Il sogno del ciclista

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IL SOGNO DEL CICLISTA

di Walter Chiari

Personaggi:

RADIOCRONISTA

CICLISTA

ATTO UNICO

RADIOCRONISTA - Il nostro collega Mario Ferretti vi ha descritto le fasi conclusive di questa appassionante tappa del giro che ha visto trionfare ancora una volta l’asso della squadra rossoblu che quest’anno, come tutti sapete, corre per la Cinzano. Tenteremo ora di portarlo al nostro microfono per raccogliere dalla sua viva voce le impressioni sulla corsa. Ecco, infatti, che l’aquila rossoblu, il re della montagna, l’imperatore delle fughe si sta dirigendo presso di noi… Prego. (Entra il ciclista e si avvicina al radiocronista) Ci vuole dire le sue impressioni sulla corsa, sulla tappa di oggi?

CICLISTA - La tappa di oggi era una tappa che insomma, con tutte quelle salite lì, era… Era… insomma… ecco…

RADIOCRONISTA - …una tappa particolarmente difficile.

CICLISTA - Ecco. Particolarmente difficile.

RADIOCRONISTA - E ci dica ancora: il fondo stradale, sulle ultime rampe del Tourmalet, in quali condizioni era verso il clima, dopo la pioggia abbondantemente caduta…

CICLISTA - Ecco… il fondo lì… stradale… sul Tourmalet, era balordo… L’acqua l’aveva… insomma… fatto diventare che uno non poteva stare in piedi e insomma… ecco…

RADIOCRONISTA - Capisco. L’abbondante pioggia aveva reso estremamente scivoloso il fondo stradale per cui le difficoltà di una scalata già dura per se stessa sono aumentate per le condizioni avverse del tempo. Comunque lei non ha risentito di queste difficoltà, perché abbiamo visto che divorava la strada…

CICLISTA - Per forza. Prima di partire ho bevuto il Cinzano… E un corridore genuino beve Cinzanino…

RADIOCRONISTA - E lei è veramente un corridore genuino, battagliero. L’abbiamo visto gettarsi nella lotta come un antico moschettiere…

CICLISTA - Come quello con il naso lungo… lì… mica il Coppi… Il Cinzano di Bergerac…

RADIOCRONISTA - Quello è il Cirano. Comunque ci dica: quando ha sentito di poter vincere?

CICLISTA - Ho sentito che potevo vincere quando… insomma… ho visto che gli altri, lì… Ecco, gli avversari… non ce la facevano più e allora ho detto: qui insomma, stavolta… Ha capito…?

RADIOCRONISTA - Perfettamente. Lei ha visto i suoi più diretti avversari in difficoltà e ha ritenuto quello il momento psicologicamente più opportuno per tentare la fuga che l’ha portato vittorioso al traguardo.

CICLISTA - Precisamente… Al traguardo.

RADIOCRONISTA - E i suoi programmi per il futuro?

CICLISTA - Per il futuro, ecco, vorrei correre ancora per vincere, per tutti i miei tifosi…

RADIOCRONISTA - Grazie per le sue dichiarazioni e arrivederci alla prossima vittoria che le auguriamo possa essere tanto convincente e clamorosa come quella che ha colto oggi in questa durissima tappa.

CICLISTA - Grazie a lei… Saluto il mio papà e la mia mamma, tutti gli amici del caffè sport e i dirigenti della Cinzano che mi hanno permesso di correre per loro… Buonasera.

RADIOCRONISTA - Il nostro grande campione è affaticato per lo sforzo al quale è stato sottoposto in questa tappa del giro. Lo lasciamo quindi perché possa recarsi al suo albergo per concedersi un meritato riposo. Lasciamolo dormire e perché no, lasciamolo sognare… (Buio. Musica di sogno. Ancora Campanini con microfono) Radioascoltatori, la corsa è finita. Ecco el campione che viene qua, qui dove sono io col microfono, qua… per dirvi le impressioni la quale domanderò io con delle domande che lui mi risponderà tanto più che è faticato. Ecco il campione.

CICLISTA - (infilando gli occhiali) A tutti coloro che in questo momento sono in ascolto dinanzi agli apparecchi, vada un rispettoso saluto.

RADIOCRONISTA - Ecco, el campione ha salutato. Desso domandiamole cosa ci è sembrato… delle impressioni della corsa…

CICLISTA - Lei vorrà certamente dire: quali siano state le mie impressioni durante lo svolgersi della corsa che ho testè ultimata e vinta.

RADIOCRONISTA - Ecco. Appunto.

CICLISTA - La tappa di oggi, caratterizzata da frequenti dislivelli, alcuni dei quali veramente impervi ed ergentisi a noi dinanzi come giganteschi mostri la cui bocca polverosa attendeva di cibarsi della nostra fatica e di dissetarsi del nostro sudore, con la pietra miliare che sembrava un bianco camino appuntito pronto ad azzannarci le gambe al nostro passaggio.

RADIOCRONISTA - Ecco. Il campione ha detto che la corsa ha fatto fatica perché c’erano dei cani piccoli che zannavano le gambe mentre che pedalavano. Desso vuole dire ai scoltatori della radio come che ha trovato insomma il fondo della strada per via dell’acqua che è venuta giù che pareva che Dio la mandava?

CICLISTA - In conseguenza della pioggia che cadeva dalla volta del cielo ammantata a lutto perché vedova del sole, il fondo stradale era scivoloso come alcuni equivoci personaggi che tanto bene il Dostoevskij ha reso mirabilmente in più di una sua opera. E i corridori tanto pattinavano che sembravano, anche per la multicolore varietà delle loro casacche, i famosi pattinatori che si possono vedere nel paesaggio invernale del Bruegel, Pieter Bruegel, il vecchio. Pittore fiammingo del Cinquecento.

RADIOCRONISTA - Allora se è fiammingo, il campione certamente illudeva a un compagno di squadra di Okers. E desso vuole dirci quando, quando ha cominciato ravvisare in diversi coefficienti che hanno confluito, diremo così, in un’unica corrente nel cui filo migliore lui un po’ aiutato dalla ineffabile dea bendata… La dama bianca?

CICLISTA - …no, alludevo alla fortuna… Scusate, radioascoltatori, la disgressione dovuta al nostro radiocronista che in questo momento è qui davanti a voi per farvi sapere, attraverso le domande che mi pone, in quali condizioni e attraverso quali episodi si è svolta questa corsa che mi ha portato dinanzi a voi in veste di vincitore. Anzi, potremo dire di dominatore. Vero radiocronista? Lei cosa dice? Non le sembra più giusto questo aggettivo…

RADIOCRONISTA - Io sono contento che lei è arrivato primo…

CICLISTA - Bravo. Dinanzi alla dialettica, colorita e anche se verbosa di ricercati vocaboli del nostro radiocronista, non mi resta che dirmi le mie decisioni circa la mia futura attività. Vuole lei, con la sua voce chiedermi, quali sono le mie decisioni per quanto concerne la mia futura attività?

RADIOCRONISTA - Ecco. Cosa fa? Che intenzioni ha per le concerne per la sua futura natività? Forse, forse vorrà… Forse vorrà ncora andare in su la bicicletta, fare le corse in bicicletta, come corridore della bicicletta; in del ciclismo. Cosa fare la prossima stagione?

CICLISTA - Tradurrò gli “Asinali” di Plauto dal latino in giapponese e porterò a termine un trattato dal titolo “Penombre e chiaroscuri della complessa psiche del calabrese” col quale trattato cercherò di confutare alcune teorie di Freud che, secondo me, peccano di una certa approssimatività e di una scarsa conoscenza delle industrie, forti, turrite, tetragone, medievali, ferrigne genti della Calabria.

RADIOCRONISTA - Insomma, il nostro campione ha detto che è sicura la sua partecipazione al giro della Calabria.

CICLISTA - Evidentemente il radiocronista ha frainteso il senso delle nostre dichiarazioni, ma la durezza della corsa che egli ha dovuto seguire da una macchina scoperta che lasciava il suo viso preda del tagliente vento che dagli Appennini rufolava a valle l’insulto del gelo su chi, inerme, gli andava incontro, ha intaccato, logorato, ha finito insomma per ottundere le incidenze di una intelligente loquacità che nel nostro radiocronista sono sempre state le doti più appariscenti. Vuol dirci se l’intervista è finita?

RADIOCRONISTA - Ecco. Io penso che adesso è finito. Ecco che il nostro campione si appresterà a, come si dice, insomma, a dire il saluto…

CICLISTA - Saluto il professor Nicola Pende che per me è sempre stato un ottimo, prezioso interlocutore durante le mie dissertazioni sulle funzioni e disfunzioni della glandola pituitaria. Saluto altresì l’accademico di Francia François Mauriac, dal quale durante l’ultimo giro di Francia ebbi l’invito a collaborare per la compilazione della nuova enciclopedia francese. Saluto tutti gli amici e colleghi Hemingway, Cocteau, Picard, Toscanini, De Chirico e Giovanni Gronchi, il presidente della stessa repubblica alla quale anche io appartengo.

RADIOCRONISTA - Ecco. E prima di concludere saluto la mia mamma e il mio papà, gli amici del caffè sport e tutti i dirigenti della radio e della televisione che mi vogliono tanto bene e che mi fanno lavorare. Buonasera.

SIPARIO