Il testamento

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IL

TESTAMENTO

Commedia inedita

in due atti

(2002)

Registrato SIAE

                               Scritta da:

                                           Porfidia Raffaele

                                            Via Trieste 17

                                              Recale (Ce)

Il Testamento

La tranquilla vita di un paesino (immaginario) in provincia di Napoli, viene improvvisamente agitata da una lettera proveniente dal Texas. E’ il testamento di un oriundo che, emigrato intorno agli anni cinquanta, aveva fatto fortuna ed ha designato, come suo unico erede, un figlio residente nel paesino. Gli equivoci nascono dal fatto che l’uomo non ha mai conosciuto suo figlio e nel testamento, indirizzato all’amministrazione comunale, sono citate delle caratteristiche fisiche e dei dati anagrafici che dovrebbero servire all’identificazione dell’erede. La cosa però, è solo all’apparenza semplice, perché una parte dell’eredità viene promessa all’amministrazione nel caso in cui riesca nell’identificazione dell’erede. Questa diviene la scintilla che accende l’egoismo dei personaggi!

Il tema centrale è proprio quello dell’egoismo umano che fa rifiorire, in questo essere “superiore”, degli atavici istinti animali. Dinanzi al dio denaro, tutti fanno carte false per ottenere il miglior guadagno possibile; dalla fruttivendola al sindaco, tutti alla ricerca del proprio tornaconto. Ovviamente, spinti da interessi diversi, i personaggi si dividono, stipulano fittizie alleanze, creano equivoci e danno origine a diversi colpi di scena che danno, alla commedia, un ritmo serrato.

Non voglio anticipare nulla riguardo il finale, ma vorrei far riflettere sulla diversità di Pasqualino che, oltre ad essere diverso per il suo quoziente intellettivo, riesce ad essere diverso dagli altri personaggi anche moralmente…

Personaggi

(in ordine di apparizione)

Vincenzo: usciere

Ciro: barista

Rosita: consigliere comunale

Antonio: sindaco

Marco: consigliere comunale

Pietro: consigliere comunale

Pia: sorella di Antonio e moglie di Pietro

Pasqualino: figlio di Pia

Lucia: moglie di Antonio

Mena: fruttivendolo

Salvatore: figlio di Mena

Scheda dei Personaggi

Vincenzo: Sessantenne con qualche problema d’udito

Ciro: Ragazzo semplice con l’ossessione della mancia

Rosita: Donna molto curata nel vestire, con atteggiamenti snob e molto chic

Antonio: Molto semplice; non ostenta la sua carica

Marco: Molto sicuro di sé, impettito e rigido nei movimenti. Ha un tono di voce      sempre impostato

Pietro: Ha un carattere molto mite; è psicologicamente succube della moglie

Pia: Molto religiosa; la sua religiosità diviene quasi fanatismo

Pasqualino: Ragazzo con evidente deficit mentale

Lucia: Donna semplice; deve essere sottolineata la sua gelosia

Mena: Donna di scarsa cultura ma estremamente scaltra

Salvatore: Classico ragazzo secchione con tic nervoso che non ripete molto spesso (Tic:saluta con la mano)

ATTO PRIMO

 La scenografia rappresenta lo studio del Sindaco. Balcone centrale; ingresso in avanti a destra; uscita verso altri uffici in avanti a sinistra; porta della toilette in fondo a sinistra. L’arredamento sarà quello classico di uno studio: scrivania con poltrona e due sedie disposte anteriormente, altre sedie disposte lungo le pareti; affianco al balcone c’è lo stendardo della città di Pietrafressa

Vincenzo: (entra da dx e va ad aprire la finestra, posa la posta sulla scrivania e ritorna alla finestra) Mamma mia e che jurnata! Che tiempo! Acqua da tutte le parti! Già sto pieno e dulure…ce se mette pure o’ chiovere!

Ciro: (da dietro) Permesso?…posso entrare? (Vincenzo non risponde e lui grida)….permesso?…posso entrare?…c’è nessuno? (entra) Posso entrare sì o no?

Vincenzo: (vede Ciro e resta sorpreso) Uè…non ti hanno insegnato a chiedere permesso?…Cirù si proprie nu scostumato!

Ciro: Stong alluccanne a mez’ora!…permesso?…posso entrare?

Vincenzo: Avanti!  (va ad aprire la porta)  …mah…nun ce sta nisciune!

Ciro: Don Vincè, sono stato io! Primme aggie alluccato ma non mi avete sentito!…ho portato il caffè per il sindaco!

Vincenzo: …il buffè?! Perché festeggia qualcosa?

Ciro: (grida)…o’ caffè!…o’ caffè!…e non il buffè!

Vincenzo: Vabbuò, come dici tu…il buffè lo possiamo chiudere pure con il caffè!…è inutile che t’arraggie!

Ciro: (fra sé) Chiste è nu poco tuosto e recchia!… (a Vincenzo gridando) …non c’è nessun buffè, ho portato il caffè al sindaco!

Vincenzo: Ah, come ogni mattina! Mitte ngopp a scrivania!

Ciro: Don Vincè, ma il sindaco è venuto?

Vincenzo: …è svenuto?…e tu mò me lo dici? Addò sta?….chiammamme l’ambulanza!

Ciro: E’ venuto?….è venuto?

Vincenzo: Ah…è venuta già? E a quale ospedale lo hanno portato?

Ciro: (fra sé) Chist me fa passà o’ genio e parlà! (grida)….ho detto: il sindaco è venuto?

Vincenzo: Ma si è jute o’ spitale, comme vene?

Ciro: (nervoso fra sé) Madonna mia…mò mo mangio a muorse!…(a Vincenzo)…non è svenuto, ho detto: è venuto?

Vincenzo: Ah, non ancora! Fra nu quarto d’ora o vide e venì! Ma tu è meglio che te ne vai che devo pulire la stanza!…tiene a mancia!

Ciro: (fra sé) A mancia?…e solite cento lire!…sono due mesi che è stato eletto e me fa dà sempre cento lire! Io nun o cunosche ancora, ma si o riesco a ncuntrà….ce menco tutte appriessa! (mentre sta andando via) …sai che voglio fa?…mò me piglio a bustina do zucchero! Ce l’aggia fa piglià amaro, accussì angummencia bbona a jurnata!

Vincenzo: (era di spalle a spolverare e si gira) Cirù, tu staie ancora qua? Jamme, vattenne che devo scopare per terra!

Ciro: Scusate don Vincè, ma il nuovo sindaco non si è ancora pubblicizzato?

Vincenzo: Che e ditto?

Ciro: Il nuovo sindaco non si è ancora pubblicizzato?

Vincenzo: Come! In campagna elettorale ha fatto nu sacco e manifesti, è asciuto pure un’intervista su TelePietrafressa!

Ciro: Nooo, che avete capito? Volevo dire: nun ha mai parlato o’ pubblico, al paese…in qualche festività?

Vincenzo: Ah, sì…sì…ha fatto il discorso per la ricorrenza dei caduti in guerra…ha fatto a primma figurella! Sai comme a chiuso o’ discorso?

Ciro: Dicite…dicite! (facendo di sì con la testa)

Vincenzo: …o saie?…allora è inutile che to dico!

Ciro: No, nun o saccie, dicite!

Vincenzo: Cirù, io nu posso perdere o’ tiempo appriesso a te!, prime me dice che o saie (fa sì con la testa) e poi o vuò sapè!…allora…ha chiuso il discorso dicendo: < questi uomini sono stati degli eroi, sono morti per la Patria, io auguro a tutti voi la stessa fine!>…c’è stato nu momento e confusione, chi pigliava e cuorne, chi toccava ferro…chi nun teneva niente se metteva a mano dinte a sacca e se grattava!

Ciro: (fra sé) Chiste addà essere curioso assai! Nun solo è pedecchiuso, è pure iettatore!

Vincenzo: Che e ditto?

Ciro: Niente, niente…pensate a pulezzà! Me ne vado, buona giornata! Qualsiasi cosa, chiamate al bar! (esce a dx)

Vincenzo: (fra sé) …venite al bar?…e che aggia je a fa?…forse ce sta il buffè!…chiù tardi ci arrivo, primma che finiscono tutte cose! (pulisce)

Rosita: (entra da dx) Buongiorno, il sindaco è arrivato?… (nessuna risposta da parte di Vincenzo che resta di spalle) …Questo non ci sente! (si avvicina e gli bussa sulla spalla)

Vincenzo: Avanti, chi è?

Rosita: Sono già entrata!… (grida) il sindaco non c’è?

Vincenzo: (fra sé) E comme sta nervosa chesta! M’alluccate dinto a recchia!… (a Rosita) Signora Rosita, non è venuto ancora, fra poco lo vedete arrivare!

Rosita: (fra sé) Mò che viene gli faccio vedere! L’appuntamento era alle otto sotto casa mia, mi doveva venire a prendere con la macchina…m’ha lasciato mez’ora sott o’ chiovere! Sono le nove e non è ancora venuto! Farabutto!

Vincenzo: …farà brutto?…chiù brutto e chesto? Lampi e tuoni dalle sei di stamattina! Tenevo tutta la cantina allagata!

Rosita: (fra sé) Chiste nu sente ma vò sapè tutti i fatti!

Vincenzo: (alla finestra) Sta arrivando il sindaco, guardate comme corre! Ce sta o diluvio e Mosè cca fuori!

Rosita: Noè! Mosè passò in mezzo al Mar Rosso!

Vincenzo: Ehh…è vero che sta chiuvenne forte, ma o’ Mar Rosso addirittura! Ce sta qualche pozzanghera…

Rosita: (fra sé) Te pareva che nu capiva a modo suo?… (a Vincenzo) … Sta currenne? (va alla finestra) datemi nu poco sta scopa, che mò o faccio correre chiù forte!

Vincenzo: Proprio come il leopardo sulla barca di Mosè!

Rosita: Arca, era l’Arca…ed era di Noè! Come te lo devo dire?

Vincenzo: Ah…l’Arca?…ma scusate, l’Arca galleggia?

Rosita: Certo!

Vincenzo: Allora è na barca?!

Rosita: (nervosa) …sì…sì…ma era di Noè!

Vincenzo: Che la prestò a Mosè che si fece una bella crociera…

Rosita: …cu tutti gli animali!

Vincenzo: No, il ramano no!

Rosita: E che cos’è questo ramano?

Vincenzo: Non lo conoscete proprio perché Mosè se lo scordò a terra!…chille è piccirillo, peloso, nero nero…non l’ha visto e se l’è scordato!…è morto annegato!

Rosita: (fra sé) …che uomo di cultura!

Antonio: (entra da dx) Mamma mia e che jurnata!…uè, Rosita! (Rosita gli sta per lanciare contro la scopa) …tu non sai che m’è succieso!

Rosita: Non mi interessa, sono stata mezz’ora sotto all’acqua!

Antonio: Mi devi scusare, ma non è stata colpa mia, è colpa e stu tiempo…chesta è na tempesta!…figurati che stamattina ho trovato tutto il garage allagato…

Vincenzo: (fra sé) …chi è annegato?

Antonio: …mi sono bagnato i pantaloni…

Vincenzo: (c.s.) …Renato Pontoni?…è annegato Renato Pontoni?…mi dispiace, brav’uomo!

Antonio: …il livello dell’acqua arrivava all’inguine!

Vincenzo: (c.s.) …e linguine? Chillo è annegato e isso pensa a mangia!…che bestia!

Antonio: Ho dovuto chiamare il carro ACI per far trainare la macchina…poi ho chiamato l’elettrauto che l’ha fatta partire!…poi potevo mai venire con i pantaloni bagnati?…mi sono andato a cambiare e si è fatto tardi!

Rosita: Potevi avvisare almeno!

Antonio: ….tesoro, mi sono alzato alle sei e sono tre ore che sto facenne l’arte de pazzi…nun c’aggie proprie pensato!

Rosita: Questo è il problema!…che tu non mi pensi mai!Dici che mi vuoi bene, che mi ami…e poi ti dimentichi di me!

Antonio: Ma non è vero!

Rosita: Non è vero?…ieri sera hai detto che non potevi cenare da me perché c’era tua suocera a casa tua e poteva insospettirsi, ho detto: va bene, quello ha una moglie, una suocera, non può rischiare troppo…poi stamattina ti dimentichi di avvisare…io non ce la faccio più, è meglio che lo dici a tua moglie e fai il divorzio, altrimenti io alzo i tacchi e me ne vado!

Antonio: E io torno a casa e prendo i paccheri!…non possiamo ancora; sono stato eletto da due mesi, tu sei stata eletta nella mia lista, se facciamo vedere che siamo amanti, cosa penseranno i cittadini?

Rosita: …che hanno una maggioranza unita e che si vuole bene!

Antonio: (ironico) …tanti auguri e figli maschi!… (serio)…sì ma tu faresti la figura della rovina famiglie ed io quella del padre incosciente!

Rosita: Va bene, va bene, hai sempre ragione tu!…la saluto signor sindaco Antonio Papparulo, vado nel mio ufficio a servire la mia città! (esce a sin)

Antonio: E che carattere! E’ nu peperino!…ne Vincè (che era rimasto immobile alle spalle dei due) tu stai ancora qua?

Vincenzo: Che dite?

Antonio: Niente, niente! (fra sé) Figuriamoci se chisto ha sentito chello che hamme ditto!… (a Vincenzo gridando) hai finito di pulire? Ci sono novità?

Vincenzo: Capisco che siete nervoso perché voi e la signorina Rosita non potete legalizzare la vostra relazione, ma non capisco perché alluccate con me!

Antonio: (fra sé) Chisto fa o’ surdo quanno pare a isso!

Vincenzo: Non vi preoccupate, non dirò nulla, sarò muto come un pesce!

Antonio: (fra sé) Mò fa il personaggio completo, fa il sordomuto! …(a Vincenzo) …è arrivata la posta?

Vincenzo: Per chi?

Antonio: Per me!

Vincenzo: Non lo so, l’avete ordinata?

Antonio: Perché si ordina pure?…te la mandano e basta!…è arrivata o no questa posta?

Vincenzo: Non lo so, ma chi la doveva portare?

Antonio: (nervoso) O’ pustino! Chi vuò che l’adda purtà?

Vincenzo: …o’ pustino s’è miso a cunsignà e supposte pe cunto do farmacista?…invece e cunsignà  e lettere…

Antonio: Ma che e capito?….la posta, posta…e non supposta!

Vincenzo: Uh, scusate, avevo capito che doveva arrivare a supposta pe vuie!

Antonio: No, pe soreta!….aspetto una lettera dalla Regione, è arrivata?

Vincenzo: Non lo so, tutta la posta l’ho messa sulla vostra scrivania…sono tre lettere!

Antonio: Quella della Regione è arrivata?

Vincenzo: Non mi metto a leggere la posta degli altri, sono cieco!

Antonio: Mamma mia e comme staie cumbinato bello!

Vincenzo: Con il vostro permesso io vado abbascie…devo sistemare ancora le seggiole per il consiglio di stasera. Le volete con lo schiantale o senza?

Antonio: Lo schiantale?…te l’avessà schiantà io qualche cosa addereto e rini!….si dice schienale!…comunque prendi quelle senza, accussì nun s’addormono quanne io parlo!

Vincenzo: …quelle di Carlo? Pecchè e nostre nun so bbone?

Antonio: Ma chi è stu Carlo? Ho detto: prendi quelle senza schiena così non si addormentano quando io parlo!…quale Carlo!

Vincenzo: …ho capito…senza schienale così non dormono!…(fra sé mentre esce a dx) …io me porto a seggia a sdraio allora!

Antonio: (controlla la posta)….questa è la ditta manutenzione dell’acquedotto che vuole i soldi…questa è la protesta contro il semaforo…e questa che è?…mittente: Dipartimento Affari Esteri del Texas USA…o’ Texas? E che vonno? Nuie mica vendiamo i cavalli?…chiste nun so vogliono levà o vizio e je a cavallo!…vediamo…

Marco: (entra di corsa da sin) Signor sindaco siamo pieni di munnezza fino ai capelli!

Antonio: E nun arapì a vocca che t’agliutte!

Marco: (agitato) Lei scherza?…ma noi dell’opposizione siamo solidali con i manifestanti! Bisogna fare subito il contratto con la discarica del comune di Montana, costi quel che costi…non possiamo vivere dint a munnezza! Il popolo è sceso in piazza per fare un muro di cassonetti stracolmi….paralizzeremo la città fino a quando non sarà stipulato il contratto! Allora?

Antonio: Na cosa alla volta! Stavo vedendo i cavallerizzi che vogliono…ci sta il caffè qua, lo vuoi?

Marco: Caffè amaro, amaro deve essere!…perché quando il popolo soffre,la classe politica non può stare nel miele! Caffè amaro…amaro!

Antonio: Non lo vuoi? Vabbuò, lo bevo io…. (sputa il caffè perché amaro)…chillo o veramente è amaro!

Marco: La giustizia divina è col popolo!

Antonio: Ma che giustizia divina…è Ciro o’barista che nun ha lasciato a bustina do zucchero!

Marco: Amaro, amaro deve essere fino alla risoluzione del contratto!

Antonio: (fra sé) Mi sa che è meglio che in questi giorni non bevo caffè…sto troppo nervoso…. (guarda la posta) …uh mamma, o’ caffè ngopp a lettera do Texas! S’è spurcata tutta quanta!

Marco: E non è l’unica cosa sporca in questa stanza! Anche la vostra coscienza, ostile agli interessi del popolo è sporca…fetida…

Antonio: No, in questa stanza non è la mia coscienza che è fetida, è la tua ascella!…Marco famme leggere prima sta lettera e poi ne parliamo!

Marco: Mentre lei pensa alle sue vacanze in Texas, il popolo è sotto la pioggia! Al freddo e al gelo!

Antonio: (seccato) Portali nella tua villa allora! Là c’entrano tutti quanti, è bella e spaziosa…poi hai tre camini…può scarfà tutto o’ paese!

Marco: Capisco la sottile frecciatina che mi volete menare…ma quella è una casa che suda, ogni pietra è stata guadagnata col sudore mio…

Antonio: …e di tutta quella povera gente che fino a due mesi fa ti pagava per avere favori visto che eri il sindaco!…meglio che la finiamo qua e mi fai leggere la lettera!

Pietro: (entra da dx) Antò, Antò…stiamo pieni di munnezza! Questi hanno messo tutti i cassonetti in piazza, dicono che la discarica a Pietrafressa non la vogliono e dobbiamo subito fare il contratto con Montana!

Antonio: (fra sé) …io mò vulesse leggere chesta lettera…ma nun è possibile! (a Pietro) Già so tutto, l’uccello do malaugurio già mi ha informato! Ma chist che vonno a me? La discarica no e il contratto sì? Con i soldi di cinque anni di contratto risparmiati, noi ci facciamo una bella discarica e la sfruttiamo per trent’anni!…questo è l’affare!

Marco: Ma quale affare! E la puzza, dove la mettiamo?

Pietro: A casa toia!

Marco: (fra sé) …c’ha tenene cu sta casa! (ad Antonio) voi della maggioranza avete speso i soldi per macchine, telefoni, motorini e sala mensa! Erano così necessarie le macchine di servizio per tutti i dipendenti e i consiglieri? Erano così necessari i telefoni negli uffici per tutti gli amministratori?

Antonio: Statte zitto! O mio nun manco funziona, quando devo chiamare devo andare giù da Vincenzo!

Marco: E’ la giustizia divina! Lo dicevo io che non dovevano funzionare!

Antonio: Nata vota cu sta giustizia divina? Sei tu che porti jella!

Pietro: (va a bere il caffè)

Antonio: Nun o fa!

Pietro: (sputa il caffè sulle lettere) Ma comme faie a te bere o caffè accussì amaro?

Antonio: Infatti nun mo bevo!… (ironico) la giustizia divina stammatina si è scordata lo zucchero!…vado nu mumento dai vigili, dico che devono gestire al meglio il traffico…ce mancava solo a manifestazione! (esce a sin)

Marco: Questa sera dovrete votare per il contratto…(vede che Pietro si è distratto a leggere la lettera e grida)…per il contratto…(c.s.)…per il contratto…per il contratto…

Pietro: Ippi ippi urrà!….te vuò sta nu poco zitto?….ma che è sta lettera do Texas?

Marco: Non lo so, mò tengo a munnezza dinte e cervelle!

Pietro: Meglio da merda che tenive prima!

Pia: (entra da dx) Sindaco, sindaco…Antò…Antò….ah ci siete voi? Pietro, mio fratello dov’è?

Pietro: Dai vigili!

Pia: Gli hai detto che voglio il permesso per la costruzione del nuovo oratorio proprio vicino casa nostra?

Pietro: Tu pensi solo alla Chiesa! Nuie tenimme nu sacco e problemi!

Pia: E non pensi ai problemi di tuo figlio! Lo sai che ha bisogno di socializzare, se il comune insieme a don Egidio costruiscono l’oratorio vicino casa nostra, il bambino può scendere a giocare tutti i giorni!

Marco: (fra sé) O’ bambino? Chilo tene trent’anni a natu poco!

Pietro: Va bene, poi glielo dico! Tuo fratello sta nu poco mbriacato mò!

Pia: No, voi questa cosa la dovete votare al consiglio di stasera!

Marco: Signò, e a munnezza addò a mettimme?

Pia: A casa toia!

Marco: (fra sé) Pure chesta cu sta casa!… (a Pia) …e poi dobbiamo parlare dell’area per il centro commerciale di via D’Annunzio!

Pietro: Quella davanti casa tua?….e già, mò costruimmo pure o centro commerciale accussì può arrubbà meglio!

Marco: Ladro non me lo ha mai detto nessuno! Io ti denunzio!

Pietro: Io non ti ho chiamato ladro!

Marco: Hai detto che rubo!

Pietro: Embè…mica rubano solo i ladri…pure quelli in giacca e cravatta!

Pia: Sempre cane e gatto…voi politici non sapete fare altro! Abbiate un po’ di carità cristiana, imparate a porgere l’altra guancia!

Marco: Signò, chelle doie ne so! Quando le avete girate tutte e due…iniziano a girare altre cose!

Pia: Che volgare!

Marco: Me so sagliute e trigliceridi!…vado dai manifestanti! (mentre esce a dx incontra Pasqualino che era dietro alla porta)

Pasqualino: Buh!

Marco: Puoz ittà o’ sango! (esce)

Pia: Non si fa a mamma!

Pasqualino: Mi sono spaventato quando l’ho visto! Sembrava un rinoceronte imbestialito!

Pia: Ti avevo detto di aspettare in macchina!

Pasqualino: Mi ero scocciato di stare legato con il guinzaglio in macchina!

Pietro: Pia, ma come? Lo hai legato con il guinzaglio?

Pia: Ma che dici! Credeva di essere un cane, gli ho messo la cintura di sicurezza e ha detto che era il guinzaglio…lo sai com’è tuo figlio! (fa un gesto per indicare che è matto)

Pietro: Pia, veramente è pure figlio a te!

Rosita: (entra da sin) Ciao Pietro, come stai Pia?

Pasqualino: (quando vede Rosita fa un fischio d’approvazione)… e che topona!

Pietro: (dà uno schiaffo a Pasqualino che inizia  a piangere smoderatamente)

Pia: Pietro, ti ho detto che il bambino non va picchiato! (accarezza e abbraccia Pasqualino che continua a piangere smod.)

Pietro: Bambino? Ha ventidue anni e non sa che certe cose non si dicono!

Rosita: (a Pasqualino) Ma che piccolo…perché piangi? Su non è successo niente! (Pasqualino lascia la mamma e si avventa su Rosita che lo accarezza e lo abbraccia e lui si calma)

Pietro: Chiamalo fesso!

Antonio: (da fuori) Lo volete capire o no che il sindaco sono io?!

(Pasqualino fa una pernacchia)

Antonio: (entra da sin) Sti vigili nun vonno proprio faticà! Me stanno a fa nu fegato accussì! (fa il classico gesto)

Pasqualino: Mamma non dice così, quando litiga con papà dice che gli fa il sedere così, non il fegato!

Pia: Non si dice!

Rosita: Antonio non dimenticare che stasera dobbiamo votare per il centro estetico che vogliono aprire vicino casa mia, lo sai che le prestazioni per noi sarebbero gratuite se tutto andasse bene! Potremmo rifarci il look, essere più belli!

Pasqualino: Per quell’ippopotamo di zio Antonio non ci vuole l’estetista…ci vuole il Padreterno! Lo deve impastare daccapo!

Pietro: E’ fatto la statua di gesso che lo deve impastare?

Pasqualino: Nooo di ceramica…comme o’ cesso!

Antonio: (a Pia) Ma tuo figlio non va a scuola?

Pia: E che lo mando a fare? Si mette ad imitare gli animali e distrae gli altri bambini!

Pietro: Tene solo gli animali dint e cervelle!

Antonio: Sta lettera sta ancora qua…fa vedè se la riesco a leggere…

Marco: (da dx) Sindaco, sindaco…

Antonio: (interrompe la lettura) Mò ta dongo n’capa na busta e munnezza e vediamo si finisce sta storia! E’ da stamattina che tengo da leggere chesta lettera e nun ci riesco!

Pasqualino: Perché non hai fatto le scuole grosse! Se le facevi, riuscivi a leggere più veloce!

Antonio: (nervoso) Sono questi che non mi danno il tempo di leggerla! Mò te ce mitte pure tu! Statte zitto!

Pasqualino: Io sono il grillo parlante! Guarda come sono sporco… (imita il grillo) …guarda come sono sporco…sono la voce della tua coscienza!

Pia: Vieni qua a mamma, stai tranquillo!

Marco: Le volevo ricordare che stasera dobbiamo parlare del centro commerciale…

Antonio: (distratto) Va bene…

Rosita: Del centro estetico…

Antonio: (distratto) Va bene…

Pia: Dell’oratorio parrocchiale…

Antonio: (distratto) Va bene…

Pietro: Della discarica comunale…

Antonio: (distratto) Va bene…

Pasqualino: Dell’asino e del bue…

Antonio: (distratto) Va bene…

Pasqualino: Del gatto e della volpe…

Antonio: (distratto) Va bene…

Pasqualino: Di cip e ciop…

Antonio: (si rende conto) Pasqualì! …ma non hai niente da fare? (nervoso) dovete stare cinque minuti…cinque…che sono cinque minuti…na fumata e sigaretta…na tazza e caffè…

Pasqualino: …brioche e cappuccino!

Antonio: (nervosissimo) ZITTI! Dovete stare cinque minuti zitti!!!…devo leggere questa cavolo di lettera! Fermate il mondo per cinque minuti!

(Pasqualino corre verso un muro ed inizia a spingere)

Rosita: Ma cosa fai?

Pasqualino: Sto fermando il mondo con la forza di un elefante….ma non ce la faccio!….mi servirebbe l’aiuto di un ippopotamo…zio vieni pure tu!

Antonio: (nervosissimo) Fatelo stare zitto!

Pia e Rosita: (vanno a prendere Pasqualino) Su vieni con noi!

Pasqualino: Vabbè, metto il freno a mano! (appoggia una scopa al muro)

Antonio: Allora… (legge) …dipartimento affari esteri del Texas…eccetera eccetera…Monday 11/14/75…11/14/75? …e mesi in America so quattordici?

Rosita: Cretino… (si corregge) …signor sindaco, usano mettere prima il mese e poi il giorno, in questo caso è il 14 Novembre!

Antonio: …(legge) …al sindaco del comune di Pietrafressa: la informiamo che il signor Gennaro Cardillo, emigrato in Texas nel 1953 ma oriundo di Pietrafressa, è deceduto per cause da accertare….

Pasqualino: Condoglianze… (va ad abbracciare il sindaco e tutti si scambiano le condoglianze)

Antonio: (piangendo legge) Il signor Cardillo, giunto in Texas, iniziò a guadagnarsi da vivere facendo il minatore… (interrompe) …pover’uomo!… (legge) …con i primi dollari si comprò un piccolo pezzo di terreno… (interrompe e smette di piangere) …e bravo!… (legge) facendo il minatore, iniziò a scavare anche in questo pezzo; scava oggi, scava domani, scava dopodomani…

Pasqualino: è rimasto sotterrato come una talpa!

Antonio: Silenzio!… (legge) …scava oggi, scava domani, scava dopodomani…ha trovato il petrolio! (stupore generale) …come si può facilmente intendere, ha fatto gran fortuna ed ha accumulato un ingente patrimonio in dollari! Il signor Cardillo però, non si è mai sposato e nel suo testamento ha espresso chiara volontà di lasciare tutti i suoi beni, pari a 100 milioni di dollari…

Pietro: A chi?

Rosita: A chi?

Pia: A chi?

Marco: A chi?

Pasqualino: Chicchirichiiiiiii !

Antonio: …al suo unico figlio!

Marco: Ciorta sua!

Rosita: Non vedo cosa possa interessarci!

Antonio: … (legge) …il signor Cardillo ha visto solo una volta suo figlio; lo ha avuto da una ragazza di Pietrafressa che non volle seguirlo in Texas…

Rosita: Stupida!

Antonio: …(legge) …non è mai riuscito a mettersi in contatto con questa donna e con il figlio ma ha saputo, da parenti italiani, che vivono ancora a… (interrompe) …a macchia e caffè… (legge) …Pietrafressa; il bambino, nato nel 1953, un mese prima che lui partisse, ha una voglia a forma di triangolo sul braccio destro…

Pia: (fra sé) Uh mamma mia…una voglia!

Antonio: … (legge)… se il sindaco e l’amministrazione riusciranno a rintracciare il bambino, dei 100 milioni di dollari che spettano a lui, 20 potranno essere destinati alla realizzazione di progetti comunali. Per la realizzazione degli stessi ci vorrà sempre l’autorizzazione del bambino! Aspettiamo vostre notizie in merito! (chiude la busta)

Marco: Venti milioni di dollari? …e quanti sono?

Rosita: …circa 40 miliardi di lire!

Pietro: Possiamo spendere 40 miliardi?

Vincenzo: (entra da dx) Sindaco, la vogliono gli anziani, dicono che stasera dovete parlare della casa di riposo!

Antonio: Vincè, qua stiamo parlando di miliardi!

Vincenzo: …di biliardi? Volete mettere i biliardi nel comune?….chillo già faticamme assaie!

Marco: Ma non li possiamo avere se non troviamo il bambino!

Pietro: Il bambino? Quello è nato nel ’53 mò siamo nel ’75…tiene 22 anni!

Rosita: E’ un uomo, sarà bello e ricco!

Pasqualino: (fra sé) Chesta già ce sta facenne o’ pensierino!

Vincenzo: Sindaco che dico agli anziani?

Antonio: Stasera…stasera…mò dobbiamo trovare il ragazzo con la voglia!

Vincenzo: …il ragazzo con la coglia?…ci sta Ciro o’barista…

Rosita: Con la voglia…voglia…una voglia che vale 100 milioni di dollari!

Vincenzo: …una coglia che vale 100 milioni di dollari?! …ma jenne e oro?…e quanto pesa?

Marco: Vado subito a cercarlo! (esce a sin)

Pietro: Io parlo con tutti quelli che conosco! (esce a dx)

Pia: Lo vado a dire a don Egidio! (esce a dx)

Antonio: Faccio preparare i manifesti con il testamento! (esce a sin)

Rosita: Io vado all’anagrafe per controllare tutti quelli nati nel ’53! …si è aperta la caccia al tesoro! (mentre esce a dx incontra Lucia e si guardano in cagnesco)

Lucia: Vincenzo, mio marito, il sindaco Antonio Papparulo, dov’è?

Vincenzo: (fra sé) …puparuolo? Puparuolo a me?…chesta solo pecchè è la moglie del sindaco, m’offende?!

Lucia: Vincè ma con chi parli? Mi vuoi rispondere?

Pasqualino: Zio Antonio è andato a cercare il figlio di Cardillo….o’ cardellino!

Lucia: Pasqualì ma che dici?…stai zitto!

Pasqualino: Quello è un cardellino che vale 100 milioni di dollari!

Vincenzo: Tiene pure una paposcia d’oro!

Lucia: Ma che state inventando?

Ciro: (entra da dx) Don Vincè, ma è vero quello che si dice? Ce sta nu guaglione cu na voglia, figlio di un miliardario texano?

Vincenzo: Nun aggie sentuto bbuono …ma me pare na cosa e chesta!

Lucia: Ma che state dicendo? Mi vado ad informare…(esce a dx)

Vincenzo: Vado a parlare con gli anziani…(esce a dx)

Ciro: Mi hanno detto i portare una bottiglia d’acqua al sindaco, dove la metto?

Pasqualino: Addò vuò tu!

Ciro: La appoggio sulla scrivania allora…ma può mai essere che non incontro mai stu sindaco?…non l’ho mai visto!

Pasqualino: (fra sé) …non ha mai visto quell’ippopotamo di mio zio? (a Ciro) …ma che dici? Il sindaco sono io!

Ciro: Siete voi?…scusatemi, non vi avevo mai visto!

Pasqualino: …e mittete e lente! Si na talpa?

Ciro: Una talpa?! No, sono o’ guaglione do bar! (fra sé) …e tu si chillu pidocchioso che mi lascia sempre cento lire e mancia!

Pasqualino: Tu si na talpa perché nun ci vide!…e io sono il gatto!…curre che te mangio! (corre dietro Ciro facendo il verso del gatto)

Ciro: (correndo) Ma site asciuto pazzo!… (esce a dx mentre Pasqualino continua a fare il gatto per la stanza fino a quando non entrano Lucia, Mena e Salvatore da dx)

Mena: (guarda Pasqualino) Ma che sta facenno?

Lucia: No, non vi preoccupate, non fa niente…ogni tanto si crede di essere un animale! E’ fissato lui e gli animali!…fatemi capire che animale è adesso…(Pasqualino fa le fusa vicino alle gambe di Lucia)…ah…è un gatto!…volete vedere come gli passa? (abbaia)

Pasqualino: (salta in piedi) Zia Lucia, ma sei pazza?…il gatto ha paura del cane!

Lucia: Ma tu non sei un gatto!

Pasqualino: Tu sei un cane però…e sei pure bastardo! (va a disporsi sotto la scrivania imitando la scimmia)

Mena: Mò se crete na scigna!

Lucia: Lasciamolo giocare…sedetevi! (si dispongono Lucia e Mena sulle due sedie che sono dinanzi alla scrivania; Pasqualino è sotto la scrivania e continua ad imitare la scimmia; Salvatore resta in piedi accanto a Mena)

Mena: Salvatore assiettete! (Salvatore fa il gesto di sedersi affianco a lei senza sedia)…assiettete ngopp a chella seggia! (a Lucia)…bisogna essera molto apprecise quanno si parla co isso!

Salvatore: Va bene mamma! Per quanto tempo devo stare seduto?

Mena: Non lo saccio, una decina di minuti…

Salvatore: Allora inizio a contare… (fa il gesto di contare i secondi)

Mena: (a Lucia) …mio figlio è un tipo molto preciso!

Lucia: Vedo, vedo…ma ditemi signora Mena, come mai in comune a quest’ora, avete chiuso il negozio di frutta?

Mena: Signora Lucia, questa matina sembrave un giorno comme tutti gli ati…

Salvatore: Temperatura 12°C ; tasso di umidità 37%; piovoso!

Mena: Diceve…sembrave comme tutti gli ati, ma quanno ho sapute una notizia…ho dovuto chiutere il negozio e correra qua…

Salvatore: Andatura pedestre 10 Km/h

Lucia: Quale notizia?

Mena: Mò non ve la pozze dicere…ma se tutto va bene, è meglio di una vincita al bancolotto! E’ vero Salvatore?

Salvatore: Sì, sì mammà…vincita superiore ad una cinquina secca!

Lucia: Uh ma voi che dite? …di che si tratta?

Mena: Non pozze ancora dicere niente, debbe fare primma i miei accorciamenti…

Salvatore: …accertamenti!…le nostre indagini!

Vincenzo: (entra da dx) Signora Lucia, vi vuole il sindaco…

Lucia: Dove sta?

Vincenzo: Ah? Che avete detto?

Lucia: Niente, niente…mò vengo!…arrivederci signora Mena! (esce con Vincenzo a dx)

Mena: Arrivedercia!…Salvatore saluta!

Salvatore: Arrivederla madame!

Mena: Salvatore viene ccà!

Salvatore: Non mi posso alzare, sono passati sei minuti e 35 secondi…36..37..devo stare dieci minuti!

Mena: Muovete, viene ccà! Hamma truvà o testamento venuto do Texas!

Salvatore: Perché ti ostini tanto non l’ho ancora capito!

Mena: Pecchè parecchie cose se trovano: tu si nato into o ’53; tiene na voglia triagulare ngopp o braccio e chillu mbriacone e patete se ne fuiette…o sape isso addò…nu mese doppo che nasciste tu!…nun s’è fatt chiù sentì…fors o’ testamento è l’unica cosa bbona che ha fatto!…ah ecco a lettera!

Salvatore: Mammà non sta bene leggere la posta altrui!

Mena: Chesta posta è a nostra!…allora…(legge)…Dipartimento …eccetera…eccetera…signor Gennaro Cardillo…

Salvatore: Così si chiamava papà?

Mena: Eh chi so ricorda!…fu na notte e passiona…nun ce cunusceveme e nun ce simme maie cunusciute!… (legge) …bambino nato nel 1953…ce truvamme…un mese prima che lui partisse…ce truvamme…voglia a forma di triangolo sul braccio destro…. (a Salvatore)…fa vedè a voglia?

Salvatore: (mostra la voglia) …voglia a forma di triangolo equilatero, ogni lato è tre cm…ma il braccio non corrisponde!

Mena: Comme?

Salvatore: In questo testamento la parola 634 è “destro”, riferita a “braccio” che è la parola 633!Io ho la voglia sul braccio sinistro, non corrisponde!

Mena: E cagna braccio!

Salvatore: Ma che dici…

Mena: Secondo me, quanno patete ha scritto o’ testamento steva mbriaco e s’è mbrugliato co braccio!….se trova tutto cosa…

Salvatore: Tranne il braccio…abbiamo perso la cinquina!

Mena: Hamme perso a cinquina?…invece no!…nuie mò ce pigliammo chesta lettera e ne scrivimme una tale e quale…mentre a scrivimme…o posto e braccio destro ce scrivimme braccio sinistro…po purtamme nata vota a lettera ccà…e turnamme chiù tardi e damme a felice notizia a tutti quanti: il figlio di Gennaro Cardillo è stato trovato!

Salvatore: Mammà, ti ricordo che ai sensi della legge sulle cessioni 1451/5 comma tre dell’8/3/65, quello che stiamo per fare è illegale!

Mena: Te voglio arricurdà che si figlieme e devi fare chello che te dico io! O sapimme sulo io e te!…iamme a correggere st’errore!… (mentre escono a dx)…che ommo che era patete!…si nun fosse stato po fatto che bevevo…

Salvatore: L’assunzione continua e smoderata di alcool crea dipendenza e…

Mena: Jamme, jamme! (escono)

(Resta sulla scena solo Pasqualino che esce da sotto la scrivania e gioca a fare la scimmia)

Pasqualino: …il figlio di Gennaro Cardillo!…o’ cardellino!(imita il cardellino,va verso la finestra, la apre e si mette a giocare sul cornicione)

Antonio: (da fuori) Lucia, mò te ce mitte pure tu? (entra) …stasera dobbiamo parlare prima dei problemi della città: discarica e casa di riposo; poi se c’è tempo, parliamo del centro di bellezza per Rosita, dell’oratorio per Pia, del centro commerciale per Marco e del cinema per te!

Lucia: E io lo sapevo! I miei interessi vengono sempre per ultimi! Quelli di Rosita prima di tutto!…ohè quella ti sta troppo azzeccata! (Pasqualino fischia dall’esterno)

Antonio: Pasqualì! (corre verso la finestra) Ma che fai là fuori? Entra a zio…

Pasqualino: Io sono un uccellino!

Lucia: Ma tu puoi cadere giù! E’ pericoloso stare sul cornicione!

Pasqualino: E mica so scemo! Io non mi posso ancora lanciare perché non so volare! Mò cresco, imparo e mi butto!…fammi vedere tu come si fa, buttati!

Antonio: Nun ce penso proprio!

Pasqualino: E già, l’ippopotamo non sa volare! Sei troppo chiatto!

Antonio: Sì, ma ora vieni dentro!

Pasqualino: Mi dai il verme?

Antonio: Va bene!

(Pasqualino entra)

Marco: (entra da sin) Sindaco?

Antonio: (spaventato) Che è succieso?

Marco: Ve site miso  paura?

Antonio: Stavo soprappensiero…stavo dando da mangiare all’uccellino!

Marco: Mentre lei fa l’ornitofilo, gli anziani sono in cortile! Vogliono…

Antonio: ….la casa di riposo! Lo so, lo so…questa sera si parlerà prima degli interessi della città: Discarica e Casa di riposo…e poi…dei fatti nostri!

Pasqualino: Mi scappa la pupù! Mi scappa la pupù! (va verso il bagno e incrocia Marco)…levati rinoceronte, se no la faccio qua! (va in bagno)

Lucia: Vado giù a parlare con Pia, siete noiosi con i vostri soliti discorsi! (esce a sin)

Antonio: I manifestanti da munnezza che dicono?

Marco: Noi dell’opposizione abbiamo consigliato loro di tenere duro fino a stasera!

Antonio: (ironico) Grazie per l’aiuto!

Pietro e Pia: (entrano da dx ricoperti di immondizia) Antò, abbiamo incontrato i manifestanti!

Antonio: (ironico) e vi hanno accolti bene!

Pietro: Stanno imbestialiti, dicono che noi della maggioranza nun ci interessammo da munnezza…e me l’hanno vuttata nguollo! (Marco ride)

Pia: Ma io che c’entro? Io non sto in politica!

Pietro: Tu sei mia moglie!…dobbiamo condividere le gioie e i dolori di questa vita!

Marco: (ride) Bene, bene! Ottimo atto dimostrativo! Vado a complimentarmi con loro! (esce a sin.)

Pietro: (ride) Vai, vai…quello non sa che piattino gli ho preparato!

Pia: Sei stato leggermente crudele…

Antonio: Che hai combinato?

Pietro: Quelli stavano incavolati perché noi della maggioranza non vogliamo il contratto, ma io gli ho detto che è stata l’opposizione a non volere il contratto e ci sta facendo perdere tempo per la costruzione della discarica!

Pia: Povero Marco!

Pietro: Allora ho detto: il vostro consigliere dell’opposizione Marco Rivetti, si è completamente disinteressato della munnezza, ha detto che non è un problema che lo riguarda da vicino!

Pia: Loro hanno detto che non era vero perché Marco sta sempre in mezzo a loro!

Pietro: Allora gli ho detto che davanti a loro si comporta così, mentre in consiglio dice che il problema non lo riguarda da vicino! Loro hanno detto: <Chillu carugnone! Il problema non lo riguarda da vicino?…e mò glielo avviciniamo noi!>…e so jute a vuttà tutta a munnezza dinte a villa soia! (ride)

Pia: Pietro è ingiusto ridere, il tuo non è stato un comportamento da buon cristiano!

Antonio: Vabbuò, però accussì hamme levato a munnezza a miezo a via! (ride) Vorrà dire che per un paio di giorni la villa di Marco Rivetti sarà la discarica di Pietrafressa! (ride)

Pietro: Ora vado, non mi voglio perdere la scena di quando Marco va a casa!…viene cu me Pia! (esce a sin)

Pia: No, io vado a casa, vado a farmi una doccia!…non voglio essere coinvolta in queste cose diaboliche! (esce a dx)

Antonio: Chesta è na cosa curiosa assaie! Voglio proprio andare a vedere….tutti questi problemi si potrebbero risolvere con i venti milioni di dollari del testamento…facesse a discarica, a casa e riposo e accunciasse e fatti nostre…ma stu guaglione ca voglia nun se trova! (esce a sin)

Pasqualino: (caccia solo la testa dal bagno) Ehi? Ehi?…non c’è nessuno? Io ho fatto, chi mi pulisce?….vabbuò mò aspetto che viene qualcuno….ne faccio un altro po’! (rientra in bagno)

Mena: (entra da dx) Ecco fatto, chisto è o’ testamento corretto…simme state veloci!

Salvatore: Abbiamo impiegato otto minuti e 18 secondi…19….20…

Mena: Bene, bene….mò a mettimme nata vota apposto! (rimette il testamento nella busta che era rimasta sulla scrivania) …aggie fatto a firma tale e quale a chella che ce steva primma!

Salvatore: Ti ricordo che si tratta comunque di una falsificazione punibile ai sensi della legge…

Mena: …a legge e soreta! Te sta zitto! Non l’adda sapè nisciune! Stamme pe ce mettere cento milioni dinto a sacca!

Salvatore: Per la precisione sono 80, altri 20 spettano al comune!…se tutto va bene avremo in tasca 80 milioni di dollari!

Mena: Mò te dongo 80 milioni e cauci si nun a finisce e purtà seccia!…andrà sicuramente tutto bbuono!…mò jammuncenne primma che vene qualcheduno…quanno torna o’ sindaco le dammo a bella notizia!

Salvatore: Penso sia inutile allontanarsi per poi ritornare di nuovo qui! E’ un inutile spreco di energia…sono circa 78 kcal consumate inutilmente!

Mena: Mò te dolgo 78 kilopaccheri! …jammuncenne!…si ce trovano ccà possono penzà a male! (escono da dx)

Pasqualino: (caccia solo la testa dal bagno) Ehi? Ehi?….mannaggia…nun ce sta nisciuno!…io ho finito di fare pupù…chi mi pulisce? (nitrisce)…sono un cavallo abbandonato da tutti! (rientra)

(Entrano Antonio, Marco, Pietro e Rosita da sin)

Marco: Non capisco pecchè hanno jettato a munnezza dinto a casa mia!…songo stato sempe cu lloro! Sono degli ingrati!

Pietro: Ti volevano far sentire più vicino a loro! (ride e spinge Marco)

Antonio: Ti volevano far sentire la stessa puzza che sentono loro! (ride e spinge Marco)

Marco: (nervoso) Comunque stasera dobbiamo risolvere il problema della discarica!

Rosita: …e della casa di riposo!…quei vecchietti che stavano giù mi facevano tenerezza, mi baciavano, mi toccavano, mi accarezzavano, mi hanno implorato di difendere la loro causa!

Antonio: (geloso) …e tu ti lasciavi baciare, toccare e accarezzare?

Rosita: Ma perché fai il geloso? Sono anziani, non lo fanno con malizia, vogliono la casa di riposo!

Antonio: O’ riposo eterno e manno si o fanno nata vota!…e mani l’hanna tenè al posto!

Rosita: Va bene…poi parliamo del centro di bellezza!

Marco: …del centro commerciale!

Pietro: …dell’oratorio!

Antonio: …e del cinema! Ma prima di tutto vengono gli interessi della comunità: discarica e casa di riposo!

Tutti: Esatto! Prima gli interessi del popolo!

Vincenzo: (entra da dx) Sindaco?…ce sta o guaglione ca coglia!

Marco: E c’ha pigliato pe nu spitale?

Vincenzo: Vuleve dicere…o guaglione ca voglia!

Rosita: Il ragazzo del testamento! Signori, abbiamo trovato la nostra gallina dalle uova d’oro!

Antonio: Ma dove è stato? Lo hanno cercato per l’intera mattinata!

Vincenzo: …lo hanno carcerato per l’intera annata? …chillo mò steva ccà ffore!…sulo pecchè tene a voglia l’hanno carcerato?…che leggi e niente tene stu Paese!

Antonio: Vincè ma che hai capito?…fallo entrare!

Vincenzo: (fra sé)…allora nun l’hanno carcerato?… (verso l’esterno) …Entrate! (entra solo Mena)

(Scena di stupore generale)

Mena: Buoncciorno! (resta ferma accanto alla porta mentre gli altri commentano fra loro)

Rosita: Ha parlato!

Pietro: Ha dei lineamenti femminili!

Marco: Ma che dici?…tiene pure i baffi!

Antonio: Questa faccia non mi è nuova!

Pietro: Ma siamo sicuri che è uomo? Tiene pure la gonna!

Marco: Quello è miliardario, sarà appena tornato dalla Scozia!

Rosita: Però è affascinante!

Antonio: E’ più affascinante il suo conto in banca!… (a Mena) …prego, si vuole accomodare?

Mena: Grazie! (Tutti prendono una sedia e la offrono, in modo che vengono presentate a Mena quattro sedie, poi tutti si rendono conto che sono troppe ed ognuno ritira la sua e si siede, resterà in piedi solo Mena)

Pietro: State comodo?

Mena: (si guarda in torno) Chesta seggiola è nu poco strana, è comme si nun ce stesse!

Antonio: Avete ragione…scusateci! (offre la sua sedia)

Mena: Chesta è chiù commoda!

Antonio: Allora caro signore, andiamo subito al dunque…noi dovremmo accertare che siete il figlio di Gennaro Cardillo e per questo dovreste farci vedere la voglia!

Mena: Io non la tengo questa voglia!

Pietro: Non la tenete?

Mena: No!

Marco: E allora sussiteve e jatevenne!…nuie stamme parlanno e cose serie!

Mena: La voglia a tene mio figlio!

Rosita: Vostro figlio?

Pietro: (a Marco) E visto che jenne femmena?!

Marco: Scusate buon’uomo, ma noi non cerchiamo vostro figlio…

Antonio: …cerchiamo il figlio di Gennaro Cardillo!

Mena: Appunte! Salvatore è figlio mio e di Cardillo!

Rosita: Ah, voi siete la cardellina?

Mena: E vuie site a cicciuvettola!

Antonio: Signora ci dovete scusare, c’è stato un qui pro quo! Adesso è tutto chiaro, lei ritiene di essere la concubina di Cardillo!

Mena: …a cuppina?…cuppina ce sarà soreta!

Pietro: …mia moglie è na cuppina?…e tu si na buatta! (si lancia verso Mena ma tutti lo trattengono)

Antonio: Ma che avete capito signora, io dicevo: voi avete avuto un figlio dal signor Cardillo?

Mena: Esattamento!

Rosita: E ha la voglia sul braccio?

Mena: Iusto!

Antonio: E perché non ci presentate questo ragazzo?

Mena: Sta llà fuori, è un poco scornoso! (verso la porta) …Salvatore, vieni!

Salvatore: (da fuori) No!

Mena: Non mi fare arraggiare, vieni!

Salvatore: (c.s.) No!

Mena: Salvatore, ci stanno delle personalità che ti vonno vetere, non mi far gridare, vieni!

Salvatore: (c.s.) No, è illegale!

Mena: (urlando) Salvatò è maie possibile che me faie fa sulo figurelle! Viene subit ccà si no ti dongo na mazzata dinto a chelli cosce storte che tieni che te faccio rimanè zuoppo pe tutto o riesto da vita toia! Na mazzata ngapa che te spacco o cerviello e mo magno n’miezo o pane cu nu poco e limone ngopp! Viene ccà!

(Salvatore entra in silenzio)

Antonio: Non avere vergogna, siamo amici!

Mena: Fate pure gli accertamento…facimme ambressa!

Antonio: (prende il testamento) …allora…quando siete nato?

(Salvatore resta in silenzio)

Mena: Risponti…risponti! (gli dà una botta) … e rispunne! …(ai presenti) …scusato si è bloccato o’ disco! …mò parte! (altra botta)

Salvatore: 10 settembre ‘53 ore 15:38 e 22 secondi!

Antonio: Bene! …il signor Cardillo è partito…

Mena: …ottobre do ’53!

Antonio: Non c’è scritto il mese ma sta scritto un mese dopo la nascita…voi non avete mai letto il testamento e avete detto giusto…quindi è così!

Mena: E comme no!…io me lo ricorde comme si fosse ajeri!

Antonio: …controlliamo questa voglia a forma di triangolo sul braccio destro!

Mena: No, è ngopp o’ braccio sinistro!

Antonio: Sinistro?…aspettate che controllo… (rilegge) …avete ragione, ero io che ricordavo male!

(Salvatore mostra la voglia e tutti si dispongono intorno)

Pietro: E’ proprio lui!

Rosita: Che bellu guaglione!

Marco: Tiene proprio la faccia da miliardario!

Vincenzo: (a Marco) ...a me pare na faccia e fesso!

Marco: Ma che dici! Questo con i venti milioni di dollari che ci spettano, risolve tutti i nostri problemi!…vide comme è bello!

Vincenzo: Quello risolve i “suoi” problemi!

Marco: Con i soldi che tiene te po’ accattà pure doie recchie nove!

Rosita: (ironica) Le va a prendere direttamente in fabbrica!

Antonio: Signore…ma come si chiama?

Salvatore: Salvatore Quaglia…ora Cardillo!

Pietro: (fra sé) E’ rimasto nell’ambito!

Antonio: Le faccio i miei complimenti! Tanti auguri anche a lei, signora?

Mena: Filomena Quaglia!

Rosita: (fra sé) Con tutti chisti sorde mò quaglia proprio bbuono!

Antonio: Siete eredi di 80 milioni di dollari…per gli altri 20 ci metteremo d’accordo prossimamente! La nostra sarà una lunga collaborazione!…ma ora dobbiamo festeggiare!

Marco: Signor Cardillo…dovrebbe offrire qualcosa al bar a questa amministrazione!

Mena: Il Cardillo pe mò sta senza penne e nun pò vulà…quanno arriveranno e penne dal Texas potrà volare quanto vuole….e potrà offrire!

Antonio: (sorride) Ha ragione signora, oggi offre l’amministrazione, in futuro il signor Cardillo potrà offrire tante cose a noi! (escono tutti a dx avvolgendo e facendo festa a Salvatore)

Pasqualino: (esce con la testa dal bagno) Ehi…nun ce sta ancora nisciuno? (nitrisce) …io mi sono scocciato!…mò non mi pulisco proprio! (esce e si alza i pantaloni) …io vorrei sapere dove si è mai visto un cavallo che, dopo aver fatto la pupù, si pulisce! (nitrisce ed esce a dx)

ATTO SECONDO

La scenografia è la stessa del primo atto.

(Vincenzo è in scena e sta pulendo)

Ciro: (entra da dx) Don Vincè, stammatina e caffè so tre! Ho saputo che ieri sera, al consiglio comunale, è succieso o’ miracolo!…il ragazzo è stato trovato!…so sicuro che visto i soldi che deve dare al comune, dinto a stu studio ce starranno chiù tempo isso e a mamma che o’ sindaco!…pe chesto aggie purtato tre caffè: uno al ragazzo, uno alla mamma e uno al sindaco!…speriamo che a mancia ma dà o guaglione, nu vulesse nata cento lire do sindaco! (posa il caffè sulla scrivania)

Vincenzo: (al pubblico) Secondo voi, io mò aggie sentuto chello che ha ditto chisto?…ha parlato pe tre ore ma aggie sentito doie parole!…io mò nun rispondo, si vuole qualcosa mo torna a dicere! (continua a pulire)

Ciro: Don Vincè, visto che ajeri sera vuie steveve llà, me vulite dicere comme è stato o’ consiglio?

Vincenzo: …o’ cuniglio?…era bbuono, sulo che era nu poco sciapito…mia moglie cucina co poco sale pecchè tene la pressione auta!

Ciro: E io che c’haggia fa?

Vincenzo: Niente! Tanto chillo che magna sciapito so io!

Ciro: No, dico a me che me ne mporta do cuniglio?

Vincenzo: Tu me lo hai chiesto!…vuò sapè de patate?…chelle so venute bbone…rusecarelle,resecarelle… proprio comme piacciono a me!

Ciro: Cu tutto o rispetto ma nun me ne mporta ne do cuniglio ne de patate! Io vi avevo chiesto del consiglio….consiglio…o’ consiglio comunale!

Vincenzo: Ah…chillo da ajeri sera?

Ciro: (ironico) ….no chillo do mese passato!

Vincenzo: Ah…non me lo ricordo! Io tengo l’aterosclerosi, vulite che mi ricordo o’ consiglio do mese passato?

Ciro: (rassegnato) …ah don Vincè, stavo scherzando! Volevo sapere del consiglio di ieri sera…che si è detto di questi milioni…del ragazzo…

Vincenzo: Ah…è stato veramente bello! O’ sindaco ha letto l’ordine del giorno: -discarica  -casa di riposo  -centro di bellezza  -oratorio  -centro commerciale  -cinema   e poi ha fatto il grande annuncio! Ha fatto na presentazione a chillu guaglione, che pareva Pippo Baudo!

Ciro: Ah ci somiglia?

Vincenzo: Che e ditto?

Ciro: Il ragazzo somiglia a Pippo Baudo?

Vincenzo: Noooo a Mike Buongiorno! …cretino, il sindaco ha fatto na presentazione che pareva Pippo Baudo!…quando o’ guaglione è venuto, tutti sbattevano e mani…alluccavano…pareva e sta o’ stadio quanno segna o’ Napoli!

Ciro: (ironico) …e quanno segno o’ Napoli?

Vincenzo: (ironico) …ogni vota che arriva nu testamento do Texas!….comunque n’miezo a chillu clima festeggiatorio, tutti se so scurdati de problemi! Tutti s’abbracciavano…se baciavano…maggioranza e opposizione!…allora hanno deciso che il giorno era troppo bello e si doveva festeggiare…accussì simme jute tutti a magnà addò Mimì o’ tavernaro!

Ciro: Hanno cominciato a spendere i primi dollari?

Vincenzo: …i primi? …ma pure i secondi, i contorni e il dessert! Ci siamo abbuffati! Pe nu parlà do vino! Vino a volontà…tanto è vero che la signorina Rosita è pure partuta nu poco co a capa e steve dicenno che lei e il sindaco sono amanti…ma o’ sindaco s’è le portata fuori e secondo me se so’ afferrate e brutto!…l’aggie sentuto che alluccavano comme e pazzi!

Ciro: (fra sé) E si l’ha sentuto isso…allora o vero stevene alluccanne!

Lucia: (da fuori) Lo voglio ammazzare!

Ciro: A chi?

Lucia: (c.s.) …con le mani mie! Faccio un omicidio!

Ciro: Ma chi è chesta assassina che sta alluccanne?

Vincenzo: Io nun aggio sentuto niente!

Pia: (entra da dx mantenendo Lucia) Stai calma, secondo me è stata una svista!

Lucia: Ma che svista! Vuoi che non riconosco mio marito?

Ciro: (a Vincenzo) Ma chesta chi è?

Vincenzo: E’ la moglie del sindaco e chella e a sora!

Ciro: (fra sé) Chillu coso brutto do sindaco è pure sposato?

Lucia: Come appena sale sopra lo ammazzo! Baciare così, in un ufficio comunale chella ndrallazzera di Rosita!

Pia: Secondo me non era lui! Antonio ti vuole bene e non farebbe mai una cosa del genere! Ha principi cristiani!

Lucia: No, chillo e nu figlio e pu…pulcinella!

Ciro: (fra sé) Allora fa ridere stu sindaco?

Pia: Lucia, capisco che sei nervosa, ma cerca di moderare il tuo liguaggio, non si confà ad una donna di Chiesa!

Lucia: Io mò sto pensanne che so’ cornuta!…chillu svergognate! Glielo ho detto mille volte che quella gli girava troppo intorno!

Ciro: (a Vincenzo) Chelle e mosche girano sempre attuorno a m…famme sta zitto!

Lucia: Ho deciso: o ammazzo lui o mi ammazzo io!

Pia: E macchieresti la tua anima di un simile delitto?

Lucia: Sì! Lui ha peccato tradendomi e io pecco uccidendo lui!…. (piange) …anzi mi ammazzo io…così potranno vivere felici e contenti! … (piange e si siede)

Ciro: Signora, chiedo scusa se mi intrometto…ma pecchè ve vulite accidere?…siete una bella donna!

Vincenzo: (fra sé) Chisto nun ce vede!

Ciro: Siete una donna giovane e intelligente…pecchè ve vulite accidere?…pe n’ommo che…lasciatemelo dire…nun è tanto normale!….chillo se credeva e essere nu gatto…ajeri m’ha curso appriesso!

Pia: Ma che dici? Nu gatto?

Lucia: E mò steva a fa o’ piccione cu chella abbascie!…e comme tubavano! (piange)

Ciro: Sentite a me, divorziate…chillo nun è normale!…è pure pidocchioso!

Pia: Ma che discorsi sono questi? Il matrimonio è un sacramento! Sarebbe un peccato gravissimo!

Ciro: Avite ragione….allora accidetelo!…tanto è pazzo!

Vincenzo: (fra sé) Vide si chisto se fa e fatti suoi…

Pia: Ma che consigli dai?

Lucia: Chillu piecurone e tuo fratello nun ha rispettato o’ matrimonio!

Ciro: E allora divorziate!…tornerete una donna libera! Sarete bella, giovane, intelligente, libera e…

Vincenzo: ….e cornuta!

Lucia: (piange smoderatamente) …ah…la mia vita è inutile! (fa il gesto di gettarsi dalla finestra ma Ciro la blocca)

Vincenzo: Signò ma site asciuta pazza, pe nu bacio ve vulite menà a coppa abbascie?

Ciro: Ccà stamme o terzo piano, mica o primmo!

Vincenzo: Pe na disgraziata ve vulite menà da finestra? …chelle se sporcano e lastre!…io mò l’aggiè pulizzate!

Ciro: Statte zitto! (fra sé) Io cerco da fa calmà e chillo ngasa a mano!

(Entra Rosita e Lucia fa scatti d’ira)

Ciro: (a Vincenzo) E chesta chi è?

Vincenzo: …a piccioncina!

Ciro: E ferma a sindachessa, chesta ce fa fa o vero a morte do palummo!

(si dispongono Lucia, Pia e Vincenzo a sinistra, Rosita e Ciro a destra; si creano lazzi in modo che Ciro venga a trovarsi sempre al centro e le prenda da Rosita e Lucia)

Lucia: Culumbrina!

Rosita: A me? Tu si na cicciuvettola ntesecuta!

Lucia: Sfocachiurme!

Rosita: Scorfano!

Ciro: Signore, basta con i complimenti!

Lucia: A me scorfano? Tu si a zuzzimma e stu paese! (dà uno schiaffo a Ciro)

Ciro: Tene e mane pesante a sindachessa!

Rosita: Zuzzimma a me?

Lucia: Sì signora, chiù sporca e te nun ce ne stanno!

Rosita: Comme nun ce stanno ! Ce stai tu che si na latrina! (dà uno schiaffo a Ciro)

Ciro: Chesta pure mena pesante!

Lucia: Chiavica!

Rosita: Lutamma!

Ciro: (grida) Signore?

Vincenzo: …prega per noi e faccene ascì sane e salvi a dinto a stu guaje!

Ciro: Signore, ma che modi sono questi? Io so venuto a purtà tre caffè ma era meglio ce purtavo tre cammumille! Sto piglianne tante e chilli paccheri che pare che me so vasato io co sindaco!…me ne vulite fa je ca capa rotta?

Lucia: E levate a miezo, l’aggia spezzà na coscia…

Rosita: …e io te spezzo tutte e doie! (ricominciano)

Ciro: (grida) Signore?

Vincenzo: …pecchè te si scurdate e nuie dinto a chesta valle di lacrime?!

Ciro: Ma vi rendete conto che non ne vale la pena? …per chi facite tutto chesto?…per il sindaco!…chillu pazzo che nu dà manco a mancia!…chi nu dà a mancia è un uomo senza sentimenti!

Lucia: Giusto, non ha sentimenti!

Rosita: E’ nu mbruglione! Mi ha ingannata tutto questo tempo!

Pia: Non è un cristiano!

Vincenzo: E’ un animale!

Ciro: Non offendiamo gli animali!…è un uomo che non ha cuore!

Vincenzo: ….non ha sangue, va a nafta!

Ciro: …non ha cuore, non ha sentimenti…e non ha diritto alla bustina di zucchero!

Pia: …o’ zucchero? E che c’entra?

Ciro: Niente, è na cosa mia!

(la situazione si calma; Rosita, Pia e Lucia si siedono)

Salvatore: (entra con Mena da dx) Che tristezza questo comune, non succede mai niente! …per impegnare la mente ho contato i gradini fino al terzo piano: 77!

Ciro: (fra sé) …e diavoli!…ccà steva n’inferno e chillo dice che è na tristezza!

Mena: Io creto che per oggi, io e il mio figlioletto d’oro resteremo in questa stanzia per tecitere il future di questa megalopoli!

Ciro: (fra sé) Questi sono i miliardari!… (a Salvatore) …signore, mi sono permesso di portare il caffè…è di suo gradimento?

Salvatore: Grazie ma non bevo caffè! La caffeina rende nervosi, tiene in costante eccitazione il nostro sistema nervoso!

Ciro: (fra sé) Comme parla bello! … (a Salvatore) …mi dispiace, lo porto via allora!

Mena: …mitte lloco ngopp!…se non lo beva lui lo beva io! (fra sé) Mò che ne pozzo apprufittà!

Ciro: Allora gradisce qualcos’altro?

Salvatore: Un succo di frutta, alla pesca possibilmente…controlli che il valore energetico non superi le 50 kcal!

Ciro: Sarà fatto!… (mentre esce, fra sé) …il valore energetico?…l’aggia je a piglià all’Enel stu coso? (esce a dx)

Mena: (si siede sulla poltrona del sindaco e Salvatore è in piedi accanto a lei) Signora Lucia, suo marite nun è arrivate ancora?

Lucia: (nervosa) Comme! Già si è messo a lavoro! Chissà da quale altra piccioncina si trova adesso!

Mena: Lui penze agli uccelli?

Lucia: (maliziosa) No, veramente a tutt’altre cose!

Mena: Comunqua noio avevamo un appuntamenta per stammatina…oggi questo sarà il nostro ufficio…tobbiamo tecitere cose assaie importanti! Vincenzo vaie a chiamarlo!

(Vincenzo non si muove)

Mena: Viciè, ti muovi? (grida) Viciè, muoviti!

(Vincenzo inizia a fare ginnastica)

Mena: Viciè che staie a fa?

Vincenzo: Voi avete detto: muoviti!…e io sto facente duie esercizi pa schiena!

Mena: Mò te dongo io nu pare a cauci arete e rini!… (grida) …vai a chiamare il sindaco!

Vincenzo: …li deve fare pure il sindaco?…quello è giovane, nu tene chisti problemi! Io tengo i problemi di schiena!

Salvatore: Più che di schiena, lei ha problemi di udito! Ha problemi nella ricezione delle onde sonore!

Mena: (nervosa si affaccia alla finestra e grida) Sindaco? Sindaco? …saglite ngopp che v’aggia parlà!

Vincenzo: Ma perché urla dalla finestra? Lo potevo andare a chiamare io!

(Pasqualino entra da dx imitando un piccione)

Lucia: Pasqualì, dove vai? Vieni qua! Non ti ci mettere pure tu!

Pia: Pasqualì ti ho detto che non devi giocare in comune!

(Pasqualino prende il testamento dalla scrivania e lo lega alla gamba)

Mena: Guagliunciello che fai?

Pia: Stai fermo, non è roba tua!

Pasqualino: Mò vediamo!…io sono il piccione viaggiatore e devo portare una notizia! (va verso la finestra)

Pia: Pasqualì che fai? E’ pericoloso!

Lucia: Si lancia dalla finestra! Aiuto!

Pasqualino: E mica so fesso? Di là si cade! Esco per la porta! I piccioni non sono cretini! (esce da dx)

Vincenzo: Mò vado io co guaglione…si sta da solo è nu poco pericoloso! (esce da dx)

Mena: Signore, io vi pregherebbi di spannere la voce che oggi i benefattori della città sono a disposizione di chiunqua tene qualche problema! Per tecitere come spennere questi monaci arrivati dal Texas…

Pia: Arriveranno dei monaci dal Texas? Benissimo! La religione cristiana è bella proprio perché rivolta a tutti i popoli!

Salvatore: Signora, c’è stato un malinteso, mia mamma voleva dire: questi moneys arrivati dal Texas!

Mena: Giusto! Mi sono ingravettata con la lengua, parlo molto poco l’inglese…il francese invece…

Salvatore: Peggio ancora!…per non parlare dell’italiano!Ha una grammatica tutta sua!

Mena: Comunque vorrebbi sapere prima i problemi per poterli risolvero!

Salvatore: Di questo ci informerà sicuramente il sindaco, è una persona integra e molto aggiornata sui problemi altrui!

Lucia: (ironica) …da oggi sarà informato anche dei problemi suoi…e non sarà più integro!

Rosita: Gli mancherà qualche pezzo!

Lucia: Signora Mena, mi fa piacere che siete così interessata ai problemi della città…a questo proposito la volevo informare della necessità di un maxicinema a Pietrafressa!

Salvatore: Un maxicinema? Non ci costerà molto?

Lucia: No, c’è una società che ci ha fatto un’ottima proposta…avremo per tutta la vita la visione di films gratis!

Mena: Gratis? Bene, si può fare! Possiamo teticare qualche milione!

Salvatore: Anche per me va bene, ma non lo farei maxi, mi indirizzerei verso un mini!

Lucia: Mini? Ma potremmo aver bisogno di molti posti…i paesi limitrofi non hanno sale cinema e potrebbero usufruire del nostro! Signora Mena, lei è per il maxi o per il mini?

Mena: (sorpresa) Veramente io non conoscia né maxi né mini! Songono do Texas pure loro? Io sono per chella che ci fa andare gratis!

Salvatore: Anche mini sarà gratis!…comunque penso sia giusto discutere anche di altre problematiche!

Rosita: Io sarei più propensa ad investire in un centro di bellezza…trattamenti gratuiti per noi ovviamente!

Mena: Centro di bellezza? Comme chille che stanno nelle vere cittadinanze? Chille che stanno  a Robinhood?

Salvatore: (ironico) No, quelli di Capitan Uncino…..Hollywood mamma, si dice Hollywood!…comunque penso sia meglio investire in qualcosa di più culturale, la bellezza è secondaria!

Lucia: Secondaria? L’aspetto estetico è come un biglietto da visita!

Mena: O vide che tu nun capisce niente!…pure io avrebbo il biglietto da visita….Filomena Quaglia imprentitrice verdummara!

Salvatore: ….import ed export frutta fresca e verdura!…ma questo con la bellezza c’entra poco!

Rosita: C’entra, c’entra…la bellezza è importantissima!

Lucia: Sono d’accordo!… (a Pia) ..nun è po tanto malamente sta femmina!

Pia: Si è pentita! E’ una donna e può sbagliare!… (a Salvatore) …io proporrei un bell’oratorio per i nostri giovani!

Mena: Aveta ragione signora, ci songono troppi ragazzi n’ miezo alla via! Con un bell’oratorio sul braccio si pozzono rentere conto di quante ore perdono! Recaleremo un oratorio da polso a tutti i guaglioni!

Salvatore: (Fra sé) Che proprietà di linguaggio che ha mia mamma!… (a Mena) …mamma, l’oratorio è un centro socio-culturale di stampo cattolico!

Mena: …di stampo cattolico? …e che vuò dicere?…che ngopp a chisti oratori da polso c’è sta o stemma do Vaticano?

Salvatore: (ironico) Nooo ce sta a figura e S. Giuseppe!

Pia: Mi scusi ma ha capito male, è un punto di ritrovo per ragazzi dove possono fare catechesi, attività ludiche…

Mena: Sentite, ma se debbino fare queste attività luride…pecchè nun e rimanimme n’miezo a via? C’è bisogno che spennimmo tanti soldi pe l’oratorio!

Salvatore: ….ludiche…ludiche  e non luride! Significa che vanno a pazzià!

Mena: Ho capito, ho capito…e levammo a miezo a via e li chiutiamo in questo grande orologio!

Antonio: (entra da dx ed è rivolto verso l’esterno) Vincè, se vedi mia moglie o Rosita, fammi sapere….stongo dinto a nu guaio! (si gira e resta quasi paralizzato)

Lucia: (ironica) Che c’è tesoro? Sembri sorpreso di vedermi!

Antonio: (fra sé) Speriamo che chesta nun sape niente…. ( a Lucia) …per me …per me…è sempre una sorpresa vederti….oggi…oggi sei così bella…stai…stai …veramente vestita bene!

Rosita: (ironica) E io no? Non ti piaccio vestita così?

Antonio: Comme!…pure tu…pure tu… (fra sé) …pure tu me vuò fa passà nu guaio! … (a Rosita) …pure tu stai veramente bene!

Pia: Stanno bene tutte e due? Ma per te una  sola deve stare bene!

Lucia: No, noi stiamo tutte e due bene….è lui che non starà più bene!

Rosita: Volevi tutte e due? Non ne potevi avere una sola come tutti gli esseri umani?

Antonio: Ma io sono un gentiluomo non potevo…

Pia: Tu sei uno scomunicato!

Mena: Secondo me o’ sindaco se miso dinto a nu gruosso guaio!

Salvatore: La situazione si sta surriscaldando!

Lucia: Io mi sono surriscaldate le cervelle!…e mò rompo a capa a isso! (si avventa contro Antonio)

Rosita: Non gliela rompere tutta tu…fammela scassare un po’ pure a me!

Antonio: …sì, sì…mettetevi d’accordo meglio!

Lucia: Allora tu gli rompi la testa e io gli rompo le gambe!

Rosita: Ma la testa è vuota…gli voglio rompere pure qualcos’altro!

Salvatore: Suggerirei la frattura di entrambi gli arti superiori!

Antonio: Cardillo, io la ringrazio, ma il suo aiuto in questa circostanza non è indispensabile! (scena di caos dove Antonio le prende di santa ragione)

Pia: Io inviterei tutti alla calma!

Lucia: Calma? Io tengo o stommaco sotto e ngopp!

Mena: Io o tengo vacante!

Rosita: Hai ingannato sia me che tua moglie! Avevi detto che la lasciavi e venivi a vivere con me!

Antonio: …veramente…c’è stato un contrattempo!

Lucia: …a vivere con lei? Stu puorco!…me stive preparanno chistu piattino? (gli dà una botta in testa col posacenere)

Salvatore: Glielo ha rotto in testa il piattino!

Lucia: Mi dicevi che Rosita era un’oca, una donna insignificante…e poi volevi andare a vivere con lei! (altra botta)

Antonio: …statte ferma cu stu coso…

Rosita: …io insignificante?…e tu che sei?…me pare nu manichino! (schiaffo)

Mena: Ha dato nu poco e culore o manichino!

(continua la scena di confusione con insulti vari)

Salvatore: Vedo che c’è profondo rispetto per il sindaco di questa città!…nemmeno un pugile ne prende tante!

Pasqualino: … (entra da dx imitando il cammello) …che è successo?…c’è stato uno scontro in foresta?…l’ippopotamo lo avete conciato per bene!

Antonio: Sono due belve!…altro che donne!… (all’esterno) …Viciè, chiama l’ambulanza! (esce da dx)

Pasqualino: Ci vuole il veterinario!….ho capito, quella cerva di zia Lucia ha saputo che la topona frequentava l’ippopotamo!….lo dicevo io che quest’incrocio era troppo strano!

Lucia: (a Pia) …vedi?…anche tuo figlio lo sapeva!… (a Pasqualino) …perché non me lo hai detto prima? (piange)

Pasqualino: Perché gli animali si devono fare i cacchi loro!…per questo parlano tutte lingue diverse!

Pia: (a Lucia) Non ricominciare a piangere, in qualche modo risolveremo la situazione…andiamo a chiedere consiglio a don Egidio! (escono da dx)

Mena: (a Pasqualino) Guagliunciello? Addò e miso o’ testamento?

Pasqualino: (imita il cammello) Ce l’hai con me?

Mena: No, cu soreta!

Pasqualino: E io cu chillu purpo e scoglio e mammeta!

Mena: Dimmi subito addò e miso o’ testamento…chillo è a ciorta mia!

Pasqualino: E io che ne so!…sono un cammello che è appena arrivato dall’Arabia Sott’acita …chiedilo al piccione viaggiatore!

Salvatore: Questo ragazzo ha una foresta in testa!

Pasqualino: E tu ce tieni e pidocchi!

Salvatore: Tu credi di essere sempre un animale diverso, hai qualche problema psicologico!

Pasqualino: Tu invece resti sempre nu stru… nu struzzo! Pure tu hai qualche problema e capa!

Mena: Fernitela e fa gli animali!…e damme o’ testamento!

Rosita: Pasqualino non fare il monello, restituisci il testamento alla signora!

Pasqualino: Signora?…chillo è nu cane bastardo!

Mena: (inizia a rincorrere Pasqualino) Ma comme te permitte? Viene ccà…

Pasqualino: (corre da cammello) …come cammello sono troppo lento….mi trasformo in una volpe!…sono una volpe! (scappa a sin)

Mena: Viene ccà disgraziato! (esce a sin)

Rosita: Finalmente soli! (va verso Salvatore) …ciao Salvy, come stai?

Salvatore: In piedi!

Rosita: E perché non ci sediamo? (lo fa sedere e si siede in braccio a lui accarezzandolo) …ma lo sai che sei davvero un bell’uomo?

Salvatore: (imbarazzato) La ringrazio!

Rosita: Hai uno sguardo così tenero! (gli sfila gli occhiali)

Salvatore: La ringrazio… ma se mi restituisse gli occhiali potrei apprezzare meglio la sua bellezza, in questo momento ai miei occhi lei è un’ombra!

Rosita: Allora ti piaccio! Perché stasera non mi porti fuori?

Salvatore: Non vorrei offenderla…ma i cani si portano fuori!

Rosita: E non posso essere la tua cagnolina?

Salvatore: Sono allergico al pelo dei cani!

Rosita: Ma io ho il pelo molto corto e… volendo…stasera potremmo restare nudi entrambi…così non avrai l’allergia!

Salvatore: Ma prenderò la bronchite! Uscire nudi con queste temperature è da matti!

Rosita: Matta, sì, io sono matta di te! Non c’è bisogno che usciamo…spogliamoci qui! (inizia a svestire Salvatore)

Ciro: (Entra da dx senza che se ne accorgano) Ma chella nun è l’amante do sindaco?…ha cambiato gusti?…chisto tene chiù sorde!… (si fa notare tossendo)… ehmm…buongiorno!

Salvatore: (ricomponendosi) …ci scusi ma…ma…abbiamo iniziato ad avvertire caldo…ci stavamo aiutando a sfilare le maglie!

Ciro: Avete ragione! Ci sta un sole lì fuori che spacca le pietre…peccato che nu riesce a sciogliere a neve!…vi ho portato il succo di pesca…come avevate ordinato! (si dispone a lato della scrivania)

Salvatore: (guarda l’etichetta) ma lei è pazzo? Sono 78 kcal! Non posso bere questa bomba energetica!

Ciro: (guarda l’etichetta, prende una penna e corregge) …ecco fatto, sono 48 kcal!…adesso è una bomboletta energetica!

Salvatore: Molto meglio!

Rosita: Mi auguro che tu non dica nulla di quello che hai visto…

Ciro: Sarò una tomba…(si mette con la mano tesa per avere la mancia)

(Rosita e Salvatore si guardano l’un l’altro ma nessuno dà niente)

Rosita:  Hai bisogno di qualcosa?

Ciro: Questa è la mano del morto che esce dalla tomba, ci dovete mettere qualcosa per farlo stare zitto…se no quello da 47, diventa 48: il morto che parla!

Rosita: Ho capito…Salvatore dai una mancia al ragazzo!

Salvatore: Non ho spicci!

Ciro: Quelli di carta vanno meglio…non fanno rumore e o muorto nun se sceta!

Salvatore: Sono senza un soldo, per ora sono impossibilitato!

Ciro: (fra sé) Chisto è chiù pidocchioso del sindaco!

Rosita: (prende i soldi dalla borsa) Tieni Ciro…mi raccomando…fai stare zitto il morto!

Ciro: Lo atterrerò di nuovo… non si preoccupi! (esce da dx)

Pasqualino: (da sin correndo) …quel cane bastardo mi sta ancora appresso! (esce a dx)

Mena: …. (da sin correndo) ….viene ccà!

Salvatore: Mamma non ti sforzare, non sei abituata a correre, potresti sentirti male per un deficit di ossigeno ai muscoli!

Mena: (affannata) Chillu guaglione tene qualche deficit e cervelle….ma e cosce funzionano bbone!

(Entra Antonio sorretto da Marco e Pietro; ha la testa e il braccio fasciato)

Rosita: Signori vi lascio, mi ritiro nel mio ufficio…non voglio stare in compagnia di certi esseri insignificanti! (esce a sin)

Marco: Hai visto che l’opposizione può sorreggere la maggioranza in qualsiasi momento?

Pietro: Trovi sempre il modo di parlare di politica!

Antonio: Faciteme assettà…e che dulore…tengo o’ fuoco ngapa!

Marco: Almeno mò ce tiene qualcosa!

Pietro: Nun a vuò fernì e fa o Don Giovanni!

Mena: Don Giovanni? …chillo mica ha fatto o’ prevete?….ha abbuscato dalla moglie e dall’amante!…ha fatto o’ sciupafemmine…mica o’ prevete!

Salvatore: Mamma, Don Giovanni era un amatore del passato…era uno sciupafemmine vecchio stampo!

Mena: ….era nu prevete sciupafemmine?…poi dice che uno nu crete e prievete…chille so peggio dei mortali!

Pietro: (fra sé) …e io nun o sapeve che e prievete so’ immortali!

Antonio: E io comme faccio…addò vaco cu sta capa rotta?

Mena: Jate addò o’ carruzziere!

Antonio: Signò, voi scherzate? Chelle me stevano accidendo…guardate o’ braccio…pure chillo m’hanno scassato!

Salvatore: Modestamente è stato un mio suggerimento! …peccato non sia stato eseguito alla lettera…avevo consigliato la frattura di “entrambi” gli arti superiori!

Marco: E le gambe no?

Salvatore: No perché poi ci sarebbe voluto qualcuno che spingesse la sedia a rotelle!

Pietro: Ma non era meglio rompergli il collo, il collare è meno ingombrante, pur avendo il collare poteva firmare i diversi documenti!

Mena: Si ce mettevano o’ cullare po ce voleva pure o’ guinzaglio e a mussarola!…spenneveme nu sacco e sorde!

Antonio: (fra sé) Che commozione… comme se preoccupano pe me! (ironico verso gli altri)… a chistu punto nun era meglio fracassare nu pare e costole…pe completà o’ quadro!

Marco: O’ quadro e Santu Lazzaro!

Salvatore: Sindaco, non le sembra che sta un po’ esagerando con le sue richieste?

Mena: Tene ntenzione e ce fa spennere e milioni pe l’ingessature soie!

Marco: Noi dobbiamo investire in opere che possono dare beneficio comune…a questo proposito, vi consiglierei di sovvenzionare l’apertura di un nuovo centro commerciale….ovviamente ci sarebbero tanti prodotti gratis per noi!

Mena: La spesa gratis?….accettiamo!

Pietro: Io sarei più per un oratorio… mia moglie ci tiene tanto!

Antonio: Meglio il maxicinema….mia moglie lo voleva…così potrei far pace!

Salvatore: … meglio il centro di bellezza per Rosita! …già glielo abbiamo promesso…poi faremo il minicinema e l’oratorio…il centro commerciale non ce la facciamo!

Marco: Chelli vipere hanno fatto primma e me…

Pietro: Muglirema na vipera?…tu si nu mariuole…vuò arrubbà pure ngopp o centro commerciale!

Marco: E tu sei un grande egoista!…un oratorio solo per far giocare quel cretino di suo figlio e per far stare la moglie in Chiesa!

Antonio: …meglio il cinema!

Marco: Zitto tu…fedigrafo!

Salvatore: …abbiamo promesso il centro di bellezza!

Mena: Ohè…io nun aggio promiso proprio niente!…cheste so cose che se penza ngopp primma de fa!…e facimme tutte quante…accussì tengo e film…e massaggi…l’orologi e a spesa gratis!

Antonio: Va bene…le spese saranno divise fra le società interessate e i soldi del testamento!

Mena: ….o’ testamento! M’avite fatte arricurdà che o tene ancora chillu disgraziato e vostre nipote!

Antonio: E vuie ce l’avite fatto piglià! Ma site pazze…si chillo o straccia…perdimme e sorde!

Mena: Primma aggie cercato do acchiappa…ma nun ce l’aggie fatta!…Salvatò jammele a piglià! (mentre escono a dx) ... chistu miezo pazzo ce vulesse ruvinà a festa! (escono)

Antonio: Tuo figlio è insopportabile….sta semp a pazzià ccà dinto! T’aggie ditte nu cuofano e vote che nun adda venì ccà!

Pietro: Costruiamo un oratorio e chillo nu vene chiù!

Marco: Chillu guaglione nu po sta, na vota fa a pipì avvicino e vasi pecchè è nu cane…a vote roseca e mobili pecchè è nu scoiattolo…fa a cacca dinte all’aiuole comme e gatte…chistu comune è nu schifo!…po’ n’aggie capito pecchè me chiamme rinoceronte!

Antonio: E’ a stazza che jenne a stessa!

Vincenzo: (entra da dx) Sindaco, il consiglio comunale straordinario pe stasera è confermato?

Antonio: Non lo so…mò vediamo la signora Mena che dice…ci deve stare pure lei!…ma che sta facenne a tantu tiempo?

Vincenzo: …che sta facenne o’ tiempo?… (guarda dalla finestra) …me pare bbuono…pecchè o vulite fa all’aperto o consiglio?

Pia: (entra da dx con Lucia) …quella signora Mena come è simpatica!…stava giocando a nascondino con Pasqualino e Salvatore!

Pietro: Veramente sta cercando di prendere il testamento!

Lucia: Chillu criaturo è insopportabile!

Marco: (fra sé) Criaturo? Quello perciò è così…chiste o trattano tutti quanti comme a nu criaturo!

Vincenzo: Sindaco che devo fare?

Antonio: (scocciato) Sparati!

Vincenzo: Fallo primma tu!

Antonio: Ah mò me sentute?!…ti ho detto che dobbiamo aspettare la signora Mena!

Rosita: (entra da sin)Voglio parlare con Salvatore…l’unico degno di essere chiamato uomo in questo comune! L’unico che difende i miei interessi!

Pietro: Devi aspettare nu poco…sta giocando cu Pasqualino!

Rosita: Giocare? Salvatore non gioca mai…è un uomo serio lui!….a differenza di altri qui dentro!

Antonio: Mò abbiamme nata vota…rumpiteme e cosce e nun se ne parla chiù!

Lucia: Non ci sporcheremo di nuovo le mani!

Rosita: Non sei degno dei nostri paccheri!

Pia: Gli infedeli si tengono a debita distanza!

Pasqualino: (di corsa da dx) Aiutoooo…aiutoooo….ci sono due cani bastardi che mi inseguono!…mamma aiutami…sono una povera volpe indifesa!….mi vogliono sparare…perché non la smettono con questa caccia alla volpe?

Pia: Ma tu non sei una volpe….e non ci sono i cani!

Mena e Salvatore: (correndo da dx) …prendetelo! Fermate stu disgraziato!

Pasqualino: Ecco i cani!

Lucia: Ma non sono cani, vogliono il testamento!

Pasqualino: Sono dei cani bastardi!….mi volevano fregare…ma io sono una volpe ed ho capito subito! Il cardellino non è lui….il cardellino sono io!

Pia: (preoccupata) Ma che dici? …stai zitto!

Mena: Stu guaglione nun sta bbuono!

Pasqualino: Io sto meglio di voi!…. (a Mena) …tu hai cambiato il testamento…questo non è l’originale!

Salvatore: (fra sé) Mò ancummencene e guaie!

Mena: Ma che stai a dicere? Facitelo sta zitto!

Pasqualino: No, io sono il vero cardellino e quindi canto….il testamento originale era macchiato di caffè…questo è pulito!

Antonio: (lo guarda) …è vero! Mò me ricordo che l’aggie spurcato co caffè!

Pietro: Anch’io ho sputato il caffè sul testamento!

Vincenzo: (fra sé) Facite schifo tutti e duie! Chille so documenti seri…

Pasqualino: Mena lo ha cambiato…ne ha scritto uno uguale…solo che al posto di braccio destro, ha scritto braccio sinistro…

Mena: Ma che staie a dicere?…chisto è pazzo!

Pia: (a Pasqualino) Stai zitto!

Pasqualino: Il cardellino quando ha iniziato a cantare non la finisce più!…ha scritto braccio sinistro perché il figlio aveva la voglia sul sinistro….ma io sono il figlio di Gennaro Cardillo!…io ho la voglia triangolare sul braccio destro! (mostra il braccio)

Antonio: Allora…ricordavo bene…era braccio destro!

Rosita: Ma Pasqualino non era figlio a Pietro?

Pasqualino: Pietro è sterile…non poteva essere mio padre! Mamma mi ha avuto da Gennaro Cardillo! …ho chiamato con il telefono di Vincenzo in Texas…per questo mi serviva il numero che era sulla busta del testamento …ho chiesto quando era arrivato lì Gennaro Cardillo…

Pia: (a Vincenzo) E tu lo hai fatto chiamare?

Vincenzo: Quello parlava tutto strano…me credevo che steva a parlà cu qualche atro animale!

Pasqualino: …mi hanno detto che è arrivato nel Luglio del ’53…io sono nato il 13 Aprile del ’53…considerando che ci vuole più di un mese di viaggio in nave…è partito dall’Italia a  fine Maggio…giusto un mese dopo la mia nascita!…non è arrivato ad Ottobre come dice Mena!

Antonio: (guarda il testamento) E questo pure si trova…ma allora è lui!

Mena: Nun è o’ vero!

Marco: Signora Mena, lei ha falsificato un testamento…per queste cose c’è la galera!

Salvatore: (piagnucola) io lo sapevo…io non volevo farlo!…l’idea è stata di mia mamma!…è tutta colpa sua! (va verso Rosita per farsi coccolare)

Rosita: Allontanati impostore! Io non frequento i disonesti!

Salvatore: Ma io non c’entro! Stammi vicino…

Rosita: Vattene! Hai perso i tuoi soldi e il mio affetto!

Marco: (fra sé) Comme s’affeziona ambressa e sorde sta femmena!

Pietro: (che era rimasto in disparte a riflettere) ….se Pasqualino è nato nel ’53.... ed io e Pia siamo sposati dal ’50….se io sono sterile…allora non è vero che era successo il miracolo…ma è successo che Pia…

Lucia: …ti ha messo le corna!….benvenuto nel club dei cornuti!

Rosita: (fra sé, ironica) Che santa donna quella Pia…tutta casa e chiesa!

Pia: Pietro perdonami…è stato un errore di gioventù!…io desideravo tanto un figlio…tu non potevi darmelo…

Vincenzo: …e se l’è fatto dare da Cardillo!

Pietro: (a Pia) …pe me tu si morta!

Antonio: …ma che mbruoglio…me fa male a capa! …Pasqualino è il miliardario…

Pasqualino: Esattamente! Io sono il cardellino d’oro…Mena e Salvatore son i cani bastardi!

Marco: …per loro ci saranno le grate del canile…della galera! Vincè, chiama i carabinieri!

Vincenzo: …aggia piglià e bicchieri?…e che festeggiamme?

Mena: Sindaco nun me ruvinate!…io l’aggie fatto pe dà nu posto sicuro in società a figlieme!

Rosita: E mò gli avete dato nu posto sicuro in galera!

Salvatore: Io non volevo farlo…è stata mia mamma!

Marco: (fra sé, ironico) Comme a difende chisto a mamma…

Lucia: Però vi piaceva fare i miliardari….

Pia: Lasciateli stare…la colpa è soprattutto mia! Ero l’unica a sapere la verità e se non ci fossero stati loro due, io non avrei saputo come fare a tenere nascosto il mio peccato!

Marco: Quindi tu sei loro complice?

Pia: No…quando è arrivato il testamento io ero molto preoccupata perché prima o poi si sarebbe scoperta la verità…poi loro hanno creato l’imbroglio e io…pur sapendo che non era così…non vi ho detto nulla perché mi faceva comodo…

Pietro: Com’è altruista!…ottima cristiana!

Pia: …Pietro, il desiderio di diventare madre è stato più forte della mia fede…ma le bugie hanno le gambe corte…ed eccomi qui a confessare le mie colpe dopo ventidue anni!

Pietro: Meno male che tengono le gambe corte se no ci volevano quarant’anni per confessare!

Antonio: Allora i carabinieri li chiamiamo?

Rosita: Penso abbiano capito l’errore!

Lucia: Lasciamo stare!

Marco: Diremo ai cittadini che è stato un nostro errore, abbiamo letto sinistro invece di destro!

Mena: …io vi ringrazie tanto tanto…se permettete…vado ad aprire la fruttivendoleria….ritorno alla mia vita normale!

Salvatore: Chiediamo scusa per l’accaduto e per il disturbo involontariamente arrecato!

Mena: Jammuncenne! (mentre escono) ….fa ambressa…a a fernì che ce pensano ngopp! (escono a dx)

Antonio: …<il disturbo involontariamente arrecato!>…na cosa e niente…che o possina appennere sotto a nu trave!

Pasqualino: Che strano che in una giungla ci siano due animali con la stessa voglia…

Marco: …ma su due zampe…braccia diverse!

Antonio: Allora…signor Cardillo…che ha intenzione di fare con questi 20 milioni di dollari da destinare al comune?

Pia: …l’oratorio ovviamente!

Rosita: ….centro di bellezza!

Marco: …centro commerciale!

Lucia: …maxicinema!

Pasqualino: Io sono un animale… non sono un uomo! …se gli uomini sono così, io non voglio essere un uomo! Non avevate i soldi, e pensavate ai problemi della comunità…ora che li avete, pensate ai vostri interessi!…siete degli egoisti!…pensate solo all’apparenza…vi interessa il voto, la buona reputazione, il profitto personale…vi interessate della comunità solo quando sapete che è impossibile realizzare quello che state dicendo!…l’uomo si è evoluto rispetto agli animali perché ha saputo organizzarsi in comunità…da solo non sarebbe sopravvissuto…la ragione lo ha guidato alla formazione della società!…oggi l’ uomo ha perso il lume di quella ragione ed è sempre più solo!…si allontana dagli altri per tutelare i suoi interessi…ma da soli non si sopravvive!…se essere uomo significa questo...io preferisco essere un animale…starò col mio branco!

Rosita: ….penso abbia ragione….costruiremo la discarica e un centro di riciclaggio!

Marco: …e la casa per gli anziani!

Antonio: …faremo il contratto fino a quando non sarà pronta la discarica!

Marco: (ad Antonio) Chiamalo fesso sto Pasqualino! Ha risolto l’imbroglio del testamento e i problemi della città! Per fortuna non ha preso da te!

Antonio: Invece a pigliato proprio e me!

Pasqualino: Ma che staie a dicere…io sono un cardellino…tu sei un ippopotamo!…io volo…tu sguazzi nel fango! (imita il cardellino)

Ciro: (entra da dx)…qualcuno ha ordinato il succo di frutta?

Vincenzo: L’ho ordinato io per il miliardario!

Ciro: E non ci sta…o lascio ngopp a scrivania?

Antonio: Comme nun ce sta…eccolo là! (indica Pasqualino che quando vede Ciro fa il verso del gatto)

Ciro: No, quello è il sindaco! Il miliardario è il signor Salvatore!

Antonio: E’ il sindaco?!…e tu come lo conosci?

Ciro: (prende Antonio in disparte) L’aggie conosciuto nu juorno che ce purtaie o’ caffè…chillo abbiava a fa o’ gatto e me currette appresso…o’ sindaco è nu poco pazzo… ma l’ha fatto pure pecchè nun me vuleva dà a mancia…è pidocchioso…me lascia semp cento lire!

Antonio: (ride) …che sindaco infame!

Marco: (ride) …è nu pezzente!

Pietro: (ride) …tene a capa pe spartere e recchie!

Antonio: (a Pietro e Marco)…nun c’allargamme!

Ciro: Chilli sorde che tene…l’adda spennere tutte pe medicine!

Antonio: Ohè…e me faie chist’augurio!

Ciro: E vuie che c’azzeccate?

Antonio: Io sono il sindaco!…quello è mio nipote ed abbiamo capito che è lui il miliardario perché prima c’era stato un errore!

Ciro: …uh…scusate…sono mortificato!…però pure voi…date cento lire…che ve vulite aspettà?

Antonio: Tu me dive semp o’ caffè amaro!

(Ciro e Antonio fanno scena)

Rosita: (a Pasqualino) …ti ho mai detto che sei proprio un bell’uomo! Hai ventidue anni ma sei molto più maturo…sei affascinante!…dimmi una cosa…come vuoi investire i tuoi 80 milioni di dollari?

Pasqualino: (fra sé) …chesta vo fa a scema pure cu me…mò l’acconcio io! (a Rosita) Costruirò un grande zoo!

Pia: Ma che dici?

Rosita: Sarebbero soldi buttati!

Pasqualino: Non ci vogliono molti soldi…dobbiamo costruire solo le gabbie…gli animali ce li ho…c’è l’ippopotamo (indica Antonio) …il rinoceronte (indica Marco) …la talpa (in. Ciro) …il pesce sordo-muto (in. Vincenzo) …la cerva (in. Lucia) …lo stambecco (in. Pietro) …c’è posto per tutti gli animali tranne che per uno… quello dovrà scomparire … e sapete come lo sterminerò?…metterò un sacco di veleno per le zoccole!

Cala la tela