Dramma in tre atti
diSilvio Giovaninetti
da IL DRAMMA n. 199 del 15 febbraio 1954
PERSONAGGI
ASSUNTA
CLAM
MAURI
MARGHERITA
JOSS
ELENA
Rappresentato per la prima volta il 27 novembre 1953 al Schauspielhaus di Zurigo
AL LETTORE
Caro lettore, non si tratta, in questo dramma, di neorealismo: elementi metafisici ed elementi neoromantici cercano di conferire al Sangue verde una lontananza simbolica. Ti prego quindi di vedere nel personaggio di Clam — parlo degli intenti, si capisce — la proiezione rappresentativa di un mondo senza Dio e, per antitesi, dalle opposte tesi del Notaio e di Elena stessa, la critica del determinismo scientifico e della civiltà meccanica. Non cercherai naturalmente, nelle mie scene, la verità di una teoria o dell'antropologia stessa : è mio diritto di commediografo, diritto comodo lo riconosco, contentarmi di risorse dialettiche, anche artate. So che questeconsiderazioni appaiono superflue alla tua intelligenza di uomo colto; ma si è già stampato, in Italia, che la tesi di Clam è la tesi del suo autore. Troppo lustro. Anche del mio freudismo voglio parlarti. Da quando ho citato, in una battuta dell'Abisso, il nome di Freud, inventando un libro ch'egli non ha scritto — per dare autorità ad un discorso condotto a caso — il suggello freudista è sceso su di me. Elementi che possono dirsi freudisti sono infatti in quel dramma — una scena — ed altri possono apparire nel Sangue verde. Ma non è che una definizione pigra. Tutte le opere di analisi umana e di indagine nell'ine-spresso possono rientrare, in un certo senso ed in ogni tempo, in quel cerchio. Vero si è che Freud ha costruito il suo sistema pescando dalla letteratura e che il freudismo preesisteva al suo creatore. Fu il dramma greco ad inventare Freud: a dargli il linguaggio e i simboli e una traccia per seguire l'occulto: il dramma greco che formicola di serpi, di draghi, di civette, di sogni premonitori, di stupefazioni improvvise, di fluidi intercomunicanti, di avvisi segreti, di fatalità insondabili, di comandi non detti, di ombre misteriose, di palpiti esoterici dall'anima umana e dalla Natura. Se qualche traccia — personaggi e atmosfera del coro — di questo clima è anche nel Sangue verde essa non viene dal mondo del trageda Freud, che non esiste, e al quale mi ispirerei. Il medico viennese non ha per me interesse in senso drammatico e la sua opera mi è in gran parte estranea, sprovveduto come sono di cultura specifica. Un discorso, caro lettore, che non è rivolto a te. A te voglio ancora sottolineare, se permetti, il tentativo neoromantico del dramma pur nella fusione dei vari modi, compreso quello antico: perché è neoromantica, mi pare, la concezione — e l'impostazione — del protagonista; e quella di Elena sua antagonista, sulla quale la tragedia si abbatte. Ti ringrazio dell'attenzione.
Silvio Giovaninetti
In scena elementi di una biblioteca in scorcio da un terrazzo. Basta un richiamo. Elementi di un parco o di un chiosco. Qualche linea classica. I personaggi esercitano anche le funzioni di "coro": all'aprirsi del velario essi sono disposti a caso (è bene che non seguano l'ordine delle loro scene) al lati del palcoscenico e intorno al protagonista, Clam. E cioè, graficamente:
MAURI JOSS ELENA
ASSUNTA CLAM MARGHERITA
Intorno a Clam, al centro, è fissata idealmente (e potrà venir sottolineata dalla luce) la zona di recitazione immediata. Intorno, penombra: in questa penombra risaltino gli altri personaggi che assistono e che, qualche volta, interverranno nei dialoghi. Ciascun personaggio svolge la sua scena avvicinandosi a Clam, poi torna al proprio posto e "si fissa" nella posizione di "coro". La chiamata in azione del personaggio o dei personaggi obbedisce così immediatamente allo sviluppo interiore del dramma. L'artificio che in apparenza ne può derivare è compensato dalla funzionalità totale della scena. Al regista la coordinazione migliore della coreografia e della tempestività del coro. Si badi ch'esso non appaia spettrale: pur immerso in luce diversa mantenga carattere umano. Nel secondo atto il procedimento verrà rovesciato: Il coro "si fisserà" a poco a poco con l'entrata del vari personaggi i quali si spiegheranno, tutti, solo alla fine.
ATTO PRIMO
(Assunta si muove dal suo angolo e si ferma dinanzi a Clam).
Assunta Ancora? Non è andato a letto?
Clam No.
Assunta È la terza notte.
Clam Sì.
Assunta Bel modo di prepararsi alle nozze.
Clam Non dire sciocchezze.
Assunta Vuole qualche cosa?
Clam Ha telefonato la signorina Elena?
Assunta No.
Clam E Mauri?
Assunta Nemmeno.
Clam Allora è in viaggio.
Assunta Viene qui?
Clam Credo.
Assunta Se permette... C'è sempre il problema della festa.
Clam Problema?
Assunta I fuochi. Si sparano o non si sparano?
Clam (nervoso e aumentando il tono) Si sparano, si sparano, si sparano. Più fuochi arrivano e più si sparano. Un tuono. Un inferno. Un apocalisse. Contenta?
Assunta (placida) Ho capito. Non si sparano.
Clam (tornato calmo, ma secco) Ho detto sì. Dunque?
Assunta La conosco.
Clam (di nuovo eccitato) Non solo. Ma voglio i contadini in costume. E il personale intero in costume. E la gente del castello in costume. Il castello di lei e quelli dei dintorni. E i costumi li controllo io. Esatti. Senza licenze. E voglio i balli in piazza. Desidero vedere, ascoltare, seguire tutto alle prove. Una teatralità grandiosa.
Assunta Per domani?
Clam (testardo) Per domani.
Assunta Due minuti e non se ne ricorda più.
Clam (secco) Lasciami.
Assunta No.
Clam (stupefatto) No?
Assunta (dolce) Ha voglia di parlare.
(Silenzio lungo)
Clam (la guarda a lungo. Quasi dolce) Perché disapprovi questo matrimonio?
Assunta Non so.
Clam Te lo dirò io. Primo, sei la mia nutrice e ti scopri gelosa: interpretazione sentimentale. Secondo, sei la tiranna della casa, e governi a tuo piacere. Interpretazione pratica. E temi che mia moglie... sì, mia moglie (calca sulla parola, indugia, la contempla, la ripete con forza come in una polemica interna) ti derubi dell'influenza domestica. Terzo, sei una sciocca. E questa è l'interpretazione di un osservatore obiettivo che scopre i guasti di una mente senza bisogno di scalpello.
Assunta (dolce) Vede? Ho capito subito che aveva voglia di parlare.
Clam Da che cosa?
Assunta Dal suo silenzio. Quando sono entrata. (Un tempo)
Clam Allora coraggio. Perché disapprovi questo matrimonio?
Assunta La civetta ha gridato tutta la notte.
Clam Ah... (Un tempo) C'è altro?
Assunta E ha gridato là notte scorsa. E quella innanzi.
Clam Tre notti, dunque.
Assunta Sì. Da quando è giunta in casa quella busta gialla.
Clam (violento) Smettila,
Assunta (impassibile) E lei non va più a letto.
Clam (c. s.) Ti ho detto di smetterla.
Assunta E si rode.
Clam (con un grido) Ancora?
(Silenzio lungo. Clam passeggia nervoso. Assunta è immobile)
Di che cosa ti impicci? Al solito. Io non le bado e lei mi sorveglia. Insopportabile. Vuole guardarmi dentro. Come se fosse Facile. (Con ira) Non voglio che mi si guardi dentro. E sbaglia sempre. Fantastica su tutto. (Sempre passeggiando) La civetta. La busta gialla... Ci sono anche le streghe per caso? Le hai incontrate nel bosco?
Assunta Sì.
Clam Eh? (Si ferma d'un tratto)
Assunta In sogno.
Clam (calmo) Tutto è chiaro, (Un tempo) Ho torto io a innervosirmi.
Assunta E poi, se vuoi...
Clam Ebbene?
Assunta Io disapprovo questo matrimonio perché lo disapprovi anche tu: senza confessarlo. (Silenzio lungo).
Clam (lento, dolce) Cara Assunta... Hai fatto bene a darmi del tu. Ciò mi calma sempre. Mi richiama ai tuoi anni. Sei l'unica persona al mondo che mi dia del tu. Almeno, fino a ieri...
Assunta Fossi in te non me ne vanterei.
Clam Oh, hai ragione. Non me ne vanto affatto. Ciò era molto triste anzi. I colleghi?... Non osavano più. Gli amici? Dispersi. I parenti? Morti. Le donne... chissà... Non le interessavo abbastanza.
Assunta Le interessi, se ti ammogli.
Clam Mi credi sciocco? Guardami. Stanco, sciupato. Conosco uomini che alla mia età, a cinquan-tadue: anni, sono svelti e attraenti. Ho i cinquant'anni dell'intellettuale. La forza si condensa qui (indica la fronte) quando si condensa...
Assunta Sei famoso.
Clam Fama scientifica. Non è per donne. (Un tempo) Ma parliamo d'altro. (Un tempo) A parte il matrimonio... Che cosa pensi di lei?
Assunta Niente.
Clam Dico, come persona.
Assunta Ho capito! Niente.
Clam Vediamo. Tu mi vuoi bene da mezzo secolo. (Si interrompe, indugia riflessivo, riprende) Dovresti nutrire simpatia per la compagna che ho scelto. No?
Assunta Dovrei.
Clam Non la senti?
Assunta No.
Clam Ma non provi neppure antipatia?
Assunta Neppure.
Clam È gentile. È buona. È affettuosa.
Assunta Non nego.
Clam Nessuna reazione?
Assunta No.
Clam Sta bene. (Riflette).
Assunta (come a correggersi) Insomma... Come tante... Voglio dire che la guardo come tante.
Clam Ho capito.
Assunta Le ho fatto dispiacere?
Clam (spontaneo) No.
Assunta Sono stata sincera.
Clam (cortese) Appunto. È questo che volevo.
Assunta C'è altro?
Clam (si ode un'auto) Ecco la macchina. È Mauri. Vai. O non sia Elena, per caso? (Guarda verso il bosco).
Assunta È il professor Mauri.
Clam Come lo sai?
Assunta La signorina Elena suona sempre il clacson.
Clam Però, l'osservi.
Assunta Certamente.
Clam E le streghe? Quelle del sogno?
Assunta Glie l'ho detto.
Clam Ma che cosa facevano?
Assunta Ballavano.
Clam Dove?
Assunta Intorno a una pentola. (Esce dal cerchio della recitazione).
Clam (sorpreso) Ah! È naturale. È classico. (Un tempo) Ma io non sono Macbeth. (Un tempo, guardando verso Assunta che riprende il suo posto, immobile) E posso giurare che tu non lo conosci; strano.
(Dall'angolo si avvicina Mauri. È un giovane medico, suo discepolo. Ha un pacco di libri).
Mauri Sono in ritardo. Mi scusi.
Clam Figurati. Ti ho pregato io di non correre, sulle strade domenicali. Dai qui. (Lo aiuta a deporre i pacchi su di un tavolo o una panchina del terrazzo).
Mauri (vedendo il disordine dei libri consultati) Ancora al lavoro?
Clam No... Facevo una curiosa riflessione. (Guarda la costola di un libro) Ottimo, questo, ben trovato.
Mauri Quale riflessione?
Clam Gli uomini di dottrina si incuriosiscono spesso delle sciocchezze. E della gente incolta. Non è singolare?
Mauri Un riposo della mente.
Clam Vediamo... I più importanti. Con ordine. (Guardando un libro) Questo non è serio. No...
Mauri Ho preso tutto ciò che vedevo. (Un libro in mano, legge) Atkinson « La legge primordiale ».
Clam (nervoso) Niente. Un cumulo di errori.
Mauri Freud: «Totem e Tabù».
Clam Inutile.
Mauri Papa Gregorio I, Lutero, Tylor, Spencer, Aristotele.
Clam Ma no, ma no. Sono qui. (Indica invisibili scaffali) Non hai inteso? Io voglio gli autori che studiano l'incesto nel rapporto dell'istinto. E della natura. Ma che indagano i motivi della proibizione. E quelli della maledizione sui colpevoli. (Eccitandosi) E se ne infischiano della norma etica. E se ne infischiano della norma sociale: perché scienziati. Gente obiettiva. E frugano nei millenni. E dividono la leggenda dal lato scientifico.
Mauri Precisamente. Ho anche quelli.
Clam E allora... perché gli altri?
Mauri Per me. Vorrei leggerli.
Clam Andiamo avanti.
Mauri (leggendo) Huth: « Il matrimonio tra parenti ».
Clam Questo sì. Vedi le conclusioni.
Mauri Fatto.
Clam Leggi.
Mauri (leggendo) « Abbiamo visto che l'onore naturale dell'incesto non esiste ».
Clam Ottimamente. Segna, e passa alla dattilografa. Può bastare. Ma soprattutto, ricorda lo studio di Lord Raglan: « Il tabù dell'incesto ». Questo lavoro viene di lì.
Mauri Curioso, questo suo lavoro.
Clam È scrupoloso. (Indica altri libri) E quelli?
Mauri Malacowski, Dorsey, Seligman.
Clam Benissimo. Cerca le conclusioni e fai copiare. Le gradazioni dell'incesto. Più grave, meno grave. L'atteggiamento diverso delle varie chiese nei suoi confronti... (Un tempo) Lo sai che anche il concetto d'incesto, scientificamente parlando, è mutevole?
Mauri Teorie, maestro. Una contro l'altra. Qual è la valida?
Clam (vivace) Ma è l'ingegno che sceglie. Che intuisce. Ah! i giovani. (Prende un libro) E questo?
Mauri Edipo. La storia di Edipo vista nel mito. Curiosità mia.
Clam (osservando il libro) Edipo... Non poteva mancare. (Nervoso) Ma anche qui c'è da scegliere. Fantasia... Arte... Poesia... Via, tutto via! La storia di Edipo non è che un'interpretazione della nascita del mondo. Come tante altre...
Mauri E il dramma umano?
Clam Qui ti volevo. Dramma folle. Ingiusto. Quando scopre di essere colpevole Edipo si cava gli occhi. (Si anima) Il Fato. La tragedia dell'individuo schiacciato. La maledizione sulla stirpe. (Eccitato) Quale Fato? Quale maledizione? Perché la colpa? (Sempre più forte) È concepibile ad un intelletto moderno? Se sei un cattolico non esiste il Fato. Se sei uno scienziato non esiste il Fato. Se sei un filosofo devi distinguere. Un Edipo moderno si ribellerebbe. Macché punizione. Macché pianto. Macché tragedia fatale. (Impetuoso) Io sono il mio destino e non c'è altro destino che il mio. Le mie leggi sono dentro di me. E se cado in colpa senza saperlo non esiste la colpa. E mi rivolto contro chi me la rimprovera. (Con ira) E distruggo la norma. Distruggo le morali. Distruggo i secoli che vogliono schiacciarmi. Ecco, ciò che pensa di Edipo un intelletto moderno e scientifico.
Mauri (stupito) Maestro. Lei trema. È stanco.
Clam (calmo) Hai ragione. Tre notti senza sonno. E che notti. Una sarabanda, nella mente. Cognizioni e teorie. Cognizioni e teorie. Secoli. (Un tempo) Lasciamo stare. Parliamo d'altro. Resti qui? Vuoi lavorare?
Mauri Aspetto Margherita.
Clam Deve aver telefonato.
Mauri Sapeva pure che ero in città.
Clam Quando la sposi?
Mauri Non so. Aspetto. Considerazioni eco-nomiche.
Clam Se hai bisogno... non farti scrupolo.
Mauri La ringrazio.
Clam Ipocrita.
Mauri Maestro!
Clam Ma sì. Non ti offendere. Credi che non intenda? Il mio aiuto ti secca. Ti è seccato per la cattedra, ti seccherà per un banale prestito.
Mauri Scusi. È la mia devozione che mette in dubbio?
Clam No. Fino al giorno del tradimento, beninteso.
Mauri Ho capito. Giornata nera. Mi rassegno.
Clam Intendiamoci. Non parlo di tradimento pratico. Sei un uomo corretto. Parlo di tradimento intellettuale. Ad esempio: io svolgo una tesi per dimostrare che il terrore umano dell'incesto non viene dalla natura... E tu compulsi gli autori avversi. (Con ira) Persino i padri della Chiesa. Perché?
Mauri (ironico) Per amore di studio. Le due facce della verità.
Clam (impetuoso) Una. Basta una. Si sposa una teoria e si sventola. Come una bandiera. (Calmo) Di' piuttosto, che sei contro di me. Sempre. Sei il figlio della mia mente, e ti ribelli. Non vuoi essere la copia mia. E perciò, ad ogni idea che enuncio, subito ti metti in posizione critica. Per sentirti libero di me. Di me del quale non puoi fare a meno.
Mauri Un mostro.
Clam No. Una mente che mi vuol bene. Accade. Nel lavoro comune. Nell'amicizia. Nell'amore. Ci si ama, ci si odia, ci si aiuta, ci si combatte. I sentimenti sono confusi. Ad esempio: da quanto tempo sei innamorato della mia fidanzata?
Mauri (con un soprassalto) Questo poi.
Clam Non rispondere. Elena sarà mia moglie domani... (si arresta, riprende con forza) sì... domani. E dunque fa parte di me. È un mio sentimento in atto. E tu te ne innamori. È ancora un modo di amare e di odiare me. Di subire la mia personalità e di ribellarti. È di una logica perfetta (un tempo, ironico) ...nel suo paradosso, s'intende. (Silenzio).
Mauri Scusi, lei è nervoso. È fuori di sé. Diventa ingiusto.
Clam Feroce.
Mauri È accaduto qualche cosa?
Clam No. (Va al tavolo) È arrivata una busta gialla. Nient'altro. (La guarda assorto. Si ode un suono di clacson) È Elena.
Mauri (quasi contemporaneamente) È Margherita. (Guardano verso il bosco).
Clam Spero che sia Elena.
Coro (tutti, o ad uno ad uno, veda il regista) È Margherita.
(Margherita si muove dal suo posto. Sui ventisette anni).
Margherita Maestro.
Clam (brusco) La prego, dov'è Elena?
Margherita Al lago.
Clam Perché non viene qui?
Margherita Perché è una fidanzata. Avrà tempo.
Clam Non scherzi. È cosa seria.
Margherita Il matrimonio? È forse rimandato?
Clam Ma che idea! Come le viene in mente?
Margherita Scusi.
Clam Scommetto che è andata alla Fornace.
Margherita Elena? Sì.
Clam E perché non l'ha accompagnata?
Margherita C'era mio padre.
Clam Ah... Suo padre. (Un tempo) Allora è una trama. Il notaio...
Margherita Una trama? Di mio padre?
Mauri Il maestro non sta bene, Margherita.
Margherita(con simpatia e bontà) Me ne sono accorta.
Clam La Fornace. Detesto quella località. Cupa. Orrida. Con quel fiume che precipita. La vecchia casa di mia madre è a duecento metri. L'ho lasciata coprire di erbe selvatiche.
Mauri (sempre aggiustando e leggiucchiando libri) È in carattere con la leggenda.
Clam Quale leggenda?
Mauri (che leggiucchia ora un libro ora un altro) La bambina annegata. Nel giorno di San Lorenzo... l'epoca in cui annegò, credo... Chi guarda il precipizio... nel lago...
Clam Avanti.
Mauri (prende un nuovo libro) No. È troppo stupido.
Margherita Vede gli occhi dell'annegata.
Clam Che giorno è oggi?
Mauri (ironico) San Lorenzo. S'intende.
Clam Ho capito. Sciocca Margherita. E sciocca Elena. Rincorrere storie popolari. (Un tempo) E come mai... all'improvviso...
Margherita È stato mio padre.
Clam Basta così.
Margherita Ma che cos'ha, lei con mio padre, oggi?
Clam (ironico) Niente. È un romantico.
Margherita Ma io li ho visti.
Clam Che cosa?
Margherita Quegli occhi.
Clam (furioso) I suoi ha visto. Specchiati. Ah, Mauri! Si possono amare donne così lontane da noi? Tu? Uno studioso?
Mauri (sorridendo) E perché no, maestro! È l'attrazione degli opposti.
Margherita Grazie, Stefano. Cominci a spiegarti.
Clam Andiamo. Mi perdoni ancora, Margherita. Ho passato il segno. Ma lei è abituata ai miei rabbuffi, no?
Margherita(sorridendo, amabile) Mi piacciono.
Clam Grazie. E del resto... Questa valle suggestiona... Lo riconosco. Due fanciulle... In un vecchio castello. Sì, anch'io, da ragazzo, mi abbandonavo alla fantasticheria. (Un tempo) Vedete... Io mi sposo domani... Se mi sposo...
Mauri Maestro.
Margherita(a Mauri) Hai visto?
Clam (nervoso) Ma sì. Tutto può accadere, no? Mancano poche ore. Ma la morte può fulminarmi. Il sole può spegnersi, la terra può aprirsi. Le forze astratte possono intervenire. L'ignoto. Il caso. Il destino, come lo chiamate voi. Tutte le sciocchezze che colmano la vita degli uomini da secoli e che pendono sul loro capo (con dispregio) molle. (Un tempo) Tutto ciò potrebbe impedirmi il matrimonio, no? (Silenzio lungo).
Margherita(dolce) Che cos'ha, maestro?
Clam Niente.
Margherita Elena le vuol bene.
Clam Lo so.
Margherita Tutti le vogliono bene.
Clam Lo spero.
Margherita Io, come gli altri.
Clam Ma consiglia Elena a non sposarmi.
Margherita Maestro!
Clam (brusco) Neghi.
Margherita Certamente.
Clam Come lui. (Indica Mauri).
Mauri Io?
Clam (a Margherita) Come suo padre.
Margherita Ma no, maestro.
Clam Come tutti. (Fa un gesto ampio indicando i personaggi immobili).
Margherita(disperata) Ma non è vero.
Clam (c. s.) È verissimo. Congiurate. Ve lo vedo negli occhi. Nelle parole. Nei silenzi. Lo sento nelle cose. Nell'aria. In questo cielo... teso. In questo bosco... minaccioso. In queste follie vostre... Il lago... La leggenda... Gli occhi dell'annegata. Spettri... Simboli... Voi rincorrete i simboli... Sciocchi... Non siete che degli sciocchi.
Margherita Ma Stefano... Di' qualche cosa.
Mauri (calmo, fissandolo) Inutile. Ho sentito ben altro poco fa.
Margherita(a Clam) C'è da disperarsi, maestro. È possibile? Lei pensa questo di noi? Che cosa posso fare per dimostrarle il contrario?
Clam Ma non di voi, povera Margherita.
Margherita Di chi?
Clam Dell'iniquità. Che trionfa sulla rettitudine fino all'oltraggio. Dell'ingiustizia. Del male. E ancora... chissà dove... altre immagini... I serpenti che scendono... dall'infinito. Dalla coscienza... (Con ira) E non vale essere tra i migliori. I serpenti scendono... Dagli inferni. (Silenzio lungo).
Margherita (piano) Ma allora... Non riguarda noi. Non dice per noi.
Clam (forte) Tutti. Anche voi. Senza saperlo... Tutti. (Ripete il gesto. Si avvicina Assunta).
Assunta Scusino. (Clam la guarda interrogativamente, ma astratto. Silenzio) La signorina Elena telefona dalla vecchia casa. (Un tempo).
Clam Ebbene?
Assunta Chiede la macchina.
Clam Avverti l'autista.
Assunta È in città.
Margherita Andrò io.
Clam (che è rimasto a guardare Assunta assorto, continuando il suo pensiero. Con ira, alto) Anche lei.
Assunta (che s'era avviata. Si ferma) Signore?
Clam Come tutti. Insegue i simboli.
Assunta (ingenua) No, signore.
Clam Ascolta le civette.
Assunta Sì, signore.
Clam Sogna le streghe.
Assunta È vero, signore.
Clam Che cosa facevano quelle streghe nel bosco?
Assunta (calma, fredda) Ballavano.
Clam Dove?
Assunta Intorno a una pentola.
Clam E che cosa c'era nella pentola?
Assunta Un fascio di serpenti.
Clam Eh? (Silenzio lungo) Vai pure.
(Assunta esce)
Si direbbe che le parole e le immagini siano animate. Corrono da una persona all'altra. Misteriosamente. (Con un gesto indicando i personaggi immobili) E le persone sono assenti e presenti. Se fossi uno di quei metafisici che disprezzo... (Un tempo, leggero ma amaro) I serpenti del resto, non sono un simbolo conturbante. La mitologia ne è piena. Sono un simbolo pittoresco. Erotico. Per giovani. Per voi. (Un tempo. Brusco) Quando vi sposate, voi?...
Mauri Vede, maestro...
Margherita(a Mauri) Lascia a me, ti prego.
Clam (freddo) Lei? Ancora?
Margherita Sì, ancora. Scusi. Noi non comprendiamo molto.
Clam Naturalmente.
Margherita Ma vediamo che lei soffre.
Clam (freddo) Non è esatto. Commento.
Margherita E pur non comprendendo molto... Mi permette?
Clam Vorreste offrirmi aiuto?
Margherita(con slancio) Sì.
Clam Non è impossibile.
Margherita(con gioia) Oh Stefano... Di' qualche cosa.
Mauri Certo. A sua disposizione.
Clam Non c'è che da rispondere a una domanda... brutale. Da inquisitore clinico.
Margherita(lieta) Ma sì... Rispondiamo.
Clam Quali rapporti esistano tra di voi? (Margherita guarda Mauri).
Mauri Non capisco.
Clam Hai capito.
Margherita Maestro!
Clam (freddo) Coraggio. Via i riguardi convenzionali.
Mauri Io non lo permetto.
Clam (vibrato) Sono io che non ti permetto. Di essere sciocco. O vicino a me o lontano. O tutto nel mio clima o tutto fuori. Non si può essere coraggiosi nelle idee... e borghesi nella pratica. Bisogna scegliere.
Mauri Scusi. Non riesco capire.
Clam E vuoi anche capire. Strana amicizia. (Un tempo) Del resto... Avete ragione. Le mie pretese sono eccessive. Scusi, Margherita. Scusa, Mauri. Ma io ho bisogno di amici spregiudicati.
Margherita Sta bene. Io non so con precisione che cosa significhi. Ma se crede, sono pronta. Che cosa debbo lare?
Clam (triste) No, Margherita. Non ha più importanza.
Margherita Se fossi Elena ne avrebbe...
Clam (brusco) Ebbene, risponda. Quali rapporti?
Mauri (alto) Ma che cosa le importa?
Clam (disperato) Cerco. Una legge. La prova di una legge. E infine, non mi avete offerto assistenza? Sincerità? E che sincerità è questa, se discute... se naufraga dinanzi ad un fatto tanto comune: due amanti. O mi parlerete di morale? Di', vuoi forse parlarmi di morale? (Silenzio. Margherita e Mauri si guardano).
Mauri Vai da Elena, Margherita.
(Silenzio)
Margherita No, Stefano.
Mauri Vai da Elena, Margherita.
(Silenzio)
Margherita(dolce, chinando il capo) Ebbene sì. Ha indovinato.
Mauri È adesso?
Clam Adesso, ve ne prego. Uno alla volta. Da soli a soli. Dinanzi a un medico. Come ad un confessore. Vi sentite di rispondermi?
Mauri No.
Margherita Sì.
Mauri Io dicevo no per te.
Margherita Io dicevo sì per tutti e due.
Mauri Margherita, non lo fare.
Clam Hai paura?
Margherita(assorta) Stefano. Vai tu a prendere Elena con la macchina.
Mauri Non lo fare, Margherita.
Margherita Vai tu, Stefano, te ne prego.
Mauri (esita) Come vuoi. (Riprende il suo posto)
(Si ode il rombo).
Clam Animo. Poche domande.
Margherita Dica.
Clam Da quanto tempo?... (Sospensione reticente).
Margherita Da un anno.
Clam Perché?
Margherita Come, perché?
Clam Analizzi, la prego.
Margherita(incerta) L'amo.
Clam Che cosa significa: l'amo?
Margherita Oh bella, mi piace.
Clam Ecco. È un concetto meno generico.
Margherita Ma è un concetto che comprende l'altro. L'amo perché mi piace. Mi piace perché l'amo. Non è così?
Clam No. Prima l'ha amato e poi s'è data? O prima s'è data e poi l'ha amato?
Margherita(incerta) Non lo so. Non me lo sono mai chiesta.
Clam Molto bene. Risponda con sincerità. Come s'è data?
Margherita Maestro.
Clam (nervoso) Dove? La prima volta, voglio dire! Dove?
Margherita Nel bosco.
Clam Per caso? Per riflessione?
Margherita Eravamo stati in paese.
Clam A far che?
Margherita A ballare.
Clam Stanca?
Margherita Molto.
Clam Perché molto?
Margherita Non stavo bene.
Clam Perché non stava bene?
Margherita Non avevo dormito.
Clam (rapido) Perché non aveva dormito?
Margherita(in fretta) Avevo degli incubi.
Clam (c. s.) Quali incubi?
Margherita Non li ricordo.
Clam (imperioso, alto) Li ricorda.
Margherita(con angoscia) Non riesco a dirlo.
Clam Non è vero.
Margherita Non posso. (Un tempo).
Clam Fisiologici.
Margherita(con un filo di voce) Sì. (Un tempo).
Clam Non si turbi. Non c'è niente di male. E poi non ne parla ad un medico? Ad un confessore?... (Margherita tace) Continui, la prego.
Margherita Scusi. Non è facile.
Clam Andiamo avanti, Margherita.
Margherita Ancora? Di quella notte?
Clam No. Ho già tratto le conclusioni. Prima si è data. E poi lo ha amato.
Margherita Ma non è vero.
Clam È vero. Lei non s'è data quella sera, nel bosco. S'è data prima. Negli incubi. Nell'insonnia. La funzione ha preceduto il sentimento.
Margherita Ma lei mi umilia.
Clam È la meccanica del corpo.
Margherita Ho un'anima.
Clam Dopo... Dopo. Il sentimento è venuto dopo. Il comando è stato fisiologico. In quanto al sentimento esso può modificarsi... Venir superato da uno nuovo. Improvviso. Dica. Risponda subito. Quando s'è innamorata dell'altro?
Margherita(stupefatta. Un passo indietro) Di chi?
Clam (secco, freddo) Dell'altro.
Margherita(con angoscia) Ma non c'è un altro.
Clam C'è.
Margherita Chi lo dice?
Clam Non menta.
Margherita Mi offende.
Clam È un'indagine.
Margherita(disperata) Basta. Non rispondo più.
Clam Confessione piena.
Margherita Ma insomma. Chi sarebbe quest'altro?
Clam Non lo so.
Margherita Vede?
Clam Non voglio saperlo.
Margherita E insiste?
Clam Dica. È stato all'improvviso? Una rivelazione? Uno schianto?
Margherita No.
Clam Uno sconvolgimento? Da lasciare intontiti? Da cambiare il mondo? Da veder tutto sprofondare? La terra... Il cielo... L'intelligenza?
Margherita Niente affatto.
Clam Vuole una data?
Margherita Quale data?
Clam La rivelazione dell'amore. In lei.
Margherita Ma non c'è una data!
Clam C'è una coincidenza. Il giorno in cui Elenafu chiesta in matrimonio.
Margherita(le lagrime agli occhi) Ma perché?
Clam Per gelosia.
Margherita Di chi?
Clam Non di me, per carità. Generica. Gelosia generica verso la felicità dell'amica.
Margherita Che cosa vuol dire?
Clam Che ciò l'ha spinta a innamorarsi.
Margherita(umile) Forse ha ragione.
Clam (dolce) Coraggio.. Non si è offerta lei per questa indagine?
Margherita Sì.
Clam Non l'ha fatto per venirmi in aiuto? Per affetto verso di me?
Margherita Sì.
Clam Allora. Riassumiamo. Amante di Mauri da un anno. Innamorata di un altro, da sei mesi.
Margherita Ma quell'altro non lo sa.
Clam Non ha importanza. Lei continua a darsi a Mauri: questo importa.
(Margherita tace)
Non è così?
Margherita Sì.
Clam E continua a darsi benché preda di quel sentimento nuovo.
Margherita Sì.
Clam Con abbandono minore o maggiore?
Margherita Eguale.
Clam Benissimo. Ecco la legge. Niente cambia nella meccanica fisiologica, qualunque sia il sentimento nuovo. La funzione continua. Nel suo ragionamento naturale. Perché la funzione ragiona. In questo caso, Margherita, il ragionamento della sua meccanica amorosa è molto semplice... Da una parte un uomo giovane: Mauri, e dall'altra...
Margherita(con un filo di voce) Dall'altra?
Clam (la guarda in silenzio) Cara Margherita... Io non so affatto, chi ci sia dall'altra. Sono andato ad intuito. Ho costruito all'improvviso... Forse sbaglio... Non so.
(Margherita torna al suo posto, lenta. Joss, immobile al suo posto, assumendo la funzione di coro che abbandonerà per diventare personaggio).
Joss (evocativo) Egli ha paura del notaio.
Assunta (c. s.) Egli è dominato dal notaio.
Joss Gli uomini muoiono, ma resta vivo il notaio.
Tutti (a piacere del regista) Gli uomini muoiono ma resta vivo il notaio.
(Mauri, si muove dal suo posto, entra nel cerchio della recitazione immediata).
Mauri L'ha fatta piangere.
Clam Non bado mai alle lagrime.
Mauri Al solito. Ma io temo, maestro, che qualche cosa di spiacevole vada maturando in me.
Clam Perché l'ho fatta piangere?
Mauri (fremente) Insomma, che cosa avviene in lei? Me lo chiedo da tre giorni. Sento una brutalità, una polemica...
Clam Hai timore?
Mauri Di che cosa?
Clam (piano) Ero buono.
Mauri Ero?
Clam (più alto) Più di tutti.
Mauri E adesso?
Clam (con ira, alto) Mi difendo.
Mauri Non capisco.
Clam (secco) Da quanto tempo sei innamorato di Elena?
Mauri Di nuovo?
Clam Sì.
Mauri Badi che divento cattivo.
Clam Purché diventi sincero...
Mauri Badi che posso farle del male.
Clam A me? Al mio cuore di bronzo? Son bastate tre notti. Tre secoli.
Mauri Non insista, la prego.
Clam (con un gesto di noia) Lascia. (Un tempo). Da quanto tempo sei innamorato di Elena?
Mauri Da sei mesi.
Clam Da quanto tempo sei l'amante di Margherita?
Mauri Da un anno.
Clam E perché, innamorato di Elena, non hai lasciata Margherita?
Mauri Perché è un segreto. È un fatto interno. Mio.
Clam Non basta.
Mauri Perché sono un uomo leale. Verso lei, mio maestro.
Clam Non basta.
Mauri Perché non mi ama.
Clam Non basta.
Mauri Insomma. Ho rinunciato ad Elena. Non ho nulla da rimproverarmi.
Clam (con foga) E chi ti rimprovera? Controllo una legge. Dentro... Dentro. Nel segreto della vita. Nel meccanismo umano. Dove la funzione agisce prima del cervello. Prima dei sentimenti. Capisci ancora questo linguaggio? O l'avversione per me ti abbrutisce?
Mauri Capisco.
Clam (con forza) Ebbene. Dentro. Anche le glandole ragionano.
Mauri Paulov. I riflessi condizionati. Restiamo a noi, la prego.
Clam Benissimo, e per ciò daccapo. Soffrivi per Elena, ed eri l'amante di Margherita?
Mauri (alto) Sì.
Clam La stringi sempre tra le braccia?
Mauri Sì.
Clam Ecco la legge. Niente cambia nella meccanica del corpo umano, anche se un sentimento puro sopraggiunge. Margherita è il comando fisiologico. Elena non conta niente.
Mauri (disperato) Ma è ben diverso. Elena è un ideale.
Clam Appunto. Nobile. Puro. E chiama. Ma dentro di te l'anatomia ragiona. Come prima. E vince. È la natura.
Mauri (ironico) Davvero? Ne è persuaso? Vuole che le dimostri come il sentimento possa vincere la natura?
Clam Dimostrazione gradevole, no? Con mia moglie...
Mauri E lei che la provoca. A meno che non si tratti di paura.
Clam Paura? Ingenuo. Io non ho paura di nulla.
Mauri Quand'è così. (Un tempo).
Clam (piano) Che cosa? (Un tempo).
Mauri Lei è avvisato, maestro.
Clam Capisco.
(Silenzio)
Mauri (con bontà e fermezza) Mi rincresce, maestro.
Clam Non importa... figliolo...
(Clam, sosta pensoso. Mauri ritorna al suo posto, immobile. Dai loro posti i personaggi in funzioni di coro: queste battute si possono ridurre a seconda del ritmo e dell'effetto scenico).
Joss (come un'eco lontana) Egli ha sempre più paura del notaio.
Assunta Egli ha sempre più paura del notaio.
(Si muove dal suo posto il notaio, entra nel cerchio della recitazione).
Clam No, non ho paura di te.
Joss Menti. Non agisci che in funzione mia.
Clam Perché? Che cosa c'entri, tu?
Joss Se non ti fermo divento un complice.
Clam Di che cosa?
Joss (vibrato) Di un delitto. Di una sciagura. Di un ordine morale violato.
Clam (ironico) Di' un po'. Speravi che sposassi tua figlia?
Joss E perché no? Mia figlia vale Elena.
Clam E di un po'. Sei stato tu a spargere la voce che il matrimonio è rimandato?
Joss Un dubbio. Ho espresso un dubbio. Generico. Senza peso.
Clam E il segreto professionale?
Joss Non temere. Non parlo. Si tratta di un testamento. Non parlo.
Clam Ma insinui.
Joss (cattivo e stilizzato) Questo sì. Hai detto bene. Insinuo, spargo voci. Creo fantasmi. Suscito sospetti. Provoco attese. Parlare non posso. Ma insinuare sì... Insinuare... sì... Insinuare sì...
Clam Jago.
Joss Perché no? (Maligno) Reticenze, allusioni, mezzucci.
Clam E sei tu che risusciti la leggenda del lago?
Joss È una leggenda. È nell'aria. È di tutti. Io posso parlare dei fatti conosciuti. (Acre, puntiglioso, vendicativo) Ne parlo... Ne parlo... Ne parlo...
Clam (forte) Non con Elena.
Joss Anche con Elena. Ne ho già parlato. Senza dire la verità, naturalmente. Non potrei... Non posso... (Acre) Ma come leggenda sì. Come leggenda sì... Reticenze... allusioni... mezzucci.
Clam Insomma. Che cosa dovrei fare?
Joss Rinsavire
Clam (forte) Non ne ho bisogno. Io sono nella natura.
Joss Dimostralo.
Clam (forte) È fatto. La rivelazione non ha cambiato nulla. Lo sai. Io avevo conosciuto la verità, ma l'immagine di lei... dentro... era sempre la stessa. Amorosa. Perché? Ho rivolto la domanda allo scienziato. E lo scienziato ha risposto.
Joss Avrà risposto da galantuomo.
Clam Ha risposto da scienziato. Ha detto che dentro... nei nervi... prima che nella mente... un ragionamento si fa luce... E questo ragionamento sceglie. E quando ha scelto agisce. Anche se un fatto morale sopravviene. Anche se il sentimento è sconvolto. Io l'amo lo stesso. E se l'amo lo stesso è prima di tutto un comando fisiologico. E se è un comando fisiologico è un avviso della natura. Io sono nella natura.
Joss C'è l'eccezione. Il comando perverso.
Clam In tre giorni? Io mi addormento uomo normale e mi sveglio uomo perverso? Non dire sciocchezze.
Joss Impossibile. Tu non sei in natura. Tutto ti contraddice. La civiltà, la religione, i millenni. Nessuno ti perdonerà.
Clam (alto) Lo so... Nessuno mi perdonerà. Io sono già in carcere e nessuno mi perdonerà. Io sono innocente e nessuno mi perdonerà. (Accenna ai personaggi) Tutti qui. Addosso. Un agguato. Per calpestarmi. Ma io reagisco. La civiltà? La religione? Il divieto dei millenni? Una pratica magica. Niente altro.
Joss Chi lo dice?
Clam La scienza. Vai alla tribù primitiva. I matrimoni si compiono tutti fuori del clan. Divieto sociale. E poiché il capo tribù è un sacerdote, cioè a quei tempi uno stregone, ribadisce il divieto sociale con quello religioso. Ecco il tabù. Lo spavento dei secoli. Una pratica magica. Sciocchi. (Un tempo. Ironico) Tu obbedisci, notaio, ad un lontano selvaggio che danzava intorno a un feticcio. (Un tempo) Non sono cognizioni curiose?
Joss Anarchiche.
Clam Se vuoi.
Joss (ironico) Faust? Saresti un piccolo Faust?
Clam Che c'entra?
Joss Sciogli i miti. Cambi le forme fissate.
Clam (con spregio) Notaio...
Joss Muti l'oro della sapienza nel piombo del diavolo.
Clam (più forte) Notaio.
Joss Sei mai stato, Faust, nel mio studio di notaio?
Clam Lo sai.
Joss (semplice, un po' assorto) Allora ricorda. È vasto, severo. Due armadi corrono le pareti. I battenti sono spesso aperti. E da quei battenti, in quegli armadi, vedi ordinate buste gialle... buste gialle... In fila... In profondità... La volontà dei morti... C'è silenzio, intorno. Qualcuno scrive. Il pennino scricchiola... lontano... Sempre più lontano... Una gran pace viene da quegli armadi. (Un tempo) Altri mondi... (Un tempo) Ecco perché non temo le tue cognizioni. Hai capito?
(Silenzio lungo)
Clam (triste, guardando intorno) È già sera. (Silenzio).
Joss (dolce) Parlerai?
Clam A chi?
Joss Ad Elena.
Clam Non arriva.
Joss L'ho avvertita.
Clam (disperato) Ma che cosa le dico...
Joss Annunciale che il matrimonio è rimandato.
Clam E con quale pretesto?
Joss Troveremo.
Clam Accomodante, tu.
Joss (insinuante) Lo farai?
Clam (piano) Non so.
Joss Dimmi che lo farai.
(Silenzio)
Clam Forse.
Joss Coraggio. Ecco Elena.
(I personaggi-coro ripetono ad uno ad uno il nome di Elena, mormorandolo appena, con interesse e simpatia)
Mauri Elena.
Margherita Elena.
Assunta Elena.
(Elena si muove dal suo posto)
Clam (vedendola) Elena. (Le porge la mano)
Elena (sorridendo) Quanta simpatia. Tutti mi chiamano. Tutti buoni, a casa tua.
Clam Grazie, Elena.
Elena Ho perso tempo, scusa.
Clam Figurati.
Elena (dolce) Cattivo umore?
Clam No.
Elena (sorridendo, gentile) Sì.
Clam Mi conosci bene.
Elena Ti dispiace?
Clam Anzi.
Elena E allora... (Sorridente) Animo. Novità?
Clam Non mi pare.
Elena Strano. Ero convinta che mi avessi chiamata per qualche novità.
Clam Brutta?
Elena No. Se viene da te...
Clam Grazie.
Elena Dunque? È per il matrimonio?
Clam Ma no.
Elena Ma sì.
Clam Che cosa significa?
Elena Non è rimandato?
Clam Ma chi ti ha detto?
Elena Il parroco è indisposto.
Clam (colpito) E da quando?
Elena Non so. Mi ha avvertita il notaio.
Clam (brusco) Basta un'automobile. A venti chilometri di qui c'è l'altro parroco.
Elena Ma non è il nostro. Il paese ci tiene. È tradizione. Dirige tutto, al castello: i cori la banda i fuochi i balli. Il matrimonio interessa la valle intera.
Clam E tu?
Elena Io?
Clam Ci tieni anche tu?
Elena (imbarazzata) Io non so. No... Certo. Io sono sola al mondo. Disponi tu. Ma perché parli così... Secco. Serio. Federico... Non mi parli mai così...
Clam Scusa... Avevi ragione. Sono di malumore.
Elena Che cosa è accaduto?
Clam Lo vedi che cosa è accaduto.
Elena No. Non è questo. Tu non sapevi, del parroco.
Clam Non importa. Non tollero che l'opinione pubblica proponga. Disponga.
Elena Insomma. C'è qualche cosa che non capisco.
Clam (brusco) Domani. Ci sposeremo domani.
Elena Hai riflettuto?
Clam (brusco) Non vuoi?
(Si guardano, silenzio)
Elena Scusami tu, adesso. Non credevo di irritarti. È la prima volta.
Clam (triste) Tu non mi irriti, Elena.
Elena Sento di sì. Ecco perché avevo il batticuore, entrando.
Clam Mia buona Elena. Non è detto che il batticuore non l'abbia anch'io.
Elena Tu? Con la tua energia morale?
Clam Che cosa ne sai tu, di energia morale.
Elena Ti osservo. Ti voglio bene.
Clam Ne sei sicura?
Elena Federico! (Silenzio lungo).
Clam Non badare. Nessuno è mai sicuro di niente. Questo volevo dire. Non riguarda te. (Silenzio).
Elena Sta bene. Ti lascio.
Clam Torni al castello?
Elena Sì.
Clam Non passare in riva al lago, ti prego.
Elena (dolce) No.
Clam Non mi chiedi perché?
Elena (c. s.) No...
(Silenzio lungo)
Clam È strano. Toccherebbe a me ora, essere inquieto.
Elena So.
Clam Che cosa?
Elena Ho commesso un'indelicatezza.
Clam Tu?
Elena Senza volerlo, naturalmente.
Clam Non capisco.
Elena San Lorenzo. Oggi.
Clam La leggenda?
Elena Sì.
Clam Mio Dio, Elena!
Elena Vorrai scusarmi, no? Sono una sciocca. Una povera sciocca romantica. Ma non sapevo. È anche per questo che accettavo volentieri il rinvio delle nozze. Per te.
Clam Per me? Che cosa dici, Elena!
Elena Non era tua sorella?
Clam Chi?
Elena La piccina annegata.
Clam Chi t'ha detto?
Elena Joss.
(Silenzio lungo. Elena dolce)
Perdona se te ne parlo. Ma dal momento che questo dolore è ritornato. All'improvviso. Ieri. Che sciocche. Io e Margherita... Non sapevamo. Mi sembra di aver giocato con una tua sventura lontana. Un'indelicatezza. Ne sono mortificata.
Clam Alludi...
Elena Sì.
Clam (piano) Chi guarda l'acqua in quel punto...
Elena Vede gli occhi...
(Silenzio)
Clam Perché hai creduto ad una fiaba simile?
Elena (piano) Non so... Un'attrazione.
Clam E... li hai visti?
(Elena tace)
Li hai visti?
(Elena tace)
Clam (piano) Cara Elena. Non è un dolore che ritorna. È appena un ricordo triste. Ventotto anni fa... Non l'ho mai conosciuta, mia sorella.
Elena Davvero?
Clam Quando mia madre la mise al mondo... un po' tardi... io ero a Parigi... Non tornai neppure per la sciagura.
Elena E poi?
Clam C'è poco da dire. Non trovavano il corpo. Nacquero leggende. Lo rinvennero in seguito, molto lontano... La sorpresa, come sai, fu ieri. Il notaio Joss mi consegnò un cumulo di carte. Constatazioni... Atti... (Prende la busta, la soppesa) Rapporti. Cose che non sapevo. Un tuffo nel passato.
Elena Una tristezza. Mi ha commossa.
Clam Perché, Elena? Ti assicuro che non è il caso. È nata, è svanita... Non è neppure un'immagine. È spazio. È vento. È una fiaba popolare...
Elena Ventotto anni fa, hai detto?
Clam La tua età, Elena.
Elena (affettuosa) Oh! Federico. (Gli prende una mano. Egli si ritrae di mezzo passo, per impulso incontrollato) Che cos'hai? Mi respingi?
Clam No.
Elena (ripete il gesto) Ti dà noia un gesto affettuoso?
Clam No.
Elena Non dirai che sono espansiva. Non ho mai slanci.
Clam (prendendo la busta) Vuoi leggere?
Elena No, Federico.
Clam Non vuoi leggere?
Elena No.
Clam Perché?
Elena Sento che non ti farebbe piacere.
Clam Ma potrebbe farlo a te.
Elena Sento di no, Federico.
Clam Sta bene. (Ripone la busta).
Elena A meno che lo esiga.
Clam (precipitoso) Ma no, Elena.
Elena Se vuoi proprio.
Clam (nervoso, alto) Ho detto di no.
Elena (subito spaventata, alta) Dio mio... Tu sei diverso. Avviene qualche cosa in te.
Clam Ma Elena...
Elena (affannata) Non vuoi che legga... Non vuoi più che legga... Non vuoi più...
Clam Ma che cosa?
Elena (alta) Non vuoi più sposarmi... (Chiama) Assunta! Non vuoi più sposarmi. Assunta! (Guarda se giro disperata) Assunta!
Clam (forte, guardando intorno) Ma che cosa vuoi! Che c'entra Assunta? Perché chiami Assunta?
Elena (placata subitamente spaurita) Sì. Perché chiamo Assunta? Che c'entra Assunta? (Guarda intorno) Che c'entra Assunta?
(Silenzio lungo)
Clam Siamo nervosi. Hai ragione, Elena. Questo ricordo familiare mi ha turbato. Ti ringrazio di averlo affrontato con me. È una cortesia.
Elena Allora... Non ho fatto male?
Clam No, cara.
Elena Non c'è nulla che cambia?
Clam Ma no.
Elena Mi perdoni questo smarrimento? E anche la leggerezza? Con Margherita?
Clam Ma certo.
Elena Grazie, Federico. (Un tempo).
Clam Vuoi tornare al castello?
Elena Te ne prego.
Clam Sta bene. Ti accompagno.
Elena A domani.
Clam All'ora fissata. Elena.
Tutti (in coro o singolarmente, a seconda del regista) All'ora fissata. All'ora fissata... All'ora fissata.
(È chiaro che la battuta diventa simbolica. Elena torna lentamente al suo posto. Il notaio si precipita accanto a Clam. Tutta la scena è violentissima)
Joss Sei impazzito?
Clam (vibrato) Di gioia.
Joss Le hai mentito.
Clam Le ho mostrato tutto. (Accenna alla busta)
Joss Sviandola.
Clam Ti secca, vero? Le tue suggestioni. Inutili. L'hai portata nell'atmosfera, ed io l'ho seguita. Non è accaduto niente. È scientifico.
Joss Ma fammi il piacere.
Clam Scientifico, ho detto. Lo stimolo della busta era qui. Lo agitavo. Ma lo stimolo del fantasma - il fantasma l'hai suscitato tu - era più forte. E siccome uno stimolo annulla l'altro, il testamento è svanito. Reazione perfetta.
Joss Mi prendi in giro?
Clam Anche.
Joss Sta bene. Parlerò io.
Clam Non puoi. C'è il segreto professionale.
Joss Lo supero.
Clam Ti rovino.
Joss Non ho paura.
Clam Rovino tua figlia.
Joss Che c'entra mia figlia?
Clam Le vuoi bene. Rovino te, la tua professione, tua figlia, la tua discendenza, spargo il sale sulle tue ossa. E non è un'immagine. Si può morire senza traccia.
Joss Un assassinio?
Clam Ad un biologo? Un processo vitale che s'interrompe.
Joss È questo, dunque, il tuo animo? Questo, l'uomo superiore, l'uomo savio, lo scienziato benefico? Questa la tua morale?
Clam (violento) La tua. La vostra. La morale di quella vecchia canaglia trapassata. Che ventotto anni fa trova una bambina sperduta e la tira in macchina. E la porta a casa. E quando si sparge la voce che la bambina è annegata se la tiene.
Joss La adotta. Le dà il suo nome. La sua sostanza.
Clam Ma la ruba a una madre. Per il suo egoismo di vecchio senza figli.
Joss Non sapeva. Quando l'ha saputo era tardi. Lo dice nel testamento.
Clam Scuse. Un galantuomo ripara.
Joss E sia pure. Il vecchio conte ha commesso un crimine. Ma non poteva prevedere che ventotto anni dopo il fidanzato della bambina saresti stato tu. Suo fratello.
Clam (violento) Ah, non poteva prevedere? E perciò, un innocente, - io! - a tre giorni dal matrimonio, viene chiamato da un notaio e il terremoto lo travolge? Perché non hai parlato prima, tu che non temi di infrangere il segreto professionale?
Joss Non sapevo. Ho seguito le disposizioni. Ho aperto la busta tre giorni fa.
Clam (c. s.) E quando l'hai saputo dovevi tacere. Dovevi nascondere le disposizioni. Che male ho fatto io per meritare questa sorpresa? Questa violenza? Questo delitto? Chi ho offeso? Quale legge ho trasgredito? Ero un uomo onorato. Ero un uomo buono. La mia vita era utile agli altri.
Joss La trasgredisci adesso la legge. Non c'è ancora nulla di irreparabile.
Clam A tre giorni dal matrimonio? Nulla di irreparabile? E il sangue, i nervi, il corpo, la meccanica fisiologica, l'amore, insomma, diciamola, questa parola vostra, non contano niente? Non sono irreparabili? Perché ho cinquant'anni? Ma appunto per questo. A tre giorni dal matrimonio io sono dominato. Sono nel complesso. Dovevi venire prima, con la tua rivelazione.
Joss Prima o dopo. Ora lo sai. Devi scioglierti.
Clam Imbecille. Dalla sera al mattino? Ho tentato. Ho guardato l'immagine nuova di lei, Anna? Non era Anna. Era sempre Elena. Non cambiava. Perché?
Joss Un inganno.
Clam Di chi? Della natura? La natura non inganna. Io sono in lei. Ecco la verità. Lo slancio fisico continua, nella stessa direzione, anche se il mondo psichico è sconvolto.
Joss Aspetta il primo figlio. La sentirai la natura. Abnorme. Infelice. Mostro.
Clam Non è vero. Una prova decisiva non c'è. Può nascere sano.
Joss Ma è l'ignoto.
Clam Non lo temo. Lo affronto ogni giorno nelle mie esperienze. Ma io lo so che cos'è l'ignoto per te. Dammi una spada, una fibbia d'oro, una fune... Che io mi sveni, mi cavi gli occhi, mi strangoli. È questo l'ignoto. È il Fato. È il castigo. È la colpa. Vuoi vedermi insanguinato. Vuoi vedermi piangere dinanzi agli dèi. Non lo farò. Non ho colpa. Non accetto punizioni per il genere umano. Il destino mi ha buttato nel fuoco? Ci rimango.
Joss E la sposi?
Clam Domani.
Joss Bada.
Clam Minacci? C'è forse qualcuno che può chiedermene conto?
Joss L'ignoto. Appunto. Quello che non temi.
Clam La maledizione ancestrale? Il divieto millenario? La morte, la peste, il fulmine sui colpevoli? Favole. Superstizione. Magia.
Joss La buona norma. Il costume civile. La coscienza.
Clam Trappole!
Joss Ti danni.
Clam Sono già un dannato.
Joss (altissimo) C'è Dio!...
Clam (violentissimo) Non lo conosco. (Alza il braccio nell'invettiva)
(Silenzio improvviso, lungo. Si odono le battute mormorate dal coro)
Assunta Gli schiavi e i pazzi confondono le leggi. (In funzione di coro).
Mauri Gli schiavi e i pazzi strappano le leggi. (In funzione di coro)
Margherita Gli schiavi e i pazzi violentano le leggi. (In funzione di coro)
(Queste battute possono anche vanire dette in coro sommesso. A piacere del regista. Intanto Joss si è diretto al suo posto. Ma ha continuato, è uscito di scena. Escono ad uno ad uno tutti, lentamente, meno Assunta. Clam ha spento la sua violenza, guarda intorno).
Clam (con ira) Solo... sì... solo... Contro la loro amicizia. (Accenna ai personaggi) Contro la loro verità. Contro il loro diritto e contro i secoli. (Un tempo) Maledetto quel testamento. Maledetto quel vecchio. Che l'odio flagelli la sua tomba. Che la paura schianti le sue ossa. Maledetto me. Maledetto il mio sangue. Maledetto l'amore, la vita, la luce, la terra... Maledetti gli uomini... Lebbra...
(Silenzio. Avanza Assunta, lenta)
Clam (con alterigia, alto) E tu? Che cosa vuoi, ora?
Assunta (dolce) Niente.
Clam (c. s.) E perché mi guardi con tenerezza? (Furioso) Non voglio essere guardato con tenerezza.
Assunta (umile) Mi veniva in mente quand'eri piccino.
Clam Ebbene?
Assunta (triste) Mordevi e graffiavi. (Un tempo) Invece di piangere...
(Silenzio lungo. Lentamente Clam china il capo sul petto, si passa una mano sul volto)
ATTO SECONDO
(I personaggi « coro » in questo atto vengono in scena uno dopo l'altro e si « fissano » dopo i rispettivi dialoghi. Alla fine, quando il loro compito è più scopertamente metafisico, e l'intensità del conflitto lo permette, dicono anche battute fuori dal loro compito corale, senza muoversi. Comunque tutto ciò è lasciato alla discrezione del regista. A tela alzata non si vedranno che Margherita ed Elena. L'ambiente come al primo atto)
Margherita(guardando intorno) Anche tu vivi qui? Tra i libri?
Elena Come lui. Dove vive lui.
Margherita Dove viveva.
Elena Perché?
Margherita Non c'è mai.
Elena Ora si tratterrà. A Londra ha finito.
Margherita Non verrà chiamato a Parigi?
Elena Che tono curioso, Margherita.
Margherita Trovi?
Elena Mi pare. (Prendendo un libro) Ecco un libro suo. È uscito in questi giorni.
Margherita « Il matrimonio proibito », per caso?
Elena (calma) No. (Leggendo il titolo) « I riflessi muscolari nel rapporto psichico ». Chissà che vuol dire. (Un tempo) Che cosa è questo « Matrimonio proibito »?
Margherita Uno studio al quale lavorava con Mauri.
Elena E a proposito di Mauri... Sempre innamorato?
Margherita No.
Elena Come no?
Margherita No.
Elena E tu?
Margherita Nemmeno.
Elena Mi rincresce. Non dovevate sposarvi?
Margherita Domandane a tuo marito.
Elena Che c'entra mio marito?
Margherita Lo scienziato. C'entra lo scienziato. Indaga. Teorizza. Usa gli amici come cavie. Scopre delle leggi. E finisci per non capire più niente. Strano uomo, tuo marito.
Elena Vorrai spiegarti.
Margherita. Ma no, Elena. Un piccolo segreto tra Federico e me, e Mauri. Non vale la spesa di parlarne. Non sarai gelosa, vero? A tre mesi dalle nozze.
Elena (sorridendo) Gelosa. Che parola! (Un tempo) Ma perché ti sembra un uomo strano? Margherita L'abbiamo sempre detto. Non ricordi? Quando vivevo con te, al castello. E si passeggiava al chiaro di luna...
Elena Lo amano.
Margherita(incerta) Oh... sì.
Elena Non lo amano?
Margherita Ma certo.
Elena Non è un uomo comune, si capisce. Non bisogna guardarlo con il metro comune. Può sembrare bizzarro.
Margherita Sei felice?
Elena Felicissima.
Margherita Contenta di sentirtelo dire.
Elena Ne dubitavi?
Margherita Io no.
Elena Tu no? (La guarda. Un tempo) Chi ne dubita?
Margherita Nessuno. Ti assicuro.
Elena Strano. Parli per enigmi.
Margherita Cara... Fai troppo conto di me.
(Silenzio)
Elena (piano) Margherita!
Margherita Elena!
Elena Mi odii molto?
Margherita(piano) Ora non più, Elena.
Elena Devo rallegrarmene?
Margherita Sì e no.
Elena Non capisco.
Margherita Dicono che Federico non ti ami, Elena.
Elena Ah! Per questo?
Margherita Per questo.
Elena Chi lo dice?
Margherita Nessuno. Tutti. La voce pubblica. Non ha volto. È un fluido. Una corrente magnetica.
Elena E perché lo dicono, Margherita?
Margherita(dolce e perfida) Perché non sei ancora sua moglie, Elena. Dopo tre mesi di matrimonio.
Elena Eh? (Di scatto).
Margherita Voci.
Elena Vipera.
Margherita Ma Elena.
Elena Vipera. È una menzogna. Una menzogna vile. Ed è una menzogna tua. Quando l'hai inventata? E perché? A chi serve?
Margherita Ma Elena! Non volevo offenderti.
Elena (fremente) Oh volevi. Ti conosco. Che cosa può sapere la voce pubblica di Federico e di me? E che cosa le importa? Sei tu.
Margherita Ma rifletti. Tuo marito è sempre assente. Ti ha sposata e se n'è andato subito in aereo. Ciò può bastare, ai maligni.
Elena A te.
Margherita Che cosa c'entro io?
Elena Me lo domando. Lo osservi bene, mio marito.
Margherita Come tutti. È un uomo pubblico.
Elena E sia. Un uomo pubblico. Non ne parliamo più. (Passa il fazzoletto sugli occhi inumiditi). Non ne vale la pena. Scusami.
Margherita Ti scuso. La nostra amicizia sopporta questo ed altro. Però... Sei cambiata, Elena, in tre mesi. Aggressiva, vibrante, incapace di nascondere un'emozione. Bene. Molto bene. (Un tempo, sorridendo con grazia perfida) O male?
(Compare Joss)
Elena Fai tu. (Vedendo Joss e continuando direttamente) Che cosa ne dice lei? Ha sentito? Joss È cambiata, è vero. Osservo anch'io.
Elena Che cosa osserva? È logico. Il matrimonio cambia.
Joss Sì. Ma non in questo senso.
Elena In quale?
Joss Nel senso della personalità interiore. Lei è più concentrata. Più viva. Più energica.
Margherita Io ho detto aggressiva.
Joss Anche. Ed è un po' inquieta. L'amore, quando è felice, placa, abbellisce, smemora.
Elena Quando è felice?
Joss Ma sì, Elena.
Elena Perché? Anche lei crede che il mio matrimonio non sia felice?
Joss Tutt'altro, Elena.
Elena Che Federico non mi ami?
Joss Ma che sciocchezza.
Elena Non è forse vero che lo dicono?
Joss (energico) No.
Elena La voce pubblica?
Joss (c. s.) Nemmeno per sogno.
Elena (guarda Margherita. Un tempo) Allora...
Joss Mai venuto in mente a nessuno.
(Silenzio)
Elena Grazie, Joss. Lei è un vecchio amico di mio padre. Le credo.
Joss Ma certo. Chi ha potuto dirle il contrario? Anzi. È vero che si parla molto di voi. Ma la voce pubblica nota che Federico l'ama teneramente... Troppo.
Elena Adesso poi...
Joss Troppo. Esempio. Si sposa ed è chiamato a Londra. Prende l'aereo. Non l'ha mai fatto. Non gli è mai piaciuto volare. È chiaro che gli preme il ritorno. Per star vicino a lei. Altro esempio. Va al Congresso di Parigi e rinuncia a Mauri: l'indispensabile Mauri dei suoi congressi. (Con impercettibile ironia) È chiaro che vuol lasciarlo qui. Vicino a lei. Mauri è il suo alter ego. Sarà un conforto alla solitudine della sposa.
Elena (interdetta) Ma.
Joss Non è vero?
Elena (c. s.) Sì...
Joss Ancora...
Elena (di scatto) Basta, Joss.
Joss (ingenuo) Che c'è?
Elena Niente. Mi imbarazza. Da qualche tempo... c'è sempre qualche cosa che mi imbarazza. Nelle parole... Nell'aria...
Joss Nelle parole mie?
Elena Anche... E poi... Non ne parliamo, prego.
Margherita Cara Elena... Ho ascoltato con piacere. Sono lieta che mio padre rimetta le cose nella giusta luce. È stata una leggerezza, la mia. Avrò inteso male.
Joss Perché? Forse che Margherita?...
Margherita(con falsa tristezza) Margherita è un'amica. Il destino degli amici è d'essere fraintesi.
Elena Sì. Può darsi. (Un tempo) Ma non diamo importanza alle sciocchezze. Forse è colpa mia. Lo ammetto.
Joss (cordiale) Meno male. Ecco che le incertezze di Elena si placano. È il mio mestiere placare gli spiriti. Non c'è persona, dinanzi ad un notaio, che non diventi serena.
Elena Non dubiti. Non sarò da meno di Margherita. Ritorno serena anch'io. Vede? Grazie. (Gli tende la mano).
Joss Ottimamente. Ed ora. Si può parlare con Federico? C'è?
Elena È uscito.
Joss È andato al lago?
Elena No. Almeno, non credo.
Joss Son diversi giorni che lo vedo al lago.
Elena (sorpresa) Federico?
Joss Sì.
Elena Strano. Non ama il lago. E dove?
Joss Alla Fornace.
Elena Peggio che mai. L'ha sempre odiata.
Joss Sarà un caso.
Elena (pensosa) Ma senza dubbio. (Silenzio). Un caso. (Guarda gli interlocutori) Un caso singolare... Vede... Non si meravigli. Io vorrei domandargli dove va... quando esce... Se posso accompagnarlo... O trattenerlo... Ma non oso. Mi sembra assorto...
Joss Lavora?
Elena Sì. Credo. Federico lavora sempre.
Joss Quel suo studio? « Il matrimonio proibito? ».
Elena E due. (Guarda Margherita) Anche lei. È la seconda volta in pochi minuti.
Margherita Ma Elena. Ti stupisci anche di questo?
Joss Perché si stupisce?
(Silenzio)
Elena Niente. Ho torto. Con voi ho sempre torto. (Un tempo) È il titolo di certe sue ricerche, vero?
Joss Che ho letto in una rivista. Sono idee controcorrente. Meravigliano.
Elena Nei riguardi di che?
Joss Nei riguardi del matrimonio, ad esempio. E perciò degli usi sociali, delle morali, delle nozioni scientifiche. (Un tempo) Tutto sovvertito. Una mente pericolosa... Anarchica.
Elena (fredda) Ah!
(Silenzio)
Joss Lo legga.
Elena Non dubiti, Joss. Lo leggerò.
(Silenzio)
Joss (a Margherita) Non arriva. Vogliamo aspettarlo nel parco?
Margherita Come vuoi.
(Joss e Margherita lentamente si avviano e si « fissano » nella zona morta della recitazione, come i personaggi-coro del primo atto. Margherita immobile, in funzione di coro)
Ben giocato, padre.
Joss (c. s.) Ben giocato, figlia.
Margherita Un colpo e una distensione. Un colpo e una distensione.
Joss Dentro. Sotto la pelle.
Elena (che è rimasta pensosa. Forte) Assunta! (Guarda intorno smarrita) Assunta...
(Compare Assunta)
Assunta.
Assunta Signora?
Elena (rapida, inquieta) Joss. Dimmi di Joss... Da quanto tempo lo conosci?
Assunta Da sempre.
Elena Da sempre che cosa vuol dire?
Assunta Sempre. (Un tempo) Un anno dietro l'altro. Un anno dietro l'altro... (Un tempo) Sempre...
Elena Ebbene... Secondo te... È un uomo buono?
Assunta Perché no? Tutti sono buoni.
Elena (nervosamente) Rispondi chiaro.
Assunta Non so che cosa lei intenda...
Elena Mi vuol bene come dice?
Assunta (la guarda a lungo. Silenzio) Signora! Io sono una povera donna.
Elena Ho capito. Non mi vuol bene.
Assunta Non è affatto necessario. Basta che agisca come se glie ne volesse.
Elena Perché... tu credi?
Assunta Niente, signora. Non credo. Non so nemmeno a che cosa si riferisca.
Elena Ecco. È un muro. Non si vede, ma è un muro. Mi chiude. E c'è sempre qualche cosa che rimbalza. Mi rimbalza addosso.
Assunta Posso andare, signora?
Elena (animata) No. Stai qui. Mi vuoi bene, tu?
Assunta Io la servo, signora.
Elena Mi vuoi bene, tu?
Assunta La servo.
Elena Domando se mi vuoi bene.
Assunta (dolce ma ancora elusiva) L'ho vista bambina.
Elena Anche tu. Anche tu non mi ami. Nessuno. Comincio a capirlo. Io sono attirata da tutti... io ho bisogno di vicinanze umane... di calore umano... E tutti mi fermano. C'è un velo tra gli altri e me. Da quando? Un tempo non avveniva. Non è vero, Assunta? Un tempo mi amavano.
Assunta Sì, signora.
Elena E adesso? Perché?
Assunta Non so, signora.
(Silenzio)
Elena In che epoca mi hai vista bambina? Io non mi ricordo di te, al castello. Io ti ho conosciuta qui...
Assunta È troppo lontano, signora. Lei non può ricordare.
Elena Tutto. Ricordo tutto dell'infanzia. (Un tempo) Fino a un certo punto, si capisce.
Assunta Ecco. Quel punto...
Elena Quale? Sì, è vero. C'è un momento, nella vita, in cui i ricordi si perdono. Ma ritornano. A poco a poco, quando meno te lo aspetti. Ad esempio, della mia infanzia io non vedo che una nebbia. Ma da quella nebbia sporge sempre un albero. Un grande albero. Enorme. Chissà quando l'ho visto. (Un tempo) Sono anni che porto quell'albero nella memoria.
Assunta Contorto.
Elena (stupita) Sì.
Assunta Sull'orlo di una rupe.
Elena Come lo sai?
Assunta Immagino.
Elena E come si possono immaginare certe cose?
Assunta L'avrò visto anch'io. Alberi... Rupi...
Elena Non quello. Non è possibile.
Assunta Sì.
Elena Che cosa c'è, vicino?
Assunta Cerchi.
Elena Non vedo altro. Non ricordo altro.
Assunta Cerchi.
Elena Non ricordo.
Assunta Cerchi ancora.
Elena (ansiosa) Non ricordo. (Di scatto, cambiando tono) Assunta, perché vuoi che cerchi nei ricordi d'infanzia?
Assunta Non sono io che voglio.
Elena Chi?
Assunta Lei. Ci pensi bene. Non è che lei. È sempre lei.
Elena Non capisco.
Assunta Che cos'ha da tormentarsi?
Elena (stupita) Io?... Mi tormento?
Joss (dal suo posto, in funzione di coro) E invece è lui.
Margherita(coro) È ancora lui.
Joss (coro) Che ha paura del notaio.
Margherita(coro) È sempre lui che ha paura del notaio.
(Compare Mauri)
Elena (decisa) Insomma. Voglio vedere Mauri. C'è?
Assunta Credo di sì.
Elena Eccolo. Bravo. Ho bisogno di lei.
Mauri Assunta me l'ha detto.
Elena Assunta?
Mauri Sì.
Elena (guardando Assunta) Glie l'hai detto? Quando?
Mauri Poco fa. Sono salito apposta.
Elena (sorpresa) Possibile, Assunta? Gli hai detto che ho bisogno di lui? Poco fa?
(Assunta tace. Silenzio lungo)
Elena (lenta) Grazie, Assunta. (Un tempo) Grazie. Prevedi i miei desideri.
(Assunta si dirige verso un angolo dove a sua volta « si fissa ». Elena la segue con lo sguardo)
Strano. Prevede. (Vivacemente, prendendolo per un braccio) Mauri, stia qui. Stia vicino, la prego.
Mauri Che cosa succede, Elena?
Elena A lei, lo domando. Che cosa succede? Nulla. Tutto è tranquillo... Tutto è in ordine... Il cielo è chiaro. L'aria è quieta. La gente è serena. Gli amici sono qui. Assunta è premurosa, premurosa... misteriosamente premurosa... Eppure... (Un tempo) Eppure tutto mi inquieta. Tutto è sottile... è nascosto... è tagliente... Tutto punge... fa male... ti soffoca come una rete... (Di scatto) Mauri... Io non mi adatto a questa passività. Non mi piace questa attesa ambigua. Attesa di che? Non lo so. Parli chiaro. Che avviene? C'è qualche cosa contro di me?
Mauri Prego, mi dia il polso.
Elena Macché polso. Ecco gli scienziati. Pulsazioni, cronometro, peso, cellule, glandole e via di questo passo. I sentimenti che diventano alchimia. Ci vuol altro.
Mauri Fatto.
Elena Che cosa?
Mauri L'atmosfera strana è sciolta. O sbaglio o l'ho sorpresa in pieno incubo. Ora non c'è più. O c'è ancora? Perché tante domande? Perché quest'ansia.
(Silenzio)
Elena (piano) Non mi ama, Mauri...
Mauri Chi?
Elena Mio marito.
Mauri Ah! Meglio così.
Elena Perché?
Mauri Ne sono contento.
Elena Ma perché?
Mauri Non glie lo dico.
(Silenzio)
Elena Ancora. Sciocco, Mauri. Sempre quella vecchia storia del suo amore. Credevo non se ne dovesse parlare più. Lei mi conosce. Non transigo. Sono piena di vecchi pregiudizi io. Amo la lealtà, la fedeltà, l'amicizia... Amo i sentimenti chiari. La gente serena. No, io non posso tradire. È inutile che ricominci con le allusioni. Non le pare?
Mauri Sarà inutile. Ma ciò non toglie che sia contento.
Elena (maliziosa) E Margherita?
Mauri No. Questa è una ritorsione. Questo non è degno di lei. Ad ogni modo Margherita coltiva altre speranze. Lo sa.
Elena Sì, conosco... Ma oramai... Quali speranze potrebbe coltivare? Un adulterio? Con mio marito? Margherita è orgogliosa. La umilierebbe di fronte a me.
Mauri Sia pure. Ma anche un matrimonio si può sciogliere.
Elena Ah no. Io sono religiosa.
Mauri Appunto.
Elena Eh?
Mauri (stupito) Ho detto appunto?
Elena Sì.
Mauri Strano. È venuto alle labbra... così. Non ha senso. (Guarda intorno).
Elena Non ha senso, è vero. (Guarda intorno a sua volta) Vede? Sono questi i fatti che da qualche tempo mi turbano. I fatti senza senso. Intorno a me. Le parole che arrivano e volano prima di lasciarsi capire. I richiami che vengono non so di dove. Le persone che hanno sempre un altro viso... dietro il primo... Un altro... un altro... un altro... Dietro il primo. E la verità si perde... Che delusione! Io non sopporto la menzogna. Non sopporto l'inganno. Il solo sospetto mi esaspera.
(Silenzio)
Mauri Animo, Elena. Non torniamo all'atmosfera di poco fa.
Elena Giusto. Vuole il polso? (Tende la mano).
Mauri Sì, mi prenda in giro.
Elena Ma è per questo che ho voluto parlare con lei. Non badi al mio rabbuffo di poco fa. Per incontrarmi con la sua freddezza professionale. Polso, battito, temperatura. I sentimenti che diventano materia. Ciò butta i pensieri in un'altra direzione. Ciò allevia.
Mauri E la coerenza? (Le prende il polso).
Elena Coerenza... Chi ne ha qui?
Mauri Niente di irregolare. (Lascia) Dica. Perché suo marito non l'ama più?
Elena Sensazioni.
Mauri C'è un fatto?
Elena No.
Mauri Lei non è sincera.
Elena Lo sono fin dove posso.
Mauri Non capisco.
Elena Meglio così.
Mauri E lei, lo ama?
Elena Come sempre.
Mauri Allora niente. Non l'ha mai amato... Io lo so.
Elena E come fa a saperlo? Lo amavo sì. Almeno... lo credo... Mi dominava. La sua superiorità intellettuale è molto forte. Ero timida. Di fronte a lui sono ancora timida. O forse soltanto tenera. Chissà. La tenerezza che non si schiude. È amore questo? Io non lo so bene, in fondo. Che cos'è l'amore?
Mauri Chi può dirlo, Elena. Ci sono tante forme d'amore.
Elena Parole.
Mauri C'è l'amore coniugale, quello degli amanti. Quello spirituale. Quello sensuale. Quello fraterno... (Tace d'improvviso, colpito dall'ultima parola, guardando Elena)
(Silenzio)
Elena Fraterno? (Un tempo) Perché non continua? (Silenzio).
Mauri È ancora timida di fronte a lui?
Elena Sì.
Mauri Quando?
Elena Che cosa significa?
Mauri Posso rivolgerle domande intime?
Elena No.
Mauri Domande di un medico.
Elena No.
Mauri Occorrono.
Elena Mentirei, Mauri.
Mauri Ma allora scusi. Perché mi ha chiamato?
Elena Per bisogno. Per confessarmi.
Mauri Confessarsi e mentire?
Elena Sì.
Mauri E c'è una logica?
Elena (fremente) E c'è una logica in questo mio trambusto? Dentro? In quest'ombra che a poco a poco mi investe? In questa incertezza che cambia il mio carattere? Che mi fa nervosa e mi umilia? In questa attesa malinconica? In questa delusione di tutti i giorni... In questo intristire... In questo mendicare.
Mauri (rapido) Ho capito. Non è sua moglie.
Elena (fremente) Mauri!
Mauri (impassibile) Non è sua moglie.
Elena Mauri.
Mauri È sposata da tre mesi e non è ancora sua moglie.
Elena (furente) Ma che cosa crede? Che sia un animale? Che me ne importi? Che lo desideri? Che mi sia sposata per la turpitudine dei sensi? Che non possa farne a meno? Che non abbia altre mete? Altre sollecitazioni? Altri mondi? Poveri uomini legati a certi obblighi. Io sono libera. Sono superiore. Non ho corpo. Non ho muscoli... Non ho glandole, come dite voi scienziati...
Mauri (impassibile) Dunque è vero.
Elena No.
Mauri (forte) Lo è.
Elena (forte) No.
Mauri (forte) Lo è.
Elena No.
Mauri Lo è.
Elena (spenta) Sia pure... Lo è.
Mauri (sorpreso) Ho indovinato. (Un tempo) E allora bisogna affrontarlo.
Elena Federico?
Mauri Subito.
Elena Lei è pazzo.
Mauri Bisogna chiedergli una spiegazione.
Elena Non lo farò mai.
Mauri Intervengo io?
Elena (furente) Non si permetta.
Mauri Allora lei. Ma subito. (Perentorio) È il suo diritto.
Elena Mai. Non oserò mai.
Mauri È necessario.
Elena No, Mauri. Non lo farò. Taccia. Per carità. Il solo pensiero mi fa arrossire. Me lo promette? Non mi dia questa vergogna. Chiedere a lui... Ah, la prego, Mauri. Come può venirle in mente? (Si copre vergognosa il volto) Saprà tacere? Mi promette?
Mauri Non è libera lei? Non è superiore?
Elena (disperata) Ma non in questo senso. Mi capisca.
Mauri Sta bene. Si rassicuri.
(Compare Clam)
Clam (lieto) Eccoli. Al solito. Mi derubate del mio regno: la biblioteca. Come stai, Elena? (Le sfiora il braccio) Un po' pallida. Stanca?
Elena Forse, Federico.
Clam Animo. Passerà. O ti annoi? (A Mauri, indicando Elena) Si annoia, Mauri?
Mauri È possibile.
Clam In senso filosofico non è un male. Tutti gli intelletti aristocratici si annoiano. L'arte, la scienza, nascono dalla noia, si dice.
Elena Grazie. Lusingata. Ma io non so, Federico, fin dove il mio intelletto sia aristocratico.
Clam (cordiale) È un bene. Quando lo sappiamo non lo è più. (Un tempo) Scherzo, sai? Non badare. Cerca di distrarti. Viaggia. Non ti piacerebbe un bel viaggio?
Elena (con slancio) Oh sì, Federico. Accompagnarti ai congressi. Alle discussioni. Sentire tante belle cose che non capisco. Vedere tanti paesi.
Clam Calma... calma... Calma. Diventi romantica?
Elena Scusa.
Clam Prego. Se desideri un viaggio puoi farlo. Scegli. A tuo piacimento.
Elena Ma... sola?
Clam Sì. Certo. Io ho un mucchio di impegni. Vuoi un compagno? Una guida? Ti dò lui. (Indefinibile) A Mauri non rincrescerà, vero?
Mauri (impassibile) No, maestro.
Clam E allora?
(Silenzio)
Elena (fredda) Grazie, Federico. Grazie anche a lei, Mauri. Non è indispensabile.
Clam Quand'è così. Mi spiace. Ad ogni modo pensaci. (Esaminando i libri).
Mauri Ha impegni nuovi, maestro?
Clam Un visibilio. Lo sai.
Elena A proposito. È uscito un libro tuo sul matrimonio?
Clam No.
Elena Come no?
Clam (tranquillo) No.
Mauri Maestro... « Il matrimonio proibito ».
Clam Ah! (A Mauri) Glie l'hai detto tu?
Mauri Io no.
Clam E come lo sai?
Elena Me l'ha detto Margherita.
Clam Joss.
Elena Sì...
Clam L'autore è lui. (Indica Mauri)
Mauri Maestro...
Clam Lui... Lui... Non protestare. (A Mauri) Non hai radunato il materiale? Non hai selezionato la materia? Io firmo, lui lavora. Avviene. Ingiustizie che colpiscono i giovani. Necessità della carriera. (A Mauri) Non ti ribelli ancora all'ingiustizia? Hai ragione. È inutile. Però... Prova. Ti assicuro che è un'esperienza.
Mauri Insomma. Non sono idee mie.
Elena Quali idee?
Clam Niente di originale. Un impasto di ipotesi conosciute. Ne è uscita una tesi. (A Mauri) Va bene, va bene. Ne rifiuti la paternità. Lasciala a me... Perché ti emozioni? (A Elena) Asserisco, in quel libro, che certe affinità di sangue non esistono... Perché se esistessero... in certe circostanze... questo sangue diventerebbe aspro, cattivo, serpigno, malefico. Un sangue verde. Porterebbe al delitto. (Un tempo) Bella immagine, Mauri... Il sangue verde. Mi piace.
Mauri O sbaglio o io ho già sentito quest'ironia in lei... questo animo acre.
Clam Tre mesi fa.
Mauri Sì.
Clam A proposito di che?
Mauri Non so. Lavoravamo.
Clam Non dici tutto. Lavoravamo al « Matrimonio proibito ».
Mauri (incerto) Ma sì...
Clam Perché non dicevi tutto?
Mauri (incerto) Non ricordavo.
Elena Lasciamo queste cose, via! Io non capisco le vostre allusioni.
Clam (dolce) Perché vuoi cambiare discorso, Elena?
Elena (interdetta) No...
Clam Sì... (Silenzio lungo. Poi ironico) Vedete? Io studio le cose naturali... guardo i fenomeni nella loro verità... Ed è così che riesco a vedere i fantasmi degli altri... Liberandomi dei miei... Non ne ho più. (Silenzio lungo) Non è curioso?
Mauri (piano) Non capisco bene, maestro.
Clam Capirai a suo tempo, forse. (Vivace) Del resto hai torto, Mauri. Io non ho lo spirito acre che dici. Sono tranquillo. Lieto. Torno ora da una passeggiata benefica...
Elena Al lago?
Clam No.
Elena Come no?
Clam Ah, è vero. Scusa. Sono stato al lago.
Elena Ci vai spesso?
Clam No.
Mauri Come no?
Clam (di scatto) Che cos'è? Un processo?
(Silenzio lungo)
Mauri (lento e perfido) Ma non è un processo, almeno, non credo, maestro. Per quanto riguarda me, no davvero. Per quanto riguarda lei... (Indica Elena)
Elena Mauri... Che cosa vuol dire? Processo? Che parola. E tu, Federico, come puoi pronunciarla? A che cosa ti riferisci? Vedi, lo dicevo poco fa. Sempre un altro rapporto. Una parola e sotto c'è un altro rapporto. Un altro fatto. Sembra di vivere con la spada alle reni.
Mauri (guardando Clam) Chissà. Ci sono parole che non escono da noi.
Elena E anche questa frase. Non la capisco. Che significa? Tutti parlano per allusioni. Io mi informavo del lago perché so che Federico non lo ama. Semplicemente. E mi stupivo nel vederlo mutare. Ricordi, Federico, quando me ne hai allontanata? Ricorderai anche in quale occasione. (Rallenta come riflettendo) Era il giorno di San Lorenzo... (Più piano) La Fornace... V'ero andata con Margherita. (Lenta, come imbarazzata) Volevamo vedere... se da quel salto...
(Silenzio lungo)
Clam (piano) Perché non continui, Elena?
(Elena tace. Silenzio lungo)
(disinvolto) È vero. Non volevo confessarlo. È un'abitudine nuova. Una fanciullaggine. Da qualche tempo raggiungo anch'io una certa riva del lago, e guardo le acque. Non è curioso? (Come tra sé) Io studio le cose naturali, ed è così che riesco a liberarmi dei fantasmi. (Un tempo) Non ne ho più.
(Silenzio)
Elena (piano) Che cosa guardi, nelle acque?
Clam La trasparenza.
(Silenzio)
Elena E che cosa vedi nella trasparenza?
Clam Niente.
(Silenzio)
Elena (piano) Com'era il suo nome?
(Silenzio)
Clam Lo sai, Elena.
Elena (c. s.) Com'era il suo nome?
(Silenzio)
Clam Anna.
(Silenzio. I personaggi in coro, oppure ad uno ad uno)
Il Coro Elena... Elena... Elena... Anna... Anna...
Joss (in funzione di coro) E a poco a poco qualche cosa volava dal lago.
Margherita (in funzione di coro) Qualche cosa volava...
(Compare Assunta)
Elena Strano, Federico. Tutte le volte che mi viene in mente Anna, compare Assunta.
Clam (disinvolto) Ti meravigli? Assunta è donna a sorpresa. Non si sa mai dove i suoi pensieri buttino radice. I suoi pensieri e i suoi sogni. Ne vuoi una prova?
Elena Assunta non mi vuol bene, Federico.
Clam Ne vuoi una prova?
Mauri Sì.
Clam Ecco il discepolo. Studia i fenomeni e vuole la prova anche lui. Bravo. (Ad Assunta) Assunta, sogni sempre le streghe nel bosco?
Assunta No, signore.
Clam Intorno a una pentola?
Assunta No, signore.
Clam Che cosa facevano; le streghe, quella volta, in quel bosco?
Assunta Ballavano.
Clam E che cosa c'era nella pentola?
Assunta Un fascio di serpenti.
Clam E che cosa facevano quei serpenti?
Assunta Strisciavano fuori. E si attorcigliavano a un albero.
Clam (ad Elena) Hai sentito? C'è un fatto nuovo. Un albero.
Elena Grande? Contorto?
Assunta Sì, signora.
Elena E poi?
Assunta Cerchi.
Elena Non so. Non posso.
Assunta Animo, signora. Tenti.
Elena (disperata) Non vedo.
Assunta Una rupe.
Elena (che contrae la memoria) Sì, una rupe.
Assunta Un fiore rosso.
Elena (palpitante) Sì... Un fiore rosso.
Assunta Un urlo di sirena.
Elena (con un grido) Una sirena. Sì; Ricordo. Un urlo di sirena. Quel che cercavo. Da tanti anni. Ecco. La memoria s'è aperta. Una sirena d'automobile. Urla... Urla... Urla... (Coprendosi il volto) Federico... Mauri... La sento. Il cielo ne è pieno. Federico! Questo ricordo improvviso. Questa allucinazione. Di dove viene? Ho paura. Ho paura, Federico!
Mauri (le è vicino) Signora.
Clam (contemporaneamente) Elena.
(La sorreggono)
Elena Ho paura.
Mauri Ma signora. Torni in sé, la prego.
Clam Elena, era uno scherzo.
Elena (piangendo) No. Non era uno scherzo. Ho paura, Federico. Di lei. La mia infanzia nei suoi sogni. La mia infanzia nei suoi sogni. Che cosa significa? Voglio vedere più avanti. Più avanti, nell'infanzia, Assunta! Una strega... La mia infanzia nei suoi sogni... Una strega...
Clam (a Mauri) Aria... Aria... Presto. Sul terrazzo. Portatela sul terrazzo.
Elena (si lascia sospingere da Mauri) La mia infanzia nei suoi sogni...
(Escono, vale a dire, lentamente riprendono il loro posto nel coro dei personaggi. Assunta e Clam si guardano silenziosi)
Assunta Povera ragazza.
Clam Perché la chiami ragazza?
Assunta (dolce) Zitto, Federico.
Clam Ma tu...
Assunta (dolce) Zitto. (Silenzio).
Clam Che cos'è questa storia del sogno?
Assunta Hai sentito.
Clam A me non la fai credere.
Assunta Forse che non ti serve?
Clam Che cosa vuoi dire?
Assunta Sei tu che lo vuoi. Anche tu la spingi.
Clam Dove?
Assunta Verso la verità, Federico. (Silenzio lungo).
Clam (piano) Eri con lei? Ventotto anni fa?
Assunta Ventisette. Aveva un anno. Mi sfuggì.
Clam Come mai?
Assunta Mi ero allontanata.
Clam E l'albero?
Assunta Non c'è più. L'hanno sradicato. Elena, vale a dire Anna, si aggrappò prima di sprofondare.
Clam E l'altra?
Assunta Giù, anche lei. C'era una sirena d'automobile. Urlava... urlava... dalla strada.
Clam Dov'eri?
Assunta Lontano. Correvo.
Clam Capisco. Arrivò prima il conte. Pescò Anna e la tirò a bordo della macchina.
Assunta Trovarono l'altra. Irriconoscibile. La scambiarono per Anna.
Clam Ma tu... Perché hai taciuto?
Assunta Paura, Federico. Ero impazzita. Giorni e giorni di febbre. E poi... paura. Paura. Non so di che... Ero una povera donna. (Si passa le mani sul volto) E poi... L'istinto di tacere. Guardare e tacere. Sempre. Il senso della colpa. Non so. Tacqui.
Clam Chi era l'altra?
Assunta Una bambina girovaga. Una mendicante. Nessuno l'ha mai cercata.
Clam Sembra un simbolo. La vittima.
Assunta (profonda e dolce) È vero. La vittima che non c'è e si sente. E ti guarda. Lino sguardo ti segue, Federico. Dal lago. (Un tempo) C'è sempre, uno sguardo che ci segue. E che qualche volta cerchiamo.
Clam (di scatto) Ah no. Basta, sai? La parabola non la sopporto. Non scherzo più con i tuoi sogni.
(Il notaio Joss si muove e arriva dinanzi ad Assunta)
Joss Mi stupisce. Un uomo come te, ha paura dei sogni?
Clam (brusco) E tu... Che cosa vuoi?
Joss Sei sicuro di non avermi chiamato?
Clam (ironico e veemente) Bravo. Parla anche tu a parabole. Te lo dico io che cosa vuoi. Vuoi sapere che cosa pensi di te. Delle tue macchinazioni. E che cosa pensi di Elena. (Accenna ai personaggi) Vuoi sapere quante sono le Erinni. Quanti i draghi dalla coda di fuoco: che mi tormentano. Ebbene, notaio... Niente. Non c'è niente. Sono limpido come il ghiaccio. E rido di te, che ti affanni. Sciocco.
Joss Perché ti esalti?
Clam Ma non mi esalto. È la mia violenza naturale. È la mia anima che grida. Sempre. (Un tempo) E poi... sono irritato verso di lei. (Accenna ad Assunta) Che cosa c'è ancora, Assunta?
(Assunta tace)
Vedi Elena, ti prego. Se sta meglio.
(Assunta riprende il posto tra il coro)
Hai inteso, notaio? Nessun tormento. E, come vedi, la terra non trema. Il fuoco non cade sui mortali. Ed io sono lieto o triste o indifferente come al solito, e come tutti.
Joss Sfido. Non hai osato.
Clam Credi?
Joss Sei un superuomo di paglia.
Clam Paura, vero?
Joss Suppongo di sì.
Clam E allora ascolta, notaio. Un fatto nuovo. (Sillabando) Non ci credevo più. Non me ne importava più niente. (Con passione) Ti stupisci? Non credevo più alla mia rivolta. Non credevo più alle forze superiori. Non c'erano. Quand'è che si violenta una legge? Quando senti, di quella legge, la maestà e la spada. Ebbene... È bastato un attimo non l'ho sentita più. Ho avuto l'intuizione definitiva. Joss Quando?
Clam Subito dopo il matrimonio. Eravamo rimasti soli al margine del bosco... e si avvicinava l'ora decisiva. Quella del mostro... Quando all'improvviso... Girando gli occhi su quel cielo e guardando lei innocente... io intesi che nulla, intorno a me, sarebbe mutato. Mai. Io avrei commesso l'atto estremo... e il cielo sarebbe rimasto impassibile... il mondo avrebbe continuato il suo corso... solenne... ed io nel mondo... come tutti. (Un tempo) Niente. Il mio atto non era niente.
Joss Allora?
Clam Allora la lasciai. Passò la notte nuziale sola. (Silenzio).
Joss Continua, Clam. Sono interessanti certi equivoci della sensibilità. Dopo?
Clam Anche dopo. Anche dopo. La stessa sensazione. La sfida a Dio cadeva perché Dio non c'è. Non poteva succedere niente. Mi sono creduto un personaggio romantico. Un perseguitato che reagisce con l'odio. Nulla. Tutto astratto. Indifferente. L'uomo non può offendere l'indifferenza. Un dramma che svaniva. Non è curioso, per te, e per tutti i sentimentali come te?
Joss Curiosissimo. Tanto più che non valuti ciò che dici.
Clam Perché?
Joss (Impetuoso) Perché le tue parole hanno un senso diverso. Eloquente.
Clam Sbagli. Non è la grazia. È il nulla. È ciò che trovi quando cerchi il perché dei problemi... Non trovi nulla. C'è sempre un nuovo perché da cercare. Mettiti in una proiezione scientifica, se puoi. Non lo raggiungi. (Con ira) Non c'è un perché. Ce n'è sempre un altro. (Un tempo) Ed ecco che quella mia tragedia, quella mia violenza... sono stati un errore. Il mio matrimonio è un errore. Le morali, i secoli, le leggi... se ne infischiano. Nessun segno è venuto.
Joss Ma naturalmente. Non hai osato.
Clam Ho osato il matrimonio. Il sacrilegio c'è già. Nessun segno è venuto.
Joss E allora? Questo preteso amore?
Clam Svanito. Vivo accanto a lei da fratello.
Joss Sfido. Il tempo ha chiarito gli impulsi. In tre giorni come potevi...
Clam Se vuoi. Io non sono così semplicista... Ma se ti contenti...
Joss E adesso? Che farai?
Clam Sono incerto. Ci penserò.
Joss Sei disposto a rivelarle la verità?
Clam Mai.
Joss Perché?
Clam Troppe domande, Joss.
(Silenzio)
Joss Pure... Bisogna venire a una soluzione.
Clam Aiutami.
Joss Ti aiuteremo.
Clam Perché il plurale?
Joss (indeciso) Io... Margherita...
Clam Ah! Margherita... (Sorride) È forse questa la soluzione?
(I personaggi del coro)
Assunta (in funzione di coro) E così, quando tutto sembra finito, penetra il vento della tragedia.
Margherita Il vento della tragedia.
(Si muovono Elena e Mauri)
Elena Ti domando scusa, Federico.
Clam Passato, Elena?
Mauri Non del tutto. Non è un malore. È uno stato d'animo.
Elena La prego, Mauri.
Mauri Ma non è difficile chiarire.
Clam Oh guarda, Mauri. C'è qualche cosa da chiarire?
Mauri (ironico) Non saprei. Non spetta a me, maestro. Non sono così bravo.
(Joss si « fissa » nel coro dei personaggi. Anche Mauri lo segue)
Clam (guardandolo allontanarsi) Mi odia. Ci sono momenti in cui mi odia. (Un tempo)
Elena Non esageri?
Clam Spiacente, Elena. Non immaginavo che quel mio scherzo... Non è da oggi che io rido dei sogni di Assunta.
Elena Non è stato un male. Anzi.
Clam Così d'un tratto? Ricordi d'infanzia?
Elena Sì e no. La mia infanzia è lontanissima. Eppure è qui. L'ho vissuta in questa valle.
Clam Sei giovane. Più avanzerai negli anni, più i ricordi dimenticati ti verranno incontro. Vedrai. Un particolare dopo l'altro, l'infanzia ritorna sempre.
Elena Sarà per questo che cerco.
Clam Che cosa?
Elena Mia madre.
Clam Non l'hai conosciuta. Almeno, mi pare.
Elena No. Ma io avevo quasi un anno quando mia madre morì. È strano... Almeno... Così mi dissero...
Clam Un anno. Non è un'età che lasci ricordi.
Elena Ne sei sicuro? Io ho nella memoria un vecchio signore affettuoso...
Clam Tuo padre.
Elena Gli volevo bene. Mi portava con sé. Nei prati. Nei boschi. Mi insegnava tante cose. Il nome delle erbe. La vita delle piante. Perché ricordo mio padre fin da quell'epoca... e non mia madre?
Clam Cara Elena. Anche la memoria è un meccanismo sconosciuto. Chi può sapere?
Elena Non solo. Ma ricordo anche il castello. Voglio dire... la prima sensazione del castello. C’è una luce acuta, un gran silenzio. Mio padre è immobile, in quel silenzio. Io sono aggrappata al suo stivale. Ascolto le canzoni lontane dei contadini.
Clam Ma Elena. Perché questo tono? Questa malinconia? Animo.
Elena Lasciami, Federico, te ne prego. È tanto bello... Non siamo mai soli. Non ci parliamo mai a cuore aperto. Qualche volta è necessario, a una donna.
Clam È un rimprovero?
Elena No. Per carità. È solo un desiderio di vicinanza. Ti dà fastidio?
Clam Figurati.
Elena So bene che il sentimento non ti garba. Ma io non voglio fare del sentimento. Credi. Il sentimento è in me. Io parlo... così... Per parlare... con mio marito.
Clam Ma è da oggi che il tuo pensiero va a tua madre?
Elena Oh no! Dal matrimonio. Ecco. Il rimpianto più intenso fu proprio il giorno del matrimonio. Io sentivo, quel giorno, che mia madre non c'era a rassettarmi l'abito... a ravviarmi i capelli... ad ornarmi coi fiori... ad abbracciarmi prima di cambiar casa... Sentivo che non c'era... E che forse... (Un tempo)
Clam Forse?
Elena Era bene che non ci fosse.
Clam (di scatto) Elena.
Elena (pronta, vibrante) Federico.
Clam Che cosa vuoi dire.
Elena Lo sai.
Clam (atterrito) Elena.
Elena Tu non mi ami, Federico.
Clam (con sollievo) Ah!...
Elena Ed io non me ne lamento.
Clam (come tra sé) Non è che questo?
Elena (ferita) Come, non è che questo!
Clam (più a sé che a lei, astratto, nervoso) Ma sì, sta bene. Ti lascerò meno sola. Hai ragione. Vedremo... Concilierò le mie esigenze con te.
Elena (fiera) Ah no! Cosa credi? Che mendichi?
Clam (irritato) E allora?
Elena (forte) Allora guasti tutto. Mi offendi. Interpreti un abbandono affettuoso come un rimprovero. Come una sollecitazione. Non è questo...
Clam (per provocarla) E invece sì. È questo. Non lo sai ma è proprio questo. Ci arriviamo. È un tuo diritto. Non lo nego. Ma lo sentivo arrivare.
Elena Ma Federico. Non mi hai capito?
Clam Elena... Anche tu non mi ami.
Elena (alta) Io? E come puoi dirlo se non conosco l'amore?
Clam (fremente) Hai visto? Ci siamo arrivati. Al rimprovero. Alle spiegazioni. È proprio questo che prevedevo. Meglio così. Tutto diventa facile. Posso rispondere chiaro. Scusami se rispondo chiaro. (Scattando) Scusami, ma devo rispondere chiaro. Hai ragione. Non ti amo. È detta.
(Silenzio lungo)
Elena (piano) Sta bene. Non potrò certo accusarti di reticenza. E del resto... Non voglio dire che si tratti di una sorpresa...
Clam L'hai provocata.
Elena (pensosa) Naturalmente... Meglio così. Ora capisco molte cose...
Clam (sincero) Ora mi dispiacerebbe...
Elena Per carità. Non tornare indietro. Nessuna cortesia, ti prego. Questo sì, sarebbe feroce. Però una spiegazione te la chiedo. Una. Una sola. È un mio diritto.
Clam Quale?
Elena Perché mi hai sposata?
Clam È un po' difficile, Elena.
Elena Dillo. Oramai.
Clam (brusco) Ne amavo un'altra.
Elena Un'altra? Ed hai sposato me?
Clam Sì.
Elena Impossibile.
Clam Perché?
Elena Non sei un uomo dai molti amori.
Clam Infatti. Fu un amore unico. Ma non era libera. C'era un amante. Volli che l'abbandonasse per me. Rifiutò. Allora chiesi la tua mano. Un dispetto. Una rivalsa. La sera stessa. In seguito non potevo più smentirmi. Ti ho sposata. (Un tempo) Mi sembra abbastanza umano, dopo tutto.
Elena Ed ora? Perché ti sveli all'improvviso?
Clam È di nuovo libera, Elena.
Elena Che cosa ti importa, dal momento che mi hai sposata?
Clam Non capisci? Un matrimonio si può sciogliere.
Elena Le parole di Mauri.
Clam Davvero?
Elena Ma non è la mia opinione. Un matrimonio non si può affatto sciogliere. Io sono credente. Ad ogni modo non inquietarti. Si può trovare un modo di vita adatto. Rispettivamente libero. Io non sono donna da rimanere con chi non mi ama,
Clam È meglio sciogliere. Elena.
Elena Vuoi sposare l'altra?
Clam Sì.
Elena (alta) Margherita?
Clam Chi ha detto che si tratti di Margherita?
Elena (vibrata) E tu credi che consentirei? A una brutalità simile?
Clam E consentiresti a vivere accanto a me, fanciulla?
Elena (di scatto) Non è vero. Tu non ami Margherita.
Clam Se te lo dico...
Elena Non l'hai mai amata.
Clam Domandalo a lei.
Elena Non è necessario. So tutto di lei. E poi... Tu non sei un uomo da transazioni. Con la tua violenza. Con la tua volontà. Hai fatto un matrimonio per dispetto... Tu? È una burla. Ti conosco.
Clam Che cosa vuoi conoscere, Elena. In materia d'amore... non si conosce mai nessuno.
Elena Non ti credo. Anche se me lo provi. Non ti credo.
Clam Crederai a Joss?
Elena Che cosa c'entra Joss?
Clam È suo padre. Tutto concordato. Tutto previsto in funzione dell'annullamento. Chiamalo. Joss non è un uomo. È un fluido. Sempre intorno a noi. Ci spia. Chiamalo...
Elena (chiama) Joss! Joss!
(Si muove Joss. A seconda dell'effetto scenico il regista può anche lasciarlo immobile, come coro. Elena forte)
È vero? Tutto concertato? Tutto previsto?
Joss Sì, Elena. È il nostro pensiero costante. Di tutti. Prepararti. Con affetto. A poco a poco.
Elena All'annullamento?
Joss Sì.
Elena Perché non mi ama?
Joss Sì.
Elena Perché mi ha sposato pensando a un'altra?
Joss Sì.
Elena E l'avete permesso?
Joss Non giudicare, Elena.
Elena Avete teso questa trappola? Avete brindato alle mie nozze? Vi siete rallegrati con me? Avete lodato il mio sposo. Mi avete offerto doni. Avete invocato la fortuna, la felicità sul mio capo. E feste e canti e danze. E mi portavate all'oltraggio?
Joss Non noi, Elena.
Elena Chi?
Joss Le circostanze.
Elena Ma quali? L'amicizia che l'ha legata a mio padre? L'affetto che ha mostrato per me in questi anni? La tutela amorosa di cui mi ha circondata? E i consigli? E l'esempio? Tutto falso? Tutto perverso? E perché lo rivelate? Perché questo coraggio improvviso?
Joss Ma non giudicare, Elena. Aspetta. Verrà giorno in cui capirai.
Elena Che cosa?
Joss Non insistere. Lascia che ti dica. Per quell'affetto, appunto, che ti porto. Che ho portato a tuo padre. Lascia che ti dica: verrà giorno in cui il male diventerà un bene. Pazienza. Rassegnati.
Elena A che? Al matrimonio di Margherita?
Joss Ma no. Che c'entra Margherita?
Elena Dov'è?
(Margherita si muove, a volontà del regista, può anche rimanere al suo posto)
Margherita Eccomi, Elena.
Elena All'agguato.
Margherita Come tutta.
Elena Sei ancora capace di sincerità?
Margherita Sì, Elena.
Elena Come un tempo?
Margherita Di più.
Elena Perché di più?
Margherita Perché ti voglio bene di nuovo.
Elena E da quando?
Margherita Da ora.
Elena Basta così. Da quando sono ripudiata. Sei generosa. Grazie. È la confessione che volevo. Non mi occorre altro. Hai mentito anche tu. Giorno per giorno. Quando mi abbracciavi, durante anni interi. Hai pianto e riso sulla mia guancia. Mentivi. Mi hai aperto il cuore e t'ho aperto il mio. Mentivi. Hai sognato con me. Mentivi. Siamo state bambine e giovinette e donne insieme. E mentivi. Quando mi sono sposata sono stata io a consolarti, a chiederti perdono della mia fortuna, e mi hai perdonata. Mentivi. C'era un uomo nella tua vita.
Margherita Taci.
Elena Mentivi anche a lui. Benissimo. Tutto svelato. Amicizia, amore, fede, rispetto, se ne vanno col vento. Rimango sola e aggredita. E i nemici parlano con la voce più dolce. È vero. Adesso vi conosco. (Indica tutti) Siete le ombre dei miei silenzi, dei miei dubbi, dei miei spaventi. Siete i fantasmi dei trabocchetti che mi circondavano. Le allusioni, le superstizioni. Siete i visi graziosi delle coscienze traditrici. Tutto concordato. Tutto previsto. Benissimo. Dall'ipocrisia alla violenza della sincerità. C'è dell'altro? Ci sono altri? C'è anche Mauri, per caso? Dov'è Mauri?
(Compare Mauri, il quale può a sua volta, rimanere fermo)
Mauri Elena!
Elena Lei. È anche lei del complotto?
Mauri No, Elena.
Elena È stato il primo. Ha parlato di annullamento.
Mauri È vero.
Elena E perché?
Mauri (indicando Clam) Perché lo odio.
Elena (di scatto guardando a Clam) Bravo Mauri.
Clam (dolce) Elena...
Elena (ironica a Clam) Ero buona, vuoi dire?
Clam (piano) Scusa.
Elena (a Mauri) Ho detto bravo ma ho torto. Che cosa spera lei dall'annullamento? Lo sa, non c'è nulla da sperare.
Mauri Non è questo.
Elena Che cosa allora?
Mauri Lo odio per ciò che non capisco. O non capisco bene. O non voglio capire. Meglio. Lo odio per ciò che ho paura di capire. E non so rendermi conto di questa paura.
Elena Lo odia perché gli vuol bene.
Mauri Anche. Perché i suoi pensieri sono i miei. Ma non li amo più. E non riesco a chiarirli. È il caos. Forse è il crimine. Forse è un pazzo.
Elena È mio marito.
Mauri Non è un marito se non l'ama.
Elena Tocca a me giudicare.
Mauri Lo lasci. Se ne vada.
Elena Anche lei, dunque. Ma si spieghi.
Mauri (con strazio) Non riesco. Non so.
Elena (fiera, forte) E allora ascolti. Ascoltate. Tutti. Non sarà mai. Non lo lascio. Non accetto di lasciarlo. Con tutto il mio sangue. Con tutto il vigore della mia onestà. Respingo l'ingiustizia. Non subisco violenze. Né da lui né da voi. Non rompo il giuramento di Dio, che è qui, e mi difende. Perché lo amo. (Indica Clam).
Clam (atterrito) Elena...
Elena Sì, ti amo. Sei mio marito. Lo grido. È il mio diritto. Che cosa credi? Che si possa prendere una ragazza addormentata. E illuderla. E abbandonarla. E tradirla. Senza che il sangue la sconvolga? E l'ira la trasformi? E la gelosia la bruci? Sì, mi brucia. Sono gelosa. Non ti darò quelle braccia. Non ti darò quella bocca. (Indica Margherita) Non ti darò quell'amore che rifiuti a me. Patisci. Consumati. Aspetta come ho aspettato io. Muori di delusione come sto morendo io.
Clam Elena.
Elena Taci. Non consentirò mai. Tu non sei un uomo onesto. Hai macchiato le nozze con la frode. Hai profittato della mia solitudine. Ma io ti amo lo stesso. Anzi, ti amo per questo. Perché mi hai oltraggiata. Mi hai travolta. Mi hai Impaurita nel profondo dell'anima. No, non ti amavo il giorno del matrimonio. Confesso. Ma ti amo ora. Come una schiava battuta. Guarda. Mi confondo se mi parli. Tremo se ti penso lontano. Sono tua. Sarò sempre con te. Qualunque cosa tu possa dire. Amo la tua bocca se mi insulta. Bacio la tua mano se mi batte. Per la vita intera. Sempre. Con te.
Tutti (in coro, sommessi, spaventati) Elena...
Elena (sconvolta) Infine. È mio marito.
Joss (di scatto a Clam) Hai visto? Specchiati.
Clam (le mani sul viso) Non abbandonarmi, notaio.
Joss (alto, feroce, ironico) È il segno. Quello che deridevi. La favola, la superstizione, la magia del selvaggio.
Clam (c. s.) Non abbandonarmi, notaio.
Joss (c. s.) È la punizione. È la maledizione. È l'ignoto. La sfida che hai lanciato è raccolta.
Clam Non lo dire, notaio.
Joss È il male che genera il male. Quello che hai accarezzato. Quello che era in te. È passato in lei. Che cosa credevi? Di ribellarti? Di spezzare la legge e poi di andartene? Come se nulla fosse avvenuto? C'è una vittima. Guardala.
Clam Taci. Non è vero. Non ci son vittime. È un'esaltazione. S'inganna.
Elena Ma Federico. Joss. Che linguaggio. Che cosa avviene?
Clam (disperato) Niente. Non avviene niente. È un inganno. Rifletti. Non è vero che tu mi ami.
Elena È vero.
Clam È l'orgoglio offeso. Torna in te, Elena. Ti sembra di amarmi. È diverso.
Joss Che cosa dici, Federico? Non ha senso. La paura ti smaschera.
Elena Paura?
Clam Sì, Elena. Paura per te. Soltanto per te.
Elena (smarrita) Di che cosa, in nome di Dio!
Joss (ad Elena) Di guardarti. Ha paura di guardarti. Vede l'orrore. Il tuo vaso è un orrore. Cioè il suo. (A Clam) Osserva. I capelli: serpi. Gli occhi: fuoco. Le braccia: tentacoli. La sua bellezza: laida. L'Erinni è venuta. Sei tu, Federico. È la tua anima. È la tua vergogna che si riflette in lei. Striscia fuori di te. Come un fluido. E la travolge.
Elena Joss! Che avviene, Joss? (Lo prende per le braccia, lo scuote) Dimmi che avviene.
Clam No. Lei no. Che cosa c'entra lei. È un sogno nefando. È una visione d'inferno. È un delitto che non sopporto. Non è vero. Bisognava punire me. Sprofondare me...
Joss Sei tu che sprofondi. Tu. Soltanto tu.
Clam No. Ho paura... Stammi vicino, Joss. Stammi vicino Elena. È venuto il momento. Stai per sapere. Lo sento. Ho paura. Non voglio che tu sappia, Elena. Ho paura, notaio. Ho paura, uomini. Ho paura cielo. Ho paura di me. Pietà. Che non sappia...
Elena (disperata, a tutti) Federico... Che cosa vien fuori dai vostri petti. Spiegatevi. O penserò le cose più atroci.
Assunta (senza muoversi, come un'eco lontana) Il testamento, Elena!
Elena (folgorata) Che cosa?
Assunta La busta gialla. Il testamento. Ricordati del testamento.
Elena (esterrefatta, intensa) Questo pensiero... Questo pensiero che mi folgora... Questo pensiero... (Guarda tutti, ad uno ad uno, un tempo) Assunta. La mia infanzia nei suoi sogni. Il testamento che non ho guardato. Assunta. (Urla) Ah! Federico!...
(Silenzio lunghissimo. Tutti immobili)
Elena (pianissimo) Sono io Anna?
(Silenzio lunghissimo. Tutti immobili)
Elena (c. s.) E ne eri stato avvertito?
(Silenzio lunghissimo. Tutti immobili)
Elena (piano) Maledetto! Federico.
(Silenzio lunghissimo. Tutti immobili)
Assunta (senza muoversi, come un'eco) Le rondini se ne vanno.
Coro (da lasciare o da togliersi a seconda) Le rondini se ne vanno.
(Silenzio lunghissimo. Tutti immobili)
Elena (fredda) Segno di morte, Federico.
ATTO TERZO
(La scena come le precedenti. I personaggi mantengono le posizioni assunte alla fine del secondo atto. Si inizia con un lungo silenzio)
Mauri (piano, tra sé e sé) Ora capisco perché lo odiavo. (Silenzio) Ora capisco quel che è avvenuto in me. Dalla devozione all'odio. A poco a poco. (Lentamente si volge a lui) Quella sua aria fredda. Quel suo distacco. Anche la persona, sì. Antipatia fisica. (Silenzio) E antipatia morale. Quei suoi pensieri. Avversi a 'tutti. Quella solitudine piena di difese. (Un tempo) Noia di lavorare con lei. Dolore di non credere più alla sua opera e al suo ingegno.
(Clam ha un leggero movimento. Silenzio)
E nell'amore. Che sicurezza. L'avevo intuito, io, il segreto di quell'amore. L'avevo quasi intuito fino in fondo. Ma con quale coraggio cercare le prove? Accusare? E come? A chi confidarsi?
Clam (pianissimo) A me.
Mauri Scherza?
Clam In certi momenti l'ho sperato.
Mauri Perché?
Clam Per cercare soccorso. Ti provocavo. Confondevo il tuo affetto. Perché fossi libero, senza riguardi.
Mauri Ne ho avuti, invece.
Clam Sì. E non riuscivo a trattarti male. Sei onesto, Mauri. (Un tempo. Con ira) Dovevi infischiartene. Dovevi strapparmela fin dal giorno delle nozze. (Un tempo) Non t'è mai avvenuto, di inoltrarti per una strada, con fermezza, e di sperare, ad ogni passo, che qualche circostanza improvvisa ti richiamasse?
Mauri Troppo complicato.
Clam Ora è più semplice.
Mauri Che cosa vuoi dire?
Clam Che la normalità ritorna. Questo matrimonio sarà sciolto.
Mauri E allora?
Clam Non capisci?
Mauri (piano) Sì e no.
Clam (piano) Capiscimi, Mauri. È un modo per riparare al disordine. Subito. È un mezzo per medicare le sue ferite. Toglila da questo incubo. Aprile una vita nuova. È una missione attraente per un uomo delicato e innamorato. Non ti pare?
Mauri (ironico) Una missione che le mefite il cuore in pace, vero?
Clam (umile) Forse.
(Silenzio)
Elena (piano tra sé e sé) E il mio? Chi lo metterà in pace, il mio cuore?
Mauri (umile) Ha sentito, Elena. Io non cambio... Questo matrimonio verrà annullato. Dunque mi è possibile tentare.
(Silenzio)
Elena (triste) Sì, Mauri. Questo matrimonio verrà annullato. Ma non le sembra troppo presto per trame le conseguenze che vuol trarne lei?
Clam (supplichevole) Elena.
(Silenzio)
Elena (piano) Non hai più paura, Federico?
Clam Non so.
(Silenzio)
Elena Com'è avvenuto?
Clam Tre giorni prima del matrimonio.
Elena Un testamento?
Clam Tuo padre.
Elena Vuoi dire il conte.
Joss Io. Ho eseguito le disposizioni, io. (Didascalico) Da consegnare al fidanzato di Elena, chiunque sia, tre giorni prima del matrimonio. Era scritto sulla busta.
Elena Gialla.
Clam Te l'ho mostrata.
Elena E poi?
Clam Lo sai.
(Silenzio lungo)
Elena (piano, sillabando) Fratello.
Clam (umile) Taci.
(Silenzio)
Elena (c. s.) Sorella.
Clam Taci.
Elena Che parole curiose.
Clam (animato) Appunto. Parole lontane. Non le afferri. Anch'io lo sentivo. Non poter afferrarle. Così... d'un tratto. Non si può cambiare d'un tratto.
Elena (piano) Hai ragione. Forse non si può.
Clam (spaventato) Elena.
Elena Perché non mi chiami Anna?
Clam Vedi come difficile.
Elena È difficile sì. Cose nuove che arrivano... Cose vecchie che partono. Mio padre, ad esempio. Non c'è più. Un'immagine cara che s'è perduta. E tutto... tutto. Quante immagini. (Guarda intorno) Questa casa. Quel bosco. Il lago. I prati. Tutto cambia significato. È una proiezione diversa. (Un tempo) Non avevo mai saputo che il mondo fosse in rapporto con noi stessi.
Clam Il mondo siamo noi, Elena.
Elena Anche le persone?
Clam Certamente. Anche le persone esistono nel rapporto in cui ci vedono. O in cui le vediamo.
Elena Loro? (Accenna a tutti).
Clam Sì.
Elena (chinando il capo d'improvviso) Mi vergogno, Federico.
Clam Andate via.
Joss (alto) Noi? È per te che si vergogna.
Clam (secco) Smettila.
Joss Si vergogna per te.
Clam Ho detto di smetterla.
Mauri (alto) Pagherà. Altro che smettere.
Clam (c. s.) Imbecille.
(Silenzio lungo)
Elena (si asciuga gli occhi, si scuote) Vogliate scusarmi." Non volevo dir questo. E soprattutto non volevo provocare questo... Non so come mi sia sfuggito...
Clam (dolce) Piangi, Elena.
Elena No, perché piangere? Appena uno smarrimento. Tutto è stato così forte. Oh, la ragione può turbarsi, questo sì. Che istanti. Ma il pianto si arresta subito. Sensazioni, urti, sorprese. Non puoi piangere. No. Pensi ad aggrapparti. Resisti. Cerchi un punto fermo...
Clam Lo troverai.
Elena Non so. Forse. (Un tempo) E tuttavia un fatto importante c'è. Se non crolli... Se non crolli subito, ti sembra di diventare più forte. Anche la mente diventa più limpida. Ti sembra di vedere meglio. Non hai provato anche tu, Federico, qualche cosa di simile?
Clam Forse, Elena.
Elena È vero. Dimenticavo. Tu non hai cambiato i tuoi sentimenti d'un tratto. Non hai voluto o non hai potuto?
Clam L'uno e l'altro, Elena. Sono cose complesse. Esistono i fatti intellettuali. (Piano, con animazione progressiva) Vedersi colpire... Così. E perché? E perché proprio io? Allora l'orgoglio si rivolta. Tutta la vita moderna è una rivolta alle leggi millenarie. Sempre. Ogni giorno. Ma forse è un discorso inadatto... Scusami.
Elena No, no, Federico. Continua.
Clam Rifacciamo il mondo. Ritardiamo la morte. Voliamo nei cieli. Navighiamo gli abissi. Costruiamo un universo nuovo. Modifichiamo i concetti di tempo e di spazio. Siamo tutti contro la natura. E perciò cambiano le morali. (Un tempo) Ti rendi conto di queste cose?
Elena (con tormento progressivo) Sì, Federico. (A poco a poco con voce di pianto) È esatto. L'anarchia è nella scienza. È nel mondo nostro. Le morali cambiano. Siamo tutti contro la Natura. (Disperata) Niente conta di ciò che abbiamo amato... Niente conta... Niente.... Niente... Niente...
Clam Calmati, Elena. Non ho detto questo. Mi farai pentire.
Elena Hai detto questo. È la tua forza. È ciò che ti ha dato forza.
Joss Lasciala in pace, Federico.
Elena Ma perché? Sono io che interrogo. Come posso giudicare... di me, di lui... se non conosco le strade che ha percorso... Che devo percorrere.
Joss Nessuna strada, Elena. Lei non ha strade da percorrere.
Elena Chi può dirlo, Joss? Ad ogni modo non ha importanza. Permetta che mi scusi, piuttosto. Non è vero che lei abbia tradito mio padre... Il vecchio conte... Non lo penso. Non è vero che sia un ipocrita. Ero impazzita. Conosco adesso che lei agiva per il mio bene. Riconosco che un annullamento silenzioso era saggio. Mi scusi ancora, la prego.
Mauri (alto, a Joss) E perché non ha parlato in tempo? Prima del matrimonio?
Joss (c. s.) Mi ricattava.
Mauri Doveva parlare lo stesso.
Joss E lei? Perché non l'ha fatto, se aveva intuito?
Mauri Perché non sono un pazzo.
Joss Comodo.
Mauri E non ho figlie da maritare.
Margherita Mauri. (Dal suo posto).
Mauri Ecco la ragione. Aveva paura. (Indica Clam) Paura di sembrargli un nemico. E il matrimonio della figlia sfumava. Invece dopo... senza averne l'aria... Avrebbe provocato l'annullamento silenzioso. E sarebbe apparso come un salvatore. Il matrimonio della figlia gli cadeva in grembo.
Joss È assurdo.
Mauri (forte) Non è assurdo. È la vostra morale. Nascondere la verità quando è turpe. E trame un vantaggio. Anche il male vi è utile. E forse lo provocate. E forse vi serve per risplendere nelle virtù. Complici. Tutti complici.
Margherita(avanza) No, vero? Questa è una viltà. Contro mio padre e contro di me. Tu non la pensi.
Mauri La penso. Guardo i farti.
Margherita(forte) Non è possibile. Tu mi hai amata. Non puoi vedermi così.
Mauri Ti vedo.
Margherita Mi hai stretta fra le braccia.
Mauri Non m'importa.
Margherita(forte) Allora mentivi.
Mauri (forte) Come te. Perché hai taciuto, anche tu?
Margherita(forte) Non lo sapevo.
Mauri (forte) Non è vero.
Margherita Lo giuro. Credimi. Anche a te, Elena lo giuro anche a te. Sapevo che non ti amava. Che il matrimonio era bianco. E speravo, si capisce, speravo nello scioglimento. Ma non conoscevo la verità. L'ho vista adesso, la verità. Orribile... Ne tremo, ancora.
Elena Margherita.
Margherita Elena. (Si abbracciano).
Elena Finalmente. Grazie, Margherita. È un incubo che svanisce. Ti ho trattato da perfida. Ti ho schernita. Non me lo perdonerò mai.
Margherita Cara Elena. Non farmi piangere.
Elena No. No. Piangere no. Che diamine.
Margherita Che colpo, Elena, quando ho saputo... Come se mi ammazzassero.
Elena Animo, Margherita. Basta così. Mi basta ritrovarti.
Margherita(al padre, alta) Ed è colpa tua. Anche tua. Ha ragione Mauri. Perché mi hai detto le cose a metà? Sono tua figlia. Dovevi svelarmi tutto. Agli altri no. Ma a tua figlia sì. Forse che non disponevi di me? Non favorivi i miei sogni? Mi hai ingannata. Mi hai dato ad intendere che la respingeva perché innamorato di me. È stupido. È vile.
Joss Taci, sciocca. Non si dicono certe cose a una figlia.
Margherita Non si fanno, padre. Mi sento imbrattata. Mi sento responsabile anch'io. Non ti amo più. Non ti rispetto più.
Joss (a Clam) Ed ecco un altro risultato. L'odio. Il caos. C'era un padre. Una figlia. C'erano degli amici. (indica Mauri) C'era un mondo di equilibrio... Tutto si sconvolge.
Coro Rotta una legge si rompono tutte.
(Ripete a piacere del regista. La battuta può anche dirla Joss di seguito)
Clam Colpa vostra. Siete deboli.
Joss Rimproveri? A noi?
Clam Occorre forza morale per certe responsabilità.
Joss Vantati. Sei stato debole anche tu.
Clam Non mi vanto. Ma non è debolezza se niente è avvenuto. Lo sai.
Elena (piano) Niente è avvenuto?
Clam Capiscimi, Elena.
Elena Ed io?
Clam Tu?
(Silenzio)
Elena (ironica) Oh, non hai importanza che tu, lo so. I tuoi sentimenti. La tua intelligenza. Sei sempre lo stesso, Federico. E non è detto che mi dispiaccia. Forse mi servirà.
Clam A che cosa?
Elena Non hai più paura, vero?
Clam (esita) No.
Elena (dolce) Sarebbe bene tu ne avessi.
Clam Perché? Respingo forse la mia responsabilità? Ho chiarito. Non c'è altro.
Elena Appunto. Hai chiarito. E a poco a poco sei tornato tranquillo. Chi paga, paga. L'annullamento del matrimonio ristabilirà l'equilibrio. E intanto mi dai in moglie a Mauri.
Clam È lui che lo chiede.
Elena E Margherita?
Clam (piano) Margherita...
Elena La sposeresti?
Clam Non vi ho mai pensato.
Elena Un'altra, allora?
Clam Non esistono altre. Era un inganno. Per ottenere da te lo scioglimento.
Elena Lo sapevo. Ma ho voluto fartelo dire. Ne sono lieta.
Margherita Elena.
Assunta (dal suo posto, come un'invocazione lontana) Attento, Federico.
Elena (di scatto) Eccola. Penso a lei ed arriva.
Assunta (c. s.) Diffida, Federico.
Elena Di chi?
Assunta(avanza) Di te.
Elena Naturalmente. Arriva e pretende guardarmi dentro.
Assunta Perché ti irriti?
Elena Non mi irrito. Ma non mi piace che mi si guardi dentro.
Assunta (rivolta a Clam) Ecco il carattere. È il tuo. Lo conosco.
Elena Quale carattere?
Assunta Orgoglio, insofferenza.
Elena (a Margherita come invocandone la testimonianza) Margherita? È vero?
Assunta (sgridandola come se fosse una bambina) Disobbedivi... Mi scappavi. Tutti i giorni. Ed io a rincorrerti... piena di paura. Come se sapessi. Perché mi scappavi, piccola testarda?
Elena Assunta.
Assunta Lo ricordi ora, l'albero contorto? E la rupe? E il grido? Te l'avevo detto. Non giocare con la bambina sconosciuta. Ti picchiava. Ti spaventava, là sotto quell'albero. Perché non mi hai dato ascolto, Anna, piccola Anna.
Elena Assunta!... Ora, mi sgridi?
Assunta Sì, anche ora. Che importa. Ti ho vista cambiar casa, cambiar nome, ti ho vista crescere lontana... Ma ti ho sempre sgridata, tra me e me, quando ti incontravo. Per ventotto anni.
Elena E perché hai lasciato... Tu che potevi impedire.
Assunta Niente, Elena. Non si può mai impedire niente. Ho taciuto. Pietre sul cuore. Cose che non si rivelano, Elena. O non si rivelano mai a tempo. Chissà perché. Anch'io... quando ho saputo del matrimonio... Ma non ero più a tempo. E poi... È un mistero... È inutile accusarsi a vicenda. Non c'è che la creatura... E dinanzi ha il proprio destino. O il proprio castigo, se credi.
Elena Castigo? Che parola è questa?
Assunta Non cercare.
Elena Quale castigo?
Assunta Niente.
Elena A che cosa alludi?
Assunta Non cercare.
Elena Assunta, tu non parli mai a caso.
Assunta Ma sì... Anch'io.
Elena Non è vero
Assunta L'hai uccisa tu, Elena.
Elena Io?
Assunta Tu, tu. Una disgrazia, naturalmente. Senza averne coscienza. Ma è colpa tua. Una spinta, giocando. È scivolata.
Elena Che cosa inventi?
Assunta È la verità.
Elena Sono stata io?
Assunta Sì.
Elena Quel grido?
Assunta Il suo.
Elena Impossibile. È un'invenzione. È un brutto tiro. Sei una donna infernale. Mi hai sempre detestata. Vuoi impadronirti di me. Vuoi dominarmi con questa colpa. Ancora? Un'altra sciagura? Non basta ciò che ho scoperto? Non basta la rovina della vita? Dell'anima? Anche la mia innocenza vuoi cancellare? Un'uccisione? Io? E se Fosse vero... Ammettiamolo. Sarei colpevole? Di che cosa? Ero incosciente, non esistevo, si può dare. Che c'entra il castigo? E da parte di chi? Per quale fine? Con quale morale? Non è possibile, Federico. Vero o falso, non ha la minima importanza, tu scavi le ombre.
Assunta Ombre. Ma esistono.
Elena Perché mi riveli queste cose?
Assunta Non so.
Elena (indica Clam) Per difenderlo.
(Assunta tace)
Ho indovinato. Temi per lui. Vuoi difenderlo. Vuoi ammonirmi che rutti siamo in colpa. Sempre. Anch'io. Anche nell'inconscio. E che la mia condizione di vittima è un castigo. Ebbene, no, Assunta. Non accetto delitti che non merito. Non voglio colpe da portare in comune. L'innocenza esiste. Sono io. E mi ribello. Me l'hai insegnato tu. Federico.
Assunta Attenta, Elena. Potresti andare lontano.
Elena E dove? Alla morte? E forse non ci sono già? Non è la morte quest'onta in cui sono caduta? Questo insulto alla natura? Questa maledizione? Questa schiavitù? Questo obbrobrio?
Assunta Morte tua.
Elena E sua. È per lui che tremi. Lo confessi. Ma è inutile. Guardalo. È già un morto. Nasconde la violenza. Cerca di giustificarsi. Insegue i sofismi. Parla di un orgoglio che non ha più. Forse non ha più intelligenza. Non ha che paura. La volgare paura di tutti.
Clam Elena! Tu non pensi ciò che dici.
Elena (alta) Ti stupisci? Sono tua sorella. Nata in un minuto. Anni, generazioni, tutto addosso in un minuto. Pelle nuova. La tua. Ecco la meraviglia. Arriva la tua forza. Quella di prima. Lo sento. La tua furia, la sento in petto. La tua volontà, la tua superbia, persino il tuo linguaggio per esprimermi. E arriva l'idea di una dignità che si vendica. Il senso altero della sfortuna. Un'altra donna. Una della tua tempra, Federico. Ti dovrebbe piacere. Il nostro sangue...
Clam Verde.
Elena Appunto. Verde.
Clam E sia pure. Capisco uno stato d'animo. Capisco la donna nuova. Ma non capisco certe parole. Che cosa significa un dignità che si vendica? Minacci?
Elena Bravo, Federico. Ti risveglio del tutto. Guardami in volto.
Clam Ti guardo.
Elena (alta) E allora. Fino in fondo. Dovevi andare fino in fondo. Con la superbia. Con la violenza. Con l'insulto. Con il disprezzo. Dovevi calpestare me e te stesso e il genere umano. Dovevi cingere la follia e la bestemmia come un'aureola. Fino all'ultimo. Dovevi fare di me tua moglie. E tacere. Tacere sempre. Tacere se l'ignominia ti gonfiava il petto. Tacere se una maledizione silenziosa ti seguiva. E morire nel demonio. Impiccato al tuo rimorso, al tuo orgoglio di Lucifero. Io avrei ignorato per sempre. Sarei invecchiata a poco a poco serena. E forse sarei stata felice. (Un tempo) No... che cosa ho detto. Perdonami, Dio. È tremendo. È l'eresia. Perdonami Dio. Son le labbra che parlano. Non è il cuore. Non volevo, Perdonami... (A Clam, fremente) E tu, guardami in volto, sei tu che parli così. Aveva ragione Joss. Specchiati. Questa ignominia è la tua.
Clam Ma infine. Non c'è stata ignominia. Te lo ripeto. Non è avvenuto niente. Tutto è artificio dialettico. Tutto è rimasto problematico. Tu sei pura. Io...
Elena Tu?
Clam (dopo un attimo) Io sono puro. Anch'io. Lo affermo. Nell'ordine dei fatti obiettivi sono puro. Non è avvenuto niente.
Elena E allora... Vuoi vederlo che cosa valgono i tuoi fatti obiettivi?
Clam Ma Elena.
Elena (alta) Sposo che amavo. Che ho atteso. Marito.
Clam (le mani sugli occhi) No.
Elena Hai visto? Hai di nuovo paura.
Clam E qui basta, Elena. Non ha senso. Amavi tuo marito. Non me. Precisiamo. Eri innamorata di tuo marito. Un sentimento onesto. Ora è diverso. Tutto è cambiato.
Elena In un minuto?
Clam Perché no? L'orrore non si misura sul tempo.
Elena L'hai detto tu poco fa. Cambiare d'un tratto non è possibile. (Un tempo) Sei sempre tu, Federico che batti te stesso.
Clam Ma io ho cambiato. La notte delle nozze ti ho lasciata.
Elena Bravo. Fu appunto quella notte. Ricordi? Eravamo soli al margine del bosco. L'ultimo fuoco s'era spento. Tu non parlavi. Io mi sentivo un po' triste. Ad un tratto non ti vidi più. Mio marito mi abbandonava. (Un tempo) Mi innamorai. Di mio marito, dico.
Clam Era un inganno delle apparenze.
Elena Un momento. Ho amato mio marito. L'ho atteso. Ho adornato per lui il mio corpo. Ho ucciso per lui il mio pudore. Ho rabbrividito per lui sul guanciale. Ho provato la delusione. L'ira. La gelosia. Ho odiato senza dirlo. Ho sentito svanire la fanciulla. Nascere la donna. Esigenze nuove. Un mondo nuovo... E tutto ciò sarebbe soltanto un inganno delle apparenze?
Clam (disperato) Insomma. Che cosa dovevo fare?
Elena Scegliere.
Clam Che cosa?
Elena Avevi tre giorni. Eri stato avvertito.
Clam Capisco. Dovevo scegliere il bene. Il bene di tutti, le morali millenarie. Nutrivo un sogno. È stato reso turpe. Da chi? Perché? Era la violenza. Su di me. Ho inseguito la libertà.
Elena Che era la schiavitù mia.
Clam E perché doveva essere mia?
Elena Bravo, Federico. Qui ti riconosco. Ora sei proprio tu. Ma che diritti ha la tua libertà? Di trascinarmi nel fango?
Clam Ancora? Sempre questo tasto? Credi di impaurirmi? Basta. Non mi sgomento più. Non ti credo più. Se ti senti infangata, metti in opera i tuoi controlli. Sciogliti. In un minuto o in un mese. Non mi riguarda. Ma sciogliti. Spetta a te.
Elena E allora mi ammazzo.
Clam Vipera.
Elena Mi ammazzo. Qui. Ai tuoi piedi. Scelgo la mia libertà. Scelgo in me stessa. Lo sgorgo del sangue. I rantoli. L'agonia. Lo strabuzzar degli occhi. L'estremo respiro. L'ultimo pianto. Tutto qui ai tuoi piedi. Ti offro tutto. Sarai svincolato ancora?
Clam Vipera.
Elena È un consenso?
Clam È l'odio.
Elena Appunto. Ecco i fratelli. Finalmente. Si incontrano.
Clam Nell'odio. Mi riveli a me stesso. Ti batterei.
Elena Battimi. Conoscerai il mio furore. La mia sete di vendetta. La gioia di inchiodarti alla paura e al rimorso con la mia morte. Ammesso che tu senta ancora un rimorso. Perché il tuo cuore è misero. È sozzo. Avvelena il tuo corpo. Come tu avveleni l'aria che respiri. Battimi. Proverò la nausea di sentirmi toccare. Il ribrezzo delle tue mani. Della tua carne. Possa un giorno, questa carne, caderti a pezzi nauseabonda. E i cani la sbranino e la rifiutino. E il puzzo della tua anima annunci l'inferno che l'aspetta. Onta, maledizione e strazio. Sei l'ultimo scalino della gente umana. Sia maledetta la tua vita. Maledetta la tua tomba. Maledetto il ventre che t'ha partorito. Maledetto il tuo sangue. (Si interrompe come impaurita da un senso nascosto delle sue parole).
Tutti (coro sommesso) Elena, tu lo odii troppo... Elena non puoi liberarti... Elena deve morire...
(Silenzio lunghissimo)
Clam (piano) Ho capito. Non è vero, Elena, che vuoi ucciderti.
(Elena tace)
Rispondi.
Elena (piano) No. Non è vero.
(Silenzio)
Clam Hai voluto dimostrarmi che tocca a me.
(Silenzio. Elena tace)
Hai ragione. Quando si odia così... Povera Elena, è orribile. Questo, ho generato, io... La tua prigione. Tocca proprio a me. Non c'è altro.
(Silenzio)
Quando?
(Elena tace. Silenzio lungo)
Non dirai più che non ho saputo scegliere.
Elena Dovevi farlo allora, Federico.
Clam Pazienza. Ad una scelta, o prima o poi, si viene sempre. Scelgo.
(Silenzio)
Elena Quando?
Clam Subito, se credi. (La guarda. Un tempo) Ho capito. Credi.
(Silenzio)
Assunta (dolce) Federico.
Clam Zitta, Assunta. La civetta ha cantato tre volte. Ricordi?
(Silenzio)
Elena È proprio vero, Assunta, che sono stata io a far cadere la piccina?
Assunta (esita) Non ne sono sicura, Elena.
Elena Chissà... (Un tempo) Addio, mani tranquille. Addio per sempre cuore sereno...
Clam Mauri, hai con te quella fiala?
Mauri No.
Clam (apre il cassetto del tavolo) È qui.
Elena Fa soffrire?
Clam No. Una puntura. Neppure una smorfia.
(Silenzio. Siede. Tenendo le mani nel cassetto aperto, nascoste al pubblico, manovra la siringa da iniezioni).
Elena (immobile) Federico.
Clam Addio, Elena. Addio, Assunta. Addio a tutti. Rimanete. Non c'è melodramma. Si chiacchiera... bonariamente... Stringo il pugno nel pugno. (Esegue, appena accennato) Si continua a chiacchierare. Di cose inutili, se volete. Della scienza. Di cose importanti, se volete... Del saper scegliere in sé... il male e il bene. Chissà. Forse è vero. È proprio questa la libertà dell'uomo ( Ridendo) Ma saper accettare il proprio castigo, non è da tutti. Conveniamone. Che scherzo, Elena. Ti ammiro. Però, ti voglio confessare una cosa. Non ho più paura del notaio. Che vuol dire?
(Silenzio lungo. Tutti lo fissano. È immobile, sereno. Mauri gli prende il polso).
Elena Sola.
Tutti (coro) Egli non ha più paura del notaio.
F I N E
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