Il viaggio dell’incoronazione

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MICHEL MARC BOUCHARD

Il viaggio

dell’incoronazione


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L’autore rigrazia Benoît Lagrandeur e Dominique Lafon, e, in modo particolare, Linda Gaboriau Roy Surret.

Titolo originale: Le voyage du couronnement

Prima rappresentazione: Montréal, Théâtre du Nouveau Monde, 21 settembre 1995, Produzione Théâtre du Nouveau Monde e Théâtre du Trident (Québec). Regia di René Richard Cyr. Scene di Claude Goyet-te. Costumi di Saint-Aubin. Interpreti: Benoit Huguolin Chevrette, Robert Lalonde, Rémy Girad, Marc Bélan, Gérard Poirier, Monique Leyrac, Roxanne Boulianne, Lorraine Côté, Marie-France Duquette, Caroline Stephenson, Manon, Henri Pardo, Martin David-Peters.

Il viaggio dell’inconorazione è stato pubblicato in Intercity Plays1, 1995.


I piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come

sorriderebbe un bambino malato, fa un sonno.

O Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo.

I profumi non fanno più fremere la sua narice; dorme nel sole, la mano sul suo petto tranquillo. Ha due rosse ferite sul fianco destro. Arthur Rimbaud, L’addormentato della valle (traduzione di Dario Bellezza)

Ècolui che dà la vita a questa vittima sfortunata, se ne va, la lascia andare, l’abbandona. Euripide, Ifigenia in Aulide


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I passeggeri

Il Caïd, mafioso. Padre di Hyacinthe e di Sandro. Hyacinthe, giovane venticinquenne, figlio del Caïd, Piani-sta. Sua madre è di origine francese.

Sandro, giovane quattordicenne, figlio del Caïd e fratella-stro di Hyacinthe. Sua madre è di origine italiana. Il biografo, biografo del Caïd.

Il diplomatico, diplomatico canadese. Veterano della se-conda guerra mondiale.

Marguerite Gendron, giovane pianista sulla ventina. Fi-glia del Ministro.

Il ministro Joseph Gendron, Joseph Gendron, ministro del governo canadese.

Alice Gendron, moglie del ministro.

Signorina Lavallée, capo del protocollo a bordo dell’Em-press of France.

Elisabeth Turcotte, Elisabeth Ménard, Elisabeth Penin-gton, giovani donne sulla ventina, vincitrici di un viaggio a Londra per assistere alla sfilata dell’inconorazione.

Jeremy e Willy, camerieri neri, anglofoni, sull’Empress of France.

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Primo episodio

IL BIOGRAFO (con un modellino della nave in mano) L’indo-mani mattina molto presto, una folla agitata prese d’assalto il maestoso transatlantico Royal Mail Steamship Empress of France della Pacifique Canadien. Sul molo, una fanfara militare animava l’eccitazione degli uni e gli addii degli al-tri. (Fanfara) Verso mezzogiorno si sentì per la prima volta il segnale di partenza. (Sirena da nebbia) I passeggeri ave-vano invaso i ponti della nave, soltanto quelli delle prime classi erano quasi deserti. Da un lato, un signore elegan-te che portava con sé una gabbia contenente due uccelli-ni camminava a passo veloce, dall’altro Sandro, distratto, arrivava in senso inverso con una Coca Cola in mano. Il signore elegante e il ragazzo si scontrarono in pieno. Era mezzogiorno. Era il 22 maggio 1953. (scompare)

Compare il ponte delle prime classi. Il diplomatico è macchiato di Coca Cola.

IL DIPLOMATICO Che stordito!

SANDRO Sì, sono proprio stordito.

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IL DIPLOMATICO Avrebbe anche potuto guardare dove andava!

SANDRO Avrei dovuto guardare!

IL DIPLOMATICO È molto sgradevole.

SANDRO Immagino che sia molto sgradevole.

IL DIPLOMATICO M’ha rovinato il vestito.

SANDRO Le ho rovinato il vestito?

IL DIPLOMATICO La smetta di fare l’eco.

SANDRO Subito, signore.

IL DIPLOMATICO Non mi parli cosi da vicino.

SANDRO C’è un sarto sulla nave.

IL DIPLOMATICO Lasciamo stare!

SANDRO Mio padre pagherà...

IL DIPLOMATICO Non mi parli così da vicino. SANDRO Colpa degli occhiali. Dovrei portarli, ma mio padre non vuole. Dice che mi imbruttiscono. IL DIPLOMATICO Giovanotto...

SANDRO Mio padre pagherà.

IL DIPLOMATICO Lasciamo stare.

SANDRO Sono suoi gli uccelli?

IL DIPLOMATICO Sono delle allodole cornute.

SANDRO Se le porta sempre dietro?

IL DIPLOMATICO È un regalo del corpo diplomatico ca-nadese allo zoo di Londra in occasione dell’incoronazione. SANDRO Dicono che la sua carrozza è tutta d’oro e che è tirata da otto cavalli grigi.

IL DIPLOMATICO Potrei sapere dove si stava fiondando a quella velocità?

SANDRO Andavo da mio padre. È tanto ricco da poterci offrire la miglior suite della nave, ma non abbastanza da mantenere le promesse. Mi aveva promesso un vestito da grande, un vestito di flanella nera a righe gialle. Ho disfa-

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tto le valige, ma il vestito non l’ho trovato. IL DIPLOMATICO Lei mi ricorda qualcuno!

SANDRO Io non l’ho mai vista, sennò mi ricorderei. Lo sanno tutti che ho una memoria fenomenale.

IL DIPLOMATICO Ah, sì?

SANDRO L’Empress of France pesa 20123 tonnellate, mi-sura 582 piedi di lunghezza per 75 piedi di larghezza per 42 piedi di altezza. È stato costruito a Liverpool nel 1928. Prima della guerra si chiamava Duchess of Bedford. Dopo la guerra è stato battezzato col nome di Empress of France. Oggi intraprende il suo duecentoventiduesimo viaggio. (Pausa) Un sacco di gente che conosco si sarebbe stufata daun pezzo di starmi a sentire e se ne sarebbe già andata. (Il diplomatico gli sorride) Bisogna avere una buona memoriaper fare affari. Non scrivere nulla. Non lasciare mai tracce. Ricordare tutto. Il capitano mi sta facendo imparare la lista di tutti i cibi che ci sono a bordo.

IL DIPLOMATICO Ah, si?

SANDRO 24430 libbre di farina, 7350 libbre di cereali...

IL DIPLOMATICO Non vorrà mica...

SANDRO Quando avrò memorizzato tutto, sarà un gran giorno.

IL DIPLOMATICO Lei parla sempre così tanto? SANDRO Anche Louise me lo diceva sempre. IL DIPLOMATICO Chi?

SANDRO (Infilando gli occhiali) Lo vede quel campanile laggiù? Lei sta proprio lì vicino. (Fiero) Ha diciassette anni. Io ne compio quattordici tra un mese. Mentre le sto par-lando, lei piange d’amore per me. Le ho detto: “Io parto” e lei mi ascoltava come si ascolta un uomo, senza fare do-mande.

IL DIPLOMATICO Impressionante.

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SANDRO Forse lei non lo sa, ma io valgo undicimila dol-lari.

IL DIPLOMATICO Si ritenga fortunato di sapere quanto vale: così ha già la risposta a una delle grandi domande della vita. Ora so dove l’ho vista: lei è il figlio del Caïd!

SANDRO Conosce mio padre?

IL DIPLOMATICO Al tempo dei tempi, quando San Mi-

chele Arcangelo ha cacciato il diavolo all’inferno, lui ha

scavato un buco e c’ha versato il suo seme prima di scen-

dere negli abissi della terra. La leggenda narra che sua

nonna ci si sia rotolata, nel seme del diavolo, e così abbia

generato suo padre.

SANDRO Wow!

IL DIPLOMATICO Caïd del caïd, generale del vizio, re delle ombre. Dicono che Dio abbia ordinato di persona il primo cardinale di Montréal proprio perché cacciasse suo padre.

SANDRO Io sono figlio dell’amante italiana. Mio fratello invece è figlio dell’amante francese. Non lo dica a nessuno, ma stiamo scappando.

IL DIPLOMATICO Lo so. Ecco il suo passaporto nuovo, Sandro.

Il diplomatico tira fuori dalla giacca un passaporto.

SANDRO È la mia foto! Martin Peacock? E le abbiamo pa-gato undicimila dollari per trovarmi un nome così brutto? IL DIPLOMATICO Vado a cambiarmi. SANDRO Vada a cambiarsi.

IL DIPLOMATICO Ci rivedremo più tardi.

SANDRO Ci rivedremo.

IL DIPLOMATICO Non vorrà ricominciare...

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SANDRO Non vorrà... Scherzavo.

IL DIPLOMATICO Più tardi andremo dal sarto.

SANDRO Del suo abito ne faccio una questione d’onore.

IL DIPLOMATICO E io le regalerò quel vestito di flanella

nera a righe gialle.

SANDRO Dice sul serio?

IL DIPLOMATICO Sì!

SANDRO Promesso?*

IL DIPLOMATICO Promesso!* Suo padre ha ragione, que-gli occhiali non le donano. Nascondono i suoi occhi. SANDRO Per essere uno che è appena stato sbatacchiato lei è molto gentile.

Sirena da nebbia.

Secondo episodio

L’Empress room.

Un tavolo apparecchiato per quattro, il Caïd, seduto di spalle, fuma un sigaro. Willy è accanto al tavolo, che è apparecchiato con sfarzo eccessivo. Il biografo è in piedi accanto a lui.

BIOGRAFO Qualche settimana prima dell’imbarco, il Caïd dei caïd mi aveva proposto di scolpire la sua vita per le generazioni future. Aduso da tempo alla redazione di discorsi ufficiali, prestando la mia penna a uomini senza voce, avevo accettato l’eccitante offerta di essere il relatore del suo passato.

Siren da nebbia.

IL CAÏD Ha sentito il segnale della partenza? Siamo sem-

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*In italiano nel testo. (NdT) .


pre fermi, e il diplomatico è in ritardo!

IL BIOGRAFO Egli mi aveva confidato tutte le tappe della sua ascesa nella gerarchia del mondo dell’illegalità.

IL CAÏD Di solito quando invito io, arrivano in anticipo. IL BIOGRAFO Avevo minuziosamente inventariato i nomi di tutti i martiri che erano stati sacrificati per l’edifi-cazione del suo successo.

IL CAÏD È la seconda volta che si sente la sirena da neb-bia.

IL BIOGRAFO Il suo passato intimidiva.

IL CAÏD Ottimo, davvero!

IL BIOGRAFO Un tale successo, e così giovane.

IL CAÏD “Un tale successo, e così giovane”! Ottimo. (Sire-na da nebbia) Sente?

IL BIOGRAFO È Montréal che la trattiene. Non vuole che la lasciate.

IL CAÏD Mi piace.

IL BIOGRAFO Due mesi prima, per via di un incidente, il viaggio che doveva essere il più stupefacente della sua carriera si era trasformato in un oscuro esilio. IL CAÏD Oscuro esilio?

IL BIOGRAFO Fu al momento dell’imbarco che compresi il mio gravoso compito: riportare alla posterità il declino e la caduta del generale del vizio.

IL CAÏD Oscuro esilio! Declino! Caduta! Trovi delle altre parole! Passaggio. Tappa. Cambiamento. Addolcisca! IL BIOGRAFO Sto cercando, signore.

IL CAÏD Metta dei begli aggettivi.

IL BIOGRAFO Sto già abusando dei superlativi!

IL CAÏD Si ispiri ai libri di storia!

IL BIOGRAFO Quali?

IL CAÏD Descriva la mia vita come quella di un eroe nazi-

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onale!

IL BIOGRAFO Quale?

IL CAÏD Ne trovi uno! Scelga dei particolari eccitanti, dettagli che provochino invidia. Faccia ingelosire tutta la mafia di Montréal.

IL BIOGRAFO Ci sono due tipi di biografie, signore: quel-le che addolciscono e scompaiono, e quelle che dicendo il vero resistono al tempo.

IL CAÏD Non voglio che mi dimentichino. Col mio passa-porto nuovo sparirò sotto il nome di un altro. Voglio che ci si ricordi che ero un grande. Renda tutto più bello, più forte, più grande!

IL BIOGRAFO Ma dobbiamo pur avere un minimo di ob-biettività!

IL CAÏD Quella la lasci agli archivi della polizia. Scriverà della mia sparizione come un grande mistero.

IL BIOGRAFO Dall’altra parte dell’oceano, una nuova vita trepidante, piena di sorprese e di slanci aspettava l’il-lustre mafioso.

IL CAÏD Così va già meglio.

IL BIOGRAFO In quel momento entrò il suo primogenito.

Era mezzogiorno.

Entra Hyacinthe. Porta i guanti.

IL CAÏD Guarda che meraviglia, Hyacinthe! Il gran sa-lone dell’Empress of France solo per noi! Qui, due anni fa, la principessa Elisabeth prendeva il suo tè. Lì il duca d’Edimbourg leggeva il suo giornale. Sarà una traversata regale. Non ci priveremo di niente. Vedrai, ricominceremo tutto da capo, laggiù in inghliterra. Questo è il pranzo più importante della nostra vita. Si tratta della scomparsa del-

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la nostra famiglia, e voglio che sia qualcosa di solenne!

IL BIOGRAFO Grandioso.

IL CAÏD (raccontando quasi a se stesso) L’ordinativo di stu-pefacenti arrivava direttamente dal vicario di Sainte-Ma-deleine d’Outremont in persona. Un uomo di chiesa preso con trentadue once di eroina addosso... Avev promesso qualcosa di eccezionale.

IL BIOGRAFO In effetti.

IL CAÏD Le campane di Montréal tremano ancora... Era-vamo i più forti. Mi ricordo della visita di Giorgio VI nel 1939. Doveva Soggiornare al secondo piano dell’Hotel Windsor. Di fronte alla sua stanza c’era una casa da gioco. Per non disturbare la vista del monarca volevano chiuder-la... Alla fine hanno cambiato di piano al re.

HYACINTHE La storia si ricorderà di voi papà. Grazie a lei, signor biografo!

IL BIOGRAFO La storia non ha bisogno di me. HYACINTHE Se la storia non avesse bisogno di lei, non ce ne staremmo qua a sentir raccontare tutto quanto. (Pausa) IL BIOGRAFO La fanfara sul molo attaccò un’altra aria. IL CAÏD Il diplomatico è in ritardo.

HYACINTHE Vado a cercare il vostro diplomatico.

IL CAÏD Cinque minuti con me e già ti annoi?

HYACINTHE Ve lo porto subito.

IL CAÏD Resta qui. Voglio che tu impari come si fanno gli affari.

HYACINTHE Quali affari? Se volete fare affari con un di-plomatico, vi ci vuole un diplomatico. Mi offro di andarvi a cercare un diplomatico, poi, quando il diplomatico sarà qui, imparerò come si fanno gli affari, e quando ne saprò quanto voi, i miei figli si faranno massacrare a loro volta! Va bene così?

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IL CAÏD Sei pallido.

HYACINTHE Vi disturba?

IL CAÏD Sei magro.

HYACINTHE Sempre stato così.

IL CAÏD Sei arrogante.

HYACINTHE Questo invece è recente.

IL CAÏD Lasci un’amichetta a Montréal?

HYACINTHE No.

IL CAÏD È per questo che sei pallido.

HYACINTHE Ah, sì?

IL CAÏD  Sei magro come tua madre. Era la più magra.

Vedrai, te la trovo io una donna.

HYACINTHE (mostrando le mani guantate) Da quando in qua le ragazze si interessano ai monchi? IL CAÏD Rispondi meglio!

HYACINTHE “Signore, potrebbe accarezzare la mia inna-morata? Io non ci riesco”.

IL CAÏD Rispondi meglio!!

HYACINTHE Oppure? “Rispondi meglio!”, oppure cosa? IL BIOGRAFO Un volo di gabbiani passò sopra la cupola in vetro del salone.

IL CAÏD La storia è fatta di sofferenze e di ferite.

HYACINTHE Giusto!

IL BIOGRAFO Sui ponti alitava un venticello tiepido...

IL CAÏD La storia è fatta di vittorie e di sconfitte.

HYACINTHE Giusto!

IL CAÏD Tu mi devi rispettare.

IL BIOGRAFO Il figlio baciò il padre.

HYACINTHE (immobile) Ecco fatto! Vi voglio bene. L’ho detto. Ci altri debiti da pagare? (Vicino al volto del caïd) Un giorno leggeranno le rughe del viso come adesso leggiamo il palmo della mano. Delle vostre rughe tra le sopracciglia,

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diranno che tradiscono un’intelligenza inquieta. Quelle sulla fronte indicheranno che avete costantemente vissu-to nella paura. Quelle vicino alla bocca diranno che avete spesso stretto i denti per i rimorsi. E non ci sarà traccia del buon padre, niente di colui che faceva ridere i figli con le sue stravaganze, niente di colui che li proteggeva.

IL CAÏD Ci costruiremo un futuro migliore. HYACINTHE Sembra la pubblicità delle forze armate. IL CAÏD Mi hanno detto che devi prendere le tue medi-cine!

HYACINTHE Addormentano il dolore...

IL CAÏD Le tue medicine!!

HYACINTHE Non le crisi.

IL CAÏD Vedrai. Quando saremo a Londra... HYACINTHE (urlando) Cosa faremo quando saremo a Londra? Cosa ci si può fare di meglio che dare un con-certo? Si va a Londra per suonare il piano, per suonare davanti alla regina, per farsi applaudire. Non per nascon-dersi. A Londra ci sono note, gamme... Non una famiglia in esilio.

IL CAÏD Chiudete le porte!

HYACINTHE Ero un pianista! Ero un grande pianista! IL CAÏD Non voglio che il diplomatico lo veda in questo stato.

HYACINTHE Mi chiamavano il miglior allievo di Cho-pin!

IL CAÏD Detesto gli eccessi!

HYACINTHE dovevo suonare per la regina! Dovevo suo-nare alla festa dell’incoronazione!

IL CAÏD Smettila di lamentarti! Ci stiamo andando, all’in-coronazione.

HYACINTHE Erano in due. In due, dietro di me. Due uo-

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mini senza volto. “ Continua, ci piace la musica. Conti-nua!”. Uno dei due mi ha preso per i polsi e ha tenuto le mani ferme sui tasti del piano. “Continua! T’abbiamo detto di continuare”. L’altro ha chiuso il coperchio della tastiera... sulle mie mani. E poi di nuovo... sulle mie mani! E ancora! Ancora! (Gridando) Scriva, biografo! Ancora! Fin-ché dal coperchio della tastiera è saltato lo smalto, finché le falangi sono uscite fuori dalle giunture. La tastiera era rossa. Le mie mani erano rosse. Non capivo cosa succede-va. Non capivo niente. Non capivo le mie mani. Erano le mie mani. C’era un errore! C’era un errore! E poi è apparsa una luce dall’oscurità. La ragione di tutto ciò, più doloro-sa delle ferite stesse. “L’avevamo avvertito tuo padre, di chiudere quella boccaccia. Gliel’avevamo detto di smetter-la di denunciare tutti quanti”. Ho pagato per mio padre. Ho pagato per le delazioni di mio padre. Avrei preferito che disprezzassero il mio talento. Scriva biografo! La suite reale, il salone, l’esilio di lusso, i passaporti falsi, è un rega-lo della polizia per i servizi resi.

IL CAÏD Abbiamo sempre fatto la bella vita. HYACINTHE Io con la mia musica, ero riuscito a scor-dare il frastuono dei vicolo, gli sproloqui degli ubriachi, i lamenti delle puttane quando devono rigar dritto.

IL CAÏD (al biografo) I rimpianti impediscono l’azione. Im-pediscono di avere idee.

HYACINTHE Con la mia musica, ero riuscito a dimen-ticare che un giorno o l’altro il vostro mondo mi avrebbe riacchiappato.

IL CAÏD Hyacinthe, non pensavo che sarebbero passati alle vie di fatto.

HYACINTHE (sconvolto) Lo sapevate?

IL CAÏD Io so tutto.

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HYACINTHE Sapevate che ero minacciato?

IL BIOGRAFO Il giorno prima la polizia aveva chiuso gli ultimi bordelli, bruciato gli ultimi tavoli da gioco. Mon-tréal la Puttana ridiventava Montréal la Santa.

IL CAÏD Laggiù vi renderò felici.

HYACINTHE Sapevate!

IL CAÏD Vi darò quel che c’è di meglio. Non c’è più niente, qui. Piccoli ruffiani da quattro soldi, accattoni, baciapile, parolai, portaborse, creditori. Duecento parole in bocca, dieci centesimi in una tasca e il rosario nell’altra. Laggiù faremo affari migliori, qui è tutto troppo piccolo, manca di stile. Vi darò quel che c’è di meglio. Nomi migliori, vite migliori! Ricominceremo da capo, laggiù.

HYACINTHE Un giorno capiranno la verità leggendo le vostre rughe, non leggendo la vostra biografia.

IL CAÏD Dimenticherai. Vedrai, si dimentica tutto.

HYACINTHE Ho pronto il titolo per le vostre memorie:

Apprendistato all’impotenza.

IL CAÏD Hyacinthe, lo sai che ti voglio bene! HYACINTHE Perfetto! abbiamo trovato il titolo di un ca-pitolo.

Lungo silenzio

IL BIOGRAFO Addolcisco, signore?

IL CAÏD Hyacinthe, non muoverti!

IL BIOGRAFO Neppure una delle sue amanti era venuta a salutarlo.

IL CAÏD Lasci perdere l’ultima frase.

IL BIOGRAFO Il diplomatico entrò nell’Empress room con qualche minuto di ritardo.

IL DIPLOMATICO (che indossa un abito diverso) Scusate il

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ritardo!

IL CAÏD Il mio salvatore! Un whisky?

IL DIPLOMATICO (salutando Hyacinthe) L’ho già sentita suonare, signore. Bravi! Bravi! (Al Caïd) Stiamo per assiste-re a un momento storico.

IL CAÏD Se la nave riesce a salpare!

IL DIPLOMATICO Una regina così giovane!

IL CAÏD La speranza che l’intero impero aspettava. È tut-to a posto?

Il diplomatico dà una mancia a Willy e gli fa cenno di andarsene.

Willy esce.

IL DIPLOMATICO I Passaporti sono al sicuro.

IL CAÏD Cosa vuol dire “al sicuro”?

IL DIPLOMATICO Dicono che stare a tavola con lei è come stare accanto al diavolo.

IL BIOGRAFO (entusiasta) Abbiamo il prologo, signore!

IL CAÏD Dove sono i passaporti?

Il diplomatico si siede.

IL BIOGRAFO Il diplomatico si sedette comodamente. IL DIPLOMATICO Si dice che la delegazione canadese per l’incoronazione sia più imponente di quella che vide la consacrazione del nostro cardinale a Roma e di quella per i funerali di Stalin, della regina Mary e di Evita Peron messi assieme.

IL CAÏD Bene, allora? Vuole un acconto? Quanto?

IL DIPLOMATICO  Mi piace avere a che fare con gente

come lei, signor Peacock.

IL CAÏD Peacock?

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IL BIOGRAFO Vuol dire “pavone”. È il più fiero tra gli uccelli!

HYACINTHE E anche il più vanitoso.

IL DIPLOMATICO Lei è nato a Gloucester. È vedovo. I suoi figli si chiamano James e Martin.

IL CAÏD Hai sentito, Hyacinthe, tu ti chiami Martin. Quanto le devo?

IL DIPLOMATICO Dobbiamo proprio sistemare questa faccenda davanti a suo figlio?

IL CAÏD È bene che un figlio veda come suo padre con-clude gli affari.

IL DIPLOMATICO Come vuole.

IL CAÏD La polizia le ha già pagato undicimila dollari per ogni passaporto.

IL DIPLOMATICO Voglio che mi metta in contatto con qualcuno.

IL CAÏD Chi? Sto lasciando il paese.

IL DIPLOMATICO Ho conosciuto di recente una persona

affascinante. Sono stato pervaso da una grande emozione.

Una dolorosa emozione. Ho abbassato la testa perché non

mi si vedesse arrossire.

IL CAÏD Chi?

IL DIPLOMATICO Ho bisogno del suo permesso per con-tinuare nella seduzione. Poi avrà i suoi passaporti. IL CAÏD Chi?

IL DIPLOMATICO La libertà della sua famiglia in cam-bio di una notte con suo figlio minore, Sandro. (Pausa) Di solito, incontro i miei troppo giovani amanti in luoghi bui e sporchi, stanzette senza finestre, volti senza sorriso. San-dro è pulito e odora di buono.

IL BIOGRAFO Il generale del vizio si sentì male. Si ap-poggiò a una poltrona.

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IL CAÏD Sta scherzando?

IL DIPLOMATICO No.

IL CAÏD Lei è pazzo.

IL DIPLOMATICO I re decaduti non sono in condizione di sputare sulla loro salvezza.

IL CAÏD Hyacinthe, non hai niente da fare? HYACINTHE Mi è stato chiesto di rimanere.

IL DIPLOMATICO Vorrei poter dire che lo faccio per ven-dicare mia sorella puttana che è stata malmenata dai suoi uomini, per mio fratello morto d’overdose, per un altro fratello travolto dai debiti di gioco e dalle pallottole, ma sono figlio unico. No. Non ho nessun’altra ragione che i begl’occhi di suo figlio.

IL BIOGRAFO Con un gesto, il generale del vizio suppli-cò il diplomatico di tacere.

IL DIPLOMATICO Non mi guardi così. Non abbasserò gli occhi. Col tempo ho sopito tutti i rimorsi. Cerchi di ca-pire quello che voglio dire. Le confesso che sto vivendo un gran momento: lei mi darà il permesso di sedurre suo figlio. Non dovrò temere che mi denunci a lei, visto che le chiedo di farmi da complice. Strano e meraviglioso allo stesso tempo.

IL BIOGRAFO Il re delle ombre stava per scagliarsi sul diplomatico.

IL DIPLOMATICO Attento! Dicono che nel suo lavoro va-dano bandite le emozioni. Temo di perdere una parte di eccitazione. Lei mi capisce: compiere qualcosa al di fuori della legge e contro la morale dà una grande eccitazione. Mi piace questa sensazione.

Il Caïd non si muove.

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IL BIOGRAFO Egli doveva reagire.

IL DIPLOMATICO Lei dimentica quel che ha sofferto il pianista! Dicono che non suonerà mai più. HYACINTHE (con calma) Non suonerà mai più!

IL DIPLOMATICO Lei ha parlato troppo.

IL BIOGRAFO Silenzio.

IL DIPLOMATICO Vi braccheranno fin nella notte dei tempi. Lei non ha rispettato le regole, Caïd.

IL BIOGRAFO Silenzio.

IL DIPLOMATICO Lei parla troppo.

IL BIOGRAFO Silenzio.

IL DIPLOMATICO Questi passaporti sono perfetti. Pensi al suo avvenire e a quello dei suoi figli, perlomeno.

IL BIOGRAFO Ancora silenzio.

IL DIPLOMATICO Laggiù vi aspettano fortuna e prospe-rità.

IL BIOGRAFO Il Caïd dei caïd batté i due pugni sul tavo-lo!

IL DIPLOMATICO Voglio che con me si senta al sicuro. Può dirmi qualcosa della sua Louise? Mi aiuterebbe a cre-are un clima di confidenza. (Silenzio) Vedrà, non è poi così tragico. Si riavrà. Dopo, hanno l’impressione di aver fatto un gioco più grande di loro. I loro sorrisi sono diversi, i loro occhi anche. Alcuni si incupiscono, altri ci prendono gusto. Ma tutti invecchiano più rapidamente. È un pec-cato che non possano conservare più a lungo quella spe-cie di fragilità che hanno dentro. Ma certo, se andrà tutto bene non dirò niente della sua partecipazione... Lo sa che ha una memoria eccezionale? Dubito che oggi lei mi ri-sponda. Non aspetti troppo. L’Inghilterra è più vicina di quanto sembri. (Sirena da nebbia) In ogni modo ha ancora il tempo di lasciare la nave!

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IL BIOGRAFO Egli gli offrì tutto l’oro del mondo.

IL DIPLOMATICO So per esperienza che il suo storico trasformerà questo avvenimento. Gli storici non vanno d’accordo su una cosa sola: la storia.

IL BIOGRAFO Egli lo prese per il collo. Gli strappò gli occhi. Lo trafisse con una lama.

IL DIPLOMATICO Posso capire la sua sofferenza. Ho sof-ferto anch’io. Posso capire il suo orrore. Ma si stupirà, ci si abitua a tutto. Si dica che il sacrificio di suo figlio non è altro che un altro figlio sacrificato.

IL CAÏD Hyacinthe, smettila di sorridere.

HYACINTHE Pensavo che questo viaggio sarebbe stato di una noia mortale. Non si può lasciare la nave perchè ci farebbero subito secchi sul molo. Senza passaporti non possiamo sbarcare a Liverpool. Se facciamo fuori il diplo-matico, non sapremo mai dove sono i passaporti, e né voi né io possiamo torturarlo. Che viaggio!

IL BIOGRAFO Non una parola, non un gesto.

SANDRO (entrando. Porta gli occhiali. A suo padre) Ho con-trollato due volte. Tre valige: quella marrone e le due ver-di, ma non ho trovato il vestito nero a righe gialle, anche se ho guardato con gli occhiali.

IL CAÏD Non è il momento adatto per rompermi le palle, sandro.

SANDRO Mantenere la promessa? Canadese!* IL CAÏD Non in italiano, Sandro! SANDRO Un vestito nero a righe gialle!

IL CAÏD Avevo altro a cui pensare che al tuo guardaroba! SANDRO Basta!* Ci sono un sacco di ragazzi della mia età che sarebbero felici di avere un padre come il mio, che mi può dare tutto, ma nessuno ne vorrebbe uno che non man-tiene le promesse. (Al diplomatico) Ho conosciuto qualcuno

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che mi regalerà il vestito.

IL CAÏD Chi?

SANDRO Qualcuno! (Rivolgendosi al diplomatico) Buon-giorno, signore, va tutto bene? IL DIPLOMATICO Tutto bene.

SANDRO Gli ha dato i passaporti?

IL DIPLOMATICO  Non ancora.

SANDRO (a suo padre) Eh sì, so tutto! Devi darmi dei sol-di, devo far lavare un vestito. Che cos’hai Hyacinthe? HYACINTHE Niente. Non ho niente. Mi fanno male le mani. Nient’altro.

IL DIPLOMATICO Lo sapete che Sandro lascia un’inna-morata a Montréal?

SANDRO (orgoglioso) Louise. Ha diciassette anni.

IL DIPLOMATICO Diciassette anni! Può esserne orgo-glioso!

IL BIOGRAFO Un altro lungo silenzio.

IL DIPLOMATICO La lascio con la sua famiglia. Non vo-glio perdermi la partenza della nave. (Esce) IL CAÏD Troveremo una soluzione.

HYACINTHE Una soluzione?

SANDRO Parlate del mio vestito?

IL CAÏD (a Sandro) Sì. Parlavamo del tuo vestito. (Emozio-nato) Un viso così bello, come quello di tua madre, rovina-to da quei maledetti occhiali.

SANDRO Non è il momento adatto per ricordarmi una donna a cui ho detto addio ieri, per seguirvi. HYACINTHE (accarezzandosi le mani) Sandro, lo sai che nostro padre ci vuole bene?

SANDRO La mamma ha detto: “Attento a tuo padre, si ricorda di avere un cuore solo quando gli affari vanno male”.

22*In italiano nel testo. ( NdT)


IL BIOGRAFO (guardando il Caïd) Silenzio! (Sirena da neb-bia)

Terzo episodio

Ponte delle prime classi. Si sente debolmente la fanfara milita-re. Il ministro, sua moglie e la figli Marguerite camminano sul ponte.

IL MINISTRO Sorridi, Marguerite.

MARGUERITE Sto sorridendo.

ALICE Sorridi! Incomincia la tua vita pubblica. SIGNORINA LAVALLÈE (entrando e distribuendo la bandie-ra dell’union Jack) Signor ministro Gendron! Signora Gen-dron! Signorina gendron! Tenete! Sventolate le bandiere e guardate verso l’hangar numero 14! Ci sono i fotografi. IL MINISTRO Bisogna far vedere alla gente che siamo a bordo.

ALICE E felici di esserci, no?

SIGNORINA LAVALLÈE La regina ha chiesto alla Royal Air Force di cambiare la rotta degli aerei che sorvoleranno Buckingham Palace dopo l’incoronazione. IL MINISTRO Ah, si?

SIGNORINA LAVALLÈE Non vuole che le cada la corona quando alzerà la testa per guardarli.

IL MINISTRO Magnifico! Hai sentito, Alice?

ALICE Signorina Lavallée?

SIGNORINA LAVALLÈE Signora Gendron?

ALICE Chi è che ci ha assegnato i posti all’abbazia di Westminster?

SIGNORINA LAVALLÈE Londra, signora.

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ALICE Davanti a un muro? Ci hanno detto che la dele-gazione canadese se ne dovrà stare nove ore davanti a un muro senza vedere niente dell’incoronazione. Cosa rac-conteremo quando torniamo? Che la regina era gotica, in pietra annerita, e che avrebbe bisogno di una ripulita? SIGNORINA LAVALLÉE Vedrò cosa posso fare.

ALICE Non veda, faccia! Abbiamo dato tre figli all’Inghil-terra, varranno bene tre posti in prima fila, no? SIGNORINA LAVALLÉE vedrò cosa posso fare. (Al mini-stro) Ecco la lista dei suoi impegni.

IL MINISTRO (leggendo) Fine settimana nella casa di cam-pagna del visconte Alexander e signora.

SIGNORINA LAVALLÉE (leggendo) Pranzo con i primi ministri Saint-Laurent e Churchill alla National Gallery. IL MINISTRO Tè sotto la tenda reale a Buckingham Pala-ce...

ALICE Signorina Lavallée, vorrei anche che mi spiegasse le ragioni della nostra inspiegabile assenza dal tavolo del capitano.

SIGNORINA LAVALLÉE Vedrò cosa posso fare. (Rivol-gendosi di nuovo al ministro) Visita guidata...

ALICE Non ho finito!

IL MINISTRO (contrariato) Non ha finito.

ALICE al pranzo del Canada House a Londr, stando alla disposizione dei tavoli, lei ci avrebbe assegnato i posti ac-canto all’enorme regina Salote del Tonga. Non lo sa che a tavola russa?

SIGNORINA LAVALLÉE Vedrò cosa posso fare!

ALICE Non veda, faccia!

SIGNORINA LAVALLÉE Altro?

ALICE Sì.

MARGUERITE Ora basta mamma.

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ALICE La nave!

SIGNORINA LAVALLÉE La nave cosa?

ALICE Rimarrà qui nel porto ad arrugginire?

SIGNORINA LAVALLÉE Gli indiani!

ALICE Gli indiani cosa?

SIGNORINA LAVALLÉE Ancora non si sono visti salire.

Non partiremo senza di loro!

ALICE Ma ci sono anche delle altre navi!

SIGNORINA LAVALLÉE Ma ci pensa, arrivare a Londra senza indiani? Una nave canadese senza gli indiani? ALICE Li trovi!

SIGNORINA LAVALLÉE Vedrò cosa posso fare.

ALICE Dove ha imparato i rudimenti del protocollo, si-gnorina Lavallée? Su selezione dal Reader’s Digest? SIGNORINA LAVALLÉE No, signora Gendron. A Rideau Hall. E vuol sapere la cosa più importante che ho impara-to?

ALICE No.

SIGNORINA LAVALLÉE Prima dicevo: “la smetta di rompere”. Adesso dico: “Vedrò cosa posso fare”. (Esce) Le bandiere! Chi vuole delle bandiere?

IL MINISTRO Alice, dovremo sopportare quest’atteggia-mento per tutto il viaggio?

ALICE Ho deciso di occuparmi della tua carriera politica.

E se ti ripresenti alle prossime elezioni...

IL MINISTRO Mi ripresento.

ALICE Mi occuperò anche della tua campagna elettorale!

Il diplomatico entra con i suoi uccelli. Saluta i Gendron.

IL DIPLOMATICO Signor ministro, Signora.

IL MINISTRO Buongiorno, signore.

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IL DIPLOMATICO Signorina.

IL MINISTRO (vedendo sua figlia un po’ assente) Margueri-te!

MARGUERITE Buongiorno, signore!

IL MINISTRO Mia figlia rappresenterà il nostro paese al gala dell’incoronazione.

IL DIPLOMATICO Congratulazioni.

MARGUERITE Per la verità, sostituisco un altro pianista.

IL MINISTRO Si dice grazie, Marguerite.

MARGUERITE Grazie.

IL MINISTRO Siamo molto orgogliosi di lei.

ALICE Anni di sforzi, le lezioni, il conservatorio, le ri-nunce, tutto per suonare davanti alla regina d’Inghilterra. Averlo saputo, le avremmo fatto suonare la cornamusa. (Al diplomatico) Che idea orribile: mettere degli uccelliniin gabbia!

IL DIPLOMATICO Sono nati in cattività

ALICE Come tutti noi.

IL MINISTRO Sua moglie è con lei?

IL DIPLOMATICO No, Influenza.

IL MINISTRO Avete sentito, Alice? La moglie del signore ha l’influenza.

ALICE I nostri migliori auguri alla sua signora moglie!

IL MINISTRO Marguerite!

MARGUERITE I nostri migliori auguri alla sua signora moglie! (Lungo silenzio)

IL MINISTRO Le viene spesso, l’influenza?

ALICE Basta così! Non importa!

IL MINISTRO E... potrei avere il piacere di fare la sua co-noscenza?

ALICE Non vorrete mica presentarvi a tutti i passeggeri?

Sette giorni di traversata, mille passeggeri. Aspettate che il

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primo ministro indica le elezioni, prima di cominciare a fare il buffone. (Al diplomatico) Non facciamo altro che pre-sentarci. Passiamo il tempo a stringere mani e a lavarce-le. La chiamano politica canadese. Dopo tutti questi anni, sono ancora qui a chiedermi di cosa è fatto il carisma del politico... per quale strano fenomeno l’elettore si entusia-sma alla semplice stretta di mano di un eletto.

IL DIPLOMATICO Il capitano prevede una traversata sen-za intemperie.

IL MINISTRO Perché non conosce mia moglie.

ALICE L’ultima volta che ho attraversato l’oceano, è stato per portare i fiori sulla tomba dei miei figli in Francia. IL MINISTRO I nostri figli sono morti a Dieppe.

IL DIPLOMATICO Il massacro del ‘42 o la vittoria del ‘44?

IL MINISTRO ‘42

ALICE Il massacro.

IL DIPLOMATICO Bella gioventù!

IL MINISTRO Bella gioventù!

ALICE per la salvezza dell’Europa! Un dramma canadese. IL MINISTRO Dovevamo aiutare Churchill! ALICE Un dramma britannico.

IL MINISTRO Dovevamo aiutare Stalin!

ALICE Un dramma russo! È stato il governo di mio mari-to ad autorizzare lo sbarco a Dieppe. Pierre, ventidue anni. Paul, diciotto anni e Arhur.

IL MINISTRO Arthur è ancora vivo!

ALICE Un relitto umano. Del suo corpo non è rimasto abbastanza da appenderci le medaglie. Ci rimane solo una figlia, e suonerà per la regina d’Inghilterra.

MARGUERITE Bene! Ho delle cose da sistemare in cabi-na.

IL MINISTRO Marguerite.

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MARGUERITE Mi dovete scusare, ho delle cose da siste-mare in cabina.

IL MINISTRO Resta con noi. Voglio che tu veda come tuo padre onora le proprie responsabilità. MARGUERITE Pare che a Londra pioverà.

ALICE A Dieppe era bello. I tedeschi avevano una vista incomparabile sulla spiaggia.

IL MINISTRO Nel coro dell’incoronazione canteranno nove giovani canadesi.

IL DIPLOMATICO Non lo sapevo.

ALICE È stato il cugino della regina che si è inventato Dieppe: lo zio preferito di suo marito, Lord Mountbatten! IL MINISTRO (pausa) Radio-Canada sarà la prima tele-visione americana a trasmettere l’intera cerimonia dell’in-coronazione. Appena dodici ore di differenza oraria e un impressionante staffetta aerea.

IL DIPLOMATICO Immagino che anche il reportage sull’incoronazione sarà musicato.

IL MINISTRO Non le piace la musica?

IL DIPLOMATICO Durante la guerra, c’era della musica nei notiziari filmati che ci arrivavano dall’Europa. IL MINISTRO Sì. Una musica fiera.

IL DIPLOMATICO Fiera, rassicurante, addirittura trion-fale, e il commento sulle nostre perdite era quasi entusia-stico. Non si sentivano né le preghiere, né il respiro cor-to della paura, né il rantolo dei polmoni esalanti l’ultimo respiro, né le ultime parole da riportare alle madri, alle vedove e agli orfani, e neppure le grida di una gioventù morente. Nulla. Nulla di tutto questo ha attraversato l’At-lantico. La musica seppelliva il suono della Storia. Là, i no-stri soldati erano carne da cannone. Qui, erano una melo-dia.Spero che non mettano della musica sul reportage dell’

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incoronazione. Sarebbe pericoloso se la gente pensasse che tutto ciò è rassicurante. Nove giovani compatrioti che seppelliscono le voci di migliaia di nostri cadaveri. IL MINISTRO Non capisco.

IL DIPLOMATICO Ero a Dieppe quando ci fu il massacro. Ho incontrato senz’altro le anime dei vostri figli. Signora, signore. (Si allontana un po’)

IL MINISTRO Che strano uomo!

ALICE Mi è simpatico. Come si chiama poi?

IL MINISTRO Non lo so. Non abbiamo avuto l’occasione

di essere presentati. (Enra Hyacinthe che si appoggia al para-

petto) Vieni, Alice!

ALICE Si sta bene qui.

IL MINISTRO I fotografi si stanno spostando. Vieni. MARGUERITE (avendo occhi solo per Hyacinthe) Vi rag-giungo.

Il ministro e sua moglie si allontanano. Marguerite raggiunge Hyacinthe.

MARGUERITE È la prima volta che prendo una nave. Avevo paura di soffrire il mal di mare ma dicono che in primavera il mare è più calmo. La gente sul molo ci invi-dia.

HYACINTHE Ruffiani da quattro soldi, accattoni, bacia-pile, parolai, portaborse, creditori... MARGUERITE Non dovrebbe parlare così.

HYACINTHE Fatto.

MARGUERITE Sono Marguerite Gendron. HYACINTHE Non voglio conoscerla. MARGUERITE Mi dica qualcosa di carino. HYACINTHE Perché mai dovrei?

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MARGUERITE Su!

HYACINTHE Il suo vestito è pulito.

MARGUERITE Adesso qualcosa di tenero.

HYACINTHE Mi piace la carne rossa e tenera.

MARGUERITE Lei è strano. HYACINTHE Non sono strano. MARGUERITE Sono Marguerite Gendron. HYACINTHE Non voglio conoscerla!

MARGUERITE Sono la sua sostituta al gala dell’incoro-nazione. (Pausa)

HYACINTHE Può allacciarmi le scarpe? Colpa delle mani... Non ci riesco.

MARGUERITE Le sue scarpe sono perfettamente allac-ciate.

HYACINTHE Ho visto nel suo sguardo.

MARGUERITE Cosa ha visto?

HYACINTHE Si è persa la vendita delle terrecotte al cen-

tro malati. Una signora ha comprato due sculture astratte.

Quel che la signora non sapeva è che l’artista voleva fare

due insalatiere. Colpa delle mani... non ci riesce. Ho visto

nel suo sguardo.

MARGUERITE Cosa ha visto?

HYACINTHE Quando si è stati ricoperti di sguardi d’am-mirazione e si deve fare l’abitudine a quest’altro sguardo... vede, io non ci riesco.

MARGUERITE Per prima cosa avrei dovuto dirle che mi dispiace molto per le sue mani.

HYACINTHE Detto.

MARGUERITE Avrei dovuto dirle che era un grande pia-nista.

HYACINTHE Fatto. Adesso mi lasci in pace. MARGUERITE la prima volta che l’ho sentita suonare, è

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stato al circolo musicale del Ritz-Carlton. Che concerto!

(Guardandogli le mani) Artrosi?HYACINTHE No. Ho suonato Chopin. MARGUERITE Me l’avevano detto che era amaro. HYACINTHE Allora perché resta qua? L’amarezza l’atti-ra?

MARGUERITE lei mi ha sempre colpito!

HYACINTHE Si vuol scusare per aver preso il mio posto? Di essere esplosa dalla gioia all’annuncio della mia disgra-zia?

MARGUERITE Non crederà che...

HYACINTHE Aspettiamo tutti che l’altro si rompa il collo,

per prendere il suo posto. Ognuno di noi ha il suo posto

sulla scacchiera di qualcuno.

MARGUERITE Non vorrei...

HYACINTHE Raccogliere le briciole di chi è stato gran-de? Farsi lustro dei nostri momenti di intimità? Ho visto il miglior allievo di Chopin! Ho visto la sua rovina! H visto lo smacco!

MARGUERITE Prima, quando l’ho vista sul ponte...

HYACINTHE Mentre provavo, giorno e notte, mmi di-cevo che l’insuccesso sarebbe stato il solo modo per ripo-sarmi, per calmare il caos che mi abitava dentro, per dare un attimo di tregua all’impeto, per entrare nella vita vera. Non sono mai stato così agitato. Mi sveglio stanco. I miei sogni sono litanie di lamenti. Mi guardi. Lutto e pena.

MARGUERITE Non volevo...

HYACINTHE Allora cosa vuole, Marie?

MARGUERITE Marguerite!

HYACINTHE Non ho abbastanza memoria per ricordar-mi il nome dei rimpiazzi.

MARGUERITE Voglio Chopin! Ho avuto il suo posto, e

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anche il suo programma. Io amo Liszt. Ho bisogno di lei per essere iniziata ai segreti di Chopin.

HYACINTHE Chopin è morto due mesi fa per la seconda volta.

MARGUERITE Questo gala è la grande occasione, di quelle che ti capitano una volta sola.

HYACINTHE Che tatto!

MARGUERITE Quando mi hanno detto che dovevo suo-nare il suo programma, tutto si è incupito.

HYACINTHE Si vestirà di nero.

MARGUERITE Chopin veste sempre con l’abito della ma-linconia. Si veste di sconfitte amorose. Si tortura l’anima fino all’esaltazione. Che mi vesta di nero, di bianco o di rosso, in così poco tempo non potrò trovare dentro di me i colori di cui si veste Chopin.

HYACINTHE Di cosa ha bisogno per suonare Chopin? Una gran pena d’amore? La sala sarà piena di vecchie ari-stocratiche i cui diamanti aderiscono alle montature tanto male quanto la dentiera alla bocca, di falsi amanti della musica che confondono Bartok e note stonate, di venditori di fumo che vanno ai concerti per mostrare i loro vesti-ti che non assomigliano affatto a quel che sono. A partire dalla regina fino a lei, tutto sarà convenzionale. Dia loro l’impressione di aver sofferto. E non dimentichi: ai salu-ti inclini la testa verso destra, la regina sta da quella par-te. Poi sollevi l’orlo della gonna e pieghi le ginocchia! Se spunterà una lacrima, la lasci scendere! Il pubblico adora l’emozione. Se la regina batte le mani più di venti volte, la sua carriera è assicurata in tutto il Commonwealth, in caso contrario la chiameranno “la canadese”.

MARGUERITE Sia l’anima mia, e io saro le sue mani. (Pausa) In cambio lei potrà chiedermi qualunque cosa!

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HYACINTHE Mi renda felice. Mi ridia un sorriso che non sia cinico. Mi tolga la tristezza che ho in fondo agli occhi. Mi faccia credere che la gente è buona, che le madri si pre-occupano per i loro figli, che i padri vegliano su di loro...

MARGUERITE Non capisco.

HYACINTHE Faccia l’impossibile; renda piacevole il mio viaggio.

MARGUERITE L’aridità del suo cuore fa paura. HYACINTHE Non le chiedo di essere l’amore che dà le vertigini, che crea i fantasmi. Sia l’amore di passaggio, quello che cura, che medica le ferite. Sia l’amore tra due battiti del cuore, quello che si usa una volta e poi si getta via. Non conosco tenerezza femminile da così tanto tem-po... Mio padre ne sarebbe felice. MARGUERITE Non posso.

HYACINTHE Mi racconti la sua vita. Forse vi troverò l’i-spirazione per continuare la mi. Scelga i racconti più tene-ri. Inventi se serve.

MARGUERITE Inventare? Non sarebbe sincero. L’amore

èsincero. Non si gioca con i sentimenti. HYACINTHE Mio padre dice che con l’età capita. MARGUERITE Assurdo.

HYACINTHE Assurdo? Ho tutte le ragioni del mondo per lasciare questa nave, e invece resto qua . Questo è assurdo! Su, mi dica qualcosa di carino. (Molti suoni si sirena da neb-bia. Tutti i passeggeri salgono sul ponte)

SIGNORINA LAVALLÉE (distribuendo le bandiere) Sven-tolate le bandiere!! Sono saliti a bordo gli indiani! Ora possiamo partire. Guardate i fotografi davanti all’hangar 18, sventolate le bandiere e sorridete! Oggi la principessa

Margaret rappresenta la regina al matrimonio della prin-cipessa Ragnhild di Norvegia. Sposa Erlig Lorentzen, un

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armatore!

MARGUERITE (persa) Fantastico!

SIGNORINA LAVALLÉE Il cablogramma dice che Loren-tzen ha detto: “Sì” con voce ferma, e la principessa gli ha risposto con voce flebile. Non lo sapevo che la principes-sa Ragnhild è la sorella minore della principessa Astrid. E lei?

MARGUERITE (gentilmente) Non sapevo che in Norvegia ci fosse la monarchia.

SIGNORINA LAVALLÉE Ma che cosa vi insegnano al conservatorio?

HYACINTHE Insegnano a copiare i geni. ELISABETH TURCOTTE La nave si muove! ELISABETH MENARD La nave si muove! Si parte. ELISABETH TURCOTTE Svelta, Elisabeth, stiamo la-sciando il porto.

ELISABETH PENINGTON (entrando) Eccomi, arrivo.

SANDRO (a Hyacinthe) Puntano su una gara di barchette

a tribordo. Mi dai dei soldi?

HYACINTHE No.

SANDRO Sai, mi sarebbe piaciuto venire a trovarti all’o-spedale, ma mia madre non ha voluto. Ha detto che era pericoloso. Ma ti ho pensato spesso. HYACINTHE (commosso) Ah, si?

SANDRO Ti ho anche trovato un lavoro nuovo. Pugile. Forse non sei tanto in forma, ma hai il temperamento giu-sto. (Hyacinthe sorride)

ELISABETH TURCOTTE Dio mio, com’è alta!

ELISABETH MENARD Vedo fino a casa nostra.

SANDRO Mi sei mancato. Avrei voluto venire a trovarti

all’ospedale ma mia madre...

HYACINTHE Sandro?

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SANDRO Cosa?

HYACINTHE Non è che mi dici così per i soldi? SANDRO Solo un po’, per scommettere. HYACINTHE Sei disgustoso. (Gli dà i soldi) SANDRO Grazie!

SIGNORINA LAVALLÉE Ci muoviamo! Ci muoviamo!

IL MINISTRO Ci muoviamo, Alice!

Il Caïd si presenta sul ponte col biografo.

ALICE Joseph, ecco il finanziatore del tuo partito! Non lo saluti?

IL MINISTRO Non li leggi i giornali?

ALICE Buona giornata, Caïd!

IL MINISTRO (agitatissimo) Alice, ci sono i fotografi!

HYACINTHE (a suo padre) Avete trovato una soluzione?

IL CAÏD Tutto a posto!

HYACINTHE Quale sarebbe la “soluzione”?

IL DIPLOMATICO Sandro, venga qui vicino a me. SANDRO Eccomi. (Mostrando i soldi che gli ha dato Hyacin-the) Ho i soldi per farle pulire il vestito.

HYACINTHE (ironico) Sembra tutto “a posto”, come dice lei.

Si sente la banda che suona “God save the Queen”.

SANDRO (alla signorina Lavallée) È l’inno nazionale?

SIGNORINA LAVALLÉE È “God Save the Queen”!

IL DIPLOMATICO Questa musica spaventa i miei uccelli. ALICE Spaventa anche gli indù, gli irlandesi e i canadesi francesi.

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Alice si mette accanto al Caïd.

IL MINISTRO Resta accanto a me.

ALICE Da qui c’è una nella vista del palazzo giustizia!

IL MINISTRO Alice!!!

SANDRO hanno levato l’ancora.

IL BIOGRAFO La gran nave bianca avanzava su unìepoca tra due correnti. La seconda guerra aveva cancellato quel po’ d’innocenza che restava all’essere umano. IL DIPLOMATICO la nave lascia il porto, Caïd!

Le Elisabeth salutano delle persone sul molo.

ELISABETH TURCOTTE (eccitata) Elisabeth, guarda, sul molo c’è il mio fidanzato!

ELISABETH MÉNARD (ugualmente eccitata) C’è anche il mio, Elisabeth.

ELISABETH PENINGTON (senza entusiasmo) I miei geni-tori! Sì, sono i miei genitori...

IL MINISTRO Marguerite, vieni vicino a noi. SIGNORINA LAVALLÉE Ci muoviamo! Ci muoviamo! IL DIPLOMATICO Sventoli la bandiera, Sandro.

IL BIOGRAFO Ogni essere umano aveva un posto sul-la scacchiera di qualcuno. Ognuno aveva un prezzo, tut-ti erano in vendita. Del passato non c’erano che simboli, come l’avvenire promettente di una giovane regina che veniva incoronata per farci credere a un domani migliore. MARGUERITE Vuole...Vuole che tenga la sua bandiera? HYACINTHE Che tatto!

IL CAÏD (al biografo) Più bello, più forte, più grande!

IL BIOGRAFO Ben presto, si liberarono delle loro preoc-cupazioni per ammirare l’immensità dell’oceano. Ogni

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giornata era segnata da appuntamenti regolari: cinema, cocktail, giochi di società, balli, gare sui ponti e soprattut-to, soprattutto pasti abbondanti, curatissimi. Così va bene, signore?

IL DIPLOMATICO La bandiera, Sandro!

Quarto episodio

La sala per i fumatori. Una delle grandi porte della sala da ballo

èun poco aperta e illumina il profile del Caïd che fuma un si-garo. Il biografo è accanto a lui, ascolta la musica proveniente dalla sala da ballo. Stanno suonando Chopin. Il tutto emana una grande tristezza.

IL BIOGRAFO I passeggeri avevano disfatto le loro vali-gie in fretta per verificare ancora una volta i capi eleganti preparati in vista delle feste londinesi. la nave procedeva tranquillamente, senza drammi apparenti, senza storia. Quanto al Caïd dei caïd, lungo il corso del San Lorenzo aveva ripercorso uno a uno tutti i suoi maggior successi.

IL CAÏD Riesce a inventare qualcos’altro?

IL BIOGRAFO È compito dello storico interpretare i silen-zi dell’eroe.

IL CAÏD E quelli di stasera come li interpreta?

IL BIOGRAFO Ho dei figli anch’io, signore, e...

IL CAÏD E allora?

IL BIOGRAFO Cerco di stare loro vicino. Cerchiamo di essere sinceri e troviamo soluzioni insieme.

IL CAÏD A volte vi invidio, voi gente qualunque.

IL BIOGRAFO Sandro entra con gli uccelli. (Sandro entra e si toglie gli occhiali che poi mette in tasca)

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IL CAÏD Non voglio vederlo.

SANDRO Sono già qui, papà.

IL BIOGRAFO Estuario del san Lorenzo. Seconda giorna-ta di navigazione. Le ordino un whisky, signore? (il biogra-fo esce)

SANDRO Ti ho aspettato in sala da pranzo.

IL CAÏD Mi hai aspettato?

SANDRO Non Avevi fame?

IL CAÏD Non avevo fame.

SANDRO Ti sei perso la sfuriata della moglie del mini-stro.

IL CAÏD Ha fatto una sfuriata?

SANDRO   Voleva avere il posto al tavolo del capitano.

(Pausa) Il capitano le ha dato il suo posto.

IL CAÏD L’ho persa.

SANDRO Sta suonando la sostituta?

IL CAÏD Chi?

SANDRO Hyacinthe la chiama così.

IL CAÏD Non lo so chi suona.

SANDRO Non c’è più la nebbia. Le luci della costa non si

vedono più.

IL CAÏD Già?

SANDRO È molto buio.

IL CAÏD Ah, sì?

SANDRO Hyacinthe è ancora sul ponte.

IL CAÏD Sempre allo stesso posto?

SANDRO È stato lì tutta la notte.

IL CAÏD Colpa delle sue mani.

SANDRO Bisognerebbe dirgli di venire dentro. (parlando agli uccelli) La più grossa è Atlantica. L’altra è Pacifica.

IL CAÏD A quel che ne so io, si portano a spasso i cani, non gli uccelli!

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SANDRO Ha conosciuto un sacco di donne.

IL CAÏD Chi?

SANDRO    Il diplomatico. M’ha fatto vedere delle foto.

Molto belle. Ma la più bella è sua moglie.

IL CAÏD Sulla nave ci sono dei ragazzi della tua età con cui divertirti, e anche altri posti che la cabina di un diplo-matico.

SANDRO 259 in prima classe, 441 in classe turistica.

IL CAÏD Sandro!

SANDRO Quattro saloni, due sale da ballo...

IL CAÏD Smettila!

SANDRO È la prima volta che una persona importante si occupa di me.

IL CAÏD Mettiti gli occhiali!

SANDRO Ma se dici sempre che mi imbruttiscono!

IL CAÏD Se ti metti gli occhiali puoi rivederlo.

SANDRO Davvero posso vederlo? Grazie!* (Correggendosi in fretta) Grazie!

IL CAÏD Ci siamo mai parlati sul serio, tu e io?

SANDRO Ma non lo stiamo facendo anche adesso?

IL CAÏD Parlare da uomo a uomo.

SANDRO Ci diciamo un sacco di stupidaggini, ma gli uo-mini parlano così, no?

IL CAÏD Sai, a volte nella vita bisogna fare dei sacrifici per gli altri.

SANDRO Io per te ne faccio uno grandissimo. (Pausa)

IL CAÏD (turbato) Cosa vuoi dire?

SANDRO Io so tutto. Il diplomatico mi ha spiegato tutto.

IL CAÏD Sai cosa?

SANDRO So che dimenticare Louise per te, per seguirti, è un gran sacrificio. (Pausa) Piangi? IL CAÏD È la musica.

* In italiano nel testo. (NdT)

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SANDRO un giorno Dio apparve a un uomo dalla fede in-crollabile. Gli disse: “Affila il tuo coltello, prepara la legna per la pira, caricala sulla schiena di tuo figlio, il più amato, sacrificalo per me. L’uomo affilò il coltello, tagliò la legna e la carico sulla schiena del figlio. Allora il figlio chiese al padre dov’era l’animale per il sacrificio. Un montone, un capretto, un agnello? Lui gli rispose che avrebbe provve-duto Dio. Arrivato al luogo indicatogli, il padre preparò la pira e approfittando del sonno del figlio, gli legò mani e piedi. Era triste nel cuore e nell’anima, ma sapeva che tutto ciò avrebbe assicurato prosperità. Strano. Sacrificare la propria discendenza per assicurarsi l’avvenire. Le leg-gende sono così. Il padre mise il figlio sulla pira. Alzò al cielo il braccio che reggeva il coltello. Allora, un secondo, due secondi...

IL CAÏD Basta così!

SANDRO Non ho finito.

IL CAÏD Da quando siamo saliti a bordo non fai altro che rompere.

SANDRO Non avevo finito.

IL CAÏD O è una storia di vestiti, o è una storia da preti.

Dio viaggia con la gente qualunque, in classe turistica, due

ponti sotto. Lascialo là.

SANDRO Non avevo finito.

IL CAÏD Chi te l’ha raccontata, questa storia?

SANDRO Qualcuno.

IL CAÏD Chi?

IL DIPLOMATICO (entrando) Io. Per consolarlo.

IL BIOGRAFO (entrando) La sala per i fumatori si illuminò e si animò di tanti appassionai alle avventure del Caïd.

La stanza si illumina. Willy e Jeremy entrano e servono alcolici

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agli uomini. Alice, il ministro e le tre giovani Elisabeth li seguo-no.

ALICE (al diplomatico) Il nostro paese è diventato ricco for-nendo agli altri quel che serve per ammazzarsi. Visto che il nazismo è morto, per far funzionare le nostre fabbriche adesso abbiamo bisogno di un altro spettro. Il comunismo

èun pretesto perfetto. Perché ma crede che si combatta in

Corea?

IL MINISTRO A volte mi mancano le piccole cose della vita, come “Caro, ho visto una bella collana nella boutique dell nave”.

Risate. Si sistemano per giocare a carte.

ALICE Vuole giocare con noi, Caïd?

IL MINISTRO Non credo che il signore giochi a bridge!

ALICE Un poker allora?

IL BIOGRAFO Magica parola!

ALICE Dicono che lei sia un giocatore temibile!

IL BIOGRAFO “Temibile”; sapeva davvero scegliere le parole.

IL MINISTRO (ignorando il Caïd) Bridge, Alice!

IL DIPLOMATICO Sandro, sai giocare a poker?

SANDRO Doppia coppia, tris, scala, colore, mano, poker,

scala di colore e scala reale.

IL MINISTRO Bridge!

SANDRO (al ministro) Si può giocare anche a black jack. ALICE (sedendosi accanto al Caïd) Come stanno i suoi amici italiani, Caïd?

IL MINISTRO Lo stai confondendo con qualcun altro.

ALICE (al Caïd) Porti loro i nostri saluti. Perlomeno, a

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quelli che sono a piede libero... Da un po’ di mesi non fac-ciamo altro che strappare pagine dall’agenda degli indiriz-zi. Le loro bustarelle ci mancheranno...

SANDRO Cos’è una “bustarella”?

ALICE Chieda a suo padre.

Marguerite entra nella sala fumatori con degli spartiti in mano.

IL MINISTRO Stavi provando, mia cara? ALICE La regina sarà contenta! MARGUERITE A cosa state giocando? SANDRO Giochiamo a decidere che gioco fare. IL CAÏD (richiamandolo all’ordine) Sandro!

SANDRO Lei sostituisce mio fratello. Che cosa vuol dire “essere raccomandato”?

ALICE Per questo chieda a mio marito.

IL MINISTRO (tentando un diversivo) Così vi chiamate tut-te e tre Elisabeth?

ELISABETH TURCOTTE Elisabeth Turcotte

ELISABETH MÉNARD Elisabeth Ménard ELISABETH PENINGTON Elisabeth Penington

IL MINISTRO Alice, sapete che tutte e tre hanno vinto un concorso?

ELISABETH TURCOTTE Il concorso era stato fatto pro-prio per le ragazze di nome Elisabeth.

ELISABETH PENINGTON E che sonon nate lo stesso giorno della regina.

ELISABETH MÉNARD Siamo in ventuno sulla nave.

IL MINISTRO Ventuno!!!

ELISABETH TURCOTTE Le altre sono in classe turistica. IL MINISTRO (mostrando interesse) Ah Bene! ELISABETH PENINGTON C’era un concorso nel concor-

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so. Ne sceglievano tre su ventuno per la prima classe. ELISABETH MÉNARD Noi abbiamo stravinto. ALICE Si vede subito! Black jack?

IL DIPLOMATICO Bisogna decidere la posta.

IL MINISTRO Non c’è posta a bridge.

ELISABETH TURCOTTE La borsetta e le scarpe sono of-ferte da Simpson-Sears.

ELISABETH MÉNARD E i guanti da Eaton.

IL MINISTRO Le hai già mischiate abbastanza, Alice.

MARGUERITE (agli steward) Un tè.

IL CAÏD Sandro, scegli una di queste signorine e siediti vicino a lei.

SANDRO Con il diplomatico!

IL DIPLOMATICO È lui che insiste.

SANDRO (mettendosi gli occhiali) Per favore! (Sandro si si-stema accanto al diplomatico)

IL MINISTRO Siamo troppi per giocare a bridge. Due squadre di due.

Nonostante quel che dice il biografo, Alice non dà le carte, che continua a mischiare.

IL BIOGRAFO Iniziarono a giocare. La moglie del mini-stro vinse la prima partita. Un’ottima mano.

IL DIPLOMATICO (a tutti) Lo sapevate che l’allodola sim-boleggia lo slancio dell’uomo verso la gioia?

IL BIOGRAFO Poi fu la volta del diplomatico di vincere la mano, e senza far vedere le carte. WILLY Tea, Madam?

ALICE Cognac, come i signori.

IL MINISTRO Le medicine, Alice. (Agli steward) Madame wants a tea.

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ELISABETH MÉNARD Me too.

ELISABETH TURCOTTE Me too.

ELISABETH PENINGTON Me too.

ALICE Cognac!

JEREMY (alle Elisabeth) Cream? Sugar?

ELISABETH TURCOTTE Me too.

ELISABETH PENINGTON Me too.

ELISABETH MÉNARD Me too.

IL CAÏD Whisky!

IL BIOGRAFO  La fortuna guardò dalla parte del Caïd.

Vinse tre volte, colpo su colpo.

Entra la signorina Lavallée con un enorme pennacchio da capo indiano in mano.

SIGNORINA LAVALLÉE Gli ho chiesto di mettere il pen-nacchio. Solo per stasera. Si rifiuta. Si rifiutano tutti. Ho un bel spiegargli che ci farebbero un gran piacere. Ho un bel dirgli che a bordo ci sono dei belgi, dei francesi, de-gli inglesi, e che sarebbe un bel ricordo per loro... Niente. Nessuna cooperazione. (Esce)

ELISABETH PENINGTON Quel che mi piace della prima classe è che sono tutti molto educati. ELISABETH MÉNARD Si salutano tutti.

ELISABETH PENINGTON Usano tutti delle belle frasi. ALICE Non si sa mai di chi avremo bisogno domani. ELISABETH MÉNARD Dicono che la prima classe è mol-to cara.

ALICE Non saprei. Una sovvenzione!

IL MINISTRO Le carte, Alice!

IL DIPLOMATICO Aquando le elezioni?

ALICE Il primo ministro vuole rovinarci l’estate. Già mi

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vedo a sudare in un buco di provincia, a una festa mariana qualunque, seduta su un carretto trainato dai cavalli a fare ciao ciao ai contadini. Che strazio! Già mi vedo a far visita ai moribondi in ospedale, cercando di strappargli un voto prima che le medicine gli strappino l’anima. Io detesto gli ammalati, hanno l’aria così... malata. IL DIPLOMATICO Parlano di agosto.

ALICE Il dieci!

IL MINISTRO (esplodendo) Alice!

MARGUERITE Mamma!

ALICE Le elezioni saranno il dieci agosto!

IL MINISTRO Alice e le date! Sono l’unico che si ricorda il nostro anniversario di matrimonio!

ALICE È un trucco per farmi star zitta.

IL MINISTRO Preferisci che ti dica semplicemente di star zitta? (Disagio. Alice mischia energicamente le carte)

ALICE Star zitta? Da quando siamo entrati in politica non faccio altro. Sono stata una stupida a pensare che fosse una tribuna per esprimere opinioni.

MARGUERITE (prendendo congedo) Vogliate scusarmi... ALICE Resta qui! Voglio che tu impari come tua madre onora le sue responsabilità.

ELISABETH MÉNARD (guardando il diplomatico) In prima classe ci sono anche dei begli scapoli.

ALICE Se ha dei begl’occhi, finirete in uno dei suoi bor-delli. Se parla bene, finirete moglie di ministro. ELISABETH PENINGTON Mi piacerebbe molto.

ALICE Puttana o moglie di ministro? ELISABETH PENINGTON Moglie di ministro!

ALICE Tenere la borsetta, un mazzo di fiori e il program-ma della giornata con un baccio solo per ora, senza diven-tare paralitica? Sbadigliare elegantemente durante i ricevi-

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menti? Dormire con gli occhi aperti durante i discorsi? Passare le giornate a sorridere come una scema? Svilup-pare dipendenza dai tramezzini fantasia? Commuoversi davanti a cadetti brufolosi che vi regalano animali imbal-samati? Mandar giù senza smorfie zuppe esquimesi di foca in brodo grasso di balena o cordiere secche di bisonte delle praterie canadesi? Le interessa? Vestirsi alla moda outaouaise? Le interessa davvero?ELISABETH PENINGTON Be’...

ALICE Vergognarsi della propria ricchezza nei quartieri poveri? Trattenere le lacrime negli orfanotrofi?

IL MINISTRO Alice!

ALICE (più grave) Giudicare tutti e riconoscere rapida-mente il posto che occupano nella società? Cono una sola occhiata rendersi complice di gente detestabile e ignorare chi si ama? Saper elargire al momento giusto parole che feriscono o fanno paura? Provar gusto a frequentare degli intrallazzatori qualsiasi, dei cafoni di campagna? Stare al tavolo con la mafia locale?

IL MINISTRO Vieni.

ALICE Usare la demagogia del momento, annusare i buo-ni affari, alimentare i pettegolezzi? Stare a mollo nei com-plotti? Utilizzare i difetti di una legge per coprire i propri interessi? Questo le interessa? Ragazza mia, lei finirà per parlare la lingua degli slogan ufficiali, quella che trucca le controversie retoriche.

MARGUERITE Ora ci congediamo davvero!

ALICE Perché? la partita è appena cominciata!

IL MINISTRO Un piccolo sforzo, Alice!

ALICE (gettando le carte a terra) da anni , Joseph, accanto a te sono la prova vivente di quel che i può fare con uno sforzo. Mi alzo con uno sforzo e vado a letto con uno sfor-

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Ogni volta che spingo la sedia a rotelle di quel che resta di nostro figlio, ogni volta che gli faccio il bagno, ogni volta che gli dò da mangiare, faccio uno sforzo, uno sforzo pa-triottico. Faccio lo sforzo di cercare di dimenticare! Faccio lo sforzo di seguire la dottrina del tuo partito: l’amnesia, coast to coast! Il tuo governo ha innalzato la facoltà di di-menticare al rango dei valori nazionali. Il tuo governo è riuscito a farci credere che il massacro di Dieppe non è esistito, che era solo una semplice prova generale di un futuro sbarco. Milleduecento madri canadesi hanno dato vita alle comparse di una prova generale. I Nostri figli non sono morti davvero: provavano!

IL MINISTRO Capiamo la tua sofferenza, ma sono passati undici anni.

ALICE Undici anni che ricordo l’enorme sbavatura dello stato maggiore britannico. Undici anni che tu dimentichi. Doveva essere notte, era giorno.

IL MINISTRO I nostri figli sono ero.

ALICE Doveva esserci la nebbia, c’era il sole.

IL MINISTRO Hanno combattuto per la salvezza del mondo intero.

ALICE La spiaggia doveva essere sabbiosa, invece c’erano solo rocce.

IL MINISTRO Loro non si sono nascosti nei campanili delle chiese né correndo a sposarsi con la prima venuta o andando dietro ai discorsi dei nazionalisti.

ALICE Sapete come hanno provato la loro morte, i miei figli? Aspettavano sulla nave l’ordine di sbarcare, con altri seicento canadesi francesi. Intanto gli ontariani, i manito-ba, i nuovi scozzesi stavano già versando il loro sangue sulla spiaggia di Dieppe.

IL DIPLOMATICO  Dall’alto delle falesie, i tedeschi con-

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trollavano tutto.

ALICE Miracolosamente, una dozzina di ontariani sono riusciti a superare quella spiaggia infernale e sono entra-ti nella città. Appena al riparo, hanno mandato un breve messaggio radio al quartier generale per annunciare la loro impresa, ma poi...

IL DIPLOMATICO La trasmissione radio è stata disturba-ta per un paio di secondi.

ALICE  Un secondo, due secondi...

IL DIPLOMATICO Una parola...

ALICE ...Due parole.

IL DIPLOMATICO Il quartier generale ha capito male. Il quartier generale ha capito che il reggimento dell’Ontario al completo era entrato a Dieppe. Il quartier generale ha creduto che lo sbarco fosse riuscito.

ALICE A quel punto, hanno dato l’ordine di sbarcare ai canadesi francesi.

IL DIPLOMATICO(turbato) Dalle sette alle sette e unquarto del mattino, in quindici minuti, centinaia di giova-ni... Tutto quel che si muoveva sulla spiaggia... I tedeschi sparavano anche sui cadaveri, come se volessero ucciderli due volte.

ALICE Coloro che amavo, coloro che amavo... (Commossa) IL MINISTRO Dimentica!

ALICE Ho messo al mondo Pierre, e Paul, e Arthur per aiutare Mackenzie King che voleva aiutare Churchill che voleva aiutare Stalin. Stalin che aveva già aiutato Hitler e Stalin che oggi non aiuta più nessuno.

IL MINISTRO Tutte queste cose in mente... Se tu potessi dimenticare, mia care.

ALICE Il giorno dopo la battaglia, i giornali londinesi tito-lavano la prima pagina con i pochi feriti britannici, senza

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fare parola delle centinaia di morti canadesi. Da Ottawa non ha protestato nessuno. Niente di strano da parte di un paese che si comporta ancora come una colonia! Bancono-te, francobolli, parlamento, sistema legislativo, tutto nello stile delle monarchie imperiali.

IL MINISTRO Vieni a prendere le tue medicine. Vieni! ALICE Abbiamo una casa grande, un bel giardino. Sap-piamo come si prende il tè e come si gioca a bridge. E que-sto è quel che conta.

IL MINISTRO Dovete scusarci.

ALICE Vedrete, domani chiacchiererò di nuovo del più e del meno. Domani... Quando le medicine non riescono più a far tacere i ricordi, mi capita di sentire dentro di me, nel profondo, un potente “viva l’anarchia”.

Esce. Marguerite raccoglie le carte.

IL MINISTRO È una ribelle. Da giovane riusciva a con-trollarsi. Dopo la morte dei ragazzi... L’alcol e le medici-ne... Confonde chiacchiere e versioni ufficiali. Dice che di notte i nostri figli la ossessionano. io non ne voglio sapere. Ho bisogno di non sapere. Ho bisogno di dormire. È una ribelle. L’ho sempre amata per questo. Buonasera. (Esce. Pausa. Ritorna) Per quel che riguarda la data delle elezioni,conto sulla sua discrezione. (Esce di nuovo) MARGUERITE Mi dispiace. Davvero.

C’è un momento di pesante silenzio. Ognuno sembra stare in un mondo a sé.

IL BIOGRAFO Il Caïd calcolava quanto aveva vinto a car-te. Il diplomatico esibiva le sue glorie militari. La giovane

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pianista sentiva già gli applausi dopo la sua esibizione al gala. Le giovani Elisabeth e Sandro si facevano la corte. La sala era immersa in un’atmosfera di gioia.

SANDRO (prendendo la mano del diplomatico) Tutto bene, Jéròme?

IL DIPLOMATICO  Undici ore sulla spiaggia di Dieppe.

Trentaquattro mesi nelle prigioni naziste.

ELISABETH MÉNARD Samba. Cha-cha-cha. Mi hanno detto che di sera in classe turistica c’è l’orchestra. ELISABETH TURCOTTE In classe turistica’ ELISABETH PENINGTON Non si scende di classe così. IL DIPLOMATICO (cupo) I tedeschi ci hanno legati in gruppi di dieci e così per due mesi abbiamo dovuto tirar giù i pantaloni del nostro vicino perché potesse fare i suoi bisogni elementari.

LE TRE ELISABETH Ok! Andiamo! (Escono)

IL CAÏD Sandro, è ora di andare a dormire.

IL DIPLOMATICO (a Sandro) Domani alle quattro, dal sarto.

SANDRO Domani alle quattro.

IL CAÏD Chi ti ha dato il permesso?

SANDRO Buonasera*.

IL DIPLOMATICO Buonasera*, Sandro. (Sandro esce) Ap-

pena prima che il padre abbattesse il coltello sul figlio...

Un secondo, due secondi... Un angelo fermò la sua mano. Dio gli assicuro prosperità. Il padre si chiamava Abramo e il figlio Isacco. (Salutando) Signori, signorina. (Il diplomatico esce)

MARGUERITE (al Caïd) Forse è il momento sbagliato, ma vorrei dirle che suo figlio era un gran pianista e che non dovrebbe lasciarlo da solo sul ponte. Potrebbe fare una sciocchezza.

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IL CAÏD È da quando siamo partiti che sembra il porta-bandiera dei miei errori.

MARGUERITE Forse è per colpa della sua artrosi alle mani...

IL CAÏD (violento) Artrosi? Quale artrosi? Gli hanno spez-zato le dita. Un equivoco.

MARGUERITE (terrorizzata) Non lo sapevo.

IL CAÏD Sembra strano, ma era da un po’ che non facevo

paura a qualcuno. Mi fa bene. Vada a dirgli di venire den-

tro.

MARGUERITE Io?

IL CAÏD Ho voglia di andare a prendere un po’ d’aria senza incontrarlo.

MARGUERITE Ma non saprei cosa dirgli.

IL CAÏD Gli dica che abbiamo trovato una soluzione per i passaporti.

IL BIOGRAFO Una soluzione?

IL CAÏD Gli dica che ci hanno dato i passaporti. Verrà dentro.

MARGUERITE Buona notte! (Esce)

IL BIOGRAFO Quale sarebbe la soluzione?

IL CAÏD È lei l’autore. Ne trovi una. (Il Caïd sparisce dietro la poltrona)

Quinto episodio

Sul ponte, la stessa sera. Nebbia.

Marguerite raggiunge Hyacinthe. Ogni trenta secondi si sente la sirena da nebbia.

MARGUERITE Dovrebbe rientrare.

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HYACINTHE A quando la mia felicità? L’ho aspettata tut-to il giorno ieri, tutta la notte e tutto il giorno ancora. Sono rimasto sul ponte, senza muovermi. Sono rimasto allo stesso posto perché non dovesse cercarmi. L’ho aspettata al freddo tutte queste ore, senza magiare. Mi sono voltato centinaia di volte credendo di sentire il suo respiro. Dove avevo immaginato la sua presenza, la nebbia formava del-le ombre che mi invitavano a seguirle. Al crepuscolo, le fiamme dell’orizzonte ballavano sulla mia testa. Poi con l’oscurità sono arrivate le chimere. Il mare prestava loro voci ossessionanti: “Salta. Salta negli abissi”.

Per sfuggire alle allucinazioni avrei dovuto saltare. Nel vuoto. C’era solo lei che poteva impedirmelo. Solo lei per la dolcezza. Dieci volte ho saltato, venti volte, e lei non c’era per trattenermi. Niente! Cosa ha fatto tutto questo tempo?

MARGUERITE Provavo.

HYACINTHE Ho passato tutte queste ora a ripercorrere

la mia vita, a cancellare tutto ciò che mi ci poteva ancora

legare. Mi aspettavo perlomeno un po’ di considerazione

da parte sua, non fosse altro che per l’attimo di piacere

musicale che le ho dedicato un giorno. Ho perfino creduto

che la pietà l’avrebbe spinta a un po’ di sollecitudine. No.

Niente! Lei provava!

MARGUERITE Sì.

HYACINTHE Mi tradiva con Chopin!

MARGUERITE È così.

HYACINTHE Mi delude molto!

MARGUERITE Per gettarsi nel vuoto c’è chi sceglie di far vibrare i colori, altri scelgono le parole o i movimenti. Per noi due, è la musica. Lei può consolarla. Non quella che c’era nelle sue mani, quella che c’è ancora dentro di lei.

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Venga. Passiamo dalle cucine. Ordiniamo un piatto caldo.

Poi giocheremo a carte con gli altri. Terrò io le sue carte.

HYACINTHE Certo che ha un tatto!

MARGUERITE Poi mi farà provare fino all’alba.

HYACINTHE Mi lasci (Pausa)

MARGUERITE Suo padre!

HYACINTHE Perdonare, aggiungere umiliazione all’of-fesa?

MARGUERITE Così smetterà di punirsi.

HYACINTHE Cosa sa di me? Cosa sa?

MARGUERITE So che è lui la causa della sua infelicità. Mi ha anche detto quel che è capitato alle sue mani...

HYACINTHE È lui che ti manda? Decisamente, lui si può permettere tutto.

MARGUERITE Lo perdoni! Ho sempre creduto nel per-dono. È semplice. Ci permette di alleggerire la nostra pena e di vedere meglio quella degli altri.

HYACINTHE (violento) È con delle scemenze del genere che vuole suonare Chopin? Chopin non perdona. Chopin soffre!

MARGUERITE allora la smetta di fare il cinico e soffra! Si faccia vedere mentre piange. Urli. Mi commuova con i suoi lamenti. Mi impietosisca. Non è la mia pietà che sta cercando? Aspetto. Ci metta un po’ del suo leggendario ta-lento. Niente? Niente! Le vittime sono cattive: la sofferenza

èil solo potere che hanno. Ripetono sempre: guardate cosa mi hanno fatto. Guardate! Guardate! E questo gli dà tutti i diritti. Diventano dei tiranni. Governano col risentimento.

Costruiscono castelli sulle colpe degli altri. Sono martiri, dio e infinito, e noi diventiamo loro schiavi. Basta gettare uno sguardo nei loro occhi tristi, e anneghiamo nelle loro lacrime. Basta immergere le mani nelle loro piaghe che su-

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bito si cicatrizzano, imprigionandoci. Ho un fratello che

ha perso tutti gli arti, una madre che ha perso i suoi figli,

un padre che ha perso le sue illusioni. Conosco tutta la

gamma lamenti, tutto il peso dei silenzi. In questo campo

lei non è che un dilettante. (Pausa) Mi ha anche detto di

dirle che ha i passaporti.

HYACINTHE Cosa?

MARGUERITE Mi ha detto di dirle che ha trovato una soluzione per i passaporti.

HYACINTHE Una soluzione? E io dovrei credergli? Per-ché mai dovrei credergli?

MARGUERITE Smetta di abusare di quelli che le voglio-no bene. Buona Sera! (Sta per uscire)

HYACINTHE Aspetti!

MARGUERITE Non ritornerò, Hyacinthe.

HYACINTHE L’ho fatta giocare a un brutto gioco. Mi per-doni. (Pausa) Sa, posso capire cosa vuol dire perdonare. Mi perdoni. (Lei lo guarda) Prima cosa da ricordare: Chopin è stato uno dei primi a lasciar posto al solista. L’orchestra non fa altro che sostenere la melodia del solista. È pronta? Suoniamo il concerto.

MARGUERITE C’è un piano nella sala da ballo.

HYACINTHE No. Qui. Racconti. Aspetti, all’inizio...

MARGUERITE All’inizio, comincia con i violini.

HYACINTHE Racconti meglio.

Si sente la musica del secondo movimento del Concerto n.1 per pianoforte e orchestra di Chopin.

MARGUERITE All’inizio, gli strumenti a corde chiamano il piano.

HYACINTHE Cosa vede?

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MARGUERITE Vedo l’orchestra.

HYACINTHE No. cosa le ispira la musica? Cosa le mo-stra?

MARGUERITE C’è una donna (Pausa) È sola. (Pausa)

HYACINTHE E poi?

MARGUERITE È di spalle. (Pausa)

HYACINTHE L’ambientazione adesso.

MARGUERITE Intorno a lei è tutto arido. (Pausa)

HYACINTHE Cosa fa?

MARGUERITE Aspetta.

HYACINTHE Romanze, larghetto*.

MARGUERITE Aspetta qualcuno.

HYACINTHE Senta bene le immagini.

MARGUERITE Davanti a lei appare una figura.

HYACINTHE Cos’è? Chi è? (Si guardano) Adesso appoggi

le man sulla tastiera.

MARGUERITE A questo punto si sente il sospiro dell’inte-ra orchestra, che osserva in silenzio.

HYACINTHE Gli adagio dei due concerti sono stati ispi-rati da un amore adolescente. (Pausa) Ho dato il mio primo concerto a undici anni.

IL CAÏD (nel salone) Avevo invitato tutta la buona società di Montréal. Era la prima volta che lo sentivo suonare. Era pervaso da qualcosa più grande di me.

HYACINTHE Alla fine del primo movimento, appena prima di ricominciare, ho sentito qualcuno applaudire e gridare “bravo, bravo”*!

IL CAÏD (nel salone) Bravo! Bravo!*

MARGUERITE Suo padre applaudiva tra un movimento e l’altro?

IL CAÏD (nel salone) L’ho imparato dopo che non si fa.

MARGUERITE Era a disagio?

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HYACINTHE Lui era così orgoglioso.

IL CAÏD (nel salone) Tutta la sala si è messa ad applaudire con me.

MARGUERITE Tutta la sala?

IL CAÏD (nel salone) Non avevano scelta.

HYACINTHE M’ha rifatto lo stesso numero a ogni movi-mento.

IL CAÏD (nel salone) Voglio che questo venga scritto. MARGUERITE Al conservatorio parlano ancora di lei. Di-cono che Chopin si sarebbe commosso sentendola suona-re.

HYACINTHE Mi ha già sentito. Marguerite... È così, no?

“Marguerite”?

MARGUERITE Sì.

HYACINTHE Crede che una donna possa interessarsi a me?

MARGUERITE Sì. Venga. Un piatto caldo. HYACINTHE Una donna! Non un’infermiera! MARGUERITE La bellezza, è qualcosa di interiore. HYACINTHE Collegiale.

MARGUERITE Faccia sua la mia conquista del mondo. HYACINTHE Non sarei buono neanche per girare le pa-gine del suo spartito.

MARGUERITE Ho freddo! (Lui la prende per le braccia) Ora, il piano e l’orchestra sono un tutt’uno. Lei ha ritrova-to colui che aspettava. Mi dica qualcosa di gentile.

HYACINTHE Sei molto bella.

MARGUERITE Puoi toglierti i guanti? (Lui ne leva uno)

HYACINTHE Vedi, mi hanno già rotto tre volte le falangi

per cercare di raddrizzarle e... (Lei gli bacia la mano)

MARGUERITE Pianissimo.

HYACINTHE Non sento niente.

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Possiamo provare con le labbra?

HYACINTHE Possiamo provare! (Bacia Marguerite)

Sesto episodio

Empress room. Sandro è inseguito da Jeremy e Willy.

WILLY Come here! You cheated!

SANDRO Non ho barato.

JEREMY You dropped two cards on the floor!

WILLY Give us our money back!

SANDRO L’ho vinta!

JEREMY Give us our money back!

SANDRO Non se ne parla nemmeno.

IL DIPLOMATICO (entrando con una scatola enorme) Cosa succede?

WILLY We were playing poker and this young gentleman che-ated, sir.

JEREMY ...with two hidden cards, sir.

SANDRO Solo una. Non li stia a sentire!

IL DIPLOMATICO I’m surprised to learn that the crew has permission to play poker on board. JEREMY It’s forbidden, sir.

WILLY But, this young gentleman cheated, sir.

IL DIPLOMATICO Ha barato, e allora? Bariamo tutti. (Dà loro una mancia generosa. Gli steward escono)

SANDRO Senza di lei, sarei morto. (Il diplomatico tira fuo-ri il vestito nuovo dalla scatola) Il mio vestito? Magnifico!Splendido!* Il mio primo vestito da uomo! IL DIPLOMATICO Ti piace?

SANDRO È il più bel vestito della mia vita.*

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IL DIPLOMATICO C’è anche una camicia. Farai colpo su tutte le ragazze.

SANDRO Tutte le ragazze!*

IL DIPLOMATICO Ti troveranno bellissimo.

SANDRO Il più bello.*

IL DIPLOMATICO Tocca com’è liscio. (Sandro accarezza il vestito)

SANDRO È liscio.

IL DIPLOMATICO Apprezzeranno la luce che si sprigio-na dal tuo viso. (Il diplomatico accarezza furtivamente il viso di Sandro)

SANDRO Saremo amici per tutta la via. I migliori amici del mondo. (Tra le braccia del diplomatico) Voglio misurar-melo. Mi passi la camicia. (Sandro si mette a torso nudo) 338 cassette di mele, di arance e di altra frutta. 20140 libbre di farina. 9000 libbre di zucchero. 3860 libbre di latte in pol-vere... (Pausa) Perché mi guarda così? (Entrano il Caïd e il biografo; il Caïd guarda il diplomatico mentre aiuta suo figlio a cambiarsi)

IL BIOGRAFO Oceano Atlantico, latitudine 50, longitudi-ne 26 ovest. Il centro del mondo. Fine della terza giornata. IL CAÏD La scorsa notte mi sono svegliato. Ero sudato. Sulla nave regnava un gran silenzio, come se i motori si fossero fermati. Ho pensato che forse la nave aveva urtato contro qualcosa, che forse l’acqua sarebbe salita fin sopra di noi. Mi dicevo: “Presto la gente comincerà a urlare. Le sirene ci diranno di evacuare. Si spegneranno le luci e l’o-scurità dell’oceano...”. Dentro il letto soffocavo! Mi dicevo: “Alzati, va’ a cercare i tuoi figli. È tutto ciò che ti resta. Apri tutte le porte e trovali”. Allora mi vedevo alzarmi e cercare i miei figli. Aprivo le porte. Decine, centinaia di porte. Da tutte le cabine uscivano dei cadaveri che galleggiavano a

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testa in giù. Li rivoltavo. Niente Hyacinthe. Niente San-dro. Avanzavo nell’acqua ghiacciata ma non sentivo fred-do. Avevo le mani scorticate dalle schegge di vetro ma non sentivo le ferite. E gridavo: “Non sento niente. Non sento niente. Vorrei sentire qualcosa. Qualcosa. Non sento nien-te.” Nel letto soffocavo. Allora mi sono alzato davvero. Sono venuto qui nel salone. Era tutto tranquillo. Il perso-nale faceva le pulizie, hanno smesso. Mi hanno guardato e ho visto la mia aria stranita nei loro occhi. Ho visto le mie mani tremare. In quel momento mi sono ricordato che mi avevano sempre portato rispetto, che ero sempre stato ricco, che mi avevano sempre temuto perché non sentivo niente, e che dovevo continuare così. SANDRO Hai visto il mio vestito nuovo?

IL BIOGRAFO Il diplomatico aprì un oblò.

IL DIPLOMATICO Tenga i passaporti...

IL BIOGRAFO Un secondo.

IL DIPLOMATICO ...O li butto in mare?

IL BIOGRAFO Due secondi.

IL CAÏD Dia qua!

IL DIPLOMATICO Sandro, vada nella mia cabina.

SANDRO Devo avere il suo permesso.

IL CAÏD Vai, Sandro. Vai, vai nella sua cabina. SANDRO Sei il migliore dei padri. (Sandro esce)

IL DIPLOMATICO (dandogli i passaporti) Ecco qui quello

di James e quello di Martin.

IL CAÏD E il mio?

IL DIPLOMATICO Sandro le darà il suo domattina, all’al-ba.

IL CAÏD La sua Louise, ha dei lunghi capelli biondi.

IL DIPLOMATICO E gli occhi nocciola. Ne so più di lei.

IL CAÏD (al diplomatico) Lo faccia bere.

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IL DIPLOMATICO Prego?

IL CAÏD Lo faccia ubriacare. Per favore.

IL DIPLOMATICO Gli ha appena salvato la vita. Lei è un buon padre.

IL CAÏD Stia zitto.

IL DIPLOMATICO Avrà l’animo un po’ più pesante, ma un’anima senza vita è soltanto una piccola croce bianca in più in un campo di piccole croci bianche. Signori. (Esce)

Sirena da nebbia.

IL BIOGRAFO Vado a finire la sua biografia, signore.

IL CAÏD Le ordino una bottiglia di whisky?

IL BIOGRAFO Non ho più bisogno di lei.

IL CAÏD È pur sempre la mia vita!

IL BIOGRAFO Siamo arrivati a un tal punto di finzione che la realtà non mi è più di nessun aiuto. Finirò da solo. IL CAÏD Come avverrà la mia sparizione?

IL BIOGRAFO “Il re delle ombre cadde in mare…” IL CAÏD Mi piace.

IL BIOGRAFO “…Lottando con il diplomatico che voleva abusare di suo figlio, il re delle ombre cadde in mare”.

IL CAÏD Non mi piace.

Entra Hyacinthe un po’ ubriaco. È radioso.

HYACINTHE Ecco l’autore di mio padre. Visto che può reinventare la sua vita, potrebbe reinventare anche la mia! (Disinvolto, canticchia un cha cha cha) Ci provi almeno.

IL BIOGRAFO Io lavoro per suo padre, non per lei. HYACINTHE Scriva in che modo e con quali tormenti sono riuscito a dimenticare tutto. Inventi le circostanze.

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Inventi che sono stato magnanimo. Dia i dettagli. Scriva l’

inimmaginabile.

IL CAÏD Ci provi!

IL BIOGRAFO (tentando di rispondere) L’alcol aveva reso vulnerabile il figlio. La fatica aveva reso conciliante il pa-dre.

HYACINTHE Continui.

IL BIOGRAFO Il padre sfuggì lo sguardo del figlio.

HYACINTHE Dovreste essere a letto.

Pausa.

IL BIOGRAFO Il figlio si avvicinò al padre.

IL CAÏD Stavo uscendo.

IL BIOGRAFO I loro occhi si incrociarono.

HYACINTHE Uscire? Per andare dove?

IL BIOGRAFO Un momento affettuoso.

IL CAÏD Ero preoccupato per te.

HYACINTHE Per me?

IL BIOGRAFO Laggiù, all’orizzonte, spuntava la speran-za di un giorno nuovo. (Il biografo esce). HYACINTHE Ho ballato.

IL CAÏD Tu?

HYACINTHE Strano, eh?

IL CAÏD Da quando in qua sai ballare?

HYACINTHE Da stasera. Posso bere con te? Mi gira la testa. Mi piace. Non ci sono abituato.

IL CAÏD Il ballo, l’alcol? Alla fine faremo di te un uomo. HYACINTHE Dopo aver ballato, abbiamo trovato un pia-no. Lei è pianista. Un po’ scolastica, ma si può ascoltare. Ha detto che sarei un buon professore.

IL CAÏD Chiacchieri come una ragazzina. E bella?

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HYACINTHE Sì.

IL CAÏD Bene, devo andare.

HYACINTHE Dove?

IL CAÏD Eh?

HYACINTHE Dove vai? Tutto bene, papà? Hai l’aria pre-occupata.

IL CAÏD Ho il tuo passaporto nuovo. (Glielo dà) Mettilo al sicuro.

HYACINTHE È andato tutto bene?

IL CAÏD Come al solito. Come al solito. Così, hai ballato?

HYACINTHE Sì. Balli latinoamericani.

IL CAÏD È carina, hai detto?

HYACINTHE Sì.

IL CAÏD Non le hai promesso niente?

HYACINTHE No.

IL CAÏD Non bisogna promettere niente alle donne. Non dimenticare che a Londra spariremo.

HYACINTHE Non dimentico. (Leggendo il passaporto) Ja-mes Peacock.

IL CAÏD Mettilo al sicuro.

HYACINTHE Sì.

IL CAÏD Vado a fare due passi.

HYACINTHE Prendi la giacca.

IL CAÏD Cosa?

HYACINTHE  Fa freddo. (Si guardano in silenzio) Laggiù

cercheremo di essere felici.

IL CAÏD Sì.

HYACINTHE Ricominciamo da zero?

IL CAÏD Proprio così.

HYACINTHE Nomi nuovi. Nuove vite.

IL CAÏD Il passaporto è la cosa più preziosa che hai.

HYACINTHE Perdoniamo tutto e dimentichiamo.

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IL CAÏD No, Hyacinthe! (Pausa) Non perdonare nessuno. Tanto meno quelli che non hanno rimpianti. Niente rim-pianti, niente perdono! Più conservi il tuo perdono, più conservi la tua autorità. Perdono dato, rispetto rubato.

HYACINTHE Vi perdono per le mie mani, papà.

IL CAÏD Non ti hanno picchiato in testa, che io sappia! Come puoi perdonare? Pensavo che tu avessi un minimo d’orgoglio! Non ci sono rimpianti; non c”è perdono. C’è il destino. Nient’altro. Ci sono quelli che vincono, e quelli che perdono. I potenti, e i sottomessi. Vivere non è altro che cercare di inventarsi delle sfumature. HYACINTHE Non voglio passare la vita a detestarvi.

IL CAÏD Il tuo destino è di detestarmi, Hyacinthe. Padri e figli sono fatti per questo. Ci si detesta, ci si tradisce, ci si giudica, ci si ignora, ma non ci si perdona niente. Nient’al-tro. Non si può cambiare nulla. Vedrai, un giorno i tuoi fiigli malediranno tutto quel che hai fatto per loro.

HYACINTHE Non si potrebbe provare qualcos’altro?

IL CAÏD Ti ho promesso una nuova vita, non un nuovo padre! Guarda le mie rughe, Hyacinthe! Ce ne sono un paio che ti possono far capire quanto io sia disprezzabile. HYACINTHE Voglio qualcos’altro. IL CAÏD Piantala!

HYACINTHE lo vi perdono!

IL CAÏD Piantala! Sai cosa ho fatto? Sai cosa ho appena fatto? Ho dato Sandro al diplomatico. Basta per farti rin-goiare il tuo perdono?

HYACINTHE Mi hanno detto che avete trovato una solu-zione.

IL CAÏD Ho dato Sandro in cambio delle nostre vite, era l’unica soluzione. E quel che si doveva fare, ma è una cosa disprezzabile.

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HYACINTHE Qual è la cabina del diplomatico?

IL CAÏD Ritira il tuo perdono! HYACINTHE Che numero ha la sua cabina? IL CAÏD Ritira il tuo perdono! HYACINTHE (esce urlando) Sandro! Sandro!

Settimo episodio

Jeremy è accanto a un giradischi. C’è una sedia al centro della stanza. I passeggeri indossano i loro abiti eleganti da cerimo-nia. Le donne sono ingioiellate e in abito da sera; il ministro è in frac.

SIGNORINA LAVALLÉE (armata di megafono) La regi-na rimarrà accanto al semplice trono dell’incoronazione, vecchio di seicentocinquant’anni. Il marchese di Salisbury avanzerà con il gladio dello stato, che l’arcivescovo di Can-terbury offrirà alla regina. Poi verrà portato il globo scin-tillante. Dopo, l’arcivescovo andrà a prendere la corona di sant’Edoardo e la poserà sul capo della regina. A questo punto tutti gli invitati diranno: “God Save the Queen”. Poi ci sarà la processione. Quando la regina si avvicinerà a voi, abbiate un atteggiamento dignitoso. E facilissimo, lei suscita rispetto. Quando vi passerà davanti, farete la reverenza. Gli uomini?

IL MINISTRO Pieghiamo la testa.

SIGNORINA LAVALLÉE Le donne?

LE DONNE Porgiamo la mano al signore accanto a noi. Prendiamo un lembo del vestito, ci appoggiamo su una gamba, ci pieghiamo, incliniamo la testa tenendo gli occhi bassi...

ALICE E se potessimo sprofondare nel pavimento, lo fare-

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mmo.

ELISABETH PENINGTON E se per caso non ci passa da-vanti, a noi?

ALICE Cara amica, appena apre la bocca mi sembra di essere a casa.

SIGNORINA LAVALLÉE Si rassicuri. Ci sarà sempre una principessa Margaret o un principe Philip che passerà di lì.

ELISABETH PENINGTON O una regina madre! ELISABETH TURCOTTE Un principe Charles. ELISABETH MÉNARD Una principessa Anne. ELISABETH PENINGTON Una principessa Marina. SIGNORINA LAVALLÉE Una principessa Alexandra. ELISABETH MÉNARD Un duca di Kent. ELISABETH TURCOTTE Una duchessa di Kent.

ALICE Insomma, un avanzo qualunque davanti al quale piegare le ginocchia.

MARGUERITE (entrando) Scusatemi. Provavo.

ALICE Anche noi.

IL MINISTRO Bene! Quando si mangia?

ELISABETH MÉNARD Ha detto che bisogna aspettare. SIGNORINA LAVALLÉE Farete colazione appena finito la prova.

IL MINISTRO Ma cosa aspettiamo?

SIGNORINA LAVALLÉE Aspettiamo la fine della prova. IL MINISTRO Abbiamo provato tutto due volte. Gli inchi-ni e tutta la cerimonia!

ALICE Se la famiglia reale si ammala possiamo rimpiaz-zarla benissimo.

IL MINISTRO Si direbbe che stiamo prendendo tempo.

ALICE Signorina Lavallée?

SIGNORINA LAVALLÉE Sì, signora Gendron?

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ALICE Stiamo prendendo tempo?

SIGNORINA LAVALLÉE Un pochino, sì.

IL MINISTRO Per via degli indiani forse?

SIGNORINA LAVALLÉE Stanno mettendosi i costumi e...

IL MINISTRO Non ci posso credere!

SIGNORINA LAVALLÉE     Proviamo ancora un’ultima

volta. Casomai arrivassero...

IL MINISTRO L’ultima volta!

SIGNORINA LAVALLÉE Signorina Marguerite, lei farà la regina.

ELISABETH MÉNARD Fortunata!

MARGUERITE Ma io non so...

IL MINISTRO Sì che sai!

ELISABETH TURCOTTE Dice che il trucco della regina deve essere perfetto.

ELISABETH MÉNARD Deve andare d’accordo con la luce gialla dell’abbazia.

ELISABETH PENINGTON Anche con la luce rossa della carrozza.

ELISABETH TURCOTTE Deve essere abbastanza forte per le foto in bianco e nero.

SIGNORINA LAVALLÉE Ma non troppo per quelle a co-lori.

IL MINISTRO Possiamo ricominciare?

ELISABETH TURCOTTE E c’e anche la televisione, e il cinema.

SIGNORINA LAVALLÉE Hanno persino fatto dei test con una ragazza.

ELISABETH MÉNARD Dice che ha lo stesso tipo di pelle della regina.

ELISABETH PENINGTON La stessa forma della faccia.

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ELISABETH MÉNARD Quella ragazza ha fatto tombola.

ELISABETH TURCOTTE Tombola!

IL MINISTRO Io vado a fare colazione!

SIGNORINA LAVALLÉE Cominciamo!

ALICE (ridendo) Che impazienza, Joseph!

SIGNORINA LAVALLÉE Suvvia, signorina Gendron, ci faccia la regina!

MARGUERITE Cosa devo fare?

SIGNORINA LAVALLÉE La regina rimarrà accanto al semplice trono dell’incoronazione, vecchio di seicentocin-quant’anni. Il marchese di Salisbury...

IL MINISTRO (esasperato) Va’ vicino a quella sedia, mettiti quest`affare in testa e passaci davanti.

SIGNORINA LAVALLÉE Signor ministro, lei farà l’arci-vescovo.

IL MINISTRO Anche il papa, se serve a far prima! SIGNORINA LAVALLÉE Gli anglicani non hanno il papa...

IL MINISTRO (esasperato) Era una battuta, signorina La-vallée! Una battuta!

ALICE (ridendo) Joseph!

IL MINISTRO Ho fame!!!

SIGNORINA LAVALLÉE  Tutto a posto? Bene, ci siamo.

Sarà meraviglioso. Siete tutti pronti?

TUTTI Sì.

SIGNORINA LAVALLÉE Via! Willy, start the music!

JEREMY I’m Jeremy, Madam.

IL MINISTRO Jeremy, start the music!

JEREMY Yes, sir!

Jeremy fa suonare “God Save the Queen”

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SIGNORINA LAVALLÉE Prego, signor ministro. (Il mini-stro appoggia quel che funge da corona sulla testa di Margueri-te) God Save the Queen!

TUTTI (salvo Alice) God Save the Queen!

SIGNORINA LAVALLÉE Siete una regina commovente, signorina Gendron.

ELISABETH TURCOTTE È vero che è una bella regina.

SIGNORINA LAVALLÉE Con la regina si parla soltanto

se lei ci rivolge la parola.

IL MINISTRO Avanti!

SIGNORINA LAVALLÉE Ora tocca a voi, signorine Eli-sabeth. La mano, il vestito, la gamba, gli occhi. Perfetto. Sembra che non abbiate fatto altro nella vita. (Marguerite passa davanti ai passeggeri) Adesso l’inchino, signor mini-stro. Perfetto! Un vero professionista dell’inchino!

IL MINISTRO Non è proprio il momento giusto, signori-na Lavallée.

SIGNORINA LAVALLÉE Era una battuta, signor mini-stro! A lei, signora Gendron! Su, la mano... La mano, si-gnora Gendron.

IL MINISTRO La mano, Alice!

SIGNORINA LAVALLÉE Signora Gendron, tocca a lei! E la regina!

ALICE No. E mia figlia!

SIGNORINA LAVALLÉE Sì, ma fa la parte della regina.

ALICE Sì, ma è mia figlia.

SIGNORINA LAVALLÉE  Jeremy stop the music.

JEREMY Yes, Madame!

IL MINISTRO Che altro c’è?

ALICE Non voglio che nostra figlia faccia la regina d`In-ghilterra.

IL MINISTRO Alice!!! Fino a che punto vuoi renderti ridi-

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cola stamani?

ALICE Ammetto che più di così è difficile. Siamo riusciti a far tragedie di una farsa!

IL MINISTRO Alice, in tutta la mia carriera non c’è sta-to un solo membro dell’opposizione che mi abbia rotto le scatole come me le hai rotte tu in questi quattro giorni che siamo partiti da Montréal. Alice, mi sei costata più ener-gia di quella che ci vuole per l’intera campagna elettorale. Alice... Alice... Alice... Ho abusato della pazienza di tutti, a furia di ripetere il tuo nome.

SIGNORINA LAVALLÉE Via, adesso si ricomincia!

IL MINISTRO Sto parlando con mia moglie!

SIGNORINA LAVALLÉE Si ricomincia!

IL MINISTRO No, non si ricomincia!

SIGNORINA LAVALLÉE Lei ha delle responsabilità, si-gnor ministro!

IL MINISTRO Allora parliamone, di queste responsabi-lità! I miei amici si informano della salute del primo mi-nistro prima che della mia. Per conservare il potere sono sempre infognato in compromessi che fanno a pugni con quanto mi hanno tramandato i miei avi franco-canadesi. Il mio governo sta difendendo l`autonomia del nostro pa-ese dall’Inghilterra, per venderlo meglio agli americani. Intanto faccio finta di voler bene a tutti, mentre invece de-testo tutti quanti!

ALICE Io faccio parte di quelli che detesti, Joseph?

IL MINISTRO Tu? (Pausa) Tu sai dire a voce alta le paro-le che mi ossessionano; tu a cui ho lasciato l’insonnia, il dolore per i miei figli; tu che hai fatto lo sforzo di amarmi nonostante tutte le mie contraddizioni; tu che sei quel che mi resta di coscienza... Di una sola verità tra tutte quelle che conosco non mi sono mai vergognato: ti amo, Alice.

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SIGNORINA LAVALLÉE Ci sono altri posti per queste cose!

MARGUERITE Signorina Lavallée, veda cosa può fare.

SIGNORINA LAVALLÉE Non ricevo ordini da lei.

LE TRE ELISABETH Ma è la regina!

SIGNORINA LAVALLÉE D’accordo! Bene! Perfetto! La colazione è servita! (Esce)

ELISABETH TURCOTTE Andiamo a far colazione in clas-se turistica.

ELISABETH MÉNARD Magari ci sono dei giochi, come ieri.

ELISABETH PENINGTON No, rimaniamo in prima clas-se.

ELISABETH MÉNARD Ci si diverte di più in classe turi-stica. (Escono)

ALICE Marguerite, vieni a fare colazione? Tuo padre mi ha fatto venire appetito!

IL MINISTRO (a sua moglie) Che ne diresti di andare in

Francia, dopo Londra?

ALICE E le elezioni?

IL MINISTRO Dicono che si sta bene in Italia, d’agosto.

ALICE Roma, il dieci?

IL MINISTRO Roma, il dieci.

Hyacinthe entra. Porta gli stessi vestiti del giorno prima. Ha l’aria persa, stanca.

IL MINISTRO Ci raggiungi, Marguerite?

ALICE Marguerite?

MARGUERITE Sì. Sì. (Il ministro esce con la moglie) Ti aspettavo per la lezione.

HYACINTHE La lezione? Niente lezioni. Sono venuto a

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dirti che tutto quel che hai detto sul perdono è un`idio-zia. Perdonare non serve a niente. Sono stato stupido ad ascoltarti. Per colpa tua, mi sono fatto umiliare come mai nessuno al mondo era stato umiliato. MARGUERITE Per colpa mia?

HYACINTHE Stavo lì, davanti a lui...

MARGUERITE Davanti a chi?

HYACINTHE Per un istante ho creduto di poter rifare il mondo insieme a lui. Per un istante sono stato il suo erede. Tutto era possibile. Per un istante, ero suo figlio. E allora ho perdonato. Ho scoperto il fianco e lui... mi ha ucciso. Il santo malato che perdona al suo boia. Ho confuso tutto. La mia rabbia, la tua tenerezza, la sua ambizione. Invece non c’era altro che il mio dolore.

MARGUERITE (andando verso di lui) Hyacinthe! HYACINTHE (allontanandosi da lei) Sono stato uno stupi-do ad ascoltarti.

MARGUERITE (scossa) Vado a provare.

HYACINTHE A provare cosa?

MARGUERITE Tra un giorno vedremo le coste d’Irlanda.

Non c’è più molto tempo prima del mio concerto.

HYACINTHE Concerto?

MARGUERITE Chopin.

HYACINTHE Sì. Va’ a provare. Ho paura anch’io che non

ci sia abbastanza tempo perché tu riesca a suonare uno

Chopin almeno passabile.

MARGUERITE Sei crudele!

HYACINTHE E tu, non sei forse crudele? Mi parli sempre di musica, la sola cosa che dovrei dimenticare. Disprezzi le vittime per poi avventartici sopra come un avvoltoio. Su questo potresti dare consigli preziosi. Un’adolescente alla ricerca di emozioni mi dice di perdonare e io le do retta!

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Per qualche bacio! Una sostituta, per giunta... Sono davve-ro in piena decadenza. Mio padre ha ragione su una sola cosa: meglio le puttane. A parte i soldi, non chiedono altro. Ti fa male? Allora prova a perdonarmi, adesso! MARGUERITE Sto male.

HYACINTHE Continua a star male! Forse ti aiuterà a ca-pire Chopin!

Ottavo episodio

Ponte delle prime classi. Sole. Accanto a Sandro, il Caïd con la sua biografia in mano, scruta l’orizzonte. Sandro indossa il suo vestito nuovo, un po’ vergognoso.

SANDRO 24430 libbre di farina. 36000 libbre di zucchero.* IL CAÏD Tra tre giorni, saremo a Liverpool.

SANDRO 2240 libbre di formaggio, 1100 di caffè, 700 di tè.*

IL CAÏD Puzzi di alcol! La prima sbronza, eh?

SANDRO 22150 libbre di carne di bue.*

IL CAÏD Ti insegnerò a bere.

SANDRO 17105 di carne di porco.*

IL CAÏD L’alcol può far perdere la testa. Non si sa più quel che si fa. Ma poi si dimentica. Ti farò anche conoscere delle donne. Un sacco di donne.

SANDRO 4125 libbre di pomodori.*

Hyacinthe li raggiunge.

IL CAÏD Buongiorno, James. (Mostrando la sua biografia) Ecco, qui c’è tutta la mia vita! Bella, forte, grande. Qui den-tro sono una brava persona. C’è un bel lieto fine. (Leggendo)

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Qualche giorno dopo il loro arrivo a Londra, il Caid e i suoi figli assistettero alla sfilata dell’incoronazione con le loro nuove identità. Poi furono notati al gala del Commonwe-alth, dove Marguerite Gendron suonò uno Chopin intriso di sofferenza. Qualche mese dopo, Hyacinthe si sposò con una bella irlandese e Sandro divenne militare.

HYACINTHE Bella fine.

SANDRO Bella fine.*

IL CAÏD (leggendo) Il regno di Elisabetta II fu prospero e i canadesi francesi le restarono fedeli. Fine. What is your name? James, what is your name?!

HYACINTHE My name is Mister James Peacock and I live in Gloucester, England.

IL CAÏD Martin?

SANDRO My name is Martin and I live in Gloucester, En-gland.

IL CAÏD Now, Martin, give me my passeport. Dammi il mio

passaporto. (Il Caïd estrae dalla tasca di Sandro un’allodola

morta) E questa cos’è?

SANDRO Allodola.*

HYACINTHE Un’allodola. (Pausa) È morto.

SANDRO Un secondo.*

IL CAÏD Chi?

SANDRO Due secondi.*

HYACINTHE Il diplomatico!

IL CAÏD Cos’è successo?

HYACINTHE Caduto in mare.

SANDRO Noi gli abbiamo dato una mano.

IL CAÏD E il mio passaporto? Sandro! Il passaporto che ti ha dato il diplomatico.

SANDRO Ha detto che aveva qualcosa per te nella tasca della giacca, ma non ha avuto il tempo di darmela.

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HYACINTHE No, non ha avuto tempo. SANDRO 338 casse di mele, arance, altra frutta.*

Sirena da nebbia.

IL BIOGRAFO (leggendo) Caro lettore, come si può raccon-tare con una semplice biografia la vita di un uomo la cui carriera fu eccezionale come quella del Caïd dei caïd? Per-fino la sua nascita fu un avvenimento storico che il diavolo salutò con un’eclisse di sole...

Sirena da nebbia.

Fine.


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