Il trionfo dell’amore

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BISANZIO

Pietro Nigro

Il trionfo dell’amore

(atto unico)

                                                              

PERSONAGGI

Teddy Sarpedo

Alfonso Terdano

Emma Zanoli

Edy

Mario Zanoli, padre di Emma

Elsa Zanoli, madre di Emma

Carlo Terdano, padre di Alfonso

Bianca Terdano, madre di Alfonso

Cameriera

SCENA I

Sala d’ingresso. A destra la porta d’ingresso e un attaccapanni. A sinistra un divano, un tavolino e due poltroncine. Ai due lati del divano un radiobar e uno scaffale. Di fronte una porta interna.

Suona il campanello.

Si apre la porta interna: appare la cameriera che si avvia verso la porta d’ingresso. Apre ed entra Teddy.

CAMERIERA   Buongiorno, signore. Desidera?

TEDDY   E’ in casa, Alfonso?

CAMERIERA   Chi devo annunciare.

TEDDY   Gli dica che il suo amico Teddy desidera vederlo.

La cameriera gli fa cenno di entrare.

CAMERIERA   Prego, si accomodi. Lo chiamo subito.

La cameriera esce.

Teddy si guarda attorno. Muove qualche passo. Si sente un rumore proveniente dalla porta interna. Entra Alfonso.

SCENA II

Alfonso e Teddy

ALFONSO  (sorridendo) Oh, Teddy! Che gioia rivederti.

TEDDY   (battendo una mano sulla spalla di Alfonso) Ma guardalo il mio Alfonso. Di nuovo insieme, eh!

 

Teddy e Alfonso si abbracciano.

ALFONSO  Sediamoci e raccontami le tue avventure, specialmente quelle galanti (con malizia).

TEDDY   Eh! Come una volta.

Teddy e Alfonso  si avviano verso le poltroncine e si siedono l’uno di fronte all’altro.

ALFONSO  Sì, come una volta. Ricordi come ciascuno di noi ascoltava avidamente le avventure che l’altro raccontava?

TEDDY   (continuando) … non senza un pizzico di bugia, devi aggiungere.

ALFONSO   (sorridendo) Anche più, anche più!

TEDDY   (con un’espressione di nostalgia) Che bei giorni, però! Giorni di spensieratezza e di brio!

ALFONSO   Ricordi come non vedevamo l’ora di diventare adulti e facevamo del tutto per apparire tali?

TEDDY   (annuendo con il capo) E con quale esito, poi! Non posso scordarmi quella famosa festa da ballo. Te ne rammenti?

ALFONSO   E come potrei dimenticarmelo!

TEDDY   Avevamo deciso d’indossare il frac. Quando entrammo nel salone gli sguardi delle signore si concentrarono su di noi; su di noi … uomini. Per la nostra eleganza, pensavamo.

ALFONSO   (disegnando per aria un quadrato con le mani) Che bel quadro dovevamo formare!

TEDDY   (scoppiando a ridere) Eh già! Che delusione quando uno dei convitati si avvicinò a noi e con un inchino di presa in giro (facendone l’imitazione) ci disse che avremmo dovuto attendere alcuni anni ancora per poter sembrare più carini dentro quegli abiti, a meno che non avessimo deciso di far ridere tutti.  

ALFONSO   Che bella bastonata e che corsa verso casa per liberarci di quei cosi. (L’espressione gaia di Alfonso subisce un repentino mutamento) Mio caro Teddy, l’adolescenza è creatrice di sogni, di illusioni. Tutto a quell’età ci appare roseo. Crediamo che il mondo sia la dimora più bella che abbia potuto darci Iddio. Dapprincipio nella vita tutto ci appare liscio, poi appaiono le asperità.

TEDDY   (corrucciando gli occhi e con ironia) Nel sentirti parlare così, mi fai paura. Sembra che immani disgrazie ti abbiano colpito! (alzando la mano sinistra in segno di disapprovazione) Suvvia, sono considerazioni da fare?

ALFONSO   (scuotendo lentamente il capo) Addio illusioni e dolci speranze!

TEDDY (prendendolo in giro) Ehi Alfonso! Mi sembri un poeta triste che piange e si dispera perché tutto nella vita gli appare inutile.

ALFONSO   Ne ho il motivo.

TEDDY   Forse non sei così giovane da non poterti includere fra quelli che s’illudono, che sognano?

ALFONSO   Non dico questo.

TEDDY   Sì, è vero che ora abbiamo delle responsabilità che ci provengono dal nostro lavoro, e non possiamo permetterci le stravaganze giovanili, ma ciò non deve scoraggiarci. E’ questa la vita.

ALFONSO   No, Teddy. Non è il desiderio di una vita spensierata e stravagante che mi tormenta.

TEDDY   E allora?

ALFONSO   (con lo sguardo perso nel vuoto) Sentimenti che una volta erano una piacevole realtà ed ora non sono che un mero sogno.

TEDDY   Forse, forse ci sono. (muovendo l’indice in direzione di Alfonso)

C’è di mezzo Cupido, o mi sbaglio?

ALFONSO   (annuendo) Proprio così, Teddy.

TEDDY   (con un’ espressione di  compassione un po’ ostentata) Povero Alfonso! Pensi ancora a quella ragazza?

ALFONSO Sempre. Il mio pensiero non può staccarsi da lei.

TEDDY   (scherzando) Eh l’amore, l’amore! Chi avrebbe detto che il nostro Alfonso se ne sarebbe innamorato a tal punto. Continuate a vedervi?

ALFONSO   Sì.

TEDDY   E allora non capisco di che ti lamenti. Più realtà di questa!

ALFONSO   Ma una realtà fragile, che confina col sogno, e che dovrà cedere il posto ad una realtà più tenace, che mi opprime.

TEDDY   (allargando le braccia in segno d’incomprensione) Non ti comprendo, Alfonso. Parla più esplicitamente!

ALFONSO   Per me questa è la più tenebrosa giornata che abbia mai trascorso.  Per un altro, forse, potrebbe essere una delle più belle giornate della sua vita, ma non per me. Se dicessi a qualcuno che oggi mi fidanzo ufficialmente, questi infarcirebbe di auguri le sue parole, ma strazierebbe il mio animo.

TEDDY   (con grande sbigottimento) Questa poi! Oggi mi riempi di stupore, Alfonso. Ti fidanzi e questo ti strazierebbe? Ma non hai detto d’amarla? Non desideravi forse che quel sogno si tramutasse in realtà?

ALFONSO   (scuotendo il capo) Non hai capito. Se si trattasse di lei sarei l’uomo più felice del mondo, ma è un’altra colei che l’avidità dei miei genitori ha scelto quale compagna della mia vita.

TEDDY   Capisco ora. Ma non sei un bambino, tu. Avresti dovuto far valere la tua volontà. Non sta ai genitori scegliere la sposa per il proprio figlio. (Scoppiando a ridere) Oh, questa è bella!

ALFONSO   Ho tentato, ma invano. Mio padre era irremovibile.

TEDDY   (assumendo un’espressione di viva rabbia) Ma è inconcepibile.

ALFONSO   Cosa avrei dovuto fare? Dimmelo. Quando gli dissi che mi ero pazzamente innamorato di una ragazza del paese di modeste condizioni e che senza di lei sarei stato infelice per tutta la vita, mi rispose sorridendo che la medesima cosa era accaduta a lui.

TEDDY   (sorridendo) Eh già! Era accaduta a lui.

ALFONSO   Mi disse che anch’egli aveva amato una ragazza che non aveva potuto sposare, perché i genitori gli avevano imposto mia madre. Ma ciò non lo rese infelice, tutt’altro. Non so se ciò corrisponda a verità …

TEDDY   (sorridendo e corrugando la fronte) Proprio per niente.

ALFONSO   Ho dovuto fare buon viso a cattiva sorte accettando di fidanzarmi con una ragazza che avevo visto sì e no un paio di volte. Una sola cosa so: che non posso fare a meno di  Edy. Ne impazzirei.

TEDDY   E questo sarebbe il giorno da te temuto.

ALFONSO   Il caso ha voluto che tu fossi presente nel momento più doloroso della mia vita. I miei sono andati alla stazione a dare il benvenuto alla mia futura sposa. Dovrebbero essere di ritorno.

TEDDY   (facendo cenno ad Alfonso di non abbattersi) Beh, Alfonso! Non cade mica il mondo! Possono accadere tante cose fino al giorno del matrimonio. Forse il destino ti verrà incontro.

ALFONSO   Davvero lo spero poco!

TEDDY   Io resterò in paese per un certo tempo. Troverai sempre in me un buon consigliere.

ALFONSO   Ti ringrazio infinitamente.

TEDDY   (fa per alzarsi) Allora, io vado.

ALFONSO   (si alza e avvicinandosi a Teddy lo trattiene) No, Teddy, resta. Il destino ha voluto mettermi vicino, in questo momento spiacevole, il mio più caro amico. Fra poco saranno qui e non me la sento di affrontare l’incontro serenamente. La tua presenza mi darà più forza.

TEDDY    (sorridendo e annuendo con il capo) Va bene, rimango. Fatti animo e non farne una tragedia. Non si sa mai quel che può accadere. Il futuro può riservare tante sorprese!

Si sente il rumore di un’automobile. Alfonso e Teddy si girano verso la porta d’ingresso.

ALFONSO   Eccoli. Sono qui. Non mi sono mai sentito imbarazzato come in questo momento. Ma per quale motivo? Come se avessero dei diritti su di me! Sentirai, sentirai fra poco i miei futuri suoceri: “Oh, il nostro caro Alfonso! Come si sarà preoccupato di non essere venuto alla stazione ad accogliere la sua .. la sua … come maledizione si chiama? (sorridendo ironicamente) Vedi, caro Teddy, ti puoi rendere conto com’è sempre presente nella mia mente. (Porta la mano destra sulla fronte) Emma, ecco, Emma.

TEDDY  (sussultando e un po’ turbato) Emma? Si chiama Emma?

ALFONSO   (meravigliandosi del comportamento di Teddy) Sì, perché?

TEDDY   (con lo sguardo perso nel vuoto) Lo stesso nome della mia ragazza. Guarda che coincidenza!

ALFONSO   (scherzoso) L’ultima tua avventura?

 Teddy appare triste. Alfonso non ci fa caso.

ALFONSO   Allora, continuando il discorso, ti stavo dicendo che mi ero proprio preoccupato di non essere andato alla stazione. (Con ironia)   Eccome! Immagino ciò che avranno detto i miei per giustificarmi.

TEDDY   (ponendo un braccio sulla spalla di Alfonso) Devi calmarti, ora. Se non ti riesce di recitare la commedia, cerca almeno di non peccare di scortesia. Non ti sarebbe difficile, in uno stato simile, lasciarti sfuggire qualche parola di troppo che potrebbe riuscire poco gradita ai tuoi ospiti.

ALFONSO   Credi proprio che io sarei capace di recitare la commedia? Sarà per me uno sforzo immane far tacere il mio animo e temo che il mio viso e i miei occhi parlino per esso. Pur tuttavia cercherò di misurare le parole e non palesare tutta la mia avversità per questa unione imposta, principalmente per non addolorare la ragazza che non ha alcuna colpa.

Teddy fa cenno ad Alfonso di non abbattersi

Cambio di scena

SCENA III

Giardino di casa Terdano. A destra un cancello. A sinistra facciata della casa  con scalini e parapetti costituiti da balaustri. Di fronte una fontana. Aiuole ed alberi. Un sedile.

Si apre il cancello ed entrano cinque persone che discutono tra di loro. Sono Mario Zanoli, Elsa Zanoli, Emma, Carlo Terdano, Bianca Terdano.

BIANCA TERDANO   (rivolgendosi ad Elsa Zanoli, un tipo scherzoso) Ah! Questo maledetto lavoro! Povero figlio mio, che dispiacere s’è preso. Avrebbe dovuto sentirlo. Voleva buttare in aria tutti i suoi affari, ma si trattava di una cosa molto importante e ha dovuto subordinare il sentimento al dovere.

CARLO TERDANO   Siamo stati noi stessi a consigliarlo.

ELSA ZANOLI   (rispondendo a Bianca Terdano) Crede forse che l’assenza di suo figlio ci abbia offeso? Non lo pensi affatto. Se vuole saperlo la stessa cosa accadde a mio marito. Poveretto, che dolore ne ebbe!

MARIO ZANOLI   (un tipo flemmatico e intelligente) Beh! (dando uno sguardo loquace alla moglie) Non proprio esattamente, ma …

ELSA ZANOLI   (interrompendolo bruscamente con stizza) Comunque il passato non conta. Dunque …

MARIO ZANOLI   (non badando alle parole della moglie si rivolge a Carlo Terdano) Anzi suo figlio è da ammirare. Se le circostanze lo richiedono bisogna sacrificare il sentimento al dovere. (Rivolgendosi alla moglie con un sorriso ironico) Non è vero, moglie mia?

ELSA ZANOLI   (rivolgendosi al marito con un’espressione di insopportabilità) Beh! Certe volte, sì, come nel caso di Alfonso. Ma non bisogna esagerare. Molto spesso si fa del dovere uno scudo contro il sentimento. Non è che una semplice scusa. (Rivolge al marito uno sguardo di rimprovero)

Il marito volge lo sguardo altrove, mostrando indifferenza.

CARLO TERDANO   Quel che conta ora è di assicurare la felicità dei nostri figli.

ELSA ZANOLI   (assumendo un’espressione plateale) Ben detto. Ah! Il matrimonio che cosa squisita, che delizia! Figlia mia, io ne ho goduto tutti i vantaggi e non sono tanto vecchia per non goderne ancora. Ma per te è diverso: tu devi ancora provarlo. Ah, come t’invidio! Certo è fondamentale che si tratti di un matrimonio d’amore, come il nostro …

MARIO ZANOLI   (annuendo col capo) Eh, già!

ELSA ZANOLI   (continuando) … altrimenti non si può essere felici. E il tuo, mia cara Emma, con un ragazzo come Alfonso, non potrà che essere felice.

EMMA   (sorridendo alla madre più per compiacenza che per convinzione) Certo, mamma.

BIANCA TERDANO   (rivolgendosi ad Elsa Zanoli) Senza dubbio! (Poi rivolgendosi ad Emma) Tu e Alfonso formerete una coppia ideale. Se tu lo avessi sentito! E’ talmente innamorato di te, che non desidera altro che vederti al più presto. E come contava i giorni! Purtroppo, molto spesso, delle circostanze inattese ostacolano i desideri di una persona. Com’era preoccupato, povero figlio mio!

ELSA ZANOLI   (approvando le parole di Bianca Terdano) Eh, sì. Lo credo bene.  Hai sentito, Emma, che passione Alfonso nutre per te?

EMMA   (sorridendo affettatamente) Sì, mamma, e ne sono contenta. Non riesco ad esprimere  pienamente la felicità (abbassa gli occhi) che mi hanno recato le parole della signora.

ELSA ZANOLI   Brava, figlia mia. Si vede che anche tu lo ami molto. Comunque fra poco vi darete il primo bacio e credo che tutta una vita trascorsa  insieme vi compenserà di questi pochi momenti perduti.

CARLO TERDANO   (facendo cenno di entrare in casa e in modo scherzoso) E allora cerchiamo di non perdere altro tempo e di appagare il desiderio di due cuori.

BIANCA TERDANO   Nostro figlio dovrebbe essere già in casa.

Si avviano verso la porta d’ingresso.

CARLO TERDANO   (a bassa voce alla moglie spingendola un po’ da parte) Come mai Alfonso non ci ha atteso in giardino? Ce l’aveva promesso.

BIANCA TERDANO   Questo benedetto figliolo prima o poi ci combinerà qualche guaio!

Carlo Terdano e sua moglie si avvicinano agli ospiti. Salgono i gradini.

Cambio di scena

SCENA IV

Sala d’ingresso. Alfonso e Teddy attendono in piedi.

Si ode il rumore della chiave che gira nella toppa.

ALFONSO   (indicando la porta d’ingresso) Ci siamo.

TEDDY   Mi raccomando.

Si apre la porta d’ingresso ed entra  Elsa Zanoli.

ELSA ZANOLI (scorgendo Alfonso e Teddy esce in una esclamazione di sorpresa) Oh!

Alfonso e Teddy chinano la testa in segno di saluto. Alfonso si avvicina ad Elsa Zanoli. Entra Emma. Alfonso la saluta rispettosamente. Poi bacia la mano ad Elsa Zanoli. Intanto entrano Bianca Terdano, Mario Zanoli e Carlo Terdano.

BIANCA TERDANO   Sei qui, Alfonso? (rivolgendosi ad Elsa Zanoli) Lo dicevo io che l’avremmo trovato in casa.

MARIO ZANOLI   (dando la mano ad Alfonso) Come va, ragazzo mio? Eh, il lavoro! Ma non pensiamoci più: ora siamo tutti qui.

ELSA ZANOLI   (spingendo Emma verso Alfonso) Suvvia, figli miei: datevi il primo bacio.

Alfonso bacia freddamente Emma sulla fronte

BIANCA TERDANO   Bravi.

ELSA ZANOLI   (con sfacciataggine) A dire il vero mi attendevo qualcosa di più. Una volta si era molto più espansivi. Ma bisogna scusarli: davanti a noi!

BIANCA TERDANO   (scorgendo in fondo alla stanza Teddy si rivolge al figlio) Se non sbaglio, quello è Teddy.

ALFONSO    Sì, mamma, è lui.

Tutti si volgono verso Teddy. Emma vedendolo sussulta.

BIANCA TERDANO   L’ho riconosciuto a stento. L’ultima volta che l’ho visto era ancora un ragazzo.

Teddy si avvicina al gruppo, bacia le mani alle signore, saluta Mario Zanoli e Carlo Terdano, e poi fissa Emma che abbassa gli occhi.

BIANCA TERDANO   (rivolgendosi a Teddy) Sono anni  che non ci vediamo.

TEDDY   (staccando gli occhi da Emma e rivolgendosi a Bianca Terdano) Precisamente sei anni, signora.

CARLO TERDANO   Eh, come vola il tempo!

MARIO ZANOLI   (che ha osservato attentamente Teddy, gli si rivolge) Credo di averlo visto in città.

TEDDY   Non si sbaglia, senatore. Io abito in città.  Non si ricorda di me? Avvocato Sarpedo.

MARIO ZANOLI   Avvocato Sarpedo? Ma sì, ora ricordo. Quel giorno al Palazzo di Giustizia, io, mia moglie e mia figlia. Sì, sì, ricordo.

ELSA ZANOLI   Ah! L’avvocato Sarpedo! Ma come me n’ero dimenticata!

MARIO ZANOLI   (confidenzialmente) E si domina sempre nel foro?

TEDDY   (umilmente) Finché la fortuna mi sarà amica.

ELSA ZANOLI   E’ lei, con la sua eloquenza, a crearsi la fortuna. Perciò è difficile che questa l’abbandoni.

TEDDY   La ringrazio delle sue gentili parole. Non merito tanto, signora.

CARLO TERDANO   (indicando la porta interna) Non è questo il luogo adatto per discutere. Andiamo in salotto.

Il gruppo fa per muoversi verso la porta interna. Solo Teddy rimane fermo.

TEDDY   Io vado. Non voglio importunare di più.

BIANCA TERDANO   Ma no, Teddy, puoi rimanere; è un piacere averti con noi.

TEDDY   Grazie, signora, ma debbo andare. Debbo sbrigare certe cose che non posso rimandare.

Alfonso si avvicina a Teddy.

ALFONSO   Allora ci vediamo nel pomeriggio?

TEDDY   Non ne dubitare: oggi ritornerò. (Rivolgendosi al gruppo e chinando la testa in segno di saluto) Buongiorno.

Teddy si avvia verso la porta d’ingresso ed esce.

SCENA V

Pomeriggio. Giardino di casa Terdano. Su un sedile sono seduti Alfonso ed Emma.

ALFONSO   Abbiamo trascorso poche ore insieme, ma mi sono state sufficienti per leggerti nell’animo. Le tue virtù sono pari alla tua bellezza.

Emma china gli occhi.

ALFONSO   In che cosa può consistere la felicità di un uomo, se non nel possesso di una siffatta donna.

Emma volge lo sguardo verso Alfonso e gli sorride dolcemente.

EMMA   E’ il possesso della cosa amata a rendere felici.

ALFONSO   E tu hai tutte le qualità per essere amata, per essere desiderata.

EMMA   E tu credi che basti possedere l’essere che si ama, che si desidera? Bisogna essere ricambiati. Per essere veramente felici bisogna formare un tutt’uno con la persona amata.

ALFONSO   Sono d’accordo con te. Ma alle volte il destino ci gioca un brutto tiro. E il destino è più forte di noi. Quante volte sarà accaduto che un matrimonio abbia reso infelici due cuori vedendosi così strappare per sempre l’essere che li avrebbe reso felici per sempre.

 

EMMA   (scrutandolo negli occhi) Perché dici questo?

ALFONSO (fissandola) Perché riguarda noi.

Emma abbassa gli occhi, ma Alfonso le solleva il viso.

ALFONSO   L’ho capito quando vi siete trovati uno di fronte all’altra. Ad avvalorare il mio sospetto è stato l’atteggiamento assunto poco prima da Teddy quando avevo pronunciato il tuo nome. Gliene chiesi il motivo. Mi rispose che quel nome gli ricordava la sua ragazza. Non potevo affatto pensare che quella ragazza fossi proprio tu. Il vostro comportamento di stamani me lo ha fatto capire. Dai suoi atti ho compreso che ti ama come tu lo ami.

EMMA   (una lacrima sgorga dai suoi occhi) Sì, è vero. L’amo infinitamente.

ALFONSO   Com’io amo infinitamente Edy, la mia ragazza.

EMMA   Come si diverte il destino! Se ci fossimo conosciuti prima, forse ci saremmo innamorati. Ma ormai il nostro cuore è già stato donato.

ALFONSO   Sì, Emma, è già stato donato, e se vogliamo salvare la nostra felicità bisogna agire.

EMMA   Cosa intendi fare?

ALFONSO   Io ho già compiuto il primo passo. Speriamo che la mia idea ottenga il risultato desiderato.

EMMA   (afferrando il braccio di Alfonso e assumendo un’espressione insieme di preghiera, di curiosità e di gioia) Dimmi.

ALFONSO   Ho telefonato a Teddy. Gli ho dato l’indirizzo di Edy e l’ho pregato di condurla qui.

EMMA   (con impazienza) Cosa hai intenzione di fare?

ALFONSO   Te lo dirò appena arriveranno.

EMMA   (con un’espressione triste) Temo che Teddy me ne voglia.

ALFONSO   Perché?

EMMA   Crede che abbia voluto accettare io il nostro fidanzamento disinteressandomi di lui. Non sa che vi sono stata costretta dai miei.

ALFONSO (sorridendo) Vi siamo stati costretti. Ma il caso ha voluto favorirci. Sarei dovuto essere il rivale del mio più caro amico. Forse lo sarei veramente stato se il mio cuore non avesse palpitato per un’altra ragazza e mi fossi innamorato di te. Ma nella situazione in cui ci troviamo, la soluzione è a portata di mano.

EMMA   (preoccupata) E se Teddy restasse fermo nella sua convinzione?

ALFONSO   Teddy non è uno stupido. Capirà.

EMMA   (sorridendogli in segno di riconoscenza) Forse hai ragione.

Si sente il rumore del cancello che si apre.

Emma e Alfonso si volgono verso il cancello.

Entrano Edy e Teddy

SCENA VI

Edy, Teddy e detti

Emma e Alfonso si avvicinano ad Edy e Teddy

ALFONSO   (slanciandosi verso Edy e abbracciandola con entusiasmo) La mia cara Edy; quanto avrai sofferto!

TEDDY   (osservando con meraviglia quella scena e non riuscendo a spiegarsene la ragione. Poi scrutando il viso di Emma si rivolge ad Alfonso) La tua telefonata mi ha già stupito abbastanza. Che significa ora questo?

ALFONSO   (sorridendogli) Dopo quello che hai visto, credo che posso risparmiarmi una spiegazione. La cosa si è risolta nel migliore dei modi.

TEDDY   Non capisco.

ALFONSO   (simulando stupore) Non mi sembri un avvocato della portata che ti viene riconosciuta! Non c’è voluto tanto per capire che il vostro sentimento è pari al nostro (rivolgendosi ad Edy che gli sorride) Che cosa aspettate?

TEDDY   (avendo compreso, afferra Emma e l’abbraccia) Ed io che temevo di perderti! Chi avrebbe mai immaginato che ti saresti dovuto legare ad Alfonso, il mio più caro amico? (accarezzandola) Emma, amore mio.

EMMA   Non ci separeremo mai più. E di ciò dobbiamo essere riconoscenti al cielo che ha voluto concederci questa felicità.

EDY   (rivolgendosi ad Emma) Sapevo che oggi Alfonso si sarebbe dovuto fidanzare ufficialmente. Noi ci siamo amati sin dall’adolescenza e la notizia del suo fidanzamento fu per me un colpo tremendo. Ho pianto, ho pianto tanto e il mondo mi stava crollando addosso.

ALFONSO (accarezzandola) Mia povera Edy, quanto hai sofferto!

EDY   Immensamente. Senza di te la vita mi appariva inutile. Quando Teddy è venuto a casa mia per condurmi qui, provai un gran sollievo. Pensai che non era perduta l’ultima speranza. Quando varcai il cancello e ti fissai, ebbi la certezza che non mi ero ingannata.

ALFONSO   A nulla più varrà il volere dei miei. Ti voglio e sarai mia.

TEDDY   (rivolgendosi ad Alfonso) Ma come faremo?

ALFONSO   Andiamo dentro, vi spiegherò.

EDY   E i tuoi?

ALFONSO   Non ti preoccupare. Si trovano in salotto con i genitori di Emma.

Abbracciati ciascuno alla propria amata, Alfonso e Teddy si avviano verso la porta d’ingresso.

TEDDY   Ed io che pensavo che volessi abbandonarmi!

EMMA   Come hai potuto pensare una cosa simile. Emma abbandonare il suo Teddy! E le profferte amorose credevi non fossero state pronunciate con tutta l’anima?

TEDDY Sì, amore, hai ragione. Sono stato uno stupido. Ora speriamo che tutto si risolva.

EMMA   Ne sono sicura, il cuore me lo dice.

Entrano in casa.

Cambio di scena

Scena VII

Detti

Sala d’ingresso.

TEDDY   Suvvia, Alfonso, cosa intendi fare?

ALFONSO   Parlare con i miei genitori e quelli di Emma, e mostrare loro l’impossibilità del nostro matrimonio.

TEDDY   Non afferro il tuo pensiero.

ALFONSO   Prima parlerò con mio padre e gli esporrò il fatto facendo valere le mie ragioni. Ciò provocherà una reazione d’orgoglio nei miei genitori.

Questa sarà l’arma delle nostra vittoria.

TEDDY   Che vuoi dire?

ALFONSO   E’ evidente che i miei genitori e quelli di Emma non potranno dare la colpa del mancato matrimonio ai  propri rispettivi figli. Ciò provocherà, come dicevo,  una reazione che porterà a rompere il fidanzamento.

TEDDY   Mi hai convinto, Alfonso. Penso che il tuo piano funzionerà.

EDY   Voglia il cielo che tutto vada per il meglio.

EMMA   Non potrà esserci negata questa felicità.

ALFONSO   Vado.

Esce dalla porta interna.

TEDDY   (rivolgendosi ad Emma) In ogni caso tu sarai mia, Emma cara.

EMMA   Sì, amore mio

Cambio di scena

Scena VIII

Carlo Terdano, Bianca Terdano, Mario Zanoli, Elsa Zanoli, Alfonso

Salotto..

ALFONSO   (avvicinandosi a suo padre) Avrei qualcosa da dirti.

CARLO TERDANO   (con curiosità) Sì, Alfonso. Dimmi.

ALFONSO   La mia freddezza nei confronti di Emma non è stata casuale.

CARLO TERDANO   (sorpreso) Che intendi dire?

ALFONSO   Che non è possibile il matrimonio tra me ed Emma.

CARLO TERDANO   (esterrefatto) Ma non dire sciocchezze!

ALFONSO   No, non sto scherzando. Se avessi visto l’espressione di Emma quando ha visto Teddy, avresti capito.

CARLO TERDANO   (con stupore) Vuoi dire che Teddy ed Emma …

ALFONSO  Proprio così, e da tanto tempo.

CARLO TERDANO   (turbato) E quando te ne sei accorto?

ALFONSO   Stasera.

Carlo Terdano si volge verso la moglie e le fa cenno di avvicinarsi.

BIANCA TERDANO   Che c’è?

CARLO TERDANO   Purtroppo una notizia che non ti farà piacere.

BIANCA TERDANO   (preoccupata) Non mi lasciare sulle spine.

CARLO TERDANO   (con decisione) Alfonso ed Emma non possono sposarsi.

BIANCA TERDANO   (allibita) Che?

CARLO TERDANO   Alfonso ha scoperto che Emma se la intende da tempo con Teddy.

BIANCA TERDANO   (rivolgendosi al figlio) E’ vero?

ALFONSO   Sì, è vero.

I genitori di Emma, essendosi accorti della discussione concitata tra Alfonso e i suoi genitori, si avvicinano.

ELSA ZANOLI   (scherzosamente) Riunione di famiglia?

MARIO ZANOLI   E piuttosto animata!

BIANCA TERDANO   (ironicamente) Certo, date le circostanze.

ELSA ZANOLI   (con curiosità) Quali circostanze.

BIANCA TERDANO   (con fermezza, rivolgendosi al figlio) Diglielo tu, Alfonso, chi è sua figlia. Diglielo.

ELSA ZANOLI   (con risentimento) Che c’entra mia figlia!

ALFONSO (impassibile) Sua figlia non può sposarmi perché se la intende con un altro.

Elsa Zanoli e Mario Zanoli fissano Alfonso sbalorditi.

ELSA ZANOLI   (riprendendosi) Non dire sciocchezze!

SCENA IX

Edy, Teddy, Emma e detti

Entra Edy e dietro di lei Teddy ed Emma.

ALFONSO   (indicando i nuovi arrivati) Guardi lei stessa.

ELSA ZANOLI   (vedendo la figlia accanto a Teddy) E questo cosa significa?

EMMA (sorridendo) Significa che ho risolto il problema senza strilli e frizzi. (indicando Edy che si è avvicinata ad Alfonso) Questo spiega perché Alfonso era freddo con me. (Scherzando) Riservava tutto il suo calore a quella lì.

ELSA ZANOLI (prendendo le parti della figlia e dando uno sguardo risentito ad Alfonso) Un giovane falso e sleale.

BIANCA TERDANO   (agitata) E no! Semmai è sua figlia falsa e sleale. Dice di aver risolto il problema senza strilli e frizzi. Ma se il problema era lei! Le chieda da quanto tempo se la intende con quel Teddy!

ALFONSO   (intervenendo tra sua madre e la signora Zanoli) Basta! Vedete come si fa presto a cambiare opinione. (Alfonso sorridendo invita Edy, Emma e Teddy ad avvicinarsi, tra lo sbalordimento dei suoi genitori e quelli di Emma) Quando voi pensavate di imparentare le nostre famiglie, noi avevamo già fatto le nostre scelte. Ho dovuto far finta di accettare il vostro volere (rivolgendosi ai genitori). Mi sono arrovellato il cervello per venirne fuori. L’occasione si presentò quando mi accorsi del turbamento di Teddy incontrando Emma, e capii che si amavano. Decidemmo allora che era arrivato il momento di farvi comprendere come stavano le cose. Ora lasciate che i sentimenti facciano il loro corso e che l’amore trionfi.

Cala la tela

PIETRO NIGRO

E’ nato ad Avola (Siracusa) l'11-07-1939 e risiede a Noto (Sr). Già docente d’inglese nei Licei, ha pubblicato le raccolte poetiche: Il deserto e il cactus, Guido Miano Ed., Milano '82;Versi sparsi (1960-87), Club del Poeta Edito, Marina di Carrara '88; Miraggi, Nuova Ed. Spada, Roma '89; L’attimo e l’infinito, Guido Miano Ed., Milano '95;Alfa e Omega, Guido Miano Ed., Milano 1999; Altri versi sparsi, Casa Editrice Menna, Avellino 2001; Riverberi e 9 canti parigini, Poeti nella Società, Napoli 2003;  Astronavi dell’anima, Edizioni Helicon, Arezzo 2003; I Preludi vol. I e II - Pensieri, Racconti,Poesie - e vol. III (Teatro, Il padre sagace – atto unico) (dagli “Scritti giovanili”), Poeti nella Società, Napoli 2005-2006; Sintesi di Storia della musica, Casa Editrice Menna, Avellino 2005; Notazioni estemporanee e Varietà vol. I – Pensieri e saggi letterari; vol. II – Recensioni, presentazioni e articoli d’arte, Poeti nella Società, Napoli 2007; Paul Valéry, Tindari Edizioni, Patti 2009. Tra gli inediti la raccolta poetica Canti d’amore (1963-1995) e I Preludi vol. IV (Teatro, Il trionfo dell’amore – atto unico) (dagli “Scritti giovanili”).

   È presente nel "Dizionario autori italiani contemporanei” (Guido Miano Editore, Milano 2001), nel “Dizionario degli autori italiani del secondo novecento” (Edizioni Helicon, Arezzo 2002), nella “Storia  della letteratura italiana, Il Secondo Novecento” in quattro volumi (Guido Miano Editore, Milano 1993-2009), nella “Storia della letteratura italiana del XX secolo”di Giovanni Nocentini (Edizioni Helicon, Arezzo 1999), nella “Antologia della letteratura italiana del XX secolo” (ibidem, 2000), nella “Storia della letteratura italiana contemporanea”  di N. Bonifazi (ibidem, 2003), nella “Letteratura italiana contemporanea (testi, contributi, aggiornamenti)” di N. Bonifazi e R. Tommasi (ibidem, 2005), nell’ “Antologia critica di poesia contemporanea “Poeti siciliani del terzo millennio – Volume I” di C. Aliberti (Bastogi Editrice Italiana, 2005), in “Solchi di scritture” di G. Luti e R. Tommasi (Edizioni Helicon, Arezzo 2006), in “Tendenze di linguaggi Orientamenti di poesia italiana  contemporanea e Antologia di testi in due volumi” di R. Tommasi (ibidem, 2008-09) e in “Poeti scelti per il terzo millennio” (G.Miano Editore, Milano 2008).

È tra i destinatari dell’epistolario pubblicato da Guido Carmelo Miano “Sulle tracce di Nausicaa”, lettere di consenso estetico rivolte a poeti italiani contemporanei (Guido Miano Editore, Milano 1999).

   Nella collana "I Contemporanei" (Rossieditore, Napoli) è stato pubblicato un fascicolo monografico con breve antologia dal titolo "Pietro Nigro"(1984), e per le edizioni Nicola Calabria (Patti) è uscito il saggio di Fulvio Castellani"Il significante stupore dell’esserci - Indagine critica sul poeta Pietro Nigro"(1999)

   Ha conseguito molti primi premi assoluti.

   Molto seguito dalla critica qualificata tra cui Giorgio Bàrberi Squarotti, Leone Piccioni, Giuseppe Martucci, Pino Amatiello, Guido Miano, Franco Lanza, Neuro Bonifazi, Lucio Zinna, Giorgio Santangelo, Teo Martucci, Pasquale Francischetti, Franco Boveri, Teresio Zaninetti, Carlo Deromedi, Italo Rocco, Anna M.Scheible, Enzo Concardi, Flavia Lepre, Felice Lammardo,  Francesco De Napoli, Selim Tietto, V. Bendinelli.

   Nel 1985 gli è stato assegnato il prestigioso Premio "Luigi Pirandello" per la Letteratura a Taormina. Nella Sala del Cenacolo di Montecitorio - Camera dei Deputati - gli è stato conferito il Premio "La Pleiade " '86 "per la produzione letteraria e poetica già riconosciuta a livello critico".

Prof. Pietro Nigro

Via A. Vespucci, 70

96017 NOTO (SR)

Tel. 340 4035168

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