Il sangue freddo del padrone delle ferriere

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IL SANGUE FREDDO

DEL PADRONE DELLE FERRIERE

Azione drammatica in un atto

Di ANSELMO JONA

PERSONAGGI

FILIPPO DERBLAY

DIANA DI BEAULIEU

IL PROFESSORE

Nota storico informativa

Filippo Derblay e Diana di Beaulieu, i due eroi del « Padrone delle Ferriere », dopo aver recitato cinque atti per la soddisfazione del loggione, si sono alfine decisi a compierne uno matrimoniale per divertirsi a loro volta. Filippo anche in questa tristissima circostanza ha na­turalmente dimostrato di possedere il più antico dei sangue freddi, pronunciando la sua battuta davanti all'ufficiale di Stato Civile, la più infelice delle battute di spirito, il « sì » matrimoniale, senza impaperarsi.

Poi si è iniziata, appena finito il pranzo di nozze, la luna di miele dei due sposi. Luna di miele,  durante la quale, Filippo ha continuato a sfoggiare quell'imperturbabilità che lo ha reso celebre ed amato fra le giovani frequentatici delle gallerie dei teatri popolari.

La notte inaugurativa della epopea -matrimo­niale, notte che rende inquieti anche i sollevato­ri di pesi, non è stata per Filippo che un af­fare di ordinaria amministrazione.

Durante il viaggio di nozze, compiuto in alto mare, il piroscafo, stanco di galleggiare è nau­fragato. Ebbene, a gridare il ritornello: « Pri­ma i vecchi, le donne ed i bambini » è stato na­turalmente Filippo Derblay, uomo di grande sangue freddo.

Dopo il viaggio di nozze Diana di Beulieu ha tradito suo marito. Non è avvenuta nessuna tragedia: Filippo, uomo di un solo pezzo, non si è smontato. Il suo sangue freddo lo ha sorret­to anche in questa normalissima circostanza. Poi Diana è caduta gravemente ammalata di anemia. Di un'anemia così intensa da rendere assolutamente indispensabile una trasfusione del sangue.

L'ATTO si svolge nella sala operatoria di una clinica diretta da un celebre professore.

Sul lettino, due infermieri hanno adagiato Diana di Beaulieu. La giovane eroina anemica è pallida come una camicia da frale e sospira come è sua abitudine. Filippo Derblay, impas­sibile, conversa in un angolo della sala con il celebre professore.

Il Professore                  - Non è il caso di farsi molte illusioni: le condizioni di vostra moglie sono gravissime. Soltanto la trasfusione di qualche litro del vostro? sangue sanissimo, ricco a miliardi di globuli rossi, potrà salvarla.

Filippo                           - (freddamente) Sono a vostra dispo­sizione, dottore.

Il Professore                  - Non è sufficiente la buona vo­lontà, mio caro Filippo: occorre anche della calma, della freddezza. Siete sicuro di averne?

Filippo                           - (glacialmente) Sicurissimo.

Il Professore                  - L'ho sempre pensato. Ma ora, per questa operazione, è indispensabile che voi diate prova del massimo dei sangue freddi. Un solo attimo di esitazione è suffi­ciente a rovinare tutto.

 

Filippo                           - (sempre più freddo) Questo attimo! non l'avrò. Mi concentrerò, (si concentra).

Il Professore                  - Siete a posto? Avete il sangue freddo sufficiente?

Filippo                           - (sempre più glaciale) Ce l'ho.

Il Professore                  - Allora l'operazione ha inizio. (// professore prende l'apparecchio per la trasfusione del sangue e tenta di immergerne l'ago in una vena di Filippo Derblay. Ma l'ago non penetra. La carne resiste, pare, di cemento armato).

Il Professore                  - Maledizione! Che avviene? Il vostro braccio è forse di ferro?

Filippo                           - (stupito) No, professore. Sono abi­tualmente un uomo di grande sangue freddo. Ora mi sono concentrato ed il mio sangue è. sceso sotto zero: si è cioè congelato. Ecco perché l'ago non può immergersi nella vena! (Il professore cade affranto su una poltrona. Diana di Beaulieu, che ha utilizzalo le ultime gocce del suo sangue blu, per riempire la pen­na stilografica, muore. Filippo Derblay sop­porta la dolorosa perdita con molto sangue freddo).

Cannes, maggio 1927.

FINE