Il tartufo (trad. e rielab. di Giacomo Romano Davare)

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PRIMA PARTE

SCENA

A sinistra, porta d’ingresso che da sul ballatoio d’ingresso; a destra porta di comunicazione con il corridoio interno che sugli appartamenti.  Sullo sfondo arazzi,

 e, sulla sinistra, un separé. Al centro del palcoscenico:  a destra un divanetto (stile Luigi XIV),  a sinistra un tavolino con una tovaglia ricamata che scende ai lati quasi al pavimento. Ai lati del tavolino due sedie.

Scena prima

Pernella, Marianna, Maria Teresa, Elmira, Damide,  Dorina, Filippa

Pernella

Via, via di qui, prima che faccio uno sproposito !

Elvira

Ma perché volete andar via, maman ?

Pernella

Cara nuora invece di chiamarmi maman e fare il bacia man, tenete una condotta più seria e smettete questo maneggio di passeggiate, ricevimenti, gente che va e viene..

Dorina

Signora Pernella, a me non sembra..

Pernella

Tu, strolaga, stai zitta! E voi, cara nuora, sarebbe meglio che mettiate un freno alla servitù.

Filippa

Io sono stata educata bene dalla signora Pernella, non me le prendo certe licenze.

Perenella

Appunto, quindi stai zitta (le da uno schiaffo e Filippa si mente a frignare)

Damide

Ascoltate, nonna …

Pernella

Tu nipote mio è meglio che taci. Finché era viva tua madre – santa donna ! –, eri educato e intelligente. Adesso sei diventato un incrocio tra un bamboccio e uno scimunito !

Marianna

Ma nonna ..

Pernella

Tu, sua sorella, con il visino da penitente infilzata, so bene che dietro la tua acqua cheta si nasconde un’oca fatta e finita, dedita all’ozio e sulla via della perdizione. Nemmeno nel collegio di Port Royal ti saprebbero raddrizzare. L’ho detto bene a tuo padre:  bisogna che ti sposi  presto e con un uomo che ti sappia redimere..

Dorina

Signora, il marito deve amare la sua donna, non educarla..

Pernella

Scostumata.. ti ho già detto di star zitta..

Maria Teresa

A me sembra che Dorina abbia ragione..

Pernella

Non  mancavate che voi, madame,  in questa casa per completare il quadro: un attricetta dell’Illustre teatro di quel rinnegato di Molière. Con il mestiere che fate, sulla cui pratica non entro nel merito, dovreste star zitta e benedire la casa che vi offre ospitalità pur a rischio dei una cattiva fama ..

Elvira

Maman, ricordatevi che è mia sorella ..

Pernella

Me lo ricordo fin troppo bene, purtroppo.

Damide

Io tolgo il disturbo. Prima ho evitato di rispondere per evitare di mancare di rispetto ad una vecchia. (esce dalla porta  a sinistra)

Pernella

Vecchia, dai della vecchia a tua nonna. Oh !, Diooo… (sviene)

Filippa

(accorrendo e sorreggendola) Signora, signora.

Pernella

(rinvenendo e trovandosi tra le braccia di Filippa) Straccivendola, non permetterti più di mettermi le mani addosso. (da uno schiaffo a Filippa che si mette a frignare, consolata da Dorina)

Dorina

(a Filippa) Scema!, dovevi lasciarla andare giù sul pavimento. 

Elmira

Ditemi, maman, è dal signor Tartufo che ricevete tutte queste informazioni ?

Pernella

Voi, nuora, dovreste sciacquarvi la bocca prima di pronunciare il nome di quel sant’uomo !

Dorina

(a Elmira) Quanto dovremo sopportare le facezie di questo bigotto che critica tutti e vuole imporre le sue ridicole regole !

Pernella

Signora nuora volete far tacere quella pettegola della vostra serva ? Quell’onesto servitore della Provvidenza, si è imposto di condurvi tutti sulla via del cielo e mio figlio dovrebbe costringervi tutti ad adorarlo.

Marianna

Cara nonna, scusatemi se ve lo dico, ma non ci sarà nessun padre che mi costringerà ad avere la minima simpatia per quel coso..

Pernella

(a Elmira) Eccola l’educazione che date ai vostri figli, cara nuora. (a Marianna) Eh, già !; a te piace fare la svenevola con i bell’imbusti.. e Dio solo sa dove finirai !

Filippa

(a Marianna) E’ vero padroncina, state attenta che a fare certe cose si finisce a all’inferno !

Pernella

E tu stai al tuo posto e non t’immischiare nei miei affari! (da uno schiaffo a Filippa che si mette a frignare)

Dorina

Ma dico dobbiamo sopportare che un pezzente sconosciuto, giunto in questa casa scalzo e vestito con stracci ora la faccia da padrone e ci strapazzi ?

Pernella

Tu stai zitta, linguaccia. E’ arrivato vestito di meriti acquisiti in cielo e ricco d’onestà. E andrebbe tutto per il meglio in questa casa se si seguissero il suo esempio e i suoi consigli.

Dorina

Voi siete cieca, signora. Sappiate che quel Tartufo è un grande ipocrita e se non corriamo ai ripari presto avremo da pentircene.

Pernella

Tu faresti bene a cominciarla adesso la tua penitenza. E adesso basta, dici ancora una parola..

Dorina

Potete anche picchiarmi ma non starò zitta per niente. E vi dirò che vedendo come si comporta il suo servitore Lorenzo: - sempre ad allungare e non solo in dispensa ma anche sotto le gonne della servitù – capisco bene di che pasta è fatta il suo degno padrone.

Pernella

Insomma, nuora !, fatela tacere. Voi odiate e disprezzate Tartufo perché dice a ciascuno il suo. E, già!, vi da fastidio che vi ricordi la vostra sfrenata libertà. A cominciare da voi, nuora, che non potete trascorrere una giornata senza ricevere visite. Davanti il vostro portone si assemblano carrozze. E, nell’attesa, i cocchieri bevono, i servitori schiamazzano infastidendo i nostri vicini cui date scandalo con questo comportamento.

Maria Teresa

Secondo voi dovremmo badare alle maldicenze e preoccuparci degli scandali ? Ho saputo che un nutrito numero di persone si è scandalizzato alla prima del nostro ultimo spettacolo. Ebbene, nelle recite successive il teatro era sempre esaurito in ogni ordine di posti. E in sala,  a divertirsi, c’erano proprio coloro che si erano professati  -scandalizzati -, che tornavano ogni sera a vedere le scene che li scandalizzavano !

Pernella

Io seguo le istruzioni della Curia di Parigi: con le attrici non parlo.

Maria Teresa

Guardate che il teatro nel quale recito è stato fatto costruire, nel suo palazzo, dal Cardinale Richelieu. E sappiate che c’è un teologo a Parigi, di origine siciliana, padre Caffaro che approva l’arte drammatica e dice che un dramma morale produce un beneficio agli spettatori superiore ad un buon sermone. (Pernelle si gira dall’altra parte per non guardare Maria Teresa).

Pernelle

Continuate pure, commediante del diavolo. Come dice il buon Bossuet: guai a voi che ridete, perché piangerete. Ma, basta, cara nuora, perché è a voi che parlo. Fareste bene a seguire l’esempio di quella santa donna della signora Orante: il suo interesse è rivolto verso il cielo e mi ha confessato di fare penitenza per ottenere da Dio il vostro ravvedimento. Capirete da questo, lo scandalo che date !

Dorina

La donna che citate ad esempio è morigerata solo da quando l’età e la presenza fisica non le consentono più gli appuntamenti privati al Bois de Boulogne ! Come nella favola di Fedro, quella signora disdegna i piaceri perché ormai non trova più nemmeno un cane che glieli possa soddisfare. Ma fino a non molti anni fa, per sfringuellare non aspettava certo il giorno ! Comodo, adesso, biasimare gli altri che almeno ricevono gli ospiti alla luce del giorno e quando il marito è in casa !

Pernelle

Basta. Vedo, cara nuora, che avete traviato la servitù. E’ meglio che vada. E tu (a Filippa, dandole uno schiaffo) non osare più venire da sola in questo luogo di perdizione (esce dalla porta a sinistra)

Filippa

(rivolta a Pernelle che esce)  Ma perché ve la prendete sempre con me (esce, frignando).

Dorina

( a Filippa) Vuole farti guadagnare meriti in cielo con la tua sofferenza !

Elmira

E’ una donna impossibile. Io torni nella mia camera, non mi sento ancora del tutto in forma. Prova a parlare tu con mio marito. (esce dalla porta di destra)

Marianna

Si, zia, vi prego cercate di convincerlo voi. Parlatele in favore del mio matrimonio con Valerio. Io vado un minuto da Filippa che ho dimenticato di dirle una cosa.  (esce dalla porta di sinistra)

Dorina

Si, signora. Fate questo tentativo. Vi ha sempre ammirato come donna e come attrice.

Maria Teresa

E’ vero, ma da quando ha conosciuto questo tartufo non l’ho più visto a teatro. Ma eccolo che arriva.

Scena seconda

Orgone, Maria Teresa, Dorina

Orgone

Salve, cognata.

Maria Teresa

Stavo per andar via, ma visto che siete qua..

Orgone

Solo un minuto, cognata, abbiate la bontà di lasciarmi informare sulle questioni di casa mia.

(a Dorina) Come vanno gli affari di casa, Dorina ?

Dorina

Per dirla tutta, signore, ieri la signora vostra moglie ha avuto la febbre tutto il giorno..

Orgone

E, Tartufo ?

Dorina

Tartufo ? Sta benone, ha sbafato, risposato e ha una buona cera.

Orgone

Oh! Poverino  !

 

Dorina

Ma la signora vostra moglie, ieri sera ha avuto un gran nausea e non ha potutto toccar cibo per il mal di testa..

Orgone

E, Tartufo ?

Dorina

Ha cenato, mangiando sia il suo pasto che quella di vostra moglie, è alla fine ha ruttato da far tremare le finestre..

Orgone

Oh! Poverino  !

Dorina

Vostra moglie non ha preso sonno tutta la notte e abbiamo dovuta vegliarla fino al mattino..

Orgone

E, Tartufo ?

Dorina

Dopo essersi ben saziato ha preso subito sonno e non si è ancora alzato..

Orgone

Oh! Poverino  !

 

Dorina

Per dirla tutta, signore, ieri la signora vostra moglie ha avuto la febbre tutto il giorno..

Orgone

E, Tartufo ?

Dorina

Ma adesso la signora sta meglio. Vado ad informarla quanto pensiero vi siete dato per lei (esce)

Orgone

Ed allora cognata ? (notando che ride divertita) Perché ridete ?

Maria Teresa

Ma possibile che non vi rendiate conto di come sia ridicola questa vostra morbosa attenzione per il vostro Tartufo. Possibile che per lui trascurate tutta la famiglia ?

Orgone

Voi non conoscete l’uomo di cui parlate. E’ un tale uomo.. quell’uomo. A conoscerlo meglio ne restereste affascinata. Basta seguire la sua filosofia morale per sentirsi sollevati, proiettati in un mondo diafano e celestiale. S’impara a valutare tutte le cose mondane né più né meno che un letamaio. I suoi insegnamenti mi hanno tolto dalla schiavitù delle passioni. Vedessi morire voi, i miei figli, mia madre, mia moglie: non proverei alcun turbamento !

Maria Teresa

Come siete diventato umano, cognato mio.

Orgone

E’ la provvidenza che lo ha posto sulla mia strada. Mia madre volle che l’accompagnassi in chiesa e improvvisamente lo vidi: il modo di genuflettersi e pregare era quello di un uomo ispirato. Mi misi a frequentare la chiesa tutti i giorni per meglio scrutarlo: era sempre lì in ginocchio, in adorazione presso l’altare, modestamente vestito. Le sue suppliche arrivavano fino al mio orecchio: chiedeva perdono per tutti e per lui solo penitenze che potessero contribuire alla salvezza degli altri.

Maria Teresa

E ve lo siete portato a casa.

Orgone

Era così denutrito e patito, il poverino. Ma lui non voleva assolutamente accettare il mio invito. <Non merito alcuna considerazione>, protestava, <troverete chi meriti più di me la vostra carità >.

Maria Teresa

Però, una volta arrivato in questa casa, vi si è sistemato stabilmente e accetta anche i vostri copiosi doni..

Orgone

Doni ! Miserie mondane che nelle sue mani diverranno oboli per le azioni pie.

Maria Teresa

Si è così ben inserito da intromettersi negli affari della vostra famiglia.

Orgone

Dite piuttosto che, con l’affetto di un figlio, veglia sulla nostra casa. Controlla ogni movimento di mia moglie. Per il bene della sua anima, ben inteso. Pensate: se qualcuno le fa gli occhi dolci, corre subito a riferirmelo. E’ più geloso di me.

Maria Teresa

Ne sarà innamorato.

Orgone

(dopo un attimo di incertezza, con un sorriso) Ma cosa state a raccontare. E’ il suo zelo. L’altro ieri voleva che lo frustassi, per punizione, perché inavvertitamente aveva schiacciato una pulce.

Maria Teresa

Voi siete pazzo ! Volete prendervi giuoco di me ? Pensate proprio che tutta questa commedia..

Orgone

Cognata cara, i vostri sono i discorsi di una libertina miscredente. State attenta a non cacciarvi in una brutta strada, se già non lo siete visto l’ambiente lussurioso che frequentate..

Maria Teresa

Per voi è miscredente chi vede le cose come sono. Sappiate che ci sono falsi devoti come ci sono falsi coraggiosi. I veri devoti non fanno tante smorfie e in silenzio sopportano i loro sacrifici e dicono le loro preghiere. Proprio non riuscite a distinguere tra ipocrisia e vera devozione ? Vi lasciate ingannare da ciò che vi  appare prendendolo per vero; confondendo l’apparenza della maschera con l’essenza del volto ?

Orgone

E’ già, siete ben esperta in quanto a maschere, voi !

Maria Teresa

Non ho proprio niente a che fare, io, con le maschere. Molière non le tollera, vuole una recitazione naturale, basata sulla psicologia dei personaggi, che riproduca situazioni vere che servano di riflessione e d’educazione per la gente. Ma tornando agli uomini di vera fede, questa gente si preoccupa soltanto di rispettare i comandamenti e di fare opere buone, ma in silenzio nell’anonimato. Ed il vostro Tartufo non è certo di questa categoria.

Orgone

Avete finito ?

Maria Teresa

Si, cognato.

Orgone

Servo vostro. (fa per andarsene)

Maria Teresa

Ancora un minuto. Lasciamo perdere questo discorso. Ricorderete che mia avete chieste di parlare al padre di Valerio. E’ ciò che ho fatto. Il padre sarebbe onorato di diventare vostro parente e chiede ufficialmente per il figlio la mano della vostra Marianna. (dopo aver aspettato inutilmente, per qualche istante una replica di Orgone) Sapete bene che a vostra figlia il giovane non è affatto indifferente.

Orgone

(con indifferenza) So che si frequentano.

Maria Teresa

Ed allora cosa devo rispondere ? Il padre di Valerio è in attesa di sapere quando fisserete la data  delle nozze.

Orgone

Vedremo.

Maria Teresa

Non avrete mica intenzione di cambiare idea..

Orgone

Può darsi.

Maria Teresa

Come, vorreste venir meno alla parola data ?

Orgone

Non siate troppo sofistica ..

Maria Teresa

Ma cosa riferirò al padre di Valerio ?

Orgone

Tutto ciò che vorrete.

Maria Teresa

Ma ditemi almeno le vostre intenzioni.

Orgone

Sarà quello che il cielo vorrà ! Addio Cognata.. (esce, a destra)

Maria Teresa

Aspettate.. Ma guarda che tipo! Bisognerà stare ben all’erta e tenere sotto controllo ogni movimento di Orgone e di quel Tartufo. Per farlo bisognerà ottenere la complicità dei servitori.

(farà per uscire, poi tornerà indietro e rivolta al pubblico ) Mi si rimprovera di essere un’attrice.. ma forse in questo caso la finzione dell’arte potrà venirmi in aiuto... (esce verso l’esterno, a sinistra)

Scena Terza

Marianna e Filippa

Filippa

(entrando dalla porta esterna, a sinistra con Marianna)

Proprio così, padroncina. La signora Pernella dice in giro che vostro padre farebbe bene a farvi sposare Tartufo invece di Valerio.

Marianna

Questo me l’hai già detto. Ma Valerio l’hai visto, gli hai parlato ?

Filippa

Non so niente signorina. Per strada non c’era. E, poi, la signora Pernella dice che non sta bene fare ambasciate amorose. Puoi finire all’inferno.

Marianna

Che scema ! Vai, torna dalla tua padrona prima che ti prenda a schiaffi !

Filippa

(mettendosi a frignare)Ma perché tutti mi vogliono dare sempre schiaffi ? (esce a sinistra)

Scena Quarta

Orgone, Marianna, poi Dorina

Orgone

Oh, eccoti qua. Ti stavo cercando. Avvicinati figliola..

Marianna

Si, padre mio..

Orgone

Cara figliola. Ho sempre ammirato la tua mitezza di carattere e mi sei sempre stata cara.

Marianna

Così spero sarà anche per il futuro, padre mio.

Orgone

Non sarà difficile per te ottenerlo. Basterà che ti lasci guidare dai miei consigli..

Marianna

Non chiedo di meglio che amarvi e obbedirvi.

Orgone

Bene. Metterò subito alla prova il tuo amore filiale.

Marianna

Dite pure..

Orgone

Cosa pensi, figlia, del mio ospite: Il signor Imposteur Tartufo ?

Marianna

Io ?

Orgone

Si, tu ! Ti prego, pensaci bene prima di rispondere.

Marianna

Non credo abbia bisogno di pensarci su.. ma per accontentarvi dirò quello che vorrete.

(arriva Dorina che si mette dietro Mariana)

Orgone

Questo è ragionare da  ragazza saggia e ubbidiente. Ed allora riconosci, figlia mia, che tutta la sua persona splende di una rara luce mistica che induce alla tenerezza. E dì, che a vederlo, si prova una dolce, irresistibile emozione. Per farla breve: dichiara che non desideri di meglio dalla vita che averlo per consorte !

Marianna

Cosa ? Io dovrei dire..

Orgone

Ciò che ti ho suggerito ..

Marianna

Ma a me il vostro Tartufo non suscita affatto dolce emozioni ..

Orgone

Ed io invece voglio che te li susciti..  Per il tuo bene.  Un giorno mi ringrazierai per aver spalancato i tuo occhi ancora inesperti ..

Marianna

Credo di averli ben spalancati i miei occhi e non vedo nulla in Tartufo che possa stimolarmi un dolce sentimento..

Orgone

Povera piccola: non hai ancora imparato a vedere con gli occhi dell’anima. E là che il suo sguardo ieratico colpisce !

Marianna

Siete voi che mi colpite, padre, anzi mi tramortite. Mi state seriamente proponendomi di sposare Tartufo..

Orgone

Non sto facendoti una proposta, io  esigo  che tu sposi Tartufo. Voglio che un simile campione di onestà e religiosità entri nella nostra famiglia, la illumini e la introduca nelle classi nobili, dove la sua discendenza è conosciuta; e grazie ai suoi meriti di acclamato  devoto la faccia diventare rispettabile nelle più alte sfere ecclesiastiche (indicando il cielo ) e anche più su .. Sai, per quando verremo chiamati a dar conto della nostra vita.. E’ importante !

Marianna

Oh, cielo, voi mi uccidete ! (Sta per svenire, Dorina la sorregge e l ‘aiuta a sedere sulla poltrona)

Orgone

Ma brava !,  voi, pettegola e intrigante di una serva, eravate li ad origliare !

Dorina

Si, signore, per fortuna. Così ho potuto costatare di persona che ciò che pensavo essere una favola è invece realtà.

Orgone

A cosa ti riferisci ?

Dorina

A questa grottesca idea di dar in moglie vostra figlia Marianna a quel Tartufo.

Orgone

Come ti permetti serva della malora di immischiarti nelle mie faccende private. Devi ringraziare che per rispetto a tuo padre, che fu mio socio in affari, non ti caccio di casa.

Dorina

Una casa che se mio padre non fosse morto in mare durante il viaggio di ritorno dall’India, dove era andato per accudire ai vostri comuni affari, sarebbe in parte anche mia !

Orgone

Bella riconoscenza per averti allevata !

Dorina

Certo signore, orfana come sono,  avreste anche potuto abbandonarmi al mio destino e di questo vi sono grata e vi ho sempre servito con onestà. Ma adesso è di Marianna che dobbiamo parlare. Ma come, voi che passate per uomo saggio vi siete tanto lasciato abbindolare dalle manfrine di quel tartufo che adesso volete imporre a vostra figlia di sposarlo ?

Orgone

Sentimi bene, Dorina, ho il dovere di dirti che ti prendi delle libertà che non ti competono. Sono io il padrone di casa !

Dorina

Non si direbbe !

Orgone

Cosa intendi dire ?

Dorina

Che vi fate menare per il naso da quel Tartufo !

Orgone

(gridando) Non sono cose che ti riguardano ! 

Dorina

D’accordo. Però, parliamoci senza arrabbiarci da persone civili. Vostra figlia non è affatto adatta a sposare un devoto tartufone. E, poi lui non se lo può permettere. Con tutte le ore che deve passare in preghiera non gli rimane sufficiente tempo da dedicare alla moglie. E voi, signore, non ricaverete un soldo da questo matrimonio visto che il nostro Tartufo è pressoché uno straccione !

Orgone

Zitta linguaccia. Quell’uomo si è lasciato spogliare dei beni terreni perché tutto preso dalle cose del cielo. Ed io farò in modo che possa riavere ciò che gli spetta. La sua era una famiglia importante..

Dorina

Senza dubbio: tra i mendicanti dell’Ile de France.

Orgone

Ma vuoi tacere, impicciona. Tartufo, mi ha dato chiare indicazioni sul suo casato e posso garantirti che in Francia non v’è l’uguale.

Dorina

Strano comportamento quello di vantare il proprio casato per un uomo che dovrebbe disdegnare la vanità ! Ed ancor più strano il suo comportamento, nel voler violentare la volontà di una ragazza che non lo ama. Non sa questo signore che sposare una donna contro il suo volere crea l’infelicità della donna e con il tempo la sicura fioritura di corna nel marito ? In quanto a voi che obbligate vostra figlia a diventare una donna infelice e una moglie infedele dovrete risponderne davanti a Dio.

Orgone

Ma brava ! Adesso andremo a scuola dai servitori !

Dorina

Vi farebbe senz’altro bene !

Orgone

Taci, pettegola. E, poi, è con mia figlia Marianna che devo parlare, non con te. 

(a Marianna) Basta con le chiacchiere. Sei mia figlia e mi devi obbedienza. Pertanto visto che - io - ti ho scelto Tartufo per marito, tu sposerai Tartufo. E questa è la mia ultima parola.

Marianna

Ma non più di un mese fa avevate data la vostra  parola a Valerio e fino a questo momento io sapevo che era lui l’uomo che mi avevate scelto per marito.

Orgone

Non più. Credo che abbia un’insana passione per il gioco. E, poi, è un miscredente. Non lo vedo mai in Chiesa.

Dorina

E già, perché la gente deve andare in Chiesa quando ci andate voi e il vostro Tartufo !

Orgone

Nessuno ha chiesto il tuo parere. Oggi come oggi non credo vi sia nessuno che abbia la considerazione del cielo più del nostro Tartufo. Lui parla con gli angeli e gli arcangeli ! Non mi stupirei  di sorprenderlo in conversazione anche con qualche santo !

Voi tutti lo biasimate perché lo guardate superficialmente e non, come faccio io,  scrutando nel profondo.  

Questo matrimonio sarà benedetto dal cielo e ti darà, figlia mia, gioia e serenità. Vivrete nell’ardore mistico, imparerete ad accordare i vostri desideri, e ve ne starete uno vicino all’altro come due fanciulli innocenti, come due tortorelle. Il suo carattere è, poi, talmente servizievole che potrai fare di lui ciò che vorrai.

Dorina

Minimo un bel cornuto !

Orgone

Vuoi smetterla !

Dorina

Davvero signore. Anch’io, come voi, l’ho ben squadrato, misurato e analizzato, scrutando nel profondo. Ed ogni indizio mi porta alla conclusione che si annuncia per lui una grande carriera: di marito cornuto !

Orgone

Vuoi smetterla, per favore, con questo turpiloquio ?

Dorina

E voi volete smetterla di essere ridicolo ? Sappiate che se parlo è perché vi voglio bene, come foste mio padre.

Orgone

Non sono tuo padre e ti proibisco di volermi bene.

 Dorina

Ed io voglio volervene.

Orgone

Ma se te lo proibisco !

 Dorina

Mi state troppo a cuore e non posso permettere che diveniate lo zimbello di Parigi.

Orgone

Ma proprio non ti riesce di tacere !

 Dorina

No, se si tratta d’impedire questo  assurdo matrimonio.

Orgone

Brutta serpe avvelenata , devo legarti il muso per farti tacere ?

Dorina

Risparmiatevi la fatica. Tacerò con la bocca. Ma non potrete impedirmi di parlare col pensiero. 

Orgone

Pensa quanto vuoi ma non rompermi le orecchie.

(a Marianna) Insomma figlia, io ho ben ponderato la situazione..

 Dorina

Finirò per scoppiare se non riesco a parlare..

Orgone

(si gira di scatto verso Dorina che però smette subito di parlare) Tartufo non sarà un damerino ma è pur sempre fatto..

Dorina

Te lo dico io come è fatto ..

(Orgone si gira di scatto verso Dorina e la guarda con insistenza).

Cos’ha da guardarmi ?  Si trattasse di me, non  ci sarebbe uomo al mondo capace di farmi sposare un uomo contro la mia volontà.

Orgone

Lo vedi che continui a parlare !

Dorina

Si, ma non a voi, parlo da sola tra me e me !

Orgone

E se io, tra me e me, ti prendessi a schiaffi ? (si mette in posa come per dare un ceffone a Dorina che, però, in silenzio, lo guarda  stando attenta a schivare eventuali colpi)Cos’è non parli più da sola ?

Dorina

In questo momento non ho niente da dirmi.

Orgone

Dai, un piccolo sforzo. Solo una parolina, eh ?

Dorina

Proprio non mi riesce.

Orgone

Vedi ? (mostrando i pugni) Con le buone maniere si ottiene tutto !

Dorina

Non sono mica una stupida .

Orgone

(rivolto a Marianna) Ritornando a te, figlia mia, pretendo che tu abbia nei miei confronti il rispetto dovuto all’autorità del padre ! Autorità confermata anche dal catechismo. Me lo ha detto Tartufo. Pertanto accetterai di prendere per marito l’uomo che io ho scelto per te.

Dorina

(facendo velocemente qualche passo indietro per sfuggire ai ceffoni di Orgone) Si trattasse di me, dovrei essere un’imbecille ad accettare un simile partito.

Orgone

(ha tentato di dare un ceffone ma mancando il bersaglio, per il movimento di Dorina, per poco non rotola a terra.) Basta, basta !, non ne posso più. Noi, cara figlia, abbiamo qui per casa una bestia che mi rende furente e non mi fa ragionare. Il suo comportamento mi fa venire le convulsioni.  Ho bisogno di aria. Aria, aria ! (esce dalla porta di destra)

Scena quinta

Dorina e Marianna

Dorina

E voi zitta ! Brava! Cos’è, devo parlare io al vostro posto ? Sentite vostro padre proporvi un simile partito e non cercate nemmeno di contraddirlo.

Marianna

Ma in che modo una ragazza può opporsi ad un padre tiranno ?

Dorina

In che modo ? Non siete una donna ? Non avete sale in zucca ? Non avete sangue che pulsa nelle vene ? 

Marianna

Ma che argomenti potrei mai trovare..

Dorina

Che argomenti ? Ditegli che il cuore non ama a comando e che essendo voi la persona che deve sposarsi e a voi che deve piacere il marito. E che se non può fare a meno di Tartufo se lo sposi lui !

Marianna

Fai presto a parlare. Ma è mio padre. Ed io non ho il coraggio di contraddirlo !

Dorina

Cerchiamo di ragionare. Voi amate Valerio ?  E siete certa del suo amore per voi ?

Marianna

Perché mi fai simili domande. Ti ho sempre rivelato ogni segreto del mio cuore. Sai bene quanto sia grande il mio amore per lui.

Dorina

Non si può essere mai certi che le parole siano lo specchio dei veri sentimenti. Quindi usciamo da ogni equivoco e rispondetemi a tono: l’amate si o no ?

Marianna

Certo che lo amo. Con tutto il mio cuore.

Dorina

E siete sicura che lui vi ama ?

Marianna

Penso di si.

Dorina

E tutte e due non chiedete altro che di sposarvi, è così ?

Marianna

E’ così.

Dorina

E veniamo ora a quest’altra proposta di vostro padre. Quale il vostro pensiero ?

Marianna

Preferisco morire piuttosto che sposare Tartufo. 

Dorina

Però !, avete delle soluzioni molto efficaci. Non mi era venuto in mente. Se muore la sposa il matrimonio non si può fare. Questo si che sarebbe un bel  dispetto amoroso. 

<Dite a Marianna di presentarsi per le nozze>, < Mi dispiace signor Orgone, vostra figlia non può presentarsi perché è defunta qualche istante fa. Lo sposo se vuole può raggiungerla nell’al di là. Tanto lui è pratico di quei posti >! Roba da sbellicarsi dalle risate. Ma che cavolo dite !

Marianna

Non ti arrabbiare Dorina. Abbi compassione della mia sventura.  

Dorina

Già, siete una povera sventurata ! Ma reagite, fatevi sentire, andate da vostro padre e ditegli sul muso che non sposerete mai quell’imbroglione vestito da chierico.

Marianna

Non ci riesco. Sono timida per natura ed ho soggezione di mio padre ..   

Dorina

L’amore non va d’accordo con la timidezza. Ci vuole coraggio e fermezza d’animo.

Marianna

Ma la fermezza d’animo non mi manca. Io resto fedele all’impegno preso con Valerio.

Mi sembra, però,  che tocchi a lui far di tutto perché mio padre gli conceda la mia mano.  

Dorina

Come ? Adesso date la colpa al vostro innamorato ? Non avete potuto costatare come quel Tartufo giri e rigiri vostro padre a suo piacimento ?

Marianna

Si, ma non mi sembra corretto che sia una ragazza a prendere l’iniziativa rendendo pubblico che è lei che ha scelto il marito e, in più, mostrandosi  ostinata contro i voleri del padre. E’ contro le buone regole mettere in piazza il proprio amore..

Dorina

Già, e contrario al catechismo dei tartufi ! Ho capito. Vedo che sotto, sotto, vi state tartufando anche voi. Mi illudevo che la mia battaglia si accordasse con i vostri desideri . Ma, a quanto pare mi sbagliavo. Perdinci il signor Tartufo non è poi un partito da disdegnare. Sarà forse una nullità ? Tutti lo acclamano quale devoto numero uno della nostra chiesa. Tutti lo rispettano. Ha un bell’aspetto, discende da famiglie nobili, ha la faccia colorita, si genuflette poggiando prima il ginocchio destro, si pulisce il naso con stile.. Non c’è dubbio, sarà per voi un marito ideale.

Marianna

Dorina cosa dite mai ?  

Dorina

L’allegria regnerà sovrana nella vostra casa .. tra un salmo e l’altro. 

Marianna

Ti prego Dorina, non parlarmi così. Mi arrendo. Dimmi quello che devo fare per evitare questo sciagurato matrimonio.   

Dorina

Scherzate ? Una figlia deve obbedienza la padre. Vi proponesse anche uno scimmione o un pappagallo, il vostro dovere è di sposarlo. Lo vogliono le buone regole e il catechismo di Tartufo. E, poi, a pensarci bene, di cosa potete lamentarvi.  Andrete in carrozza nella sua città d’origine dove vi presenterà zii, nonni, cugini, con i quali farete delle gran belle conversazioni o ascolterete del marito le orazioni. In provincia fanno delle splendide feste di carnevale si balla al suono di due pifferai e ci si diverte ai racconti di un ciarlatano che fa ballare un orso.

Marianna

Smettila Dorina, mi farai morire. Dammi piuttosto dei suggerimenti..

Dorina

Io a voi ? Chiedeteli a Tartufo. Lui vi darà consigli che vi purificheranno l’anima.

Marianna

Oh!, Dorina, non essere così crudele.

Dorina

Niente da fare questo matrimonio si deve fare. E’ inevitabile.

Marianna

Mi sei sempre stata amica..

Dorina

Io ? Vi siete sbagliata. Da oggi faremo tutti come dice quel sant’uomo.

Marianna

(sempre più disperata, con gli occhi luccicanti ) Prenditi pure giuoco di me. Ma almeno lasciami sola con la mia disperazione. Conosco bene una medicina che saprà essere il rimedio ai miei mali. (farà per andare ma Dorina la fermerà)

Marianna

Fermatevi. Non mi dice niente di buono il vostro umore. Va bene cercherò di aiutarvi. Con un po’ di furbizia e qualche scena ben studiata.. Ma ecco che arriva il vostro innamorato. Tirate su il naso ed assumete un aria più distesa. 

Scena sesta

- Valerio, Marianna e Dorina-

Valerio

(tradendo una certa tensione) Signorina, raccontano una storia molto divertente sul vostro conto.

Marianna

(incredula e offesa dall’esordio di Valerio) Davvero, che storia ?

Valerio

Che voi sposate il signor Tartufo..

Marianna

(seccata) E’ mio padre che ha deciso così.

Valerio

(sorpreso) Vostro padre, signorina ? Ma se mi ha dato la sua parola..

Marianna

Ha cambiato idea. Me ne ha messo al corrente poco fa.

Valerio

E’ proprio una storia strana, quella che mi raccontate.

Marianna

Sarà strana, ma è così.

Valerio

E potrei sapere quali sono le vostre intenzioni in merito a questo nuova proposta ?

Marianna

Non saprei..

Valerio

Ah, voi non sapete !

Marianna

No !

Valerio

No ?

Marianna

(indispettita dal comportamento di valerio)Voi cosa mi consigliate ?

Valerio

(agitato, ma cercando di ostentare indifferenza)  Prendetevi  pure quel Tartufo !

Marianna

(con stizza) Ah,  voi me lo consigliate ?

Valerio

(c.s.) Che altro dovrei dirvi ? L’ha scelto vostro padre, sarà una buona scelta.

Marianna

(c.s.)Quand’è così, signore, seguirò il vostro consiglio.

Valerio

(c.s.) Non vi costerà nulla a metterlo in pratica, immagino.

Marianna

(c.s.) Mi sembra che sia costato ancor meno a voi darmelo, questo consiglio.

Valerio

(sempre più agitato, ma cercando di frenarsi)Vi ho dato il consiglio che mi è parso gradivate di più !

Marianna

(sempre con stizza ,ma  alzando il tono di voce) Ed io lo metterò in pratica per farvi un piacere !

Dorina

(si sarà pian piano ritirata in fondo alla scena ed osserva preoccupata ma anche un po’ divertitala l’evolvere del colloquio) E continuano così !

Valerio

(alzando a sua volta il tono di voce, quasi con rabbia) Infine, vi siete scoperta, signorina ! Ecco il  bene che giuravate di volermi !

Marianna

(con stizza  e determinazione)Cosa c’è ? Volete avvantaggiarvi, ritorcendo su di me le colpe. Non mi avete appena detto che devo obbedienza alle scelte di mio padre ? Non mi avete consigliato di accettare questo bel partito che mi viene proposto ? Come vedete, io mi limito ad eseguire i vostri interessati consigli !

Valerio

(sempre più agitato e incapace di controllarsi, andando avanti e indietro per la scena)  Siete brava a rigirare le mie parole. Dite pure che non aspettavate che un pretesto qualunque per poter venir meno ai vostri falsi giuramenti.

Marianna

(facendo un inchino per scherno) Serva vostra, signore !

Valerio

(continuando a camminare nervosamente, quasi torcendosi le dita delle mani) La verità è che non c’è mai stato vero amore in voi !

Marianna

(seccata) Siete libero di dire ciò che volete !

Valerio

(fermandosi, con lo sguardo sbarrato)  Si, signorina: libero !, libero di rivolgere le mie attenzioni a chi sappia essere degno del mio amore !

Marianna

(con sofferta indifferenza) Ecco che vengono fuori i vostri veri propositi. Non farete fatica a consolarvi, anzi, forse c’è già che vi consola.

Valerio

(inizialmente con fermezza, ma piano, piano vinto dall’angoscia, rintuzzando a fatica un moto di pianto)  Non c’è ancora, signorina, ma metterò ogni mio impegno per trovarla. Voglio dimenticarvi il più presto possibile. Cosa credete che continui a sospirare per voi, a farmi vedere afflitto dal vostro rifiuto. Sono un uomo e devo agire con fermezza !

Marianna

(con rabbia contenuta) Certo che mostrerete una grande nobiltà d’animo, con il vostro comportamento !

Valerio

(scuotendosi, con voce calma, come rassegnato) Si, è ciò che farò. O vorreste che vi portassi sempre nel cuore, vietandomi di amare altre donne ?

Marianna

(sempre più agitata e indispettita) Figuriamoci. Anzi, vorrei che foste già sposato e consolato !

Valerio

(esterrefatto) Voi vorreste questo ? (Marianna fa un cenno col capo come per dire : sì) Ne ho abbastanza dei vostri insulti, signorina. Vado via e non mancherò di accontentarvi al più presto. (fa per andare, poi torna indietro)

Marianna

(ostentando indifferenza ma intimamente scossa, pronta ad esplodere) Era ora !

Valerio

(raccogliendo tutte le sue forze per mantenere un atteggiamento dignitoso) E ricordate che siete voi che mi obbligate a questo passo.

Marianna

(c.s) Cercherò di ricordarmelo! 

Valerio

(c.s) Guardatemi bene, signorina, perché questa è l’ultima vota che vi vedete !

Marianna

(c.s) Sentite: se dovete andarvene , sbrigatevi a farlo ! 

Valerio

(si avvia verso l’uscita,con la testa china in preda alla disperazione, d’improvviso  si volge verso Marianna)  Cosa ?

Marianna

(sorpresa) Che volete ?  

Valerio

(confuso) Non mi avete chiamato ?

Marianna

(tornata apparentemente calma) Io ? Voi sognate, signore !  

Valerio

(ancora più confuso) Allora io vado, addio per sempre !

Marianna

(ripetendo quasi meccanicamente e facendo un inchino) Addio per sempre !, signore !

Dorina

(fermando Valerio) Ma dove volete andare ?

Valerio

(con voce rotta dall’emozione) Ti prego Dorina, lasciami andare. 

Dorina

(spingendo Valerio verso Marianna) Siete completamente fuori di testa a comportarvi così.

Marianna

(con stizza)Ma perché me lo riporti davanti ? Non vedi che soffre persino la mia presenza. Vorrà dire che andrò via io.(fa per andare via)

Dorina

(fermando  Marianna) Ma dico date i numeri tutte e due ?

Valerio

 Lasciate pure che vada visto che non sopporta la mia presenza.

Dorina

 Mi fate la cortesia di star zitti tutte e due ? Avete detto cose scriteriate. Il vostro cuore vi suggeriva bianco e voi dicevate nero ! Sembra che ci trovate gusto a soffrire. Via qua le vostre mani. (prende prima la mano di Marianna, poi quella di Valerio che, pur lasciandola fare,  cercheranno di  evitare i reciprochi sguardi) Unite le vostre mani e invece di tormentarvi nel dubbio, dite realmente ciò che pensate l’uno dell’altra. Vale a dire che vi amate come più non si potrebbe !

Valerio

(rasserenatosi, a Marianna) E’ vero, Marianna non amo altri che voi. Però il vostro sguardo sembra rimproverarmi.

Marianna

(con voce calma)E non li meritate, forse, i miei rimproveri ?

Dorina

I rimproveri li meritate tutte e due. Fate i matti mentre bisogna urgentemente risolvere questa nuova situazione causata dalle stramberie del padrone che non ha ormai più occhi che per quel Tartufone !

Marianna

Hai ragione, Dorina, dicci cosa dobbiamo fare.

Dorina

Per il momento dobbiamo assecondare le pazzie del signor Orgone. Tu Marianna farai finta di voler acconsentire a queste nozze. Poi cercherai di guadagnare tempo accusando malanni che impongano un continuo rinvio delle nozze. Io, intanto, con l’aiuto di vostra zia Maria Teresa cercherò d’inventare qualcosa. Per fortuna anche la vostra matrigna è della vostra parte. Del resto nessuno potrà farvi sposare se voi non direte si. Ma adesso è meglio che non vi fate trovare insieme. Voi Valerio, ritiratevi, e voi, Marianna, venite con me. (va verso l’uscita a destra, ma Marianna non la segue, né Valerio si muove).

Valerio

(ormai rasserenato) Ripongo in voi ogni mia speranza.

Marianna

Mio padre faccia ciò che vuole, io non sarò d’altri che di Valerio.

Valerio

(prendendo le mani di Marianna) Non sapete la felicità che mi danno queste parole ..

Dorina

(tra sé) Ma guardali là ! Prima a beccarsi ed ora non riesci più a staccarli l’una dall’altro. (tornando  verso Marinna ) Suvvia, è tempo di andare. ( a Valerio, spingendolo verso l’uscita di sinistra) Voi da quella parte ! ( a Marianna, spingendolo verso l’uscita di destra) E voi,  dall’altra.

 (al pubblico) Ah, gli innamorati ! (esce dietro Marianna, mentre Valerio sarà uscito dalla parte opposta)

Scena settima

- La scena rimarrà  in penombra mentre , si sentirà in sottofondo una musica Dorina attraverserà la scena come per andare ad aprire la porta che da sull’esterno. Poi tornerà in scena seguita da Damide-

- Damide, Dorina-

Damide

(entrando da sinistra con Dorina) Il cielo mi fulmini all’istante se esiste qualcuno capace di fermarmi nel mio proposito di impedire a quell’imbecille di sposare mia sorella e di far si che mio padre concluda piuttosto il mio di matrimonio !

Dorina

Non agitatevi, in fondo se n’è solo paralato, non siate precipitoso tra il progetto e l’esecuzione, il tempo può essere lungo e possono capitare degli imprevisti.

Damide

Esatto. Sarò io, l’artefice degli spiacevoli imprevisti. 

Dorina

Calma, signor Damide, calma. Lasciate che si adoperi la vostra matrigna. Mi ha detto di dire al signor Tartufo di aspettarla qui, perché gli vuol parlare. Vedrete che non appena glielo riferirò si pianterà qui come un edera in attesa della signora. Lei ha un certo ascendente su Tartufo. A dire il vero, credo proprio che il signor Tartufo, nutra per lei teneri sentimenti. Vedrete che la signora saprà ammansirlo. Ed ora siate giudizioso; il servo del signor Tartufo mi appena riferito che il suo padrone sta per scendere dalla sua camera, pertanto abbandonate subito questa stanza e non fatevi vedere. 

Damide

E perché, non posso essere presente alla loro conversazione ?

Dorina

Voi, con la vostra aria di voler spaccare il mondo ? No, la situazione richiede calma e giudizio. E, in questo momento, voi non garantite ne l’una nel l’altro.

Damide

Vi prometto di non arrabbiarmi, lasciate che rimanga.

Dorina

Vi conosco ! Forza, sta arrivando qualcuno, uscite o non vi rivolgerò mai più la parola !

Damide

Va bene, lo farò perché me lo chiedete voi (fa per uscire ma s’introduce furtivamente dietro il  separé)

Scena ottava

Filippa e Dorina , poi Tartufo

Filippa

(entrando dalla porta di sinistra) Ciao Dorina, la mia padrona mi ha detto di venirmi a informare sulla salute del signor Tartufo. Come sta ? Era preoccupata perché a saputo che essendo la notte di santo Eustachio, di cui è devoto, avrebbe passato tutta la notte in preghiera e con in dosso soltanto il camice di penitenza. Chissà come sarà ridotto, poverino !

Dorina

Nessuna paura, eccolo che arriva. E, come vedi è in perfetta forma.

Tartufo

(scorgendo Dorina e Filippa assumerà un’espressione da asceta, guardando verso l’alto e incedendo con passi lunghi e lenti) Dov’è il mio servo Lorenzo ?

Dorina

Credo sia in cucina. A fare penitenza, s’intende. Vi serve qualcosa. signore ?

Tartufo

(ancora con lo sguardo nel vuoto) Dovevo dargli il mio camice di penitenza da riporre nel cesto..

Filippa

Lo prenderò io, signore. E lo porterò alla mia padrona, la signora Serenella, per rammendarlo. (preso il camice tra le mani, osservando dei buchi, esclamerà,  sorpresa) Oh !, vedo che è scucito in più parti.

Tartufo

Sono i buchi che fa la mia disciplina quando batto il mio petto per penitenza.

Filippa

(restando a bocca aperta) Voi vi percuotete per penitenza ? Devo andare subito a riferirlo alla mia padrona. (si precipita alla porta di sinistra dalla quale esce)

Tartufo

(seguendola e gridandole dietro) Ditele anche che non potrò venirla a trovare oggi. Devo andare a visitare i carcerati per dividere con loro le elemosine che ho ricevuto.

Dorina

(tra se) Com’è falso ! (richiamando l’attenzione di Tartufo che sta per uscire dietro Filippa) Signore dovrei parlarvi.

Tartufo

(torna indietro verso Dorina, ma improvvisamente si ferma, gira lo sguardo e prendendo un fazzoletto lo porge con la mano a Dorina) Vi prego, prima di parlare, prendete questo fazzoletto.

Dorina

(sorpresa) Perché ?

Tartufo

Copritevi la scollatura sul seno. Non posso sopportarne la vista. Sono visioni queste che fanno nascere cattivi pensieri..

Dorina

Siete molto impressionabile, signore. Vi eccitate per ben poco. Io dal canto mio non subisco tali sollecitazioni. Vedervi nudo da capo a piedi mi lascerebbe del tutto indifferente.

Tartufo

Attenetevi ad un linguaggio decente o vado via subito.

Dorina

Non preoccupatevi, andrò via io. Voi, invece, resterete, se volete vedere la signora. Sarà qui tra poco. E vi vuole parlare.

Tartufo

(con affettata indifferenza) La signora ?

Dorina

Si, sento che sta per arrivare. (fa qualche passo, poi torna indietro restituisce il fazzoletto a Tartuo) E riprendetevi il vostro fazzoletto. Può servirvi nel caso la signora avesse qualche scollatura.

(mentre esce tra se) No !, credo proprio che la scollatura della signora non la coprirebbe..

Scena nona

Elmira e Tartufo

Tartufo

(andando in contro ad Elmira che entra da destra) Il cielo possa preservarvi da ogni malanno signora, vi conservi la salute dell’anima e benedica i vostri giorni esaudendo le preghiere del vostro umile servitore.

Elmira

Accetto di cuore questo vostro augurio concepito dai vostri sentimenti di uomo devoto e  religioso. Ma, vi prego, sediamoci saremo più comodi. .

Tartufo

(siede) Mi sembrate del tutto rimessa dalla vostra indisposizione.

Elmira

(siede) Completamente, la febbre è scomparsa come per incanto.

Tartufo

Non oso darmene merito alle mie preghiere, ma sappiate che ho molto pregato per la vostra guarigione.

Elmira

Non meritavo da parte vostra tutto questo zelo.

Tartufo

Scherzate ? Qualunque cosa faccia per voi, sarà sempre meno di ciò che meritate..

Elmira

Vi ringrazio, ma sono qui per parlare con voi di un problema che mi sta a cuore. E, dato l’argomento, è bene che si sia soli e che nessuno ci disturbi. Ho dato istruzioni alla servitù in merito.

Tartufo

(tradendo una forte eccitazione) Oh, signora !, non mi par vero di avere quest’occasione di incontrarvi così a quattrocchi, senza che nessuno possa spiarci. Non sapete quanto ho desiderato un momento come questo. (avvicina, con un lento, movimento la sua sedia a quella di Elmira)

Elmira

(non badando al comportamento di Tartufo) Vi chiedo, innanzi tutto, signore di essere franco e di aprirmi completamente il vostro cuore.

(Damide appare per un attimo da dietro il separè)

Tartufo

(sempre più agitato, avvicinerà ancora la sedia) Si, signora. Vi parlerò con il cuore. Sappiate che i miei biasimi per la vostre troppe visite erano solo dettate dai miei sentimenti nei vostri confronti ..

Elmira

(continuerà a non badare al comportamento di Tartufo) Si, sicuramente l’avrete fatto per il mio bene ed io, del resto, non l’ho presa a male.

Tartufo

(prendendo la mano di Elmira e stringendola)  Oh, signora, voi non conoscete il mio ardore..

Elmira

Mi fate male ..

Tartufo

Scusate, volevo solo accarezzarla.. vedete io, signora.. (mette un mano sulla gamba di Elminta in prossimità del ginocchio)

Elmira

(sorpresa)Cosa fa quella mano ?

Tartufo

(confuso) Tocco il vostro abito.. la stoffa è morbida..

Elmira

(togliendo la mano di Tartufo dalla sua gamba)Vi dispiace togliere questa vostra mano ? Mi fate il solletico..(scosta la sua sedia da Tartufo)

Tartufo

(riaccosta la sua sedia a quella di Elmira, poi accarezza lo scialle di Elmira dietro le sue spalle) Com’è bello questo pizzo fatto a mano. Ai giorni d’oggi si fanno di quelle cose..

Elmira

D’accordo. Ma veniamo al problema che voglio discutere con voi. Ho saputo che mio marito ritira la parola data al padre di Valerio per dare in sposa a voi sua figlia Marianna. E vero ?

Tartufo

Si, me ne ha parlato. Ma è lui che ha preso l’iniziativa. (guardando Elmira con passione) Altrove si rivolgono le mie attenzioni e il mio amore.

Elmira

(Non accorgendosi dello sguardo di Tartufo e alzandosi) Si, sappiamo bene che le vostre attenzioni sono rivolte alle cose del cielo..

Tartufo

Non sempre signora.

Elmira

Davvero ? Cos’altro vi attrae ? Ah, già !, le opere di bene.

Tartufo

(alzandosi) Non crediate signora che quell’amore che ci spinge verso le bellezze celesti non sia in grado di scatenarsi anche per le bellezze terrene, pur sempre opera della provvidenza. C’è la provvidenza nella bellezza femminile e tra tutte la vostra è la più fulgida e celestiale. C’è forse da stupirsi se gli occhi che vi vedono ne sono fatalmente attratti ? Credetemi ho combattuto contro questa passione che sentivo nel cuore e che credevo un inganno dello spirito maligno. Ma in fine ho capito ch’era invece una luce del cielo a portarmi verso di voi. E da quel momento non ho vissuto che per amarvi. 

Voi siete la mia speranza, la mia salute, la mia pace. Da voi dipendono la mia gioia e le mie angosce. E’ in vostro potere, fare di me l’uomo più felice o infelice del mondo.

Elmira

Mi sorprende ciò che mi dite. Un uomo celebrato in ogni luogo per la sua probità e il suo radicato disprezzo verso i piaceri mondani non può mettere così a rischio la sua reputazione e soprattutto non può andare contro i doveri impostigli dalla propria coscienza, così profondamente religiosa.  

Tartufo

Signora, anche in uomo religioso c’è pur sempre un uomo !, con i suoi sensi che non possono rimanere insensibili dinanzi al fascino della vostra celestiale bellezza. Voi vi meravigliate della passione che vi dichiaro. Ma se colpa può trovarsi cercatela nelle vostre grazie che irresistibilmente mi attraggono. Ma io non credo che possa esserci colpa nell’amore. Sappiate che ho meditato, ho persino digiunato perché la mia anima fosse libera da ogni terrena influenza. Degnatevi, dunque, di concedere a questa nullità la preziosa ricchezza del vostro amore in nome di tutti i tormenti che ho sopportato per le ore che ho dovuto privarmi della vostra presenza, del vostro sguardo, delle vostre attenzioni.. (notando lo sguardo corrucciato di Elmira) Capisco ,  voi pensate allo scandalo che, se si sapesse,  potesse derivarne. E realmente, provocare uno scandalo, quello si, sarebbe commettere un peccato. Ma non dovete preoccuparvi minimamente. Io so essere discreto, vi amerò senza strepiti, fugando ogni tentazione di farmene vanto fosse anche con la mia stessa ombra. E, con l’involontaria complicità di vostro marito, riuscirò a procurarmi occasioni perché la nostra intimità sia completa e del tutto a riparo dagli sguardi indiscreti. (fa ancora per prenderle la mano, ma Elmira, sia pur con garbo la allontana).

Elmira

Altro che sermoni retorici, vedo che sapete andare dritto allo scopo voi ! Ma avete messo nel conto che io potrei riferire a mio marito questi vostri sorprendenti sentimenti, discreditandovi ai suoi occhi ?

Tartufo

Suvvia signora !, credo che lo stesso specchio, quando vi ci specchiate, non può fare a meno di avanzarvi proposte amorose. E, poi, so che avete un carattere mite, discreto e ragionevole.. (fa ancora per prenderle la mano, ma Elmira, che questa volta la allontana con forza)

Elmira

Su questo avete ragione. Sono discreta e ragionevole e non dirò niente a mio marito. A patto, che rinunciate a sposare Marianna. Adoperandovi, anzi,  perché mio marito la faccia sposare, al più presto, con il signor Valerio. E, naturalmente..

Scena  decima

   Damide, Elmira, Tartufo

Damide

(apparendo da dietro il separé) Niente affatto. Non si tacerà un bel niente. Mio padre deve sapere quanto sia insolente e malfidato quest’essere. Mi ero messo a bella a posta, di nascosto, dietro il separé ed ho ascoltato tutto,  e tutto riferirò! Potrò finalmente vendicarmi di tutte le sofferenze che io e mia sorella abbiamo dovuto sopportare a causa di costui che discredita la mia innamorata e vuol prendere il posto di un giovane perbene come Valerio.

Elmira

(sorpresa e contrariata di vedere Damide) Vi prego, Damide. Non siate frettoloso. Tacendo, abbiamo il mezzo perché impari ad essere più cauto in avvenire. Quanto a me, non sono certamente una donna che ama le scenate. E non intendo per così poco turbare la serenità di mio marito. 

Damide

Comportatevi come credete, ma non imponete a me di tacere. Il cielo mi offre l’occasione di mostrare a tutti chi è veramente questo furfante e sarei un imbecille a non approfittarne.

Elmira

Ascoltatemi Damide..

Damide

MI dispiace, ma non sono disposto ad ascoltare i vostri consigli. Non potete in nessun modo vietarmi il piacere di godere della mia giusta vendetta nei suoi confronti. Del resto, guardate: (indicando l’ingresso dall’interno, a destra) si dà il caso che arrivi al momento opportuno la persona giusta cui riferire ogni cosa.

Scena undicesima

Orgone, Damide, Tartufo, Elmira

Damide

Non potevate giungere più a proposito, padre, per sapere di prima mano una notizia che non mancherà di sorprendervi. Una notizia che riguarda il signor Imposteur Tartufo che si è dato tanto da fare poco fa per ricompensarvi delle vostra stima nei suoi confronti. Ebbene: sappiate che ho sorpreso quest’uomo a fare il cascamorto con vostra moglie, alla quale ha confessato,  senza pudore, la propria smodata passione. Vostra moglie aveva deciso di non riferirvi l’accaduto, ma io non posso tollerare che costui abbia l’ardire di portare il disonore in questa casa !

Elmira

(con aria contrariata) Mi ero proposta di comporre ogni cosa con tatto e prudenza. Anche perché credo che di essere in grado di difendere da sola, il mio onore. In quanto a voi, Damide, capisco di non poter contare su quel rispetto che quale moglie di vostro padre credevo di meritare. (esce)

scena dodicesima

-Orgone, Damide, Tartufo

Orgone

(incredulo, a Damide) Cosa mi state raccontando ? Non posso credere che..

Tartufo

(con affettata sofferenza) Si fratello, credete pure a ciò che vi dicono. Davanti a voi c’è un uomo malvagio, un uomo spregiudicato, un empio peccatore ! La mia vita non è fatta altro che di lordure e delitti. Ed ecco !, che il cielo sceglie questo momento e la vostra casa per punirmi.

(con sempre maggiore enfasi) Cacciatemi pure dalla vostra casa. Grande per quanto sia la punizione che deciderete non sarà mai pari alla mia scelleratezza !

Orgone

(scosso dalle parole di Tartufo, si rivolgerà minaccioso al figlio) Tu, tu traditore, hai architettato tutto questo per discreditare questo santo uomo ! 

Damide

Come, come ? I falsi piagnistei di questo ipocrita hanno il potere di offuscarvi la mente ?

Orgone

Taci, maledetto o offuscherò te con una dose di bastonate.

Tartufo

No, vi prego, non andate in collera con vostro figlio. Credete a ciò che vi dice. Del resto: siete sicuro di conoscermi bene ? Voi mi giudicate solo da ciò che vedete. Tutti mi stimano come uomo probo e timorato di Dio. Ma la realtà, potrebbe essere diversa. Del resto: quid est veritas ? Qual’è la verità ? Chi può davvero esserne certo di averla appurata ? (a Damide)  Si, caro figliuolo, parlate pure, difendete il vostro punto di vista. Trattatemi come un insolente, un perfido, un infame !, l’avrò meritato e sopporterò ogni punizione vorrete darmi in espiazione dei miei peccati.

Orgone

(commosso, a Tartufo) Basta, basta, fratello mio, nessuno scalfirà mai la mia fiducia in voi.

(a Damide, con rabbia) Come puoi restare insensibile dinanzi a tanta straziante umiltà ! 

Damide

Ma padre, vi lasciate abbindolare..

Orgone

(adirato, a Damide) Taci infame !

(con tenerezza a Tartufo) Vi prego, alzatevi fratello !  

Damide

Scoppio dalla bile. Questo verme vi gira e rigira a suo piacimento..

Orgone

(adirato, a Damide) Osi offendere questo galantuomo, scellerato! Se dici ancora una parola ti spacco la testa.

Tartufo

(con affettato dolore, portandosi una mano al cuore, come per lenirne il dolore) Fermatevi fratello mio.

Su di me, su di me si rivolga la vostra ira, non su vostro figlio, carne della vostra carne ! (inginocchiandosi) Ve lo chiedo in ginocchio !

Orgone

No, è troppo fratello, è troppo!

(con disperazione, gettandosi in ginocchio anche lui e abbracciando Tartufo) Mi spezzate il cuore ! 

(alzatosi  con tono di rimprovero al figlio) Furfante, guarda come si comportano i cuori nobili e puri, ispirati dal cielo !

 

Damide

(sempre più incredulo e sconvolto) Padre ma come fate a non capire ..?

Orgone

( con disprezzo al figlio) Ho capito, ho capito abbastanza bene. Tutti voi lo odiate: figli, moglie, servi; e vi siete messi in combutta contro di lui affinché io lo allontani da casa mia. Ma più sforzi farete per rendermelo odioso, più  mi sarà caro. E per tutta risposta alle vostre infami calunnie, mi affretterò a dargli in sposa mia figlia. 

Damide

Così, sacrificate anche mia sorella ai vostri capricci !

Orgone

( con disprezzo e decisione) Si, figlio degenere, stasera stessa la tua degna sorellina sposerà Tartufo. Vi farò scoppiare tutti dalla rabbia. Vi dimostrerò che sono –io- il padrone cui bisogna obbedire.

(fissando il figlio e puntandolo col dito, con tono meno aspro, come per accettarne il pentimento) Ed ora a noi due gaglioffo: ritratta ciò che hai detto e chiedigli perdono in ginocchio !

Damide

( con rabbia) Cosa ? Io dovrei chiedere scusa a questo furfante imbroglione ?

Orgone

(con furore) Ah!, osi pure insultarlo ! Un bastone, datemi un bastone che gli rompa la testa.

(si gira attorno ma non trova il bastone, poi colmo d’ira, al figlio)  Fuori, fuori per sempre da questa casa !

Damide

(con fermezza) Si, me ne vado, padre; ma prima dovrete ascoltarmi..

Orgone

(sempre più adirato, incalzando il figlio e seguendolo fin sull’uscio) Non ascolterò un bel niente e tu andrai via subito. Non ti riconosco più quale figlio, ti diseredo. Fuori, fuori di qui e porta con te la mia perenne maledizione. 

(Damide, sconvolto, esce dopo aver lanciato un’occhiata densa d’odio e disprezzo a Tartufo che è rimasto impassibile a studiare le mosse di Orgone che tornerà verso di lui)

(rivolto al pubblico) Offendere in questo modo una così degno persona !

Tartufo

(vedendosi osservato da Orgone, come parlasse tra se per non essere ascoltato) Oh !, Santi del cielo, perdonate le sue colpe, così come io gli perdono.

(ad Orgone)Non dovevate fratello.. ma vi confesso che è grande la mia sofferenza nel vedermi messo in cattiva luce ai vostri occhi.

Orgone

Riprendetevi fratello, nessuno riuscirà a mettervi in cattiva luce ai miei occhi. 

Tartufo

So che siete sincero, fratello, ma come dice il motto francese: infangate, infangate, qualche macchia alla fine rimarrà. Sarà meglio che vada via ora, che so di aver ancora la vostra fiducia.

Orgone

Volete scherzare ? Voi non andrete via assolutamente!

Tartufo

Lasciate che io vada signore. Prima o poi finiranno per convincervi.

Orgone

Ma neppure per sogno. Credete che io possa dar retta a questa gentaglia ?

Tartufo

Nemmeno alla moglie ? Una donna prima o poi, riesce ad aver ragione del proprio marito

Orgone

Non nel mio caso !

Tartufo

No, è meglio che vada e anche in fretta.

Orgone

No, vi prego restate, o mi vedrete morire.

Tartufo

Se è così dovrò fare questo sacrificio. Però vorrei dirvi..

Orgone

Basta, non si parli più di nulla.

Tartufo

D’accordo, non si parli più di nulla. Comunque per non dar nuove occasioni e per fugare ogni sospetto sulla mia sincera amicizia nei vostri confronti da ora in poi eviterò in tutti  i modi di incontrarmi con vostra moglie.

Orgone

Al contrario, voglio che la frequentiate. Che stiate con lei più che potete. Voglio farli morire tutti di bile.

(con aria solenne) Sappiate che ho sottoscritto, in presenza di testimoni che lo hanno controfirmato, un atto di donazione a vostro beneficio. Dal momento che lo registrerete entrerete in possesso di tutte le mie proprietà. Un amico sincero che prendo per genero mi è più caro di un figlio, della moglie, di tutti quanti i miei parenti. (trepidante) Allora, accettate la mia donazione ?

Tartufo

(con un sospiro)Sia fatta la volontà di Dio.

Orgone

Bene, bene ! Mi fate l’uomo più felice del mondo.

(tra sè) Anch’io mi sarò finalmente guadagnato meriti in cielo !

(a Tartufo) Venite voglio darvi subito l’atto di donazione. In mano vostre sarà più sicuro.

( s i p a r i o)

ATTO  SECONDO

SCENA

La stessa scena del primo atto.

Scena prima

 Maria Teresa, Tartufo

Tartufo

Sono lusingato da questo appuntamento. Sembrava che io per voi non esistessi..

Maria Teresa

Ho chiesto di incontrarvi per una questione che mi sta a cuore e che, se siete il devoto che dite, dovrebbe stare a cuore anche a voi. Mi riferisco a quanto è successo al giovane Damide. Sappiate che la notizia si è diffusa e non certo a vostra gloria. Indipendentemente da ciò che sia realmente accaduto, voi siete ritenuto la  causa dell’inimicizia sorta tra padre e figlio. Seminare discordia tra pare e figlio, non credo sia nelle aspettative del cielo.

Tartufo

Madame le aspettative del cielo non sono nemmeno che un giovane sia così sfrontato da calunniare le persone da bene.

Maria Teresa

E’ indubbio che compito del buon cristiano e quello di redimere anche i  più incalliti peccatori. Non insegna forse il Vangelo a perdonare ? Ora, ammesso che vi abbia accusato a torto, non vi ingiunge la vostra perfetta dirittura morale a castigare la vostra collera al fine di riportare la pace tra padre e figlio ?

Tartufo

Se è per questo, il sentimento di sincero e spontaneo perdono è fermamente  radicato nel mio cuore. Ma non posso permettere, ahimé !,  che esso si trasformi in un tacita ammissione di colpa. La mia supplica nei confronti di Orgone verrebbe interpretata come un  esplicito senso di rimorso. Vi ricordo che l’ottavo comandamento ci prescrive a <non dare falsa testimonianza>. Senza contare che la sola supposizione della mia colpa procurerebbe uno scandalo che coinvolgerebbe il mio benefattore. Per salvare un mentitore dovrei procurare danno ad un uomo virtuoso ? Ciò non è tra le aspettative del cielo. Infine, capirete che se torna lui, dovrei andarmene io ! Ciò, oltre a dare un dispiacere al mio carissimo ospite, lo lascerebbe senza una guida spirituale. E neanche questo non è tra le aspettative del cielo.

Maria Teresa

Sinceramente, signore, il vostro zelo mi pare eccessivo. Invece che arzigolare sulle sue aspettative, lasciate bene che il Cielo decida da solo le sue punizioni e voi limitatevi a perdonare le offese ricevute come insegna la dottrina della Chiesa. Il Vangelo insegna ad amare il prossimo quanto noi stessi.  Ora, quale sarebbe il merito di un buon cristiano se si limitasse ad applicare questo comandamento solo nei confronti di chi gli vuol bene e lo favorisce ?

Tartufo

Amare il mio prossimo è il primo dei miei pensieri. (avvicinandosi a Maria Teresa con fare amorevole)  Ed io comincerei volentieri da voi. So, dei vostri trascorsi, della vostra impura condizione di attrice: Voi stessa avete detto che obbligo di un buon cristiano è redimere anche i  più incalliti peccatori l Ed io mi sento irresistibilmente attratto dalle pecorelle smarrite.

(fissandola con occhi carichi di passione) Oh, signora, lasciate che io vi ami. Prendetemi tra le vostre braccia, apriteli la vostra anima, concedetemi il vostro cuore ed io vi redimerò nell’anima e nel corpo !  (l’abbraccia)

Maria Teresa

(si divincolerà da Tartufo e si metterà a sedere) Siete troppo focoso, amico mio.

Tartufo

Oh!, signora, il vostro sguardo penetra nel mio cuore, le vostre forme .. (inginocchiatosi dinanzi a Maria Teresa le infila le mani nelle sottane)

Maria Teresa

(ritraendosi di scatto) Che furia, signore. Se volete che vi conceda il mio amore dovrete prima lasciarvi battezzare alla moda dei comici.

Tartufo

(rialzatosi, eccitatissimo) Tutto quello che vorrete.

Maria Teresa

Allora tornate ad inginocchiarvi, lasciate penzolare le braccia parallelamente alle gambe e chiudete gli occhi.(Tartufo esegue)

 Io vi battezzo nel nome di Aristofane (gli da uno schiaffo), Plauto e Terenzio (gli da altri due schiaffi). 

(allontanandosi) E con questo andate all’inferno, che il solo luogo adatto a voi !

Tartufo

(rialzandosi) Traditrice, infingarda, vi siete presa giuoco di me ! Ma ve la farò pagare !

Scena seconda

 Orgone e detti, poi Dorina

Orgone

(entrando dalla porta di sinistra) Cosa succede ?

Tartufo

Signore, vostra cognata ha tentato di sedurmi e, al mio rifiuto di seguirla nella via della fornicazione, mi ha usato violenza. Non starò più un minuto in questa casa..(esce dalla porta di destra)

Maria Teresa

(tra sé) Che farabutto !

Orgone

Aspettate, dove andate.. ( segueTartufo)

Dorina

(entrando da destra ) Cos’ è stato ?

Maria Teresa

Quell’anima casta, ci ha provato pure con me !

Dorina

Intendete dire..

Maria Teresa

No, non intendendo: la sua mano era scivolata sotto le mie sottane ed aveva già raggiunto la  giarrettiera..

Dorina

E ,voi ?

Maria Teresa

L’ho battezzato con tre sonori ceffoni. Poi è arrivato mio cognato; e sai cosa avuto l’impudenza di dire ? Che lo volevo sedurre  e gli avevo usato violenza.

Dorina

Sia dannato il momento che ha messo piede in questa casa. Anche il suo servitore continua ad importunarmi. L’unica cosa positiva è che le sue attenzioni hanno scatenato la gelosia del signor Damide, facendomi capire che ha un debole per me. Se non fossi una serva..

Maria Teresa

Non durerà ancora per molto la distinzione tra classe sociali, e Damide è un giovane di cuore e credo non troverebbe un ostacolo nel tuo stato, se ti amasse davvero. Infondo sei solo un orfana. E i vostri padri erano soci in affari. Ma pensiamo a prevenire le mosse del nostro Tartufo, capisce bene il rischio che corre: mio cognato si sveglierà prima o poi !, e lui cadrà in disgrazia. Potrebbe chiedere l’esecutività dell’atto di donazione fattogli da Orgone, che ha già fatto registrare. E ciò determinerebbe lo sfratto di tutti voi.. Ho una certa idea..

Dorina

Cosa, quel coso oserebbe..

Maria Teresa

Pensi si faccia scrupoli ? Ora è meglio che vada. Madame Bejart mi aspetta al Palays Royal.  Tu veglia sulla povera Marianna e fatti trovare giù, nell’androne, tra mezz’ora. (esce dalla  porta di sinistra)

Scena terza

 Elmira, Marianna, Dorina, poi Orgone

Elmira

(entrando con Marianna dalla porta di destra)Dove correva mia sorella ?

Dorina

Credo, a teatro.

Orgone

(entrando  dalla porta di destra) Visto che siamo tutti qui, veniamo al dunque. Ho deciso di convocare il notaio per questa sera onde procedere alla stipula del contratto matrimoniale tra mia figlia Marianna e il signor Tartufo. Lo ripagherò degli affronti, e persino delle sevizie, che riceve dalle donne di questa casa.

Dorina

La vostra vecchia madre ha osato tanto ?

Orgone

Zitta,  linguaccia ! E voi, moglie, lasciate che la servitù offenda mia madre ?

Elmira

Per la verità, siete voi che state offendendo vostra moglie e vostra figlia, perché anche loro, sono donne di questa casa.

Marianna

( che mostra una forte angoscia interire, si  prostra in ginocchio) Padre mio, in nome del cielo che conosce la mia pena, non fate prevalere i vostri capricci sulle ragioni del cuore. Non rendetemi odiosa questa vita che voi stesso mi avete data. Se proprio non volete concedermi in sposo l’uomo che amo, risparmiatemi almeno lo strazio di unirmi ad uomo che detesto e che mi renderà infelice facendo sì che un vincolo dolce e santo come il matrimonio divenga per me la più feroce delle pene. Non servitevi, vi scongiuro, del potere che vi da la vostra condizione di padre, costringendomi ad un gesto disperato.

Dorina

Su, ragazza, alzatevi. Non umiliatevi fino a tanto.

Marianna

Se amate questo Tartufo più dei vostri figli, dategli tutti i nostri beni. Nessuno vi impedisce di dare a lui l’affetto e le attenzioni che avevate un tempo per noi. E, per poter più liberamente dedicarvi a lui, lasciate che io mi ritiri nella pace di un convento.

Orgone

Ecco che per fare i propri interessi, le donne divengono religiose. Alzati, Marianna, basta con questi piagnistei. Ti ripugna avere Tartufo per marito ? Meglio, la tua sofferenza farà aumentare i tuoi meriti al cospetto del cielo. Pertanto, mortifica pure i tuoi sensi ma non mi rompere la testa. (Marianna esce in lacrime dalla porta di destra)

Dorina

Cosa, cosa !

Orgone

Tu fammi la cortesia di stare zitta, nessuno ti ha interpellato.

Elmira

Non accetterete nemmeno i consigli di vostra moglie ?

Orgone

Al contrario: tengo i vostri consigli nella massima considerazione. Ma permettetemi di non metterli in pratica.

Elmira

Possibile che non si riesca a farvi vedere ciò che tutti vedono !

Orgone

Niente di personale,  cara moglie, ma permettetemi di credere solo alla realtà così come mi appare, e non come dicono di vederla gli altri. So bene che per non dispiacere  a quel briccone di mio figlio giurereste di aver visto ciò che non è. Ho notato che mentre lui accusava Tartufo di avervi molestata, voi mantenevate un calma assoluta. Visto l’affronto subito, avreste dovuto essere almeno un pochino agitata !

Elmira

Mi considerate così poco salda nei miei sentimenti che mi debba agitare per una scriteriata dichiarazione d’amore di un uomo di cui non m’importa nulla e che, anzi, detesto ? Simili ridicole proposte mi suscitano soltanto compassione. O, vorreste che vostra moglie si comporti come le selvagge virtuose che per ogni nonnulla mostrano le unghie e graffiano. Lungi da me tali atteggiamenti.

Orgone

Insomma, so quel che dico e quel che faccio. E, questo è tutto. (fa per andare)

Elmira

Sareste ancora così saldo nella vostra idea se vi facessi <toccare con mano>, ciò che non credete possibile ?

Orogone

Toccare con mano ?

Elmira

Toccare con mano.

Orgone

Storie per bambini !

Elmira

Credete ? Posso darvene una prova quando volete. Basterà che vi nascondiate in un angolo e assistiate ad un incontro tra me e Tartufo. Un mio piccolo incoraggiamento  e vedrete le licenze che si prenderà con vostra moglie. Cosa direste, davanti ad una prova simile ?

Orgone

E’ evidente che non rimarrei insensibile dinanzi.. ma che storia è mai questa !, ed io che sto qui ad ascoltarvi. (fa ancora per andare)

Elmira

Aspettate. Sono in grado di dimostrarvelo anche subito. Ma, probabilmente, vi manca il coraggio di assistere ad un simile scena.  

Orgone

Per dimostrarvi che le vostre sono solo fandonie, mi sottopongo alla prova. Anche subito.  Figuriamoci: Tartufo, oh !, poverino.

Elmira

(a Dorina)  Dorina, chiamate Tartufo.

Dorina

Attenta, signora. Quello è un furbo di quattro cotte.

Elmira

Si, ma è anche uno di quelli che per il lembo di una sottana perde facilmente la tramontana. Ditegli che gli voglio parlare qui in camera,  che sono sola e lo aspetto con ansia.  (Dorina esce dalla porta di destra)

Orgone

La vostra è fatica sprecata.

Elmira

Credete ?

(Si guarderà attorno, poi rivolta a Orgone, indicando il tavolo che ha individuato come nascondiglio per il marito) Aiutatemi a spostare il tavolo.

Bene. Voi vi piazzerete sotto il tavolo e resterete nascosto pronto ad uscire quando la situazione vi sembrerà andata oltre il consentito.

Orgone

(dopo un attimo di incertezza) Voglio compiacervi fino in fondo, ma alla fine dovrete confessare di aver torto.

Elmira

Non corro questo pericolo.

 (sistemato il tavolo nel punto più idoneo)

Elmira

(dopo aver sistemato la tovaglia in modo da nasconderne la parte inferiore fino al pavimento)

 Piuttosto, state bene attento a intervenire  a tempo. Perché, per essere credibile nei suoi confronti, io, ovviamente, lascerò che Tartufo faccia con me ciò che crede. Non opporrò alcuna resistenza alle sue avances.  Sarò costretta a sopportare con sacrificio. Credo che ciò che potrebbe succedere non farebbe felice nemmeno voi, se avete un minimo di senso dell’onore. 

Orgone

Come sarebbe a dire  che lascerete che lui faccia con voi ..

(scaldandosi). Insomma, voi siete una donna sposata !

Elmira

Lo so bene. E voi siete mio marito. La prova serve a voi, non  a me. Quindi, fino a quando voi non vi riterrete vinto e non verrete fuori dal tavolo per fermarlo, (con aria di scherno e strattonando il naso del marito) io lo asseconderò in tutto e per tutto.

Orgone

(imbronciato) Questi non sono sentimenti di una moglie onesta.. (riprendendosi, con un leggero sorriso) Ma che dico mai ? Tartufo dovrebbe.. oh, poverino. Vado sotto il tavolo. Mi divertirò alle vostre spalle.

Elmira

Non credo proprio.

Dorina

(rientrando da destra e avviandosi verso la porta di sinistra da dove uscirà)Il buon Tartufo ha detto che arriva subito. Io devo andare giù, nell’androne, per una commissione.

Elmira

Fate presto, sta arrivando.

(Orgone si sistema, inginocchiandosi, sotto il tavolo e sistema la tovaglia in modo da non farsi vedere)

Scena quarta

 Tartufo, Elmira, Orgone

Tartufo

Mi è stato riferito che mi attendevate, qui, in gran segreto..

Elmira

E con trepidazione .. Ma  prima di ogni cosa, tornate indietro a chiudere bene la porta e guardatevi in giro che non ci sia nessuno. Non vorrei che sul più bello qualcuno ci sorprenda di nuovo come è capitato prima con il mio figliastro. (Tartufo, torna indietro a  chiudere  la porta e si guarda in giro). Non mi era mai capitato un momento così imbarazzante. In verità, Damide mi ha fatto stare molto in ansia per voi. Avete pur notato come ho cercato di fargli cambiare idea e di calmarlo. Non ero certo nella condizione di smentirlo, visto che aveva visto e sentito. Per fortuna il cielo vi assiste e nonostante tutto era contro di voi, mio marito non ha minimamente dubitato della vostra condotta. Anzi, mi ha detto esplicitamente che vuole si stia il più possibile assieme.

Tartufo

(con trasporto, quasi abbracciando Elmira) E noi lo asseconderemo! (poi, fermandosi, dubbioso) Però, signora, cosa devo pensare di voi. Poco fa mi siete apparsa scostante, vi siete dichiarata contrariata solo per il fatto che io vi dichiaravo il mio amore.

Elmira

E, signore!, proprio non conoscete il cuore delle donne. Non capite che il pudore ci induce a castigare i nostri sentimenti. Si ha sempre una certa vergogna, a dichiarare il nostro amore. E’ normale che si stia sulla difensiva. Ma un uomo di mondo come voi doveva capire che la mia difesa era blanda e che preludeva ad una resa incondizionata. D’altra parte l’aver insistito tanto per convincervi a non sposare la mia figliastra, non dimostrava il mio interesse per voi ? Non capivate che la mia opposizione nasceva dal volervi solo per me, tutto mio ?

Tartufo

(con trasporto, prendendo la mano di Elmira e baciandola) Signora !, le vostre parole mi fanno volare, la vostra voce mi arriva come musica melodiosa. Da ora in poi il mio unico desiderio sarà piacervi e assecondarvi. (lasciando la mano di Elmira e facendosi serio) E se tutto questo ragionamento fosse soltanto un espediente per mandare a monte il mio matrimonio con la vostra figliastra ? Come posso fidarmi delle vostre parole ? (prendendola per un braccio e tirandola a se) No, signora. Scusatemi, ma dovrete darmi una prova tangibile, che mi rassicuri sulle vostre intenzioni.

Elmira

(ritraendosi,  tossisce all’indirizzo di Orgone) Calma, calma, date tempo al tempo. A rischio della mia reputazione, ho fatto a pezzi  il mio pudore, confessandovi il mio amore. E senza darmi il tempo di respirare, voi già mi chiedete di darvi una prova tangibile..

Tartufo

Signora, è da quando quel babbeo di vostro marito (Orgone, sotto il tavolo, diviene paonazzo dalla rabbia) mi ha ricevuto in questa casa che sospiro per voi. Mi sono roso dalla gelosia tutte le volte che conversavate con gli amici che venivano a trovarvi. Altro non sogno che siate mia.. Capirete, pertanto, che una disillusione mi causerebbe maggiore angoscia del rifiuto di poco fa.

Elmira

Come è esigente e tiranno il vostro amore, e come siete in grado di turbarmi. Certamente conoscete l’arte di sedurre.. non siete come quel.. come avete chiamato mio marito ?

Tartufo

Lasciatelo stare dov’è quel vecchio lardoso, impasto di idiozia e pedanteria, incapace di distinguere un tordo da un’aquila.

(Orgone, sotto il tavolo, morde la tovaglia per la rabbia).

Lasciatemi piuttosto gustare il nettare delle vostre forme.. (l’abbraccia)

Elmira

(tossisce ancora, divincolandosi) Che foga, mio togliete il respiro.

Tartufo

Ma a che pro’, aspettare. Io sono pazzo di voi, voi mi amate..

Elmira

Ma voi non siete un uomo qualsiasi. Voi avete dei doveri morali. Non potrei sopportare di essere la causa della vostra perdizione. So quanto abbiate a cuore le vie del cielo..

Tartufo

Il cielo può attendere. E, poi, essendo voi una luminosa stella, posso dire che amando voi, mi dedico al cielo..  (abbraccerà Elmira)

Elmira

(dopo aver momentaneamente assecondato Tartufo, ritraendosi con plateale sgomento)

E i comandamenti ? Il nono comandamento ? Sono la donna di una altro..

Tartufo

I comandamenti ci ingiungono di rispettare le unioni matrimoniali, sì,  ma quando il coniuge sia degno della moglie.  Nel vostro caso, se il cielo potesse parlare vi indurrebbe a tradire quel  - sacco di patate – di vostro marito che ingombra la vostra vita. Non abbiate paura, signora. Vedo che siete inesperta in questo genere di cose. (cingendola sempre più da presso). Ma saprò io istruirvi nell’amore corporale e in quello spirituale. (Elmira tossisce ancora). Ma voi avete proprio una brutta tosse.  

Elmira

Effettivamente la gola mi fa molto male..

Tartufo

(tornando a cingere alla vita Elmira) Signora, liberatevi da ogni scrupolo e date infine sfogo alla vostra passione. Siete ancora giovane, e avete il diritto di godervi la vita. Certamente, se la cosa si sapesse in giro, lo scandalo non vi gioverebbe e, sarebbe un peccato grave. Ma nell’intimità, nel silenzio, al riparo di ogni sospetto, amare diviene un obbligo, un precetto religioso che redime dal peccato.

Elmira

Vedo che il vostro catechismo è molto elastico. Non mi resta che cedere alle vostre voglie. Come dite voi : il cielo lo esige, i sacchi di patate non si muovono da sotto il tavolo ! Pertanto non mi rimane che assecondarvi in tutto e per tutto.

(tossisce) Non peccherò di mia volontà. Ma vi prego, tornate alla porta. Controllate che non ci sia nei paraggi mio marito.

Tartufo

Ma perché vi preoccupate di quel rettile amorfo ! Gli farò credere quello che vorrò io. E’ talmente stupido che non sospetterebbe di niente nemmeno se ci trovasse a letto assieme. Al più ci si farebbe una risata.

Elmira

A me darebbe, comunque, fastidio. Pertanto, andate a fare questo controllo.

 

(Tartufo va verso la porta)

Orgone

(venedo fuori da sotto il tavolo)Che gaglioffo, gliela farò vedere io..

Elmira

Venite già fuori. Rimanete ancora un po’ nel vostro nascondiglio.  Non vorrei che poi pensiate ad una burla. Aspettate che si spinga oltre, in modo da levarvi ogni dubbio.

Orgone

Fate presto moglie a dire aspettate che si spinga oltre.. E’ in gioco il mio onore !

Elmira

E’ già, il sacrificato e l’offeso siete voi! Tornate giù, a cuccia.

(Orgone torna nel suo nascondiglio, Elmira si siede)

Tartufo

(tornando indietro) Campo libero mia dulcinea. (si avvicina, si inginocchia davanti Elmira e fa scivolare la mano sotto le sue veste)

Elmira

(togliendo la  mano di Tartufo da sotto le sue gonne, prima con livore, poi controllandosi, con un sorriso) Signore, vi prego..  mi fate il solletico, forse sarà la mussola della sottoveste..

Tartufo

Ed allora, togliamola la sottoveste ! (mentre fa l’atto di alzare la gonna a Elmira, Orgone esce dal nascondiglio)

Orgone

Calma signore. Cos’è, fate il sarto, che vi interessate delle mussole ? Io vi proporrei piuttosto di sbucciare patate : non avete forse davanti un sacco di patate ? Davvero complimenti, signor Impostore : chiedete la mano di mia figlia e in dote volete anche mia moglie ! Libertino, scomunicato, altro che devoto !

Tartufo

Signore, vi state sbagliando, io ero qui..

Orgone

Anch’io ero qui, e ho visto e sentito tutto. Ma già, dimenticavo:  voi siete in grado di farmi credere ciò che volete, vero ?  Al massimo posso farmi una risata ! E me la farò di vero cuore, dopo avervi bastonato.. Un bastone, datemi un bastone..

Scena quinta

Dorina e detti

Dorina

(rientrando dalla porta di sinistra) Ecco il vostro bastone, padrone..

Tartufo

Fossi in voi ci penserei bene prima di agire. Io credo che vi convenga star zitto. Ed anche voi, signora, che credete di esservi beffata di me, ciò che non avete voluto cedere spontaneamente sarete costretta a cederete per necessità.

(ad Orgone) Ho già depositato la vostra donazione dal notaio, caro signore e se non vi rimangiate ogni parola e mi date vostra figlia in moglie con la dote di vostra moglie in aggiunta, vi getterò fuori di casa oggi stesso..

Orgone

Intanto,  comincia a prendere in moglie il mio bastone e per aggiunta qualche pedata (si scaglia contro Tartufo che fugge).

Tartufo

(lasciando la scena) Ed ho anche dei documenti che presentati al principe vi varranno la forca.

Orgone

(fermandosi alla porta in preda ad una crisi di nervi) Sciagurato impostore di nome e di fatto.

Elmira

(preoccupata) Marito, cos’è che diceva ? Perché ci minaccia di gettarci fuori di casa ? E cosa sono questi documenti per i quali rischiate la forca ?

Orgone

(con aria preoccupata) Aspettate moglie, devo controllare una cosa. Vi dirò tutto dopo. (esce di corsa)

                                                                Scena sesta

                                                   Maria Teresa, Damide, Elmira, Dorina

Maria Teresa

(entrando da sinistra con Damide) Che succede ?

Elmira

Mio marito ha toccato con mano, finalmente, la sfrontataggine di Tartufo e lo ha gettato fuori di casa. Ma Tartufo dice che sarà lui a sbatterci tutti fuori di casa.

Damide

E, purtroppo, la sua minaccia è reale. Mio padre ha redatto un atto di donazione di tutti i nostri beni in suo favore. E credo che abbia avuto l’imprudenza di consegnarglielo.

Maria Teresa

Proprio così. L’ho visto personalmente depositare l’atto presso un notaio al quale una mia collega attrice lo ha indirizzato.

Elmira

Oh, Dio ! (sviene)

Damide

(sorreggendola e facendola sedere sulla poltrona) Maman !

Dorina

Così il nostro uomo, casto e pio, frequentava pure le attrici.

Maria Teresa

Si era messo in mente di redimerci tutte quante. Nello spirito e nel corpo.

Elmira

Grazie figlio.

Dorina

Venite signora, sarà meglio ritirarvi un po’..

Elmira

Vedi di parlare tu con mio marito. Ho paura che ciò che abbiamo fatto ha peggiorato la nostra situazione.

Maria Teresa

(lasciandosi sfuggire un sorriso) Cara sorella, essendo quel documento nelle sue mani forse avete fatto male a resistergli e insultarlo. Avreste dovuto avere per lui maggior riguardo.

(Elmira guarda con aria sconsolata la sorella, poi esce a destra con Dorina)

Damide

Ma cosa dite zia ! Preferisco vivere per il resto della mia vita senza alcun sostentamento che dargliela vinta a quel Tartufo vile e infingardo.

Maria Teresa

A volte bisogna accettare i compromessi, mio caro. In quanto a te, vedrai che avendo tuo padre  toccato con mano la perfidia di quell’uomo, sarà pentito di averti gettato fuori di casa.  Ma adesso vieni, ho ancora qualcosa da fare. Tu mi aspetterai giù nell’androne.

( esce a sinistra, seguito da Damide)

Scena settima

- Si farà buio in scena, in sottofondo le note di un violino. Nell’oscurità attraverserà la scena un personaggio che porta la maschera; poi la scena tornerà ad illuminarsi-

Scena ottava

Orgone – Maria Teresa

Maria Teresa

(entra in scena, da sinistra e si guarda attorno. Poco dopo entra, sempre da destra,  di corsa, Orgone che va verso l’uscita di sinistra e poi torna indietro) Ma dove correte, cognato ?

Orgone

Non lo so, dove sto corendo ?

Maria Teresa

Venite qui e cerchiamo di ragionare un po’. Forse troveremo una soluzione. Cos’è che vi affligge ?

Orgone

Oh, cara cognata !, voi non sapete !, è per la cassetta.

Maria Teresa

Una cassetta ? E perché mai è così importante ?

Orgone

Me l’aveva affidata Argante perché la conservarsi. Contiene documenti segreti. Per paura che in sua assenza qualcuno la trovasse, mi pregò di tenerla in luogo sicuro fino al suo ritorno.

Maria Teresa

E voi non l’avete messa in un luogo sicuro ?

Orgone

Si, è quello che ho fatto. Ma mi sono confidato con Tartufo e lui mi ha convinto ad affidargliela. Così, diceva, se ci fossero state indagini e mi avessero chiesto se avevo quella cassetta io avrei potuto negarlo senza avere sulla coscienza con una bugia.

Maria Teresa

Ma come fate ad essere così ingenuo. Avergli affidato la cassetta è stato un gesto insensato quanto la vostra donazione. E, adesso, che lo avete anche trattato male, vedrete che si vendicherà. Non solo vi farà scacciare dalla vostra stessa casa, ma, se ben comprendo il tenore dei documenti che il vostro amico Argante nascondeva nella cassetta, vi farà arrestare per cospirazione contro il Re. 

Orgone

Oh, povero me !, che mi sono fidato di questo traditore ! E pensare che lo avevo accolto nella mia casa  che era quasi in mutande e senza un soldo in tasca !

Maria Teresa

E così pensa di ridurre voi. Chissà, magari vi farà l’elemosina, bravo com’è !

Orgone

C’è poco da scherzare cognata. Da oggi in poi fuggirò da coloro che si presenteranno come devoti,  come fossero il diavolo in persona !

Maria Teresa

Non fate, come si suol dire, di tutta l’erba un fascio. Un briccone vi ha ingannato, ma non per questo dovete dedurre che tutti i devoti siano fatti della stessa pasta. Così come per un’attrice licenziosa non dovete dedurre che tutte lo siano. Imparate piuttosto a distinguere la virtù dalla pedanteria, la profonda realtà dell’essere, dalle falso quadro delle apparenze esteriori. Evitate di onorare gli impostori, ma date il giusto merito a chi è sinceramente religioso. E, intanto, riappacificatevi con vostro figlio.

Orgone

(commosso) Mio figlio, dov’è ?

Maria Teresa

Fuori la porta che non osa mostrarsi.

Orgone

 (andando verso la parta e chiamandolo) Vieni figlio, e se puoi., perdonami.

Scena nona

Damide e detti

Damide

(entrando, da sinistra, commosso) Vi ho già perdonato padre.

Sono corso da voi quando ho saputo che quel Tartufo impostore ha avuto l’impudenza di chiedere al tribunale  l’esecutività del vostro atto di donazione e vuole sbatterci fuori di casa. Ma è mai possibile ?

Orgone

Si figlio, e mi si spezza il cuore !

Damide

Bisognerà spezzare la schiena a lui piuttosto ! Ecco, vedete : ho al fianco la mia spada. Lo troverò, lo sfiderò a duello accorciandolo di quel tanto che basta per seppellirlo in una cesta per letame.

Maria Teresa

Via, via, voi maschi siete troppo focosi. Ricordatevi che  viviamo sotto il regno di un monarca illuminato e amante delle arti.

Scena decima

Pernella  e detti

Pernella

Mio Dio, cosa mi raccontano ? Quali sono questi fatti incredibili che sarebbero successi ?

Orgone

Fatti incredibili che ho visto con i miei occhi. L’onest’uomo che da straccione ha oltrepassato il mio portone; quel casto giglio che ho vestito, nutrito, alloggiato come un figlio!, ha cercato di insidiare mia moglie..

Pernella

Insidiare !, le avrà detto di mettersi abiti più consoni al ruolo di madre !

Maria Teresa

No. Degli abiti che deve indossare non si è parlato. Ha insistito piuttosto perché mia sorella se li togliesse del tutto, gli abiti !

Pernella

Basta, non voglio più ascoltarvi.

Orgone

Ti dico che l’ho visto con i miei occhi infilare la mano sotto la veste di mia moglie..

Pernella

Cos’è, non hai digerito bene  ?

Orgone

E, vistosi scoperto, mi ha gridato in faccia che lui è il mio padrone, visto che gli ho donato ogni mio bene, e che se vuole può cacciarmi da casa mia .

Pernella

E’ evidente che tutto ciò ti è stato riportato dalle male lingue che circolano in questa casa. 

(indicando Maria Teresa) A cominciare da questa cocotte !

Maria Teresa

Madame Pernelle, questa <cocotte> è una donna che si è meritata il rispetto del conte d’Orleans !

Pernella

Dove, in camera da letto ?

Maria Teresa

Signora, ringraziate la vostra età.

Orgone

Madre non approvo il vostro comportamento. Insultate mia cognata che è qui per aiutarmi.

Pernella

A rovinarvi. 

Orgone

Ma perché vi ostinate a non credere a vostro figlio ? Vi ripeto che l’ho visto con i miei occhi fare le sue avances a mia moglie. Mi ero nascosto sotto il tavolo..

Pernella

Cos’è, vostra moglie vi rimbambisce al punto da farvi giocare a nascondino ? 

Orgone

Basta, ci rinuncio..

Pernella

Per accusare qualcuno bisogna avere delle prove. Dovevate aspettare di averne più sicure.

Orgone

Dovevo aspettare che spogliasse mia moglie e procedesse oltre … e poi, magari, legarli con una corda e così  - com’erano! – portandoveli nelle vostre stanze ?

Pernella

Figlio mio !, come siete volgare. Fortuna che quel sant’uomo non è qui a sentire queste porcherie che metterebbero a dura prova il suo candore !.

Orgone

No! Sono i miei nervi che mettete a dura prova !

Dorina

Eccovi servito signore: vi si ripaga con la stessa moneta. Prima eravate voi a non voler credere, ora siete voi che non siete creduto.

Damide

Via padre, non affiggetevi così. La nonna bisogna sopportarla ; in quanto a Tartufo forse non avrà il coraggio di osare tanto.

Elmira

Lo penso anch’io marito caro. In fondo il vostro onore è salvo e io saprò seguirvi anche nella cattiva sorte.

Pernella

Nuora, questo è un vero miracolo ! Le preghiere di quel sant’uomo cominciano a fare effetto !

Orgone

Ma la volete smettere ! (guardando verso l’uscita di sinistra ) E quello lì, davanti la porta che vuole ? Non sono in vena di ricevere nessuno. Dorina, digli di tornare un’altra volta.

Dorina

Vedrò se mi riuscirà di fermarlo. Mi sembra un ufficiale giudiziario: quelli non si fermano davanti a niente e nessuno. A proposito devo assolutamente andare qui vicino dallo speziale. Per un po’ di tempo non potrò venire a servirvi.

Dimenticavo, (a Pernella) la vostra serva Filippa è in cucina a preparare la cena.  (esce)

Scena undecima

Monsieur Leale  e detti

Leale

Scusate la mia intromissione, signor Orgone, ma sono qui per usarvi quel rispetto che meritano il vostro rango e la vostra onestà.

Orgone

Questo vostro esordio mi sembra promettente. Potreste dirci chi siete, se è lecito.

Leale

Mi chiamo Leale e sono nato in Normandia. E’ svolgo un incarico di estrema responsabilità: sono un ufficiale giudiziario.

Orgone

Ne sono felice signore, ma non capisco in cosa posso servirvi.

Leale

Già, voi ancora non sapete.

Orgone

Vi è successo qualcosa ?

Leale

No signore. Dicevo che non vi ho ancora letto la notifica giudiziaria. Lo faccio subito (prende la pergamena e la legge)  < In nome dell’amatissimo re..>  ecc, ecc.,  <Questo tribunale ..>  ecc, ecc. < vi ingiunge di lasciare questa casa che da oggi appartiene al signor Alexandre Imposteur, detto Tartufo.>

 Damide

Signore siete insolente quanto l’ingiunzione che venite a notificarci.

Leale

Non devo trattare con voi, ma con il signor Orgone, uomo saggio, d’animo nobile, generoso, rispettoso della legge e timorato di Dio.

Orgone

Con tutti questi titoli di benemerenza state involontariamente dandomi dell’imbecille ?

Leale

Non mi permetterei mai, signore. Anzi, ho voluto incaricarmi di eseguire personalmente questa sentenza, per farvi un piacere. Pensate se al mio posto fosse venuto uno che, non avendo la mia delicatezza, vi avesse messo subito alla porta con la forza, come chiesto dal signor Tartufo. < Non concedetegli neanche un minuto. Buttatelo fuori anche in mutande. Lui, quella arpia della moglie e tutta la sua zozza famiglia >. Così ha detto quell’onesto devoto. 

Orgone

Secondo voi, dovrei esservi riconoscente perché venite a cacciarmi da casa mia con gentilezza ! Ma come potete sentirvi a posto con la coscienza a gettare sul lastrico il legittimo proprietario e con lui tutta la famiglia:  donne, vecchi e bambini.

Pernella

Con vecchi, intendi me ?

Damide

Il bambino sarei io ?

Leale

Non agitatevi signor Orgone. Vedete che fate restar male anche i vostri familiari. Vi verrò in aiuto. Rimanderò l’esecuzione a domani. Ovviamente, questa sera tornerò con venti gendarmi per circondare la casa. E prima di andare a letto avrete la cortesia di venire alla porta a consegnarmi la chiave con la quale domattina, alle nove in punta, io e i miei gendarmi entreremo per prendere possesso dell’appartamento: mobili e suppellettili compresi.

Orgone

Fuori, fuori di questa casa prima che vi assesti un bel pugno sul grugno !

Elmira

Calmatevi, marito mio, che non vi venga un maggior male !

Leale

Vedo che vi agitate più del necessario e non vi rendete conto del favore che vi sto facendo. Ma vi concedo lo stesso un giorno di tempo. Domani, forse, dopo aver riflettuto, mi ringrazierete. Riverisco (esce).

Scena dodicesima

Marianna e detti

Marianna

(entrando da sinistra) Oh, padre che terribile sciagura ! Ho ascoltato da dietro la porta quello che ha detto quel signore.

Orgone

Cara figliuola !, perdonami per le mie angherie. Volevo separarti da quel bravo giovane di Valerio per quell’ignobile Tartufo.

Marianna

Non importa, visto che ora ho ritrovato il mio vero,  caro, padre ! (lo abbraccia).

Orgone

E, voi madre mia , cosa  dite, ora ?

Pernella

Non so più ne dove sono, ne chi sono ! (si siede affranta)  

Maria Teresa

(A Pernelle) Credo mi dobbiate delle scuse ..

Elmira

Lascia perdere sorella. Bisogna piuttosto fare qualcosa. Dicevate che il vostro Molière conosce il principe d’Orleans, forse rivolgendoci a lui..

Maria Teresa

A questo punto, è tardi sorella. (le sfugge un sorriso)

Scena tredicesima

Valerio e detti

Valerio

Signore ho appena ricevuto una confidenza da un mio vecchio amico che mi obbliga a presentarmi a voi e avvertirvi del grave pericolo che correte. Quel Tartufo, che vi siete coltivato in casa, vi ha accusato davanti al principe di cospirazione. Ha esibito una cassetta con lettere di un nemico dello stato che ha detto di aver sottratto alla vostra custodia, per amore della nazione. Ora quella cassetta è nelle mani del notaio di corte. Lo stesso che ha eseguito il rogito della vostra donazione in base alla quale  Tartufo ha chiesto di venire immediatamente in possesso dei vostri beni e di farvi scacciare da questa casa. Ma in questo momento più che i vostri beni è la vostra vita che è in pericolo. Ho giù una carrozza che metto a vostra disposizione e chi condurrà in un luogo sicuro.

 Orgone

Dovrei fuggire e abbandonare la mia famiglia ?

Elmira

Io ti seguirò marito, mio.

Damide

Per me non datevi pena, saprò cavarmela da solo. Le amicizie non mi mancano.

Valerio

In quanto a Marianna,  se voi lo permettete, mi onorerò di prenderla in moglie.

Pernella

Ed io ?

Damide

Già anche la nonna è in grave pericolo. Come vostra madre, potrebbe essere messa in prigione !

Maria Teresa

(a Pernelle) Non preoccupatevi, madame Pernella, vi porterò nella compagnia di Molière. Sta proprio cercando un attrice di una certa età, per un nuovo ruolo da lui introdotto con la commedia Sganarello : la cameriera- governante. Nell’antro del demonio, come voi lo chiamate, non verrà nessuno cercarvi.

Pernella

Mi volete far fare l’attrice ! Ohooo ! (sviene)

Orgone

Maman !

Scena quattordicesima

Ufficiale, due gendarmi, Tartufo  e detti

Tartufo

(al gendarme) Prendetelo prima che fugga. (a Orgone) Signore per ordine del Principe d’Orleans siete in arresto.

Orgone

Eccoti sepolcro imbiancato !, uomo scellerato e ingrato: vieni a  rovinare chi ti ha tolto dalla miseria. 

Tartufo

I vostri insulti non mi scalfiscono. Ho la fermezza della mia dignità.

Damide

Avete la fermezza della vostra faccia tosta.

Tartufo

Al vostro posto misurerei le parole..

Ufficiale

( a Tartufo) Devo arrestare anche lui ?

Tartufo

Non occorre, per il momento. Quanto a voi Marianna, la mia generosità mi obbliga a mettervi a disposizione questa casa che ora è mia. La condividerete con me .

Marianna

Con voi non sarei disposta a condividere nemmeno il regno di Francia.

Valerio

Penserò io alla signorina, col vostro permesso.

Tartufo

Questo permesso non ve l’accordo e se la signorina verrà a vivere con voi  vi farò arrestare entrambi perché illegittimi concubini.

Damide

Ma sentilo.

Ufficiale

( a Tartufo) Io direi di arrestare anche loro. 

Valerio

Vedo che voi, ufficiale, gli date corda.

Damide

Un giorno vi pentirete di questa azione che state per compiere.

Ufficiale

Sono convinto che quando avrò fatto ciò che dovrò fare, tutti mi loderanno (indicando Damide) a cominciare da voi.

Damide

Voi farneticate.

Ufficiale

Se ciò si avverasse, sareste disposto a sposare chi vi dirò io ?

Damide

E’ una scommessa inutile.

 

Ufficiale

Che paura avete, dunque, ad accettarla ?

Damide

Accetto !

Maria Teresa

Scusate, egregio fungo che vi fate chiamare Tartufo: ricordate che vi ho dato il battesimo dell’arte ? Purtroppo ho sbagliato la formula. Il rito francese chiudeva con: vi battezzo in nome di Hardy[1], Rotrou[2] e Montdory[3]  (gli dà tre schiaffi in successione)

Tartufo

Ufficiale, fate qualcosa.

Ufficiale

Avete ragione, è tempo di agire.

(indicando il Tartufo) Gendarme arrestatelo. 

Tartufo

Ma cosa fate, dovete arrestare il signor Orgone !

Ufficiale

Spiacente signore. Ecco qui gli ordini del Principe: (legge il papiro) < In nome del nostro illuminato Re, viene emesso immediato mandato di cattura nei confronti del nominato Alexandre Imposteur detto “Tartufo” per i reati di truffa, furto e minacce a scopo di ricatto. La sentenza sia subito eseguita.> (al gendarme) Fatelo salire sulla carrozza della gendarmeria e portatelo alla Bastiglia. Eccovi l’ordine. ( consegna il papiro al gendarme)

Primo Gendarme

(mentre con il compagno lo prenderanno ciascuno per un braccio) Muovetevi !

Tartufo

(mentre viene portato via dai gendarmi) Farò valere le mie ragioni, posso esibire degli atti notarili,io. E, farò mettere in prigione anche voi, ufficiale della malora ! (esce a sinistra)

Ufficiale

(rimanendo in scena) Sarà più facile che vi si mandi alla forca, caro Tartufo !

Orgone

Non so più dove sono ! Ma come.. la donazione, la cassetta..

Maria Teresa

Diciamo che fanno parte di una commedia di cui il vostro Tartufo è involontariamente l’autore.

Orgone

Come, come ?

Maria Teresa

Si caro cognato. D’accordo con il Principe, che Molière ha informato dei vostri problemi, abbiamo ingannato Tartufo con una magistrale messa in scena. Io, travestita, ho recitato la parte del Notaio che ha redatto l’atto. In quanto all’ufficiale la parte è stata magistralmente recitata dalla vostra fidata serva Dorina.

Dorina

(togliendo  il mantello e il berretto)  Che dovrete presto chiamare figlia.

Pernella

Dico, diamo i numeri.

Damide

Ha ragione, nonna. Io ho scommesso che se tutti avessimo applaudito al suo comportamento, avrei sposato chi mi avrebbe detto. Non ho mai mancato di onorare una scommessa e, detto tra noi, Dorina mi è sempre piaciuta come donna. Sposandola risparmierò di assumere cuoca e cameriere ed avrò al fianco un ottima moglie.

Pernella

Tu nipote sposi la cameriera.. Oh, Diooo… (sviene)

Orgone

Madre avete lo svenimento facile !

Elmira

(ad Orgone) E la nostra Marianna, non volete consolarla ?

Orgone

Certamente cara figlia: hai il mio consenso di sposare il generoso Valerio. (avvicinandosi a Elmira e prendendole le mani)  E, tu, cara sposa, spero vorrai perdonarmi per averti offesa.

Elmira

Ti ho già perdonato. Ma se vuoi diventare davvero un on’est’uomo, devi dedicarti di più a tua moglie e alla tua famiglia. 

Orgone

Averti trascurata è la più grave delle mie colpe. (l’abbraccia, ma dopo un attimo si distacca, quasi atterrito) Un minuto: la cassetta ?

Maria Teresa

(prendendola da dietro il separè) Eccola qua. Il notaio ve la riconsegna !

Orgone

Grazie cognata. Senza l’arte di Molière non so come sarebbe finita questa vicenda.

Scena quindicesima

Filippa e detti

Filippa

(entrando, da sinistra) Signori il pranzo è servito giù nel salone.  Arrosto con contorno di Tartufi !

Orgone

Oh, Dio ! (si siede, affranto)

Elmira

Che ti succede ?

Orgone

Mi è passata la fame.

Elmira

(che ha capito il problema) Filippa dai i tartufi ai cani. Da ora in poi in questa casa è proibito ogni tipo di tartufo ! 

Filippa

Ma non v’è altro contorno !

Orgone

Il contorno lo servirà il pubblico con il suo gentile applauso !

( s i p a r i o )

           

FINE


[1]              Hardy  (1572- 1642) scrisse diversi tragicommedie tra le quali Mariane (1610)

[2]              Rotrou (1609-1650) scrisse commedie per la compagnia dei < comediens du roi> di Bellerose.

[3]              Guillaume de Gilberts detto Montdory , formatosio nella compagnia di Valleran le Conte, fece parte dal 1630 della compagnia di Charles Le Noire che si esibiva al <Jeu de paume du Marais>, in rue Vieille du Temple, a Parigi.