Il segreto della vita

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IL SEGRETO DELLA VITA

IL SEGRETO DELLA VITA

di

ALBERTO BASSETTI

PERSONAGGI:

LEI

LUI

LA SCENA

Una camera da letto. Il mobilio può appartenere a qualsiasi epoca, ma è bene ne contenga tante messe assieme, non so: letto antico a baldacchino, e magari frigo bar; catino per lavarsi e vaso per la notte e finestra in alluminio anodizzato; mobile dell’aria  condizionata vicino ad uno scaldino.

Entra una coppia: LUI tiene in braccio LEI. Il loro abbigliamento ideale ripete il discorso già fatto per l’arredo, che so: tuba e giacca di un frac su blue-jeans, maglietta , ma scarpe di coppale da cerimonia per LUI; vestito lungo ma solo sul davanti o sul dietro, con giarrettiere lavorate bene in vista su scarpe da tennis e cappello di cuoio tipo teddy boy per LEI.

I due entrano con aria gioiosa. LUI la getta sul letto. LEI parla sognante; LUI deciso. Si guardano amorosamente.

LEI                 Finalmente!

LUI                 Finalmente!

LEI                 E adesso...

LUI                 E adesso...

LEI                 Ne faremo delle belle!

LUI                 Ne faremo delle belle!

LEI                 Era ora...

LUI                 Era ora...

Prendono a spogliarsi con alacrità, restando: LEI in corpetto, mutande, reggicalze, calze, scarpe da tennis; LUI in calze da uomo con reggicalze, mutande, canottiera colorata. Si guardano.

LEI                 Finalmente!

LUI                 E adesso...

LEI                 Ne faremo delle belle!

LUI                 Era  ora...

LEI si sdraia sul letto; LUI si affianca: si tengono per mano, guardando ambedue davanti a loro, in alto, il soffitto o chissà cos’altro.

LEI                 Che cielo meraviglioso!

LUI                 Ci sono delle macchie!

LEI                 Quante stelle!

LUI                 Umidità?

LEI                 Guarda quelle luci: un aeroplano...

LEI                 Che blu acceso!

LUI                 Che bianco scolorito!

LEI                 Esprimi un desiderio: ho visto una stella cadere!

LUI                 Anch’io meraviglioso!

LEI                 (Dopo un po’) Che desiderio hai espresso?

LUI                 Non lo immagini?

LEI                 Ancora  quella cosa?

LUI                 Perchè no?

LEI                 E’ un’ossessione!

LUI                 Una voglia.

LEI                 Io non ti basto?

LUI                 Amore... Mi basti così tanto, che penso che dieci, cento, mille  come te... (Rapito d’amore)   Mi basterebbero ancora di più!

LEI                 Oh, amore ... (Visibilmente eccitata, si volta verso di lui; contenendosi, si danno un bacino colle labbra sporte in fuori, mettendosi sui fianchi, rimirandosi).

Ora si prendono ambedue le mani, ponendosi sulle ginocchia, l’uno di fronte all’altra.

LEI                 Ora  sì, che potremo amarci liberamente.

LUI                 Non vedo l’ora!

LEI                 Come due teneri canarini.

LUI                 Come due teneri porcellini.

LEI                 Porco!

LUI                 Appunto!

LEI                 Ci raggomitoleremo come gattini.

LUI                 Ci accoppieremo come cani.

LEI                 Cane!

LUI                 Appunto!

LEI                 ....Rincorrendoci come scoiattoli.

LUI                 Come il toro insegue la mucca.

LEI                 ....Leggiadri come gazzelle.

LUI                 Rapidi come conigli.

LEI                 .....Due colombi.

LUI                 Due polli.

LEI                 .....Liberi come tonni.

L’entusiasmo di LUI si spegne. Si sposta, mettendosi pancia in sotto col viso tra le palme, a sostenerlo pensoso, come fa il ragazzino imbronciato.

LEI                 Cos’hai?

LUI                 Lo sai.

LEI                 E’... (Carinamente ammiccante) Per via di quello che ho detto? ... (Silenzio. Poi, sorride con aria furba, balza in piedi sul letto cominciando a saltare, anche lei molto bambinescamente)  Lo so, lo soo, lo soooo ... (Cantilenando).

LUI                 Sei una ragazzina! (LEI  smette di saltare, si inginocchia sul letto carezzandogli la testa, materna. LUI si rigira all’improvviso, le mani sotto la testa, sdraiato a fissare il soffitto). Lo        sai che il tonno non mi piace!

LEI                 (Continuando a carezzarlo) Ti capisco, amore, non immagini quanto...

LUI                 E mi resta anche qui, sullo stomaco. (Si tocca la testa, con una smorfia di dolore).

LEI                 (Con aria comprensiva, ancora più benevola e materna)   So, so anche questo...

LUI                 E allora: perché lo fai?

LEI                 Ma io... Parlavo di quello vivo, felice, libero, che gira per mari... (Breve pausa; poi sognante, con ampi gesti delle braccia)  E per monti, e poi su, nel cielo, felice di librarsi negli          spazi infiniti....

LUI                 Amore. (Toccato da quella visione) Amore! (Si baciano nella bocca rumorosamente, senza pudore.

 LEI lo blocca, mentre LUI sta per scoprirle con irruenza il seno).LEI(Gli prende quella mano, baciandola con malizia)  Ma io... Saprei cucinartelo diversamente, io ... Te lo farei col mais.

LUI                 (Deciso)  No!!!

LEI                 .... Con dei pezzettini di pomodoro accanto ... (Persuasiva).

LUI                 (Ancora indeciso, ma con intonazione un po’ più debole, più infantile)  No!

LEI                 E... Se aggiungessi del basilico?...

LUI                 No. (Detto pianissimo, poco convinto. Più che altro muove la testa per indicare di non essere             d’accordo).

LEI                 Quello fresco... Non preso al mercato ... Raccolto da queste manine, nel giardino di casa... (Il             movimento della testa di LUI è sempre meno convinto, più smorzato)... Quella casa con giardino, che tu mi comprerai, per farmi felice, e per fare felici i nostri figli, che correranno liberi, liberi come tonni...

LUI                 (Guardandola con odio) Lo fai apposta!

LEI                 Si: tonni, tonni! (Alzandosi sul letto, quasi invasata, le braccia aperte verso il cielo)  Si, un             mare di figli, come tonni nel mare: felici, liberi.

LUI                 (La interrompe)  Di finire nelle scatolette, rinchiusi, prigionieri, senz’aria...

LEI                 Perchè dici così, perchè cerchi sempre di distruggere i miei sogni più belli? (Cade sulle ginocchia, affranta)

LUI                 Via, non volevo... (Le prende le mani)

LEI                 Amore: lo so che sei buono... Ma sei troppo pessimista: devi credere, avere fede! La vita             progredisce, si va verso il meglio, e tu chiudi gli occhi, non vuoi vedere davanti a te. Prendi, ecco, prendi proprio ..., (LUI le lascia le mani. La guarda con sospetto, minaccioso; ma LEI    gli sorride calma, serena  toccandogli teneramente i capelli. Dopo una breve pausa, non priva di una certa tensione) I tonni, sì: proprio loro.

LUI                 (Perdendo lo sguardo minaccioso, ma visibilmente affranto)  Lo fai apposta! (Scuote la testa sconsolato).

LEI                 (Bloccandogli il capo, fissandolo negli occhi) Tu non sai... Chiedilo alle nostre madri, ai nostri padri... Quanti di loro si son feriti, hanno pagato col sangue...

LUI                 (Teso, per la prima volta in tono veramente drammatico)  Ma di cosa parli? (Sembra quasi il preludio ad uno sbotto di pianto)

LEI                 (Capendo la gravità del momento, scende dal letto e comincia a passeggiare, su e giù, nervosamente)  Me lo raccontava mia nonna...

LUI                 Smettila: lo so che è muta fin dalla nascita!

LEI                 Ma che dici? Non quella! Parlo della nonna materna, che tu non hai mai conosciuto: ma come             potrai cercare di capirmi, se metti in dubbio ogni mia parola?

LUI                 Scusami.

LEI                 Mia nonna, non l’hai conosciuta proprio perché portava  con sé quel terribile segreto: suo marito, mio nonno, si era ucciso...

LUI                 (La interrompe)  Ah... Suicida?

LEI                 No, tetano! (Pausa) Capisci, ora? Mio nonno era come te, non credeva nel progresso, nell’uomo, nella civiltà. (In crescendo. Poi, racconta dolorosamente)  Mia nonna insisteva sempre perché usasse quelle nuove confezioni di tonno con apertura a strappo, sai, quelle che non richiedono l’uso dell’apriscatole. Ma mio nonno no, lui, figurati, che in guerra era sbeffeggiato da tutti perchè girava con la fionda e voleva iscriversi al corso sull’uso della catapulta. Amara)  Gli risero in faccia: “E’ qualche annetto che non si usano più”; ma lui, fiero: “Non voglio saperne dei cannoni”, era il suo slogan... Lo presero per un pacifista e... E... Sai, eravamo in guerra .... (Con voce rotta, di chi sta per piangere).

LUI                 Lo fucilarono?

LEI                 (Ormai piange, non riuscendo a trattenersi)  Ma perchè non mi segui? Se ti ho detto che è morto di tetano!

LUI                 (Si alza, la afferra per le spalle, e la fa piangere reclinandole il capo sul proprio petto) Amore, ero così preso dalla storia che... E’ così sconvolgente...

LEI                 Lo so, per questo non ho mai voluto raccontartela...Comunque,  ora lo finirò! (Coraggiosamente)  Non per niente, sono nipote di uno morto in guerra!

LUI                 Morì in guerra? Scusa, ma allora sei tu che non ti spieghi! (Torna a sedere sul letto).

LEI                 (Pausa. Asciugandosi gli occhi ed il naso con una calza che si è sfilata con fare sexy, poichè             ora si è ripresa in pieno e parla decisa, come a voler chiudere il discorso) E’ semplice, in fondo: era in carcere militare, mia nonna poteva portargli solo scatolame, e lui si è spaccato il pollice con l’apriscatole.

LUI                 Vedi che ho ragione io?

LEI                 No, ti farò capire che dobbiamo approfittare, perchè un giorno i nostri figli...

LUI                 (Interrompendola) A proposito di figli....(Tirandola a sé).

LEI                 Ma se hai detto che non li vuoi?

LUI                 Per i primi dieci anni.

LEI                 E allora?

LUI                 Era così per dire: “A proposito di figli...” (Ammiccamente, furbo)  Facciamo allenamento, no?

LEI                 Gli uomini, sempre i soliti!

LUI                 (Indagatore) Ne conosci molti? (LEI gli dà uno schiaffo. LUI si tocca la guancia) Ehi, ma cos’hai? Lo so che sei una brava ragazza...

LEI                 Bugiardo! Tu sai che mio padre mi ha fatto essere una brava ragazza, tenendomi reclusa fino a             questo pomeriggio!

LUI                 Beh, così non hai grilli per la testa. t’insegnerò tutto io, e ci divertiremo, vedrai!

LEI                 A me il divertimento non basta. Cicci: io voglio dei figli! Tanti!

LUI                 Quanti?

LEI                 Almeno trentotto!

LUI                 Bambina; ti ho mai detto di no?

LEI                 Ma come potrò aspettare dieci anni?

LUI                 Te l’ho detto: facendo pratica!

LEI                 No! No! No! no e no!

LUI                 Cosa, no?

LEI                 Avrò dei figli, oggi, anzi no, domani, tra un mese, tra un anno: sarò una scrofa!

LUI                 Non sai quel che dici!

LEI                 (Si carezza il bacino con movenze sexy, lo guarda facendoglisi incontro, arrogante) ... Sono             poi così brutta.... Credi.... Proprio... Che nessun altro mi voglia? (LUI  è attonito. Riesce appena ad esprimere un “ma” che quasi non si sente, che gli resta in gola) Dai, bello, cosa ne pensi? (Si da una manata su ambedue le cosce).

LUI                 Ma... Ma... Sei... Impazzita? ...(Dapprima non riesce che a balbettare) Ed io che ti credevo             una santa! (Con l’occhio di chi ha capito molte cose).

LEI                 (Dimena il capo, tormentandosi i capelli, quasi a volerli strappare)  Sì, sì, sì!!! Sono             impazzita!!! ... Ma tu non sai cosa può fare una madre per amore dei figli!

LUI                 Ma noi non ne abbiamo!

LEI                 Proprio per questo! (Si tocca il ventre, torcendolo, come a volerne cavare le budella) Tu non sai cosa vuol dire vederselo inaridire, rinsecchire, vuoto, senza senso.

LUI                 Siamo sposati da ... Da due ore!

LEI                 E allora? Ci sono madri ad ore? Credi che il cuore, il ventre di una madre guardi l’orologio prima di palpitare, squassare, soffrire, squarciarsi, dilaniarsi! (In un crescendo frenetico e drammatico).

LUI                 Parliamone, tesoro. Sento che la nostra unione si può ancora salvare.

LEI                 (Ormai in piena crisi ) No, no, no! (Urlando, disperata)  E come?

LUI                 (Alzandosi in piedi, come colto da un’idea risolutrice) Otto anni! Aspetteremo solo otto anni! Io ti abbuono due anni, però tu mi abbuoni sei figli: trentadue, e non trentotto! Riflettici, è una buona offerta!

LEI                 Carogna! Giochi sul loro avvenire! Come puoi essere così meschino? E poi, mi togli proprio gli ultimi sei (la voce, carica  d’odio, diviene improvvisamente tenera, dolce, carezzevole) ... I più piccoli, i più teneri... Quelli che avrebbero potuto darmi di più!

LUI                 Già: e i due anni che ti ho abbonato?

LEI                 (Gli occhi sono due carboni ardenti: sembrano, fissandolo, volerlo incenerire) Sai che farò?             Stanotte stessa, entrerò alla “Clinica del Genio Liquido”.

LUI                 (Come fulminato, immobile, nel terrore) La banca dello sperma!

LEI                 Si, ho un amico che lavora lì...

LUI                 Sgualdrina!

LEI                 (Ridendo, sempre più invasata) Ah ah, no: non per quello che pensi... Fingerò, fingerò di cedere a quel porco....

LUI                 (Tra i denti) Ed io, che credevo non fossi mai uscita!

LEI                 Invece, sul più bello: “TAC” (Mima un colpo sul collo) Lo stenderò con un colpo in testa... Gli prenderò le chiavi del frigorifero!

LUI                 Mio Dio!

LEI                 Ci sono milioni, miliardi di litri di piccoli diavoletti che aspettano solo di poter crescere e sguazzare.

LUI                 Come tonni?

LEI                 No: come tanti figli, figli, figli!!! E quando sarò in quella stanza, di fronte a tutte quelle             provette congelate...

LUI                 E’ orribile... Cosa farai?

LEI                 Non lo immagini? (Coraggiosamente provocatoria, lo guarda con sfida).

LUI                 Dai, finiscimi: dimmi, cosa farai di quelle provette?

LEI                 (Ride, vittoriosa, completamente liberata) Le prenderò, le prenderò... (Fa un giro su se stessa, come in un valzer; si ferma, levando un immaginario calice. Mima il gesto del bere, trionfale) E le berrò! Le berrò! Berrò berrò berrò berrò!!! Berrò da tutte quelle meravigliose provette!

LUI                 (Dalla disperazione passa allo stupore, poi sbotta in una risata progressiva che, da nervosa ed             insicura, diviene infine terribilmente fragorosa e derisoria nei confronti di LEI. La indica con      un dito, tenendosi la pancia dal troppo ridere. Si getta sul letto, mentre LEI  lo guarda smarrita. Infine si alza, ancora additandola, ma con comprensione, quasi tenerezza)  Povero tesoro, non hai capito nulla! (Pausa) Proprio nulla!

LEI                 Che... Che vuoi dire?

LUI                 I figli... I figli non si fanno ... Per via orale! ... Allora  è proprio vero: sei la mia ciuffolina! (Fa per accarezzarla).

LEI                 (Colpita, forse ferita nel sentirsi sbeffeggiata; ma al tempo stesso avida, curiosa di sapere, rifiuta la carezza, bloccandogli la mano)  No? ... e allora, avanti, dimmi tu come... Si fanno i figli...

LUI                 Acc... (Come colpito da qualcosa , si è in realtà reso conto solo ora dell’ingenuità commessa: cerca scappatoie) Ahi, mi fai male alla mano!

LEI                 (Incalzando, comprendendo il bluff) Niente scuse! (Sta per lasciargli la mano, poi ci ripensa e gliela stringe forte, piegandogliela, costringendolo ad inginocchiarsi)  Dimmelo o ti spezzo le gambe!

LUI                 Lasciami, lasciami, ti prego. Come potrò lavorare per i nostri figli? (LEI molla la stretta; LUI si alza toccandosi la mano. La guarda con odio, e prende a riempirla di schiaffi. Infine, con un terribile pugno in pancia la fa piegare in due, lasciandola senza fiato. La porta  sul letto. LEI           comincia a piangere sommessamente, monotona, come un controcanto)  Bambina, tenera picchiettina mia, lo vedi? Giocare alla lotta con i maschietti, ma lo sai che siamo più forti, no? E’ così da sempre. (Cercando di farla riprendere, col tono di chi narra una fiaba ad un bambino) Perfino gli indiani d’America, pensa un popolo così lontano.. (Con ovvietà)  Non ci sono ragioni storiche, sociali, culturali, no, è così ovunque. (Riprende il tono precedente) Le donne dei pellerossa badavano all’acqua, alla cucina, alla tenda; sempre nell’accampamento,      mentre l’uomo cacciava, combatteva, scorrazzava libero nelle praterie... E in Persia, poi: (gustando la parola) l’harem... L’Oriente saggio ... (Improvvisi singulti di riso) Ih, ih, immagina una donna che dicesse messa ... Ah, ah: che assurdità!... (Sembra  ora guadarla con        un po’ di ritrosia, forse disgusto) Beh, certo, si sa che l’uomo è meglio. E poi, una donna che vuol fare la violenta, te le tira fuori! (Risoluto) E con uno come me, poi! ...(Ma ora torna dolce) Ma ti perdono, via: non sapevi bene cosa facevi, povera donna. E’ ancora presto per giudicarti! (LEI piange ancora. LUI, non sapendo come farla smettere)  Via, su: ti spiegherò come si fanno i bambini!

LEI                 (Si risolleva, illuminandosi; smette di piangere)  Davvero?

LUI                 Si, davvero... (Le accarezza il capo) Vedi: è soprattutto una questione orale! (Si ferma per cogliere la sua reazione, ma lei è tutt’orecchi, ascolta senza lasciarsi sfuggire commenti o espressioni: LUI, si capisce, sta meditando su come continuare, palesemente in imbarazzo. Di            nuovo, tenta il bluff) Chi è, ma chi è a quest’ora? Ma come, la prima notte di nozze!

LEI                 (Con estrema calma e dolcezza) Non sento nulla. E poi, è pieno giorno, amore.

LUI                 Certo, colpa dei tuoi: sposarsi di mattina, non è alla moda!

LEI                 Tesoro, sei tu che non resisti alzato dopo le ventuno e trenta!

LUI                 Vuoi dare la colpa a me, vuoi litigare, è così?

LEI                 No, al contrario, vorrei riprendere il discorso di poco fa... Sai spiegarti così bene...

LUI                 Cosa?

LEI                 (Cercando le giuste parole)  Il segreto della vita!

LUI                 Sciocchina, vedi, che quando vuoi, ci arrivi  da te?

LEI                 Dove amore?

LUI                 A capire le cose: (persuasiva)  tu, hai perfettamente compreso che è un segreto. (Con importanza e severità)  Il segreto della vita. (Lei lo guarda, in attesa) Nessuno ha ancora capito cos’è; come avviene... (In tono ancor più dottorale)  Il segreto della vita. (Le toglie la calza che ancora  lei indossa, infilandosela sul calzino).

LEI                 (Bocconi sul letto, non lo vede)  Si, amore, spogliami. Sono contenta che sia un segreto, che non si sappia.

LUI                 (Saccente) Il segreto della vita.

LEI                 (Ad occhi chiusi, assaporando il momento)  Troppo sapere, in fondo, non è un bene. Ma ora so che tu mi ci porterai molto più vicina. (Sente che LUI le sta togliendo il corpetto. LEI ha sotto un altro reggiseno)  Oh, sta arrivando, infine, quel momento.

LUI                 (Indossando il corpetto di LEI sulla canottiera)  Il segreto della vita.

LEI                 Ci sono, ci sono...(LUI le toglie anche la giarrettiera, indossandola)  Toglimi anche gli ultimi due baluardi: non ho vergogna di mostrarmi a te, ora che il momento sta per arrivare, perché arriva, adesso; arriva, non è così? (Per un attimo maliziosa; poi parla da bambina giudiziosa)      Mamma, mamma: sei stata così avara colle spiegazioni, che quasi ti ho odiata per questo. Mi   sono lambiccata il cervello per anni. Eppure, ora ti capisco, solo ora, mammina mia, ora sono felice; ora che questo mistero si svelerà, alfine... Voglio restare così, a occhi chiusi: tutto è nuovo; tutto è mistero; ed io mi sto avvicinando, almeno un po’, al...

LUI                 Il segreto della vita. (Ha terminato la vestizione, usando solo capi di LEI silenzio. LEI aspetta,             mentre LUI fruga nella borsetta)  Ma, insomma, il rossetto: dove ce l’hai?

LEI                 (Come colta da un cattivo presagio, apre gli occhi atterrita, e lo vede) Tu, tu, che fai?...             (Pausa. Si inginocchia sul letto, giunge le mani al petto, come pregando)  Dove vai?

LUI                 Dove?... Cosa credi, che non lavoro io?

LEI                 Vai al lavoro? Vestito così?

LUI                 (Si osserva allo specchio) Perchè? Sto male?

LEI                 No, ma... Sono miei vestiti...

LUI                 Tuoi?.... Che senso ha più: tuoi, miei? Siamo o no marito e moglie?

LEI                 Ma io pensavo.... Non puoi prendere un permesso?

LUI                 Un permesso, ma sentila: come se non ci fossero già abbastanza scansafatiche, in giro... E se             non guadagno io, cosa mangiamo?

LEI                 (Delusa, lo osserva, sprezzante)  Sei ridicolo, con la mia calza sopra il tuo calzino: puah!

LUI                 Avrei voluto lasciarti così, senza dirti più nulla, ma....(In uno scatto d’ira)  Non riuscivo a             trovare il rossetto, ed è una cosa che non sopporto!(Rovescia la borsetta: tra le cose cadute in     terra, raccoglie il rossetto) Ah, eccolo!

LEI                 Incapace, come tutti gli uomini: subito a frignare, invece di guardar bene! (Sprezzante, LUI, incurante, si trucca davanti allo specchio , ed il suo silenzio fa crescere l’astio di LEI)  Vai da un’altra donna, è così? Rispondimi!

LUI                 Sei squallida:

LEI                 Vigliacco! La prima notte di nozze...

LUI                 (Smettendo per un attimo di truccarsi, la squadra ironico )  Come, poco fa non dicevi tu che era pomeriggio?

LEI                 Ma ora è notte, notte fonda! Dio come passa il tempo, come tutto è diverso, come mi sento invecchiata! E’ per questo che non mi vuoi più? (Pausa. Gli va dietro, lo guarda nello     specchio) E’ solo una sgualdrina! Lo so, una sgualdrina buona solo a far  figli! Perchè è così, vero, mi disprezzi perchè non so come si fanno, no?... Me ne sono accorta, è successo dopo           la storia delle provette... (Afferrata da un dubbio) Ma forse...Già... Magari è per quello.... Avresti preferito una ragazza ingenua, che credesse ancora  alla cicogna ..(Ritrova grinta)       Pupo: io lo so che i bambini non nascono sotto il cavolo! (Però lo guarda, come a volersi assicurare di non averci magari azzeccato).

LUI     (Accorgendosi del suo gesto di insicurezza)  E se invece fosse proprio così... (Si gira, la osserva gustando il male che le proprie parole potranno farle)  E se tu, per anni ed anni.... Perchè ti piacciono i cavoli, no? Ne hai mangiati per anni, impedendo così a creature innocenti di venire al mondo! (Cresce la voce, parallelamente al tormento di LEI ) Ti piaceva saltarli in padella, no? (LEI chiude le orecchie per non sentire)  Beh: ogni salto di ognuno di quei batuffoletti verdi era una possibilità in meno per un bimbo di venire al mondo!

LEI                 No! Noooo!!! Non è vero!

LUI                 (Tornato allo specchio, rimirandosi soddisfatto) Infatti non è vero!

LEI                 Vigliacco, vigliacco, vigliacco! (Gli tempesta di cazzotti la schiena) Voi uomini, il potere, il             sapere, i vostri completini grigi: padroni del mondo, e noi ... (Risoluta, afferra un paio di forbici dalla toilette) Ma tu non andrai da quella puttana, no!

LUI                 (Facendosi coraggiosamente incontro a LEI)  Non avresti mai il coraggio di farlo, e sai perché?

LEI                 (Smarrita)  Perchè?

LUI                 Quelle, sono forbici da cucina, non da toilette: non vedi come sono grandi?

LEI                 (Smette di puntarle su di LUI per osservarle) E’ vero!

LUI                 (Con gesto abile e veloce la disarma, e la bacia. Si stacca dopo qualche secondo, lasciandole la             bocca sporca di rossetto)  Ciao, piccola, devo andare.

LEI                 Ti ...Prego. (Con voce dolce, giocando col corpetto che LUI indossa, civettuola) .... Dimmi almeno come si chiama... (LUI sorride, scuotendo la testa come alla richiesta  di una bimba sciocca) Dai, non mi importa se ci vai... Lo capisco, un uomo ha delle necessità... Noi donne abbiamo altre distrazioni...(Illudendosi)  La casa...

LUI                 Piccola: siamo in albergo!

LEI                 La spesa...

LUI                 Siamo a pensione completa!

LEI                 Le bollette da pagare, il frigorifero da aggiustare...

LUI                 (Cinico)  Baby: ti stai aggrappando agli specchi!

LEI                 (Tenta l’ultima carta)  I figli!

LUI                 Stanno in collegio!

LEI                 (Non capendo)  Cosa?

LUI                 (Pausa) Non volevo dirtelo: noi abbiamo già sei figli... E’ il mio regalo di nozze.

LEI                 Ma... E’ fantastico! Li conosco?

LUI                 Non credo. Forse il più piccolo, lo avrai visto su qualche rivista.

LEI                 (Illuminandosi)  E’ un attore famoso?

LUI                 No, non quel genere di riviste: riviste mediche. Sai, è un po’ strano.

           

LEI                 Non importa, conosco quel proverbio...

LUI                 Quello... dello scarafaggio?

LEI                 Sì.

LUI                 Ripetilo millecentoundici volte: potrà servirti. Ciao.

LEI                 Ma ... posso venire?

LUI                 Sei pazza? Lo sai che è notte.

LEI                 Pomeriggio.

LUI                 Comunque sia, non voglio che tu esca finchè sei così giovane...(Paterno) Sei una bambina... Ancora intatta: potresti far gola a molti... (Con fare ammiccante).

LEI                 (Contenta) E’ vero! (Rabbuiandosi) Già: meno che a te!

LUI                 Cosa c’entra: io sono tuo marito!

LEI                 Questo è vero. (Gli prende l’anulare e gli bacia la fede)  Maritino mio.

LUI                 (Facendo altrettanto )  Mogliettina mia. (La bacia e guadagna la porta, ma LEI lo ferma per un             braccio)  Cosa c’è, ancora?

LEI                 Una cosa. Una cosa sola, ancora...(LUI accondiscende con un cenno del capo)  Quei figli... sono anche miei?

LUI                 Ma certo: sei mia moglie! (Le indica la fede che LEI stessa ha al dito) Testolina mia! (Le bacia la fronte).

LEI                 Ma... Perchè a tante si gonfia la pancia?

LUI                 (Un po’ spazientito)  Senti, che ne so? ... Hai visto tua zia, oggi? (Sbuffando)  Si è strafogata come un bue, un maiale, un esercito di fachiri affamati! Allora? Mi chiedi ancora perchè a certe             donne si gonfia la pancia?

LEI                 Hmmmm ... (Rimugina, non completamente convinta)  Forse... Forse ne so più di quanto tu creda...

LUI                 Può darsi. Ed ora, posso andare?

LEI                 Dalla sgualdrina?

LUI                 Dalla sgualdrina, come vuoi tu. (Assecondandola pur di troncare ed uscire)

LEI                 O al collegio?

LUI                 Allora al collegio, va bene.

LEI                 (Ha ripreso il coraggio)  Ma sei scemo? Che significa: “Come vuoi tu, va bene.”? Sei tu che devi sapere dove vai! (Urlandogli in faccia).

LUI                 Sai benissimo dove vado!

LEI                 Allora finiamola di giocare!

LUI                 E perchè? Cominciamo, invece: però giochiamo a carte scoperte!

LEI                 E sia: lo hai voluto tu!

LUI                 Vuota il sacco!

LEI                 Non rigirare la frittata: tocca a te!

LUI                 Perchè: hai detto che sai tutto!

LEI                 Tu vai da mio padre!

LUI                 Ah! (Colpito)  Allora è vero: come lo sai?

LEI                 Mi teneva sempre chiusa in quella stanza: maledetta stanza! Avevo solo telecamere per comunicare col resto della casa.

LUI                 Questo lo so, e non c’è niente di strano.

LEI                 Davvero?

LUI                 Certo: anche io se avessi dei figli li educherei così, altro che collegio!

LEI                 (Cedendo per un attimo alla tenerezza) Ci serviranno trentotto stanze solo per i nostri figli! (Ma  LUI ride sprezzante) ... Comunque, quando venivi tu colla scusa di chiedergli la mia mano, mio padre staccava il contatto con la mia stanza. Povero sciocco: non sapeva che la mia povera          mamma...

LUI                 Quella bestiaccia infida!

LEI                 (Ignorando la provocazione) ... La mia  povera mamma aveva fatto installare un altro video nel mio bagno... Ci si può sentire molto soli in certi momenti.

LUI                 (Incalzante, senza sentimentalismi)  Allora?

LEI                 Beh, così io vi spiavo... Le prime volte stentavo a capire, ma poi tutto mi è apparso chiaro!

LUI                 Allora, perchè mi hai sposato?

LEI                 Non avevo scelta; e poi, pensavo che saresti cambiato.

LUI                 Ci ho provato, il cielo sa quanto!

LEI                 Lo so io quanto: neanche mezz’ora!

LUI                 A te, è bastata per distruggermi.

LEI                 E ora, torni da lui? Quello che fare, è orribile!

LUI                 Però, ti eccitava, eh?

LEI                 Si. (Costretta ad ammettere)  Questo si, è vero!... Ma cosa vuoi, la carne è debole.

LUI                 Non ti fermava neanche sapere che era tuo padre?

LEI                 Oh... (Geme, stremata nel ricordo)  Eravate così belli... specie tu, sempre con quelle             meravigliose parrucche bionde, così lunghe, folte...

LUI                 (Con leggerezza, modesto) Ho semplicemente un buon parrucchiere.

LEI                 E quei tacchi alti, alti... (Con aria sognante) Come riuscivi a camminarci?

LUI                 (Fiero)  Questa è stata dura: chilometri e chilometri con intere enciclopedie sulla testa... Ma ne             è valsa la pena!

LEI                 E quei vestitini, eh, quel tailleur rosa...

LUI                 Oh, una sartina tanto a modo.

LEI                 ...Me lo fai provare?

LUI                 Illusa! ... Cosa vuoi che me ne importi più di te! Ormai tuo padre ed io siamo parenti, il nostro scopo è raggiunto, potremo vivere uniti per sempre, e nessuna convenzione sociale potrà             impedircelo!

LEI                 Dio: e lui, lui... E’ d’accordo? (Con orrore)

LUI                 (Non le risponde, ripensa alle parole del padre di lei) “T’innamorerai di lei. Le donne sono infide. Ma quando vorrai un po’ di calore, tornerai”.

LEI                 E non è un po’ troppo presto?

LUI                 Tu mi hai spinto: sai solo chiedere!

LEI                 Lui mi salverà!

LUI                 Lui chi?

LEI                 Ci sarà pure un eroe da qualche parte!

LUI                 Scordalo.

LEI                 Allora, sarà il cuore di un padre!

LUI                 Figurati... Quando saprà che ci hai spiato per anni....

LEI                 Non dirglielo, ti prego! (A voce bassa, raggelante)

LUI                 (Schernendola) “Non dirglielo, ti prego”: e perchè? Avevamo degli scrupoli: poverina, si             annoierà... Ma poi, pensavamo che una donna avrebbe fatto comodo... Purchè non ci portasse altri uomini in casa.

LEI                 Avete calcolato tutto... sfruttatori!

LUI                 Trovi? Forse è vero, anzi, lo era. Ora sappiamo che hai i tuoi svaghi.

LEI                 (Illuminandosi, giunge le mani sul petto) Il monitor!

LUI                 Potrai guardarci: tutti i sabati!

LEI                 Me lo lascerete? Oh, grazie. (Reclina il capo sul petto. LUI sorride, conscio della propria             magnanimità)  Grazie grazie grazie... Ma... E’ ancora domenica!

LUI                 Pazienza, amore, pazienza. Io comincio subito; tu dovrai attendere: sei fortunata, più dura l’attesa, maggiore è il piacere. (LEI si gira, delusa) Dai, non voglio vederti piangere ancora, proprio oggi: è un giorno di festa, devi essere felice! (Si stringono fortissimo) Ti dirò tutto: lui  è qui, nella stanza acconto. Sai, niente di deciso; ma lui aveva una ... Speranzella.... (LEI è scossa, si sente al centro di un gioco già deciso) Dai... Beh, per stasera potrai ascoltare, se appena giri la tua bella testolina (carezzandogliela)   al muro, eh?

LEI                 (Accenna di si, un po’ commossa) Una cosa sola.

LUI                 Mi spiace, è tardi. (La mano sulla maniglia)

LEI                 Si, si, lo so, e non voglio che lui aspetti, figurati: mio padre.... Ma dimmi: non potremo mai,             dico mai, neanche un domani, nel futuro, fare anche noi...

LUI                 Cosa?

LEI                 Insomma... Con te... Io...Come fai... Con lui?

LUI                 Tesoro, come sei ingenua! (Sorridendole, forse con dolcezza, esce).

LEI                 (Si rigira, con una piroetta. Non sa perchè, ma si sente felice. Compie un’altra piroetta rimirando la mano con la fede. Poi, di scatto, accosta al muro un orecchio, ma poi si sposta, restando appoggiata sulla schiena, guardando in aria)  Ingenua: chissà?... Il tempo, aggiusta molte cose...

SIPARIO


IL SEGRETO DELLA VITA

PRESENTAZIONE

La prima notte di nozze, dopo un inizio solo apparentemente idilliaco, rivela  l’assoluta incompatibilità  della coppia. Al punto che lui vestirà i panni di lei rivelandole un passato (e un futuro!) che potrebbe distruggere in lei ogni speranza... in effetti, lui è l’amante del padre di lei! Breve commedia giocata sul grottesco (fino all’assurdo), sferzando usi, costumi, linguaggio in un turbinio di rivelazioni, nonostante tutto, terribilmente comiche.