Importanza di ognuno

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LA CITTA’ ABBANDONATA

IMPORTANZA DI OGNUNO

Italo Calvino

Un numero indefinito di spalatori, diciamo nove, uno si chiama Antonio, un  altro si chiama Gino, gli altri non si sa.

1943

In scena alcuni spalatori che, con le loro pale, spalano della terra. Antonio e il suo interlocutore sono in primo piano, gli altri, sparsi sul palco.

ANTONIO: (spalando) Alle volte ci si sente importanti.

DUE: (senza smettere di spalare) Alle volte.

ANTONIO: Per esempio: il mondo gira. E tu credi che in questo posto qui dove sto io ci torni a capitare un altro a spalare la terra?

DUE: Spesso ci spalano, in questi posti…

ANTONIO: Tu non capisci cosa voglio dire. Un altro, proprio in questo posto qui, coi piedi uno qui e uno qui dove li ho io, che spali proprio così come sto spalando io adesso.

DUE: Tutti spalano uguale!

ANTONIO: Io dico che come sto spalando io qui, non ci ha mai spalato nessuno e non ci spalerà mai.

DUE: Ti faccio vedere. Adesso ci vado io e ci spalo (e fa per muoversi).

ANTONIO: No! Non vale! Tu spali differente!

DUE: Vuol dire che tu non sai spalare!

ANTONIO: Tu non capisci… È il mondo che fa sempre differente. In quel dato momento, in quel dato posto, ci mette un uomo che spala. Poi non ce lo mette più.

DUE: Ma noi dobbiamo tornare a spalare anche domani.

ANTONIO: Capisci che la storia del mondo diventa differente se io spalo o non spalo (e smette di spalare).

DUE: Cosa fai adesso?

ANTONIO: Vedi? In questo momento, in questo posto ci poteva essere uno che spalava, invece non c’è. E il bello è questo: che un momento non torna più e se c’eri che spalavi, bene; se no niente, la palata che potevi dare in quel momento non la dai più e la storia del mondo una così non l’avrà mai.

DUE: Vediamo. (smette di spalare anche lui) Cambia?

ANTONIO: Che cosa cambia?

DUE: Dico la storia del mondo, se cambia!

ANTONIO: Tu non capisci… Cambia anche se spali, cambia di quel tanto che tu fai o non fai, e se fai una cosa non ne fai un’altra e la storia del mondo la perde, quell’altra.

DUE: Certo, uno si sente importante, a pensarci.

Alcuni altri spalatori si sono accorti che i due hanno smesso di spalare..

TRE: Ehi! Voi! Perché non spalate più?

DUE: (confuso) C’è Antonio che dice tante cose e che si spala sempre differente .

QUATTRO: Si spala differente?

ANTONIO: Io voglio dire che una palata la do in un modo, e un’altra, per esempio, in un altro modo. E così tutte le palate di uno sono differenti tra di loro e differenti da quelle degli altri.

GINO: (preoccupato) Anche le mie?

Brusio. Gli altri cominciano ad avvicinarsi, incuriositi.

SEI: Che succede?

SETTE: C’è uno che dice che si spala sempre differente!

GINO: (piagnucolando) Io faccio tutto il possibile per spalare uguale (spala forsennatamente). Di più non posso!

ANTONIO: Cosa piangi, scemo? Io di spalare differente sono contento.

Tutti sembrano preoccupati e, prima di dare una palata, ci pensano. Alcuni smettono di spalare e, un po’ alla volta, se ne vanno.

DUE: Ma dove andate?

OTTO: Ci ha messo tante di quelle idee nella testa!

NOVE: Spalare la terra non ci sembra più come prima, non ci si resiste. Così ce ne andiamo.

ANTONIO: (desolato) Ma io non l’ho detto mica per quello! Credevo che poi a spalare foste più contenti!

DUE: Vedi, noi a queste cose non si aveva mai pensato. Si spalava la terra e basta.

ANTONIO: Forse è questo. Io, prima, scrivevo le poesie.

DUE: Uguali o differenti?

ANTONIO: Differenti, differenti sempre una dall’altra. Poi, quando mi hanno messo a spalare la terra non ero contento. Ma adesso che ho scoperto quest’affare mi sembra più bello!

DUE: A me no! È che non ci pensavo e adesso non mi riesce più come prima, di spalare la terra e di non pensarci, se fa uguale o differente. Così me ne vado.

ANTONIO: Anche tu?

DUE: Anch’io (vedendo che Antonio ha un’espressione triste, gli porge la propria pala) Tieni, Antonio, ti lascio la mia pala. Così un po’ spali con la tua e un po’ spali con la mia. Ti sembrerà di fare più differente.

Esce.

Antonio rimane da solo e riprende a spalare in silenzio ma dall’espressione si capisce che ne è contento.