Il visitatore

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"LE VISITEUR"

"LE VISITEUR"

ERIC-EMMANUEL SCHMITT

ERIC-EMMANUEL SCHMITT

Nasce a Sainte Foy Les Lyon il 28 marzo 1960.

E' diplomato al Conservatorio di Lione.

Nel 1986 discute una tesi di laurea in filosofia su Diderot e i Metafisici,

E' considerato uno dei più rilevanti nuovi autori del teatro francese ed europeo.

"LE VISITEUR"

debutto il 23 settembre 1993 al Petit Théatre de Paris

con Thierry Fortineau e Maurice Garrel

Regia Gérard Vergez

In toumée: 1993, 1994, 1995, 1996, 1997

Premi Moliére 1994

Migliore nuovo autore drammatico -Migliore autore -Migliore spettacolo

Testo edito per la Francia da-Actes Sud Papiers

Edizione televisiva: Hamster Productions

Il testo è stato già tradotto e allestito nei sèguenti paesi oltre alla Francia:

Germania, Austria, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Bulgaria, Polonia, Romania, Norvegia, Finlandia, Svezia, Siovenia, I Cecoslovacchia, Uruguay, Argentina, Brasile, Giappone, Canada (versione anglofona), Canada (versione francofona)


"IL VISITATORE "

ERIC-EMMANUEL SCHMITT

versione italiana di Enzo Siciliano

(rappresentanza per i diritti d'autore: P.D'Arborio. tel.O6/3662911)

Permesso di rappresentazione concesso al dott.S.Massini tel.0338/9778161

PERSONAGGI

Sigmund Freud

Anna Freud

IlVisitatore

L'Ufficiale

A Vienna, la sera del 22 aprile 1938

Il sipario si apre sul salotto dell'appartamento di Sigmund Freud a Vienna. Una finestra sul fondo, incorniciata da ampie ed eleganti tende.

Due uscite: una per il resto degli ambienti, alla sinistra del pubblico, l'altra, comune, a destra.

E' sera. Dalla strada salgono le musiche assordanti che accompagnano una parata nazista. Sigmund Freud la osserva dalla finestra, con le

spalle al pubblico.

Anna si è addormentata sul divano.

FREUD -Almeno cantassero male. Anna! Anna, vai a letto. Hai sonno, lo vedo. Ecco, la mia bambina deve andare a letto.

ANNA- (svegliandosi) Dov'ero?

FREUD Ah, non so. in un sogno.

ANNA -E dove si va quando si dorme? Quando tutto si spegne, quando si sogna, dov'è che vaghiamo?.. Senti, papà: ci svegliassimo da tutto questo? Da Vienna, dal tuo studio, da queste mura.. ...e da loro... Venissimo a sapere che è tutto un sogno, che non lo abbiamo vissuto. ..

FREUD -Sei rimasta una bambina, figlia mia. E i bambini sono naturalmente filosofi, si fanno domande.

ANNA -E gli adulti?

FREUD -Sono naturalmente idioti. e si rispondono. Anna. sei grande.

ANNA -Sei tu che non lo sei più.

FREUD -E' vero, certo: sono vecchio.

ANNA -E malato.

FREUD -E malato. Figlia mia, l'età è una cosa astratta: cinquanta, sessanta, ottantadue. Che vuoi dire? I numeri non parlano della carne, o de! sangue. In fondo al cuore di ciascuno i numeri svaporano.

ANNA -Come fanno ad essere così tanti a urlare, là fuori ?

FREUD -Non sono viennesi, Anna. Non ci sono nazisti viennesi. Sono tedeschi, caricati su un aeroplano e scaricati direttamente su un marciapiedi.

ANNA-Non ci sono nazisti viennesi? Ho visto umiliazioni e saccheggi peggio che in Germania. Ho visto le SA trascinare due operai anziani in strada e costrìngerli a strappare vecchi manifesti con scritte in favore dei democratici. La folla gridava "Finalmente fate lavorare gli ebrei !" "Finalmente il Fuhrer dà agli ebrei il lavoro che si meritano". Più in là c'era un droghiere che veniva pestato sotto gli occhi della moglie e dei figli e per terra i corpi di altri ebrei che si erano buttati dalla finestra mentre le SA salivano le scale. Hai ragione, papà: non ci sono nazisti viennesi. C'è bisogno di una parola diversa per dare il giusto nome a questa feccia.

Freud inizia a tossire ripetutamente. Non respira, il fiato gli manca, ansima e tossisce. Anna riempie un bicchiere di acqua versandone dalla caraffa sulla scrivania. Porge quindi il bicchiere al padre assieme ad una pasticca. Freud, presa la pasticca, riprende con fatica a respirare.

ANNA Firmalo! Così potremo partire. Papà, il documento.

FREUD -Dovrei firmare un'infamia? Mai.

ANNA -Non capisci che grazie ai tuoi appoggi all'estero abbiamo ancora la fortuna di poter lasciare Vienna, e ufficialmente? Tra qualche settimana non potremo fare altro che scappare. E chissà se sarà possibile.

FREUD -E la solidarietà ?

ANNA -Con i nazisti ?

FREUD .un privilegio -Con i nostri fratelli, Anna. Con i nostri fratelli çhe sono stati derubati, umiliati, ridotti a niente. Poter partire è orribile.

ANNA -Basta, papà! Firma!

FREUD -Va bene, va bene, vedremo. Adesso vai a letto, Anna mia.

ANNA -No.

FREUD -Testa di legno.

ANNA- Testa di Freud.

FREUD-Tu mi tratti come un condannato a morte. E hai ragione: siamo tutti dei condannati a morte. A portarmi via sarà il prossimo plotone. Anna, non sono i nazisti, non è il destino dell'Austria che ti fanno star qui tutte le sere, una sera dopo l'altra. Tu ti aggrappi a me per paura che io sparisca da un momento all'altro, hai paura di ogni mio colpo di tosse... non essere così dolce, così tenera; non lo siate, tu e tua madre. Altrimenti io diventerò una statua di sale. Non rendermi il cammino troppo difficile. Ora vai a letto, Anna. A letto, per favore.

ANNA -Ho proprio sonno ..Buonanotte, papà.

FREUO -Buonanotte, Anna. Buonanotte.

Dalla comune irrompe nella stanza un Ufficiale della Gestapo.

UFFICIALE -Solo una visitina da amico, dottor Freud. Vedo che abbiamo cominciato a rimettere a posto ì libri! Sono molto desolato di averi maltrattati stamattina.

FREUD -E' un vero piacere avere a che fare con persone di così raffinata cultura.

ANNA -Che cosa ne avete fatto degli altri? Li avrete bruciati, così come avete bruciato le opere di mio padre.

FREUD -Tu sottovaluti il progresso, Anna. Ne! medioevo avrebbero bruciato me, adesso si limitano a bruciare i miei libri.

UFFICIALE -Dia tempo al tempo!

FREUD -Ha trovato quello che cercava? I documenti antinazisti c'erano in quei volumi che vi siete portati via? In confidenza: quei documenti non stavano là. sono conservati qui. , ,., (indica la propria testa con un dito)

ANNA -E qui. (ripete il gesto del padre)

UFFICIALE -Umorismo ebraico, vero?

FREUD -Già! Perché per voi sarei un ebreo... Bene! Sono ebreo. me ne ero dimenticato. Anzi, non ci avevo mai pensato. Sono stati i nazisti a ricordarmelo. E hanno fatto molto bene, benissimo: è un vero privilegio ritrovarsi ebreo in faccia a dei nazisti. Se non lo fossi stato avrei voluto esserlo. Ecco: potreste scatenare nuove vocazioni.

UFFICIALE -(afferra una statuetta-soprammobi/e) E' un oggetto di valore questo?

Stia attento!

FREUD -No, no, nessun valore: !'ho avuto in eredità. Anzi, volevo disfarmene. Lo vuole? Lo prenda, è suo.

UFFICIALE -No. Troppo brutto.

ANNA -Chi le dà ordine di venire ogni giorno a tormentard ?

UFFICIALE -Qualcuno ha parlato? Non mi prenda in giro, mi ha sentito alla perfezione. Chi la autorizza a venire qui ogni giorno a derubard?

UFFICIALE - Ma guarda: sento come un mormorio,

ANNA -lei si dà troppo da fare per essere un semplice ispettore della Gestapo qual è

FREUD -Anna.

ANNA -Si ricordi che noi abbiamo amici in tutto il mondo. che Roosvelt e perfino Mussolini sono intervenuti presso il vostro Fuhrer in nostro aiuto, chiedendo per noi la libertà di passaporto.

UFFICIALE -Che stranezza! Ora non sento più niente.

ANNA -E allora fuori di qui!

UFFICIALE -Come hai detto?

ANNA -Fuori! E dica ai suoi fantocci di non trascinare i fucili per terra come hanno fatto l'ultima volta: Emilia ha passato tre giorni a ripulire il palquet.

UFFICIALE -Senti, giudea, ma con chi credi di parlare?

ANNA -Lo vuoi proprio sapere?

FREUD- Anna!. ...Anna, prendi i soldi. Prendi i soldi, Anna.

UFFICIALE - Come mi conosce bene, dottor Freud.

FREUD -Non è un caso difficile, lei.

ANNA -Papà. non ci sono più soldi.

FREUD -Ti ho detto prendi i soldi, Anna.

Anna porge al padre la statuetta prima afferrata dall'Ufficiale. Freud ne apre la base, estraendone delle banconote.

UFFICIALE -Questi cani di ebrei! Hanno sempre qualche osso nascosto da qualche parte.

ANNA -Perché vuoi dargli altri soldi?

FREUD -Per avere un po' di pace, Anna.

ANNA -Se questa è pace, la guerra cos'è? (scaraventa i soldi aipiedi dell'ufficiale) Ecco, prendi.

UFFICIALE -(indugia un attimo, poi si piega a raccogliere i biglietti) Quanti sono?

FREUD -Seimila scellini.

UFFICIALE -Caspita!

FREUD -Può dirsi fortunato: in una sola seduta non ho mai guadagnato tanto.

UFFICIALE -Quel che mi fa schifo di voi ebrei è che non fate reanche un po' di resistenza.

ANNA -Adesso che ha preso i soldi stia zitto e se ne vada.

FREUD -Anna. ..

ANNA -E' un imbecille, papà! Si mette a far chiasso con altri imbecilli e dobbiamo mettere la testa sotto la sabbia.

FREUD -Anna!

ANNA -Hai visto come gli brillano gli stivali? Sembrano marmo nero, deve strotinarseli per ore. 11 senti felice quando dopo averli ricoperti di lucido li fai brillare a colpi di spazzola? Passi lo straccio, strofini, e loro si fanno morbidi, brillano. Allora ti senti felice, non è così? Da quanto tempo non fai l'amore? Con una donna non brilli come brillano i tuoi stivali.

UFFICIALE -lei deve venire con me.

ANNA -E dove?

UFFICIALE - Alla Gestapo.

ANNA -Ma certo, vuole che continui! Ha bisogno che si parli di lui. Vuoi che ti spieghi perché tutte le mattine passi dieci minuti davanti allo specchio a farti la riga in mezzo capello per capello? O la tua mania per la biancheria stirata...o perché ti mangi le unghie.. ..vuoi che ti spieghi perché disprezzi le donne e non pensi ad altro che a bere birra con altri uomini come te?

UFFICIALE -Avanti, alla Gestapo!

FREUD -La lasci stare!

ANNA -Papà, non ho paura di una banda di vigliacchi.

UFFICIALE -Sai quel che ti può costare parlare in questo modo?

ANNA -Lo so meglio di te: non sei che una pedina, ispettore. Una pedina sbandata che non conosce le regole del gioco. Non lo sai che ce ne andiamo da Vienna? Il mondo intero lo sa e tu no.

UFFICIALE -lo ti porto alla Gestapo, ti metto dentro!

ANNA -Forza, aumentiamo il gregge, così ti sentirai più forte.

UFFICIALE -Guardala bene, ebreo: è l'ultima volta che la vedi.

ANNA -Non ti preoccupare, papà cercano di farci paura ma non possono più nulla contro di noi: firma il documento! Non dire niente alla mamma, ma firmai o! Altrimenti non otterremo mai il visto di uscita ..(all'ufficiale che la trascina con forza velSo la comune) Mi lasci starei Cammino da sola.

FREUD -Anna! Anna!

Anna esce seguita dall'Ufficiale, che sbatte la porta.

Freud si precipita al telefono e compone un numero.

FREUD -l'ambasciata degli Stati Uniti, per favore, sono il professor Freud.. ...Può passarmi il signor Willy, per favore?. ...Freud, sì, Freud. E'urgente per favore Sì, signor ambasciatore, sono il professor Freud.. ...hanno portato via Anna, mia figlia.. ...la Gestapo, sì.. ...faccia qualcosa! la prego, faccia qualcosa.. ...Sì, d'accordo, signor ambasciatore: firmerò quel documento.. ...lo firmerò, certo, subito, stia tranquillo Signor Willy, la prego, mi faccia sapere Pronto? Pronto?... (n'abbassa la cornetta) Grazie. (dal cassetto estrae un protocollo) "10 sottoscritto Sigmund Freud confermo che dopo l'annessione dell'Austria al Reichstag tedesco sono stato trattato dalle autorità germaniche e dalla Gestapo in particolare con tutto il rispetto e la considerazione dovute alla mia reputazione: ho potuto vivere e lavorare in piena libertà ed ho potuto continuare la mia attività scientifica secondo i progetti che mi ero prefissato. Ho potuto contare nel paese in cui vivo sull'appoggio di tutti e non ho nessuna ragione di lamentele. (scrivendo) Post Scriptum: posso cordialmente raccomandare a chiunque la Gestapo. Sigmund Freud (si lasda cadere la testa fra le bracda, mentre ripete me(canicamente il nome della ffglia)

Un giovane vestito elegantemente esce da dietro una tenda e si awicina a Freud.

VISITATORE -Buonasera.

FREUD -Chi è lei? Cosa vuole?. ..Come.. .come ha fatto ad entrare?. ...Cosa è venuto a fare?... lo non ho più un centesimo, è arrivato troppo tardi.

VISITATORE -La preferisco quando fa domande.

FREUD -Ma insomma chi è lei? (dal cassetto estrae un revolver) Chi è lei?

VISITATORE -Se glielo dicessi non mi crederebbe. E quel giocattolo non l'aiuterà dawero, sa? Parliamo un po', vuole?

FREUD -lo non parlo con un uomo che si presenta come un ladro e si rifiuta di dirrni chi è.

VISITATORE -Va bene: se insiste.. ." Signore!,. ...Signore la prego! Mi seguono! La Gestapo mi ha visto entrare nel palazzo , La prego: non mi denunci!

FREUD -La Gestapo?

VISITATORE -Mi nasconda, la prego, mi nasconda!

FREUD -La smetta di fare il buffone! Mi lasci in pace.

VISITATORE -Non ha pietà per una vittima?

FREUD -Per una vittima sì. Per chi mente no, mai.

VISITATORE -Allora non mi chieda di mentirle.

FREUD -Senta. io posso fare due ipotesi su perché lei è qua: o è veramente un ladro o è un malato. Bene. se lei è un ladro bisogna che le dica che i suoi amici della Gestapo poco fa hanno fatto piazza pulita. Se invece è un malato

VISITATORE -Non ha una terza ipotesi?

FREUD -lei non è malato?

VISITATORE -Malato! Che brutta parola: la salute che dà una mano alla morte.

FREUD -E allora perché sarebbe venuto qui da me, stasera?

VISITATOREPossono esserci tanti motivi, Freud: curiosità, ammirazione.

FREUD -Ogni paziente che viene da me, prima della terapia, dice la stessa cosa.

VISITATOREForse vengo per conto di qualcun altro. .

FREUD -Questo lo dicono subito dopo.

VISITATORE -Va bene, va bene. Diciamo pure che ho bisogno di lei: io ho bisogno di lei. Che cosa mi propone?

FREUD -Di prendere un appuntamento. Torni tra qualche giorno, in un'ora più opportuna che avremo deciso insieme.

VISITATORE - Impossibile, io domani non sarò più qui e tra otto settimane non ci sarà neanche lei.

FREUD -Come ha detto?

VISITATORESe la memoria non mi inganna lei andrà a Parigi. dalla principessa Bonaparte. E poi a Londra!

FREUD -Ma cosa dice? Cosa vuoi sapere lei? lo non ho ancora deciso niente.

VISITATORE -Ma sì. lei starà bene, Freud: la primavera londinese le piacerà moltissimo. Tutti la festeggeranno, e riusdrà a finire il suo libro su Mosè.

FREUD -Ah, bene. Vedo che lei si tiene aggiornato, legge i bollettini scientifici.

VISITATORE - Che titolo gli metterà? "Mosè e il monoteismo". ..Preferisco non dirle quello che ne penso.

FREUD -Non ho deciso ancora nessun titolo. Uhm! "Mosè e il monoteismo'. Non è un titolo niente male. lei si interessa di psicoanalisi?

VISITATORE - Soltanto di lei.

FREUD -Ma insomma. chi è lei?

VISITATORE - La cosa strana è che lei rimpiangerà Vienna.

FREUD -Certamente no.

VISITATORE -Ma sì, Freud, è come con la frutta: ne apprezziamo il gusto solo dopo averla mangiata, rimane qua, sulle labbra. E lei è uno di quegli uomini che rimpiangono i paradisi perduti. Sì: rimpiangerà Vienna e la rimpiange già adesso: è un mese che si rifiuta di partire.

FREUD -lo sono un ottimista inguaribile. Ho sempre sperato che le cose potessero tornare alla normalità.

VISITATORE - Nostalgia, Freudl

FREUD -Come dice?

VISITATORE -Nostalgia. Lei ha giocato da bambino, con i calzoncini corti. nel Prater; ha proclamato le sue prime teorie nei caffè di Vienna: abbracciato al suo primo amore ha camminato lungo il Danubio; avrebbe voluto morire in quelle acque blu: lei a Vienna lascia la giovinezza, a Londra non sarà che un vecchio. Eppure come la invidio!

FREUO -Per l'ultima volta: chi è lei?

VISITATORE - Non mi crederebbe! (ride)

FREUD -Allora se ne vada! Se ne vada!

VISITATORE -Come deve essere stanco del mondo se vuoi sbarazzarsi di me a questo modo. Credevo fosse più cortese con i malati. dottor Freud. lei mi butta fuori...è così che si tratta un nevrotico? lei è la mia ultima risorsa.. ...Ecco: se una volta uscito di qui , andassi a buttarmi sotto a un'automobile?

FREUD -lei è capitato male, giovanotto: il dottor Freud non c'è più. Guarire gli altri... lei crede che sollevare il dolore negli altri mi impedisca di soffrire? Ci sono sere in cui desidererei non aver dato aiuto a nessuno, tanto io sono solo con questo dolore che, I invece, è soltanto mio. Solo. Senza scampo.

VISITATORE -Ascoltami, Freud: Anna tornerà Non la tratterranno a lungo. E quando tornerà lei la stringerà tra le braccia, l'abbraccerà con quella felicità che non è molto lontana dalla disperazione, con la consapevolezza che la vita è attaccata a un filo.. ,. un filino ! sottile, esile, che potrebbe rompersi..., E' questa fragilità che dà la forza di amare.

FREUD -Dawero, chi è lei? ...

VISITATORE -Quando la vedo in questo stato vorrei proprio dirglielo.

FREUD -Lei ha bisogno di me?

VISITATORE -Sì.. ..cioè no... mi sono reso ridicolo, vero? L'ottimismo mi ha confuso, in verità non credo che lei mi possa aiutare.

FREUD -No. posso aiutarla, invece. Quando non si sta bene d si ritiene un caso particolarissimo, unico, invece la sdenza stabilisce il contrario. Mi occuperò di lei questa sera, tanto devo aspettare. Cominciamo: qual è il suo cognome?

VISITATORE -Devo proprio?

FREUO -E' la regola. Qual è il nome di suo padre?

VISITATORE -Non ho padre.

FREUD -Il suo nome, il nome di battesimo.

VISITATORE -Nessuno mi chiama.

FREUD -Senta, lei ha fiducia in me ?

VISITATORE -Certo. E' lei che non ha fiducia in me.

FREUD -Insomma, cambiamo registro: mi racconti un sogno, l'ultimo che ha fatto.

VISITATORE -lo non sogno mai.

FREUD -Censura, catenaccio alla memoria.. ..caso serio ma classico. Mi racconti una storia.

VISITATORE -Una storia?. .Qualsiasi storia?

FREUD -Qualsiasi storia.

VISITATORE -Avevo cinque anni. A quel tempo il sole era sempre giallo, il cielo sempre azzurro, le domestiche cantavano dalla mattina alla sera e sprigionavano dal seno un profumo di vaniglia. Un giorno rimasi solo nella cucina di casa. Era un ampio spazio, in cui i mobili si incollavano alle pareti aggrappati come se volessero fuggire l'immenso spazio vuoto dove le piastrelle bianche e rosse disegnavano sentieri in fuga da ogni parte. Di solito quello era il terreno delle mie awenture : a quattro zampe si poteva sgattaiolare tra le gambe della servitù per ottenere un pezzettino di prosciutto o il permesso di leccare il cucchiaino della crema. Perché quel giorno in casa non c'era nessuno? Non lo so. E' una domanda da adulti, io non me ne ero accorto; me ne stavo lì, seduto su quelle piastrelle rosso ruggine e bianco latte, perso. Ogni piastrella nascondeva un mondo: una raccontava la storia di un drago con la bocca spalancata, in fondo a una grotta, un'altra metteva insieme una processione di pellegrini, un'altra ancora un volto nascosto dietro un vetro schizzato di fango, e così via: la cucina era un mondo immenso. Attraverso gli occhi ciechi delle piastrelle affioravano altri mondi. Poi ad un certo punto io chiamai. Non so perché. Forse per sentire arrivare qualcuno, per sentirmi vivo... ma vi fu solo silenzio: la cucina era addormentata. Il fuoco, dove di solito borbottava una pentola, sembrava morto... e gridavo, gridavo, gridavo... la mia voce saliva su al primo piano, al secondo, rimbombando tra quelle pareti dove non c’era orecchio che potesse udirle...

FREUD - La mia voce saliva, saliva, e l'eco tornava giù come a rendermi sempre più percettibile il silenzio..

VISITATORE - ...la cucina mi era estranea ormai : era un insieme indefinito di mobili, oggetti, un pavimento ben pulito...

FREUD – Il mondo ed io eravamo del tutto separati. Allora pensai.

VISITATORE -..."Sono Sigmund Freud. Ho cinque anni. Esisto..

FREUD Dovrò ricordarmi di questo momento".

VISITATORE – E hai anche pensato, ma questa volta senz aformularlo : “Il mondo è questa grande casa vuota dove nessuno risponde quando io grido”... Io sono venuto a dirti che è falso, Freud : c’è sempre qualcuno che ascolta. E che viene.

Pausa.

FREUD – Non è vero. Non può essere vero. Lei è statao informato da qualcuno! Ha letto le mie carte alla Gestapo!

VISITATORE -Perché le ha già scritte queste cose?

FREUD – No, mai, mai, ne raccontate a qualcuno: lei sta inventando tutto! Si stenda su quel divano e si rilassi, subito.

VISITATORE -L'ipnosi! Credevo avesse abbandonato questo metodo da anni.

FREUD -Quando il soggetto è troppo contratto per tollerare lo scontro niente è meglio del vecchio pendolo. (fa oscillare il pendolo davanti agli occhi del giovane) lei deve dormire dormire dormire ecco: le sue palpebre si abbassano, si chiudono sempre di più lei sta per alzare il bracdo sinistro ma non vi riesce. perché è troppo stanco... (gli tocca il bracdo, quindi la fronte) Chi è lei?

VISITATORE -Se è solo per i propri simili che si possiede un nome io sono l'unico della mia specie.

FREUD -E chi sono i suoi genitori?

VISITATORE -Non ho genitori.

FREUD -Sono morti?

VISITATORE -Sono orfano. dalla nascita.

FREUD -Non ha di loro alcuna memoria?

VISITATORE -Nessuna memoria.

FREUD -Perché non vuole averne?

VISITATORE -Vorrei averne ma non ne ho.

FREUD -Perché vuole dimenticare.

VISITATORE -Non dimentico mai niente, ma non ho ricordi,

FREUD -Quando ha conosciuto Sigmund Freud7

VISITATORE -Nell'attimo in cui ha detto "Sono Sigmund Freud. ho cinque anni, esisto. Dovrò ricordarmi di questo momento". Ho ascoltato questa vocina fragile, esile, piena di lacrime, affiorava tra i clamori del mondo...

lO FREUD -E dov'era quando sentì quella voce?

VISITATORE -In nessun luogo: né lì, né qui, né altrove. E' inimmaginabile, perché è solo con le immagini che si immagina.. ...Lì non c'è niente: né distese azzurre, né praterie, né boschi non c'è niente. Quando sogna lei dov'è?

FREUD -Sono io a fare le domande in questo momento. Nel luogo dove lei sta gli uomini dove sono?

VISITATORE -Sono con me ma... da nessuna parte.

FREUD -E questa sera lei dove si trova?

VISITATORE -Sono in Austria, a Vienna, 19 Bergass, nello studio del dottor Freud, è il 22 aprile 1938

FREUD -Chi è il dottor Freud?

VISITATORE -Un essere umano che maneggia molte ipotesi, molte verità e menzogne.

FREUD -Sì, ma perché lui?

VISITATORE -I profeti hanno il cancro alla gola, i veggenti no~ hanno più occhi, Freud è molto malato.

FREUD -Morirà presto?

VISITATORE -Presto.

FREUD -Quando?

VISITATORE -Il .ventitré.. ...settembre. Mi dispiace, dottor Freud, non rispondo a questo genere di domande.

FREUD -Ma non si esce così dall'ipnosi! Nessuno può.

VISITATORE -Se rispondessi a quella sua domanda lei sarebbe capace di morire proprio quel giorno per compiacermi: mi sentirei responsabile.

FREUD -lo sto diventando pazzo.

VISITATORE -Ma la saggezza spesso consiste nell'assecondare più la propria follia che la ragione .(si muove, è davanti allo specchio. Si guarda) Come è bello avere un corpo. Ci si intorpidisce in fretta, però, non ci ero più abituato. Come mi trova, dottor Freud? E' divertente questa faccia? Pensi: ho scelto la testa di XXX (il visitatore pronunzierà qui il nome dell'attore che interpreta la sua parte), un attore che nascerà molti anni dopo la sua morte.

FREUD -Sì, sì. lei è molto bello.

VISITATORE -Sì?

FREUD -Sì.

VISITATORE -Ma la cosa non ha alcun rapporto con quello che io sono. lo, Freud. io.. ...(alza l'indice verso l'alto) io sono.

FREUD -(si awicina allo specchio) lei crede che io mi riconosca in quel vecchio barbuto che mi guarda una sera dopo l'altra, una sera dopo l'altra, dentro quello specchio?

VISITATORE -E non le piace, dottor Freud ?

FREUD -Sì, insomma: la mia bocca si muove davanti alla mia bocca, la mia mano risponde al movimento della mia mano, allora dico "Sono io". Ma io, io non sono quella fronte con le rughe, quelle sopracciglia grigie: la mia fronte era liscia, i miei capelli erano castani. lo potrei non essere quel corpo là.

VISITATORE -Ma è strano sa ? lei descrive alla perfezione quel che io provo, quando m'incarno. Non avrei mai pensato che fosse lo stesso per voi uomini.

FREUD -Senta, lei mi deve scusare, ma io non posso credere che lei sia

Il visitatore sorride e alza il dito verso l'alto.

FREUD -Sì, insomma: lui.

VISITATORE -Certo, Freud, lo so: tu non credi in me. Il dottor Freud è un ateo. E' un grande, un magnifico ateo; un ateo che converte, un catecumeno della miscredenza.

FREUD -Ma perché venire qui, da me?... Perché non andare da un parroco, da un rabbino?

VISITATORE -Niente di più noioso che discorrere con un ammiratore. Poi non sono così sicuro che un prete mi saprebbe accogliere meglio di lei: quella gente è così abituata a parlare, ad agire. a distribuire consigli in nome mio.. .mi sentirei di disturbare, sa?

FREUD -Sì, ma perché io? Per convertirmi?..

VISITATORE -No! No, sarebbe una bella presunzione! E' troppo tardi mi pare: tra qualche mese pubblicherai il tuo Mosè.. ...non ti ho proprio convertito.

FREUD -Come può essere? lei c'è, è qui, io la vedo. ..

VISITATORE -lei mi vede? Cosa vede? Che cosa vede? Vedè lÌn uomo, nient'altro, Freud.

FREUD -Sì, va bene, ma lei mi è comparso davanti, all'improwiso.

VISITATORE -Mi è riuscito di entrare dalla finestra.

FREUD -Ma lei sapeva! Sapeva che la Gestapo aveva portato via mia figlia Anna..

VISITATORE -Tutto il palazzo lo sa.

FREUD -Sì, va bene, ma il mondo intero non sa niente, niente di quel che sono stato io a cinque anni.. ..Come ha potuto invece lei raccontarmi tutto?

VISITATORE -Ma ti credi tanto eccezionale? Ci sono degli uomini che hanno il potere di raccontare storie che ognuno crede proprie, Freud: sono i romanzieri. Forse non sono Dio, forse sono soltanto un buon romanziere. Non sei l'unico ragazzino che sul pavimento della cucina a cinque anni ha preso coscienza di esistere.

FREUD -lei lo conosce attraverso la mia mente..

VISITATORE -E' strano. Tutto a un tratto si direbbe che tu voglia credere, che tu voglia sprofondare nella certezza.

FREUD -Cosa?

VISITATORE -Quanti anni avevi quando lui è morto?

FREUD -Lui chi?

VISITATORE -Tuo padre.

FREUD -Quarant'anni.

VISITATORE -Non far finta di non capire: quanti anni avevi quando lui è morto dentro, dentro di te.

FREUD -Ma non lo ricordo! E' passato tanto tempo...

VISITATORE – Dovevi avere tredici anni. Tredici anni di questa vita, quando ti sei accorto che tuo padre poteva sbagliare, che si sbagliava e si intestardiva nei suoi errori. Tu pensavi che incarnasse l’autorità, Freud, la giustizia, e non possedeva altro che la malafede degli ignoranti. Ti sei accorto che era debole, che tuo padre poteva essere timido, che aveva paura del prossimo e persino di sua moglie. Ti sei accorto che i suoi principi non erano principi eterni, assoluti, come il sole dietro le nuvole, ma erano soltanto parole, semplici frasi che quest’uomo si ostinva a ripetere, ripetere, ripetere, come se nel ripeterle potessero acquisire verità. Ti sei accorto, insomma, che tupo padre non era che un uomo.

FREUD -Sì, è vero. Infatti sono diventato adulto quel giorno.

VISITATORE – Ma quel giorno, più bambino di un bambino, tu ti sei rivolto a Dio, Freud. Per una delusione d’amore hai voluto credere, hai sostituito il tuo padre naturale con un padre soprannaturale, lo hai messo tra le nuvole. Non puoi negare: hai raccontato te stesso, in ogni tuo libro. Questa è l’origine dell’idea di Dio secondo te: l’uomo costruisce Dio perchè ha troppo bisogno di crederci. Il bisogno crea l’oggetto. Non sarei dunque nient’altro che una compensazione allucinatoria.

FREUD -Sì: proprio così.

VISITATORE – Bene. Dunque, se tu hai ragione, in questo momento stai sognando. Stai sognando in piedi, Freud, nient’altro: io sono un fantasma. Ma stasera tu sei un vecchio, cui hanno portato via la figlia, ti cacciano da Vienna... ed eccoti tornato bambino, bambino con un disperato bisogno di avere un padre. Così il primo sconosciuto che ti entra in casa – non sai bene come – ma uno sconosciuto che ti parla del mistero delle cose, uno che sembra cavarsela... tu dimentichi tutte le tue teorie... e credi!

FREUD -Un uomo non avrebbe risposto a tutte le mie domande là, sotto l'ipnosi.

Si sente bussare violentemente alla porta.

VISITATORE -(tornando dietro la tenda) Freud. ...coraggio!

UFFICIALE - (entrando, a chi lo segue) Continuate senza di me la perquisizione. (avanza)

FREUD -Mia figlia dov'è?

UFRClAlE -Alla Gestapo.

FREUD -E quando la lascerete libera?

UFFICIALE - Si vedrà. Per ora si stanno divertendo un po' con lei. E' molto attraente. E' solo qui lei?

FREUD -Non lo vede?

UFRClAlE- Bene, vedo che ha firmato il documento. In fondo lei non è uno stupido.

FREUD -E mia figlia?

UFRClALE -Vedrà che se partite le verrà sicuramente restituita. Non ci si farà sfuggire l'occasione di sbarazzarci di qualche ebreo.

FREUD -E come me la renderete. come?

UFFICIALE -Perché? Spera forse di trovarle un marito? (inspira, come se sentisse un odore) E' buffo: io gli ebrei li sento al naso, senza neanche vederli.

FREUD -Allora lei mi ha trovato al fiuto.

UFRClALE -Certo.

FREUD -E che odore ho?

UFFICIALE -Nessun odore. Non è lei ad avere un odore, sono io ad averfo quando c'è lei.

FREUD -E di cosa odora?

UFFICIALE -Di merda. E' sempre stato così, molto semplice: quando mi sento uno straccio e sono a terra, quando non ho il becco d'un quattrino e mi dispero perché non so cosa farò per il futuro, quando mi dico che non troverò una donna che alzerà gli occhi su di me.. .basta che mi guardi intorno, non mi sbaglio mai: sono sotto l'occhio di un ebreo. E' l'ebreo che mi fa diventare una merda. Sempre colpa sua. Adesso è lo stesso: io sono qua, in casa tua, in mezzo a questi mobili, questi quadri, le tende, la scrivania, tutti questi libri che non ho mai letto.. .mi viene un nodo alla gola, mi sento soffocare: so che sto da un ebreo.

FREUD -Quando io mi sento mediocre di solito me la prendo con me stesso.

UFFICIALE -E' normale: lei è un ebreo. (da un libro che ha con sé estrae un foglietto) Ho trovato per caso in mezzo ai suoi libri questa cosa. Non fa salti di gioia? Non si era disperato di averlo perso? E' un oggetto di una certa utilità, specialmente all'età che ha lei, e con i tempi che corrono... un testamento...

FREUD -Dove vuole arrivare?

UFFICIALE -Proprio qui, dove sto. Vedo da questo testamento che hai dei soldi in banca all'estero...e questo proprio non va bene: non l'aveva neanche detto.

FRELD -lei non me lo aveva chiesto.

UFFICIALE - E' antipatriottico spedire dei soldi all'estero, significa rubare allo stato. Non vuole far tornare tutto dentro e subito?

FREUD -Ma questi sono denari per i miei figli

UFFICIALE -Giusto! Può darsi che tua figlia abbia bisogno proprio di questi soldi, adesso, per ammorbidire l'interrogatorio. Sono io il solo ad essere al corrente di questa carta come sarebbe bello se tornassi alla Gestapo e mostrassi quello che lei ha scritto qui. Farebbe un pessimo effetto, sia per lei che per sua figlia.

FREUD -Che devo fare?

UFFICIALE -Rifletta, professore. Dicono che lei lo sappia fare tanto bene.. ..Francamente credo che un documento possa annullare l'altro. Capisce?

Da fuori le voci di altri ufficiali che si avvcinano.

UFFICIALE -(accorrendo alla porta) Qui non c'è nessuno! Al piano di sopra!

FREUD -Ma che succede? Cercate qualcuno?

UFFICIALE -Rifletta, professore, pensi a quel che si può fare. lo penso che sia una faccenda che può essere risolta tra lei e me. Ha inteso quel che voglio dire? ... Ripasserò. (esce)

VISITATORE - (uscendo dalla tenda) Quell'uomo mente.

FREUD -Ha maledettamente ragione invece: ho qualche risparmio all'estero.

VISITATORE -No: mente su Anna. Non la stanno interrogando.

FREUD -Cosa le stanno facendo?

VISITATORE -E' alla Gestapo, all'Hotel Metropol, in un corridoio, aspetta.

FREUD -Ah! Bene!

VISITATORE -No, Freud, no. lei sa che se non viene interrogata entro stasera rischia di essere deportata nei campi con altri ebrei, oppure fucilata.

FREUD -Faccia Qualcosa! Faccia Qualcosa!

VISITATORE - E' necessario che la interroghino.

FREUD -Intervenga, subito!

VISITATORE -Sta toccando qualcosa che ha in tasca.. ..non vedo bene.. .non riesco a vedere.. .ecco, una piccola fiala...

FREUD - Io so cos'è: è cianuro. L 'ha chiesto Anna al nostro medico, dice che dobbiamo suicidarci.

VISITATORE -E' un'idea di sua figlia?

FREUD -Sì.

VISITATORE -Lei cos'ha risposto?

FREUD -Che è quello che vogliono i nazisti, perciò non dovremo farlo.

VISITATORE -Per il momento si accontenta di tenere stretta tra le dita la fiala, se ne sente rassicurata. Adesso porta l'avambraccio alla bocca.. .(ride)

FREUD -Cosa fa? Cosa fa? ...

VISITATORE -Morde il braccio fino a farlo sanguinare...

FREUD -Ma che le prende?

VISITATORE -Tutto bene, Freud : le cose vanno per il loro verso.

FREUD -Quale verso? Mi dica che cosa sta succedendo!

VISITATORE -I nazisti accorrono. Stanno per uccidere migliaia di esseri umani ma daranno sempre aiuto ad una donna che perde sangue per una piccola ferita: Anna è riuscita ad attirare l'attenzione su di sé, la interrogheranno! Bene, Freud, hai una figlia davvero intelligente.

FREUD -Sì, sì, certo. Penso che devo crederle. Le credo.

VISITATORE -Cinquecento suicidi in un mese a Vienna. E quasi tutti ebrei.

FREUD -Come lo sa?

VISITATORE -Leggo i giornali. E comunque le autorità naziste hanno smentito la cifra pubblicando una nota correttiva: si trattava di voci molto, molto esagerate: le morti volontarie erano solo quattrocentoottantasette. Quella gente ha la mania della precisione.

Da fuori la voce dell'ufficiale.

FREUD -E' qui! Cosa devo fare, cosa mi consiglia? Se accetto sarò ridotto sul lastrico.

VISITATORE -Capovolgi la situazione, Freud!

FREUD -In che modo?. .Che devo fare?

VISITATORE -Ecco.. .(staccando dal muro un titratto, lo porge a Freud) Tieni. serviti di questa (si avvicina alla tenda)

FREUD -Una fotografia? Per fame cosa? Cosa devo dirgli? Non mi lasci solo Non mi lasci

VISITATORE -Freud! Niente bambinate. Dovresti fidarti adesso.

FREUD -Ma cosa.. ...Gli parli lei!

VISITATORE -Ma non essere ridicolo! Lui poi non può proprio vedermi. stasera puoi vedermi soltanto tu.. ..(sparisce dietro la tenda)

Entra l'ufficiale.

UFFICIALE -Allora, professore, ha riflettuto ?

FREUD – Sì... certo. Io... mi sono trovato per caso tra le mani questa fotografia... questa fotografia di mio zio Simone...

UFFICIALE -Poche storie! Come farà a passarmi il denaro?

FREUD – Certo!... (con una improvvisa, fulminante intuizione) Ho capito! Bellissimo, geniale! Ecco, volevo dire che mi sono trovato tra le mani questo ritratto di mio zio Simone e... guardandolo mi sono ricordato di quello che lei mi ha detto poco fa: lei ha fiuto nel riconoscere gli ebrei, non è vero? Lei ha naso... ha naso... Ecco, mi dicevo, eppure... (guarda il viso dell’ufficiale, poi il ritratto) No, forse no... forse mi sbaglio... ma no, non mi sbaglio, non mi sbaglio proprio.

UFRClALE -Cosa vuoi dire?

FREUD -Volevo dire che questo naso e... il suo naso.. ..mi ricordano -qui, nella curva, e nelle narici -il naso di mio zio Simone. Mio zio Simone era rabbino, ebreo. Pensi che io non sono affatto fisionomista, ma in questo caso mi sembra proprio di scorgere un'aria di famiglia. Ecco, venga, venga qui allo specchio, guardi. Guardi: il mio naso è meno a becco del suo... uhm?.. .ma l'ebreo sono io. Mentre il suo naso.. ..lo guardi bene, ecco... è a becco.

UFFICIALE -A.. .a becco? ...

FREUD -Più a becco del mio. Guardi bene. Ma per voi l'ebreo sono io, sono soltanto io l'ebreo. E tenga conto che in sinagoga non mi ci hanno visto mai.. ..eppure l'ebreo sono io. Soltanto io. Comunque è strano, stranissimo che nessuno abbia mai notato il suo naso, non le pare?

UFFICIALE - Io devo andare via.

FREUD -Ma come? Non vuole conoscere i suoi familiari, i suoi antenati?

UFFICIALE -Devo andare via.

FREUD -Sì, vada; vada a caccia di ebrei per sterminarli tutti, tutti quanti! Perché quanto siano pericolosi gli ebrei sta nel fatto che non si è mai sicuri di non esserlo.. .ebrei. A proposito: i miei conti. Vuole che sia io stesso a parlare con i suoi superiori dei miei conti all'estero?

UFFICIALE - E'.. .inutile.

FREUD -Sarebbe un vero piacere parlare con loro di questi conti, come pure del fatto che lei non ha mostrato a nessun altro il mio testamento, a nessun altro. E sarebbe gradevole anche parlare con loro di certe piccole opinioni su certe somiglianze fisiche. Se ne potrebbe ragionare con profitto, molto profitto.

UFFICIALE -E' inutile: io non so niente del suo testamento.

FREUD -Mia figlia tornerà presto.

UFFICIALE -Presto.

FREUD -Molto presto.

UFFICIALE -Certo, è possibile. E.. ..partirete presto?

FREUD -Prestissimo, prestissimo.

UFFICIALE -Buonasera, professore.

FREUD -Buonasera. Ah! Signor Gestapo! Volevo dirlee che ho capito cosa c'è di ebreo in me che in lei non c'è: tra qualche giorno la mia famiglia, mia moglie, i miei figli, io stesso, saremo sulla strada dell'esodo con le nostre valigie, i nostri fagotti, perché siamo stati cacciati dalla nostra casa. Dev'essere questo essere ebreo.

UFFICIALE -Buonasera. (esce)

FREUD –Buonasera! Buonasera.

UFFICIALE -(rientrando) Mi scusi: lei non ha visto nessuno?

FREUD -No, nessuno,

UFFICIALE -Benissimo.

FREUD -No, un momento. Perché.. .chi avrei dovuto vedere?

UFFICIALE -No, niente, tanto lei non ha visto nessuno.

FREUD -Aspetti! Insomma, che succede? Mi dica chi avrei dovuto vedere.

UFFICIALE -Non fa niente, professore: si tratta semplicemente di un uomo che è scappato. L'hanno visto entrare in un palazzo della Bergass, lo stiamo cercando da un'ora.

FREUD -Sì.. .ma non è qui.

UFFICIALE -Lo credo. Buonasera.

FREUD -Ma da dove sarebbe scappato? Di prigione?

UFRClALE -Dal manicomio. E' un matto. Qualcuno lo ha visto entrare in questo palazzo. Stiamo cercando su tutti i piani.

FREUD -Sì, va bene, ma che tipo di matto sarebbe? Un isterico, un depresso, un maniacossessivo.

UFFICIALE -Un.. .un matto. Ma non è pericoloso. E' uno di quelli che si immaginano di essere chissà chi. Come quelli che si credono Goethe, Napoleone...

FREUD -Un mitomane.

UFFICIALE -Buonasera, professore. E chiuda bene porte e finestre: non si sa mai. (esce)

FREUD -(sconsolato, siede) Un mitomane? Un mitomane!...Un mitomane.


SECONDO TEMPO

Freud seduto nella stessa posizione di fine primo tempo.

Il visitatore esce dalla tenda e raggiunge Freud, in silenzio.

VISITATORE -Walter Obersaid.

FREUD- Prego?..

VISITATORE -Walter Obersaid: il nome dell'uomo che stanno cercando.

FREUD -Cioè il suo nome.

VISITATORE -Walter Obersaid: un pover uomo. l'hanno tenuto chiuso dentro una cantina, malato, per ì primi dodici anni di vita. Quando l'hanno liberato non aveva mai visto la luce del giorno non conosceva che le tenebre. E' rimasto come paralizzato per mesi. Pensavano fosse demente! Quando poi sono riusciti a fargli dire qualche parola, ha cominciato a inventare storie, racconti nei quali si metteva in scena, come per recuperare momenti di una vita che ormai.. .ormai era andata. L'hanno classificato come mìtomane. Nessuno aveva mai sognato una vita per lui; nessuno si è mai chinato sulla sua culla per augurargli successi felicità, per dargli un bacio... i pazzi sono sempre dei bambini ai quali nessuno ha mai dedicato un sogno... Mi sento molto vicino a lui, sa?

FREUD -Bravo: lei mi ha proprio mentito, giovanotto. Ma non gliene voglio, sa? AI contrario: mi sento come liberato da una sofferenza, come se mi avessero tolto una spina.

VISITATORE- Avere il dubbio!

Musica di parata nazista sul fondo.

FREUD -Il mondo soffre, stasera: risuonano i canti dell'odio, mi hanno strappato mia figlia... Un infelice viene da me e per la prima volta io non voglio curarlo! Perché io non so se la curerò, sa? Non credo più nella psicanalisi, non in questo mondo: si può salvare un canarino mentre tutta la città brucia? Non è ridicolo curare il singolo individuo quando il mondo intero impazzisce?. ...E' vero che lei non è mai stato amato da nessuno?

VISITATORE -Amato veramente? Non lo so.

FREUD -Senza amore non c'è che solitudine. Se io non amassi mia moglie, i miei figli. come potrei continuare a vivere?

VISITATORE -Ma non c'è solo il suo di amore, sa? C'è anche quello degli altri, quello che le danno in cambio.

FREUD -E' vero.

VISITATORE -Ma quando si è soli, ad amare Completamente soli.. ...

FREUD -Senta, io non ce l'ho con lei perché mi ha mentito. Il fatto è che questa sera non posso fare altro che aspettare la mia piccola Anna, nient'altro. Tomi domani: parleremo. Non so se potrò amarla, ma proverò a curarla Che è lo stesso un modo di amare: mi occuperò di lei. Può andare.

Pausa. Il visitatore non si muove.

Vede, qui non d siamo che noi due soli. dascuno col proprio dolore. Ecco perché Dio non esiste. Il cielo è del tutto vuoto sulla sofferenza degli uomini.

VISITATORE -Lo crede dawero?

FREUD -Sì, la ragione ha messo in fuga i fantasmi. D'ora in avanti non d saranno più santi ma medici. E' l'uomo che ha preso su di sé l'uomo, curandolo.

VISITATORE -E mi dica: poco fa lei dawero ha creduto che io fossi.

FREUD -Avevo perso il controllo.

VISITATORE -E non ha nient'altro da dirmi? In fondo lei crede più facilmente a Walter Obersaid che a Dio.

FREUO -Vede, signor Obersaid, io sono vecchio. Ho passato tutta la mia vita a difendere le intelligenze contro l'idiozia, a prendermi cura degli altri. E l'ho fatto senza prendermi un respiro, senza soste. Tutto ciò a cosa mi dà diritto? lo speravo in una morte secca, rapida, e ho diritto, invece, all'agonia. Mille volte io avrei potuto mormorare il nome di Dio: mille volte avrei potuto assaporare il miele della consolazione: credere in Dio mi darebbe il coraggio di soffrire e di affrontare la morte..... Ma ho sempre resistito: era troppo facile! Ad esempio: poco fa stavo per cedere, ma era la paura a pensare per me.

VISITATORE -Poteva cedere, Freud!

FREUD - Io prendo molte droghe, ma questa no.

VISITATORE -Perché questa no?

FREUD -Perché anestetizza lo spirito.

VISITATORE -E se lo spirito ne avesse bisogno?

FREUD -E' la bestia che è in me ad aver bisogno di credere, non il mio spirito, non la mia ragione. E' il corpo che ha paura di trovarsi solo tra le sue angosce. E' il terrore della bestia braccata, è lo sguardo di un capriolo seguito da una muta di cani contro una roccia, in cerca di una scappatoia. Dio è un grido. signor Obersaid. Dio è un grido.

VISITATORE -Un grido?

FREUD- E' la rivolta della carcassa umana.

VISITATORE -Insomma, lei non vuoi credere in Dio perché le farebbe bene.

FREUD -lo non credo in Dio perché tutto in me chiede di credere. Non credo in Dio perché vorrei credere, non credo in Dio perché sarei felice di credere....

VISITATORE -Ma mio buon Freud, se questo desiderio c'è. perché reprimerlo? Perché censurarlo?

FREUD -Perché è un desiderio dannoso.

VISITATORE- Dannoso a chi?

FREUD -Alla verità. Non posso lasciarmi ingannare da un'illusiòne. Signor Obersaid, l'uomo sta in un sotterraneo, al buio. Per luce non ha che una torcia fatta con stracci, e un po' d'olio; sa che la fiamma non durerà a lungo. Chi crede cammina sicuro di arrivare in fondo ad un tunnel, dove si spalancherà per lui la luce. L'ateo sa che non ci sono porte, che non c'è altra luce se non quella accesa da lui, per astuzia, e che in fondo al tunnel non troverà altra fine che la sua, la propria fine. Allora si accorge che il buio e la notte sono terribili, spietati, ma continua a camminare. Il dolore si fa più doloroso, la paura più paurosa, e la morte definitiva. La vita, poi, non gli sembra altro che una malattia mortale.

VISITATORE -Ma il suo ateo è un uomo veramente disperato, Freud.

FREUD -C'è un altro nome per la disperazione, ed è "coraggio". L'ateo non ha più speranze, le ha barattate con il coraggio.

VISITATORE -E che ci guadagna?

FREUD -La dignità.

VISITATORE -Sei troppo innamorato del tuo coraggio, Freud!

FREUD -Non mi dia de! tu!

VISITATORE -lei ce !'ha con me perché sono venuto soltanto adesso. Ma anche se mi fossi mostrato prima, Freud, non sarebbe cambiato niente: lei avrebbe avuto la stessa vita, una vita bella, degna, generosa.. ...

FREUD -Basta, Walter Obersaid! La smetta di credersi Dio!

VISITATORE -lei non crede in Dio ma in Walter Obersaidl Sono molto lusingato per lui, ma chi le prova che Walter Obersaid esista?

FREUD -Basta. Sono stanco.

VISITATORE -No! lei non è stanco: lei pensa continuamente ad Anna. E sarebbe molto tenero, se non fosse un po' offensivo.

FREUD -Comunque meglio per lei che sia quello che è, cioè un impostore. Perché se fosse Dio. .

VISITATORE -Se fossi Dio?

FREUD -Se fosse Dio avrebbe scelto una gran brutta giornata per venire qua da me. Se avessi Dio, questa sera, davanti a me.

VISITATORE -Avanti, che cosa farebbe se avesse Dio, stasera, davanti a sé?

FREUD -Gli chiederei il conto!

VISITATORE -Che cosa gli chiederebbe?

FREUD – Sì, insomma, gli chiederei che Dio metta il naso fuori dalla finestra, una buona volta. Lo sa Dio che il male corre per le strade, con stivale di cuoio, con sperone di ferro, a Berlino, a Vienna, e presto in tutta Europa? Lo sa Dio che l’odio ha, ormai, un suo partito, un odio che riassume tutti gli odi, l’odio per gli ebrei, l’odio per gli omosessuali, l’odio per chiunque la pensi diversamente...

VISITATORE -Ma ti pare possibile che lo ignori, Freud?

FREUD – Non era affatto necessario che il male si facesse così spettacolare, prendesse le armi, si tingesse di sangue! Io ho visto il male sempre e ovunque, fin da quel giorno in cui, seduto a gambe aperte sul pavimento della cucina, chiesi aiuto e nessuno mi rispose... Nessuno, signor Oberside!... Se avessi Dio qui, davanti a me, stasera, lo accuserei proprio di questo: di false promesse.

VISITATORE -False promesse?

FREUD – Sissignore, false promesse. perchè il male è solo una promessa che non viene mantenuta. Che cos’è la morte se non la promessa smetita di quella vita che corre nel mio sangue, nella mia pelle? Perchè quando io mi abbandono a questa ebbrezza della mente, è tanta la felicità di esistere che io non mi sento mortale!... La morte non sta da nessuna parte in me: non sta nel mio ventre, nella mia testa: io non l’avverto in nessun modo questa benedetta morte, ne so soltanto per conoscenza ricevuta, per sentito dire. Se non ne avessero parlato altri, non avrei mai pensato, io, di dover morire. Perchè morire? Io, da solo, ero partito per un grande, un meraviglioso viaggio, mi credevo immortale, eterno... E il dolore? Che cos’è il dolore se non la smentita dell’integrità del corpo? Questo corpo che è nato per correre, per godere... eccolo là, invece: ferito, distrutto, spappolato. E il verodolore non si vede nella carne, perchè la vera ferita è quella che va giù, dritta, nell’anima. Ma il male più grave, la vera somma dei mali cui una vita intera non riesce a dare consolazione, è la dote di pensiero gretta, limitata, resa imbecille dalla stessa intelligenza. Parrebbe che Dio ce l’avesse donata soltanto perchè ne saggiassimo la pochezza: ci ha fatto assetati, e poi non ci ha dato acqua per placare tanta sete. Noi non sappiamo nulla, non conosceremo mai grandi cose, mai. Se io vivrò trecentomila anni sempre le stelle, sopra di me, numerosissime, saranno indecifrabili. E io aspetterò, gli chiederò che cosa faccio, su questo mondo, co i piedi nel fango. La finitezza del nostro spirito, ecco l’ultima delle sue promesse non mantenute!

VISITATORE - Ti aspettavi troppo.

FREUD-Dovevo essere un imbecille! Ecco, così non avrei sperato in niente. Se Dio fosse contento di questo mondo che ha fatto non sarebbe Dio. o sarebbe un Dio crudele, un tiranno che vuole l'infelicità dell'umanità. Meglio per lui sarebbe non esistere affatto. In fondo invece che un Dio non sarebbe altro che il demonio...

VISITATORE- Freud! ...

FREUD -Walter Obersaid! Lei è un impostore, e anche brillante. Ma deve riconoscere di avere un maestro in impostura: Dio stesso!

VISITATORE - Lei delira!

FREUD -Se avessi Dio io, qui, davanti a me, stasera, mentre il mondo piange e mia figlia è tra le grinfie della Gestapo, io non potrei che dirgli: "Tu non esisti! Se tu sei un potente come dicono, allora sei un malvagio.. ...ma se tu non sei un malvagio, se non sei un potente scellerato.. ..allora non sei un Dio all'altezza di Dio... e non è necessario che tu esista! Alla fine tu non sei altro che un'ipotesi inutile!"

Pausa.

VISITATORE -E Dio le risponderebbe di sicuro così: "Se tu potessi vedere come me, in anticipo, il nastro degli anni a venire, saresti anche più violento. ma rivolgeresti la tua accusa al vero responsabile. Se tu vedessi più lontano! Questo secolo sarà uno dei più singolari che la terra avrà mai avuto. Lo chiameranno il secolo dell'uomo, ma sarà il secolo di tutte le pestilenze. Quella che comincia già ad affiorare sui muri di Vienna, e di cui non vediamo che i primi bubboni, presto ricoprirà il mondo intero e non incontrerà alcuna resistenza. La cacciano via di qui, dottor Freud: si reputi fortunato Ma degli altri? Amici, sorelle, discepoli, tanti altri innocenti saranno tutti uccisi, decine su decine, migliaia e migliaia su migliaia, in bagni dove le docce sprigioneranno gas anziché acqua. Saranno gli stessi fratelli a raccogliere i corpi dei fratelli, a gettarli nelle fosse comuni... lo sa che i nazisti faranno persino sapone con il loro grasso? Non è strano che ci si voglia lavare il culo con ciò che si odia tanto. Ci saranno altre pestilenze, ma all'origine sarà sempre lo stesso virus, quello stesso virus che impedisce a te di abbandonarti un po': "orgoglio! Mai l'orgoglio umano sarà così illimitato: sostituire Dio! Fare piazza pulita di tutto ciò che non si conosce, essere padroni! Mai come in questo secolo questa follia si impossesserà di voil Padroni della natura: insozzerete la terra, tingerete di nero le nuvole Padroni della materia: farete tremare il mondo! Padroni della vita: Sceglierete i vostri figli sui cataloghi... Padroni del vostro corpo: avrete tanta paura della morte e della malattia che cercherete di resistere ad ogni costo, finirete non per vivere, ma per soprawivere, anestetizzati come ortaggi da serra.. ...Padroni della morale: vi crederete che siano gli uomini a farne le leggi, e che tutto ha un valore. Perciò niente ha valore. Allora il vero Dio, Freud, sarà il denaro. Il denaro I l'unico che resisterà. Ovunque, nelle città, gli dedicheranno dei templi E nell'assenza di Dio anche il pensiero sparirà!.. ...Da principio sarete felici di aver ucciso Dio perché, caro Freud, se nulla è dovuto a Dio, allora tutto torna: l'uomo ignorerà l'angoscia e sarete fieri della vostra intelligenza. Mai la storia conoscerà una filosofia tanto cupa e altrettanto soddisfatta, il mondo intero sarà privo dì luce. Quando un ragazzino, in una sera di incertezza -come tante ce ne sono alla sua età -domanderà "Ditemi, per favore, qual è il senso della vita!. .." nessuno potrà rispondere, Freud. Questo sarà il risultato: voi, i grandi di questo secolo, spiegherete l'uomo con l'uomo e la vita con la vita, ma che cosa sarà l'uomo? Sarà un pazzo, un pazzo sprangato dentro a una cella, che gioca una partita a scacchi tra il proprio inconscio e la propria coscienza. Dopo di te l'umanità sarà definitivamente sola, nella sua prigione. E tu ancora provi l'ebbrezza del conquistatore, di colui che fonda, che scopre! Pensa un po' agli altri, Freud: che mondo gli avrai consegnato? l'ateismo rivelato! Una superstizione ancora più sciocca di tutte quelle che l'hanno preceduta.

FREUD -Ma io.. ...io non ho voluto niente di tutto questo.'Walter Obersaid, lei è indubbiamente un uomo molto intelligente, ma anche , molto infelice. Sfortunatamente io non ho alcuna dimestichezza con le profezie... ecco: sarebbe meglio per tutti e due se lei scavalcasse quella finestra e se ne tornasse là da dove è venuto.

VISITATORE -In manicomio.

FREUD -Venga domani, parleremo. Glielo prometto.

VISITATORE -Mi consegni al suo amico della Gestapo. Sarà felice di arrestarmi e lei risalirà nella sua stima.

FREUD -No. lei tornerà da solo nella sua stanza.

VISITATORE -Cella. AI giorno d'oggi essere considerati pazzi è una protezione. (pausa) Ma perché non si lascia un po' andare. Freud?

FREUD -E dove sarei arrivato, se mi fossi lasciato andare? Sarei stato un piccolo medico ebreo, per tutta la vita, non avrei fatto altro che curare influenze e reumatismi. lo non ho bisogno della fede, ho bisogno di certezze, di risultati positivi! Non basta che un pazzo, per quanto brillante, venga qui a farmi la predica Ma, alla fine, lei è Walter Obersaid...o chi?

VISITATORE -Secondo lei?

FREUD -Sono io a fare domande in questo momento: lei è Walter Obersaid?

VISITATORE -Sarei portato a risponderle di no, ma anche Walter Obersaid le direbbe di no.

FREUD -Benissimo, lei dice di essere Dio.

VISITATORE -Sì.

FREUD -Lo provi.

VISITATORE -Scusi?

FREUD -Se lei è Dio lo provi. lo credo soltanto in quello che vedo.

VISITATORE -lei mi vede

FREUD -No. lo vedo soltanto un uomo.

VISITATORE -Ma Freud! Se mi fossi manifestato in un ragno, o in un vaso da notte, a questo punto non avremmo dawero concluso . t ? men e, sa.

FREUD -Faccia un miracolo.

VISITATORE -Scusi?

FREUD -Faccia un miracolo!

VISITATORE –Freud! ll dottor Freud, una delle più grandi menti nella storia dell'umanità, mi chiede un miracolo? E ditemi, amico mio, in che foggia vuole che le appaia? In uno sciacallo? No, no: in Giove! Giove seduto su un trono di nuvole! lo credevo di dover dedicare i miei miracoli solo agli imbecilli.

FREUD -Gli imbecilli fanno miracoli dappertutto. Troppi per ingannare uno scienziato. E' un vero peccato che Dio non abbia mai voluto far miracoli alla Sorbonne, oppure in un laboratorio.

VISITATORE -Il vero miracolo sarebbe che lei credesse un po' in me.

FREUD -Scommettiamo: un miracolo.

VISITATORE -Assurdo.

FREUD -Un miracolo.

VISITATORE -E va bene. d'accordo. E' pronto? (pausa, si concentra) Mi regga il bastone. Ecco! Sì!

Il bastone, nelle mani di Freud, scatta aprendosi in un mazzolino di fiori, secondo i più normali trucchetti da prestigiatore. Il Visitatore ride di gusto.

FREUD -Se ne vada! Se ne vada immediatamente! Non soltanto lei è un mitomane, ma anche un sadico, che approfitta della mia notte di debolezza.

VISITATORE -Ma senza la tua debolezza come sarei potuto entrare qui, Freud?

FREUD -Basta! Finiamola una volta per tutte. Scavalchi quella finestra e tomi là da dove è venuto!

Il Visitatore si ritira dietro la tenda.

Si abbassano le luci. Freud si porta alla scrivania e si versa da bere in un bicchiere.

Si sente bussare alla porta.

UFFICIALE -Professor Freud, , ... Mi sono permesso di venire a renderle questa carta, il suo testamento. Che io dunque non ho mai avuto tra le mani.

FREUD -Mia figlia dov'è?

UFFICIALE -La stanno interrogando. ma non ne avrà per molto: pura routine. Mi sono permesso di insistere in questo senso.

FREUD -Va bene, non la trattengo oltre. Può andare.

UFFICIALE -Volevo dirle, a proposito de! matto che era scappato: l'hanno ritrovato.

FREUD -Come ha detto?

UFFICIALE -Il pazzo. quello scappato dal manicomio. Era nascosto nell'immondizia. giù nel suo cortile. l'abbiamo riconsegnato agli infermieri.

FREUD -E perché mi dice tutto questo?

UFFICIALE -Scusi. ... pensavo che le interessasse.

FREUD -Aspetti è proprio sicuro?

UFFICIALE -Di cosa ?

FREUD- Sì, del pazzo, che sia lui.

UFFICIALE -Ma certo.

FREUD -Walter Obersaid?

UFFICIALE -Come?,

FREUD -Walter Obersaid.

UFRClALE -Sì, sì, un nome così. AI manicomio erano contentissimi di averlo riacciuffato. Quando è in forma pare che riesca a darta a bere a chiunque! Ma noi, professore, sappiamo bene come risolvere questi problemi, vero?... Professor Freud, heil Hitler!

(esce)

Freud rimane pensieroso, quindi ha un attacco di tosse. Accende un sigaro.

VISITATORE -(riuscendo dalla tenda) La morte ti sta divorando, Freud. Non importa attizzarne le braci.

FREUD -Perché sei venuto?

VISITATORE -Me lo domandi perché d credi veramente o per sbarazzarti di me?

FREUD -Perché è venuto?

VISITATORE -Non per convertirla. Freud.

FREUD -E perché allora?

VISITATORE -Per noia. Anzi, per odio. Ce l'ho con voi.

FREUD- E per cosa?

VISITATORE -Ma credi che sia un destino invidiabile essere Dio? Ho tutto, sono tutto, so tutto, perfetto, appagato, pieno come un uovo, sazio dall'inizio del mondo. Che cosa potrei desiderare che ancora non ho? Niente, se non sentire di avere una fine. Perché io una fine non ce l'ho, né morte, né aldilà, niente. ...E non posso neanche credere in alcuna cosa che non sia me stesso. Lo sai qual è il vero stato di Dio, Freud? Una prigione. l'unica prigione dalla quale non si può evadere, mai.

FREUD -E noi allora?

VISITATORE -Noi chi?

FREUD -Noi uomini. Siamo forse una distrazione?

VISITATORE -Ma non li legge mai i suoi libri?

FREUD -Cosa?

VISITATORE -Dovunque io vada non incontro altro che me stesso, le mie creature. Nella loro presunzione gli uomini non pensano mai che Dio si trovi sempre in loro compagnia ..Essere il Tutto è di una noia! E di una solitudine

FREUD -La solitudine de! principe!

VISITATORE -La solitudine del principe.

Da fuori vengono le voci concitate di una donna e di un uomo massacrati di botte da alcune guardie proprio sotto le finestre.

VISITATORE -lei crede?

FREUD -Per niente! (si sposta alla finestra, che spalanca)

VISITATORE -No, Freud, per favore!

FREUD -lei li sta lasdando fare!

VISITATORE -Ho reso l'uomo libero.

FREUD -Libero! Libero di fare il male.. ...

VISITATORE -Libero per il bene come per il male! Altrimenti la libertà è niente.

FREUD -lei allora non si ritiene responsabile!

VISITATORE -No.

FREUD -Lo stanno trascinando via! Dove? Mi dica dove!

VISITATORE -Nei campi.

FREUD -Che campi? Mi dica che campi! Intervenga, faccia qùarcosa! Come vuole che creda in lei, a questo punto?

VISITATORE -(dliudendo la finestra) Non posso.

FREUD -Mi levi da quest'incubo!

VISITATORE -Non posso, Freud.

FREUD -Ma tu sei potente!

VISITATORE -E' falso, Freud. Nel momento in cui ho reso l'uomo libero ho perso l'onnipotenza. Avrei potuto prevedere tutto in anticipo se avessi creato degli automi, delle macchine.

FREUO -Allora perché averlo fatto, questo mondo?

VISITATORE -Per il motivo che fa fare tutte le sciocchezze, il motivo senza il quale niente sarebbe: per amore. Abbassi gli occhi, caro Freud?... Ah già! A te un Dio che ama non piace. Tu vorresti un Dio che minaccia, un Dio che inarca le sopracciglia ed ha un fulmine nelle mani. Voi uomini preferite un padre terribile a un padre amoroso. Ma perché avrei dovuto far tutto se non per amore?. ...Ma voi non la volete la tenerezza di Dio, non volete un Dio che soffre, non volete un Dio che piange. Tu vorresti un Dio davanti al quale strisciare per terra, non un Dio che si inginocchiasse davanti a te.. ...

Musica di parata nazista dalla finestra.

VISITATORE -Bello.. ...no?

FREUD -Purtroppo. Se l'idiozia può essere bella.

VISITATORE -La bellezza! Voi uomini l'amate molto la bellezza!

Sullo sfondo parte un lievissimo e dolcissimo andante di W.A.Mozart.

VISITATORE -C'è stata una volta in cui conoscevo il mormorio delle nuvole, conoscevo il volo delle anitre selvatiche in volo, ad arco, verso l'Africa.. ...lo splendore lacerante della stella cometa nel buio della notte ..ma questo.. ...questo io non lo conoscevo proprio! ...da principio ho pensato che un vento della terra si fosse smarrito nella via lattea. ...ho creduto di aver trovato una madre. una madre che mi spalancava le braccia.. ...davanti a me il mondo era infinito ...

FREUD- E cos'era?

VISITATORE -Mozart .Mozart riesce a farti credere nell'uomo.

Lenta dissolvenza di luci sul Visitatore. Rimane un solo proiettore che, accompagnato dalla musica, illumina la figura di Freud, seduto alla scrivania con gli occhi chiusi.

ANNA -Papà

A questa battuta. di improwiso, la luce si rialza a tutto campo e la musica cessa.

FREUD -Anna! (le corre Incontro. Si abbracciano) Anna .ti hanno fatto del male?

ANNA -Non mi hanno toccata. Mi hanno interrogata sulla Società di Psicoanalisi, volevano sapere se la nostra associazione internazionale è un'associazione politica. Sono riuscita a convincerli del contrario.

FREUD -Anna mia! (l'abbraccia nuovamente)

ANNA -Papà, mi fai male. Ho parlato di noi come se fossif!'o una combriccola di dilettanti, quasi me ne vergogno. Non dobbiamo aspettare un momento di più. Ho sentito cose terribili, ho parlato con altri ebrei, mi sono messa ad origliare alle porte: sembra che deportino gli ebrei in campi di concentramento e che, una volta là, di loro non si sappia più nulla.

FREUD -Lo so. Lo so.

ANNA -Ma c'è un fatto ancora più grave: gli ebrei tacciono, papà. Si fanno rinchiudere dalla Gestapo e aspettano ore, senza protestare. Li insultano, gli sputano in faccia, li deportano, e loro non dicono niente, sì comportano come se fossero colpevoli. Ma che cosa hanno fatto per meritare tutto questo? Solo perché sono ebrei? Che delitto è essere ebrei qual è il loro errore? La tua nipotina, la piccola Masha che è appena nata, di che cosa è colpevole? Di essere nata, forse? Di esistere?

FREUD -Dobbiamo partire.

ANNA -Partiremo. E diremo tutto, al mondo intero

FREUD -No, Anna. No, no. Partiremo e staremo zitti, zitti. Perché qui a Vienna resteranno le mie due sorelle e, se parleremo, si vendicheranno su di loro. Partiremo e staremo zitti, perché qui resteranno tanti ebrei, tanti.. ...e, se parleremo, si vendicheranno su di loro.

ANNA -Così anche tu non dirai niente?

FREUD -C'è già la morte sulla mia bocca, nella mia gola. Stiamo per andar via, bambina mia, sì.

ANNA -Hai fumato!

FREUD -Sì.. ..poco.. ..io ti stavo aspettando..

ANNA -Non importa. non devi fumare.

FREUD -Dobbiamo partire, sì! Sono stato un insensato a farti rimanere qui per tutto questo tempo. Sono stato, anzi, un egoista: ho pensato solo a questo vecchio inutile viennese partiremo! (si guarda attomo) Dov'è? Dov'è finito?. ..era qui un minuto fa.. ...

ANNA -Ma di chi stai parlando?

FREUD -Anna ho ricevuto una visita mentre tu non c'eri, una visita straordinaria, che mi ha ridato la speranza.

ANNA -E chi era?

FREUD -Uno sconosciuto! Ma merita di essere conosciuto. Vediamo (si muove, scosta le tende) Non può essere uscito: parlavamo quando tu sei entrata.

ANNA -Eri solo!

FREUD -Ah! Ecco! Deve essersi nascosto quando ti ha sentita entrare. Noi parlavamo, discorrevamo.

ANNA -Papà! Quando sono entrata tu eri seduto alla scrivania, nella posizione che prendi quando dormi.

FREUD -Ma no, Anna, io non dormivo, non dormivo!

ANNA -E allora? Dov'è questo tuo visitatore?

FREUD -.Ma io non dormivo, Anna, non stavo affatto dormendo! La musica non l'hai sentita?. ...Mozart!

ANNA -Sì, papà. Vado a preparare una tisana. E poi mi racconti il sogno che hai fatto. (esce a sinistra)

FREUD -Ma io non stavo dormendo.

VISITATORE -(entra dalla stessa polta dalla quale è usata Anna) Ho preferito non disturbare il vostro incontro.

FREUD -Ecco! Dov' era andato a finire?

VISITATORE -Necessità fisiche dell'incarnazione. Un fenomeno di una certa rilevanza, sa Freud? Ho avuto l'impressione, per qualche attimo, di esser diventato una fontana. (ride, pOI) Freud Addio.

FREUD -No! lei non può andar via: Anna deve sapere, bisogna che sappia.

VISITATORE -Glielo racconterà lei.

FREUD -Non mi crederà mai, nessuno mi crederà stasera. E poi mia figlia ha bisogno di lei.

VISITATORE -Ma se sua figlia è testarda come lei la notte rischia di essere un po' lunga.

FREUD-Oh! La prego

VISITATORE -A suo rischio e pericolo.

Anna entra da sinistra con un vassoio e una teiera, che poggia sul tavolo dando le spalle agli altri due.

FREUD -Anna! Anna, non lo vedi il mio ospite?

ANNA -(si gira, guarda il Visitatore, poi) Ah! Sarebbe lei?... Si segga. Vorrà una tisana Vado a prendere un'altra tazza. (esce)

FREUD -"Sarebbe lei?" ...ma che significa? Vi conoscete?

VISITATORE -Non ne so niente.

Rientra Anna.

FREUD -Anna! Tu conosci il signore?

ANNA -Certo, di vista.

FREUD -Ma per chi lo prendi?

ANNA -Che vuoi dire?

FREUD- Per chi lo prendi?

ANNA -Lo prendo per chi è.

FREUD -E cioè?

ANNA -Non vorrei essere scortese con il tuo ospite.

FREUD -Ma insomma! Chi credi che sia?

ANNA -E' l'uomo che da quindici giorni a questa parte mi segue ogni volta che esco per andare al giardino d'infanzia. E non manca mai di farmi certi sorrisini ai quali non rispondo affatto e certe strizzate d'occhio che fingo di non vedere. In poche parole il signore è un maleducato.

VISITATORE -Le assicuro che mai e poi mai io....

ANNA -Già l'apprezzavo poco, adesso ancora di meno visto che cerca di arrivare a me attraverso mio padre: non può che stancarlo. E ovviamente io non cambierò di un millimetro il mio atteggiamento verso di lei.

VISITATORE -Ma le assicuro, non si tratta

ANNA -Allora lei ha un sosia, un sosia perfetto. E' un miracolo avere un sosia così! Ti lascio con lui, papà, tornerò quando il tuo ospite se ne sarà andato.

FREUD -Anna!

Anna esce a sinistra.

FREUD -Perché non l'ha previsto?

VISITATORE -Che cosa?

FREUD -Avrebbe dovuto prevederlo.

VISITATORE -Freud! Ancora dubbi? Non ricominciamo, eh?

FREUD- No, dico. ..

VISITATORE -Sieda.

FREUD -Sì, ma perché non l'ha previs..

VISITATORE -Sieda, Freud, sieda. (si avvicina alle tazze. Versa da bere) Zucchero? Due?

FREUD -Sì. sì. due. (prende la tazza, ancora titubante) Ma.. ..

VISITATORE -Nessuno mi vede, Freud. Ognuno proietta in me l'immagine che vuole, che più lo ossessiona. Sono stato un Dio bianco, giallo, nero, con la barba o senza, con died bracda, sono stato anche donna.. ...In fondo credo che alla sua piccola Anna il giovane del giardino d'infanzia non dispiaccia poi tanto.

FREUO -E sia.. ...certo.

Il Visitatore beve e ride.

FREUD -Perché ride?

VISITATORE -Sto pensando se con quello che sto per bere tornerò a zampillare come una fontana.. ...Il dottor Freud mi trova puerile? Si è sempre puerili quando ci si stupisce della vita... Me ne vado: non ho padre. né madre. né sesso, né inconscio, quindi non puoi far niente per me. Ma mi hai prestato orecchio.

FREUD -Ma come, mi lascia?

VISITATORE -Non ti ho mai lasciato. Freud,

FREUD -E quando la rivedrò?

VISITATORE -Ogni volta che vorrai, ma con gli occhi mai più.

FREUD -Come allora?

VISITATORE -Ero qui, Freud, nascosto. (tocca il cuore) Tu non mi hai mai trovato, ma non mi hai neppure mai perso. Ogni volta che ti sentivo dire che non credevi in Dio avevo l'impressione di ascoltare un usignolo lamentarsi di non conoscere la musica ..(apre la finestra) Freud fra poco tempo lei partirà. Porti con sé più gente che può, li salvi. Buonasera.

FREUD -Noi lei. ...lei deve restare.

VISITATORE -Ho detto "Freud, buonasera",

FREUD- lei a me "buonasera" non lo dice!

VISITATORE -A questo punto?,

FREUD -lei non scavalcherà quella finestra come un qualunque mortale. lei deve sparire! Qui, davanti ai miei occhi!

VISITATORE - Ancora dubbi. eh? Sempre dubbi.

FREUD - Guardi che io sparo! (prende il revolver dal cassettò della scrivania e lo punta contro l'altro)

VISITATORE -Spara! Sì, spara, Freud! Ma se fossi davvero quel pazzo, quel Walter Obersaid fuggito dal manicomio? Oppure il giovane del giardino d'infanzia! lei avrebbe qui un cadavere, Freud.. ...ci pensi: perdere la libertà e la fede in un colpo solo.

FPIEUD -Sì, va bene, ma lei non cadrebbe, ne sono sicuro!

VISITATORE -Bene, si fermi qui: fede! Deve nutrirsi di fede, non di prove.

FREUD! -Tu ti prendi gioco di me! Se tu fossi il demonio non ti comporteresti diversamente.

VISITATORE -Sono un mistero, Freud, non un enigma.. ...Sono un mistero, Freud, non un enigma

FREUD -lo non mi sono convertito, eccol Non mi sono affatto convertito.

VISITATORE -Non puoi che convertirti da solo. Sei libero di decidere: l'uomo è libero di decidere ciò che vuole sentire.

FREUD -E allora? ..Cosa ho guadagnato io da tutto questo?

VISITATORE -Fino a stasera pensavi che la vita fosse solo assurda d'ora in poi saprai che è anche misteriosa. (scavalca la lìnestra con una gamba)

FREUD -Fermati! Aiutami

VISITATORE- Freud ......arrivederci. (scavalca definitivamente il davanzale e sparisce in strada)

FREUD – (sporgendosi) Fermo!....... Fermati, fermati!.... Fermati! Non puoi andare via così!... E’ sparito!.... No! No, sei là, io ti vedo, ti vedo! Vuoi sfidarmi, non è vero? Non vuoi sparire davanti ai miei occhi, te ne vai lungo la grondaia. come un comune mortale!... Non deve finire così! Fermati! Ti vedo: sei là!.. ...Fermati! (spara)

Pausa. Abbassa la pistola. Guarda in direzione dello sparo, quindi si gira al pubblico. stralunato e confuso.

FREUD -Mancato!

Scorre il sipario.