Il vecchio soldato

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IL VECCHIO SOLDATO

(Amore per la patria)

Atto unico

di AUTORE IGNOTO

Rifacimento di E. Robecchi-Brivio

                                   

J

PERSONAGGI

KAGEKIYO, vecchio mendicante

HITOMARU, figlia di Kagekiyo

L’ANCELLA DI HITOMARU

UN CONTADINO

IL VECCHIO , che funge da coro

Commedia formattata da

Nel 1190, durante le lotte intestine tra le famiglie dei Taira, dei Minamoto e dei Fujiwara che insanguinaro­no il Giappone.

Una radura tra i monti di Miyasaki in provincia di Hyuga. Nel fondo una capanna di rami d'albero contornata da pini e da sterpi.

(Quando s'apre la scena il vecchio fa tre passi e si trova al centro del proscenio, mentre i musici si tengono immoti a sinistra. S'inchina al pubblico e incomincia):

Il Vecchio                     - L'aria è pura sui monti e quello che è sui monti dura più a lungo che nella sottostante pia­nura... Possa il ricordo di quanto vedrete svolgersi tra le vette eccelse, durare a lungo nel vostro spirito per insegnarvi a credere e ad operare al di sopra di tutte le considerazioni di utile o di interesse personale... Solo sui monti la verità è più pura e il vecchio Kagekiyo, detto il Forte, insegni a tutti gli uomini liberi come si serva la Patria e come bisogna ritirarsi quando la no­stra opera è finita... (Si dirige a destra di fronte ai suonatori).

Hitomaru                       - (entrando da sinistra con un'ancella) La vita è una goccia di rugiada appesa ad un filo d'erba che attende il vento del mattino perché la porti in Cielo!...

Il Vecchio                     - Ecco la figlia del prode Kagekiyo, detto il Forte, che combatté cento battaglie coi Taira contro i Minamoto, per la grandezza e la libertà della sua terra...

Hitomaru                       - I nemici vittoriosi hanno esiliato mio padre in queste contrade... Io vengo a cercarlo dopo tanti inverni per conoscerlo ed abbracciarlo poiché ero ancora piccina quand'egli partì... Come sono stanca!... Che viaggio lungo e faticoso!... Strade... strade... Polvere e strade e, alla fine, i monti con stradette strette strette, sassose, interminabili, faticose... Quante volte mi ag­grappai alla mia compagna nascondendo il capo nelle maniche per piangere...

L'Ancella                      - Quante lacrime abbiamo versato nei nostri « kimono », imperlati di rugiada, nelle soste all'aria aperta durante notti nere e paurose!...

Il Vecchio                     - E sotto il sole cocente e sotto la piog­gia dirompente, nel vento e nella tempesta, proseguendo sempre, senza tremare, poiché così voleva la padron-cina, vera figlia di soldato!... Esse vengono da Sagami ed hanno percorso miglia e miglia a piedi... Tratto tratto si sono abbandonate sulle onde infide per attraversare gorghi paurosi, cambiando puramente la stanchezza con la paura...

L'Ancella                      - Eccoci giunte finalmente presso Miya­saki, dove deve abitare vostro padre, signorina... Doman­diamo a qualcuno dove abita...

Hitomaru                       - Io non vedo nessuno...

L'Ancella                      - Possiamo bussare a quella capanna

 Hitomaru                      - E tu chia­mi capanna quella stalla per le capre della mon­tagna?...

L'Ancella                      - Può darsi che vi sia anche il pastore...

Hitomaru                       - Proviamo... (Un lamento esce dalla ca­panna). Senti?... C'è qual­cuno...

iLa voce di Kagekiyo   - (affievolita dalle pareti poiché parla dall'interno della capanna) Da quando la vista mi è fuggita, vivo solo in questa capanna riparandomi dalle intemperie e dagli attacchi delle fiere... Vivo solo, rivivendo in me stesso tutte le cose passate che i miei occhi vedono ancora... Com'è triste tutto questo!... Sono solo, abbandonato, rovinato... Non ho che dei cenci per ricoprirmi e son costretto a mendicare per vivere!...

Il Vecchio i                   - Oh triste fine del soldato che tutta la vita ha dato per la grandezza della Patria!... Meglio ca­dere in campo, in un rutilio di gloria, che ridursi vec­chio ai limiti del mondo!... O voi che passate, fategli la carità!... Lo dovete a chi difese la Patria, e ricor-datevi che date a Buddha quello che date ai bisognosi!...

Hitomaru                       - (Non senti una voce uscire dalla ca­panna?... Chi potrà essere?...

Kagekiyo                      - (apparendo sulla porta come uno spettro, magro, allampanato, macilento, ricoperto di cenci) Benché i miei occhi più non vedano, amo il sole che mi riscalda le membra...

Hitomaru                       - (ritraendosi) Orrore!... Mi fa quasi paura

                                                                                                                                

L'Ancella                      - Fuggiamo!...

Hitomaru                       - 1N0, fuggire mai... Ascoltiamolo piuttosto...

Kagekiyo                      - Sento delle voci umane vagare nel vento autunnale...

Il Vecchio                     - Una voce simile alla tua, vecchio sol­dato, ed essa cerca nel mondo cieco come i tuoi occhi!...

Kagekiyo                      - Secondo i sacri insegnamenti del Buddha nessuna tregua è concessa agli abitanti della terra, solo nel vuoto eterno è il riposo... Imparatelo voi che mi ascoltate... Non discutete, e meditate!...

L'Ancella                      - (facendosi coraggio) Se osassi, buon uomo, vorrei farvi una domanda...

Kagekiyo                      - Quale?...

L'Ancella                      - Non sapreste dirmi dove abita l'esiliato?

Kagekiyo                      - Di quale esiliato parlate?... Ditemi il suo nome ed io vi risponderò.

Hitomaru                       - Noi cerchiamo il grande guerriero Ka­gekiyo, da tutti chiamato il Forte per le sue straordinarie imprese contro i Minamoto...

Kagekiyo                      - (meditando tra se) Kagekiyo da tutti chia­mato il Forte... Irrisioni della vita!... (Ad alta voce) An­ch'io ho sentito molto parlare di lui, ma non l'ho visto poiché sono cieco... Mi hanno detto del suo esilio e della sua miseria ed ho avuto Dieta di lui si capisce, ma non

 L'Ancella                     - Questo vecchio cieco non sa nulla... Con­tinuiamo il cammino, signorina, chiederemo ad altri...

Kagekiyo                      - (tra se) Chi può ricordarsi ancora di me?... Cerco nella mia memoria... non trovo nulla... Ah, quand'ero giovane, ad Atsuta, mi ricordo, corteggiai una nobile signora molto più in alto di me, che mi diede una figlia... Una figlia così piccola che non osavo neppure toccarla, tant'era fragile e leggera... Dovevo seguire l'Im­peratore, e la lasciai in custodia ad un amico che mi promise di adottarla... Sarebbe costei, per caso?... Mia figlia?... Venuta sin quassù a cercarmi?... Oh no, non è possibile!... No!... (Rientra inquieto nella sua capanna). Il Vecchio       - Nella sua anima si è fatta improvvisa­mente la luce, anche se i suoi occhi più non vedono!... « Io l'ho lasciata passare, non l'ho fermata, non le ho detto il mio nome! », geme nella sua coscienza... Ma come avrebbe potuto presentarsi a sua figlia?... Come accarezzarla?... Cosa dirle?... Sì, sbarra la porta, o sol­dato, alle insidie del mondo!... Passate fanciulle!... Pas­sate dolci pensieri!... La terra è impastata di chimere!... Essa è veramente la Patria dell'esiliato!... Passate!... Pas­sate!... Intendere e non vedere, ecco la massima eterna che tutti dobbiamo imparare!...

L'Ancella                      - (chiamando un contadino che passa) Ehi, voi!... Non potreste darmi un'informazione?...

Il Contadino                 - Cosa volete sapere?...

L’Ancella                      - Non sapreste dirmi dove abita l'esiliato?...

Il Contadino                 - Di quale esiliato parlate?...

Hitomaru                       - Di Kagekiyo il Forte, l'eroe Taira che combattè i Minamoto...

Il Contadino                 - Ma quella è la sua capanna!... Non l'avete visto poco fa?...

Hitomaru                       - Abbiamo visto un vecchio mendicante cieco...

Il Contadino                 - Ebbene, era lui.

Hitomaru                       - (perduta) Ah!... '(Cade tra le braccia della compagna tremando tutta). Il Contadino   - (sorpreso) Ma cosa avete?...

L’Ancella                      - La mia padrona è Hitomaru, la figlia di Kagekiyo il Forte... Essa ha sopportato le fatiche di un lunghissimo viaggio solo per vedere il padre... Ve ne prego, chiamatelo, ditegli che sua figlia lo attende...

Il Contadino                 - Oh perdonate!... Io non sapevo... Voi dunque sareste... Ma chi poteva supporlo?... Il vecchio, il prode Kagekiyo di un tempo, è molto decaduto oggi... E' cieco, miserabile, si è raso il capo come un bonzo, chiede la carità, e lui stesso si chiama « Il mendicante di Hyuga »... I passanti gli fanno la carità del riso e di piccole monete... Io penso che non abbia voluto dirvi il suo nome solo perché aveva vergogna... Ma ora lo chia­mo... Non temete, potrete parlare del tempo passato e di quello presente... Forse sorriderà con voi... (Gridando) Ehi, Kagekiyo! Kagekiyo! Vi vogliono!... Venite Ka­gekiyo!...

Kagekiyo                      - (comparendo sulla porta) Chi grida così?... Basta! Mi assordi!... Cosa vuoi?... Vi siete dati tutti con­vegno qui, oggi, per distrarmi dalle mie meditazioni?... Prima di te sono venute due viaggiatrici... Sì, due viag­giatrici di cui ho avuto vergogna e mi hanno fatto quasi paura... Paura a me!... L'antico guerriero Taira che tutti temevano!... Oh, quella voce... quella voce!... Quella più sottile e più forte!... Voce di fata ammantata di piume! Voce che ancora risuona nell'animo mio come un ordine militare, poiché è la voce... Ma cosa dico?... L'ho lasciata scorrere nel vento... L'ho lasciata passare... Meglio così!... Dai miei occhi, che ormai non servono che a piangere, possono scendere tutte le lacrime del mondo, ma io non dirò più il mio nome a nessuno... Il fragore delle bat­taglie divampa ancora nel mio sogno, ma quando mi ri­sveglio trovo solo la notte fonda... Lasciatemi solo-!... Lasciatemi solo!...

Il Vecchio                     - Solo dormendo il cieco rivive! ... Quando si risveglia ritorna la notte!... Abbiate pietà dei poveri ciechi... Il mondo è per loro senza colore... Solo il sonno porta loro l'illusione della vita, e tutto passa come le nubi in un cielo vespertino senza che cada un stilla di pioggia!... Come fiori che appassiranno, così appassiranno tutti gli occhi degli uomini!...

Kagekiyo                      - Io sono deciso a vivere come uno che non è più di questo mondo... Ora sono un mendicante, e nep­pure le trombe della guerra mi riscuoterebbero dalla mia miseria... Lasciatemi solo!... Lasciatemi solo!... O col mio bastone... (Agita minacciosamente il bastone).

Il Vecchio                     - Ecco, agita il suo bastone come una spada da combattimento... Gesti istintivi e non più do­minati!... Se improvvisamente suonasse la diana di com­battimento, egli correrebbe nudo per morire per il suo sogno e il suo Imperatore, senza bisogno di vedere poiché la tromba eroica vedrebbe per lui!...

Kagekiyo                      - Largo! Largo! Gridavo nel giorno di Yaschina... Ero in prima fila e i nemici si appiattivano ai miei piedi come pianticelle di grano recise, ed io li calpestavo e nuove spighe mietevo... Gloria all'Impera­tore!... E le turbe dei combattenti dietro a me urlavano: «Evviva l'Imperatore! »... (Riprendendosi) Ah!... Perdo­nate, sono pazzo!... Sono gesti istintivi che non so più controllare...

Il Contadino                 - Voi fate sempre così... Ma non im­porta... Dite piuttosto, non c'è stato nessuno a cercarvi prima di me?...

Kagekiyo                      - Non ricordo più...

Il Contadino                 - Cercate di ricordarvi. Erano due fan­ciulle di cui una vi assomigliava stranamente...

Kagekiyo                      - (perduto) Non dite questo!...

Il Contadino                 - Sì, poiché era vostra figlia... Ed è ri­tornata con me... Vuole parlarvi...

Hitomaru                       - Volevo conoscervi, padre mio... Ho per­ corso un lungo cammino per trovarvi... Fate che non abbia camminato invano e che possa ritornare con la vostra benedizione verso la nuova casa che lontano mi attende...

Kagekiyo                      - Così il segreto del mio nome è scoperto, da te che ho sentito passare a me vicino come il volo di una rondine guizzante nell'azzurro!... Eppure non volevo tu sapessi!... Io mi sono ritirato nella mia tana come una fiera... Mi sono ritirato in me stesso come quelle pianticelle che si rinchiudono quando un alito nemico le sfiora... Ma tu hai saputo!... E invece di rose trovi spine... Perdonami, figlia mia diletta, non è colpa mia... Il soldato sposa la causa della sua Patria non per utile, ma puramente per amore... Le sventure della Patria travolgono il soldato più di tutti, poiché vien conside­rato come il responsabile delle sue grandezze e delle sue sventure... Io tenni per Taira, ed è giusto che la famiglia Minamoto mi abbia punito... Ma i Minamoto non hanno certamente pensato che dal Cielo un giorno mi sarebbe venuto questo serto di fiori per tributarmi l'ultimo omag­gio della vita... Poiché tu sei un corimbo di fiori, lo sento dal tuo profumo, dalla tua grazia e dalla tua bontà... Ma, figlia mia, le rose non possono vivere tra i rovi, né i fagiani dorati accosto agli sparvieri... Lascia questi luoghi dove l'odio impera sotto la cenere della rinuncia, prendi un'altra strada e che l'Illuminato sempre ti pro­tegga...

Il Vecchio                     - Infinitamente tristi sono le cose del mondo!... Colui che un tempo ricevette l'omaggio dei grandi e dei potenti, ora deve rinunciare alla figlia e non sa trovare le parole per esprimere la sua miseria!... Egli era, un tempo, luminoso come il sole d'agosto: col suo prestigio e la sua forza comandava eserciti immensi, ed ora è un astro spento che non ha più luce e quasi più calore... Un ultimo fuoco gli rimane sotto tanta ce­nere, l'amore per la Patria che è l'ultimo a morire nell'animo dei soldati!... Come un vecchio stallone che muore di melanconia nei prati del suo signore, il vecchio soldato tratto tratto si aderge e nitrisce fiero la sua antica fede sconsolata... Buddha nel Cielo lo comprende e lo perdonerà!...

Il Contadino                 - Povero il padre, ma povera anche la figlia che qui veniva con la sua anima buona certa di trovare e di donare l'amore!... Ditemi signorina, volete che parli ancora?...

Hitomaru                       - Il mio cuore è oppresso... Io non so più cosa fare... La sua voce m'incanta e mi fa male ad un tempo... Ditegli di raccontarmi un suo fatto d'armi ch'io più non scorderò...

Il Contadino                 - Avete sentito Kagekiyo?... Vostra figlia domanda che le raccontiate un fatto d'armi della vostra giovinezza...

Kagekiyo                      - Strana richiesta per una fanciulla, che forse se l'è sentita fare dal sangue degli avi che le scorre nelle vene... Voglio accontentarla poiché ella deve essere veramente mia figlia, non solo nella carne ma anche nell'anima... Ma tu, contadino cortese, che ti sei fatto suo paladino, promettimi che quando avrò finito l'accompa­gnerai lontano, e più non mi rivedrà...

Il Contadino                 - Ve lo prometto, Kagekiyo il Forte!...

Kagekiyo                      - Nella mia anima tumultuano i ricordi come in una fornace in ebullizione: sibilano i metalli fusi e sprizzano scintille e bagliori... Ecco, ricordo... Era il terzo anno di Juyei, la fine del terzo mese... Eravamo in mare sulle nostre navi d'oro... Al di là, le onde in­crespate e infiocchettate di spuma e, su nell'alto, i venti nelle vele... Sulla prossima riva strepitava la gente Mina-moto e rideva di noi perché non potevamo sbarcare... Tutte le sponde erano coperte dalle loro orde feroci che gridavano, ci ingiuriavano e ci insultavano a morte... Noritsuma, il signore di Noto, mi dice: « Anche qui non avremo fortuna... Sarà una seconda disfatta come l'anno scorso alla collina di Muro, ad Harima, all'Isola dell'Acqua...». Io lo guardo e gli rispondo: «Ho il mio piano: seguitemi tutti! » e con un balzo sono sulla riva... I nemici indietreggiano... « Perché non urlate più ora, figli di cani? » e con le spade mieto il primo mannello... Quelli delle navi discendono e seguono il mio cammino...

Il Vecchio                     - Egli è il mietitore di punta!... La grande armata Taira lo segue come un cuneo battuto che pe­netra nel tronco della quercia: la punta taglia e s'ad­dentra, il restante allarga la ferita e spacca il tronco!... Con le mani brandisce le due grandi spade ricurve che scintillano come raggi di sole, anzi come due veri e pro­pri soli quando il sangue dei nemici le hanno imbrat­tate!... Tutto cade davanti a lui!... Uomini, cavalli, elmi, scudi e corazze... Tutto vola come davanti al soffio del monsone!... Tutto crolla!... Prima ancora ch'egli rag­giunga i nemici, essi fuggono!... Il suo nome romba per il campo... E' un uragano che viene, è la morte, è la forza primordiale della terra in sussulto!... Kagekiyo il Forte, viene! Kagekiyo il Forte!... Tra le sue mani frementi si spezza la prima spada e poi la seconda... Egli, allora, abbranca un nemico, lo rovescia, Io afferra per un piede e se ne serve come una mazza vivente... Sulla carne ne­mica batte con la loro stessa carne!...

Kagekiyo                      - Un'altra volta ancora... Una sera di com­battimento, credo... Toh! non ricordo più!... Scusatemi... Sono così vecchio che anche i ricordi mi tradiscono!... Dimentico anche i ricordi indimenticabili!... Lo sento, la mia fine è prossima!... Tra pochi giorni questa mise­rabile esistenza di illusioni sarà per sempre finita!... Ecco la fine della mia giornata!... La calma si fa sulla mia anima e la Grande Pace si avvicina!... Grazie di essere venuta, figlia mia grazie... Grazie di cuore!... Ed ora ritorna alla tua casa... Volevi la mia bene­dizione, mi hai detto?... Te la dò con tutta l'anima... Stai per sposarti?... Per avere dei figli?... Che i tuoi figli siano veramente tuoi, come tu sei mia... Rivi­vano in loro tutte le glorie degli avi... Credano sempre nel Sol Levante e nel loro Imperatore... Tutto è illu­sione quaggiù, ma poiché gli uomini vivono di illusioni, meglio avere un'illusione nobile che costi fatica e che serva a qualcuno!... Ritorna alla tua casa, fanciulla, e prega per l'anima mia... Tutta la mia vita è un ricordo lontano che incomincia a smorire per me... Tu sola ri­corda e fallo ricordare ai tuoi figli... Il vostro ricordo sarà forse l'unica fiamma viva che illuminerà la mia perenne notte!...

Hitomaru                       - Oh, padre mio!...

Kagekiyo                      - La pace sia con te e con l'augusto Im­peratore, questo è l'ultimo voto di un vecchio soldato!...

Il Vecchio                     - Ella s'inginocchia... Egli le accarezza i capelli... Lei piange... Lui fa un cenno ed il contadino rialza la fanciulla e la conduce lontano... Il vecchio sol­dato muto, come proteso in uno spasimo, ascolta quei passi che si allontanano, ch'egli solo distingue poiché hanno il rumore dei petali dei ciliegi quando cadono sul verde terreno... La notte lunare impera sul mondo e i grilli infiniti forano la notte come quei lumi lag­giù, in fondo alla valle... Tutta la gente del Nippon si ritira nelle case per le preghiere della sera... Dei del cielo, della terra e del mare, benedite nella vostra infi­nita potenza, le nuove generazioni dell'Impero del Sol Levante!...

FINE