Il sole e la luna

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IL SOLE E LA LUNA

IL SOLE E LA LUNA

Commedia in due atti per alunni delle scuole elementari

di Fabio Bertarelli

Tel 0731/211723 Posizione SIAE 64847

Essendo pochissimi i dialoghi e determinanti la coreografia e la scenografia, La presente commedia è adatta soprattutto per essere recitata dai bambini delle scuole elementari.

Dati gli spazi, di solito limitati, del palcoscenico si consiglia di creare in un angolo la zona notte con materassini, cuscini, ecc. e in un altro la scuola con alcuni banchi e una lavagna.  La Divinità è rappresentata da un sembiante che appare sulla parte alta del fondale che simboleggia il cielo dove poi compariranno gli astri.  Questa Divinità, in un ambiente ormai multietnico e multireligioso, non è necessariamente il Dio cristiano.

 

ATTO PRIMO

All’apertura del sipario la scena è buia.

VOCE NARRANTE - Tanto, tanto tempo  fa il sole e la luna non erano stati ancora creati e non c’era il giorno e la notte. C’era soltanto il buio. Passarono molti, molti anni e la terra venne rischiarata da una fredda luce grigiastra.

Il palcoscenico si illumina di una fioca luce grigia. Tutti i piccoli attori sono vestiti con tutine grigie e sono pallidi e smunti. Nessuno di loro sorride.  Alcuni stanno dormendo sui materassini. Altri, annoiati e disattenti, stanno seduti in alcuni banchi di scuola senza parlare. Il maestro è fermo vicino alla lavagna in silenzio e la bidella sta in disparte senza far niente  appoggiata al manico della scopa. Dopo un po’ tutti si scambiano i ruoli: il maestro va a sedersi su un banco un alunno va alla lavagna, alcuni alunni vanno a dormire altri si svegliano e girano senza scopo e così via. Questo scambio dei ruoli avviene  senza una logica e con ritmi sempre più rapidi e frenetici finché ad un certo punto c’è solo confusione.

Da quella confusione cominciano a levarsi frasi prima indistinte ma che divengono pian piano implorazioni:

UN BAMBINO – (si porta al centro della scena e implora) Signore dell’universo, la nostra non è un’esistenza da esseri umani, ma da misere larve. Ti prego: donaci la luce!

Altri bambini si uniscono a lui a gridare quell’implorazione finché la supplica diventa corale.

TUTTI I BAMBINI - Signore, donaci la luce! Donaci la luce!

Nel cielo appare il sembiante della Divinità. C’è un rispettoso silenzio.

DIVINITA’ – Io sono la Divinità che avete implorato. Le vostre preghiere hanno toccato il mio cuore. Sono pronto ad esaudire questo vostro desiderio. Creerò un astro che vi darà luce e calore. Esso farà maturare le messi e i frutti della terra e vi farà crescere sani e forti. Ecco a voi il Sole!

In alto nel cielo si accende il sole.

La Divinità scompare fra festose attestazioni di gratitudine.

VOCE NARRANTE - Una esplosione di vita sconvolge ora il creato. Le messi imbiondiscono, i frutti maturano. Gli esseri viventi possono ora crescere sani e forti.

I bambini si stirano beati al sole e si tolgono le tutine grigie. Sotto hanno vestitini dai colori sgargianti che danno  colore alla scena. Con danze e giochi esprimono ora la loro gioia.  

VOCE NARRANTE - Passò qualche tempo e i bambini cominciarono ad essere sempre più stanchi perché non potevano recuperare le forze con il riposo del sonno. I loro giochi e le loro attività diventavano via via più lente, molti cadevano a terra esausti. Con il filo di voce rimasto, i bambini cominciarono a implorare la Divinità di spegnere ogni tanto il sole per permettere loro di dormire. (i bambini assecondano le parole del narrante muovendosi sempre più stancamente)

BAMBINI – Signore dell’universo, grazie per averci dato il sole, ma ora ti imploriamo di spegnerlo ogni tanto per poter recuperare le forze. Dobbiamo crescere! Dobbiamo anche studiare! Abbiamo sonno! Facci dormire!  (L’implorazione dovrà essere corale e in crescendo e ripetuta più volte)

Riappare la Divinità.  

DIVINITA’ – Aspettavo che me lo chiedeste: volevo che vi rendeste conto. Esaudirò quindi anche questo vostro desiderio: creerò la notte. Per renderla più gradevole la abbellirò con la Luna e le Stelle.

Quanto è importante per l’uomo che ci sia anche la notte per il ristoro del sonno. (La Divinità scompare)

  

Il cielo si oscura: compare una falce di luna e alcune stelle.

I bambini si mettono a dormire al suono di una dolce ninna nanna. Entrano in scena figure fantastiche: fatine, orsacchiotti, personaggi delle fiabe e dei cartoni animati che danzano e creano coreografie che rappresentano i sogni dei bambini.

Arriva il mattino. La luna e le stelle pian piano si spengono. Si illumina il sole e ritorna il giorno.  I bambini si svegliano e vanno gioiosi a scuola. Il maestro fa lezione (può anche essere mimata) la bidella pulisce premurosa. Dopo qualche tempo suona la campanella  ed i bambini escono con chiassosa allegria e si mettono a giocare,  felici.

Poi cala la sera e tutti i bambini stanchi e assonnati si avvicinano ai lettini.

Intanto si affacciano tra le quinte i personaggi dei sogni che li invitano ad andare a letto mentre si ode una dolce musica.

Di colpo si sente un fragore: il fondale si squarcia ed entra in scena un personaggio mostruoso. Ha un testa un casco con antenne e luci e indossa una tuta argentata in parte aperta sul torace che appare irto di peli. Ha i piedi animaleschi. Pendono dalla tuta dischetti e CD, dalle tasche fuoriescono fili elettrici, cavi ecc. Sottobraccio tiene da un lato alcuni monitor (I televisori  e i monitor possono essere delle semplici cornici di cartone con lo schermo di carta azzurrina illuminata dal retro) e dall’altro joy stick da play station. 

Dopo aver depositato in terra la sua attrezzatura estrae una pistola (spaziale) e uccide i personaggi che rappresentano i sogni.

Intanto i bambini, immobili e a bocca aperta, emettono una esclamazione di sorpresa

Il personaggio mostruoso allontana a calci tra le quinte i personaggi dei sogni e sghignazza.

Poi posiziona i vari monitor e televisori  nei vari punti della scena.

 

ESSERE MOSTRUOSO – Venite bambini, venite! (Dalle tasche estrae un certo numero di telefonini che distribuisce ai bambini) Ecco il linguaggio del futuro.   

Ora guardate quante cose vi ho portato: televisori con tanti bei filmetti… Monitor per i videogiochi e guardate questa play station!  Belli, eh? Allora divertitevi, divertitevi! Ah, ah, ah…

BAMBINI – Ma è ora di andare a dormire…

ESSERE MOSTRUOSO – Dormire? Ma che dormire! Venite, venite a divertirvi. Quelli che vi vogliono male vi mandano a dormire e vi privano di tante belle cose. Io, invece, vi voglio bene. Ecco perché vi voglio vedere felici. Venite, venite a divertirvi. Ah, ah, ah…

Alcuni bambini si avvicinano agli apparecchi e cominciano a giocare. Tutti gli altri si accoccolano a gruppi davanti ai televisori e ai monitor.

L’essere mostruoso, esce soddisfatto.

Entra un bambino mascherato da grande sveglia che segna le ore 22. si sentono 22 rintocchi.  

SVEGLIA – Tic-tac. Sono le 22. Come, siete ancora svegli? Non sapete che i bambini debbono andare a dormire poco dopo le 21? Capito? E allora via, tutti a nanna!

BAMBINI – Auffa, sveglia! E basta con questo dormire. Noi vogliamo giocare. Non vedi come ci divertiamo?

SVEGLIA – Tic-tac! Dovreste sapere che la notte è fatta per dormire. Oggi avete giocato tanto e anche studiato. Dovete recuperare, altrimenti domani come farete? Tic!

BAMBINI – Invece di fare le prediche, ferma quelle tue maledette lancette.

SVEGLIA – Tic-tac, tic-tac! E pensate che fermarle sia un bene? Lasciate che il tempo scorra e fate in modo che scorra in positivo, tic-tac. Ora datemi ascolto: Andate a dormire così domani, quando vi sarete ben riposati, sarete in grado di seguire meglio le lezioni a scuola. La mente non sopporta a lungo di essere maltrattata!  (pian piano se ne va barcollando) Tic-tac, tic-tac.

BAMBINI – Finalmente se n’è  andata quella rompiscatole.

I bambini continuano a giocare.

Rientra la sveglia. L’orologio segna le 23. Si sentono 23 rintocchi.

SVEGLIA – Tic-tac, tic-tac! Ma… bambini, avete sentito che ora è?  Tic! Domani c’è scuola. Tac!

UN BAMBINO – (che sta giocando con un videogioco) Uffa con questa scuola!  

ALCUNI BAMBINI – Sì, noi andiamo a dormire, abbiamo sonno.

 

SVEGLIA – Bravi, bravi, bambini. Tic! (Agli altri) Anche voi, andate a dormire, svelti. Tac!

ALTRI BAMBINI – E basta con questo dormire… Noi ci stiamo divertendo un mondo con questa play station.

Alcuni bambini vanno comunque a dormire. Entrano le fatine, gli orsacchiotti, i personaggi dei cartoni che provano a danzare ma non ci riescono perché disturbati dalle musiche e suoni fragorosi dei videogiochi e dei televisori. I personaggi si tappano le orecchie con le mani e scappano.  

Si sente suonare mezzanotte. Tutti stanno spegnendo i televisori ed i computer per andare a dormire.

Entra l’essere mostruoso.

ESSERE MOSTRUOSO – Che fate, ve ne andate? Adesso viene il bello… Dopo mezzanotte ci sono certi programmini…

I bambini riaccendono i televisori e i monitor e si rimettono a guardare e a giocare. L’essere mostruoso sghignazzando esce.

La sveglia riappare sul fondo della scena suonando vari rintocchi e seguitando con tic-tac frenetico. I bambini, pur con disappunto, in tempi diversi spengono gli apparecchi e vanno a dormire.

La luna e le stelle si oscurano. La scena diventa totalmente buia e tutto è in silenzio.

NARRATORE – Non ci sono più sogni: l’essere mostruoso li ha distrutti. Che ne sarà di questa generazione?

ATTO SECONDO

Sorge il sole, ma non è un sole lucente, è un sole annebbiato.

SVEGLIA – (attraversa la scena suonando) Drin-drin, drin-drin.

Solo alcuni bambini si svegliano e un po’ svogliatamente vanno a scuola. Gli altri rimangono a dormire. Il maestro prova a fare lezione ai pochi presenti che però si addormentano sui banchi. Suona la campanella di fine lezione.

I bambini escono dalla scuola.

1° BAMBINO – Ehi, ragazzi, andiamo a giocare nel parco.

ALTRI BAMBINI – (con ironia) Giocare a cosa? A pallone o a palline? Noi andiamo a casa a giocare con le Play station: Giummm, bummm… Con quelle sì che ci si diverte.

1° BAMBINO – Ma a me fanno male le gambe se non corro dietro un pallone.

2° BAMBINO – E allora fai come me: io vado in palestra 3 volte la settimana. Mi sono venuti certi muscoli. Guarda qua. (gonfia il muscolo del braccio)

1° BAMBINO – Sì, sembri un pollo d’allevamento. Io ti sfido: vuoi fare una gara di corsa? Sai la polvere che ti faccio mangiare.

BAMBINO GRASSO – E che è tutta questa smania di fare gli atleti. Mi fate ridere. Io mi spaparacchio sul divano davanti al televisore con un sacco di patatine fritte e merendine, e una bottiglia di coca cola. Ah, che meraviglia!

BAMBINE – Sì, però ti sei mai guardato allo specchio? Sembri Ciccia Bomba!

TUTTI – (In tono canzonatorio) Ciccia Bomba, Ciccia Bomba…

BAMBINA – (rivolta alle amichette) Ehi, venite al parco a giocare a “Campana”?

ALTRE BAMBINE –  (con ironia) Ah, ah! Questa gioca ancora a campana… Povera scema… Andiamo! Noi abbiamo da fare: dobbiamo mandare un sacco di messaggini (alcune mostrano i telefonini) Ci sono tanti bei “fighi” in giro… (fanno una giravolta, civettuole)

BAMBINA – Ma tanto è bello giocare all’aria aperta… Ci fa bene…

ALTRE BAMBINE – Che aria e aria! L’aria ci fa venire il raffreddore; lo dice anche la mammina. Noi a casa abbiamo l’aria condizionata. Non senti caldo e non senti freddo. Si sta proprio bene.

BAMBINO GRANDE – Ehi, ragazzi, basta! Che stiamo a perdere tempo con queste stupidaggini. Andiamo!

I bambini si accoccolano davanti ai televisori e ai monitor come ipnotizzati dai programmi televisivi e dai videogiochi.

NARRATORE - Il sole si mise a piangere vedendo i bambini stregati da quei divertimenti artificiali e perse parte delle sua luce. E anche la luna si offuscò perché i bambini avevano smesso di sognare. Scende la nebbia.

Il sole e la luna pur offuscati si alternano con sempre maggiore frequenza. I ritmi del giorno e della notte iniziano a confondersi finché il palcoscenico si illumina di una fioca luce grigia.

I bambini indossano di nuovo le tutine grigie.

NARRATORE -  Ora i bambini divenuti più simili a spettri che a persone sono di nuovo silenziosi e tristi.

I ragazzi si aggirano per la scena disordinatamente. C’è chi dorme, chi si sveglia, chi si mette a dormire. La scuola è deserta. Il maestro preoccupato gira per l’aula imbronciato.

I bambini alternano il sonno alla veglia con ritmi sempre più frenetici finché ad un certo punto c’è solo confusione. Alcuni barcollano per la stanchezza, altri si lamentano per il mal di testa. Alcuni si picchiano, altri urlano.

NARRATORE -  I bambini capirono allora che trasgredire le leggi della natura, portava a  vivere una vita inumana. Un gran dolore  colpì tutti.

I bambini si buttano a terra come sfiniti.

UN BAMBINO – (piagnucolando e alzando la testa, grida) Io rivoglio il sole, rivoglio la luna…  

TUTTI I BAMBINI – Anche noi, anche noi!

ALTRO BAMBINO – Basta con la luce delle lampade. Ho dovuto mettere gli occhiali.

UNA BAMBINA – Io, sì, voglio la luna perché mi riporti i sogni. Erano tanto belli e alla mattina mi svegliavo così serena. Adesso non sogno più e mi sento così strana… Mi manca qualcosa, non so…

BAMBINO – Io, sì, voglio il sole: mi mette allegria e mi sento più forte.

BAMBINO RICCO – Io me ne frego del sole! La mia mamma ha comprato una lampada con la quale ci abbronziamo meglio che con il sole e in ogni stanza abbiamo le luci sempre accese.

BAMBINO – il mio dottore mi ha detto che il sole fa bene alle ossa, altrimenti mi vengono le gambe storte.

BAMBINO RICCO – Che balle! La mamma mi dà tante vitamine e guarda che gambe dritte ho.

2° BAMBINA – Ma se sembrano due prosciutti!

3° BAMBINA – Io amo il sole perché fa nascere tanti bei fiori.

4° BAMBINA – Ma vuoi mettere i  bei fiori di plastica o meglio di seta? Durano sempre e non li devi nemmeno innaffiare. Sembrano proprio veri.

3° BAMBINA – Sì, però quelli non profumano.

BAMBINO PIU’ GRANDE – hai ragione! Il fiore di plastica non profuma, la luce artificiale ci fa ammalare. Siamo immersi in una gran confusione. La cosa certa è che il progresso non sempre migliora la nostra vita quando non rispetta la natura e quando ci porta a non distinguere più il reale dal virtuale.

Io propongo di chiedere perdono al Signore dell’universo. Chiederemo di ridarci il Sole e la Luna e gli prometteremo di utilizzare il giorno per andare a scuola, studiare e giocare all’aria aperta, e la notte per dormire e sognare. Siete d’accordo?

LA MAGGIOR PARTE DEI BAMBINI – (tranne il bambino ricco e la 4° bambina) Sì, sì, siamo d’accordo.

BAMBINO GRANDE – E allora tutti insieme: Signore ridonaci il sole e la luna, ridonaci il giorno e la notte.

Appare la Divinità.

DIVINITA’ – Allora, apprezzate ancora i miei doni?

BAMBINI – (quasi piangendo) Sì, sì! Abbiamo capito, abbiamo capito.

DIVINITA’ – Avete visto, quindi, quanto male porta trasgredire le leggi della natura. La televisione e i videogiochi devono costituire un divertimento ma ci vuole un equilibrio: non fate mai che questi vi tolgano i sani giochi all’aria aperta o il sonno e il contatto con la realtà.

BAMBINI – Promettiamo, promettiamo.

BAMBINO RICCO E 4° BAMBINA – (Rientrano mogi e rivolti agli amichetti) Aspettate! Volevamo far vedere che eravamo più moderni e invece abbiamo capito che siamo stati solo stupidi!

(Alla Divinità) Anche noi promettiamo.

DIVINITA’ – Ebbene,riaccenderò il sole, la luna, le stelle e ritorneranno il giorno e la notte.

La divinità scolora fra festose attestazioni di gratitudine. Il sole ritorna ad illuminarsi.

I bambini si tolgono le tutine grigie restando con i vestitini colorati. Riprendono ad andare a scuola e a seguire diligentemente le lezioni.

Il cielo si oscura e compare una falce di luna e alcune stelle.

Entra la sveglia. Batte 21 rintocchi, e mezzo. I bambini spengono i televisori e i monitor e si mettono a dormire.

Entra l’essere mostruoso infuriato e prende a calci e pugni la sveglia cercando di demolirla. La sveglia cerca di difendersi, ma ad un cento punto della zuffa sta per soccombere.

Riappare in cielo la Divinità.

DIVINITA’ – Vai, maledetto! Ti ordino di scomparire!

ESSERE MOSTRUOSO – Grrr… (goffamente fa due o tre giravolte ed esce)

La sveglia si rialza e barcollando.

SVEGLIA - Ahi, tic! Aia, tac! Che sberle! (esce)

 

La luna riprende a risplendere e brillano le stelle. Si sente una dolce musica. Entrano in scena le figure fantastiche: le fatine, gli orsacchiotti, i personaggi dei cartoni che danzano creano coreografie a rappresentare di nuovo i sogni dei bambini.