Il secondo uomo

Stampa questo copione

IL SECONDO UOMO

IL SECONDO UOMO

                                                       

Commedia drammatica

in

                                  DUE ATTI                                   

di

Armando LOMBARDO

(armandus33@gmail.com)

www.ottimisti-teatro.it

Personaggi:

Lucy  (22 anni)

Ruth  (30 anni)

Ben   (28 anni)

Alan  (55 anni)

ATTO PRIMO

                Sul crepuscolo. La scena rappresenta la spiaggia di un’isola su cui sono approdati tre naufraghi. Da una parte della scena ci sono rudimentali pareti di una rozza ed incompleta capanna costruita con rami secchi e mezzi di fortuna recuperati dal naufragio. In scena c’è Ruth che sta completando la costruzione di un qualcosa. Dalla parte opposta entra Ben con in mano una cassetta in legno: un altro dei relitti recuperati dal naufragio. Si avvicina, non visto e non sentito, alle spalle di Ruth e quando è quasi prossimo a lei:

BEN: Guarda un po’ cos’ho trovato?

RUTH: (facendo un balzo)  Ah! Maledetto bastardo!

BEN: (stupìto della reazione) Ti ho spaventata?

RUTH: Certo che mi hai spaventata!

BEN: Scusa... Non volevo...!

RUTH: Non volevi un corno! Quante volte devo dirti che non devi avvicinarti a me?!

BEN: Ma... io...

RUTH: Non vuoi proprio capirla! Se ti azzardi ancora una volta a venirmi alle spalle...!

LUCY: (entrando) Cosa sta succedendo? (i due abbassano la testa e cercano di darsi un contegno) State litigando ancora una volta?!

BEN: E’ stata tutta colpa mia...!

LUCY: Possibile che non riusciate a trovare il modo di non litigare, voi due?

BEN: Ma io non volevo... non l’ho fatto apposta... Non avevo nessuna intenzione di...

LUCY: Si può sapere cos’è successo? (pausa) Ruth...?

RUTH: Nulla! Cosa vuoi che sia successo?! Nulla!

LUCY: Ben...?

BEN: Io avevo trovato questa cassetta sulla spiaggia... sicuramente ce l’ha portata la marea di questa notte... gliela volevo mostrare... chissà, forse può contenere qualcosa di utile...

LUCY: Ho capito! Nessuno mi vuol dire perché stavate litigando.

BEN: (avviandosi a testa bassa verso la parte da dove era entrato) E’ stata tutta colpa mia... è soltanto colpa mia... (esce)

LUCY: (avvicinandosi a Ruth, dolcemente) Ti ha fatto qualcosa...?

RUTH: (ritornata più calma) Ma no, poverino! Non mi ha fatto nulla.

LUCY: E allora?

RUTH: La colpa è soltanto mia. Mi sono spaventata per un nulla. E’ che me lo sono trovato improvvisamente alle spalle...!

LUCY: (dopo una breve pausa) Non riesci proprio a dimenticare, eh?

RUTH: Io ci provo, mi devi credere, ma è così difficile...!

LUCY: Povera Ruth! Ti capisco perfettamente.

RUTH: Forse dovrei andare a chiedergli scusa...

LUCY: Non c’è nessuna fretta, lo farai più tardi. Ora vediamo cosa c’è nella cassetta che ha trovato.

RUTH: Forse è meglio aprirla quando c’è anche lui. In fin dei conti è stato Ben a trovarla...!

LUCY: Sì, hai ragione. In fondo merita anche lui un po’ di considerazione. Chissà se avremmo potuto cavarcela se non ci fosse stato lui... (piccolo sospiro)

RUTH: Quanto tempo è che siamo qui?

LUCY: E chi lo sa. Io ho perso il conto. E francamente a questo punto non mi interessa più tanto contare i giorni. Prima o poi qualcuno verrà a cercarci. Nevvero?

RUTH: Sicuro! Sono certa che il pilota dell’aereo ha chiesto aiuto, prima di tentare quell’ammaraggio di fortuna in mezzo alla tempesta.

LUCY: Speriamo! Se penso a quei momenti...! L’aereo che si è letteralmente sbriciolato...! quella maledetta nebbia, e quelle onde...! (ritornando alla realtà) Che si mangia quest’oggi?

RUTH: Tanto per cambiare qualche pesce che Ben pescherà, e per dessert: misto di banane!

LUCY: Ottimo menù! (avviandosi verso la parte da cui è uscito Ben) Vado a vedere dove si è cacciato Ben.  (esce)

               (Ruth, una volta sola, resta pensierosa. Prima prende a torcersi nervosamente le mani, poi se le passa lungo gli avambracci, poi si avviluppa le braccia attorno al torace quasi a voler proteggere il suo corpo da qualcosa di minaccioso. Poi esce risoluta dalla parte opposta)

                                         BUIO

               (Stessa scena. Lucy sta riparando qualcosa nella baracca.

LUCY: Da sola non gliela farò mai! (si guarda intorno. Poi, chiamando) Ruth!... Ben! Mai che ci sia qualcuno a darti una mano...! Ruth!... Ben!

BEN: (da fuori scena) Mi stai chiamando, Lucy? (entra)

LUCY: Per favore, dammi una mano a tenere questo “coso”.

BEN: Lascia, che faccio io.

LUCY: (contrariata) Non occorre! E’ sufficiente che tu mi dia una mano.

BEN: D’accordo...! Come preferisci! (tensione nell’aria. Lucy completa il lavoro)

LUCY: Per fortuna che abbiamo trovato tutti questi oggetti, lungo la spiaggia...!

BEN: Sono sicuramente i resti di qualche altro naufragio avvenuto chissà quando e chissà dove...!

LUCY: Se non altro ci permettono di poter attrezzare al meglio le nostre “règge” (guardandosi attorno).

BEN: ... e poi ci hanno anche permesso di costruire altri utensili.

LUCY: Ecco fatto. Come vedi ce la sappiamo cavare benissimo anche noi donne.

BEN: Io non l’ho mai messo in dubbio.

LUCY: Forse tu pensi che se non ci fossi stato anche tu, su quest’isola, noi, io e Ruth, non avremmo saputo sopravvivere.

BEN: Io non ho mai pensato una cosa simile.

LUCY: E invece ti stiamo dimostrando che ce la sappiamo cavare benissimo anche da sole.

BEN: (allusivo) Non per tutto, però...!

LUCY: Spiritoso! Ma non sapete pensare ad altro, voi uomini...?!

BEN: Toglieteci anche quello...! A questo punto tanto valeva crepare nel naufragio! Così almeno... con due belle figliole a disposizione...!

LUCY: Smettila!

BEN Mi chiedo soltanto se ce la farò a lungo ad accontentare tutt’e due...!

LUCY: Sei proprio un maiale!

BEN: Magari! Un bel maialino, in questa nostra situazione, non ci starebbe male. Salsicce, prosciutti, bistecche... Lo sai, no? che del maiale non si butta via nulla?!

LUCY: Se non la pianti le faremo di te, tante belle salsicce!

BEN:  Vi resterei indigesto! Se non riuscite a sopportarmi da vivo, figuriamoci da morto!

LUCY: Invece è l’unico modo per sopportarti: con una mela in bocca ed un rametto di rosmarino nel...

BEN: Attenta! Diventi sconcia...!

LUCY: Cosa darei per un paio di fette di porchetta...! Mi sta venendo la nausea, del pesce.

BEN: Se vuoi continuare a vivere devi rassegnarti al pesce...

LUCY: ...e alle banane.

BEN: Dimentichi le noci di cocco... A proposito di banane... devo andare a fare rifornimento.

LUCY: Ma non c’è andata Ruth?

BEN: Non lo so. E’ da stamattina che non la vedo.

LUCY: Da dopo il vostro bisticcio?

BEN: Sì. Ma io non lo chiamerei bisticcio.

LUCY: Però non avete voluto dirmi perché litigavate.

BEN: Ma non stavamo litigando...! Si era soltanto spaventata quando sono entrato nella capanna.

LUCY: Bisogna avere molta pazienza con Ruth. Sta attraversando un periodo molto brutto.

BEN: C’è da capirla. Ha subìto un fortissimo choc: il naufragio l’ha terrorizzata. Come d’altra parte è stato in qualche modo anche per noi.

LUCY: (per niente convincente) Sì, hai ragione: il naufragio l’ha terrorizzata.

BEN: Beh, io vado a “comprare” la frutta ed il dessert. Oggi c’è un’offerta speciale: banane gratis per tutti!

RUTH: (entrando, molto accaldata) Chi parla ancora di banane dovrà vedersela con me!

BEN: Allora, vorrà dire che parleremo di frutti esotici dalla buccia gialla e dalla forma allungata e leggermente ricurva come quella di una... di una banana.

RUTH: Sei un cretino! Ti avevo detto di non nominare più quella parola. Mi sono rovinata le mani e rotta la schiena per portare quelle maledette ba... (i due la guardano incuriositi) quelle maledette cose gialle! (ridono tutti: anche Ruth)

BEN: Se mi aspettavi, potevo venire a darti una mano...!

RUTH: (brusca) Preferisco rompermi la schiena da sola, che andare da qualche parte con te.

LUCY: (con velato rimprovero) Ruth...!

BEN: E va bene! Non è aria! Visto che le bana... visto che alla frutta hai già pensato tu, io andrò a fare un giro di perlustrazione. Meglio stare in guardia finché non sapremo esattamente cosa o chi c’è su quest’isola, oltre a noi.

RUTH: Sì, bravo, vai a farti un bel giro. Lungo...!

              (Ben fa un cenno di saluto alle due ragazze ed esce)

LUCY: Perché sei sempre così dura con lui? Non mi sembra che finora ti abbia fatto qualcosa...

RUTH: Finora! Ma anche lui è come tutti gli altri uomini!

LUCY: Questo viaggio doveva servirti per aiutarti a dimenticare...

RUTH: Ed, invece, ironia della sorte, mi ha messo in questa sgradevole situazione, obbligandomi a convivere, e quasi a dormire, con uno di questi maiali.

LUCY: Mi dispiace sentirti parlare così di Ben.

RUTH: (fissandola) Non ti starai mica innamorando di lui...?!

LUCY: (debolmente) Ma no, no. Cosa vai dicendo...?!

RUTH: A che ti serve mentirmi? In fin dei conti sono affari tuoi.

LUCY: Senti, Ruth: se può servirti come sfogo, fai pure. Ma tu lo sai benissimo che né io né Ben, meritiamo un atteggiamento così duro da parte tua.

                (Ruth la guarda un attimo, tira un profondo sospiro e, abbassando la testa:)

RUTH: Sì, scusami Lucy; hai ragione! Ma per quanto mi sforzi... è più forte di me. Io provo... provo con tutte le mie forze, per controllarmi...! Ma è più forte di me: mi viene di essere dura con tutto e con tutti. Mi dispiace moltissimo, specie quando me la prendo anche con te che non c’entri nulla, e che anzi fai di tutto per aiutarmi a dimenticare.

LUCY: Di me non devi preoccuparti. Al tuo posto sono sicura che farei lo stesso anch’io.

RUTH: Tu sei ancora vergine, vero?

LUCY: (sorpresa ed imbarazzata) Beh, sì. Ma perché me lo chiedi?

RUTH: (con aria sognante) La prima volta...! Cosa c’è di più importante...?! E’ una cosa che ti segna per tutta la vita!

LUCY: Ma cosa c’entra, adesso...?!

RUTH: Tu sei giovane...

LUCY: Beh... insomma... ma anche tu, sei giovane...!

RUTH: Tu sei giovane e... ancora vergine.

LUCY: E dai...!

RUTH: Io non so come andrà a finire questa nostra avventura...

LUCY: Ci salveremo, non dubitare!

RUTH: Forse sì... forse no; chissà?! Tu non sei fidanzata?

LUCY: No. Almeno... non ancora in modo serio.

RUTH: Troverai la tua anima gemella - attenta a chi scegli -, ti fidanzerai... ti sposerai...!

LUCY: Io lo spero tanto...!

RUTH: E - o prima o dopo - arriverai alla tua prima volta.

LUCY: Beh, vorrei vedere...!

RUTH: Oggi non si dà più tanta importanza se farlo prima o dopo il matrimonio...

LUCY: Se due persone si amano veramente...!

RUTH: Esatto! Ma devono amarsi veramente! E chi lo sa, qual è il “vero” amore?!

LUCY: Quando riesci ad incontrare la persona giusta...!

RUTH: Esatto! Ma chi lo sa se “quella” è veramente la persona giusta?!

LUCY: Ma lo senti... te ne accorgi...!

RUTH: E’ molto difficile, per noi donne, saper capire, saper giudicare in modo obiettivo e spassionato. Siamo sempre state facile prede, nei confronti dell’uomo. Siamo emotive, romantiche, appassionate; e quindi terribilmente fragili davanti all’astuzia e alla meschinità degli uomini.

LUCY: Ma non tutti gli uomini...

RUTH: (come risvegliandosi) Sì, è vero. Non tutti gli uomini sono disonesti e mascalzoni. Ce ne sono anche di onesti, corretti, teneri, che sanno regalarti tanta dolcezza e tanta serenità soltanto con uno sguardo al momento giusto. Un’occhiata... un alito di vita e di amore che gli viene direttamente dall’anima, passa attraverso i loro occhi e ti penetra dentro, qui, nel cuore... e tu voli leggera e felice e non vedi nient’altro intorno a te.

LUCY: E’ questa la Ruth che io conosco e che è la mia migliore amica...!

RUTH: E allora, se io sono la tua migliore amica, e considerando che sono la più anziana, e che ho molto più esperienza di te, ascoltami: stai lontana da quel mandrillaccio vestito da pecorella!

LUCY: Ci risiamo! Riecco la solita noiosa Ruth di sempre...!

RUTH: Ascoltami bene: stai alla larga da quel... (occhiataccia di Lucy). Sì, lo so, finora non mi ha fatto... non ci ha fatto niente di brutto. Lo ammetto: finora è sempre stato gentile, premuroso e corretto. Anche troppo!

LUCY: Che vuoi dire, anche troppo...?!

RUTH: Stai attenta! Se fosse realmente così come vuole farci credere, sarebbe una rara eccezione da tenere ben stretta. Ma gli uomini sanno fingere molto bene. E lui ha tutti gli interessi a fingere. Solo, su di un’isola deserta, con due belle ragazze a disposizione... Perché non dovrebbe approfittarne?

LUCY: Finora non l’ha fatto...!

RUTH: Dai tempo al tempo! Non ti dicono niente tutte quelle sue smancerie...? E’ pieno di garbo, di delicatezza, mostra sempre molta grazia, si veste delle nostre stesse armi per rendersi più accattivante; prende a prestito la nostra femminilità per guadagnarsi la nostra fiducia.

LUCY: E’ il colmo! Ora lo rimproveri perché è delicato e gentile nei nostri confronti...?!

RUTH: Hai mai visto un cobra quando sta per attaccare una sua preda?

LUCY: Cosa c’entrano, ora, i cobra? (Ben entra non visto e si ferma in silenzio sulla soglia).

RUTH: Se ne sta eretto, quasi immobile davanti alla preda e sembra fissarla. Poi piano piano con il capo, prende a dondolare lentamente e dolcemente a destra e a sinistra. Fissa la sua preda tranquillo, e nulla lascia prevedere il peggio; e quando il malcapitato, quasi ipnotizzato, non riesce più a muoversi, zac! fa uno scatto ed i suoi denti velenosi hanno già colpito mortalmente.

BEN: (entrando) Già. Cosa c’entrano, ora, i cobra? Su quest’isola non ce ne dovrebbero essere...!

RUTH: (guardandolo significativamente) Non si sa mai. Non si sa mai.

BEN: Io non ne ho mai visti. E sì che ne ho fatte di escursioni, finora, in quest’isola.

RUTH: E perché, allora, non continui a farne ancora delle altre, di escursioni? Vai...! vai! vai a farti un’altra escursione.

BEN: Ma se sono appena ritornato! Ed è di questo che voglio parlarvi. Ho una splendida notizia da darvi!

RUTH: Hai deciso di lasciare l’isola?

LUCY: Non scherzare, Ruth. (a Ben) Di che si tratta? Non ti ho mai visto così eccitato.

BEN: Non voglio crearvi false speranze: però voglio dirvi che mi è sembrato di scorgere del fumo, sull’isola.

LUCY: Cosa?! Ma è stupendo! E dove lo hai visto? Chi lo avrà fatto?

RUTH: Calma, calma! Non ci agitiamo. Chissà cosa avrà visto questo stupido!?

BEN: Io vi ho detto “che mi è sembrato” di aver visto del fumo.

RUTH: Ma insomma: lo hai visto sì o no, questo fumo?

BEN: Ero appena salito sulla cima della collina ad est quando, guardando all’orizzonte, dall’altra parte dell’isola, mi è sembrato di vedere una tenue colonna di fumo.

LUCY: Ma... come sarebbe “ti è sembrato”? Il fumo c’era o non c’era?

BEN: Voi lo sapete che a quest’ora c’è molta foschia all’orizzonte... poi, con il sole contro... inoltre da quella parte c’erano anche delle nuvolette, a bassa quota...

RUTH: Ma come si fa a confondere una nuvoletta con una colonna di fumo...?!

BEN: A me è sembrata più una nuvoletta di fumo che una vera e propria nuvola.

RUTH: Quindi secondo te sull’isola c’è qualcun altro oltre a noi...?!

BEN: Beh, se quello era fumo...!

LUCY: E allora che cosa aspettiamo ad andare a vedere chi è?

BEN: Ormai è tardi. Tra qualche ora sarà buio, e non è per niente consigliabile passare la notte in zone che non conosciamo. Possiamo andarci domani mattina presto.

RUTH: Già! ed io ne approfitto per cacciare farfalle...! (riceve un’occhiataccia da Lucy). Intanto vado di là ad “incipriarmi il naso”. (esce)

LUCY: Non darle retta. E’ diventata troppo pessimista per credere che...

BEN: Se è per questo, neanche io ci credo più tanto che qualcuno possa trovare quest’isola e che possa riportarci a casa.

LUCY: Ma bisogna avere fede... bisogna sempre sperare che...

BEN: Sì, hai ragione, Lucy. Sono proprio uno stupido a parlare in questo modo. Anziché farti coraggio ti annoio con le mie preoccupazioni...! Però, a volte - a te posso confessarlo - mi viene l’angoscia: penso che se il pilota non è riuscito a trasmettere l’s.o.s., noi saremo condannati a stare in quest’isola fino alla fine dei nostri giorni.

LUCY: Non dobbiamo neanche pensarla, una simile eventualità...! Comunque: finora ce l’abbiamo fatta a sopravvivere...! vedrai che ce la faremo anche a tornare a casa.

BEN: Mi manca molto la mia casa, la mia vita, i miei amici...

LUCY: Però è buffo...!

BEN: Che cosa è buffo?

LUCY: Viviamo ormai da tanto tempo in tre, su quest’isola, dividendo insieme tutte le ore della giornata, ed io non so niente di te; né chi sei, né cosa facevi prima di questo maledetto viaggio...! Per esempio: non so se hai una famiglia, se sei... se sei libero oppure sposato...!

BEN: No, non sono sposato. Quale donna si prenderebbe per marito uno come me...?!

LUCY: Dai, non fare il modesto! Non sei male; anzi, se non ti monti la testa ti dico che sei, invece, proprio un bel ragazzo. Chissà quante ragazze ti gireranno intorno...?!

BEN: Due. Una si chiama Ruth e l’altra, la più curiosa, si chiama Lucy.

LUCY: Davvero non hai una fidanzata che ti aspetta?

BEN: No, non c’è nessuna ragazza che mi aspetta. (sorriso soddisfatto di Lucy).

LUCY: Che mestiere facevi?

BEN: Il pubblicitario.

LUCY: Ti piace fare il pubblicitario?

BEN: Moltissimo. Ti obbliga a lavorare molto di fantasia e quindi ti aiuta ad uscire da questo mondo convenzionale, ipocrita e pieno di pregiudizi.

LUCY: Perché ce l’hai tanto con il mondo?

BEN: (imbarazzato) Mah... non so... per tutto un insieme di cose...!

LUCY: E perché lo consideri ipocrita e convenzionale?

BEN: Perché molto spesso la gente non sa vedere al di là del proprio naso. Dà troppa importanza alle convenzioni ed alle formalità. E la cosa più preoccupante è che è piena di pregiudizi. Se vesti bene, sei una brava persona; se saluti il tuo vicino di casa - che magari è un rompiballe - sei una brava persona, se vai alla messa la domenica, sei una brava persona...! Se invece non dai importanza all’abbigliamento, se tratti le persone per come meritano al di là dell’obbligo formale di dover sorridere a tutti, se porti un tatuaggio sul polso o se, addirittura, porti un orecchino... sei guardato con diffidenza, ed in certi casi anche peggio. Per non parlare, poi, delle varie discriminazioni che vengono fatte in ogni momento della giornata:  sei bianco? sei nero? sei uomo, sei donna, sei... gay...?

LUCY: (sdrammatizzando) Qui, però, non c’è niente di tutto questo! Almeno... per il momento...! (ci ride sopra).

BEN: Tu sei veramente una gran brava ragazza! Davvero non hai niente da criticarmi e da... rimproverarmi?

LUCY: (imbarazzata) Beh, in effetti, un rimprovero ce l’avrei, da farti...!

BEN: (preoccupato) Ti ho forse, involontariamente, mancato di rispetto?

LUCY: Ma no, che dici? anzi...!

BEN: E allora?

LUCY: Tu ti lamenti che nel nostro mondo siamo molto condizionati da schemi sociali, culturali ecc, che dovrebbero ormai avere fatto il loro tempo, che siamo troppo schiavi delle convenzioni e delle formalità...! Ma anche tu, qui, in quest’isola deserta dove potremmo fare tranquillamente quello che l’istinto e la natura ci suggeriscono, anche tu sei vittima delle convenzioni e delle formalità. Non ti sposti di un millimetro da quella linea che la tua educazione e la tua morale ti suggeriscono. Siamo due ragazze non tanto, poi, da buttar via, e tu te ne stai sempre lì nel tuo angolino preso dal timore di pestarci i piedi o di urtarci...!

BEN: E come potrei fare diversamente?! Con Ruth, che basta che mi veda a due metri da lei, che subito comincia ad urlare come un aquila...!

LUCY: Con Ruth devi avere pazienza, te l’ho già detto...! (con poco credibile pudore) Ma con me...

BEN: Tu mi sei molto cara, lo sai.

LUCY: (invitante) E dunque...?!

BEN: Tu lo sai quanto ti stimo e ti rispetto.

LUCY: (un po’ amareggiata) Già! Mi rispetti...!

BEN: A proposito! Per dimostrarti quanto mi sei simpatica...

LUCY: (quasi delusa) ...simpatica?

BEN: Sì. Ho un regalo da darti. L’ho costruito io, proprio per te. Aspetta. (esce di corsa, e ritorna subito dopo con un pupazzo di foglie e di sterpi nelle mani) Ecco: questo è per te. Dovrebbe essere un piccolo tenero orsacchiotto...! ma non so se sono riuscito a rendere l’idea. (glielo porge)

LUCY: (prendendolo, sorpresa e felice) Ma è bellissimo! Sì, forse non è che somigli troppo ad un orsacchiotto; ma qualunque cosa rappresenti, per me è bellissimo! Mi basta sapere che lo hai fatto tu, pensando a me. (gli butta le braccia al collo abbracciandolo con slancio e gli stampa un  grosso bacio sulla guancia. Ben, preso alla sprovvista, la lascia fare immobile, poi si distacca da lei molto imbarazzato, e:)

BEN: Puoi giurarci! L’ho fatto proprio per te.

               (Entra Ruth)

RUTH: (a Ben) Ancora qui? Non hai detto che domani mattina di buon ora andiamo a controllare che cos’era quel tuo miraggio?

BEN: Sì, hai ragione. Domani dobbiamo alzarci presto per andare a controllare. Ma tu, se non vuoi, poi anche rimanere qui a badare a queste nostre cose...!

RUTH: Eh, già! Bravo furbo! E tu pensi che io ti permetta di andartene chissà dove con quella creatura innocente...?!

LUCY: Ruth! Perché non ti fai gli affari tuoi?! Tu bada a te stessa, che a me ci penso io.

RUTH: Non se ne parla proprio! O ci va da solo, oppure saremo tutti e tre, ad andarci! Ed ora buona notte. (brusca) Vorrei dormire!

BEN: D’accordo. Buona notte. A domani mattina. (manda un sorriso a Lucy ed esce)

LUCY: (cercando di mantenersi calma) Ruth, ascolta: se ci troviamo in questa situazione non è né per colpa mia, né per colpa tua, e tanto meno per colpa di Ben.

RUTH: Questo lo so.

LUCY: E sai anche perfettamente che almeno per il momento non esiste nessuna possibilità di cambiarla, questa situazione.

RUTH: A meno che di non fare fuori quello sciocco...!

LUCY: E tu saresti anche capace di farlo! Vedo che il rancore e l’odio che ti porti dentro non riesci ad attenuarli.

RUTH: (alterata) No! Non ci riesco!

LUCY: Forse perché non vuoi.

RUTH: E perché dovrei volerlo...?! Quei tre balordi non me lo hanno mica chiesto se volevo o no! Con quelle manacce mi hanno afferrata e sbattuta su quello sporco pavimento di quella buia stazione ferroviaria, e non mi hanno chiesto se volevo o no sporcarmi il vestito! Con quelle manacce sudicie mi hanno sollevata la gonna e non mi hanno chiesto se volevo o no farmi strappare il reggiseno e poi le mutandine! E quando, in due, mi tenevano immobilizzata, con la bocca tappata, quel balordo su di me non mi ha chiesto se volevo provare il dolore  l’oltraggio e l’umiliazione di essere penetrata da qualcosa di più sudicio delle loro manacce! E poi, quegli altri due non mi hanno chiesto se volevo o no soddisfare i loro schifosi istinti bestiali! Nessuno mi ha chiesto se volevo vivere in quel modo la mia “prima volta”! (scoppia in un pianto dirotto. Lucy le va accanto a la stringe a sé con infinita tenerezza come a cullarla.

LUCY: Scusami... non dovevo parlarti in quel modo... sono proprio una stupida...!

RUTH: (sempre piangendo) Perché proprio a me...?! perché proprio a me...?! (Intanto, da un lato della scena cominciano a vedersi dei bagliori rossastri seguiti subito dopo dalle grida di Ben)

BEN: (da fuori scena, urlando) Aiuto! Al fuoco!

                  (Ruth e Lucy si riprendono tornando bruscamente alla realtà)

LUCY: Oddio! Cosa sta succedendo?!

RUTH: Qualcosa sta bruciando...!

LUCY: Il fuoco! Ben è in pericolo!

RUTH: Svelta, andiamo a vedere se quell’imbranato ha bisogno d’aiuto! (afferra Lucy per un braccio e fa per trascinarsela fuori con sé. Ma proprio in quel momento entra sconvolto Ben)

BEN: Ferme! Dove andate?

LUCY: Ben! Come stai? Sei ferito?

BEN: No, stai tranquilla; non sono ferito.

RUTH: (guardando dalla parte del chiarore) Ma la tua capanna sta prendendo fuoco! Dobbiamo spegnere le fiamme! (fa per andare, ma Ben la blocca)

BEN: Ferme! Non serve correre rischi inutili. E’ troppo tardi. La mia capanna ormai è partita!

RUTH: Accidenti! Non mi sembra che tu ne sia particolarmente dispiaciuto...!

LUCY: Ma come è successo?

BEN: Non lo so. Forse il lume ad olio...

RUTH: (scimmiottandolo) Forse il lume ad olio...! Sei il solito imbranato!

LUCY: Ruth...!

RUTH: Ruth...! Ma smettila anche tu, una buona volta! Ma non l’hai ancora capito?! Niente di difficile che abbia dato volontariamente fuoco alla sua capanna per avere la scusa di venire a dormire nella nostra, sdraiato accanto a tutte e due, per godere una volta di te ed una volta di me. E bravo il nostro pascià!

LUCY: Ruth, ti prego: non ricominciare...! (le afferra una mano e la guarda fermamente negli occhi; Ruth sembra sciogliersi)

BEN: Ma no, Ruth, ti giuro: non è affatto come dici tu...!

RUTH: E allora sei il più grande stupido di questa terra! Due belle ragazze come noi e lui si ostina a dormire in quella capanna...! O sei il più grande stupido di questa terra o sei un finocchio! Comunque non t’illudere: a letto con te non ci vengo nemmeno se stessi morendo dalla noia! (I tre ridono e Lucy prende in un abbraccio prima Ruth e poi Ben unendoli entrambi a sé)

BEN: Ci voleva che andasse a fuoco la mia capanna per potermi avvicinare a questo istrice tanto da poterla toccare (le tocca una spalla e Ruth lascia fare).

RUTH: Attento! Ora non ti allargare troppo.

BEN: Non ci penso nemmeno.

LUCY: (con intenzione) Ci penso io a tenerlo a bada, non temere.

BEN: Allora? con chi comincio? Chi vuol venire a letto con me?

RUTH: T’ho detto di non allargarti troppo. Per questa notte mettiti in quell’angolo e non muoverti di lì. Poi, domani mattina vedremo.

               (Ruth e Lucy si abbracciano affettuosamente e vanno a coricarsi da una parte della capanna; Ben va verso la parte indicatagli da Ruth, spegne la lampada a olio, e la scena cade in penombra).

                                                BUIO

 

               Al riaccendersi delle luci è mattino presto. Ruth si sveglia, si stiracchia, si guarda intorno e poi si rivolge a Lucy che sta ancora dormendo al suo fianco.

RUTH: Lucy, svegliati; è già giorno.

LUCY: (sbadigliando) Cosa c’è?

RUTH: E’ ora di alzarci. Non ricordi che dobbiamo andare a vedere per quel fumo che Ben crede di avere visto?

LUCY: (alzandosi a sedere e guardando dalla parte in cui si era coricato Ben) Ma Ben dov’è?

RUTH: Non lo so. Sarà andato fuori a fare i suoi bisognini.

LUCY: Se vogliamo arrivare dall’altra parte dell’isola dove Ben dice di avere visto levarsi il fumo, dobbiamo sbrigarci.

               (Le due ragazze si alzano e cercano i qualche modo di riassestare i loro giacigli. Poi ciascuna di loro si sistema grossolanamente i capelli e gli abiti)

LUCY: Ci portiamo dietro qualcosa da mangiare?

RUTH: Che cosa vuoi portarti? Non abbiamo che pesce affumicato e banane. Anche se per un giorno non mangiamo pesce...

LUCY: ...sto cominciando a provarne nausea...

RUTH: ...e di banane possiamo trovarne anche lungo la strada...

LUCY: Mi sta venendo la nausea anche di loro...!

RUTH: Vorrà dire che ci fermeremo lungo il tragitto a mangiare al Fagiano d’oro: lo sai, no? è famoso per i suoi infiniti antipasti e per come preparano il fagiano.

LUCY: Che dici? potrò ordinare anche delle tartelette di pasta brisée con molta panna e tanti canditi, ed una bella coppa di gelato affogato nel cioccolato e guarnito di amaretti?

RUTH: Certamente! Ed io mi prenderò anche un bel tiramisù...!

LUCY: Attenta! Il tiramisù è tutto mascarpone: è pesante e può farti ingrassare...!

RUTH: Lo digerirò camminando; con tutta la strada che dobbiamo fare...! Ed in quanto alla linea non credo che qualche chilo in più mi nuoccia.

LUCY: Corri il rischio che questa sera che siamo state invitate alla serata di gala della contessa De Prosperis, non ti entri più quell’abito lungo, scollato ed attillato che ti sei comprata due giorni fa...!

RUTH: E va bene! Vorrà dire che invece del tiramisù ordinerò un bel “chattlò”.

LUCY: E questo che cos’è?

RUTH: Non sai che cos’è uno “chattlò”?

LUCY: No. Mi riferisco a questo (indica a Ruth un grosso involucro di stoffa, tipo zaino, che è in terra all’esterno della soglia della capanna)

RUTH: Quello? E che cos’è, quello?

LUCY: Non lo so. L’ho chiesto prima io.

RUTH: Sarà qualche altra cosa che ha trovato Ben durante le sue perlustrazioni.

LUCY: Ma ieri sera non ce ne ha parlato affatto!

RUTH: Se ne sarà dimenticato. Era così preso dalla faccenda del fumo, che quello gli sarà passato dalla memoria. Poi, c’è stato quel benedetto incendio...!

LUCY: Perché benedetto e non maledetto...?

RUTH: Che cosa?

LUCY: Dico: perché l’incendio lo consideri “benedetto”? In genere verrebbe più spontaneo dire quel “maledetto” incendio...! (Poi, un po’ sospettosa) Non sarai mica contenta che la capanna di Ben abbia preso fuoco...?!

RUTH: Ma che dici?! Ho detto benedetto come potevo dire stupido incendio, o dannato incendio...! (indagatrice) Di’, ma che ti prende?!

LUCY: (facendo marcia indietro) No. Nulla! Non farci caso. Pensiamo a questo coso, piuttosto. (si avvicinano al fagotto, lo prendono, lo portano all’interno della capanna , lo esaminano per qualche secondo e poi cominciano ad aprirlo. Sulla soglia si staglia la figura di un uomo sulla sessantina. Anche lui è piuttosto malmesso con gli indumenti. Barba lunga e incolta).

ALAN: C’è tutta roba molto utile per sopravvivere!

                Le due ragazze indietreggiano di qualche passo, spaventate. Alle spalle dell’uomo appare, silenzioso, Ben che impugna un robusto bastone. In un attimo Ben colpisce con il bastone l’uomo che stramazza al suolo.

Cala il sipario

                                  FINE DEL PRIMO ATTO

                                     ATTO SECONDO                        

                     Stesso mattino. Medesima scena del primo atto. L’uomo - Alan - è legato ad un rudimentale sedile. I tre gli sono intorno.

BEN: (sottovoce, alle due ragazze, tutti e tre un po’ discosti da Alan) Però, potrebbe anche essere tutto vero quello che ci sta raccontando.

RUTH: Sei proprio un ingenuo, tu! Come fai ad essere così stupido da credergli...?!

LUCY: Anche a me sembra tutto logico e credibile quello che ci ha raccontato. Ha descritto anche dei particolari che ci riguardano e che non avrebbe potuto conoscere se non fosse stato anche lui sul nostro stesso aereo...!

RUTH: Allora anche tu ti sei bevuta il cervello! Cosa ne sapete, voi, da quanto tempo questo ceffo è qui a spiarci ed a sentire i nostri discorsi? Un giorno? una settimana? un mese? E adesso ci racconta quello che ha sentito da noi.

BEN: Ma se avesse bazzicato da queste parti, noi ce ne saremmo accorti. Io ho sempre perlustrato regolarmente tutti i dintorni...

RUTH: Sì, tu hai perlustrato...! Imbranato come sei!

ALAN: Mentre decidete se credermi o no, vi dispiacerebbe almeno slegarmi e farmi sgranchire un po’?

RUTH: Stai zitto, tu! se non vuoi che ti imbavagliamo!

LUCY: Stia calmo ancora per un po’. Non possiamo liberarla se non siamo sicuri che ci abbia detto la verità.

ALAN: Ma sono due ore che mi state interrogando! Ho risposto a tutte le vostre domande ed in più vi ho anche riferito molti dettagli importanti per dimostrarvi che anche io ero su quel maledetto aereo!

BEN: E come mai ti fai vivo soltanto adesso?

ALAN: E voi, allora, perché non vi siete mai fatti vedere dalla parte dell’isola dove le correnti hanno spinto me? Ve lo dico subito il perché: perché all’inizio anch’io ho dovuto arrabattarmi per crearmi un ricovero adatto per sopravvivere. Ed in secondo luogo, perché l’isola, come avrete già constatato anche voi, è molto vasta e per certi tratti tortuosa ed impercorribile.

LUCY: (sottovoce a Ruth) Anche questo è vero. L’isola è grande e...

RUTH: (a Alan) In quale città hai preso l’aereo?

ALAN: Ma ve l’ho già detto: sono partito da Londra Gatwick.

RUTH: Dove ha fatto scalo, l’aereo, prima di precipitare?

ALAN: Anche questo ve l’ho già detto: ha fatto un primo scalo al Cairo e poi ne ha fatto un secondo, non previsto, ad Aden. E qui ci hanno tenuti fermi per quasi tre ore.

BEN: (a Ruth) Corrisponde perfettamente a...

ALAN: Certo che corrisponde! Scusate: che altre prove vi servono per credermi? Vi ho pure dimostrato che, anche se voi non avete notato me sull’aereo in volo, io avevo notato perfettamente voi due (indica le due ragazze) perché eravate sedute due file davanti a me. (indicando Lucy) Tu eri seduta accanto al finestrino, (poi, indicando Ruth) e tu, poco dopo lo scalo al Cairo hai chiesto un’aspirina alla hostess.

                (le due ragazze si guardano perplesse. Breve pausa)

ALAN: Ma insomma! come potrei sapere queste cose se non fossi stato anch’io sul vostro aereo?! E adesso volete decidervi a slegarmi una buona volta?

RUTH: Stai calmo! Devi ancora chiarirmi perché hai aspettato tanto a venire qui.

ALAN: (calmo) Te l’ho già detto.

RUTH: In quanti vi siete salvati?

ALAN: Io mi sono ritrovato solo. Non so se altri si sono salvati ed eventualmente dove le correnti possono averli sbattuti. Il mare, come ben sapete, era troppo agitato per permetterci di occuparci di quelli che avevamo attorno...! e poi, quella nebbia...

RUTH: Non è vero! Tu li hai fatti fuori, così come ora pensi di liberarti di noi tre.

ALAN: Ma perché dovrei farlo? E perché avrei dovuto fare fuori - come dici tu - le persone che, secondo te, si sarebbero salvate insieme a me?

RUTH: Per non essere costretto a dividere con loro quello che sarebbe servito a te per sopravvivere più a lungo.

ALAN: E voi come avete fatto a sopravvivere in tre? Perché non vi siete eliminati a vicenda? Sull’isola c’è abbastanza da vivere per tutti: pesce, selvaggina, piante, frutta...

LUCY: Noi finora ci siamo alimentati a forza di pesce e di banane...!

ALAN: Ed io, allora, perché avrei dovuto uccidere qualcuno? Magari si fosse salvato qualche altro, insieme a me...! Ci saremmo potuti dare una mano, come avete fatto tra di voi.

               (Lucy, con gesto risoluto si avvicina a Alan e comincia a sciogliergli i nodi che gli serrano  polsi)

RUTH: Cosa stai facendo?

LUCY: Non vedi? Lo slego. E’ inutile torturarlo ancora.

              (Ruth fa per precipitarsi verso Lucy, ma Ben la ferma)

BEN: Lucy ha ragione. Mi sembra che ci abbia dato tutti i chiarimenti necessari.

               (Ruth, stizzita, esce dalla capanna)

ALAN: Ma è sempre così, quella?

BEN: Anche peggio...! A proposito: io mi chiamo Ben, e lei è Lucy.

ALAN: Piacere. Il mio nome è Alan; Alan Greeves.

BEN: Benvenuto tra noi, Alan. Avrai fame...?!

ALAN: Beh, sì; un po’.

BEN: Vado a prenderti qualcosa da mangiare (esce)

LUCY: La permanenza su quest’isola deserta ci ha fatto diventare dei selvaggi! Non ti abbiamo ancora ringraziato per tutto quello che hai portato.

ALAN: Ma ti pare? E’ roba che ho trovato esplorando, giorno dopo giorno, gran parte della costa dove ero approdato.

LUCY: E noi, invece, che abbiamo perso tempo ad esplorare l’entroterra...!

ALAN: Anche quello è un lavoro utile da fare. Ma è sulla costa che, eventualmente, si possono trovare i relitti del nostro aereo o di altri naufragi.

LUCY: Ho visto... ho visto che c’è anche una pistola, nel tuo zaino...! Anche quella l’hai trovata sulla spiaggia?!

ALAN: No. Quella l’avevo già, io.

LUCY: Tu?! Non sarai mica un...

ALAN: Tranquilla! Non sono né un delinquente, né  tanto meno un killer. La portavo con me per ragioni di sicurezza per il mio lavoro.

LUCY: E... qual è il tuo lavoro?

ALAN: Sono un professore universitario.

LUCY: E da quando i professori universitari utilizzano pistole per i loro insegnamenti?!

ALAN: La pistola non mi serve per insegnare.

LUCY: Per favore, spiegati per bene se non voi che richiami qui Ben e Ruth.

ALAN: E va bene! Effettivamente la mia principale occupazione è l’insegnamento, ma poiché il mio campo è la fisica nucleare, collaboro anche con il governo.

LUCY: Fammi capire: allora sei una spia? uno della quinta colonna? uno 007...?

ALAN: Vedo che hai le idee un po’ confuse, a questo proposito.

LUCY: E allora spiegami tu, altrimenti...

ALAN: Altrimenti chiami Ben e Ruth. Ma tu pensi che se avessi voluto servirmi della pistola contro di voi, l’avrei lasciata nello zaino?

LUCY: Beh, no. E allora?

ALAN: Senti: il discorso sarebbe troppo lungo. Ti chiarirò tutto in un altro momento. Per adesso fidati di me. Anzi, sai che si fa per farvi sentire tutti più tranquilli? Darò la pistola a Ruth perché la custodisca lei, e perché la adoperi nel caso ci fosse bisogno di adoperarla; anche contro di me. Tranquilla, adesso?

LUCY: Sì. Ma devo dirti che la pistola ce l’ha già Ruth. Pensavi forse che l’avremmo ridata a te?

ALAN: E ti pare!? Bella fiducia!

              (entra Ben portando un recipiente dove c’è del cibo)

BEN: Ecco qua! Non è granché, ma è quello che abbiamo (porge il tutto a Alan).

ALAN: Ti ringrazio, Ben. Sei davvero gentile... siete davvero gentili a privarvi del vostro cibo per darlo a me.

LUCY: Siamo sicuri che ci ripagherai aiutandoci a procurarcene dell’altro.

BEN: Io vado a vedere cosa posso fare per la mia capanna (esce)

LUCY: Ben ha avuto la sua capanna distrutta da un incendio, ieri sera...

ALAN: Ed è stato proprio il chiarore di quelle fiamme a guidarmi da questa parte. Ed ho camminato per tutta la notte. (poi, guardando all’interno del recipiente) Vediamo cosa ha preparato di buono lo chef, oggi: pesce secco e banane...?!

LUCY: Già! Questo è il menu di oggi... di ieri... dell’altro ieri e così via; e lo sarà chissà per quanto tempo ancora...!

ALAN: Già, ora ricordo. Tu poco fa hai detto che finora vi siete alimentati di pesce secco e banane. Ma non mangiate altro...?

LUCY Magari potessi! Mi è venuta la nausea di questa roba!

ALAN: Ma con tanti uccelli, e la selvaggina che c’è su quest’isola...?!

LUCY: Ben odia la caccia.

ALAN: E voi due?

LUCY: Non abbiamo voluto contrariare Ben.

ALAN: Scusa un attimo. Fammi capire! I pesci sì e gli uccelli, le lepri ecc., no...?! Ma tutto questo è assurdo, pazzesco! Qui c’è di mezzo la salute e la nostra stessa sopravvivenza!

RUTH: (entrando, rude) Tu sei ancora qui?

LUCY: Lascialo mangiare in santa pace!

RUTH: Perché non ti guadagni quello che stai mangiando e vai a dare una mano a Ben per ricostruirsi la sua capanna. Anzi la “vostra” capanna; perché tu, se vuoi rimanere qui,  dormirai con lui.

ALAN: Non cominciare a dare ordini. Io non ci penso nemmeno!

RUTH: Ti rifiuti di aiutare Ben?!

ALAN: A Ben lo aiuto molto volentieri; è un bravo ragazzo, lui, e se lo merita.

RUTH: E allora...?

ALAN: Non ci penso nemmeno a dormire assieme a lui. L’aiuterò a ricostruirsi la sua capanna, e quando l’avremo finita, ne costruirò una per me. Nel frattempo preferisco dormire sui rami di un albero.

RUTH: (sarcastica) Come un passerottino...!

ALAN: Come sei poetica e romantica...

RUTH: E tu come sei ridicolo...!

LUCY: Alan, non darle spago e pensa a mangiare.

ALAN: Grazie, Lucy, ma preferisco andare a mangiare da un’altra parte. (esce)

LUCY: Devi sempre distruggere tutto, tu!?

             (senza prenderla in considerazione, Ruth le volta le spalle ed esce)

LUCY: (scrollando la testa, sconsolata e preoccupata) Speriamo bene.

                        (entra Ben con un grosso fiore in mano)

BEN: E adesso, che altro c’è? (alludendo a Ruth) Era talmente infuriata che non mi ha nemmeno visto.

LUCY: Ha di nuovo aggredito Alan.

BEN: Perché?

LUCY: Non c’era un vero e proprio perché. Speriamo che la presenza di Alan non complichi la situazione.

BEN: Vorrà dire che noi dovremo fare da pacieri. E per cominciare questo è un mio piccolo pensiero per te (le porge il fiore). L’ho trovato sull’orlo di un dirupo mentre raccoglievo legna per la capanna, ed ho subito pensato che sarebbe stato molto bene tra i tuoi capelli.

LUCY: Oh, Ben! Sei proprio un amore! Ti voglio tanto bene! (gli salta al collo e lo abbraccia forte. Ben non si scompone e la lascia fare)

BEN: Se sapevo che avresti reagito così te ne avrei portato un intero mazzo; a costo di calarmi nel burrone.

LUCY: (commossa e felice) Sei un vero amore! Se continuerai a farmi di queste sorprese, finirò per... innamorarmi di te...!

BEN: Beh... adesso devo proprio andare...! se no la capanna... (esce. Rimasta sola, Lucy rimira con tenerezza il fiore, lo annusa e poi va a riporlo accanto al pupazzo-orsetto. Poi riprende il suo lavoro visibilmente trasognata).

ALAN: (entrando) Lucy, hai visto Ben? Non riesco a trovarlo.

LUCY: E’ stato qui poco fa. E’ appena uscito.

ALAN: Ero andato per dargli una mano, ma... Non pensate che sarebbe necessario costruire anche una specie di cisterna per avere una qualche riserva d’acqua potabile?

LUCY: Già, hai ragione... specialmente adesso che siamo in quattro...!

ALAN: Inoltre penso che tra il materiale che vi ho portato, ci possa essere qualcosa per costruire delle trappole per la selvaggina e per gli uccelli.

LUCY: Ma... Ben lo hai interpellato...?

ALAN: Ben è abbastanza intelligente per capire che è di vitale importanza, per noi, integrare l’alimentazione. Sono sicuro che basti tenerlo fuori dalla cattura e dall’uccisione della... (entra Ruth. Tra i capelli ha un fiore uguale a quello che Ben ha regalato a Lucy)

RUTH: Oggi sembra che voglia fare meno caldo. O, forse, c’è meno umidità...!

ALAN: Fra poco, quando si alzerà il vento, si dovrebbe stare anche meglio. Conviene approfittarne per raccogliere quanta più legna possibile.

RUTH: Legna? E quanta ne serve, per costruire un capanna...?!

LUCY: (che nel frattempo ha notato il fiore nei capelli di Ruth) Dove hai preso quel fiore?

RUTH: Come dici, cara?

LUCY: (brusca) Ti ho chiesto dove hai preso quel fiore.

RUTH: Scusa, e perché questa domanda?

LUCY: (ancora più brusca) Vuoi dirmi dove hai preso quel fiore?

RUTH: Me lo ha regalato Ben.

LUCY: Te lo ha regalato Ben?!

RUTH: Ma, Lucy, cosa ti prende? Certo: me lo ha regalato Ben poco fa. Lo ha trovato mentr...

LUCY: Mentre stava raccogliendo legna, sull’orlo di un dirupo...

RUTH: Sì, certo; proprio così.

LUCY: E ti ha anche detto che quando lo ha visto ha pensato che sarebbe stato molto bene tra i tuoi capelli...?!

RUTH: Sì, certo! Ma a te cosa importa? e come fai a sapere queste cose?

LUCY: Quel miserabile! (esce infuriata).

RUTH: (rimasta sorpresa e ammutolita) Ma che cosa le ha preso? Non l’ho mai vista in questo stato...!

ALAN: (che nel frattempo aveva occasionalmente scorto il fiore accanto al pupazzo, prendendolo in mano) Io forse penso di capire, che cosa le abbia preso...!

RUTH: Forse è il caldo, o lo stress per questa situazione.

ALAN: (tagliando corto) Già! Ma ora parliamo d’altro. Io penso che in un paio di giorni dovremmo avere finito la capanna di Ben. Ed in altri due o tre giorni, anche la mia. Volete che dopo iniziamo a costruirne un’altra in modo che anche voi ragazze ne possiate averne una ciascuna?

RUTH: No, non credo che sarà necessario.

ALAN: Così potreste avere una maggiore libertà...

RUTH: Non se ne parla nemmeno! Con voi due attorno, è meglio che noi si resti unite, assieme, giorno e (con intenzione) notte!

ALAN: (spiccio) Come preferite.

RUTH: E’ per questo motivo che poco fa ci hai detto di raccogliere quanta più legna possibile?

ALAN: No. Il motivo è un altro. Dobbiamo avere una notevole quantità di legna a disposizione per mantenere costantemente un fuoco acceso in prossimità della costa: giorno e notte.

RUTH: Per segnalare meglio la nostra presenza...!

ALAN: Proprio così. Se dovesse passare una nave o un aereo da queste parti, avremmo più possibilità che si accorgano di noi.

RUTH: Devo ammettere che la tua è una buona idea! Come mai non ci abbiamo pensato prima...?!

ALAN: Avevate altro cui pensare. A proposito: a chi fa la corte, Ben, a te o a Lucy?

RUTH: A me, no di certo! Guai se dovesse azzardarsi a...

ALAN: Però ti ha regalato un fiore...! e tu lo hai accettato!

RUTH: Soltanto per non essere sgarbata più di quanto sia necessario per tenerlo alla larga.

ALAN: Allora Ben ha messo gli occhi su Lucy.

RUTH: Ma chi lo capisce, quell’uomo...?! E’ un tipo davvero strano...!

ALAN: Tu sei fidanzata? hai qualcuno che ti aspetta?

RUTH: Io?! Neanche morta! Alla larga dagli uomini!

ALAN: Capisco. Allora cercherò di darti il minor fastidio possibile.

RUTH: Sarà meglio per te.

ALAN: Però, se vogliamo sopravvivere, un minimo di collaborazione è necessaria; e può darsi che a volte dovremo lavorare fianco a fianco.

RUTH: Può darsi. (provocatoria) Ma il meno possibile!

ALAN: (scoraggiante) E’ ovvio! Il meno possibile!

RUTH: Certamente: è ovvio! Preferisco lavorare fianco a fianco con Lucy.

ALAN: E’ comprensibile. E io con Ben.

RUTH: E’ comprensibile.

ALAN: Ben è un bravo ragazzo.

RUTH: Anche Lucy, è una brava ragazza.

ALAN: Però poco fa ti ha trattata proprio male...!

RUTH: Può capitare a tutti, a volte, di essere un po’ nervosi.

ALAN: Ma lei mi è sembrata un po’... gelosa...!

RUTH: Gelosa di chi? di me? di Ben? Lo sa benissimo che io odio... che io non lego con gli uomini.

ALAN: Mi sembra un buon atteggiamento se si vuole essere prudenti ed oculati.

RUTH: (disorientata) Cioè?

ALAN: No... dico... anch’io non lego molto con le donne.

RUTH: Sei gay?

ALAN: No. Ma con le donne bisogna essere appunto prudenti ed oculati; come fai tu con gli uomini.

RUTH: Certamente! (pausa) Tua moglie si starà certamente disperando...!

ALAN: Non ho una moglie.

RUTH: Sei fidanzato?

ALAN: No. Sono divorziato.

RUTH: Sicuramente sei stato tu a lasciarla.

ALAN: Errore! E’ lei che ha lasciato me.

RUTH: Le avrai sicuramente fatto qualcosa. Le avrai reso la vita impossibile.

ALAN: (taglia corto) Può darsi.

RUTH: (spazientita, per non riuscire a scuoterlo in nessun modo) Senti: ma tu non ti arrabbi mai?! Come fai a rimanere sempre così calmo ed indifferente?!

ALAN: Calmo, forse. Ma non indifferente.

RUTH: Sembri di pietra...!

ALAN: E tu, di ghiaccio misto a fiele!

RUTH: Vai a quel paese! (si incammina infuriata verso l’uscita, e quasi si scontra con Lucy)

LUCY: Ruth, aspetta! Volevo dirti che...

RUTH: Che altro c’è, ancora?!

LUCY: Volevo dirti che mi dispiace tanto di essermi comportata in quel modo con te, poco fa.

RUTH: (sbrigativa e rude) Sì, va bene, va bene...!

LUCY: E volevo dirti anche che ti chiedo scusa...

RUTH: (spazientita) E va bene! Ho capito! Cosa vuoi, che ti abbracci?!

                 (Alan fa cenno a Lucy di chiudere lì il discorso. Pausa di silenzio generale. Quindi Ruth, piano piano, comincia a sciogliersi)

RUTH: Scusami, Lucy. Accetto le tue scuse. Per me non è successo niente. Amiche come prima, vero? Vieni, abbracciami. (le tende le braccia e si stringono commosse. Alan esce in silenzio)

LUCY: Sono stata una stupida a lasciarmi andare in quel modo. E poi, contro di te...! L’avessi almeno fatto contro quello stupido...!

RUTH: Ti riferisci a Ben?

LUCY: Sì, quell’acqua cheta! Quel doppiogiochista!

RUTH: Mi vuoi spiegare che cosa ti ha fatto? e che cosa c’entra questo fiore? (mostra il suo fiore avuto da Ben)

LUCY: Pochi minuti prima ne aveva regalato uno anche a me; quello là. E mi ha volutamente fatto credere di aver pensato a me quando lo ha visto, e di averlo colto proprio per donarlo a me perché era convinto che tra i miei capelli ci sarebbe stato benissimo.

RUTH: Ma è anche quello che ha detto a me...!

LUCY: Hai visto quanto è falso ed ipocrita!

RUTH: Senti, Lucy, posso farti una domanda?

LUCY: Certo! e me lo chiedi...?

RUTH: Però devi promettermi che mi dirai la verità, d’accordo?

LUCY: Ma è ovvio. Avanti, spara.

RUTH: Lucy, tu sei innamorata di Ben?

LUCY: Te ne sei accorta?

RUTH: Allora? sei innamorata di Ben?

LUCY: Sì, sì, sì! Ne sono innamorata da morire!

RUTH: Oh santo cielo! Ci mancava anche questa!

LUCY: Come si fa a non volergli bene...?! E’ così delicato, dolce, tenero, pieno di premure...! Sento che senza di lui non potrei più vivere!

RUTH: E quando mi hai visto con quel fiore...

LUCY: Ho provato una gelosia tremenda.

RUTH: Oh, piccola mia...! Ma lo sai che gli uomini non mi interessano, anzi...

LUCY: Sì, lo so. Ma - te l’ho detto - avevo perso la testa.

RUTH: Comunque, ora calmati. Nessuno ti porterà via il tuo Ben.

LUCY: Sei un angelo! Forse avrei dovuto parlartene prima, di quello che provo per Ben. Ma tu sei stata sempre così scontrosa verso di lui...!

RUTH: Beh, se avessi saputo...! Comunque ora sai che è tutto tuo. Goditelo! Ma vedi di svegliarlo un po’, quel bellimbusto.

LUCY:  Puoi giurarci...!

               (si attenuano le luci sulle due ragazze e si illumina una parte laterale del proscenio dove sono seduti Ben e Alan che stanno conversando tra di loro. Questo starebbe a rappresentare un ambiente diverso dalla capanna, verosimilmente un punto della spiaggia.)

ALAN: Ho avuto l’impressione che le due ragazze litigassero per te. Che cosa gli hai fatto?

BEN: Litigare per me...?!  Io non ho fatto nulla né a Ruth né a Lucy! Non sarei mai capace di fare qualcosa che possa dispiacere o l’una o l’altra...!

ALAN: Ma tu riesci ad andare d’accordo anche con Ruth?

BEN: Diciamo che Ruth ha un carattere un po’ difficilino... Però... sì: io riesco ad andare d’accordo con tutte e due. A dir la verità mi sono anche un po’ affezionato a tutt’e due.

ALAN: Ti sei affezionato...?! Non è che ti sei anche innamorato di una di loro...?

BEN: (evasivo) No, ma che dici...?! Per me sono entrambe delle care amiche; tutto qui.

ALAN: Allora non ti dispiace se faccio la corte a Ruth?

BEN: No, che non mi dispiace. Ma perché vuoi fare la corte a Ruth? Non mi dirai che c’è stato un colpo di fulmine, tra voi due...?!

ALAN: Da parte di Ruth, no senz’altro. E a dire il vero, neanche da parte mia per lei.

BEN: E allora...?

ALAN: Ho bisogno di farmela amica. Se i nostri rapporti dovessero continuare così, la vita in quest’isola sarebbe impossibile: vivremmo in un inferno continuo.

BEN: (realizzando) E quindi, tu...

ALAN: Ad una donna fa sempre piacere ricevere delle piccole attenzioni, e sentirsi fare delle proposte.

BEN: Ma non sarebbe una cosa onesta...!

ALAN: Qui c’è di mezzo la nostra sopravvivenza!

BEN: E pensi che lei ci caschi?

ALAN: Chissà...!

BEN: Scusami... non ti offendere, ma lei è molto più giovane di te.

ALAN: E questo cosa significa? Le donne sono molto più elastiche di noi uomini.

BEN: Sì, capisco, però... può essere tua figlia...

ALAN: Le donne sono intelligenti o, almeno, molto perspicaci: loro badano di più alle qualità in generale dell’uomo, e non soltanto a quelle fisiche e... a quelle anagrafiche.

BEN: Mah... non so...! Io non ho molta esperienza di donne... Però resta sempre il fatto che quello che tu vuoi fare...

ALAN: ...non è onesto! Vero?

BEN: Sì. Per me, è così. Lei potrebbe illudersi veramente ed allora...

ALAN: Ma se lo hai detto tu stesso poco fa: lei è molto più giovane di me...! Che arrivi proprio ad innamorarsi...! A me basta soltanto farla sciogliere un po’ nei miei confronti.

BEN: Beh, se la metti su questo piano... Forse hai ragione: non si può vivere sempre in guerra, specialmente in una situazione come la nostra.

ALAN: Ed ora sarà bene andare a lavorare altrimenti, se ci sorprende senza fare niente, altro che innamorarsi di me...! (escono)

                                               BUIO.

                  Al riaccendersi della luce è trascorso del tempo. Ruth è nella capanna e sta sistemando qualcosa; canticchia ed è visibilmente contenta. Da fuori si sente la voce di Ben.

BEN: Ruth...! Sei in casa?

RUTH: Sì, Ben, sono qui.

BEN: (apparendo sulla soglia, senza varcarla) Ciao, Ruth. Posso entrare?

RUTH: Ma certo, che puoi entrare...! Perché me lo chiedi?!

BEN: Beh, temevo di poterti disturbare...

RUTH: Ma no, che non disturbi. Entra, entra pure.

BEN: (porgendole qualcosa) Tieni. Questo è per te.

RUTH: Oh, che carino che sei! (prima di prendere l’oggetto, stringe Ben in un affettuoso abbraccio)

BEN: (liberandosi impacciato, dall’abbraccio) Non sono io che sono carino...!  Questo te lo manda Alan.

RUTH: (sorpresa e visibilmente commossa) Alan...?

BEN: Proprio così.

RUTH: Beh, comunque grazie anche a te per avermelo portato...

BEN: E’ stato un piacere.

RUTH: Ed ora voglio vedere di che si tratta. (si accinge ad aprire il pacco; improvvisamente si porta le mani all’occhio destro)

RUTH: Accidenti!

BEN: Cosa è stato? Che ti è successo?

RUTH: Non lo so...! qualcosa mi è entrata nell’occhio.

BEN: (avvicinandosi a lei) Fai vedere. (le apre le palpebre e si avvicina ancora di più a lei per osservarle l’occhio) Non vedo nulla.

RUTH: Eppure mi brucia da impazzire...!

BEN: Forse è stato qualcosa che ti ha colpito l’occhio senza entrarvi.

RUTH: Può darsi...! In effetti mi sta diminuendo anche il bruciore.

BEN: Lascia che ti dia un’altra occhiata, per precauzione. (sempre più vicino alla ragazza. Entra Lucy)

LUCY: (acida) Disturbo? Forse è meglio che torni fra qualche ora...!

BEN e RUTH: Ciao, Lucy.

LUCY: Continuate, continuate pure. Ci si annoia così tanto da soli su quest’isola...! Continuate pure  le vostre “faccende”...!

RUTH: Lucy, ma che dici? Ben mi stava...

LUCY: Togliendo un bruscolo dall’occhio? Classico!

RUTH: Sì. Cioè... no. Credeva che ci fosse un bruscolo...

LUCY: Ma non ha trovato niente, vero?!

RUTH: Proprio così, per fortuna. Ma perché questo tono...?

BEN: Scusatemi...! Io devo andare a...

LUCY: A raccogliere altri fiori o a scrivere poesie per lei.

BEN: (confuso ed impacciato) Io vado. (esce)

RUTH: (afferrando l’amica per le spalle) Lucy, ci risiamo con la tua gelosia?! Ma non l’avevamo già chiarito che a me Ben non interessa?!

LUCY: (emettendo un lungo sospiro) Scusami. Io non ci capisco più niente.

RUTH: Ma io ti ho già spiegato che...

LUCY: No, no. E’ di Ben che non capisco un bel niente. Per lui è come se non esistessi.

RUTH: Mi dispiace.

LUCY: Siamo le uniche ragazze su quest’isola, io e te. Se non prova nulla per me, c’è solo da pensare che provi qualcosa per te. Non credo che un uomo non arrivi a sentire la voglia di avvicinarsi ad una ragazza dopo tutto questo tempo di isolamento...?! Alan, per esempio...

RUTH: (un po’ allarmata) “Alan, per esempio...?” Che vuoi dire?

LUCY: No, nulla. E’ Ben che mi preoccupa! Non solo non si fa avanti - è gentile, sì, anche affettuoso, a modo suo - ma sembra che non abbia apprezzato quell’unico bacio che, prendendo l’iniziativa, io mi sono azzardata a dargli. Per questo ogni tanto mi viene il dubbio che se la faccia con te.

RUTH: Ti ho già detto che su questo punto puoi stare tranquillissima! Ammetto di cominciare anch’io a provare un po’ d’affetto per Ben. In fondo è un bravo ragazzo: gentile, premuroso, garbato. Ma il mio interesse per lui non va al di là di una bella amicizia. (breve pausa) A me interessa Alan.

LUCY: (sorpresa) Cosa?!

RUTH: Per questo motivo vorrei sapere cosa intendevi dire, poco fa, quando hai accennato a lui.

LUCY: Nulla, credimi. Volevo soltanto dire che a differenza di Ben, Alan si comporta sicuramente in un modo più... vivo...!

RUTH: (preoccupata) Ti sta forse molestando?!

LUCY: Ma no! Però...

RUTH: Lucy, ascoltami! Io devo confessarti che mi sono innamorata pazzamente di Alan.

LUCY: (allibita) Cosaaa?!

RUTH: Sì, proprio così: sono letteralmente cotta di lui. Scusami se non te ne ho parlato prima...

LUCY: Lo hai saputo mascherare molto bene, non c’è che dire.

RUTH: All’inizio non potevo neppure crederci. Mi sembrava tutto soltanto un gran bel sogno. Un uomo così interessante, pieno di iniziativa e di attenzioni...!

LUCY: Ma... se ricordo bene, il vostro primo incontro non è stato davvero idilliaco...! Lo abbiamo perfino legato a quella sedia.

RUTH: Sì, hai ragione. Siamo stati.. sono stata un po’ dura con lui, all’inizio. Gli ho perfino sequestrato questa pistola. (nel parlare si avvicina ad un posto segreto, ne estrae la pistola che mostra a Lucy, e poi ripone nuovamente l’arma) Anzi, devo ricordarmi di ridargliela. Ormai non c’è più motivo che la tenga io.

LUCY: Certo, è proprio buffo...!

RUTH: Cosa?

LUCY: No, no: continua pure. Te lo dirò dopo.

RUTH: E cosa vuoi che ti dica d’altro? Quando è con me non mi stanco mai di ascoltare le sue parole, la sua voce... E’ molto bella la sua voce, vero? Non mi stanco mai di osservare il suo viso, di guardarlo fisso negli occhi fin quasi a penetrarlo...

LUCY: Che sfrontata...! (le ragazze ridono)

RUTH: No, non ti sbagli! A volte mi viene una voglia matta di entrare dentro di lui  e desidero ardentemente che lui entri dentro di me...!

LUCY: (sconcertata) Entrare... dentro di te... in quel modo...?!

RUTH: Forse ti sembrerò una svergognata... ma è proprio in quel modo che intendo. Lo penso, lo sogno continuamente: desidero con tutta l’anima essere sua, completamente!

LUCY: (sempre più allibita) Ma... e la tua fobia... il tuo odio verso gli uomini...?!

RUTH: E’ questo il miracolo che Alan è riuscito a fare in me. Con la sua serenità, con la sua dolcezza e con la sua viva sensualità, è riuscito a farmi dimenticare...

LUCY: Non solo! A quanto pare, è riuscito anche a risvegliare in te...

RUTH: ...il desiderio di avere anche io la mia prima volta! E voglio che sia lui a darmela!

LUCY: Beh, cosa posso dire? Che sono estremamente felice per te. Davvero!

RUTH: Grazie, Lucy. Sapevo che avresti capito.

LUCY: Certo che ho capito. Ed ora posso dirti cosa trovavo, prima, di buffo.

RUTH: Già. Cosa volevi dire?

LUCY: Vedi, Ruth, siccome Ben si dimostra tanto freddo nei miei confronti, avevo pensato di farlo ingelosire un po’ lasciandomi fare la corte da Alan.

RUTH: (sbalordita) Cosa?!

LUCY: Tranquilla, tranquilla! Ora che so come stanno veramente le cose, me ne guarderò bene.

RUTH: (riprendendosi) No, scusa... non intendevo...

LUCY: Tranquilla. Troverò qualche altro modo...

RUTH: No, aspetta! Alan, ormai è chiaro che si è innamorato di me. E’ fin troppo evidente che mi ama. Quindi io... quindi il nostro rapporto non corre alcun pericolo. Se pensi che possa servire per scongelare il tuo Ben, fai pure: ti autorizzo a fare la smorfiosetta con Alan.

LUCY: Davvero?! Sei una vera amica! Non so come ringraziarti.

RUTH: Cercando di andare a letto con Ben, e non con il mio Alan. Intesi?!

LUCY: Puoi giurarci!

                                           BUIO

                (al riaccendersi delle luci, in scena Ben ed Alan nell’angolo che rappresenta la spiaggia)

ALAN: Campassi cent’anni, io le donne non riuscirò mai a capirle.

BEN: Perché?

ALAN: Ruth prima mi vedeva come il fumo negli occhi! Se non fosse stato per te e Lucy sarei ancora legato a quella sedia.

BEN: Beh, c’era da capirla...! Tu capiti qui all’improvviso...

ALAN: Ed ora è diventata tenera e dolce come una gazzella. E’ proprio una gran brava ragazza...! Se non ci trovassimo in una situazione questa situazione, forse avrei potuto anche innamorarmene. E’così cara con me...

BEN: Beh, c’è da capirla: anche tu sei una brava persona, un uomo in gamba, pieno di iniziative, ed in fondo sei ancora un bell’uomo.

ALAN: Come sarebbe a dire “in fondo”... “sono ancora”...?

BEN: Non puoi negare che cominci ad avere qualche annetto...

ALAN: Eh, già: è vero! Comincio ad avere i miei annetti. Anche se - devi credermi - ancora non mi pesano tanto.

BEN: Però gli anni ci sono...!

ALAN: Tu sei molto giovane e non puoi capire. Gli anni pesano sicuramente sul fisico, ma lo spirito, i sentimenti... quelli possono restare molto vivi e forti.

BEN: Cosa vuoi dire?

ALAN: Ti ricordi? Tu ti sei quasi scandalizzato quando ti ho confidato la mia intenzione di fare un po’ di corte a Ruth...!

BEN: Sì, lo ricordo; ebbene...?

ALAN: Per tornare ai miei annetti...: spiegami perché tu che hai trent’anni puoi innamorarti - faccio un esempio - di Ruth, ed io, invece, non dovrei...?!

BEN: Ma lei ha poco più di trent’anni e tu invece...

ALAN: Ed io invece...! Pensi forse che stando accanto ad una ragazza come Ruth, il mio corpo, la mia mente, la mia sensualità si siano talmente appassiti che io non senta più il desiderio di un suo bacio, di una carezza o, perché no, di un po’ d’amore?

BEN: Vuoi dire che senti il desiderio di amarla?

ALAN: Ti sto chiedendo, perché non dovrei...?! Ci sono tante cose che vivo come te che hai trent’anni, ma quando si parla d’amore...?! Tu puoi puntare la tua attenzione su una ragazza come Ruth o come Lucy, ma se lo fa uno della mia età... mi sembra di sentirvi: “guarda un po’ quel vecchio sporcaccione bavoso...”! Capisci?! Si diventa degli sporcaccioni bavosi!

BEN: Scusami Alan, ma io non intendevo dire questo...

ALAN: Lo so, lo so...   Innamorarsi di un’altra persona, amarla, adorarla, è il fenomeno più dolce e straordinario che la nostra natura possa farci vivere! Ma quando superi una certa età, secondo i benpensanti moralisti, non ne hai più il diritto! Ma allora perché permetterci ancora di vedere, di pensare, di ragionare?! Perché allora permetterci ancora di vivere?! (pausa pesante)

BEN: (a mezza voce, commosso) Sì, forse comincio a capire cosa vuoi dire. Ma è che in genere, mentre è facile che una persona di una certa età possa interessarsi di una giovane, è molto più difficile, anzi molto improbabile che una ragazza giovane possa trovare interesse per un anziano.

ALAN: Ma è proprio questo il punto! Ruth dimostra un evidente interesse verso di me...! Cosa ci sarebbe di così mostruoso se io accettassi la situazione?!

BEN: Ma tu hai detto che non l’ami..!

ALAN: E’ vero. La stimo, l’ammiro, sento un grande affetto, per lei, ma non l’amo; e non me la sento affatto di illuderla oltre, e tanto meno, di approfittare di lei.

BEN: Non ti capisco: poco fa ti lamentavi che alla tua età...

ALAN: Io amo Lucy!

BEN: (sbalordito) Cosa?!

ALAN: Lucy è da un po’ di tempo che si è accorta di me; (poi, quasi sottovoce) ed io mi sono innamorato di lei!

BEN: Tu sei un vero incosciente! Ha poco più di vent’anni...! (pausa) Ho capito! ti sta venendo la fissazione per la carne tenera...! L’ho sentito dire: più si invecchia, più si è attirati dalle giovanissime...

ALAN: Ma lo vuoi capire che per me non si tratta di un’attrazione in genere per le giovanissime. Io, con il lavoro che faccio - anche se nella mia facoltà le donne non sono moltissime - ne potrei comunque avere a sazietà, di ragazze giovani. Sapessi quante offerte - alcune velate, altre molto esplicite - mi arrivano continuamente da queste giovani ragazze. E quando dico “offerte” sai benissimo a cosa alludo. E questo, il più delle volte, soltanto in cambio di un bel voto. No! Non è così! Potrei averne a chili, di carne tenera, come dici tu! Ma con Lucy è diverso! Io l’amo!

BEN: Tu non ti saresti dovuto innamorare di una ragazzina!

ALAN: Senti, Ben: siamo su un’isola deserta, con due gran belle figliole...

BEN: E allora?

ALAN: Come, e allora? Ben, non dirmi che in tutto questo tempo tu non hai mai messo gli occhi...?

BEN: (evasivo) E se anche fosse non verrei certo a raccontarlo a te!

ALAN: Giusto! E’ così che si comporta un gentiluomo. E allora perché trovi inopportuno che io ricambi le attenzioni di Lucy?

BEN: Ma puoi essere suo padre...!

ALAN: Vedi che ci sei ricascato...?! Ma lo vuoi capire che l’età con l’amore non c’entra niente...?! Io l’amo con tutte le mie forze, con tutta l’anima! Potrei ancora darle un’infinità di cose...

BEN: Certo! La tua esperienza... i tuoi soldi... in eredità!

ALAN: (pensieroso) Sì, forse hai ragione. Forse è soltanto questo che io posso darle. Però io voglio provare ugualmente. Sarà lei a decidere. Io non la forzerò di certo.

BEN: Beh, in questo caso, buona fortuna (esce. Alan se ne resta in silenzio pensieroso)

RUTH: (entrando) Ciao, Alan. Hai litigato con Ben?

ALAN: No. Perché?

RUTH: Così; mi era sembrato un po’ turbato...!

ALAN: Abbiamo avuto uno scambio di opinioni.

RUTH: Tanto per passare il tempo...! Le giornate sono davvero lunghe, in questo posto.

ALAN: Effettivamente...

RUTH: Perché non ce ne andiamo alla caletta...? (si avvicina a Alan e lo cinge con le sue braccia alle spalle) Si sta annunciando un tramonto splendido.

ALAN: Sono l’unica cosa bella di quest’isola, i tramonti.

RUTH: Mi piace tanto ammirarli con te accanto. (breve silenzio tra i due) Alan, io non so cosa mi stia accadendo. Da quando sei capitato qui tra di noi, la mia vita è completamente cambiata. Questo viaggio doveva servirmi per uscire da un’orribile esperienza... c’è stato un momento che ho proprio creduto di impazzire... ho preso ad odiare il mondo intero... non potevo più sopportare la presenza di un uomo, vicino a me. Poi sei arrivato tu. Sì, lo so, all’inizio sono stata dura anche con te. Finché non ho imparato a conoscerti...! E’ vero: sei un po’ rude, qualche volta anche un po’ orso, ma al momento giusto sai essere comprensivo, tenero e dolce... (sospiro) con la tua calma riesci a darmi tanta sicurezza e serenità...

ALAN: (quasi risentito) ...serenità...?!

RUTH: Ma la tua vicinanza, l’odore della tua pelle, il tuo sguardo, a volte severo, ma a volte dolce e sereno...

ALAN: (c.s.) E dài, con questa serenità...! Possibile che io non ti ispiri altro...?!

RUTH: E’ proprio questa la cosa più bella che potesse succedermi: io sento una forte attrazione verso di te. Non soltanto mi sento tranquilla e serena, accanto a te, ma mi sento nuovamente donna, sento le mie vene pulsare, il mio cuore fremere, le tempie esplodermi... sento di desiderarti da morire...! (lo abbraccia con passione e Alan si lascia coinvolgere. Si sdraiano a terra e...)

                                         BUIO

                   (al riaccendersi delle luci in scena ci sono Lucy e Alan)

LUCY: Hai detto che vuoi parlarmi...

ALAN: Sì, è così.

LUCY: Cos’hai da dirmi che non possono sentire anche gli altri?

ALAN: Devo parlarti di noi due, ma non è facile, per me...

LUCY: Forse sarà meglio parlarne un’altra volta...

ALAN: No! Forse potrebbe non esserci, un’altra volta. Devo parlarti adesso. Sapessi quante volte ho maledetto il giorno del nostro naufragio. Specialmente in quei lunghi giorni in cui ho vissuto come un disperato da solo. Ma poi, quei bagliori... al calare della sera... ed ho conosciuto voi tre. Anche se il primo impatto con Ruth non è stato dei più sereni, in seguito, però, mi sono reso conto che capitare tra di voi è stata per me una vera fortuna. Ho imparato a conoscere meglio Ruth, e ad apprezzarla per quello che merita: è proprio una gran brava ragazza. E anche Ben: un vero amico, sincero e generoso. E te. Mi sei subito rimasta simpatica anche perché senza il tuo intervento forse il mio soggiorno, qui tra voi, avrebbe potuto prendere una piega tutt’altro che piacevole, per me.

LUCY: Ho fatto ben poco, io. (con intenzione) E lo avrei fatto per chiunque altro.

ALAN: Sì, certo, ne sono sicuro. Però lo hai fatto per me. E poi, con il passare del tempo ho avuto modo di apprezzarti sempre di più. E sono sicuro di non essermi sbagliato nel pensare che anche tu, poco per volta, hai cominciato a provare un certo interesse verso di me, ed anche... qualcosa di più...!

LUCY: Certo, che ho imparato a conoscerti meglio... ed a considerarti un caro amico.

ALAN: (perplesso e deluso) Un caro amico...?!

LUCY: (con naturalezza) Sicuro. Col tempo ho cominciato ad apprezzarti, come prima già apprezzavo Ruth e Ben.

ALAN: Ma in questi ultimi tempi il tuo mi è sembrato qualcosa di più di un semplice generico apprezzamento...!

LUCY: (imbarazzata) Che voi dire?

ALAN: Mi è sembrato che tu fossi interessata a me, che tu provassi per me qualcosa di più di una semplice amicizia...!

LUCY: Mi dispiace, ma io...

ALAN: Mi è sembrato che tu fossi... innamorata di me!

LUCY: Scusami, Alan, ma non è affatto così.

ALAN: Vuoi dire che ho preso un grosso abbaglio...?!

LUCY: Voglio dire che io ti stimo ed apprezzo moltissimo...

ALAN: Ma che non mi ami!

LUCY: Sì, è così. Scusami, ma io non ti amo; e non credo di averti mai dato un vero motivo di pensarlo.

ALAN: Ma... quelle attenzioni... quelle premure...

LUCY: Ebbene, sì. In una cosa ho sbagliato, e te ne chiedo perdono. Forse mi sono dimostrata un po’ interessata a te, per fare ingelosire Ben, per indurlo ad accorgersi di me...

ALAN: Tu ti sei servita di me per fare ingelosire Ben...?!

LUCY: Perdonami! Mi era sembrato l’unico modo per fargli capire quanto lo amo!

ALAN: Tu ami Ben?! Tu ami quello smidollato..?!

LUCY: Non hai nessun diritto di offendere Ben!

ALAN: Tu ami quello smidollato...?! Ma come non hai potuto accorgerti che Ben è un gay?! E’ un gay! Capito?! (sulla soglia è apparso Ben che, in silenzio ed impietrito, ha ascoltato le ultime frasi dei due. Lucy sente il suo sguardo su di lei e si gira. Lo stesso fa Alan. Un attimo di pesante silenzio. Poi Ben volta le spalle e sparisce alla loro vista)

                                              BUIO

                  (al riaccendersi delle luci in scena ci sono Ruth e Lucy)

RUTH: Ma non puoi dare la colpa ad Alan, se Ben sono giorni che è sparito dalla circolazione...!

LUCY: Se non avesse detto quelle cose cattive ed infamanti nei suoi confronti...

RUTH: Ma noi non lo sappiamo se Alan abbia detto la verità...!

LUCY: Ben non può essere un gay.

RUTH: Però a ripensare a certi suoi atteggiamenti...

LUCY: Ora ti ci metti anche tu...?!

RUTH: Senti: siamo stati dei mesi, soli, tu io e Ben, su quest’isola... Il fatto che non abbia tentato neanche una volta - dico: neanche una volta - di provarci né con me, né con te, non ti dice niente? Non siamo da buttar via, in fondo...! E poi lo hai detto anche tu, no? che non ha saputo fare altro che svicolare perfino quando lo hai baciato tu.

LUCY: E questo che c’entra? Ce ne vuole per poter dire che... (sulla soglia appare Alan, silenzioso e cupo)

RUTH: (ansiosa) Allora? Lo hai trovato?

ALAN: Sì.

LUCY: E dov’è? Avanti parla, non farti pregare!

ALAN: E’ sulla spiaggia.

RUTH: (a Lucy) Che ti avevo detto? da qualche parte doveva essere...

LUCY: (ad Alan) Sulla spiaggia? E cosa fa, Ben, sulla spiaggia?

ALAN: E’... morto.

LUCY: Oddio! Morto?! Sei un assassino! (si sente mancare)

RUTH: Ma cosa dici? Ne sei sicuro?

ALAN: Purtroppo!

RUTH: E di che cosa è morto?

ALAN: E’ annegato.

LUCY: (riavendosi e scoppiando a piangere) Non è vero! E’ stato lui ad ucciderlo! E’ stato lui, perché ne era geloso!

RUTH: E’ vero quello che dice Lucy?

ALAN: Ma come puoi pensare...?

LUCY: (piangendo) Ben sapeva nuotare benissimo.

ALAN: Può essersi suicidato. Forse non ha retto alla vergogna di essere stato...

RUTH: Ma tu come facevi a sapere che era gay?

ALAN: Non ci voleva poi molto per rendersene conto. Mi meraviglio che proprio voi non ve ne siate mai accorte.

LUCY: Non è vero! Ben non è un gay! E’ un uomo, un uomo, un uomo!

RUTH: Non hai ancora risposto alla mia domanda: lo hai ucciso tu?

ALAN: (fissandola intensamente) Proprio tu mi fai questa domanda...?! (si volta ed esce).

LUCY: E’ stato lui! Lo ha ucciso lui!

RUTH: Calmati, Lucy! Stai tranquilla che se è stato lui, lo scopriremo.

LUCY: E’ stato lui ad ucciderlo! Non ci sono dubbi...! Lo ha ucciso perché ne era geloso!

RUTH: Che motivo aveva, Alan, di essere geloso di Ben. Sapeva che tra me e Ben non c’è mai stato nulla.

LUCY: Era geloso di Ben e di me!

RUTH: Cosa?!

LUCY: Voleva me, quell’assassino! Me lo ha detto chiaramente. Voleva me, ed io gli ho detto di amare Ben. Lo ha ucciso lui!

RUTH: (con una calma quasi irreale) Alan ti ha detto di amarti...?! (poi, mentre Lucy singhiozza, esplodendo) Rispondi! Ti ha detto di amarti?!

LUCY: (senza ascoltarla) Lo ha ucciso perché voleva me...! Ben! Il mio Ben è morto! (va lentamente verso uno scaffale dove c’è il pupazzo-orsetto, lo prende tra le sue mani, se lo porta al petto, e si lascia scivolare a terra) Il mio Ben. Non è vero che sei morto...! Alan si è sbagliato. Ha voluto farci uno scherzo. Per farci ridere. (guardando il pupazzo e continuando a cullarlo) Ti ricordi come era bello quando tu mi facevi ridere...? facevi lo scimmione e mi facevi tanto ridere...! Ben... Ben... stavamo meravigliosamente, insieme...! E quella sera che mi hai accarezzato i capelli...?! (nel frattempo Ruth si avvicina al cassetto dove è riposta la pistola, la prende, la guarda un attimo, e come un automa, esce) Ben, anima mia, dimmi che Alan ha voluto scherzare...! Dimmi che sei là, alla caletta ad aspettarmi...! (si ode un colpo di pistola. Lucy continua a cullare il pupazzo canticchiando una nenia e fissando il vuoto davanti a sé. Rientra Ruth: impugna ancora la pistola con il braccio penzoloni)

RUTH: ! (va a sedersi accanto a Lucy, l’avvolge con un braccio e china la testa sulla sua spalla) Stai tranquilla, Lucy, non avremo più uomini cattivi tra di noi

                                            Cala il sipario

                                                           F I N E