Il tavolo

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“IL TAVOLO”

(Commedia in due atti di Stefano De Stefani. Rappresentato la prima volta il 16/05/2014 “Teatro della dodicesima, Via Carlo Avolio, 60 Roma – Compagnia “Rosa Blu” regia dell’autore)

Personaggi in ordine di apparizione

ROSSELLA

LARA

ALESSIA

PRISCILLA

CAMERIERE

MEDICO 118

ISPETTORE DI POLIZIA

N° SIAE   234307

Per ogni utilizzo del testo prendere contatto con l’autore:rosablufd@gmail.comTutti i diritti riservati

PRIMO ATTO

Scena I

Rossella, Lara, Alessia e Priscilla

(Esterno giorno –Tavolo al centro del palcoscenico, tovaglia da bar. Sullo sfondo foto o disegnodi un bar. Quattro sedie, su di una è seduta una donna, Rossella,quaranta/quarantacinque anni. Sul tavolo una borsa di carta e una borsetta, legge un libro. Distoglie lo sguardo dal libro, si guarda intorno, spazientita. Torna a leggere, poi guarda ancora a sinistra. Chiude il libro, con la mano saluta qualcuno. Arriva un’altra donna, circa quaranta anni, Lara, R le sorride Ricambia il sorriso e si siede. Ha con sé una borsetta e una sacca più grande)

ROSSELLA -Buongiorno. Hai incontrato traffico?

LARA - ‘Giorno. No, sono solo uscita cinque minuti più tardi.

ROSSELLA - Caffè? (Lara la guarda contrariata) D’accordo, aspettiamo le altre?

LARA - (Sorride)Direi proprio di si!

ROSSELLA – Va bene, non insisto.(Tocca il braccio diL) Chetranquillità. Il Bar è tutto nostro.

LARA - (Si guarda intorno)Tempo dieci minuti e vedrai che casino.

ROSSELLA - Proprio per questo, arrivo presto… io.

LARA - Già e tutte le mattine…(Guarda ancora prima a destra e poi a sinistra)ci fai il fervorino: (Sarcastica) “… cercate di arrivare prima! A quest’ora, c’è talmente tanta gente che non si riesce nemmeno a parlare.”

ROSSELLA –Perché, non è vero che tanta è la confusione, da dover, a volte, persino urlare, per farsi sentire? Per me… (L la guarda sorridendo) è un piacere, parlare con voi, mentre prendo il primo caffè della giornata. Parlare e ascoltare… (Ora è lei che sorride) naturalmente! Altrimenti è un piacere a metà.

LARA –Anche per me e per le altre, ma tutte le mattine la stessa solfa. Rischi di diventare monotona.

ROSSELLA - Oh no, monotona no!(L finge indifferenza)Davvero lo pensi? (L annuisce con forza) In fondo, lo penso anch’io.(Sconsolata)

LARA - (Poggia le mani su quelle di R)Dai, scherzo. Sei solo un po’“fissata”…

ROSSELLA - … no!(Arrabbiata) Non è una fissazione.(L non è convinta, si volta dalla parte opposta, per sfuggire allo sguardo severo di L)

LARA - (Le batte la mano sulla spalla, R. non si volta. Le mette un dito sotto il mento e la fa girare verso di lei. La guarda dritta negli occhi) Cos’è, allora?

ROSSELLA - (Forzatamente risoluta) Ho scelto… (Abbassa lo sguardo) la precisione.

LARA - (Le accarezza la testa e poi le prende la mano)Va bene, ma anche se tu fossi meno “precisa”, ti vorremmo bene lo stesso. Sei o non sei la nostra“saggia”?

ROSSELLA –(Sorride e abbassa gli occhi) Scusa.

LARA - Di che?

ROSSELLA - Del pistolotto mattutino.

LARA - Stamani lo hai fatto qualche minuto prima. Non hai aspettato che arrivassero le altre… (Arriva una

donna, anche lei circa quaranta anni, modi spicci, abbigliamento sportivo, casco e zainetto) ecco la nostra “centaura”.

ALESSIA - Avete ordinato il mio cappuccino?

ROSSELLA - (Indispettita) No. Avremmo dovuto?

ALESSIA - Da quanto ci incontriamo tutte le mattine, prima dell’ufficio?

ROSSELLA - Perché ti ostini a parlare in quel modo: “PRIMA DELL’UFFICIO”? Si dice:“PRIMA DI

            ENTRARE AL LAVORO”.

ALESSIA - Che palle!

LARA - Però potevi fare un colpo di telefono, per avvertirci che stavi arrivando…

ALESSIA - … io chiamo solo per avvertire che non vengo.

ROSSELLA - Non sempre.

ALESSIA - Come: “NON SEMPRE”?

ROSSELLA - È successo anche due giorni fa.Tu non sei arrivata, non hai avvertito e abbiam dovuto buttare il

            tuo cappuccino.

ALESSIA - Pensavo l’aveste bevuto voi… (Dispiaciuta) scusatemi…

LARA - … figurati. Dai, non è importante.

ALESSIA - Sicura? (L annuisce sorridendo) È così anche per te? (Rivolta a R)

ROSSELLA - Ma sì… (Benevola)certo.È che sono un po’… (Le altre la guardano sorprese) un po’ troppo

            precisa. (L e A ridono di gusto. Arriva una quarta donna. Affrettata. Più o meno la stessa età di L e A. Molto

            appariscente. Anche lei ha, oltre la borsetta, una sacca) Bene arrivata.(Guarda l’orologio)

PRISCILLA -Non dite niente. Non avete ancora preso il caffè? Aspettavate me? Che care. Scusatemi, ma…

ROSSELLA - … avanti, sentiamo, cosa ti è capitato stavolta?

ALESSIA - Lascia stare.

ROSSELLA - Perché?

ALESSIA - Perché a me non interessa. L’importante è che sia qui… (Sorridendo)sana e salva.

LARA - Lo prendiamo ‘sto caffè?

ROSSELLA - Naturalmente… (Guarda l’orologio) credo però che dovremo prenderlo al banco. Non abbiamo    tanto tempo.

ALESSIA - (Guarda anche lei l’orologio) A malincuore, ma devo darti ragione. Andiamo dentro.

(Si alzano ed escono di scena, portando fuori le sedie e le tazzine. Lo sfondo cambia, ora è l’interno di un ufficio. Rientrano A e P spingendo due sedie da ufficio, sopra ci saranno due pc. Modificano il tavolo. Si siedono e cominciano a lavorare al pc che hanno posizionato sul tavolo)

Scena II

Priscilla e Alessia

PRISCILLA -(Spingendo indietro la sedia, accavalla le gambe e si aggiusta i capelli) Da quando siamo entrate,

            non hai detto una parola.Sono passate due ore…

ALESSIA- (Con sufficienza) … davvero?

PRISCILLA – (Le mostra l’orologio) Sono le dieci e mezzo.Qualcosa non va?

ALESSIA - No.

PRISCILLA -Ti va di parlarne?

ALESSIA - No.

PRISCILLA -No cosa?

ALESSIA - Non mi va di parlarne.

PRISCILLA -Quindi c’è, qualcosa…

ALESSIA - … ho detto che non voglio parlarne.

PRISCILLA -Come vuoi. (Si alza, si sistema il vestito. Si guarda in immaginario specchio, soddisfatta) Non ti ho

            raccontato cosa mi è capitato stamani…

ALESSIA - … mi sembra di aver già detto che non…

PRISCILLA -… ma io voglio raccontartelo lo stesso. Posso?

ALESSIA - (Rassegnata. Spinge anche lei la sedia indietro e si stiracchia) Avanti, sentiamo.

PRISCILLA -(Va dalla parte di A, si appoggia alla scrivania, assumendo una posa sexy) Ero appena uscita dal

garage e stavo tentando di immettermi sulla strada, ma nessuno si fermava… (Riflette) non so se ti è mai capitato?

ALESSIA - Di non fermarmi per far uscire qualcuno da un parcheggio o un garage? (Rivolta al pubblico) LO

            FACCIO APPENA POSSO! (P la guarda allibita) Tesoro… (Rivolta a P)mi sposto con lo scooter.

PRISCILLA -Ah. Comunque, dicevo, non riuscivo a muovermi, poi una macchina si è fermata, l’uomo che era

            a bordo mi ha fatto un cenno ed io sono scattata…

ALESSIA - … com’era questo tizio? (Laconica)

PRISCILLA -Dapprima non ci ho badato, ma al primo semaforo si è affiancato e…

ALESSIA - … ed era un figo da paura, cinquant’anni circa, capelli brizzolati, occhi azzurri… no verdi,

            sguardo penetrante e… anche un po’ porco… vero?

PRISCILLA -No… cioè, l’età è quella, ma i capelli non li aveva, portava gli occhiali da sole e… poi…

ALESSIA - … poi cosa?

PRISCILLA - Mi ha fatto cenno di fermarmi…

ALESSIA - … il “porco”?

PRISCILLA -Ma dai. Era il marito di Lara.

ALESSIA –(Rivolta al pubblico) APPUNTO! (Poi a P)L’ex marito.

PRISCILLA -Già, è vero.

ALESSIA - Quindi?

PRISCILLA -Mi sono fermata, sono scesa ed è sceso anche lui. Ha acceso una sigaretta…

ALESSIA - … non è cambiato per nulla…(Rivolta al pubblico) SALTA SEMPRE I PRELIMINARI.(Ora a P) È

            il primo motivo della separazione.

PRISCILLA -Non fare la stupida. Era nervoso.

ALESSIA –(Rivolta al pubblico) LO E’ SEMPRE!(Poi a P) E’ il secondo motivo per cui lo ha mandato a fare…

PRISCILLA -… la finisci? Mi ha chiesto di Lara…(Seria) come sta, cosa fa. Gli ho detto che, se voleva, poteva

venire con me, al bar, così lo avrebbe chiesto direttamente a lei…

ALESSIA - … no? Tu sei completamente matta! Come ti è venuto in mente? Lei ti avrebbe strozzata.

PRISCILLA -Perché?

ALESSIA - Perché? Non lo vuole più vedere. Ha detto che, se dovesse incontrarlo, potrebbe anche arrivare a

dargli un calcio nei…

PRISCILLA -… addirittura? A me, questa cosa non l’ha mai detta.

ALESSIA - Tu, al bar, arrivi sempre in “Zona Cesarini”.

PRISCILLA -“Zona Cesarini”? Che significa?

ALESSIA - Che arrivi all’ultimo minuto.

PRISCILLA -E con questo?

ALESSIA - Ti perdi un sacco di cose…

PRISCILLA -… anche tu arrivi tardi.

ALESSIA -Comunque prima di te.

PRISCILLA -Già.(Pensierosa)

ALESSIA -Vabbè, com’è finita?

PRISCILLA -(Mesta) Che ho fatto tardi anche stamattina… (A è esterrefatta)chissà cosa mi sono persa.

ALESSIA -(Rassegnata) Intendevo, com’è finita con l’ex di Lara?

PRISCILLA -Ah, sì. Ha detto che, per il momento, non se la sentiva e… e… (Abbassa lo sguardo)

ALESSIA - … e? (Spazientita) Perché ti fermi sempre?

PRISCILLA -Mi ha invitata a cena.

ALESSIA –(Sentenziosa. Rivolta al pubblico) IL PORCO!

PRISCILLA -Ma per carità.Mi ha chiesto di intercedere, in suo favore, presso di lei.

ALESSIA - (Allibita) Che cosa ha detto?

PRISCILLA -Sono parole sue.

ALESSIA -Non ho pensato neanche un attimo che fosse farina del tuo sacco, ma neanche del suo.

PRISCILLA -Che intendi dire?

ALESSIA -(Pensierosa) La cosa puzza di avvocato.

PRISCILLA -Non capisco.

ALESSIA - Sono parole suggeritegli dal suo legale. Starà tramando qualcosa in vista della causa di

            separazione.

PRISCILLA -Accidenti che strazio ‘ste separazioni, ‘sti divorzi. Io non ho mai voluto sposarmi proprio per

            non avere a che fare con queste cose.

ALESSIA - Ah si? (Sarcastica) Per quello? (P annuisce) È la teoria: “Non mangio altrimenti poi devo…”

PRISCILLA - Ale… dai, cosa dici?

ALESSIA - Che cosa dico io?

(Breve pausa, A è assorta e P la guarda con insistenza)

PRISCILLA -Tu invece?

ALESSIA -Io cosa? (Turbata)

PRISCILLA -Perché non ti sei mai sposata?

ALESSIA -Un giorno che arrivi presto al bar, te lo racconto.

PRISCILLA -Per forza al bar? Non potresti dirmelo qui, in ufficio? Siamo solo tu ed io.

ALESSIA -Non oggi. Ho una montagna di fatture fornitori da sistemare… (Torna con la sedia vicino alla

            scrivania) e anche tu avrai da fare, no?

PRISCILLA -Va bene… (Fa per allontanarsi, si volta e a si appoggia alla scrivania) e dai, di cosa non volevi

            parlare, poco fa?

ALESSIA - (Scatta in piedi) Ho detto che devo lavorare…

PRISCILLA -… sì, sì… certo.(Scappa e torna a sedersi al suo posto. A si siede di nuovo. Una breve pausa)Pausa

            caffè?

ALESSIA - (La guarda severa, poi lo sguardo si addolcisce. Si alza, prende la “chiavetta” per il caffè, fa cenno a

 Pdi alzarsi) Andiamo. Offro io… (P accenna a protestare) Offro IO!

(Spingono il tavolo/scrivania verso la quinta, insieme ad una delle sedie, portano fuoril’altra sedia e uno dei due pc,escono di scena. Il palcoscenico è al buio per metà.Lo sfondo non c’è più. Qualcuno spinge sul palco un distributore per il caffè. Entrano in scena R, A. e P, prendono il caffè)

Scena III

Rossella, Alessia e Priscilla

ROSSELLA - Grazie del caffè, Alessia.

ALESSIA - Figurati.(La guarda perplessa) Rosy… (R le lancia un’occhiata truce) scusa, l’ho detto così, senza

            pensarci…

ROSSELLA - … non mi piace che il mio nome sia storpiato e non amo i diminutivi.

ALESSIA - Va bene, sarò più accorta… (R la guarda sorpresa) eviterò scrupolosamente di appellarti in

            maniera erronea… (R è a bocca aperta) sorpresa, eh? Non pensavi che mi potessi esprimere così?

ROSSELLA - Favorevolmente sorpresa, direi.(Sorride soddisfatta) Che cosa volevi dire poco fa?

ALESSIA - Volevo un tuo parere su una cosa accaduta a Priscilla, stamattina, mentre veniva al lavoro.

ROSSELLA - Che cosa è accaduto? (Rivolgendosi a P)

PRISCILLA - Ho incontrato il marito… cioè, l’ex marito di Lara… a proposito, ma da quanto sono separati?

ROSSELLA - Come fai a essere così distratta?

ALESSIA – È occupata con “altro”! Talmente occupata che perde la cognizione del tempo…

PRISCILLA - … non è vero! (Imbronciata)

ALESSIA – Non negare che ti “sfuggono” molte cose…

PRISCILLA - … per forza, io arrivo sempre in “Fascia Cesaretti”.

ROSSELLA - (Sgrana gli occhi guardando A) Che cosa sta dicendo?

ALESSIA –“Zona Cesarini”, Priscilla,“Z o n a C e s a r i n i”.

ROSSELLA - E cos’è?

PRISCILLA - Già. Cos’è? Non ho capito bene, prima.

ALESSIA - (Rassegnata, a R) A tuo marito piace il calcio?

ROSSELLA - Oh, si!

ALESSIA - E non lo hai mai sentito parlare di “Zona Cesarini”?

ROSSELLA - No.

PRISCILLA - Ah, si tratta di calcio? Che vuol dire?

ALESSIA –(Sospira) Si dice di una vittoria, di un rimedio trovati in extremis, alludendo ad un decisivo goal segnato,            nel 1931, durante una partita della nazionale italiana… (pensa) contro l’Ungheria, dal giocatore italo-            argentino Cesarini… (pensa) mi sembra giocasse nella Juventus. (Le altre la guardano sorprese) L’espressione è                 usata negli sport, in particolare nel calcio e, spesso, anche nel linguaggio comune, per dire: “All’ultimo momento”.

ROSSELLA –(Soddisfatta) T’interessi di calcio?

ALESSIA - Assolutamente no, ma il mio… ehm… uno che frequentavo,mi faceva due pa… (R la guarda torva)

            ehm… una testa così, con lo stramaledetto calcio.

PRISCILLA - Dev’essere stata un’esperienza terribile.

ALESSIA - Puoi ben dirlo. Ma non divaghiamo.Priscy, puoi raccontare a Rosy… oddio… (Si scusa alzando le

            mani) a Rossella, di stamattina?

PRISCILLA - Oh, certo!(R guarda, perplessa A che sfugge al suo sguardo) Dunque, ho incontrato… (Si accorge

            che R non la ascolta. Sta guardando insistentemente A) Rossella, mi ascolti?

ROSSELLA - Cosa? Ah, sì, sì. Di pure.(Lanciando ancora un’occhiata perplessa aA)

PRISCILLA - Ho visto l’ex di Lara e mi ha chiesto di aiutarlo a incontrarsi con lei. Per Ale, c’è qualcosa di

            “losco” in questa richiesta. Tu che ne pensi

ROSSELLA - Beh, conoscendo i motivi per cui lei l’ha lasciato, la cosa mi preoccupa un po’.

PRISCILLA - Già: i preliminari, il nervoso… (Le altre due si guardano e sospirano. P è a disagio)c’è dell’altro?

ROSSELLA - Alessia, mi pare di capire che la nostra dolce Priscilla, non è al corrente di parecchie cose, vero?

ALESSIA - Se non gliele ha raccontate Lara, io non mi permetto di farlo.

ROSSELLA –Giustissimo.

PRISCILLA - Ci sono altre motivazioni, dunque? Io non so niente perché arrivotardi, al bar? È un’infamia.

            Sono amica di Lara quanto voi… anzi… la conosco anche da più tempo. Per questo il marito ha chiesto

a me di aiutarlo.

ROSSELLA - A parer mio, non l’ha chiesto a me o ad Alessia, perché…

ALESSIA - … io,gli avrei datoun calcio nei… (R le afferra un braccio) nei coglioni.(Alterata) Sì, ROSY, nei

            coglioni. Quelloche si merita. E lo avresti fatto anche tu.

ROSSELLA - (Turbata) Ma… non so…(Guarda A dritta negli occhi. Risoluta) sì, lo avrei fatto anch’io.

PRISCILLA –(Sorpresa dall’atteggiamento di R) Cos’ha mai fatto, quell’uomo, alla mia cara amica? Lei non mi

            ha mai detto niente… (Un po’ alterata) e non venite fuori con la storia della “Zona Cesaroni”…

ALESSIA –(Furiosa)… C E S A R I N I… porca vacca.

ROSSELLA - Ora calma, tutt’e due.(Riflette) Forse dobbiamo organizzare un “tavolo”, per parlarne con

            Lara…

PRISCILLA - … e vorrà anche me?

ROSSELLA - Naturalmente.

PRISCILLA - Se volete, domani, cercherò di arrivare prima, al bar…

ALESSIA - … ma quale bar? Dobbiamo incontrarci con calma. Magari per una cenetta. Siete d’accordo?

PRISCILLA –Sì, sì!

ALESSIA –Riuscirai a sganciarti da tutti i tuoi spasimanti?

PRISCILLA – Che? (Imbarazzata) Sì… certo.

ALESSIA – Bah.(Poco convinta) Tu, Rossella, hai problemi con il “maritozzo”?

ROSSELLA –Assolutamente!|

ALESSIA - Allora organizzo io… va bene?

ROSSELLA e PRISCILLA - Va bene.

ALESSIA - (Guardando l’orologio) Caz… (Rsi tappa le orecchie) zarola, abbiamo fatto una pausa caffè da

paura.

ROSSELLA - A più tardi.(Prende P sottobraccio) Per il momento, non dire a Lara che hai incontrato il marito.

PRISCILLA – Va bene.(Si ferma, guarda R) Perché?

ROSSELLA – È meglio così.

ALESSIA – Fa come ti dice.(P annuisce ed esce)Rossella!

ROSSELLA – Sì?

ALESSIA – Venerdì, va bene per te?

ROSSELLA – Certo! Parlo io con Lara?

ALESSIA – (Annuisce, poi tocca il braccio di R) Rossella… (R la guarda interrogativa) scusami se, a volte, sono

            un po’ “maleducata”…

ROSSELLA - … ma quale maleducata? Sei vera, sanguigna e sei una buona amica! Questo è l’importante! (La             guarda seria) Sono io che…

ALESSIA - … sei un po’ “troppo precisa”!

(R fa finta di sferrarle un pugno, ridono.  Si dividono salutandosi con dei bacini di complicità. Viene ritirato il

            distributore. Lo sfondo è di un altro ufficio. Entra L, posiziona la scrivania e la sedia al centro del palco,

rimettendo il pc sulla scrivania. Si siede e comincia a usare il pc. Si sente bussare)

Scena IV

Lara e Rossella

LARA - Avanti.

ROSSELLA - (Entrando) Ciao cara, disturbo?

LARA - Nient’affatto. Vieni. Ti prendo una sedia. (Va alla quinta, prende una sedia e la offre a R) Prego.

ROSSELLA - Ti rubo solo un minuto. Non ti ho vista, prima, al break.

LARA - Oggi non ho molta voglia di caffè.

ROSSELLA - Cos’hai?

LARA - Un po’ di mal di pancia, nulla di grave.

ROSSELLA - Non farmi preoccupare… (L la rassicura con un gesto) ci tengo, anzi, ci teniamo a te.

LARA - Parli per tutto il “tavolo”?

ROSSELLA - (Annuisce) A proposito di tavolo: stavamo pensando di andare a cena insieme, una di queste

            sere. Che ne dici?

LARA - Con piacere. Decidete il giorno, tanto io sono sempre… ehm… libera.

ROSSELLA - Va bene venerdì?

LARA - Se va bene per voi?

ROSSELLA - Lo comunico alle altre.(Breve pausa) Lara.

LARA - Sì.

ROSSELLA - Tu hai raccontato, ad Alessia e a me, alcuni particolari riguardanti tuo mar… il tuo ex

            marito.(L annuisce, un po’ perplessa) Hai detto le stesse cose anche a Priscilla?

LARA - No.

ROSSELLA - Perché?

LARA – È amica quanto voi, ma con lei è sempre un po’ difficile trovare il tempo per parlare.

ROSSELLA - Conti di informarla, almeno quanto lo siamo noi?

LARA - Naturalmente.

ROSSELLA - Potresti farlo venerdì, a cena?

LARA - Perché no? È un’idea… (Si blocca, si morde le labbra) ma rovinerei la serata con la mia triste storia.

ROSSELLA - Permettimi di fare l’eco a quanto mi hai detto stamani.

LARA - Cosa ti ho detto?

ROSSELLA - A proposito della mia “predica” mattutina… (L annuisce) quindi: anche se racconterai cose

            tristi, ti vorremo sempre bene.Do you understand?

LARA - Grazie, sei un angelo.

ROSSELLA - S i a m o, degli angeli.

LARA - (Sorride) Anche Ale?

ROSSELLA - Anche lei. Sotto quell’apparenza burbera, è una persona dolcissima e ti vuole molto bene.

LARA - Lo so… lo so… (Sta per piangere, un paio di volte tira su col naso) lo so.

ROSSELLA - (Alzandosi) Ora devi sorridere: le tue amiche sono con te. Buon lavoro.

LARA - (Si alza anche lei, accompagna R e la saluta con un bacio) Pranziamo insieme?

ROSSELLA - Volentieri, ti chiamo tra un po’ per metterci d’accordo. Ciao.(Esce)

(L si siede, si prende il viso tra le mani. Prende il cellulare, forma un numero)

LARA - PRONTO, AMORE, TUTTO BENE?... … COSI’, VOLEVO SENTIRTI… … NO, NESSUN

PROBLEMA… … HAI FATTO COLAZIONE?... … SONO IN UFFICIO… … COME DICI?... … MA CERTO CHE TI VOGLIO BENE.HAI QUALCHE DUBBIO?... … AH, ECCO... … SI ESCO ALLE 5… … MI TELEFONI, DOPO, A CASA?... … COME VUOI, MA… … VA BENE.... … ALLORA A PIU’ TARDI… … UN BACIO? (SMACK)… … E TU NON LO MANDI UN BACIO ALLA TUA MAMMA? … … CIAO TESORO MIO, CIAO… … SALUTA I NONNI… … TUTTO BENE, SI… … CIAO.(Chiude la telefonata, si abbandona sulla sedia e sospira forte. Bussano alla porta)

Scena IV

Lara e Priscilla

LARA - Avanti.

PRISCILLA - Ciao Lara.(Ha in mano alcune cartelle)

LARA - Oh, guarda chi c’è.(Si alza e abbraccia P) Come mai da queste parti?

PRISCILLA - Devo chiedere delle cose alla tua “capa”. Sai se è occupata?

LARA - La chiamo.(Alza il ricevitore, compone il numero) PRONTO… … CIAO, C’E’ QUI PRISCILLA… … SI,

LEI… … DOVREBBE CHIEDERTI DELLE COSE… … TRA DIECI MINUTI?... … VA BENE. … … COME?... … CHIAMI TU?...  D’ACCORDO… … A TRA POCO.(Mette giù) Abbiamo dieci minuti tutti per noi. Siediti.

PRISCILLA - (Posa le cartelle sulla scrivania e si siede) Come stai?

LARA - Diciamo un po’… frastornata? Ho un po’ di mal di…(Si tocca la pancia)

PRISCILLA - … non è il mal di pancia,tesoro. A me non devi raccontare storie. È per quello che succede con

            il tuo ex marito, vero?

LARA - Non è semplice cancellare quindici anni di vita…

PRISCILLA- … perché dovresti cancellarli? Semplicemente: “archiviali”.

LARA - Secondo te è facile?

PRISCILLA - Se io fossi a conoscenza di tutto quello che ti è successo, forse, potrei dirti se è facile o meno…

LARA - … hai ragione. Mia dolcissima amica, scusami…

PRISCILLA - … non ti scusare. Avrai avuto i tuoi buoni motivi per raccontare alle altre e non a me quello

 che…

LARA - … sì, certamente, è per una ragione seria.(P è allibita) Non devi, però, credere che sia perché ti voglio

            meno bene… anzi…

PRISCILLA - … anzi?

LARA - Ci conosciamo da almeno venti anni…

PRISCILLA - … eravamo due ragazzine. Ricordi il giorno dell’assunzione? Passavamo nei corridoi e tutti gli

            uomini si voltavano a guardarci. Eravamo proprio belle…

LARA - … si giravano per te… (P fa per protestare) si girano ancora. Tu forse non te ne accorgi… (P sorride

            smorfiosa) invece te ne accorgi e come. Dì la verità: sei un po’ “zoccola”?

PRISCILLA - In senso buono?

LARA - Naturalmente.

PRISCILLA –Altroché!(Scoppiano a ridere, si abbracciano. Si calmano) Ecco, così ti voglio vedere, sentire:

            sorridente, scherzosa… (L’accarezza) comunque si giravano anche per te e lo fanno anche oggi

LARA - … davvero?

PRISCILLA - Ma ti guardi allo specchio? Anche se dentro non ti senti al 100%, all’esterno, sei sempre un

            gran bel pezzo di “gnocca”.

LARA - Ora non esagerare.(Si guarda in un ipotetico specchio) Però, hai ragione.(Ridono di nuovo di gusto) Mi

            metti sempre allegria, sei fantastica.

PRISCILLA - Grazie… (Torna seria) questo, però, non mi da accesso alle tue confidenze, vero?

LARA - In un certo senso, sì.

PRISCILLA - Che significa?(Amareggiata)

LARA - Vedi, tesoro, quando sto con te, sono spensierata, allegra. Proprio per questo non riesco a raccontarti

            le cose tristi che mi sono capitate e mi capitano.

PRISCILLA - O perché, secondo te, sono troppo “leggera”?

LARA - Scherzi? Durante i tuoi momenti difficili, anche se evitavi di parlarne, ho conosciuto una Priscilla di

 “spessore”. Io ero li, con te...

PRISCILLA - … ed io non posso ricambiare?

LARA - (Fa un lungo respiro, prende sottobraccio P) Questa sera, dai buca al “figaccione” di turno, vieni a cena             da me…

PRISCILLA - … davvero? Posso anche restare a dormire? (L annuisce) Che figata. E mi racconti tutto? (L

 annuisce ancora, sorridendo) Proprio tutto, eh?

LARA - Ricordati di avvertire il “cavaliere”.

PRISCILLA - Eh, a sì.(Riflette, si allontana da lei poi la guarda intensamente) Mi sa che stasera devo raccontarti

            un po’ di cose anch’io… (L la guarda sorpresa) già…

(Suona il telefono, L risponde)

LARA - PRONTO… … AH, SI, VUOI ANCHE ME?… … VENIAMO.(Mette giù) Era la “capa”. Andiamo ci

            aspetta.

PRISCILLA - Lara.

LARA - Sì?

PRISCILLA - Ci vogliamo bene, noi?

LARA - (La prende sottobraccio e si avvia verso l’uscita) Certo, “Bella topolona”.

(Ridono e uscendo posizionano il tavolo/scrivania vicino la quinta e portano via le sedie. Cambia lo sfondo, ora è laporta di un ascensore. Il palcoscenico è al buio per metà. ArrivanoR e A)

Scena V

Rossella e Alessia

ROSSELLA - Allora, venerdì?

ALESSIA - Sì. Andiamo in quella pizzeria… quella della volta scorsa. Va bene?

ROSSELLA - Certo. Non c’è troppa confusione. Si può parlare.

ALESSIA - È un po’ che non ci facciamo una bella chiacchierata tutt’e quattro.

ROSSELLA - Già. Probabilmente abbiamo tanto da dirci…

ALESSIA - … (Sorride) credi sia il caso di buttar giù un ordine del giorno?Naturalmente te ne occupi tu?

ROSSELLA - (Sorride anche lei) Non perdi mai l’occasione per sfottermi.

ALESSIA - Mi piace farlo con tutti, ma con te c’è un gusto particolare.

ROSSELLA - Ah si? Perché?

ALESSIA - Perché tu… (Si ripara con le mani) “vai in puzza”.

ROSSELLA - (Torva) Piccola str…

ALESSIA - … cosa sento? Mi stai dando della st… (Fa un gesto come per dare un pugno a R)e “piccola”, anche?

            (Si apre la porta dell’ascensore) Andiamo, entra qui.

ROSSELLA - Non è che mi uccidi, in ascensore?

ALESSIA - Tu sali e poi vediamo… (Ridono entrambe) tranquilla, non farei male a una mosca. (Le cinge le

            spalle con fare cameratesco) Un caffè al volo?

ROSSELLA - Ok, Boss.

(Entrano in ascensore. Cambia lo sfondo, ora è la casa di L. entrano L e Pcon due sedie, spingono il tavolo al centro, mettendo le sedie sopra. Sono in ciabatte e hanno in mano, ognuna, una tazza. Mettono giù le sedie, coprono il tavolo con un telo e siedono)

Scena VI

Priscilla e Lara

PRISCILLA - Quindi ha cominciato a essere violento, quando ha lasciato il lavoro in banca, per mettersi in

proprio?

LARA - Non ha “lasciato il lavoro”, è stato, in pratica, licenziato. Aveva dei debiti di… gioco… (Le costa fatica

parlarne) cominciava a bere. In banca hanno cercato anche di aiutarlo. C’erano delle persone, dei colleghi che lo conoscevano da anni. Hanno tentato di convincerlo a smetterla con il gioco e con il bere… (Si blocca, riflette, fa un gesto con la mano, come per scacciare un pensiero) alla fine hanno rinunciato e l’amministrazione l’ha “gentilmente invitato a dimettersi”. Gli hanno usato anche questa cortesia.

PRISCILLA – Cortesia un corno! Mettono in mezzo alla strada un padre di famiglia, perché beve? Potevano

            chiedergli di farsi curare e…

LARA - … rubava…(P è impietrita) cioè, faceva degli “impicci” con i conti dei clienti.Sechiedevano un prestito,

li indirizzava presso una “finanziaria”… (Sorride amaramente)in pratica, liconsegnava a uno strozzino e ci prendeva la percentuale. Deve ringraziare la banca che non l’ha denunciato e mandato in galera. Poi, con i soldi della liquidazione, aprì l’agenzia immobiliare, ma anche quella andò male: continuava a bere, giocare…

PRISCILLA - A cosa giocava?

LARA - Non lo so. So solo che perdeva sempre e più perdeva, più ci si buttava a capofitto… (Sospira) ed io

            dovevo dargli i soldi per… per non farlo pestare di botte dai creditori.

PRISCILLA - Tutto ciò deve averlo colpito duramente e…

LARA - … e ha sfogato rabbia e frustrazioni su di me. È diventato violento, cattivo…

PRISCILLA - … ti picchiava?

LARA - Non solo.

PRISCILLA – Cioè?

LARA - Nell’intimità era brutale… (Ha un brivido) io non contavo niente, ero un giocattolo… (P le sfiora il

braccio) mi ha fatto odiare gli uomini. Ho dimenticato cosa si prova quando ti accoccoli sul petto di un uomo, quando è lui a farlo. La tenerezza, la complicità… l’amore… non ricordo più niente.

PRISCILLA - Ora è normale, vedrai che proverai ancora quelle sensazioni…

LARA - … lo vorrei tanto, ma se continua a tormentarmi? Anche solo sentirlo per telefono, mi fa star male.

            Ogni volta mi ritornano in mente le cose che ha fatto a me e a… a mia figlia…

PRISCILLA -… era così anche con la bambina?

LARA - La sgridava di continuo, qualche volta l’ha picchiata e se non fossi intervenuta io, beccandomi le

botte, le avrebbe fatto male. Era costretta ad assistere ai nostri litigi… (Riflette) litigi? Era sempre e solo lui che urlava, fracassava cose e poi se ne andava.

PRISCILLA - Quindi “altro”, non ha fatto alla bambina?

LARA - No. Confesso, ho vissuto nel terrore che accadesse, anche se non pensavo potesse arrivare a

            un’aberrazione tale e… (Sospira) ho avuto ragione.

PRISCILLA – Tua figlia ti dice “tutto”? Potrebbe non voler dire certe cose…

LARA - … è possibile, ma me ne accorgerei. Non è stato un buon padre,ma non è andato oltre… (Si morde il

            labbro) qualche schiaffo di troppo… (Laconica) “l’altro” era riservato a me.

PRISCILLA – Non è stato sempre così?

LARA – No, no! Sto con lui da ventidue anni. L’ho amato tanto, era un ragazzo meraviglioso! Bello, dolce…(Si

            prende il viso tra le mani) è stato il mio primo e unico…

PRISCILLA - … lo so, me ne hai parlato! Quando è cominciato l’inferno?

LARA - Tutto è iniziato sette anni fa. L’alcool, il gioco… (Riflette) le violenze. Mi sono chiesta se fosse colpa

mia…(P la guarda contrariata) in questi casi, è comprensibile che ci si possa sentire responsabili, magari involontariamente, di quanto succede! Se non altro per trovare una giustificazione…

PRISCILLA - … è per questo che non lo hai lasciato prima?

LARA – Sì

PRISCILLA – Non hai mai pensato di denunciarlo?

LARA – Sì, ci ho pensato, ma, per paura, ho rinunciato.

PRISCILLA – Perché?

LARA – Leggevo di casi simili al mio, di donne che avevano denunciato la violenza… (Dura)dopo quella fisica,

erano costrette a subirne un’altra, più subdola, quella morale! Le insinuazioni e i sarcasmi degli avvocati, le curiose morbosità dei giornalisti e della gente. La giustizia, poi, non le tutelava abbastanza. Le pene inflitte agli uomini, quando non ne uscivano assolti,  erano… irrisorie! Troppo spesso liberi di continuare a tormentarle… arrivando, in alcuni casi a…(rabbrividisce)ucciderle! Per vendetta o perché non si rassegnavano alla “perdita di possesso”!

PRISCILLA – Ora ci sono leggi e tutele diverse…

LARA - … sì, ma quello che deve cambiare non è solo la legge! (Guarda,dritta negli occhi, P)La mentalità,

l’educazione, devono cambiare! È in famiglia che si deve insegnare, fin da bambini, a maschi e femmine, il rispetto per gli altri e per se stessi! Dobbiamo  crescere con bene chiaro in testa che nessuno è proprietà di qualcun altro!

PRISCILLA –(Annuisce pensosa) Ed è andata sempre peggio

LARA - Due anni fa, qualcosa è cambiato:ebbe un malore, in ospedale gli diagnosticarono un’insufficienza

cardiaca. Gli proibirono di bere, fumare e di fare sport faticosi… (Sorride sempre amaramente)sport faticosi, come picchiare e brutalizzare me, ad esempio.Pensavo che, dopo di ciò, si sarebbe calmato, invece peggiorò. Divenne ancora più intrattabile, cattivo. Cosciente però che alcune sue “prestazioni” gli avrebbero nuociuto, si ubriacava fino a stordirsi, per non…(Deglutisce) è stato allora che ho cominciato a pensare di lasciarlo, ma sono aumentati i sensi di colpa… (P la guarda sorpresa) non ero stata capace di mollarlo, quando era in buona salute. Ora era un uomo debole, non mi sembrava leale. Non è stato facile decidere…(Faticosamente) ci ho messo un anno e mezzo…

PRISCILLA - … Lara, quanto hai sofferto.

LARA - E non è finita! Dopo la separazione, lui è andato a vivere in casa di un suo amico, uno che è sempre

fuori per lavoro… (Sospira) ma appena può viene qua, mi chiede dei soldi. Mi sta dissanguando. Non ha reddito, è senza lavoro… (Beve un sorso dalla tazza) l’agenzia è fallita e i soldi della banca se li è giocati tutti.

PRISCILLA - Tua figlia come vive la situazione?

LARA - Non vuole più vedere il padre, anche se lo ama più di ogni altra cosa al mondo, ma ha subito troppe

            cattiverie e preferisce così.

PRISCILLA - Dov’è ora?

LARA - Dai nonni, sta lì per qualche giorno.

PRISCILLA - Dai tuoi?

LARA - No, dai genitori di lui. Sono due persone meravigliose, non si meritano un figlio così.Da anni soffrono

anche loro per questo. Mio suocero l’ha anche affrontato, da uomo a uomo, ha minacciato di pestarlo a dovere, se non avesse smesso di tormentare me e sua nipote.

PRISCILLA - E lui?

LARA - Lui, con la sua migliore faccia da… insomma hai capito… gli ha risposto cheerano fatti suoi e che lui

            non doveva intromettersi… “… SE NON TI STA BENE, DENUNCIAMI…” gli ha detto.

PRISCILLA - Quando torna la bambina?

LARA - Domenica sera… (Sorride) bambina? Ha quindici anni, non è più una bambina. Quello che succedeva

in famiglia l’ha fatta maturare in fretta… (Deglutisce) non ha avuto un’infanzia spensierata… mi dispiace tanto per lei.

PRISCILLA - Mi rendo conto che, al confronto di quello che hai passato tu, il mio periodo “nero” non era

nulla. Nonostante ciò, mi sei stata vicina e di grande aiuto! Vorrei tanto aiutarti io, adesso… (L le prende la mano) dimmi cosa posso fare per te.

LARA - Lo stai facendo. Parlare di queste cose, con te, mi fa bene, tanto.

PRISCILLA -Davvero? (L annuisce) Avrei potuto farlo da tempo… (Abbassa lo sguardo) ma…

LARA - …ma dovevi superare i tuoi problemi.(L’accarezza) Mi piaceva il modo con cui tigettavi alle spalle la

malinconia, i dolori. È andata bene così. Tu riconquistavi la tua solarità, la tua leggerezza ed io, standoti vicina, “archiviavo” le brutture che vivevo.

(Si guardano, sorridono, bevono un sorso di camomilla)

PRISCILLA - Qualche volta, posso venire a prenderti, andiamo al mare, a fare un giro in centro, così, senza

            preavviso?

LARA - Quando vuoi. C’è bisogno di preavvisi, tra di noi?

PRISCILLA - Ho sempre timore di essere invadente…

LARA - … finiscila! Quale invadenza?(Le accarezza la testa) Piuttosto come farai a disdire gli appuntamenti

            con tutti quegli uomini che ti sbavano dietro…

PRISCILLA - (Rizzandosi e sorprendendo L)… ma quali appuntamenti, quali uomini? Quella è una

            “chiacchiera” che qualcuno ha messo in giro.

LARA – Come: “Una chiacchiera”?

PRISCILLA - Non esco con un uomo da almeno un anno… (L è sorpresa) mi hanno stancato… (L la guarda

con gli occhi spalancati) non in quel senso, tranquilla, mi piacciono ancora…(L tira un sospiro di sollievo) ma sono delusa dai loro comportamenti. È sempre più difficile trovare un uomo con cui sia bello e appagante andarci a letto, ma anche parlarci, condividere interessi, provare emozioni comuni…

LARA -… davvero?

PRISCILLA - … cioè: è quasi impossibile trovare tutto in un solo uomo.(Silenzio, L la guarda con tenerezza)

            Uno lo avevo trovato, ma…

LARA - … ma,Luciano, se n’è andato cinque anni fa…

PRISCILLA - … per due anni non ho voluto avere storie, ero ancora scossa per la sua morte. Mi tornava alla

mente tutta la sua malattia, le cose che ci dicevamo… (Deglutisce) gli uomini non m’interessavano. Poi ho cominciato a frequentare qualcuno… (Guarda L) uno o due me li hai presentati tu, ricordi? (L annuisce) Mi piaceva molto tuo fratello, ma era “sposatissimo” e tu mi avresti cavato un occhio, se mi fossi avvicinata a lui…

LARA - … non lo avresti mai fatto… e non solo perché era mio fratello.

PRISCILLA - Vero.(Sorride) Ho avuto dei “flirt”, nei successivi tre anni.Un paio potevano essere quelli giusti,

ma andavano alla grande solo dalla cintola in giù.(L la guarda severa) Oh, è la verità. Poi ci son stati altri che erano divertenti, colti e… basta.(L sorride) Allora ho deciso di starmene alla finestra, prima o poi arriverà… arriverà…

LARA - … un altro Luciano?

PRISCILLA - Impossibile.(Pausa, scruta L) Che ne dici di aspettare, anzi, di cercare,“l’uomo della nostra

            vita”, insieme…

LARA - … volentieri, ma, per ora,non sono nelle condizioni mentali adeguate…

PRISCILLA - … beh, una volta che ti sarai liberata, definitivamente, di tuo marito…

LARA - … dovrebbe morire, perché ciò accadesse.

(Silenzio, P guarda L seria, poi si concentra su un punto lontano)

LARA - (La guarda sospettosa, si alza, prende la tazza di P) Vuoi un’altra tazza di camomilla?

PRISCILLA - (Sembra non sentirla, è ancora assorta, abbozza un mezzo sorriso, annuisce, sgrana gli occhi e poi

            scaccia il pensiero) Cosa, camomilla? Meglio una cicuta… ehm… cioè, una tisana.

LARA - (Aggrottando le sopracciglia) Priscilla, stai bene?

PRISCILLA - Oh, sì.(si alza) Vada per il bis di “camomilla”.

(Uscendo portano via le sedie e il telo. Cambia lo sfondo, ora è la porta di una trattoria. Entrano tutte, ognuna con una sedia al seguito, mettono sultavolo una tovaglia a quadretti, le sedie intorno, si siedono e consultano i menù)

Scena V

Priscilla, Rossella, Alessia, Lara e Cameriere

PRISCILLA - Io prendo una Quattro formaggi…

ALESSIA - … così saprai di gorgonzola, dopo. Come farai con il tuo “accompagnatore”?

PRISCILLA - Vado a dormire da Lara.(Trionfante) Sono lìda mercoledì sera…

ALESSIA - … quindi è la terza notte che dormi da lei? (P annuisce, addentando un grissino) La cosa mi lascia

            perplessa.

LARA - Perché?

ALESSIA - La nostra Priscilla che passa tre notti senza uomini… (Guarda sospettosa L) non mi dire che porta

            qualche ospite, anche per te.

LARA - Ti va sempre di scherzare…

ALESSIA - … no, no. Non scherzo affatto. Ve li tenete solo per voi? Belle amiche.Hai capito Rosy… (R la

            guarda torva) ROSSELLA, scusa.

ROSSELLA - Che cosa dici? Scegliamo ‘sta pizza.

LARA - Prendo una Margherita.

ROSSELLA - Anch’io.

ALESSIA - Io prenderò una Diavola…

LARA - … e ti pareva.

ALESSIA - Birra chiara alla spina, per tutte?

ROSSELLA, PRISCILLA e LARA - Ok, Boss.

ALESSIA - (Fa un cenno in direzione delle quinte di dx. arriva un cameriere, cinquantenne, capelli divisi

perfettamente a metà, con molta brillantina, baffetti curati, elegantissimo, gilet e pantaloni da smoking, camicia con colletto ala, polsini con gemelli e farfalla nera, troppo per una pizzeria. A lo squadra da capo a piedi e poi ordina) Allora due Margherita, una Quattr…

PRISCILLA - … no, ho cambiato idea. Una Capricciosa…

ALESSIA –(Rassegnata)Ricapitoliamo: due Margherita, una Capricciosa e una Diavola… (Il cameriere fa per

dire una cosa) quattro medie chiare… (Il cameriere tenta di dire qualcosa) le pizze saranno pronte in dieci/quindici minuti, vero? (Ancora un tentativo del cameriere) Bene, intanto può portarci da bere, grazie.(Il cameriere va via indispettito. A lo segue con lo sguardo) L’altra  volta ci ha servito quel bel moretto… (Indica un punto) stasera c’è toccato “Hercule Poirot”! (Mima l’acconciatura del cameriere. Le altre ridono) Secondo voi è muto?

ROSSELLA - Ma se non gli hai dato il tempo di rispondere?

ALESSIA - Io? Non mi pare.

LARA - Che faccia di bronzo.

ALESSIA - Scusate se torno sul precedente discorso… (Le altre sorridono) così sono due notti che dormi da

            Lara… (Rivolgendosi a P) chissà quante cose vi siete raccontate?

LARA - Beh, ho “aggiornato” la nostra amica. Ora siete informate tutt’e tre in egual misura… (Guarda R che

annuisce) mi sembrava doveroso. Dopotutto, quando lei ha attraversato un periodo negativo, io sapevo tutto ed ho potuto esserle vicina.

ALESSIA - La dolce Priscilla ha attraversato un brutto periodo? Mi resta difficile immaginarlo…

PRISCILLA - … eppure è stato così.(La scruta) Strano, ho la sensazione che tu, non hai mai sofferto molto. Ti

            vedo e sento così forte…

ALESSIA - … io, forte? Beh…

LARA - … ehi, Boss, allora sei “umana” anche tu?

ALESSIA - Lo sono stata.

ROSSELLA - Lo sei.

LARA - Alt. Qui c’è qualcuno che sa e qualcuno che non sa. Non è corretto, amiche del “tavolo”.

ALESSIA - Non vorrete stare a sentire le cose tristi del mio passato? (Silenzio. A guarda R che le fa cenno di

procedere) Rossella le conosce… quindi è giusto che le conosciate anche voi… (L e P annuiscono) d’accordo… (Arriva il cameriere con le birre) oh, ecco da bere.(Il cameriere posa le birre, accenna a dire qualcosa) grazie, manca molto per le pizze? (Il cameriere è inebetito, ma non gli da il tempo di rispondere) Vabbè, non c’è problema… grazie.(Il cameriere va via costernato)

PRISCILLA - Perché lo tratti così? Sembra una brava persona.

ALESSIA - Volete sentire il mio racconto, sì o no? Non vorrete che lo faccia con quello in mezzo alle p… (R la

            fulmina con uno sguardo) scatole?

PRISCILLA - Allora racconta.(R e A. annuiscono)

ALESSIA - Ho avuto una storia molto, molto importante… qualche anno fa. Lui era più grande di me… lo

conoscevo fin da bambina.Amico di mio zio… (Sorride) chiamavo “zio” anche lui… (Tira su col naso) avevo venti anni e lui… quaranta, quando… quando è iniziata! Siamo stati insieme per dodici anni. Mi dava sicurezza, mi sentivo protetta, coccolata…

PRISCILLA - … hai avuto problemi con tuo padre, da piccola?

ALESSIA - Ha lasciato mia madre quando io avevo due anni e da allora, non l’ho più visto ne sentito.

PRISCILLA - Naturale, quindi, che tu abbia identificato in quell’uomo,molto più grande di te, una figura

            paterna.

ALESSIA - Sarà stato anche così, ma io non ci pensavo. Lo amavo, lo adoravo e lui faceva altrettanto…

            almeno fino al giorno che se n’è andato…

PRISCILLA - … è morto?

ALESSIA - … noo! Mi ha lasciata per una ventiseienne…

LARA - … una con la metà dei suoi anni? In fondo tu avevi vent’anni e lui quaranta,se ricordo bene… (A

annuisce)quando avrà sessanta anni ne troverà una di trenta e a settanta una di trentacinque, poi, a ottanta…

ROSSELLA – (Trattenendo una risata) … dai, Lara. Sei proprio una contabile incallita!

PRISCILLA – Così facendo, però, non saprà mai cosa vuol dire fare l’amore con una quarantenne! (Si

            accomoda i capelli, civettuola)

ROSSELLA – Priscilla! Credete davvero che faccia di questi calcoli?

ALESSIA - Sembra strano, ma potrebbe essere andata proprio così.

LARA –(Torna seria) Ne hai sofferto molto?

ALESSIA - Non molto, moltissimo, anzi: DI PIU’.

PRISCILLA - Povera cara.(Le accarezza la mano) Hai avuto qualcuno vicino, che ti ha aiutato? Che so, tua

            madre…

ALESSIA - (La guarda inferocita. P si ritrae, impaurita. R ride di gusto, L non capisce) Mia madre? Non me ne

parlare. Io abito sul suo stesso pianerottolo… (Le altre la guardano interrogative) era continuamente li, a “consolarmi”, a dirmi di uscire, vedere gente, che ero troppo giovane per chiudermi in me stessa.(Sospira) Per non far soffrire anche lei e soprattutto per non farmi scassare le… (Guarda R che rimane impassibile) scusate… ho cominciato a inventare serate con amici o con spasimanti. Volevo farle credere che non stavo male. Insomma… mi truccavo, mi vestivo elegante e uscivo. Prima di uscire, andavo da lei e le raccontavo delle bugie stratosferiche: che andavo a ballare, a teatro o che uscivo con uno pieno di soldi e molto affascinante. Invece… (Arriva il cameriere con le pizze) che tempismo. Poteva farmi finire il racconto… (il cameriere è confuso, rimane immobile, fissandola, con le pizze in mano) le ha portate per farci sentire l’odore? Dia qua.(Si alza e comincia a distribuire le pizze. Le altre ridono senza ritegno, il cameriere è sempre più imbambolato) La Capricciosa a questa straf… bella ragazza qui. Le Margherita per Rosy… (R alza gli occhi al cielo) e per Lara e la Diavola… “por moi”. Può andare, grazie ancora.(Il cameriere va via tramortito)Ve l’ho detto che è muto.(Le amiche, ormai, sono senza fiato) Mangiamo?

LARA - (Faticando a parlare per il gran ridere) Assolutamente no, se non ci dici “l’invece”.

ROSSELLA e PRISCILLA - Giusto. Dicci “l’invece”.

ALESSIA - (Guarda la pizza, sospira) Invece prendevo la macchina, giravo per ore, senza meta e piangevo,

piangevo. A volte ero costretta a fermarmi per quanto piangevo.Mi struccavo tutta, diventavo una specie di clown triste.Tra un singhiozzo e l’altro gli dicevo tante di quelle parolacce…

PRISCILLA - … a chi le dicevi?

ALESSIA - Al mio unico, grande, insostituibile… amore. Li mortacci sua.

(Esplodono tutte in una grande risata, R è la più divertita)

ALESSIA - Adesso mangiamo.

(Si buttano sulle pizze, continuando a ridacchiare)

PRISCILLA – Ale, scusami, ma dopo quella specie di “Girolimoni”, hai avuto altre storie?

(L e R smettono di mangiare e fissano A che invece continua e non risponde)

LARA – Ehi, Boss, hai sentito la domanda di Priscilla?

ALESSIA – (Riluttante depone le posate, guarda, a una a una, le amiche, sospira) Sì, ne ho avute un paio…(Fa

            per riprendere le posate, ma R le mette una mano sul braccio) si fredda!

ROSSELLA – Vorrà dire che te la facciamo scaldare, ma ora racconta…

LARA - … sì, dai! Non è carino lasciarci così!

ALESSIA – (Rassegnata) Va bene… (Si appoggia alla spalliera della sedia, passa con lo sguardo le altre)per

almeno tre anni non ho voluto saperne di uomini. Poi mi son detta: “Ale, sei giovane, piacente, chi te lo fa fare a stare così?”. Mi son messa sulla piazza!

LARA – Brava, quindi?

ALESSIA - Il primo era un giocatore di Rugby… (Socchiude gli occhi, ricordando, si morde il labbro inferiore)

            ventidue anni, un fisico da paura e…

TUTTE - … e?

ALESSIA – Eeee… ! (Sorrisetto)

LARA – Questo, quando è stato?

ALESSIA – Quattro o cinque anni fa…

ROSSELLA - … non fare la falsa distratta, sii più precisa!

ALESSIA – Cinque anni fa!

LARA – Ventidue anni… (Riflette) quasi un “Toy Boy”? Dopo lo “Zio”, ti sei rifatta con il “Nipotino”!

PRISCILLA – Che male c’è? Anch’io ho conosciuto un ragazzo molto più giovane di me e…

(L e R la fulminano con uno sguardo, P si scusa e si zittisce)

ALESSIA – (Non si è accorta, della scena tra le sue amiche)Era bello da morire e non ho resistito…

ROSSELLA - … perché avresti dovuto resistere?

ALESSIA – Appunto!

LARA – Quanto è durata?

ALESSIA – Tre mesi!

LARA – Perché è finita?

ALESSIA – Questione di “maturità”!

PRISCILLA – Troppo ragazzino?

ALESSIA – No! Troppo “adulto”! Mi chiese di sposarlo!

(Le tre amiche si guardano e scoppiano a ridere, subito imitate da A)

ALESSIA – Posso mangiare?

LARA – No! Devi dirci del secondo… (Cerca l’appoggio delle altre che annuiscono) poi, potrai mangiare, anzi,

            potremo mangiare!

ALESSIA – È un terzo grado?(Le amiche si concentrano su di lei) Ok! L’altro è una storia di un anno fa…

ROSSELLA - … e noi non ci siamo accorte di nulla?

ALESSIA – So difendere la mia privacy, molto bene.

LARA – Sei ingenerosa con noi…

ALESSIA - … sono riservata, ecco tutto. (Le amiche non sono convinte) Comunque, Giorgio… si chiama

            Giorgio… è mio coetaneo, bel tipo, buon lavoro, bella testa, divertente…

PRISCILLA - … e? (Maliziosa)

ALESSIA – E… (C.s.)!

ROSSELLA – E… allora?

ALESSIA – Dopo due mesi che ci frequentavamo… (Deglutisce) mi ha detto che aveva moglie e due figli…

LARA - … caz…

ROSSELLA - … LARA!

LARA – Scusa ma non ho potuto fare a meno!

PRISCILLA – Come l’hai presa?

ALESSIA – Più che “come”… “dove”! (Stringe i pugni) Ero innamorata, mi fidavo di lui… (Pausa) non l’ho

            voluto più vedere…

PRISCILLA - … perché? (R e L la guardano sorprese) Se eri innamorata? Forse avrebbe lasciato la moglie e…

ALESSIA - … non lo avrebbe mai fatto ed io non ero disposta a fare “l’amante”! Per carità, non ci sarei

andata a vivere insieme,sto troppo bene da sola, ma se qualcosa doveva esserci, solo “lui e me”! Mi spiego?

(Le altre annuiscono)

ALESSIA-(Fatica a parlare) Poi, martedì, l’ho incontrato, vicino a casa mia, era con una ragazza, molto

            giovane, bella e… (Sorride, forzata) un po’ troia! Di certo non era la moglie…

LARA - … ti ha vista?

ALESSIA – Sì! Mi è venuto incontro, mi ha stretto la mano…(Sempre a fatica) mi sono sentita morire! Gambe

            molli, brivido lungo la schiena e…

LARA, ROSSELLA e PRISCILLA - … eee?

ALESSIA – (Riprendendosi, un po’) Salivazione praticamente azzerata!

(La mandano a quel paese)

ALESSIA – Ho farfugliato un paio di cazzate e lui se n’è andato con la sua troiet… (Occhiata a R) belloccia!

            Insomma, ragazze, mi piace ancora… (Cerca complicità) che ce posso fa’?

PRISCILLA – Ma quanto è FEMMINA, il nostro Boss! (Le da un bacio)

ALESSIA - (Guarda P) Era di questo che non volevo parlare, il giorno dopo, in ufficio.

PRISCILLA – Scusa se sono stata inopportuna…

ALESSIA - … figurati! Insomma, il racconto è finito, la pizza si è freddata e… (Sospira) m’è passata la fame!

            (Beve un sorso di birra)

(Rimangono un po’ in silenzio, pensierose. R si scuote per prima)

ROSSELLA - Ragazze, stasera siamo qui, oltre che per una serata tra amiche, anche per cercare di dare una

            mano alla nostra Lara. Non dimentichiamolo.

PRISCILLA - È vero. La situazione è preoccupante, il marito non la fa vivere, la tormenta. Le sta togliendo

ogni desiderio. Lei è una persona così solare, aperta… (Accarezza L) così si chiude, sempre più! Dovrebbe liberarsene…

ALESSIA - … giusto.(Si alza, brandendo un coltello) Piantagli un coltello nel cuore… (Arriva il cameriere che la

guarda con gli occhi sbarrati. Lei si volta verso di lui, guarda il coltello, lo prende con due dita, schifata) potrebbe portarmene un altro, questo è caduto.(Il cameriere prende il coltello e se ne va, poco convinto) Ora, però, sono senza coltello. Speriamo che “Hercule” me lo riporti presto… (Guarda le altre che non ridono,anzi, sono ammutolite) dov’eravamo rimaste? Ah… (Rivolta a L) vuoi ucciderlo davvero?

LARA - Ale cosa dici?

ALESSIA - Scherzo.(Si siede) Lo so che non saresti mai capace di fare una cosa del genere…(Arriva il

cameriere con il coltello pulito) grazie.(Il cameriere vorrebbe rispondere) Ah, potremmo avere una bottiglia d’acqua? (Ricomincia a mangiare)

(L’uomo se ne va scuotendo la testa. L è impietrita, P guarda R che è rimasta impassibile osservando A)

PRISCILLA - (Si scuote per prima) Potremmo farlo noi.(Le altre si bloccano, si girano tutte verso di lei, A e L la             guardano a bocca aperta. R è seria. Lei continua a mangiare tranquillamente) Dopotutto siamo le sue

            migliori amiche.

ALESSIA - (La guarda severa) Ribadisco: SCHERZAVO.

PRISCILLA - Io non scherzo per nulla.

LARA - Priscilla ti prego.

ROSSELLA - Effettivamente, non è un’idea da scartare…

ALESSIA - … ma che state dicendo? Voi siete impazzite.(Si alza va al proscenio, si rivolge al pubblico) È O

 NON E’ UNA PAZZIA, SOLO PENSARE, DI UCCIDERE UN UOMO?

·Se un uomo risponde: “Sì” –

ALESSIA - Ecco, vedete?(Rivolta alle amiche)

ROSSELLA - Per forza è un uomo. Ma…

·Se una donna risponde: “No” –

ALESSIA - Ma è impazzita anche lei?(Rivolta alla persona che ha risposto)

ROSSELLA - Sa di cosa parliamo. Ma…

·Se un uomo risponde: “No” –

ALESSIA - Alla faccia della solidarietà maschile.(Rivolta al pubblico)

ROSSELLA - Questo, è un uomo. Ma…

·Se una donna risponde: "Sì” –

ALESSIA - Brava.(Rivolta alla persona che ha risposto)

ROSSELLA - No, è fortunata. Ma…

·Se non si capisce quale risposta prevale –

ALESSIA - Abbiamo sollevato un vespaio…

ROSSELLA - … così impari a farti gli affari tuoi.Ma…a chi lo hai chiesto?

ALESSIA - Al pubblico.

ROSSELLA - Allora, ringrazia per l’interesse e torna a sedere.

ALESSIA –GRAZIE!(Al pubblico e torna, mestamente, a sedersi)

ROSSELLA - Dobbiamo solo trovare il modo.

LARA - Rossella, ma…

PRISCILLA - … ha ragione. Vediamo, come potremmo fare?

ALESSIA - Dunque è deciso?

PRISCILLA - Certo.(Riflette, le altre la osservano) Ecco, lo sorprendiamo nel sonno, ognuna di noi vibra una

            coltellata, così non sapremo chi lo ha colpito a morte…

ROSSELLA - … molto: “ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS”… tu saresti la prima sospettata, tutti

conoscono la tua passione per Agatha Christie e risalirebbero immediatamente a noi. Per non considerare il sangue che, schizzando, macchierebbe tutto, comprese noi…

PRISCILLA - … la tua solita fissazione per la pulizia…

LARA - (Inorridita)… cosa state dicendo?

ALESSIA–(Risoluta) Stiamo cercando di aiutarti.(Riflette. Scruta le amiche) La soluzione all’arma bianca è

scartata.(Arriva il cameriere con l’acqua) È frizzante? (Il cameriere sta per rispondere) Potrebbe portarne un’altra, naturale?(L’uomo annuisce e fa per dire qualcosa) Grazie! (Voltandosi verso le amiche. Il cameriere se ne va mordendosi una mano) Un bel colpo di pistola alla tempia, che ne dite?

ROSSELLA - (Scuote la testa) Qualcuna di noi ha una pistola? Anche volendo, non potremmo usarla,

dovremmo procurarcene una, completa di pallottole e silenziatore… (A e P annuiscono serie. L è annichilita)naturalmente al mercato illegale. Avete conoscenze nell’ambiente? Io no. E poi, chi sparerebbe? Oltre a te, Lara,anche noi, in qualità di amiche della vedova, saremmo sottoposte alla prova del guanto di paraffina…

PRISCILLA – … e poi troppo sangue anche in quel caso… (Cerca l’appoggio di R) vero Rossella?

ROSSELLA – (Annuisce)Niente armi da fuoco.(Si concentra)

PRISCILLA - Accidenti, è difficile trovare il modo di far fuori qualcuno.

LARA - Io… io credo che dovreste farvi vedere da uno psichiatra.

ALESSIA - Ascolta: siamo lucidissime e nel pieno delle nostre facoltà mentali. Stiamo progettando un

            omicidio al solo scopo di non mandare te, da uno psichiatra.

PRISCILLA - Proprio così. Se non vuoi diventare pazza, devi liberarti di quel mostro.

LARA - È lui il mostro? Siamo sicure?

ROSSELLA - Vuoi o no che ti aiutiamo? (L sospira, guarda, una a una, le amiche e poi annuisce, rassegnata)

            Bene. Avanti con le proposte.

(Si concentrano tutte. Arriva il cameriere, vorrebbe dire qualcosa, ma loro non si accorgono nemmeno che è li.

            Ha un gesto di disappunto e se ne va. Le donne si scuotono)

PRISCILLA - Non ci rimane che il veleno.

ALESSIA –Brava.Lavoro pulito, niente sangue, niente impronte, ne armi, guanti di paraffina… (Guarda R) si

            dice cosi, no? (R annuisce con sufficienza) Lo imbottiamo di veleno per i topi…

ROSSELLA - … ecco la cazzata.(A la guarda a bocca aperta) Si deve usare qualcosa che uccida provocando un

            infarto.Un veleno, le cui tracce non devono essere rilevabili dalle autopsie.

LARA - Esiste?

ROSSELLA - Credo venisse usato dalla CIA o dal KGB… abbiamo amici fidati, all’interno di quelle

            organizzazioni? (Le altre fanno cenno di no)

PRISCILLA –Scusate, il KGB esiste ancora?

ALESSIA - Si chiamerà in altro modo, ma son sempre loro.

PRISCILLA –Ah, sì? (A annuisce) Dove lo troviamo un veleno del genere?(Si blocca, s’illumina) Rossella, hai

            parlato d’infarto?

ROSSELLA - Sì.

PRISCILLA - Lara tu mi hai detto che lui ha problemi con il cuore, vero? (L annuisce) Perfetto, gli

procureremo un infarto.

ALESSIA - Come?

PRISCILLA –(Tocca il braccio di L) Quello che hai raccontato a me, lo sanno anche loro?

LARA - Di che parli?

PRISCILLA - Del fatto che, ultimamente, evitava di avere rapporti a causa del suo cuore malandato?

LARA - Esatto.

ALESSIA - Dove vuoi arrivare?

ROSSELLA - Lasciala finire.

PRISCILLA - Lo uccidiamo con il sesso.

ROSSELLA - Spiegati.(Seriamente interessata)

PRISCILLA - Gli facciamo fare sesso fino a farlo schiattare.

ALESSIA - Che cosa intendi con: “... gli facciamo fare... ”?

ROSSELLA - Geniale. Tu, Lara, lo inviti a casa tua, ci saremo anche noi, nascoste, gli fai un po’ di “moine”,

poi arriviamo noi, lo immobilizziamo e, a turno, lo brutalizziamo.Fino a farlo crepare. Intendevi questo, no? (Rivolgendosi a P)

PRISCILLA - Non si sarebbe potuto dir meglio.

ALESSIA - Ma che schifo.

ROSSELLA - Pensi che a noi possa piacere? Lo facciamo solo per lei. (Indicando L. resta pensosa)È la legge del

            “contrappasso”.

ALESSIA - Dante, la tua ossessione.

ROSSELLA - Puoi anche vederla così: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”.(A e P approvano. L fa una

            smorfia) Quando vogliamo mettere in atto il piano?

PRISCILLA - Domani sera.

LARA - Do… domani sera?

PRISCILLA - Sì, sei sola, tua figlia è dai nonni. Io sono libera… tu Ale?

ALESSIA - Absolutely.

PRISCILLA - Rossella, tu? Problemi con il consorte?

ROSSELLA - È fuori per un torneo di biliardo e i ragazzi sono al mare. Ci sto.

(Silenzio. Riflettono. Arriva di nuovo il povero cameriere con la bottiglia di acqua naturale. Le vede ancora

assorte. Stappa la bottiglia, la posa sul tavolo, sta per dire qualcosa, ma loro non lo degnano di uno sguardo. Le manda a quel paese con un eloquente gesto delle braccia e se ne va. Si scuotono, si guardano)

ALESSIA - (Si alza, imitata dalle altre. Allunga il braccio destrodi fronte a se con la mano aperta) Allora siamo

            d’accordo? (Le altre allungano le braccia e sovrappongono le mani a quella di A)

ROSSELLA, LARA e PRISCILLA – Siamo d’accordo.

ALESSIA - (Ritira la mano, citando Totò) Aaahh, SIETE d’accordo? (Le altre la guardano minacciose. Lei

allunga di nuovo il braccio e mette la mano sulle loro) SIAMO d’accordo. (Si abbracciano. A fa un cenno al cameriere che è comparso sulla porta e si avvicina) Il conto, per favore… (Il cameriere ha un gesto di sollievo e fa per andare) scusi.(Il cameriere s’irrigidisce, si gira lentamente con lo sguardo truce) Vi va un brindisi? (Rivolta alle amiche che annuiscono e si siedono) Cameriere, champagne… e il conto.(Largo sorriso del cameriere che si eclissa)

(Chiacchierano tra di loro. Sottofondo musicale. Arriva il cameriere con lo Champagne. Posa il secchiello, i

 bicchieri e il conto sul tavolo. Stappa e versa nei flûtes che porge alle donne)

ALESSIA - Alla nostra.(Alza il bicchiere, imitata dalle altre. Beve un sorso, poi guarda il cameriere che è rimasto

con la bottiglia in mano a guardarle) Prenda un bicchiere anche lei, brindi con noi.(Il cameriere posa la bottiglia, scappa tra le quinte, esce con un flûte, si versa da bere e fa per dire qualcosa) È sposato, lei?(Non gli da il tempo di rispondere) Vabbè, è lo stesso.(Bevono tutte. Il cameriere rimane imbambolato con il bicchiere in mano, non beve)

PRISCILLA - (Finisce di bere, prende il conto e la borsa. Al cameriere) Paghiamo alla cassa? (Il cameriere

            annuisce stordito)Andiamo, ragazze.

(Prendono le borse ed escono lasciando l’uomo in mezzo alla scena, con il bicchiere in mano, frastornato. Si

            scuote, comincia a sparecchiare, poi si volta verso il pubblico e srotola un cartello, dove è scritto)

AH, LE DONNE!

FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

Scena I

Rossella, Lara, Priscilla e Alessia

(Casa di Lara. Tavolo al centro, coperto con il telo del primo atto, quattro sedie – L cammina nervosamente avanti

            e indietro, R è seduta. L si ferma alle sue spalle)

LARA – Come abbiamo potuto decidere tutto, così in fretta?

ROSSELLA – A volte, le decisioni d’impulso, sono quelle giuste.

LARA – Appunto: a volte!Non è una regola. Siamo delle pazze…(Silenzio pesante) e… e poi…

ROSSELLA - … cosa?

LARA –È il modo come… come…

ROSSELLA –(Freddamente)… come lo uccideremo?

LARA – (Ha un brivido) È naturale o indotta, questa tua freddezza?(R non risponde) Farai sesso con un uomo

Che non è tuo marito… per… per… (R è sempre impassibile) UCCIDERLO. Insomma, come puoi essere così tranquilla …

ROSSELLA - … l’ho già fatto una volta.

LARA – (La guarda strabiliata, si appoggia alla spalliera della sedia, si sporge verso R che è rimasta impassibile)

            Hai ucciso un uomo?

ROSSELLA – Che cosa dici, Lara… (La invita a sedersi) ho “fatto sesso”, con un uomo che non era mio

marito!(L riprende fiato e scuote la testa)È successo dieci anni fa, mio marito era sull’orlo del fallimento, la sua impresa non aveva più commesse. Uno dei creditori era particolarmente accanito nel pretendere i pagamenti. Era un suo amico, compagno di scuola. Lo conoscevo anch’io da tanti anni. Potevamo aspettarci un simile comportamento da chiunque, tranne che da lui.

Non riuscivo a capire il perché di tanta insensibilità. Era il creditore più forte quindi, se avesse concesso una proroga,avrebbe salvato mio marito… (Sospira, si torce le mani, L si rende conto che la sua freddezza sta venendo meno. Le prende la mano) proprio in quei giorni arrivò una bella commessa dall’estero che, in quattro o cinque mesi, avrebbe portato i soldi per saldare i debiti. Tutti gli altri creditori si dichiararono disposti ad aspettare.Lui no! Pretese il pagamento entro cinque giorni.(Si ferma di nuovo, guarda L, abbassa lo sguardo)

LARA – Che stronzo.

ROSSELLA – (Ricomincia a parlare) Mio marito era disperato, sicuramente pensò anche al suicidio.(Sospira)

Bisognava fare qualcosa. Decisi di andare a trovare quell’uomo, in fondo conoscevo bene sua moglie, i suoi figli, speravo di farlo ragionare. Non lo dissi a mio marito.

LARA – Perché?

ROSSELLA – Me lo avrebbe, sicuramente, impedito. Orgoglioso com’è.(Sospira) Ci andai, mi accolse

benevolmente… capì subito il perché… (Fatica a parlare) non perse molto tempo a spiegarmelo. In poche parole mi disse che era, da sempre, invaghito di me… (Guarda L) capisci? “Invaghito”, disse, non “innamorato”… voleva prendermi, come si prende un… una fetta di dolce al quale non si può resistere.Mi propose di fare sesso con lui, in cambio avrebbe concesso, a mio marito, sei mesi per saldare il debito.

LARA – Porco maledetto… almeno fosse stato innamorato…

ROSSELLA - … sarebbe rimasto un porco: non si compra l’amore né si baratta.

LARA – (Annuisce)Quindi?

ROSSELLA – Lo facemmo li, nel suo ufficio… per superare lo schifo mi concentrai su altro e… e riuscii quasi

a sdoppiarmi. Ebbi l’impressione di essere all’esterno del mio corpo e di vedere quel maiale che ansimava, diceva ogni genere di porcherie… ma non le diceva a me. Lo stava facendo con un corpo che non mi apparteneva… una bambola. Finito “l’esercizio”, l’unica cosa che disse fu: “Domani chiamerò tuo marito… sei mesi, non di più.”, andò alla finestra, dandomi le spalle e sistemandosi la camicia e i pantaloni.

LARA – E tu, come ti sei sentita?

ROSSELLA – Rossella era sollevata, anche felice, tutto si sarebbe sistemato. L’altra, la bambola, aveva solo

            un gran bisogno di fare una doccia, per togliersi di dosso l’odore di quell’infame.

LARA – Non gli hai detto niente?

ROSSELLA – Niente. Mi faceva schifo anche rivolgergli la parola.

LARA – Pensasti di ucciderlo?

ROSSELLA – Sì, ma non sarebbe servito.

LARA – Credi, dunque, di poter fare così, anche… dopo, con… (È  scossa. CAMPANELLO, salta in piedi)Dio

mio, è già qui?

ROSSELLA – Saranno Alessia e Priscilla.

LARA – Che faccio, apro?

ROSSELLA – Ho capito… (Si alza e va ad aprire, entra Priscilla) sola?

PRISCILLA – Alessia mi ha chiamato, ha detto di avviarmi, perché… perché doveva fare una cosa… prima

            di… di venire qua.

LARA – UNA COSA DA FARE? Ma che…

PRISCILLA - … forse non se la sente?

ROSSELLA – O forse… (Riflette) ha pensato fosse il caso di passare in farmacia? (L e P si guardano e

            annuiscono) A noi non è venuto in mente.

PRISCILLA – No.(Prende sottobraccio L) Tesoro, potrei avere una camomilla… (L e R la guardano incredule)

            che c’è di strano? Voi siete così tranquille?

LARA – (Nervosa) Sentite, rinunciamo, non… non è normale quello che stiamo per fare.

PRISCILLA – Ma Lara…

ROSSELLA - … se vuoi, rinunciamo, ma se arriva tuo marito e ci trova qui, cosa gli racconti? Gli hai dato tu,

            un appuntamento. Lui sa che sei da sola.

LARA – Beh, possiamo dirgli che… che non vi aspettavo. Che siete venute qua per caso… che ne so.

ROSSELLA – E ti lasciamo sola con lui?

LARA – No… (Terrorizzata) vi prego. Gli dirò che non voglio stare da sola con lui e preferisco che ci siate

anche voi…

ROSSELLA - … certo, così s’imbestialisce e… e poi lo dobbiamo, veramente, sopprimere e noncome avevamo

            progettato.(Pausa) Cosa c’inventiamo?

CAMPANELLO

(Si guardano l’una con l’altra e poi guardano, tutt’e tre, verso la porta)

CAMPANELLO

(Da fuori si sente la voce di Alessia)

ALESSIA – Sono io. Aprite.(L va ad aprire, entra A) Eccomi qua.

ROSSELLA – Dove sei stata?

ALESSIA – Sono andata a… ehm… avevo una cosa urgente da fare.

PRISCILLA – Sei andata in farmacia?

ALESSIA – Farmacia?

PRISCILLA – Mio Dio, non c’è andata. Come facciamo adesso?

ALESSIA – (Le guarda attonita, poi capisce) Ah, è vero!

LARA – Rinunciamo.

PRISCILLA – Forse è meglio.

ALESSIA – Rinunciamo, perché non abbiamo… un profilattico?

PRISCILLA – Beh, può succedere… (Riflette) anzi, è successo!

(Le altre tre la mandano a quel paese)

PRISCILLA – Possiamo… rimandare.

ALESSIA – (Sarcastica) È successo anche questo?

ROSSELLA – Alessia, ti prego! (Sospira) È un’ipotesi da considerare.

ALESSIA – Confesso che, uscendo dalla… ehm… cioè, venendo qua… (Le amiche la guardano sorprese) avevo

            in mente di proporvi la rinuncia. Pensavo che, in fondo, non se la merita una morte così.

ROSSELLA – Ah, no?

ALESSIA – No! (Le altre la guardano sorprese) Vi ricordate, l’anno scorso, quando è passato a miglior vita,

            coso… come si chiamava? Quello pelato, del personale…

PRISCILLA - … ho capito. Quello, che guardava tutte come se le dovesse spogliare…

ROSSELLA - … ho capito anch’io. Lara, tu? (L annuisce distrattamente) Allora?

ALESSIA – Lo sapete com’è successo, vero?

PRISCILLA – Un infarto.

ALESSIA – Va bene, ma lo sapete in che frangente lo ha avuto? (Le altre si guardano l’una con l’altra. Anche L

sembra attenta e scuotono la testa)No?Era a un meeting, mi pare a Torino o Milano… boh… si è portato una “escort” in albergo… (Le amiche sono attente) e… sul più bello…

PRISCILLA, ROSSELLA e LARA - … sul più bello?

ALESSIA – Gli è preso un “coccolone” e… TATAN… SECCO.

(Le tre donne si guardano e poi guardano A come un’aliena)

ROSSELLA – E con questo? Non colgo il nesso.

ALESSIA – Cercate di ricordare, tra tutti i commenti negli uffici, quelli fatti da più di un collega…(Le altre

scuotono ancora la testa) con la classe che, a volte, contraddistingue i maschietti…(Pausa) cosa hanno detto?

LARA – Potresti dircelo? Tra poco arriva.

ALESSIA – “Ha fatto la mejo morte”.  Ecco cos’hanno detto.(Al pubblico) E NOI GLI FACEVAMO FARE“LA

            MEJO MORTE”?

(Silenzio ognuna è persa nei suoi pensieri. L si scuote)

LARA - È meglio rinunciare.

PRISCILLA, ALESSIA e ROSSELLA – È meglio.

LARA – D’accordo, ma a lui, quando viene, cosa racconto?

ROSSELLA – (Dopo una breve riflessione) Eravamo venute qui per aiutarti, no? Ebbene, cercheremo di far

ragionare la “bestia”. Trovandosi davanti quattro donne, decise, dominerà la sua impulsività e sarà un agnellino.

LARA – Tu credi che…

CAMPANELLO

(Le quattro donne si guardano tra di loro, P si aggrappa alla spalliera di una sedia, A prende la mano di R, A è impietrita)

ROSSELLA – Lara, vuoi che apra io?

CAMPANELLO POI BUSSANO

LARA – No, vado io.(Va ad aprire, prima di farlo si volta verso le amiche che la incoraggiano) Calma.

ROSSELLA – Certo, calma. Abbiamo rinunciato, no? (Le altre annuiscono) Apri.(Si siede, fa sedere anche A e

            P) Rilassate.

(Si sentono dei pugni dati alla porta, il primo forte, il secondo e il terzo quasi più uno strusciare, poi un tonfo)

LARA – (Va ad aprire. Rientra indietreggiando, con le mani tra i capelli)Oddio.

(Ae P si precipitano verso di lei, R va verso la porta)

ROSSELLA – Che succede? (Esce, rientra anche lei indietreggiando, si volta verso le altre che sorreggono L) È…

 è svenuto.

ALESSIA – Cosa? (Va anche lei alla porta. Si china. Si raddrizza, si tappa la bocca con entrambe le mani. Va dalle

            amiche) Non è svenuto. È… è MORTO.

PRISCILLA – Come, morto?

ALESSIA – Morto, ti dico.Gli ho messo le dita sul collo… il cuore non batte.

PRISCILLA – Bisogna praticare subito il massaggio cardiaco.

ROSSELLA – Chi lo sa fare?

PRISCILLA – Io, ho fatto il corso.(Si precipita verso il punto dove c’è l’uomo e si vedrà di spalle, tra le quinte,

 che fa il massaggio)

ROSSELLA – (Schifata) Avrà anche bisogno della respirazione bocca a bocca?

PRISCILLA – (Senza smettere il massaggio e senza voltarsi)La respirazione bocca a bocca fa perdere tempo e

            distoglie dal massaggio cardiaco continuo, che invece è prioritario.

ALESSIA – (L e R si guardano incredule. A le guarda entrambe e poi si rivolge al pubblico) È STATA LA

 MIGLIORE DEL CORSO!

ROSSELLA – Priscilla, hai bisogno d’aiuto?

PRISCILLA – No… almeno per ora… (Comincia ad accusare la fatica)

ALESSIA - … chiamiamo il 118.

ROSSELLA – Io direi che è il caso di chiamare il 113. Priscilla, come va?

PRISCILLA – Non risponde… non ci riesco… accidenti.(La voce è disperata)

LARA – Che… che facciamo?

ROSSELLA – Prima di tutto, siediti. Manteniamo la calma.(Fa sedere L) Priscilla, ti aiuto… (Va da P, le da il

            cambio. P è stremata) Dai, riprenditi… (Ansimante) ti prego… non te ne andare…

LARA - … Rossella…

ROSSELLA – (Si alza, con un gesto fa capire a P di stare vicina a L, poi prende in disparte A) Non c’è più niente

da fare.(A si porta le mani al volto. L urla disperata e P le impedisce di alzarsi) Prima di chiamare il 113…

ALESSIA - … non è meglio il 118?

ROSSELLA – Poi chiameremo anche il 118. Quando arriverà la polizia, dobbiamo dare tutte la stessa

            versione.(A annuisce) Perché siamo qui, noi tre?

ALESSIA – Una normale visita a un’amica.

ROSSELLA – D’accordo, ma se dovessero scoprire che Lara aveva un appuntamento col marito… (Rivolta a

L) lo hai chiamato al cellulare per dirgli di venire qua? (Si avvicina a L) Scusa se ti faccio questa domanda, ora, ma è importante.

LARA – Gli ho mandato un sms. Poi ci siamo sentiti.

ROSSELLA – Cosa c’era scritto in quel messaggio?

LARA – Gli chiedevo di venire a casa mia per parlare, con calma, della nostra situazione…

ROSSELLA - … hai usato proprio queste parole: “con calma”, “nostra attuale situazione”… “casa mia”?

LARA – Più o meno, sì. Ora non ricordo bene.

ROSSELLA – Ecco, come temevo. Se non ha cancellato il tuo messaggio, loro sapranno che avevate un

appuntamento. Normalmente non si dice, al proprio marito, “Vieni a casa mia…”.Non sarà difficile sapere che siete separati. Che ragione c’era,quindi, di essere qui, noi tre, se volevi incontrare tuo marito? (Le altre la guardano speranzose. silenzio)

PRISCILLA – Non possiamo esser venute qua, senza preavviso?

ROSSELLA –(Annuisce e si rivolge a L) Bene, noi siamo capitate per caso. Abbiamo deciso, su due piedi, di

andare a cena fuori e siamo venute a prenderti. Tu non ci aspettavi.(Le amiche si guardano e approvano) Tutto chiaro?

ALESSIA – Sì. Chiamiamo il 118?

ROSSELLA – Prima telefono alla polizia.(Prende il cellulare e forma il numero) PRONTO, POLIZIA?... … SI…

… UN UOMO… … IL MARITO DI UNA MIA AMICA… … SI E’ SENTITO MALE… … E’ QUI’, IN TERRA… … GUARDI, CREDO SIA GRAVE… … COME DICE?SE E’ VIVO? CHE NE SO IO… … MA NON SONO UN MEDICO… … MI SCUSI MA SONO UN PO’ AGITATA… … SI, GRAZIE… … L’AMBULANZA LA CHIAMATE VOI O… … AH, CI PENSATE VOI… … GRAZIE… … COME?... … GIA’, L’INDIRIZZO... … VIA… …(Si defila. A e P si stanno occupando di L)

ALESSIA – Ti prendo un bicchiere d’acqua?

PRISCILLA – Potrei avere una camomilla?

(A e L fulminano con lo sguardo P che è imbarazzata. R chiude la telefonata e torna dalle amiche. la luce si

            spegne e poi si riaccende)

Scena II

Rossella, Lara, Priscilla, Alessia, Medico 118 e Ispettore di polizia

(Ora si sono aggiunte due donne, sono al centro della scena. Una porta l’uniforme da medico del 118, l’altra è in

            divisa della polizia)

ISPETTORE – (Al medico del 118) Cosa mi dice dottoressa?

MEDICO – Infarto fulminante. Comunque sarà l’autopsia a stabilire le cause della morte.(L’ispettore annuisce)

Il massaggio cardiaco che, correttamente, la signora… (Indica P che è seduta, sguardo nel vuoto) ha subito praticato, non è servito a niente.(Riflette) Ispettore, il soggetto ha l’anulare e il medio della mano destra, bloccati insieme da un tutore.

ISPETTORE – Ah, anulare e medio? Strano.

MEDICO – Sembra anche a me… (Riflette) chissà che movimento inusuale deve aver fatto, per causare un

            trauma di quel genere, proprio a quelle due dita.

ISPETTORE – Un tutore, vero? Non un’ingessatura?

MEDICO – Tutore.

ISPETTORE–Uno di quelli che si comprano in farmacia o in una sanitaria?

MEDICO – Sì!

ISPETTORE – Si può supporre che non gli sia stato applicato in un pronto soccorso?

MEDICO – Sì, certo! Ma…

ISPETTORE - … può darmi, a breve, una copia del suo referto?

MEDICO – Lo compilo subito.(Si allontana)

ISPETTORE – (Rivolta a L che è seduta) Signora, mi scusi se le farò alcune, brevi domande…

LARA - … dica pure… commissario.

ISPETTORE – Sono solo ispettore… capo… (Le prende la mano) quanti anni aveva suo marito?

LARA – Cinquanta.

ISPETTORE – Avete figli?

LARA –(Si alza di scatto) Mio Dio… si… devo… devo chiamarla… (P e R si precipitano verso di lei)

ISPETTORE – (Blocca le donne con un gesto) Calma, può farlo domattina. Una ragazza? (L annuisce) Avete

            solo lei? (L annuisce ancora) Dov’è ora?

LARA – Dai nonni… paterni.

ISPETTORE - (Sempre con un gesto invita il medico del 118 ad avvicinarsi. Arriva il medico) Aveva patologie

            accertate… suo marito, intendo?

LARA – Sì, una grave insufficienza cardiaca.

ISPETTORE – (Un’occhiata al medico che annota) Sa dirmi come si era procurato l’infortunio alle dita della

            mano?

LARA – Quale infortunio?

ISPETTORE – Da quanto non vedeva suo marito?

LARA – Da quanto? Da… una settimana.(Abbassa gli occhi)Siamo… eravamo separati.

ISPETTORE – Credo che, per ora, basti.(Breve silenzio) Le devo chiedere di rimanere a disposizione…

(Guarda le altre tre) anche loro, come persone informate dei fatti. (A e R annuiscono) Questo è il mio numero.(Da a R un biglietto)

PRISCILLA – Posso andare in bagno?

ISPETTORE – Ma certo.(P si eclissa) Subito dopo l’autopsia… (Tocca il braccio di L in modo rassicurante) lei,

dovrà procedere al riconoscimento ufficiale.(Si rivolge al medico) Dottoressa, il corpo sarà rimosso dalla polizia mortuaria.

MEDICO – (Sorpresa) Ah. Va bene… (Guarda incredula le donne) allora, noi… andiamo.(Si avvicina a L) Può

prendere qualcosa per dormire… (Si rivolge a A, la più vicina) ne avete?

ALESSIA – No. Tu ne hai Lara?

LARA – No.

MEDICO – Vi porto qualcosa io.(Esce)

ISPETTORE – (Rivolgendosi a R) Una domanda, sola, permette? (R annuisce) Come mai eravate qui a casa

della signora Lara? (R lancia un’impercettibile occhiata alle altre che, istintivamente s’irrigidiscono. il tutto non sfugge all’occhio della poliziotta) Passavate la sera in casa o… (Le guarda tutte) stavate uscendo?

ROSSELLA – Avevamo deciso, Alessia, Priscilla ed io, di fare una sorpresa a Lara. Siamo venute qua, senza

            avvertirla, per uscire e andare un po’ a zonzo, a mangiare qualcosa…

ISPETTORE - … lo fate spesso?

ALESSIA - … non tanto quanto ci piacerebbe.

ISPETTORE – Sapevate che stava arrivando il marito?

ALESSIA – Ce lo stava dicendo.

ISPETTORE – (Riflette)Vi conoscete da molto tempo?(Rivolta a R)

ROSSELLA – Lara e Priscilla lavorano insieme da venti anni. Alessia ed io veniamo da un altro settore

            dell’azienda e le abbiamo conosciute tre anni fa.

ISPETTORE – Quindi siete colleghe?(Annuiscono. Le scruta in silenzio poi scuote piano la testa) Qualcuna di voi

            rimarrà con la signora, stanotte?

(R e A si guardano, un cenno di assenso tra di loro)

ROSSELLA – Le faremo compagnia tutte.

ISPETTORE – Bene… (Le osserva) siete molto unite, vero?

ROSSELLA – Molto.

ISPETTORE – Complicità tutta femminile.

(Le amiche si guardano, sorridono e poi, un po’ sfrontate, guardano tutte la poliziotta che accenna un sorrisetto

            anche lei. Rientra P che non capisce, A la prende sottobraccio e le spiega, defilandosi. Entra il medico)

MEDICO – Ecco qua. Una di queste la aiuterà… (Consegna a L una scatoletta, poi guarda le altre) prendetene

una anche voi, non vi farà male. Buonanotte.

ISPETTORE – Andate pure a dormire, aspetterò io i colleghi della mortuaria.(Al medico) Venga dottoressa.

(Prende il cellulare dalla tasca, compone un numero ed esce dalla parte dove c’è il cadavere, seguita dal medico)

(A, P, R e L, uscendo portano via le sedie e spingono il tavolo vicino le quinte. Cambia lo sfondo, ora è il

pianerottolo fuori l’appartamento di L. da una quinta escono i piedi di un uomo, evidentemente morto. Il palcoscenico è al buio per metà. L’ispettor ee il medico sono al centro della scena)

Scena III

Medico e Ispettore

MEDICO – Scusi, posso chiederle perché fa portar via il corpo dalla mortuaria? Potrebbe autorizzare anche

 noi, dopotutto non si tratta di morte violenta o in circostanze da accertare…

ISPETTORE - … non ne sarei così sicura.

MEDICO – (La guarda sorpresa e poi guarda il cadavere)Mi faccia capire…

ISPETTORE - … volentieri, ma prima vorrei capire, bene, io.(Si avvicina al morto, lo osserva. Al medico) Salvo

            le due dita immobilizzate, non presenta segni di colpi, percosse… (Si china sul corpo)

MEDICO – No!

ISPETTORE – (Rialzandosi) Neanche riconducibili, ad esempio, alla caduta?

MEDICO – Secondo me è stata frenata… si deve essere accasciato scivolando sulla porta.

ISPETTORE – Probabilmente.

MEDICO – A me sembra tutto molto chiaro…

ISPETTORE - … nel mio mestiere, niente, è mai “molto chiaro”… da subito. Mi scusi, la sto trattenendo…

MEDICO - … si figuri.

ISPETTORE – Ha compilato il referto?

MEDICO – Oh, certo… (Estrae un foglio da una cartella che ha n mano) eccolo.

ISPETTORE –(Lo prende, gli da una rapida occhiata) Bene, chiarissimo, grazie?

MEDICO – Buonanotte, ispettore.

ISPETTORE – A lei, dottoressa.(Si stringono la mano) Fino a che ora è in servizio?

MEDICO – Chi può dirlo.(Sta per andare, si ferma e si volta verso l’I) Un caffè?

ISPETTORE –Grazie. Purtroppo non posso muovermi da qui.

MEDICO – Glielo porto io.

ISPETTORE – Ma non deve disturbarsi.(Riflette) Aspetti… (Si sporge dalla ringhiera delle scale) agente!

VOCE DI UOMO – Dica ispettore!

ISPETTORE - Venga su, per favore!(Poi al M) Andiamo?(Si avviano, l’I si ferma, si volta verso il morto) Lo

            lasciamo un po’ con un uomo. Questa sera, ha avuto troppe donne attorno.

MEDICO – Crede gli sia stato fatale? (Sorrisetto)

ISPETTORE – (La guarda sorpresa) Non è da escludere.

(Escono, L’I con un sorrisetto beffardo, il M con l’espressione sorpresa. La luce si spegne, si riaccende subito, lo

sfondo è cambiato, è l’ufficio dell’ispettore. Entrano L e l’I che portano due sedie, spingono il tavolo/scrivania al centro, posizionano tutto e si siedono. L’I dietro la scrivania, appoggiata alla spalliera. L davanti, con le gambe unite, le mani giunte in grembo e la testa bassa)

Scena IV

Ispettore, Lara, Priscilla, Alessia e Rossella

ISPETTORE – Mi dispiace, signora, non è piacevole il riconoscimento, ma è previsto dal regolamento.(L

annuisce) Devo subito dirle che, le due dita tenute insieme dal tutore, sono state, intenzionalmente, piegate all’indietro, da altra persona. È una pratica a noi nota: le persone che, andando a recuperare crediti, solitamente di gioco d’azzardo, trovano, il debitore, privo di contante,provocano fratture, lussazioni o, nei casi più eclatanti, piccole mutilazioni. Diciamo che si è trattato di un primo avvertimento. Suo marito giocava?

LARA – Sì. Non aveva di che pagare, però.

ISPETTORE – Ecco spiegato il primo “mistero”.

LARA – Mistero? Il primo? Ce n’è un altro?

ISPETTORE - L’esame autoptico ha accertato che, il decesso, è avvenuto a causa di un infarto. Purtroppo suo

marito… (L la guarda negli occhi) il suo ex marito, era affetto da una seria insufficienza cardiaca e… (Ricordando) ma questo lei lo sapeva.(Osserva la reazione di L) Lui era cosciente della gravità del suo stato?

LARA – Sì.

ISPETRICE – Vede, è proprio questo che ci lascia perplessi.

LARA – Perplessi? A proposito di che?

ISPETTORE – Il medico legale, facendo analizzare sangue e residui della digestione ha rilevato una massiccia

 presenza di sildenafil.

LARA – Cos’è? (Preoccupata)

ISPETTORE – È una sostanza contenuta in un noto prodotto farmaceutico, utilizzato dagli uomini che hanno

            difficoltà erettili o che vogliono migliorare le proprie prestazioni…

LARA - … ho capito… (Riflette) ma lui non ha mai avuto bisogno di quel farmaco… (Riflette) o forse si…

            (Abbandona le braccia) io non lo sapevo.

ISPETTORE – Signora, una dose del genere non si assume per “fare bella figura”.

LARA – Non capisco.

ISPETTORE – Ci s’imbottisce a quel modo, sapendo di essere cardiopatico, se si ha la volontà di uccidersi.

LARA – U… uccidersi? (Annaspa sulla sedia, si porta le mani al volto. L’I si alza e le si avvicina, le mette una

 mano sulla spalla) Non posso crederci. Perché?

ISPETTORE – Forse i debiti di gioco avevano raggiunto un livello troppo alto o, forse, la separazione lo aveva

colpito particolarmente? Ha colto l’occasione per farla finita.(L è disperata, non parla) Si è voluto distruggere davanti a lei. Per punirla e punirsi.

LARA – Mio Dio! (Si copre il volto con le mani)

(Silenzio, L’I torna al suo posto. L si ricompone)

ISPETTORE – Io ho un’altra versione.

LARA – Cioè?

ISPETTORE – Secondo me è morto troppo presto.(L non capisce) Ha fatto male i suoi calcoli…

LARA - … che vuole dire?

ISPETTORE – Voleva morire, sì, ma non sulla porta di casa. Mi scusi, ma devo chiederle da quanto tempo          non

            avevate rapporti, lei

LARA - … da tanto… (Si torce le mani) aveva paura di sentirsi male… facendolo…

ISPETTORE - … ma tanti cardiopatici continuano ad avere una vita sessuale normale, anche se…

LARA - … ecco, come dice lei: “… una vita sessuale n o r m a l e”.

ISPETTORE – Era molto “focoso”?

LARA – (Sta per dire qualcosa, ma si trattiene) Sì, lo era.

ISPETTORE – (Poco convinta) Voleva avere un rapporto con lei, un po’ speciale, che lei avrebbe ricordato…

            (L alza lo sguardo) anzi, non avrebbe dimenticato tanto facilmente. Morire mentre…

LARA – (Con un mezzo sorriso, tra se)… “La mejo morte…”

ISPETTORE - … come dice?

LARA – Oh, niente… niente.

ISPETTORE – Comunque, signora… (Alzandosi) qui non ha più nulla da fare. Torni a casa, dalla sua

bambina, ora dovete stare molto vicine.(L annuisce) Poi lei ha le sue colleghe e amiche che la aiuteranno a superare questo brutto momento…

LARA - … certo.È una fortuna che ci siano.

ISPETTORE – A proposito, dovrebbero essere qui fuori. Le avevo fatte convocare… (Un cenno della mano a

            dire: tutto a posto”) ma non c’è più bisogno… (Sorride) le faccia entrare, voglio salutarle.

(L si sporge da una quinta)

LARA – Ragazze, venite… (Fa un gesto con la mano per invitarle a entrare) la dottoressa ci vuole salutare.       

(Entrano P, A e R. tutte intorno a L, la toccano, la baciano)

ISPETTORE – È tutta intera, tranquille.(Le donne sorridono) Purtroppo le procedure, in casi del genere, ci

impongono di portare a termine tutti gli accertamenti, prima di dichiarare un caso “chiuso”.(Passa lo sguardo su tutte)

PRISCILLA –Oh, siamo state coinvolte in un “caso”? (R la guarda torva)

ISPETTORE – La signora Lara vi racconterà tutto.

PRISCILLA – Tutto? (L le fa cenno con la mano “dopo”) Ah, sì? Avremo da parlare al nostro “tavolo”…

ISPETTORE - … “tavolo”?

ALESSIA –È un nostro modo di dire.Ci incontriamo tutte le mattine, prima del… (Si blocca, guarda R) “prima

di entrare al lavoro”… (R annuisce soddisfatta)  al tavolo di un bar di fronte l’ufficio. Li chiacchieriamo, raccontiamo… è il nostro angolo comune. Perciò, quando parliamo di noi, del nostro gruppetto, diciamo “IL TAVOLO”.

ISPETTORE – Un tavolo di donne? Se non sono indiscreta, di che si parla a questo vostro tavolo?

PRISCILLA – Di lavoro, viaggi… (Sorride) uomini,cinema, letture…

ISPETTORE - … che letture v’interessano?

PRISCILLA – Io ho una passione per… (R alza gli occhi al cielo) Agatha Christie…

ISPETTORE - … è anche la mia preferita… naturalmente.Anche se, il racconto che più m’intriga e diverte, è

una storia non sua, ma che sembra scritta da lei… (Le passa tutte con lo sguardo, sorrisetto malizioso) “LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI”.(Le donne hanno un sussulto, brevissimo, ma che non passa inosservato all’I)Bene, signore, ci salutiamo e speriamo di incontrarci in luoghi più ameni e circostanze meno pesanti.

ROSSELLA – Già.(l’I le lancia un’occhiata tra il divertito e il sospettoso)

PRISCILLA – Ci lasci il suo numero…

ROSSELLA - … lo abbiamo.

PRISCILLA – Bene, così se qualche volta vuol far parte del nostro “tavolo”… (Le altre la guardano allibite) per

            un caffè… (R è livida)

ISPETTORE - … grazie, ma io sono sempre così occupata…

ROSSELLA - … appunto.(Fulmina con uno sguardo P)

ISPETTORE – Arrivederci… signore…

ALESSIA, ROSSELLA, PRISCILLA e LARA - … arrivederci…?

ISPETTORE – (Seccamente) Arrivederci.

(Le amiche si guardano l’una con l’altra, poi stringono la mano all’I ed escono, portando via le sedieL’I guarda

verso il punto dove sono uscite le quattro amiche, sorride e alza la cornetta del telefono, compone un numero)

ISPETTORE –“PRONTO… …CLAUDIA?… … SONO FRANCESCA… … COME VA, ISPETTORE?… …

ANCH’IO, GRAZIE… …HO APPENA CHIUSO UN CASO… … UNA MORTE ACCIDENTALE… … SI, MA C’E’ QUALCOSA CHE MI STUZZICA… … NO, NON E’ PER QUESTO  CHE HO CHIAMATO… …SAI, PENSAVO CHE POTREMMO ORGANIZZARE UNA CENETTA… … IO TE E LE  RAGAZZE DEL COMMISSARIATO… … NON LO ABBIAMO MAI FATTO… …IN “BORGHESE”… … AH SI, CI AVEVI PENSATO ANCHE TU?… … BEH, ORGANIZZIAMO ALLORA… … CERTO, VEDIAMO COME SONO I TURNI DI SERVIZIO E… … SI, SI… … VA BENE… … FACCIAMO UN GIRO DI TELEFONATE… … A PIU’ TARDI… … AL NOSTRO “TAVOLO”… … COME, CHE VOGLIO DIRE?… … POI TI SPIEGO… … CIAO!” (Mette giù il telefono con aria soddisfatta)

(Esce portandosi via il telefono e il pc. Cambia lo sfondo, ora è di nuovo il bar dell’inizio. Entra P, con una sedia,modifica il tavolo/scrivania che diventa quello del bar, lo posiziona al centro, mette a terra la sedia e si siede. Si guarda intorno, impaziente. Arriva R, con un’altra sedia)

Scena V

Priscilla, Rossella , Lara, Alessia e “Cameriere”

ROSSELLA – (Mette la sedia vicino il tavolo e si siede) Ciao Priscilla, sei caduta dal letto?

PRISCILLA – Ho deciso di non essere più l’ultima! Non sarò più quella della “Zona Cesarotti”…

ROSSELLA - … “Cesarini”! Meno male che non c’è Ale, altrimenti…

PRISCILLA - … ah… ah… quella mi pista, se sbaglio di nuovo! Comunque sono arrivata presto perché ho da

            raccontarvi delle novità… (R la guarda sorniona) ma aspettiamo le altre! Ti dispiace?

ROSSELLA – No! È giusto che le racconti a tutte, contemporaneamente!

(Arriva L, con la sua sedia, si siede vicino alle altre)

LARA – ‘Giorno! Ehi, Priscilla, hai dormito in portineria?

PRISCILLA – Beh, se il turno di notte lo facesse quel fusto con quei bicipiti da urlo…

LARA - … quello con i pettorali che calzano una terza abbondante?

ROSSELLA – E le “cosce come due copertoni”?

PRISCILLA – Lui! Accidenti, non l’ha notato nessuna, eh? Dovrei competere con tutte voi, per passare una

 notte in “portineria”… (Ridono di gusto)

ROSSELLA – Beh, se tanto mi da tanto… (P e L la guardano con gli occhi spalancati)  ce n’è abbastanza per

            tutte…

LARA - … Rossella!

PRISCILLA - Quando arriva Alessia? Ho certe cosette da raccontarvi…

ROSSELLA - … eccola … (Entra A, tacchi alti, gonna corta, grandi occhiali, molto “Vamp”. Trascina, con una

            mano, una sedia, con l’altra sta digitando sul  cell) ma cosa…

ALESSIA – (Piazza la sedia insieme alle altre) Buongiorno, belle come er sole, siete già tutte qui?

ROSSELLA – Ehi Boss, cosa significa questo abbigliamento?

ALESSIA – Così! (Fa una giravolta per farsi ammirare, si siede, accavalla le gambe e si toglie gli occhiali, con

            movimenti flessuosi, osservata dalle altre, incredule)

LARA – Vogliamo sentire quello che ha da raccontare Priscilla? (R annuisce. Anche A fa un gesto con la testa, è

            occupata con il cell) Dai, dicci tutto!

PRISCILLA – La faccio breve: si è rifatto vivo Andrea… (Arriva un sms sul cell di A. L e R la guardano

infastidite, lei alza le spalle, si voltano verso P e scuotono la testa) Andrea, l’avvocato… (L e R si guardano, non ricordano. A è distratta dal cell) forse non ve ne ho parlato? (R e L scuotono la testa) Lo frequentavo un po’ di tempo fa…

LARA - … buono dalla cintola in giù o viceversa? (R la guarda allibita, lei le fa cenno di ascoltare)

PRISCILLA – Mmhh… diciamo che il suo sangue irrora “discretamente”,  entrambe le zone.

LARA – Bingo!

ROSSELLA – Ragazze, ma che modo di…

ALESSIA – (Senza distogliere lo sguardo dal cell) … piantala di fare la bacchettona! Piacciono anche a te ‘ste

            cose, non lo negare!

(Ridono tutte)

PRISCILLA – Insomma, è ricomparso e devo dire che in questi… tre… no… quattro anni è anche

migliorato… (Si ferma sognante)

ROSSELLA - … non ti fermare…

ALESSIA – (Non le guarda, è occupata ad inviare un sms)… tranquille, fa sempre così, poi riparte!

(Le tre amiche la guardano, sorprese e divertite)

PRISCILLA - … ha qualche filo grigio sulle tempie, un paio di chili in più… ma non gli stanno male… è

            sempre molto divertente e…

ROSSELLA, LARA e ALESSIA - … e?

PRISCILLA – E… non me lo ricordavo… così! (Maliziosa) Credo che… (Si ferma)

ROSSELLA - … ci risiamo!

PRISCILLA – Credo che, stavolta, non me lo lascerò scappare! (Guarda le amiche) Faccio male?

LARA – Fai benissimo! Sono contenta!

ROSSELLA – Anch’io!

ALESSIA – (Ora attenta) E io no?

(Parlottano fra di loro un po’)

LARA -Ragazze, come sto bene con voi e… (Commossa) non finirò mai di ringraziarvi.

PRISCILLA – Di cosa? Di esserti state vicine? Avevi dei dubbi?

ALESSIA – Hai sempre potuto contare su di noi. Siamo o non siamo “IL TAVOLO”?(Arriva un sms sul suo

            telefono, legge, sorride)

ROSSELLA – Io, però, non mi fido della “poliziotta”. Secondo me non è convinta della versione ufficiale.

ALESSIA – (Mentre compone un sms) Falle pensare quello che vuole, noi siamo “pulite”. Lui ci ha pensato da

            solo.Abbiamo rischiato grosso, ma…

LARA - … ma ci ha salvate, proprio lui.(Silenzio) O ci ha “fregate”?

ROSSELLA – Salvate, fregate… poco importa. Ti sei liberata di lui, senza averlo toccato… senza che lui abbia

            “toccato” te.

PRISCILLA – Se penso che avevamo deciso di “toccarlo” tutte… (Ha un brivido) meno male che ce l’ha

evitato. Comunque, Lara, sappi che se non avessimo deciso di rinunciare, io… (Cerca l’appoggio delle altre due, R annuisce. A, con la mano, fa un cenno di assenso, senza distrarsi dal cell) sarei andata fino in fondo… (Guarda le altre due) parlo anche per loro…(R annuisce ancora. A non sembra interessata. Arriva un altro sms, lo legge sorridendo e risponde)

LARA - Vi rendete conto di quanto sia contorta la mente di un uomo…

PRISCILLA - … uomo, nel senso di “maschio”?

LARA – No, dell’essere umano, in generale.

ROSSELLA – Io penso che, un “maschio”,non sia all’altezza di certi “machiavellismi”… (Le altre la ascoltano

 attente) non siete d’accordo?

LARA – Lui, aveva studiato qualcosa di “articolato”…

ROSSELLA - … sì, ma ha sbagliato… (Arriva un sms sul cell di A che risponde col sorriso stampato sulla faccia.

 R sospira) i tempi e anche i modi. Ha perso un’occasione d’oro per dimostrare di essere intelligente.

PRISCILLA – Dai, non infierire.

ROSSELLA – Eccola li, quella che non può fare a meno degli uomini. Sempre pronta a difenderli, giustificarli…

LARA - … li odi, forse?

ROSSELLA – Scherzi? Assolutamente no, ma li conosco molto bene. Ne ho tre, in casa.(Rivolta a tutte) Li amo

            tanto, però, date retta a me: bisogna prenderli a “piccole dosi”.

PRISCILLA – Non sono d’accordo. A me piacciono in “dosi massicce”…

LARA - … ti prego, non parlarmi di “dosi massicce”… (altro sms sul cell di A) ehi, ma chi è? (A sogghigna e

            legge)

ROSSELLA – Già, chi ti manda tutti questi messaggini?

PRISCILLA – Il Boss non ce la racconta giusta.(A invia lei un sms)

ROSSELLA – Alessia, niente segreti a questo “tavolo”.

PRISCILLA e LARA – Giusto.

ALESSIA – Niente segreti, tranquille.(altro sms che legge)

PRISCILLA – Non ti distrarre, rendici partecipi.

ALESSIA – Un momento… (Compone un sms, lo invia) cosa dicevamo?

PRISCILLA – Vuoi raccontare, sì o no?

LARA – Ma che: “C’hai ‘n omo”? (A sghignazza)

ROSSELLA – Non si dice così…

LARA - … ma io scherzo.(Rivolta a R) Allora: “Ti vedi con qualcuno?”.

ROSSELLA – (Approvando) Certo, qualcuno, una persona…

ALESSIA – … una “persona”, sì.

ROSSELLA – Da quanto?

ALESSIA – Da poco, anzi, pochissimo. Era l’ultima persona cui potevo pensare…

PRISCILLA - … da poco? Siamo state quasi sempre insieme, negli ultimi giorni…

LARA - … chi è?

ALESSIA – Pensate a una persona interessante che abbiamo conosciuto in questi giorni.

ROSSELLA – “Abbiamo”, conosciuto? (Le tre amiche si guardano incredule, si dicono di no, poi di si) La…

(Deglutisce, le altre la incalzano)la “poliziotta”? (attendono, tutte, la risposta a bocca aperta)

ALESSIA – (Dura) Vi siete bevute il cervello?

LARA, PRISCILLA e ROSSELLA - Allora chi è?

ALESSIA – È… (Si volta verso la sua destra, allunga il braccio come per un annuncio) LUI.

(Entra il cameriere della pizzeria, non ha più i capelli impomatati, è vestito sobriamente elegante, sorriso stampato

            sulla faccia e con passo sicuro si avvicina al tavolo. Le tre donne sono a bocca aperta, A è estasiata)

ALESSIA – Vi presento Federico Colonna, il professor, Federico Colonna…

ROSSELLA – (Mentre il professore si esibisce in tre perfetti baciamano)… professore?

ALESSIA - Insegna latino e greco al liceo classico… (Ride di gusto insieme a F) il figlio è il titolare della

            pizzeria… (Ride ancora) lui va lì a dare una mano.

ROSSELLA – (Prende in disparte A) Ma come ti è saltato in mente…?

ALESSIA - … non lo so! Il giorno dopo la cena, mentre venivo da Lara, mi sono ritrovata fuori della pizzeria,

per caso… (R non è convinta) davvero! L’ho visto che metteva in ordine i tavoli… (Riflette) mi ha guardata, prima incredulo, poi mi ha sorriso e… (Sognante) quel sorriso mi ha comunicato qualcosa… qualcosa di particolare…

ROSSELLA –Scommetto che non è muto?

ALESSIA – Muto? È di una loquacità impressionante ed è anche molto… molto divertente.(Sorride maliziosa)

            Mi manda certi messaggini…

ROSSELLA - … in greco o in latino?

ALESSIA – In spagnolo! (Al pubblico) È COSI’ ECCITANTE!(Attira a se l’uomo. Le amiche sono senza parole,

            continuano a guardare, incredule, i due che si scambiano effusioni)Ragazze, noi andiamo.

ROSSELLA – Non vieni in ufficio?

ALESSIA – Ho preso un giorno di ferie. Federico, stamani, mi fa da guida… (Occhiata d’intesa con lui) Castel

Sant’Angelo, Passetto, Basilica, Musei Vaticani e… (Le altre ridacchiano) “dulcis in fundo”: la Cappella… (Guarda ancora lui)

ROSSELLA, LARA e PRISCILLA - … Sistina?(Maliziose)

ALESSIA – Esatto! Beh, ciao, domani mattina ci vediamo qui…

ROSSELLA – … al nostro “TAVOLO”! (Sorridono tutte)

ALESSIA – Vieni, tesoro… (Lo prende sottobraccio e si avvia con lui)

CAMERIERE – Ah, le donne… (Al pubblico)CHE MAGNIFICA INVENZIONE!

FINE