Il tesoro di gianni

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IL TESORO DI GIANNI

Commedia in tre atti

Di

Angelo Alfieri

Personaggi


Gianni Mottini:


Agricoltore


Rina:


Sua moglie


Santina De Lemme:


Contabile


Matteo Cappellini:


Bracciante


Anna De Silvi:


Collaboratrice


Dino Collerici:


Sovrintendente belle arti


Luisa Temperi:


Archeologa


Lele Cantoni:


Tombarolo


Luca Marini:


Cliente


Adriano Defeo


Ex di Rina


1


Siamo nella casa del signor Mottini, un agricoltore che possiede, assieme alla moglie, vari appezzamenti nella provincia di Varese coltivati a frumento e ad altri prodotti ortofrutticoli. Consapevole della ormai diffusa cultura del “biologico a chilometro zero”, fa in modo che la gente, che affolla sempre più numerosa la sua aia, possa trarre beneficio acquistando prodotti genuini. Questo è lo scopo che si è prefisso ma, si sa, le circostanze possono mutare le aspettative. La mietitura del grano è da poco avvenuta, tutto si è svolto nel migliore dei modi, come sempre. Gianni, così si chiama, ha deciso di tornare nel campo perché pensa di aver cozzato contro un oggetto molto resistente probabilmente affiorato a causa delle continue arature.

La scena: Quattro porte, una finestra, un caminetto, un mobilio non eccessivamente elegante, oggetti vari.

ATTO PRIMO

Scena prima

Gianni: (Sta leggendo il giornale, a un tratto, come pervaso da un pensiero assillante si alza). Rina, esco un attimo, vado in campagna.

Rina:                 (Sta sistemando alcuni fascicoli. Molto ironicamente). Buona vacanza!

…Sei appena rientrato … non mi dire che hai perso gli occhiali? È il settimo paio questo mese. Hai deciso di arricchire l’ottico?

Gianni:            Ma no! Ho urtato qualcosa con la mietitrice, sarà stato un sasso.

Dato che è la seconda volta che mi capita voglio capire il motivo: mi vengono a galla i macigni … capisci!

Rina:                 Faglielo credere a quella credulona di Anna. Macigni che vengono a

galla, siamo al mare … Stai attento Gianni che se ti becco a fare il galletto con quella ti taglio i viveri … uomo avvisato … ecco!


Gianni:

difetta!


Cosa vuoi avvisare … ma chi la vede, chi la sente … chi sospetta:


Rina: È arrivato il massimalista … tu prova a ritardare di mezz’ora … (Guarda dalla finestra). Vedi, stanno allestendo il patibolo!


Gianni:


Sarà per te!


2


Santina:


(Bussa). Dove vai? Ti ho visto rientrare poco fa!


Rina:


Che domande fai? Va dalla bella a pelare il granoturco.


Gianni:            È impossibile! Il granoturco non l’abbiamo ancora raccolto. È gelosa …


invidiosa … Dai sta notizia e buonanotte. Quanto abbiamo perso questo mese?

Santina:          Invece hai guadagnato … ho qui tutto quanto. Non vuoi vedere?

Gianni:            Falli vedere a lei che è la padrona … sono di corsa.

Rina:                 Quando devi folleggiare con la dama di cuori la padrona sono io, quando

non hai niente da fare stai a guardare il pelo nell’uovo: hai capito! (Rina è una donna risoluta soltanto quando si rivolge al marito).


Gianni:


Ma che peli e peli … torno subito.


Santina:


Dove va?


Rina:


Che ne so! In campagna … veramente abbiamo un utile?


Santina:

cifra!


Sì … con tutto quello che avete venduto il mese scorso. Guarda che


Rina: Però! Pensa che volevamo chiudere l’attività perché qui … sono più spese che altro …

Santina: Ma no! Avete ancora il grano, le patate, le verdure invernali … gli animali a Natale … si fa un piccolo ritocco di prezzo … ricordati che i tuoi prodotti sono biologici e ricercati da tutti. Fanno la fila per portarsi a casa la verdura buona. In confidenza: i prezzi aumentali ai milanesi, a questi del paese fai finta di abbassarli. (Alza la voce). È tutta produzione cosiddetta a chilometro zero.

Rina: Siamo a zero! … Non basta … ci vuole altro per risollevare la baracca. Lo sai che noi non sappiamo nemmeno che cosa significa la parola “vacanze”? In questi ultimi dieci anni saremo andati nel capoluogo tre volte.


Santina:


Capirai che perdita! Per trovare un parcheggio faccio il giro tre volte.


Rina:

totocalcio.


Se avessi un marito meno farfallone forse … non gioca nemmeno più al


Anna:


Si può?


Rina:

con Gianni?


Sei tu? (Tra sé). Stavolta, forse, ha detto la verità. Non sei in campagna


Anna:


Se sono qui non sono là …


3


Santina: Trallallerolallà … vieni con me in farmacia … tu non ci crederai ma mi è scoppiata una canna dell’acqua.


Anna:


E vai in farmacia?


Santina:


Perché tu dove vai?


Anna:


A me non è ancora successo …


Rina:


Perché non avete l’acqua … Hai visto mio marito per caso?


Anna:


Se lo vedo non è per caso!


Rina:


Volevo ben dire! Adesso dov’è?


Anna:


Sarà al bar!


Matteo: (Bussa in modo vigoroso). Signora Rina esca un attimo … non le voglio sporcare dappertutto.

Rina: Questo si chiama gentiluomo. Educato, consapevole, gentile. E giovane! Il che, di per sé … (Esce).


Anna:


È innamorata di questo qua …


Santina:          Non mi dire … ma no! È innamorata di uno di Milano … alto, bello,


ricco. Quel signore che ogni tanto viene a comprare la verdura … come lo vede non capisce più niente. Va nel pallone!

Anna: Sei sicura? (Santina annuisce). È l’amante del Luca? Hai capito la svegliona? Glielo dirò a Gianni.

Santina: Per carità … non dire niente a nessuno … sono fatti loro … non bisogna intromettersi in queste “faccende” di cuore … vuoi scatenare un putiferio?


Anna:


Ho capito!


Santina:


Ho capito ho capito ma poi ti lasci scappare tutto. Dai! Taci!


Anna:


In questo paese scappano tante cose … lasciamo stare.


Rina:                 Che bravo ragazzo. Sa quello che fa! Non assomiglia a qualcuno che

vagabonda nei campi alla ricerca dei sassi e perde gli occhiali uno dopo l’altro.


Anna:


Sei troppo severa, lascialo fare, ha il suo bel daffare.


Santina.


Tu parli sempre in rima, sei una poetessa per caso?


Anna:


Ma quale poetessa … sono una povera fessa. (Rina guarda Santina).


Rina: Lasciamo stare … cosa sei venuta a fare? Mio marito dice di essere andato in mezzo al campo, e forse è vero, quindi tu mi sembri fuori posto.

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Anna:


Vuoi che lo raggiunga … ci metto poco … anzi, ci vado subito!


Santina:


Non vieni in farmacia con me?


Anna:


Non ho canne rotte … mi conviene andare sennò finisce a botte.


Rina:


Da quando è così … non sarà la vicinanza di quello a sconvolgerla.


Santina: Le ho fatto credere che ti piace quel tipo di Milano che ti compra una vagonata di ortaggi … ha abboccato.

Rina:                 Chi, quel fagiolone col Mercedes? Sei tremenda Santina. Adesso verrà


fuori un pieno in paese … lo sai che parla per niente … se lo viene a sapere la dottoressa fa i salti di gioia.

Santina:          Perché?

Rina: Corre dietro al Gianni da una vita … se scopre che ho un amante gli chiede di divorziare. Santina, stai attenta a quello che dici e a chi lo dici!

Santina:          Non parla: glielo impedito!

Rina:                 (Bussano). Parla anche quando dorme figurati! Aspetta! Chi è?

Matteo: Sono sempre io Rina … venga fuori. (Apre la porta, si vede solo un braccio).

Rina:                 Sta diventando un vizio … lo fa venti volte al giorno. Entra!

Matteo:           Ho le scarpe piene di letame … (Rina allarga le braccia). Esca lei!

Santina:          Allora siamo a posto … vado anch’io.

Rina:                 Speriamo di guadagnare bene anche il mese prossimo … ci sentiamo!

Santina:          (Esce e rientra subito). Come puzza! Vado!

Rina: Cosa c’è? È il caso di conciarsi così? (Da fuori). Ti diverti a scavare nella schifezza?


Matteo:


Sono caduto dentro per sbaglio mi è scivolato il piede.


Rina:


È un po’ di tempo che scivoli dappertutto. Rischi di farti male.


Matteo:


Ma no! (Scivola ancora).


Rina:                 Non stai in piedi! Hai un odore tremendo … vieni con me nel granaio,


oggi passano quelli del mulino … Stammi lontano per favore … vai avanti … ecco! Puzzi da morire. Tua mamma non ti dice niente?

Matteo: Ha detto che se non la smetto di tornare a casa puzzolente fa mettere una doccia in cortile.

5


Rina:                 Lo vedi!

Scena seconda

Gianni: (Entra con una specie di cassettina metallica). Chissà cosa c’è dentro. Sono anni che aro quel terreno e non mi sono mai accorto di quella cassa … si vede che quest’anno sono sceso troppo in profondità col vomere … (Tenta di aprirla). È tutta ruggine … non la voglio portare dal fabbro … ci porrebbe essere dentro chissà che, forse un tesoro … magari … vado in officina. È meglio non dirlo a Rina … se c’è qualcosa le faccio una sorpresa ma se non c’è niente mi accusa di aver trovato una scatola vuota o di aver nascosto il contenuto che giudicherebbe di valore anche se si trattasse di noccioline … conoscendola !

Rina: Gianni! È introvabile … Mai una volta al posto giusto … lo devo rincorrere ovunque … ha in mente solo le donne!


Matteo:


Gianni! Vieni fuori un attimo.


Rina:


Cosa devo fare con questo? Entra!


Matteo:


Non posso … se lascio andare la corda mi scappa!


Rina: È scemo! ( Sulla porta. Esce). Porti a spasso il manzo? È più comodo il cane credimi! Il tuo datore di lavoro dov’è?


Matteo:


Era in campagna.


Rina:


Sì, quella di Russia … vai e mandami il “titolare” immediatamente.


Matteo:


Agli ordini … e muoviti tu.


Rina:                 Che collaboratori … (Arriva Gianni). Eccolo! Pensavo che eri andato in

ferie, invece mi sbagliavo: sei in sciopero!

Gianni:            Se non dici quel tanto di scemate al giorno non sei contenta. C’è gente in

ufficio che ha bisogno di te per la frutta: corri!

Rina:                 Io devo correre e tu devi camminare … donnaiolo!

Gianni: Non sono riuscito ad aprirla … e pesa oltretutto … e si sente un tintinnio. Porca miseria ho lasciato quella cassa aperta in mezzo al campo … la seppellisco, non la devono vedere. Che abbia lasciato dell’altro? Sono agitato in un modo: questi ritrovamenti mi mettono un’ansia … Ci vuole cautela … dove la posso mettere? Devo pensare … trovare una soluzione immediata. (Esce di corsa).

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Rina: Cento euro di pesche … è sparito di nuovo … lo lego alla sedia; e sì: basta! Sembra che gli manca la terra sotto i piedi. Tutte ste donne che lo rincorrono appena esce di casa … che …

Santina:          Rina, ci sei?

Rina:                 (Apre la porta). Non comincerai anche tu adesso … lo vedi: sparito!

Santina: L’ho visto correre verso il campo di frumento seguito dai cani. Sinceramente non ho capito se erano i cani ad inseguirlo o il contrario … avrà dimenticato qualcosa …


Rina:

paese.


La testa! Siediti … ti preparo un caffè? Intanto racconta le balle del


Santina:          Se ne sentono di tutti i colori … la tua amica qui, l’Anna, dicono che è

una credulona: le palle, fa la tonta su commissione … è furba!

Rina: Non sarà vero? Occhio allora, non vorrei che ci mettesse nei guai a tutte quante … non dovevi dirle di quello di Milano … stai attenta , in questo paese le improvvisazioni si pagano care! Già ho la storia con quello là ancora in sospeso.

Santina: Con chi? Rina, sono passati trent’anni e non eri nemmeno sposata . Tu pensi veramente che uno, dopo trent’anni, ha in mente di tornare … non dirne più!

Matteo:           Gianni ... ho bisogno di vederti subito.

Rina:                 Vuoi vedere che lo strozzo? Non parlare …

Matteo: Gianni … entro? Io entro … non mi incolpare per aver portato dentro il fango costringendo tua moglie a pulire per colpa mia … permesso … ah, sei già qui?

Gianni: Credevo di aver dimenticato una cosa in campagna … ma poi ho pensato (Da fuori). È un periodo di grandi pensieri, caro mio.


Rina:


Hai visto … ha pensato! (Indica la testa).


Gianni:


Vieni dentro un attimo … pulisco io dai …


Matteo: No no, lascia perdere … sono passato a dirti che hanno caricato i scacchi. A dopo.

Gianni:            Va bene, veditela tu! Ueilà … la contabile in carne e ossa!? Abbiamo


avuto un guadagno extra?

Rina: Extrasensoriale … hai finito di scorrazzare o ti è rimasto indietro qualche cosina da recuperare?

7


Gianni: Sei forse pazza? Ho recuperato in effetti … staremo a vedere cosa … per ora … per ora! … La … il … quello che è!


Rina:


Da quando fai la settimana enigmistica? Parla chiaro!


Gianni: Santina, tu che sei istruita … (La guarda di sottecchi) sai se per caso qui dalle nostre parti anticamente c’era qualche insediamento urbano?


Rina:


Hanno cambiato vino giù dalla Netta! (Gesto ad hoc di Gianni).


Santina:


Forse … dicono che c’erano i galli.


Rina:


Come lui! Cedroni però!


Gianni:


Come si fa ad intavolare un discorso serio con te … come si fa!


Santina: Sai a chi dovresti chiederlo? Alla Luisa Temperi, l’archeologa che abita giù dal Dante … lo sa di sicuro … caso mai la …

Gianni: Ah! Adesso capisco … ecco perché alla mattina carica in macchina il badile e il piccone … va a scavare le buche … per chi lavora?


Rina:


Un archeologo per chi lavora secondo te? Per il governo no! Asino!


Santina:


Lo tratti male … dai Rina … è un uomo ambito da tante donne …


Rina:


Appunto! Perché lo indirizzi da quella? Ti vuoi vedere anche con lei?


Gianni: Santina, tu mi conosci bene, ho forse mancato in qualche cosa. Pensa che appena quindici anni fa le ho regalato un gioiello, non l’ho mai trattata male, l’ho mai tradita?


Santina:


Non credo!


Anna:


(Entra, ha premura). Gianni, dai, andiamo è tardi!


Rina:


Non credi eh? Vieni dentro tu!


Anna: Gianni, dobbiamo andare al macello … ho già caricato la bestia sul camion! Matteo l’ha fatta agitare e non sta ferma.


Gianni:


Hai ragione, mi stavo dimenticando … arrivo!


Rina:


Di quale bestia parli?


Anna:               Il manzo! (Dà un’occhiata a Santina la quale allarga le braccia in segno


di rassegnazione ). Santina, chi era quel bel giovanotto che ti correva dietro quandosei uscita dalla farmacia?


Santina:


L’idraulico!


Anna:


Ah ecco! Che stupida! È logico.


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Gianni:            Dai che è tardi!

Anna:               Facciamo ancora in tempo a …

Rina:                 Finisci la frase!

Gianni:            Andiamo … Cara a dopo! (Ironico).

Rina:                 A mai più! Maledetto!

Santina: Come sei esagerata … va al macello mica in discoteca … un po’ di elasticità Signore …


Rina:


Lo faccio diventare come tira- molla … usciamo che è meglio!


Santina:


Sì, è meglio! Ti vedo sovraeccitata.


Rina:

preventivo.


Sono circondata da idioti. (Si guarda attorno). Lo tratto così  a scopo


Santina:          Metti le mani avanti … se ti dovesse tradire davvero … lo fa lo stesso.


Anzi, stai attenta che lo potrebbe fare per ripicca. Più si sente accerchiato e più tenta la fuga.

Rina:                 Credi? Lo impicco!

Scerna terza

Gianni: (Sta trafficando con la scatola, improvvisamente si apre). Ah, ti sei aperta finalmente … porco cane, monete d’oro … e quante … orco cane che roba. Di chi saranno? Vengono dall’estero! Le hanno sepolte i tedeschi durante la guerra. Non saranno dei pirati? Sono venuti fin qui? Porca miseria, sono completamente sorpreso! Massima segretezza, assolutamente, se le vede … (Rumori alla porta). In questa casa non si può mai fare niente … (Cerca di riporre tutto ma una moneta inavvertitamente rimane sul tavolo). Sei tu … ho avuto paura …

Rina:                 Di chi? Quando uno ha la coscienza sporca: teme!

Gianni: (Non vuol far sapere alla moglie del ritrovamento). Sì sì … temo! Più che altro temerò!

Rina: Ne sono convinta. Continua di questo passo. Lo senti anche tu questo odore di chiuso? Di marcio. Non mi avrai fatto centrare il Matteo per caso?


Gianni:


No! Sai che non entra mai durante la settimana.


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Rina: Perché invece la domenica è un continuo dentro e fuori … Hai dimenticato un medaglione di cioccolato di Natale … li nascondi per non farteli rubare? Goloso! Poi ti lamenti dei trigliceridi … tu ne avrei cento di gliceridi. Caspita

èdura come il legno … quanti anni ha?


Gianni:


Duemila … contenta?


Rina:                 Fai vedere … dammela pistola … è roba mia … chi è questo qua …


dove l’hai lasciata? Chi è sto barbetta qui … non la mangiare, dalla al cane. (Cerca di capire ma poi sorvola). Mi vuoi spiegare perché da tre giorni scorrazzi avanti eindietro?

Gianni: Ti devo riferire anche quante volte vado al bagno? Mettitelo in testa: non ho nessuna amante … in paese … (Rina gli lancia un bastone di pane).


Rina:


Scellerato! (Gianni ride).


Luisa:


(Campanello). Signor Mottini sono Luisa, l’archeologa …


Gianni:


Non si può dire niente in questa casa che immediatamente: avanti!


Luisa:               Buongiorno … oh, ma che bel giovanotto abbiamo. (Gesto di Gianni

come a dire: si mette anche questa). Complimenti signora: ha proprio un bel marito!

Rina: Sì ma ancora per poco! Chi l’ha mandata? La giuria di qualche concorso di bellezza maschile o è venuta sulla scorta delle dicerie popolari che vedono in lui il novello Adone?

Luisa:               Santina ... la vostra contabile … ero di strada e … è lei che vuole sapere

se questa zona era abitata in passato?

Gianni: Voglio sapere … La mia era una domanda fatta così per dire e quella ha favoleggiato. Non è capace di farsi gli affari suoi nemmeno a pagamento.

Luisa:               Capisco! Niente, diciamo che, per lo meno, ho visto un bell’uomo! (Sta

per andarsene). Lo tenga ben stretto!


Rina:


Ho già ordinato un “set” di corde nuove. Con il collare!


Luisa: Per bacco e tutti gli altri numi dell’Olimpo! (Intuisce immediatamente). Una moneta di Adriano …


Rina:


Vai in giro anche a rubare adesso?


Luisa:


(Si siede). L’avete in casa da molto?


Rina:


Da quando l’ho sposato!


Luisa:


La moneta dico!


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Gianni:             (È un po’ frastornato). Penso che sia un cioccolatino di Natale avanzato.

Era sotto il mobile che abbiamo in stalla. (Rina scuote la testa).

Luisa:               Ne avete avanzati tanti?

Gianni:            Questo!

Luisa:               Ve lo compro io … vi do … mille euro!

Rina:                 Sei sicuro che ce n’è uno solo?

Gianni: Uno, uno … (Guarda il pubblico, finge di non capire). Si vede che l’Adriano quando è passato qui l’ha persa.


Luisa:


È passato qui un bel po’ di tempo fa! (Sorride).


Rina:


Trent’anni fa!


Luisa:               Ho capito, non ne volete parlare. Allora ci vediamo un’altra volta. A

proposito: questa zona è popolata da sempre. Arrivederci!


Gianni:

momento.


Certo che quella è proprio scema. Licenziala! Rina, vado via un


Rina:                 Non mangi? Che cosa sta succedendo? (Riguarda la moneta). Come fa a


dire che era di Adriano … era in stalla? … Abbiamo un mobile là dentro? Questo vaneggia. Che periodo sta attraversando?

Scena quarta

Gianni:            (Entra con un pacco di fogli). Mamma mia che casino in quella cassa …

èpiena di cartacce … vediamo cosa c’è scritto … questo è latino di sicuro … me l’hanno fatto studiare per forza, media dei voti: tre! Era il mio forte … questo è già un po’più difficile, difatti non lo capisco … accidenti, sto respirando quest’aria fetida … non è che mi viene la peste? (Si mette una mascherina). Meglio … non si sa mai. … Che meraviglia … carta pesante, spessa … sembra un libro intero, non rilegato ma … una volta mica li rilegavano. L’avranno buttato dentro nel cassone ed è finito nel campo di grano … forse c’era una casa … ci abitava qualche gallo con qualche gallina … comunque, questi qui, erano ricchi … cosa c’è scritto … (Va alla finestra). Titus Lucretius Carus … oh caro ti hanno buttato via il libro nel cassonetto …

(Rumori alla porta, apre un cassetto e ci infila tutto). Carus … sarà Caruso!Èpassato di qua?

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Rina:                 (Entra con Santina ad Anna). Sei malato? Hai preso la polmonite? Stai

attento: sudi troppo! Lo sentite questo odore di marcio … è da tre giorni che lo … cosa stai combinando?


Gianni:


Niente … stavo uscendo. Non si può?


Rina:


Vai in ospedale per un ricovero urgente?


Gianni:


Ti tengo il posto?


Matteo:


Gianni, andiamo ?(Da fuori).


Rina:


Esci con la mascherina?


Gianni:


Non si sa mai … con l’inquinamento che c’è.


Rina:


Te ne accorgi solo adesso?


Gianni:             Sì! Ho premura … non mi costringete a dire parolacce. Matteo entra un


attimo … lavo le mani.

Matteo: Sbrigati … sai che entro solo di domenica se capita l’occasione. (Le donne si guardano). Non voglio essere tiranneggiato.


Anna:


Tiriamolo dentro di forza!


Rina:


Pulisci tu dopo. (Anna alza le mani in segno di resa).


Gianni:


Vamos chico! (Ha sistemato la mascherina sulla fronte).


Rina:


Parla spagnolo adesso! Libertino!


Santina:


È un po’ strano in questi giorni.


Rina:


In questi giorni!


Anna:                È un uomo meraviglioso … avercene come lui … è affabile, gentile,


paziente, laborioso …

Rina: (Gag a piacere). Lascia perdere il “la” … è solo borioso! Sento una puzza tremenda … di sicuro l’ha fatto entrare.

Santina:          In effetti una certa puzzetta c’è! Sarà lo scarico! Apri .

Anna:               Vai in farmacia.

Santina:          Fai l’ironica?

Anna:               Dipende!

Santina:            Tu … tu …  con questo modo di fare … soprassediamo.

Rina:                 Lo sai che fa fatica con le parole lunghe.

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Santina:


Rina, facci un caffè forte va …


Rina:                 Lo vuoi al peperoncino? Me ne hanno dato uno che si chiama


“resuscitativo” … Ragazze, domenica viene quello di Milano, gli sto preparando la roba.

Anna:               Ti piace eh?

Rina: Insomma … è un tipo … a suo modo è un tipo … non dirlo eh! Quando lo vedo mi cadono i gambaletti dalla commozione.


Anna:


Hai perso la testa?


Rina:


Alla mia età si perde molto e si recupera poco!


Santina: Stai zitta … tu piuttosto, trovati qualche bracalone invece di ballonzolare dappertutto.

Rina:                 Ha già il “laborioso” , cosa se ne fa di un altro.

Anna:               Tra me ne tuo marito non c’è mai stato niente.

Rina: Prima ma adesso c’è! Fate a gara a chi se lo arraffa per prima, compresa la dottoressa …

Anna: Ecco perché un giorno invece di visitarmi mi ha chiesto se avete intenzione di divorziare. Gli corre dietro?

Rina: Glielo faccio correre davanti … sembra che in paese ci sia solo lui. Parliamo di cose serie. Ho parlato col sindaco per la sagra solita che facciamo …

Anna: Durante la quale vendi tutto quello che hai avanzato ai milanesi boccaloni al doppio del normale … e loro credono di comprare prodotti biologici quando …

Rina: E tu di nascosto fai la cresta fingendo di non avere il resto e ti scrocchi i tuoi venti o trenta euro.


Anna:


Mi hai scoperta?


Santina:

noto.


Anna, non te l’abbiamo mai detto perché siamo amiche ma il fenomeno è


Anna:


Sono un fenomeno?


Rina:                 Non lo fare più! Se gli affari vanno così ti aumenterò la paga … ad una

condizione: stai alla larga da mio marito!


Anna:


Lavoriamo fianco a fianco, come faccio?


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Rina: Pensaci! Allora … il sindaco ha detto che quest’anno la possiamo fare in piazza mercato, che è più grande, perché contemporaneamente … sono parole lunghe Anna, non so se le capisci … fanno la pesca di beneficenza.


Anna:


Insieme!


Santina:


Brava! Ti sei istruita coi soldi che sgraffigni alle sagre?


Anna:


Voi due … ecco! Quello di Milano ti viene ad aiutare?


Rina: E se anche fosse? Sono affari che riguardano la mia sfera privata, non tollero ingerenze.

Anna:               Vado! Non voglio ingerire più niente per oggi! Santina, vieni con me al


bar? Devo ritirare il bucato! Vado!

Santina: (Anna esce). Questa è furba, altro che credulona. Andiamo noi al bar. Dai, levati quel grembiule della nonna … il caffè lo beviamo là. Quanti ne metti?


Rina:


(Ne ha tre, uno sopra l’altro). Ne metto tre per non sporcarli.


Santina:


Metodi antichi vedo!


Rina: Ma sì, chi se ne frega: andiamo al bar! … Santina … (Va a prendere la moneta). Secondo te questa cosa che valore avrà? Dice che era in stalla.


Santina:


Falla vedere a quell’archeologa.


Rina:


È venuta qui … ha detto che le hai parlato dei galli ed essendo di strada.


Santina:          Sì ... le ho accennato … è venuta qui? Rina, l’ha fatto per tuo marito


credimi … l’ha anche detto … “sì lo conosco, è quel bel contadino che ha la moglie che lo assilla” … è conosciuto, Rina!


Rina:


Tornerà eh! … Insomma, ha detto che ci da mille euro.


Santina:


Oh! È d’oro?


Rina:


Ha detto che è di Adriano … come fa a saperlo è un mistero.


Santina:


Quanti anni è che non lo vedi … dieci, venti.


Rina:


È già un bel po’ che non passa … forse è meglio così va! Andiamo!


Scena quinta

Il mattino dopo


Gianni:


(Sta trafficando con le sue cose rinvenute). La mascherina! Dunque


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facciamo il punto … duecento monete d’oro di questo Adriano che poi andremo a vedere chi è … tre libri scritti in latino di questo Carus, diciamo pagine … un pacco di fogli in greco di questo qui che chiameremo X e questa maschera … lo vedi che la mettevano anche loro … (è una maschera del teatro greco, quella comica). Valore ipotetico … diciamo … un centinaio … in più c’è la cassa di legno pitturata a forma di sarcofago, che non è da buttar via … in tutto, se vendo bene, … beh! Accontento la Rina così non mi rompe l’anima … quando fa così è perché vuole qualcosa di sostanzioso come quindici anni fa … un bel diamante salterà fuori! (Rumori alla porta).

Rina:                 (Rimane un attimo perplessa). Tenon stai bene te lo dico io … aprile

finestre! Te lo ripeto: non far entrare Matteo in mia assenza: chiaro!


Matteo:


Gianni … è ora! Buongiorno signora … è dentro vada!


Luisa:


Lei non entra? Che puzza … dov’è stato?


Matteo:


All’estero! Gianni andiamo!


Gianni:


Desidera?


Luisa:               Sta male? Come puzza quell’uomo. Sono qui per quella moneta … me la


faccia rivedere … sono curiosa!


Rina:


Non è nostra, l’abbiamo solo trovata qui.


Luisa: È impossibile! Se ci fosse stata una moneta nella stalla, come dice lui, l’avreste trovata molto tempo fa probabilmente in compagnia.


Rina:


Era in compagnia?


Gianni:


Era sola! Per me era nel fieno o nella paglia …


Luisa:


Quindi in un campo, probabilmente uno dei suoi …


Gianni:


Me ne sarei accorto.


Matteo:


Gianni andiamo! Entro?


Rina:


Vengo io, già qui dentro non si respira. (Esce).


Luisa: Posso guardare nei suoi terreni … magari le è sfuggito qualche particolare rilevante, qualche piccolo tumulo, qualche depressione del terreno.

Gianni: È perfettamente in piano. Vada pure … non troverà niente … sono quarant’anni che li lavoro …

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Luisa:               Sì, ma alle volte nell’arare emergono dei resti antichi … va bene ci

andrò! Guarda guarda, è quella che ha fatto coniare quando è andato in Egitto! Me la presti per un paio di giorni?

Gianni: Mi raccomando … mia moglie mi controlla anche quando vado in bagno, se si accorge che manca sono fritto!

Luisa:                 Sono una scienziata non una ladra! (Esce).

Gianni: Ne sa una più del diavolo … è intelligente! Devo far sparire tutto … li devo seppellire un’altra volta? … E no eh! Li metto sotto il letto! Faccio un bel pacco

…tanto non se ne accorge (Lo appoggia su di una mensola) … La cassa … la carico sul trattore e la nascondo in cantina. (Ha indossato la maschera greca per gioco). È pesante come mascherina. Come la tenevano su? Manca l’elastico.

Rina: (Entra improvvisamente perché ha dimenticato il portafogli, si precipita in camera). Hai vinto alla pesca … metti giù quell’affaree smettila di travestirti dascemo. Cosa voleva quella?


Gianni:


I soldi! … La moneta …


Rina:


E tu gliel’hai data!


Gianni:


Non dovevo?


Rina:


Vendigliela così mi compro un bel vestito alla moda.


Gianni:

sudato.


Avete capito! (Al pubblico). Mi sperpera tutto il capitale faticosamente


Rina:                 (Esce dalla camera, ha sentito l’ultima parola). Tieni, asciugati la

fronte: Don Giovanni! (Gianni allarga le braccia e va in camera).

FINE PRIMO ATTO

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SECONDO ATTO

Scena prima


Santina:


Gianni, ti sei già comprato la cassa da morto?


Anna:               Sa che gli è rimasto poco tempo … con una moglie accecata dalla


gelosia chiunque lo farebbe.

Gianni:            Siete sceme? Cassa da morto … vi sembro in fin di vita?

Santina:          A noi lo puoi dire … cos’era quella cassa che hai portato in cantina?

Gianni:            A voi non scappa niente eh! … Sì, è una nuova tipologia di botte per vini

speciali barricati … è francese, deve stare li per anni e anni al buio. E porta anche male se vi avvicinate troppo.


Anna:


La maledizione di quello là con la tuta del can. Storie per creduloni!


Gianni: Brava! Proprio lui, il meccanico egiziano! Comunque tuta o non tuta è meglio stare alla larga.


Anna:

bancarelle.


Non ti alterare. Era una domanda … Rina? Stiamo allestendo le


Matteo:

moglie.


Gianni, è arrivato quel signore di Milano per le verdure, chiama tua Prego entri.


Luca: Signor Mottini … sono in anticipo di un giorno … di solito vengo di domenica ma temendo di restare senza i prodotti mi sono scapicollato. Ci sono anche loro, le mie contadine preferite (Convenevoli). La signora? Siete il mio punto di riferimento agro- alimentare ormai … senza le vostre verdure sono perso.

Gianni:            Oh! Per quattro foglie d’insalata …

Luca: E che insalata! Voglio prenotare anche delle bestie per Natale … polli, faraone, capponi … avete anche conigli?


Anna:


Lepri, fagiani … però quelli se li deve cacciare.


Luca:


(La porta è aperta). Matteo, non entra?


Gianni:


Entra solo di domenica!


Luca:


È questione di turni?


Santina:


È questione di puzza!


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Luca: La signora Rina non c’è … di solito tratto con lei, è così buona con me, mi fa sempre uno sconticino … questa volta si raddoppia. Ne avete sì?

Gianni: Sì … ne abbiamo … la stagione è stata clemente. Pensi che il sedano è cresciuto fino a tre metri. Una verdura così non la trova da nessuna parte.


Luca:


È per questo che vengo fin da Milano! (Si bea).


Gianni:


Arriva … gestisce lei l’azienda, io sono di contorno.


Anna:


È biologico anche lui!


Luca:                 Lo so … avete dei prodotti ottimi tant’è vero che mi sono permesso di


fare pubblicità tra i miei dipendenti: verranno in tanti “domani”.

Rina: (Entra allegra). Il signor Luca … (Fa la smorfiosa) è in anticipo, l’aspettavamo per domani … dobbiamo finire l’allestimento della fiera … venga giù in piazza così vede l’esposizione. (Anna da una gomitata a Santina, la quale fa segno di tacere). Lo porto via per un po’!


Luca:


Volentieri … mi rapisca, la sua signora è proprio simpatica: a dopo!


Gianni:


Perché la conosce poco … vai vai …


Anna: Tua moglie … (Santina le fa segno di tacere). Niente … preferisco andare giù a preparare … a dopo!


Gianni:


Oggi dicono tutti così: a dopo! Lo vuoi dire anche tu?


Santina:


A dopo!


Gianni:            Perfetto! Sono tutti matti. Speriamo che “l’archeologa” si dimentichi di


quella cosa in fretta … (Ha messo sopra una mensola altri oggetti). Dove li nascondo adesso? Chissà che cosa sono … ci voleva anche un doppio fondo. Li devo mostrare a qualcuno senza interesse … se li vede mi seppellisce di domande … e soprattutto speriamo che non trovi niente in campagna … furbacchiona … (pensa). Non andrà in giro a dirlo? Tanto posso sempre negare tutto! Mi conviene mettere tutto nella cassa giù in cantina … chi la trova? (Campanello). Un momento: sono seminudo! Porco cane è diventato un porto di mare. Avanti!


Lele:


Buongiorno! Mottini giusto? (Si gira verso la porta sospettoso).


Gianni:


Forse! Ha bisogno? (Gag a piacere).


Lele:                  (Si avvicina furtivo). Lo sa che in un campo di grano qui intorno hanno

rinvenuto delle monete antiche: Adriano!

Gianni:            Non mi dica! Chi glielo ha detto?

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Lele:                  La dottoressa Temperi … non è ufficiale, me l’ha detto in confidenza al

bar … più che altro se l’è lascito sfuggire: la conosco. Di me si fida perché sono stato suo allievo. Ci diamo del tu!

Gianni: Però! Chissà se le dava del lei … non oso pensarlo … e cosa vuole dal signor Mottini?


Lele:


Vedere queste monete … (Furtivo).


Gianni:


Guardi, io sono l’addetto alle stalle … ripassi in un altro momento


che


lo trova!


Lele: La prego: non dica che sono passato … Mi sono camuffato apposta, la prudenza non è mai troppa, sa com’è …


Gianni:


No! Com’è?


Lele:                  Io gravito nella sfera del … (Gli sussurra all’orecchio). Non sono


proprio un archeologo … compro e vendo sottobanco capisce. Quando qualcuno trova … mi capisce no …

Gianni:            Oh! Tombarolo! (Lele fa segno di tacere). Cosa teme …

Lele:                  Glielo dico così per simpatia … (Gli sussurra).

Gianni:            Veramente? Che affare … una moneta di quelle che ha trovato Mottini,

duemila euro … (Fa dei calcoli a mente). Però!

Lele: Torno nel pomeriggio … una cosa … non dica alla dottoressa che sono passato … lo dica solo a Mottini … meglio che rimanga tra noi … le do una percentuale sul ricavato … mosca!

Gianni:            Quindi lei non si mette a scavare?

Lele: Scherza … non mi sporco nemmeno le mani. Ci mancherebbe … Ci vuole fiuto. (È piuttosto buffo. Pensando di camuffarsi si è gettato sulle spalle una specie di manto).

Gianni: Hai capito il tartufone … ha il fiuto! Cosa mi invento adesso? … Quel cretino di Matteo … lo istruisco per bene … va in galera lui … potrebbe darsi che i reperti appartengano allo stato. Forse! Il campo è mio però … Bisogna fare bene i calcoli … mi tocca pensare … vivevo così bene …


Luisa:


È permesso?


Gianni:

posto?


Non è possibile: è già qui! Venga! Ha visitato il campo? Era tutto a


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Luisa:               Non ho potuto constatare anomalie! A parte la moneta che ho trovato in

un solco non c’era altro. Glielo detto che veniva dal campo. Bisognerà scavare. Devo indire una campagna di scavi laggiù. Mi deve dare la concessione.


Gianni:


È il caso di buttare per aria il terreno per una moneta?


Luisa:


Lo so ma ce ne potrebbero essere altre sparpagliate.


Gianni:


Non sono sementi che si … crede?


Luisa:


Credo! E le posso dire di più!


Gianni:


Più di così!


Luisa: Devo arrivare per prima perché ci sono dei personaggi un po’ mascalzoncelli diciamo, che appena intuiscono che si sta muovendo qualcosa piombano come falchi. Conosco persone che vagabondano di paese in paese alle ricerca di reperti antichi che poi rivendono all’estero.


Gianni:


Non mi dica! Pensavo che fossero dicerie … E lei ne conosce?


Luisa:               Fino ad ora no! Devo dire che i miei allievi stanno tutti dalla parte giusta.


Tenga … gliele restituisco … per ora! Non le mostri a nessuno! Arrivederla!

Gianni: Non ne esco … me la fanno in barba questi … cara Rina, il diamante te lo scordi.

Scena seconda

Luca:                 (Entra con Rina). Siete all’avanguardia … che sistema produttivo:

nessun concime chimico!

Rina: Se si vuole sopravvivere bisogna innovare … cerchiamo di dare al nostro cliente quel pizzico di naturalezza in più.

Luca: Sono entusiasta … signori me ne vado contento. Allora ci vediamo sotto Natale per il pollame.

Gianni: È contento? Bene, lo siamo anche noi … il pollame è biologico: allevato con chicchi di granoturco selezionato da lei ad uno ad uno.


Luca:


Ci vuole una bella pazienza.


Rina:


Oh! Non ha idea!


Luca:


Allora a presto. Scappo, ci sarà un traffico in autostrada.


Gianni:


Ce ne saranno anche due … arrivederla!


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Rina:                 L’accompagno! (Guarda il marito).

Gianni: Poi sono io il libertino … sì: devo parlare con Matteo! Non sarà facile ma è necessario. Speriamo almeno che si levi quella puzza di dosso …


Rina:


(Rientra). Certe scemate le potevi risparmiare.


Gianni:


Risparmio già su tutto.


Rina:


Se proprio devi parlare: taci!


Santina: Eccomi qua … non dite che guadagnate poco perché è la volta buona che … avete visto che coda c’è? E non abbiamo ancora aperto. Chissà domani!


Rina:

altri.


Non abbiamo ortaggi per tutti … Santina … dobbiamo vendere quegli


Gianni:


Come sempre! Guardate che lo storia del biologico ci metterà nei guai.


Rina:


Non devi andare nel campo a cercare qualcosa … corri!


Matteo:


Gianni, c’è un signore che ti cerca!


Gianni:


Mandalo via! Più tardi ho bisogno di parlarti … entra!


Matteo:


Tua moglie è in casa?


Gianni:


Sì!


Matteo:


Entro domani!


Gianni:


L’hai terrorizzato. (Rina va a prendere una scopa).


Rina:


Forza, fallo entrare!


Gianni:


Ho capito: esco io! (Esce e rientra con Dino).


Rina:


Ecco, bravo! A questo gli diamo già quell’altra di verdura.


Santina: Ai clienti nuovi dagli quella buona … almeno la prima volta. Si ingolosiscono e tornano. Quando il cliente è acquisito ci si può …

Gianni:            Si accomodi … il signor?

Dino: Dino Collerici … sovraintendente dei beni culturali e del patrimonio archeologico dello stato.

Rina: Se è venuto per la verdura ripassi domani: la sagra del biologico è ancora in allestimento.


Dino:


Buono a sapersi ma non sono qui per la verdura .


Gianni:


Avete trovato qualche fossile d’insalata?


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Dino: (Sorride). No … che simpatico … purtroppo siamo sulle tracce di un mascalzone che va frugando nei campi alla ricerca di reperti antichi.

Gianni:            Ma no! Qui ci sono reperti antichi?  Non lo sapevo! Lo chiedo a mia

moglie: cara ci sono dei reperti qui?


Rina:


A parte te, non ne vedo altri.


Santina:


È vero! Dico: non ce ne sono!


Dino:                 Sono venuto da lei perché mi hanno detto che possiede molti campi e


siccome è proprio li che si trovano vorremmo tentare un sondaggio col metal detector … tanto per scrupolo.

Rina: (Guarda il marito). Guardi, sono decenni che ariamo quei campi e non abbiamo mai rinvenuto niente … qualche sasso, anche grosso ma reperti … (Ha guardato il marito che fa una smorfia).


Dino:


Avrei bisogno di un lasciapassare per …


Santina:


Ci vuole un’autorizzazione del ministero per scavare.


Dino:


Lo so ma non scaviamo: passiamo sopra con uno strumento.


Gianni:


Per me può passare sopra anche con due … vada pure!


Dino:


Se per caso troviamo qualcosa rimane a lei.


Gianni:


Se trovate qualcosa è mia. Bene!


Dino:


Se non è di rilevanza particolare, sì. (Rina tossisce ).


Rina:


È sempre meglio sapere le cose … in anticipo!


Santina:


(Sta per parlare ma si trattiene). Quella mon … niente sto confondendo.


Dino:                Le faccio firmare queste carte: prego! In un paio di giorni finiamo. Non

vistupite, noi interveniamo solo quando sappiamo che qualche furbetto si aggira in un determinato luogo. Ci ha avvisati la dottoressa Luisa Temperi. Ha visto aggirarsi gente sospetta: tombaroli. Non sa chi possano essere ma lo scopriremo. Per caso avete visto sui campi delle persone con vari strumenti?

Gianni:            Abbiamo degli spaventapasseri rotanti … no! Sui campi … li vedrei.

L’accompagno! (Escono).

Rina: Non sarà qui per quella moneta? Non sono capaci di farsi i fatti propri. È colpa tua … cosa ti è venuto in mente di avvisarla?


Santina:


Quante ne ha trovate?


Rina:


Una!


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Santina:


Qui ce ne sono due.


Rina:


Sì può sapere che cosa combina?


Gianni:

due!


Che impiccioni … (Rina gli mostra le monete). Miracolo! Sono diventate


Rina:


Dai … sputa il rospo … dove le hai trovate?


Gianni:


In solaio!


Santina:


Posso salire un attimo?


Anna: Rina … sei desiderata giù … dai … il sindaco ti deve parlare delle bancarelle … ne hai messe tre di troppo.

Rina:                 È matto! Tu trova una risposta decente alla questione altrimenti …

Santina: vieni con me!


Gianni:


Finalmente! … Matteo! (Grida).


Matteo:


Sì padrone!


Gianni:


Ti ho già detto di non dire così … mi vuoi mettere in difficoltà? Entra!


Matteo:


Ti assumi la responsabilità? È sabato!


Gianni:


Finiscila ed entra … (È vestito di tutto punto). Perché sei vestito a festa?


Matteo:


Lascia stare … (Finalmente entra). Hai bisogno?


Gianni:


Sì! Però andiamo fuori a parlare!


Matteo:


Mi fai entrare e mi ricacci fuori subito?


Gianni:


Ascolta bene quello che ti dirò. Andiamo in stalla.


Matteo:

stalla.


Vestito così? Lo vedi?! Una volta tanto che mi vesto bene mi mandi in


Gianni:


Sai tenere un segreto?


Matteo: Altroché … non ho mai detto a nessuno che vendi per biologica la verdura coltivata vicino alla discarica.

Gianni: Ecco! Perfetto! Questo è un segreto più grande. Molto più grande. Matteo, a te i soldi fanno schifo?


Matteo:


Tutt’altro. Perché?


Gianni:            Seguimi mantenendoti a breve distanza … sii spensierato, casomai


fischia … se qualcuno incrociandoti di chiede qualcosa sii evasivo.

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Matteo:


Dobbiamo fare un viaggio lungo? La stalla è li!


Gianni:            Poche domande eh! Parlo io! Se tutto fila liscio ci scappa un bel


bigliettone …

Matteo:           Facciamo due!

Gianni:            Esoso!

Scena terza

Due giorni dopo

Luisa:               Signor Gianni … non c’è? Che puzza di chiuso … più che altro di

reperti: è tipico! Quando si aprono certe tombe o certi cassoni antichi esce questo puzzo terribile. (Vede i fogli sulla mensola). Vediamo … “De rerum Caeli” … Lucrezio … oh Madonna … (Si siede sconvolta). Un testo perduto di Lucrezio, non ci credo … è un testo teatrale … oh Madonna non ci credo … è la scoperta del secolo. Dove l’ha trovato? Questo qui ha vangato in profondità … Le monete, non c’entrano niente … oh Signore non ci credo … mi vengono giù i lacrimoni … monete di Adriano e un testo di Lucrezio … sono separati da quasi due secoli. E poi dov’erano: in campagna … c’è dell’altro … Mi sembra una favola!

Gianni:            (Luisa risistema i fogli). Venga,entri … guardi un po’ chi c’è?!

Dino:                Luisa … ti trovo … (Annusa). Niente … non c’è niente là sotto!

Gianni:            (Intercalato, a parte). È tutto qui sotto!

Dino: O quel mascalzone ha già fatto man bassa o l’informazione che mi hai dato era infondata.


Luisa:


Non del tutto! Gianni, mostri al signore quelle monete.


Gianni:

dell’opera!


Sta bene? Sembra quasi che abbia avuto un incontro con il fantasma


Luisa:


È l’odore di chiuso!


Gianni:             Eccole! Penso che le abbia lasciate qui tanti anni fa l’ex fidanzato di mia


moglie: Adriano Defeo. (Sta cercano di farsi passare per un totale ignorante).

Dino: (Ride). Che simpatico … (Continua a ridere, anzi si contorce dalle risate). Non mi faccia ridere! Luisa … (Si riprende). Veramente … (Scoppia in un’altra fragorosa risata). Mi siedo un attimo perché … Luisa …

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Luisa:               Ha confuso dai … non è un esperto.

Dino: Abbia pietà … è grossa … Adriano … l’ex … (Ride di nuovo). Non avevo mai sentito uno sproposito così … Mi scusi!


Rina:


(Entra con Santina). Allora? Avete trovato il tesoro?


Dino:

di prima).


No! Abbiamo trovato le monete del suo ex fidanzato! (Ride ancora più


Gianni: Non badare … non sta bene … gli metto una mascherina … Luisa lo porti via per piacere!

Santina:          Prego, le apro la porta … perché … che c’è?

Rina:                 Gli hai fatto vedere i soldi antichi … quanto ti dà?

Gianni:            Niente, si è messo a ridere come uno scemo perché gli ho detto una cosa.

Rina: Ho capito: gli hai detto che le ha lasciate qui quel cretino … ti faccio notare che questi sono studiosi, capiscono perfin dall’odore dell’aria se c’è qualcosa … e qui qualcosa è successo … non si respira.


Gianni:


Comunque non hanno trovato niente per cui posso andare.


Rina:


Dove? … vai … Santina tira fuori gli scontrini e i soldi …


Santina: Rina, te lo dico ancora una volta: sati attenta! La verdura biologica è bastata per una trentina di clienti, tutto il resto era quell’altra robaccia.


Rina:


Cara: quella è! Una volta finita o chiudo la bancarella o …


Santina: Spera solo che vada tutto liscio. Quello di Milano ha mandato un sacco di clienti nuovi.


Rina:


Chissà perché ha deciso di passare il giorno prima?


Santina:


Almeno a lui hai venduto quella …


Rina:


Un misto!


Matteo:


Gianni! Sono pronto!


Rina:


Come sei vestito?


Matteo:


Bene! Gianni?


Rina:


Entra!


Matteo:


Eccomi! Gianni dov’è?


Santina:          Hai qualche cerimonia? La cresima non l’hai già fatta? Che bel ragazzo,


Rina … vestito bene fai la tua figura.

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Matteo:


Si figuri … Gianni?


Rina:                 Che fretta hai? Siediti un momento … sarà in cantina … da qualche


tempo non fa altro che salire e scendere … o ha del vino speciale o sta diventando matto.


Matteo:


No, non ha del vino … (Sta per tradirsi). Almeno: credo!


Rina:


Dove vai così azzimato?


Matteo:


Non sono mezzo matto … ah, ho capito. Da nessuna parte!


Santina:


E tu, di punto in bianco ti metti in ghingheri per rimanere a casa!


Rina:


Dimmi la verità … andate da qualcuna?


Matteo:


Forse! … Se non arriva … esco …


Gianni: (Sulla porta). Dove vai … torna dentro … Non avete nulla da fare voi? Andate giù a smontare lo stand.

Rina:                 Stiamo andando a divertirci. (Si toglie il grembiule e glielo getta in

faccia).Adios Gringo! Santina: gli uomini ci attendono!


Gianni:

vespaio


Secondo te sta bene? (Gesto di Matteo). Vediamo di non sollevare un … non potevi aspettarmi fuori.


Matteo: Siamo sicuri che non ci beccano? (Gianni gli rifila cento euro). Non ci beccano! Cosa devo fare esattamente?


Gianni:


Quando arriva il furbetto tu dici quello che abbiamo concordato.


Matteo:


Che tu sei lo stalliere e Mottini sono io!


Gianni:


Non ci crederà ma non avendo alternative …


Matteo:


Quante monete gli vuoi dare?


Gianni:            Dieci … per ora … in tutto sono … non ti interessa. Fatti dare contanti,


non mi costringere a prendere la parola … è facile!


Matteo:


Quando arriva?


Gianni:


Mi ha telefonato … ha detto che è in ritardo sulla tabella di marcia.


Matteo:


Corre in bicicletta?


Gianni:


Non fare lo scemo! Pesa le parole. (Campanello). È lui! Avanti!


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Scena quarta


Lele:


Matteo! Mamma mia quanto tempo … (Convenevoli) che fine hai fatto?


Matteo:


Questa!


Gianni:


(Tra sé). Ci mancava anche questa!


Com’è possibile … Posso andare?


Matteo:


Rimanga, la prego!


Lele: Quindi sei tu che hai trovato quelle monete? Come fai di cognome? Aspetta … sai che non ricordo!


Gianni:


Mottini!


Lele: Già! Mottini! Senti, ho poco tempo per via di impegni estremamente pressanti … fammi vedere ste cose e … quante ne hai?


Matteo:


Dunque …


Gianni:


Non ha detto dieci!


Matteo:


Ecco! Dieci!


Lele:


Preferirei se mandassi fuori lo stalliere … meno siamo e meglio è!


Matteo:


Tu: esci! (Tossita di Gianni).


Gianni:


Le ricordo che abbiamo in sospeso quel lavoro … pressante.


Matteo:


Sì, lo so! Prego!


Lele:


Allora Matteo, cosa mi racconti? Dopo le medie cosa hai fatto: il liceo?


Matteo:


Mi sono buttato nell’agricoltura come vedi.


Lele:


Rende bene?


Matteo:


Non mi lamento e tu …


Lele: Mi sono buttato nell’archeologia di contrabbando … oh, Mottini: acqua in bocca eh! Ti pago bene ma tu e quello scemo che è uscito … mosca! Qui c’è di mezzo la galera. Prendi le monete …


Matteo:


Accetto solo contanti mi spiace!


Lele:                  Eccoli! Hai detto dieci … capperi sono d’oro! … porca peppa, pensavo


che fossero di ferro … sono proprio sue. Va bene … di queste ne posso comperare cinque … massimo!


Matteo:


Diecimila? Hai detto due mila l’una!


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Lele:                  Mi metti in mutande … e sia: facciamo cinque.

Matteo: Chiamo lo stalliere … ho in giro degli animali liberi … se mi scappano sono dolori. Gianni!


Gianni:


Eccomi padrone …


Matteo:


Tu che ci capisci … cinque vanno bene?


Gianni:


Per me … anche tutte.


Lele:


Lei che cosa capisce più di noi?


Matteo:           È un mio consigliere … ogni tanto faccio finta di chiedergli un parere.


Non capisce niente! Guardalo! Non lo prendo a calci perché ci sei tu. (Gianni assume uno sguardo da ebete).

Lele: Ah, ecco! Sentite: meno rimango qui e meglio è per tutti. Quindi, questi sono diecimila … ne prendo cinque ... per ora!


Matteo:


(Da un’occhiata a Gianni). Va bene! Puoi andare.


Lele: Torno tra un paio di settimane. Nascondile bene! E mosca. Se dovesse venire qualcuno … noi non si conosciamo.


Gianni:


Vedi di con esagerare con gli spropositi … (Non fa in tempo a dire).


Rina: Chi era quel giovane? Te lo ripeto: quando c’è gente nuova chiamami. Che verdura gli hai dato?


Matteo:


Quella!


Rina: Appunto! Tu vai a cambiarti perché sta arrivando un camion di fieno dalla Francia.


Matteo:


Subito signora! (Rina lo guarda uscire).


Rina:                 Non ti chiedo il perché di questa sceneggiata altrimenti (Conta i soldi


che sono rimasti sul tavolo). Quanta verdura gli hai venduto? Gli hai venduto ilcampo!

Gianni:            Ma no … non li ho ancora depositati in banca.

Rina: L’incasso della vendita ce l’ho io! Tu vendi in nero … cos’hai in cantina? Qualche porcheria … vado a vedere … (Mette i soldi in tasca). Questi li prendo io!

Gianni:            Guarda che c’è puzza!

Rina:                 Perché qui c’è profumo di rose?

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Gianni: Glielo avrei anche detto se fosse una persona normale. Speriamo che non si lasci andare a spropositi deliranti. Quella è capace di pretendere chissà cosa. Mi conviene dirle tutto ordinatamente dal principio se non voglio incappare in discussioni senza fine … prima o poi questo peso me lo devo levare.

Rina: (Risale con un pacco di fogli). Che razza di botte è quella? Tutta colorata in quel modo … mi sembra uno di quei sarcofagi egiziani … a chi l’hai rubata?


Gianni:


Sarà di Adriano, il tuo ex!


Rina:


Hai deciso di seppellirlo qualora dovesse tornare?


Gianni:


Peccato: è a una piazza!


Rina:


(Lo rincorre).Te lado io la piazza …scellerato… scappa: ti conviene!


Matteo:


Signora Rina, posso?


Rina:


Vai a casa, non è il momento, sono già arrabbiata abbastanza.


Matteo: Quando gli è passata l’arrabbiatura esca e vada a raccogliere suo marito. È finito nel letame!

Rina:                 (Si arrabbia ancora di più). Lascialo marcire … che giornate monotone.

FINE SECONDO ATTO

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TERZO ATTO

Scena prima

Gianni: (Suona il telefono). Rispondo io: “Pronto … sì venga quando vuole … non esco … capisco, non tutto ma … beh … è meglio se ne parliamo tra di noi … no si figuri, mia moglie ... (Appare sulla porta della cucina) ecco: brava! A dopo!” Era la dottoressa … ti vuole vedere per le medicine.


Rina:


È matta? Quali medicine?


Gianni:


Quelle delle mucche.


Rina:


La veterinaria! Adesso?


Gianni:


Muoviti che sta chiudendo l’ambulatorio.


Rina:

la misura.


Sarà! Guarda che se è uno scherzo ti sparo … parola … non oltrepassare


Gianni:


Ti sembro uno che scherza?


Rina: Lo sai che poi torno … toglimi una curiosità … che cosa c’è scritto su quei fogli che ci sono in giro dappertutto e pure dentro il sarcofago?

Gianni:            La botte dici? Non la toccare … potresti incappare in qualche grana.

Rina: Toglimi un’altra curiosità … quel pacco di cartaccia sotto il mio letto ce l’hai messo tu?


Gianni:


Sei diventata curiosa tutto ad un tratto?


Rina:                 Io sarò curiosa ma tu, da un po’ di tempo sei peggiorato oltre modo.


(Campanello). Matteo, non entrare!


Adriano:


Rina … sono io, Adriano … dai fammi entrare!


Gianni:


Siamo alla resa dei conti finalmente.


Rina:                 Capirai che roba. Credevo che fosse già morto! Vagli a dire delle monete


eh! Furbone!

Adriano: Mamma mia, quanti anni sono passati … (Convenevoli). Gianni, ti trovo bene! Rina, allora? Tutto bene? Lo sapete che tanti anni fa quando me ne sono andato dal paese ho perso il portafogli pieno di soldi … mi sono ricordato mentre stavo

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arrivando. Alle volte affiorano ricordi sepolti da decenni. Quando torno la prossima volta faccio un giro esplorativo.


Gianni:


Scommetto che non l’hai mai trovato?


Adriano:


Mai più!


Rina. Cosa vuoi a volte affiora qualcosa ma … ormai non lo trovi più. Come mai sei tornato?

Adriano: Sono passato per le vostre verdure, siete famosi dappertutto. Un giorno mi sono messo a navigare su internet e vi ho scoperti.


Rina:


Pensavo che eri in marina e invece navighi a secco. (Adriano ride).


Adriano:


Spero che la mia presenza non vi arrechi disturbo visti i trascorsi.


Gianni: Figurati … siamo nel terzo millennio … ti davamo già per spacciato e tu stai a pensare … siediti!

Adriano: Mi fa piacere … senza rancori si vive meglio … vedo che avete messo su una bella attività.

Gianni:            Sì … niente di eccezionale. Biologico, tutto! Dalla A alla Zeta.

Rina:                 Fortunatamente l’alfabeto finisce lì …

Adriano: Forza allora, tira fuori un po’ di ortaggi … me lo ha detto anche Luca Marini, che è un vostro cliente entusiasta a quanto pare. Ha decantato così tanto che ho deciso di passare.

Rina:                 Lo conosci? … Viene spesso da Milano … Sì, è un cultore del biologico.

Mi spiace Adriano … non ci è rimasto più niente … sei arrivato tardi.


Adriano:


Peccato! Mi sbaglio o qui dentro c’è una puzza di stantio?


Gianni:


Dici? Non lo sento.


Adriano: L’abitudine … Va bene, vorrà dire che ripasserò, mi ha fatto piacere incontrarvi … (Bussano). Avete gente … vado!

Gianni:            Avanti! Luisa è lei? Le presento il signor Adriano quello delle monete.

Luisa:               (Non si trattiene più dalle risate). Miscusi ma … lasciamo stare … è un

burlone … Gianni la prego: smetta di fingersi un incompetente.


Adriano.


In effetti di monete ne ho perse parecchie molti anni fa.


Luisa:


Mi creda: queste non sono sue! (Ride di gusto).


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Adriano: Non c’è molto da ridere. Vorrei vedere lei perdere una decina di milioni dell’epoca! Comunque sono fuori corso ormai! Ci sentiamo allora? (Luisa fa un gesto come a dire: hai voglia se sono fuori corso).


Rina:


Ti accompagno fino al cancello.


Luisa:               Gianni ora basta! La finisca di dire scemate! Non si rende conto del


valore storico che ha per le mani? Ha letto quei fogli … guardi se collabora garantisco che lo stato le sarà riconoscente … qui c’è in ballo un pezzo della nostra cultura. “Lucrezio”, un inedito … non si sapeva nemmeno che l’avesse scritto.

Gianni: Teniamolo segreto … aspetti qui! Ha letto quei fogli che ho messo lì? (Luisa annuisce. Va in cantina). Non doveva. Non doveva!

Luisa: Ci scappa un riconoscimento accademico di quelli grossi! L’ho scoperto io … Lucrezio … chi se lo immaginava! È una scoperta da premio Nobel. Per ora lo tengo per me ... in seguito diffonderemo la notizia.


Rina:


(Vede Luisa aggirasi convulsamente, scuote le testa). Ha perso qualcosa?


Luisa:


Sapesse!


Rina:                 Lo so, sapesse lei cosa ho perso io! Cara Santina quanti anni … che


ricordi … gioventù bruciata dietro a quel … mi stavo dimenticando della veterinaria … torno subito!

Santina:             Buongiorno! (Timidamente). Ho intravisto un signore che si aggira con

uno strano attrezzo: guardi eccolo!


Luisa:


Maledetto … (Si precipita fuori).


Gianni:


Mi raccomando Luisa … dov’è? Ho qui la … carta igienica …


Santina:


Le scappava da … ha una faccia. Eccola, sta litigando con quello!


Gianni:


Io mi chiamo Matteo Cappellini: chiaro!


Santina:


E io sono Rina Mottini! Tu non stai bene.


Gianni:


Va bene, digli così. Non dire niente … seguimi!


Santina:


Andiamo!


Gianni:


Seguimi nel discorso … vuoi che ti licenzi?


Santina:


Cosa devo fare … sei agitato! Avete mangiato pesante?


Gianni:


Tu … non prendere iniziativa, piuttosto lascia parlare me!


Santina:


Ha ragione tua moglie … sei strano!


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Luisa:

scoperto?


Vieni dentro, ladro … ha visto: l’ho preso … delinquente. Cos’hai


Lele:                  Quello che mi hai detto tu. Le monete di Adriano. Fatemi parlare col


signor Mottini.

Gianni e Santina:   Non c’è! Ripassi! (Gag a piacere).


Luisa:


(Campanello). Sarà lui … vero?


Matteo:


Sono io Matteo! Posso entrare?


Gianni:


Entri pure … (Entra). Ha visto chi c’è?


Matteo: Lele … (Tossisce in modo strano). Hai perso la strada di casa? È un vecchio compagno di scuola … (Gli dà una pacca). Cosa fai qui? Hai saputo della verdura. Gianni esci a governare le mucche.

Luisa:               Siete compari?

Anna: Gianni … andiamo! (Imbarazzo dei due). Allora? Matteo, vai a cercarlo, ti ho visto entrare …


Gianni:


Mi chiamo Gianni … vado io! Ha capito Mottini.


Matteo:


Arriva! (Arriva anche Rina, è furiosa).


Rina: Scellerato … Dove vai! Guardi, ripassi l’anno prossimo perché di verdura non ne abbiamo più!


Lele:


Matteo, chi è questa donna?


Matteo:


È la moglie di Mottini!


Lele:


Tua moglie?


Luisa: Basta! Falla finita. (Li trascina fuori). Se scopro che siete in combutta ve la faccio pagare cara.

Rina: Stanno succedendo fatti strani in questo paese … c’è movimento dappertutto … sembra quasi che stanno cercando qualcosa di ferro.


Santina:

sono?


Sono archeologi di Milano, di Roma … quelle monete che hai di chi


Rina:


Chi lo sa! Stanno cercando quelle?


Santina:


Per due monete buttano per aria tutto il paese. C’è qualcosa d’altro!


Rina:                 Speriamo di no! Di chi sono la moglie? Lo vedi: poi sono io che


favoleggio! Non la passa liscia … cosa facevano quei due?

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Santina:


Mah! Erano compagni di scuola. Rina, sono perplessa.


Rina:                 A chi lo dici! Mi sono dovuta sorbire la veterinaria … compagni di cosa?


Non ti preoccupare Santina: se continua così lo spedisco all’asilo!

Santina:          Ma sì … incomincia da capo. Usciamo per un drink?

Rina: Non ho sentito! Ah … a bere? Andiamo! Credevo che fosse il campanello.


Santina:


Se non parli in inglese, oggi come oggi non sei considerata.


Rina:


È mai possibile che la nostra lingua non ha parole adatte?


Santina:


Fa chic … Rina “Let’s go”!


Rina:


Ecco! Go Go.


Scena seconda


Anna: Che casino in quella cantina … e che puzza! Vino biologico ... ma mi faccia il piacere … qui di biologico c’è la fossa e basta. Io la sotto non ci entro più! Pensa te se per fare del vino occorre un cassone del genere tutto pitturato a scarabocchi. (Arriva Dino.Bussa). Avanti!


Dino:


I signori? Ho un comunicato da annunciare.


Anna: Se non è una cosa delicata può dire a me, sono una collaboratrice aziendale di fiducia.

Dino:                Sì , glielo dica lei! Il ministero non ha intenzione di effettuare alcun


scavo perché il “ladruncolo” è stato preso e non avendo trovato reperti trafugati ascrivibili alle sue malefatte e non avendo a disposizione denaro, preferisce non sperperare inutilmente risorse. Inoltre quelle monete di Adriano se le possono tenere. Le spiegherà tutto la dottoressa Temperi.

Anna: Riferirò! Monete di Adriano! Quell’Adriano? Come ha fatto a scoprirlo? Il portafogli l’ho rimesso al suo posto … vuoto ma al suo posto.

Luisa:               (Entra con Gianni e Rina). Gianni, giù la maschera …

Rina: Brava! Glielo dica lei … è un po’ di tempo che va facendo cose poco chiare … un giorno l’ho sorpreso con questa sul muso. (È la maschera greca).

Luisa:               Oh Madonna … Mi sento male … è autentica? (Si accascia).

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Rina: La butto in pattumiera … tutte ste porcherie che porti a casa … la devi smettere di raccogliere tutto quello che trovi.


Luisa:

piacere).


Si fermi per carità … (È sconvolta). La dia a me la getto via io … (Gag a


Rina: Lei è un’altra che va frugando nei cassonetti? Sentite: o mi dite che succede o vi mando tutti al diavolo.

Anna: È appena uscito un signore distinto che mi ha pregato di riferirvi che il ministero non scava più.

Gianni:            È vero?

Luisa: Se lo dice lui … io continuo le mie indagini … non più sul campo ma presso qualche abitazione privata … vorrei fare due chiacchiere col signore qui circa un paio di monete miracolosamente apparse dal nulla.


Rina:


Anna, sono parole lunghe, non stare a scervellarti.


Anna: Mi viene in mente che devo portare Santina dal veterinario, ha gli zoccoli da spuntare.


Luisa:


Non è la vostra consulente?


Gianni:


Non semper!


Luisa:               Adesso parla in latino, bravo! Cominciamo a viaggiare sulla stessa


lunghezza d’onda! Immagino che la signora sia all’oscuro di tutto … ora mi fa vedere il malloppo?


Rina:


Ti sei messo a rubare.


Luisa:                Le monete le può tenere visto che sono solo due ma il resto me lo deve


consegnare … mi spiace … anche se è stato rinvenuto nei suoi terreni non le appartiene. Devo fare degli studi sistematici.


Gianni:


Se il ministero non scava perché lei si mette in mezzo?


Luisa:


Scaverà non si preoccupi.


Rina:                  Giacché ci sei falle vedere anche quel … sarcofago puzzolente che hai in


cantina: non vedo l’ora di buttarlo in discarica. (Sbandamento di Luisa). Lei è sicura di stare bene? Sorreggila!

Luisa: Sarcofago? … Oh dio mio … Erano anni che non avevo sensazioni del genere. Mi state gettando in un labirinto di emozioni.

Gianni:            Cambi paese signora. Non vorrei che mi crepasse qui!

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Rina:

solo.


Abbiano già la bara! Buttala dentro il sarcofago così facciamo un viaggio


Luisa:


Cosa mi nasconde, Gianni?


Rina:


Lei fa la raccolta di cartacce?


Luisa:


Tutte quelle che hanno più di cento anni!


Rina:


Venga con me! L’avverto: c’è puzza!


Gianni:


Rina … ci tieni tanto a quella pelliccia di visone?


Rina:                 È ovvio! Signora … (Intuisce che se l’archeologa si prende il tutto lei

non avrebbe più possibilità di realizzare il suo desiderio). Stavo scherzando: non c’ènessun sarcofago … era un modo di dire … non mi viene il nome di quella botte.

Gianni: Lo vede che moglie ho … confonde tutto! Sarcofago … per carità … qui in provincia non ci sono scatoloni simili … sono miti! Miti!


Rina:

dentro.


Sì … fandonie per voi archeologi … se ne avessi uno saprei chi mettere


Scena terza

Qualche tempo dopo

Rina: Perché mi hai tenuta all’oscuro del ritrovamento? Adesso bisogna darle tutto quello che ha visto … la maschera, i fogli di quel tale greco, come si chiama? Euris … Eurip … il romanzetto di quel Lucrezio, quell’altro pacco, le due monete … perché sono solo due no?


Gianni:


Due, due … cento!


Rina:


Duecento! (Ha un malore).


Anna:


(Entra senza bussare). Come lo sai? Eccoti i duecento euro: il pollame!


Rina:


Che giornate, Anna! Monotone! Senza scossoni. Giornate vuote.


Anna:


Non me lo dire! Quando piove non so come tirare sera.


Gianni:


Veramente anche quando c’è fuori il sole!


Rina: Sì può vivere così con duecento … Cose … mi sento quasi male. E non dice niente …


Anna:


Avete dei problemi economici?


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Gianni:            Insomma, sai com’è, oggi come oggi …

Rina:                 Ieri come ieri … apri la finestra. Vedi Anna, dicono che in paese non

succede mai niente … non è vero.

Anna:               Rina, nientemeno mi stai dicendo che sei incinta?

Rina:                 (Si riprende all’improvviso). Hai picchiato la testa? Non vedi com’è

ridotto.

Anna:               Ci sono donne che a sessant’anni con la fecondazione assistita portano a

termine una gravidanza.

Rina:                 Hai detto bene: assistita … guardarlo!

Gianni:            Suvvia, anche se fosse? Diciamo che fino ad ora abbiamo preferito avere

degli svaghi alternativi …

Rina:                 Tu hai avuto svaghi alternativi … e ma … Anna, ti piacerebbe fare il

giro del mondo?

Anna:               Dipende con chi …

Rina:                 Con me!

Anna:               Insomma … Pagheresti tu?

Rina:                 (Guarda Gianni che fa delle smorfie). Ne parliamo!

Matteo:           Gianni: esci! Ci sono gli archeologi!

Gianni:            Falli entrare, tanto …

Anna:               Tanto!

Rina:                 Tanto cosa?

Anna:               Non hanno trovato niente … cosa vogliono?

Gianni:            Entrate: prego!

Dino:                Allora, facciamo il punto della situazione! Luisa elenca i beni da

sequestrare e quelli che rimarranno di loro proprietà.

Luisa:               Di loro proprietà rimangono le due monete di Adriano.

Dino:                Che non appartenevano al ex fidanzato della signora.

Adriano:        (Campanello). Rina, sono io … Adriano.È permesso? Sono venuto per i

tesori dell’orto.

Gianni             Ha visto, è venuto a prenderle!

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Luisa:


Non ricominci la favola.


Anna:


È vero! Tanti anni fa ha perso il borsellino.


Santina:


(Entra come sempre). Eccomi qui … Torno dopo!


Dino:


Resti … faccia quello che deve fare e se vuole rimanga.


Santina:


Adriano … Sei rimasto un giovanotto! Sei qui per i polli?


Adriano:        Anche! Mi siedo un attimo perché quello che ho da dirvi ha


dell’incredibile! Veramente incredibile! Alle volte ritornare sui propri passi giova.


Rina:


Parla!


Santina:


È il caso di rivangare il passato?


Luisa:


A volte sì!


Rina


E a volte: no!


Adriano: Se mi lasciate parlare … ebbene, voi non ci crederete ma … ho ritrovato il portafogli che avevo perso.


Gianni:


Dov’era? Ha visto?


Adriano:


Non ci credereste mai.


Luisa:


Provi a dirlo!


Adriano:

mia.


L’avevo perso o dimenticato sotto un masso che c’era nel cortile di casa


Anna:


Di casa mia vorrai dire?


Rina:


Ora, ma prima … era ancora pieno di soldi?


Adriano:


Vuoto accidenti!


Dino: (Preso dalla superbia di colui che sa, vuole infierire). E così, lei, avrebbe perso delle monete nel giardino di casa circa duemila anni fa? Si ricorda anche il volto dell’effigiato?

Adriano: (Non sapendo che dire improvvisa). Sì, ricordo … era … aspetti … dopo tutti questi anni …


Dino:


Capisco! Chiunque avrebbe difficoltà. (Si fa sempre più altezzoso).


Gianni:


Dillo in fretta (Gianni fa dei gesti ad Adriano).


Adriano: C’era qualcuno ma … aspetti … C’ero io! Che sforzo di memoria accidenti! Mi scoppia la testa.

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Gianni:


Oh! Bisogna capirlo.


Luisa:


Hai visto Dino, aveva ragione Gianni! Mi dia anche quelle, per favore!


Gianni:


(Tra sé). Menomale che ne hanno viste solo due! Ecco! Se le mangi!


Dino:


Forza, ci dia tutto il malloppo. Non aggravi la situazione.


Gianni:


Cosa ve ne fate di tutte queste cartacce poi …


Luisa:


Lo sappiamo noi … forza!


Rina:


Le prendo …


Dino:                   Diamo una scorsa veloce … oh signore guarda … (Si abbandonano in

preda alla gioia). Luisa … questo è “I Mietitori” di Euripide … tenetemi vi prego.


Gianni:


Veramente il mietitore sono io!


Luisa: Dici che una di quelle copie che Giovanni Tzetzes ha avuto la fortuna di leggere nella biblioteca di Costantinopoli?

Dino:                Forse! Ma Aristofane di Bisanzio disse che era andata persa. Tenetemi!


Datemi uno schiaffo per favore.

Adriano:        Posso? (Alza una mano).

Rina:                 Picchia!

Gianni:            Voi siete matti!

Luisa: Signori … siamo di fronte ad un evento straordinario … abbiamo ritrovato un testo di Lucrezio (Disappunto di Luisa, si è tradita da sola, voleva tenerselo per sé). Del quale si ignorava l’esistenza e una copia diun dramma diEuripide del quale si conosceva solo il titolo.


Dino:


Lucrezio? (Ha uno svenimento ma si riprende subito). Non è possibile!


Santina:


Però! Adriano dagli una pacca!


Gianni:


(Ingenuamente). Dev’essere questopacco!


Dino:                Vediamo! (Ha uno sbandamento). Mio dio che meraviglia : Lucrezio! …


e sì: potrebbe essere! Di che epoca sarà il manoscritto? Analizziamoli a fondo!


Luisa:

un attore?


Dino, visto che si tratta di due testi teatrali, credi che appartenessero ad


Rina:


C’è anche una maschera … la prendo! (Dino si aggrappa al tavolo).


Dino:

ha trovarti?


Mio Dio … Luisa non lo sapevi? (Gesto si Luisa). In che contenitore li


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Gianni: Si è sfasciato nell’aratura … era di legno: un cubo di legno semi marcio. Totalmente anonimo … no, un nome c’era … è ancora nel camino … (Prende un pezzo di legno).


Luisa:

Vediamo!


È parte di quell’oggetto che sua moglie ha definito “sarcofago”?


Rina: (Dino si agita ma). È una botte con uno strano nome che non ricordo! Dev’essere francese.

Luisa: (Ha ispezionato l’oggetto). Se questo pezzo di legno faceva parte del contenitore io sono mastro Geppetto.


Gianni:


Signori! Abbiamo trovato il legno usato per costruire Pinocchio!


Adriano: Sarà un avanzo! Accidenti! Sono tornato nel momento giusto! Quante novità! A me piace l’archeologia … in fondo si tratta delle nostre origini no?


Rina:


Molto in fondo.


Luisa:


Non abbiamo date … questo attore in che epoca sarà vissuto?


Santina: E … tanti anni fa … se parla di mio nonno marionettista andiamo nell’ottocento.


Dino:


Marionettista? Mi creda: qui siamo ben più indietro nei secoli.


Rina:


Hai voglia! Saremo nell’epoca del Carlo Cotica!


Gianni:


Anche di più. Carlo Magno!


Dino:                Signori, non voglio far pesare la mia cultura ma … per favore: basta!

Siete degli sprovveduti, dal punto di vista archeologico intendo!


Adriano:


Tu avevi un nonno burattinaio?


Santina:


Sìììì! Grande attore.


Lele: (Entra con Matteo. Entrambi sono totalmente ignari circa l’andamento dei fatti). Caro Mottini … ci sta andando alla grande …diecimonete d’oro, tra l’altromolto rare.

Matteo:           Ho un lavoro inimmaginabilmente urgente da sbrigare.

Rina: Lascia stare Anna, non ci pensare … vai! Va in confusione sulle parole lunghe.

Dino:                (Prende Lele per un braccio). Siediti ladro … cos’altro hai trovato?

Lele:                  Lui ha trovato: dieci monete di Adriano.

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Adriano: Le avete voi … guardate che sono dieci milioni di lire. Rina, da te non me lo sarei mai aspettato!

Anna: Vado! Matteo, vieni. La conosci la storia di Pinocchio … (Matteo annuisce). Non era di ciliegio… era di fico secco! (Escono).


Matteo:


Non mi dire.


Lele.


Vi seguo … posso? Non ho trafugato … io!


Dino:


Aspettati visite.


Lele:


Non sono malato … (Esce).


Luca:                 È permesso?  Dov’è la mia bella ortolana … eccola! Signora, le ho

portato altri clienti … me li tratti bene! Adriano … (Convenevoli). Sei venuto finalmente, hai capito che hanno dei tesori nell’orto!


Luisa:


Non immagina quanti.


Dino:


Ne parli con noi!


Luca:


Mah! Veramente io mi riferisco agli ortaggi … Santina?


Santina:


È ovvio!


Gianni:            Rina è il caso che accompagni i signori di là … offri loro la migliore.

Sceglile accuratamente: foglia per foglia.


Santina:


Quelle dici? Li accompagno io … venite! Roba di “prima” scelta!


Luca: (Sulla porta). Guardate cosa ho trovato sul cancello tra le foglie! Una moneta d’oro. Di chi è?

Tutti in coro:             È mia! (Escono rincorrendo Luca).

Scena quarta

Alcuni giorni dopo

Gianni: (Sta leggendo il giornale. Al pubblico). L’ho sempre detto che è meglio vivere in campagna. Aria buona, prodotti eccellenti, fin quando ce ne sono (si avvicina alla ribalta) qualche tesoretto sepolto sfuggito per puro caso dalle grinfie diquei due … a proposito , siamo finiti in prima pagina, ci hanno ringraziati, un apprezzamento da parte di tutto il mondo scientifico per l’eccezionalità dei reperti … mai visto così tanto sconquasso per quattro fogli … mi hanno lasciato il sarcofago, forse perché si sono resi conto della mia situazione: già! … L’unico problema è mia

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moglie … sì ma … si risolve, eh! (Trae dalla tasca un sacchetto). Il gruzzoletto! Cosa dite: un bel diamante ci sta? Non dico sempre ma … ogni tanto … ma proprio

…ecco … un segno ci vuole. Rinuncereste voi al quieto vivere? È ovvio: no! Ora la posso governare a mio piacimento. Centellinare le sostanze, cioè, non dire esattamente il valore complessivo. (All’arrivo di Rina nasconde il sacchetto).

Rina: Mamma mia … che giornata … beh! Tira fuori sti soldi! Mostrami il tesoro. Queste famose duecento monete di Adriano.


Gianni:


Adesso?


Rina:                 Adesso, perché hai difficoltà? Ti faccio l’elenco delle cose che mi


servono nell’immediato … allora … un bel collier di diamanti, un viaggio intorno al mondo di un anno e poi … poi … tre pellicce di visone selvatico (va verso la camera) e … una macchinona a sei porte … per ora!


Gianni:


Era meglio non trovarlo! Cara … non è meglio se …


Rina:


(Fa capolino dalla camera). Allora Gianni … fai le valigie!


FINE

Ogni riferimento a persone, fatti e luoghi è puramente casuale.

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