Il vizietto… secondo me!

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Il vizietto…

Il vizietto…secondo me!

Farsa in due tempi

Di: Nicola Auletta

Tratta da un’idea di:

Carmine Ciocia, Vera Volante, Tiziana Di Frenna, Pina Chianese, Biagio Nunziata e dal film “La patata bollente”un film del 1979 diretto da Steno. Nel film di Steno al minuto 38° Massimo Ranieri attore del film pronuncia un monologo a cui ha fatto seguito tutta la farsa da me scritta. I personaggi della farsa sono di pura fantasia e non vanno in alcun modo ad intaccare il film ne nella trama, ne nei personaggi, le idee esposte dai mie amici che ho voluto menzionare erano per un corto teatrale sempre scritto da me di 12 minuti e da me successivamente ampliato facendolo divenire farsa. Questo mio lavoro è regolarmente iscritto alla S.I.A.E. con tutta la dichiarazione sopra esposta.


Il vizietto…Secondo me!

10 personaggi

Personaggi:

Turchina Blu personaggio maschile (Professore)

Antoniuccio

Carmen La Mazza

D.Margarita (Padrona dell’albergo)

Eva De Angelis

Francesco Mezzabotte

Gennarino (Portiere dell’albergo)

Voce della coscienza

Francesco Mezzabotte (Bambino)

D.Margarita (Anziana)


Il vizietto… secondo me!

La scena ha inizio con la canzone “Tango delle capinere” con una coreografia di quattro ballerini, verso fine coreografia ed allo sfumare della canzone entra in scena il portiere che interagisce con i ballerini.

Portiere: (Entra in scena con una scopa in mano guarda incredulo i ballerini) Ma guardate, guardate, questi ballerini come sono insolenti, (Rivolto ai ballerini sbagliando a pronunciare l’italiano) ma quante vote, vota, vi devo ripetere che non si balla nella call, quella la signora si arrabbia, su, su, andatevene nelle stanze vostre, ah…e non mi dite un’altra volta che domani avete lo spettacolo e che dovete provare altrimenti sbagliate ecc … è meglio se state zitti, tutt’ i juorne mi dite la stessa cosa su, su, … sgomberare … oh (I Ballerini via di scena) però ballano bene (intento a ballare con la scopa a far da donna)… ah, ah. (suona il telefono)Ma chi è (Risponde al telefono) Gue, Don Pasquale  No,  quella è uscita da stamattina (riferendosi a D.Margarita). E come si fa a dire di no, io per voi faccio qualunque cosa, voi mi avete dato questa mano, anzi si tenesse a mana vosta annanza va baciasse, no, manco na parola D.Pasquà, certamente D.Pasquà e chi so scorde, e chi ve scorda? (risatina compiaciuta) che tipe stravagante che è, però o’ voglie bbene assai, Quella la mia padrona è una bella donna e va appresso a isso e meno male… quello oltre ad essere il mio compare è anche mio santo patrono, grazie, grazie D. Pasquà e chi so scorde che mi avete trovato questo posto d’oro (Suona il telefono) ah, accuminciammo cu stu telefono, pronto, Grand hotel D. Margarita, buongiorno…si?... certamente signora non si preoccupi, (Scrive sul libro delle prenotazioni) ecco la camera è stata prenotata. A che ora arrivate? Ah…va bene, (3volte), (Poggiando la mano sulla cornetta) e chesto l’amma capite, iiiiih che scassa … Arrivederla signora, arrivederla. Maronna mia, tutti i giorni è la stessa cosa, non c’è la faccio più (2 volte). Questo manicomio è già un’ albergo aaaah... c’aggio ditto, quest’albergo è un manicomio, ci mancava solo il ritorno del figlio della mia cara padrona, donna Margarita… non sta più nei panni per il suo figlioletto adorato. Quante smancerie, me pare o’contessino e’ maje na vota che a padrona n’attenzione a me m’avesse purtate oh non lo sopporto proprio a fifi… volete il caffè signorino? Il giornale signorino? Pipipi, pipipi, beato lui ritorna dalle sei scelle, sei scelle?  nuie ccà ce suramme sule e scelle! (Vede Turchina) Buongiorno, dica…

Turchina: Uh marunnella mia quello mi ha scoperto e mo che gli dico?…buongiorno, (riflettendo come se cercasse la risposta) io sono la sorella di Renato Zero ovvero Turchina blu Zero, mmmh … seguimi … io sono la notte, il mistero, l’ambiguità…faccio in fretta un altro inventario, smonto la baracca e via, cambio scena itinerario, il mio indirizzo è la follia.. c’è un infelice ovunque vai, seguimi e non ti pentirai, sono io la chiave dei tuoi problemi guarisco i tuoi mali vedrai, mi vendo…la grinta che non hai…hai visto? Guè, io sono la fata turchina e tu nun me viste è… altrimenti non esaudirò mai i tuoi desideri ciao, ciao  chery, i love you. (Via di scena)

Portiere: Ma comme…Certo che ci sta gente strana, dovrebbero fare un allarme acustico pe scieme.

Entra in scena Antoniuccio

Antoniuccio: Ecco il caffè

Portiere: Ah…Eccoti qua finalmente, sono più di venti minuti che l’ho chiesto, qua già si sta schiarando na bella giornata.

Antoniuccio: E che ci posso fare io, il barista stava cambiando l’acqua alla macchina.

Portiere: Guardate e secondo te un cliente si può far aspettare? (prende un oggetto con l’intento di lucidarlo)

Antoniuccio: Si!

Portiere: Ma comme?

Antoniuccio: Eh… Don Gennà avete sentito il fatto del giorno?

Portiere: Qua fatto?

Antoniuccio:  Lo volete sentire?... allora sono 60 centesimi per il caffè, 40 a me, e per tutta l’informazione … 1 euro.

Portiere: Ah si e per l’attesa?

Antoniuccio: Facciamo pure 1€  e 50 scontato di 50 centesimi, v’aggiu trattate, io mi prendo sempre 2 euro.

Portiere: Mo si nun te ne vaie o bi…

Antoniuccio: Ah ah ricordatevi che vi debbo portare la rivista sul gossip, io mi faccio venire un crampo alla mano e non vi porto niente.

Portiere: (Dice a se) E nun te putesse venì mò? E jammo, ja dimmi questo fatto, lo sai che io sono curioso…

Antoniuccio: Io direi n’ciucessa, lo dico solo perché non so come si dice al maschile, senza offesa, comunque la conoscete a Nanuccia?

Portiere: La signora del terzo piano? quella che ha sette figli, o’ marito cu a pensione ca nun putesse avè, e’ la mamma sclerotica?

Antoniuccio: Esatto

Portiere: Noooo, nun a saccje proprie…forse di vista… je nun saccje niente e nisciuno, je me faccie e fatte meje, (Riflettendo) Antoniuccio ma è per caso  quella che si dice che il marito  faccia a cuncurrenza a san Martino?

Antoniuccio: Eh si, si è proprie esse.

Portiere: Ah… allora nun aggiu capito buone…mi devo informare meglio,  embè che fa sta femmena?

Antoniuccio: A proposito di S. Martino, si dice che lei ne è molto devota capite?

Portiere: Ma tu guarda guà, comme è pettegolo stu guaglione, ma non si deve essere cosi.

Antoniuccio: Azze io?

Portiere: I fatti degli altri non vanno guardati non ci si può impiccià. (Si sentono delle voci da dentro ed il portiere corre ad affacciarsi)

Antoniuccio: Mah… comunque devo scappare o il masto mi mazzolea.

Portiere: Eh eh e che guardia  a fare mannaggia, mi pensavo che era la signora donna Margarita, quelli corrono sempre un sacco di ragazzi alle spalle che la sfottono.

Antoniuccio: E chelle se mette chilli cupierchie n’capo, me pare o bidone da munnezze, (I due ridono) Don Gennà mo è meglio che scappo (Gli tende la mano per avere la mancia).

Portiere: E vai Antoniuccio, grazie per l’informazione(Gli porge 1 €) vai, vai e passe nu guaje vai (esce di scena Antoniuccio) Ah, questi giovani di oggi sono tutti insolenti, pettegoli, nun se fanne maje e fatte llore.

Entra la padrona

Padrona: Gennarino, Gennarino, Jennaren (Francesismo personale).

Portiere: Non l’ho ancora mangiata.

Padrona: Che cosa?

Portiere: A marenna!

Padrona: Non iniziamo è… E’ tutto pronto? Lo sai mi raccomando la riservatezza ci tengo molto, i punti cardine di quest’albergo vanno rispettati, signorilità, classe, non chalançe …

Portiere: A valanza?...perché dobbiamo fare pesare i clienti?

Padrona: Zotico, ma come faccio a tenere questo personale, un giorno o l’altro ti devo licenziare.

Portiere: Ma invece di parlare perché non lo fate? Io aspetto lo stipendio arretrato!

Padrona: Uhm, ma perché tu sei venuto a lavorare?

Portiere: No, ma solo perché ho avuto la febbre.

Padrona: Ed io non ti pago, tu mi costi 1500,00€ al mese ed è già tanto, ricordati che sei in prova e questa volta se sbagli, veramente ti licenzio.

Portiere: (Ride) Donna Margarita ma io stavo scherzando, ovviamente ritiro tutto…anzi dateme a pignata ca tenito n’capo, (Accorgendosi di aver fatto una gaffe) uh maronna me scappate…mannaggia Antoniuccio ma fatte sbaglià…

Padrona: Uh, uhhhh je n’capo tengo a pignata, quella è classe

Portiere: E non è colpa mia, io la classe la vedevo solo di sfuggita tengo appena la licenza media e poi devo e dovete ringraziare… il vostro compare D. Pasquale (Rimarca per giustificarsi)

Padrona: E tu a S. Pasquale devi ringraziare, quello è la mia croce e la mia delizia

Portiere: A me, me piace a limone…

Padrona: Che cosa?

Portiere: A delizia…

Padrona: Tu devi stare zitto, ma forse non mi sono spiegata? e poi non nominare il nome di Pasquale invano (fa per rievocare)

Portiere: Requiem (Si fa il segno della croce)

Padrona: Uhm, famme da duje pizzichi n’coppe a panza, guarda che se qualcuno viene a sapere di Pasquale…requiem (si fa il segno della croce)  è meglio che mo me ne vado sopra, zotico, ah a proposito, ora me ne dimenticavo, hai fatto preparare la stanza per il mio Checco? i fiori sono freschi? E……

Portiere: (Interrompendo l’impeto) La cena è pronta? Non vi preoccupate…  è tutto a posto, deve solo arrivare il vostro Checco… (bisbigliando) il piccolo Lord.

Padrona: Che cosa stai mormorando?

Portiere: Niente pe’carità io non parlo mai di nascosto è solo che io mi sento…

Padrona: Silenzio, tu non devi sentire niente, lavora e fa il tuo dovere, ora basta hai già esagerato… ti ho detto riservatezza….

Portiere: Certamente signora riservatezza, prego

Padrona: Riservatezza, bravo, ora si ragiona

Portiere: Riservatezza

Padrona: Riservatezza (canticchiando)

Portiere: Mo jettammo sta palla dinto a rezza…(suona il citofono il portiere si impaurisce)

Padrona: (Ansiosa) Eccolo questo sarà mio figlio è lui rispondi?

Portiere: Si subito, chi è? Si adesso subito apro.. una lampa ma bbona adda fa(Tra sé) signora vostro figlio!

Padrona: Ma lo senti come canta come sto, come sto?

Portiere: Signora siete uno schi, uno schianto!

Francesco da dietro canta il brano Meraviglioso di (Modugno)

Padrona: Ma tu lo senti come canta?

Portiere: Lo mandiamo a Sanremo?

Entra Francesco

Francesco: Ciao mamma, guè Gennarì (Saluta i due)

Padrona: Checco a mammà tutto bene?  Ti sento cantare, ti vedo allegro, l’usignolo o canta l’amore o per dolore, tu sicuramente canti l’amore ed era pure ora a mammà con tutte le donne che ti ritrovi, e poi io voglio diventare nonna e non ho capito, vuoi farmi diventare vecchia?

Portiere: Ma scusate non si dice che “l’aucielle ca sta dint a’ cajola cante pe’ arraggia e’ no pè ammore” (Checco lo guarda abbassando gli occhi).

Padrona: Chille a te t’anna chiudere dinto a cajola e hanna pure iettà e chiave.

Francesco: (Ride) Mamma ce ne stavano tante di donne,(si divincola) ehm…mi sono dato tanto da fare.

Padrona: Bravo a mammà, cosi ti voglio, da quando tuo padre non c’è più sono io che ti devo insegnare tutto.

Portiere: E poi… beato voi, qui non si vatteno le semmenzzelle.

Francesco: Ah? (Francesco lo guarda stranito come per dire cosa hai detto?)

Portiere: (Si accorge di aver sbagliato) Cioè come si dice in italiano? qui non si batte chiuovo.

Padrona: Guè, io ti ho detto che tu non devi intervenire in mezzo riservatezza.(puntualizza)

Francesco: Mamma è pronta la stanza, sono stanco, poi sapessi quante cose mi sono capitate, secondo me non basterebbe un giorno per raccontarti tutto,(cerca di mandare velatamente messaggi alla madre) sai Giangi ed io abbiamo esplorato molti posti…

Padrona: Giangi? E chi è a mammà?

Francesco: Ahm, un amico che ho conosciuto in vacanza, siamo stati bene insieme.

Padrona: Insieme? Amore tu lo sai, io voglio che nella tua vita ci siano solo donne, è da quando eri piccolo che non faccio altro che metterti in una campana come un’infiorescenza a peduncoli da grandi petali bianchi e delicati che scendono come un ombrello per coprire la tua bellezza.

Portiere: (Interrompe)Un momento, un momento … questa cosa la so, questa è l’unica cosa che ho studiato, a me scienze mi faceva impazzire è il finocchio ho azzeccato è vero? quello è buono a me… me piace.

Padrona: Cafone stai zitto, o i finocchi te li faccio mangiare tutti i giorni … ti ho detto …

Portiere: Riservatezza già so.

Padrona: Vediamo se la finisci … comunque non preoccuparti amore è tutto pronto in camera tua puoi andare, mmh questo mi muove un nervoso che mi fa dimenticare ogni cosa, scusa tesoro, aspetta un attimo prima di salire in camera tua, fammi vedere almeno qualche foto dai poi potrai andare a riposarti.

Francesco: Va bene mamma, però presto perché sono stanchissimo, il fuso orario mi ha stravolto (i due si appartano sulla sinistra intenti a guardare le foto)

Entra in scena Carmen La Mazza.

Carmen: Buonasera, songo la signora che ebbi prenotato la stanza questa mattina, ecco il mio documento di accrescimento.

Portiere: Accrescimento… e che accrescimento…Ah signora ma avete sbagliato… l’ufficio vaccinazioni dell’a.s.l. ed il pediatra sono più avanti… dovete fare il vaccino al bambino?

Carmen: Senta, ma secondo lei… io sono una donna da figli?...le devo far vedere la mia…

Portiere: (Incantato) Eh si signora…ma, ma… mamma ma… i vaccini non si fanno qui…

Carmen: Ma se lei aspetta gliela mostro…simpaticolotto… mah, ci penserò a fare qualcosina con te…qualche…

Portiere: Veramente, ma qui davanti a tutti?

Carmen: Certo, aspetti un momento…le addimostro la mia gnuda identità prego chiuda gli occhi

Portiere: Si si io chiudo gli occhi… marò che emozione… lei è cosi bella, affascinante…

Carmen: Ecco fatto…me la porto sempre con me, la vedono in pochi!

Portiere: Posso aprire gli occhi?

Carmen: Faccia pure…

Portiere: (Vede la tessera di riconoscimento sul banco) E chesto è? Ah…va purtate appriésso… la vedono in pochi…

Carmen: Comunque sono Carmen… prego bambolotto…  legga la tesserina!

Portiere: Accrescimento?  E poi si dice riconoscimento, no accrescimento… Ah? ora ho capito… ma voi siete la signora La Mazza, quella della chiamata di stamattina

Carmen: Prego Carmen La Mazza.

Portiere: Vuole il servizio in camera?

Carmen:No, no, i servizi me li faccio da me medesima, non songo abituata a farmi servire.

Portiere: Prego signora, la camera è la numero 6 al secondo piano…La servo io?

Carmen: No… tu non servo e po tu nun si o tipe mie (vede Francesco) mentre lui… uh carino…

Portiere: Prego signora, la camera è la numero sei al secondo piano, chella vicine o cesse…. Poi dicono che l’ignorante sono io (Gli fa ampi gesti per mandarla via con disappunto)

Carmen fa un colpo di tosse, Francesco si gira e lei si presenta.

Carmen: Piacere, sono Carmen La Mazza, fra le donne songo la più pazza, vivo di uomini, ma sulamente uomini veri, quelli ca metteno e tenene e’ corne, e poi dicono che sono sinceri, amo la notte e non amo se non vengo pigliata a botte, mi piace l’amore e dongo lezioni di dolore, insomma songo una signora da sogno ed io so, di cosa tu hai bisogno (gli strizza l’occhio), la numero 6…mio! (via)

La padrona nel frattempo parla con il portiere e poi rivolgendosi al figlio

Padrona: Jennaren ma chi è quella? Checco andiamo, questo albergo lo devo rinnovare…(Riferendosi al portiere) ad iniziare dal personale…Andiamo su il viaggio ti avrà stancato, con quella facciamo i conti dopo.

Francesco:  Si Mamma! (Vanno via)

Portiere: Jennaren a me mia madre ma sempe chiammate Gennarino ah chésta iuornata se sta mettenne malamènta e po’ nata guagliona a isso, ah ce stanne tutte e fémmene appriésso, i comme ‘o schifo…(Va vicino alla porta dove è uscita Carmen) Carmen La Mazza…scinne, sàglieme cu o’ tacche ‘ncuollo, fammi male ha ditto che è na signora da sogno…Ehm è meglio che mi calmo famme piglià o registro (va sotto al bancone).

Entra in scena Eva che bussa il campanello, mentre il portiere sta sotto il tavolo a prendere dei registri, e mentre suona, il portiere salta dalla paura e batte la testa.

Portiere: Ah…ah…ah (Il primo di dolore, il secondo di realizzazione, il terzo di sorpresa per la bella visione…resta con la bocca aperta)

Eva: C’è Francesco, sono un amica Eva De Angelis, vorrei parlare con lui (vedendo il portiere immobile) faccia presto e gli dica che è urgente.

Portiere: (Resta incantato) Ah … si un’ attimo che ve lo chiamo (Prende il telefono emozionato per la presenza di Eva e se lo fa cadere tra le mani), (riprende l’espressione normale)Pronto..(sbaglia composizione chiama la polizia) polizia? Scusate ho sbagliato numero (rifà il numero) signorino Francesco, c’è un’amica che cerca di lei.. com’è? (mette le mani davanti alla cornetta) devo guadagnare tempo per tenerla tutta per me (riprende a parlare a telefono) signorino è brutta, racchia, tene e diente stuorte e l’uocchie ca vanne uno a destre e n’àto a sinistra…uh è a peste… si a morte a vere se mette  paure…va bene riferisco (si rivolge ad Eva ancora incantato), signorina ha detto che scende subito!

Eva: (Si guarda intorno)Perché mi fissa?

Portiere: Perché mi sono fissato di lei, lei è uno schianto, mi fa impazzire, lei è bella, ha degli occhi che parlano e mi dicono.. lei…

Eva: E’ uno stolto!

Portiere: Ecco allà, o’ ssapevo, a stammatina non fanno altro che dedicarmi poesie.

Eva: Non si permetta mai più e stia al suo posto, o le faccio vedere, quanta confidenza, appena scende Francesco gli racconterò tutto,                           

(Entra in scena Francesco) ah, finalmente eccoti.

Francesco: Ciao Eva, che succede, come va? (si baciano)

Eva: Ma che personale avete? Quel tuo portiere mi ha sbavato addosso.

Francesco: Gennaro ma come devo fare con te, scusalo lui scherza con tutti.

Eva: Si, si infondo lui mi è indifferente, (il portiere dissente e si distrae a fare altre cose) ti prego aiutami Francesco sono nei guai seri, ascolta, tu adesso mi dirai questa cosa vuole, perché sta qui … io non so come dirtelo, guardami … (A bassa voce) sono disperata solo tu mi puoi aiutare, solo tu lo puoi fare … (vede la mamma ed alza la voce per farsi sentire) Francesco sono incinta.

Entra la padrona

Padrona: Incinta? (Al portiere)

Portiere: E incinta,ha fatte cicchi gnacc dinto a butteglia è rimasta sotte a botta m’pressionata.

Padrona: E sei sempre il solito (risatina d’imbarazzo) Auguri.(al Figlio) Per questo cantavi, me lo sentivo che portavi novità da fuori. Ma certo, tu sei Eva la ragazza della foto. Proprio in questo momento me le stava mostrando, piacere sono la mamma di Francesco, la tua futura suocera…perché voi vi volete sposare è vero? Certo, mio figlio non può e non deve pensare che io lo lasci cosi, libero con un figlio sparso in giro senza sposarsi, Eva non ti preoccupare, penserò a tutto io dal matrimonio alla casa che vi arrederò.

Francesco: Mamma…

Eva: Francy dai su non fare il timido, (sottovoce a Francesco) lo so che mi aiuti ti prego, ti prego.

Francesco: (Sottovoce) Si ma non cosi.

Eva: Ma come? hai vergogna adesso? Hai ragione, una notizia cosi bella va data con calma non è vero? Poi lo hai detto tu che eri sicuro di volergli fare da padre, signora,(a Francesco che la tira a se) lo so che mi vuoi tenere stretta a te (torna dalla padrona) lei conosce la mia famiglia? I De Angelis, sono tra i più conosciuti a Napoli, una famiglia all’antica, mi ucciderebbero se sapessero che sono incinta e che Francy non mi vuole sposare.

Padrona: Ma stai tranquilla ci sono io, Francesco farà tutto quello che un uomo deve fare si assumerà ogni responsabilità poi per il mio Checco io voglio il meglio…la tua famiglia è tra le più rinomate di Napoli…I De Angelis, famiglia dabbene, sono i più famosi notai di Napoli e mi farebbe piacere unire la mia famiglia con la vostra  (Al portiere) Jennaren, Gennarino, va a prendere lo champagne, bisogna festeggiare, mio figlio sta per darmi un erede, come sono contenta il mio sogno si sta per realizzare.

Francesco guarda in faccia Eva con aria perplessa.

Portiere: Subito signora! O bì, a signora nun perde tiempo… quante dice esse però.

Padrona: (Ad Eva) Allora voglio sapere come è nato il vostro amore, certo che mi hai fatto una bella sorpresa Francy (Ad Eva) allora secondo te è maschio, femmina, sicuramente sarà bellissimo questo bimbo, vieni mi devi raccontare tutto con calma.

Eva: (Guarda Francesco) (Alla padrona) con immenso piacere vede …(Parlano a sfumare e vanno via di scena)

(Entra Carmen)                   

Carmen: (A Francesco) Ce fosse solamente nu minute, te spiegasse je pecchè sto ccà, ma me manche a forze pe correre areto a te, tu mi hai stregato il cuore, mo sento veramente di dirti che ti amo.

Francesco: Scusi?

Carmen: Io so maritata, ma che ce ne mporta, tanto non sei e non songo gelosa…se dice sempe accussì, ma po’ a te che t’importa ca nun aggiu potute avé figlie, ca mio marito nun me accette pe comme songo io, a te  che te mporta ca me ne so fujuta da casa, che te mporta e me vedè cu na coscia a fora, però mi tocchi e come se mi tocchi, io tengo dietro tutta Napoli ma che te cride? e tutte chille ca dicene ca nun so traditori, vonne tradì e mugliere pe’ niente, pe’ n’emoziona diversa.. i’ che tristezza, i’ nun songo accussì, a mio marito nun ce aggiu miso maje e’ còrne io lo amo infondo, e si, lo amo, ma vulesse ca pure tu… mi ameresti… si, voglie tradì pure ji pe’ n’emoziona diversa e che ‘mporta, mo to dico nata vota, io songo una signora da sogno, tu mi vetri? E mi squatri eh… e io te diche che so di cosa tu hai bisogno… (prima di uscire di scena) e’ che ce ne ‘mporta.

(Esce di scena e Francesco siede pensieroso si ferma in posizione plastica entra in scena la voce della coscienza di Francesco)

La voce della coscienza: Ed eccoci qua, tra inutili preconcetti e false abitudini, Francesco, come vedi la vita volge avanti tra suoni di sirene e fruttuose inutilità … ops mi avete notato? Si, mi distacco per vivere in leggerezza quello che la passata vita mi ha dato e quello che la terrena mi conduce, ma non voglio rompere la testa con la morale che un pensiero può suscitare, vado e parto dalla testa…ancora non avete capito, allora vengo a voi in rima, vi spiego, sono colei che non giace e quasi mai fa festa, corro, volo e mi lascio immaginare ma il segreto resta, ci sarà una spiegazione, ebbene, allora non creo mai la falsa illusione… vi sembro ridicola con questo fare?  vi dico che mi usa… chi non ha paura di amare, non è male essere poi cosi diversa, in fondo non mi sento mai persa, alle volte mi sento sotto esame, e le bugie e le falsità vengono tra le mie brame… sono una voce… alle volte sono cosi precoce…fermatevi… io sono la coscienza, mi ha chi non perde la pazienza, va bene torno da Francesco, lui mi ascolta con lui ci riesco, comunque  non esco mai a caso e quindi per adesso vorrei da voi soltanto un umile applauso.

Si chiude il sipario

Fine 1° Tempo

2° Tempo

Portiere: Oh, Antonio addo fuje e purtato sule o ccafè e te si scurdate e purtà a butteglia.

Francesco: E che urli a fare?

Portiere: Se no quello non mi sente. Aggie capite la vado a prendere nella mia riserva! (esce)

Entra Carmen

Carmen: Che cos’è tutto questo casino, qui non si può riposare un’attimino ah  e quadro sei bello, ti prego, dammi un minutino?

Portiere: Ecco o’ bì, ho aperto la bottiglia prego!

Carmen: (A Francesco) Bravo, come vedo non perdi tempo.

Portiere: Eh, eh, modestamente.

Carmen: Ma non a te, dicevo a lui babbione … (il portiere via di scena arrabbiato)

Francesco: Un’altra volta? Oh signora già ho mille problemi, ora ci si mette anche lei, ma chi me lo ha fatto fare di ritornare, io li stavo un’ incanto.

Carmen: Allora perché prima mi guardi e poi non mi dai audiénza? ma per te, è come se non ci fummo mai conobbi?

Francesco: Signora,  la prego, mi lasci stare le ho detto e poi lei è cosi buffa.

Carmen: Ma come, perché dici cosi? io sono magra e quando mangio non mi abbuffa, cattivone,  io le sto spremendo il mio presentimento, le sto dando una degustazione di tutte le mie quantità.

Francesco: Signora innanzi tutto parli in italiano, con quei vocaboli insomma, e poi glielo ripeto oggi non è proprio giornata, ho un diavolo per capello.

Carmen: (Avvicinandosi a Francesco): Bene, anche io sai? Ma come, come fai a resistere ad una donna di questa manera? Bello… Ma non ti attraggio proprio? (lo guarda con aria di sfida)

Francesco: No

Carmen: Bésame, bésame mucho, cómo si fuera esta noche la última vez; bésame, bésame mucho como te quiero esta noche rimani cu’ mme, (Pausa)

Entrano Eva e la padrona e parlottano tra di loro

Padrona: (esclamando) Ma che ci fa ancora quella donna vicino al tuo futuro marito? Queste sono cose vostre ed io per carità non voglio interferire, va, va, vide che vò… io vado a cercare il portiere… o’ vuoi che la sistemo io per le feste?

Eva: Non si preoccupi, ci penso io, so quello che devo fare (la padrona esce di scena va a cercare il portiere) (a Carmen) Signora è interessata a qualcosa, o a qualcuno?

Carmen: Scusi ma lei chi è? E po nun o’ vide che faccie? V’attenne mezza scè ca me faie perdere a pusteggia, (A Francesco) non le dare audiénza.

Eva : Piacere, sono Eva avrò un posto privilegiato nella sua vita quello che tu non potrai mai avere in pratica, tanto per intenderci, sono  la futura moglie di Francesco, sai aspettiamo anche un figlio!

Francesco: Ma che…

Eva: Non è vero Francesco? E sarà sicuramente un bellissimo bambino uguale a te, tutto papà, bello di papà.

Carmen: E che fa tanto io non songo gelosa e poi non ti sbattere carina.

Eva: Ma guarda questa sfrontata. Come ti permetti? Non hai proprio il senso del pudore… ma forse non sai neanche cos’è vero? Ti consiglio di sparire entro e non oltre 10 minuti o altrimenti chiamo la polizia chiaro? Anzi forse 10 minuti sono anche troppi.

Carmen: Si ma è inutile che ci scarfiamo così tanto, perché non te la mangi una risata? Carina, sai che ti dico? Me ne vado proprio io, toglio io il disturbo, qua nessuno mi può socotare, io pavvo (va via).

Francesco: Eva ma cosa stai facendo? Sei diventata pazza? Esigo delle spiegazioni, prima la farsa con la mamma, ora un posto privilegiato, ma dove vuoi arrivare?

La padrona torna in scena e si avvicina ai due

Eva: sssssszzzzzz! Non è il momento dopo…

Padrona: Non c’è più religione avete visto quella donna? Questo albergo lo devo rendere più signorile, peccato che non la posso cacciare perché mi deve pagare, devo appendere un cartello fuori al mio albergo no alle puttane ed ai gay quelli li poi, non li posso proprio soffrire sono la feccia

Eva: Ha ragione sa, poi quella donna mi ha sfiancato è cosi fastidiosa, sono proprio stanca, ah prima ho dimenticato di dirle che il medico mi ha proibito di alterarmi ha detto che ho una gravidanza a rischio e poi è incredibile come donne cosi poco eleganti e per niente chic possano frequentare posti cosi in si,si, ha ragione lei un cartello bello enorme deve mettere fuori (Francesco gli da un colpetto Eva ride e cambia discorso) adesso è andata nella sua stanza, pensi che ignoranza ha detto io pavvo (ride e con lei la padrona).

Padrona: Hai ragione mi sa che farò una bella ripulita ad iniziare dal personale, Checcho a mammà Eva è stanca hai sentito che le ha detto il medico? accompagnala sopra, deve riposare non vorrei che nascessero davvero complicanze irreparabili, senti caro una cosa, io non ti ho chiesto mai niente ma vorrei che se fosse maschio tu lo chiamassi … Pasquale.

Francesco: Pasquale?

Padrona: Pasquale? Ops ho sbagliato volevo dire Antonio come la buonanima di tuo padre a cui sono sempre stata fedele è, sia chiaro, adesso però va subito sopra e riposati con Eva.

Francesco: Subito mamma!(prende Eva e la strattona ad un braccio) Andiamo Eva dai, che sei sfiancata. (Francesco ed Eva via di scena)

Padrona: Gennarino, Jennaren, quando hai bisogno di lui non c’è mai, ma addò sarrà ghiuto? Ie nun so capace do truvà.

Entra il portiere con una fascia in fronte

Portiere: (Gridando) signora ha telefonato D. Pasquale.

Padrona: Zitto non gridare assassino, ma mi vuoi far scoprire?

Portiere: Signora, ma mi ha detto che vi dovete vedere al solito posto dove vi siete sempre incontrati da venti anni e mi ha detto che è urgente.

Padrona: Ah ha detto che è urgente? e io non posso e come faccio, Francy non deve sapere che sono uscita, lui non deve assolutamente sapere che il padre è vivo che se ne è andato di casa quando ha scoperto che lo tradivo con Pasquale, poi Pasquale è deciso a venire qui in albergo e a far succedere uno scandalo perché mi vuole sposare ed io non voglio quello ha proprio perso la testa, e come faccio adesso?

Portiere: Modestamente vi difendo io, una bella donna come voi non la posso lasciare nei guai.

Padrona: Gennarino ma che te mise n’capo? E poi tu mi fai arrossire.

Portiere: ‘Ncapo? Nun m’aggiu mise niente!? ma pecchè voi allora… uh madonne è da qualche anno che aspettavo che lei si accorgesse di me, che mi cercasse.(incalza stringendola a se)

Padrona: Uhhh, uhhh Ma che stai dicendo? Ora mi vuoi importunare? io ti licenzio, io mi riferivo alla fascia che hai messo in fronte cafone, zotico.

Portiere: Ah… mi perdoni, si questa io la metto per meditare cosi come fa Richy.

Padrona: E chi è?

Portiere: Richard Gere il mio attore preferito (fa per meditare) ahm

Padrona: Ma io non so più cosa fare con te, tengo le caldane in fibrillazione, fammi portare una camomilla fai presto, ci mancava solo il bonzo cafone dentro il mio albergo (Va via lusingata).

Portiere: Subito… (prende il telefono) una camomilla per la signora, lo dicevo io che quest’albergo è un manicomio, un manicomio d’albergo, un albergo dentro il manicomio, speriamo che per oggi sia finita, e che jurnata, che jurnata. (Squilla il telefono) D. Pasquale, tutto apposto, ma voi qua non dovete venire quella sta tutta infuriata comunque ho fatto come avete detto voi, adesso sta sopra, si l’aggiu fatte spantecà nu poco. (chiude la telefonata) ah e che jurnate, che jurnate…(scende sotto al tavolo come se stesse facendo meditazione) ora pro nobis ahm

Entra Turchina e da fuori  scena canta

Turchina: (Sul motivo della canzone il triangolo) Il vizietto ce l’ho… non l’avevo considerato… ti telefonerò ti offrirò una serata strana… sarò grande vedrai quattro dischi e un po di wischi uhhhh… pacs a tutti.

suona il campanello

Portiere: Ma che mod è?

Turchina: Pecchè nun ve piace comme sto vestute nè? Faccio la promozione per i dico, per i pacs.

Portiere: Ma io non mi riferivo alla moda, ma al comportamento.

Turchina: Perché non si fa?

Portiere: Non si fa e no no no no no ah, marò ma chisto comme sta vestùto? E poi

scusate noi i pacs non li vogliamo, ca ce fanne da matine a sera  amico, amica e chi o sape.

Turchina: Si ma ricorda, pacs e dico.

Portiere: Che cosa.

Turchina: Cosa che cosa?

Portiere: Vuie avito ditto dico…

Turchina: Ma Dico è come dire Pacs,uh birbantella, non farmi perdere tempo e poi mi guardi, non ti piaccio? sono cosi eterea, ho dei modi io che neanche la grandissima Greta aveva…

Portiere: Greta?

Turchina: Si la divina Greta Garbo… e la merylin…uh… chi non sopporto guardi è la Camilla con il principe Carlo che pupazza spende pensi lei 9 milioni di sterline tra giardinieri, parrucchieri, cocchieri, guardie del corpo e secondo me ce ne vorrebbero di meno per rifarsi da capo, risparmierebbe il resto… si però ora mi dia una ca, ca, camera.

Portiere: Un momento che prendo la chia, chia, chiave … Ma lo sa che lei mi è simpatico? anche se ha un viso conosciuto.

Turchina: A.. a.. a.. come amore devi dire simpatica…pacs, pacs.

Portiere: Ancora cu sti pacche, allora mi scusi… simpatica…. mi tolga una curiosità ma lei legge le riviste sul gossip?

Turchina: Certo ne sono un appassionata, poi so in anteprima le notizie dei vip.

Entra Antoniuccio

Antoniuccio: Eh eh come si dice? Parlanne do diavole, spontene e corne… don Gennà ho sentito che parlavate di gossip ed ecco la rivista. (Guarda Protopeo)

Turchina: Bricconcella, ma guardate che begli occhini ha questo ragazzo.

Antoniuccio: Ma chiste chi è (al portiere, il quale gli fa segno di stare zitto) senti io sono maschio…

Turchina: E io femmina ascolta ripeti con me ci tengo la dedichiamo alla portiera Piglieme o velo mmano… Il vizietto ce l’ho… non l’avevo considerato… ti telefonerò ti offrirò una serata strana… sarò grande vedrai quattro dischi e un po di wischi uhhhh.

Antoniuccio: Mamma mia mi fai pariare troppo, ma anche lei vuole la rivista? Glie la vado a comprare?

Turchina: No leggo il suo, io sono un appassionata cultrice ti ripeto io conosco e gossip e tutte quante.

Antoniuccio: Sei grande veramente, don Gennà io vado, ci vediamo domani

Turchina: Ah questi giovincelli di oggi sono cosi, li lasci scorrere e correre come nelle vallate di Dallas, come nelle metropoli di beautiful ah a lei piace brook? Eh eh io mi rivedo in teylor guardi come le assomiglio.

Portiere:  Tale e quale nun ve manca niente.

Turchina: Si, dici la verità … ma adesso su, su faccia presto pacs, pacs.

Portiere: Un momento che prendo il registro la metto a numero e poi le do la chiave, ma guardate che m’aveva capità stammatine.

(Turchina: agita il campanello ed il portiere urta sotto al tavolo)

Portiere: Ahio mi avete fatto far male ma lei sta troppo agitato ma allora lei mi vuole importunare?

Turchina: Magari, ma le ho già detto non agitato A. a. a. quante volte glielo devo ripetere..a.

Portiere: A a mi dia la tessera … a.

Turchina: Uh mi dispiace, ma me la sono dimenticata dove ho la testa?

Portiere: Dinte e pacche.

Turchina: Come scusi?

Portiere: No dicevo, allora non posso proprio farla entrare.

Turchina: (cerca di distrarre il portiere dal discorso tessera)Beh senta venga qui lei immagino voglia sapere qualche gossip io ne so qualcuno in anteprima sa… pensi sono stato lasciata sull’altare dalla mia metà, Evaristo De Roberto degli Ascenzi una famiglia nobile siamo andati apposta in Spagna da Juan Carlos che ci ha accolti di persona.

Portiere: Veramente?

Turchina: Si adesso te lo dico il gossip, allora tieniti pronto ho scoperto che porta una dentiera mostruosa (Piangendo)

Portiere: E scusate perché piangete? A vuje che ve ne m’porte?

Turchina: Penso al mio Evaristo mi ha lasciata sull’altare capisce? non lo potrò mai dimenticare… a passa nu guaio!.

Portiere:  Ah e vabbè adesso i matrimoni finiscono prima che abbiano inizio e poi è passato di moda sposarsi e voi vi volete sposare tra uomini mah…

Turchina: Per questo dicevo Pacs, perché in Italia una cosa cosi non si farà mai, e per colpa delle nostre leggi siamo dovuti andare in Spagna ed è li che il mio Evaristo ha conosciuto un altro uomo, li… e prima di sposarsi è scappato con lui correndo su una grossa moto, pareva Lorenzo Lamas in Renegade però aggia dicere a verità?... quante ere frische.

Portiere: Ah ecco perché pacs, mo aggio capite, significa allora che va fatte o pacche?

Turchina: Marò ma chisto è proprie sceme…i’ mi pensavo che…invece tu si proprie accussì? Jamme, jammo, facimmo ampressa ca i’ tengo o’ che fa pe te spiecà sta cosa me fatte ascì ‘mprena prime che a madonne o’ vede.

Entra la padrona dell’albergo che assiste al maltrattamento del portiere

Padrona: Scusi ma lei chi è?

Turchina: Una sposa ripudiata e poi  lei chi è?

Entra Francesco ed Protopeo si avvicina a lui

Padrona: No lei chi è

Turchina: Uhhhhhhh no, lui chi è? Lui chi è già è difficile farlo con te (al portiere)…il tuo ruolo mi spieghi qual è  tu non devi che stare sola (alla padrona) dai su mollalo (a Francesco).

Portiere: Meno male che speravo fosse finita je m’aggiu taglià a lengua ( si siede sconvolto).

Padrona: Lui è mio figlio Francesco Mezzabotte ed io sono la padrona di quest’albergo la signora donna Margarita Mezzabotte!

Turchina: Azz Mezzabotte e figurammece na botte sane comm’è… (A D. Margarita) buttigliè fatte a llà, piacere Turchina bottiglina che fa rima con… zero stupidina non capisci niente, Uh ma che bello guaglione, figurammece che ce po sta dinto a’ stu cazone, ma che bella faccia d’angiulille, e’ vulesse vedè tutte quante sti pelilli, ah comme te aggio viste so addiventata pazza, e penzo ca le capito che a me me piace o’(agita un pupazzo che ha messo al polso)…pupazzo!

Francesco guarda con aria attonita

Padrona: Tolga immediatamente le mani  da dosso a mio figlio. Ma come si permette?

Entra Carmen

Carmen: (Portando le mani al viso) Uh madonna mia! Ma io sento una voce familiare, seh seh e’ chisto che ce fa ccà?

Turchina: Sorpresa, finalmente t’aggio acchiappata n’coppo o’ fatto, non mi aspettavi vero?

Padrona: Ma scusate vi conoscete? E che bellezze…

Turchina: Pezzente arresagliuta mo statte zitte o bì.

Carmen: Noooo, ie nun o’ cunosco, mai visto prima, ie che pazze femmenelle nun me a faccie, sono una donna prellibbata e nun tenghe parole… insomma, nun songhe spusate.

Portiere: Ma je diceve ca t’avevo visto, tu si a sora e Renato Zero quella, quello di stamattina.

Turchina: (Al portiere)  Ebbene si, se sono venuto stamattina è perché ho saputo da amici che aveva prenotato la stanza in questo albergo (si gira verso di lei e toglie dapprima i tacchi e poi la parrucca)…e mi fa piacere sapere che fai finta di non conoscermi e che hai il coraggio di dirmi in faccia ca nun si spusate? Guarda un professore come me cosa deve fare per attirare un po di attenzione, si è vero io non ti ho accettato come dovevo, ma ormai sono mesi che ti faccio seguire, vai tra n’albergo e n’ate pe truvà a meglia gioventù, fosse state meglie si fosse nate ricchione, ormai me so n’guaiato pe te, nun so chiù buone è, primme amore mio, core mio, sule pe me spellà vive vive, poi una volta che mi sono ribellato io, a te nun te state bbuone, vide pure e mutande me so vennute, ormai aggio perze tutte cose, nun me può da nu figlie eppure io vuleve turnà cu’ tte o’ stesse, m’aggiu capite ca è l’ennesimo errore ca faccio, signori volete sapere questa donna chi è… è mia moglie… che dè mo te piglie scuorne e me? Te so piaciute e sorde mie pe fa a signora? ma arricuordete che a vita nun s’accatte e tu na signora nun po maje essere, io nun t’aveva spusà, tu non meriti niente.

Eva entra in scena dal trambusto ed a gesti chiede a Francesco che cosa è successo, Francesco le fa segno di stare zitta ed ascoltare e di sedersi accanto a lui sul divano

Padrona: (Rivolgendosi a Carmen) Ma come voi siete veramente sposata con questo pazzo che non si vergogna a fare l’omosessuale? Io già solo per questo ti dovrei cacciare dal mio albergo.

Eva(Ride) Adesso ho capito (ride) ma come siete buffi e ridicoli ma andate sempre conciati cosi? Andate ad una festa in maschera? Ecco perché facevi la corte al mio uomo, visto che quello che hai al tuo fianco non si può certo considerare tale, ma solo un povero…

Turchina: Un povero che? e chi vi dice che l’apparenza non inganna? Si je faccie cheste è proprie pecchè na femmina ma fatte ascì pazze, ccà sotte ce sta n’anima ed io credo ca tu nun a’ tiene, come questa signora bigotta.

Padrona: Ma come ti permetti di trattarmi cosi dentro al mio albergo.

Turchina: Mi permetto perchè io almeno tengo na dignità e o sapite che ve diche? Meglie ricchione  ca cornute, e po che tenissene a dicere contro e ricchiune?

Padrona: Da dire? Tutto e niente, non saprei neanche come indicarli, perché sono anche esseri umani, loro che sono la vergogna e la piaga di questa società?  E mo facitemo o’ piacere jatevenne che è meglio.

Turchina: E allora me so sbagliate, tu oltre ad essere bigotta, si pure na pezzente e core, permettetemi di sciogliere questa riunione di persone patetiche (A Carmen) e a te jesce a casa.

Carmen: Jesce a casa?…ma che saje tu e chelle c’aggiu passate, je te vulve sule da nu figlie, tu me dice sempe ca je nun so bbona (Piange) je nun ce voglie turnà cu te, lasseme fa chelle ca voglie je, e po arricuordete  ca pe sta figure ca me fatte fa, t’aggia fa a faccia tanta, o’ prufessore, ma saje chete dico? che me mporta, che me mporta.

Turchina: Cammine fa ampresso. Ah e ricordate (A d.Margarita) specialmente a lei signora… “Dio” da quando ha creato l’uomo ed attraverso le scritture non ha mai detto che il maschio deve amare esclusivamente la donna ma ha detto “amate”!

Turchina  e Carmen via di scena

Francesco: (Preso dalla rabbia esplode) Mammà sono gay … e vergognati perché anche io faccio parte di quella società marcia e malata.

Padrona: Checco cosa stai dicendo?

Francesco: Hai capito bene sono gay, omosessuale, ricchione oppure oggi si dice diverso, si diverso, la mia non è una malattia, essere cechi o sordi davanti a qualcosa di diverso questa è una malattia, assurdità di chi è ipocrita dint’o all’anima.

Eva: (sorride a D. Margarita come volesse giustificare lo sfogo di francesco) Francesco non è possibile dai su noi aspettiamo un bambino (sottovoce) ei ma sei pazzo tua mamma ti distruggerà (a voce alta) tu non puoi dire questo, dai smettila di scherzare.

Francesco: Eva smettila con questa ipocrisia ho detto, sai benissimo che il figlio non potrà mai essere mio, visto che mi conosci troppo bene gli è lo vuoi dire? e dillo pure, gridalo che sono Gay no c’è niente da fare sei come lei, a te interessano solo i soldi, i miei soldi e cosi hai cercato di approfittare della mia debolezza, della mia paura di affrontare, ma può fa fesse sule a mammà ca’ annanze all’uocchie vede sule nire!

Eva: Francesco sei impazzito?

Francesco: Può darsi!

Eva: Mah, pensavo tu fossi un amico, evidentemente mi sbagliavo, io non penso a tuoi soldi ma al padre di mio figlio e cosi pensavo di fare un piacere ad entrambi (fa per andare e torna indietro) ah, la vuoi sapere una cosa? Ti odio perché sei gay, perché se tu non lo fossi stato... ma che te lo dico a fare è meglio che vado via adesso e fallo pure tu, ti sei chiuso per troppo tempo nella tua ipocrisia, non prendertela con tua madre non capisci niente io davvero volevo aiutarti a non stare in quella tua ipocrisia da bamboccio, ci soffri? Meglio cosi perché ti odio perché te la sei meritata tutta la tua sofferenza.

Francesco: Tu porti una vita ma non sarai mai la madre di quella vita, tu per me sei solo morte, mi dispiace solo che non posso dimostrarti come si cresce un figlio, sarei un ottimo padre, un ottima madre, non pensare all’apparenza, la verità è un principio fondamentale e tu a tuo figlio la dovresti insegnare al di la del colore della razza, della religione, del sesso, esci fuori dal tuo guscio di falsità e vattene via non farti vedere mai più.

Portiere: Signorina non si preoccupi, ci sono io, a me mi chiamano Gennarino o’ compagnone permettete che mi sbafo sulla vostra mano?

Eva: Grazie, credo di non sentirmi tanto bene. (Piange)

Padrona: Andate via tutti non voglio vedere nessuno (gridando) via.

Portiere: Andiamo l’accompagno io, Signora vi saluto e voglio salutare anche la vostra ipocrisia, Francesco pure si o’ schife per le tante donne che gli vedevo girare attorno e mo’ capisco su questo ha ragione,  come diceva quel signore prima...dico pacs a tutti.

Il portiere ed Eva via di scena

Padrona: Francesco vedi come mi trattano per colpa tua? dimmi che stai scherzando.

Francesco: Fosse belle mammà è o’ vere? butti su di me sempre ogni colpa, Francesco raccogli quel giocattolo da terra mammà ti picchia, nun songo chiù nu criature, mammà quel giocattolo si è rotto per sempre.

Padrona: E’ inammissibile non l’accetto, tu cumme e chilli llà? tu non sai cosa dici.

Francesco: Lo so bene invece, tu vide sule nire, aggiu ragione je, parli di noi come se fossimo scarafoni.

Padrona: Scarafoni?

Francesco: Scarafoni, scarafaggi, bacherozzi, insetti schifosi da schiacciare con lo scopettone, forza, prendi lo scopettone ammazzaci, schiacciami, ormai ho capito, me ne devo andare fuori di casa, sei troppo attaccata alle cose futili che ti circondano. Pensi che sia meglio avere qualche altra brutta malattia? mammà io sono cambiato e tu talmente che sei ceca non te ne sei neanche accorta. Quale sarà la pena per un figlio ricchione, non mi picchi, non mi sputi in faccia, non mi fai mangiare merda, ma preferisci che io me ne vada? Perché è questo che mi chiederai.  Cosa vuoi fare un campo di concentramento? Fallo ed a noi metteteci tutti  nelle camere a gas, ma prima che io muoia senza più aria… me ne vado io mammà, pecchè ccà, nun è chiu’ aria.

Padrona: No Francesco aspetta.

Francesco: (Si adira come per liberazione) Sono vent’anni che aspetto che cambi qualcosa, cosa credi, sia stato facile mentirti ogni giorno? Per me ogni giorno sembrava l’ultimo, pecchè nun saccje reagì, aggiu capite che vò dicere paure, ma mo basta, basta.(Fa per andare via)

Padrona: Non puoi andare via ti prego hai ragione tu, non sei tu il diverso, ma diversa sono io, diversa da tutte le mamme che riescono a comprendere i loro figli, io non ci sono riuscita, pecchè pure je aggiu avute paure e capì a’ chi m’alluccave da dinto o’ core, ie nun te pozze perdere hai ragione, nun so’ state bbone comme mamme, ma chesta femmine tu o ssaje ha combattute pe tirà annanze na casa, na famiglie, o’ ssaccje, je nun tenghe giustificazione e sule mò l’aggiu capite. Perduoname Francè la prepotenza dell’ipocrisia mia e da gente ma fatte chiudere veramente l’uocchie,è troppe brutte quante ce staje dinto qunne te succede a te je nun sacie che t’aggia dicere ma viene ccà a mammà, jà… mammà t’astregne nata vota m’pietto comme a’ quante ire criaturo significa ca pe me e pe te, adda accumencià nata vita (bacia Francesco tra le lacrime) perduoname figliu mie, tu e sulamente tu si a vita mie, ie te voglie bbene o’ stesso pure accussì! (Francesco piange tra le braccia della mamma)

Francesco (da bambino): Criaturo…cu o penziero so cresciuto…e mammà ma purtato cu a mane fino a capì veramente chi songo, creature crisce buone… e femmene, tu e a guardà sule e femmene a mammà e capite… e che faccie? Allora aggia pazzià cu e pistole o cu e bambulelle? no mammà ti picchia, cosi io sono cresciuto e gli anni passavano, passavano forse basterà poco o niente ma le parole dettate dall’ipocrisia manna fatte capì…e mo aggiu capite…o munne è n’fame ma tutti siamo diversi…fortunatamente dice qualcuno…ma sotto sotto, si diverse pure tu che accire, tradisci, te magne nu piezze do core tuio, dice e buscie, je nun e saccje dicere… mammà nun e saccje dicere e buscie me ne voglie ghire basta! tu nun me staje maje a sentì, famme restà ccà o scuro… nun voglie vedè a nisciuno!

Mamma (da anziana): (Interpretato da una signora più anziana dell’attrice in scena) (Fa la tosse come  fosse malata) Tu nun le maje ditte e buscie ma forse aggiu avute paure e crescere pure je…me sente diverse da chill’anne ca t’anna purtate luntano do core mje, mo te si spusate cu l’aneme e na persona sincera e forse l’anema mia nun vò ancora accettà ca si cresciute… e segne e chesta vicchiaja me putessene fa maturà, ma chi l’accetta a diversità? Vulesse essere chiu giovina, vulesse turnà areto pe te m’parà ca se po’ vivere guardannele n’faccia sta diversità… t’aggie levate o tiempo ca je mo cerche ancore e vivere, ma mo, te diche ca vulesse perdere o tiempo pe t’avè ancora n’zino a me… te voglie tanto bene francè… te voglie tanto bene francè

Francesco: Mammà e avuto accussi tantu tiempo e mo ce pienze, te si fatta vecchia comme e chella genta che a cuscienza nun sape nemmeno che de…gay significa felice.. allora viva sta felicità… e to diche alluccannete n’faccia… te voglie bene, te voglie bene pure je a te mammà, ma ormai a strada mia l’aggia pigliate!

Entra la voce della coscienza

Suona la radio in scena illuminata con un fascio di luce

(Sulle note della canzone a  serenata a pullecenella)

Mme metto scuorno 'e fá sapé a ll'amice ca "tinco tinco" torno e faccio pace.

Si 'appura 'a gente, Napule che dice?
Ca mm' 'e vvoglio fá fá, sott'a chist'uocchie, cierti 'nfamitá?

Te voglio tantu bene. Te voglio tantu bene.

T ''o ddico zittu, zittu, zittu, zitto, ca, si allucco, 'a gente ca nun sape niente, pò sentí:
"Te voglio bene"

La voce della coscienza: Avete visto popolo distratto…

ormai tra me e voi ci passa solo un patto;

ragionate facendo si che la mente avverta la mia presenza,

e cosi si chiude questa storia e la voce della coscienza;

ah… e ricordate non esco mai a caso

e quindi da voi, vorrei un’ ultimo umile applauso!

Fine 2° tempo

Si chiude il sipario

Fine

 

Nicola Auletta pos. S.I.A.E. 145443

Cell.: 3928200631