Il volo del gallo

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IL VOLO DEL GALLO

IL VOLO DEL GALLO
(Vite Mai Vissute)

commedia in tre atti
di

Alberto Bassetti



Roma, 1985-1993





PERSONAGGI:


DIANA

GIORGIO

EDDY

MADDALENA

ALEX



Più di tutto si rammaricava di non essere pittore, ed assicurava di raffigurarsi nella fantasia bellissimi quadri. Si desolava anche di non essere musicista; quando passeggiava, nei mattini di primavera, lungo i viali di pioppi, sinfonie innumeri gli suonavano nel cervello. Del resto, non s’intendeva né di pittura né di musica. L’ho visto ammirare autentici sgorbi ed uscire dall’opera con l’ emicrania.
Gustave Flaubert, ”Novembre”.

Nelle tele di Bacon, l’indicazione di uno schermo di vetro che racchiude le sue figure che urlano in modo silenzioso sembra simboleggiare la frustrazione dell’ individuo che può vedere, ma non può raggiungere o colpire lo spaventoso futuro che ha davanti a sé.
Neville Wallis,”The Observer”, 1949.

“Sei tu John Wayne?... E allora io chi sarei?”
Dal film di Stanley Kubrick, “Full Metal Jacket”.



PRIMO ATTO. SCENA PRIMA


Casa di Giorgio e Diana. Ingresso-salone arredato con discreto buongusto. La scena è vuota. Da una porta socchiusa provengono dei bagliori ed il suono di un televisore. Dalla cucina entra Diana, bella donna di trentacinque anni, con indosso un divertente pigiama da uomo un po’ abbondante, calzette corte rosse, pantofole bizzarre. Guarda l’orologio, poi riprende a dedicarsi ad un piccolo computer che ha tra le mani. Ricontrolla alcuni fogli e bollette poggiati sul tavolo.

DIANA Non potresti abbassare un po’? nessuna risposta Dovresti spegnere, sono le dieci. riprende ad usare il calcolatore, finché si spazientisce. Tra sé Non ci riesco: è inutile, gliel’ho detto! forte Tu che ne capisci, perché non vieni a darmi una mano? nessuna risposta Grazie! guarda l’orologio pensierosa. Riflette. Poi, forte E spegni!

Rumore dalla porta d’ingresso, che si apre con circospezione: Giorgio quarant’ anni, abito confezionato e borsa di pelle fa capolino, poi entra facendo cenno a qualcuno dietro di lui, ancora sul pianerottolo.

GIORGIO Diana, Diana, dove sei?... Indovina un po’... s’ affaccia alla porta socchiusa E vuoi abbassare quel televisore? si rigira verso l’ ingresso. Piano Mio figlio: sette anni, con un cervello da quindici! più forte Diana, vieni a vedere: c’è una sorpresa.

DIANA entra dalla cucina Perché non avvisi quando fai tardi? si blocca vedendo gli strani cenni di Giorgio, misterioso e sovraeccitato.

GIORGIO Indovina chi ho incontrato uscendo da studio?.. Dai, provaci!

DIANA Che ne so? Chiudi la porta che viene freddo.

GIORGIO Sì, la chiudo: ma prima faccio entrare....

Giorgio fa un passo indietro e tira per un braccio un bell’ uomo della stessa età dall’aria stanca e svogliata: Eddy, aspetto atletico ma trascurato, barba di tre giorni, giubbotto nero, jeans.

GIORGIO Chi è? Prova almeno ad immaginare chi è!

DIANA si chiude al petto il pigiama. Tende la mano ad Eddy, imbarazzata Salve.

Eddy sembra essersi ripreso. Sfodera un elegante baciamano.

DIANA Scusate. guadagna la camera da letto.

GIORGIO Via, Diana, non formalizziamoci: guarda Eddy come per giustificarsi in questa casa, tutto è un problema.

EDDY Donne: fatte per essere amate, non per esser comprese. butta lì una delle sue citazioni: talvolta colte e puntuali, più spesso inventate o comunque rimaneggiate. Un modo sicuro e poco impegnativo per ben figurare, senza troppa fatica Complimenti: bella femmina!

Pausa.

GIORGIO Eh? Già, grazie.

Silenzio. Si guardano.

GIORGIO le mani in tasca, fa un lento giro su se stesso Che te ne pare? Piccola, ma accogliente!

Eddy si guarda attorno, forse più per compiacenza che curiosità, annuendo.

GIORGIO Però, se questi a fianco vendessero! breve pausa Accomodati. Bevi qualcosa?
Eddy fa cenno di no col capo.

GIORGIO Per la cena dovremo accontentarci: sai, non abbiamo avvisato...
Eddy alza le spalle facendo intendere che non importa.

GIORGIO E chi ci ha pensato: avevamo talmente tante cose da dirci!

Pausa. Per diversi secondi, solo il suono del televisore.

GIORGIO Allora, come ti va?

Eddy si apre il giubbotto e gonfia il petto come mostrando di essere in gran forma: si batte il torace ululando. Giorgio si allarma un po’, facendo cenno di far piano.

GIORGIO Sì, il fisico ce l’hai ancora... sussurra, complice Ti sbavano sempre dietro?

EDDY Perché, a te no, vecchio maiale?

GIORGIO Guardandosi attorno Piano, Eddy!

EDDY con un filo di voce, prendendolo un po’ in giro E fai meno il santarellino: imborghesito al midollo, eh?

GIORGIO gli tocca con sufficienza il giubbotto sgualcito Imborghesito? Siamo negli anni novanta, Eddy mio caro...

EDDY Già, quelli che fra vent’anni chiameremo: ‘i favolosi anni novanta’!

GIORGIO Giri come nel sessantotto: tale e quale.

EDDY Perché è un buon numero: giocalo alla ‘roulette’.

Silenzio.

GIORGIO Bevi qualcosa? No, hai già detto di no. breve pausa Ah, però: i vecchi tempi!

Grosso sbadiglio di Eddy.

EDDY Scusa, non è per te. Stanotte non ho chiuso occhio. Letteralmente.

GIORGIO molto partecipe Anche tu? con ovvietà Soffri di insonnia.

EDDY scuote il capo in senso negativo Mai: datemi un letto, dormo dieci ore filate.

GIORGIO Capisco, hai fatto le ore piccole.

Eddy nuovamente sbadiglia, assentendo col capo.

GIORGIO Capita anche a noi. Certe volte. Specialmente il sabato.

Breve pausa.

GIORGIO indica all’altro il divano Vado a sentire Diana. fa per avviarsi, poi si blocca Aspetta, eh: non fare scherzi... Eddy!

Giorgio va verso Eddy, guardandolo: questi, che si è appena seduto, si alza per ricevere un fraterno abbraccio, che ricambia.

GIORGIO con emozione Voglio farti conoscere Andrea.

Giorgio porta Eddy verso la porta socchiusa.

GIORGIO Quando ti vede, impazzisce: gli ho sempre parlato dell’amico attore, e le sere in cui apparivi in televisione, eravamo tutti lì, a guardarti. sulla soglia Andrea, guarda chi c’è! forte Andrea! Vuoi spegnere un attimo? si sente abbassare leggermente il volume Bravo. tira per un braccio Eddy Dai, fatti vedere. verso l’interno Chi è? Su, e stacca gli occhi dal televisore! attende Via: è Eddy, Eddy Paglia... attende Pseudonimo di Edoardo Paglietti... Roma millenovecento-cinquantatre...Andrea sa tutto di te... attende Esordio in “Cane rabbioso”, Rai Uno. Subito un film come protagonista: ”Vita nei boschi”. Poi, prende parte a diversi spettacoli teatrali: più piano sempre in parti minori.

Eddy fa un passo indietro, sempre tenuto sottobraccio da Giorgio.

GIORGIO Fa così perché è timido: però, sa il tuo curriculum a memoria.

La porta si richiude alle loro spalle, sbattuta con decisione.

GIORGIO Scherza. Ha sempre voglia di scherzare. accenna col capo verso la porta Ma ha un cervello! Incollato al televisore: assorbe.

EDDY mettendogli una mano sulla spalla L’infanzia è una lunga carriera di innocente spionaggio.

Silenzio.

GIORGIO Già... D’altra parte è un maschio, per fortuna: non dobbiamo stare a preoccuparci!

Silenzio. Giorgio scruta Eddy.

GIORGIO affabile E così, il vecchio Eddy.

EDDY Credo proprio che debba andare.

GIORGIO Dove? breve pausa Eddy, se l’hai detto tu che da due giorni non hai neanche dove dormire. Qui...

Rientra Diana, vestita graziosamente con un comodo abito di lana e scarpe col tacco; ha messo un paio di bracciali ed una collana di perline.

DIANA Scusate. Giusto per non stare in pigiama.

EDDY Sta benissimo.

DIANA Solo... Non ho nulla di pronto.

Giorgio si avvicina a Diana e le prende entrambe le mani.

GIORGIO Hai capito chi è ? ad Eddy Diana si formalizza sempre. di nuovo a Diana Va bene quello che è pronto per noi... E’ Eddy !

Eddy e Diana si sorridono educatamente.

GIORGIO Vedi? C’è un problema? Che problema c’è?

DIANA guardando ancora Eddy Lei è il benvenuto. E vedo Giorgio così contento... Ci arrangeremo.

Diana va alla credenza a prendere gli altri piatti. Giorgio si avvicina ad Eddy.

GIORGIO con complicità Che ne sa ? Quanti pasti abbiamo saltato assieme...

Eddy annuisce, avviandosi alla finestra (immaginaria, in proscenio), come refrattario alle rimembranze. Guarda fuori. Giorgio allora si avvicina a Diana parlando a bassa voce.

GIORGIO Tesoro, tutto bene? Diana annuisce Problemi ?

DIANA Nessuno, caro.

GIORGIO Allora perché c’hai messo tanto? Eddy può pensare che tu non sia contenta.

DIANA Non potevo restare in pigiama!

GIORGIO Se è una vita che mi accogli in pigiama! E poi lo vedi lui com’è vestito?

DIANA Comunque potevi avvisarmi.

GIORGIO Maledetto telefono!

DIANA tra sè Devo avvisare papà che sei tornato.

GIORGIO E che avresti fatto: avresti indossato l’abito di lamè ?

DIANA Piantala.

GIORGIO Sempre questa etichetta!

DIANA Parli tu che sei un maniaco della forma.

GIORGIO Io?

DIANA Quando deve venire qualcuno, sei capace di svegliarmi in piena notte, e chiedermi : “Hai ordinato i fiori ? Non possiamo lasciare casa sguarnita. E’ buona la carne? Cosa c’è per cena?”.

GIORGIO Per ricordarti le cose.

DIANA Perchè hai sempre paura di sfigurare!

GIORGIO Possibile che tu sia così stupida?

DIANA con rabbia Grestovynic ite bsanucop!

Giorgio sussulta. Ambedue si voltano verso Eddy preoccupati che possa aver sentito : ma lui è lì, impegnato a scrutare qualcosa nella libreria. Diana sbatte la roba sul tavolo e va in cucina. Giorgio allora finisce di sistemare la tavola e canticchia una canzone per darsi un contegno. Eddy prende in mano un disco.

GIORGIO Tra un minuto è pronto. Se hai bisogno del bagno ...

Eddy senza girarsi fa cenno di no. Giorgio si precipita in cucina, chiudendo la porta.

EDDY naturalmente ha sentito tutto. Ripete “ Possibile che tu sia così stupida?”... “Das Goperstovynic ite benisocop.”

Eddy accende lo stereo e fa suonare il disco. Poi, raggiunge la soglia della stanza di Andrea. Apre.

EDDY Disturbo se metto un disco? sbircia dentro Bello, cos’è?.. Documentario sulla vita sessuale delle tartarughe guatemalteche... Bah!

Eddy sprofonda nel divano e prende a muovere le mani, come dirigendo.

GIORGIO entra dalla cucina Tutto a posto: forno a microonde, viva il progresso! si ferma osservando Eddy intento ad ascoltare la musica. Con soddisfazione Sentito che impianto? Eddy gli fa appena un cenno, ma resta immerso nell’ ascolto. Giorgio siede di fronte a lui Già...

Breve pausa, finché la musica cambia ritmo.

EDDY T’interessi ancora della buona musica.

GIORGIO Che vuoi dire?

EDDY Satie, Schomberg; e poi Fripp, Manzanera...Dal classico al pop: il meglio!

GIORGIO Mi ritenevi uno da Julio Iglesias, eh? lo fissa per alcuni istanti Ma che ne sai, Eddy, che ne sai? si alza in piedi nervosamente I primi cinque anni di matrimonio, siamo stati tutte le primavere alla settimana wagneriana di Ravello: ed un’estate perfino a Bayreuth!..Poi, è nato Andrea...

EDDY con sottile piacere Programmato?

GIORGIO ci pensa un attimo Non ricordo. improvvisamente intimo Ho assistito al parto: lentamente, come tra sé l’esperienza più sconvolgente della mia vita.

Adesso stranamente è Eddy ad essere imbarazzato. Tossisce.

GIORGIO riassume un tono più colloquiale E’ il tempo che manca. Per fare altre cose.

EDDY senza convinzione Certo.

GIORGIO Sì, tutte queste scadenze, lo studio, i mutui: come fai? Non capisco quelli che hanno il tempo di annoiarsi. Io il tempo vorrei allungarlo, stirarlo, come un pezzo di gomma. Allora, avrei spazio per tante cose.

EDDY scettico Per lavorare di più?

GIORGIO lo guarda. Assente col capo Anche. Dovremmo allargarci: Diana vorrebbe... sorride Sai?.. Riprogrammare.

EDDY Auguri! vede Giorgio pensieroso, distante. Allora, incoraggiante Hai dei punti fermi: una famiglia. Ed hai una bella casa, una bella macchina.

GIORGIO Vecchia di tre anni: appena finisce il ‘leasing’ la cambio. Poi la scuola di Andrea, e le vacanze, estate e inverno...

EDDY Problemi, sì: vedo che non ti mancano.

Breve pausa.

GIORGIO Certi momenti preferirei essere come te, spiantato e senza casa.

EDDY Un fallito. Grazie per avermelo ricordato.

GIORGIO Lo sai che non è questo che intendo. Comunque, adesso che ci siamo rincontrati...

EDDY Non preoccuparti. Me la sono sempre cavata. E quando proprio non ce la faccio più, apro il giornale: delitti, disastri, distruzione... Provaci! Le tue rate e scadenze ti sembreranno molto più lievi.

GIORGIO Non farmi il moralista.

EDDY Allora, fai un giro nel quartiere accanto al tuo. Ad un chilometro da qui, la gente vive come su un altro pianeta, magari non ha neanche l’allaccio del gas.

GIORGIO Via, non siamo nel terzo mondo! E tutto quello che ho, io, me lo guadagno... Poi, leggo solamente quotidiani economici: è già un bello stress! sospira. Gli sorride fraterno Senti, volevo solo dirti che qui, adesso, un divano ce l’avrai sempre.

EDDY Non preoccuparti per me, te l’ho detto.

GIORGIO Stai solo attraversando un brutto periodo.

EDDY Brutto periodo?... con sotterranea ironia Non ho un soldo, un affetto, una casa, puzzo di alcool: e incontro pure un vecchio amico cui faccio pena. Ti vergogni, di avermi portato qui?

GIORGIO Che dici? Come puoi pensare...Tutti gli anni che abbiamo passato insieme fanno parte integrante...

EDDY “Fanno parte integrante”: Dio come t’esprimi bene!

GIORGIO Prendi in giro, sì... Ma voglio dimostrarti che non siamo stati amici per la pelle...

EDDY Una volta dicevamo: “Per le palle”!

GIORGIO ....Amici per oltre dieci anni... Edoardo! sta per abbracciarlo, con moto paternalistico e consolatorio Eppure...

EDDY improvvisamente tagliente Eppure ci facevano così pena quelli in abito grigio e borsa di pelle.

GIORGIO dapprima sorpreso, poi sorride Sì, sì... E ci faceva schifo anche il matrimonio. Poi si arriva a capire che sposarsi è giusto, e anche bello, o per lo meno è inevitabile: devi costruirti qualcosa di solido. Allontani la solitudine. O almeno lo credi: ma non puoi passare la vita a fare il cretino. E poi vuoi dei figli. Anche per la carriera, sai, una donna di buona famiglia, che sappia presentarsi bene...

EDDY secco La ami?

GIORGIO Che domanda: certo che l’amo! più piano Ma sai, dopo undici anni...

EDDY Lavora?

GIORGIO No, cioè sì, in casa. Ci tiene così tanto che si consideri un lavoro, ed è giusto: il bambino, la spesa, tutto il resto, c’è tanto da fare!

EDDY Ho capito: hai trovato chi ti stira le camicie.

GIORGIO Per quello basta la cameriera ad ore.

EDDY Magari suo padre ti ha aiutato.

GIORGIO Collaboriamo, che male c’è? Lavoro, mica sbafo! Lo sai com’è il nostro paese: se non hai chi ti dà una mano...

EDDY Certo! E se ti sposi, questa mano è gratis, e per sempre.

GIORGIO Ma come ti permetti: sei pazzo?... La realtà è più semplice, più naturale. Si cambia!

EDDY Le idee sono come le camicie: se le vuoi pulite, cambiale ogni giorno. come uno schiaffo a Giorgio Picabia.

GIORGIO pronto Si acquisiscono delle regole, finalmente immutabili. Consacrate da una tradizione. dopo una breve pausa Non posso finire sul giornale, io, per aver picchiato la mia donna... Ma ho letto che bevevi molto. E poi, son cose che scrivono quei giornaletti scandalistici per idioti.

EDDY Che però tu leggi, a quanto pare.

GIORGIO Dal barbiere: devo andarci spesso, io. Servirebbe anche a te.

EDDY Preferisco le manicure...

GIORGIO Si rimorchia nel tuo campo, eh? Mica come me, sempre a studio! E segretaria racchia sennò Diana s’incazza.

EDDY sfottendolo Su, adesso non dire parolacce.

Giorgio scuote il capo e torna a sedere. La musica termina, ed ora quel silenzio sembra quasi imbarazzante. Per fortuna dalla cucina giunge in aiuto il motorino di un frullatore.

GIORGIO Andrea si sarà messo a letto. si alza per affacciarsi alla porta del figlio Buonanotte. Ti sei lavato i denti? Hai fatto il massaggio con lo spazzolino elettrico? Bravo. Dì buonanotte ad Eddy. si gira verso Eddy Ti ha fatto un cenno con la mano, è uguale.

EDDY Ricambio. fa un cenno con la mano Riferisci pure.

Eddy si alza . Giorgio richiude la porta e lo prende sottobraccio.

GIORGIO Insomma, è tutto qui.

EDDY Non è poco. Poter dare la buonanotte a qualcuno che ami. Ogni sera.

GIORGIO Ogni sera. dopo una pausa Ed il buongiorno. Ogni mattina.

EDDY Anche.

Si fissano. Rientra Diana con una zuppiera fumante.

DIANA E’ tutto pronto: ci sediamo?

GIORGIO Perfetto.

Prendono posto a tavola.

DIANA Mi spiace, non è un granché.

EDDY Squisito, davvero.

GIORGIO Sì, ottimo. Cos’è, colla condensata? Ah, no: forse è riso.

DIANA lo guarda con sfida Nasdroavna parociomskj adu.

Diana torna in cucina e Giorgio sorride, spiazzato.

GIORGIO Scherzavo. E lei se ne riesce con una delle sue frasi senza senso. Non so se devo irritarmi o preoccuparmi. Da qualche giorno lo fa sempre più spesso!

EDDY Cos’è: russo?

GIORGIO sarcastico Sarà turco!...Eddy, beviamoci su: vino fatto in casa, senti cos’è!

EDDY No, grazie: stasera no. si tocca il capo.

Rientra Diana e siede.

GIORGIO Ma hai visto, Diana? Un attore che non beve!

Diana ignora il tentativo di spirito. Giorgio allora guarda Eddy cercando invano un appiglio per riprendere a parlare. Mangiano in silenzio.

DIANA Cos’è, adesso non parlate più?

GIORGIO Eh, ne avremmo di cose da raccontarci! Ma finora ho parlato più io. guarda Eddy intento a mangiare.

DIANA E’ come se la conoscessi anch’io, sa? Giorgio mi ha parlato spesso di lei. Come amico e come attore. La stima molto: ha detto che il suo film...

GIORGIO Lascia stare.

DIANA Cosa ho detto?

GIORGIO Ne abbiamo parlato. Lo sa che non valeva granché.

DIANA Va bene: allora parla solo tu.

GIORGIO Che c’entra?! Non voleva essere una polemica, ti riferivo e basta. Insomma, torno dal lavoro, stanco, per una volta porto un amico...

DIANA Ti si è freddato il riso.

GIORGIO Non mi va più.

Diana si alza e ritira i piatti.

EDDY Grazie.

GIORGIO Grazie, tesoro. Ti serve aiuto?

DIANA No, grazie. E’ tutto pronto.

GIORGIO ad Eddy Allora, come va?

EDDY Benone!

Giorgio fa per versare un po’ di vino ad Eddy, che copre il bicchiere con la mano, rifiutando.

GIORGIO E’ speciale, me lo dà mio suocero. l’altro non sposta la mano Devi proprio essere giù.

EDDY Stanco. E mi è ripreso il cerchio alla testa. Devo avere esagerato davvero.

GIORGIO Sul serio non ricordi dov’eri, stanotte?

EDDY Te l’ho detto: in una casa, mi avevano portato degli amici di amici, non so.

GIORGIO Eh!

Silenzio. Giorgio beve. Eddy si osserva le mani. Le tende avanti a sé.

EDDY Tremano, secondo te?

GIORGIO No, non più delle mie. tende anche le proprie, osservandole C’è un problema? Che problema c’è?

Rientra Diana e poggia un vassoio davanti a loro.

DIANA Che volete fare, una seduta spiritica?

Eddy le sorride. Giorgio comincia a servire.

GIORGIO Potremmo giusto evocare qualche fantasma, per ricordarci cos’hai fatto ieri.

DIANA Perché, cos’ha fatto di bello?

GIORGIO Diana, che domande!

EDDY con un’alzata di spalle Non ricordo.

GIORGIO Lo hai messo in imbarazzo. prendendoci un po’ gusto Chissà cosa fa quando non dorme. scherzando Noi mariti esemplari restiamo svegli per insonnia, o per gastrite. Loro no: nights, feste. E non dormono perché... fa il gesto di tirare su col naso.

Eddy lo guarda, scuotendo la testa in un gesto di compassione.

GIORGIO proseguendo nel ruolo di presunto spiritoso Dio! Magari hai ucciso qualcuno ed hai rimosso l’accaduto. Studiavi psicologia, no? l’altro annuisce Quanti anni? l’altro mostra tre dita Bene, allora sai a quale meccanismo mi riferisco: rimozione.

EDDY Che fantasia: dovresti scrivere sceneggiature.

GIORGIO colpito Credi? l’altro non risponde Chi ti dice che non l’abbia fatto?

DIANA E’ vero. Tante volte si alza in piena notte, e prende appunti, scrive.

GIORGIO Ti prego: tu non sai quello che ho dentro.

DIANA Scusa tanto!

GIORGIO ad Eddy Faresti leggere qualcosa di mio ad un produttore? Ho tante idee! Ho iniziato due romanzi... Ma è duro ispirarsi al suono del televisore o dell’aspirapolvere.

DIANA scatta, nervosa Ti diamo proprio tanto fastidio? subito si riprende. Sorridendo ad Eddy Si diverte a stuzzicarmi. L’avrà fatto anche con lei, immagino: è così fastidioso con le persone che ama.

EDDY Già: anche il mio mondo non gli piace.

GIORGIO E che ne so, del tuo mondo? Non mi racconti niente! Dicci qualcosa. Di non vietato ai minori, possibilmente... Son sicuro che Andrea è lì dietro ad ascoltarci.

EDDY Ma credi davvero che la vita di un attore sia così speciale?... Problemi ne abbiamo tutti, anzi: non esiste un uomo più solo di chi è composto da pezzi sparsi messi assieme in qualche modo. Un attore è così: una natura disperata! Perché questi pezzi non vanno mai bene: se ingrasso cercavano uno più magro, se taglio i capelli volevano un hippie...

GIORGIO A proposito, so che a volte, per lavorare, dovete scendere a certi compromessi... allusivo Non so se mi spiego...

EDDY Certo che ti spieghi! Sei il perfetto concentrato di tutte le stronzate che l’uomo della strada pensa sul perverso mondo dello spettacolo! a Diana Mi scusi...Volevo solo dire che io, i miei colleghi, abbiamo nel lavoro le stesse difficoltà che può trovare chiunque altro. Più o meno.

GIORGIO Più o meno...

EDDY Se ci fa male la pancia, passiamo anche noi la notte sul cesso!

GIORGIO Squisito esempio. guardando il cibo Azzeccato.

EDDY Scusate, sono un cafone. Non so comportarmi...

DIANA Non è vero. Lei è una persona simpaticissima. E gentile.

EDDY Grazie. con leggerezza Ma è tempo che faccia ritorno nel mio mondo.

Eddy si alza per andar via.

GIORGIO Eddy! Dove vai?

EDDY schiocca le dita E’ come se avessi un appuntamento.

GIORGIO Tu stanotte dormi qui. Ti apriamo il divano.

EDDY Che giorno è?

GIORGIO Perché?

DIANA E’ il diciotto.

EDDY Ecco, il diciotto. Signori... tende la mano a Diana.

GIORGIO Su, Eddy, o anche Diana ci resterà male.

DIANA stringendo la mano ad Eddy Certo, per me può restare.

GIORGIO Te ne vai domattina. Starai meglio, fresco, dopo un buon caffè. Col miele: fa benissimo! Sarai anche più loquace prende con affetto la mano di entrambi Su...

Eddy scuote la testa, ritirando la mano, deciso ad andar via. Giorgio stringe Diana contro la propria spalla.

GIORGIO Anche noi la sera siamo sempre un po’ stanchi...Più nervosi.

Giorgio e Diana si danno un bacio. E’ la prima volta che assumono un atteggiamento reciproco realmente affettuoso. Eddy sembra dapprima imbarazzato, poi appare quasi uno strano sentimento d’improvvisa gelosia verso l’amico, o verso la situazione. Guarda solo un istante la stanza di Andrea, poi la tavola, poi di nuovo la coppia. Ha come uno scatto e diviene improvvisamente loquace.

EDDY Scusatemi. Amo poco parlare. Quando debbo farlo cerco frasi di altri, oppure preferisco avere un copione in mano. E quelle fantasie diventano la mia realtà: per magia. Io i sogni non li ho messi in un cassetto: ho provato a viverli. Ma il risultato è amaro, sempre. Ci sono due vere, grandi tragedie: una è il non avere ciò che si desidera; l’altra è ottenerlo. Quest’ultima è la peggiore, la vera tragedia. Perché ti accorgi che della tua vita cambia soltanto ciò che è esteriore, che può essere comprato col denaro. Gli altri continuano a non sentirti: sei solo. Basterebbe accettarlo, ed essere se stessi. Null’altro. Senza accumulare, senza voler possedere cose esterne. Cercare la perfezione in te. Allora non vorresti essere ricco. I ricchi possono essere derubati dall’uomo. I veramente ricchi, no. Nel tesoro dell’anima vi sono cose così preziose che non possono esserci tolte. Perciò devi costruire la vita in modo che le cose esterne non ti possano nuocere. Liberarti dalla proprietà personale, che implica sordide preoccupazioni, cure senza fine, mali, invidie, ansie... ed ostacola l’individualismo! Ed io credo nell’individuo! Ma se l’uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in prima persona: allora dategli una maschera, vi dirà la verità. Diventare lo spettatore della propria vita, per sfuggire alla sofferenza della propria vita. Come si potrebbe altrimenti guardare in faccia la vita? Non dico la morte, ma la vita. Forse per questo ci viene nascosta, fin dall’inizio, la vita. Immersi, allevati nella menzogna, ci viene negato da bambini perfino sapere come siamo nati: e ci inventano cavoli e cicogne! Ma ci spinge avanti quella piccola molla del nostro cervello, quella corda pazza che ci fa talvolta scattare e dire: “Io sarò quello che...”; oppure: ”Io farò”. La molla che fabbrica le nostre idee, fa amare il presente, i propri giorni, il proprio corpo, e parlare salutare bere pensare dormire mangiare ascoltare. Ma siamo pronti ad amare il doloroso passato, il preoccupante futuro, l’invecchiare del corpo, il mutare della propria voce, l’insonnia?... Bisogna essere pronti perché tutto questo siamo. si ferma. Con un grande sorriso E forse non è poi così male, a giudicare da com’è elevato il nostro istinto di conservazione.

Diana e Giorgio lo guardano stupiti.

GIORGIO un po’ scherzando Ti prendono spesso, questi attacchi?

DIANA Bellissimo. Ha detto parole straordinarie.

EDDY come riaccendendosi Perché io sono un vento del settentrione per fichi maturi. Così, simili ai fichi, cadono a voi questi insegnamenti, amici miei: bevetene il succo, la loro polpa dolce! Tutt’intorno è autunno, e cielo, e pomeriggio.

Giorgio si affianca ad Eddy mimando il gesto di suonare il violino, mugugnando un motivo musicale.

DIANA sorridendo loro Duetto perfetto. applaude allegramente

EDDY con un leggero inchino La ringraziano, con me, altri autori. In particolare: Oscar Wilde e Friedrich Nietzsche.

Eddy fa per aprire la porta d’ingresso.

DIANA seria Non importa dove le abbia prese. Le ha fatte sue, sono sue.

GIORGIO Per me, è un effetto della sbornia di ieri.

EDDY tornando leggermente indietro Mi è passata da un pezzo, Giorgio.

GIORGIO Allora perché non hai bevuto?

Eddy lo guarda con sfida. Va alla tavola, afferra la bottiglia del vino e la scola.

DIANA Cosa fa?

GIORGIO Si ubriaca. Può farlo, lui mica deve andare a studio domattina alle nove.

Eddy appoggia il bicchiere ed esce facendo un cenno di saluto con la mano. La porta resta aperta.

GIORGIO Eddy, aspetta! E’ proprio pazzo. E tu lì, incantata.

DIANA Sono stata gentile. Non come te, sempre a stuzzicarlo: perché?

Silenzio. Si guardano, poi i loro occhi scivolano verso l’esterno.

DIANA Vai! Molla tutto. Provaci!

GIORGIO Che?

DIANA Dai!

GIORGIO Mollare, io... Per finire così? mima l’atto di tracannare da una bottiglia.

DIANA Ti vedo la mattina, quando esci. Come uno che vuole fuggire. Afferri la maniglia con desiderio. La impugni col respiro di chi vuole andarsene, scappare. Toccassi me con la stessa sensualità con cui tocchi quella maniglia...

Giorgio quasi inconsapevolmente sta toccando la maniglia, indeciso.

DIANA Quando rientri porti qui i tuoi problemi, come fantasmi. Senza aprirti, mai. E noi, ed io, non possiamo dissolverli.

GIORGIO Ho qualcosa qui dentro, io si indica il petto.

DIANA Allora dimmi cos’è.

GIORGIO Forse non lo so ancora nemmeno io.

DIANA Magari è un regalo per me.

GIORGIO Fa cenno di sì col capo, carico Il regalo che potrei fare a voi, a me, se tu riuscissi a comprendere, se mi capissi. Potrei creare, inventare. Ma avrei bisogno di spazio, di uscire.

DIANA Sei tu che ti rinchiudi qui dentro come in una tana. Metti il paletto alla porta, come serrassi la gabbia di una belva.

GIORGIO Belva? pausa. Dimesso Un orsacchiotto ammaestrato, tutt’al più.

BUIO.








PRIMO ATTO. SCENA SECONDA.

Ampio spazio interno. Niente finestre, una sola porta sul fondo. Pesanti tendaggi, sedie, pennelli, statue, poltrone ed oggetti disposti in maniera solo apparentemente confusa: ‘disordine creativo’. Una pedana rialzata. Su un tavolino bottiglie e piattini. L’elemento più forte: grandi tele alle parete.
Un uomo in abiti del Settecento siede in proscenio su una poltrona. Il volto è reclinato, un po’ nascosto dalla parrucca che spunta dal tricorno. Le gambe allungate e le braccia (ai polsi veste manicotti di finissima tela di Cambrai) lasciate mollemente cadere giù, danno un’immagine di pesante stanchezza.

Entra un secondo uomo, vestito meno sfarzosamente: niente cappello, parrucca modesta, mascherina nera sul volto.

SECONDO UOMO Siamo rimasti soli.

L’altro sbadiglia sonoramente.

SECONDO UOMO Finalmente posso ringraziarti.

UOMO Ti sei divertito?

SECONDO UOMO Per me è tutto nuovo.

L’uomo in poltrona si stira un po’. Ne vediamo il viso: è Eddy.

EDDY sentenzia stancamente Stare in società mi annoia. Ma esserne esclusi sarebbe tragico.

Eddy si alza e va a versarsi da bere. L’altro uomo si toglie la maschera: è Giorgio.

GIORGIO Bello qui.

EDDY Trovi?

GIORGIO guarda in alto Quel lucernario. La mattina dev’essere uno spettacolo.

EDDY Lo è.

GIORGIO Ho sempre sognato un posto così.

EDDY Costa meno di casa tua.

GIORGIO E questi quadri, così espressivi.

EDDY accendendosi Ti piacciono?

GIORGIO Interessanti. indica un punto della tela Ma perché c’è questa striscia?

EDDY Posto ideale per dipingere. Luce dall’alto. Ma l’autore è solo un dilettante.

GIORGIO L’autore? Chi è?

EDDY Il padrone di casa.

GIORGIO Ah! Di questa, casa?

EDDY E di quale?... Pensavi fosse mia?

GIORGIO Beh...

EDDY Sistemazione provvisoria, come sempre.

GIORGIO Devi pagare un bell’affitto.

EDDY E’ solo un prestito. Tre mesi.

GIORGIO Però, che amico generoso!

EDDY Lo conosco appena. E’ uno che mi deve un favore.

GIORGIO Io, casa mia, non la darei nemmeno a mio fratello!

EDDY ironico Date, e vi sarà dato.

GIORGIO Ospitare sì, va bene: ma quando ci sono io! Sai, è un fatto di riservatezza, sensibilità, attaccamento alle cose.

EDDY Solo egoismo. Chiusura. “Cosa faranno in casa mia? Chi si porteranno? E se rovinano qualcosa?”... Nessun problema, nessuno ti distrugge la casa solo perché gliel’hai messa a disposizione. Certo, può darsi che ritrovi qualche mutandina di pizzo in più nell’armadio... Per noi è abituale: mi offrono la parte di un pirata, eccomi in Giamaica! E col teatro? Mesi di ‘tournée’ in posti diversi. pausa La verità è che non mi chiama nessuno.

Silenzio.

GIORGIO Comunque sia, la casa è la casa.

EDDY si accende Petit burgeois!...Les blancs débarquent. Le canon! Il faut se soumettre au bapteme, s’habiller, travailler. J’ai reçu au coeur le coup de grace. Ah! Je ne l’avais pas prévu!

GIORGIO sorride senza comprendere la citazione da Rimbaud Proprio così.

EDDY indica le tele Lui è pieno di soldi. Oltre a questi connubi contronatura tra Velasquez e Bacon, fa anche lo scenografo. E’ partito per un film, così mi ha chiesto d’innaffiargli le piante.

GIORGIO Non vedo neanche una piantina.

EDDY Per questo gli ho detto di sì.

Sorridono. Giorgio si compiace dell’ironia di Eddy.

EDDY Non voglio preoccupazioni in questo momento, capisci?

GIORGIO Le piante? Sì, capisco.

S’intuisce che Giorgio abbia in animo altre preoccupazioni.

GIORGIO Devo andare adesso. Chissà Diana cosa penserà.

EDDY Ti avevo detto di portarla.

GIORGIO Ad una festa in maschera?

EDDY Festa... Solo per stare un po’ tra amici.

GIORGIO Non è il tipo.

EDDY E’ Carnevale.

GIORGIO Già... sorride, un po’ amaro In casa mia si è stabilito che Carnevale è la festa più stupida dell’anno.

EDDY Forse lo è.

Giorgio assente con il capo, ed allunga la mano ad Eddy, che ricambia.

GIORGIO fa uno strano movimento con la mano libera, come un segnale, un codice Amici per la pelle?

Eddy comprende e fa lo stesso movimento.

EDDY Amici per le palle!

Si abbracciano. Sulla spalla dell’amico, Giorgio comincia ad avere dei singulti. Rivolto verso la platea, Eddy si mostra allarmato; poi si rende conto che l’amico sta ridendo, seppure in maniera eccessiva, carica di emozione.

GIORGIO No, scusa, Eddy: non preoccuparti. E’ per me che rido. recupera fiato Lo sai che quella sera, quando andasti via... “Povero Eddy: e adesso dove andrà, che farà?”. Ti vedevo nella squallida solitudine di una fredda pensioncina.

EDDY sorride All’addiaccio.

GIORGIO lo fissa, serio La mattina dopo suona la sveglia. Mi alzo. La doccia. La barba. Mi vesto. Colazione. breve pausa Poi entro in ascensore, come ogni mattina alle otto e trentacinque. Sto lì, con una borsa di pelle in mano, sbarbato e benvestito. Vedo un uomo di fronte a me: uguale, proprio identico; che, però, ride. Ride di me, mi sbeffeggia. Lo ha già fatto altre volte, è vero: ma stavolta il suo è un riso cattivo... Mi dice: “Questo sai fare? Nient’altro? Proprio niente di più?”. Vorrei rispondere che è già abbastanza, no, quello che faccio: Cristo santo, sgobbo tutto il giorno! breve pausa Ma l’ascensore è arrivato, la porta automatica si è aperta, sono già mezzo fuori. Ho solo il tempo di sussurrare all’uomo nello specchio: “Dammi tempo, ci proverò!”. Poi salgo in auto, e lì c’è un altro specchio, ed in quello specchio un altro uomo che... si interrompe e sorride Fine della puntata milletrecentoundici!

EDDY alleggerendo Gli sceneggiati sono sempre uguali...

GIORGIO E’ possibile, Eddy, che quell’uomo benvestito, con tutti i suoi affari da sbrigare, avesse desiderato davvero di dormire in una squallida pensioncina?

EDDY alza le spalle, sdrammatizzando Guarda che io non ci ho dormito. Ho ricordato cos’era quell’appuntamento: la consegna della casa.

GIORGIO Mi manca un tetto che guardi il cielo.

EDDY Il cielo da lontano è il cielo. Da vicino è niente. Sei solo un po’ giù. L’altra sera lo ero io. Tutto qui. Giorgio annuisce Aspetta, ti accompagno.

GIORGIO Oh, non importa.

EDDY Ma sì: compro i giornali.

GIORGIO Ecco: far tardi la notte! Comperi i giornali del giorno dopo, hai le notizie molto prima degli altri.

EDDY Finora non mi è servito a molto... Ti basterebbe accendere la radio.

Eddy prende delle chiavi appese al muro e spegne la luce, mentre Giorgio ha già socchiuso la porta d’ingresso. Si sentono, netti, tre forti colpi provenire dall’altra stanza. I due si bloccano allarmati. Entra solo un po’ di luce dal pianerottolo. Eddy si muove cautamente verso la stanza. Sta per afferrare la maniglia, e viene raggiunto da Giorgio che gli sussurra qualcosa. Si guardano attorno, cercando. Giorgio afferra una statuina di bronzo; Eddy va al tavolo prendendo per il collo una bottiglia: si accorge che è ancora un po’ piena, e si premura di svuotarla nella propria gola. Giorgio gli fa un cenno spazientito, Eddy gli fa intendere che ha bevuto per darsi coraggio. Infatti urla.

EDDY Chi c’è di là? Uscite, siamo armati!

Attendono. Giorgio si china a spiare dalla serratura. Si risolleva guardando Eddy in modo indecifrabile. Specie in quella penombra. Tre rapidi colpi in successione, secondo la tradizione della ‘Comedie Francaise’. La porta si apre inondandoli con la luce di due grossi candelieri. Si affaccia una giovane Dama mascherata, seguita da un Cavaliere dal volto efebico. Vengono avanti quasi scivolando delicatamente. Fanno un inchino. Eddy, ostentando un’aria sorpresa, prende Giorgio per un braccio facendolo sistemare accanto a sé, di fronte alla pedana sulla quale salgono i due.
Il Cavaliere estrae con lento garbo un telecomando dalla tasca e lo dirige verso un punto a noi invisibile. Ha acceso evidentemente un impianto stereo già predisposto, perché sentiamo l’Overtoure del ‘Tannhauser’ di Richard Wagner. La Dama prende ad eseguire dei singolari movimenti a scatti brevi e delicati. Il Cavaliere le offre un fiore che estrae dall’altra tasca, ricevendone in cambio un bacio sulla guancia. Allora le toglie lo scialle. Lei gli sfila la mantella. Comincia così uno strano spogliarello reciproco estenuato dalla grande quantità di indumenti, e dagli spiritosi convenevoli che si scambiano seguendo il ritmo della musica. Finché non restano con i capi di vestiario intimi che, dati i tempi, gli ricoprono pressoché totalmente il corpo. Ora ciascuno autonomamente toglie la parrucca, inforcando modernissimi, stravaganti occhiali da sole. A questo punto Eddy sale sulla pedana e con gesto rapido strappa gli ultimi indumenti, evidentemente già predisposti, alle maschere che restano ambedue in costume da mare, intero, di foggia moderna: colori vistosi, fosforescenti. Infatti, anche l’efebico Cavaliere è in realtà una donna. Ora prendono a spogliare Eddy, con foga, finché questi afferra il telecomando ed interrompe la musica. Le due si chinano a soffiare sulle candele, spegnendole.
Nel buio Eddy applaude entusiasta e va ad accendere la luce. Le giovani sorridono, ringraziando. Giorgio è spaesato, e prende ad applaudire compostamente. Ora tutti lo guardano. Il suo imbarazzo cresce, divenendo stupore.

GIORGIO Per me? tutto questo? Oh! ride abbracciando Eddy Mi ero detto che era troppo strano: proprio il mio Wagner, proprio il mio ‘Tannhauser’!

EDDY gli presenta le giovani Venite pur avanti, vezzose mascherette: Maddalena, Alex: Giorgio.

Le due fanno un cenno di saluto a Giorgio, che ricambia.

EDDY Vi eravate già conosciuti, no?

ALEX Il tuo amico era sempre in disparte. Pensieroso.

GIORGIO Pensieri, sì.

MADDALENA Talmente pensieroso, che con Eddy abbiamo pensato di tirarti su. Così, d’un tratto!

GIORGIO Grazie.

MADDALENA Tutto organizzato in pochi minuti.

GIORGIO Complimenti.

ALEX Eddy ci ha detto che sei uno scrittore. Giorgio esita Scrivi?

GIORGIO Ogni tanto. breve pausa Sono commercialista.

MADDALENA Davvero? Cerco da anni una persona in grado di spiegarmi una cosa dell’ IVA!

EDDY Maddalena!

MADDALENA Sul serio. Non so mai quando si deve fatturare.

EDDY Avrai tempo. Sediamoci.

GIORGIO Devo andare.

EDDY Cinque minuti. Ho sonno anch’io.

GIORGIO Non posso, Eddy, grazie. Grazie di tutto.

EDDY Su, beviamo qualcosa. Servitevi.

Eddy si avvicina a Giorgio e lo tira un po' in disparte, mentre le ragazze siedono, bevendo qualcosa.

EDDY sottovoce Maddalena. Non è che sia la mia donna, ma...Ed io crollo dal sonno!

GIORGIO ironico Dovrai sacrificarti. l’altro allarga le braccia Ti serve una mano?

Ridono.

EDDY Ho troppo sonno. Stai un po’, poi le riaccompagni a casa.

GIORGIO Sai che ora è? Se Diana si sveglia...

EDDY Non voglio che Maddalena si fermi a dormire qui!

GIORGIO Nemmeno mi ascolti... Ma sì, tanto: peggio di così!

EDDY Stai tranquillo: rilassati, parla.

GIORGIO Di cosa?

EDDY Quello che vuoi. Sono ragazze in gamba: studiano.

GIORGIO E cosa? Spogliarello settecentesco applicato?

EDDY Piantala!

GIORGIO Lo strip-tease nel secolo dei lumi?

EDDY No: Maddalena recitazione. Alex scrive: parlale dei tuoi progetti, le tue storie.

GIORGIO Progetti, storie. Ti sembra roba facile da raccontare?

EDDY Inventale! Ci sono mille storie. Tutte uguali, sempre quelle.

Pausa. Giorgio alza le spalle, poco convinto. Eddy sembra concentrarsi per qualche secondo, poi riprende a parlare ad altavoce, coinvolgendo anche le due donne.

EDDY Guarda, Giorgio: dietro quell’armadio! C’è un tipo con un pugnale. No: senza pugnale ma con un mazzo di fiori. Fiori velenosi. Biondo o bruno, alto o basso, bello o brutto. Attende il suo nemico, oppure la sua amante. Oppure la sua amante e il suo peggior nemico. E’ in un saloon di Santa Fè, o da Tiffany in Times Square: non è chiaro. Lo arrestano, va in guerra volontario, viene rapito dai pirati, diviene alcolizzato in Vietnam e visto che c’è salva l’amico disperso e diventa buddhista. L’ammazzano. Lui risorge, compra un anello di fidanzamento, sposa Julia Roberts ma si ricorda d’essere gay e sposa Boris Karloff, poi gli rubano la bicicletta. Gli s’inceppa il fucile, ed anche l’organo sessuale: però vince alla lotteria, va a Casablanca e diventa donna. Finalmente può entrare nelle orsoline. Conosce Alberto Sordi in un taxi a New York, lascia il convento, va a spassarsela a Montecarlo. Muore filosofando tra le braccia del suo unico amore inseguito per tutta una vita, ma James Cagney gli dà un bacio sulla bocca e lui si risveglia. Già, perché è di nuovo un uomo: fa da scorta alle diligenze texane. Ma non basta: questo tipo non sta mai fermo! Sparla col suo psicanalista, tace e si macera, apre una rivendita di assorbenti usati, fa bancarotta e medita il suicidio. Tutti impazziscono per lui. Quindi salta dal treno in corsa, è l’anima della festa, ordina un ‘Bloody Mary’, insegue nel deserto gli assassini di suo fratello, ne dice quattro al cardinale Richelieu. Travolto dalle legioni di Cesare e stuprato dal figlio illegittimo di Dumbo, canta carole natalizie indossando un impermeabile bianco su un vertiginoso bikini. riprende fiato Fine!

Eddy, soddisfatto, guarda uno sconcertato Giorgio. Maddalena lo raggiunge abbracciandolo. Alex lo applaude.

GIORGIO Che fantasia, Eddy: sempre uguale, tu!

EDDY alza le spalle con sufficienza Solo ‘cose’, prese qua e là.

Eddy si lascia trascinare da Maddalena nell’altra stanza, la cui porta viene chiusa. Giorgio guarda Alex un po’ imbarazzato, cercando un buon argomento di conversazione. Sembra teso, poi si illumina.

GIORGIO cercando di assumere un tono interessante, ‘epico’ L’ultima interrogazione di Scienze prima degli scrutini. Avevo passato la notte a studiare, le mani mi sudavano, sapevo tutto. Eddy invece arriva in ritardo, ed il giorno prima non aveva aperto libro: doveva uscire con Maria Grazia. Il professore voleva aiutarlo, gli era simpatico. imita l’accento napoletano “Argomento a piacere: parla di quello che conosci meglio”. cambia voce “Benissimo: posso parlare di Maria Grazia, l’ho ripassata proprio ieri.” Tutti a ridere, per un attimo anche il professore. “Non fare il buffone, Paglietti: parlami dell’insetto che conosci meglio.” .”La mosca!”. E ci guardava per farsi suggerire, ma noi eravamo troppo impegnati a ridere. “La mosca ha quattro zampe.”. “Che dici, Paglietti: la mosca ha sei zampe”. ”Ah, sì, lo sapevo. Mi son confuso con le ali. La mosca infatti ha quattro ali.”. “Ma che dici, Paglietti, tu non sai niente: la mosca ha due ali. Possibile che tu non sappia proprio nulla sulla mosca?”. “Beh, la mosca...La mosca è quell’insetto un po’ fastidioso che fa zzzh, zzzh, zzzh, ti gira intorno, intorno, intorno Giorgio guarda in aria descrivendo cerchi con la mano destra finché non ne puoi più e...Zac! batte forte le mani come schiacciando un insetto Questa è la mosca: una vera rottura!”.

Giorgio ride un po’ nervosamente e guarda Alex che però ha disegnato sul viso un sorriso di pura compiacenza, ma pare piuttosto sconcertata. Gli versa qualcosa.

ALEX Bevi qualcosa. lui la raggiunge, prende il bicchiere Siedi qui, perché non parli di te?

GIORGIO Vuoi la mia storia? Troppo banale: l’uomo in crisi, l’intellettuale mancato che trova il mondo poco appetibile...Situazione tipica fin dalla cacciata di Adamo dal Paradiso Terrestre. le siede accanto.

ALEX Almeno rientri in qualche stereotipo: è pur sempre un appiglio. La mia storia non è così semplice. Ho provato a scriverla. Non so dove appigliarmi: c’è troppo mistero... sorride Forse è quello che manca a te.

Giorgio torna in piedi. Cammina un po’ nervosamente.

GIORGIO Ho un sacco di soddisfazioni. Proprio oggi ad un cliente ho fatto risparmiare dodici milioni: così, tutto legale, è bastato pensarci! Sono revisore dei conti di due istituti di credito. torna a sedere Certo, essere chiamati per un ruolo di pirata ai Caraibi...

ALEX Non capita mai: con questa crisi!

GIORGIO Però, solo l’eventualità che possa capitarti!

ALEX Invidioso di Eddy?

GIORGIO torna in piedi, con un’alzata di spalle ed un falso sorrisi Fra due mesi lui torna col culo per terra ed io, se va bene una cosetta, cambio perfino casa.

ALEX E dove ti piacerebbe comprarla?

GIORGIO Qui, esattamente qui.

ALEX E’ invidia!

GIORGIO Ma va... fissa la porta della camera da letto E’ bella, la tua amica.

ALEX Lo invidi, ma non fai nulla.

GIORGIO poco convinto E cioè?

ALEX Non so... Non fai neanche una mossa per essere carino.

Giorgio, aggiustandosi i capelli, sfodera uno smagliante sorriso. Risiede accanto ad Alex.

GIORGIO Un altro whisky?

ALEX Grazie, non bevo alcolici.

GIORGIO versandosene un bicchiere Devo sempre bere solo.

ALEX Vuoi che ti parli del mio libro?

Giorgio è distratto, vuota il bicchiere e si riversa del whisky. Accostandosi leggermente ad Alex, indica la camera da letto.

GIORGIO Eddy è un tipo che piace, eh?

ALEX Simpatico.

GIORGIO Rimorchiavamo sempre insieme!

ALEX Ah, sì?

GIORGIO Capitava spesso. Due amiche... le sistema una ciocca di capelli.

ALEX Guarda che non è questo essere carini.

GIORGIO Ho capito: vi piacciono gli sfacciati.

Giorgio la abbraccia e tenta di baciarla. Lei si scansa, lui insiste. Alex prende il bicchiere dal tavolino e glielo versa sulla patta dei pantaloni.

GIORGIO urla Merda! guardandosi i pantaloni Che hai fatto?

ALEX alzandosi Ti avevo solo detto di provare ad essere carino.

GIORGIO asciugandosi Scusami: hai ragione. Sono stordito, confuso. Dio! Questo non è il mio mondo: il guaio è che anche l’altro... Avrei bisogno di sei mesi! Io e la macchina da scrivere.

ALEX ironica Nel frattempo io vado in bagno a risistemarmi.

Appare Eddy sulla soglia. Alex entra nella stanza.

EDDY Che succede?

GIORGIO acceso Sei mesi, Eddy, sei mesi tutti per me: fuori dalle regole. Sei mesi non per il lavoro, la famiglia, nessuno: solo io, ed i miei romanzi. Mi basterebbe anche meno. Mi basterebbe poter gettare via tutti gli altri pensieri. Dedicarmi a quello che ho sempre desiderato. Ricordi, Eddy, da ragazzi sognavamo insieme: io lo scrittore, tu l’attore. Tu avresti portato sullo schermo o sul palcoscenico quello che io avrei creato sulla carta.

Eddy cerca di trattenere uno sbadiglio, poi gli dà libero sfogo, stiracchiandosi.

EDDY Scusami, son troppo stanco per questi discorsi. Poi, sei stato tu a tradirmi. Io presi l’università per far contenti i miei, ma frequentavo l’accademia. Tu...

GIORGIO raggiunge Eddy e gli mette le mani sulle spalle, fissandolo Ho dato retta ai miei, più di te: tu hai saputo darci un taglio, io no. Mi sembrava bello, pensavo: “Mi sistemo!”. E Diana, mi piaceva così tanto...

EDDY Hai vissuto una vita che non è la tua. O forse lo credi ora, perché mi hai rivisto...

GIORGIO Mi sembra di non vivere.

EDDY Momenti. Capitano a me, a te, a chiunque.

GIORGIO E’ diverso: questo ritrovarci... Deve avere un senso! dopo una pausa di riflessione Hai mai pensato veramente a come la vita sarebbe diversa senza un dato incontro, una telefonata, un viaggio; magari semplicemente senza essere passato in un dato punto un certo giorno?... Solo i cretini non ci pensano, dritti per la loro strada, sicuri delle proprie ragioni, mentre accanto gli passano due, tre, forse cento strade... Cento altre vite.

EDDY ...Che mai vivranno: vite mai vissute. alleggerendo Sarebbe un buon titolo!

GIORGIO C’è un modo per riuscire a vivere?

EDDY E lo chiedi a me?

GIORGIO ...Cerchiamo sempre ciò che non siamo, che non abbiamo... Basterebbe saperci leggere dentro: da soli, o l’uno con l’altro... Avevo smesso di cercarmi: è questo che uccide! Tu, tu sei vivo!

EDDY Cazzate: cos’hai visto di me? La mia vita non vale la tua, anzi ti giuro ti giuro ti giuro che t’invidio. Sì: una splendida famiglia, Andrea, una moglie stupenda...

GIORGIO Non prendermi in giro: loro sono stupende!

EDDY Cosa credi che abbiano di così speciale, aldilà dei vestiti sgargianti, di quel fare le disinvolte? Anche Diana su quella pedana avrebbe fatto girar la testa a molti: ma lei no, figurati, tua moglie! L’avresti presa a schiaffi. Invece queste son due poveracce come me, magari sperano che le faccia scritturare da qualcuno. Non sanno che se ne avessi il potere, farei prima scritturare me.

GIORGIO Eddy, sai benissimo che le donne vengono con te perché sei bello, simpatico sei tutto... La mia segretaria viene con me per i regalini!

EDDY La racchia?

GIORGIO Ha due tette, Eddy, che mi riempiono l’anima prima che le mani... Sì, sì Eddy: sono io quello che fa schifo! Mi fa così rabbia! Ogni domenica giuro in confessione di non farlo più: poi, la carne...

EDDY Diventa vegetariano.

GIORGIO Potessi avere un periodo mio, tutto mio, solamente mio...

EDDY Cosa faresti? Eh, fratello: giuro che farò di tutto per esaudirti.

GIORGIO Finirei i miei romanzi, Eddy: farei quello che sognavamo da ragazzi. Non me ne frega niente di quel maledetto studio. Voglio scrivere, scrivere qualcosa di grande, ne verrà fuori un magnifico film con un grande protagonista: Eddy Paglia.

EDDY Allora sai che successo! E’ un sogno, ed io sono un fallito: il vero Eddy è quello sbandato che hai incontrato sere fa.

GIORGIO Il vero Eddy è quello che qualche minuto fa stava con una donna così bella come io non ho mai...

EDDY Se il tuo gran desiderio è questo, manterrò la promessa. Le parlerò: mi deve un favore, chissà! Ed ha già detto che non sei male. Se solo ti sciogliessi un po’...Giorgio si allenta la cravatta, pensieroso Scioglierti tu, Giorgio, non la cravatta! fa per alzarsi.

GIORGIO bloccandolo Non hai capito: non è una scopata... Voglio cambiare! Emergere! Vivere... Fissa l’amico negli occhi Manterrai la promessa? Giuralo!

EDDY Quale promessa?

GIORGIO Hai detto: “Giuro che farò di tutto per esaudirti.” !

EDDY Quando?

GIORGIO Tre battute fa.

EDDY Sei sicuro?

GIORGIO Sì, e voglio risentirtelo dire.

EDDY Va bene, lo giuro.

GIORGIO Eddy: voglio essere te!

EDDY Cosa?

GIORGIO Proprio così: voglio essere te!

EDDY Sei ubriaco. indica i pantaloni di Giorgio Te la sei fatta sotto!

Giorgio si osserva imbarazzato. Eddy ne approfitta per andare verso la stanza. Sta per chiudere la porta.

EDDY Devo dormire.

GIORGIO Eddy, sono un disgraziato.

EDDY Un rompipalle!

GIORGIO T’invidio!

EDDY Se non riesco nemmeno a farmi un sonno!

GIORGIO Sono stufo!

EDDY Farei qualunque cosa per aiutarti. Ma adesso...

Eddy chiude la porta. Giorgio riflette, agitato. Con la foga di chi ha preso una grande decisione, riapre quella porta.

GIORGIO forte Qualunque cosa?

EDDY voce, esausta Qualunque cosa.

GIORGIO Voglio essere te!

EDDY Ancora!?! raggiunge Giorgio sulla soglia. Sottovoce E va bene: provaci! Come un ariete, dai, tuffati nel letto: se non ti scaccia subito, è fatta!

GIORGIO risata isterica Non hai capito. Nulla! Io cambio vita!!! fissa l’amico negli occhi Voglio essere te: il tuo nome, la tua agenda, i tuoi vestiti, le tue abitudini, le tue amiche. Amici, nemici... Voglio stare qui: vedere l’altra vita, quella che forse avrei potuto vivere, ma non ho vissuto. Non te lo chiedo per sempre: mi basta un mese. Un mese di questa vita, poi riprenderai il tuo posto.

Eddy lo guarda per qualche istante silenziosamente.

EDDY Cosa?

GIORGIO Avere il tuo... La dilatazione del tempo.

EDDY Di cosa parli?

GIORGIO Gli amici di questa sera.

EDDY Conoscenti. Ed imbucati.

GIORGIO Questa casa.

EDDY Non mia.

GIORGIO La faccia non sbarbata.

EDDY Non raderti!

GIORGIO Dormire la mattina.

EDDY Io non dormo neanche la notte.

GIORGIO Vivere la notte.

EDDY Che ti succede? Imbottito di stereotipi! E quando giro un film mi sveglio alle cinque!

GIORGIO Ma tu non lo giri mai. Anch’io voglio sentire il tempo, poterlo modificare. Mi scorre addosso come acqua. Voglio renderlo denso come miele, no: catrame! Pregno di robe, sporche e pulite, belle e brutte.

EDDY Io cosa c’entro?

Pausa.

GIORGIO Con Diana facciamo l’amore solo di sabato.

Silenzio.

GIORGIO Se esco di qui è finita. Torno a casa e non avrò mai più il coraggio... D’immergermi nella corrente della vita, qualunque sia.

EDDY Appunto: non sai cos’è.

GIORGIO Sgattaiolare di fianco, guardare nel sottosuolo, distruggere il castello di vetro: volare!

EDDY Parole.

GIORGIO Passo ai fatti!

EDDY lo fissa Solo dove sono tombe, vi sono resurrezioni.

GIORGIO Le tue citazioni ad effetto: le userò anch’io!

EDDY Devi metterle al punto giusto.

GIORGIO Imparerò.

EDDY Non può andare.

GIORGIO Me l’hai giurato.

Pausa.

EDDY Io, dove andrò?

GIORGIO Da Maddalena. Sarà contenta.

EDDY Finirò per sposarla!

GIORGIO Arrangiati, vai da un amico.

EDDY cerca di giocarsi la vecchia carta Ragiona: sei tu l’unico amico vero che abbia mai avuto!

GIORGIO Dimostralo: comincia a darmi i tuoi vestiti.

EDDY Questi vestiti?

GIORGIO Voglio essere te, fin da ora.

EDDY Ma sono maschere!

GIORGIO E allora? Simbolismo!

EDDY Anche le mutande?

GIORGIO Ti concedo giusto quelle.

EDDY Ti metti nei guai, Giorgio!

GIORGIO E se anche fosse ?

EDDY Pensa a tuo figlio.

GIORGIO E’ una vita che penso a genitori, fratelli, mogli, figli.

EDDY Forse perché è giusto.

GIORGIO Parli tu! E poi un tetto non manca a nessuno di loro.

EDDY a brutto muso Una settimana: prendere o lasciare.

GIORGIO Presa! Ok, presa! Cazzo, cazzo, cazzo. Fica! Vita puttana, borghesi di merda, suoceri blenorragici! Rottinculo!

EDDY Dio, che hai?

GIORGIO E’ bellissimo: ormai sono te, posso dire quello che voglio.

EDDY Io non sono così, non vado in giro a dire parolacce. Ipocrita!

GIORGIO Non sono più Giorgio il timido, ora sono Eddyfacciadiculo, dico quel che mi va. Stai a guardare. a voce alta Ragazze! Ragazze, forza! Venite a salutare Giorgio che se ne va.

Finiscono di scambiarsi gli abiti.

GIORGIO Sembro Don Giovanni. Tu, Leporello: finalmente!

EDDY Sembri solo un imbecille.

GIORGIO Ormai sono te: vedi il vantaggio? L’imbecille è Eddy.

EDDY Avrei voglia di darti un pugno!

Forse lo farebbe. Giorgio prudentemente si scosta, e richiama Alex e Maddalena, disinvoltamente.

GIORGIO Ragazze, venite! piano Metti la mascherina, ti prenderanno per me. Le riaccompagni a casa.

Eddy esegue, mentre Giorgio abbassa le luci.

EDDY Non ho la macchina.

GIORGIO Ti do la mia: vedi che amico? Un’auto troppo borghese per me, adesso. Le chiavi sono nella tasca destra. A proposito, i miei documenti.

EDDY E no, ironico Eddy. Vale anche per me: lasciami tutto!

GIORGIO Giusto: non voglio saper nulla di tutta la mia roba. Per una settimana!... C’è perfino la macchina da scrivere, qui.

EDDY Un capolavoro, in una settimana?

GIORGIO Porto tutto dentro da troppo tempo: esploderà!

EDDY Auguri!

Entrano Alex e Maddalena. Eddy si avvia deciso verso la porta e la apre, restando di schiena. Maddalena va verso Giorgio che è in proscenio, faccia alla platea. Lo abbraccia da dietro, lui si gira e Maddalena si scosta, guarda verso Eddy e prende a ridere.

MADDALENA Cos’è, dobbiamo scambiarci d’abito anche noi?

EDDY freddo Andiamo: basta giocare, per questa sera.

Alex e Maddalena si guardano, senza capire cosa sia successo.

GIORGIO C’è un problema? Che problema c’è? tra sè No, questa non la devo più dire.

Le donne si guardano e scoppiano a ridere.

MADDALENA avvicinandosi al vero Eddy Ah, è un gioco? Che dobbiamo fare? E’ divertente. Ci scambiamo i vestiti anche noi, Alex?

EDDY Nessun gioco, signorine. Io ho il lavoro, lo studio, una famiglia, ho da fare. Restate con Eddy, lui è un perdigiornotestadicazzoscemoidiota. fissando Giorgio facendoglisi incontro come per provocarlo, ma quando gli è ad un palmo dal naso scoppia a ridere, scuotendo la testa Rifletti! Tra mezz’ora ti chiamo.

GIORGIO Troverai la segreteria con il tuo messaggio. Il mio.

Giorgio stringe la mano a Maddalena, ancora interdetta, di fronte a sé. Poi raggiunge Alex.

GIORGIO Vorrei ti fermassi. Scusami: sono stato così goffo...

ALEX Non preoccuparti.

GIORGIO Non più. Quello sciocco è morto. O solo svenuto, vedremo. Voglio presentarti un uomo diverso: Eddy.

ALEX Eddy? Che c’entra Eddy?

GIORGIO Se resti, te lo spiegherò.

ALEX Ti scrivo il mio numero: chiamami.

GIORGIO intenso Fermati, ti prego. Voglio raccontarti una storia che ho scritto io. E voglio scoprire il tuo mistero.

ALEX Ma...

GIORGIO Mezz’ora. Poi chiamo un taxi.

Alex, sebbene titubante, va da Maddalena.

ALEX Mi fermo ancora un po’.

Eddy raggiunge Giorgio.

EDDY Giorgio... piano A proposito di Alex...

GIORGIO lo interrompe Chiamami Eddy, o non mi abituerò mai.

EDDY Oh, con te è inutile! Pazzo, ti chiamo: imbecille.

GIORGIO Calma, cos’hai? Stress da lavoro alienato? O questo vestito ti sta un po’ stretto? Su, svegliati, vai: non sei abituato a far tardi.

Eddy prende per mano Maddalena ed esce.

EDDY sulla soglia ‘Fanculo!

Giorgio ed Alex si guardano. Lui si apre in un grosso, accattivante sorriso.

BUIO




























PRIMO ATTO. SCENA TERZA.

Eddy in un cono di luce sul lato sinistro del proscenio. Dietro di lui, nell’appartamento che ha lasciato a Giorgio, nella penombra s'intravede quest’ultimo sollevare la cornetta del telefono che squilla.

GIORGIO Siiì, qui Eddy Paglia.

EDDY Giorgio...

GIORGIO Qui Eddy, pronto.

EDDY Giorgio: sono io, Eddy.

GIORGIO Chi Giorgio vuole? Ha sbagliato numero. sta per riattaccare, poi prende a parlare in tono completamente diverso Eddy... Eddy, sei tu, Eddy?

EDDY Sì, Giorgio, sono io e ...

GIORGIO deciso, con risentimento Eddy!

EDDY Sì?

GIORGIO Eddy!!!

EDDY Sì?

GIORGIO Eddyyyyy!

EDDY Insomma, che vuoi?

GIORGIO Gran figlio di puttana: non mi avevi detto nulla!

EDDY Di cosa?

GIORGIO Di cooosa?!? Ma Eddy!

EDDY Sì?

GIORGIO Eddyyy!

EDDY E allora!

GIORGIO Alex!

GIORGIO Sì’?

EDDY sempre in tono concitato ma abbassando il volume per non farsi sentire dall’altra stanza Aaaalex!

EDDY Beh?

GIORGIO Alex è un uomo!

EDDY Ah, è per quello. Allora te la spassi proprio, eh?

GIORGIO Lascia stare, figlio di...

EDDY Taglia corto Giorgio, non rompere! Hai preso tutto quello che hai voluto e visto che non ti piace, facciamola finita con questa buffonata: ora torno su. E poi Alex non è un uomo: è uno stupendo ermafrodito.

GIORGIO Eddy, sei un perverso!

EDDY Appunto: allora torno su e tutto come prima.

GIORGIO Nient’affatto: si è detto una settimana e sarà una settimana.

EDDY E con Alex?

GIORGIO Beeeeh, visto che è un ermafrodito... Lo sai che ha due gran belle tette?

EDDY Ma pensa a tua moglie!

GIORGIO Ah, le sue sono molto più piccole...Cristo che mi fai dire!

EDDY Sei completamente fuso.

GIORGIO Comunque l’ho chiamata appena sei uscito. Ho detto: “Ti chiedo solo una settimana, Diana. Appena una piccola, misera settimana. So che mi capirai. Dì a studio che sono malato. Ciao. Solo una settimana.” .

EDDY Sei irrecuperabile.

GIORGIO Stringato e deciso, direi: me la son proprio cavata bene.

EDDY Canaglia! Feci proprio bene quella volta con Donatella.

GIORGIO Ah, sì. Donatella!...Con Donatella, cosa?

EDDY Ricordi quanto hai sofferto perché avevi capito che ti aveva tradito ma non sapevi con chi?

GIORGIO Sì!

EDDY Ora lo sai!

Eddy interrompe la comunicazione. La fioca luce del palcoscenico si smorza, Eddy si accende un sigaro, e scuote la testa.

EDDY Già: Donatella... anche allora, se l’era proprio voluta!

Prende a grattarsi la nuca, come colto da un’idea. Inspira il fumo profondamente.

BUIO.




























SECONDO ATTO. SCENA PRIMA.

Casa di Giorgio e Diana. Lei legge in poltrona, alla luce dell’unica lampada accesa. Stacca gli occhi dal libro. Il suo volto, e tutto il suo atteggiamento, denotano uno stato di ansia. Gira leggermente il capo verso la porta d’ingresso che è alle sue spalle, come avvertendo dei rumori. Una chiave fa scattare la serratura. Lei china di nuovo gli occhi sul libro, tesa, mentre sulla soglia si intravede Eddy, col costume tutto allentato. Vedendola, si blocca. Lei resta seduta, dunque girata rispetto a lui, gli occhi fissi sul libro. Prende a parlare come ripetendo un discorso preparato e già recitato più volte dentro di sé.

DIANA Non far rumore, Andrea dorme. Ascoltami bene: il tuo comportamento è assurdo, sono sconvolta. Non torni a cena, senza dire dove vai, poi in piena notte telefoni, sussurrando strane cose tipo: “Una settimana”. Una settimana, Giorgio... So che abbiamo dei problemi, mi dici spesso che ti annoi, che la tua vita è scontata, che fai sempre le stesse cose. Ma allora io, che devo dire io? Almeno con Andrea fossi diverso! Solo un bacio, e non sai dirgli altro che: “Adesso a nanna”. Lui vorrebbe giocare, anche se è tardi, anche se sei stanco... E torna al suo televisore... Mi guardi sempre meno. Forse per te neanche sono più una donna che può piacere. L’altra sera ero in pigiama, quando sei entrato con quel tuo amico, e tu hai saputo solo dire: “Chissà Eddy cos’ altro è abituato a vedere!”: Non hai compreso neanche il mio pudore.

Eddy fa due passi e le mette una mano sulla spalla. Diana gliela sfiora senza guardarla, ma al primo contatto entra in allarme. Guarda quella mano sussultando, e si solleva di scatto.

DIANA Aaaah! Lei!?!

Eddy abbassa lo sguardo, imbarazzato.

DIANA Com’è conciato? E che ci fa qui?

EDDY Diana, sono io, tuo marito.

DIANA Esca subito o chiamo la polizia: non mi metto ad urlare per non spaventare Andrea. Fuori!

Eddy si gira per uscire. Lei lo precede piazzandosi davanti alla porta.

DIANA Cos’é successo a Giorgio?

EDDY Sono io Giorgio: estrae dalla tasca un documento guarda.

DIANA Finiamola!

EDDY Sospira Bene: ecco tutta la storia. Davvero vuole saperla? Non gli farà molto onore.

DIANA La verità.

EDDY Tutta?

DIANA Tutta.

EDDY Giorgio sta benone.

DIANA E’ questo che mi preoccupa. Vada avanti.

EDDY E sia! Suo marito, il mio vecchio, carissimo amico Giorgio: è tornato bambino. Così, tutt’assieme. Non ha smesso di sognare, ed ora vuole scrivere, diventare qualcuno.

DIANA Qualcuno? Qui, ha tutta la carta che vuole.

EDDY Inseguire i suoi fantasmi.

DIANA Fantasmi? Non lo vedo tutto questo idealismo. Al telefono ho sentito una voce di donna.

EDDY Su questo posso rassicurarla: non c’è nessuna donna con Giorgio.

DIANA Quell’incosciente!

Pausa.

EDDY Con un po’ d’inbarazzo, sentenzia. La società perdona spesso al delinquente, mai al sognatore. La battuta non sortisce alcun effetto. Vede Diana molto tesa. E sia! Serio Abbiamo deciso di scambiarci i ruoli per una settimana. Giorgio vuole vivere la mia vita.

DIANA La sua vita? Che significa?

EDDY Che ora non so dove andare.

DIANA Non ha un letto dove dormire?

EDDY Lo avrei, signora. Ma in questo momento c’è dentro suo marito.

Silenzio.

DIANA E se ho capito bene, non da solo. Eddy non risponde Lei è veramente un mascalzone!

EDDY Con un gesto di insofferenza. Suo marito è nel mio letto, ed io sono il mascalzone?

DIANA E’ stato lei a corromperlo. Quella donna, chi gliel’ ha presentata?

EDDY Ma quale donna? breve pausa Sarà stata la radio.

DIANA Mio marito ha preso il suo posto approfittando delle sue insane abitudini. Giorgio, così serio e perbene.

EDDY A mezza bocca, come non riuscendo a trattenersi Tranne che con la sua segretaria.

DIANA Quella bruttona?

EDDY Ora plateale, scaricandosi Suo marito preferisce chiamarla - mi perdoni- tettona!

DIANA Non è vero!

EDDY Non so, non l’ho vista.

Pausa imbarazzata.

EDDY Mi scusi. Sicuramente ha solo bevuto. E anch’io, non mi sento bene... Scommetto che lui, domattina, sarà qui.

DIANA Non mi troverà. Comunque non gli aprirò.

EDDY Non mi faccia sentire troppo colpevole.

DIANA Si sente colpevole?

EDDY riflette un attimo No. Io l’ho solamente invitato ad una festa. Per la verità, avevo invitato anche lei, Diana.

DIANA delusa Neanche me l’ha detto.

Pausa.

EDDY Lei conosce gli uomini. Fatti così. Si sposano per via di Edipo. Cercano la madre. Ma dopo un po’ la madre diviene sorella, e non li solletica più.

DIANA Ah, certo, perché con la sorella è una cosa troppo normale... Lei è un pervertito.

EDDY Io non sono neanche sposato. Si figuri.

Pausa.

DIANA Personaggio disgustoso.

EDDY Sincero.

DIANA Banale: riduce tutto a un’elementare psicologia. E ad un impulso, istinto.

EDDY Se non lo faccio io, tanto lo fa la vita. Non vede? Giurerei che Giorgio non scriverà una riga. Ne ho visti, gente come lui.

DIANA Lei è un cinico! E ricordi che sta parlando di mio marito.

EDDY Mio carissimo amico: lo conosco da molti più anni di lei.

DIANA Allora, perché ne parla così?

EDDY Veramente è lei che...

DIANA No, è lei, con i suoi discorsi: impulso, istinto...Che poi, non potrebbero valere anche per me?

EDDY Sfacciato Sarebbe magnifico.

Eddy la guarda, sfregandosi lentamente il viso con sorriso sornione. Diana sostiene il suo sguardo.

EDDY Non crede che suo marito lo meriterebbe?

DIANA Non le chiederò a cosa intenda riferirsi.

Diana raggiunge la porta d’ingresso per farlo uscire.

EDDY esitante Potrei... Magari qui, sul divano.

DIANA Cosa?

EDDY Dormire.

DIANA Impossibile.

EDDY Lo so: è la cosa che mi riesce più difficile. Ma davvero non saprei dove andare. La prego.

DIANA E lei dormirebbe qui?.. Non ha paura che io ne approfitti per tagliarle la gola?

EDDY Com’è dolce. Allora vuol dire che accetta!

DIANA Sospira Dorma vestito.

EDDY Sa una cosa? Senza malizia. Attende che lei lo guardi Invidio Giorgio.

DIANA Esca domattina presto. Non voglio che Andrea la veda qui.

EDDY Grazie. Sul serio.

DIANA Buonanotte.

Diana va in camera e chiude a chiave. Eddy si guarda attorno con interesse, come studiando il posto. Guarda la porta della stanza di Andrea e la apre, entrandovi. Si sente la chiave della porta girare nuovamente. Riappare Diana con un plaid in mano. Si guarda attorno sorpresa di non vedere Eddy. Nota la porta di Andrea aperta e si affaccia. Sorride. Eddy la raggiunge sulla soglia. Chiudono la porta, piano.

EDDY Indica il plaid Grazie.

DIANA Non stava crollando dal sonno?

EDDY Alza le spalle Sono curioso, di tutto. Volevo vedere come dorme un bambino.

DIANA Lo scrutava. E aveva la faccia ebete che ha un grande che s’intenerisce davanti ad un bambino.

EDDY Sì, fanno tenerezza. E Andrea, senza televisore davanti, è carino davvero.

DIANA Le piacciono i bambini?

EDDY Stasera, qui, mi piace tutto. Chissà perché. Prende un portaritratti dalla libreria. Sta bene coi capelli corti.

DIANA Per forza sto bene. La foto è di dieci anni fa.

EDDY Prima di sposare?

DIANA Eravamo in viaggio. Siamo stati così bene, che appena tornati l’abbiamo fatto.

EDDY Fatto cosa?

DIANA Sposarci. Lo avevo desiderato tanto! Pausa Attendi che una cosa succeda, e il tempo non passa mai. Poi, una volta che la cosa è accaduta, la sensazione è che tutto si sia concluso. Gli eventi importanti si esauriscono in pochi secondi. Mentre la parte che non è essenziale, l’attesa, si allunga infinitamente.

Pausa. Eddy resta a fissarla con aria seria, pensosa.

DIANA Bene, è proprio ora di dormire.

EDDY Una vita non basta. Che stupido! Sto usando le parole di Giorgio.

DIANA Non è poi così strano. Siete cresciuti assieme.

EDDY Mi chiedo come possa scattare un meccanismo simile al suo. D’un colpo, così, vuoi cambiare vita.

DIANA Evidentemente, non di colpo.

EDDY Tutti sognamo di cambiare. Che qualcosa accada.

DIANA L’attesa: una parola così...

EDDY Triste?

DIANA Dipende. Per una donna, attendere significa talmente tante cose! Si attende... Che ti cresca il seno. I dolori mestruali: la prima volta, e poi ogni ventotto giorni, con l’occhio sul calendario. E poi un uomo, e un figlio, per nove mesi... Si lascia cadere sul divano Una donna non può vivere se non usa la fantasia. Così finisci per riporla in lui, un tuo Cavaliere Azzurro. Che, te ne accorgi presto, è di tutti i colori, tranne l’azzurro.

EDDY Forse non si dovrebbe sperare in nessun cavaliere. Oppure, averne più di uno.

DIANA Cos’è, una battuta? O proprio non ha compreso quello che voglio dire... Ma è giusto sia così. Ciascuno è solo con i suoi pensieri e sentimenti intraducibili. Ecco perché scelgo la fantasia.

EDDY A volte la fantasia è solo un rifugio.

DIANA Può esserlo. E per me lo è. Specie stasera.

EDDY Metta in pratica le sue fantasie!

DIANA Quali? Stasera ne ho così poche... Ho solo tanto, tanto sonno.

EDDY Non me ne parli!

DIANA Allora...

Diana fa un cenno con il capo, ricambiato da Eddy, e torna nella propria stanza. Eddy, un po’ giocando, protende l’orecchio verso quella porta. Difatti, ecco giungere il rumore della chiave che gira nella toppa. Lui si stiracchia, rimirando soddisfatto quel divano che deve apparirgli un mitico approdo. Sta già per sdraiarvisi quando nota il volume che Diana stava leggendo, o cercando di leggere, quando lui è arrivato. Sbadigliando, va a leggerne il titolo, sfoglia alcune pagine, si blocca. E’ terribilmente attratto da un busta da lettera che prende in mano ed osserva a lungo, arrivando a sbirciarvi dentro pur senza estrarre i fogli o qualunque altra cosa vi fosse contenuta. Si avverte nuovamente il rumore della chiave: la porta di Diana si apre ed egli fa appena in tempo a reinserire la busta nel libro che però gli resta in mano. Diana gli si avvicina e senza una parola afferra il libro.

EDDY eccessivamente candido, accenna al libro Bello?

DIANA fissandolo Lei, che ne dice?

EDDY Non so...

DIANA riavviandosi verso la stanza Di nuovo...

EDDY Non so... Perché io non so leggere!

DIANA ironica Ed era iscritto a psicologia!

EDDY Il russo: non so leggere il russo. Ma so riconoscerlo, quando lo sento. Le parolacce le conosco tutte! Ed ormai dovrebbe averle imparate anche Giorgio.

DIANA Lei è di un’invadenza...Sarà la stanchezza, non so: non riesco ad adirarmi.

EDDY Un’altra sua qualità.

DIANA Senta: ma perché non se ne va?

EDDY Perché ho capito che lei desidera aprirsi. Sieda, la prego.

DIANA Dio, ma cosa c’è nell’aria: gli uomini son tutti impazziti?

EDDY E’ dura quando nessuno ci ascolta, neanche dentro casa...

DIANA Aspetti... Cos’è lei? Un prete?.. si lascia cadere sulla poltrona E va bene! Amo anch’io sognare, qualche volta. Ed in quella busta c’è proprio un sogno. Il mio sogno segreto.

EDDY Lei... sogna sempre... in russo?

DIANA Stavo quasi per farcela, sa?

EDDY Un viaggio?

DIANA Qualcosa di più...E se magari avessi anch’io voluto fuggire, proprio come ha
fatto Giorgio?

EDDY Lei? Con suo figlio qui?... Non ci credo!

DIANA Già: mi ha battuta sul tempo. Forse non sarei partita ugualmente. Ora dovrò restare per forza.

EDDY Ma... proprio in Russia?

DIANA Sì. A San Pietroburgo.

EDDY Dev’essere una gran bella città.

DIANA Non sarei andata per turismo, lo sa?... Giorgio non si chiede mai cosa faccia io, tutto il giorno: deve credermi così stupida! Mi vede a spasso con le amiche, o portare Andrea a nuoto o pianoforte, o chissà dov’ altro. Ma io, da tre anni, tre volte la settimana: vado a scuola di russo!

EDDY Complimenti! Troverà un sacco di lavoro, qui da noi...Insomma: se le cose gireranno in un certo modo.

DIANA Sì, è una lingua molto richiesta, oggi.

EDDY E’... solo un lavoro che cerca? Sù...

DIANA C’è una persona che mi scrive, ogni mese. Prima telefonava: era molto più imbarazzante. Poi è partito. Le chiamate internazionali dovevano esser diventate troppo costose... Non ci pensavo proprio più, per niente. Ma da quattro anni ha preso a scrivermi... All’inizio neanche rispondevo. Mi preoccupavo solo di nascondere queste buste. Lui, è l’ uomo con cui stavo prima di sposare Giorgio. Era tutto finito, nella maniera più assoluta, da parte mia. Poi, la sua costanza... Moltiplicata dall’ indifferenza di Giorgio... Presi a mandargli qualche cartolina, niente di più. Per lui significò molto. Chissà perché, quando si è lontani, tutto sembra così romantico, folle.

EDDY Il cielo da lontano è il cielo. Da vicino è nulla...Questa l’ho usata già con Giorgio, stasera.

DIANA “Raggiungimi!”, mi scrive...”Vieni, vieni!”. Ho cominciato a studiare russo come un gioco, una valvola... Ma stavolta lui è stato più concreto: mi ha mandato il biglietto aereo... E’ qui dentro. afferra la busta dal libro Qui dentro, c’è un’altra vita.

EDDY Incredibile...Si vive assieme, e non si sa nulla...

DIANA Eppure è così.

EDDY Dev’essere un inferno.

DIANA No, finché non te ne accorgi. Giorgio probabilmente sarebbe andato avanti per anni, se non la avesse incontrata.

EDDY sorride, amaro Le parole che abbiamo usato lui ed io, prima.

DIANA Bene: almeno in qualcosa siamo ancora vicini. E per tanti versi gli voglio un gran bene. Poi, non riuscirei mai a lasciare Andrea. Non per sempre, questo è sicuro.

EDDY Ne sono certo: lei non li abbandonerebbe mai.

DIANA Eppure, se va a guardare il mio passaporto, ci troverà un visto per la Russia. Di dieci giorni: Mosca e San Pietroburgo... Non mi crede? Aspetti, glielo voglio mostrare.

EDDY No, la sua è una storia troppo bella, che sia reale o no. Voglio restare nel dubbio. Una sensazione che adoro.

DIANA Come vuole. Ma su una cosa non abbia dubbi. sollevandosi dal divano Domattina, si alzi molto presto. Quando andrò a svegliare Andrea, lei non dovrà esserci.

EDDY assentendo col capo E grazie.

Diana entra nella stanza ed Eddy ripete il gioco di attendere il rumore della chiave che non si fa attendere. Allora afferra il plaid guardando quasi con voluttà il divano. Ma i suoi occhi cadono su un determinato punto della libreria, il reparto delle videocassette. Ne mette una e prende a guardarla, sistemandosi un paio di cuffie alle orecchie.

BUIO.


SECONDO ATTO. SCENA SECONDA.

L’ampio spazio dove è ospite Giorgio. Il ‘disordine creativo’ che sembrava regnarvi si è trasformato più che altro in ‘disordine’. Ancora più piattini e bottiglie in giro. In evidenza una macchina da scrivere col foglio inserito ed altra carta intorno.
Suona il campanello e Giorgio esce dalla stanza interna vestito con una pesante tunica che gli arriva quasi ai piedi. Ha la barba di una settimana. Giunge alla porta di casa.

GIORGIO Chi è?

VOCE EDDY Ciao Eddy, sono io, Eddy.

GIORGIO Apre Eddy!

Eddy entra : sbarbato, disteso, con una bella giacca sportiva.

EDDY Ciao, Eddy.

GIORGIO Che ci fai qui, Eddy?

EDDY La settimana, Eddy. Scade oggi.

GIORGIO Oggi? Dio, già passata una settimana?

EDDY Allora, non ci sei riuscito a stirarlo, allungarlo... Eddy?

GIORGIO Che cosa?

EDDY Il tempo!

GIORGIO No, sì, un po’. Ho eliminato i tempi morti: vestirsi, farsi la barba, spostarsi.
Eddy si guarda in giro.

EDDY Fatto baldoria eh?

GIORGIO Macché! Devo solo mettere un po’ a posto.

EDDY Guarda come l’hai ridotto!

GIORGIO Ma su, Eddy. Hai solo dato un toga party, l’altra sera.

EDDY Ho, dato?

GIORGIO Sì: hai, tu! Hai invitato tutti quelli di cui avevi il numero. Sulla tua agendina.

EDDY Quando?

GIORGIO L’altro ieri. Ero truccato, ci son caduti quasi tutti. Il problema è la voce. Ma alcuni mi hanno preso per te. Perfino Maddalena. All’inizio.

Pausa.

EDDY E bravo il nostro Eddy.

GIORGIO Smettila di chiamarmi Eddy. Con te, non serve.

EDDY Perché, proprio con me non serve? Breve pausa. Perché mi chiamo come te: Eddy, Eddy?

GIORGIO Quanto sei spiritoso.

EDDY Il romanzo come va, lo hai terminato?

GIORGIO Proprio di questo volevo parlarti.

EDDY Avanti.

GIORGIO I primi giorni ho preso dei contatti.

EDDY Contatti?

GIORGIO Contatti! Dovevo introdurmi un po’, conoscere, sentire.

EDDY Non dovevi prendere contatto con te stesso, il tuo profondo, quello che hai
dentro? Se veramente ce l’hai.

GIORGIO Ce l’ho, Eddy, ce l’ho. Ma l’ambiente stimola, lo sai, ti condiziona.

EDDY Sì, lo so, lo ripetono tutti da anni. Da Tocqueville a Levi-Strauss. Caro il nostro Eddy!

GIORGIO Con la tua cultura: sempre a sbatterla in faccia. Ma se qui c’è un laureato, sono io!

EDDY Questo è un problema dell’università, non mio!

GIORGIO La tua aria da presa in giro! Eddy: io ho scritto, ho scritto! Più che un
romanzo, sta venendo fuori una sceneggiatura.

EDDY Bene, Eddy. Una sceneggiatura è già un buon risultato.

GIORGIO Non è proprio una sceneggiatura... Più che altro è un soggetto.

EDDY Benone, Eddy, no?

GIORGIO Sì, e poi la storia è interessante. Un uomo, sai, integratissimo, borghese fino al midollo, rincontra per caso un vecchio amico che aveva perso di vista da anni...

EDDY Ma no!

GIORGIO Quest’amico all’inizio gli fa quasi pena, sai, è uno sfaccendato, un attore mezzo fallito, senza casa...

EDDY ironico Grazie!

GIORGIO Poi, improvvisamente: colpo di scena! L’attore in realtà se la cava benissimo, vive in belle case, non sue, non ci deve pagare tasse, condominio, niente seccature. Sai che succede?

EDDY A chi, Eddy?

GIORGIO Al borghese, quello integratissimo.

EDDY Non so, Eddy. E’ un altro colpo di scena, Eddy?

GIORGIO Proprio così! Chiede all’amico di scambiare l’identità.

EDDY Per una settimana?

GIORGIO No: per sempre.

EDDY No, Eddy, per favoooore! Il pubblico non crederebbe mai che esista un persona così assurdamente imbecille.

GIORGIO Dici?

EDDY Ma sì, Eddy, su!

GIORGIO Forse sì, è un po’ esagerato.

EDDY Giusto un po’.

GIORGIO Facciamo così: questo ex borghese chiede all’ex amico di concedergli dieci giorni.

EDDY Fai bastare una settimana, Eddy: è più realistico.

GIORGIO Dieci giorni, Eddy: gli servono dieci giorni!

EDDY Sei proprio sicuro, Eddy?

GIORGIO Sicurissimo.

EDDY E va bene.

GIORGIO Va bene?

EDDY Benone. lo fissa Anzi, mi fa quasi piacere. Sei testardo, incredibilmente testardo. Di quelle persone...Che fino a quando non vanno a sbattere il muso...

GIORGIO Sto scoprendo di avere carattere, sì!

EDDY A questo punto, potrò dedicarmi anch’io ad una cosa che comincia a starmi molto, molto a cuore.

GIORGIO Vedi, sembra fatto apposta. Ah, Eddy, dimenticavo: ha telefonato un tizio per offrirti una parte. Dice che ha avuto il numero da un certo...un produttore...

EDDY E tu?

GIORGIO Ormai avevo risposto che ero io Eddy... Non sapevo che dire, ho preso tempo.

EDDY Che assurdità, lo vedi? Su, Giorgio: basta!

GIORGIO No, no, Eddy: hai promesso. E una promessa, è una promessa. Ho il suo numero, puoi richiamarlo quando vuoi.

EDDY Certo, sono esattamente quel tipo di attore che aspetterebbero mesi, senza rimpiazzarlo.

GIORGIO Beh, mi spiace...C’è un problema?

EDDY gli rifà il verso Che problema c’è?

GIORGIO Comunque non intendo tornare. Non come prima, almeno. Non è per Diana ed Andrea, al contrario...Eddy, io parto! Il timido Giorgio, quello che per tanto tempo si è accontentato di vivere a metà, studio a metà col suocero incluso: fa il salto di qualità.

EDDY Attento, Giorgio. I saltatori come te, quando sono ancora a mezz’aria, si spaventano.

GIORGIO Su quelle carte non ci torno!

EDDY Ricordi quell’estate in campagna? Quanti animali! E ci piaceva quel gallo così forte, prepotente. Sempre a strillare: chicchirichì, chicchirichì... Ma ogni volta che apriva le ali, che le agitava, così forte da sembrare che dovesse scomparire nel cielo...Tutt’al più, arrivava alla staccionata!

GIORGIO Che c’entra, adesso?

EDDY Secondo te: il gallo, vola?

GIORGIO Il gallo, cosa?

EDDY Il gallo, vola?... Sarebbe un buon titolo, eh?

GIORGIO Senti: io sto già volando. indica lo spazio attorno Sai cosa mi piace, Eddy? Svegliarmi con la musica. Prima del caffè, di tutto. Metto il disco che voglio io, senza nessuno che ci parli sopra, mi dica di abbassare, accenda qualche elettrodomestico. Mangio una mela, mi siedo lì, e ascolto. Mi vengono tante idee.

EDDY Finora me ne hai detta solo una, e non così originale.

GIORGIO Lo vedi? Ho bisogno di tempo. Lo sai, non è così facile, scrivere.

EDDY Già.

GIORGIO Diana capirà. Deve solo lasciarmi vedere l’altra faccia della vita. Finito il romanzo, tutto come prima: e se riuscirò a vedermi nelle librerie...Giorgio Canazzi!...Beh, il nome si può cambiare...

EDDY Togli quel ‘na’: è veramente di troppo.

GIORGIO Sul serio: se Diana capirà...

EDDY Lo farà: è una donna intelligente.

GIORGIO Eh, che ne sai... L’hai vista mezz’ora. Sapessi che tipo quando ci si mette!

Pausa.

GIORGIO E tu, hai trovato una sistemazione?

EDDY Sì.

GIORGIO Hai visto? C’è un problema? Che... s’interrompe stizzito Accidenti a me!

EDDY Già: sembrava una cosa transitoria, e ci sto già da una settimana. Ed ora ci
starò altri tre giorni. Mi rendi felice, Giorgio.

GIORGIO Allora è una donna, eh, Eddy?

EDDY lo guarda negli occhi alcuni istanti Bravo!

GIORGIO Com’è? Carina?

EDDY Dovresti solo vederla.

GIORGIO Bene, bene. Io sto sempre a preoccuparmi...

EDDY Hai un cuore d’oro.

GIORGIO Beh, sai, mi dicevo...

EDDY La fredda pensioncina? No, Giorgio: tutt’altro. Una casa con tutte le comodità: perfino la vasca con l’idromassaggio.

GIORGIO Bellissima. Ce l’ho anch’io, in casa... Fate il bagno assieme?

EDDY Ah, ma non ci sto insieme.

GIORGIO Certo, come con Maddalena. Non ti leghi mai: non ti lasci incastrare, tu!

EDDY No, è diverso. Con questa qui, non ci sto veramente. Ha un problema: è sposata.

GIORGIO Ti fai di questi scrupoli? Tu?

EDDY Non dovrei?

GIORGIO Ma se è all’ordine del giorno!

EDDY Ha anche un figlio.

GIORGIO Sempre tra i piedi? Ti capisco: se il figlio è tuo, il sacrificio lo fai, altrimenti...

EDDY scuote il capo in segno di dissenso E’ soprattutto un fatto di morale. Questo bambino mi piace: mi è proprio simpatico! Dunque, anche ammesso che lei abbia subito il mio...Capisci?

GIORGIO Fascino?

EDDY Sì, fascino! Credo che lo stesso non lo farei.

GIORGIO E’ bello quello che dici, ma... Sei veramente all’antica!

EDDY Non è una questione cronologica. Io gioco sempre con lui!

GIORGIO Fai giocare anche la madre! Il marito che tipo è?

EDDY Un coglione.

GIORGIO E allora?

EDDY Ah, non t’importa?

GIORGIO A me? Perché dovrebbe importarmi?

EDDY Non so...Per una questione di etica.

GIORGIO L’etica, Eddy? Sapessi quante volte l’ho dovuta calpestare io! Vengono a chiedermi come risparmiare, aggiustare, evadere. Fregandosene della legalità. Avevo tanti scrupoli, allora, e timori. E quello lì a dirmi che non ho grinta: “Dove ce l’hai, figliolo, il pelo sullo stomaco? Ecco, l’uomo cui ho dato mia... ”sngulto di riso nervoso “ E le palle, eh? Tirale fuori!”. Ma ora sono qui per tirare fuori grandi mani, grandi occhi...Un grande cuore...Un grande cervello! Invece, tu, vuoi prendere il mio posto, Eddy? Imbottirti anche tu di leggi, leggine, codici, commi, codicilli, sanzioni, regole, deroghe, condoni.

EDDY interrompendolo Ho capito: può bastare.

GIORGIO Lo vedi? Si è sciolta la lingua anche a me. Proprio come al vecchio Eddy!

EDDY Avevi proprio bisogno di me, per farlo?

GIORGIO Transfert! Devi riprendere i tuoi studi. Sei un grande psicanalista: addirittura, curi da lontano.

EDDY Come sei diventato spiritoso!

GIORGIO Forse no: ma tu hai perduto qualcosa. Dove sono, le tue belle citazioni, Eddy?

EDDY Per ora m’interessa sapere dove sono le mie cose. Specie se dobbiamo andare ancora avanti con questo gioco.

Eddy si dirige deciso verso la stanza da letto. Giorgio si mostra allarmato e gli si pone di fronte, quasi bloccandolo con la scusa di toccargli la giacca.

GIORGIO Bellissima questa giacca. Toh, mi sembra una che ho io. No, la mia è più scura. O più chiara, non ricordo. Eddy fa per avanzare Che bisogno hai della tua roba, quando hai già una cosa come questa indosso? E poi, dillo a me, cosa ti serve. La stanza da letto è sottosopra: il caos.

Eddy lo scansa con decisione, e spalanca la porta. Si rigira verso Giorgio, fissandolo. Questi si affretta a richiudere la porta.

GIORGIO Dorme. Ti giuro, Eddy. Siamo solo amici. Donna sensibilissima, una corda tesa. Io, ho dormito sul divano. Era venuta per chiedere di te, s’è messa perfino a piangere, non l’hai più chiamata.

EDDY Allora, perché non l’hai svegliata? Ora son qua.

GIORGIO Non sapevo fossi tu. Ho sentito il campanello... Poi ci siamo messi a parlare, e quando adesso stavi per entrare...

EDDY Adesso, cosa?

GIORGIO Ho temuto che tu potessi temere che noi temevamo... di farci vedere! Sai, potrebbe sembrare. Ma ti giuro, fatti dire da lei. Ora la sveglio.

EDDY No, meglio così. Se non l’ho chiamata, in effetti, è perché ho altro per la testa.

GIORGIO Ti giuro che non è come pensi.

EDDY Certo: non è mai come pensiamo, Eddy. Come sembra, come appare. Mai.

Eddy esce sbattendo forte la porta. Giorgio resta pensieroso, poi sbotta in una strana risata di scherno, quasi di appagante rivincita. La porta della stanza si apre ed appare Maddalena, assonnata.

MADDALENA sbadiglia Chi era?

GIORGIO Eddy.

MADDALENA Eddy? Perché non mi hai chiamata?

GIORGIO All’inizio non ci ho pensato. Poi, ho temuto che lui avrebbe potuto temere che noi avessimo temuto...

MADDALENA Dio, che garbuglio! Accidenti, gli spiegherò.

GIORGIO E poi, c’è sempre Donatella.

MADDALENA Eh?...

GIORGIO Ah, no, una vecchia storia, vecchissima...

Alle loro spalle appare Alex.

ALEX Ero in bagno. Chi è venuto?

GIORGIO E’ passato Eddy.

ALEX Eddy, il vero Eddy?

GIORGIO sedendo ad un tavolo di fronte alla macchina da scrivere Su, Alex, riprendiamo il lavoro.
BUIO.



























TERZO ATTO. PRIMA SCENA.

Casa di Giorgio e Diana. Appare alquanto modificata. Novità nella disposizione dei mobili: un po’ meno di precisione che fa però guadagnare in calore. Alle pareti alcuni quadri di dubbia qualità sono stati sostituiti da stampe di Mirò, Chagall, Klee, contribuendo col loro colore a dare un diverso tono alla casa. Si nota qualche libro aperto sul tavolino e sul divano, ricoperto da nuovi teli coloratissimi. Particolarmente colpiscono alcune composizioni di fiori secchi ma, soprattutto, diversi mazzi di fiori freschi sistemati nei vasi. Nell’aria risuonano i violini di una composizione di Smetana.

La scena è vuota finché Diana non rientra dalla porta d’ingresso, con alcune buste e pacchetti in mano. Si guarda attorno, con aria compiaciuta. Quindi si affaccia alla porta della stanza del figlio, ritraendosi sorpresa.

DIANA chiama Andrea? Andrea?

Entra, dalla cucina, Eddy. Indossa la dinner-jacket con sopra un divertente grembiule. Sorride accattivante.

EDDY Perdono perdono perdono: è colpa mia. Ha tanto insistito per essere portato dai nonni che...

DIANA Cosa?

EDDY Sì! Ed io ce l’ho accompagnato. Sa come sono i bambini. Si è messo in testa che stanotte vuol dormire lì.

DIANA Lo sa che questo si chiama ‘gioco sleale’? Io le compero un regalo gli allunga un pacchetto per ringraziarla della sua correttezza, gentilezza...E proprio stasera lei escogita uno di questi trucchi...

EDDY come per sottrarsi al discorso I suoi sono persone deliziose. Quando hanno sentito che sono un compagno di Giorgio...

DIANA Lasci stare, i miei li conosco. E comincio a conoscere anche lei. Eddy ha finito di aprire il pacchetto: ci sono diversi libri. Indicandoli Sono cinque donne: le mie autrici! Spero le piaceranno. Voi uomini dovreste leggerci di più.

EDDY Grazie, davvero un pensiero... Non so cosa dire...

DIANA Per forza: ora che ha smesso di usare tutte quelle citazioni... Perché è vestito così?

EDDY Per lei. Per la sua ospitalità. Per dieci incantevoli giorni.

DIANA Dove vorrebbe portarmi?

EDDY Vorrei restassimo qui.

DIANA osservando la tavola apparecchiata con cura, con un candeliere pronto per essere acceso L’avevo intuito. dopo l’ironia, una dolce tristezza Perché non è andato via, quella mattina?...

EDDY L’ha visto anche lei: è stato Andrea a chiedermelo. Insisteva, non potevo
deluderlo... Ma ora devo tornare in cucina.

DIANA Cosa sta combinando?

EDDY Sentirà che cuoco!

DIANA E sia! Tutte queste sere, al ristorante...Non ce n’era bisogno.

EDDY Era magnifico: con lei, Andrea...

DIANA E a teatro: non c’era mai stato. Lei lo ha comprato, con tutti quei regali. Avrà speso una fortuna.

EDDY imbarazzato Ecco, vede, è qualche giorno che volevo dirglielo. Suo marito ha la mia carta di credito, e mi ha lasciato la sua, così...

DIANA Anche ladro!!!

EDDY Perché? Lui ha voluto lo scambio! Lui non sta usando la mia roba? Come posso pagare se lui ha la mia carta di credito!

DIANA Ha ragione, mi scusi.

EDDY Oh, niente, lasci stare.

DIANA Però, anche questo smoking... Non sarà stato caro.

EDDY Beh... grattandosi la nuca imbarazzato Ho tutta la roba... nell’altra casa e... Ma restituirò tutto. Ah, il forno! corre in cucina.

Diana sorride scuotendo il capo. Va alla tavola e si versa del vino bianco dalla bottiglia che è già nel secchiello. Si guarda attorno, annusa il profumo di un magnifico mazzo di rose: vi trova un biglietto, lo legge, sorride. Rientra Eddy. Diana nasconde il suo sorriso.

DIANA seria, sventolando il biglietto Non va. Così, non va! Ricordi che non le ho offerto altro che uno scomodo divano. Nient’altro.

EDDY Non dimenticherò... Nè il divano, né il resto.

DIANA Non c’è nessun resto. La prego, anch’io son stata bene questi giorni. Tanto più, non rovini tutto proprio stasera.

Breve pausa.

EDDY Dice che tornerà?

DIANA Non era sempre lei ad esserne tanto convinto?

EDDY Ora sono più scettico. Temo per il suo stato mentale. Dopo l’ultima telefonata...

DIANA E’ stato scorretto, da parte sua, fargli quella telefonata davanti a me.

EDDY Anche lui è stato scorretto con me. E con lei.

DIANA Che fa: il mio paladino? E poi si sa: al telefono due uomini, due amici, parlano in un certo modo, scherzano, esagerano.

EDDY E’ senz’altro così. Certo che Giorgio... Meriterebbe una lezione!

DIANA Lezione?

EDDY Sì, lezione...

DIANA Lei, sarebbe il giustiziere?

EDDY No.

DIANA Lo spero bene.

EDDY Deve essere lei.

Silenzio.

DIANA Non si preoccupi. So come comportarmi.

EDDY Su questo non ho dubbi: lei è una donna straordinaria. estrae dalla tasca un pacchetto Oggi è proprio un gran giorno. Mi hanno pagato un vecchio lavoro, ed ho preso anch’io qualcosa per lei. offrendoglielo Con i miei risparmi.

DIANA Ma non...

Diana siede sul divano ed apre il pacchetto: sono orecchini. Diana guarda Eddy.

DIANA Perché?... No, non posso accettare.

EDDY La prego. Col cuore.

DIANA Eddy: non roviniamo tutto!

Si guardano tesi, con emozione.

EDDY Non ho mai passato una settimana così. Serena... Non ho mai avuto una casa come questa. Andrea che torna da scuola, e lei, Diana, che... Mentre io stavo così a lungo allo scrittoio, non mi capita mai: senza gente a telefonarmi, invitarmi, coinvolgermi in mille progetti irrealizzabili... Quanto tempo si perde! Ed invece qui son riuscito a terminare una cosa che mi portavo dentro da anni!... Ed ho dormito, la notte, dormito tanto!

DIANA Non è incredibile? E un altro, per scrivere, scappa di casa!

Diana indossa gli orecchini.

EDDY Lei è bella, Diana: mi toglie il respiro!

DIANA Che attore!

Eddy le si fa incontro, afferrandole le mani.

DIANA Cosa fa? La pianti!

EDDY Mi perdoni.

DIANA accomodante Cos’è che ha preparato? Ho fame. E desidero essere servita!

Eddy le sorride e va in cucina. Diana lancia via le scarpe. Si versa ancora del vino. Raggiunge l’impianto stereo e cambia disco. Si sentono le note jazz di un frizzante Count Basie, e lei prende a muoversi, a ritmo. Entra Eddy recando dei piatti. Vedendola ballare, la raggiunge per danzare. Ma Diana si dirige al tavolo prendendolo controtempo. Beve del vino e ne offre ad Eddy.

DIANA sollevando il calice A cosa?

EDDY fissandola intensamente, dolce Ad un desiderio.

DIANA Allora, forse, non dovrei bere.

Diana beve, vuotando il bicchiere. Eddy fa altrettanto, poi scosta la sedia per farla accomodare. Ma lei esita.

EDDY Quanto sei bella, Diana! le si getta di fronte, afferrandole le mani.

DIANA La smetta, Eddy, che fa? lui prende a baciarle le mani, rapito Dai, smettila... lo prende per il mento, gli alza il viso, lo bacia teneramente sulla labbra. Ma quando lui prova ad abbracciarla, lei si stacca decisa, sedendosi Cos’ hai fatto di buono? Su, ho un appetito a sentire quest’odore...

Eddy va in cucina mentre Diana lancia via le scarpe dai propri piedi, ed accende le candele. Siede alla tavola, soddisfatta. Eddy rientra con un vassoio e prende a servirla. Le versa del vino, poi siede. Iniziano a mangiare.

DIANA Non credi, Eddy, che dovrebbe essere così anche tra marito e moglie?... Fare di queste sorprese, scambiarsi i ruoli, corteggiarsi anche dopo dieci anni...

EDDY Dovrebbe essere così! Con lei... con te, poi: sarebbe tanto facile! Purtroppo quello che manca è la fantasia. Ne basterebbe un po’: inventare qualcosa! Non la scoperta del secolo, senza creare il capolavoro... Ma comunque creare, giorno per giorno.

DIANA Ne saresti capace?

EDDY Forse no...

DIANA E’ così difficile?

EDDY Non ci siamo abituati, e non so perché. La nostra esistenza sembra organizzata per allontanarci dalla piccola creatività, dalla fantasia. C’insegnano fin da piccoli che è roba per bambini: tutt’al più per innamorati! Ma si può essere ragazzi, ed innamorati, anche da adulti, o magari vecchi?

DIANA Penso di sì, ma cosa ne so? Non sono ancora vecchia, io.

EDDY Ah, questo no, no, no no no davvero! Hai una pelle fantastica. le accarezza un braccio, poi si stringono le mani attraverso la tavola.

DIANA Se non mi lasci le mani, non potrò assaggiare nulla.

EDDY Perché? Fai come me! abbassa la testa sul piatto ed addenta un po’ di riso.

DIANA Eddy... Era tutto così romantico...

EDDY Lo sarà di più: romantico-erotico-animalesco, è nel mio stile. Ti assicuro che è molto eccitante: lasciati trascinare!

DIANA Ma sì, nel mondo bestiale di Eddy!

Diana, ridendo, prova a mangiare senza mani. Risolleva subito il viso perché Eddy si è sporto attraverso il tavolo: si baciano con passione. Lui le lascia le mani per toccarla, lei lo ferma con dolcezza e riprende ad usare le posate.

DIANA Scusa, ma preferisco queste.

EDDY Anch’io, era solo un gioco, così...

DIANA ... Sono ancora indecisa se giocare con te... E non farmi bere ancora, anzi, sì!
beve d’un fiato Tra le braccia di Dioniso!

EDDY Perché non tra quelle di Eddy?

DIANA Ti senti proprio irresistibile?

EDDY Te l’ho detto: giochiamo!

DIANA Non amo il gioco: perdo sempre.

EDDY Basta non giocare per vincere.

DIANA Non si dovrebbe nemmeno partecipare, quando si è sposati.

EDDY Ma la vita è un gioco: attimi, minuti, ore regalate a questa folle combinazione di atomi che... Non posso prometterti nulla che non sia un gioco, ma giuro giuro giuro che stasera ti amo, sul serio, ti voglio bene, benissimo, anzi...Ti voglio, da impazzire!

DIANA Anch’io... accarezzandolo Non l’ho mai tradito... Qualche volta, con la mente... O in qualche lettera... Lo amo ancora, forse... Tu, mi ami?

EDDY Oggi sì, stasera, ma domani? Non lo so, non conosco neanche il mio ‘domani’... Potremmo provare, ma ci vorrebbe tanto coraggio...

DIANA Allora godiamoci l’oggi, questo oggi, questa serata.

Diana da sotto il tavolo gli accarezza la gamba col piede. Lui lo prende in mano, glielo bacia, poi scivola sotto il tavolo e le si getta in grembo. Lei mette una mano tra i suoi capelli.

DIANA Andiamo...

Lo prende per mano guidandolo nella camera da letto. Si ferma un attimo sulla soglia, fissandolo.

DIANA E così le grandi decisioni sono due...Partirò! Andrea è già via, e non può essere solo coincidenza: il biglietto per San Pietroburgo è proprio domani...Dieci giorni: i miei dieci giorni!... Ho deciso finalmente di raggiungerlo... E già sto per tradirlo.

BUIO.



















TERZO ATTO. SECONDA SCENA.

La stessa scena, ma in una penombra che rasenta il buio. Giunge un po’ di luce dalla camera da letto, e dalla libreria lo stereo irradia piccoli bagliori rossi, diffondendo la voce di Alfredo Kraus che interpreta ‘lieder’ wagneriani. Diana siede a tavola, completamente nuda, con i gomiti appoggiati sulla tovaglia. Si tocca il capo, si liscia i capelli, beve qualcosa: agitata. Suona il campanello di casa. E’ come se lei non lo avvertisse. Nuovamente. Inspira forte, va allo stereo, spegne. Si appoggia per un attimo alla libreria, poi con passo deciso va ad aprire la porta. Giorgio appare, stagliandosi contro la luce del pianerottolo: barba lunga, jeans, maglione strapazzato sotto un liso impermeabile nero. Al collo un fazzoletto annodato ed una collanina, e tra le labbra un sigaro spento che gli cade quando osserva Diana davanti a sé. Restano immobili per lunghi istanti. Giorgio infine si muove ma appena le è accanto lei si gira decisa afferrando un copridivano che si avvolge attorno al corpo.

GIORGIO Perché? Eri così bella... pausa Capisco, ce l’hai con me. Posso darti torto? no... Perché non sai...di nuova la avvicina ma lei si scosta, andando nuovamente a sedere alla tavola Certo, certo...Diana, perché non mi hai mai accolto così?! le va dietro e prende a massaggiarle il collo Questo, almeno, posso farlo? Ti piaceva così tanto, una volta... sorride nervosamente Tanto tempo fa... E’ come se, da quando viviamo assieme, il tempo da condividere fosse...diminuito. Dimezzato! Annullato! Guarda qui: hai apparecchiato per due... Col vino! In fresco... Perciò non è per te ed Andrea... Mi aspettavi! Ed è tardi, lo so: avevo ancora qualcosa da sbrigare... Ma ora il concetto stesso del tempo cambierà, per noi: basta, orari! Sei d’accordo? attende una risposta che non arriva Niente più orari definiti, e sarà solo l’inizio. Uno scrittore non può avere orari: deve lavorare, sempre. Lavora, sempre! Anche la notte. Di più: anche se dorme! perché i sogni possono aprirgli un mondo... Un tormento continuo... Una grande gioia.

Diana ha uno scatto: si solleva con rabbia e va ad accendere la luce, piena, quasi un fastidioso bagliore. Ogni possibile incantesimo è rotto.

DIANA “Io, io, io...” . Parli solo di te!

GIORGIO muta espressione Colpa tua: nemmeno rispondi!

DIANA Tu non fai domande: solo richieste di assenso.

GIORGIO Torno a casa. Dopo un’esperienza... fondamentale... Non parli... Non ascolti... un urlo, trattenuto E’ così, con te: da sempre! Uno sforzo, un contatto, un pugno!...Niente!Va alla tavola, afferra la bottiglia del vino, beve.

DIANA sprezzante Attento, Hemingway: col tuo fegato!

GIORGIO mette giù la bottiglia Moglie... Fino all’ultimo! Non fare questo, non fare quello... Ma come può la vita di due persone ridursi a questo? Come può accadere...

DIANA Non lo so: scrivici su una commedia.

GIORGIO Proprio quello che ho provato a fare... Ho rinunciato, era troppo crudele.

DIANA E allora? Vuoi scrivere favole per bambini?

GIORGIO Vorrei scrivere di persone che si amano: vicine, realizzate. Che non passano la vita a distruggersi!... Ma non son tornato per far polemiche. Anzi, mettiamola così: non sono tornato affatto. Sì, Diana: parto. Il tuo timido Giorgio fa il salto di qualità, prende il volo.

DIANA Mi stai dicendo...Vuoi divorziare?

GIORGIO Che parola orribile! Voglio solo divorziare da tuo padre, da quello studio, dai nostri amici, dai nostri sabati al ristorante. Dal nostro sesso programmato... Ti va?.. Capisco, hai bisogno di riflettere.

Giorgio con cautela apre la porta della stanza di Andrea.

GIORGIO piano, a Diana Andrea, come sta?

DIANA Bene. Grazie per il pensiero.

GIORGIO sta per entrare nella stanza ma rinuncia, richiudendo la porta Oh, ma cos’è questo tono? Non vi ho abbandonati, né te né Andrea! Santiddio, ho preso dieci giorni di pausa... Ce l’hai con me, perché sto bene! Fossi stato malato... Tutti mi capireste, invece: sto bene, bene, bene! Benone! Vi dà fastidio? Ed io voglio lo stesso un mese, solo un mese, tutto per me!

DIANA Un mese?

GIORGIO Un mese! Non hai idea di quanta roba mi frulli in testa. Fantasia! Altro che Eddy... Ricordi il mio amico?

Come sentendosi chiamare in causa, Eddy si affaccia in salone, lo smoking non perfettamente a posto, scalzo. Appoggiato alla parete, ascolta Giorgio.

GIORGIO Vedo che non c’è dialogo. Certo, chissà cos’avrò fatto! Cosa ti passerà per il cervello! Ma non ho fatto altro che starmene un po’ da Eddy, e scrivere, scrivere, scrivere finalmente! Domani parto per la Tunisia: vedi questo biglietto? C’è lì un produttore interessatissimo al mio progetto.

EDDY Neanche ti filerà, Eddy: conosco la storia.

Giorgio si gira, basito. Poi, guarda Diana.

GIORGIO Eddy!...Che ci fai, qui?... Perché... Così... Tu! La mia camera da letto. Diana!

EDDY Calma, Eddy :quello non è il tuo letto, Eddy. Quello è il mio letto. E quella signora lì, Diana, è mia moglie.

GIORGIO Che dici? Cos’è questa buffonata?

EDDY Buffonata? Non la trovi geniale, questa tua idea? O davvero credevi che avrei girovagato... Quando avevo l’opportunità di essere Giorgio, vedere anch’io l’altra faccia... Hai tirato troppo la corda, e col tuo mese rischi di spezzarla!

GIORGIO Tu, tu, tuuuuu! Tu hai il coraggio di farmi la predica! Ancora caldo del mio letto, vero? abbassa la voce Con mio figlio che potrebbe alzarsi da un momento all’altro!

DIANA Stai tranquillo. ironica E’ al sicuro, dai nonni.

GIORGIO Ah, Dio, ora capisco: la donna sposata, il bambino... Come mi hai fatto fesso, Eddy! Vigliacco!...Vigliacchi!...Vigliacca, tu!!!

DIANA E tu, cosa sei stato?

GIORGIO Ma cosa c’entra?

DIANA Certo, tu sei l’ uomo, puoi farlo!

GIORGIO Ti avevo creduto diversa.

DIANA Ho sbagliato io ad illuderti: dovevo prenderti a calci, quando inventavi cene di lavoro per stare con quella troia della tua segretaria.

GIORGIO ad Eddy Sei una merda!

DIANA Non me l’ha detto lui: l’ho sempre saputo. Voi uomini neanche immaginate quanto sia facile annusare i vostri sguardi, afferrare quei toni artefatti... e come sei ingenuo nel trovare scuse quando devi uscire!

EDDY Più fantasia, Eddy: te l’ avevo detto.

Giorgio si lancia con furia contro Eddy, respingendolo nella stanza da letto. Scompaiono ai nostri occhi. Si sente rumore di lotta. Diana va ad osservare il biglietto aereo lasciato cadere da Giorgio.

DIANA forte, verso la stanza, come se Giorgio non fosse troppo impegnato per ascoltarla Due, sono due biglietti: grandissimo maiale! li osserva. Tra sé Ah, Alessandro... di nuovo forte Non andavi con un‘ altra donna: scusa, scusa per il maiale!

Diana raggiunge la tavola e tracanna direttamente dalla bottiglia grandi sorsate di vino. Riesce Giorgio sfiancato, lacero.

GIORGIO E’ finita. Finito... tutto finito!

DIANA dopo un singhiozzo, reazione al vino L’hai ucciso?

GIORGIO Ti ho sempre amata. Ti pensavo. Le riconoscevi, le mie telefonate? Riattaccavo, ma già sentire la tua voce...

DIANA Uno strano modo di dimostrare amore...

GIORGIO Ti amo. E’ stato come da ragazzi, sì, una cotta improvvisa, così... Poi ti accorgi che te ne frega così poco... Oppure che t’importerebbe così tanto, che vorresti essere Dio, scrivere la cosa più grande che mai... Poi riguardi quelle quattro paginette, la tua misera idea...

Riappare sulla soglia Eddy. Gli altri non lo vedono. Ascolta in silenzio.

DIANA Eddy in questi giorni ha iniziato e finito un lavoro... e lo stesso potresti far tu...

GIORGIO Che vuoi dire?

DIANA Questa è ancora casa tua.

GIORGIO Dopo quello che hai fatto?

DIANA No: dopo quello che hai fatto tu!

GIORGIO Ho capito. Ma sì, torna da lui.. lui è bello, simpatico, e dici anche che ha scritto un lavoro: che bravo!

DIANA Ma io sono pronta a scegliere, e scelgo te.

GIORGIO Oh, dovrebbe lusingarmi?

DIANA No: dovresti considerarlo un miracolo!

GIORGIO Ormai è tardi. Come potrei sopportare che quel verme...

DIANA Così come io ho sopportato le tue... libellule. Pronta a dimenticare. Ma so che per te sarebbe un continuo rinfacciarmi, anche velatamente... mentre io vorrei un rapporto diverso.

Giorgio appare ancora più esausto.

GIORGIO come a se stesso La mia casa, le mie cose... e Diana, così donna... la fissa So che non sei più mia. Ancora una volta vorrei prendere il suo posto, essere io il tuo amante.

DIANA Parole: torneresti ad essere il marito annoiato di prima.

GIORGIO No, se fossi anche tu a cambiare... se non chiamassi tuo padre due volte al giorno... e tua madre... e lasciassi un po’ di polvere depositarsi sui mobili, sul pavimento... se Andrea spaccasse a martellate il televisore! E poi ho visto altre cose: così simili, così diverse... voglio viverle, con te! Il mio è stato il volo di un gallo. Ha le ali, crede di poter volare... si alza qualche metro, poi ricade: non ce la fa. Non può farcela!

DIANA Sbagli: bisogna sempre provarci. E se pensi che restar qui significhi accettare una sconfitta, ritiro la mia offerta: puoi andartene dove vuoi, ma lontano da qui.

GIORGIO Nessuna sconfitta, Diana. La sconfitta era l’altra: rendermi conto che non ce l’avrei mai fatta. Almeno, così posso illudermi.

DIANA Allora non sei neanche un gallo, ma uno struzzo. Corri, provi a muovere le ali, poi ti nascondi mettendo il capo nella sabbia.

Diana ha un moto di depressione. Immerge il viso tra le proprie mani.

GIORGIO Ecco: il volo dello struzzo, davvero un gran bel titolo!

DIANA Il tuo racconto, come va?

Pausa.

GIORGIO Mi manca il finale.

A questo punto Eddy si mostra. Sfila dalle mani di Giorgio il biglietto aereo. Poi si accosta a Diana, e compie l’analogo gesto. Si pone a eguale distanza tra i due. Strappa i due biglietti in striscioline sottili. Va verso l’ immaginaria finestra a proscenio, getta via i pezzetti di carta, nel vuoto.

EDDY Eccolo, il finale.

Pausa. Diana si alza e gli dà uno schiaffo.

EDDY Perché?

Diana non risponde. Eddy si tocca la guancia, pensieroso. Poi rientra nella stanza da letto, riuscendone con le scarpe in mano, e si avvia verso l’uscita bofonchiando un saluto mentre, come per magia, si accende il televisore nella stanza di Andrea. Diana e Giorgio restano immobili, distanti, a fissare la platea.

SIPARIO