergo nelle mani di persone poco esperte … (Guarda da una parte). Non vorrei tornare e trovarmi in qualche guaio … coitempiche corrono e col personale che mi ritrovo mi ritengo fortunata di essere ancora in attività. Da che parte guardo?

Lucio:              Lei è la direttrice di quell’hotel? L’ha convocata per niente? Anch’io ho

lasciato il ristorante per venire qui ma non mi lamento, anzi, … ho pensato che fosse un’occasione in più per fare pubblicità gratis al mio metodo ma … mi devo ricredere.

Lina:                  Lo conosciamo quel ristorante: chef! Vuole un consiglio: lo chiuda!

Lucio: Svergognata … si faccia vedere … sono io che ho introdotto in Italia lo stracotto di Pangolino, se lo ricordi! Prima mangiavate i polli. (I toni si sono alzati).

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Piero :


E io quello di Peritonio!


Dante:


E io la camomilla di Manila a tripla foglia!


Lina:


E io … (Arriva Marisa). Le sguattere non stanno in cucina?


Dante:


Lei è una montata!


Piero:


Come la panna!


Lina: Una cosa è certa: non l’assumerei nemmeno se fosse l’ultimo cuoco rimasto sulla Terra. (Piero cerca di parlare). Mentre per quel che riguarda lei lascerò scritto nel testamento di non prenderla in considerazione nemmeno come sguattero.

Primo: Arrogante, pensa di essere l’unica albergatrice del mondo. Incantatrice di serpenti! … “Pitonessa!”


Lina:


Stai a casa invece di andare in giro a visitare il risotto. “Bracconiere!”


Marisa:


Noi siamo pronti … che facciamo?


Lucio:


Andate a casa … avete vinto tutti e due … arriva …


Salvo:


Abbiamo trovato una soluzione … accomodatevi prego: si riprende!


Da fuori: Signora si metta là nell’angolo, la facciamo entrare tra un attimo. Stia ferma! Lo studio è un po’ piccolo. “Uno, due, tre!”

Lina: (Tra sé). Ma per chi mi hanno presa, per Biancaneve? (Si è seduta su di uno sgabello traballante e cercando di sistemarlo fa rumore).

Salvo:              Che succede? Nulla, si è rovesciato un carrello … siamo in diretta.

(Entra un inserviente di studio, cerca di aiutare Lina ma questa si rifiuta e nel tira molla cadono l’uno sopra l’altra con gran rumore). Capite che è l’ultima puntata: lostudio è in fermento. Vi prego: sistemate bene quegli oggetti. I cucchiai. Eccoci … riprendiamo la trasmissione … signori, quello che avete sentito dalla nostra inserviente è stato dettato da antiche ruggini che si sono create fra loro, fatti avvenuti anni fa riguardanti una cantina sociale di comune proprietà finita sotto sequestro. Bazzecole! Tina è disposta a smentire tutto in diretta … accogliamola con un applauso. Vieni Tina.

Tina: Sì … è stato un momento di debolezza … mi è scappata la mano. È stato un attimo di rabbia per il successo che sta ottenendo. Non avevo intenzione di offenderla. Perdonatemi.

Salvo: Bisogna fare attenzione: quando si è in diretta, capisci, diventa tutto pericoloso, anche un semplice sbadiglio può causare discussioni senza fine , figurati un’accusa del genere …

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Tina: Le chiedo scusa pubblicamente … lasciatemi andare ora perché sono mortificata.

Lucio: Fate un applauso … non tutti hanno il coraggio di ammettere i propri errori. Brava! (Ovazione). E poi dicono che la gente è diventata arrogante, brutale … non è vero amici. Se tutti fossimo come lei sarebbe un altro mondo!


Salvo:


A tra poco: pubblicità!


Eva:


Ha funzionato?


Dante:


Questi mezzucci non vi porteranno da nessuna parte.


Primo:


Appunto!


Lucio:


Non mi dite che era tutto finto?


Da fuori:


Lucio di cosa ti meravigli ... stai al gioco come sempre.


Lina:                  È la prima e l’ultima volta … lei doveva avvisarmi che era una colossale


messa in scena … ho abbandonato un albergo a cinque stelle per scapicollarmi qui per assistere ad una pagliacciata e per giunta mi fate anche cadere dallo sgabello e mi confinate nell’angolo. E al posto degli chef abbiamo due tosacani.

Salvo: Non si inalberi per così poco … l’abbiamo fatto per aumentare l’audience … uno scaldaletto in diretta non guasta … adesso la presento.


Filly:


(Entra del tutto ignaro). Ho finito! Marisa … dai …


Lucio:


A chi giova lo “scandalo?”


Eva:


Lasci perdere … lo capirà andando avanti nel programma.


Lina: Probabilmente ci sono dei meccanismi che non conosciamo caro signore, non frequentando gli studi televisivi abbiamo perso il passo. Mi sono sporcata perfino. Mi sembra di stare in officina.

Lucio:              Mah! Io frequento eccome, e devo dire che trovo abbastanza normale


che i personaggi si scannino tra di loro per gioco, perché qui, è tutto un gioco. Lo scopo è mandare la pubblicità non certo i nostri dibattiti. (A parte). Lo sa che finirà su qualche programmino fatto di spezzoni vari … si prepari. (Ride tra sé).

Lina:                  La serietà dove sta di casa? Quale programmino? (Gesto di Lucio).

Salvo:              Quale serietà … qui siamo seri proprio per questi motivi.

Dante:              Sta per finire lo stacco … non vedete come si sbraccia quello lassù?

Primo:             Adesso si mette a fare il conduttore … pela patate che non sei altro.

Eva:                   Non ricominciamo per favore. Dammi la parola subito.

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Da Fuori:      “Uno, due, tre!”

Salvo: La nostra Eva ha da dire qualcosa riguardo l’accusa rivoltale dalla nostra inserviente … ha avuto un attimo di rabbia, è comprensibile … prego marchesa.

Eva: (Finge di commuoversi). La mia onestà è al di sopra di queste bassezze. Ho tanto di quel vino da inondare Milano e mi si accusa di aggiotaggio … continuate a portare i vostri vini … li giudicherò senza inganni, come sempre. Oggi sono venuta con una rarità straordinaria di nostra produzione ed ora mi sento così sottoposta a giudizio che … a stento reggerò.

Lucio:              Mi faccia vedere la bottiglia, non sarò un grande esperto ma so

distinguere l’acqua dal vino … (Esamina l’oggetto). Effettivamente è antica … accidenti … la tenga da parte per quando ci sarà la crisi del raccolto di uve pregiate.


Salvo:


Perché dice così?


Lucio: Perché la penso così, senza nessun fine secondario. (Al pubblico). Dev’essere un miracolo … è ancora liquido!

Salvo:               Bene! Ora vi voglio presentare colei che rappresenta lo stile italiano: il


suo albergo è sinonimo di eleganza. Amici … eccola! È arrivata … prego entri signora … finalmente tra noi. Signori … Lina Dell’ulivo! (Grande applauso). È molto conosciuta a giudicare dagli applausi?


Lina: Insomma, non faccio per vantarmi ma sento a disagio. È sicura la sedia o …


il mio albergo è noto in città. Mi


Salvo:


Ma certo, si accomodi.


Lina:


No, perché qui … Mi sembra di stare al circo ... i fari, le cose …


Salvo:


Uno studio televisivo è un po’ come un baraccone se vogliamo.


Lina:


Me ne sono accorta …


La posso vedere? 1788, grande annata.


Dante:


Tu c’eri già a quell’epoca?


Primo:


È evidente!


Marisa:

ormai.


Non è che mi voglio intromettere ma, noi, cosa facciamo? È tutto freddo


Filly:

eclatante?


(A parte). Non gliene frega niente di noi… facciamo qualcosa di


Marisa:


Vale a dire?


Filly:


Ritiriamoci! Piantiamoli in asso.


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Marisa: Io ci credo in questa cosa, voglio emergere come chef, anche se arrivo seconda … sai che soddisfazione … è il miglior programma di culinaria che abbiamo. Mi è rimasta solo questa chance ... mi hanno buttata fuori da tutte le scuole. Se non altro far da mangiare è una sciocchezza … loro la fanno passare come chissà cosa ma, in sostanza è facile.

Filly:                 È così anche per me! È tutto finto lo sai! Ha ragione Tina … il gioco dei

cuochi è una scusa per attirare pubblicità. Questa trasmissione non gli costa niente … loro vengono per farsi conoscere e noi per farci insultare per finta … hai letto il contratto.


Marina:

pessimista.


Sì però … forse, alla fine … un minimo di significato … niente eh! Sei


Filly:                  Realista! Se scoprono chi siamo poi … questi discorsi non dovremmo


nemmeno farli. Stiamo ragionando e non va bene. Vediamo almeno di apparire credibili … se falliamo anche qui i nostri genitori ci mandano in esilio.

Salvo: Vedo di buon grado che i nostri concorrenti invece di ostacolarsi si confidano i loro segreti gastronomici … un applauso ... bravi! Così si fa!

Marina:           Non siamo nemici in guerra, un domani potremmo essere colleghi.

(Applauso). Non mi sembra di aver detto niente di eccezionale.

Lina:                  In uno studio televisivo tutto potrebbe assumere un carattere di

eccezionalità, lo dimostra la mia presenza. Vorrei capire però il motivo della convocazione perché mi sfugge completamente.

Salvo: L’abbiamo chiamata perché possa dare un contributo estetico alla nostra manifestazione.


Primo:

appartieni?


Sai stendere una tovaglia? Se non capisci queste cose … a che mondo


Dante:


Non al tuo di sicuro!


Salvo:


Pubblicità!


Eva:


Si però … non mi lasci parlare …


Tina: (Entra con delle carte). Tieni: sono le telefonate di persone che vogliono una stima per dei vini e questi sono attestati di solidarietà che avevamo scritto ieri: sono firmati da questi che stanno dietro le quinte. Hanno nomi strani ma sono gli artefici del tuo riscatto. Leggili in diretta. Voglio il doppio del pattuito per questo.

Eva:                   Me l’hai già detto … va bene!

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Lina:                  È un vero mercato accidenti … è l’ultima volta … non mi prendi più!

Anzi, vuoi vedere che lo faccio io uno scandalo? Me ne vado!

Salvo: Ti prego … non aggravare la mia posizione … sono sull’orlo della scacciata … sul serio. Sto escogitando stratagemmi d’ogni sorta per sopravvivere.

Lucio: Me ne vado pure io … ho un nome da difendere … e pensare che ero venuto per illustrare un nuovo sistema di cottura a questi … spupazzatori di frittelle!

….Addio! (Esce).


Salvo:


Vi credere tutti dei padreterni? Almeno tu rimani.


Lina: Rimango per vedere cosa succede … chi altro deve venire? Qualche attore, qualche sportivo con una maglietta da regalarti come se fosse il premio Nobel?

Salvo:              Non li invitiamo più gli sportivi, non fanno altro che dire scemenze. Ci


raggiungerà un maitre d’hotel tra poco.

Da fuori:        “Uno, due, tre!” (Eva esce con Tina, se la ridono).

Salvo: Come avete potuto constatare il nostro amato Lucio, che come sapete è il vincitore del premio “mestolo di platino”, il più prestigioso riconoscimento d’arte culinaria del nostro paese, ha dovuto abbandonare lo studio per motivi personali. Speriamo che non si tratti di cose gravi. Bene, a questo punto non ci resta che continuare la nostra gara … a che punto sono i cuochi?

Marisa:            Morto … voglio dire ... è mezz’ora che siamo pronti … è tutto freddo.

Salvo: Beh, freddo … trepidino direi … allora cosa vediamo qui … Primo vuoi cominciare tu a descrivere le leccornie del tuo pupillo?

Dante: Pupillo! Papillo vuoi dire, e sì, perché le nostre papille saranno messe alla prova … dura prova.


Primo:


Ti vedo a piedi nudi … che abbia bollito le tue ciabatte?


Dante:


O le suole delle tue!


Salvo: Certo che sono spiritosi … sono amici. Pensate che si conoscono fin dai tempi dell’asilo.


Lina:


Il bello è che ci sono rimasti.


Salvo:


Sentiamo dunque gli esimi giudizi. Un applauso!


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Scena terza


Dante:


Bene! Cominciamo da te Filly.


Primo:


Cominci da lui perché pensi che sia il più debole?


Dante:              No! Perché il suo piatto è più vicino a me. Strapazzatore di pentole. (I


piatti sono entrati su due tavolini - carrello ben adornati).


Salvo:


Suvvia … lasciamo le schermaglie in magazzino.


Marisa:


Magari in quello dell’enologa.


Filly:


Tina … porta gli attrezzi per favore!


Tina:

studio!


Vi mettete a comandare anche voi? Non sono il capro espiatorio dello


Salvo: Hai ammesso di aver sbagliato … ti ha fatto onore. Il pubblico è molto attento a queste cose … e sa apprezzare. (Applauso). È sempre meglio essere umili che arroganti.

Tina: Oh! Grazie pubblico! Devo rimanere o mi posso ritirare? Ho una montagna si stoviglie da rassettare.

Salvo: Sento la regia … (alza il telefono). “Sì … bene!” Rimani, aiutali a spostare gli oggetti.


Tina:


Preferivo andarmene.


Lina:


(A Salvo). Con chi hai parlato?


Salvo:


(A Lina). Con nessuno… è una pratica … una messa in scena.


Lina:


Sei bravo.


Salvo: Me la cavo. Allora ragazzi … spiegateci il modus operandi … avete notato l’eleganza di queste tavoli, è tutto merito della nostra Lina.

Dante:              Però, che stile: gotico? Partiamo da Filly … come hai usato


quell’ingrediente segreto di cui sopra?

Filly: L’ho messo sopra appunto … la stracchinella stagionata va spalmata sopra a freddo. Dopo aver lessato il bollito …

Salvo: (Intercalato. Al pubblico). Avete sentito che padronanza di termini. Lessato il bollito, non s’era mai sentito prima d’ora. I termini sono importanti. (Si schiarisce la gola, si rende conto delle fesserie che è costretto a dire per salvare la

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situazione). Il segreto è proprio qui: far invecchiare la stracchinella: come sia riuscitoè un mistero!


Filly:


Ho gettato la “sostanza” facendo in modo che non espandesse.


Dante: È un prodotto innovativo non c’è dubbio … stagionare un formaggio fresco … è notevole.


Tina:

passiva!


Che genio! Non posso parlare, capisco! No perché … ecco! Presenza


Primo: Si potrebbe disquisire per anni sullo stracchinello ma per questione di tempo sorvolerò.


Dante:


Della stracchinella volevi dire … non confondere.


Salvo: Come vedete i punti di vista sono agli antipodi … sembra la disputa della vocale di antica memoria. (Ridacchia da solo).


Marisa:


C’è molta differenza?


Primo:

a Marisa?


Ti va di scherzare? Allora Dante vuoi continuare o saltiamo direttamente


Dante:               Usi questo verbo perché sai già che sarà inutile parlarne o hai in mente


qualche trovata per mettermi in difficoltà?

Primo: Un grande chef in difficoltà … sei ridicolo. Parlaci della stracotta di carne ribollita al forno. (Guarda le telecamere per cercare consenso).

Dante:                Lo vedi, sbagli termini, non è al forno … lo vengo a dire a te come si

cucina la stracotta quando non sai nemmeno far bollire lo yogurt. Ci sono cascato un’altra volta! Primo finiscila! Mi prende di sorpresa.


Tina:


Siete i migliori non c’è dubbio. (Gesto di disprezza tra se).


Lina:


Molto di più! Lui poi!


Primo:


Vorrà dire che in privato ci spiegherai come invecchiare la stracchinella.


Salvo: Signori … dobbiamo parlare dei piatti dei nostri concorrenti … le “chefferie” lasciatele ai critici … signori, ho appena coniato un neologismo. (Applausi scroscianti). Troppo buoni … Grazie, grazie! (Fa riverenze, si atteggia, gag a piacere). Questa sera, in via del tutto eccezionale, abbiamo un grande espertodi gestione di hotel, un maestro che potrà dire la sua circa il modo di presentare i piatti. Amici, il grande Tinooooo …

Tino:                 Oh! Che tripudio! (Tra sé, mette le mani davanti agli occhi). Ma … boh!

Saranno i riflettori! Che pubblico caloroso.

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Salvo:


Standing ovation … è così conosciuto?


Tino:


Non lo so! (Sottovoce). Chi applaude?


Salvo:


Sì: pubblicità! Cosa sono quei gesti?


Da fuori:


Abbiamo sbagliato applauso … era per un altro personaggio.


Salvo:              E adesso cosa facciamo? Mi inventerò qualcosa … non lo conosce

nessuno … siete dei pasticcioni …. Come si chiama lei? Voi mi volete morto! Ditelo

chiaramente.

Tino: Non appioppatemi addosso favole perché ci tengo al mio posto di lavoro. Sono venuto per curiosità. Piuttosto dite la verità, non sono il tipo che si fa dei problemi a rimanere nell’anonimato.

Salvo:              La verità … ormai la frittata è fatta … stia al gioco.

Lina: Hanno scomodato anche te? Guarda … è tutta una messa in scena e di pessimo gusto credimi.


Salvo:


Le faccio levare il compenso.


Lina:                  Le faccio notare che ho scelto di non farmi rimborsare proprio per non


cadere nelle vostre trappole ... il mio albergo è pieno anche d’inverno, non ho bisogno di raccattare.

Tino:                 A me danno mille euro … sono un dipendente, mi fanno comodo.

Lina:                  Ma ti ricattano.

Salvo:              La televisione ha le sue regole … non potete pretendere ingenuità.

L’emittente deve pour sopravvivere in qualche modo.

Da fuori:          “Smettetela! Tino, cerca di essere convincente. Uno, due, tre!”

Salvo:              Continuiamo con la descrizione dei piatti … allora Dante dicevamo?

Dante: Non mi ricordo più … da chi comincio? Da te! Ebbene, dicevamo della stracchinella … ora il termine stracchinella è di incerta attribuzione perché in Lombardia per stracchino intendono un’altra cosa.

Primo:             È il caso di continuare? Se non sai cosa dire inventati altre sciocchezze.

(I due chef sono vestiti come i medici, con camice e si atteggiano come se fossero medici).

Salvo: Certo che hanno una preparazione invidiabile … vorrà dire che andremo in onda con qualche programma di approfondimento riguardo i termini gastronomico

-regionali … vedo che anche dalla regia fanno cenni di approvazione.

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Da fuori:          “È già in programmazione Salvo.”

Salvo: Potevate dirmelo … Tino, la prego, impiatti lei queste squisitezze così ben cotte sistemandole su questi meravigliosi corredi.

Tino: (Guarda Salvo incredulo). Dall’odore faccio fatica a dire “squisitezze” ma, contenti voi. A chi è venuta l’idea qui del latticino raffermo?

Dante: Come raffermo? Ragazzi è la finale dai … è colpa sua, non tiene in ordine il frigo.

Tina:                 Mia? Se tengono spento il frigorifero perché consuma troppa corrente

cosa ci posso fare … stai a vedere che è sempre colpa mia per tutto.

Salvo:              Signori via … il nostro maitre si potrebbe sbagliare. (A parte). Li tocchi!

Tino: (Si schiarisce la voce). Io sono scemo, vengo da Roma e dico “Roma”, non so se mi spiego, per fare il tour della città e poi passo qui ad impiattare porcherie … lo sapete chi sono o che cosa? E questo cos’è? Che erba avete messo?


Lina:


Sono curiosa! Sembra gramigna.


Dante: Esatto: in futuro le erbe commestibili saranno diversificate, noi anticipiamo i tempi.


Tino:


Lei che mestiere fa? Il giardiniere?


Salvo:              Schermaglie tra grandi cuochi … oggi il gioco televisivo ha preso questo


andazzo: se non si accende un dibattito tra i personaggi in campo viene a mancare quel tanto di souspence che tiene incollato il pubblico al teleschermo. Sentiamo!

Primo: Lei invece è ascensorista nel suo albergo? Ne sa più lei che lava le padelle di voi due.

Marisa: (Si sposta in un angolo e si mette a piangere). Che consigli ci avete dato? Ci volevate umiliare!

Filly: (A parte). Marisa … dai … non vedi che è una messa in scena … fanno apposta ad insultarsi per poi dimostrare la loro superiorità … si stanno pubblicizzando a vicenda fingendo ignoranza … stai attenta .. ascolta!

Tino: Io non amo disquisire ma, dal momento che sono qui, in questo studio così … all’avanguardia, perché è all’avanguardia, mi sento di dover, di poter dire la mia, che come tutti sapete va ben oltre il normale. (Ovazione del pubblico, a Salvo).

Èvero o …

Salvo:              Finto!

Tino:                 Io ne approfitto, vado sul pesante … sparo dentro alla grande (A Salvo).

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Salvo: Ci vada piano … non sono cretini … (Tra i denti). Bene continuiamo dunque … Primo, vuoi procedere tu con la descrizione?

Primo: Vediamo cosa c’è qui … sì. La mandorla dov’è finita? Con tutto quello che mi è costata … ah! Eccola, è finita sotto. E il biscotto? Te lo sei già divorato eh? Ottimo lo stracotto, polposo direi. Vedo l’aloe finta ben distribuita: ottimo letto!

Dante:              Si vede che aveva sonno!

Lina e Tino: Aloe finta?

Primo: Aloe finta … e allora? In tutti i piatti c’è un quid di aloe o vera o finta. Ormai non se ne può fare a meno. Ha un impiego in ogni campo. Se il tuo cane sta male: un quid di aloe e … Qui abbiamo messo anche la gramigna per dare un tono di colore.

Lina:                  Me ne vado Salvo, la sua trasmissione non da alcun insegnamento agli

spettatori a casa … mi rivolgo a voi … spegnete la televisione. Qui non si fa cucina, si fa giardinaggio! (Buh del pubblico).

Salvo:              Pubblicità!

Da fuori: Per la miseria Salvo, li fai scappare tutti? È già il terzo! Prendila, riportala dentro … dille che la paghiamo lo stesso anche se non vuole compensi.

Tino: È seria quella … la conosco! Dovevate dirlo che si doveva battagliare per finta … lei non è stato chiaro.

Da fuori: Continui così … se vuole diventare importante tanto da guadagnarsi gli applausi di cui sopra, insista nel denigrare. Non mi costringa a rivedere tutto il girato.


Tino:


Funziona così? Si possono dire parolacce?


Salvo:


Quello no!


Da fuori:        Nel limite del consentito. Dica che ha lavorato nei migliori hotel di


Londra per le grandi celebrità. Un minimo di fantasia. Uno, due e tre!


Salvo:


Passiamo al piatto di Marisa … Primo dicci tutto!


Primo:


È un secondo non un primo. (Applausi e risate).


Lina:                  Fai il comico, allora ci siamo! Capisco, chissà perché mi ero messa in


mente che sapevi cucinare … alle volte … del resto, se sei qui in TV …

Tino:                 Devo impiattare anche questo? Che cos’è? Ha un buon odore. Alla base

…è carne o pesce? Il colore è strano … molto vivace. Se non erro è un pasticcio. Che prodotti usate?

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Marisa:


È un ingrediente segreto!


Tino:


Segreto per chi? Per me?


Salvo: Quest’anno il nostro programma ha favorito l’uso di prodotti innovativi ecco … alternativi se vogliamo.


Lina:


Alternativi a cosa? Ah! Capisco: è la cucina antartica! Va di moda.


Primo: Dopo la cucina macrobiotica , molecolare, vegana e quant’altro ora è il tempo di questa novità.


Marisa:


Non lo sapevo! Ho cucinato antartico?


Salvo:              Via … non perdiamoci in dibattiti futuristici … rimaniamo nell’ambito

viprego. (È imbarazzato).


Filly:


E il mio piatto allora?


Lina:


Ti riferisci al contenitore immagino? È un bel piatto!


Dante:


Ci stiamo perdendo per strada o mi sbaglio?


Salvo:              Pubblicità! Dai, finitela, mi raccomando in montaggio cercate di far


scorrere tutto liscio perché le interruzioni sono bislacche.


Da fuori:


È colpa tua!


Salvo:

dopo?


Ti pareva! Cosa faccio con l’enologa, la facciamo entrare o è meglio


Da fuori:


Falla annegare nel suo vino.


Lina:


Perché non andate in diretta?


Dante:              Ma scherza, in diretta … l’importante è che i telespettatori credano alla


diretta … ha visto i monitor … il pubblico c’è ma è quello di altre trasmissioni. Provi ad avvicinarsi alle telecamere come se parlasse agli spettatori.

Da fuori: Dante, la finisca … signora noi inquadriamo un pubblico che a volte ride e a volte disapprova ma per chissà quali motivi, non certo per le vostre battute.

Tino:                 Almeno posso dire quello che voglio o …

Primo: Tutto quello che le passa per la mente … tanto poi ci pensano loro. In tutta onestà le posso dire che, a volte, mentre rivedo il programma, mi sembra di vederne un altro e mi sorprendo di me stesso.

Salvo:              Tino … dai … ci spieghi un po’ ste cose che ha davanti!

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Tino:                 (Tocca il contenuto). Porca puttana: è plastica! Quando siete andati di là

cosa avete fatto? Adesso capisco: li tocchi. Sono dei giocattoli per i bambini!

Dante: Ma sì, fai finta no! Non li vedi … ti sembrano due cuochi questi. Lui è il figlio dell’editore e lei la nipote del direttore.

Marisa:            Brutto imbroglione è tuo padre …

Filly:                 E tu allora … nipote di quello … io ci credevo, anche se arrivo seconda

…come se non sapesse che è tutta una buffonata. Diciamo le cose come stanno. Siamo arrivati ad un punto che se ci distraiamo un attimo ci crediamo anche noi?


Salvo:


Che idea si faranno di noi questi due?


Lina:                  Mi creda: ce la siamo già fatta! Cerchiamo di chiudere sta pagliacciata e


buonanotte. Per me l’esperienza finisce qui!

Eva:                   (Entra candidamente). Vi ho sentiti gridacchiare … come mai?

Dante:              Stavamo decantando il tuo vino: ci sono disparità di vedute.

Primo: Stavamo decantando sull’aria del Nabucco! Ci manca, ci manca il nettare di fragoline di cappuccetto rosso. (Ironico).


Eva:


Grazie del pensiero … quando si riprende?


Salvo:


Tra un minuto.


Tino: Lei è la marchesa Della Frasca, la vignaiuola, quanti ettolitri produce in un anno? L’ho vista passare con un bottiglia polverosa.


Eva:


Beh! Dipende … Ha intenzione di comprarne qualche centinaio di


bottiglie?  Me lo faccia sapere con largo anticipo. È una produzione di nicchia.

Lina: Due botti … tre? (Eva annuisce). Più che di nicchia direi ad uso familiare. E quando le tre botti sono vuote dove lo prende il vino che tanto declama?


Eva:


Beh! Ho la collezione di pregiati da sistemare: vendo quelli!


Dante:


A chi?


Tina:                 Ai fessi! Cosa credi che non lo sappiano che fai il vino stravecchio con


le polverine … continua a mettere in scena la commedia … sto aspettando il momento che qualcuno stia male poi voglio proprio vedere come ne esci.


Eva:


Sono bottiglie di gran pregio.


Da fuori:        Ti conviene non insistere. Almeno cerca di cambiare l’etichetta, quella


bottiglia che hai portato era di un mio cugino che come altri ha creduto alla imbevibilità.

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Eva:


Ho detto di stare attenti a berla però!


Da fuori:


Non è scemo! Silenzio: in onda!


Salvo:              Eccoci tornati in diretta dallo studio tre … dove eravamo rimasti … ah,


sì … i piatti … allora Tino, in sostanza, cosa ne pensa dei nostri allievi chef? Lei è così noto e famoso nel mondo alberghiero che un suo giudizio può condizionare per sempre la carriera dei nostri concorrenti.

Tino: Cosa devo dire … trovo di buon auspicio l’avvento di questi prodotti emergenti come questa aloe finta, che tra l’altro è ancora una produzione di nicchia e spero proprio che prenda piede in fretta. Sa, è proprio da questi programmi che scaturiscono le novità che noi maitre dobbiamo tenere in considerazione … non è così Lina? (Ironico sarcastico).

Lina:                  Ormai è tutto di nicchia … produzioni ristrette per i più esigenti e

diciamocelo pure: per gli allocchi più benestanti.

Dante:              Guardi, non ne faccia una questione di classe … chiunque ormai si può

permettere un vino pregiato come i suoi … dico: suoi!


Primo:


Insomma … si parla di centinaia di euro a botta.


Salvo:


Le disquisizioni in questo momento sono fuori luogo … continui prego.


Tino:                 Intanto un applauso va fatto ai maestri che hanno saputo orientare gli


allievi … questo pasticcio è strepitoso e poi, lasciatemelo dire, alla nostra emittente che ha saputo intercettare e interpretare il gusto del momento. (Ovazione). Se permettete ne ero a conoscenza. Essendo in contatto coi migliori alberghi di Londra, nei quali ho lavorato in passato, un’idea sulle novità … beh! Grazie!

Salvo:              Lo sappiamo che lei è all’avanguardia come del resto i nostri maestri.

Infatti non dimentichiamo i concorrenti … accidenti … erano dei perfetti sconosciuti ed ora se la giocano alla pari con loro. Marisa, come nasci cuoca?

Marisa: Io sono figlia di contadini … in casa ho sempre pasticciato fin da piccola divertendomi a mischiare gli ingredienti più strani. Non so, erbe di cortile con tanto di radici … non so perché ma sono sempre stata attratta dalle radici. Ho anche fatto bollire la terra e una volta pensate ho perfin lessato una gallina con le piume.

Salvo:              Accidenti: povera gallina!

Lina:                  E l’avete mangiata?

Marisa:            Beh … non mi pare!

Salvo:              C’era già la stoffa della chef.  E tu Filly, come nasci?

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Filly: Ma sì, anch’io vengo dalla strada … i miei sono povera gente, insomma, normali ecco! Se sono arrivato fin qui devo ringraziare la mia curiosità e mio padre che ha creduto in me e mi ha letteralmente spinto in questo studio.

Salvo: Ne sono convinto. Eva … cos’ha ha portato, del bianco da abbinare ai piatti?

Eva: Sapete che ho una mia teoria a riguardo, dopo anni di sperimentazione ho capito che è meglio abbinare a secondo del colore del coperto.

Tino:                 In base alla tovaglia insomma e … Indovina sempre?

Lina: È il caso di dirlo: indovina! Menomale che è apparsa sulla scena una come lei. Ci vuole gran fantasia, intuizione, cultura e chissà quale capacità. (Ironica).

Eva:                   Centinaia di anni di specializzazione.

Tino: Sono rimasto nel medioevo accidenti … che evoluzione … che programma … che geni soprattutto. (Ironico).


Salvo:


Che concentrato di specialisti è diventata la nostra trasmissione.


Da fuori:        Stop! Non lo divulghiamo troppo: è meglio se ce lo teniamo per noi.

Avete tralasciato di descrivere il piatto di Marisa.

Tino: È meglio mi creda! Comunque il gusto di fare poltiglie non le è ancora passato vedo! Ha una certa abilità nel mescolare il pongo.


Marisa:


So fare delle belle statuine.


Lina:


Lo diventeremo anche noi tra un po’!


FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena prima

Una settimana dopo

Il dibattito sugli ingredienti

Salvo: (Entra come sempre, trionfale). Possiamo partire? Ok! E così, cari amici stiamo entrando in una nuova era? Lucio, ci aggiorni. Come ormai tutti sanno è l’ideatore della pasta straccia e per questo ci possiamo ritenere fortunati ad averlo qui con noi. Decine di emittenti ce lo strapperebbero letteralmente dallo studio. Pensate che ci ha sfiorato l’idea di legarlo alla sedia … (ride da solo). Lo so a chi state pensando … il nostro pubblico è molto acculturato.

Lucio: (Si sta chiedendo a cosa riferisce senza capire). Sì … Nell’ultima puntata non ho potuto precisare i contenuti del mio metodo innovativo perché sono stato interrotto da personaggi alquanto impreparati e oltretutto ho dovuto abbandonare lo studio per motivi personali.

Salvo: Ora è qui ... ne approfitti, il nostro pubblico è ansioso di sapere, tra l’altro i suoi metodi prevedono un minor consumo di energia.


Lucio:


È provato scientificamente che il consumo è praticamente “zero”.


Primo: (Dante e Primo nel frattempo ridacchiavano tra loro). Quello che si risparmia in gas lo si spende per le padelle. Ottocento euro a pezzo.


Dante:

scemo!)


Appunto! E funziona solo se c’è il Sole! (Si guardano come a dire: che


Salvo:


Ferma tutto!


Da fuori:        Signori ... decidete prima di iniziare il “dicibile”: eh! Non vi contraddite.


E inutile avere delle esclusive se poi vi danneggiate a vicenda.

Lucio: Se mi volete morto ditelo … siete invidiosi perché sono arrivato prima io? Il futuro è questo signori … il Sole!

Lina: Ti rendi conto che se dovessi cucinare per ottanta persone col tuo metodo impiegherei una decina di ore per far bollire l’acqua? Cosa faccio, dico ai clienti di passare il giorno dopo la prenotazione perché nel frattempo sto tentando una bollitura sperimentale ed essendo una giornata piovosa non si sa come andrà a finire?

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Tino: Ah! Tu sei quello delle pentole a pannelli solari … ma vai al diavolo … cosa ti riesce meglio? La pasta straccia … ci credo, dopo ventiquattr’ore di cottura si disfa prima dalla disperazione.


Lucio:


La cucina antartica prevede questo tipo di cottura lenta.


Eva:


Direi eterna. E soprattutto con tanto ghiaccio!


Primo:


La cucina fredda non è una novità! (Da una gomitata a Dante).


Dante: Lascia perdere … non ti abbassare al loro livello. Io sono per la tradizione … poi … I nostri finalisti non ci sono? A proposito, quei piatti della finale dove sono finiti? Tina!

Tina: Li ho messi da parte per oggi. (Entra). Ripresentate quei capolavori? … Vado a ravvivarli un po’. Quell’aloe finta adesso sembrerà vera.


Lina:


Si è convertita! Ditemi che è l’ultima puntata …


Salvo:


Sì, facciamo il riassunto della stagione e chiudiamo in bellezza.


Lucio:


Non mi fai dire circa il metodo?


Primo: Siamo ansiosi. Pensa che per venire qui di corsa ho smarrito mia moglie per strada. Queste pentole le produci tu?


Lucio:

mano!


No! Vengono fuse in oriente da artigiani metallurgici formidabili. Fatte a


Lina:


Si vede! Quei pannelli lì fuori a cosa servono?


Dante: Sono le pentole del futuro. Il problema è nelle misure: un metro quadro di pannello. Dove lo metto, sul terrazzo del mio ristorante.


Eva:


Io li sto sistemando tra i filari al posto delle stufette: vino straordinario!


Salvo:


Sempre le tre botti di produzione o c’è un incremento?


Tina: C’è la nicchia! Eh! È inutile che fate venire questi soggetti in studio, non fate altro che creare illusioni nella gente che si precipita in quel tal posto credendo di trovare veramente il super prodotto che gli viene proposto in tv senza rendersi conto che il prodotto è una mera invenzione. Finito il quantitativo, per altro miserrimo, che

èfinito sulle tavole degli stessi produttori, si portano a casa le stesse identiche cose del supermercato. Siamo in onda?

Da fuori: Per fortuna no … e poi anche se fosse, non ci sarebbero problemi. Adesso ha capito perché si registra?

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Lina: Ammettiamo che qualcuno di noi decida di raccontare qualche particolare, per esempio che i cibi sono finti e gli ingredienti sono di plastica?

Salvo:              Ci sarebbe sempre qualcuno pronto a smentire tutto: loro per esempio. E

poi abbiamo un ristorante accanto. Voglio dire, se è il caso si va lì per …

Primo: Il pubblico ha bisogno di sogni, noi diamo l’idea di perfezione, di irraggiungibilità. Le massaie a casa non riusciranno mai a preparare questi piatti.


Da fuori:


E compereranno i libri che proponiamo noi dallo studio: semplice!


Lucio:


E acquisteranno le mie pentole sperimentali.


Eva:


Il mio vino di nicchia.


Tina:                 E tutte le porcherie varie. E il cerchio è chiuso. Qualche cretino cercherà


il Peritonio in macelleria e gli rideranno dietro. (Esce).

Lina: C’è un non so che di follia in questo studio … per voi la tradizione che valore ha?

Salvo: Bisogna innovare … non vorrai mangiare il risotto alla milanese ancora giallo?

Lina:                  Figurati! Non sia mai! Che diavolo. (Sarcastica).

Primo:             Cos’hai da dire del risotto? L’ho già rivisitato.

Tino:                 Come stava: bene? Cosa sono questi grilli che saltano dappertutto?

Da fuori: Sono per un piatto orientale … ci saranno scappati … accidenti chi lo sente quello! Catturateli in fretta! Non facciamo i dilettanti. Sono dieci chili di roba. Prendete i retini.


Tino:

ristoranti?


Scendi tu! Ti immagini, servire un piatto di questi cosi nei nostri


Lina:


Non oso pensarlo … Mamma mia in che mondo finiremo!


Tino:


Avrei delle difficoltà ad impiattare. (Sghignazza divertito).


Eva:                   La nostra emittente sta tentando di promuovere gli insetti in Italia per


uno scopo politico, gli allevamenti tradizionali creano troppo inquinamento mentre quello degli insetti no! Quindi dagli oggi dagli domani: ci si abituerà prima o poi.

Primo: A furia di far credere che sono buoni cominceranno ad importarli o ad allevarli e noi, caro collega, venderemo noccioline nelle fiere di paese. (Tutti fanno dei gesti per scacciare gli invisibili grilli).


Dante:


Già! Ma saranno noccioline speciali di alto profilo.


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Salvo:


Indubbiamente!


Lucio:


E la pasta straccia la farà da padrone.


Eva: Forse le tue pentole a panelli serviranno a fulminare i grilli direttamente sulle celle solari.

Dante:              Riassumendo: il futuro è così vicino che temo già la totale fine della


nostra tanto amata cucina e il conseguente nostro vagabondaggio di studio in studio per indurre il pubblico alla conversione entomologica.


Primo:


Che bello! Non vedo l’ora! Cosa hai detto?


Eva:


Quello che non subirà trasformazioni sarà il vino.


Lina:                  Spero che non ci resti il tuo “settecentesco” da sorbire altrimenti mi do


alla coltivazione del petrolio in botte! Che potrebbe essere meglio del tuo liquame.

Salvo: Stiamo trascendendo signori … per ora siamo alla cucina antartica che il nostro stimato chef Lucio ha tentato di descriverci.

Lucio:              Non mi fate parlare … mi deridete …

Primo:             Insomma … deridiamo … è una puttanata.

Lucio: (Si è alzato per allungare le mani su Primo). Guarda: ti compatisco perché sei scemo! E tu non ridere perché sei anche peggio!

Salvo: Attenzione: si registra! Mi sembra il momento di far entrare il vincitore di questa splendida edizione di “Super padella chef” che così tanto successo ha

riscosso nella popolazione. (Entra l’inserviente con dei fogli, li da a Salvo). Mi hanno portato ora i dati di ascolto … vediamoli insieme in diretta … dunque … signori: il quaranta per cento ha scelto il nostro programma la sera della finale … (Applauso scosciante). Grazie… Perché indugiare oltre: che entri il vincitore … (Ovazione). Eccolo qui il trionfatore! (Ha un trofeo: è una padella).

Filly:                 (Si inchina). Non lo meritavo … (Ovazione). Voglio salutare la mia

amica e collega. Marisa, se mi ascolti: un bacio!


Salvo:


Senti senti … un bacio … avete capito … c’è del tenero.


Lina:

tenera.


Avranno avanzato qualche spugna … voglio dire: … bistecca tenera


Salvo:


E così, tra una spadellata e l’altra è nato un flirt … bene!


Filly:


Beh … così …


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Tino: Sinceramente la tua vittoria mi sorprende … non è per chissà quale motivo ma pensavo a quell’altra, come si chiama? Marisa! Il suo piatto, a parte la forma a losanga, che mi piace da morire, quando vedo una losanga impazzisco, aveva quel non so che di nuovo, quella fragranza tipica della cucina contemporanea.


Lucio:


Preparato col il mio metodo.


Salvo:              No, Lucio, non è quello. Il tuo metodo lo sperimentiamo nella prossima


stagione. Almeno che non ci sia in ballo qualcosa prima. La butto lì eh … regia.


Da fuori:


Tu butta …


Lucio:


Già, mi confondevo.


Lina:


Parlate tutti ma ricordate che il mio contributo è stato determinante.


Primo:


Lo stavo per dire.


Dante:


Lo stavo dicendo io … ti metti sempre in mezzo.


Salvo:              Non facciamone una questione personale. Si sa! Lina ha determinato lo


stile del futuro con il suo gusto raffinato. Il tocco di classe che contraddistingue la nostra trasmissione. Che ricaduta avrà nel proseguo della sua attività?


Lina:


Non mi pronuncio: per ora!


Eva:                   Cari amici da casa, a compimento di questa nostra entusiasmante


stagione vi annuncio che metterò a disposizione la mia cantina, e a tutti coloro che avranno intenzione di visitarla, un vino a prezzo speciale.


Lina:


E tutto con sole tre botti.


Salvo:


Ferma!


Da fuori:        Vi prego: non vi danneggiate a vicenda … suvvia. Che impressione


vogliamo dare al pubblico?


Tino:


Io ho l’impressione, voi non lo so!


Eva:


Siete dei denigratori nati.


Lina:                  Sì, però tu, vedi di non spararle troppo grosse. Prezzi speciali! Non farmi


ridere. Piuttosto, guardate che la redazione mi ha detto che hanno chiamato in molti perché vogliono sapere chi produce quelle tovaglie … si è scatenata una moda: chi le fa?

Da fuori: Il nostro editore. Le aveva giacenti in un magazzino da anni e ha pensato di utilizzarle in qualche modo.


Lina:


Roba di nicchia! Io, queste porcate, nel mio albergo non le matterò mai!


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Primo: Noi facciamo tendenza … basta un passaggio in TV per scatenare le folle. Nei nostri piatti mettiamo di tutto … butta dentro … li facciamo dannare. Pensate che c’è gente che mi telefona per dei prodotti che mi sono inventato anni fa e che non esistono e si arrovellano perché non li trovano. Questo si chiama “cucina”.

Dante: Come la storia del risotto. Lo sapete che una sera, a cena, in un ristorante qui di Milano, ho visto portare il risotto mezzo verde e mezzo rosso. Le risate. Mah! Riprendiamo il filo che è meglio.


Primo:


Veramente? Perché lo dici solo ora?


Dante:


Perché non è vero! (Sghignazzata dei presenti).


Lina: La nicchia dove la metti? Eh! Abbiamo già lei che con tre botti allaga Milano a prezzi speciali versando direttamente il “nettare” sulla plastica.

Lucio: Sono leggermente disgustato e mi è venuta anche un po’di fame … si potrebbe avere qualcosa?

Da fuori:        Ti conviene uscire se hai fame: qui di commestibile abbiamo i piatti

preparati da loro: di plastica.

Salvo: Essendo una trasmissione di cucina mi sembra il massimo. Dai regia … vediamo di finirla.


Filly:


Perché mi avete convocato?


Salvo:


Sei il trionfatore!


Filly: Capirai che trionfo: lo sapevano tutti qua dentro che sarebbe andata così … mi spiace per Marisa, lei in fondo ci credeva.


Dante:


Non mi far ridere … Marisa, vieni un attimo …


Marisa: Lo scopo non era quello di fare un programma di tendenza? Innovativo! Con ingredienti straordinari … ci siamo riusciti no? Comunque lo sapevo come andava a finire. Mica sono scema!


Eva:


Ingredienti talmente straordinari che non esistono.


Lucio:              Perché non siamo ancora entrati appieno nel futuro, la cucina antartica


prenderà piede l’anno prossimo, quando divulgherò il mio metodo, ecco che allora i prodotti inesistenti diverranno realtà.


Primo:


Viva la nicchia trullallà… Guarda, ti è rimasto un grillo tra i capelli!


Dante:


Prova ad assaggiarlo, dicono che è meglio crudo.


30


Lina:                  Fa più antartico. Tino vieni con me, ti offro un piatto di una bontà

astronomica.

Tino:                 Polvere di stelle?

Salvo:              Sarà quella caduta dalla nube di Magellano … Più antartica di quella!

Tina:                 (Entra con un carrello). Ho portato i piatti … come? Non vi fermate a

pranzo? Schizzinosi!

FINE SECONDO ATTO

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ATTO TERZO

Scena prima

La settimana successiva.

Dante: (Entrando si avvicina a Primo). Stai preparando qualche ricetta particolare per lo special di stasera? L’hai ideata tu? (Appoggia sul tavolino un trofeo simile ad una di quelle coppe che si vincono alle corse dilettantistiche, Primo lo osserva senza dire nulla).

Primo: Ho fatto un sogno nel quale noi eravamo cuochi di corte intenti a preparare un buffet di alto profilo e qualcuno, molto competente, devo dire, mi ha suggerito questo pasticcio.

Dante: Qualcuno? È proprio vero che il mondo è cambiato, una volta davano i numeri del lotto … ora pasticci. Ma si sa in sogno può accadere di tutto.


Primo:


Cosa vuoi insinuare: che sono un inetto? (Va ad osservare il trofeo).


Dante:


Di che colore stavolta? Blu?


Primo: Ti hanno mandato in avanscoperta per caso? Non avendo idee si copia dai sogni altrui.


Dante:


Non ho bisogno di copiare: ho i miei di sogni.


Primo: Vedo! Hai vinto una gara ciclistica ultimamente? Dai, chiama il titolare della trasmissione , sentiamo cosa ha in mente!


Dante:


Salvo! Il sognatore ti desidera. Si dev’essere nascosto. Salvo: cucù?


Primo:


Speriamo che non rimanga abbagliato dalla coppa.


Salvo:


Ecco la scaletta.


Primo:


Dove porta? In Paradiso?


Salvo: Voi due non cambierete mai … Vi voglio dire che stasera, stasera oggi, adesso, (Vede l’oggetto) ci saranno personaggi di spicco, vediamo di non litigare e vestitevi come si deve. Stento a riconoscervi. (Getta la coppa fuori scena, Dante ride).


Dante:


Ci mettiamo in tuta?  Chi deve venire per la precisione?


Salvo:


Tino, Lina e Lucio e come ospiti d’onore i due chef finalisti.


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Primo: E me li chiami ospiti d’onore? Li fai venire perché sei costretto. Tieni, questo è il menu della serata. Grande classe … cose mai viste!


Salvo:

stregone?


(Legge). Per la miseria … dove l’hai trovato: sul manuale dello


Dante:


L’ha sognato! Un po’ di rispetto per i morti che glielo hanno suggerito.


Salvo:


E voi pensate che possa andar bene?


Primo:


È in linea con la nostra campagna innovativa.


Dante:


Premetto che non l’ ho ancora visto.


Salvo:


Pensavo che l’avevate stilato assieme?


Dante:              Stilato … figurati! Lo leggo … dunque … sì … questo non è innovativo:

èben oltre! (Fa dei gesti, vuol dimostrare la sua superiorità). Vuoi che ne faccia un aeroplanino? O preferisci dargli fuoco? Questo animale dove lo trovi: al circo? Fai venire anche l’addestratore o ci pensi tu?

Primo: Tu di cucina non capirai mai niente: parola mia! Impara a far bollire il lesso che è meglio.


Dante:


Stai zitto risotto verde … (I toni si alzano).


Da fuori: Riprende la battaglia del riso. Amici, stanno arrivando i vostri allievi, datevi un contegno. Vi credono dei maestri.


Primo:


Siamo dei maestri.


Salvo:


Dell’asilo … dai, non fatemi dire sciocchezze.


Dante:


Le dici indipendentemente.


Da fuori: Fatemi leggere la lista … mando giù il ragazzo. Tra cinque minuti iniziamo la registrazione.


Dante:

di me?


E poi, perché dev’essere suo il menu? Chi l’ha detto? È forse più bravo


Salvo: (Colpo di tosse). Ultimamente abbiamo oltrepassato il limite della bravura per entrare in quello della paura. Questa trovata della cucina antartica mi sa tanto di porcata …

Da fuori: Primo, cerca di sognare meglio: questo menu l’hai copiato da un antico testo romano che parla di un banchetto organizzato da Augusto con tutte quelle tortore che svolazzano nel salone. Non avrai intenzione di portare in scena un cinghiale intero per caso?

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Salvo:


Primo che sogni fai?


Dante:


Non è capace!


Primo:


Eh … che sarà mai … chi lo conosce poi.


Da fuori:


Io! E poi non è in linea con la nostra linea.


Primo:


Linea, linea … non sono un geometra.


Da fuori:


Ma nemmeno uno chef! Ci penso io! Ti mando giù il ragazzo.


Primo:


Mandalo dove vuoi.


Dante:


Primo, ti consiglio di dormire il meno possibile.


Primo: Intanto non sei stato capace di stendere nulla. Aspetti che sia io a prendere l’iniziativa.


Salvo:


Siete degli iniziati!


Scena seconda

Eva: (Arriva inattesa). Ragazzi, guardate che vinello. Dante, ti avevo detto di portare quella coppa antica!


Salvo:


Sei stata convocata? Fa’ vedere? Primo, è adatto per il tuo menu …


Primo:


Sciocchezze, non esistono vini così antichi.


Dante:


Se scavi li trovi. Giusto Eva?


Eva: È vero, ho dovuto scavare per trovarlo. Era sotto il pavimento, che è in terra battuta, come nelle migliori cantine.

Salvo:              Ecco! Scommetto che era in abbinamento con quel coso che ho … vado


a prenderlo … scusa Eva: ho gettato il Graal in corridoio. Questo sì che è in linea!


Da fuori:


Qualcuno di voi ha un fucile per caso? Mando giù il ragazzo a prenderlo!


Primo:


Ancora con ‘sto ragazzo.


Dante:


Allora prendiamo una decisione: che cosa facciamo da mangiare?


Primo:


Stavolta lo facciamo davvero!


Salvo: Dipende da Lucio, se porta le sue pentole possiamo dire addio alle nostre prelibatezze … vorrà dire che ci ritireremo in Siberia.


Eva:


Possiamo anche mandarlo a quel paese o mi sbaglio?


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Da fuori:

lontano!


Se ci andiamo dobbiamo farlo tutti assieme cara. E il giorno non è


Eva:


Pessimista! Dammi questa coppa: miscredente! (Arriva Tina).


Tina:


Sono arrivati tutti. Se vuoi iniziamo.


Salvo:


Dobbiamo ancora decidere il menu … c’è una tale indecisione.


Tina:


Quale indecisione? Ho già pensato io a tutto.


Da fuori:        Sei un angelo Tina! Se non fossi già mia moglie ti sposerei subito.

Diamo inizio alle danze! Preparatevi: ai posti di combattimento.


Salvo:


Forza! Voi due toglietevi quel camice, sembrate due infermieri.


Lucio:


(Sta trascinando una grossa scatola). Va bene qui regia?


Dante:


Hai portato l’officina?


Primo:


È solo il tornio!


Lucio:


Scherzate voi … il domani è qui!


Eva:


Anche il dopo-domani!


Lina: (Come al solito crede che per entrare in uno studio bisogna per forza fare qualcosa di eclatante). Eccomi qui … beh? Sciopero? (Fa una giravolta). Cheaccoglienza! (Saltella sulla punta dei piedi).

Salvo: Lina ti prego, non siamo a teatro, via, un po’ di calma … non vedi che stiamo discutendo sul daffarsi.

Lina:                  Con tutti questi chef? Ma … siete infermieri ora? Mi puoi misurare la

pressione? (Sarcastica).

Primo: Ci mancava la “tovagliara” … Dante, ha degli stracci nuovi da buttare sui tavoli … dove li hai rinvenuti in qualche sotto scala del tuo hotel?


Lina:

tavoli.


Ho frugato nel tuo ristorante, poi mi sono accorta che li avevi già sui (Sarcastica. Ha una scatola dalla quale estrae una coppa).


Lucio:


Lo lascio qui?


Da fuori:


È delicato?


Lucio:


Piuttosto!


Salvo:


È completa?


Lucio:


Manca il pannello.


Lina:


È un quadro?


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Dante:


Non vedi che è rotondo.


Eva:


Se dobbiamo iniziare di nuovo ditelo.


Primo:


Uh, la vinaia … quale prelibatezza abbiamo oggi?


Tino:


È permesso?


Da fuori:


Finalmente: ti stavamo aspettando.


Tino:


Vengo da Roma eh … Avete già deciso il menu?


Salvo:


Mettiamoci una pietra sopra che è meglio. Tina … prendi l’iniziativa.


Tina: Eccolo qui … allora! (Ha davanti a sé la coppa. Legge). Gara podistica provinciale. Chi l’ha vinta? Se avevate in mente stravaganze mettetele da parte. Qui siamo seri! Vado a leggere.

Primo.             Puoi rimanere se credi!

Tina: Vuoi che ti faccia male? Allora … Antipasto di erbe varie con spruzzata di mandarinetto cinese stravecchio o in alternativa detersivo per i piatti, che è dello stesso colore e risalta i … (Dà un’occhiata agli chef). Piatto freddo.


Lucio:


Antartico!


Eva:


Appunto!


Tina:


Primo …


Primo:


Dimmi! (Si avvicina a Tina).


Tina:


C’è una barella per favore?


Da fuori:


Sta arrivando! (Ironico).


Tina:                 Primo: Se dici ancora “dimmi” ti sparo. (Primo alza le braccia in segno

di resa). Ecco. Di primo: riso alla macedonia tricolor in calzamaglia.


Lina:


Va ad una sfilata?


Lucio:


Rosso o verde?


Tina:


No! Blu!


Lucio:


Antartico, come si addice alla cucina moderna da me introdotta in Italia.


Tina:

letto di …


E poi … spaghetti alla formicaia in salsa neutra di petali di rosa su di un


Dante:


Procuste!


Tina:


Tua sorella … su di un letto di Sbreuse tropicale.


36


Eva:


Che è notoriamente una prelibatezza.


Dante:


Tutte novità oggi!


Tina:


Se aspetto voi …


Salvo:


E di secondo? Margherite fritte?


Lina:


In un letto di aloe finta naturalmente.


Eva:


È ovvio!


Lucio:


Tutti piatti freddi mi raccomando!


Lina:


Polari! E quindi?


Tina: Non è finito … stracotto del famoso Peritonio di cui sopra e di Pangolino delle amazzoni in profumi di gloria.

Salvo:              Gloria? Cos’è!

Eva: Prodotti alternativi … se ne ignorava l’esistenza. E chi dovrebbe cucinare tutto questo ben di Dio?

Tino: Non guardate me perché io impiatto, vengo su da Roma per quello. Questa vostra cucina non prevede frutta? So pelare una mela senza toccarla con le mani … sono abile. Sono un maitre-hotel!

Da fuori: Niente frutta. Cucinano i nostri finalisti: Marisa, Filly, potete entrare. Forza ragazzi iniziamo. Dove sono? Al posto … Lina a cosa serve quella coppa?


Lina:


A nulla … è solo bella da vedere. Ho deciso di metterne una per tavolo.


Da fuori:


Pensavo a qualche … niente … Forza: uno, due tre.


Scena terza

Il grande pasticcio

Salvo:              Eccoci in diretta per questo special di “Super padella chef” che tanto


successo ha riscosso nel corso di quest’anno tant’è che abbiamo ritenuto di andare in onda con un numero straordinario. La nostra emittente ha dato ascolto alle richieste dei telespettatori, che, incuriositi da tanta professionalità, hanno scritto centinaia di lettere e mail … a proposito Tina ci può mostrare quel pacco di … ecco! Davvero tante! Come non soddisfare l’attesa. Ospiti di questa serata, come sempre, i nostri amati chef … Dante Odorini e Primo Carrelli. (Applauso scosciante). Sentite che applauso. Due grandi innovatori! Siete dei “futuristi”.

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Dante:


Io lo sono ancora, altroché, lui un po’ meno.


Primo:


Cosa dici? Io devo essere sempre di meno.


Salvo:


Dante … non capisco …


Dante:

mondo.


Hai detto che fu turista … lui lo fu, io mi diletto a vagabondare per il


Salvo: Amici da casa, avrete già capito che i nostri cuochi amano scherzare ma questa sera sono particolarmente in forma. Bene! Accanto a me, come da tanto tempo ormai, la bella Eva della Frasca, una nobile figura che tanto ci delizia col suo prezioso vino che questa sera, se non ho capito male, verrà servito in una speciale coppa.


Eva:

Cesare.


Sì! Antica. Molto antica! Alcuni la fanno risalire al tempo di Giulio


Salvo:              Nientemeno. (Interviene per evitare spropositi). E non da meno l’ormai


leggendario Tino e accanto a lui la mitica Lina Dell’ulivo … cosa sarebbe questa trasmissione senza di loro.

Tina: Un’altra cosa! (Allusiva). Ha letto le testimonianze di solidarietà che le sono giunte.

Eva: Le leggerò … e ringrazio tutti i miei estimatori. Mi sono commossa a dismisura … sono talmente tante che dovremo fare una trasmissione apposta ma, non essendo io un’esibizionista, mi limiterò a rispondervi in privato.

Salvo: Chi manca ancora? … Ma certo! Loro! I nostri finalisti! (Entrano i due mano nella mano). Ah! Ma qui c’è qualcosa d’altro … c’è del tenero …

Marisa:            Insomma … sarà stata la lunga frequentazione.

Filly: Tra una spadellata e l’altra, oltre i manicaretti e i vari risotti alla milanese, ci siamo cotti anche noi.


Salvo:


Che belle parole … bene!


Lina:


Siamo in diretta?


Da fuori:

ormai!


Stop! Fa apposta o è veramente convinta? Dovrebbe avere dimestichezza


Tino:                 Più che dimestichezza … lasciamo andare va … Non sarebbe opportuno


illustrare il menu? Chi lo deve preparare: loro o loro?

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Tina:                 Si è preparato da solo. Leggi! (Nel frattempo Lucio ha esposto la sua

pentola a pannelli, diciamo così fuori inquadratura. Gag a piacere). Se dovessimocuocere con quella vi garantisco che le vacanze le passiamo qui!

Lucio:              Ecco fatto!

Salvo: Siamo in pausa … che cos’è, il nuovo impianto di riscaldamento? (Ilarità generale).


Lucio:


Il futuro cari miei. Tocca a me?


Primo:


Sì! (Gomitata a Dante).


Dante:


Quanti anni hai?


Lucio:


Quaranta.


Eva:


Pensi di passare la vecchiaia in questo studio?


Tina:


Se avete finito io inizierei a portare i tavoli.


Lina:


Li devo vestire subito o …


Da fuori:


Le faccio mandar giù i coperti … mi raccomando, li illustri a dovere.


Lina:


Erano in deposito anche questi o …


Da fuori:


Tutto depositato.


Eva: Chissà che belli … a me interessa solo che il vino si stagli sui colori delle tovaglie.

Salvo:              Si staglia, si staglia. (I due finalisti si sono appartati e non pensano

minimamente a quello che succede). Ehi, voi due, dove credete di essere: al cinema?

Marisa:            No! Siamo inquadrati?

Filly:                 Non vogliamo scandali o pettegolezzi vari … tagliateci!

Dante: Caro … è troppo tardi! Il prezzo si deve pagare … avete voluto diventare chef antartici? Ora verrete chiamati ovunque per approfondimenti e al caos si aggiungerà anche la vostra storiella d’amore chi i vostri amabili genitori hanno suggerito di inserire nel contesto. Si chiama “audience”.


Lina:


È finto anche quello? Non mi abituerò mai!


Tino:


I cibi? Questa sera sono veri o siamo sulla plastica?


Da fuori:


Leggi il menu (Glielo ripassano).


Tino:                 È questo? Pensavo ad uno scherzo. “Sbreuse” … Sì sì … plastica, per

carità ... mi raccomando: scegliete la migliore.

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Eva:


Posso? (Legge). Che vino posso abbinare a ‘sta roba?


Primo:


Qualsiasi credo! Tenta con l’aceto!


Eva:


Villano! Non hai portato il Peritonio o il risotto colorato.


Lucio:

carne dura!


Il Pangolino mi cuoce in sedici ore … un tempo ragionevole direi. È una


Salvo:


Altroché … signori: diamo inizio alla serata. Partiamo!


Da fuori:


Uno, due e tre!


Salvo: Eccoci tornati in studio per dare inizio al nostro special … che cosa andremo a preparare? Ve lo state chiedendo da un’ora. Prima di accendere i fornelli, oggi, il nostro sperimentatore Lucio ci proietterà nel futuro illustrandoci il suo metodo di cottura innovativo, col quale, non dimentichiamocelo, ha ottenuto la famosa pasta straccia. Prego!

Lucio: Dopo anni di sperimentazione, finalmente, sono riuscito nel mio intento e questa sera sono orgoglioso di presentarvi, in esclusiva mondiale, la mia pentola a pannelli solari. È semplice.


Salvo:


Il futuro della cucina italiana.


Primo:


Come vedete non tutti i cervelli sono fuggiti … i migliori li abbiamo noi.


Dante:


Questa emittente ha puntato sui cervelli.


Eva:


Ma anche sulla tradizione!


Tina:


Archeologica!


Lina:                  Ma soprattutto sull’eleganza … apro questo involucro … so benissimo

quello che c’è dentro: ho impiegato un mese per trovarli. (Sono delle improbabili tovagliette e posate di pessimo gusto, oggetti da chissà quanti anni finiti in qualche scatolone in soffitta). Per bacco: che meraviglia … (Tra sé). Avranno sbagliato pacco.

Da fuori: Stop! Non le piacciono signora? Devono svuotare il magazzino in qualche modo. Basta che lei dica che sono alla moda e vedrà che successo. Insista su qualche particolare.


Tino:


Uniamo il passato direttamente col futuro.


Dante:


Che idea.


Primo: Provate a stenderla sul tavolo (Lo fanno). Pensavo peggio. Metti la bottiglia di aranciata qui in centro.


Eva:


Questa bottiglia ha trecento anni.


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Dante: Appunto! (Ispeziona la bottiglia). Eccola, la cerco da anni: è quella che usano per il miracolo di san Gennaro!


Eva:


Deficienti! Me ne vado indignata.


Da fuori:        Dai Eva … ti indigni senza nemmeno conoscere il significato della


parola. Non ti diverti? (Gestaccio di Eva). Ragazzi, il tempo stringe, non possiamo occupare lo studio per l’intera giornata. Diamoci dentro. Salvo, illustra il menu. O quello che è! Le “carni” o quello che sono, le avete già cotte?


Salvo.


Stanno bollendo di là. Facciamo la sceneggiata di uscire a perderle?


Da fuori:


Facciamola, tanto! Sono tacchini o che altro? Dai!


Lucio:


Una miscela!


Lina:


Esplosiva!


Scena quarta

Il menu

Salvo:              Da tempo, sul panorama culinario italiano ,si è affacciata la cucina


antartica introdotta da un equipe di chef che abbiamo l’onore di ospitare, come sapete e ovviamente anche i metodi di cottura si sono dovuti adeguare. Per questo motivo il nostro Lucio, che oserei definire una persona a cavallo tra l’inventore e lo chef , ha perfezionato questo marchingegno … ci dica, come si cuoce il cibo?

Lucio: Ecco, una volta messa l’acqua si deve attendere la bollitura che, se ben esposta al Sole, può avvenire in tempi ragionevoli .


Primo:


Vale a dire?


Lucio:


Beh, diciamo …


Dante:


Un mesetto?


Lina:


Nel frattempo vi intratteniamo con un quiz.


Eva:


Innovativo si intende!


Tino:


Tutto innovativo!


Da fuori:


Finitela! Volete che dica parolacce eh?


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Tina: Taglia! (Entra con un pentolone che, dopo avere cercato invano dove svuotarlo rovescia nella pentola a pannelli, nessuno se ne accorge ed esce, dietro di lei entra il solito in serviente e consegna a Salvo dei fogli).

Salvo:              Cosa sono? (Legge). Ma porca miseria … un gruppo di albergatori

svizzeri chiede dove si possono trovare quelle tovaglie a quadrettoni bianchi e rossi.

Lina:                  Mandate quelle e queste … tutte … un bel pacco … le porto su io!

Marisa: (Fin ora ha confabulato con Filly). Lo sapete di chi erano? Le aveva comprate mio nonno per il suo ristorante prima della guerra poi è stato bombardato e ha chiuso tutto.

Dante: Gli è crollato tutto vorrai dire! Ho capito … sì, quel famoso ristorante di via Strozzi … ricordo, ho sentito dire insomma … la locanda dei malandrini … sì sì!

Primo: Posso dire la mia? Prepariamo ‘sti piatti e portiamoli dentro, nel frattempo raccontiamo barzellette.


Eva:


Sotto!


Da fuori:        Se mi interrompete la registrazione scendo di persona col fucile: chiaro!


Forza! Voi due vestitevi e andate di là … leggete quella specie di menu e trovate qualche corbelleria da dire a sostegno … è richiesta molta fantasia! (Escono i due chef e i finalisti). Voi nel frattempo intrattenete con dichiarazioni eclatanti … Tina,Sali un attimo!


Primo:

spettacolare.


Preferirei il mio cinghiale con tortore volanti. Se non altro è più


Da fuori: Primo è una follia … avremmo tutti contro, non è più tempo di banchetti stravaganti … dai! Piuttosto cambia il colore del risotto.


Dante:

mi viene …


Ancora con questo risotto alla … (Pensa). Dunque, aspetta perché … non


Primo:


Milanese!


Salvo: Ecco! Ho un piccolo sospetto a riguardo che preferisco tenere per me. Di cosa parliamo?


Da fuori:


Di quello che volete purché sia inerente alla serata.


Lucio:


Posso partire con la bollitura?


Lina:


Vai vai … a casa però!


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Tino:                 Non serve … è tutta plastica … ad un certo punto riempi la pentola con

acqua bollente, senza farti prendere, e vedrai che successo: non faranno nemmeno in tempo a fabbricarle.


Lucio:


Dici?


Lina:

figurone …


Lo dico anch’io. Muoviti! Il Peritonio e il Pangolino mettili già cotti. Un


Salvo:


A sostegno delle vostre diavolerie avete dei libri da pubblicizzare?


Eva:


Sì! Tieni! (Tutti mettono su di un carrello due o tre libri ciascuno).


Salvo: “Come decantare i vostri vini antichi” di Eva Della frasca e Vittorio Picciolo. … Alla faccia … complicato eh! E, così facendo si sopravvive?


Eva:


Direi … è un metodo scientifico.


Lina:                  Antartico. Le tovaglie … dai, giù prima che arrivino coi carrelli. È


meglio metterle al contrario … cosa dite? Se riuscite a venderne qualcuna ditemelo che mi ritiro in convento.

Da fuori:        Fai un po’ come ti pare. All’estero tirano! Vi avevo detto di intrattenere

ma voi eh … dai: via!


Salvo:


Di cosa parliamo? … Sì! Eva raccontaci come ottieni il vino.


Eva:

anche vigna.


Certo! Prendo il mio manuale … ecco … partiamo dal campo, detto


Salvo:


Che padronanza di termini!


Eva: Beh! Se non li usiamo noi addetti. Non tutti i terreni sono adatti ma si possono rendere produttivi in ogni momento con le opportune salature … io non


voglio chimica nelle mie vigne, ho ridotto drasticamente anche i concimi tradizionali immettendo nel terreno sostanze da me preparate … poi, una volta fatta la vendemmia procedo con la fusione del mosto con opportune miscele di spezie, se voglio fare un vino tradizionale, altrimenti …


Salvo:


La pigiatura?


Eva:


È un metodo superato ormai … vado in pressofusione da anni.


Tino:


È una fonderia … ne ho sentito parlare all’estero. Metodo innovativo.


Lina:


Capisco molte cose … le tre botti … già, di più non ne escono.


43


Eva: Se invece voglio innovare, una volta distillato il prodotto posso comodamente allungare con stagionato di fossa … è così che nasce il mio “formavino”.

Salvo: Per bacco! Il “formavino”. L’innovazione fa del nostro paese l’antesignano della gastronomia del futuro.


Dante:


Soprattutto adesso. Se aspettiamo gli stranieri … hai voglia! (Ironico).


Primo:             Non sapendo che mangiare per via delle dispute che vengono sollevate


ora da una parte ora dell’altra abbiamo convenuto che la cucina antartica sia la soluzione per il superamento delle diatribe. Anch’io nel mio piccolo ho messo in cantiere un’altra novità.


Dante:


Un’altra? Sei un vulcano! Andiamo in cucina, forza.


Scena quinta

Arrivano i piatti antartici


Da fuori:


Stop.


Salvo:


Ti basta come  scoop o aggiungo altro? Vado?


Da fuori:


Dove? Salvo, mi metti in condizioni di offenderti … dai.


Salvo: Cosa devo dire di ‘ste porcate … è tutta plastica. Questa che mette il formaggio nel vino quello che fa bollire chissà cosa …

Da fuori:        Racconta favole.

Salvo:              (Pensa un attimo). Il gatto con gli stivali va bene?

Eva:                   (Che era distratta). Al burro?

Da fuori:        Se scendo passate un brutto quarto d’ora.

Lucio:              Guardate ... l’acqua sta bollendo … (Non se lo aspettava). Miracolo!

Lina:                  (Sta tentando di sistemare alla meglio le tovaglie). Raccogliamoci in

preghiera: è un avvenimento! Idiota, non hai visto che l’ha messa lei.

Lucio: Mi sembrava strano, siamo in studio, il sole non c’è. (È stata Tina a versarla).

Tina: (Entra e si va a sedere). Non la usate: è una sciacquatura … non sapevo dove buttarla.

Primo:             Siamo pronti. (Entrano).

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Dante:


Per cosa?


Primo:

appiccica.


Senti chef da avanspettacolo vai a finire di rigirare la moquette che si


Dante:


Lo sentite con chi mi tocca lavorare.


Marisa:


(Entra con Filly). Siamo pronti!


Salvo:


Partiamo?


Da fuori:


Buona vacanza! Forza: al mio tre. Tre!


Tino:


Un attimo … vengo da Roma non da …


Lina:                  Ragazzi, portate dentro i carrelli e poniamo fine a questo scempio


gastronomico. Dopo questa cosa sbarrate lo studio e fate entrare solo chi ha vissuto nei manicomi per almeno dieci anni.

Tino:                 Concordo! Ecco i carrelli … che belli!

Salvo: Si comincia, ai vostri posti. Eccoci tornati con la nostra diretta … cosa vediamo qui … per bacco che profumino … mi viene voglia di mangiare tutto.


Tina:


Attento perché saranno almeno tremila calorie a portata.


Salvo:


Però? Primo ci vuoi parlare del tuo piatto?


Primo:


Volentieri.


Dante:


No no: oggi!


Salvo.              Sempre spiritosi voi. Lo so, volete sdrammatizzare … le tensioni si


accumulano, i nostri finalisti sono stati chiamati ad una prova terribile. Piatti innovativi in toto … Ma sentiamo. Primo vada.


Primo:


Ecco qua … cosa vediamo …


premetto che ho curato solo l’antipasto.


Tina:


(A parte). Per fortuna!


Primo:             Come vedete il mandarinetto stravecchio ha dato un tono alle nostre erbe


di montagna, alta montagna per l’esattezza, proprio le ultime che spuntano, pensate che vengono strappate di bocca alle capre, tanto per far capire la difficoltà della raccolta e dicevo, basta una spruzzata di questo liquido per farle … come dire … vitaminizzare ecco … se il liquido è cinese ne basta mezza dose, data la concentrazione. Che colori. Chi le vuole assaggiare?


Da fuori:


Stop! Primo … sei impazzito.


Dante:


È talmente bello che viene voglia di mangiarlo.


Che piatti!


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Da fuori:        Riprendiamo.

Salvo: Accantoniamo un istante l’antipasto e dedichiamoci ai primi. Dante ne vuoi parlare tu? (Nel frattempo Tino e Lina si danno da fare per quel che li riguarda).

Dante:              Perché no! Ragazzi avvicinatevi … gli artefici sono loro. Io sono una

specie di consulente se vogliamo. Filly: il risotto com’è ?

Filly: È il famoso tricolor in calzamaglia, l’evoluzione del milanese. Una mia rivisitazione. Sono anni che lo sto sperimentando.

Dante: A furia di visite il nostro prelibato risotto sta diventando di tutti i colori ed è peggiorato gravemente.

Tino: Non andate più a trovarlo altrimenti preso da una crisi di identità si butta nella padella da solo.


Lina:


Saggio! Perché la calzamaglia?


Filly:                 Beh! Il tessuto fa crescere il gusto … è ormai assodato che il filtraggio


della luce conferisce al riso una tale esaltazione dell’amido da renderlo più digeribile.

Anche d’inverno. Però la calzamaglia dev’essere di qualità e a maglie larghe.


Eva:


Quante cose si imparano qui. Mentre per quel che riguarda gli spaghetti?


Marisa:            Gli spaghetti in salsa di petali di rose su di un letto di Sbreuse è una


rivisitazione.

Eva: Di un antico piatto romano d’epoca augustea tuttora in voga presso alcuni ristoranti di classe superiore. Ristoranti che servono i miei vini.

Tino:                 Se permetti … non ne ho mai sentito parlare.

Primo: È noto suvvia, è noto! (Lucio è ancora alle prese con la sua pentola e sta trafficando diciamo non inquadrato). Non va?

Lucio:              Non capisco era partita così bene.

Salvo:              Qualche guaio Lucio? Pensate che è talmente innovativa che stenta a

partire … inserviente vieni … aiutarlo a sistemare questo marchingegno … se è il caso fallo sparire. (Sottovoce). Continuiamo. Allora, questa Sbreuse che cos’è?


Dante:


Era la moglie di Enea.


Eva:


Veramente si chiamava Creusa.


Salvo:              Come vedete cari telespettatori il livello culturale è molto alto,


perlomeno al livello dei nostri piatti. Stento a stare al passo. Tra un po’ occorrerà una laurea per seguirli. Sentiamo!

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Tina: Nel frattempo che gli stracotti giungono a cottura, nella bellissima pentola antartica, vi intratterremo con svariati giochi a premio.

Salvo:              Quali giochi? Ferma! Tina, per favore … sobilli! Aiutiamo questo

malcapitato a rimettere in sesto ‘sta cosa … Dai Lucio … tirali su ‘sti, non so nemmeno come chiamarli … dai!


Lucio:


Gli stracotti.


Dante:


Chissà poi perché sai fare solo stracotti tu!


Primo:


Con quel mezzo … che acqua nera … stai lavando i panni?


Tina:


È sciacquatura. Non se accorge nessuno dai … tirateli fuori presto.


Lucio:


Sono duri … dagli il tempo!


Salvo:


Che anno è? Lina, pensaci tu!


Lina:


Li avvolgo nel sudario e li getto direttamente nel bidone.


Tino:


Fa’ vedere? La miseria, sembrano vivi. Mettiamoli qui!


Lina: Guarda come stanno bene Tino … che servizio! Penso che un pugno nell’occhio faccia meno male.


Tina:


Li lasciate interi o … inserviente: porta la motosega.


Da fuori:


Forse era meglio se servivamo il cinghiale di Augusto. Uno due e tre.


Salvo:              Le sorprese non sono finite … vieni con l’inquadratura qui sopra. Lucio,


descrivi i tuoi famosi stracotti.

Lucio:              Certo … per motivi di tempo li abbiamo già cotti in precedenza, questi

sono dimostrativi: vado a prenderli.


Salvo:


Dove va?


Eva:


Sempre più sorprendente il nostro chef. (Entra con un carrello).


Lucio: Tino, ti prego impiatta tu! (Tutti si fanno dappresso). Signori, non state così addosso alle carni. Si guastano. (Tino la tocca). Il Silfio le protegge ma ...


Tino:


Dici? Mi sembrano ancora vivi … beh! Silfio? Li ha cacciati lui?


Salvo:


Pensavo che fosse una pianta ormai estinta da secoli … credo!


Tino:                 Pensavo ad un amico cacciatore che dopo lunghe scorribande nella


foresta … mah!

Lucio. L’ho riscoperta io modestamente. In Africa, frugando tra le rovine di una città chiamata la … “Candida mammella.”

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Tino: La? … Che dire … ci sarà questo Silvio ma rimane il fatto che sono pur sempre animali tropicali … da che mondo e mondo queste carni, si sa, non sono poi così prelibate … ma sono certo che la cottura antartica ha tolto quel sapore di selvatico tanto sgradevole. Lo assaggio! Però … complimenti: è morbido!


Dante:


(Si china sul piatto annusando). Questo è il Peritonio o quell’altro coso?


Primo:


Il Peritonio … non vedi! Gli ho permesso di bollirlo stavolta.


Lina:


In esclusiva immagino! È già spinato?


Primo:


È una mia prerogativa … l’ho importato io!


Da fuori:


Stop! Pausa di vent’anni! Quando usciamo di galera ne riparliamo.


Salvo:               Sei pessimista … in fin dei conti abbiamo suscitato l’interesse di tutti.


Erano anni che si vedevano le stesse cose … almeno noi abbiamo avuto il coraggio di innovare drasticamente il tutto.

Da fuori:        Se prende piede ‘sta roba mi ritiro in convento: giuro!

Eva:                   Non avete fiducia nel futuro.

Lucio:              Sono dei pessimisti … per loro basta cuocere le solite cose e via:

innovate. (Esce).

Salvo: Ci vuole del coraggio ... ma sì, in fin dei conti si vedono sempre gli stessi ingredienti, le stesse spezie, per lo meno noi, un’alternativa l’abbiamo data.

Da fuori: È vero che la gente, pur di fare bella figura con gli invitati è capace di portare in tavola di tutto … Però, insomma, qui … guardate, cose da non credere: mi hanno chiesto se questi animali vivono qui da noi e se sono già reperibili sul mercato.

Tino:                 Cosa gli hai detto? Che sono di plastica?

Tina: Non ci crederete ma il risotto bicolore l’ho visto servire davvero. E che dibattito ne é seguito. I tradizionalisti contro i modernisti. Sono dovuti intervenire i camerieri per sedare la rissa che è scoppiata, non riguardo i colori ma circa il fatto che il rosso dev’essere freddo e il verde caldo.

Lina:                  Non mi dire! Comunque il risotto alla milanese non si tocca!

Primo: L’avevo detto che sarebbe stato un successo. Il Peritonio poi … hai voglia.

Marisa:            Noi due?

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Da fuori: Quando abbiamo finito la registrazione, prima di andar via , a telecamere spente, venite su a firmare questi contratti … i vostri genitori vi hanno incastrato per anni. C’è in ballo la cucina tripolare da divulgare. Nei prossimi anni però!

Filly:                 Cara Marisa il nostro destino sarà quello di vagabondare di emittente in

emittente a divulgare il nulla in trasmissioni deliranti nelle quali lo “chef” di turno per sopraffare il rivale si inventerà astruserie d’ogni sorta per dimostrare quanto la “sua” cucina sia superiore a tutte.

Marisa: Usando prodotti talmente esclusivi al punto da essere introvabili dalla popolazione. Userà qualche pomodorino di serra coltivato in uno speciale terreno privo di batteri nocivi che alterano la flora batterica o i fagiolini di quel determinato territorio così fortemente vocato alla coltivazione per via della lava vulcanica ricca di chissà quale minerale che fa tanto bene alle ossa: totale produzione tre chili e alla fine presenterà il vino, risultato di un processo chimico sofisticato, come la quint’essenza delle genuinità. In più una bella mappa per raggiungere la località di produzione di queste chimere, come le definiscono? Agro-alimentari!

Salvo: Voi non avete capito che tutto questo “gioco” serve all’editore. Cosa importa della cucina antartica o vegana o chissà ché … niente!


Tino:


In sostanza stai dicendo che in qualche modo bisogna tirare sera.


Da fuori:        Non ti basta? Verrete osannati come Dei … quando siete entrati eravate


sconosciuti: adesso siete divi. E senza fare niente, che sia chiaro! Prendete loro due. Erano degli sconosciuti e ora cavalcheranno la tigre per anni … senza saper nemmeno fare del tè!


Lina:


Le mode le create voi?


Da fuori:        Ma quali mode … ci propongono degli oggetti, dei prodotti e noi


cerchiamo di diffonderli, di farne sentire la necessità, dobbiamo creare dipendenza … le pentole a pannelli solari faranno gola agli ecologisti, o ai vegani, il Pangolino affumicato farà gola ai ricchi alla ricerca dell’esotico a tutti i costi e disposti a spendere a tutti i costi, magari in un ristorante segreto dove sotto banco si cucina anche qualche extraterrestre. Questo sì che sarebbe innovativo.


Tina:


Ce n’è per tutti. Quello che conta è saper innovare.


Filly:


Cara Marisa, nel calderone hanno buttato noi.


Primo:

famosi.


Nel calderone ci finiamo tutti prima o poi: l’importante è finirci ricchi e


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Dante: Quello che conta è che il risotto alla milanese rimanga tale e il gorgonzola pure … poi … tutto il resto è in più.


Salvo:


Sei troppo territorialista.


Primo:


Al nostro Dante manca la capacità rivisitatoria: lo sappiamo!


Eva: La cucina è un malato grave, va visitata tutti i giorni, va nutrita con formule magiche, alchimie d’ogni sorta altro che balle.

Da fuori:        Non mi dite che avete già in mente altre novità? (Tutti si accalcano nel


punto dal quale sembra venire la voce esterna parlando confusamente: tentano di proporre nuove varianti). Capisco tutto ma, se permettete,ho una dignità anch’io …Stavolta rivolgetevi a qualcun’altro! Marisa, Filly: dopo venite sù.

Tina: Questi programmi finiranno nel momento in cui la gente capirà che per cucinare bene non è affatto necessario imparare da questi qui che si credono chissà chi per il semplice fatto che si mettono un cappello alto mezzo metro.

Lina: Comunque qualche novità ci vuole! Per vendere di più è ovvio. È per questo motivo no?


Eva:


Io sono per novità a ripetizione.


Salvo: C’è un limite a tutto! Forza: uno due tre! Eccoci di nuovo qui in studio per concludere la stagione che così tanto scalpore ha suscitato nel mondo culinario. Quest’anno le novità si sono sprecate, abbiamo proiettato nel futuro il nostro pubblico che, oltre a seguirci con tanta assiduità, ha fatto tesoro delle proposte inviando migliaia di e-mail nella speranza di poter ottenere delucidazioni riguardo ai piatti. Riguardo che i nostri chef hanno saputo avere nelle risposte … prego signori … accogliamoli con un grande applauso, se lo meritano. (Boato). I nostri allievi sono ormai a pieno titolo degli chef ,anche tu Marisa … Lina … il grande Tino … Dante e Primo gli antartici … la mitica Eva e infine Lucio … l’inventore … ma dove s’è cacciato? Ah! Mi dicono che è dovuto scappare per motivi … come? … Ah! Niente di grave: i vigili, lo stanno multando. Vi ringrazio dal profondo del cuore, all’anno prossimo!


Da fuori:


Lo sistemo dopo il finale. Dov’è quello? … tu scappi sempre :dai!


Salvo:


Monta quel finalino che hai già registrato. Perché ridi? (A Lucio).


Lucio: (Rientra del tutto ignaro). Beh! Ho portato questi piatti … è una novità! Basta mettere gli ingredienti sopra e in poche minuti sono cotti e … (nessuno lo ascolta, anzi, se ne vanno tutti). Dove andate? Non avete fiducia nel progresso.Tradizionalisti! Mangiano il risotto alla milanese ancora giallo, magari con degli ossi

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buchi … ma ti dico io! Primo, te ne vai? Dante … non dici nulla? (Primo si ferma un attimo volgendosi verso Lucio ma Dante lo afferra per un braccio trascinandolo fuori).

Dante:              Non ti far venire strane idee eh!

Primo: Fai un po’ vedere? Tienili per l’anno prossimo. Lanciamo la cucina atomica. Ho già a disposizione un animale nuovo da sperimentare.


Lucio:


Anch’io!


Dante:

altri).


Ragazzi … legateli! (Primo e Lucio confabulano mentre rientrano gli


Tina:


Ancora novità?


Primo:


Hai voglia!


FINE

Ogni riferimento a persone, luoghi e fatti è puramente casuale

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