Improvvisamente una mattina…

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“IMPROVVISAMENTE UNA MATTINA …”

due atti di Antonino Cavaletto

Personaggi

Mariel Simoni                            socia-segretaria dell’Italian Advertising Company

Max Alberti                                socio IAC con funzioni di promoter

Luca Bersanis                            socio IAC responsabile amministrativo

Guido Falesio                             socio IAC con funzioni di editor

Rosemarie Clooney                   moglie (misteriosa) di Guido

Edy Lucenti                               moglie di Luca                   

Interno Ufficio IAC. Una scrivania con registri, cartelline. Sedie. Scena vuota, poi da sx Mariel.

Scena I

MARIEL> (a Luca che la segue) Va bene. Assemblea alle 10. Però, scusa se ti dico che non sono convinta. Non era mai successo che noi ci trovassimo …

LUCA> È la crisi, cara, è la crisi. Dovremo discuterne, chiarirci bene le idee … Anzi, sai che faccio? Torno di là a impostare un bel grafico: semplice, pochi numeri, ma in modo che ogni voce risulti nella sua dimensione. Ah, senti, per l’assemblea telefono io a mia moglie.

MARIEL> A Edy? Perché? Che c’entra lei?

LUCA> Dimentichi che le mie quote sono divise esattamente a metà proprio con lei? Se non c’era Edy 40 anni fa a finanziarmi, come sarei potuto entrare io in ditta, eh? (%¯) Oh, eccolo che arriva: il tuo amorevole amico. Sarà una sorpresa anche per lui. E alla vigilia delle ferie! Va be’, ora di là a impostare quel … (nuovo %¯, Mariel va ad aprire)

MARIEL> Arrivo, arrivo! (entra Max, brusca) Be’, non potevi aprire tu con le tue chiavi? (prende posto alla scrivania, dove lui discreto posa una rosa bianca)

MAX> Già di cattivo umore? In una giornata così bella! Su, su, un bel sorriso! Lo sai che io …

MARIEL> Basta con ‘ste stupidaggini!

MAX> Dolce e garbata la mia ragazza! (lui si siede, apre il giornale) Ah, lo sai che qualche giorno fa, in un vecchio diario, ho riscoperto antiche, gentili parole mie proprio per te?

MARIEL> Scemo già allora! Ora invece ascolta perché io …

MAX> Alt! Da stamattina io sono in ferie. Quindi non mi parlare di lavoro.

MARIEL> e se ti parolassi invece di crisi di lavoro? Ti dicessi che in cassa non c’è più 1 €? E per non farci mancar nulla è stato infine annullato l’assegno ferie?.

MAX> Cosa!? Ma sei matta? Io ho già i biglietti aerei e la prenotazione all’hotel di Ibiza che …

MARIEL> Max, l’azienda è sull’orlo della chiusura. Non ci credi? Leggi, leggi sul giornale: VIALUX ha dichiarato fallimento. E l’IXEDI, ripeto l’IXEDI, che proprio oggi avrebbe dovuto saldare l’ultima rata - 30 mila € - ha chiesto un’ulteriore dilazione. Per cui …

MAX> Siamo senza un soldo! E Luca …

MARIEL> Luca è di là a preparare un grafico pieno di numeri, istogrammi eccetera. In più ha indetto l’assemblea. Di’ pure alla tua amichetta che per Ibiza c’è cambio di programma.

MAX> (ride) Amichetta … Tempo passato! (pausa) Quindi siamo sulla via del fallimento. (ride) E no, cara! Io non ci sto! Mi ribello. Soprattutto si ribella il mio 25%.

MARIEL> 24, caro! Dimentichi che ognuno dei soci, per decisione unanime …

MAX> Sì, sì, deve cedere una quota al presidente in modo che lui possa contare su una sicura maggioranza. Per cui basta che anche solo uno dei soci si aggiunga al suo 28 …

LUCA> (entra) Ed ecco superata la soglia del 50%. Quindi oggi qui, caro Max, sarà Guido, come presidente, a decidere in  pratica tutto! Ma fosti tu a volere così, ricordi? “Da lui,” dicevi, “vengono le idee, il vento che fa girare le pale della pubblicità”. Peccato che da un paio d’anni quel vento manchi alle pale del nostro mulino. Tieni. (dà copia del prospetto)

MAX> (legge e poi …) E così tu dai la responsabilità a Guido. No, scusa, non mi pare corretto.

MARIEL> Vero. E tuttavia occorre pur riconoscere che da troppo tempo il nostro “poeta” tace. ((¯) Scusate … Pronto? … Ah, Guido, proprio tu, stavo per chiamarti … Come? … (Luca e Max discutono) Scusa non capisco... Questa mattina … No, momento,  più adagio. Che è successo? … No, io volevo dirti che oggi è stata convocata un’assemblea e … Come non puoi? Ci sono novità importanti … (Luca e Max commentano il foglio) Un’assemblea, sì! E c’è pure Max … No, si devono prendere decisioni … (a Max e Luca) E voi, per favore, un tono più basso, io non capisco quel … (Luca torna di là) Certo che c’è Luca, ma è di là che sta preparando … Sì tutti, qui subito … Guido, dimentichi che sei il presidente? Tu non puoi mancare! … Un avvocato? Di che avvocato parli? ... Tua … moglie?! Ma quando mai tu sei stato. … 1977? Sei sicuro? … No, sei troppo agitato! Ascolta. Tu ora vieni qui … Sì, chiarirai con me e non solo … Ti aspetto. (posa () Mah.

LUCA> (rientrando) Allora? Che succede?

MARIEL> Sono stravolta. Ma che gli prende? Un torrente senz’argini, parole sconnesse, frasi … E tutto a causa di una telefonata da – immagina un po’? – da New York. Da parte dell’avvocato di … sua moglie! Ignoravo che Guido fosse sposato.

LUCA> Be’, se è per questo anch’io lo apprendo solo ora. Un’americana, uhei, uhei! (pausa) Intendiamoci: tutti hanno diritto alla riservatezza. Piuttosto tu Max che dici di questa …

MAX> Novità? È sempre Guido! L’eterno, fantasioso  ragazzo che - rammentate? - qualcuno chiamava vagabondo, sì, lui era il “vagabondo delle stelle”. Poi qualcosa si è rotto. E la vita, si sa, non perdona. Pure se ora c’è il divertente diversivo di una moglie americana!

MARIEL> La quale si trova già in città. St’avvocato la doveva raggiungere proprio qui, da noi, oggi. Ma nella notte ha accusato un malore, per cui non gli sarà possibile assisterla.

MAX> Sapete? Per quanto mi sforzi non me lo vedo proprio Guido nel tenero quadretto familiare. Fosse stato 30 anni fa, nell’avvampare di una qualche passione …

MARIEL> Passione lui? No, no, quello è un campo in cui altri eccellono, mi pare!

MAX> Non so a chi ti riferisca, mia dolce amica. So però che la vita concede molto poco e per brevissimo tempo alla felicità di chi si sposa.

LUCA> Vi prego! Cerchiamo piuttosto di capire cosa sta succedendo. Non bastavano le preoccupazioni per l’assemblea, ora ci sono pure le paturnie di quel matto.

MAX> Matto? (pausa) Be’ sì, Guido un po’ matto lo è! E poco fa quella sua voce, così mi pareva, vero Mariel, concitata, quasi … un furore. Lui sì, è di nuovo e finalmente vivo! Vedrete che qualcosa ricomincerà a frullargli in testa!

MARIEL> Ma queste son parole in libertà! E tu sei più matto di lui!

LUCA> Su, su, siamo concreti. Quando costei sarà qui, sempre che si presenti, noi ascolteremo. E vedremo quali elementi sarà in grado di mettere sul tavolo. Ora come ora, scusate, io non credo nemmeno all’esistenza di ‘sta telefonata da New York.

MAX> Sicuro? Guarda che è già successo che Guido sia sparito per settimane. Dove andava? Con ch si incontrava? E per quali ragioni? (pausa) Nulla, sempre e solo infiniti silenzi.

LUCA> Ma sì, lui è fatto così: dapprima entusiasmi, euforie, e poi esaurimenti, depressioni, amnesie. Volete saperlo? Io non escluderei che Guido si sia inventato tutto.

MARIEL> E se invece fosse tutto vero? Che tra un’ora ci capiti qui una donzella …

LUCA> No, basta! Mi fa rabbia che si stia qui a fare ipotesi senza senso e intanto dimenticare i nostri problemi con un’azienda mai come ora così in difficoltà.

MAX> Già! E te lo sei chiesto il perché? Non varrà forse quel che si dice sottovoce? Che siamo vecchi! (pausa) Non rispondete? E allora io vi dico che Guido ancora una volta ci sorprenderà! Ricordate le crociere al Nord? Chi avrebbe scommesso un sulle sue bionde valchirie o sull’improbabile “contessa del peccato” dai sogni torbidi e licenziosi?

MARIEL> Fu una suggestione travolgente: il fascino latino ballò per la prima volta alle latitudini polari. Eh sì, ci abbiamo vendemmiato per quasi due anni!

LUCA> Ora per favore affrontiamo i problemi, uno per uno, valutandone la gravità e le possibilità di rimedio. E lui, Guido, mi rincresce dirlo, purtroppo fa parte dei problemi.

MAX> Espelliamolo allora! Facciamolo diventare l’unico responsabile della nostra crisi! Che ci importa della sua piccola vita?! Che poi si scopra che è tutto un volgare scherzo …  (%¯)

Scena II

LUCA> (Edy, esitante) Vieni cara, accomodati. Stavamo giusto discutendo …

MARIEL> Oh Edy, Edy! Sentivo proprio la mancanza del tuo buon senso.

EDY> Grazie, Mariel! Che faccio? Richiudo? Ciao a tutti, allora. Ma … il presidente?

LUCA> Non è ancora arrivato.

EDY> E allora che si fa? Va be’, posso almeno sapere a cosa devo la novità di questa convocazione? Tu, Luca, al telefono sei stato avaro di parole per cui è cresciuta la mia curiosità. (lui fa per …) No, non parlare! Fammi invece abbracciare Mariel. Come va, bella?Pronta per le vacanze? Fatti vedere, gira. Un po’ sciupata ma il fascino è sempre quello! Ohilà! (a Max) Rosa bianca, aulentissima …

MAX> (retorico poi galante) Nobiltàdi antichi anche se mai ricambiati sentimenti! Certo se avessi saputo che saresti stata presente pure tu … Tu che ami … i fiordalisi!

MARIEL> (sarcastica) Sì! E “altre”, tante altre hanno passione per gigli, tulipani, orchidee. “Ogni donna un diverso fiore!” Lui con tutte è … un inesauribile bouquet!

EDY> Gelosa ma divertente, no? Però … Mariel, eh, la rosa bianca è solo per te.

LUCA> Non vorrei interrompere ma è urgente che oggi si tenga un’assemblea. Direi anzi, visto che siamo già qui noi quattro …

EDY> Calma, cuoricino, calma! Se non c’è il presidente, in base allo statuto …

LUCA> Sì, sì, lo statuto … Ma è la gravità della situazione che impone, Guido o non Guido, un avvio rapido. Dobbiamo far chiarezza sui dati preoccupanti di una crisi societaria …

MARIEL> Un attimo Luca. Prima informiamo Edy della novità. Si, cara, ci troviamo all’improvviso in una situazione che - se confermata - potrebbe avere ripercussioni anche sull’assemblea. Giunge infatti da New York una notizia …

EDY> Cosa?  New York?! No, scusa, continua.

MARIEL> Ecco … pare che Guido, il presidente, sia sposato.

EDY> Ah! (pausa) Bene, no? Anzi, evviva! Peccato non averlo saputo, avrei di certo provveduto a un bel regalo ... Però, scusate, non vedo quali legami ci possano essere con l’assemblea.

MARIEL> Pare, Edy, che il matrimonio risalga ad anni molto lontani. Addirittura il 1977!

EDY> Ah. Allora niente regalo. Però non capisco. Che c’entrano le sue nozze con l’assemblea?

LUCA> C’entrano, eccome. Il ‘77 è l’anno in cui fu fondata la società. E lui, Guido, per decenni ce lo ha tenuto nascosto. E  se penso che oggi lui deve essere qui come presidente ...

EDY> Caro! C’è un diritto alla riservatezza. Il matrimonio è solo affar suo  e tu non …

LUCA> Nessuno lo nega, ma perché ha preferito tacere? Siamo in un momento delicato e …

EDY> Delicato … tutti i “momenti” sono delicati. (pausa) Piuttosto a quando risale la notizia?

LUCA> Poco fa al telefono. Mariel era incredula, incapace quasi di rispondere.

MAX> (ride) Pare, cara Edy, che lo stesso Guido sia all’oscuro di questo suo personale legame.

EDY> Davvero! (ride) Comunque il 77 fu un anno difficile. L’azienda appena formata, problemi di avvio e pure – ricordate? - strane questioni private, vero Max? Vero  Luca?

LUCA> Edy!

EDY> Che c’è, caro?

LUCA> È passato tanto di quel tempo. E su certi sfortunati episodi …

EDY> Sfortunati? Oh che sciocca. Già, vero, quell’infedeltà …  Dopo quanti giorni dalla solenne promessa? Pensate: bastò una … ma sì una … “squinzia”, come si diceva allora, popputa, bionda, tanto british. O era americana?

LUCA> Ti prego, Edy. Che vale rivangare? Tu poi mi perdonasti, no? E poi, stiamo alla concretezza delle cose.  Oggi c’è l’assemblea.

EDY> Te l’ho già detto, caro. È impossibile cominciare senza il presidente. E soprattutto senza la preventiva analisi della situazione contabile da parte del revisore. Cioè la sottoscritta.

LUCA> Edy, non mi dire che non ti fidi di me!

EDY> Intendo solo verificare un bilancio che, pur con qualche sofferenza, fino a ieri pareva ben solido. All’improvviso invece c’è questo allarme che ...

LUCA> Ho capito. Seguiamo allora le norme, rispettiamo i tempi. Ecco in sintesi il prospetto.

EDY> Bene. Ci metterò un attimo. Dunque … (pausa) Luca, vieni, e vieni, così mi spieghi.

MARIEL> (i due escono, Mariel alla finestra) Eccolo, Guido finalmente arriva. Bastano le sedie? (a Max che si presta) No, no, lascia, faccio io!

MAX> Solo un aiutino! E non tenermi il broncio. Tanto continuo a volerti bene lo stesso.

MARIEL> E io, guarda un po’, ti manderei al diavolo! Sposta invece in là quell’altra …

MAX> (serio e imperativo) Mariel!

MARIEL> Lo so, lo so, hai anche tu le tue ragioni. Ma … io ci devo pensare!

MAX> (scherzoso) Mariel, è stato il destino! Eravamo forse troppo giovani.

MARIEL> (amara e riflessiva) La gioventù, già! Quella mi è scivolata tra le dita e io sono ancora qui a chiedermi il senso del mio agire con te ieri, e con te oggi.

MAX> (ride) Ma questa è l’eterna domanda, no? “Ho davvero vissuto? Quanta felicità ho ricevuto, quanta ne ho donata?” No, vivi giorno per giorno, come diceva un tale oltre 2000 anni fa: CARPE DIEM! Quindi: non provare a mettere in parole il senso della vita!

MARIEL> E tuttavia sai che non basta quella tua rosa a darmi una risposta. Ora però … ! (%¯) Eccolo. No, no, vado io. (apre) Oh Guido, vieni, vieni, caro!

Scena III

GUIDO> Ciao, Mariel, Max. Scusate per la telefonata … non avrei dovuto. Chissà che avete pensato. Ero turbato. Mai, mai mi sarei aspettato una cosa così folle.

MARIEL> Certo, siedi intanto che io chiamo Edy e Luca. Posso offrirti …

GUIDO> Nulla, nulla. (pausa) Ah, quell’avvocato, prima così gentile, quasi a scusarsi ... e poi? Minacce, rimproveri per le mie responsabilità, per aver io disatteso i mille doveri …

MARIEL> Ti preparo un tè o preferisci qualcosa di forte?

GUIDO> No. Voglio restar lucido, venire a capo al più presto di questo mistero. Mie responsabilità!! Capite? E poi chi sarebbe ‘sta moglie? Quel tanghero ha solo biascicato un nome incomprensibile!

MARIEL> Calmati ora. Siedi. Non credere che noi non si sia turbati per questa vicenda così personale. In un momento in cui, come sai, siamo qui convocati per …

GUIDO> Per …? Ah certo, certo, l’assemblea.

MARIEL> Senti, io vado di là a chiamare Edy e Luca. (a Max che ride) Be’? Che è quell’aria?

MAX> Nulla. È che pensavo a quella … moglie. Chissà perché, me la vedo ...

MARIEL> Max!!! Non ricominciamo con i pregiudizi verso le donne. Basta che una …

GUIDO> No, non bisticciate. E poi non mi avevate parlato di un vostro …

MARIEL> Armistizio. Ma sai i caratteri, nonostante gli anni …  Fossimo ancor giovani …

MAX> Gioventù! Quali crimini in tuo nome! Leggevo ieri - la battuta mi è proprio piaciuta - che: “ci vogliono molti anni per diventare giovani”. Diventare! Capite? Si gioca con le parole e subito si apre per noi un nuovo affascinante cammino!

GUIDO> Ti invidio. Tu prendi sempre la vita in leggerezza. Non ti fai domande …

MAX> Forse perché ho sempre bell’e pronte mille risposte. Ne scelgo una e … via!

MARIEL> Ora però tu, Guido, pensa a come affrontare questa misteriosa “signora”. Ah, senza però dimenticare il tuo ruolo di guida – ricordi? - nel difficile momento che ci attende.

GUIDO> Guida? Ah già, io sono il presidente e come tale dovrei … Però – scusate se insisto - poniamo il caso che  ora dovesse spuntare quella mia …

MAX> Moglie? Dai! Sarà solo questione di un  minuto, il tempo di spiegare l’equivoco e ...

MARIEL>Ma certo. Io intanto chiamo …  (a Guido) Ma un cognac per te è d’obbligo! (esce)

MAX> (divertito) Eh, la vita! Non t’arrabbi, Guido, se dico che mi ha divertito la notizia del tuo matrimonio? Un colpo di scena degno delle migliori commedie!

GUIDO> Be’, personalmente non mi diverto affatto. Certo, non ho nulla da temere, non sono mai stato sposato. Epperò tremo al solo pensieroche possano entrare in campo avvocati, giudici, con domande, accuse, minacce.

MAX> Minacce?!

GUIDO> Be’, forse esagero. Ma certo il preambolo di quell’avvocato non rassicura. Lui al telefono mi ha elencato una serie di reati che comportano anni di carcere. 1° abbandono del tetto coniugale; 2° mancata assistenza affettiva ed economica al coniuge; 3° reiterata, comprovata crudeltà mentale! (Edy e Luca)

EDY> Oh, ciao, Guido, lascia che ti abbracci. Caro, sapessi quanto ti sono vicina!

LUCA> Esprimo anch’io tutta la partecipazione. Oggi però tutto questo proprio non ci voleva!

MARIEL> Ecco il cognac. Bevi, ti farà bene.

GUIDO> Cin, allora! E grazie di tutto. Voi, sì, voi siete la mia famiglia. (beve) Qui con voi le cose mi paiono già meno gravi. E a questo punto non escludo pure la possibilità di una positiva, confortante sorpresa. Perché l’avvocato alla fine mi ha fatto balenare l’ipotesi che tutto si possa chiudere semplicemente con un divorzio.

LUCA> Divorzio? Ma se c’è divorzio allora ‘sto matrimonio esiste davvero!

EDY> Ma no! Se tu, come dici, Guido, non sei spostato … non sei sposato! E tutto finisce lì.

GUIDO> Ah, certo, certo. E tuttavia ... Ma come le sarà venuto in mente a ‘sta tizia? Quali prove può avere una sconosciuta per andare addirittura da un avvocato? Che, a sua volta, avrà pur valutato, soppesato e solo alla fine deciso di farmi causa.

EDY> Ma chi potrebbe aver interesse a danneggiarti? Tu sei una persona tranquilla, serena ...

LUCA> Piuttosto … Tu non hai anche solo pensato … ma sì a un’omonimia?

GUIDO> No, non è credibile che esista al mondo un altro Guido Falesio con le stesse mie generalità di stato civile. Ma che vale ora sforzarci a immaginare …  Vi chiedo pazienza. Questione di minuti e costei sarà qui. E io finalmente conoscerò … questa, come dire…?

MAX> Moglie, solo moglie! Sì, perché purtroppo su questo ha ragione l’avvocato. Tu non puoi non avere un legame, anzi un vincolo giuridico con costei. Se no, come potrebbe lei permettersi di convocarti in una causa di divorzio, assistita da un legale che, nella sua istanza, parte da un regolare matrimonio? Cosa che però tu continui a negare. Per cui …

EDY> Rimane il mistero. Però, scusa, Max. Proviamo a ricostruire sulla base di ciò che Guido ha appreso dall’avvocato ... E  chiedo: ʹsto matrimonio dove avrebbe avuto luogo?

GUIDO> A New York.

EDY> E a New York, chiaro, tu non sei mai stato.

GUIDO> Be’ … veramente, sì. Ci sono stato, ma per pochi giorni … in una lontana estate.

MARIEL> (in crescendo alzandosi) Lontana estate dici? Non sarà per caso… il 77?

GUIDO> Sì, mi pare di sì, anzi son certo. Ma … tu come fai a sapere …

MARIEL> Ho il ricordo, vivo, di una tua lontana confidenza. Perché tu, tu volevi tentare l’avventura in America! Il lavoro qui con noi non era all’altezza delle tue ambizioni. Per cui quando quell’estate tu  per oltre un mese sparisti io pensai che davvero tu…

GUIDO> Avessi realizzato il mio sogno? No, giunto là capii subito che non ero adatto a quel vivere. È stata – diciamo – solo una piccola pagina sbagliata della mia vita. Anche se, per un aspetto almeno, fu esperienza vibrante e viva. Ma non val la pena ricordarla.

EDY> Perché? E se fosse proprio lì, a New York, la risposta a quanto ti sta capitando?

GUIDO> No, lo escludo, anche se quei giorni mi segnarono parecchio.

LUCA> Lo segnarono, capite? Cuore sensibile lui, delicato d’animo! Ah, certo quando gli si accendeva l’ispirazione … Solo che da troppo tempo questo non lo si può più dire!

EDY> Taci, un po’ di riguardo, rozzissimo uomo!

LUCA> Eh no, cara! Io non sopporto più queste eterne malinconie, non oggi almeno che abbiamo di fronte problemi troppo importanti. Poco fa io ero di là a chiedermi e a chiedere a voi se avremo ancora, come azienda, un futuro. Signori, in cassa non c’è più un euro! Ma abbiamo il tempo di baloccarci qui con la vita privata del presidente!

EDY> Non vorrai, Luca, incolpare Guido … E di cosa poi?

MARIEL> Basta! Ordine! Scusa, Luca, ma ora c’è un’urgenza che non possiamo ignorare. L’arrivo di questa signora mette ogni altra cosa in secondo piano.

LUCA> E sia! Però non si perda tempo. Lo dico per la responsabilità che mi incombe a tutela della società e degli interessi che la coinvolgono. (pausa) Allora, domanda diretta. Come pensi, Guido, di comportarti, con quali parole affronterai questa benedetta signora dal nome così incerto e … (appare Rose sul fondo)

Scena IV

ROSE> Hello my friends! Tutt’altro che incerto, signori miei! My name is Priscilla! Si, io sono Priscilla Oberon Falesio! (tutti si voltano, lei vaporosa, guanti bianchi)

GUIDO> Priscilla … ? No, no, lei è … è Rose!

MAX> (stupito) Rosemarie!

LUCA> (sorridente) Rosemarie Clooney!

MARIEL> (si sposta lontano agitata) Quella sfrontata … Incredibile! Come osa!

MAX> (sottovoce) Calma, Mariel, calma!

ROSE> (cantante) Mattinata divina! Di nuovo a casa tra le pareti di quella che fu la prima e ultima mia giovinezza! Venendo qui ho voluto attraversare il parco a piedi come facevo allora. Gli stessi colori, gli uccellini in volo, i profumi di mille fiori. (pausa) Fermi, però, fermi! Vi voglio prima abbracciare con lo sguardo, tutti insieme.

MAX> (sarcastico) Brava, eh brava!Da applausi! (mellifluo) Ben tornata, Rosemarie!

ROSE> Max! Oh, il Max dal bel sorriso. Grazie per parole di così “cara” simpatia.

MARIEL> Ah, quanto a simpatia, lui non teme rivali, dovresti ben saperlo. Baciato da tanta fortuna da sempre dispensa a tutte, proprio tutte, gentilezze e riguardi che, dice, sgorgano da un cuore che sa aprirsi a ogni femminile grazia, vero, caro?

MAX> (sconsolato e tuttavia con il sorriso) No comment, cuoricino.

LUCA> Ciao Rose! Ti ricordi di me?

ROSE> Luca! Impossibile dimenticarti e soprattutto dimenticare i tuoi … ardimenti. Oh, non vorrei che la qui gentile e a me sconosciuta signora …

EDY> Edy! Sì, io sono la moglie dell’ardimentoso di cui sopra. Qualche notizia di lei mi era ben giunta ma, mi creda, sono sorpresa da quest’esordio tutto luce e sorrisi. Ben altri ricordi mi erano stati raccontati, vero Luca? Mentre qui, vaporosa, si ripresenta Rosemarie … e poi?

ROSE> Clooney? Quella era una giovanile identità. Ora son qui con la mia giusta anagrafe di Priscilla Oberon Falesio! Ma mi conceda di non smentire chi mi ha accolto con l’amatissimo Rose! Oh, Guido! Mio sposo! Lascia che ti abbracci! Sei felice, spero, di …

GUIDO> Rivedere te? Mi piacerebbe dir di sì ma … mi brucia pensare che tu, proprio tu sia stata ad innescare le infamie a mio carico da parte di quell’avvocato …

ROSE> Non ci badare! Quello è un cretino! Adesso però consentimi di riprendere il filo di un caro rapporto troppo bruscamente interrotto. Vuoi?

GUIDO> Vuoi … cosa? Cosa dovrei volere, Rose? Quarant’anni dopo!

ROSE> Non mi hai perdonato …

GUIDO> Non c’è nulla da perdonare. Fu il destino a decidere. Io posso solo dire che sei sempre incantevole. E riascolto con gioia la tua voce sorprendentemente italiana!

ROSE> È la lingua del cuore! Mi affascinò 40 anni fa e da allora ho continuato a studiarla e a parlarla anche nella mia New York. Ma dimmi di te: come stai? Ah, quanti anni! Il mio poeta! Ora però lasciami salutare l’amica che qui mi accolse tanti anni fa. Vero Mariel?

MARIEL> Già, la sciocca che ti presentò al gruppo. Antipatia fin dal primo istante.

ROSE> La sentite? Franca, diretta, senza false cortesie. Così eri e così ti ritrovo. Segno che per te gli anni proprio non sono …

MARIEL> Non sono cosa? Quegli anni, cara, mi segnarono invece. E con quali ferite! Del resto siam fatte della stessa pasta. Grinta tu, grinta io, ci capiamo allo sguardo, vero Max? (pausa) Max che, se non sbaglio, è stato … sì pure lui nel tuo ampio cuore.

MAX> (ridendo) Forza, Rose, rispondi! Son molto curioso anch’io!

EDY> Su, adesso non scadiamo in personali e più o meno brutti ricordi.

ROSE> Brava. Grazie, Edy. Parliamo allora di Luca? Il suo affascinante sposo!

EDY> (divertita) Affascinante? Che esagerazione! Lui, come lei sa, ha la forza di chi non deve chiedere mai. Ci prova con tutte, pur che respirino. Anche se poi …

LUCA> Ti prego cara, tu sai con quanto affetto io …

EDY> (ironia) Ma stavo scherzando, amore! Sappiamo che voi uomini …

ROSE> Già, loro non devono, come noi, confrontarsi con il mattutino specchio.

EDY> Vero, ma c’è anche chi sa rimediarvi con l’aiuto di una … vuol suggerire lei?

ROSE> Plastica? No, grazie, non ci ho ancora pensato. Nel caso saprei però a chi rivolgermi. (pausa) Che dice, ci fermiamo sull’1 a 1? Vale la pena perché ho la sensazione che noi due diverremo buone amiche. Anzi, che dici? Ci diamo del tu?

EDY> Decisa! E sia! Ma concedimi la curiosità di chi ama andare al sodo. Quale il motivo del tuo improvviso apparire come “moglie”? Non risulta che tra te e Guido esistano legami ...

ROSE> Oh sì, invece! Ne esiste uno non proprio secondario, il … matrimonio!

GUIDO> Rose!! Ma che dici? Tra me e te non vi sono mai stati vincoli …

ROSE> (posa i documenti) Davvero? Eppure qui c’è la registrazione, puntuale, di quanto è avvenuto tra noi a New York in data 2 settembre 1977. Questo libretto ci lega, caro.

GUIDO> Il libretto verde … sì, quella specie di passaporto … com’era già il nome?

ROSE> Green card! Violando la quale si possono addirittura commettere …

EDY> In alcuni casi veri e propri reati. Ricordo un film, intitolato proprio “Green card”,  la cui trama riguardava l’immigrazione clandestina, un reato punito …

GUIDO> Con l’immediata espulsione dello straniero. Capitò così anche a noi con quel nostro finto e insieme vero matrimonio. Quelle strane nozze-non nozze, tese solo a mascherare il mio patetico tentativo di diventare cittadino americano.

ROSE> Noi per un mese cittadini di Brooklyn, fingendo una felice vita di sposi, e sempre nel timore dei controlli di funzionari governativi esperti nello scoprire gli inganni.

EDY> Eravate dunque costantemente sorvegliati. E se colti in fallo …

GUIDO> - Te l’ho detto: giungeva l’ingiunzione a …  (pausa) Un attimo, però!

EDY> Che c’è? Perché ti interrompi? (tutti in piedi a convergere, a parte Max)

GUIDO> Perché … È strano, sai Rose? Io non ricordo di aver mai ricevuto una dichiarazione di espulsione, o anche solo un foglio di via che sancisse la condanna di quel funzionario.

ROSE> E di lui infatti si tratta. Una storia incredibile. Fu a causa di una circostanza unica che quell’espulsione non divenne esecutiva. Solo che oggi io mi trovo in un pasticcio che coinvolge pure te. Per quanto assurdo possa apparire, noi siamo ancora sposati.

GUIDO> Noi due … Ma cosa vai dicendo, Rose? (lei arretra) Scusate, forse sarebbe meglio …

LUCA> Certo, Guido, certo, il discorso diventa delicato e comunque riguarda solo voi due. Signori, ci sono superiori ragioni di necessaria riservatezza che inducono a un nostro passo indietro. Per cui, così stando le cose, io proporrei che Rose e Guido si isolino qui a esaminare con calma il loro … problema. Noi nel frattempo potremmo, col tuo consenso, vero presidente?, dare avvio all’assemblea IAC. Che dite? Procediamo?

ROSE> No, no! Hai detto IAC?Già la IAC! Che ultimamente si trova in assai cattive acque!

LUCA> Come? … Come fai tu a sapere … Sei appena giunta dagli Stati Uniti e …

ROSE> Non ti stupire, Luca! Io sono nel ramo. Anzi, proprio a voi devo dir grazie.

LUCA> Grazie di che? Cosa intendi con … (Rose guadagna la scrivania Luca in un canto)

ROSE> Semplice. Amici cari, dovete sapere che nei mesi che trascorsi qui, senza volere, per il solo fatto di starvi vicino, maturai una mia prima esperienza proprio nel campo della pubblicità. E quell’esperienza contò, eccome, al mio ritorno nel New Jersey.

LUCA> Che c’entra il New Jersey?

ROSE> È lo Stato a 2 passi da New York in cui ha sede la New Jersey Advertising Company.

LUCA> Vuoi dire la NJAC, quella società pubblicitaria più o meno sul modello nostro ...

ROSE> Be’, sì, la tipologia è la stessa, i volumi però differiscono, visto che la NJAC conta su 500 tra professionisti e manager nelle distinte branche di attività.

LUCA> Cinquecento! Quindi con un giro d’affari …

ROSE> Di diverse decine di milioni di dollari all’anno.

MARIEL> E tu sei a capo di qualche settore?

ROSE> Diciamo che ho responsabilità di vertice.

MARIEL> Amministratore? … Delegato! (Rose annuisce) Hai sentito Guido?

GUIDO> (sottovoce, stranito, come parlasse a sé stesso) Sentito? Sentito cosa? No, io …

MARIEL> (sottovoce) Max, intervieni, per favore. Questo è tutto scemo!

MAX> (sottovoce) Ma no, è solo preso …  da una specie di “incanto”. C’è chi lo chiama amour, altri love, es amor. E tu ...come lo chiami? (voce alta) Scusa, Rose, una domanda. Visto che… insomma non ti interesserebbe rilevare la nostra …

LUCA> Uhe, uhe, calma Max, calmi tutti! La IAC non è in vendita. Attraversa solo …

EDY> Caro! Lasciamo che sia Rose a rispondere. Allora? Che diresti?

ROSE> Sicuri di … Beʹ, allora, cominciamo col dire che le due aziende sono già collegate.

LUCA> La nostra azienda con la tua? No, mi spiace ma proprio non risulta. (torna a sedersi)

ROSE> Tramite IXEDI, Luca! Che all’80% è già controllata da me. Oh, che testa, scusate! Proprio oggi dovevo sbloccare la rata di 30.000 dollari, verso di voi, no?

LUCA> 30.000, sì, ma non dollari: Euro. E con l’attuale tasso di cambio capisci anche tu …

ROSE> Certo, certo l’Euro vale un po’ di più. Comunque sereni: provvederò più tardi.

LUCA> Be’, veramente visto che qui c’è il telefono … oppure, se ritieni, tu più riservatamente con il tuo cellulare …

EDY> Ma che modi, Luca! Verso chi ci è da sempre tanto amica, vero, Rose?

MAX> Torniamo al tema. Tu potresti dunque valutare l’opportunità di ...

ROSE> Un accorpamento? Be’, sì. Ma sul vostro versante ci vorrebbe un’adeguata consistenza patrimoniale e sul mio la convenienza dell’affare. Ora però, Luca, preferirei tornare alla ragione più vera del mio viaggio in Italia e della collegata istanza di divorzio.

GUIDO> Allora è vero. Tu sei dunque venuta qui solo per divorziare?

ROSE> Ma no. Volevo anche rivedervi, tutti, a cominciare da te. (pausa) Allora, il fatto è, vedete, che due mesi fa mi è capitata un’occasione: l’acquisto di un giornale del Texas. L’editoria è per me settore laterale, ma se guardo alla pubblicità e alle possibili sinergie …

LUCA> Non vi fate incantare! La nostra azienda può farcela da sola, senza aiuti di chicchessia!

MARIEL> Ma se stamani tu …

EDY> Luca! Io ho pur sempre le mie quote da valorizzare! Dicevi Rose di quel texano …

ROSE> Be’, succede che costui nell’incontrarmi - non ridete, eh - prima si invaghisce della vecchietta, poi se ne innamora, infine … la chiede in isposa.

MARIEL> (caustica) Ah, il fascino immortale di Rose! Ma davvero dobbiamo crederle?

GUIDO> (a Rose e con finta allegria) Sono contento per te, Rose. La vita ti splende talmente …

EDY> Bravo, Guido. E tu, caro, ringrazia il cielo. Con lei le cose si rimetteranno a girare e a girar bene. Lei è tosta! Ma ora che dite di un’interruzione?

MARIEL> Un break? Ma non qui. C’è un ristorantino proprio qui sotto, tra l’altro raggiungibile direttamente attraverso lo studio. (si alza e a Luca) Vieni?

ROSE> Grazie ma vorrei che rimaneste ancora un attimo, perché …  Vedete io non son più la Rose, la ragazza che voi avete conosciuto. Sono una manager, che si occupa di affari e ..

MARIEL> Sì, ma… perdona l’interruzione e la curiosità anche. Ma … tra voi … come finì?

ROSE> New York e la green card? (a Guido) Ma tu a loro davvero non ne hai parlato?

GUIDO>No. (pausa) Ne parlo ora. Rose quell’anno prima di partire mi offrì un’opportunità da cogliere al volo. Lei aveva bisogno di denaro. Io sognavo un … mio progetto. Decidemmo di rischiare. Andammo da un notaio qui in città e da lui firmammo una scrittura privata.

ROSE> Era l’ultimo giorno di agosto 77, ricordi? E due giorni dopo eravamo già a New York …

GUIDO> Dove ci sposammo – ma, attenti, solo come prevedeva l’accordo.

ROSE> Quattro settimane a Brooklyn, lieti “sposi” in 2 stanzette, tra i sorrisi dei tanti vicini.

LUCA> Scusate, non vorrei sembrare … Ma qui l’ora dell’assemblea …

EDY> Taci! Allora, Guido?

GUIDO> Allora … Abbiamo vissuto insieme in quell’alloggetto ma …  sempre ben separati.

ROSE> Davvero? Ne sei sicuro?

GUIDO> Direi proprio di sì.

ROSE> Chissà perché io serbo un diverso ricordo.

GUIDO> Ma Rose! I patti …

ROSE> I patti, certo, ma poi? … Va be’ … Che facciamo? La tua parola contro la mia?!

GUIDO> Ma nemmeno per sogno! Ci mancherebbe ancora che la mia memoria …

MAX> Alt! Non per interrompere i bei colpi di fioretto, anzi scusandomi per la brutalità della domanda: non è, cara, che di Guido non ti importasse un granché già allora?

EDY> Max, che dici? Non è da te … (si alza, va verso lo studio, si ferma, confabula con Mariel)

MAX> Cosa sarebbe da me? Farmi menare per il naso dalla signora Priscilla? Comunque cambio la domanda: furono o no quelle settimane solo una continua tensione in compagnia di ʹsto noioso di un professore? (Edy, fa un cenno a Luca che si alza)

GUIDO> Max, non ti permetto! Tu devi avere rispetto dei miei ricordi, belli o brutti che siano.

MAX> D’accordo ma … attento Guido! Perseverare è diabolico! Soprattutto se non c’è - come dice il poeta - “corrispondenza di amorosi sensi”.

LUCA> Signori, un po’ di discrezione! Si parla tanto di privacy, poi appena …

ROSE> No, Luca, è solo questione di memoria, di ricostruzione di quei giorni. Che io ricordo sereni e felici. Mai tensione tra noi. Quella, se ci fu, fu solo per le visite degli ispettori.

GUIDO> Già. Ci tenevamo per mano e strappammo pure sorrisi da quel cerbero di ispettore.

ROSE> Già, tanto che alla fine eravamo sicuri di avercela fatta. (pausa) Chi poteva immaginare però che 24 ore dopo venissimo sorpresi da un nuovo controllo? E purtroppo quella seconda mattina ci mancarono scioltezza, spontaneità...

MARIEL> E allora?

GUIDO> Tutto finito. Quel giorno me ne andai a passeggiare, solo, per la città mentre lei …

ROSE> (ride) Piangevo nella stanzetta lacrime disperate. È stata l’unica volta in cui ho davvero pianto!

MARIEL> Già. Ti eri presa una di quelle “scuffie”…

ROSE> Brava. Solo che io l’ho capito tardi … ma ormai non conta più. (pausa) Fu tutta colpa, sai Mariel, di una lettera mai spedita, dove io chiedevo scusa a Max e spiegavo a te …

MARIEL> Tu … tu 40 anni fa ci chiedevi scusa … di cosa? (guarda Max che sorride, silenzio di Rose) No.Nooo! Su te e Max tu avevi dunque inventato tutto?! Oh, brutta strega perfida! E tu, Massimiliano … (Rose è vicina alla scrivania e odora la rosa)

MAX> (allegro) Io ti dissi la verità. Inutilmente.

ROSE> In quella lettera accennavo ai sentimenti che vi legavano. (a Mariel) Sì, te e lui. Solo che l’ispettore andò a frugare in quel cassetto e …

GUIDO> E sequestrò tutto. Per me c’era l’espulsione. Ma non volli subire quell’umiliazione e ripartii già il giorno dopo per l’Italia. (rientra Luca, si ferma accanto a Mariel)

ROSE> Ah, se tu non fossi fuggito e io soprattutto avessi capito, be’ sarebbe stato diverso forse. Io invece ero lì annichilita, disperata, senza lavoro. E dovevo vivere. Non solo per me.

MARIEL> Che vuoi dire?

ROSE> (recupera) Nulla, non ci far caso. Trovai presto un impiego, poi un altro finché fui assunta da Bloomingday, settore pubblicità. E fu lì che mi venne l’idea di copiarvi. Ancora non esisteva negli States quel tipo di comunicazione così aggressiva ...

LUCA> (avanzando) Tu … tu copiasti le nostre iniziative?! Così, d’emblée, senza una struttura …

ROSE> No, feci tutto con calma. Mi organizzai e a tempo giusto Priscilla vinse la sfida.

LUCA> Priscilla Oberon … Falesio! Quindi Guido, non fu espulso.

ROSE> Già. Ma mi credete se vi dico che ho scoperto tutto solo 20 giorni fa? Allo Stato Civile dove ero andata per quei … documenti. Lì ho appreso di essere ancora sposata con lui!

GUIDO> Allora l’ispettore cambiò idea?!

ROSE> No. Semplicemente era capitato la seconda mattina che l’ispettore fosse vittima di un incidente. Nulla di serio, ma il colpo gli causò un deficit di memoria. Nessun ricordo gli restò di quel giorno. Il funzionario che ascoltava il mio racconto era incredulo. Aveva lì la pratica, in regola, evasa 40 anni prima.Mi ha chiesto se volevo riaprire il caso. Ma vale la pena? (pausa) Ah, mi è stato anche detto che tu continui ad essere cittadino americano!

GUIDO> Io, cittadino di New York … Ma no, che ci farei io in quella strana città? Qui ho la scuola, gli interessi di sempre, e poi gli allievi, gli amici: Mariel, Luca, Max … E Edy.

EDY> (entra giuliva) Signori, il pranzo! Se volete accomodarvi, sotto è tutto pronto.

ROSE> Un attimo. Ci sarebbe ancora una cosa, se consentite, molto … sì, importante.

LUCA> - Abbi pazienza, Rose. Dopo l’intervallo. Meglio ancora al termine dell’assemblea 

MARIEL> Bene.  E ora tutti a pranzo. Ah, Guido, ricorda le tue quote.

GUIDO> Cosa? Di che  … Ah, intendiote quelle …

EDY> Le tue 25 più le 3 solo nominali che vanno al Presidente. Ok? (esce verso lo studio)

GUIDO> Sì, sì, ora ricordo … (a parte) Ohmmi, dove le avrò messe?

MARIEL> Su, su, scendiamo. Massimiliano, vuoi …

MAX> Sì, ti raggiungo subito. (Mariel va, Max fa cenno a Guido di attendere, Rose, si attarda a frugare in borsa, ne estrae una busta e attende) Ah,Guido, permetti una parola?

GUIDO> Certo. Dimmi.  Allora?

MAX> Ora tu ed io andiamo a casa a recuperare la scrittura privata. L’avrai conservata, no?

GUIDO> Certo ma … 

MAX> Sst! Ti spiegherò. Vieni ora! (esce a dx. Guido è bloccato da Rose).

ROSE> Guido, proprio solo un secondo. Ecco, qui c’è questa lettera. Tua, indirizzata a me.

GUIDO> Ah … Ma … ma perché ... se è indirizzata a te ...

ROSE> Non l’ho mai voluta leggere. La tenevo in un cassetto. Poi l’altro giorno ho pensato di consegnartela. Solo che in aereo ... non ho resistito. È bella, sai? In quei fogli tu hai saputo mettere in parole il senso vero di quello spicchio di vita insieme. Tieni, leggi. (esce)

GUIDO> (legge, esita) No, un momento, cosa intendi, Rose? (insegue) Rose, per favore, Rose!

MAX> (voce lontana dall’altra parte) Guido, arrivi?! Guido!

GUIDO> Un attimo, Max. … Rose?! (pausa) È già scesa. Arrivo, arrivo Max.

Fine atto I

ATTO SECONDO

Stessa scena. Da destra rientrano Guido e Max, fanno piano, quasi a non farsi sentire.

Scena I

GUIDO> E ora? Come farò a dire che non trovo più quelle maledette quote?

MAX> Non ti preoccupare. Ci penserà Luca a trovare la soluzione.

GUIDO> Sì, ma anche 'sta figuraccia dopo il gran pasticcio di stamattina. (pausa) Ma cosa le ha preso a quella? Vuole il divorzio? E sia, per quel che mi importa …

MAX> Ti importa, altroché se ti importa! Ora, tieni: la scrittura privata. Chiara, semplice, un po’ingenua. Tanto che mi sorprende che Rose non abbia considerato …

GUIDO> Considerato cosa?

MAX> Rose già da ragazza era sicura di ogni suo passo. Non lasciava nulla al caso.

GUIDO> Vuoi dire che è … una calcolatrice?

MAX> E dall’intelligenza fine. Capita però anche ai tipi come lei di sbagliare. Per eccesso di sicurezza. Si finisce col dare per scontata la propria superiore furbizia. E lì si cade! Comunque di lei non mi fidavo allora e non mi fido manco adesso.

GUIDO> Non dire così. Con l’età, con esperienze più adulte … tutti cambiamo. E poi … lei non merita tanta drasticità. L’ho ben conosciuta in quei giorni a New York.

MAX> Davvero? Forza allora, dimmi!

GUIDO> Lei è stata segnata fin da bambina da un ambiente familiare non facile. Ha imparato presto ad arrangiarsi, a contare solo su di sé. Può succedere che certi suoi comportamenti possano apparire … egoistici.

MAX> Fin qui d’accordo. E poi?

GUIDO> Poi, poi … io, sì, io le ho voluto bene e lei, a modo suo, ne ha voluto a me. Che vuoi che m’importi di quella scrittura?

MAX> Vedi che ti sta ancora a cuore? E io, lo sai, non farei mai nulla che ti spiacesse. Ma ti esorto a riflettere su questo impegno che ancora vi lega. Perché un conto è stare ai patti, ma, attento: guai se per prima cosa non proteggi te stesso!

GUIDO> Io dovrei proteggermi … da Rose? (gli scivola la lettera)

MAX> “Scripta manent”, professore! Leggi, leggi bene quel che hai sottoscritto 40 anni fa! (gli dà la cartellina da cui cade la lettera) Oh, t’è caduta questa. (la raccatta)

GUIDO> Sì, è la lettera che 40 anni fa indirizzai a Rose appena ritornato in Italia. Chissà che stupidaggini le avevo scritto!

MAX> Ah! E … a questa lettera lei non diede mai risposta?!

GUIDO> Proprio così. Rose l’ha ritrovata e poi letta per la prima volta nei giorni scorsi. Ora vorrebbe che pure io le dessi un’occhiata.

MAX> Va be’. Vieni ora, raggiungiamo gli altri se no le nostre tagliatelle ...

GUIDO> No, no, tu va', va' pure. A me è passata la fame. Scendo a fare due passi. Voglio riflettere. E se mi va … darò un’occhiata pure a questa.

MAX> Attento alle nostalgie, Guido! Ah, ancora una cosa … quella scrittura privata forse … sì, è meglio che la tenga io. (recupera il foglio)

GUIDO> Ma non stai esagerando? Capisco che non ti sia mai stata simpatica ma …

MAX> Guido! Il mondo non è quello che pensi tu. Lei mira solo a propri precisi interessi. Ma non vedi come alla sua età è ancora lì a rincorrere i dollari del tycoon texano? Sveglia! Che vuoi che gli importi di un professore di latino!

GUIDO> (ride) Ma perché ti ostini a vedere sempre complotti e intrighi? (Guido a dx)

MAX>Temo brutte sorprese, di cui lei è specialista. Tutto qui, ci vediamo! (va a sx)

Scena II

EDY> Certo, niente da dire! Un discorso, il tuo, che ben inquadra la situazione. Ma io insisto: avrà ancora questa nostra azienda, piccola com’è, voce e spazio sui mercati?

ROSE> Ma sì! Basta mettere le persone giuste al posto giusto e nel modo giusto.

EDY> Cioè?

ROSE> Ad esempio, io vedrei bene te come presidente, sì, presidente in diretto personale collegamento con la direzione operativa di New York.

EDY> Io? Io presidente? Ma … come la prenderà Luca?

ROSE> Edy, Edy! Queste sono le reazioni che vi fregano, voi donne. Sei o non sei la più brava a ricoprire quel ruolo? Bene, te lo prendi, senza tante storie.

EDY> Sì … però, cerca di capire. Io con Luca ci devo pur vivere.

ROSE> Allora lui diventa - ma solo qui - l’amministratore delegato, continuando però a fare, visto che le sa far bene, le solite cose: contabilità, organizzazione, sintesi aziendali, eccetera … Ma avremo modo più tardi di entrare nel dettaglio. Ora ho un altro problema. Perché oggi … non è in ballo solo il divorzio.

EDY> Cioè? No, non mi dire che c’è qualche altro problema.

ROSE> No, è una cosa mia, più personale. Attiene alla mia sfera familiare.

EDY> Vuoi dire … Guido?

ROSE> Lui e non solo. Ma intendo parlarne alla presenza di tutti. (pausa) Ah, scusa la domanda  un po’ privata. Tu hai figli, vero?

EDY> No, nessun figlio.

ROSE> Ah! Avete preferito non averli perché …

EDY>  Semplicemente non sono venuti. Perché lo chiedi? (Luca e Mariel)

ROSE> Curiosità. I figli sono importanti. E continuano ad essere figli anche quando son grandi e senza volere ti creano difficoltà. (caffè) Oh, grazie, Mariel (rientra Guido)

LUCA> Signori, un attimo d’attenzione! Oh, ecco Guido! Dunque, ci siamo. Per cui, se siete …

MARIEL> Un attimo, Luca. Avevamo promesso a Rose di lasciarla esporre quel suo ultimo argomento. Questione di qualche minuto. E poi, Luca, non vedo la necessità di tanta fretta.

EDY> E invece c’è! Perché ora finalmente emergono delle aperture. La concreta proposta di poco fa di Max pone interessanti prospettive all’azienda. (rientra Guido)

LUCA> Attenti, lì si parla di fusione! Quindi non precipitiamo le decisioni. Io voglio vederci chiaro: numeri, tabelle, tempi. Gli americani non regalano mai nulla. Nell’attesa proporrei di procedere alla verifica delle quote.

EDY> D’accordo. Allora comincio io … ecco qui le mie 12!

LUCA> E qui le altre 12, tutte mie.

MARIEL> E siete a 24. Con me raggiungiamo quota 48. Su 100.

MAX> Superiamo allora la parità. Ecco le mie 25, pardon 24, e così siamo a …?

LUCA> A 72. Manchi solo tu, presidente, ora tocca a te con le restanti 28!

GUIDO> Già … adesso toccherebbe a me … Solo che c’è un piccolo … inciampo. Insomma: non sono riuscito a trovarle.

ROSE> Per forza, caro. Le tue quote - non ricordi? - tutte 28, sono in mano mia.

TUTTI> Cosa?

MARIEL> Ma … che c’entri tu con la nostra società?

LUCA> È uno scandalo! Guido, non avrei mai immaginato che tu …

ROSE> Calmo Luca! Lui se ne è solo dimenticato. Ma come, davvero non ricordi? Quelle quote furono ilcorrispettivo a mio favore per l’aiuto da me dato alla tua avventura a New York.

MARIEL> Ma di che parli? Oh, non dirmi che davvero tu Guido hai usato quelle …

ROSE> Sì, Mariel, nel ‘77 lui era, come sempre, senza un soldo. Ma possedeva quel piccolo tesoro. Oh, sia chiaro, accettando il patto io rischiavo forte. Violavo la legge americana! Diciamo quindi che è stato un giusto accordo sottoscritto davanti a un notaio.

LUCA> Giusto accordo?!Hai il coraggio di dire giusto?

EDY> Non ti alterare, Luca. Vediamo invece com’è possibile ora rimediare.

LUCA> Rimediare a cosa?

EDY> Calma! Esaminiamo bene il “pasticcio”, a come uscirne …

LUCA> OK! Una domanda allora: tu, Rose, hai la disponibilità delle quote?

ROSE> Vuoi dire qui, ora? No, direi proprio di no.

LUCA> Come? Oh no, no eh! Max, intervieni tu!

MAX> Perché? Voglio ascoltare invece. Guai perdere anche solo una parola di tanto affascinante storia. Rose ora spiegherà come mai le quote non sono qui con lei.

ROSE> Certo. Le 28 quote, tutte, da ben 39 anni, sono intestate a … mia figlia.

TUTTI> Cosa? (a turno) Tu hai una figlia?! Figlia di 39 …? Ma è assurdo!

ROSE> (a ciascuno) Sì, sì, sì!

LUCA> 39 anni?! Vuoi forse dire che ha qualcosa a che fare con …

ROSE> Con voi, sì. Del resto basta che vi dia la sua data di nascita: 29 giugno 1978.

MAX> Potrebbe quindi esser figlia di uno dei signori presenti. Bene: si accettano scommesse!

MARIEL> Max, per favore, qui non si scherza. Esigo invece una risposta da Rose.

LUCA> Anch’io voglio sapere, è mio diritto, vero Edy?

MAX>  Va bene, va bene. E siamo a 2. Manca solo la tua risposta, Guido!

GUIDO> Non intendo prender parte a un gioco sciocco e volgare. Se lei vuol rivelare chi è il padre, evviva. Ma nel caso in cui non voglia, be’ nessuno di noi è obbligato a sottoporsi ad esami di alcun genere … Insomma, Rose, è un problema tuo, di madre e non solo.

ROSE> Vero, problema mio ma solo fino a 20 giorni fa. Ora diventa un problema anche di mia figlia. Oltreché di uno di voi. (posa sul tavolo una ciocca di capelli)

MAX> (ride) E che è quello? Un altro dei tuoi colpi di scena?

ROSE> No, casomai è un rimprovero a me, a me sola. (pausa)Lei era mia, mi dicevo, e tanto mi bastava. Ma ora con la scoperta di questo matrimonio ancor valido non ho più potuto sottrarmi alle sue domande. Lei, non io, ha il diritto di sapere.

EDY> Be’, certo, quando c’è di mezzo un’innocente …

ROSE> Per anni, capite?, ho odiato tutto e tutti di quella mia estate qui. Soprattutto ho odiato me stessa, i miei comportamenti disordinati, ingiusti, colpevoli.

MARIEL> Che lasciarono tracce amare negli anni. Mah (pausa, cambio di tono) Ma a un certo punto bisogna pur dire basta, non credete? Che è questo rivangare? Che senso i rinfacci?Proviamo, per una volta, a non lasciare brutti ricordi a chi viene dopo di noi.

MAX> Eccellente iniziativa. Che tuttavia rifiuto. Certi conti per me restano aperti.

ROSE> No, io debbo chiarire il mistero. E a tal fine mi son permessa … (indica il ciuffo)

MAX> Degna eroina di un dramma ottocentesco! Mi sa però che come attrice tu …

ROSE> Ma come madre, sì! Oh, strano (ironica), nessuno di voi ha fin qui avuto la curiosità di conoscere il nome di mia figlia? E sì che di lei andreste fieri! Tutti. E per primo tu Guido. In fin dei conti ufficialmente sei tu il papà.

GUIDO> Rose! Il fatto che il rivederti oggi mi abbia reso felice non può far scordare che tra noi non ci fu mai nulla. Anche se, per altri versi, per me ci fu tutto.

ROSE> Proprio per questo speravo che almeno tu, fosse solo per curiosità, ti aprissi al cuore …

GUIDO> Di chi? Di una bella signora che - lo sai - non può essermi figlia. Io penso ancora al tuo lungo silenzio. Ti scrissi più volte, ma da parte tua mai una risposta.

ROSE> Dovevo dimenticare! E ci riuscii. Ti ho escluso perché volevo vivere fuori da ogni incertezza, costruirmi un futuro con le mie forze. Lo dovevo a una figlia che per me fu subito gioia e amore, quotidiano obbligo e prima responsabilità. Via la Rose che ero stata!

MAX> E noi dovremmo crederti sulla parola? Le parole contano assai poco se ad esse non corrisponde la coerenza del comportamento.

ROSE> Dovetti diventare adulta quando rimasi sola con lei che non era ancor nata.

MARIEL> (visibilmente turbata) E allora come … sì, come la chiamasti?

ROSE> Lilli, semplicemente Lilli.

MAX> (con ironia) Ah … Lilli. Già, Lilli e il … Fantastico!

EDY> Cosa sarebbe fantastico?

MAX> Nulla, nulla. Un pensiero … un po’ così … sulle ali di un ricordo.

EDY> Evviva Lilli, allora! Un bel nome! (a Luca con ironia) Ricordi, caro, quanto hai sempre desiderato un figlio? Può andar bene pure una figlia, no? Si tratta solo di capire se sei tu … oppure lui … o l’altro lui ancora … Lì c’è una ciocca di capelli … Allora, Luca?

LUCA> Non so … Certo, cara …  cerca di capire,  se si dovesse davvero accertare che io …

EDY> Già, già. Rose, penso che la parola per il momento tocchi ancora e solo a te.

MARIEL> (con slancio) Ah, Rose! La Rose che d’un tratto sa cambiar di passo!  Col sorriso e la piena felicità del suo essere mamma. Se non fosse che mio malgrado … “madre snaturata!”, t’avrei urlato. E invece … complimenti: tu sai combattere!

GUIDO> Da parte mia, solo una domanda: perché Rose scegliesti il mio cognome?

ROSE> Potrei risponderti - e sarebbe verità - perché avevo … sì, avevo imparato a volerti bene. Me ne resi conto il giorno dopo che non eri più con me. Ma la ragione vera è che non volli che sull’atto di nascita apparisse “padre sconosciuto”. E quando dovetti dichiarare la paternità diedi il nome di chi mi era pur stato marito. Spero, Guido, che non ti dispiaccia.

GUIDO> No, anzi, mi fa piacere che una bella signora porti il mio cognome ma … non vedo come lei possa accettare una paternità … tanto evanescente.

ROSE> Evanescente? Ma tu, tu sei stato raccontato come sei, o meglio com’eri: un giovane professore, colto, divertente. Tu sei sempre stato lo sposo e il papà che aveva dovuto lasciare l’America per una legge che – ero convinta - gli vietava ogni ritorno.

MARIEL> E Lilli accettò tutto, anche il fatto che Guido non fosse informato della sua nascita?

ROSE> Le dissi che lui si era rifatta un’altra vita, un’altra famiglia qui. Ma aggiungevo che nel caso volesse … La sua risposta però fu sempre “Decidi tu, mamma, quando sarà giusto”.

MARIEL> E il momento è arrivato. E lei, Lilli, come ha reagito?

ROSE> È rimasta in silenzio, poi è andata in giardino e lì ha passeggiato per un tempo che a me è parso infinito. Quando è rientrata mi ha abbracciata e mi ha detto che vorrebbe tanto …

GUIDO> Incontrare me? Rose, ma ti pare mai ... Io son solo un prestanome!

ROSE> Ma potresti anche essere tu.

GUIDO> Ti ho già detto che tra noi non ci fu mai nulla.

MARIEL> Eh, eh! Lei dice il contrario. Quindi o si procede con quel (ciocca) …

GUIDO> Manco a pensarci! Assolutamente no. Sarebbe immorale.

MAX> E allora non resta che la lotteria. Su, mettiamo tre biglietti … e poi una mano innocente consegnerà a te la sentenza. (prepara tre foglietti di carta)

ROSE> Max, ti prego … almeno tu …

MAX> Io cosa?

ROSE> Tu che sai!

MAX> Cosa so? Rose, non chiedere troppo! Anzi, sai che faccio? Sarò il primo a giocare. Ecco il nome, leggete. (sventola) Ora lo piego e poi … Ah, Luca, tocca a te.

LUCA> Ecco, allora sì, sì, io punto su ciocca e DNA, vero cara?

ROSE> Basta! Niente ciocca e nessun DNA! È stato un errore venir qui!

MAX> E no, cara, ora sei in gioco. Sii all’altezza! Guido, adesso tocca a te.

GUIDO> Massimiliano, no! Se deve essere figlia di qualcuno, allora sia figlia mia come è sempre stata fin qui, almeno per l’anagrafe. Non si tirano a sorte i figli!

MAX> (da arrabbiato) Né si recuperano 40 anni dopo! E poi … che hai da temere tu che sei così sicuro di non avere mai avuto rapporti con lei?

GUIDO> Nulla, certo. Io … E poi Rose mi è testimone. L’avete sentita.

EDY> (severa) No, lei non ha detto assolutamente così, anzi!

GUIDO> Comunque la mia memoria non vacilla oggi come non vacillava allora.

MAX> Cosa facciamo, Luca? (ma risponde Edy)

EDY> Direi di sospendere. Sì, credo che una pausa di riflessione sia più che necessaria! (Guido estrae la lettera e si mette a leggere in un angolo)

ROSE> Per me va bene. Però mi permettete una privata conversazione con Guido?

EDY> Certo. Tutti gli altri di là in ufficio. Vieni Mariel, sostituirai tu il Presidente. Ah, piuttosto, Rose, una parola? Scusa, vero, Guido. Voi andate, andate pure. (con Rose in un angolo, poi in centro scena quando Guido si sposta a dx) Rose, volevo dirti … ecco, quanto al fatto di non aver figli … insomma l’infertilità non è … un’esclusiva delle donne, lo sai.

ROSE> Ah, certo, lo so bene, ma che vuoi … Momento, vuoi forse dire che Luca …

EDY> Fu il ginecologo che nel momento in cui rassicurava me ipotizzava per Luca la necessità di un esame. E lui non sa che io, segretamente … ma l’esito fu chiaro.

ROSE> Oh, mi sollevi il cuore. Perché così tutto si risolve. Non più stupide ciocche e DNA.

EDY> Rimarrebbe pur sempre Max, però!

ROSE> No, tutt’altra storia quella. Chiama in causa la ragazza stupida che ero stata. Max aveva già allora occhi solo per lei, per Mariel, mentre io per pura rivalsa … Che vergogna!

EDY>  Oh povera Mariel che l’anno dopo si andò a sposare con quel marito … manco ricordo il nome. Durò qualche mese. Lei poi non volle recuperare con nessuno, anche se ora pare ...

ROSE> Già. Temo di dovere troppe scuse. E senza più significato!

EDY> La vita prima o poi chiede il conto, no? Bene. E ora che intendi fare con … lui?

ROSE> Lui chi? Guido? Ma se è così convinto … No, cara. Solo un grazie a te. E … silenzio su quel che ci siam dette, d’accordo. Vedrai, lavoreremo bene insieme! (Edy va, lei a Guido) Scusa se ti ho fatto attendere. Allora, hai letto? Che dici di quei versi in latino che io …

Scena III

GUIDO> “Odi et amo”. Già. “Qua re id faciam …”, eccetera eccetera. Odio e amore, opposti sentimenti che si combinano nella stessa persona! Capitava già nella Roma di 2000 anni fa: conflitti, tensioni, ire e poi? … Riconciliazioni. Ti odiavo e un attimo dopo ero lì a sorriderti. (pausa e curioso) Piuttosto è quest’altra frase a incuriosirmi …

ROSE> Dove? (tutto il dialogo in leggerezza)

GUIDO> Ecco, leggi. Vedi quant’ero scemo e chissà che intendevo … Chi al giorno d’oggi scriverebbe mai parole così! Non ridere, ascolta: “Era quasi sera in riva al mare. Tu mi correvi incontro, il cuore in tumulto. Io ero felice, come il ramo sospeso che all’ultimo lambisce l’onda prima che un bacio infinito l’acquieti”.

ROSE> Un bacio … infinito! Vedi? Due parole e un’atmosfera, ecco! Si ricrea! Allora che mi dici, poeta? Quelle parole sei tu che le hai scritte.

GUIDO> Certo, la scrittura è mia ma … è la memoria di quel momento che …

ROSE> Ti sfugge. Strano, non sfugge invece a me che - come dice qualcuno - son crudele, incapace di provare sentimenti! E invece, guarda un po’, in me è vivo, sì vivo, quell’abbraccio dell’ultima notte, che solo il silenzio sapeva dire. Ricordi? Tu in un canto senza parole. Io che piangevo non so che lacrime per quel che ci era successo.

GUIDO> Già, e fu lì che tu scavalcasti il divisorio, ti accoccolasti vicino a me, sempre più vicina … (in crescendo) fino al punto … Oh no!

ROSE> Oh sì, caro.

GUIDO> E tu pensi allora …

ROSE> Ciò che fu poi confermato dal medico qualche settimana dopo con l’esatta previsione di una nascita per l’inizio estate.

GUIDO> E Lilli nacque …

ROSE> Il 29 di giugno! Quindi, fuori di ogni dubbio sei tu …

GUIDO> Il padre. E ora lo devi confermare a lei, a Lilli. Tutto proprio mentre tu progetti …

ROSE> Ah, no, no, alt! Gli affari sono affari. Sposerò quel texano? Chi lo sa? Oh, non credere che ti farò sconti perché sei il padre di mia figlia. O ritrovi, subito, la marcia giusta e allora se ne può parlare, In caso contrario … (Max entra e sta in disparte)

GUIDO> Continua.

ROSE> Be’, esattamente quel che pensi. E dai! Ti resterà la scuola, i tuoi studenti e domani magari chissà … Intanto fin da adesso considerati fuori da ogni titolo di proprietà. Le quote, tutte 28 come sai, sono a nome di Lilli.. Oh, non vorrei però apparirti …

MAX> Per quel che sei. Rapace, antipatica, brava solo ad ingannare, a disporre, a comandare su tutto e su tutti!

ROSE> È la globalizzazione, bellezza!

MAX> Finalmente ti sveli! E val la pena che pure gli altri ascoltino.

GUIDO> Max, lascia. Per quel che mi importa …

MAX> No, Guido. Gliela faremo pagare!

ROSE> Illuso. Cosa pensi mai di fare?

MAX> Intanto avvieremo causa per plagio nei confronti della NJAC. Molti dei vostri più recenti “lanci” pubblicitari sono l’esatta traduzione dei nostri spot più riusciti. Inventati, guarda un po’, proprio da tuo marito! E posso ben provarlo.

ROSE> Ma cosa vaneggi?

MAX> Non vaneggio. Affermo, Rosemarie.

ROSE> Max, che noia! Ti ho già chiesto scusa! E con Mariel mi sono assunta ogni responsabilità per quella lettera. E poi dovrei spaventarmi perché il Max dal bel sorriso …

MAX> Tu sai che Massimiliano, quando ha le carte giuste, le sa ben giocare!

ROSE> (ride) Quindi tu pensi di potermi citare in giudizio … qui in Italia?

MAX> In Italia e non solo. Certo con il consenso del qui presente avente diritto!

GUIDO> Max, ti prego, lei è pur sempre la madre di mia figlia!

MAX> Non mi diventare patetico, eh! Se vuoi salvare te e soprattutto lei, sì lei, la tua Rose - quella a cui dedicasti lettere e poesie - be’ devi per forza passare attraverso i giudizi dei tribunali, qui e a New York. Lei cede solo di fronte alle sentenze.

ROSE> (strafottente) E da cosa ti viene - se posso - tutta questa sicurezza?

MAX> Dimmi tu, Guido. Che faccio? Ti rappresento o no nell’azione rivendicativa?

ROSE> Massimiliano, che delusione! Non sarai mai un uomo di successo.

MAX> (a Guido) Allora?      

GUIDO> Assisto allo spettacolo. Che mi diverte. Scusami, Rose, ma, OK, Max, procedi!

MAX> Bene. Ascolta, Rosemarie Clooney o Priscilla Oberon o che altro ancora. Ho qui a mie mani una scrittura privata, da te e da lui sottoscritta davanti al notaio Arici in data 30 agosto 1977. In essa si dichiara e si firma la natura economicamente paritaria del vostro rapporto. Ogni vantaggio che si fosse di lì in poi acquisito, in costanza di matrimonio, sarebbe stato considerato in solido nella misura del 50%.

ROSE> Io? Io avrei sottoscritto una bestialità del genere?! Impossibile. E poi … poi, io sono una cittadina americana!

MAX> Come lui, come Guido. Anche a New York, siete su un piano di perfetta parità. Lo hai detto tu poc’anzi. Lui è a tutti gli effetti tuo marito e cittadino americano.

ROSE> Ma è una buffonata. I miei sacrifici, le mie proprietà dunque sarebbero …

MAX> Tue … ma solo al 50%.

GUIDO> (ridendo) Scusa, Max, fammi capire. Io dunque sarei …

MAX> Non sarei! Tu sei!Un milionario. In dollari o in Euro, scegli tu.

ROSE> Ma voi siete pazzi. Se pensate che davvero io …

MAX> Che direbbe Lilli che attende con ansia di conoscere il papà? E poi, scusa, vuoi lo scandalo di una causa non tanto qui ma nella tua amata New York?

ROSE> Sei un essere spregevole! Questo è un ricatto intollerabile.

GUIDO> Max, forse esageri. E poi non toccare Lilli. Se lei è davvero mia figlia …

MAX> Lo è, lo è! Ma non lo hai ancora capito? Eppure l’indizio è chiaro. Lilli non è un nome casuale, soprattutto se lo unisci a quel tuo soprannome …

ROSE> Ma sì, sì! Lilli e il vagabondo. Una favola cretina costruita per le mie notti insonni. Vagabondo, ti chiamavo! Con te non ero sola, c’era finalmente qualcuno …

MAX> Che le voleva bene. Ed è ancora innamorata di te! Lo capii stamattina al suo apparire per quel trepido sorriso rivolto solo a te. Non è così, Rose?

ROSE> (reattiva) Io, io non ho tempo, non ho mai avuto tempo per queste cose!

MAX> E allora divorzia. O forse speri che sia Guido a decidere anche per te? Perché, son pronto a scommetterci, tu il divorzio da lui non lo chiederai mai.

GUIDO> Ma se c’è il texano …

MAX> Quello non conta. E’ che lei si trova tra due fuochi: continuare ad essere la temuta imprenditrice oppure fermare la corsa e arrendersi al desiderio di una famiglia finalmente e per davvero sua? Forza, decidi, Priscilla!

GUIDO> È … è davvero così, Rose? (lei rimane muta a testa china)

MAX> Prova, prova a dirle che le vuoi bene, che con lei ami anche la sua e tua Lilli! (pausa) Basta, mi sono stufato, vi lascio. L’assemblea ha bisogno del mio voto. (si avvia, poi già sulla porta) Ah, che faccio per quanto riguarda le vostre … quote?

ROSE> Hai la delega per tutte 28! Ah, Max, Max, mi costa, sai, tanto, dover dire grazie. Capita però che per vincere talvolta occorra anche saper perdere. (tutti)

LUCA> Bene, forza che ci siamo. L’assemblea ha raggiunto un importante compromesso. E se siete d’accordo potremmo chiudere già oggi  con voto unanime. L’azienda più che confluire si unirebbe, in una specie di “joint venture”, alla New Jersey Advertising Company conservando però il proprio tradizionale organigramma, seppur diversamente strutturato  …

MAX> Ti prego, Luca! Io sono in ferie. (sventola due biglietti a Mariel) Tu Luca ora fai il verbale, me lo spedisci via e-mail a Ibiza e tra un mesetto se ne riparlerà. Signori e … signora …

MARIEL> Signora cosa?! E poi che stai lì a fare, con quel sorriso scemo sventolando quei due biglietti come se … (capisce) Un invito … a me?

MAX> Sì, quarant’anni dopo … che dici di una vacanza insieme? Allora?

MARIEL> Allora, allora … Io dico che sei insopportabile, un balengo presuntuoso, pieno di … e tuttavia … (ride, lo abbraccia e con lui si avvia)

LUCA> Nell’organigramma, infine, viene confermato Guido che …

EDY> Caro, è meglio togliere il disturbo. Vieni, troppe tenerezze, dico bene, Rose? (si avviano)

ROSE> Troppe magari no, e comunque tu ricorda di restare sempre concreta! Ci sentiremo, bye!  (a Guido) Rose ora ha un’altra missione. Che dici, Guido, torniamo laggiù insieme?

GUIDO> (sorride ironico) Noi due a New York? Magari tenendoci per mano come allora e soprattutto come se nulla poi fosse stato? Rose, Rose!

ROSE> Là c’è tua figlia. Che più figlia tua non potrebbe essere. Guarda che a rimetterci son io che, chissà perché, continuo a voler bene a due sognatori come voi.

GUIDO> Vuoi dire che anche Lilli …

ROSE> Come te, ogni tanto s’incanta, alza lo sguardo al cielo e sorride ai suoi … pensieri. Quanto pagherei per essere così felice! E comunque se questa è la condizione, vedrò di farmi bastare i vostri sogni, di Lilli e tuoi. Ma senza illusioni (al pubblico) perché … la vita - si sa - è ben altra cosa dai sogni!

  Fine