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IN... COMPRESI NEL PREZZO

IN… COMPRESI NEL PREZZO

Atto unico di

MIRCO STEFANON



Personaggi:

Gustavo: il padre 
Mirella: la madre
Valentina: la figlia
Rosetta: una bambina misteriosa

Infermiera
Malato1 Malato2 Malato3 
Malato4 Malato5 Malato6

Giudice
Pubblico Ministero
Imputato
Parte Lesa

Bianca Bianchina Bianchetta Biancona
Nero Nerino Neretto Nerone




Nota di regia: la commedia è stata ideata e scritta per un gruppo 
numeroso, ma può essere rappresentata anche 
da otto o dieci ragazzi facendo ricoprire più 
ruoli alle stesse persone.


PRIMO QUADRO

Sul lato destro del proscenio un angolo di una sala da pranzo. In primo piano una tavola 
apparecchiata. Il resto della scena è al buio. 
Al ritmo di una musica da discoteca Mirella, la padrona di casa, entra ed esce di scena 
portando in tavola prima il pane e poi il vino. 
Non vista e con fare guardingo, entra in scena sua figlia Valentina. La ragazzina veste un paio di 
jeans e una maglietta rosa. Prende golosa dalla tavola una ditata di marmellata, ma proprio in 
quel momento arriva da fuori scena la voce del padre.

Gustavo - Mirella! Abbassa quella musica! Che con tutto sto casino non vedo neanche a 
cambiarmi!

Valentina, alla voce del padre, va a nascondersi sotto la tavola dando le spalle al pubblico. 
E mentre la musica si abbassa, entra in scena Gustavo con un giornale in mano.

Gustavo - (rivolgendosi alla moglie che si trova in cucina) Quante volte te lo devo dire:
i calzetti bianchi nel primo cassetto e quelli neri nell’ultimo, che se no mi sbaglio…
ecco qua: (Mostra i calzetti ) un bianco e un nero. Mirella, devi fare attenzione 
a dove metti i calzetti. E non li voglio di sottomarca… pagati proprio
un bianco e un nero! 
Mirella - (voce fuori campo tra rumori di stoviglie) Ha parlato il conte, “voglio e comando”. 
Gustavo, non essere ridicolo.
Gustavo - (prendendo posto a tavola) Mirella, in queste condizioni sono più che ridicolo:
un interista che va in giro con i calzetti bianconeri! Per forza che poi perdiamo gli 
scudetti!
(sfogliando il giornale) E anche ieri ha sbagliato il rigore! Ma dico: ti pagano, buttalo 
dentro! (Prende la bottiglia di vino e si riempie un bicchiere) E’ facile, non puoi sbagliare: lo 
prendi e lo butti dentro… ( Beve il bicchiere tutto d’un fiato) Aaaah! Mirella! Butta la 
pasta!
Mirella - (entra con un forchettone in mano) Eeeh, quanta premura! Gustavo, un momento:
questa è una pasta speciale.
Gustavo - Mirella! Ho detto: butta la pasta!
Mirella - Cosa gridi… E’ subito pronta. L’ho condita con un delicato ragù ai fegatini,
maionese e funghi trifolati.
Gustavo - Appunto! Butta la pasta nelle immondizie. Lo sai che non mi piacciono
i funghi… stritolati!
Mirella - (con tanta pazienza) Trifolati, Gustavo. Tri-fo-la-ti. Hai imparato a gridare, ma 
non hai ancora imparato a parlare. (Esce)


-1-
Gustavo - Trifolati o stritolati, il gusto non cambia. (Si guarda in giro) Mirella, dov’è la 
piccola!?

Valentina si gira verso il pubblico e incomincia a commentare con gesti significativi il dialogo tra i 
suoi genitori. 

Mirella - (voce fuori campo) Valentina è ancora a scuola. Lo sai che è a scuola.
Gustavo - Come a scuola… A scuola?! A fare cosa a scuola! Che a ora di mangiare… si 
mangia! Che se non mangi… non lavori… non produci! La piccola deve imparare 
un mestiere. Altro che scuola!
Mirella - (voce fuori campo) La sua è una scuola a tempo prolungato.
Gustavo - La sua è una scuola a tempo… perso! Mirella, la piccola non ha testa. 
Mirella - (entra con lo scolapasta in mano) Valentina la testa ce l’ha: eccome se ce l’ha!
Ha preso tutto da me: tutto da sua madre!
Gustavo - Non è vero che ha preso tutto da te. Stamattina ha preso qualcosa anche da 
me: 5 euro nel portafogli.
Mirella - E tu come fai a saperlo?
Gustavo - (estraendo dal portafogli un biglietto e mostrandoglielo) Lo so perché al posto dei 5 
euro ho trovato un biglietto: “Grazie papà!”.
Mirella - Che ragazza educata! Che cara figliola. Non faccio per vantarmi ma ce ne sono 
poche di compagne. Una perla unica. Un pezzo raro!
Gustavo - Mirella, i 5 euro non sono un pezzo raro: sono i 500 euro che sono rarissimi!
Mirella - Ogni volta che torna a casa mi chiede: Mamma come stai? Come ti senti oggi? 
Ti è passato il mal di testa? E i dolori alla schiena come vanno? Da grande studierà 
medicina, diventerà una dottoressa…un bravissimo medico!
Gustavo - Sì, un medico di base… ma proprio terra terra… ! Mirella, la piccola
non ha testa! Mettitelo bene in testa! O ti serve solo per provare nuovi shampoo!
Mirella - (sognando ad occhi aperti) Avrà uno studio tutto suo…
Gustavo - E avanti con la solfa!
Mirella - (mettendo lo scolapasta in testa a Gustavo) Uno studio con tanto di targhetta in oro:
Dottoressa Valentina…


-2-
Si spegne la luce della sala da pranzo. Mirella esce. Gustavo resta a tavola.
Si accende una luce sotto la tavola. Il volto di Valentina si illumina e la ragazza, che si è 
lasciata rapire dalle fantasie della madre, sogna… 

Valentina - Sì! Uno studio tutto mio, con una targhetta tutta d’oro: studio della 
dottoressa Valentina Napoleon! 

Si spegne la luce sotto la tavola. S’illumina tutta la scena. Siamo nella sala d’aspetto dello studio 
della Dottoressa Napoleon. Sullo sfondo una fila di sedie. 


-3-
SECONDO QUADRO

Entra il primo malato. E’ vestito di nero, come lo saranno tutti gli altri ammalati.
Ha una vistosa fasciatura bianca all’addome, che si tiene con le mani per il forte dolore.
Valentina, uscita da sotto la tavola osserva il suo sogno con molta partecipazione.

Malato1 - (guardandosi in giro) Ohi, ohi ohi! Meno male che sono il primo. 
Anzi, ohi!, il male è sempre lo stesso! Ohi, ohi ohi! 

Il Malato1 inganna l’attesa battendo il tempo con un piede e giocando a ruotare tra loro i pollici 
delle mani.
Entra il Malato2. Ha una fasciatura bianca al braccio destro e una alla coscia sinistra.

Malato2 - (toccandosi alternativamente il braccio e la coscia doloranti e guardandosi attorno)
Aah! Aah! Sono secondo. Aah!
Malato1 - (dando la mano al nuovo arrivato) Ohi, ohi! Piacere!
Malato2 - Il mio non è un Aah! piacere: è un Aah! dolore. 
Malato1 - Ohi, ohi ohi!
Malato2 - Aah! Aah! Speriamo che la dottoressa sia puntuale.
Malato1 - La dottoressa, ohi!, è sempre puntuale!
Malato2 - E’ vero, aah!, ce ne sono poche di compagne, aah!
Malato1 - Un medico unico, ohi!
Malato2 - Una perla rara, aah! 

Il Malato1 riprende ad ingannare il tempo battendo il tempo con un piede e ruotando tra loro i 
pollici delle mani. Il Malato2 lo imita. 
Entra il Malato3 dolendosi di un forte mal di denti. Ha la classica fasciatura da mal di denti. 

Malato3 - Cai, cainn! Cai, cainn! (Guardandosi attorno) Terzo! (Si presenta 
dando la mano agli altri due pazienti. Al Malato1) Cai, cainn!
Malato1 - Ohi, ohi!
Malato3 - (al Malato2) Cai, cainn!
Malato2 - Aah! Aah!

I tre Malati ingannano l’attesa battendo il tempo con un piede e giocando a ruotare i pollici delle 
mani. Entra il Malato4 tenendosi con una mano il petto, dove ha una vistosa fasciatura bianca, 
mentre con l’altra, con fare altezzoso e scostante, conta i presenti…

Malato4 - Uno, due tre: quarto! Che dolore! Che dolore!


-4-
Prende posto in scena un po’ distante dagli altri. Il Malato1 riprende ad ingannare l’attesa battendo 
il piede e ruotando i pollici delle mani. Tutti gli altri lo imitano. Il battito dei piedi viene interrotto 
dall’entrata del Malato5con un braccio fasciato a tracolla e del Malato6 con il braccio destro ritto 
e ingessato nella posizione del saluto romano. Arrivano marciando spalla a spalla.

Malato5 - Uih! 
Malato6 - Ahi!
Malato5 - Uih!
Malato6 - Ahi!
Malato5 - Uih!
Malato6 - Ahi!
Malato5 e Malato6 - (insieme) Quinti! Pari merito!

Il Malato5 riconosce tutti i Malati presenti e va a salutarli e ad abbracciarli mentre il Malato6 se 
ne sta silenzioso e pensieroso in disparte. I saluti trasformano la scena in una Babele festosa di 
lamenti che Valentina ascolta divertita. 

Malati - Ohi, ohi! Che dolore! Uih! Cai, cainn! Ohi! Aah! Aah! Che dolore! Cai, cainn!
Ohi, ohi! Che dolore! Uih! Cai, cainn! Ohi! Aah! Aah! Che dolore! Cai, cainn!

Malato6 - (richiamando tutti all’ordine con fare militaresco) Ahi! Pazienti, abbiate pazienza! 
Dal medico si viene perché si ha un disturbo: si viene per togliersi il disturbo, 
non per disturbare. Ordine! 

I Malati, dopo una inevitabile confusione, si mettono in riga. Ma cominciano a starnutire e a 
tossire facendo un baccano della malora. Il Malato6, sempre in tono militaresco:

Malato6 - Ordine!

I malati obbediscono e, alternativamente, uno starnutisce e l’altro tossisce, uno starnutisce e l’altro 
tossisce. Un baccano ordinato. Il Malato6 puntando il braccio teso verso il Malato3: 

Malato6 - Silenzio!
Malato3 - Cai, cainn!
Malato6 - (puntando il braccio teso verso il Malato4) Silenzio!
Malato4 - (con tono baritonale) Che dolooor!

Il Malato6 ha una felice intuizione: usando il suo braccio teso come bacchetta s’improvvisa 
direttore d’orchestra. Un inchino e un saluto al pubblico ed è subito concerto.

-5-
Malato6 - Pronti! Un, due tre…
Malato3 - Cai, cainn! Malato5 - Uih! Uih! Malato2 - Aah! Aah! Malato1 - Ohi, ohi!
Malato4 - Che dolooor!
Malato3 - Cai, cainn! Malato5 - Uih! Uih! Malato2 - Aah! Aah! Malato1 - Ohi, ohi! 
Malato4 - Che dolooor!

Valentina non ne può più di una nenia così stonata.

Valentina - (tappandosi le orecchie entra in scena) Basta! Mi avete rotto… i timpani!

Tutti i malati s’irrigidiscono nelle loro posizioni come fossero delle belle statuine. 
Valentina sistema a suo piacimento i diversi malati, mettendo in riga con gli altri anche il 
Malato6.
Si veste da dottore. Esce un attimo di scena ma subito vi rientra e con passo militare passa in 
rassegna i suoi pazienti seguita dalla sua fedele infermiera, un po’ occhetta e po’ pappagallo. 
Valentina si ferma, schiocca le dita e subito i Malati riprendono vita.

I Malati - Buongiorno, dottoressa!!
Valentina - Salute! Buona salute a tutti! 

Incominciano le visite.

Valentina - Avanti il primo.

Si fa avanti il Malato6, mentre gli altri si mettono a sedere.

Valentina - (all’infermiera) Pagella clinica del paziente.
Infermiera - (con fare da occhetta, dandogliela) Pagella clinica del paziente.
Valentina - Cuore: buono! Pancreas: più che sufficiente! Fegato: ottimo!
Intestino: buono! Peccato, un’insufficienza renale le rovina la media.
Mi dica, qual è il suo problema?
Malato6 - (indicando il gomito del braccio ingessato) Mi fa molto male qua.
Valentina - (guardando nella direzione indicata dal braccio teso) Se le fa male qua, perché 
indica… là. Per favore, sia più preciso. 
Malato6 - Ho delle fitte dolorosissime qua… e anche là.
Valentina - (tastandogli il braccio) E’ normale. Ha il braccio troppo teso, troppo rigido. 
Lo deve rilassare. 


-6-
Valentina gli abbassa il braccio teso e il paziente alza la gamba sinistra. Glielo riabbassa e lui 
rialza la gamba. L’infermiera è piuttosto divertita. E anche lei gli abbassa il braccio teso… 

Valentina - (rivolta all’infermiera e indicando il gesso del paziente) Scusi, non sa leggere! 
“Tenere lontano dalla portata dei bambini!”. (Rivolta al Malato6) Mi raccomando:
non faccia niente tre volte al giorno.
Malato6 - Grazie, dottoressa!
Valentina - Prego.
Malato6 - (uscendo di scena) “Non faccia niente tre volte al giorno.” E’ facile lo faccio 
sempre. Mi sento già meglio!
Valentina - Avanti un altro.
Infermiera - Avanti un altro! 

E’ il turno del Malato3.

Malato3 - Cai, cainn!
Valentina - Le fa un male cane?
Malato3 - Sì, a un canino. Cai, cainn!
Valentina - E’ logico. Se le faceva male il dente del giudizio, sarebbe stato un supplizio.
La medicina è una scienza esatta!
Infermiera - Esatto!
Valentina - (rivolta al Malato3) Apra la bocca… chiuda… apra, apra bene: faccia 
prendere una bella boccata d’aria alle tonsille… bene… così … fermo! (All’infermiera) 
Torcia!
Infermiera - (passandogliela) Torcia!
Valentina - (dopo una accurata perlustrazione al cavo orale…) Bene… anzi male: lei ha due 
tonsille che fanno proprio schifo…
Infermiera - Due tonsille che fanno schifo!
Valentina - Invece il suo canino è perfettamente sano: un canino di razza, lo porti a 
spasso senza apparecchio. Mi dia retta gli tolga l’apparecchio! 
(All’infermiera)Scriva: sparecchiare l’apparecchio. 
Infermiera - Sparecchiare l’apparecchio. 
Malato3 - Grazie, dottoressa!
Valentina - Prego.
Malato3 - (uscendo) Devo sparecchiare l’apparecchio prima di 
apparecchiare la tavola. Il dolore mi è già passato!
Valentina - Avanti il prossimo. 
Infermiera - Avanti il prossimo!

E’ la volta del Malato2.


-7-
Malato2 - (toccandosi il braccio fasciato) Aah!
Valentina - Prego, mi elenchi i suoi sintomi.
Malato2 - (toccandosi la coscia fasciata) Aah!
Valentina - (all’infermiera) Sa scrivere? 
Infermiera - Sì.
Valentina - Scriva: Aah!
Infermiera - (scrivendo) Iih!
Valentina - ( al Malato2) Poi…
Malato2 - (toccandosi il braccio e la gamba) Aah! Aah! 
Valentina - (all’infermiera) Scriva: Aah! Aah! eccetera eccetera…
Infermiera - Iih! Iih!, eccetera, eccetera…
Valentina - Il caso è semplice: lei ha in corpo solo e soltanto vitamina A! 
Malato2 - (sopresa) Ah!
Valentina - Mangia troppe carote e così si rovina la salute!
Malato2 - (ancora più sorpresa) Ah, sì?
Valentina - La sua è una dieta del cavolo.
Malato2 - (in tono affermativo) Ah sì, sono proprio una testa di rapa.
Valentina - Via le carote: una mela al giorno e si leva il medico d’intorno!
Malato2 - Grazie dottoressa.
Valentina - Prego.
Malato2 (uscendo) Una mela al giorno e mi levo il medico d’intorno e anche il farmacista 
il veterinario…
Valentina - Sotto a chi tocca!

Tocca al Malato5 che si alza e raggiunge Valentina.

Valentina - E lei dove ha il disturbo.
Malato5 - Uih! Uih! (Delimitando il braccio a tracolla)In tutta questa zona, uih!
Valentina - In tutta questa zona, mi permetta, è troppo vago. Per una cura precisa ci 
vuole una diagnosi precisa. Quindi per prima cosa calcoliamo l’area del suo 
dolore. (All’infermiera) Metro!
Infermiera - Metro!
Valentina - Trenta centimetri di base… venti centimetri d’altezza. (Rivolta all’infermiera) 
Calcolatrice…
Infermiera - (Passandole un pallottoliere) Calcolatrice! 
Valentina - Dunque, lei ha due braccia… l’area è base per altezza diviso due… Quindi
20 per 30… diviso 2… Totale 300! Un’iniezione di antidolorifico per 300 giorni.
Malato5 - Prima o dopo i pasti?
Valentina - Che domanda! Le iniezioni si fanno… durante i pasti!
Infermiera - Durante i pasti! 
Malato5 - Grazie dottoressa! 
Valentina - Prego.
Malato5 - (uscendo) 300 iniezioni! Durante i pasti: primo iniezione secondo e frutta…

-8-
Valentina - Avanti il pros…

Valentina si ferma, sente nell’aria le note di una marcetta a lei molto famigliare.
E mentre i Malati s’irrigidiscono come tante belle statuine, arriva in scena Rosetta che 
Valentina, per niente stupita, mostra di conoscere molto bene.
Rosetta veste jeans e una maglietta rosa ed è pettinata proprio come Valentina.
Le porta in regalo un vistoso pacco dono.

Rosetta - Buongiornooo!!! 
Valentina - (perdendo la sua rigidità professionale per tornare ad essere una semplice ragazzina) 
Sarà un buongiorno per te, questi non arrivano neanche alla prossima visita
di controllo. Ma tu da dove salti fuori?
Rosetta - Da sotto il tavolo!
Valentina - Da sotto quale tavolo?
Rosetta - Da sotto il tavolo operatorio.
Valentina - (molto schifata) Ma allora questa scatola è piena di tonsille e appendiciti 
tagliate! Che schifo!
Rosetta - (giocando con la testa) Ma no! Ma no! Ma no!
Valentina - Se sei venuta per farmi una visita… hai sbagliato: qui sono io il medico.
Rosetta - Sono venuta per portarti in dono un regalo. Un regalo per te!
Valentina - Hai letto la targhetta d’oro sulla porta d’ingresso? Si accettano solo onorari
in denaro.
Rosetta - Ma questo è un regalo gratis.
Valentina - (riprendendo il suo portamento professionale) Mi dispiace: io lavoro solo
per soldi. Infermiera, per favore, mi tolga dai piedi questo disturbo.

L’infermiera rimane immobile.

Valentina - (ancora più decisa) Infermiera! 

L’infermiera non si muove. Valentina allora schiocca le dita e rianima l’infermiera e gli altri Malati

Valentina - Infermiera, per favore, mi tolga dai piedi questo disturbo.

L’infermiera prende Rosetta per un orecchio e l’accompagna fuori scena.

Rosetta - Uuuih! Uuuih! Uuuih!
Valentina - (rivolgendosi all’infermiera che ha ripreso il suo posto) Riprendiamo le visite. A chi 
tocca? 
Malato1 - (anticipando l’infermiera e facendosi avanti) A me dottoressa: oih!, oih!

-9-
Valentina - Cos’è che la fa soffrire così tanto?
Malato1 - I calcoli al fegato.
Valentina - (assumendo le movenze di un presentatore di quiz) Mi dica…

L’infermiera mette le cuffie al Malato1e si prepara a tenere la contabilità delle risposte esatte.

Valentina - … che cos’è il fegato?
Malato1 - (deciso) Una grossa ghiandola di colore rosso bruno.
Valentina - Esatto. E dove si trova il fegato?
Malato1 - Il fegato si trova nel lato superiore destro della cavità addominale e confina
a nord con la bile, a sud con i reni, a ovest con il pancreas e a est con la cistifellea.
Valentina - Esatto! E quanti calcoli ha?
Malato1 - Dieci! Un’intera famiglia: due grandi e otto piccolini.
Valentina - Perfetto! Vedo che lei è ben preparato. (All’infermiera) Scriva: il paziente
è preparato, pronto per l’operazione.
Infermiera - Paziente preparato, pronto per l’operazione.
Malato 1 - Grazie! (Uscendo) Sono pronto, prontissimo! Grazie!
Valentina - Prego. (Rivolta all’infermiera) A chi tocca adesso?
Infermiera - All’ultima disgrazia.
Valentina - Entri il disgraziato!

Si avvicina implorante il Malato4.

Malato4 - Che dolore, dottoressa! Che dolore! Qui al petto.
Valentina - Che cosa sente di preciso?
Malato4 - Uno strano rumore: un dolorosissimo Toc Toc!
Infermiera - Chi è?
Valentina - (dandole un’occhiataccia) Il cuore, no! (Rivolgendosi di nuovo al paziente) Un Toc 
Toc? E’ sicuro che non sia un Tic Tac, Tic Tac?
Malato4 - No, è proprio un Toc Toc!
Valentina - Allora per il Toc Toc dovremo farle la Tac per capire l’origine di questo suo 
tic nervoso.
Infermiera - (prendendo appunti) Una Tac, per il tic del Toc Toc!
Malato4 - (esagerando i sintomi) Che dolore, dottoressa! Che dolore! Mi aiuti!
Valentina - Come diceva il grande Ippocrate: A mali estremi…
Infermiera - Estreme unzioni!
Valentina - (tappando la bocca all’infermiera con un succhiotto) A mali estremi, estremi rimedi!
(Al Malato4 auscultandogli la pancia) Sentiamo, questo dolore.


-10-
In scena arrivano i rumori dello scarico di un lavandino che lasciano allibite Valentina e 
l’Infermiera e vergognatissimo il Malato4. 
Valentina sposta lo stetoscopio più in alto e si sentono i battiti Toc Toc Toc Toc del cuore del 
paziente.

Valentina - Il suo non è un caso grave: è disperato! Si spogli che la visito.

Il Malato4 tremando dalla paura si toglie la camicia. Sulla maglietta bianca, all’altezza del cuore, 
ha una grande macchia di sangue. Valentina, come la vede, fugge terrorizzata sotto la tavola 
gridando:

Valentina - Sangue! Sangue! (Arrivata sotto la tavola dà le spalle al pubblico)
Infermiera - (guarda la macchia e fuggendo di scena grida) Sangue! Sangue!
Malato 4 - (si guarda la macchia e terrorizzata esce gridando) Sangue! Sangue!

Le luci di scena si spengono. Si illumina l’angolo della sala da pranzo.


-11-
QUADRO TERZO

Gustavo - (gridando) Sangue! Mirella! Sangue! 

Mirella balza in scena con una cassetta di pronto soccorso garze bottiglia d’alcool…

Gustavo - (mostrandole la bistecca) Quante volte ti devo dire che non voglio la bistecca 
al sangue!
Mirella - (ancora ansante dallo spavento) Ma… ma sei scemo! E’ uno spavento da farmi 
prendere! Volevi farmi morire di un colpo! Sei proprio tutto scemo! (Esce incavolata )
Gustavo - Mirella, sono vent’anni che ti dico che la bistecca la voglio ben cotta! 
Mirella - (rientra con un blocchetto per gli appunti e una penna) E dopo…
Gustavo - Ben cotta e impanata! 
Mirella - E dopo…
Gustavo - Ben cotta e impanata è più che sufficiente… che impanato è buono tutto!
Mirella - E in fine…
Gustavo - La bistecca va a far compagnia alla pasta! (Porgendole il piatto con la bistecca)
La prendi e la butti nelle immondizie!
Mirella - Gustavo, a stare troppo al sole ti si è fritto il cervello! (Esce) 
Gustavo - Se invece di stare tutto il giorno a vedere Beatiful, andassi a scuola di cucina, 
in questa casa non si mangerebbero le bistecche al sangue!

Rimasto solo, Gustavo riprende a leggere il giornale.

Gustavo - “Ladro dopo una rapina fugge ad una guardia giurata”. Cose da pazzi! Ma 
dico: ti pagano, lo prendi e lo butti dentro! (Prende la bottiglia di vino e si riempie un 
bicchiere) E’ facile, non puoi sbagliare: lo prendi e lo butti dentro. (Beve tutto d’un fiato il 
bicchiere di vino) Aaah! (Si guarda attorno)
Mirella! E la piccola… eh? Mirella, dov’è la piccola!

Valentina si gira verso il pubblico ed è pronta a commentare, con la solita mimica, il dialogo 
dei suoi genitori.

Mirella - (voce fuori scena) Gustavo, hai proprio il cervello fritto: ti ho già detto che 
Valentina è ancora a scuola!
Gustavo - Come a scuola! A fare cosa a scuola… che quando è ora di mangiare si 
mangia… che se non si mangia non si lavora … non si produce!
La piccola deve imparare un mestiere, altro che scuola! Che oggi quando hai 
un mestiere… sei a posto se … se trovi un posto! (Prende la bottiglia del vino. La 
bottiglia è vuota) Mirella, portami il vino?
Mirella - (voce fuori scena) Il vino è finito.
Gustavo - Come finito! Finito?! Che le cantine e i bar sono pieni di vino!


-12-
Mirella - (entra con una bottiglia di acqua minerale e l’appoggia sulla tavola) Ieri sera doveva 
passare a prenderlo Valentina.

Valentina si mette le mani nei capelli. Si è dimenticata del vino!

Gustavo - E perché non è passata? Eh… perché non è passata!?
Mirella - Povera bambina, ieri aveva tanto da studiare! I professori non sanno far altro 
che riempire i ragazzi di compiti per casa. Sanno fare solo quello! Ieri ha dovuto 
passare tutto il pomeriggio sui libri: si sarà dimenticata del vino!

Valentina ha gesti di approvazione incondizionata.

Gustavo - Come dimenticata! Ah… si è dimenticata! Vedi che ho ragione io: è senza 
testa.
Mirella - Gustavo, se non è passata a prendere il vino, ci sarà una ragione.
Gustavo - Non è un ragione: Mirella, è mancanza di memoria. La piccola non ha testa.
Mirella - Valentina la testa ce l’ha, e quando torna da scuola vedrai che saprà difendersi, 
che la mia bambina ha una lingua che è un piacere ascoltarla.
Gustavo - Un piacere ascoltarla!? L’unica parola che sa pronunciare bene la “tua 
bambina” è “vacanza”!
Mirella - (con aria sognante ) E’ come un avvocato: quando parla t’incanta.
Gustavo - Quando parla mi chiede: (In falsetto) “Papà hai cinque euro.”
A me, non mi ha mai incantato.
Mirella - Ma certo! Un’avvocatessa! Da grande Valentina sarà una famosa 
avvocatessa! Sarà impegnata nelle più importanti cause. Passerà i suoi giorni
in Tribunale.
Gustavo - Sì, a fare le pulizie.
Mirella - Ha una lingua che ce ne sono poche di compagne.
Gustavo - E avanti con la solfa!
Mirella - Aprirà uno studio in centro… (Con lo straccio che ha in mano spolvera l’aria e la 
faccia di Gustavo)
Gustavo - (cercando di evitare di essere spolverato) E mi raccomando, non dimenticarti la 
targhetta.
Mirella - Uno studio con tanto di targhetta in oro: Studio dell’Avvocatessa Valentina…


-13-
Si spegne la luce della sala da pranzo. Mirella esce. Gustavo resta a tavola. Si accende la luce sotto 
la tavola. Il volto di Valentina si illumina e la ragazza si lascia ancora una volta rapire dalle 
fantasie della madre e sogna… 

Valentina - Sì! Uno studio tutto mio, con una targhetta tutta d’oro: Studio 
dell’avvocatessa Valentina Napoleon! 

Si spegne la luce sotto la tavola. S’illumina tutta la scena. Siamo in un’aula di tribunale. 
Al centro il banco del giudice, a destra quello dell’avvocato difensore e dell’imputato, a sinistra 
quello del pubblico ministero e della parte lesa.


-14-
QUADRO QUARTO
Entrano e vanno a sedersi ai loro posti: l’imputato, il pubblico ministero e la parte lesa.
Valentina, uscita da sotto la tavola, osserva con curiosità la scena.
Dopo qualche secondo arriva in scena il giudice con la borsa della spesa, raggiunge il suo banco e... 
mette in tavola il pane, il vino, la mortadella...

Giudice - (cercando di aprire una bottiglia di vino) Siamo riuniti in quest’aula per aprire…
per aprire un processo per direttissima a carico dell’imputato Andrea Del
Cacchio, accusato di furto con scasso… (Taglia con difficoltà un panino) premeditato e 
senza alibi… 
Imputato - (con le catene ai piedi e in mano una confezione di bolle di sapone) Due arance, signor 
giudice, una marcia e una senza succo!
Parte lesa - (con fare molto afflitto, testa chinata e un fazzoletto in mano per asciugarsi qualche 
lacrima di dolore) Una merenda sostanziosa, signor giudice.
Giudice - Silenzio! Iniziamo l’appello. (Sollevando la bottiglia) Vino, presente. Pane, 
presente. (Annusandone tutto il profumo) Mortadella, presente. Parte lesa: Sara Vero.
Parte Lesa - Presente!
Giudice - Pubblico ministero!
Pubbl. M. - (si alza e puntando l’indice su uno spettatore in prima fila) Quest’uomo, la cui 
faccia da criminale…
Giudice - Pubblico ministero parlerà quando sarà il suo turno! Dunque, in merito
all’appello, come si dichiara?
Pubbl. M. - Presente, signor giudice!
Giudice - Imputato Del Cacchio.
Imputato - (alzandosi) Presente… e innocente, signor giudice. (Si siede)
Giudice - Avvocato della difesa Valentina Napoleon! (Seccato) Avvocato della difesa 
Valentina Napoleon…
Imputato - E’ in ritardo, vostro onore.
Pubbl. M. - Non è in ritardo, signor giudice, conosco benissimo la collega: è ritardata!

Valentina ha un gesto di rabbia trattenuta.

Imputato - L’avvocatessa Napoleon non è ritardata! Ha una lingua, signor giudice, che 
quando parla t’incanta. (Si ferma un attimo incantato) E parla benissimo due lingue: 
l’Italiano e il Latino, perché oggi come oggi, se non parli la seconda lingua, non sei 
nessuno!
Pubbl. M. - L’avvocatessa Napoleon conosce due lingue perché ha una lingua biforcuta!


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Valentina con uno scatto di rabbia entra in scena e tutti si fermano immobili come tante belle 
statuine. Ha in mano un paio di forbici. Si avvicina decisa e minacciosa al Pubblico Ministero, le 
tira fuori la lingua, sta per tagliargliela ma ci ripensa. Si vendicherà in altro modo. Indossa la toga, 
entra con passo marziale in aula. Prende posto vicino all’imputato. Schiocca le dita e il processo 
riprende.

Giudice - Finalmente è arrivata!
Valentina - Buon giorno, signor giudice!
Giudice - (il giudice continuando ad imbottire il suo panino) Avvocatessa Napoleon è arrivata 
in aula con dieci minuti di ritardo.
Valentina - Ho la giustificazione. (Si avvicina al giudice e gliela mostra)
Giudice - (guardando di sfuggita la giustificazione) Questi motivi li conosco benissimo.
Valentina - Per forza: sono motivi familiari. (Torna al suo posto)
Giudice - Il pubblico ministero formuli l’accusa.
Pubbl. M. - (si alza e indicando sempre lo stesso spettatore in prima fila) Quest’uomo, la cui 
faccia da criminale…
Giudice - Pubblico ministero ha l’indice che non indica bene. Per favore, se lo regoli. 
Pubbl. M. - Grazie, signor giudice. (Si regola il dito e lo punta verso l’imputato) Dicevo, 
quest’uomo, la cui faccia da criminale…
Valentina - (alzandosi) Obiezione, Vostro Onore, il mio difeso è un imputato 
Del Cacchio, (Indicando il viso dell’imputato che sta facendo bolle di sapone) non può avere 
una faccia da criminale! (Si siede)
Giudice - Obiezione respinta. Prosegua pubblico ministero.
Pubbl. M. - E io insisto nell’indicare questa faccia da criminale dove, in una fronte 
spaziosa ma colpevole, ci sta scritto a lettere infamanti: “sono un ladro”. 
Verità confermata da un naso aquilino, un naso rapace tipico di chi ha il vizio
di fare man bassa della roba degli altri. (Ruba il fazzoletto alla parte lesa…che subito se lo 
riprende) 
Imputato - Signor giudice, con tutte queste chiacchiere, qui si fa notte!
Giudice - Silenzio! E lei avvocato, si attenga ai fatti! 
Imputato E i fatti, signor giudice, sono due: due arance, una marcia e una senza 
succo, che qualcuno di nascosto ha messo nel mio zainetto accusandomi poi di 
averle rubate.
Parte lesa - (piagnucolando) Due arance succose… siciliane, una merenda sostanziosa,
signor giudice.
Imputato: (soffiando bolle di sapone) Che bolle!
Valentina - Ma sarà vero?
Parte lesa - Presente!
Valentina - No, non ho detto Sara Vero, mi chiedevo: sarà vero o sarà falso! (Alzandosi)
Signor giudice, il caso è semplice: Capem Diem! Cogito ergo sum! (Si siede) 

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Pubbl. M. - (alzandosi) Signor giudice non si faccia incantare da questo latinorum da 
strapazzo! I fatti sono noti e incatenano l’imputato alle sue responsabilità. 
Al momento dell’arresto, il Del Cacchio aveva le mani piene di impronte vegetali, 
appartenenti, come ha dimostrato la scientifica, a due arance siciliane.
Parte lesa - (sempre piagnucolando) Una merenda sostanziosa, signor giudice.
Pubbl. M. - Quindi, solo una mente perversa e diabolica, come quella dell’imputato, 
poteva premeditare un furto con scasso ai danni di un innocente zainetto, con 
l’aggravante che non si trattava di uno zainetto qualsiasi ma di uno zainetto 
firmato, dico fir-ma-to!
Parte lesa - (disperata) Ho speso tutta la mia paghetta per comprarlo, signor giudice.
Pubbl. M. - Un reato per il quale chiedo che l’imputato venga condannato a dieci anni 
di lavori forzati e a tre anni di lavori a maglia e a uncinetto! (Si siede)
Imputato: (soffiando bolle di sapone) Che bolle!
Valentina - (alzandosi e portandosi al centro dell’aula) Veritas filia temporis. Tertium non 
datur! Questo, signor giudice, è il lupus in fabula, l’interrogativo chiave di questo 
processo: sarà vero o sarà falso? Allora, di fronte alla gravità della pena richiesta, io 
dico… 

Valentina interrompe la sua arringa, gli altri personaggi diventano di nuovo delle belle statuine,
annunciata dalle note della solita marcetta arriva in scena Rosetta con il suo pacco dono.
Si avvicina a Valentina.

Rosetta - Buongiornooo!!! 
Valentina - (riprendendo i modi di fare di una ragazzina) Sarà un buongiorno per te: il mio 
cliente rischia l’ergastolo o come minimo dieci anni di sedia elettrica. Ma tu da dove 
salti fuori?
Rosetta - Da sotto il banco dei giurati. Ti ho portato in dono un regalo. Un regalo per 
te!
Valentina - Io non ho mai accettato e mai accetterò un regalo in cambio di un favore.
Rosetta - (scotendo la testa in modo giocoso) Ma no, ma no, ma no! Questo è un dono che ti 
ho portato in regalo. E’ un regalo gratis! 
Valentina - Verbo volant scripta manent: non mi lascerò corrompere in saecula 
saeculorum… e amen!
Rosetta - Ma io volevo solo portarti in dono…
Valentina - Per favore, e te lo chiedo per piacere: non insistere! 
Rosetta - E’ un dono gratis!
Valentina - (esasperata) Gratis! E basta con questo gratis! (Prende Rosetta per un orecchio e 
l’accompagna fuori)
Rosetta - Uuuih! Uuuuih! Uuuuih!


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Valentina torna al suo banco, schiocca le dita e il dibattito riprende.

Giudice - (masticando il suo panino) Avvocatessa, per favore, termini la sua arringa, 
che io termino il mio panino e ce ne andiamo tutti a casa!
Valentina - Certo, signor giudice. Volevo solo far notare a questa Corte 
come il mio cliente, accusato ingiustamente di avere una faccia da criminale, 
sia invece un classico esemplare di homo erectus, probo e onesto, di una 
specie ormai in via d’estinzione…

L’imputato applaude.

Valentina - Perché non di solo pane vive l’uomo… 
Giudice: - Anche di mortadella!
Pubbl. M. - Ma anche di arance, arance succose! 
Valentina - Marce! 
Pubbl. M. - Squisite!
Valentina - Insapori!
Parte lesa - (con tono mesto ma deciso) Una merenda sostanziosa!
Giudice - Silenzio! Basta! Muti! Tacete! Che se no, vi sbatto dentro! E’ facile… 
(Prende la bottiglia e si riempie il bicchiere) vi prendo e vi butto dentro! (Beve il bicchiere tutto 
d’un fiato) Aaah! (Rivolto a Valentina) Continui, avvocatessa Napoleon. 
Valentina - (indicando l’imputato) Il suo volto è simbolo, detto inter nos, in camera 
caritatis, mutatis mutandis… 
Pubbl. M. - L’imputato, anche se si cambia le mutande, rimane una faccia da criminale!
Giudice - (preparandosi un altro panino) Pubblico Ministero moderi i termini!
E lei avvocatessa venga al dunque, che questa Corte, come vede, non ha tempo da 
perdere! 
Valentina - Un volto, dicevo, che è simbolo, se non della più completa innocenza, di 
una grande e umana ingenuità! Signor giudice, signori della Corte, andrò a 
dimostrarvi come, rispetto all’accusa rivoltagli, il mio assistito neghi giustamente ogni 
addebito. Dictum factum! Imputato Del Cacchio, ha letto il libro “Il ladro di 
Bagdad”?
Imputato - No!
Valentina - Ha letto il libro “Alì Babà e i quaranta ladroni”?
Imputato - No!
Valentina - Ha letto il libro “Come diventare ladro in dieci mosse”?
Imputato - No! Assolutamente no! Io non ho mai letto un libro in vita mia!
Valentina - Ecco! Ecco signor giudice, il mio cliente ha finalmente confessato: non ha 
mai letto un libro in vita sua! Quest’uomo a cui la Natura ha dato le capacità e 
l’intelligenza…


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Pubbl. M. - Le mani lunghe e il piede di porco!
Valentina - (ignorando la battuta) Le capacità e l’intelligenza per diventare un grande 
ladro, non si applica, non studia. Questa è la verità.
Imputato - (sconcertato) Ma io non voglio diventare un ladro!
Valentina - (con ritmo sempre più serrato) Bisogna imparare ad aprire i libri, se si vuole 
imparare ad aprire le casseforti! Bisogna imparare ad ascoltare i professori in 
materia, se si vuole passare dai banchi alle banche. Non si può passare la vita a 
rubare arance…
Imputato - Ma io non ho mai rubato arance! 
Pubbl. M. - Due arance succose e siciliane!!
Parte lesa - Una merenda sostanziosa!
Valentina - Senza impegno e senza studio, il mio cliente può diventare al massimo un 
ladro di polli! 
Imputato - (scagliandosi su Valentina che fugge) Ma io ti ammazzo! 
Valentina - (correndo attorno al tavolo del giudice) Le capacità le ha…
Pubbl. M. - (correndo dietro all’imputato) E anche il piede di porco!
Parte lesa - (correndo dietro al pubblico ministero) Una merenda sostanziosa!

E il girotondo continua.

Imputato - Ma io ti ammazzo! 
Valentina - Le capacità le ha…
Pubbl. M. - E anche il piede di porco!
Parte lesa - Una merenda sostanziosa!
Giudice - (alzandosi in piedi) Basta! Silenzio! Ordine! Non si prende in giro in questo 
modo la Giustizia! Fuori tutti dall’aula! Quella è la porta! La porta! La porta!

Valentina corre a rifugiarsi sotto il tavolo dando le spalle al pubblico. Gli altri escono a passi 
felpati. Le luci di scena si spengono. Si accende quella della sala da pranzo.


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QUADRO QUINTO

Gustavo - (gridando a Mirella che è fuori scena) La porta! La porta! Mirella chiudi la porta che 
fa corrente d’aria!
Mirella - (entrando in scena) Per forza fa corrente d’aria: hai sempre la bocca spalancata! 
Gustavo, non serve che gridi, non sono sorda.
Gustavo - Lo sai che … che le correnti d’aria mi fanno male alla testa… che mi 
vengono i cervicali. Che io ce l’ho la testa, non come te che la usi solo per.. per 
metterci i bigodini!
Mirella - Ha parlato Einstein!
Gustavo - Ecco brava, stai… stai più attenta che mi hai messo in tavola due arance: 
una marcia e una senza sugo. Che a te… nella borsa della spesa ti buttano dentro 
di tutto. E’ facile… prendono (Prende la bottiglia dell’acqua e si riempie un bicchiere) 
e… (appena ha in bocca l’acqua, la sputa con forza) blaaah! Acqua! E io pago! Io pago!
Mirella - Ma per pagare ci vogliono i soldi. Gustavo, alzati e vai a lavorare. 
Così mentre tu… guadagni, io sparecchio e preparo per la bambina che 
dovrebbe essere qui a momenti.

Valentina si gira ed è tutt’orecchi ai discorsi dei suoi genitori.

Gustavo - Lascia che la “bambina” se la sparecchi da sola la tavola. Che impara a fare le 
pulizie… che almeno da grande ha un mestiere… che quando hai un mestiere 
sei ha posto… se trovi un posto.
Mirella - (scandalizzata) Valentina una donna di servizio?! Valentina una donna di 
servizio!
Gustavo - Una donna… Non esageriamo: una donnetta. Che con la testa che ha…
le farà anche male le pulizie… che al giorno d’oggi per fare le pulizie ci vuole
testa! 
Mirella - Mia figlia non sarà mai una donna di servizio!
Gustavo - E sarà causa tua… che a tredici anni non le hai ancora insegnato a lavare e a 
stirare. Guarda che camera che ha… che è un disastro quella camera! L’unico 
posto dove “tua figlia fa pulizia”… è il mio portafogli!

Valentina con la testa ammette che è proprio vero.

Mirella - Gustavo, per quanto mi sforzi, non riesco neanche ad immaginarmi Valentina 
una donna di servizio. E’ una bambina che ha troppa classe!
Gustavo - Mirella, la piccola non ha troppa classe! Ha troppa scuola… e a scuola non 
impara un mestiere…che a scuola sono i bidelli che fanno le pulizie… Qualche 
volta!
Quando è a casa, invece dei libri, che prenda in mano uno straccio, una scopa, 
che così… incomincia a farsi un’esperienza.


-20-
Mirella - Gustavo, sei tutto matto: a te manca solo la camicia di forza! 
Gustavo - E alla piccola un camice! Un camice per le pulizie, e mettici anche un’etichetta 
giallo oro: “Donna delle Pulizie Valentina… “

Si spegne la luce della sala da pranzo. Mirella esce. Gustavo come sempre rimane a tavola. 
Si accende la luce sotto la tavola. Il volto di Valentina si illumina di un nuovo sogno.

Valentina - Donna delle Pulizie! Donna delle Pulizie Valentina Napoleon!


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QUADRO SESTO

Si spegne la luce sotto la tavola. S’illumina la scena. Siamo in una cucina di una casa qualunque. 
Lo spazio e delimitato a destra e a sinistra da due separé rettangolari - tre metri di lunghezza e uno 
d’altezza - bianco a destra e nero a sinistra. Al centro del proscenio un tavolo con una pila di piatti 
da lavare. 
Valentina esce da sotto la tavola. Veste un camice blu. Sul petto ha una targhetta giallo oro.
Impugna, come una spada, un piumino pieno di talco. Guadagna il centro della scena.

Valentina - (sbattendo il piumino, declama) Polvere! Polvere dappertutto! Polvere sul 
pavimento! Polvere sui mobili! Polvere sui piatti da lavare.
(Parlando normalmente) C’è da mettersi le mani nei capelli, ma questo non è il 
momento di farsi uno shampoo! Incomincerò dai piatti!

Alle sue spalle, dal séparé bianco spuntano all’improvviso Bianca e Bianchina, due ragazze pon 
pon di uno spot pubblicitario. 

Bianca - Piatti da lavare?
Valentina - (guardando i piatti) Una montagna!
Bianchina - Piatti da sgrassare?
Valentina - Una montagna!
Bianca - Volete raggiungere la vetta del pulito più pulito?
Valentina - Sì, il monte Bianco!
Bianchina - Per i vostri piatti da lavare!
Bianca - Per i vostri piatti da sgrassare!

Spuntano dal séparé tra Bianca e Bianchina, Bianchetta e Biancona con una scatola di detersivo 
in mano.

Bianchetta - OP LA’! 
Biancona - Il bianco che t’incanta!
Bianchetta - OP LA’!
Biancona - Un prodotto unico!
Bianchina - Una perla rara! 
Bianca - OP LA’! 
Bianchetta - Così facile da usare che più facile…
Biancona - Non si può!

E tutte spariscono di colpo dietro il séparé al grido di: OP LAAA’!
Valentina ha in mano proprio una scatola di detersivo OP LA’.

-22-
Valentina - Che più facile non si può! (Con una cantilena di alti e bassi)
Prendo la scatola - apro la scatola - prendo la polvere – metto la polvere -
chiudo la scatola - prendo un piatto - lo butto in acqua - riprendo il piatto -
lo strofino con forza e… Op laaà!

Il piatto è ancora vistosamente sporco. Valentina ci rimane male, mentre alle sue spalle dal séparé 
nero spuntano all’improvviso Nero Nerino Neretto e Nerone. Con fare serio e iettatore.

Nero - Non ce l’ha fatta!
Nerino - Non ce la può fare!
Nerone - Non ce la farà mai!
Neretto - Non c’ha testa!

E subito spariscono dietro il séparé nero.

Valentina - E’ vero: il piatto è più sporco di prima. Sono un vero disastro!

Nell’aria le note della solita marcetta. E’ in arrivo Rosetta e il suo pacco dono.

Rosetta - Buongiornooo!!!
Valentina - (lasciando i modi di fare di una donna delle pulizie per quelli di una semplice 
ragazzina) Sarà un buongiorno per te. Io ho una montagna di piatti da lavare. 
Rosetta - Buongiornooo!!! 
Valentina - Che cos’è un ordine?!
Rosetta - (scotendo la testa) Ma no! Ma no! Ma no! (Guardando il pacco regalo) Questo è un 
dono che ti ho portato in regalo. Un regalo per te!
Valentina - Io non ho ordinato nessuna confezione regalo.
Rosetta - Ma questo è un regalo gratis!
Valentina -Un regalo gratis?! Ma tu da dove salti fuori?
Rosetta - Da sotto la tavola della cucina.
Valentina - E allora tornaci, che io non ho tempo da perdere: devo lavorare! Che 
quando hai un mestiere… sei a posto!
Rosetta - Ma questo regalo non ti costa niente!
Valentina - (gridando in un orecchio a Rosetta) Ho da fare! Capito: ho da fa-re! E se da 
questo orecchio non ci senti, io ti prendo l’altro… 

Fa per prendere Rosetta per un orecchio ma Rosetta l’anticipa ed esce tirandosi da sola un 
orecchio.

Rosetta - Uuuuih! Uuuuih! Uuuuih!

-23-
Valentina - (riprendendo il portamento di una donna delle pulizie) Basta perder tempo. 
Il dovere mi chiama. E’ meglio che pulisca questo tavolo.

Appena prende in mano lo straccio, spuntano dal séparé bianco Bianchetta e Biancona, per un 
nuovo spot pubblicitario. 

Bianchetta - Mobili da pulire?
Valentina - Un mare di mobili!
Biancona - Mobili da lucidare?
Valentina - Un mare di mobili!
Bianchetta - Volete che i vostri mobili diventino un oceano di splendore?
Valentina - E’ pacifico! 
Biancona - Per i vostri mobili da pulire!
Bianchetta - Per i vostri mobili da lucidare!

Bianca e Bianchina sbucano dal séparé con in mano una scatola di TRIC e TRAC.

Bianca - TRIC!
Bianchina - e TRAC!
Bianca - TRIC pulisce!
Bianchina - TRAC lucida!
Bianchetta - Un prodotto unico!
Biancona - Una perla rara!
Bianca - TRIC e TRAC! Così facile da usare…
Bianchetta - Che più facile non si può! 

E tutte spariscono dietro il séparé al grido di: TRI e TRAC!

Valentina - (con in mano una scatola di TRIC E TRAC) Che più facile non si può!
(Con una cantilena di alti e bassi) Prendo la scatola - apro la scatola - prendo la polvere 
- chiudo la scatola - prendo uno straccio - apro lo straccio - metto la polvere -
chiudo lo straccio - apro il braccio - piego il braccio - apro il braccio -
piego il braccio - strofino con forza e…Traaac!!!

Il tavolo è ancora sporco.

Valentina - (demoralizzata) Ma il tavolo è più sporco di prima! Sono veramente un 
disastro.

Dal séparé nero spuntano Nero Nerino Neretto e Nerone sempre più iettatori.


-24-
Nero - Non c’è riuscita!
Nerino - Non ci può riuscire!
Nerone - Non ci riuscirà mai!
Neretto - Non c’ha testa!
Valentina - (sempre più demoralizzata) Sono proprio una frana!

Bianca Bianchina Bianchetta e Biancona sbucano dal séparé bianco.

Bianca - E’ una perla rara!
Bianchina - Una perla unica!
Biancona - Un tesoro di ragazza!
Bianchetta - Non ce ne sono di compagne!
Neretto - Non c’ha testa!
Nerino - Non può avere testa!
Nerone - E’ senza testa!
Nero - Non ha mai avuto testa!

Valentina, presa tra due fuochi, gira la testa a destra e a sinistra, sconsolata ai giudizi dei Neri ed 
euforica e sorridente ai giudizi di Bianca Bianchina Bianchetta e Biancona. 

Bianchina - E’ una perla rara!
Neretto - Non c’ha testa! 
Bianca - Una perla unica!
Nerino - Non può avere testa!
Biancona - Un tesoro di ragazza!
Nerone - E’ senza testa!
Bianchetta - Non ce ne sono di compagne!
Nero - Non ha mai avuto testa!

I giudizi si fanno sempre più veloci.

Bianchina - E’ una perla rara!
Neretto - Non c’ha testa! 
Bianca - Una perla unica!
Nerino - Non può avere testa!
Biancona - Un tesoro di ragazza!
Nerone - E’ senza testa!
Bianchetta - Non ce ne sono di compagne!
Nero - Non ha mai avuto testa!


-25-
Valentina, stordita da tale bombardamento di giudizi, si tappa le orecchie e, gettando via il camice, 
fugge a rifugiarsi sotto la tavola. 
I Neri e le Bianche spariscono dietro i relativi séparé. Si spengono le luci di scena. Si accende 
la luce sotto la tavola. Valentina ancora frastornata e sconvolta si ritrova tra le mani il pacco regalo 
portatole in dono da Rosetta. Prima lo allontana da sé in malo modo ma poi ci ripensa, 
s’incuriosisce e piano piano lo apre… contiene qualcosa di prezioso ma di così prezioso che le 
s’illumina il viso di gioia…e di apprensione... di gioia… e di apprensione…
Esce da sotto la tavola mirando e rimirando quel dono tanto prezioso e tanto misterioso. 
Quando è al centro della scena sente la voce del padre:

Gustavo - Mirella! E la piccola.. eh? Mirella, dov’è la piccola!

Valentina si ferma e poggia il dono a terra. Guarda verso il padre poi verso il dono, poi ancora 
verso il padre e poi ancora verso il dono…


Sipario