Imputato di stupro alla moglie

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ZANGUIDI - maestro sei pensieroso taciturno

IMPUTATO DI STUPRO ALLA MOGLIE

Buffo gioco teatrale recitato da donne che vogliono esorcizzare  il passato

Processo brillante di anonimo del ‘700

Traduzione e adattamento

di

kramer moggia

Ciò che si rappresenta è di pura incontrollata demenziale fantasia, perciò, ogni riferimento a persone e luoghi, tempi e giù di lì, è puramente casuale.

I cognomi dei personaggi sono stati scelti evitando riferimenti a persone reali.

Copyright

Socio S.I.A.E.: autori-88397-31/12/1989 qualità D.O.R. autor parte letteraria

24041 Casalmaggiore (Cr) Via Cairoli, 93 – tel. 0375.41110 cell. 339.6821681


IMPUTATO DI STUPRO ALLA MOGLIE…

Buffo gioco teatrale recitato da Signore che con opere benefiche nobilitano se stesse

Processo brillante di anonimo del ‘700

Traduzione e adattamento

       di

kramer moggia

PERSONAGGI :

Piera  Imparziali    ( PIERA)                                                                   Giudice

Susy  Inutili          (SUSY )                                                                        Procuratore della Rep.

Olga Gomma        ( OLGA )                                                                   Cancelliere

Anna Pompilli       ( ANNA)                                                                   Avv. della difesa

Giusy Menagrilli   (GIUSI )                                                                     Avv. dell’accusa

 Eva   Testosteroni  (EVA     )                                                                  Vittima

Adamo Viagrati     ( manichino )                                                              Imputato

Patty    Rock           (Patty)                                                                        Imprenditrice

Prima   ( Maria )                                                                                       Della Giuria

Seconda                                                                                                            “        “                                   

Terza                                                                                                               “        “

Ciò che si rappresenta è di pura incontrollata demenziale fantasia, perciò, ogni riferimento a persone luoghi, tempi e giù di lì, è puramente casuale.

I cognomi dei personaggi sono stati  scelti evitando riferimenti a persone reali.

                                                     PRESIDENTE

Giudice a latere                                 PIERA                                            Giudice a latere

 ( manichino )                                                                                              ( Manichino )

                                                                                       ( sedia testimone)

Procuratore della Repubblica                                                                  Cancelliere

                        SUSY                                                                                                 OLGA

           Imputato          

( manichino)   Avv. Difesa                                                                   Avv. Accusa  - Vittima

                             ANNA                                                                             GIUSI          EVA 

SCENA UNICA

(Prima dell’ingresso in sala, su un tavolo, vi sarà un pacco di caramelle con una scritta: Preghiamo lor signori di prendere una caramella o anche più per  loro gusto, affinché dopo il processo possano esprimere il loro verdetto sull’imputato, mettendo in uno dei due cestini COLPEVOLE – NON COLPEVOLE,  il proprio voto ( caramella)”     

          Al centro in fondo,  sopra un palco piuttosto alto, sta il seggio del Presidente del Tribunale. Alla sua dx e sx i giudici.( manichini) A Sx la cattedra del Procuratore della Repubblica. A dx il Cancelliere. Davanti alla cattedra del Presidente la scritta “ LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI “ più sotto la bilancia della giustizia ( funzionante)

Sul lato sx la gabbia degli imputati. Davanti alla gabbia il tavolo della difesa con sedie.

Sul lato dx. il tavolo dell’accusa con sedie.

Sotto la cattedra della Presidenza a dx: la sedia per i testimoni. 

Ovviamente tutta la Corte è rivolta verso il pubblico.

La Giuria popolare è rappresentata dallo stesso pubblico.

In entrambi i lati della scena, verso il boccascena vi saranno due manichini vestiti da carabinieri. Essi all’inizio dello spettacolo saranno in piedi, sull’attenti poi con il procedere dell’azione assumeranno posizione di noia, poi seduti, poi con un fiasco in mano, poi ubriachi sdraiati a terra. A questi si faranno assumere le diverse posizioni, ritirandoli fra le quinte, per il tempo necessario, nei momenti in cui la concentrazione del pubblico sarà attratta maggiormente dalla recitazione dei personaggi.

Non è previsto l’uso del sipario trattandosi di un tribunale.

Non è possibile, poiché i personaggi principali rimangono sempre in scena, dividere le azioni in “ scene” ( per le prove ci si riferirà alle pagine del copione)

Il Presidente e gli avvocati sono facilitati, nella loro interpretazione, dal copione che avranno sul tavolo e che potranno consultare  come pro-memoria per il dibattito. Tutti gli altri interpreti non avranno questo vantaggio.

Prima dell’inizio dello spettacolo il palcoscenico non sarà illuminato.

Al terzo squillo del campanello di scena, cioè all’inizio dello spettacolo, il palcoscenico s’ illuminerà, mentre rimarrà in penombra la sala.

Quando ancora il palcoscenico non è illuminato, appena prima di esserlo, nella gabbia sarà portato l’imputato ( manichino) vestito da prigioniero, messo in piedi contro le sbarre. I due carabinieri spinti fuori.

          ( dal fondo della platea, con già in dosso la toga, entra, titubante, l’avvocato della difesa   e va, salendo la scaletta del palcoscenico, a parlare con l’imputato)

ANNA: ( rivolta all’imputato ) Spero che i giudici, quando si ritireranno in camera di consiglio per decidere della sua sorte, abbiano mangiato bene. ( ascolta ciò che dice l’imputato) -Perché mi chiede?- E’ molto importante: importantissimo, caro signore. Un giudice allegro soddisfatto e ben nutrito, è una cosa importantissima cui sperare.( ascolta)  Lei si meraviglia? Un giudice malcontento e con lo stomaco vuoto, caro signore, è sempre propenso a dar ragione all’accusa.( ascolta)- Ah, lei non ne capisce la ragione?-  Mah, forse per risparmiare tempo. Vede. Se è l’ora che volge al pranzo; i giudici hanno fretta di mettere i piedi uniti alle ginocchia e naturalmente a tutto il corpo sotto il tavolo da pranzo.- ( ascolta) - E’ inutile che lei faccia assumere al viso quella espressione. Questa è esperienza.- Discutere sull’innocenza dell’imputato comporta una perdita di tempo, perché si debbono valutare i pro e i contro. Dare torto all’imputato è quasi logico direi consequenziale, perché il ragionamento che seguono loro è il seguente- mi perdoni il bisticcio di parole:-“Se gli investigatori sono giunti alla determinazione di ritenere l’imputato colpevole avranno pur avute le loro brave regioni… E allora? Perché confutargliele?–(ascolta )Lei dice? Sono pur essi uomini! ( ascolta) -Lei si chiede come andrà a finire?- Visto che le sbarre sono di ferro…per fare gli scongiuri si attacchi a quelle o al gesto abituale di voi uomini!      

 (Poi, con calma, va al proprio tavolo e sistema i documenti che avrà tolto dalla borsa  portata con sé.

Poi,

dal fondo della platea entra l’avvocato della vittima, con la toga sulla spalla, seguito dalla stessa vittima, salutata  con strette di mano da diverse persone ( personaggi dello spettacolo fra il pubblico) e osannata dalle stesse.

La vittima indossa un vestito succinto ma nero a mo’ di lutto e il suo stesso comportamento è funereo, tanto esasperato da suscitare il riso

Le due donne salgono sul palco e mentre la vittima va a sedersi al tavolo dell’accusa, l’avvocato va a stringere la mano all’avversaria. Poi va verso il suo tavolo, applaudita, con già l’aria della vincitrice.

Dalla quinta esce il Pubblico ministero e va a sedersi al proprio posto.

Dalla quinta di sx. esce la cancelliera ( piccola grassa e traballante ) si porta verso il pubblico e:

OLGA – ( rivolta verso il pubblico) Tutti in piedi!  (pausa) Entra la Corte! Presiede il giudice: Piera  Imparziali

( le donne recitanti in platea si alzeranno dando l’avvio,  con il gesto delle mani,  ad alzarsi a tutto il pubblico ( sperando che lo faccia)

PIERA – ( entra con già la toga indosso elegante ( per ciò che si può vedere) sta per andare ad occupare il suo posto ma vede che non tutto il pubblico si è alzato e quindi rivolta alla  Cancelliere a mo’ di rimprovero) Beh? … E allora? (mentre ritorna fra le quinte)

OLGA -  (rivolta alla Presidente) Io gliel’ho detto di alzarsi… ma non è facile… Provo ancora (rivolta al pubblico) Tutti in piedi!  

PIERA – (rientra e va verso  la platea per vedere se si sono alzati tutti. Soddisfatta va occupare il proprio posto)

( I due giudici ( manichini)già seduti sulle proprie sedie, di schiena, verranno girati verso il pubblico)

OLGA – ( va a occupare la propria posizione. Essendo lei piccola ed il palco alto farà fatica in modo buffo. )

PIERA – ( rivolta  alla Cancelliere ) Vuol procedere?

OLGA – ( alzandosi ) Oggi, ( dice la data del giorno della rappresentazione pronunciando l’anno in modo che non si capisca ) iscritta  a ruolo è la causa :TESTOSTERONI/ VIAGRATI. L’accusa, che rivolge la querelante Eva Testosteroni al convenuto Adamo Viagrati: è di stupro. I due soggetti in causa  hanno convolato a giuste nozze - si fa per dire - un bel po’ di anni fa in un giorno tempestoso con lampi e tuoni. ( rivolta alla Presidente) Dicono: “ Sposa bagnata sposa fortunata. “  sarà…

ANNA -  ( rivolta verso la Giuria-  pubblico  per suscitare il riso ) Cosa ci sia poi da stuprare dopo tanti anni di matrimonio…

GIUSI – ( rivolta ad Anna) Guardi, illustre collega, che lo stupro si può esprimere in diverse forme.  (rivolta alla giuria- pubblico) Solo le menti contorte, con il pensiero fisso solo a quel punto, pensano sessuologicamente…

ANNA – Faceva prima  dire “ al sesso”

PIERA – Signori avvocati vi richiamo all’ordine. Non è certo questo il momento di lasciarvi andare a  provocazioni .

GIUSI – Chiedo scusa signor Presidente.

ANNA-              Mi associo alla collega. Ma la parola “stupro” mi è sembrata un po’ forte.

GIUSI – La definizione di “ violenza carnale “ sarebbe ancor peggio seppur appropriata.

PIERA-   Le due definizioni si equivalgono. Signore.  La mia pazienza non si equivale alla vostra impertinenza. ( rivolta alla Cancelliere ) Questo inutile inizio di dibattito vorrei non fosse messo a verbale.( rivolta verso il pubblico) Considerato, l’interesse- per la particolare attualità- da parte del pubblico per l’oggetto in discussione, prevedendo l’insofferenza da parte dello stesso ed in particolare del pubblico femminile, fin da ora ammonisco che non tollererò mugugni e tanto meno insofferenze verbali.

( dalle donne attrici fra il pubblico che indicheremo con PRIMA,SECONDA, TERZA)

Le battute in dialetto  sottolineate possono  sostituire quelle in italiano.

TUTTE  – Oh…oh…oh..

PRIMA –       ( imperativa )La Ghestapoh ha parlato. – La Ghestapo l’ha det la sua-

SECONDA – ( ironicamente ) Ma come è severa… -   Ma lè pran severa cla siura lé-

TERZA -       ( a voce più alta ) Qui non siamo nella sala del Consiglio Comunale!- Siarum mia in ciesa ca’s posa mia dì ‘na parola  -

PIERA -       (rivolta al pubblico con voce alquanto alterata) Questa non è la sala consigliare,ma il tempio della Giustizia e la sottoscritta è la PRESIDENTE!

PRIMA -       …Con i due ladroni a latere.- Cun i dü ladron at fianc.

PIERA -      ( rivolta ad entrambi i Giudici ) Avete sentito voi? ( rivolta a quello di dx ) ( ascolta )   

“ ladroni ?”  Solo? ( a sx) E lei? ( ascolta ) “ a latere?” Solo?  Meglio cosi!

SUSY -              (alzandosi e a braccio alzato, imperativa gridando) Questa impertinenza blasfema va severamente punita.

PIERA -  Ha ragione ( rivolta ai carabinieri, gridando ) Voi del servizio d’ordine arrestate quella donna!

SUSY-      ( delusa )Figuriamoci! Non vede che sembrano due manichini?

EVA -        ( si alza e cade svenuta con gran gesto tanto da attirare l’attenzione del pubblico su di sé)

GIUSI -    ( rivolta alla sua cliente nervosamente ) Ma cosa fa? Non è questo il  momento di svenire!  (sotto voce, ma ovviamente che si senta ) Siamo o non siamo d’accordo che l’avverto io quando è il momento. –Ma cusa fala? Lè mia cuschè al mument da svnì. G’ho brigà ‘n’ura par fac capì quant  sarös sta al mument giöst….

PRIMA -     ( ironica ) Bell’ambiente questo… dove si fan svenire le donne…Am cardevi che cust al fös ‘n’ambient at riguart… ma ché sa’sfa svnì li duni lè mia an gran ché

ANNA -       ( ironica ) Non fateci caso. Avrà saltato qualche pagina del copione che il suo avvocato le ha predisposto.

GIUSI -     ( sprezzante ) La mia illustre collega  non perde l’occasione di mostrare la propria  sensibilità di fronte al malessere di una povera donna, ahimè, resa debole dall’infamia di uno stupro.

ANNA -       Questo sarà tutto da dimostrare!

OLGA -       ( rivolta alla Presidente ) Cosa faccio?

PIERA-        ( nervosamente sconsolata ad alta voce) Cosa vuol fare?!  Non metta a verbale!

OLGA -       Si! Ma se si continua così il mio gettone di presenza va a farsi benedire.

PIERA -      ( fra sé) Ecco la preoccupazione dell’impiegato statale.

OLGA -       (in risposta a Piera ) … Forse perché dobbiamo combinare il pranzo con la cena per i nostri figli…

                           

Pausa lunga in cui tutti mostrano di calmarsi.

PIERA -  ( cercando di calmarsi ) Bene signori!

                 Vediamo di calmare i nervi di tutti noi, direi: alquanto tesi. Di por rimedio all’affanno degli animi piuttosto alterato. Come disse il becchino nel seppellire l’illustre avo: mettiamoci una pietra sopra.

Prendiamoci qualche attimo di pausa.

( mette i piedi sul tavolo ed accende una sigaretta )

( GIUSI va al tavolo della collega per raccontarle alcune barzellette che si sceglieranno prima dello spettacolo in modo che siano recenti )

(OLGA va al tavolo di SUSY e trae dalla borsa il termos di caffè con due tazze. Versa il caffè per entrambe.

(Entrano  in sala una o due  signorine vestite come le venditrici di sigarette nei saloon e gridando: “ Caramelle ” le offrono a chi le chiede.  Naturalmente quando Piera riapre il dibattito le caramellaie usciranno)

PIERA – ( togliendo i piedi dalla scrivania ed alzandosi spegne la sigaretta e completamente rilassata) Bene signori! Riprendiamo il dibattito!

( tutti tornano al loro posto )

          PIERA -  (rivolta al Cancelliere ) Cancelliere procediamo.

OLGA -    Bene, signor Presidente.

PIERA -   Vediamo di adempiere alle formalità di rito.

( rivolta agli avvocati) Signore come si sul dire “ è passata molta acqua sotto i ponti” da che abbiamo, quasi insieme, iniziate le nostre rispettive carriere con buon esito, direi; poiché di fronte a me stanno due principi del foro. Pur non di meno, in ossequio alla legge, le formalità  non sfuggono all’ intransigenza della stessa.(marziale) “DURA LEX, SED LEX ( I due avvocati si compiacciono, rivolgendosi al pubblico, per la sentenza latina)

PIERA – ( rivolta a Giusy )La querelante…

GIUSI-  “ Eva Testosteroni “ coniugata “Viagrati” Signor Presidente.

PIERA -  ( mentre scrive ) Assistita da lei avvocato Giusi Menagrilli.

 ( rivolta ad Anna ) Lei Anna Pompilli ha assunta la difesa dell’imputato…?

ANNA -  “ Adamo Viagrati” signor Presidente.

PIERA -   ( rivolta ad Olga) Ha preso nota Cancelliere?

OLGA -   Certo, signor Presidente. Gli estremi di tutti sono già stati verbalizzati all’inizio dei preliminari del processo, a seguito delle indagini del caso.

PIERA -   ( rivolta a  Susy )Pubblico Ministero: a lei la parola.

SUSY -    ( Con ampia gestualità ed eloquio pomposamente esagerati) “ usque tandem,Catilinae, abutere patientie nostrae?” -Fino a quando, oh Catilina, abuserai della nostra pazienza ? – disse Cicerone, ai giudici, nel foro romano allor quando fu scoperto il  tradimento di Catilina.

Ed ora io dico: ( rivolto all’imputato ) Fino quando, oh uomo, abuserai delle donne? ( con tono rassegnato e a mo’ di tiritera) Fino dai primordi della storia, che dico, fino nel Paradiso Terrestre: Eva, gentil creatura, fu sottomessa al volere brutale dell’uomo “Adamo“. Egli la privò di ciò che di più bello, più grande,- oserei dire – del divino, può portare in dote al matrimonio-anche se ai nostri tempi è considerato un opsional- la verginità! Si. Signori. La verginità - un fiore di cui non è apprezzato il sensuale profumo.

PRIMA -        Brava!

SECONDA - Ben detto!

TERZA -       Bis!

PIERA-          ( gridando ) Ordine! Ordine!

OLGA -         Silenzio in aula!

SUSY -         (soddisfatta, ripete ) “ Un fiore di cui non è apprezzato l’ eccitante profumo” Ma ritornando al soggetto, sottomise Eva -e la conobbe  in senso biblico- ai suoi bassi istinti, tanto che da quel primitivo amplesso, nacque il primo killer della storia. Esso diede inizio al proliferarsi dell’uomo sulla terra. Dico dell’uomo- perché la donna è stata tratta da  una sua semplice costola- con tutti i suoi difetti e vizi.  Abele,il fratello minore- usando una espressione latina “Ubi major minor cessat“ che tradotto in volgare è :- ed Abele l’ha preso nelle penne.

(Intanto gli avvocati della difesa e dell’accusa commentano ,con gesti, secondo i propri interessi, ciò che sta declamando il Pubblico ministero)

PIERA – ( rivolta a Susy ) Se dal Paradiso Terrestre dobbiamo arrivare ai giorni nostri, l’imputato sarà condannato alla memoria.

OLGA -    ( rivolta a Piera ) Debbo mettere a verbale?

PIERA -    ( insofferente ) Certo. E’ ovvio! Meno l’ultima battuta della Corte.

SUSY -     ( continuando) Il mio modesto eloquio, signor Presidente, non vuol riferirsi allo specifico caso in oggetto, anche, se si vuol passare il mio pensiero personale, parlare di violenza carnale, osservando la querelante e l’imputato, mi sembra eccessivo, visto il loro stato di conservazione. Vogliate, infatti, osservare attentamente l’espressione dell’imputato: quanto è inespressivo.

Io vorrei soffermarmi, specificatamente, sull’oggetto in discussione, più che altro, in forma teorica. Esso è il più ignobile, il più subdolo fra i delitti; anche se qui appare evidente, ancora una volta, la diversità fra uomo/donna. ( fa il gesto con le mani) “ Stupro-Violenza carnale” due espressioni che si equivalgono, ma che in sé portano tutta la differenza. Stupro: è maschile, violenza carnale: è prettamente femminile.

Dopo queste mie affermazioni, mi chiedo e chiedo alla Corte:” Come ha potuto, da solo, Caino proliferarsi nel mondo?” Evidentemente non c’è stato riferito che in qualche modo il sesso femminile ci ha messo del suo.                                                                                       

          Allora! perché non dirlo? Povere donne! come vi calpesta la storia! ( pausa) Mi si permetta di ritornare al Paradiso terrestre con un piccolo calambour. “ Tu , uomo, nel lavoro soffrirai le pene dell’inferno e tu, oh donna, partorirai con dolore. Ecco: qui si parla, finalmente, della donna,  ma solo  nel momento in cui prende una fregatura…( ironica) E poi dicono che una mela al giorno toglie il medico dintorno…

Ahimè, o donne, per l’evolversi della tecnologia e del progresso la fatica dell’uomo si avvicina sempre più allo zero, ma voi: donne, continuate a partorire con dolore.

PRIMA        - Bene!

SECONDA - Brava!

TERZA       - Ben detto!

         

OLGA      - ( eccessiva ) Silenzio! O faccio sgombrare l’aula.

PIERA     - ( rivolta a Olga ) Questo, se permette, lo dico io!

OLGA      - Chiedo scusa.

( da questo momento in poi, tutte le donne togate, intervenendo nella discussione, abbandoneranno il proprio ruolo ufficiale ed assumeranno quello di donna e per rendere evidente questo cambiamento di ruolo si toglieranno la toga. Abbandonando il proprio posto andranno ad appoggiarsi al tavolo del Presidente)

( queste prossime pagine che vanno dalla 8 alla 12 possono essere sostituite dalla parte dialettale )

ANNA      - Voglia permettermi, signor Presidente, di associarmi pienamente a ciò che il Pubblico Ministero ha teste affermato. La donna nei secoli ha sofferto la prepotenza dell’uomo, e anche se la civiltà nell’evolversi ha apportato un certo miglioramento nella vita della donna, la donna, pur non di meno, rimane succube dell’uomo. …

GIUSI    -  Ciò che asserisce la mia esimia collega, può essere vero e diciamo anzi che è vero, ma è pur vero che la donna sa trascinare l’uomo al suo volere… Il saggio detto volgare recita: “ Tira più  un capello di donna –voi mi intendete – che una coppia di buoi”…

PRIMA   - (intervenendo) Veramente non è proprio così. Par dì la’vrità lè püsè in sal volgare

GIUSI    - … Lasciamo che riposi nello scrigno della memoria la mela del Paradiso terrestre, di cui la molto onorevole Procuratore della Repubblica ci ha ricordato la leggenda… E’ notorio, infatti, che l’uomo conquista la donna solo se ella vuol essere conquistata. L’uomo, nella sua vanità, crede di espugnare un turrito castello sfondando il portone d’ingresso, ma non si avvede che la donna un po’ prima ha tolto il chiavistello.

Da qui il detto:” sfondare una porta aperta.”

ANNA     - ( continuando con lo stesso tono ) … E che dire della insensibilità dell’uomo quando afferma di esser l’unico a sacrificare se stesso per il bene della famiglia, con il suo lavoro, che magari assolve stando seduto, su una comoda poltrona, dietro una scrivania ingombra di sudate carte, che più che sudate sono ammuffite per il lungo riposo.

GIUSI   -  Ahimè, mio malgrado, ripugna alla donna che è in me controbattere alla illustre collega, ma la toga che indosso mi impone di ricordare che il lavoro dell’uomo non si svolge solo in un caldo ufficio, ma in rumorosi opifici o su pericolose strade…E che dire del pendolare che per raggiungere, puntuale, il posto di lavoro sacrifica molta parte della notte.  Il ritorno a casa,poi, non è men duro…

ANNA   -  La mia nobile collega, nella sua veste togata, ha portata la tenzone su un piano inclinato, dopo aver messo il piede sulla classica buccia di banana, per incontrare, in fondo, me che controbatto con valide armi.

PIERA    -   ( rivolta ad Anna) Avvocato Pompilli, non credo proprio che l’avvocato Menagrilli, sua degna rivale, le abbia offerto il destro per che ella possa controbattere ciò che ha teste asserito senza averne un premeditato tornaconto.

SUSY     -  ( rivolta a Piera ) Mi punge il desiderio, signor Presidente, di conoscere come l’avvocato della difesa possa controbattere le affermazioni dell’avvocato Menagrilli che mi sembrano concretamente valide

OLGA      - ( rivolta a Piera ) Debbo metter a verbale questa ultima parte?

PIERA      - Benedetta Cancelliere, non è evidente che queste sono punzecchiature fra eloquenti rivali per suscitare l’interesse del pubblico? Certo che questo non va a verbale!

( rivolta ad Anna) Finalmente vogliamo procedere nel dibattito?

ANNA     -  ( ironica  con enfasi esasperata e con gesto in negativo rivolta verso l’imputato ) Quanto si sacrifica il marito per i figli - asserisce la mia collega-  Come esausto torna a casa l’uomo dopo un estenuante lavoro. Egli, dopo una taciturna cena, ed un  rituale rimprovero ai figli - se altri impegni con gli amici non lo portano al bar, dopo aver vista l’ennesima partita alla televisione- stravaccato – mi scusi l’espressione, ma è un detto ormai comune da queste parti- stravaccato, dicevo,  su una rilassante poltrona, va a porre le sue stanche membra sul letto ristoratore, e,  fra le braccia di Morfeo, finalmente si abbandona.

GIUSI    -  ( continuando con la stessa ironia ) … Il suo rumoroso sonno è talmente intenso da non sentire il pianto della creatura che esige il cambio del pannolino o la passeggiatina in tinello. E allora, lei, la moglie,la madre, felice con l’allegria che le traspare dai ridenti seppur assonnati occhi, in piena notte, si alza e ninna il piccino , guardando estasiata,, come benevole madre, il marito che si riposa fra le calde coltri…

SUSY               -  ( con la stessa ironia continuando) E questa gioia, la mamma, l’ha provata i giorni prima e felice la immagina nei giorni avvenire. Al mattino, poi, ella, puntuale, si alza per preparare la colazione al riposato marito. Finalmente dopo che il marito se n’ è uscito, potrà governare, saltellando qua e là come una libellula, la casa; e pensare al menù del giorno che le viene così spontaneo dopo tanti anni di matrimonio…

ANNA   -  ( come sopra )Ella ora va a far la spesa, poi gioca con i figli. Li accudisce,  corregge i loro errori, punisce i capricci, controlla che non si facciano male,  e questo  per tutto il giorno ed i giorni dell’anno, mentre il povero marito è al lavoro a svagarsi con i suoi allegri colleghi.

GIUSI   - ( come sopra)E’ vero che il marito gioca con i figli, ma dopo dieci minuti in loro compagnia, una imprevedibile necessità lo porta ad occuparsi di altre cose.

Vorrebbe, egli, stare con i figli nei giorni festivi, ma precedenti impegni presi con i suoi amici lo portano fuori casa a vedere la partita.

Vorrebbe, egli, portare con sé la moglie, ma ben sa che prima vengono i figli.

ANNA    -   ( ironicamente accondiscendente ) La moglie felice lo consiglia, lo sprona, perché vada a divertirsi, a svagarsi, dopo una settimana di lavoro; ed, egli, di mala voglia esce. Prima di uscire manda un lungo bacio alla moglie in volo d’uccello ( indica con il gesto) mentre una lacrima di santa rassegnazione gli scende dall’occhio. Poi, chiusa la porta dietro di sé, con un bel respiro, scarica la ben nota frase ( cambiando tono ed un po’ sprezzante) “ Anche questa è fatta!”

OLGA  -  ( in estasi) Come sarebbe bello se il mondo umano fosse come il mondo animale! Che bella legge biologica è quella dell’Ape Regina. Ella dopo una notte d’amore, illude il suo illuso amante con baci e carezze e poi ( cambiando tono   decisa e con il gesto ) – ultimo orgasmo- lo sopprime.

Come deve essere stato affascinante il regno dell’Amazzoni.

PIERA    -  ( sognante ) … Vivere in un mondo senza uomini…

EVA       -  ( timida ) Ma gli uomini qualche gioia la danno…

GIUSI   -  ( rimproverando Eva) Beh? Ma lei tiene per il nemico? Vuol farci perdere la causa?

PIERA   -  (come sopra) Lei taccia che ne è la vittima!

OLGA   -   ( fra sé) E’ proprio vero che parla sempre chi deve tacere!

 

ANNA   -   ( come sopra)Quella lì non ha capito proprio niente.

GIUSI  -   ( cambiando tono )Il  Cancelliere dice dell’Ape Regina…? Nella leggenda umana: Turandot, non è forse l’Ape Regina? Addirittura ella non concede nemmeno la notte folle… ma condanna gli uomini con uno stupido indovinello…

ANNA    - ( ironica ) Si! Evidentemente perché non le piacevano. Quando, però, è arrivato l’uomo giusto, oh Si!… se si è affrettata a proporre l’indovinello prevedibile.

GIUSI   -  Ecco ancora una volta dimostrato che è sempre la donna che conduce il gioco!

ANNA   -  ( si volge verso l’Imputato ( manichino) come se fosse chiamata da lui. Va presso il manichino e ascolta ciò che dice. Torna fra le amiche)

GIUSI  -    ( rivolta ad Anna) Se non sono indiscreta cosa ti ha detto il tuo cliente?

ANNA    -    (rivolta a Giusy ) Te lo posso anche dire perché non inficia la sua difesa. Per dire la verità ciò che mi ha detto esula, se vogliamo, un po’ dal dibattito.

SUSY     -   Sai che noi donne siamo un po’ curiose.

OLGA  -    “Un poco” dice il Pubblico Ministero?

SUSY   -    ( rivolta verso Olga) Non stiamo troppo a soffermarci sugli avverbi. Diciamo pure che siamo curiose.

( tutte rivolgono lo sguardo verso l’Imputato)

SUSY   -   ( riferendosi all’Imputato)  Beh! Perché quello lì ride?

GIUSI  -   Quello lì sarebbe meglio che tacesse, e che pensasse ai fatti suoi e a tutti i dispiaceri cui andrà incontro quando Piera emetterà il verdetto.

PIERA -    (rivolta verso tutte) Ragazze non anticipiamo le conclusioni. Vediamo di ascoltare prima le argomentazioni di tutte.

OLGA  -   Certo che quando gli uomini affermano che noi donne ci mettiamo a parlare, non ci ferma più nessuno; non hanno tutti i torti.

PIERA -   ( rivolta a Olga) Beh? Ciò che sta dicendo cosa c’entra con il discorso che stiamo facendo?

OLGA  -   (verso Piera, scusandosi) Sembrava che foste così interessate a sapere ciò che ha detto l’Imputato all’avvocato Pompilli…Ma quanto pare sembra che non lo sappiate ancora.

SUSY   -   Questo è pur vero.

GIUSI  -   (rivolta verso Anna) E’ vero. Cos’è che ti ha detto (ironica) il super-uomo?

ANNA  -   Sapete che gli uomini non sono poi tanto originali. Mi ha chiesto cosa faremmo noi donne se non ci fossero loro.

OLGA  -   (decisa) Tutto potremmo fare senza di loro!

SUSY   -    (maliziosa) Proprio tutto: direi di No.

GIUSI  -   (c.s.) Anche di quello potremmo farne a meno.

ANNA  -    Non esageriamus!

SUSY   -    Che gusto ci sarebbe, farci belle se non ci fosse lui a giudicarci e magari a sceglierci.

OLGA  -    Senza lo stipendio del marito come potremmo fare la cresta sulla spesa?

PIERA             -   (rimproverando) Cancelliere: vediamo di non scendere troppo ai piani bassi. Cerchiamo di stare a livello sentimentale.

GIUSI  -    Nelle gelide notti invernali, andando a letto, dove potremmo, altrimenti, mettere i piedi infreddoliti, per farceli scaldare?

SUSY-        Come potremmo scaricare le inquietudini ed i pruriti di gioventù che abbiamo in corpo, se non ci fosse il marito  a sopirli con il suo caldo corpo?

ANNA  -    (romantica) Cosa c’è di più bello che essere abbracciata al tuo uomo di fronte ad un bel tramonto sul Po, nella stagione romantica, e vedere l’alba di un nuovo giorno, insieme?

GIUSI  -    ( ricordando con sentimento) Il “tramonto sul Po “: quanti ricordi mi  porta alla memoria.  Il primo bacio del mio futuro marito, ed ancor di più il nostro primo incontro.

ANNA  -    Dai: racconta.

GIUSI  -    E’ una dolce storia di tanti anni fa, ahimè.  Erano i primi giorni di Novembre. I giorni della fiera di San Carlo. Il Po aveva fatto il monello, con leggero anticipo, sulla sua abituale inondazione. In quel tempo il “ Lido Po “ era una sala da ballo molto rinomata nella zona.

SUSY   -    Lo ricordo bene. Si facevano serate ad alto livello. Il parteciparvi era motivo d’orgoglio per sé ed invidia per gli altri.

ANNA  -     Non interrompere; ti prego.

GIUSI  -    Gli organizzatori per   non interrompere le feste danzanti, avevano organizzato il trasporto degli allegri clienti, dall’argine alla gradinata del Lido, con affascinanti zattere. Ricordo che portavo un cappotto bianco. Lo ricordo bene perché temevo, ahimè, che si sporcasse col fango del fiume. Era la prima volta che mettevo piede in quella sala. Per dirla tutta era la prima volta che entravo in una sala da ballo.Ero accompagnata da mio fratello e sua moglie. Ero in controllata agitazione perché sapevo che LUI sarebbe  venuto. Erano giorni che, incontrandolo in città, mi volgeva sguardi assai espressivi.

ANNA  -    ( rivolta a Giusy )E tu rispondevi agli sguardi ?

SUSY   -    ( intervenendo) Conoscendo noi donne direi che li sollecitava.

GIUSI  -    Appunto. Seduti a tavolino, vergognosa, ho confessato a mia cognata che se  Lui fosse venuto ad invitarmi  mi sarei rifiutata. Mia cognata decisa: “ Non far la stupida” Lo vidi avvicinasi a passi sicuri. In quel momento compresi cosa si intende per  “ extrasistole “ del cuore. M’ invitò. Mi alzai. Mi abbracciò. Ballammo. Egli esordì così dicendo: “ Giusi credo che sia inutile darci del lei, perché ci fidanzeremo. “

ANNA  -    (sorridendo) Come hai fatto a reggere un discorso così lungo?

GIUSI  -    Non è stato lungo: ma sincero.

ANNA  -     E tu cosa gli hai detto?

GIUSI  -     Non ricordo. Ma  nella notte non ho preso sonno. L’indomani: il primo bacio in un bel nebbioso tramonto sulle rive del Po.

SUSY   -     Ragazze non meravigliatevi se l’approccio è stato sbrigativo. Evidentemente gli sguardi dei giorni precedenti sono stati a dir poco erotico-platonici.

OLGA -    ( ingenua)  Come facevate a stare lì con tutto quel freddo e quell’umido?

PIERA -    (rivolta a Olga con espressione di derisione) Cancelliere…!

( si conclude con la risata di tutte )

(Ora tutte indossano la toga e vanno al proprio posto entrando nel ruolo ufficiale) 

GIUSI  -   (rivolta a Piera)     Signor Giudice: quando questa infelice donna ( indica la vittima ) si è presentata presso il mio studio per pregarmi di assumere la sua accusa contro ( sprezzante indica l’imputato ) quello lì, era talmente disperata, distrutta, e di toccane infelicità che, benché io sia ormai  per il mio lavoro, anzi, per il nostro lavoro, diciamo così armata di acciaioso usbergo contro le vicissitudine umane ne fui: tremendamente colpita.

SUSY   -   (rivolta al pubblico, ironica ) Prepariamoci ad una lacrimevole sceneggiata.

PIERA  -  (rivolta ad Susy con rimprovero) La prego Procuratore…

GIUSI -   (continuando) … Fui colpita da quanto questa infelice ( indica la vittima) aveva in animo di compiere.

ANNA  -   Mi sembra che queste siano espressioni di stati d’animo  e non prove.

PIERA -   (rivolta ad Anna ) Abbia la cortesia di non interrompere questo racconto (rivolta a Giusy ) e lei avvocato venga al fatto.

GIUSI -  Il fatto è, signor Giudice, che la tapina voleva gettarsi nelle bionde onde – mi scusi la rima troppo avvicinata – del nostro grande fiume.

ANNA -  Evidentemente il fatto non si è verificato.

GIUSI – Il racconto era talmente toccante ( fra sé con gesto di disappunto ) - E dalle la rima -  …

ANNA -  (ironica) …e melodrammatica…

GIUSI -  Appunto… che il mio pensiero per associazione di azioni   è andato su quella infelice figlia di Gianni Schicchi dell’immortale Puccini, che tanto tocca il cuore di noi donne…  Vorrei proporre a questa Corte quella particolare  melodica atmosfera.

OLGA  -   Io sarò anche banale,  ma qui si va a finire nel melodramma…

PIERA -   ( rimproverando) Cancelliere! Veda di non sciupare l’atmosfera poetica di questo momento!

SUSY   -    Peccato che io non ricordi  quella romanza…

GIUSI  -    E’ la storia di una ragazza che illudendosi di andare sposa felice; privata di questa gioia;   confessa al padre di andare a buttarsi in Arno che bagna la bella Firenze.

ANNA  -     E’ talmente dolce quell’aria; che mi sembra di sentirla…      

( come una brezza leggerissima si sente l’aria del “ O mio Babbino  caro “  che pian piano aumenta di volume tanto da coinvolgere l’intera sala. A soggetto le attrici seguono con il gesto. Questo pezzo sarà ballato da una danzatrice o dal corpo di ballo,  illuminata da luci appropriate)

 ( Finito il pezzo)

SUSY -      ( riferendosi al testo del brano) Povera Lauretta anche per lei si ripetono gli errori dei ricchi parenti. dell’innamorato Rinuccio, che non permettono  di sposare la figlia di un semplice contadinotto che è Gianni Schicchi.

OLGA -    Però, se ben ricordo, il sempliciotto contadino riesce a metterglielo nelle penne  ai ricchi furbastri.

PIERA -    ( rimproverando) Cancelliere! Queste espressioni non si addicono al luogo.

SUSY   -    ( decisa ) E’ vero. Ma quando ci vuole ci vuole!

( pausa)

GIUSI  -    ( ritornando all’atmosfera precedente) A volte fa bene lasciarsi andare ad un po’ di romanticismo…

ANNA  -   … E ricordare i  momenti  felici, dei primi giorni del  matrimonio, quando ancora le cure della vita non ne sciupano l’incanto.

PIERA -   (triste) Quei giorni sfumano come l’allontanarsi della gioventù…

OLGA  -  … Come sfumano i danari verso il ventisette di ogni mese.

PIERA             -   (decisa e sprezzante) Ecco perché lei non riesce a far carriera!

PRIMA            -    (rivolta alle signore sul palcoscenico) Ciò che avete detto fino ad ora è molto interessante, e noi donne condividiamo appieno. E’ pur vero che quando ci mettiamo a chiacchierare, specie se di cose sentimentali, l’orario è un “optional “ ma mi sembra che abbiate perso il filo del discorso principale. Noi siamo venute con la speranza di assistere che una lite fra marito e moglie  si risolva con una condanna o un’assoluzione, ma se continuiamo di questo passo le nostre famiglie moriranno d’ anoressia. Verament nüatri sierm gnidi par savì chi g’ha rason. Va ben che nüatri duni quand cumincium a bagulà as’ferma pö ansöni, ma s’andum avanti at qul pas ché la nostra famiglia la mör at famm.

OLGA  -     (con espressione vendicativa ) Condivido appieno.

EVA     -     ( si alza e timidamente )  Io vorrei…

( la scena che segue deve essere talmente esasperata da essere una lite con ritmo veloce e sostenuto)

PIERA -     ( risentita per il rimprovero della Prima spettatrice sottolineato da Olga, si sfoga con l’indifesa Eva e rivolta a lei ) Lei per favore taccia. La querelante non può permettersi di rivolgersi alla Corte se non tramite il suo difensore.  Ci mancherebbe altro,ora, che si permetta ad una semplice  parte in causa di rivolgersi a NOI …

OLGA  -     Ha ragione signor Giudice ( rivolta ad Eva) e lei si vergogni! Ma come “ io vorrei…” non sa lei che qui in Tribunale le uniche che possono interloquire siamo noi?

PIERA -         ( rivolta a Olga) Lei Cancelliere rimanga nei suoi ranghi! Lei qui ha solo la funzione di scrivano! Non vada oltre il suo incarico!

OLGA -           (rivolta a Piera ) Se lei non sa imporre la serietà in questo luogo  deve pur esserci qualcuno che lo sappia fare, e quella sono io.

          

SUSY -             ( rivolta a Olga) Senti chi parla! che se c’è una mente ottusa quella è proprio la sua. Basti ricordare i suoi interventi quanto sono stati infelici ed inopportuni.

PIERA .-         (rivolta a Susy ) Lei non si intrometta! Il Cancelliere è alle mie sole dipendenze e solo io posso redarguirla!

SUSY-              Infatti si vede!

OLGA -           (rivolta a Piera) Sarò anche alle sue dipendenze, ma quando una persona mi fa innervosire – e questo è un eufemismo – io so rispondere per le rime!

PIERA -          Taccia svergognata! ( le lancia  il cancellino)

ANNA -           Ma signore! Ma dov’ è il  “ Savoir faire “ del gentil sesso di cui andiamo tanto orgogliose?

GUSI-              ( intervenendo molto decisa )Signore! Calmiamo gli spiriti! ( indicando Eva) Lasciamo che l’infelice parli!!!!

( pausa )

EVA -   (molto timidamente ) Vorrei andare… ( si schiarisce la voce ) ad incipriarmi il naso.

( tutte ammutolite si guardano. Si riguardano e scoppiano a ridere )

SUSY-  (rivolta a Piera) Ora che la querelante si è assentata per un tipico maquillage particolarmente femminile, possiamo procedere: o attendere che torni?

PIERA- Cosa vuole che facciamo? Attendiamo. Sospendiamo per il tempo necessario.

OLGA- (rivolta a Piera) Metto a verbale che la vittima” dell’odioso sgarbo”  si è assentata per motivi molto intimamente femminili?

GIUSI- ( rivolta a tutte) Un bravo avvocato, della propria cliente, deve saper tutto. La signora Testosteroni non si è assentata per -diciamo così -per un “cambio stagionale” E’ che la situazione in cui si trova,  lungi dall’ essere normale… -(rivolta all’imputato) Lei si tolga da quell’irritante viso,  quell’inopportuno sorrisino – …la colpisce nelle parti buie.

ANNA-            (rivolta  all’imputato, a bassa voce ma che naturalmente il pubblico senta) Senta: la sua situazione è già precaria, se poi l’appesantisce con atteggiamenti poco convenienti… (ascoltando  l’imputato ) Come dice? Va bene. ( rivolta verso tutti) Il mio cliente si scusa ma il sorriso, del tutto ingenuo, gli è venuto ricordando che quel caso le è accaduto lo stesso giorno, anzi momento, della celebrazione del matrimonio. Anche allora l’officiante, come il Procuratore della Repubblica, si è rivolto al chierico per chiedere consiglio. Il chierico ha risposto “ dato che va lei…ne approfitto anch’io”

GIUSI- (rivolta verso Anna) Le sembra corretto  creare attorno alla mia cliente una tal immagine?

ANNA-            Il mio cliente si è già scusato.

PIERA- (rivolta ai giudici a latere) Ora vi ci mettete anche voi?

( pausa )

  

( Susy e Olga vanno alla cattedra di Piera e conversano fra loro con scena muta. Anna e Giusi vanno a sedersi alla ribalta e converseranno con le attrici fra il pubblico. Può darsi che qualcuno del pubblico non si accorga immeditamente che il dialogo è da a copione. In questo caso le attrici se si sentono rispondono, senza farsi prendere la mano. In caso di bisogno usare la frase”come?: guardi non me lo dica”)

PRIMA-( rivolta a Giusi) La ma scüsa avucat: è tant ca g’ho cul rusghin ché in sal stumac cal và ne sö ne zò.

GIUSI- Piuttosto che mi stia male preferisco che ci faccia parte del suo “ rusghin”

 

PRIMA-         Ho ligì in sal giurnal poc temp fa, e po’ ogni tant assent anca in cla trasmission in television, la stesa sunada: dü i s’è spusà e dopu gnanca n’an is’ divit.

SECONDA-    (intervenendo) Qusta l’è mia ‘na gran nuvità. Adès i ragas ill’ha tolta sõ par ‘na fatüra…

TERZA-          (intervenendo) Magari i stà murus par an qual an e po’ dopu chi s’è spusà, in sal pü bel is divit. Me dighi: “Agarì vì al temp at cunusaf…” L’è mia pö müte ‘na volta ca sa stava davanti al purton a smurusà – as fa par dì – intant che li madar i fava filos in cli bèli siri d’istà quant fava calt e li sansali li fava da sanguöti…

PRIMA-     …Am ven da redar a pensac a sura… par mandà via li sansali impisavum an po’ at föc cum dl’erba verda par cal fös al föm… e acsè gavum da surbis al föm e pò anca al calt…

SECONDA-    (con espressione felicemente nostalgica)Dopu però da spusada  am piaseva pran fa al filos in strada. Quanti vastì um tajà. Par dì l’avrità ann’avum par töti.Gh’era sempar cula cla zeva: “ eccoci adesso inizia il gazzettino padano.” E alura alee…

TERZA-        ( continunando)  A zevi … e cum la cua at jocc  i guardava che fra lö e lé ac fös sempar ‘na certa distansa…

SECONDA-    At gh’è propria rason. Me madar po’ la gava al sò sistema. Ogni tant quant pareva che la roba la s’imbrüsiös l’am zeva:” Maria pröva andà in ca’ an mument  cam’para che tò padar alt’abbia ciamà.”

PRIMA-          Si; e magari to padar l’era a l’ustaria.

SECONDA-    Cat... l’era logica…

TERZA-          E al tò murus cusal’zeval?

SECONDA-    “Cul se a tò madar ogni tant ac gnös al… -bocca mia stette zitta- almeno par an po’ starösum in pace …”

ANNA-                        E’ propria vera che tre duni i fa an marcà!

TERZA-          E quatr’om i fa ‘na fera…

SECONDA-    Duni: lasè stà jom andua jè… che ogni tant sa stà ben sensa!

GIUSI-             (riprendendo) E par via dal “ rusghin” che in dla buca dal stumac?

PRIMA-          Ah…si. (riprendendo) Fin ca gh’è mia di fiöj… la roba l’è meno grave.

SECONDA-    E sa ghè di fiöj?

PRIMA-          Lasum sta i fiöj! Che lé: al dividas lè propria ‘n’asnada. I fiöj jè junic cac zunta intant che i genitur i fa i so comut. Ragasi…stum mia andà in sal trop pes.

TERZA-          Si!… Cl’è mèj.

PRIMA-          Me dighi:” vurì dividaf? Fè pür. Alura ugnön al va par la sò strada  e par la pügnata ugnön a pensa par sò cünt.

GIUSI-             Ma la legge prevede che il più debole dei coniugi debba essere protetto.

ANNA-            Non è detto che sia sempre la moglie. Potrebbe essere anche il marito.

SECONDA-    Sl’è al maré o lè intardet, o lè malà, opür al g’ha li söduli in si gumböt…

TERZA-          E  sas fa mantgnì da ‘na duna al g’ha la dignità suta i pé. E alura al vaga a fas ciava!

GIUSI-             Signora questa è una espressione che non si addice in un’ aula di Tribunale.

TERZA-          Qust lè an modo at dì ca druum da li nostri bandi. Lè sensa malizia e al völ mia dì qul ca s’ignifica.

GIUSI-             TRANSEAT.

TERZA-          Cusa völal dì?

GIUSI-             “lasum sta”

ANNA-                        E se è la moglie la più debole? E magari ha un’ età da non potersi trovare un lavoro?e magari si è divisa perché tradita dal marito?

PRIMA-          Qullé lè ‘n’atar per at manghi. In cul casu lè “ Il marito ha voluto cavalcare la cavallina?” adès al pedala!

ANNA-            Ragasi ricurdumas anca che la mujer cla sempar  fat  la casalinga al sò contributo a la famiglia all’ha dat. Lè giösta cla sia jütada.

SECONDA-    Qul lè vera. Però matumas in di pagn at lö. Al g’ha da lasà la ca’ a lé, lö circasa ‘n’atra ca’ e magari lé la stà in ca’ cum al sò amante  in fragranza di reato.

TERZA-          Qusta ché po’ l’ho mia capida.

SECONDA-    Si…insuma… non ufficialmente.

ANNA-                       Quando una persona non ha più legami ufficiali ha diritto alla sua completa indipendenza.

PRIMA-          Si: intant che cl’atar l’ha tacà via al capel e al ciöcia al mel.

SECONDA-    E po’… dmandumas?            Parchè is divit?

GIUSI-             Potrebbe essere benissimo perché non c’è più dialogo fra loro.

TERZA-          … O anca parchè i g’ha al murbeñ.

PRIMA-          ‘Na volta quant la pügnata la bujeva mia töti i dé: cli robi ché li succedeva mia.

SECONDA-    Adès, pürtrop, par tirà avanti i g’ha da laurà töti dü e alura quant “ si va a pascolare fuori “ as pöl catà al pastur cal cata sö l’erba püsè boña  sensa preücüpas se in ca’  qul ca tira la caröta  lè lö.

TERZA-          Certo che ‘na volta li duni jera propria schiavi…

SECONDA-    Sensa cüntà che ‘na duna divisa l’era cunsiderada  an po’ baldascana.

ANNA-           Vedete… La legge non è poi tanto sbagliata.

PRIMA-           Ecco la batüda dl’aucat: cal taja e po’ al vuns.

(Anna entra in scena rilassata, incurante disinvolta tanto da attirare l’attenzione dei presenti e va a sedersi al proprio posto. Tutti vanno ad occupare il loro.)

PIERA-          (rivolta a Giusi) Vuol ricordare alla sua cliente che le assenze debbono essere brevi?

OLGA-            Forse non si rende conto di essere in un’aula di tribunale.

 

ANNA-            Visto che è querelante direi proprio di “No”

GIUSI-             (rivolta ad Eva in privato) Le sembra questo il modo di entrare in aula?

 Beh, ma èl cusché al sistema da gnì dentar?

EVA-               Perché?

GIUSI-             Mi sembra la “ donzelletta che vien da la campagna in sul calar del sole…

EVA-               Perché?

GIUSI-             ( c.s.)Entra pimpante… Non si rende conto che i giudici sono maggiormente influenzati più del video che dall’audio? La ven dentar cla par ra regina Taitù… Sala mia che a chi lé ( indica il Giudice) a fa püsè culp al video dl’audio…

UN UOMO DAL LOGGIONE – ( rivolto a Eva) La’m dega siura: sèla “ incipriata il naso con l’Euchessina ? cla gneva mai avanti… “

SUSY-  (rivolta a Piera) Direi di riprendere il dibattito.

PIERA- Per l’appunto. (rivolta a Giusi) Avvocato Menagrilli vuol esporre i fatti?

ANNA-            La difesa è proprio curiosa di sapere il motivo per il quale l’imputato è alla sbarra.

( Le luci si abbassano ed un faro illumina Giusi )

(Parte seria)

GIUSI- ( con ritmo poetico) Era il momento in cui  la coda del giorno di molto si allontanava       dal tramonto del sole i cui raggi morendo “tenebra” vengon chiamati.      

Sulla stradella, che parimenti al nostro bel fiume va conducendosi, come gentil pulzella dal desio chiamata, qual libellula qua e là fra le ferite del terreno, da ruote agresti inferte, piene di grigio pianto, che il giorno avanti triste di nubi sfamò, saltellando va gaudente pel tempo estivo. Ella va verso un smanioso appuntamento con colui che le anulò il dito fedele.

Sotto il manto che l’avvolgeva: d’ intima femminilità era vestita.

Dalle onde piatte del fiume scorrente, or qui or là saltellando fuor dall’acque i pesci, vanitosi di energia, in una dimensione impropria. guizzavano

 Nell’altra sponda,una penisoletta sassosa, ostacola lo scorrere dell’acqua producendo riccioluti mulinelli che verso il mare ondeggiando vanno.

Più a valle la piatta spiaggia, ricca di silice e mica, riflette piccoli innumerevoli raggi di luce  che le sorelle  dal lontano cielo nutrono.

 In questa nostra sponda, invece,  l’acqua lambendo e baciando i bianchi sassi che l’uomo posò quando ancor giovane era la nostra patria: eccita una dolce musica che il silenzio interrompe.

( pausa ) E la luna lassù…( con espressione d’estasi) E la luna lassù…

( le luci si abbassano fino a raggiungere il buio, mentre luci appropriate illuminano il palco. Una ballerina vestita di bianco (  luna) entra dalla quinta ballando su un motivo che ricordi appunto una notte  di luna. ( forse” Notte di luna calante” di Modugno, ma solo musica o altra musica da scegliere ) Come commento alla scena Giusi o altri  e perché no una voce maschile  recita il brano che segue. Questa parte va tutta preventivamente registrata in modo da evitare errori di tempi e ritmo.)                     ( direi proprio che la poesia del Leopardi che segue deve essere letta da una voce decisamente maschile)

RECITANTE-           Quale in notte solinga,

sovra campagne inargentate ed acque,

là ‘ve zefiro aleggia,

a mille vaghi aspetti

e ingannevoli obbietti

fingon l’ombre lontane

infra l’onde tranquille

e rami e siepi e collinette e ville;

giunta al confin del cielo,

dietro Appennino od Alpe, o del Tirreno

nell’infinito seno

scende la luna; e si scolora il mondo;

spariscon l’ombre, ed una

oscurità la valle e il monte imbruna;

orba la notte resta,

e cantando, con mesta melodia,

l’estro albor della fuggente luce,

che dianzi gli fu duce,

                        saluta il carrettier dalla sua via.

(terminata la musica danzata le luci tornano al normale)

GIUSI- E i pioppi lontan verso oriente, dalla brezza mossi, pareva  che salutassero

quella futura notte d’amore.

ANNA-            Credo che il racconto della mia esimia collega, che mi sembra piuttosto recitato, segua un sentimento di un poeta conosciuto.

GIUSI- ( con un mezzo sorriso ) Anch’io lo credo.

OLGA-            (rivolta a Piera) Metto a verbale questa affermazione?

PIERA-  (insofferente ) Cancelliere? la prego! ( cambiando tono) Va bene. Metta a verbale che l’esposto dell’accusa ha tratto dal Poeta.

OLGA-                Debbo mettere il nome del poeta?

PIERA-  No! Perché, mi sembra, ci siano stati degli adattamenti. Non vorrei querele rivolte alla Presidenza.

ANNA-            Perciò direi che “ non è farina del suo sacco”

SUSY-  E perché non dovrebbe. La cultura non prende, forse, l’avvio dai  poeti fin dai tempi del buon Omero…La cultura di una persona non è forse un  frutto tratto dalla cultura di altri…?

PIERA- Il Procuratore mi trova pienamente d’accordo.

SUSY-  Questa ultima parte mi sembra che rappresenti un momento poetico, anzi, addirittura l’ultimissima parte mi è sembrata ,  ( indicando il pubblico) anzi ci è sembrata, particolarmente lirica, che quasi ci è parso di sentire una dolce musica che accompagnava un delicato ballo di una splendida fanciulla. Pur tuttavia credo: che sia lungi assai dal movente del delitto per cui ci troviamo qui a dibattere.

ANNA-     Il Procuratore mi ha preceduto in ciò che stavo per dire.

GIUSI-       Chiedo scusa alla Corte. Effettivamente fin qui ciò che ho riferito non è da ritenersi un movente: volevo  non già influenzare i giurati ( indica il pubblico) ma  rappresentare quell’atmosfera in cui si sono svolti i fatti e che tanto hanno influenzato lo stato d’animo dalla vittima.

PIERA-           Bene avvocato. Procediamo.

OLGA-                        Signor  Presidente, questa parte… (si interrompe perché bloccata dall’espressione

dura di Piera)

GIUSI-             (si guarda intorno per attirare l’attenzione su di sé e riprendere l’atmosfera di prima) Ella si avvicinò al capanno dei cacciatori- dire capanno è un paragonare una semplice casa ad una splendida villa- è in realtà un arrugginito rimorchio furgonato soprastante quattro fusti d’olio maleodoranti. Ella salì quei pochi gradini per entrare, attraverso il pertugio coperto da uno spesso tendone che faceva da porta, in quel covo.Già l’acre odore dell’olio frusto èccitò i suoi sensi, tanto quanto eccita l’olezzo del letame sparso sui  campi quando non è ancora fermentato. Il buio era talmente assoluto che quasi ella ebbe un senso di cecità. La delusione fu grande quando scoprì l’assenza del marito/amante.  Il desiderio lascivo, era talmente grande, che la rincuorò nell’attesa. La tenda s’aprì e passi maschili interruppero il silenzio. L’intimo vestito cadde ed ella con un balzo si avvinghiò al marito. Nel silenzio assoluto avvenne l’incanto. In lei le campane suonarono a distesa. I passi virili oltrepassarono la tenda. Ella distesa ancor sussultava.

Ancor pochi momenti trascorsero  ed il marito ritornò amante. Fu un tripudio di suoni, luci, colori, sublimi sensazioni.

Più volte ritornò il marito e le sensazioni furon sempre diverse. Persino nei giovanili anni LUI non fu così sublime.Ben sei volte il marito salì quelle scale.

ANNA-                        ( intervenendo con un evidente sorriso sulle labbra) Mi perdoni signor Presidente: Vorrei sperare che la mia collega non si rivolga alla serietà di  questa Corte- alla quale il tempo per le cause in attesa sono infinite e così attenta a non sperperare il denaro dei contribuenti- adduca come pretesto di stupro il racconto teste fatto.

Se non avessi rispetto per questa assemblea il semplice riso che a  stento trattengo si sfogherebbe in risata sfrenata. Ma come?! (domandandosi)Con l’indifferenza che c’è, e che tutti i sessuologhi ricordano… Gli stessi giovani mostrano indifferenza al sesso…(decisa) la mia illustre collega allude ad una situazione che sa di miracoloso… dico allude, perché mi sembra fisicamente impossibile e come routine, persino una noia.

GIUSI-             ( Decisa e aspra ) Sei scale di seguito sono una tortura. Ma che dico!: una violenza carnale!!!

OLGA-                        ( timidamente) Porterei all’attenzione di questa Corte il cognome dell’imputato che come si suol dire “ è tutto un programma”.

(  Piera e Susy sono segretamente amanti di Adamo. Perciò la loro recitazione,eccessiva,, deve essere favorevole all’imputato)

PIERA-           Mi faccia il piacere Cancelliere: il signor Viagrati porta il nome del padre del nonno e così via da tempo immemorabile quando era- il peperoncino- l’ultimo ritrovato della scienza.

OLGA-                        Mi scusi Presidente: questo non lo metto a verbale.

SUSY-              Mi perdoni signor Presidente: ma anch’io mi associo alla collega della difesa. Nella vita di un uomo non ci possono esser tutte quelle scale consecutive.

ANNA-                        Io mi rivolgo alla Giuria ( si rivolge alla platea ) e chiedo se fra loro ci sia qualcuno che possa affermare il contrario.

PRIMA-          Magari  fös pusibil!!! Ma sa gh’è dli duni cli sa po’ gnanca sa gh’è li scali…

SECONDA-    Stum mia esagerà! A ca’  mia, par esempi, g’ho dò rampi da scali.

PRIMA-          (canzonatoria) Si ogni mort at vescuf.

TERZA-          Me ragasi  mad’mandi sa si dré a pensà in sal serio a qul ca si dré a dì. Ma sif stadi atenti a qul cl’ha cüntà l’avucat dl’accusa? Ses volti mia vöna o dò lè andà  so e zò par cla scala cl’energumeno là. E lé… andag adré. Ah… se cla roba lé lè mia stada ‘na esagerasion… an sacrifesi… i g’ha rason da ciamal stupro.

ANNA--           “Semel in anno licet insanire

TERZA-          Sl’è capitada cla volta lé: capesi mia parchè la sia mia capitada anca prima.

PRIMA-          Certo che a pensac a sura ben… töt cli scali lé töti in ‘na volta  cum töti li scali ca gh’è da fa in ‘na ca’ an certo punto at ven l’ingomit.

SECONDA-    At gh’è rason. Me pütost a vò a stà in d’an condominio andua gh’è l’asensur. V’immaginef, ragasi, müta al sarös bel l’amore platonico?… Pudì dormar töti li siri in pace…

PRIMA-          Dì ‘n’atra stüpidada müte cla lé e me at’tiri na scarpada. A meno ché tò maré al sia mia an dindulon…

GIUSI-             Mi compiaccio con le signore della Giuria perché se in un momento di euforia si sono fatte prendere dall’entusiasmo poi “ a bocce ferme” come dicono gli uomini, si sono ravvedute.

 

OLGA-                        (rivolta a Piera) Vedo però che nessun uomo si è espresso.

TERZA-          Lur par an vers o par cl’atar è mej chi tasa.

PIERA-           ( con una certa acredine ) Ricordo all’avvocato della difesa, l’ortodossia della procedura in Tribunale. Essa avverte che gli avvocati non si possono rivolgere alla Giuria chiedendo opinioni. Ciò oltre ad essere assolutamente proibito dalla prassi è anche scorretto come etica  e soprattutto psicologicamente, in quanto le persone alle quali ci si rivolge in un ambito pubblico, prese dalla smania di protagonismo possono fare affermazioni ingiuste e partigiane che influenzano gli altri della Giuria.

SUSY-              ( anche lei con asprezza ) Naturalmente mi associo al Presidente   e ricordo, fermamente, che una persona citata in giudizio non è colpevole fino quando è passata in giudicato.

Le considerazioni, testè fatte, anche se dette al generale, erano evidentemente, pongo l’accento su evidentemente, riferentesi all’imputato; il quale deve avere ogni garanzia di giudizio.

PIERA-           ( quasi scusandosi) Ora non sta alla Presidenza difendere più oltre l’imputato, (ora con sicurezza) ma egli- è notorio- gode nel suo ambiente e, anche più ampiamente fra la gente, un’ottima reputazione…

SUSY-              (intervenendo)  … Una reputazione, aggiungo io, che se messa in dubbio  da un sommario giudizio   pubblico, ben a stento può essere recuperata. ( decisa) L’imputato è degno  d’ogni rispetto fino a prova contraria.

PIERA-           Le sue doti di scalatore non possono essere messe in dubbio, fino al verdetto, da persone non direttamente interessate…

SUSY-              …Specie… aggiungo io… se è dotato di attrezzatura fisicamente tecnica: efficiente.

PIERA-           (subdola) Noto che il Procuratore esprime un certo interesse sulla difesa dell’imputato.

 SUSY-             (a tono) Se non fossi irriverente direi che avrei  la stessa impressione …

OLGA-                        ( intervenendo decisa) Questo non lo metto a verbale!( ( con la coda dell’occhio, ammiccando, guarda Piera )

GIUSI-             Mi è parso di capire che è stato messo in dubbio  l’entusiasmo che ha posto il marito nel fare le scale… A me poi non sembra tanto strano… o perlomeno…

PIERA-           Invito l’avvocato della difesa, a procedere nel dibattito in modo che si possa raggiungere una certa concretezza che fin ora non mi sembra  abbiamo raggiunto.

GIUSI-             Bene signor Presidente. Credo sia opportuno chiamare al posto dei testimoni la stessa vittima.

ANNA-                        Mi oppongo. Vediamo di non arrivare troppo presto alle conclusioni. Limitiamoci a definire la sua cliente “ querelante”

PIERA-           Proceda.

GIUSI-             Chiamo a deporre la signora Eva Testosteroni.

( Eva va a sedersi al posto dei testimoni )

GIUSI-             (si alza e va a fianco di Eva) Bene signora Eva. Vorrei rivolgerle qualche domanda.

EVA-               ( con il solo gesto) Va bene.

GIUSI-             La invito a dire la pura e semplice verità.

EVA-               ( rivolgendosi verso il pubblico) Va bene.

GIUSI-             Si rivolga verso la Giuria  ( il pubblico) in modo che essa possa giudicare ciò che dice  dall’espressione del suo volto.

EVA-               ( c.s. rivolgendosi verso il pubblico) Sta bene.

GIUSI-             Vuol dire al signor Presidente il giorno esatto in cui si sono svolti i fatti testé da me enunciati?

EVA-               (la sua deve essere una recitazione timida, imbarazzata e stentorea) Il 25 Aprile.

GIUSI-             Come mai questa data?

EVA-               E’ l’anniversario del nostro matrimonio.

GIUSI-             E come mai si è sposata in questo giorno?

ANNA-                        (ironica alludendo al fatto politico) Sicuramente ha festeggiato la fine della sua resistenza .

PIERA-           (riprendendola) Avvocato la prego.

ANNA-                        ( c.s.)Direi, anzi, che ella ha festeggiato la sua resa incondizionata.

GIUSI-             (rivolta Anna) La prego avvocato: sono cose serie.

ANNA-                        Appunto.

GIUSI-             (ad Eva) Si è sposata in abito bianco?

ANNA-                        Non mi sembra una domanda pertinente.

PIERA-           ( a Giusi) Proceda.

EVA-               No.

GIUSI-             Come mai? Quello è il giorno più bello nella vita di una donna.

EVA-               (si schiarisce la voce) Era un vestito tanto bello  che l’ho provato tante volte per cui il giorno del matrimonio era sgualcito.

GIUSI-             (riprendendo Eva in privato) Non eravamo d’accordo che doveva dire semplicemente “ Si”?

EVA-               (scusandosi) Mi ha detto di dire la verità?

GIUSI-             In Tribunale la verità si dice solo quando fa comodo.

EVA-               Mi scusi.

GIUSI-             Così l’impressione favorevole che volevo dare della sua purezza è andata a farsi benedire.

PIERA-           Non abbiamo capito. Vuol ripetere ciò che è stato detto?

GIUSI-             Mi scusi Presidente. L’ho invitata a non essere timida.

ANNA-                        Mah!

GIUSI-             E perché a scelto il 25 Aprile?

EVA-               Aprile. Aprile perché è il mese dei matrimoni. Poi essendo un giorno festivo abbiamo pensato  di evitare disagio agli invitati, compagni di lavoro di lui

GIUSI-             Era il solo motivo?

EVA-               No. Anche perché: era fra i giorni “ non utili”

PRIMA-           Töt al munt lè paes!

PIERA-           Silenzio per favore.

GIUSI-             Normalmente l’appuntamento con il marito si fissa nell’intimità della casa. Come mai sulla riva del fiume?

EVA-               Mi è sembrato che l’aria frizzante di primavera, il cinguettio degli uccelli, lo stormir di fronde ed il gorgoglio delle acque fossero…

ANNA-                        ( fra sé ilare) Te lo immagini dopo anni di matrimonio…?

GIUSI-             E solo per una atmosfera poetica che…

EVA-               No. E’ che…

GIUSI-             Dica pure.

EVA-               Erano ormai mesi che non mi rivolgeva… “ la parola”

ANNA-                        Ora l’intimità viene chiamata “ parola”

PIERA-           (troppo seria, e curiosa)  Veda di non interloquire continuamente.

SUSY-              ( come Piera) Mi associo al Presidente. Non è possibile che si continui ad interrompere l’esposizione della teste. E’ importante che si sappia…

EVA-               E’… che ero disperata. Non solo perché…Ma anche perché temevo che nella sua vita ci fosse…

SUSY-              (decisa) Io non capisco perché se un marito fa qualche assenza si debba subito pensare che…

PIERA-           Sono d’accordo con lei. Ma lasci esporre.

EVA-               E’… che… tutte le sere usciva per lavoro… diceva lui.

GIUSI-             Suo marito che lavoro fa?

EVA-               L’idraulico

ANNA-                        Ci Siamo. L’idraulico aitante che s’ intrufola nelle case quando il marito è assente. Una volta era il postino… Anche qui ci si aggiorna.

PIERA-           ( rivolta a Giusi ) E lei cos’ha da dire contro gli idraulici. E’ una categoria come le altre che va rispettata.

SUSY-              Se è un bravo operaio non vedo perché… (si interrompe imbarazzata)

GIUSI-             (rivolta a Eva) Non si preoccupi vada avanti.

EVA-               Disperata mi sono rivolta persino alle maghe…ma quando ho sentito in televisione ciò che sta accadendo… ho smesso.

 

GIUSI-             E ha fatto bene.

EVA-               Consigliata dalle mie amiche ho provato a cucinare un po’ pepato; ma non dava risultati. Anzi, per dire la verità, sono stata ripresa da mio marito perché alzandosi da tavola aveva le labbra pallide.

ANNA-                        Lo credo bene.

EVA-               Mi hanno consigliato di rivolgermi alle ostriche .  Infatti, quel giorno ho cucinato ottime ostriche spagnole. Il negoziante vendendomele me ne  ha parlato un gran bene. Lui lo diceva ridendo, ma io ho creduto  che fosse vero.

GIUSI-             Ed era vero?

EVA-               (decisa e soddisfatta ) Si…si… altro che.

GIUSI-             ( rimproverando in privato) Moderi l’entusiasmo! Vuol farci perdere la causa…

PIERA-           Come diceva?

GIUSI-             (rivolta a Eva   con il solo gesto) Vada avanti

EVA-               (riprendendosi esageratamente ) Ho provato le pene dell’inferno.

GIUSI-             Ecco signori l’espressione più sincera.

ANNA-                        (prendendola in giro ) Ohhh… ma che pathos ha creato. 

GIUSI-             (solenne dopo aver sferrato uno sguardo cattivo ad Anna) Signori del Tribunale concludo le mie domande affermando solennemente che” Sei rampe di scale di seguito creano affanno ad una donna di una certa età! e ciò è un eufemismo

PIERA-           (rivolta ad Anna) L’avvocato della difesa vuol contro interrogare la teste?

ANNA-                        Vorrei rivolgere alla querelante qualche domanda attinente a quella fatidica notte, in cui,  così ricca di  eloquio,la mia collega ci ha poeticamente illustrato, anzi, mi correggo, affrescato. (Si alza e va presso Eva)

EVA-               ( fa un cenno di consenso col capo)

ANNA-                        Signora Testosteroni: già il suo nome  ci anticipa il suo modo di comportamento in quel casotto.

GIUSI-             Signor Presidente mi oppongo. Se dobbiamo puntualizzare sui cognomi, penso che la collega  si dovrebbe sentire almeno a disagio.

ANNA-                        (rivolta a Giusi) Si. E il suo si accompagna magnificamente  alla sua cliente.

GIUSI-             Se puntualizzando  sul cognome della mia cliente intende influenzare la Giuria per trarne un subdolo vantaggio:  ciò mi sembra alquanto squallido.

SUSY-              Ognuno ha il nome del casato che ha ricevuto dai suoi antenati. Il fatto che casualmente sembra, secondo le colleghe, appropriato: è del tutto casuale. 

PIERA-           Prego lor signore di stare nei limiti dell’etica professionale.

OLGA-                        (rivolta a Piera) Vuol che ripeta i nomi degli avvocati in modo che la Giuria li possa ricordare?

PIERA-           (rivolta a Olga) Brava. Si serva del suo cognome per cancellare questa sua battuta su un diverbio  fra colleghe, che mi sembra abbastanza squallido. ( rivolta a Anna) La prego di procedere.

ANNA-                        Bene signora Eva. La mia illustre collega ci ha magnificamente raccontato in forma poetica l’ambiente ed il tratto di stradello che l’ha condotta al casotto. Ora vorremmo che ci raccontasse  ciò che   nel casotto accadde.

GIUSI-             (rivolta a Piera) Mi oppongo.Vorrei che la mia illustre collega sostituisse alla parola casotto  la parola capanno, perché non vorrei che si facessero dei subdoli riferimenti.

ANNA-                        Facendo un passo indietro mi sembra di ricordare  e vedere nei miei appunti, che quella tal notte non fosse splendida come il suo avvocato ci ha riferito- naturalmente durante i vostri colloqui.-

EVA-               Oh…No! Era una notte splendente di stelle. Sembrava che si rincorressero come in un gioco celeste.

ANNA-                        Lasciamo che le stelle si rincorrano fra di loro.. Come mai suo marito si trovava da quelle parti quella particolare notte?

EVA-               Erano diversi giorni che Adamo  mi parlava del passaggio di certi tipi di uccelli migratori che sarebbero passati sul Po.

ANNA-                        E perché proprio sul Po?

EVA-               Non saprei… forse per loro è un punto di riferimento.

ANNA-                        (ridicolarizzandola) Si! come quella barzelletta che dice che gli aerei partono dalla Malpensa arrivano all’imbocco del Taro poi svoltano a sinistra e vanno direttamente in America.

GIUSI-             Mi oppongo signor Giudice. La mia cliente si trova già molto a disagio per la posizione in cui si trova ed in particolare ora di fronte al pubblico. 

PIERA-           Opposizione accolta. ( rivolta ad Anna) Veda di rimanere fra i paletti.

ANNA-                        Mi scusi. (rivolta ad Eva) Naturalmente lei non conosce gli stormi che sono passati da queste parti.

EVA-               Oh…altro che! Sono : i rügon, i durden, i nadar,i fürbon,i fischiaröi.

ANNA-                        Mi sembra erudita in materia. Solo che per me: sta parlando in arabo.

EVA-               Beh… in italiano sono: i marzaioli, gli alzavole, i germani reali, i codoni,e i fischione.

ANNA-                        E come fa a conoscere i nomi tecnici- diciamo così?

EVA-               Un nostro amico cacciatore che è anche veterinario non perde occasione  di farci una cultura venatoria. Mi sembra che la parola sia giusta.

PIERA-           Non mi sembra il caso di perder tempo su questi particolari.

ANNA-                        Mi è stato rimproverato di mettere a disagio la querelante… Con queste domande intendevo stenderle  i nervi.

GIUSI-             Se permette i nervi alla mia cliente glieli stendo io.

ANNA-                        ( a Eva) Vediamo al dunque. Se ben ricordo, la mia collega ha riferito che non appena suo marito è entrato nel casotto – chiedo scusa- nel capanno  lei si è aggrappata a lui e da quel momento è iniziato ciò che ha definito il suo avvocato” L’intimo vestito cadde ed ella con un balzo si avvinghiò  al marito” Come mai tanta foga?

EVA-               (timidamente) Le mie amiche mi hanno consigliato questo gesto per provocare   -han detto loro- produzione di adrenalina  che fa bene all’amore.

ANNA-                        Questa è bella! Sicché, se un ladro punta la pistola ad una persona, questo preso da spavento produce adrenalina e quindi abbraccia  innamorato il suo aggressore.

PIERA-           (rivolta ad Anna) Ancora una battuta come questa e l’accuso di vilipendio alla Corte.

ANNA-                        Mi scusi.

GIUSI-             Il nostro professore all’Università ci ha insegnato che le cause si vincono producendo prove. Qui mi sembra  che si produca ilarità da mercato.

ANNA-                        (rivolta a Giusi) Oh… senta…

PIERA-           Ora basta!

ANNA-                       (rivolta ad Eva) E suo marito come ha reagito?

EVA-               Se devo dire la verità…

ANNA-                        Perché ha dubbi?

EVA-               Se debbo dire la verità, mi è sembrato un po’ imbarazzato, sorpreso al primo momento tanto che quasi non l’ho riconosciuto, poi, invece, non so come dire si è… si è ringalluzzito. Anzi, dall’entusiasmo e dallo spasimo sentì, poi, il bisogno  di uscire, quasi fuggi a prendere aria… penso.

ANNA-                        E lei?

EVA-               (esplodendo di gioia) Io ero felice come una Pasqua.

ANNA-                        (ridicolarizzandola) Bella espressione!

EVA-               Sì!… Sì! Felice come una Pasqua e ho benedetto le ostriche.

ANNA-                        Le ostriche?

EVA-               Si! Le ostriche! Quel giorno- come ho detto prima- consigliata dalle mie amiche, ho cucinato le ostriche spagnole

ANNA-                        E perché quelle spagnole?

EVA-               Ma non so… forse perché gli spagnoli sono esuberanti…

ANNA-                        Se lo sono gli spagnoli non vedo perché lo debbano essere anche le ostriche che vivono nel loro mare.

EVA-               Le mie amiche mi hanno detto che le ostriche, arrabbiate perché gli uomini le mangiano, loro si vendicato lasciando uscire un liquido che produce agli uomini un desiderio incontenibile.

ANNA-                        Non mi sembra una gran vendetta.

EVA-               Si è vero. Ma non tutti hanno il partner, come si dice ora, per far…le scale.

ANNA-                        Non è che sia stato l’amico veterinario  a raccontarle queste cose.

EVA-               No…No. Le mie amiche. Me l’hanno assicurato.

ANNA-                        Mah…! Omnia munda mundis.

EVA-               Come?

ANNA-                        (compatendo) Tutto è puro per i puri. E poi?

EVA-               Egli risalì le scale e fu un trionfo.

ANNA-                        E questo “ trionfo” continuò?

EVA-               Sì! E ciò che più mi colpì… mi esaltò… salii alle stelle e la luna baciai… è che ogni salita di scale era come sfogliare libri diversi.

ANNA-                        (rivolta alla giuria- pubblico- d’ora in poi deve essere tutto in  crescendo) E secondo voi, vi sembra che questa invasata donna sia stata stuprata?

La nostra ragione, il nostro buon senso, i nostri desideri sono stati stuprati da questa ingenua  donna, che di ingenuo ha solo la recita nell’arte drammatica: e per il motivo per cui siam qui tragicomica.

( rivolta a Eva) E lei “ donna” vuol capire che l’oggetto del contendere  è lo stupro ?! Violenza carnale, come ha osato definire il suo avvocato. Non pensa che tutto ciò potrebbe mandare, se creduto dalla Giuria, in carcere, il mio assistito? (domandandosi) E solo per che cosa?(affermando) Per le sue reticenze… affermazioni, che oltretutto sono unilaterali. (esplodendo) Si rende conto di ciò che è in ballo?!!! Qui si parla di stupro! Non di bazzecole!!!!

( pausa)

(questa prossima battuta  è la chiave della commedia che dà una svolta alla stessa. Perciò deve esser detta molto chiaramente, in modo da essere recepita dal pubblico)

EVA-    (serafica, quasi piangendo) Non è questo lo “stupro”… E’… è che… da quella volta non accadde più nulla!

( pausa)

ANNA-                        (rivolta a Piera delusa) Mi perdoni signor Presidente, ma questa sedicente “ vittima” è disarmante. La sua ultima affermazione mi fa dire:” Cosa ci stiamo a fare qui noi!?” Anzi lo so benissimo. Io la condannerei per oltraggio alla Corte, per spreco dell’Erario statale, per vilipendio al buon senso umano. ..A questo punto non ho più nulla da chiedere al teste.

PIERA-           (rivolta a Eva ) La signora si può accomodare.

EVA-               ( mesta si ritira al proprio posto)

SUSY-              (con recitazione subdola) Ciò che propone l’avvocato della difesa è di competenza del Procuratore della Repubblica la quale fa sua la proposta della collega. Io mi domando se era il caso di portare in giudizio una persona come il signor Viagrati, che ai rapporti interpersonali porta lo stesso slancio ed entusiasmo che applica al suo lavoro.  Non appena si presenta in una casa, chiamato per risolvere un problema tecnico, affascina la padrona di casa con i suoi modi gentili, e direi quasi avvolgenti. Tenace nel lavoro fino a che colui che l‘ha chiamato non si sente soddisfatta.Asciutto ne modi come nel fisico esprime tutta la sua energia.( sognante) E’ bello vederlo lavorare. E’…è soddisfacente.

PIERA-           ( anche lei con fare subdolo) Evidentemente, se in passato il marito non ha avuto per la moglie quelle premure di rito, ciò può essere addebitato alla stessa: per trascuratezza alla sua persona nei momenti intimi o semplicemente abitudinari nella gestione della casa.

Il fatto di vedere la cosiddetta “vittima” ora qui agghindata “ pro domo sua” evidentemente consigliata dal suo avvocato…non  deve trarci in inganno. …

GIUSI-             (subito) Signor Presidente…

PIERA-           (riprendendola) La prego! (continuando) Purtroppo la consuetudine, la monotonia nuziale, colpisce- quelle donne di debole personalità, sottomesse fin dall’infanzia al volere del padre/padrone- tanto da inaridir loro  quelle accortezze tanto piacevoli per un marito. Esse assumono un atteggiamento di difesa che si esprime spesso, come indifferenza e direi, anzi, acredine incontrollata; e perché no: non voluta; verso colui che ha per essa quelle attenzioni che nei primi anni rivolge alla moglie, ma che poi,- la debolezza dell’uomo è proverbiale- si rivolge ad altra persona che a lui offre tutta se stessa con la stessa sensualità che ha accumulato in sé, presa dal vortice dello studio e della carriera ed ora esplodente.(prende respiro)

Ecco che l’uomo per tale affettuosità di cui ho detto dianzi, si dona e ringiovanisce. (indicando l’imputato) Guardate quell’uomo quanto è giovanile.

(si rivolge al manichino di dx)  Come dice? (ascolta) Ma cosa dice? Io dicevo in generale, non mi riferivo all’imputato. ( rivolta al manichino di sx) Cos’è che dice? ( ascolta) anche a lei è sembrato che  conoscessi prima d’ora l’imputato…(decisa) Ma cosa dice!

(ci si avvia alla lite fra Piera e Susy)

SUSY-              Veramente anch’io- se il Presidente me lo consente- ho avuto quella stessa impressione.

PIERA-           Anche lei ci si mette?

SUSY-              (puntualizzando) Mi è sembrato che le considerazioni sulla moglie volessero risaltare le virtù del marito, tant’è che le stesse mie impressioni sono state avvertite dagli stessi  giudici a latere.

PIERA-           (puntualizzando ancor di più) Se sui piatti della bilancia dobbiamo mettere le stesse verità, mi sembra che lo stesso Pubblico Ministero non si sia sottratto alle considerazioni lusinghiere sull’imputato. (acida) Forse perché stimolata da un’attrazione particolare verso  l’ingabbiato? (insinuante) Forse perché non sappiamo ciò che dovremmo sapere?

SUSY-              (decisa) Se dobbiamo scendere nei particolari, pregherei il Presidente di escludere da questa assemblea  fatti personali che ci porterebbero  troppo nel privato.

GIUSI-             (rivolta a Piera) Se mi permette  Presidente. Le dichiarazioni testé sentite ci porterebbero a credere che l’imputato in quest’assemblea sia il soggetto comune alla Presidenza e alla Procura. E’ il signor Viagrati, del quale si è suscitato tanto interesse qui in aula, per le sue doti particolari -che già sono state esaltate con” tutte le scale del capanno.”ad essere il soggetto  del processo. In questo caso- il Presidente m’ insegna-  sarebbe da annullarsi  questo giudizio. Mi permetto di chiedere ad entrambe: L’avete in precedenza conosciuto?

PIERA/SUSY-            (insieme) Noooooo!!!!

OLGA-                        Signor Presidente: tutto ciò che è stato detto non lo posso mettere a verbale perché non saprei da che parte cominciare. Forse potrei riassumere così:” Puntualizzazioni sull’imputato.”

PIERA-           (calmandosi) Si ecco. Faccia così!

ANNA-                        Io non ho nulla da aggiungere a beneficio del mio cliente più di quanto è stato detto fin’ora.

PIERA-           Ora procediamo nel dibattito. ( rivolta agli avvocati) Chi intende prendere la parola?

GIUSI-             Io signor Presidente.

PIERA-           A lei la parola.

GIUSI-             Inizierò il mio dire riprendendo ciò che disse la mia eminente collega come sfogo alla sua, che è sembrata un anticipo di, requisitoria. Ella disse:” Questa sedicente “vittima” è disarmante. La sua ultima affermazione fa dire: “Cosa ci stiamo a fare noi qui?”

ANNA-                        Spero che non si metta a verbale una doppia dichiarazione. Già ce n’è anche per i frati della Fontana- come si sul dire-          

GIUSI-             Intanto mi meraviglio della poca accortezza della sorprendente mia collega. Lei è donna: perciò in quanto tale dovrebbe capire la sensibilità che ha una sua pari genere in certe cose del cuore. Si! perché No?! Il rapporto fisico di due amanti non parte forse dai sentimenti più puri del cuore?

ANNA-                        Mi permette la mia illustre collega dire:che qui il genere femminile non c’entra?Siamo in un’aula di Tribunale in cui la difesa equivale all’attacco. Ed il genere di ambo i sessi è da considerarsi pari al sesso degli angeli.

GIUSI-             Ora mi sia permesso, signor Presidente di rivolgermi alle signore della Giuria ( si rivolge verso il pubblico) Questa mia non vuol essere un’arringa. Vorrei sollecitare semplicemente i sentimenti più reconditi di Venere.

Vorrei far capire il dolore, il tormento di questa donna ( indica Eva) Quel giorno, per lei, era la gioventù con tutte le sue illusioni,e i sogni della giovane. Ed ora improvvisamente: la vecchiaia più acciaccata, una vecchiaia senza speranza.

ANNA-                        De profundis clamavit Maria.                   

GIUSI-             (rivolta ad Anna) Non credo proprio che sia il caso di far del sarcasmo.

ANNA-                        Andare dalla gioventù alla più sconsolante vecchiaia in una sola battuta: mi sembra eccessivo. Lasciamoci un po’ di vita vissuta nel frattempo.

GIUSI-             Giusto! E che vita è quando ad una donna manca l’amore, la passione, la soddisfazione dei sensi?

ANNA-                        Ci possono essere altre soddisfazioni:  l’arte per esempio.

GIUSI-             (decisa) Si! L’arte dell’amare.

ANNA-                        E dai su quel chiodo!

GIUSI-             All’inizio di questo dibattito si è parlato del Paradiso Terrestre. Non è forse vero che  la felicità più concreta è stata raggiunta quando Adamo ha gustato la mela?

ANNA-                        Sì!…sì! Però sarebbe stato meglio se fosse successo un lunedì mattina quando i negozi sono chiusi.

GIUSI-             Immaginate le notti insonni di questa donna. (indica Eva) tormentata dai desideri della carne accanto ad un russante marito. Quando c’era poi… Perché spesso tornava a casa all’alba. ( si domanda) E nel frattempo: “ dove sarà? con chi sarà?” Sapete bene che le ore della notte  sono tormentate dalla fantasia più nera.

ANNA-                        (spiritosa) Forse a riparar un rubinetto che perdeva.

GIUSI-             (con sottinteso) Appunto.

ANNA-                        Lei mi porta alla memoria quella pubblicità televisiva in cui una giovane donna piange perché tormentata dal bel ricordo dei giorni passati in crociera su una sontuosa nave.

GIUSI-             E lei pensa che se  fosse stata sola piangerebbe? Eh No: mia cara. Ella piange perché non era sola su quella nave piena di scale.

OLGA-                        (sognante) Oh anch’io, giovane, con mio marito andai in crociera  per alcuni giorni. Furono meravigliosi con tutta quell’acqua.

PIERA-           (ridendo) E anche lei fece tante scale?

OLGA-                        Come dice?

PIERA-           Visto che in crociera tutti salgono e scendono; immagino che anche lei…

OLGA-                        (ingenua e disarmante) Oh…No. Noi siamo stati fortunati. Avevamo la cabina al piano terra.

PIERA-           (rivolta a ad Olga ridendo) Questo la consiglio di non metterla a verbale.

SUSY-              ( a Olga) Immagino che anche il suo appartamento sia a piano terra.

OLGA-                        ( con sorriso ebete) Oh…Sì! Mio marito l’ha voluto con un bel giardino.

( risata generale)

SUSY-              (seriamente) Ora che il Cancelliere ci ha portati su un piano meno catastrofico in cui ci aveva condotte   l’avvocato dell’accusa; mi sembra di concludere che la violenza carnale non ci sia stata. Perciò…

GIUSI-             (intervenendo decisa) Infatti la violenza carnale non c’è stata: Ma quella psicologica…Si! Ohh… Altro che se c’è stata! E sappiamo che può portare a dolorose e a volte tragiche conseguenze. Perciò: chiedo formalmente alla Presidenza, di procedere con quest’accusa.

PIERA-           Bene! ( rivolta ad Anna) La difesa come intende procedere?

ANNA-                        (rivolta a Piera) La mia collega ha posto come accusa, al di là di quella famosa notte e ai giorni seguenti,  lo stupro psicologico.

GIUSI-             (decisa) Certo.

PIERA-           ( a Giusi) La prego.

ANNA-                       (a Piera) E’ chiaro che il “Là”, in altre parole, “l’avvio” parte da quella notte. Infatti se quella fatidica notte di piacere  non  fosse avvenuta; il martirio per l’astinenza che ne seguì non avrebbe avuto vita.

OLGA-                        (intervenendo scandalizzata) “ non avrebbe avuto vita “ dice l’avvocato della difesa. Io non ho mai messo a verbale che la signora Testosteroni sia stata resa di lieto evento.

ANNA-                        ( a Olga) La pregherei di non distrarsi. Volevo dire che: se non ci fosse stata quella  immane felicità di quella unica notte; le cose sarebbero continuate con il solito tran-tran matrimoniale. Qui non si parla di embrioni.

OLGA-                        ( con un sospiro) Meno male! Se ne sentono tante…

ANNA-                        Proseguendo su ciò che ho detto dianzi, il compito della difesa è quello di dimostrare l’innocenza del mio cliente.

GIUSI-             (sorridendo) Sarà molto dura.

PIERA-                       La Prego.

ANNA-                        (continuando) Mi colpì ciò che è stato dichiarato  e cioè:” L’intimo vestito cadde ed ella con un balzo si avvinghiò al marito.” Se ricordo bene c’era un buio pesto in quel casotto.

GIUSI-             E dai…

ANNA-                      Ora chiamo a deporre la cosiddetta vittima.

PIERA-           (rivolta a Eva) Signora Testosteroni vuol accomodarsi al posto dei testimoni?

EVA-               (pudica, va a sedersi sulla relativa poltrona)

ANNA-                        (si affianca a Eva) Ora mi chiedo: come mai era tanto sicura di abbracciare  suo marito? Per un motivo qualsiasi poteva non essere lui.

EVA-               Ammetto di essere stata un po’ imprudente. Ma quando lo abbracciai; lui mi è parso un po’ titubante -forse non se lo aspettava- Poi però: riavutosi rispose al mio assalto con vero voluttuoso entusiasmo.

ANNA-                        E questo non la sorprese… non la stupì…?

EVA-               (ingenua) Avevo troppa fiducia nelle ostriche.

ANNA-                        Ah…già… le ostriche. E come mai – come disse lei- poi fuggì. Lei ha usato questo verbo.

EVA-               Mah…non so. Respirava così intensamente che forse ha consumato tutto l’ossigeno del capanno. Non so…penso…

ANNA-                        Non è, per caso, che non volesse essere scoperto –diciamo così- in fragranza di reato.

GIUSI-             Da chi? Dico io. Era suo marito.Tanto che poi risalì la scaletta.

ANNA-                        Appunto. (rivolta a Giusi) E perché lei ci dichiarò- naturalmente riportando ciò che le disse la sua cliente- :  “ Era come sfogliare diversi libri. .” (rivolta a Eva) Vuole illuminarci?

          EVA-                Come dissi: mio marito salì e discese le scale del capanno diverse volte e ogni volta sembrava caricato di novello ardore…  di nuovo entusiasmo.

ANNA-                        E ciò non la stupì?

EVA-              E…  Sì. E anche piacevolmente.

 ANNA-                    (rivolta alla Giuria-pubblico) Mi rivolgo alla Giuria e alle signore in particolare.      Domando:” Tutto ciò vi sembra normale?

PRIMA-          Mi ricorda, dopo tutti quegli anni di matrimonio, le copie con la carta carbone.

Dopu tanti an at matrimoni dli gran nuvità li gh’è mia.

SECONDA-    E ogni volta la copia fatta è sempre più sbiadita. E ogni volta la nuvità la ciapa l’arans.

TERZA-          Che io sappia, dopo un po’ di tempo non c’è più nessuna variazione sul tema. Dopu an qual an ca t’è fat li soliti scali – müte zì üatri- at pö anca savìt ‘dì quanti scalen al farà par rivà a puma.

PRIMA-          …E a volte ci si distrae pensando ad altro.

A volti intant ca’l sa sbroja me pensi ai master ca g’ho da fa al de dopu.

ANNA-                        (rivolta alle colleghe) L’assemblea non nota una certa discordanza con ciò che ha affermato la teste  e l’opinione della Giuria?

PIERA-                       (rivolta a Anna) Ricordo alla difesa che la Giuria è chiamata a giudicare e non essere sollecitata a dare  individuali opinioni se non in sala consigliare.

ANNA-                        Chiedo scusa.

GIUSI-             (con acredine) Il solito metodo subdolo per influenzare i membri della Giuria dando loro l’opportunità della notorietà!

SUSY-              Per tutto ciò che ho sentito; mi sorge un dubbio. So che i cacciatori vanno  in gruppo, giusto per meglio aggredire la preda.

ANNA-                        Appunto. E’ ovvio.

SUSY-              Forse la mia domanda può non esser attinente al dibattito in corso; ma vorrei sapere come mai i cacciatori si trovavano sulle rive del Po: anzi, mi correggo; visto che a questa mia richiesta è già stata data risposta. Mi sembra opportuno che si sappia come e quale tipo di caccia si sia svolta, in modo da puntualizzare il comportamento d’ ogni cacciatore.

GIUSI-             Non mi sembra il caso. Comunque non credo che tra noi ci sia un esperto.

ANNA-                        (chiamata da Adamo) Come dice? (ascolta e poi riferisce) Il signor Viagrati dice che se ciò può interessare, lui è perfettamente in grado di raccontare come si svolge  la battuta di caccia agli uccelli migratori   nelle notti sul Po.

GIUSI-             Io non vedo proprio la necessità.

PIERA-           Se il Pubblico Ministero intende sentire lo svolgimento della battuta di caccia, poiché sta a pari distanza fra le parti contendenti, credo: che si debba informare la Giuria anche sullo svolgere dei fatti.

ANNA-                        (che nel frattempo ha ascoltato Adamo , ora prosegue)  Il mio assistito dice che quando si ha il sentore del passaggio di alcuni stormi di uccelli ( si rivolge ad Adamo, ascolta e riferisce) per esempio di anitre come in quel fatidico giorno: si mettono conficcati nell’acqua bassa, i così detti: scusate ( rivolta ad Adamo) Com’è che li ha chiamati? ( ascolta e riferisce) Ah… già… “ magaton” che non sono altro che finte anitre di legno: (rivolta ad Adamo) E perché anche alcune anitre vive legate ai “ magaton” ? ( ascolta ) Già. Perché quelli servono di richiamo per lo stormo di passaggio.

OLGA-                        (sorridendo spiritosa) Questa è bella. Si fanno un richiamo magari con il telefonino?

PIERA-           Beh. Anche lei, ora, si mette a fare dello spirito?

ANNA-                        Gli uccelli hanno un loro linguaggio.

SUSY-              Questo è evidente.

ANNA-                        ( continuando) Allora uno o più cacciatori sul barchino munito di spingarda (si rivolge ad Adamo) Cos’è la spingarda? ( ascolta e riferisce) Si. Ho capito. Una specie di cannoncino. Il capo di tutti è un tale dal soprannome simpaticissimo. Aspettate che me lo faccio ridire) ( si rivolge ad Adamo) Sì. Ecco. “ Rico al Nan “ Questi pagaiando lentamente protetto da una specie di scudo, mentre i cacciatori sono distesi sul fondo del barchino, si avvicina allo stormo intento a “ conversare con le anitre legate ai “ magaton” …

GIUSI-             (spiritosa) E cos’è che si dicono?

ANNA-                        ( con sufficienza) Le anitre libere intendono liberare quelle legate.

GIUSI-             (c.s.) Come sono generose…

SUSY-              ( intervenendo seccamente) Più degli uomini!

ANNA-                        (continuando) Al momento opportuno” Rico al Nan” spara e purtroppo – dico io- qualche uccello come si sul dire  ci rimette le penne. Dopo di che il barchino pagaia per la raccolta delle anitre che sul pelo della corrente se ne vanno a valle.

OLGA-                        …E questo urta la mia sensibilità.!

PIERA-           Veramente anche la mia.

SUSY-              Sicché alcuni cacciatori sono sul barchino ed altri in attesa sulla riva.

ANNA-                        Appunto ( ascolta Adamo)

PIERA-           Cos’è che dice?

ANNA-                        Dice che: da che  mondo è mondo l’uomo è cacciatore.

SUSY-              Sicché, se ho ben capito, sul barchino si alternano due o tre cacciatori per volta.Considerando che “Rico al Nan” quale, diciamo così” artigliere” resta in posizione.

ANNA-                        Gli altri cacciatori sulla riva attendono il loro turno. Ognuno alternandosi nel casotto, munito di binocolo, scrutando il cielo in attesa del passaggio del prossimo stormo. (rivolta ad Adamo con il solo gesto chiede se  sta dicendo giusto. Ringrazia)

PIERA-           ( a Giusi) L’accusa intende rivolgere domande alla sua assistita?

GIUSI-             Come pensavo- e l’ho anche dichiarato- quest’ultima parte non mi sembra abbia portato elementi utili alla ricerca della verità. Conoscendo gli uomini e la loro omertà con il proprio sesso , penso, che come si suol dire, si tengon corda l’un con l’altro.

SUSY-              E pluribus unum.

OLGA-                        Come ?

SUSY-              “  da molti uno solo”…gioisce.

GIUSI-             Immagino i loro sorrisini equivoci vedendo salire e scendere il loro amico Viagrati. Perciò, alla mia cliente non ho da rivolgere nessuna domanda.

OLGA-                        (rivolta a Eva) La signora si può accomodare.

OLGA-                        Nella spiegazione della caccia non ho capito, o meglio, non è stato dichiarato  quanti cacciatori erano presenti in quella particolare notte.

PIERA-           (scocciata) Ma cosa vuole che importi il numero… se proprio vuole metta sei…sette…otto…che ne so io.

OLGA-                        (scusandosi) … Per l’esattezza… Non vorrei che ne nascesse un “qui pro quo”.

PIERA.-          Finora la procedura mi è sembrata regolare… o quasi.

ANNA-                        Signor Presidente: la difesa chiama alla sbarra la signora Patrizia Rocchi.

OLGA-                        ( Rivolta ad uno dei carabinieri ai lati della ribalta) Si introduca la teste: signora Patrizia Rocchi.

( i carabinieri come si è detto all’inizio, in questo momento sono quasi sdraiati   con un fiasco in mano)

PIERA-           (rivolta a Olga) Se spera che quelli le diano retta…sta fresca.  Non vede in che condizioni sono?

OLGA-                        E’ la prassi.

PIERA-           Veda di gridare con la speranza che la testimone senta.

OLGA-                        (gridando) La signora Ronchi alla sbarra!

PATTY-          ( dal fondo della sala entra agghindata come una maitresse del tempo andato con trucco molto pesante ed un cappellino di poco gusto) Vengo! Non è il caso di gridare a quella maniera lì.

PIERA-           ( a Patty) Come vede si trova in un’aula di Tribunale.

PATTY-          Perché? pensa che non l’abbia capito? Non vede che mi sono agghindata a dovere per l’occasione?

PIERA-           (tagliando corto) Sì…sì… Va bene. Si accomodi.

PATTY-          ( va a sedersi) Sì: vostro Onore.

PIERA-           Lasci stare il “vostro onore” Vuol dare le sue generalità al Cancelliere?

OLGA-                        Il suo nome e cognome:prego.

PATTY-          Patty Rock.

OLGA-                        Come… Patty Rock?

PATTY-          Perché non va bene?

OLGA-                        Non è che sia un soprannome…?

PATTY-          E’ un nome d’arte: perché lei non ce l’ha?

OLGA-                        (rivolta a Piera) Signor Giudice…

  PIERA -         ( a Olga) Lasci perdere. (rivolta a Patty) La prego di dare le sue generalità secondo anagrafe.

PATTY-          Patrizia Rocchi nata a…il… (farfugliare in modo che non si capisca)

PIERA-           Non si è capito.

PATTY-          Perché lei la direbbe in piazza la sua età?

OLGA-                        Giuri di dire la verità.

PATTY-          Certo! Non è mica mio marito lei. Lui se lo sognerebbe.

ANNA-                        ( va ad affiancarsi a Patty) Signora Patrizia: mi riconosce?

PATTY                       Certo. Lei è quella tale che è venuta nel mio locale a fare tutte quelle domande.

ANNA-                        Appunto. Ora, però, dovrò rifargliele per informare la Corte e mettere a verbale.

PATTY-          Va bene.

ANNA-                        (rivolta a Piera) Questa testimone è la proprietaria del locale… Ometto il nome onde evitare di fare una pubblicità inopportuna.

PATTY-          Per me lo può dire…anzi…

ANNA-                        Lasci stare.

PATTY-          Come vuole.

ANNA-                        Signora Patrizia si guardi intorno. Vede qualcuno di sua conoscenza in quest’aula?

PATTY-          (guarda attorno con gli occhi semichiusi per vedere meglio. Lo sguardo passa anche sulla gabbia dell’imputato: poi ritorna a guardare Adamo) Beh… Ada… Cosa ci fai qui? Mi sembri una scimmia in gabbia.

ANNA-                        (guarda Piera) E’ evidente che la signora ha riconosciuto il signor Viagrati.

PATTY-          Che si chiami come la pastiglia non so. Per me è Ada.

ANNA-                        Il nome è: Adamo.

PATTY-          Sì… va bene.

ANNA-                        Se non sono indiscreta: come mai conosce il mio cliente?

PATTY-          Beh… E’ un po’ di tempo che frequenta il mio locale. Direi tutte le sere. Ogni tanto manca all’appello un paio di volte. (rivolta a Adamo) Chissà dove vai in quelle sere… sporcaccioncello. Non mi farai le corna…è?

ANNA-                        Ora le faccio una domanda ben precisa. La prego di rispondere seriamente.

PATTY-          Va bene.

ANNA-                        Il giorno 25 Aprile di quest’anno: è in grado di riferire alla Corte se nel suo locale era presente il signor Viagrati?

GIUSI-             Non è che per questa domanda sia già stata predisposta la risposta…?

PIERA-           Avvocato! La testimone ha giurato.

GIUSI-             (scusandosi) Io non lo ricorderei.

PATTY-          ( a Anna) Lei mi ha scambiato per Aistain ( Einstein)

PIERA-           ( sopra pensiero)Quella è una data piuttosto nota. Mio marito per esempio: attorno a quel giorno era ad un congresso…

SUSY-              ( c.s.)Perché il mio..No…?

PIERA-           ( a Patty) Signora Ronchi: veda di rispondere.

PATTY-          Sì: Vostro Onore.

PIERA-           Si limiti a dire “ Giudice”

PATTY-          Sì: Vostro Onore.

PIERA-           ( tagliando corto)        Va bene…va bene…

ANNA-                        ( a Patty) La prego di rispondere.

PATTY-          Quella sera Ada c’era.

GIUSI-             Come fa ad essere così sicura?

PATTY-          Perché quella sera è iniziato il nuovo spettacolo.

GIUSI-             ( con sufficienza) E che spettacolo sarà stato mai…poi…?

PATTY-          (c.s.) Era ed è uno spettacolo adatto al mio locale.

GIUSI-             ( con disprezzo) Immagino: che spettacolo   può essere.

PATTY-          ( con altrettanto disprezzo puntandole il dito ) Lei…carina…

PIERA-           (a Patty) Signora Ronchi: la prego.

PATTY-          Si figuri: Vostro Onore: se con il mio lavoro mi faccio mettere i piedi in testa.

ANNA-                        (intervenendo) Signora Patrizia: Vuol dire al signor Giudice a che ora ha avuto inizio lo spettacolo?

PATTY-          Verso mezzanotte.

ANNA-                        E a quell’ora il signor Viagrati era gia presente?

PATTY-          Altro che! A quell’ora aveva già conosciuto tutte le ballerine.

ANNA-                        Perché dice così?

PATTY-          Quello lì le donne ce le ha sempre qui ( indica con il dito la fronte) Ce l’ha conficcata qui nella fronte ( ripete il gesto) … Tanto che ogni mese gli sanguina il naso… ( scoppia a ridere)

ANNA-                        Cosa sta dicendo?

PATTY-          Scherzavo. E’ una barzelletta che mi ha raccontato “ Ciuma” quel simpaticone di  batterista.

GIUSI-             (sprezzante) Non credo proprio che la signora abbia afferrato dove si trova.

PATTY-          (c.s.) L’avvocato non sa: che le barzellette non sono altro che l’esasperazione della realtà?

ANNA-                        ( fra sé ridendo) Prendi su e porta a casa.

PIERA-           (sorridendo) Ritorniamo fra i paletti.

ANNA-                        E si è trattenuto fino a che ora?

PATTY-          Beh…albeggiava.

GIUSI-             Non mi dirà che lo spettacolo è durato da mezzanotte all’alba…?

PATTY-          No certo… ma poi ci si ferma a fare due bagole.

GIUSI-             (sprezzante) Magari facendo degli apprezzamenti sulle ballerine.

PATTY-          (puntando il dito) Guardi che i miei spettacoli rimangono nei limiti.

GIUSI-             Figuriamoci.

ANNA-                        Conoscendo la mia rivale come seguace di San Tommaso, mi sono permessa  di convocare il corpo di ballo per ogni evenienza… Ma forse non mi sembra il caso.

PRIMA-          Perché… No?

SECONDA-    Non sarebbe male ravvivare l’ambiente.

PRIMA-          La Giuria potrebbe rendersi conto un po’ meglio dei gusti dell’imputato.

(Ora Piera e Susy iniziano a disprezzare l’imputato perché è mancato ai rispettivi appuntamenti con loro)

PIERA-           (acida) Voglio proprio conoscere anch’io i gusti dell’imputato.

SUSY-              (c.s.) Mi sto facendo un’opinione piuttosto negativa sull’imputato. E l’aggettivo  è un eufemismo.

PIERA-           Mi trova d’accordo pienamente.

SUSY-              (acida) L’imputato sembra essere un po’ eclettico nei gusti.

GIUSI-             Trait sua queque voluptas.

OLGA-                        ( a Giusi) Cos’è che debbo mettere a verbale?

GIUSI              “Ognuno è attratto da ciò che gli piace.”

PIERA-           (aspra) A beneficio della Giuria si presenti lo spettacolo.

ANNA-                        Ringrazio il signor Giudice.

PIERA-           (rivolta ai carabinieri) Ei…voi… Mah…(sconsolata) Sia introdotto il corpo di ballo.

( riguarda i carabinieri. Sprezzante.) Sì… quelli… (rivolta a Olga) Ci pensi lei!

OLGA-                        (distratta) Entri la Corte! Mi scusi. Si dia inizio allo spettacolo.

( Le luci in sala si spengono completamente ed opportuna illuminazione illumini il palcoscenico. Luci morbide di taglio di vario colore devono illuminare il solo balletto escludendo i tavoli del Tribunale )

( il balletto deve essere di sapore orientale rimanendo nell’elegante) 

( finito il balletto)

PATTY-          (soddisfatta) Non mi dite che quelle ballerine non sono brave. Quel balletto è uno schianto

ANNA-                        Non c’è che dire: è veramente bello. (chiamata da Adamo ascolta) E’ vero. Considerando che con una opportuna  scenografia il balletto avrebbe  maggior risalto…

SUSY-              (acida) Sembra proprio che l’imputato conosca bene l’ambiente tanto da scordarsi i propri impegni con altri.

PIERA-           (acida rivolta a Susy) Se lei si illude ancora sulla serietà degli uomini…

GIUSI-             Come mi sono espressa poco fa, circa il racconto sulla caccia in Po; anche qui, pur apprezzando il balletto,  non vedo che ulteriore apporto ci conduca alla verità. Io continuo a sentire odore di bruciato. 

PIERA-           Ancora una volta le ricordo il giuramento della teste.( fra sé) Certo che quello lì…

OLGA-                        Come dice?

PIERA-           Niente…niente…

ANNA-                        Mi sembra evidente che l’uomo  non essendo ubique deve essere in un posto e non in un altro.

SUSY-              (acida ) E’ vero!

PATTY-          Se ho ben capito lor signore mettono in dubbio le mie parole.

GIUSI-             L’ambiente teatrale è per definizione effimero.

PATTY-          Se riferissi un episodio accaduto quella sera, quella lì ( indica Giusi) si convincerebbe?

GIUSI-             Direi di: Sì.

PATTY-          E’ accaduto un fatto quella sera che solo Ada può conoscere

ANNA-                        ( rivolta a Piera) Quel particolare non lo conoscevo nemmeno io: A me sembra che questo tagli la testa al toro.

SUSY-              (acida) Si tagli la testa  anche al torello che sta fra le sbarre.

OLGA-                        Come dice?

SUSY-              Niente…niente.

ANNA-                        Facciamo, signor Giudice, un interrogatorio all’americana.

PIERA-           Cioè?

ANNA-                        Ci facciamo raccontare dalla testimone il fatto e poi ce lo facciamo confermare dal mio assistito.

PIERA-           Bene.

GIUSI-             E’ ovvio che l’imputato non ascolti il racconto della testimone… è ovvio.

PIERA-           Certo. ( rivolta ai carabinieri) Voi due: portate l’imputato fuori dall’aula. ( non rispondono) Ei… voi due… ( sprezzante) Bel servizio!

ANNA-                        A me sembra di averli sentiti russare.

PIERA-           ( a Olga) Provveda lei.

OLGA-                        Sì. Con quell’energumeno lì. Ho famiglia io. E  poi non è di mia competenza.

PIERA-           Facciamo così. ( si rivolge ad Adamo) Lei signor Viagrati mentre la testimone racconta il fatto si turi le orecchie.

GIUSI-             Questa è bella!

PIERA-           Un attimo. ( rivolta a Olga) Lei Cancelliere vada a otturare le orecchie dell’imputato.

OLGA-                        Ma come faccio?

PIERA-           Gli metta le dita nelle orecchie.

OLGA-                        ( di mala voglia va alla gabbia e introduce le mani mettendo le dita nelle orecchie del manichino. Tutto ciò in modo buffo)

PIERA-           Facciamo una prova. ( rivolta all’ imputato) Mi sente?

SUSY-              (rivolta a Piera) Io gli sono più vicino. Forse faccio meglio.

PIERA-           Faccia.

SUSY-              ( rivolta a Adamo. Acida) Lei è un bugiardo. Lei è un dongiovanni da strapazzo. Si guardi. Lei è un omuncolo di poco conto. Lei s’illude perché è aitante di dominare persone che intellettualmente la sovrastano di molto.Si rende conto di quanto è squallida la sua vita? ed il suo animalesco comportamento?

PIERA-           ( c.s.) Mi trova d’accordo pienamente.  Mi sa che non abbia sentito.(rivolta a Adamo) Lei ha sentito?

OLGA-                        L’imputato mi sta dicendo che gli faccio male alle orecchie perché ho le unghie lunghe.

PIERA-           Benedetta donna! Anche le unghie…  L’imputato non ha sentito.( a Patty) Racconti pure.

PATTY-          Quella sera prima dello spettacolo, Adamo era in camerino con una ballerina. Improvvisamente entrò il fidanzato che vedendoli soli s’ infuriò: percosse la fidanzata e ne diede di santa ragione anche ad Adamo. Lo scrociò mezzo.

PIERA-           Bene. E’ evidente che l’accaduto non ha avuto testimoni. L’imputato se ne sarebbe guardato bene… ( acida)  Il signor Viagrati come si suole dire” andò per suonare e rimase suonato” e ben gli sta ( fra sé) Il fidanzato ha usato le mie mani. ( a Olga) Ora sentiamo la versione dell’imputato. Tolga le dita.

OLGA-                        Provvedo.

PIERA-           ( a Adamo, con disprezzo) Senta lei! La sera dello spettacolo è accaduto qualche particolare che lei ricordi?

ANNA-                        ( rivolta al giudice)Mi scusi Giudice. Il mio cliente risponde solo alle mie domande.  (rivolta a Adamo ascolta) Come?

Ah…Sì. Dovrebbe vergognarsi! Povera ragazza! Ha fatto bene. Così impara a non importunare le donne altrui. Va bene così.

PIERA-           ( a Anna) E allora?

ANNA-                        Non sto a ripetere. Ma il fatto è accaduto come ha raccontato la teste.

GIUSI-             Io veramente il racconto dell’imputato non l’ho sentito.

PIERA-           (scocciata) Conoscendo i precedenti del marito della sua cliente ha ancora dei dubbi?

GIUSI-             Io direi di:  Sì.

PIERA-           ( c.s. e categorica) E la Corte dice di : No. E diamoci un taglio.

( ora deve nascere una bella lite fra Piera e Susy in quanto entrambi, quella sera, all’insaputa l’una e dell’altra, avrebbero dovuto avere un incontro con l’imputato)  )

ANNA-                        ( a Piera) Mi sembra che il Tribunale sia alquanto alterato… non mi permetterei di dire incavolato. Sembra quasi che siate parte in causa.

PIERA-           Giusto lei!? Lei non si permetta di uscire con certe affermazioni! E poi lei non si vergogna di difendere un tipo come quello lì?   che si avvale delle sue doti fisico-erotiche per imbambolare persone che magari, si trovano nelle stesse condizioni psicologiche familiari della querelante?

ANNA-                        Io veramente sono qui per scagionare il mio cliente da infondate accuse.

GIUSI-             Ed io per dare dignità ad una innocente.

SUSY-              Magari quella sera quel bell’imbusto lì, aveva già un altro appuntamento con una poco di buono che per il marito ha dovuto alzare le porte per fagli passere le corna.

PIERA-           Come si permette lei di offendere le persone. . Lei sarebbe meglio che pensasse ai fatti suoi e al buon nome di suo marito.( rivolta al manichino di sinistra che l’ha chiamata) Ma come si fa a stare tranquilla quando si sentono certi discorsi ( ascolta) Ma quali discorsi…Discorsi di una a cui le è andato a vuoto una notte folle.

SUSY-              Senti chi parla! Forse non ci si ricorda più del tempo universitario in cui il solito nome era sulla bocca di tutti i Casanova di facoltà.

PIERA-           Ah… certo… Invece altre secchione non pensavano altro che a studiare… ma poi con il tempo hanno recuperato tutto ciò che è stato lasciato in refugium pecatorum. ( rivolta al manichino di destra) Ah… senta… non è il caso di trattenersi. Quando il caso lo vuole non si debbono avere peli sulla lingua.

SUSY               La notte folle è andata buca con chi so io. Chissà da quanto tempo sperava di far centro: con il marito che si ritrova.

PIERA-           Infatti c’è chi si accontenta del primo che bussa.

SUSY-              E se qualcuno ha dei pruriti reconditi se li vada a far grattare da altri.

PIERA-           E chi sarebbero gli altri?

SUSY-              Non certo l’imputato: quello era già impegnato con altre.

OLGA-                        (esplodendo) Ora basta! Finiamola! Non è possibile! ( cambiando tono) Come faccio a mettere a verbale tutto ciò se non conosco il soggetto… e voi parlate così rapidamente… Se il verbale  poi non è chiaro chi ci va di mezzo è la sottoscritta. Facta non verba. Non è una novità “Omnis homo mendax”

( tutti guardano stupiti Olga che ha motteggiato in latino. Piera e Susy accortesi di aver ecceduto si calmano, si danno un contegno raschiandosi la gola. Approfittano in modo eccessivo dell’intervento di Olga per ritornare nella normalità.)

ANNA-                        (c:s. a tutti) Signore! Mi compiaccio con il Cancelliere. Ha motteggiato in latino.

GIUSI-             … Ed appropriatamente.

OLGA-                        (si compiace con se stessa pomposamente)

SUSY-              (eccessivamente) Signor Presidente mi congratulo con la Corte. A verbalizzare non è una semplice Cancelliera, ma una  illustre latinista

PIERA-           ( a Susy) La ringrazio molto del suo cortese apprezzamento per una nostra collega che ci è tanto cara quanto preziosa.

SUSY-              D’altra parte “Caput imperare, non pedes”  A comandare è la dirigenza… La scelta della collaboratrice è indice di fine accortezza del Giudice: E lei, signora: ci è maestra.

PIERA-           ( a Susy) La sua cortesia mi lusinga.

( E’un po’ che una persona del pubblico – la PRIMA- attira l’attenzione di Giusi con “ pss…psss” avvicinandosi al palco. Dopo la battuta di Susy, Giusi si volge a PRIMA ( Maria Verace)

GIUSI-             (andando incontro a Maria ) Mi dica: signora.  ( si parlano a bassa voce)

PIERA-           (a Giusi) Cosa sta succedendo lì?

GIUSI-             ( a Piera) La signora afferma di avere importanti notizie da riferire alla Corte. Io, però non ne conosco la natura.

PIERA-           (rivolta a Maria) Le notizie che intende riferire sono attinenti al dibattito in corso?

MARIA-          Si: signor Presidente.

OLGA-                        Io, nell’ordine del giorno non mi trovo questa nuova testimonianza.

PIERA-           Veramente non essendo preventivamente informati la difesa e  l’accusa…

SUSY-              (intervenendo) Potrei io interrogare la signora essendo io neutrale fra le due contendenti.

PIERA-           Bene! La prego.

SUSY-              ( A Maria) Signora vuol accomodarsi alla sbarra?

MARIA-          ( va a sedersi nel posto dei testimoni)

SUSY-              ( va ad affiancarsi a Maria) Vuol riferire le proprie generalità al Cancelliere?

MARIA-          “ Maria Verace nata qui il 6 Luglio 19…( si schiarisce la voce )

OLGA-                        Giura di dire la verità?

MARIA-          Lo giuro.

PIERA-           Bene! Procediamo.

SUSY-              Lei è a favore della querelante o dell’accusato?

MARIA-          Non so. Io quel signore nella gabbia faccio finta di non conoscerlo.

SUSY-              Perché?

MARIA-          (decisa) Perché non se lo merita. Io sono un’amica di Eva.

SUSY-              … Della querelante… cioè…

MARIA-          Sì. Di Eva.

ANNA-                        ( a Maria un po’ diffidente) E come mai si presenta  ora?

MARIA-          Io non me ne intendo. Non sono stata interpellata prima d’ora.

  GIUSI-           E’ amica da molto della signora Testosteroni maritata Viagrati?

MARIA-          Non dico dalle elementari, ma giù di lì.

GIUSI-             Quindi la conosce bene-

SUSY-              E’ ovvio che la frequenti.

MARIA-          Ci siamo perse un po’ di vista quando eravamo giovani; ma poi, da quando Eva si è sposata, non passano giorni che non ci vediamo.

SUSY-              Perciò conosce i suoi problemi.

MARIA-          Oh…sì….sì. Fra noi amiche ci raccontiamo le nostre cose… Come fanno tutte le amiche.

SUSY-              L’amicizia è una gran cosa.  E per Eva cosa ci può dire?

MARIA-          (sconsolata) Posso affermare che da quando si è sposata non l’ho mai vista sorridere una sola volta.

SUSY-              E perché?

MARIA-          Per il marito.

SUSY-              Perché?

MARIA-          (sostenuta) Perché l’ha sempre trascurata e considerata come una pezza da piedi… quella povera ragazza lì… Che se c’era  una ragazza vivace, estroversa e con voglia di vivere era proprio Eva. Al sì anca üatri duni che quant al lèt dala part dl’om lè fröt …lè frot anca al nostar cor

SUSY-              E voi amiche non l’avete sostenuta… rincuorata…?

MARIA-          Ultimamente ci siamo riuscite.

SUSY-              In che modo?

MARIA-          Come fan tutte le amiche al giorno d’oggi.

SUSY-              Cioè?

MARIA-          Come fanno gli uomini… ogni tanto… ci riuniamo in un locale… ci confidiamo le nostre cose… magari sparlando male dell’una e dell’altra…  senza malizia s’intende: e poi ci  beviamo su. Proprio come fanno gli uomini.

SUSY-              Ci sta raccontando cose ormai note sotto il sole.

MARIA-          E’ che una sera di quelle… per Eva è stata una cosa inconsueta.  Ha alzato il gomito più del previsto.

SUSY-              Forse è stato un bene per dimenticare.

MARIA-          Sì…sì… Solo che abbiamo dovuto accompagnarla a casa e metterla a letto, tanto era sbronza.

SUSY-              (sorridendo)Lè stada ‘na bèla sommia, se il Giudice permette l’espressione.

PIERA-           (bonariamente) Permetto… permetto.

MARIA-          Dico che è stata una cosa inconsueta forse perché  era un giorno particolare per cui Eva era particolarmente  depressa: infatti, era l’anniversario del suo matrimonio.

SUSY-              Il 25 aprile.

MARIA-          Proprio quello.

SUSY-              (fissando Anna) Questo non va certo a beneficio del suo cliente.

ANNA-                        ( decisa)Vediamo di procedere.

MARIA-          L’abbiamo messo a letto dopo averla svestita e coperta.

SUSY-              Poi?… Cosa accadde?

MARIA-          L’indomani, preoccupate, siamo andate noi amiche a vedere come stava.

SUSY-              E come stava?

MARIA-          Stava bene. Solo che ci ha raccontato un sogno che è identico al fatto che l’avvocato di Eva ha raccontato di quella notte.

GIUSI-             ( stupita, esplodendo) Perciò non è stato altro che un sogno. Un bel sogno… un sogno invidiabile… ma un sogno!

ANNA-                        (ridendo) Questa è bella! Il mio cliente ( indica la gabbia ) è li dentro per un sogno.

SUSY-              (a Maria) E’ certa di ciò che sta dicendo?

MARIA-          Le mie amiche sono lì. ( indicando la platea) Se vuole chiedere?

PIERA-           E’ inutile. Lei ha giurato.

EVA-               (a Maria) Cosa dici? Tu sei pazza!

MARIA-          (ridendo) Si pazza! Tat ricordat mia la sömmia ca’tgavi in sal müs cat’zeri parfin murèla?

EVA-               E’ impossibile! Io non ricordo.

MARIA-          Fai senza giurarlo.At fè sensa giüral

ANNA-                        ( a Piera) Signor Giudice a questo punto mi sentirei di dire che è “ caduto l’asino” . Dirò, invece, che il fatto non sussiste ed il mio cliente è scagionato.

GIUSI-             (sostenuta) E’…No! … E’ …no! Il sogno della mia cliente non è stato altro che una difesa per tutta quella noncuranza del marito da anni. Un’ indifferenza che ha portato la mia cliente a una depressione che sappiamo dove potrebbe portare.  Perciò!… perciò… chiedo per questo motivo una giusta punizione.

ANNA-                        (ridendo) Ma mi faccia ridere illustre collega! Per un sogno… Questa è proprio bella!

SUSY-              Effettivamente non si può condannare una persona per un sogno di un’altra persona.

PIERA-           Però… però! Benché cadano tutti i presupposti degli articoli n° 519 - 542  e seguenti del Codice Penale sulla violenza carnale: rimangono, pur sempre, da applicare le pene  relative ai doveri coniugali. Senza contare il comportamento   dell’imputato  per altre cose.

SUSY-              Concordo con il Giudice. Infatti: (legge sul Codice) per gli articoli 143 del Codice Civile e gli articoli 570,583,594,597   cioè relativi ai doveri matrimoniali: chiedo che sia applicata una pena pari a….

PIERA-           (interviene) Se permette Pubblico Ministero la pena la infliggo io. ( si rivolge ai manichini, di destra e sinistra: ascolta. Capisce di avere il loro benestare) Condanno l’imputato Adamo Viagrati ad un anno di arresti domiciliari.

SUSY-              ( ridendo) Ben detto! Voglio vedere se l’imputato  con tutte le voglie che si ritrova, saprà resistere ( ride a crepapelle) a non stuprare finalmente una buona volta la moglie.

GIUSI-             ( a Piera) Signor Giudice: mi ritengo soddisfatta.

ANNA-                        Considerando il mio cliente anch’io.

( il Giudice si alza prende il martello  picchia e dice: La seduta è tolta. Tutti gli attori entrano nelle quinte. Usciranno poi per gli applausi ( speriamo) una prima volta rimanendo nel personaggio, poi come attrici. Dopo di che esce solo il regista. )

REGISTA-      ( al pubblico ) All’ingresso in sala vi erano  caramelle che vi abbiamo pregato di prendere per dare il vostro verdetto sull’imputato. Ora Vi preghiamo di porre la vostra caramella nel cestino di “ colpevole o innocente  “ Nei prossimi giorni pubblicheremo il risultato dato dal pubblico.

Vi ringrazio. Buona Notte.

F  i  n e

         Casalmaggiore- 31/5/2005 ora 16,45 nuvoloso. Minaccia pioggia.