Il teatrino delle meraviglie

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Farsa in un atto

di Miguel De Cervantes y Saavedra

da FARSE SPAGNOLE del secolo d'oro

Edipem Novara 1974

PERSONAGGI

CIANFACLIA, capocomico

CITRINOS, capocomica

CHITARRINO

GOVERNATORE

BENITO CAVOLO, sindaco

JUAN CASTRATO, assessore

PEDRO CORBELLO, scrivano

JUANA CASTRATA, contadina

TERESA CAVOLA, contadina

UN NIPOTE di Benito Cavolo

FURIERE


Entrano Cianfaglia e la Cirinos.

Cianfaglia     Stai molto attenta, Cirinos, ai miei ammonimenti, specie quelli che ti ho dato a proposito dì questo nuovo imbroglio, che deve riuscir bene come quello precedente del « padrone della pioggia »1.

Cirinos           Cianfaglia famoso, quanto a me puoi star tranquillo, che io ho altrettanta memoria quanta intelligenza, a cui si aggiunge una volontà di eseguire i tuoi ordini che supera le altre potenze del­l'animo. Ma dimmi un po': a che cosa ti serve questo Chitarrino2. che abbiamo assoldato ? Non bastavamo noi due soli a condurre a termine questa impresa ?

Cianfaglia     Ci era necessario come il pane alla bocca, per suonare durante gli intervalli fra un quadro e l'altro del Teatrino delle Meraviglie.

Cirinos           Meraviglia sarà se non ci prendono a sassate solo per colpa del Chitarrino, che un ometto cosi squinternato non l'ho mai visto in tutto il tempo della mia vita.

Entra il Chitarrino.

Chitarrino   Signor capocomico, c'è qualcosa da fare in questo villaggio? Io muoio dalla voglia di far vedere a vossignoria che non mi ha assoldalo per nulla.                                               

Cirinos           Vi abbiamo assoldato perché non siete alto più d un soldo3. Se la vostra bravura di suonatore è grande quanto la vostra corpo­ratura, stiamo freschi!                                  

Chitarrino    Si vedrà. In verità, per quanto piccolo io sia, sono stato assunto dalla compagnia con diritto a una parte degli utili.

Cianfaglia     Se la vostra parte degli utili dovrà essere proporzionale alla vostra statura, sarà quasi invisibile. Ma eccoci, Cirinos, nei pressi del villaggio, e quegli uomini che ci vengono incontro sono senza alcun dubbio il Governatore e i Sindaci. Avviciniamoli, e affi­lati la lingua sulla pietra dell'adulazione, senza però indulgere a eccessi di sottigliezza.

Entrano il governatore, il sindaco Benito Cavolo, l'assessore Juan Castrato e lo scrivano Pedro Corbello.

Cianfaglia     Bacio le mani alle signorie loro. Chi di loro è il governa­tore di questo paese?

GovernatoreSono io il governatore. Che cosa desiderate, buon uomo?

Cianfaglia     Mi sarebbero bastate due once di comprendonio per ca­pire che codesta arcispaziosa e paripatetica presenza non poteva essere che del degnissimo governatore di questo onorevole paese, che possa vossignoria lasciarlo per assumere il governatorato di Algarrobillas.

Cirinos           Lunga vita anche alla signora e ai signorini, se il signor go­vernatore ne ha.

Corbello        Non è sposato il signor governatore.

Cirinos           Per quando lo sarà, che non si perderà nulla.

Governatore     Sta bene, che cosa desiderate, uomo onorato?

Cirinos           Onorati giorni viva vostra grazia, che tanto ci onora. Che come la quercia dà ghiande; il pero, pere; la vite, uva, l'uomo ono­rato dà onore, né può dar altro.

Cavolo           Sentenza  ciceronianca, senza togliere né aggiungere sillaba.

Corbello        Il signor sindaco Benito Cavolo voleva dire ciceroniana.

Cavolo           Voglio sempre dire quel ch'è meglio, ma il più delle volte non azzecco, lnsomma, buon uomo, che cosa volete?

Cianfaglia     Signori miei, io sono Montiél, quello che fa vedere il Teatrino delle Meraviglie. Mi hanno mandato a chiamare dalla capi­tale i signori confratelli degli ospedali, che siccome adesso non ci sono colà compagnie teatrali, gli ospedali agonizzano1; ma il mio arrivo aggiusterà ogni cosa.

GovernatoreE che cosa significa Teatrino delle Meraviglie?

Cianfaglia     Per le cose meravigliose che in esso si mostrano e svelano, è chiamato il Teatrino delle Meraviglie; che lo fabbricò e compose il dottissimo Tontonello, sotto tali paralleli e meridiani, sotto tali astri e stelle, con tali punti, caratteri e osservazioni, che nessuno. potrà vedere in esso alcuna delle cose che vi si mostrano, se non sia di purissima razza cristiana e nato e procreato dai suoi genitori uniti in legittimo matrimonio. Se qualcuno (come succede molto spesso), non riunisse coteste due condizioni, rinuncia a vedere le cose, - non viste giammai né udite, - del mio Teatrino.

Cavolo           Capisco adesso come ogni giorno si vedano a questo mondo cose nuove!  Si chiamava proprio Tontonello il dotto che il Teatrino compose?

Cirinos           Tontonello si chiamava, oriundo della città di Tontonellia; uomo di cui è fama che la barba gli arrivasse alla cintola

Cavolo           Quasi tutti gli uomini di barba lunga sono studiati.

Governatore            Signor assessore Juan Castrato, se vossignoria è d'accordo, io direi che questa sera si celebrassero le nozze della signora Juana Castrata, sua figlia, di cui io sono il padrino, e per celebrare la festa il signor Montiél mostri il suo Teatrino in casa vostra.

Castrato       Tale è anche il mio parere, per servire il signor Governa­tore, la cui opinione seguo, accetto e condivido, qualsiasi cosa possa esserci in contrario.

Cirinos           La cosa in contrario è che se prima non ci verrà pagato il nostro lavoro, si vedrà il Teatrino come le colline di Ubeda1. E le signorie vostre, signori magistrati, hanno coscienza e anima in codesti corpi? Sarebbe bello che stasera entrasse tutto il paese in casa del signor Juan Castrato, o comunque si chiami, e vedesse il conte­nuto del Teatrino; e domani, volendolo mostrare al popolo, nessuno venisse a vederlo. No, signori; no, signori; ante omnia ci devono pagare quel ch'è giusto!

Cavolo           Signora capocomica, qui non vi deve pagare nessuna Antonia né Antonio! Il signor assessore Juan Castrato vi pagherà più che onestamente, e se no il Consiglio municipale. Conoscete male il no­stro paese! Qui, sorella mia, non aspettiamo nessuna Antonia che paghi per noi!

Corbello        Me peccatore, signor Benito Cavolo, quanto raramente fate centro! La signora capocomica non dice che paghi nessuna An­tonia, ma che si paghi anticipato e prima di ogni cosa, che tale è il significato di ante omnia.

Cavolo           Sentite, scrivano Pedro Corbello, fate che parlino in cristiano ed io ci capirò. Voi che siete studiato e saputo potrete comprendere codesto gergo della malora, ma io no!                             

Castrato       Dunque: si contenterà il signor capocomico che io gli anti­cipi una mezza dozzina di ducati? Tanto più che si farà in modo che la gente del paese non entri stasera in casa mia.

Cianfaglia     Sono contento, perché ho fiducia dell'onestà di vossi­gnoria e nella sua intelligenza.                                      

Castrato       Venga dunque con me, avrà il denaro e vedrà la mia casa, e la comodità che c'è di mostrare il Teatrino.

Cianfaglia     Andiamo. Ma non dimentichino le qualità che deve possedere chiunque pretenda di vedere il meraviglioso Teatrino.

Cavolo           A codesto penso io, e debbo dirle che da parte mia posso affrontare tranquillo il giudizio, perché son figlio di sindaco e quat­tro dita di razza legittima di vecchio cristiano ho su tutti i quattro quarti della mia stirpe. Figurarsi se non vedrò dunque il Teatrino!

Corbello        Tutti siamo sicuri di vederlo, signor Benito Cavolo.

Castrato       Non siamo mica nati fra l'insalata, da queste parti, signor Pedro Corbello.                                                               

Governatore            Ogni cosa sarà necessaria, a quanto vedo, signor Sin­daco. Assessore e scrivano.

Castrato       Suvvia, capocomico, mano all'opera, che Juan Castrato mi chiamo figlio di Tonio Castrato e di Giovanna Mula; e non ag­giungo altro, convinto e sicuro che potrò mettermi faccia a faccia e a pie' fermo di fronte al suddetto Teatrino.

Cirinos           Lo voglia Iddio!

Escono Juan Castrato e Cianfaglia.

Governatore            Signora Capocomica, che poeti vanno per la maggiore adesso nella capitale, soprattutto fra ì cosiddetti comici? Perché io ho qualche velleità e pretesa di poeta, e me ne intendo un po' di scene e di maschere. Ventidue commedie ho nel cassetto, nuove tutte di zecca e scritte una appresso l'altra; e sto aspettando la buona occasione di portarmele nella capitale e arricchire con esse mezza dozzina di capocomici.

Cirinos           A quanto vossignoria, signor governatore, mi chiede a propo­sito dei poeti, non saprei rispondere, perché ce n'è tanti da oscurare la luce del sole, e tutti convinti di essere famosi. I poeti comici sono quelli ordinari e che si usano sempre, e perciò ci si può rispar­miare la fatica di nominarli. Ma. per la sua vita eterna, mi dica vossi­gnoria;  qual è la sua buona grazia? Come si chiama, voglio dire?

Governatore            Me, signora capocomica, mi chiamano il Licenziato Gomezillos.

Cirinos           Dio mi aiuti! Vossignoria è proprio il signor Licenziato Gomezillos. quello che compose le celebri canzonette « Satanasso era malato » e « Prendigli mal da fuori »1.

Governatore            Male lingue mi hanno infatti attribuito quelle canzo­nette, che sono mie quanto del Gran Turco. Quelle che io composi, e non voglio negarlo, furono sul diluvio di Siviglia2. Ma io non ho rubato mai nulla a nessuno, mentre i poeti di solito si derubano a vicenda! I miei versi sono miei, che Dio mi aiuti, e rubi chi vuole!

Rientra Cianfaglia.

Cianfaglia     Signori, vengano pure le signorie loro, che tutto è pronto e non c'è da far altro che incominciare.

Cirinos           I soldi già in corbona? 3.

Cianfaglia     E anche nell'intimo tesoro del cuore!

Cirinos           Ti avverto, Cianfaglia, che il governatore è poeta.

Cianfaglia     Poeta? Corpo del mondo! Puoi considerarlo imbrogliato perché gli scribacchiaversi son fatti alla buona, distratti creduloni e per niente furbi.                                                                          

Cavolo           Andiamo, capocomico, che i piedi mi ballano dalla voglia di vedere le vostre meraviglie.                                                 

Escono tutti.

Entrano Juana Castrata e Teresa Cavola, contadine; una vestita da sposa, che è la Castrata.

Castrata       Puoi sederti qui, amica Teresa Cavola, che avremo il Tea­trino giusto in faccia. E siccome conosci le condizioni che devono possedere gli spettatori del Teatrino, facci attenzione, che sarebbe una gran disgrazia.

Cavola           Tu sai, Juana Castrata, che io sono tua cugina, e non dico altro! Vorrei essere altrettanto sicura del paradiso, come lo sono di vedere tutto quanto mostrerà il Teatrino! Per la vita eterna di mia madre, mi strapperei gli occhi dalla testa, se qualche disgrazia mi capitasse. Buona sono io per questo!

Castrata       Calmati, cugina, che arrivano gli invitati.

Entrano il Governatore, Benito Cavolo, Juan Castrato, Pedro Corbello, il Capocomico, la Capocomica, il Chitarrino, e altra gente del villaggio, fra cui un nipote di Benito, che sarà il giovanotto che balla.

Cianfaglia     S'accomodino tutti. Il Teatrino starà dietro questo arazzo, e la Capocomica anche. Il suonatore qui davanti.

Cavolo           Costui è il suonatore? Meglio metterlo anche lui dietro l'araz­zo, che pur di non vederlo sono disposto anche a non udirlo.

Cianfaglia     Vossignoria non ha ragione, signor sindaco Cavolo, di scontentarsi del suonatore, che in verità è un gran buon cristiano e un hidalgo di lignaggio rinomato.

Governatore            Qualità veramente necessarie per essere un buon suo­natore!                                                                                   

Cavolo           Quanto al lignaggio, può essere;  ma per il suonare, abrenunzio!1.

Chitarrino    Questo si merita l'idiota che viene a suonare davanti a...

Cavolo           In nome di Dio, abbiamo visto qui altri suonatori altrettanto...

Governatore            Si tronchi la frase del signor Chitarrino all'a e quella del signor sindaco Cavolo all'altrettanto,se no non la finiamo più 2, e il signor Montiél cominci il suo lavoro.

Cavolo           Per essere un Teatrino di tanta  importanza, l'attrezzatura è scarsa.

Castrato       Tutto dev'essere fantastico.

Cianfaglia     Attenzione, signori, che vado a cominciare! O tu, chiun­que fosti, che fabbricasti Teatrino così meraviglioso da esser chiamato delle Meraviglie; per la virtù racchiusa nel medesimo, ti scongiuro, ti ordino e ti comando che subito sull'istante mostri a questi signori alcune delle tue meraviglie, affinché essi ne ricavino piacere e gioia, senza il minimo scandalo! Olà, vedo che già hai obbedito al mio scongiuro, giacché da quella parte spunta la figura dell'incompara­bile Sansone, abbracciato alle colonne del tempio, per abbatterlo e prendere vendetta dei suoi nemici. Fermati, o eroico cavaliere, fer­mati, per la grazia dì Dio Padre! Non fare un tal macello, per non seppellire sotto le macerie e ridurre a frittata tante e così nobili persone come quelle qui radunate!

Cavolo           Si fermi, porco d'un cane! Sarebbe bello che, venuti qui per divertirci, restassimo tutti ridotti a poltiglia! Si fermi, messer San­sone, accidenti ai miei guai! Glielo chiede gente come si deve!

Corbello        Vedete qualcosa voi, Castrato?

Castrato       Certo, come potrei non vederlo? Ho forse gli occhi nella nuca?

Corbello        (fra sé.)  Miracoloso caso è questo. Io vedo Sansone come vedo il Gran Turco! Eppure mi considero figlio legittimo e cristiano vecchio!

Cirinos           Attenzione, perbacco, che adesso vien fuori lo stesso toro che ha ammazzato il bracciante a  Salamanca!1.   Buttati  giù,  perdiana. buttati giù! Dio ti aiuti! Dio ti aiuti!

Cianfaglia     Tutti giù, per terra,  tutti! Via, toro, via,  fuori di qui, pssch!

Tutti si gettano per terra con gran disordine.

Cavolo           Aveva il diavolo in corpo quel toro maledetto! Che forte e ben fornito di attributi! Se non mi butto in terra, mi porta via al volo!

Castrato       Signor capocomico, se è possibile faccia in modo che non escano figure che ci spaventino; e non lo dico per me, ma per que­ste ragazze, che non gli è rimasta in corpo una goccia sola di san­gue, alla vista di quel toro feroce!

Castrata       Proprio così, padre! Mi ci vorranno tre giorni per rimet­termi! Mi son vista infilata da quelle corna taglienti come lesine!

Castrato       Se non  fossi mia figlia, non l'avresti  visto.

Governatore            (fra sé)  Basta, tutti vedono quello che io non vedo. Eppure dovrò dire che vedo, per salvare la faccia.

Cirinos           Il branco di topi che arriva adesso discende in linea retta da quelli che si allevarono nell'arca di Noè; ce n'è di bianchi, di varie­gati, di variopinti, di blu; ma tutti topi.

Castrata      Gesù!  Aiuto!  Tenetemi, che mi butto dalla finestra! I topi!  Me disgraziata! Amica, stringiti le gonne che non ti mordano! E guarda quanti sono! Per la vita eterna di mia nonna, sono più di millanta!                                    

Cavola         Io sì sono disgraziata, mi corrono dappertutto senza riguardo! Un topo brunetto mi ha acchiappato un ginocchio. Soccorso mi venga dal cielo, che la terra mi manca!

Cavolo           Meno male che porto le brache e non può infilarcisi topo per piccolo che sia.                                       

Cianfaglia     L'acqua che con tanta furia scende già da quelle nubi nasce dalla stessa fonte che dà origine e principio al fiume Giordano. Se tocca il viso di una donna, glielo fa diventare di argento brunito, e agli uomini gli diventerà la barba come l'oro.

Castrata       Hai udito, amica? Scopri il viso, vedi quello che t'importa! Acqua squisita! Si copra, padre, non si bagni.

Castrato     Tutti ci copriamo, figlia.

Cavolo        L'acqua mi è scesa giù per la schiena fino al canal grande!

Corbello        Io sono più secco d'uno sparto.

Governatore            (fra sé)  Che diavolo può esser questo, ch'io non ho sentito una goccia d'acqua, mentre tutti affogano? Sarò dunque l'unico bastardo fra tanti legittimi?

Cavolo           Levatemi dai piedi quel suonatore, se no giuro a Dio che me ne vado senza vedere altre figure. Il diavolo ti porti, suonatore stre­gato!  E come strimpella senza bàttola e senza stile!

Chitarrino    Signor sindaco: non se la prenda con me, perché io suono come Dio s'è degnato d'insegnarmi.

Cavolo           Te l'ha insegnato Dio, eh, mostriciattolo? Nasconditi dietro l'arazzo; se non ti scaravento questo sgabello, com'è vero Iddio!

Chitarrino   Penso che sia stato il diavolo a condurmi in questo paese.

Corbello        Fresca è l'acqua del santo fiume Giordano! e anche se mi sono coperto tutto il possibile, qualche goccia m'è schizzata sui baffi, e scommetto che li ho biondi come l'oro.

Cavolo           E anche cinquanta volte peggio che l'oro.

Cirinos           Arrivano adesso fino a due dozzine di leoni rampanti e di orsi ghiotti di miele. Ogni vivente se ne guardi, che sebbene fanta­stici, non perciò son meno pericolosi, specie se fanno le prodezze di Ercole con le spade sguainate!

Castrato       Ehi, messer capocomico, corpo d'un'ostrica, ci vuol riem­pire la casa di orsi e di leoni, adesso?

Cavolo          Begli usignoli e calandre ci manda Tontonello! Leoni e dra­ghi! Signor capocomico, o escono figure più piacevoli, oppure qui ne abbiamo abbastanza di quelle che si son viste, e ve ne andate con Dio e non vi fermate un minuto di più in questo paese.

Castrata       Signor Benito Cavolo: lasci venire quegli orsi e leoni. almeno per noi ragazze, che ne saremmo contente.

Castrato       Ma, figlia, prima avevi paura dei topi, e adesso chiedi orsi e leoni? 

Castrata       Le novità son sempre belle, signor padre.              

Cirinos           Questa fanciulla che si vede adesso, così bella e ben vestita è la nominata Erodiade, il cui ballo ottenne in premio la testa del Precursore della vita. Se qualcuno l'accompagna a ballare, vedranno meraviglie.

Cavolo           Corpo del mondo, questa sì che è una bella figura, splendida e piacente! Figlia d'una sgualdrina, come si dimena quella ragazza! Nipote Cavolo, tu che te ne intendi di nacchere, accompagnala, e la festa sarà da quattro piviali!

Nipote            Volentieri, zio Benito Cavolo.

Suonano la sarabanda.

Corbello        Per l'anima di mio nonno, com'è antico il ballo della sara­banda e della ciaccona!

Cavolo           Forza, nipote, dagliela, falla saltare quella briccona d'una giudea! A proposito, se è giudea, come fa a vedere queste me­raviglie?

Cianfaglia     Non c'è regola senza eccezione, signor sindaco.

Risuona fuori una tromba o cornetta, ed entra  un  furiere dell'esercito.

Furiere           Chi è qui il signor governatore?

Governatore     Sono io. Che cosa comanda vossignoria?

Furiere           Prepari subito  l'accantonamento per trenta uomini d'arme che saranno qui fra mezz'ora, e anche prima, perché squilla già la cornetta. Addio. (Esce.)

Cavolo           Scommetterei che li manda il mago Tontonello!

Cianfaglia     Ma no! Si tratta di una compagnia di cavalleria che era accantonata a due leghe di qui.

Cavolo           Conosco ormai Tontonello, io, e so che lui e voi  siete due furfanti matricolati, senza escludere il suonatore. E sappiate che vi ordino che ordiniate a Tontonello che non osi mandarci qui quei soldati, se no gli farò dare duecento frustate  sulla schiena, una dietro l'altra!

Cianfaglia                Assicuro, signor sindaco, che non li manda Tontonello!

Cavolo           Garantisco che li manda Tontonello, come ha mandato le altre bestie che ho visto io.

Corbello        Tutti le abbiamo viste, signor Benito Cavolo.

Cavolo           E io non lo nego, signor Pedro Corbello. E tu non suonare più, musico da incubi, se no ti spacco la testa!

Rientra il furiere.

Furiere           È pronto l'alloggiamento? I cavalleggeri son già arrivati in paese.

Cavolo           Dunque Tontonello ce l'ha fatta un'altra volta? Giuro a zio, capocomico di trucchi e stregonerie, che me l'avete da pagare!

Cianfaglia                Tutti mi siano testimoni che il sindaco mi minaccia.

Cirinos           Siamo testimoni che il  sindaco dice che quello che manda Sua Maestà lo manda il mago Tontonello!

Cavolo           Tontoneliata  ti vedano i miei occhi,  piaccia all'onnipotente Iddio!

Governatore            Io, per me, son convinto che questi soldati non sono da burla.

Furiere           Come da burla, signor governatore? Ragiona o sragiona?

Castrato      Ben potrebbero essere altre tonnellate come ne abbiamo viste tante finora. Capocomico, per l'anima sua, faccia venir fuori un'altra volta la donzella Erodiade, affinché questo signore veda quello che non ha mai, visto; e forse così lo costringeremo ad  andarsene presto dal villaggio.                                          

Cianfaglia                Codesto volentieri; eccola qui che torna e fa segni al suo ballerino che riprenda a danzare con lei.

Nipote            Io non dico certo di no!

Cavolo           Bravo, nipote, falla ballare fin che caschi!  Giri e giravolte! Viva Dio, ha l'argento vivo addosso la ragazza! Dàgli, dàgli!

Furiere           È matta questa gente? Che demonio di ragazza è questa e che ballo, e che Tontonello?                                                          

Corbello        Dunque il signor Furiere non vede la donzella erodiana?

Furiere           Che demonio di donzella devo vedere?

Corbello        Basta!  È di quelli ex illis! 1.

GovernatoreEx illis est! Ex illis est!

Castrato      E di quelli, è di quelli il signor Furiere; è di quelli!

Furiere            Sono della gran svergognata che vi partorì!  Per Dio vivo, se metto mano alla spada, vi faccio uscir tutti dalle finestre, ed anche dalla porta!

Corbello        Basta! Ex illis est!

Cavolo           Basta; èdi quelli, perché non vede niente!

Furiere            Canaglia  giudaica:  se  mi  dite  un'altra volta che  sono di quelli, non vi lascio un osso solo intero!

Cavolo           Né i mezzi ebrei né i bastardi sono mai  stati coraggiosi; perciò non possiamo smetterla di dire: è di quelli! è di quelli!

Furiere            Corpo di Dio, villani della malora! Aspettate!

Mette la mano alla spada e li assale tutti. Il sindaco intanto picchia il Chitarrino, e la Cirinos stacca l'arazzo e dice:

Cirinos           La tromba e la venuta dei soldati sono state cose del diavolo. Sembra che li abbiano chiamati col campanello.

Cianfaglia     Il fatto è stato straordinario; la virtù del Teatrino rimane intatta, e domani possiamo farlo vedere al popolo; intanto cantiamo noi stessi il trionfo di questa battaglia, dicendo:  Vivano la Cirinos e Cianfaglia!

 


1   Non si ha notizia alcuna di questo imbroglio, narrato forse da qualche aneddoto o storiella del folclore.

2   Il testo dice più propriamente Rabelín, diminutivo da Rabel, ribeca.

3   Abbiamo cercato di rendere alla meglio un intraducibile gioco di parole del testo.

1   Parte dei proventi delle rappresentazioni teatrali andavano alle am­ministrazioni degli ospedali, che quasi sempre erano proprietari dei teatri.

1   Modo di dire spagnolo che significa « un bel niente ».

1   Taluni critici hanno visto in questa battuta un'allusione satirica a Quevedo, che infatti si chiamava Gómez de Quevedo. Certo è che nella precedente battuta della Cirinos c'è una  punta beffarda contro Lope de Vega (« i poeti ordinari », nel doppio senso del termine!).

2   Allusione allo straripamento del Guadalquivir del 20 dicembre 1603, che tenne Siviglia isolata per alcuni giorni.

3   Parola evangelica: nel tesoro.

1   Nel testo c'è un intraducibile gioco di parole fra solar (casato, lignaggio)  e sonar (suonare).

2   Il dialogo fra Chitarrino e Cavolo stava  per diventare un litigio. È infatti facile capire il senso delle due battute precedenti; « davanti a gentaglia come questa », vuol dire il primo; e l'altro, «suonatori sgangherati come costui».

1   Allusione a qualche fatto di cronaca contemporanea, a noi sconosciuto.

1   Sono le parole dette dalla serva di Caifa a San Pietro, quando questi rinnegò Cristo. Qui, naturalmente, significa che il Furiere è discendente di Ebrei, il che era un insulto terribile nella Spagna di Filippo II.