"In arte Carlos"

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"IN ARTE CARLOS"

di

Vittorio Amandola


PRIMO ATTO

SCENA 1
(Al centro della scena un gazebo. Sulla destra un'uscita di fondo. Sulla sinistra un tavolo con due sedie. Il fondale è azzurro cielo C'è un armadio poco distante dal tavolo L'ombra di una frasca sopra il tavolo si agita leggermente e sotto questa, seduto al tavolo, di spalle, un vecchio curvo:Carlos. Sulle sue spalle una vecchia giacca da camera di lana tutta sformata. Mentre il vecchio parla, sorseggia un bicchiere di vino, che riempie da un tubo da mezzo litro.In sottofondo il rumore leggero delle frasche appena mosse dal vento e il traffico lontano di una strada provinciale. La voce del vecchio è particolarmente rauca, greve, affaticata e spezzata da colpi di tosse.)

CARLOS
Cantavo a voce piena. Era l'unica cosa che sapevo fare. Mi chiamavano sempre alle feste del giovedì tutte le famiglie dove ci fosse una ragazza da marito. E io cantavo. Mi portavo sempre dietro un fisarmonicista di cui non ricordo nemmeno il nome; mi dimentico sempre il nome delle persone insignificanti. E costui era davvero insignificante. Era insignificante quando portava la sua giacchettella color mattone il cappello di feltro

(sul lato destro del palcoscenico si viene lentamente illuminando la figura del fisarmonicista, così come Carlos la sta descrivendo).

Era insignificante nelle scarpe sempre ripassate col lucido nero,anche quelle marroni, anche le ghette due colori, che sbafava irrimediabilmente di nero. Era insignificante nelle spalle ricurve negli occhi liquidi. Era così insignificante che non si faceva nemmeno caso a quando andava fuori tempo.

(Il fisarmonicista inizia a suonare un tango)

E lì ero bravo io che andavo fuori tempo con lui. Ma costui non era insignificante nelle battute finali dei suoi tanghi: Zum! Zum!

(Il fisarmonicista esegue il finale del tango e lo "zum zum")

La mano sinistra allora gli scattava elegante sui bassi e le dita restavano per aria plastiche, mentre la destra con l’ unghia del pollice percorreva la tastiera in una scala rumorosa e stonata. Poveraccio! Non azzeccava mai un finale e finivamo tutte le canzoni in fuori tempo. Ma gli applausi e il compiacimento
delle signore c'erano lo stesso.

(Applausi e voci di "bravi" “bis”. Il fisarmonicista esce inchinandosi. Carlos rimane solo)

Poche lire, cena pagata e qualche pacchetto da riportare a casa. Avanzi, anche se per lo più si trattava degli avanzi migliori. Mia madre ne era soddisfatta e mi vedeva tanto produttivo. Mio padre mi seguiva alla lontana e diceva agli amici: "Lui canta...” come se avesse detto "Sta in banca" ... Fatto sta che cantavo.



SCENA 2

CARLOS
"Lei canta bene!” Mi disse un curioso vecchio piccolo e diritto…

(Nella penombra si profila accanto a Carlos l'immagine di questo nuovo personaggio impersonato dallo stesso attore che ha fatto prima il fisarmonicista e che, via via , interpreterà tutti i personaggi maschili della commedia)

"Lei ha il professionismo nell'anima!” Millantava un dialetto del Nord...


IL VECCHIO PICCOLO E DIRITTO
…me lo lasci dire, perché me ne intendo io... che ne ho lanciati nel mondo dell'arte! Non è mai stato nelle balere? Che fa la domenica? Se la passa su e giù per il corso con quella voce lì?

CARLOS
Scrisse qualcosa su un biglietto dorato che tirò fuori da un portafoglio ammuffito.

IL VECCHIO PICCOLO E DIRITTO
(estrae un biglietto)
Vada a questo indirizzo a mio nome e si guadagni qualche lira.
Mi ringrazierà.

(Carlos prende il biglietto in mano sempre restando di spalle, ma cambiando voce e, usando la sua voce da giovane.)

CARLOS
Grazie.

VECCHIO
Dopo. Mi è sempre piaciuto aiutare i giovani di talento.

CARLOS
Si, grazie.

VECCHIO
Dopo.

CARLOS
Ma lei, come si chiama?

VECCHIO
Sta sul biglietto. Vada...

(il vecchio scompare di nuovo nel buio)



SCENA 3

CARLOS
(di nuovo con la voce da vecchio)
Andai e cantai in un gazebo al centro di una balera. Tutto intorno la gente ballava e strusciava i piedi per terra. Mi ero liberato dei fuori tempo del fisarmonicista ed ero cascato nei fuori tempo delle suole. Ma anche li non mi sbagliavo mai! Ero davvero un professionista.

(Musica. Sulle ultime parole di Carlos si illumina il gazebo al centro del palcoscenico e sul fondo di questo si evidenziano le ombre delle sagome degli orchestrali. Un’orchestra di pochi elementi. Carlos ora si è alzato e si è tolto la giacca da camera. Si dirige al gazebo sul quale sale e vedendolo da di fronte lo troviamo giovane e bello. Mentre la musica è in sottofondo, Carlos afferra un megafono e con questo continua a parlare)

Mi avevano messo in bocca un megafono e addosso una giacca con i baveri rossi: la divisa dell'orchestra! La mia giacca era nuova, quelle degli altri erano segnate dal mestiere. La giacca del violinista era lisa sul bavero sinistro. I pantaloni del violoncello erano invece lisi alle cosce e sempre scuciti al cavallo. Gli stavano stretti... il violoncellista che l’aveva preceduto era di tre taglie più piccolo. Il basso tuba aveva sempre la giacca sformata...La divisa della grancassa era scolorita dal sudore. Io invece ero perfetto e attiravo l'attenzione.


SCENA 4
(Luce. Un nuovo personaggio maschile entra in scena elegantemente vestito e si accosta al gazebo sul quale è Carlos)

L'UOMO BEN VESTITO
Lei canta bene !

CARLOS
(Parlando al megafono verso il pubblico)
Era una sera di giugno e le foglie appena nate attutivano in un vento tiepido lo struscio dei piedi.

L'UOMO BEN VESTITO
Lei canta bene! Si sente subito il tono dell'artista preparato!
Che repertorio fa? Mi sembra vasto...

CARLOS
Seguo l'orchestra.

UOMO BEN VESTITO
Si, canta proprio bene! Sa la musica? Ha mai studiato? E’ ancora in tempo alla sua età! Ne avrà al massimo venti, no? Dia retta, la balera è un passaggio nella vita di un artista. Qui, lei fa parte dell'insieme, è solo la voce dell'orchestra, uno strumento, un soldato nell'esercito del pentagramma, se mi passa il leziosismo.


CARLOS
Come?

UOMO BEN VESTITO
Un soldato nell'esercito del pentagramma, se mi passa il leziosismo.

CARLOS
Ah!...

UOMO BEN VESTITO
La sua voce è bella, e il suo nome deve essere ben pronunciato e quindi seguito da un applauso di buona accoglienza, e dipoi, a esecuzione avvenuta, accompagnato da un’ovazione di commiato. Dia retta a me, tralasci la posizione di soldato. Diventi ufficiale! Vada al Cinevarietà , è lì il suo posto! Solo su un palcoscenico, l'orchestra, appunto nell'orchestra, se mi passa la tautologia...

CARLOS
Se le passo cosa?

UOMO BEN VESTITO
Se mi passa la tautologia
(anche questo personaggio estrae dalla tasca interna della giacca un vistosissimo biglietto dorato che consegna a Carlos)

UOMO BEN VESTITO
Modestamente... Il mio nome è conosciuto nel Cinevarietà come quello di un mecenate. Le conosco bene io le voci che faranno Strada, e la sua è una voce da viali alberati, non da mulattiere.

CARLOS
Non da...?

UOMO BEN VESTITO
La sua è una voce da viali alberati non da mulattiere! Diventi ufficiale! (uscendo di spalle) "Cinevarietà Alhambra! Teatro Abanera, Abadan, Varietà Lucciola !

SCENA 5
(La musica finisce Carlos rimane solo e continua a parlare con la voce da giovane)

CARLOS
Divenni cantante solista! Cantavo sul palcoscenico da solo e così cominciai ad affinarmi. Il fatto di tirare fuori la voce così al centro dell'attenzione, mi spinse istintivamente a migliorare i miei gesti. Finché avevo cantato nelle balere, me ne ero stato fermo a scarpe divaricate, come una pera con i piedi e non si capiva come da quel sacco in giacca e baveri rossi uscisse una voce tanto flautata e suadente. Ora mi si poneva il problema degli spostamenti: dovevo fare spettacolo! Perché nel Cinevarietà il meccanismo è sempre questo : il presentatore parte.

SCENA 6
(Carlos discende dal gazebo. Posa il megafono e viene verso il proscenio; si abbassano le luci sul retro della scena e si chiude un sipario rosso scarlatto. Sul sipario che si chiude, entra in scena il medesimo attore che impersona questa volta il Presentatore)

PRESENTATORE
Ed ora... Calma, calma amici! Ed ora una voce che voi tutti conoscete! Reduce dalla turnè nel nord Italia, dopo lo strepitoso successo tributatogli a Bordighera, ecco qui tra noi: Carlos!

CARLOS
E la cosa peggiore era il fischio finale della sua "ss” !

PRESENTATORE
Carlosss !

CARLOS
Che le ragazze all'uscita del teatro forzavano in gara.

PRESENTATORE-CARLOS
(insieme)
Carlosss!

CARLOS
Dicevo degli spostamenti. Il primo era quello dalle quinte al centro del palcoscenico. Qui venivo accompagnato dalla sigla, alla quale mi dovevo adeguare. Ne avevo in repertorio sei o sette di camminate…

(Inizio musica il presentatore eseguirà le scene che Carlos descriverà a parole, una prima volta correttamente, l'altra volta come appunto Carlos indicherà, in fuori tempo)

C'era quella fatale che mi portava al centro come in una nuvola mentre il presentatore si allontanava plastico verso la quinta opposta, camminando a gambero a mano tesa verso me.Una camminata sempre d’effetto, eseguita in un cerchio di luce, che mi portava fino al centro, in tutto il mio fascino! Anche lì c'era sempre il fuori tempo! Cioè, quando il presentatore se ne restava al centro, mano tesa senza allontanarsi a gambero così che ci ritrovavamo tutti e due sotto il fascio di luce, con la canzone romantica e l'idiota ancora a mano tesa e denti in rivista!

(cambio musica)

C'era la camminata rapida e scattosa accompagnata da una musica allegra
preferibilmente un fox trot! Per questo tipo di camminata, indossavo giacche 
sgargianti sfoderando un sorriso scanzonato.

PRESENTATORE
E ora...Calma, calma, amici.... ed ora una voce che voi tutti conoscete! Reduce dalla turnè nel Nord Italia, dopo lo strepitoso successo tributatogli a Bordighera, ecco qui tra noi Carlosss!!

(camminata di Carlos fino al centro del palcoscenico)

CARLOS
Anche qui il fuori tempo! Con una camminata così, una camminata che fa sentire subito il pubblico in famiglia, il presentatore, si presuppone sappia che deve aspettare l'arrivo dell'artista al centro e che deve scambiare con lui due parole di circostanza!

PRESENTATORE
Allora Carlos, come va?

CARLOS
Pausa sapiente... "Bene!” E già tutti ridono.

PRESENTATORE
Com’è andata a Bordighera?

CARLOS
Altra Pausa... “Bene!” Al pubblico fa piacere sapere che a uno di famiglia, con quel popò di camminata, vada tutto bene a Bordighera.

PRESENTATORE
Cosa ci canti stasera?

CARLOS
Vi canterò Paparapà parapa! Ah! Era quella che il pubblico si aspettava! Quale sia non importa, ma da uno di famiglia con quella camminata lì, si aspettava proprio quella! Ma anche qui, il fuori tempo!

(I due ripetono la presentazione)

PRESENTATORE
Ecco qui tra noi Carlos!

(Il Presentatore se ne va camminando a Gambero, lasciando Carlos solo al centro della scena)

CARLOS
(preso dall’imbarazzo) Adesso vi canterò... Poff! E crolla tutto con quell’ "Adesso vi canterò” ! Neanche ti presenti da solo, senza qualcuno che ti dia la giusta importanza che diventi subito un principiante! Il presentatore idiota era sempre lo stesso! Un tipo più insignificante del fisarmonicista! Me lo ritrovavo nei camerini e mi veniva un colpo! Anche perché era estremamente devoto! Una gran brava persona, coscienzioso e servizievole. Gli sorridevo e
l’ odiavo, l’ odiavo eppure gli sorridevo.

PRESENTATORE
Lei canta bene Carlos! Insieme faremo strada! Lei è giovane, io un po’ meno,
ma ne faremo di strada insieme!
(Esce)




SCENA 7

(Carlos si avvicina di nuovo al tavolo, si leva la giacca da cantante e si rimette sulle spalle la giacca di lana, poi inizia a struccarsi come se fosse in camerino. Dietro il tavolo alcune lampadine intorno ad uno specchio, Carlos posa una spugna, mentre parla e si spengono le lampadine e sale di nuovo il rumore delle frasche e del traffico lontano. Carlos cambia voce)

CARLOS
Fu un vero tormento. Per anni. Non ero più un bambino e ancora costui mi prendeva in fuori tempo

(Carlos è seduto, di nuovo di spalle. Tra le sue mani appare di nuovo il tubo del vino ed il bicchiere)

CARLOS
Che cos’ la pazienza? E’ qualcosa che assomiglia alla comprensione o è solo l’incapacità di difendersi? Noi siamo artefici, vittime o complici della nostra pazienza? Gli sorridevo e lo odiavo. L’odiavo, eppure gli sorridevo. Non mi ricordo nemmeno più quanti anni ho sopportato la presenza di quell'idiota, senza mai avere la forza di liberarmene, anzi‚ tributandogli un misto di rispetto e reverenza, ma senza mai perdonargli dentro di me la sua totale idiozia. (pausa) Mi precedeva un numero e vi giuro che ho paura a parlarne: una contorsionista. L'amavo! 


SCENA 8

(Buio su Carlos e luce su una grande cesta che entra un scena,grazie a due gambette che dalla medesima sbucano. Una musica di zufolo orientale accompagna la sortita della Contorsionista. Costei esegue con estrema grazia plastiche posizioni nelle quali resta immobile, sempre sorridente. Si sente Un “hop!” di dietro le quinte ad ogni “figura” eseguita. Applausi!) 

SCENA 9

CARLOS
Di lontano, dall'ultima fila, quel suo corpo che si annodava e si snodava era come un nuvola che cambia forma ad ogni soffio di vento. Le ragazze continuavano a chiamarmi "Carlossss"! Solo lei non faceva fischiare la "sss". La ritenni una complicità. Sfido tutti gli uomini a trovare brutti gli occhi di una donna e quelli della Contorsionista erano castani‚ e cercavano, cercavano... Mi saltava sempre al collo come una lucertolina su un muro…

(Carlos si alza e si prepara in fretta per una grande serata)

Alla fine mi decisi‚ e una sera, dopo tentennamenti e ripensamenti, la invitai a cena!

(Musica. Cambio luci. Il numero è terminato, la Contorsionista è uscita ed è entrato il Cameriere che anche in quest’ occasione è il Presentatore in giacca bianca; apparecchia il tavolo. Carlos si sistema la cravatta e freme guardando l’orologio.)

Alle signorine è concesso in certe occasioni un pizzico di ritardo... si crede di essere noi quelli più in ansia, ma si sa che sono loro ad esserlo, preda come sono del tremore delle loro dita, che emozionate non sanno più nemmeno come si passa il rossetto sulle labbra… Pazientiamo… (guarda ancora l’orologio) 
(Nella penombra la Contorsionista torna in scena) 

Arrivò in un abito meraviglioso, il firmamento sembrava specchiarsi sul suo corpo ondeggiante nella sera...

(La Contorsionista si avvicina fatale in uno stupendo abito da sera tutto strass. Carlos ammira la sua bellezza si accosta alla tavola apparecchiata, il Cameriere si ritira discreto, mentre Carlos offre la sedia alla sua dama. Questa si siede, Carlos si siede a sua volta ed entrambi restano a guardarsi negli occhi)

CARLOS
(Riferendosi alla musica che si diffonde nell'aria)
Avrei dovuto cantarla io questa.

CONTORSIONISTA
Davvero?

CARLOS
Solo che dopo non se n’è fatto nulla. Sa come vanno certe cose?

(Le labbra della Contorsionista si avvicinano alle sue, al di sopra di piatti e posate… )

CARLOS
Promesse, promesse, poi mai che qualcuno si decida e....
(al pubblico)
Chi partì per primo nel bacio che ci demmo, non si è mai saputo!

(Lungo bacio tra i due e arrivo del Cameriere con due piatti fumanti. Resta immobile sopra i due ad attendere che finiscano Quando Carlos e la Contorsionista si staccano, il Cameriere sentenzia severo)

CAMERIERE
Tagliolini pomodoro e basilico!

CONTORSIONISTA
Carlos!
CARLOS
Chiamami Giuseppe!

(I due si buttano famelici sulle pastasciutte. Le luci sfumano, buio sui due e al centro del palcoscenico il Cameriere si toglie la giacca bianca. Sotto sfoggia una camicia nera. In sottofondo accompagnamento e sirene antiaere)

SCENA 10

LA FAMIGLIA BRAMBILLA (versione di guerra)

PRESENTATORE
Ma la famiglia Brambilla
Più non pensa all su nobiltà
Più non passeggia in Balilla
E al podismo soltanto si da
Vanno in montagna in collina
E la sera al ritorno si sa
Portano qualche gallina
DA “sgarroppare in città!

La Mamà la sta in ca’
La Nanà cosa fa?
Fa la brava e lo mostra coi fatti
Ha imparato a lavare anche i piatti.
Il Gagà l’è suldà
E il Papà riciamà
Tra un pilun l’è sergente maggiur
El ghe sciopa el panciun per l'unur!

Prima lassù al quinto piano
Dai Brambilla sembrava un canil
Urla, cagnara, baccano,
Poi volavano i piatti in cortil
Ora son tutti contenti
e quand turna en licensa il Papà
Se metten tut sull'attenti
Stan citu sensa fiada’!

La Mamà la sta in ca’
La Nanà cosa fa?
Fa la brava e lo mostra coi fatti
Ha imparato a lavare anche i piatti.
Il Gagà l’è suldà
E il Papà riciamà
Quand se trata de fase l'unur
I Brambilla i' n dacord anche lur !

(Termina sventolando un tricolore. Esce)




SCENA 11
(Si riaccendono le luci sul tavolo che ora non è più un tavolo da trattoria, ma è tornato ad essere il tavolo del camerino con lo specchio. I due piatti di pasta sono ancora lì. La Contorsionista è ancora in abito da sera, ma con ciabatte calze calate e capelli con i bigodini Carlos ha l’abito di prima, ma con la cravatta slacciata. Sulla tavola una radio manda musica leggera. Il tempo è ovviamente passato, c’è la guerra, Carlos e la Contorsionista mangiano in camerino durante lo spettacolo. Carlos fa “la scarpetta”)

CONTORSIONISTA
Che strazio con questi‚ allarmi.

CARLOS
Ho chiesto un aumento.

CONTORSIONISTA
(Il suo tono è cambiato. E’ annoiata, triste, con un gran disprezzo nei confronti di Carlos)
Hum...

CARLOS
Ristrettezze o no, o me lo danno o me ne vado.

CONTORSIONISTA
Hum.

CARLOS
Non se ne può mica più. Con tutto il tempo che gli ho concesso! No? Niente, o un aumento subito o me ne vado.

CONTORSIONISTA
Bravo.

CARLOS
Gli faccio vedere io!

CONTORSIONISTA
Ecco.

CARLOS
Al mago Lumbay 15 lire in più! E non si trovano 7 lirette per me ... per noi?

CONTORSIONISTA
Mhm ...

CARLOS
L’aumento o domani chiudo!

CONTORSIONISTA
Si...

CARLOS
Me ne vado !

CONTORSIONISTA
Carlos...

CARLOS
Eh?

CONTORSIONISTA
Me ne vado.

CARLOS
(Resta con la forchetta per aria)
Come?

CONTORSIONISTA
Me ne vado.

CARLOS
Te ne vai? Dove vai?

CONTORSIONISTA
Vado al Nord.

CARLOS
Vai al Nord?

CONTORSIONISTA
Aderisco!

CARLOS
Che fai? Aderisci? Ma cosa dici? Tu sei un’artista! Ma cosa aderisci? Gli artisti 
non fanno politica!

CONTORSIONISTA
Cosa “gli artisti non...” !? Gli artisti aderiscono eccome! Gli artisti fanno come i piccioni di Venezia! Vanno dove gli tirano il becchime! E allora tutti a Venezia, gli artisti volano a Venezia! E’ da lì che si ricomincia! Qui è tutta una cosa di bombe, miseria, rifugi. Basta coi rifugi! Basta con le bombe gli allarmi! ‘sta fame che nemmeno quando stavo agli orfanelli!

CARLOS
Ma che dici?

CONTORSIONISTA
A Venezia, dico! Come i piccioni a piazza San Marco! Voi magnà? Te devi da’ 
da fa!

CARLOS
E a Venezia che mangi? Con quello che costano le pensioni... Che diaria ti 
deve dare il duce?

CONTORSIONISTA
Ma tu voi magnà o solo ripulì er piatto?


CARLOS
Stai scherzando!

CONTORSIONISTA
No!


CARLOS
Si! Va bene, finisci la pasta che è meglio
(Cambia discorso, e riferendosi alla canzone che trasmette la radio).
Senti, senti! Ma senti alla fine a chi l'hanno fatta cantare questa, eh? Sempre 
la solita storia: chiacchiere, promesse...

CONTORSIONISTA
Me ne vado. Forse non hai capito! Io me ne vado e sai perché ? Perché non ti sopporto più! Me ne vado perché mi hai rotto le scatole! Me ne vado hai capito? Non ne posso più delle tue occasioni perdute, delle tue canzoni mai cantate, delle tue canzoni cantate da altri, delle canzoni di altri che cantano altri! Non ne posso più di te della tua faccia, della tua voce! Te le cantano sotto il naso! Non ne posso più delle tue promesse! Carlos! Non ne posso più!

CARLOS
Ma no, dai...

CONTORSIONISTA
Ma cosa credi che ci tenga legati? Sei mio fratello? Sei mio cugino? Sei mio 
marito? Ti ho sposato? Dammi una risposta!

CARLOS
E'...è presto detto. Non siamo sposati...

CONTORSIONISTA
Appunto, questa è la risposta alla domanda “Ci siamo sposati?” “No! Non ci siamo sposati!” E perché non ci siamo sposati? Perché a nessuno di noi due è venuto mai in mente di chiedere all’altro: mi vuoi sposare? E due che mangiano insieme in camerino, che dividono tutto dalla saponetta alla pastasciutta…

CARLOS
Qualche volta anche l’abbacchio…

CONTORSIONISTA
Ma non scherziamo, Giuseppe! 

CARLOS
(al pubblico)
Quando mi chiamava Giuseppe era proprio arrabbiata! 


CONTORSIONISTA
Manco ‘na coscia de pollo con te! Io me ne vado! Sono stufa di te, dei camerini, della luce che va e viene, delle contorsioni, di quella cesta schifosa! 

(indica la cesta sistemata in un angolo)

CARLOS
E.. ci vai da sola a Venezia?

CONTORSIONISTA
Col mago Lumbay!


CARLOS
(cambia espressione)
Te ne vai col mago Lumbay?!

CONTORSIONISTA
Con lui l’abbacchio non manca mai! 

CARLOS
E noi? E io?

CONTORSIONISTA
E me? E me? (piangendo) E me?

(di fuori scena la voce del Presentatore)

PRESENTATORE
Ed ecco fra noi, reduce da una tournè nel Nord Italia dopo il grande successo ottenuto a Bordighera: Carlos!

CARLOS
No!
(Masticando il boccone cerca di abbottonarsi il colletto della camicia e di
infilarsi la giacca)
Aspettami qui, non..

CONTORSIONISTA
No!

CARLOS
No, non puoi andare via così, io ti...

PRESENTATORE
(Sempre fuori scena)
Ecco a voi: Carlos!

CARLOS
(non sa a chi riferirsi) 
Un momento!

CONTORSIONISTA
Ho già fatto le valige, guarda!

(Tira fuori da una quinta due valige cenciose)

CARLOS
No!!

(Si sentono i primi fischi da fuori scena.)

VOCI
Andiamo! Forza !

PRESENTATORE
(da fuori scena)
Reduce dal Nord Italia.... dopo i grandi successi di Bordighera...

CARLOS
(Preso ormai dal parossismo)
Un momento! No! Ti supplico! Io... Io ti amo! 

CONTORSIONISTA
Ci mancava pure questa!

VOCI
Carlos! Carlos!

CARLOS
Arrivo !

CONTORSIONISTA
Basta !

VOCI FUORI SCENA
(Facendo fischiare la “sss”)
Carlosssssss!

CARLOS
No!

(Esce per entrare in scena accompagnato dalla sua sigla allegra)

PRESENTATORE
(di fuori scena)
Salve Carlos, come va?

(La Contorsionista afferra le sue valigie, la cesta ed esce di scena. Buio.)





SCENA 12
(Pausa. Lampi e tuoni. Si diffonde una canzone “solo me ne vo per la città...” Carlos rientra in scena dalla parte opposta dalla quale uscito con indosso un impermeabile e un cappello bagnati. SI diffonde la sua voce da vecchio)

CARLOS
Non la trovai più. Era sparita! Si era portata via ogni cosa! Il mago Lumbay aveva fatto sparire tutto! 
(Carlos apre l'armadio che e in scena: è vuoto. Resta di spalle a guardare
dentro l'armadio.)

Unica traccia : Venezia! Più lontana della Luna in quei giorni tremendi! Ancora oggi me lo chiedo: che dovevo fare ?

(Carlos tossisce forte, chiude l'armadio. Si volta di scatto e la sua voce torna 
giovane)

Al Collocamento! Il Collocamento Artisti! Quelli sanno tutto di noi! Ci seguono passo dopo passo, da Roma a Pescara, da Palermo a... Venezia! Veneziaaaa la Luna e tuuu! Se non sei segnalato, al Collocamento mica ti danno da lavorare!

(Le luci tornano ad alzarsi)

Ecco, finisce anche di piovere! Torna il sereno! 

(Un’altra musica sale “la vita è bella tanto bella...” fischiettando si toglie l’impermeabile, indossa una giacca allegra, si assesta la cravatta e si avvia verso il lato opposto del palco)

Senti questa a chi l'hanno fatta cantare !


SCENA 13
(Camminata a tempo di musica fin verso la parte opposta del palcoscenico, dove è arrivati in scena lo sportello di ufficio collocamento. Dietro il vetro Elvira, impiegata del Collocamento, indossa un grazioso abitino bianco).

CARLOS
Salve!

ELVIRA
Buongiorno.


CARLOS
Funziona tutto qui al Collocamento ?

ELVIRA
Prego?

CARLOS
Si, dico, nonostante il periodo...

ELVIRA
Quale periodo?

CARLOS
Quale periodo? Forza, dai che m'ha capito... Venezia i piccioni...

ELVIRA
Che dite? Quali piccioni?

CARLOS
Scherzo. Scusi, sa...

ELVIRA
Ma voi siete un ispettore?

CARLOS
No, cantante.

ELVIRA
Cantante? Ah, ho capito.

CARLOS
No, che ha capito? Io sono collocato... canto tutte le sere all’ Alhambra...

ELVIRA
Le sere? Ma non c’è il coprifuoco?

CARLOS
Va beh una sera si, una sera no... però mi preoccupavo…

ELVIRA
Vi preoccupavate?

CARLOS
Si, "Ma chi lo sa se il Collocamento colloca ancora?” Mi chiedevo stamani...

ELVIRA
Sentite, stringete, che c'è ?

CARLOS
Devo fare un domanda.

ELVIRA
Dite.

CARLOS
Un'informazione. Tanto qui di noi artisti, voi sapete tutto...

ELVIRA
Certo che sappiamo tutto.

CARLOS
(Passandole un foglietto)
Mia cugina... Mi dice con chi lavora?

ELVIRA
(Prende il foglietto)
Si...

(Si allontana un attimo e controlla un archivio, Carlos la segue nervosissimo)

Ecco qua!

CARLOS
Con chi è?

ELVIRA
Si è cancellata. Emigrata, trasferita!

CARLOS
E’ emigrata ?

ELVIRA
Tre giorni fa.

CARLOS
E dov’è emigrata?

ELVIRA
E che ne so io?

CARLOS
E io come la ritrovo? Col fratello non ci parliamo, la madre è morta l'anno scorso, non la trovo più! Quella è davvero andata al Nord, ha aderito, capisce?

ELVIRA
Embè? Anche noi dopodomani spostiamo il collocamento al nord!

CARLOS
Allora non scherzava ! Se n’è andata col mago Lumbay!

ELVIRA
Calmatevi.

CARLOS
Mi calmo? Io mi sento male! Mi sento davvero male...
(Sviene sul bancone)

ELVIRA
Oh, mamma mia! Aiuto!
(Entra il Presentatore vestito da usciere)

USCIERE
Che c'è ?

ELVIRA
Un goccio d’acqua, presto!

USCIERE
Corro!

CARLOS
(mugugna tra sé)

USCIERE
(rientra con un bicchiere d’acqua)
Povero Carlos!

ELVIRA
Lo conoscete?

USCIERE
E' Carlos! Canta all'Alhambra! Lui si che canta bene!

ELVIRA
Su, bevete.

USCIERE
Forza, Sor Carlos che non è niente, uno sturbo.

CARLOS
Puttana...

ELVIRA
Come?

USCIERE
Stravede.

CARLOS
Brutta puttana !

ELVIRA
Ma con chi ce l'ha?

USCIERE
Straparla.

CARLOS
Ha aderito! Se la fa col mago Lumbay!

ELVIRA
Ma di chi parla?

USCIERE
Il mago Lumbay, quello che fa il numero di giochi di prestigio con frack bianco 
e camicia nera...

CARLOS
Se la fa con un gerarca ! Puttana !

USCIERE
Sragiona.

ELVIRA
(intenerita)
Su, va tutto bene.

CARLOS
Va tutto bene? Come è buona Lei.

ELVIRA
Stravede si! Mi da del lei!

CARLOS
Lo sapevo che trovavo affetto al Collocamento.

USCIERE
Sistemiamolo qua.

(Lo portano sugli scalini del gazebo al centro della scena)

ELVIRA
Piano...

(Le carezze a Carlos da parte di Elvira sono sempre più intense)

CARLOS
Grazie, grazie, quanto è dolce lei!

(I due si accarezzano sotto gli occhi dell'Usciere, si baciano. Carlos ormai si è ripreso. La situazione arriva al limite dell’ imbarazzo. Carlos alza gli occhi verso l'Usciere)

C A R L O S
Lei che fa qui?

USCIERE
Perché ?

CARLOS
Non vede che mi bacio con la signorina?

USCIERE
Si che vedo, sono qui che guardo.

CARLOS
Appunto! Cosa guarda?

USCIERE
E che mi guardo?

CARLOS
Facci il piacere, guardi...

USCIERE
Appunto!

CARLOS
No, non ciurli! Non ciurli! Io mi sto baciando con la signorina! Per cortesia, si levi di torno!

ELVIRA
Carlos, lascia stare.

CARLOS
No cara, no! Permetti! Io certa gente la conosco.

(Va sotto il naso dell’Usciere)

Lei che cerca?

USCIERE
Io? Niente...

CARLOS
Che cerca? Che vuole? Chi è? E’ un pezzo che mi sono accorto di Lei! Lei è quello che dice che io canto bene, vero?

USCIERE
Perché, non è vero ?

CARLOS
Perché non dovrebbe essere vero? Si, canto bene, e allora?

USCIERE
Allora buon pro le faccia!

CARLOS
(va in collera)
Lo dice con una certa ironia! Ma chi è lei? E’ il diavolo, è la voce della coscienza, l'angelo custode, il grillo parlante?

USCIERE
Non mi permetterei.



CARLOS
E invece lei si sta permettendo! Stia attento lei, perché non ha capito con chi ha a che fare!

USCIERE
Con chi ho a che fare?

CARLOS
(Sempre più irritato dalla faccia tosta dell’Usciere)
Lei non si rende conto, mi creda! Lei non si rende conto! Non se ne vuole andare?

USCIERE
Ecco vede...

CARLOS
Non vuole girarsi dall'altra parte?

USCIERE
Non è questo il problema...

CARLOS
Non è questo il problema? Non vuole andarsene? Non si gira dall’altra parte? E io me la bacio lo stesso, ha capito?

(Afferra Elvira e decisissimo la prende per un braccio, se la porta al porta al centro del gazebo)

E che mi vedano tutti, ha capito? Ormai c’è la democrazia! Non sarà lei, col suo sorrisetto ironico a fermarmi, chiaro?

USCIERE
Io ?

CARLOS
(Montando al massimo della collera)
Chiaro?? Lei non sa con chi ha a che fare! Ecco !

(Afferra Elvira e la bacia con passione esagerata. “Scoppia” la canzone "sposi" , il gazebo si illumina tutto di una luce bianca, come la panna e si trasforma in una immensa torta nuziale coi due sposi all’ultimo ripiano. Carlos leva gli occhi verso il pubblico terrorizzato. Poi guarda l'Usciere)"


USCIERE
Come dice quel proverbio Sor Carlos ?

CARLOS
Chiodo schiaccia chiodo?

USCIERE
No, quell'altro! Tanto va la gatta al lardo...

CARLOS
Che ci lascia lo zampino?

USCIERE
Viva gli sposi !

(Elvira riacchiappa la testa di Carlos, il bacio riprende nel tripudio della canzone).

SIPARIO
FINE PRIMO ATTO









































ATTO II


SCENA 14

(Sul buio, col sipario chiuso inizia la canzone Paname. Di Leo Ferrè)


PANAME! On t'a chantè sur tous le tons
Y' plein de paroles dans tes chansons
Qu‚ parlent de qui, de quoi, de quoi donc, Paname...
PANAME! Moi c'est tes yeux, moi c'est ta peau
Que je veux baiser comme il faut,
Comme savent baiser le gigolos
PANAME! L'soleil a mis son pyjama,
Toi tu t'allumes et dans tes bas,
Y'a M'sieur Haussman qui t'fai“ du plat,Paname...
Et viens m'aimer comme autrefois
La nuit, surtout, quand toi et moi
On marchait vers on n'savait quoi.
PANAME! Y'a des noms d’rues que l'on oublie
C'est dans ces rues qu'apres minuit
Tu m'faisais voir ton p'tit Paris,ª Paname...
Quand tu chialais dans tes klaxons
Perdue la-bas parmi les hommes,
Tu v'nais vers moi comme une vraie mome.
PANAME! Ce soir j'ai envie de danser
De danser avec tes paves
Que l'monde regarde aves ses pieds.
PANAME! T'es belle,tu sais, sous tes lampions
Des fois quand du pars en saison
Dans les bras d’un accordeon
PANAME! Quand tu t'habilles avec du bleu
Ca fait sortir les amoureux qui disent “ a Paris “ tous les deux.
PANAME! Quand tu t'habilles avec du gris
Les couturiers n'ont qu'un souci,
C'est de fout’ en grin toutes les souris
PANAME! Quand tu t'ennuies tu fais les quais
Tu fais la Seine et les noyers
Ca fait prend’ l'air, ca distrait
PANAME! C'est fou c'que tu peux faire causer
Mais les gens savent pas qui tu es
Ils vivent chez toi mais toi jamais
PANAME! Si tu souriais, j'aurais ton charme
Si tu pleurais, j'aurais tes larmes
Si on t'frappait j'prendarais les armes
PANAME! Tu n'es pas pour moi qu'un frisson
Qu'une idèe, qu'une fille à chansons
Et c'est“ pour ca que j'crie ton nom
PANAME PANAME PANAME PANAME !

(La canzone viene eseguita da un nuovo personaggio: la cantante francese Eugenie. Eugenie appare in un cono di luce. E’ vestita completamente di nero e ha i capelli tagliati alla maschietta, pantaloni neri e maglione nero, stile "esistenziale". Il tempo è passato, siamo nei primi decenni del Dopoguerra. Durante la canzone, Carlos sale dalla platea sul palcoscenico, indossa un cappotto ed ha in mano una valigia, in testa ha un cappello. Rimane bloccato di spalle ad ascoltare la voce di questa artista. Si gira lentamente, ascolta incantato, nella penombra, tutta la canzone. Al termine Eugenie segue il sipario che sparisce tra le quinte)

SCENA 15
(A sipario aperto vediamo adesso la nuova scena. Al centro una panchina. Dietro ad essa una fontanella finta e il busto di una statua. La scena sembra riecheggiare un giardino pubblico. Sulla sinistra è rimasto il solito tavolo del primo atto con la sedia. Sopra questo, lo specchio da camerino. Sulla destra, l'entrata dal fondo completamente buia. Sulla quinta di destra una facciata di stoffa e quasi in proscenio, in penombra un telefono pubblico attaccato al muro. Al centro pende un grosso “padellone” acceso. Carlos è rimasto immobile, come incantato ancora dall'immagine della cantante francese. Entra in scena, spazzando, in maniche di camicia, il Presentatore).

PRESENTATORE
Ha sentito che voce ?

CARLOS
(Scuotendosi)
Cosa? Quale voce ?
(Si dirige verso il tavolo del camerino)

PRESENTATORE
La cantante francese.

CARLOS
Si, ho sentito qualcosa.

PRESENTATORE
Che artista! La classe si riconosce! 

CARLOS
Ma chi è ?

PRESENTATORE
E chi lo sa? E’ francese.

CARLOS
Un delle tante.

PRESENTATORE
No! Altrochè una delle tante. Questa ha talento da vendere! Un po’ inesperta, ma ha tanto talento.


CARLOS
Repertorio ?

PRESENTATORE
Francese.

CARLOS
Non attacca.

PRESENTATORE
Non attacca? Ma se tutti sono diventati esistenzialisti! E’ tutto un viavai di donne in pantaloni, zazzere, Sarte di qua, Prevert di là… La Francia è una grande fucina di nuovi talenti! Ma l'ha sentita? Una vera artista. Non se n’ è accorto? Credevo che tra cantanti v’intendeste al volo !

(Esce spazzando)

SCENA 16
(Carlos riordina lentamente l'armadio, sistemando vestiti, trucchi, papillon e biancheria. Si siede di spalle e di nuovo con la voce da vecchio…)

CARLOS
Me ne ero accorto. Accidenti, se me ne ero accorto. Quella voce quella figurina nera mi erano penetrate giù, rimbalzandomi sul cuore, che aveva ricominciato a battere, dopo sette anni di letargo. Sette anni di lavoro in sù e in giù per la penisola.

(Mentre Carlos continua a sistemare le sue cose nell'armadio, entra in scena Elvira, dietro una finestra con fiori e tendine, appesa addosso come un grembiule. Prende il posto dello specchio.Sulle note melense di "Vola Colomba", Elvira passa Carlos calzini, mutande, canottiere, mutandoni, pigiami‚ peretta da clistere, borsa dell’acqua calda. Carlos prende la biancheria e via via riempie l'armadio).

Elvira, la mia consorte, pensava a tenermi caldo e pulito. Giravo l'Italia rifornito di tutto, pronto in ogni momento, per ogni situazione e ogni tipo di intemperie. Sette anni dei quali non seppi godere nulla. Un sordo rombo nel mio petto mi frenava in ogni slancio verso la vita. Un rombo che non volevo sentire, ma c’era! Un rombo che affogavo nei sorrisi e nei vezzi. Un rombo continuo in petto: "Non la ami!“ Mi svegliavo ogni notte e fumavo cento sigarette, ingoiavo caffè e pillole. Inviavo a Elvira, da tutte le città, cartoline, telegrammi di parole dolci, lettere come grandine! Rumori,chiassi, chiacchiere, per non sentire quel rombo dentro:"Non la ami!" E lei se ne stava affacciata alla finestra della nostra casa di una città di provincia ad aspettarmi , per un
nuovo vettovagliamento. Era felice così, tornata vicino a sua madre, alle cose dell'infanzia. Non dava mica fastidio a nessuno, lei…Me n’ero accorto, accidenti se me n’ero accorto del calore che e mi aveva avvampato l’anima, ascoltando quella stupenda ragazza in maglione a collo alto e pantaloni neri. Quella sera, mentre mi preparavo, sentivo la voce che mi si scioglieva! Avrei voluto cantare, ma solo per me… Fui pessimo! Cantai male, malissimo! E fu il Presentatore, quella sera fantasista a tempo perso, a salvare la serata.

(Buio su Carlos.Luce al centro del palcoscenico sulla scenografia del giardino pubblico. Entra il Presentatore con una delle sue giacchette, il naso rosso e i pomelli sulle gote. IN testa un cappellaccio e in mano un grosso fiore di carta) 

SCENA 17

PRESENTATORE
Scrofe t’amore inetite…

Prima scrofa…

Quel ciorno che ti fiti per la strata 
Col rosa festitin pen stretto in fita,
Ta te fui immandinende folgorato
A pocca aberta stetti inebetito… 

Seconta scrofa…

Amafo quel tuo squarto ammaliatore
Quel tuo antar su e ciù a tutte l’ore,
Non sai tu guanti paci certe sere
Talle tue lappa afrei foluto pere!

Terza scrofa…
Ma sai che sono timito e scontroso
Che sono tanto schifo e silenzioso, 
Fo’ farti un pel presente a praccio teso,
ti porco cendilmende guesto goso…

Quarta scrofa…
Et una sera alfin mi son teciso, 
E ti ho cuartata tritta tritta in fiso
Ho preso a quattro mani il mio coraccio
Per farti il cafalier t’ho offerto il praccio…

(parlato) sul marciapiede… tofe passecciafi…

Quinta scrofa…
Ai ciartinetti appiamo appondamento
Al pusto tell’eroe tei tue monti,
Ma scroto un cran carpugòlio in un cespuglio
Ti conne e pandalon un crante intruglio! 

(parlato) Tratitora! 

Epilogo…

Ma proprio un pell’affar m’hai compinato!
E io che cià ti te m’ero infachito! 
Dafanti all’efitenza ho racionato..
E guanto meno un po’ c’ho ripenzato 

Altro che spasimante e fitanzato! 

Mi sento poco a tir scompussolato! 

Sto coso lo recalo a quaccun’ato! 


(Buio sul presentatore che e esce. Luce su Carlos)


SCENA 18

CARLOS
Fu scritturata e la sera dopo cantò con noi… Mi buttai a capo fitto nelle mie attività predilette.

(Elvira torna con la sua finestra e i due riprendono a scambiarsi la biancheria, ma questa voltaª nella penombra Eugenie, canta "Sanguine")

SANGUINE (Prevert)
Parlez moi d’amour 
Redite-moi des chose tendres
Votre beau discours
Mon cœur n’est pas las de l’intendre.
Pour vous que toujours
Vous repetiez cest mot supremes
Je vous aime. 

CARLOS
Avevo un gran da fare con calzini, telegrammi, mutande e cannottiere. Uscivo sfinito da estenuanti interurbane, nelle quali dichiaravo il mio amore a Elvira ad ogni onomastico, ad ogni compleanno, a ogni festa comandata. Inviavo saluti a tutti i parenti, dai cognati ai biscugini. Mi ricordavo di tutti. Non avevo pietà per nessuno! Un pensierino per la mamma. Ossequi alla vicina di casa. “Come sta la zia Felicita? Come sono andate le tonsille di Angelino? Bene, un peso in meno: queste sì sono notizie! Combattevo come un leone contro il rombo che mi cresceva dentro :"Non la ami!" 

EUGENIE
Vous savez bien 
Que dans le fond, je n’en crois rien,
mais cependant je veux ancore
ecouter ce mot que j’adore
votre voix aux son caressant 
mais perce de sa belle histoire 
et malgrè moi je veux y croire…

Parlez moi d’amour… (ecc)

CARLOS
Elvira, che non mi amava nemmeno lei, era sorda ai messaggi di paura che si celavano dietro il mio amore traboccante e si contentava di vedermi una volta al mese, di sentirmi al telefono di tanto in tanto e di ricevere qualche lettera, peritandosi poi‚ dal canto suo, in acrobazie postali, per fare in modo che ad ogni albergo dove arrivassi, una sua lettera fosse già lì ad aspettarmi…

EUGENIE
Il est si doux
Mon cher tresor, d’etre un peu fou
La vie est par fois
Trop amere
Si l’on ne croit pas aux chimeres
Le chagrin est vie apaisè
Et se console d’un baiser 
Du coeur un guerit la flessure
Per un serment qui le rassure…

CARLOS
Giochi anche i suoi , chiassi, chiacchiere , per non sentire dentro quel rombo ; “Non lo ami!”

CARLOS ED EUGENIE INSIEME

Parlez moi d’amour … (ecc)


(Elvira svanisce con la sua finestra)

SCENA 19

CARLOS
Finché un sera…
(La canzone prosegue in musica e la cantante francese bussa alla porta del camerino di Carlos)

CARLOS
(Si sta struccando)
Avanti ! 

EUGENIE
Excusez-moi.

CARLOS
Prego.

EUGENIE
(Mostrando un matita)
Io bisogna di coltello...

CARLOS
Coltello ?

EUGENIE
Perchè mia plume tutta senza...

CARLOS
Le serve una matita ?

EUGENIE
No, la voilà (mostra la sua matita)
Io ha mia, ma piatta...

CARLOS
Ah, deve fare la punta alla matita. Le serve il temperino!

EUGENIE
No, coltello?

CARLOS
Si dice temperino o… appuntalapis.

EUGENIE
Appunt… No,doveva, deva, qui...vede ?... piatta!

CARLOS
Appunto! L'appuntalapis. Questo!
(Rovista tra i trucchi e prende l'appuntalapis.)

EUGENIE
C'est ca !

CARLOS
E’ quello che e dicevo.

EUGENIE
Merci.

(Carlos appunta la matita. Lunga pausa d’ imbarazzo)

CARLOS
Lei, bella voce.

EUGENIE
Pardon ?

CARLOS
La voce, la sua voce, c'est bien, la la la la !

EUGENIE
Ah, merci.

CARLOS
L ‘ascolto tutte le sere.

EUGENIE
Je ne comprendan pas.

CARLOS
Je... toutes les soirees (porta una mano all’ orecchio) A vous. Ici, par la
camère…

EUGENIE
Ah, oui?

CARLOS
Eh oui…

EUGENIE
Vous etes tres gentil, Monsieur, merci.

CARLOS
Pas de quoi... parbleu…la matita.

EUGENIE
(Prende la matita)
A bientot.

CARLOS
(tutto d’un fiato)
Non è che e per caso sarebbe libera per venire a cena con me, stasera, conosco un posticino che è un incanto poco distante dal teatro!

EUGENIE
Si.

CARLOS
Alla fine dello spettacolo, all'entrata artisti.

EUGENIE
D’accord.
(esce)


SCENA 20

(Cambio luci e chiusura del sipario. Il Presentatore entra in scena in frac e canta "Le Roi de Chez Maxime” )

PRESENTATORE 
Le Roi de Chez Maxime

Je suis, Messieurs, Mesdames, le Roi de chez Maxime
C'est a moi le dernier cri de l'elegance!
C'est a moi le beaù royaume de l grande vie, ah oui‚ toujours !
Argent, chevaux, voitures !
Belles femmes, champagne, bijoux !
Ca c'est ma vie, Voyant mon type, on dit "Voilà » le tout Paris,
le Roi de chez Maxime!

Paris c'est une belle fille,
De la Rue de Montmartre jusqu'à la Bastille,
Ses merveilleux boulevardes, pendant toute la nuit
Sont auxi belles.
Sa grace, son charme coquin
L'infinite nouveautè de sa vie de toujours
C'est comme une fievre que me brule
E me donne l'amour…
Parce que
Je suis, Messieurs, Mesdames, Le Roi de chez Maxime
Chevalier et Champonnay sont mes eleves
Christian Dior e“ Jacques Fabre s'inspiren“ de moi
Pour leurs modeles
Caron, Lanvin, Lemoine, Cartier et Jean Patou
Ca c'est me cour, tout le monde connait
Le roi Soleil des Elysees
Le roi de chez Maxime
Caronª Lanvinª Lemoineª Cartie• e“ JeaN Patou
Ca c'est me cour, tout le monde connait
Le Roi Soleil des Elysees
Le Roi de chez Maxime


SCENA 21
(Sul Presentatore che e se ne va, si riapre il sipario. Carlos ed Eugenie sono seduti sulla panchina)

EUGENIE
Depuis que je vis en Italie, c'est bien la soiree la plus agreable que j'aie passee. Comme vous etes sympathique. Cela faisait tres longtemps que je n'avais pas autant ri!

CARLOS
Non capisco.

EUGENIE
Vous ne comprenez pas J'ai passè une excellente soiree. Vous avez compris maintenant

CARLOS
Capito. Anche e io sono stato molto bene con Lei. A forza di stare solo, mi ero dimenticato di quanto è piacevole uscire con una signorina.

EUGENIE
Je ne comprendas pas.

CARLOS
Eh non comprendez? Io come lei viaggio, cantare, solo.. .

EUGENIE
Seul ?


CARLOS
Solo. Io e (come per indicare la voce) e basta...

EUGENIE
Vous n'etes pas mariè?

CARLOS
Mariè… Maritè? Maritato? No e perchè maritato? Solo, scapòl…scapolo, zitèl…

EUGENIE
Pardon ?

CARLOS
Pas mariè.

EUGENIE
Seul ? Pas de femme ? Pas de fiancee ?

CARLOS
Oui… (sospira) Che bella luna! (inizio musica)
E’ maggio. Tra poco si vedranno le lucciole.

EUGENIE
Comment ?

CARLOS
(Avvicinandosi. Lei è sempre più inerme fra le sue braccia)
Quegli animaletti che e volano.

EUGENIE
Les libellules ?

CARLOS
No, non le libellule. Quelle con la coda che...

EUGENIE
Les hirondelles ?

CARLOS
Le …? No, non le rondini. Quegli animaletti che di notte fanno luce e che… (due lucciole si muovono sulle quinte di destra)
Quelle !

EUGENIE
Ah, les lucioles !

CARLOS
Appunto. Le lucciole!
(Pausa. Poi i due partono insieme e si baciano. La musica sale. Carlos si ferma un attimo ad ascoltare)
Ma senti questa a chi l' hanno fatta cantare
(Il bacio continua. Buio)

SCENA 22
(Sipario. Il Presentatore vestito da barista arriva in proscenio)
in scena)

PRESENTATORE
Perché sono vestito così ? Perchè ? E’ presto detto! Per prendere parte alla prossima scena, ovvero "Bugie al bar !

(Il sipario si riapre. Penombra su tutta la scena. Luce in fondo: le ombre di un bar, con barista. In proscenio, sulla quinta di destra, sempre rimasto nell'ombra, c'è un telefono attaccato al muro. Uno “speciale” forte sul telefono. Entra Carlos, sempre in smoking, cappello , sciarpa al collo e cappotto sul braccio. Va dritto al telefono, con una sigaretta tra le labbra e l'ari decisa di chi sa il fatto proprio)

CARLOS
(Al barista)
La linea !

BARISTA
Eccola! 
(preme fuori scena un ipotetico interruttore)

CARLOS
(Prende la cornetta e fa il 10. Aspetta un attimo e poi)
Signorina, per cortesia, Paravenza 34 39. Attendo!
(Al pubblico)
Che mesi, gente! Che mesi! Cinque soli mesi. In quei bui anni! Cinque mesi di follia, di godimento. Godimento quello vero! Si! Si! Si? (al microfono) Si, signorina. Attendo in linea! (Al pubblico) Cinque mesi di fuoco tra le braccia di quella straordinaria donna, che e ora riempiva tutto l'orizzonte della mia passione! Sprizzavo energie per ogni dove: caffè chantant, casinò, restaurant! (al microfono) Pronto Elvira! Si Elvira sono io! Come stai? Come ¨E’ tanto che non telefono?¨ Ma davvero? Per forza, sai quanto costano gli scatti? Non inquietarti, cara, lo sai che tutti i giorni aumenta tutto! Ho detto tutti i giorni aumenta tutto! Eh, la crisi! Quale crisi? La crisi di tutto! Quando vengo?

BARISTA
Che fa raddoppia?

CARLOS
Quando vengo… (al barista) Si che e raddoppio! (a Elvira) Per ora non ce la faccio… Ho un debutto un giorno sì e un giorno no! E’ difficile, sai? I treni, le corriere...Lo so che e sono cinque mesi che non ci vediamo.Ma come non ti penso? Lo sai che ti penso. Come sta la zia Bettina ? E Mammà? E Papà? E la signora Amalia? Senti tesoruccio, non ce la faccio.Tu credi che se potessi, non mi sarei già precipitato?

BARISTA
Che “riraddoppia” ?


CARLOS
(al barista seccato)
Ma certo, non vede che parlo con la mia signora?

BARISTA
Il telefono, lo si vorrebbe usare anche e noi!

CARLOS
Cara, qui mi fanno fretta. Ti chiamo io tra breve! Come? Mi raggiungi tu, sabato e domenica a Viterbo? Scherzi? Lo sai dov’è Viterbo? Vuoi venire a Viterbo?! Ma è difficilissimo arrivare a Viterbo!! C'è una corriera chissà quando, e parte da chissà dove! E’ un posto sperduto, Viterbo! Non ci sono treni, non ci sono.... Un giro complicatissimo, per arrivare a Viterbo !

BARISTA
Raddoppia o lascia ?
(da una TV Mike Bongiorno)

VOCE
Lascia o raddoppia…

CARLOS
Mi premono cara. Devo riattaccare! Bacia tutti per me. Si, soffro tanto senza te! Vengo io… appena posso sono lì! (BACI) (Riattacca e scappa come un ladro) Viterbo? Te lo do io Viterbo!

(Una trionfante musica : Carosello! Buio totale e Sipario)

(Sul sipario che si riapre, inizio della canzone "Romantica". Seduto di spalle al tavolo, come all'inizio, il vecchio Carlos)


SCENA 23

CARLOS
Una volta sognai una massa enorme di gente, un’orda, come trasportata dalla tempesta. Le teste di quegli esseri erano sbattute dal vento e dai flutti, le une contro le altre, ferocemente. Ma esse non provavano dolore, come se non avessero nervi, come se non fossero in questo mondo. Tutti quei corpi tendevano le mani verso una grande pietra bianca al centro di quel mare infuriato. Tutti volevano salire sulla pietra bianca, e tutti si accalcavano, si scavalcavano, si calpestavano, scivolando inesorabilmente, inghiottiti dalla spuma delle onde! D’improvviso, io a cavallo della pietra, nel pieno di me, fuori della tempesta! E questo vissi in quel poco tempo! Ero al di sopra, oltre. Ero me. Ero quello che avrei voluto sempre essere! La vita scorreva lieta, come una vela su un lago in primavera!

(Luce su un funzionario elegante. La musica si blocca sulle sue parole.)


FUNZIONARIO
Lei canta bene! La signorina Eugenie ha fatto una buona cosa a parlarmi di lei. L'ho ascoltata con attenzione, sa? E’ vero, c'è stoffa! E se lo dico io, mi si può credere. Ne so io di cantanti! E quanti ne ho lanciati nel mondo del microsolco! Ha mai inciso dischi? Ha mai cantato alla Radio? E a San Remo? In TV? Male! Gli anni passano, sa? Sarebbe ora di darsi da fare.
(Porge Carlos un biglietto da visita dorato) 
Ecco ! Non appena sarà rientrato.. Mi perdoni‚ dove è che avete la prossima
soiree?

CARLOS
A Viterbo.

FUNZIONARIO
Appunto. Non appena sarà rientrato da Viterbo, vada a mio nome. Mi 
ringrazierà...

CARLOS
Grazie.

FUNZIONARIO
Dopo.

CARLOS
D’accordo. Grazie.

FUNZIONARIO
Dopo.

(Sparisce nel buio)

CARLOS
Il sangue mi bolliva. Erano anni, forse secoli‚ finalmente qualcuno si era accorto di me! Fremevo tutto! Con la mia cantante ci baciammo per tutta la notte! Ma come Leonida che morì fiero alla testa dei suoi trecento spartani, sulle creste delle Termopili, come Napoleone, che vide il disfacimento dei suoi eserciti a Waterloo, e come Catilina che coi suoi fedelissimi conobbe la sconfitta a Pistoia … così io capitolai a Viterbo!

(La cantante francese si precipita al tavolo dove Carlos si sta struccando)


SCENA 24

EUGENIE
Alors ¨Tù n'es pas encore pret? Allez, viens! Habille-toi! Allez depeche-toi !

CARLOS
(Vestendosi in fretta)
Oui eccomi !

EUGENIE
J'a‚ envie de passer une merveilleuse soiree ! J'ai envie de une nuit de folies, ici, a Viterbe!

CARLOS
Una notte di follia? Ma si! Si!

EUGENIE
Oui! Une nuit de folies!

CARLOS
A Viterbo sarà un po’ difficile, ma vedremo...

EUGENIE
(Trascinandolo sulla panchina)
Non ! Rien n'est difficile avec toi ! Je suis heureuse, Carlos, je suis tellement heureuse ! Viens mon amour, embrasse-moi, embrasse-moi ! Serre-moi fort!

CARLOS
Si !

EUGENIE
Je veux me perdre dans toi, je veux mourir dans tes bras !

CARLOS
(Indicando l panchina)
Ici ?

EUGENIE
Et pourquoi pas ? Ici ! Jouissons ! Jouissons a la folie !

(I due si avvinghiano e si stringono. Lui con le mani le arriva dappertutto.lei impazzisce di piacere.Insieme i due mugolano, gridano!)

(In quell’istante arriva il pompiere del Teatro –sempre il presentatore- con tanto di casco in testa. Dietro di lui… Elvira! con un enorme pancione e due valigie).

POMPIERE
Se lo conosco? Certo che e lo conosco, il signor Carlos! Sono il suo più fervido ammiratore qui a Viterbo. Le faccio strada, venga signora. Mo’ lo troviamo!

ELVIRA
Di qua?

POMPIERE
Venghi! Venghi!
(Giunge alla panchina e vede i due)
Oh, mamma mia!

ELVIRA
(Urlo sovrumano)
Aaaah!

CARLOS
(Ancora inebriato)
Eh? Che c’è?
ELVIRA
Com'è lontano Viterbo!

EUGENIE
Que est-ce ?

POMPIERE
L'ho fatta grossa, Sor Carlos !

EUGENIE
Hoù! La police !

CARLOS
Elvira…Elvira, che fai qui?¨

ELVIRA
Che e faccio io qui ? Che fai tu, qui!

CARLOS
Elvira, lascia che ti spieghi.

EUGENIE
Elvirà?

ELVIRA
Un giro complicatissimo per andare a Viterbo !

CARLOS
Elvira…

POMPIERE
(Dandosi schiaffi in faccia)
Accidenti a me !

ELVIRA
Ci vuole la diligenza! Si arriva a dorso di mulo a Viterbo !

CARLOS
Elvira !

EUGENIE
Elvirà? Tù connais cette femme ?

CARLOS
Eh? No… Cioè, si...

ELVIRA
Ecco perché era tanto lontana Viterbo !

POMPIERE
Accidenti a me ! Mi sono preso troppa confidenza !

EUGENIE
Et qu’est-ce ? ¨ C'est ta soeur ?

CARLOS
Come? No, non. è mia sorella...

ELVIRA
(a Eugenie)
Chi sono io ? Ma chi sei tu!

EUGENIE
Carlos, pourquoi ta soeur m'agresse -t-elle ?

POMPIERE
Non so come scusarmi, Sor Carlos!

CARLOS
Zitto, maledetto !

ELVIRA
Me lo sentivo che e c'era sotto qualcosa !

POMPIERE
Ha ragione! Ha ragione!

EUGENIE
Presente nous, non ? Bonjour, je suis Eugenie.
(Tende la mano a Elvira)

ELVIRA
(Pausa. Guarda sbalordita la mano tesa. Tutti rimangono in silenzio per un terribile lungo attimo, guardando la mano tesa e il volto innocente di Eugenie…Poi un nuovo terrificante urlo di Elvira!)

ELVIRA
Aaaaaah!!! Io vi ammazzo tutti e due !

EUGENIE
Carlos ta soeur...

CARLOS
E dagli! Non è mia sorella! Ce n'est pas ma soeur !

EUGENIE
Et alors ?

ELVIRA
Avanti! Vedrai che ci arrivi!

POMPIERE
Oddio Mamma!! 

EUGENIE
Carlos dis-moi la veritè. Tù es Mariè ?

POMPIERE
(aumentandosi la dose di schiaffi)
Mannaggia a me! Mannaggia a me!

CARLOS
Eh si! Sono sposato! Non la vedi la pancia ?

POMPIERE
(indicando la pancia)
Io lì non c’entro niente, facem chiarezz!

CARLOS
(Buttandosi ai piedi di Elvira)
Perdonami‚ Elvira, perdonami! Mi sentivo tanto solo !

EUGENIE
Parbleu!

POMPIERE
Te credo, de rabbia!

ELVIRA
Maledetto !

EUGENIE
Menteur !

ELVIRA
Vigliacco !

EUGENIE
Et c'etait ca, ton amour?

ELVIRA
Io che e ti lavavo le mutande!

EUGENIE
Moi que j’ hai parlez avec mon agent!

ELVIRA
Che Scandalo!

EUGENIE
Quelle honte !
(Eugenie scoppia in lacrime e si butta anche lei ai piedi di‚ Elvira)
Pardonnez-moi Madame ! Vous douaiez me coire, Je suis innocent!!

POMPIERE
Io mi impiccherei all'idrante!

CARLOS
Elvira, perdonamiiii !

ELVIRA
Mai!

EUGENIE
Jamais!

ELVIRA
Buona, mai lo dico solo io! Maiiiiii!

EUGENIE
Ne te presente jamais plus devanT moi Adieù !

ELVIRA
Voglio la separazione!

EUGENIE
Je vais a la stazione!

ELVIRA
E gli alimenti !

EUGENIE
Ils y l’y a un train alle otto e venti!
(Eugenie ed Elvira escono)

(Carlos è rimasto inginocchiato, come un mussulmano orante, si rialza lentamente. Dietro di‚ lui il pompiere)

POMPIERE
Proprio io, io! Io sono il Giuda Iscariota. Io che e sono sempre stato il suo più fedele ammiratore di Viterbo!

(Pausa. Significativo sguardo di Carlos…)

Mi ritiro con riserbo…

SCENA 25
(Inizio della musica "Il barattolo". Carlos, ascolta in silenzio e va a sedersi sulla panchina)

CARLOS
Senti questa a chi l'hanno fatta cantare...

(e scoppia in un pianto dirotto)

E così rimasi solo, senza più moglie, senza più fidanzata, senza più ammiratore, senza più coscienza... Ero stato preso ancora una volta in fuori tempo. Sentii‚ tutto insieme un peso sulle spalle, che mi si incurvarono, e un sonno greve che mi abbassava le palpebre, e un torpore che e mi ingrossava le caviglie… Fu quel giorno che e invecchiai! E una raucedine greve come la nebbia …(Cambio voce) mi tolse la voce!

(Il pianto riparte copioso e silenzioso. Carlos è scosso dai singhiozzi. Sul suo pianto un luce f intravedere da‚ spalle il funzionario che e gli aveva proposto l'ultima audizione.)

FUNZIONARIO
Che e fine ha fatto? L'aspettavamo una settimana fa. Lei sa bene che un vero professionista lo si riconosce dalla puntualità. Mi stupisco. Lei canta così bene. Ripassi più in là. Per ora abbiamo già provveduto. La ringrazio. Ma ricapiti, eh? Ricapiti.

(Carlo ha continuato a piangere sulle parole dell'uomo che scompare un'altra volta nel buio.)

CARLOS
No, aspetti. Dove va? Ma ha visto le mie referenze ? Non ha guardato niente? Sono pieno di referenze!

(Apre un lembo della giacca)

Eccole, eccole qua! Guardi! Guardi quante referenze !

(All'interno della giacca, una quantità di taschini e in ogni taschino c'è infilato un cartoncino d’oro,come quelli che Carlos ha ricevuto nel corso della commedia)

Guardi signor Impresario! Guardi questo! Questo me l'hanno dato un anno fa e questo due anni fa e quest'altro è di vent’ anni fa, e questo è di mille anni fa e questo....(Ha tirato fuori un accendino) No, questo è il mio accendino…

(Fa per riporre l'accendino, ma è come se una voce lo fermasse)

Come se funziona? Ma si che funziona! Guardi! (Lo accende) Mi è stato regalato a Varazze da un ammiratore che e amava particolarmente la mia voce e che… D’oro? No, è placcato d’oro, ma funziona che è una meraviglia, per via di un meccanismo particolare a molla, che provoca un attrito assai accentuato sulla pietra focaia, la quale a sua volta da la scintilla allo stoppino imbevuto di benzina…Le interessa? Non le interessa la mia voce? Le interessa l'accendino? Ma si che funziona, guardi!
(Accende ancora e sulla fiammella il rumore dell'arrivo di un treno: siamo in una stazione.)

Ero finito a vendere accendini alla stazione! Mostravo a tutti il funzionamento dell'articolo in vendita, accompagnando il gesto con un richiamo vocale :" che e macchine ! “ Il varietà, la musica, le canzoni, la mia voce, erano un ricordo perduto. Solo qualcosa era rimasto in quel richiamo vagamente armonico:
" Che macchine! Che macchine!”
(La voce di un annunciatore)

ANNUNCIATORE
E’ in arrivo il diretto dal Brennero!
(Carlos si precipita verso un lato del palcoscenico)

CARLOS
Che macchine !

ANNUNCIATORE
E’ in arrivo l'accelerato da Ancona!

CARLOS
L'accelerato per Ancona?
(Precipitandosi dall'altro lato del palco)
Che macchine !


ANNUNCIATORE
Treno rapido per Battipaglia, Eboli, Guardia Piemontese, Vibovalentia è in partenza al binario tre!

CARLOS
Binario tre ?
(Correndo ancora dall'altra parte)
Che macchine!


ANNUNCIATORE
Treno locale per Campiglia, San Godendo, in transito al binario 2!

CARLOS
(Correndo ancora dalla parte opposta)
Il locale? Che macchine !

(Un musica in lontananza richiama la sua attenzioneªÿ è un canzone che conosce molto bene, la vecchia "Tch Tch". Carlos resta immobile con l'accendino in mano.)

CARLOS
Erano passati anni e anni dall'ultima volta che avevo sentito quella musica. Qualcuno la cantava sul palcoscenico di un teatro di varietà vicino alla stazione.







SCENA 26

PRESENTATORE
(Precipitandosi al centro della scena affronta un pubblico rumoroso e fischiante)
Calma, calma, signori! Reduci dall'ultima tournee del Nord Italia! Osannate alle Folies Bergeres de Paris: ecco a voi le Gemelle Cisalpine !

(Due signore dipinte all’inverosimile entrano in scena sulle note della canzone sono la Contorsionista e la Cantante Francese Eugenie, che adesso formano un duo!)

CARLOS
Le Gemelle Cisalpine??

"TCH TCH"
Sedic’ anni hai già e bimba mia
Sei un vero fiore di leggiadria.
Ma non vuoi capir tu cos'è amore
Tu mi fai soffrir
Questo mio cuore non vuoi capir!
O Catarineta bella !
Tch Tch
Non vorrai restar zitella
Tch Tch…
Tu non conosci cos'è ancor
Ah! Ah!
Quali dolcezze da l'amor
Ah! Ah!
Quando avrai la testa bianca
Tch Tch…
e di tutto sarai stanca
Tch Tch…
Rimpiangerai tu questo dì
Ah Ah !
O mia bella Catarinetta !

(Il pubblico rumoreggia chiedendo alle due di spogliarsi tra fischi e parolacce. La canzone finisce malamente e le due se ne vanno facendo boccacce e insultando a loro volta. Si dirigono al tavolo di fondo che ora è di nuovo un camerino. Eugenie‚ si pone di spalle al pubblico, la Contorsionista di profilo. Carlos‚ si avvicina a loro timidamente.)


SCENA 27

CARLOS
E’ permesso ?

CONTORSIONISTA
Pure qui? Fuori!


CARLOS
No, un momento, aspetta. Sono io.

CONTORSIONISTA
Ho detto fuori!

CARLOS
Guardami‚ prima, guardami in faccia.

CONTORSIONISTA
E che faccia vuoi‚ che...

(Resta un'attimo interdetta)

CARLOS
Non mi riconosci ?

CONTORSIONISTA
Carlos?

CARLOS
Giuseppe.

CONTORSIONISTA
Carlos !
(Si abbracciano forte forte )

CARLOS
Amore mio ti ho cercato tanto. Perché hai aderito? Perchè sei fuggita? Che fine hai fatto ?

CONTORSIONISTA
(Il suo tono adesso, la sua voce sono cambiati. Anche il suo atteggiamento è diverso. Si comporta come una vecchia zitella, parlando in fretta e con un’ espressione sempre fissa)
Che fine ho fatto? Ho aderito e c’è andata male. Che non l'hai letti i giornali? La vita è dura. Tie’, siediti.

(In sottofondo musica e singulti di un film pornografico)

CARLOS
E il mago Lumbay?

CONTORSIONISTA
Quando sparisce non se trova mai! 

CARLOS
(Carlos si siede)
Ti ho cercata tanto. Sono andato dappertutto, sono finito anche al Collocamento a cercarti.


CONTORSIONISTA
Mi ero cancellata

CARLOS
Eh, lo so che t’ eri cancellata. Ma al Collocamento c'era l'impiegata… è successo un macello, cara mia. E’ successo un macello !


CONTORSIONISTA
Perché hai dovuto pagare un multa?

CARLOS
No, mi sono sposato l'impiegata.

CONTORSIONISTA
L'impiegata del Collocamento?

CARLOS
Era tanto affettuosa… 

CONTORSIONISTA
E mica hai perso tempo !

CARLOS
Ma tu m'avevi lasciato solo !

CONTORSIONISTA
Ah Carlos, quel ch'è stato è stato! Che te posso fa’? La vita è dura. Lo vedi. Ce l' hai da magna’?

CARLOS
Qualche volta.

CONTORSIONISTA
Che te dicevo? La vita è dura. Ce l' hai un sigaretta ?

CARLOS
No (mostrando l'accendino) Pero c' ho l'accendino, interessa?.

(Carlos indica la cantante francese che è come se non si fosse accorta di lui)

E quella dove l'hai incontrata ?

CONTORSIONISTA
Su nel Nord. La conosci?

CARLOS
Altroché Ha imparato l'italiano ?

EUGENIE
(Si rivolge al pubblico)
Mortacci loro. Vaffanculo!

CARLOS
Ha imparato, ha imparato. Come vi butta in coppia?

CONTORSIONISTA
Male caro, male. La vita è dura, che non lo sai?


EUGENIE
Cornuti! Mi spoglio col cazzo !
(Torna a struccarsi)

CONTORSIONISTA
E statti zitta! Oh, guarda un po’ chi c'è ?

EUGENIE
Beh, che c’è? Chi è questo pezzente?

CARLOS
Ora sa anche troppe parole...
(Entra il presentatore trafelato)

PRESENTATORE
Ragazze, tra due ore il prossimo spettacolo!
(Riconosce al volo Carlos)
Carlos ¨Il Signor Carlos. Che sorpresa!”
(Lo abbraccia singhiozzando.)
Quanto tempo ! Quanta acqua sotto i ponti ! Quante disgrazie !

EUGENIE
Carlos? Fatte vede… sei Carlos ?

CONTORSIONISTA
E’ lui. Ve conoscete no?

CARLOS
Questa capisce sempre tardi…

EUGENIE
(Lo abbraccia)
Carlos! Mon amour! Li mortaci tua! Quanto tempo è passato?! TI ricordi di Viterbo? Ti ho perdonato sai‚ ti ho perdonato mille volte !

CONTORSIONISTA
Ma perchè ¨Stavate insieme pure con lei? Carlos, ma non hai mai perso il vizio!

CARLOS
Acqua passata...

PRESENTATORE
Bisogna brindare !
(Tira fuori dall'armadio bottiglie e bicchieri)
Beviamo alla salute di Carlos, di tutti noi! Viva l'amicizia! Viva l'Arte !

(I sospiri del film porno si fanno più accentuati)

EUGENIE
Che schifezza il cannellino de Frascati! Viva lo champagne !

CONTORSIONISTA
Bevi, rincoglionita e ringrazia Dio che c'è questo, morta de fame! (Poi a Carlos) Questa è scema, che te credi? Questa è scema! Mica lo sa che la vita è dura. Si crede di essere una signora.

CARLOS
Eh sai come sono queste parigine… Io faccio l fame da vent'anni...

PRESENTATORE
La fame? La fame con quella voce lì? E io che credevo che Lei losse emigrato in America.

CARLOS
C’ho provato, ma mi sono fermato alla stazione.

PRESENTATORE
Eccoli qua: la più grande acrobata, la più grande voce, la più grande erre francese…

EUGENIE
‘Na vorta…

PRESENTATORE 
…tutti e tre insieme! E il solo vedervi insieme mi fa sprizzare nell'esprit del cervello un'idea: un nuovo numero! Soldi a palate. La grande fortuna!

CARLOS
Cosa?

CONTORSIONISTA
Zitto! Che state a di’ voi?

PRESENTATORE
La grande fortuna!

EUGENIE
Finalmente! Cazzo !

PRESENTATORE
(A Carlos)
Se la sente di ricalcare le tavole del palcoscenico ?

CARLOS
E che ne so…E’ tanto tempo …

PRESENTATORE
Ma con la sua arte, con la sua voce, lei può tutto !

CARLOS
Davvero posso ?

PRESENTATORE
Ma si che può! Ma certo, si fidi di me !
(Indicando le due)
Ne ho rilanciate io di voci, nel mondo dell'arte!

CARLOS
Se lei dice che si può.

CONTORSIONISTA
Che te frega, voi magna’ ?

EUGENIE
Un trio noi tre ?

PRESENTATORE
Vedo già i cartelloni pubblicitari, le file al botteghino !
(Rivolto al pubblico)
Signore e Signori… Reduci da una grande tournee nel Sud America, un trio di artisti che fecero e faranno scalpore! Emuli del Quartetto Cetra, ispirantisi al Quartetto Radar, eredi del Trio Lescano, figli del Duo Fasano: ecco a voi il trio Cisalpino !


SCENA 28
(Il Presentatore si ritira. I tre vengono avanti. Il sipario si chiude dietro loro. Eseguono la canzone "Segui il ritmo".)
Segui il ritmo 

Per danzar ci vuol ritmo!
Per cantar ci vuol swing!
Sol così puoi sentire
Ciò che non si può dir
e goder di un piacere
Che ti fa cantar, danzar, sì !
Per l'amor ci vuol ritmo!
Per il cuor ci vuol swing!
Non cercar di sognare
Tu poi danzare
Tu poi cantare,
La canzon vuol così !

(Carlos da solo)

Tutto è ritmo!
Tutto è swing!
Basta un fischio
e spunta una canzon
Ma che ossession !
C'è proprio da impazzire !

(tutti e tre)
Per danzar ci vuol ritmo
Per cantar ci vuol swing

Sol così ..... ecc ecc

(Al termine della canzone una pausa e unoÿ scrosciante applauso.Forse per la fatica, forse per l'emozione, Carlos si sente male e crolla a terra. )


SCENA 29

CONTORSIONISTA
Che è ?

EUGENIE
Parbleù 

CARLOS
(Rantolando)
Mi sento male.

CONTORSIONISTA
Dove?

CARLOS
Qui!
(Si indica il petto)

(Si riapre il sipario ed esce il Presentatore)

PRESENTATORE
Che succede ?

EUGENIE
Carlos sta male!

PRESENTATORE
Dove ?

CARLOS
Qui!

PRESENTATORE
Lì?

CARLOS
Si.

PRESENTATORE
Un infarto!

CARLOS
Eccolo io lo sapevo !

PRESENTATORE
E’ colpa mia! 

CARLOS
Sapevo pure questo!

CONTORSIONISTA
Aiutatemi a sistemarlo qua.

PRESENTATORE
Lo avevo visto che era invecchiato. Non dovevo proporglielo! 

EUGENIE
Forza Carlos, mannaggia!

CARLOS
Mi sento male…

PRESENTATORE
Però, anche dopo tanti anni, che voce!

CARLOS
Zitto!

PRESENTATORE
Perdono.

(Lo adagiano su una sedia)

EUGENIE
Chiamo il dottore !

(Esce)

CONTORSIONISTA
Corro in farmacia!

(Esce)

PRESENTATORE
Mi scuso col pubblico!
(Esce)

SCENA 30
(Carlos è di nuovo solo, seduto allo stesso posto dell'inizio. Cambio luci. Sale il rumore del traffico. Sul tavolo appare la caraffa del vino col bicchiere. L'ombra della frasca si agita lentamente)

CARLOS
(Con la voce da vecchio)
Adesso mi hanno portato quassù. Non sto male. Mi sono ripreso. Ogni tanto posso anche bere un goccio. Da questa parti è buono. E fa bene alle coronarie. Qualcuno di quando in quando sale fino quassù. Eugenie, per esempio, viene a trovarmi tutte le feste mi porta un libro, le parole crociate. La Contorsionista è tornata al Nord. Mi manda quando puòdelle cartoline, qualche soldo... Il clima qui è gradevole. La sera fa un po’ freschetto ma con un maglione si sopporta.

(Si mette sulle spallle la giacca da casa della prima scena)

Ho avuto anche un lieta sorpresa: ho conosciuto mia figlia. E’ venuta a trovarmi a Pasqua col fidanzato. Mi somiglia … Sua madre invece non si è fatta più vedere. (Sogghigna) E’ ancora arrabbiata. Non ho più incontrato quel maledetto presentatore eternamente fuori tempo... Chissà dov’è finito? Sarà emigrato… morto… Qui si prende cura di me un infermiere. Quando ha tempo ci facciamo una scopetta e un goccio.

(Entra in scena l’infermiere, il quale altri non è che il Presentatore. Si siede di fronte a Carlos e mischia un mazzo di carte. I due iniziano giocare)

INFERMIERE
Salve sor Giuseppe. Le do io le carte?
(Dando le carte.)
Giochi! La sa una cosa Sor Giuse’?

CARLOS
(Giocando)
Cosa?

INFERMIERE
Io l’ ho riconosciuta subito!

CARLOS
Ah si?

INFERMIERE
Ai tempi del varietà. Quando passavate quassù. Vi fermavate con la compagnia al teatro comunale e restavate anche per due sere ! Mi ricordo tutto, sa ? Ogni volta che siete passati ! E come ci si può dimenticare tutte quelle lampadine accese, quella scala piena zeppa di ballerine! Chi le aveva mai viste tante gambe nude tutte insieme ? E il numero della contorsionista ? Se lo ricorda, lei ? Quella che faceva tutte quelle acrobazie dentro la cesta... Che meraviglia ! Metteva una gamba da una parte e la tirava fuori da quell’altra ! Che spettacolo! E i comici ? Che risate ! Io ero ragazzo e restavo a bocca aperta a guardare! Una volta, dopo la guerra veniste anche con una cantante Francese! E chi la capiva quella ? Cantava e io non capivo niente... C’ aveva una “erre”... Strana eh... proprio francese... Ma soprattutto, più di ogni altro artista ho davanti agli occhi lei... Si, lei ! Quando l’hanno portata qui, l’ho riconosciuta subito ! Che voce, Sor Giuseppe, che voce c’aveva! Che poi nemmeno si chiamava Giuseppe, come si dice... in Arte! In Arte lei si chiamava Carlos !


CARLOS
(contrariato)
Mh...

INFERMIERE
In arte Carlos! Me la toglie una curiosità, Sor… Carlos ? Permette che la confidenza?

CARLOS
(sempre più contrariato)
Mh !

INFERMIERE
Non si offenda, eh ?... Ma io c’è una cosa che non capisco... Lei... con quella voce... perché non ha sfondato ? Cantava così bene...

(Carlos, rimasto finora a testa china, alza lo sguardo sull’infermiere e resta con una carta per aria. Si diffonde nell’aria una spensierata canzone estiva : “Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare...”)

SIPARIO